impianti depurazione in italia 2014 arpat

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  • 7/24/2019 Impianti Depurazione in Italia 2014 Arpat

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    n. 170 - Gioved 21 Agosto 2014

    I d a t i , pe r R e g io n e , a g g io r n a t i a l 2 0 1 2 s u g l i i m p i a n t i e s i st e n t i e s u i c ar i c h i

    i n q u i n a n t i t r a t t a t i .

    uid dell'oggetto:./resolveuid/7f9bf0525b8fabd0fdb82a2a7d050790

    ISTAT ha recentemente messo a disposizione sul suo sito il rapporto"Censimento delle acque per uso civile", che comprende sia idati sulle acque prelevate per essere utilizzate ad uso potabile, chequelli relativi alla depurazione. In questa ARPATnews ci soffermiamoin particolare su questo secondo aspetto.

    Gli impianti di depurazione rappresentano le infrastrutturefondamentali per ridurre linquinamento dei corpi idrici superficiali esotterranei e per salvaguardare la salute della popolazione.

    Gli impianti sono diversificati in base alla tipologia di trattamento effettuato, ovvero rispettoalla percentuale di abbattimento dei carichi inquinanti confluiti nei depuratori; sono

    raggruppati, dal pi semplice a quello maggiormente efficace, nei seguenti tipi: vasca Imhoff1,primario2, secondario3, avanzato rispetto ai precedenti (terziario4).

    Nel 2012, gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane5ammontanocomplessivamente in Italia a 18.786, di cui 18.162 in esercizio, 545 non in esercizio e 79 incorso di realizzazione o ristrutturazione (32 al Sud). Nel Nord-ovest si concentra il 35,2% degliimpianti in esercizio dellintera Penisola (6.393).

    Tuttavia, spostandosi da nord a sud, le percentuali degli impianti in esercizio diminuiscono: dal97,8% del Nord-ovest al 97,7% del Centro, fino all86,0% delle Isole. L11,6% degli impiantieffettua un trattamento di tipo primario, il 43,7% un trattamento secondario o avanzato e ilrimanente 44,7% costituito da vasche Imhoff.

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    Rispetto al 2008, in Basilicata, Puglia, Sardegna, Toscana e Marche si riscontra un aumento delnumero di impianti con un trattamento avanzato: il sistema depurativo quasi totalmenteaffidato a grandi enti gestori ed dunque aumentata lefficienza degli impianti di depurazione,secondo quanto auspicato dalla normativa comunitaria (direttiva 91/271/Cee).

    Analizzando lo stato della depurazione in Italia, non solo in termini infrastrutturali e qualitativi,ma anche quantitativi, necessario far riferimento allentit dei carichi inquinanti trattati, ossiadi acque reflue prodotte, connesse ai sistemi di collettamento e confluite negli impianti di

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    depurazione. Tale indicatore, espresso in abitanti equivalenti6, descrive leffettiva capacitdepurativa degli impianti di depurazione. Gli abitanti equivalenti rappresentano una stima delcarico inquinante di natura organica biodegradabile prodotto dalle attivit domestiche e dalleattivit economiche. Tale stima stata effettuata da ISTAT, a livello regionale, considerandolubicazione degli impianti di trattamento e non il territorio servito.

    Il 32,3% del carico inquinante confluito negli impianti di depurazione, in termini di abitantiequivalenti, trattato in Lombardia, Piemonte e Campania; se a questo totale si sommano gli

    abitanti equivalenti di Toscana, Emilia-Romagna e Lazio, si copre con sole sei regioni (ciascunadelle quali con un numero di abitanti equivalenti superiore a sei milioni) circa il 57% del totalenazionale.

    In Lombardia e in Veneto si registrano le percentuali maggiori di carichi inquinanti confluiti inimpianti con trattamento di tipo avanzato, rispettivamente il 20,5% e l11,6% del totalenazionale. Mentre nella provincia autonoma di Bolzano il trattamento avviene pressochcompletamente in impianti di tipo secondario o avanzato, in Valle dAosta non si supera il79,8% e in Liguria l81,8%.Gli impianti con trattamento avanzato, pur rappresentando il 10%degli impianti complessivi, trattano pi del 60% dei carichi inquinanti convogliati negli impiantidi depurazione. Nella maggior parte dei casi tali impianti sono situati nei grandi centri urbani.

    Gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane trattano prevalentemente i carichiinquinanti di origine civile e - dove presenti - i reflui provenienti dalle attivit industrialiscaricati nella rete fognaria o convogliati agli impianti con specifiche condotte o per mezzo diautocisterne. Poco pi della met di questi reflui industriali, il 51,9%, trattato negli impiantidel Nord. Tale valore raggiunge il 77,5% se si considera anche lItalia centrale.

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    La predominanza del numero di impianti di tipo avanzato e del carico inquinante di Lombardiae Veneto, dovuta ad una maggiore quota dei reflui industriali, sul totale trattato. La quota direflui trattati che proviene da attivit industriali pari al 45,6% in Toscana, al 39,5% nellaprovincia autonoma di Bolzano, al 34,2% in Sardegna, al 30,9% in Friuli-Venezia Giulia; masoltanto al 2,6% in Puglia e al 4,4% in Calabria.

    Rispetto al 2008 si riduce del 27,8% il carico di inquinanti di origine industriale che affluisceagli impianti di depurazione delle acque reflue urbane con trattamento secondario o avanzato.Tale riduzione dovuta non solo alla crisi economica, ma anche ad un miglior sviluppo diinfrastrutture che hanno permesso, in alcune realt, di convogliare correttamente le acque discarico di origine industriale in impianti specifici di trattamento, separando le reti fognarie civilida quelle di raccolta dei reflui industriali.

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    Per misurare la capacit effettiva di copertura del trattamento di depurazione delle acque diorigine civile si confrontato il carico inquinante prodotto dagli scarichi civili e confluito negliimpianti di depurazione, con la stima del carico potenzialmente generabile nel territorio(Abitanti Equivalenti Totali Urbani - Aetu). In particolare, si considerato il trattamento inimpianti di tipo secondario o avanzato, dove maggiore labbattimento dei carichi inquinanti.

    Gli Aetu stimano il carico inquinante potenziale veicolato nelle acque reflue urbane recapitate

    nella rete fognaria dalle diverse fonti di generazione. Le fonti di generazione considerate sono:la popolazione residente, le attivit domestiche e ad esse assimilabili, le attivit alberghiere,turistiche, scolastiche e le micro-imprese generalmente operanti allinterno dei centri urbani, icui scarichi presentano caratteristiche qualitative equivalenti al metabolismo umano o adattivit domestiche ed in cui gli inquinanti sono costituiti prevalentemente da sostanzebiodegradabili.

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    In tutte le ripartizioni la percentuale di abitanti equivalenti civili serviti e sottoposti atrattamento almeno secondario supera il 45% del potenziale generato (Aetu).

    Per quanto riguarda la Toscana, per la quale - secondo i dati ISTAT - esistono anche i datiforniti dall'Autorit Idrica Toscananella sua relazione annuale, particolarmente accurati,in quanto derivano dalle verifiche effettuate da parte dei Gestori del Servizio Idrico Integrato(vedi tabelle seguenti), da cui risulta un valori di reflui civili trattati dal sistema di depurazioneche variano fra il 62% ed il 94%.

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    1 Vasca Imhoff. Vasche settiche che consentono la chiarificazione dei liquami domestici provenienti da insediamenti civili diridotte dimensioni. Sono proporzionate e costruite in modo tale che il tempo di detenzione del liquame sversato sia di circa 4-6ore; il fango sedimentato sottoposto a sedimentazione anaerobica.

    2 Trattamento primario. Trattamento delle acque reflue che comporti la sedimentazione dei solidi sospesi mediante processi fisicie/o chimico-fisici e/o altri, a seguito dei quali prima dello scarico il BOD5 delle acque in trattamento sia ridotto almeno del 20 per

    cento ed i solidi sospesi totali almeno del 50 per cento.

    3 Trattamento secondario. Trattamento delle acque reflue mediante un processo che in genere comporta il trattamento biologicocon sedimentazione secondaria, o mediante altro processo. Il trattamento si distingue in processo a biomassa sospesa o abiomassa adesa. E' necessaria la presenza di biodischi, letti percolatori e vasche di aerazione nelle unit che costituiscono la lineaacque dell'impianto.

    4 Trattamento (terziario) pi avanzato a valle dei precedenti. Trattamento pi avanzato rispetto ai trattamenti primario esecondario (esempio denitrificazione), in genere denominato trattamento terziario, che si applica a valle del trattamento primarioe del secondario.

    5 Impianto di depurazione delle acque reflue urbane. Si intende un impianto adibito al trattamento delle acque reflue provenientida insediamenti civili ed eventualmente da insediamenti produttivi (impianti misti), cui possono mescolarsi le acque meteoriche e

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    quelle di lavaggio delle superfici stradali.

    6 Abitanti Equivalenti Serviti (AES) effettivi. Misurano il carico inquinante effettivamente defluito nell'impianto di depurazione.Rappresentano l'unit di misura con cui viene convenzionalmente espresso il carico inquinante organico biodegradabile in arrivoall'impianto di depurazione, secondo l'equivalenza: 1 abitante equivalente = 60 grammi/giorno di BOD5.- Aes civili: relativi al carico inquinante prodotto dagli abitanti residenti (abitanti che hanno la dimora abituale nel territorio servitodallimpianto di depurazione), dagli abitanti non residenti (abitanti che, pur non essendo residenti, sono presenti occasionalmentesul territorio servito dallimpianto di depurazione) e da attivit produttive con meno di sei addetti.- Aes industriali: relativi al carico inquinante prodotto da attivit produttive con almeno sei addetti

    Direttore responsabile:Marco TalluriAutorizzazione del tribunale di Firenze:n. 5396 del 14 febbraio 2005Redazione:ARPAT, Via N.Porpora, 22 - 50144 Firenze - tel. 055-3206050 fax 055-5305640Email:[email protected]:www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews

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