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In Comunione Anno XXV - Settembre 2006 - numero 3 Anno XXV - Settembre 2006 - numero 3 Voce della comunità di Mezzolombardo "Poste italiane s.p.a - Spedizione in abb. postale - D.L. 353\2003 (conv. in L.27\02\2004 n 46) art. 1 comma 2 DCB T rento -Taxe Percue” C he famiglia e’ quella che non riesce a trovare il tempo e la gioia di stare assieme tutti, proprio tutti, senza appuntamenti urgenti, solamente per godere in profondità la bellezza dell’intimità, del rac- contarsi, del sorridersi…??? che gruppo, che associazione è quella che non riesce ad avere i suoi momenti comunitari, le sue assemblee,le sue feste per rinsaldare l’amicizia, la solidarietà e rinverdire le motivazioni del proprio esistere…??? che comunità parrocchiale è quella che non ha i suoi momenti d’incontro sia per la preghiera che per la pro- grammazione, ma anche per riscoprire la propria identi- tà di unico corpo, quello di Cristo (scrive san Paolo) formato da tante membra ricche di una diversità prezio- sa per il bene comune, comunità formata da tutti quei battezzati che vivono con riconoscenza e responsabilità il sacramento che li ha inseriti nella grande famiglia della Chiesa..??? E proprio perché grande famiglia, anche la parrocchia ha bisogno di riscoprire la gioia dello stare assieme per favorire una maggior conoscenza reciproca, per scopri- re la molteplicità dei servizi che la rendono viva testi- monianza dell’amore del Padre verso tutti, ma con par- ticolare predilezione verso chi è più fragile, debole, po- vero, sofferente, e per riscoprire la possibilità e la gioia di impegnarsi per il bene comune. Veramente anc he la par r occ hia ha biso gno della sua AS- SEMBLEA come momento d’amicizia e condivisione in un clima riscaldato dal comune desiderio di crescere nella fraternità e nella fedeltà al Signore. Che famiglia è? Per questo ogni persona che si sente membro di questa nostra famiglia parrocchiale è invitata ed attesa alla GIORNATA COMUNITARIA che celebreremo domenica 22 ottobre in due momenti: * la messa delle ore 10 in parrocchia con il “mandato” agli operatori pastorali dell’ Annuncio e l’ “adesione” dei ragazzi alla catechesi, e * l’assemb lea al teatro san Pietro al pomeriggio, dove verrà presentato il piano pastorale di quest’anno e il programma dei singoli gruppi ; ci sarà pure la possibilità per tutti di contribuire con proposte, commenti ed interrogativi. Si concluderà con un momento di festa. Il mio desiderio d’incontrarci tutti è veramente grande. Speriamo in bene! don Sandro

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In ComunioneAnno XXV - Settembre 2006 - numero 3Anno XXV - Settembre 2006 - numero 3

Voce della comunitàdi Mezzolombardo

"Poste italiane s.p.a - Spedizione in abb. postale - D.L. 353\2003(conv. in L.27\02\2004 n 46) art. 1 comma 2 DCB Trento -Taxe Percue”

Che famiglia e’ quella che non riesce a trovare iltempo e la gioia di stare assieme tutti, propriotutti, senza appuntamenti urgenti, solamente per

godere in profondità la bellezza dell’intimità, del rac-contarsi, del sorridersi…???che gruppo, che associazione è quella che non riesce adavere i suoi momenti comunitari, le sue assemblee,lesue feste per rinsaldare l’amicizia, la solidarietà erinverdire le motivazioni del proprio esistere…???che comunità parrocchiale è quella che non ha i suoimomenti d’incontro sia per la preghiera che per la pro-grammazione, ma anche per riscoprire la propria identi-tà di unico corpo, quello di Cristo (scrive san Paolo)formato da tante membra ricche di una diversità prezio-sa per il bene comune, comunità formata da tutti queibattezzati che vivono con riconoscenza e responsabilitàil sacramento che li ha inseriti nella grande famigliadella Chiesa..???E proprio perché grande famiglia, anche la parrocchiaha bisogno di riscoprire la gioia dello stare assieme perfavorire una maggior conoscenza reciproca, per scopri-

re la molteplicità dei servizi che la rendono viva testi-monianza dell’amore del Padre verso tutti, ma con par-ticolare predilezione verso chi è più fragile, debole, po-vero, sofferente, e per riscoprire la possibilità e la gioiadi impegnarsi per il bene comune.Veramente anche la parrocchia ha bisogno della sua AS-SEMBLEA come momento d’amicizia e condivisionein un clima riscaldato dal comune desiderio di crescerenella fraternità e nella fedeltà al Signore.

Che famiglia è?

Per questo ogni persona che si sente membro di questanostra famiglia parrocchiale è invitata ed attesa alla

GIORNATA COMUNITARIAche celebreremo domenica 22 ottobre in due momenti:* la messa delle ore 10 in parrocchia con il “mandato”agli operatori pastorali dell’ Annuncio e l’ “adesione”dei ragazzi alla catechesi, e* l’assemblea al teatro san Pietro al pomeriggio, doveverrà presentato il piano pastorale di quest’anno e ilprogramma dei singoli gruppi ;ci sarà pure la possibilità per tutti di contribuire conproposte, commenti ed interrogativi.Si concluderà con un momento di festa.Il mio desiderio d’incontrarci tutti è veramente grande.Speriamo in bene!

don Sandro

IN COMUNIONE - 2 - SETTEMBRE 2006

Grazie di cuore a quelle persone che hannogià risposto con grande generosità all’ap-pello lanciato sul bollettino di primavera per

contribuire al totale restauro del cappella di MariaAddolorata e alla realizzazione di quella feriale delCrocifisso.Come potere vedere sul depliant allegato a questobollettino la spesa è veramente pesante, però sonosostenuto da due certezze:* l’ importanza, la necessità di non lasciar in pastoai tarli, ma ricuperare nel miglior modo possibile duecapolavori ereditati da coloro che ci hanno preceduto*e la sensibilità di tante persone della nostra comuni-tà che certamente vorranno imitare la generosità dellegenerazioni passate. Se in tempi difficili loro hannorealizzato opere così belle, certamente anche noi,

Grazie! che godiamo diun maggior be-nessere sapremofare la nostra par-te. Particolari an-niversari, celebra-zioni di battesimi,di matrimoni, ri-cordo dei defuntipossono esseroccasione favore-vole per motivarele nostre offerte.Prossimamente sare-mo informati in modopiù dettagliato del-l’andamento econo-mico , ma soprattuttodei tempi e modid’inaugurazione eduso di queste dueluoghi di preghiera.

C’era una volta un muro anzi,per essere più precisi, unavolta c’era “il muro”.

Sagomato nel cuore dell’Europa,era quasi un’opera d’arte. Era par-te integrante del panorama interna-zionale della Guerra Fredda, era ilmuro della vergogna, il muro dellaCortina di ferro, era il muro di Ber-lino. Sotto certi versi era rassicu-rante perché di qua c’erano i buonie di là i cattivi, da una parte, il libe-ro mercato e, dall’altra, il socialismodi Stato, da un lato la libertà, dal-l’altro la dittatura… Poi., nel novem-bre dell’89, quel muro è caduto e cisiamo sentiti tutti più sollevati.Finalmente non c’erano più muriche dividevano il mondo!Il tempo di riprendersi dalla sborniadi discorsi che inneggiavano alla ca-duta del muro, ed eccoti a fare i con-ti con altri muri che spuntano qua elà in varie parti del mondo.

l’Atlantico al Pacifico, separando dinetto l’America Wasp “(White AngloSaxon Protestant) dalla meticciaAmerica Latina e dall’invadenzacreola vista come un’autenticaiattura per il sistema yankee ; ep-pure si tratta di un’opera che arrive-rà a coprire quasi l’intero confine ter-restre tra Messico e USA. Si preve-de che sarà lunga 3300 km, un’au-tentica follia se consideriamo cheverrà adottata di sofisticati sistemielettronici, cellule fotoelettriche, ca-valli di frisia e opportuni fossati inluoghi strategici per scoraggiarel’immigrazione latinoamericano.Nel silenzio generale, quatta quat-ta l’India sta erigendo ben due muri,una che separerà la sua frontierasul fronte caldo del Kasmir, conte-so allo storico rivale Pakistan, e l’al-tro che demarcherà in maniera net-ta la frontiera con il Bangladesh.Il Marocco, dal canto suo, da annista erigendo una barriera che per-petuerà definitivamente l’occupa-zione del Sarah Occidentale, allafaccia delle altisonanti prese di po-sizioni dell’ONU sulla legittima so-vranità del popolo sharawi.Sempre in Africa con i soldi del-l’Unione Europea, la Spagna sta

Nessuno, o pochissimi, denuncia-no il fatto e già questo la dice lun-ga sul sistema d’informazione nelquale siamo inseriti. Gli editorialistiche hanno versato fiumi d’inchio-stro sull’infamia del muro di Berli-no non scrivono una sola riga sualtri muri che stanno puntandocome funghi sul pianeta.È vero che, ogni tanto, appare qual-che articolo o vignetta che metto-no alla berlina il muro che sta sor-gendo in Terra Santa, voluta daBarak e Sharon, con l’intento diseparare gli israeliani daipalestinesi; un’autentica vergognache però resta isolata nei commentidella stampa di casa nostra.Nessuno, ad esempio, si sogna dimettere in evidenza come gli StatiUniti, sempre pronti A guerre pre-ventive e ad esportare il loro siste-ma di vita in terre lontane, stannoerigendo un muro che collegherà

Non si finisce mai di costruire muri

IN COMUNIONE - 3 - SETTEMBRE 2006

fortificando le enclaves di Ceuta eMelilla con muri di cinta, reticolatidi filo spinato e quant’altro, dato chea Bruxelles esse sono viste comela porta di servizio attraverso lequali i poveri disperati del continen-te nero s’infiltrano nella vecchiaEuropa. Oggi, accanto a questimuri, ce ne sono altri più subdoli e

pericolosi. La poca e scarsa cono-scenza degli altri e’ norma comu-ne, porta ad erigere muri inferioridi fronte alla presenza d’uomini edonne che arrivano da altri paesi eche stanno delineando una socie-tà sempre più multiculturale, cosìcome, cadute le ideologie, ci si èaffrettati a creare l’ideologia dello

scontro di civiltà tra occidente eislam. A fronte di queste conside-razioni, cresce più che mai nellepersone di buona volontà il deside-rio di un forte impegno, affinché nonsorgano altri muri e si abbattanouna volta per tutte quelli esistenti.

Alberto Frenez

Papa Benedetto XVI ha re-centemente dato una stoc-cata ai media su un tema a

lui particolarmente caro: la fami-glia. Il Papa ha sottolineato che“alcuni mezzi di comunicazionesociale denigrano o ridicolizzanol’alto valore del matrimonio edella famiglia, favorendo cosìegoismo e disorientamento, inve-ce della generosità e del sacrifi-cio necessari per mantenere vigo-rosa questa autentica cellula pri-maria della comunità umana”.Per comprendere le parole delpontefice basta guardare con at-tenzione qualche film, spot otalk-show fra quelli che vengonoquotidianamente proposti dallenumerose reti televisive a nostradisposizione. Ci accorgeremocosì delle diverse modalità utiliz-zate per denigrare e ridicolizzarela famiglia.Si pensi ai numerosi film nei qualiil tradimento del coniuge vienegiustificato se non esaltato o con-siderato di effetto comico, pri-vando così di ogni valore la pro-messa di fedeltà eterna che i co-niugi si scambiano il giorno delmatrimonio. Un altro metodo, piùsubdolo, è quello di attribuire allafamiglia in modo diretto o indi-retto la causa di ogni devianza.Per i media alcolismo, droga, ma-

lavita, suicidio, trovano quasisempre la loro origine nelle pro-blematiche familiari. Può ancheessere, ma non si tiene contoche nella stragrande maggioran-za dei casi è proprio la famigliache costituisce un argine con-tro i mali del mondo; un arginefatto di amore, comprensione esostegno reciproco.Anche i talk-show, oggi tanto dimoda, ridicolizzano la famigliaquando la presentano come unmodello antiquato e superatodai tempi moderni, una sorta diripiego per chi ha paura di af-frontare le molteplici avventu-re offerte dalla vita in completalibertà. Non si vuole ammette-re che l’ avventura più grande ericca di soddisfazioni per unessere umano è proprio quelladi creare una famiglia, vedercrescere i figli, lavorare dura-mente per il loro futuro, affron-tare e risolvere insieme al co-niuge la miriade di problemiche quotidianamente bussanoalla porta.Si possono infine ricordare glispot pubblicitari che dannospesso una immagine distortadella famiglia risaltandone soloalcuni aspetti: da un lato mo-strandone solo durezze e om-bre, che pure non mancano,

come in ogni esperienza dellavita (litigi fra coniugi, proble-matiche relative ai figli, le spe-se, il desiderio di vacanza),dall’altro presentandola comeuna piccola oasi esagerata-mente felice sottratta alle tem-peste che sconvolgono la so-cietà e il mondo, preoccupatasolo di scegliere un determi-nato prodotto di marca.A fronte di questi costanti espesso occulti attacchi alla fa-miglia è utile rammentare, ac-canto alla necessità di una in-terpretazione sempre criticadei messaggi dei media, i va-lori che stanno alla base dellafamiglia cristiana.Si possono ricordare le paroledel Papa in un recente incon-tro con le famiglie: “La fami-glia è l’ambito privilegiatodove ogni persona impara adare e ricevere amore. Nientepuò supplirla totalmente”.E ancora: “Ai giovani che rin-viano il matrimonio bisognafar comprendere che la bellez-za è nella definitività. Una bel-lezza fatta solo di armonia nonè una vera bellezza. Essa habisogno anche del contrasto,perché l’oscurità e la lumino-sità si completano… Anchel’uva, per maturare ha biso-gno non solo del sole e delgiorno, ma anche della piog-gia e della notte”.

Tiziana Zambonato

I media e la famiglia

IN COMUNIONE - 4 - SETTEMBRE 2006

Verso la metà del secolo XVIl’Impero Ottomano era al cul-mine della sua potenza. Dopo

la conquista di Costantinopoli, avve-nuta nel 1453, le forze islamiche ave-vano sferrato contro l’Europa cristia-na una incessante offensiva che inpoco più di un secolo le aveva porta-te, da un lato, a dilagare nel Mediter-raneo orientale, a spese in particola-re di Venezia, dall’altro a risalire ilcorso del Danubio, occupando l’Un-gheria e minacciando la stessaVienna. I turchi, apparentemente in-vincibili, erano prossimi a travolgerel’Europa e il mondo cristiano eraattanagliato dalla paura.La debolezza dell’Europa non dipen-deva tanto dalla incapacità dei suoieserciti e delle sue flotte quanto, piut-tosto, dai contrasti che contrappone-vano le maggiori potenze europee deltempo per il dominio sul continente,e che rendevano estremamente diffi-cile adottare una strategia di difesacomune. Un altro problema che mi-nava la compattezza dello schiera-mento cristiano era lo scontro fra cat-tolici e protestanti nato dall’eresialuterana.Quando nel 1570 i turchi ripreserol’offensiva, attaccando l’isola vene-ziana di Cipro, fu Papa Pio V a pren-dere in mano la situazione. Uomoenergico, di grande carisma e forte-mente convinto della centralità, an-che politica, della Chiesa di Roma, ilpontefice riuscì a costituire una alle-anza, la Lega Santa, a cui aderironola Santa Sede, la Spagna, Venezia,Genova, l’Ordine Militare di Malta,il Duca di Savoia e altri stati italianiminori. La costituzione dell’alleanzafra nazioni e casate spesso in pessimirapporti fra loro stava ad indicare lagravità del momento storico. La flot-ta cristiana, forte di circa 200 galee,e posta al comando di don Juan d’Au-stria, salpò da Messina domenica 16settembre 1571 con l’obiettivo di por-

tare soccorso alla guarnigione vene-ziana di Cipro ormai assediata nellafortezza di Famagosta. Nel corso del-la navigazione giunse la notizia cheFamagosta era caduta in mano ai tur-chi i quali avevano commesso terri-bili atrocità sulla popolazione civilee sui prigionieri veneziani. Queste no-tizie convinsero don Juan d’Austriaa proseguire nella navigazione percercare la flotta turca e sfidarla a darebattaglia.Lo scontro fra le due flotte avvennedomenica 7 ottobre 1571 nelle acquedel golfo di Lepanto, vicino alle iso-le Curzolari, fra il Golfo di Patrassoe quello di Corinto. Raccontano lecronache che mentre le flotte scivo-lavano lentamente l’una verso l’altra,sulla nave ammiraglia cristiana ven-ne issato il grande vessillo della LegaSanta, di seta cremisi, con la figuradel Redentore. Appena lo viderosventolare sull’albero più alto tutti gliuomini dell’armata cristiana, dal pri-mo capitano all’ultimo soldato, sco-prirono le teste dei loro elmi e celatee si inginocchiarono sui ponti. Simul-taneamente vennero abbassate le ban-diere dei principi e delle nazioni perindicare che quella era una battagliadell’intera cristianità in difesa dellafede. Quasi a rimarcare questo con-cetto anche l’ammiraglia ottomanaalzò lo stendardo del Profeta di setabianca coperto in caratteri di ricamod’oro che ripetevano novecentono-vantanove volte il nome di Allah.La battaglia fu gigantesca. Le dueflotte, che avevano uno schieramen-to di circa otto chilometri, si scontra-rono frontalmente senza alcun pianodi attacco che non fosse quello di ab-bordarsi a vicenda. Le galee si inca-strarono fra loro trasformando la bat-taglia da navale in terrestre. Sui pon-ti delle navi, fra il fumo degli incendie della polvere da sparo cristiani emussulmani si scannarono con fero-cia in mischie selvagge. Da entram-

be le parti vi fu grande valore e gran-de determinazione. Quello che fecela differenza fu la superiore tecnolo-gia dell’ armata cristiana: le galeazzeveneziane, vere fortezze galleggian-ti, impiegate per la prima volta incombattimento, fecero strage dellenavi ottomane, così come le scari-che degli archibugieri spagnoli apri-rono terribili vuoti negli equipagginemici. Quando, dopo cinque ore dilotta senza pietà, la bandiera dellaLega Santa fu issata sul pennone del-l’ammiraglia turca catturata, i cristia-ni seppero di avere vinto. Lo scena-rio attorno a loro era apocalittico: re-litti in fiamme, galee ricoperte di san-gue, morti e uomini agonizzanti. Afronte delle 15 navi perse dalla Legale perdite musulmane ammontavanoa 25.000 uomini, 30 galere affonda-te, 110 catturate; furono liberati an-che 12.000 schiavi cristiani imbarca-ti come rematori sulle navi turche.Una vittoria totale che fu celebratacon grande solennità in tutta la cri-

stianità suscitando grandi entusiasmi.Torquato Tasso, sull’onda dell’emo-zione provata per la vittoria concepìla Gerusalemme liberata, mentrel’anno successivo alla battaglia i cat-tolici di Parigi, nella notte di San Bar-tolomeo massacrarono tutti icalvinisti che riuscirono a trovarenella convinzione che fosse giunto ilmomento di sterminare qualunquenemico della fede, turco o protestan-te che fosse. Lepanto diventò una bat-taglia-simbolo anche se non pose finealla guerra contro i turchi che conti-nuò, con fasi alterne, fino al 1683,

Lepanto scontro di civiltà

IN COMUNIONE - 5 - SETTEMBRE 2006

Il Consiglio direttivo della Scuola ma-terna ha approvato il nuovo Progettopedagogico della scuola. In esso sono

evidenziate le scelte educative che si ri-tengono fondamentali nella formazionedei bambini che la frequentano.Il documento richiama le origini dellanostra scuola materna, che affonda le sueradici nel lontano 1874, allorquando lacomunità ha cercato di rispondere al bi-sogno di offrire un luogo per accoglieree accudire la prima infanzia. Se alloravenivano richieste quasi esclusivamentecustodia e assistenza, oggi il compitodella scuola ha assunto i caratteri di in-tervento educativo mirato.La presenza di un numero crescente dipersone provenienti da diverse parti delmondo, portatrici di culture e consuetu-dini diverse, fa sì che oggi la nostra scuo-la rappresenti un luogo privilegiato diincontro e confronto. Per questo “l’Entegestore intende coniugare l’impegno afar conoscere e trasmettere l’identitàculturale della nostra comunità con l’af-fermazione del diritto di ogni bambinoa veder rispettate le proprie origini cul-turali.”Facendo riferimento alla “Carta dei di-ritti dell’infanzia”, l’educazione del fan-ciullo deve:- promuovere lo sviluppo della sua per-sonalità, delle sue attitudini mentali efisiche;- inculcare il rispetto dell’uomo e dellelibertà fondamentali;- radicare il rispetto dei genitori, dellasua identità, della sua lingua, dei suoivalori culturali e il rispetto del paese in

cui vive, del paese di cui è originario edelle civiltà diverse dalla propria;- prepararlo ad assumere le responsabi-lità della vita in una società libera, inuno spirito di comprensione, di pace, ditolleranza, di uguaglianza tra i sessi edi amicizia tra tutti i popoli;- inculcare il rispetto dell’ambiente.Tra gli obiettivi che la nostra scuola ma-terna si prefigge, c’è anche quello “diporsi come risorsa per la famiglia, aiu-tandola ad esercitare le proprie scelteeducative in un contesto carico di solle-citazioni, informazioni e messaggi spes-so contrastanti.La prospettiva è quelladi costruire una reale consapevolezzadella corresponsabilità nell’esercizio delcompito educativo”.Nel promuovere le condizioni più favo-revoli per il pieno sviluppo della perso-nalità infantile, “devono essere valoriz-zati i processi di ricerca, il tentativo, lasensibilità e l’originalità di ogni bam-bino. Vanno inoltre favorite le possibili-tà di rapporto con gli altri, all’internodi regole di convivenza sociale”.Per questo è fondamentale “costruirenella scuola un clima sereno e fiducio-so, che consenta di sostenere la capaci-tà di ogni bambino a relazionarsi congli altri”.Fra le scelte educative non manca certa-mente un riferimento al gioco. “L’attivi-tà ludica costituisce uno dei contesti piùsignificativi per il bambino. Nelle atti-vità – gioco con i compagni si confron-tano e si condividono progetti, si inven-tano ruoli, si stabiliscono compiti, si spe-rimentano comportamenti e modi di sta-

re insieme. Il gioco è il modo più auten-tico di vivere del bambino, di fare espe-rienze, di costruire rapporti, di vivereemozioni: il gioco è il modo in cui eglicresce”.La scuola deve “consentire ad ogni bam-bino di consolidare la propria individua-lità, favorendo l’acquisizione di sicurez-za, di stima e fiducia in se stesso, valo-rizzando ogni conquista conseguita”.Accompagnare il fanciullo nella defini-zione della propria identità personale si-gnifica anche “promuovere esperienzeche consentano la formazione del sensodi appartenenza ad un luogo, ad un tem-po e ad uno spazio che sono quelli dellanostra comunità. In tal senso l’educa-zione religiosa si colloca come momen-to importante di conoscenza e approfon-dimento delle origini culturali della no-stra comunità e delle radici della stessanostra scuola”. In tal senso, appare chia-ro l’art. 2 dello Statuto della scuola ma-terna, che così recita: “Scopo dell’asso-ciazione è la gestione della scuola del-l’infanzia, con obiettivi di pieno ed ar-monico sviluppo della personalità deibambini, per una loro educazione inte-grale, nel rispetto del primario diritto –dovere dei genitori di educare ed istrui-re i figli e secondo i principi della con-cezione cristiana della vita”Il Progetto pedagogico infine riconosceparticolare rilievo alla “costruzione dipercorsi comuni tra scuola dell’infanziae scuola primaria, per garantire ad ognibambino un itinerario formativo all’in-segna della continuità e della coerenza”.

Marcello Bebber

quando, sotto le mura di Vienna le ar-mate turche furono definitivamentesconfitte, ed iniziò il lento ma ineso-rabile declino dell’Impero Ottomano.La vittoria di Lepanto, tuttavia, cosìisolata e quasi casuale, ebbe sulla cri-stianità un forte impatto psicologico,in quanto tolse al mondo la paura deiturchi e dimostrò che non erano piùinvincibili.

Finito il pericolo turco anche Lepantoentrò nell’oblio della storia per tor-nare prepotentemente di attualità nel-la nostra epoca. Non è un caso chelibri, articoli, servizi televisivi e sitiinternet tornino ad occuparsi, nelbene e nel male, del simbolo diLepanto. Dopo i fatti dell’11 settem-bre 2001 il mondo occidentale hariscoperto, in modo drammatico, il ri-

schio della guerra di civiltà. Il terro-rismo islamico, le guerre preventive,la minaccia nucleare iraniana, getta-no ombre inquietanti sul mondo, cheè sempre più attanagliato dalla pau-ra. E’ in momenti come questi che sicercano nei simboli del passato cer-tezze, speranze, o forse solo illusio-ni.

Andrea Bezzi

le scelte educative della nostra Scuola maternaProgetto pedagogico:

IN COMUNIONE - 6 - SETTEMBRE 2006

Leggo sull’Avvenire che in Sco-zia la polizia ha svolto un’inda-gine sul portiere del Celtic, col-

pevole d’aver provocato il pubblicoper essersi fatto il segno della crocein campo all’inizio della partita. An-che in Germania, nelle scuole di unLand, per impedire alle insegnanti direligione islamica di presentarsi allelezioni con il velo, hanno pensatobene di vietare tutto: e così si è im-posto, fra le altre, il divieto di espor-re i segni millenari cristiani e di por-tare al collo catenine con la croce,come se queste ostentazioni fosse-ro offensive o sconce.Dopo le infinite e stucchevoli pole-miche in Francia sul divieto d’indos-sare segni religiosi in pubblico, unpo’ dappertutto in Europa ci si staavviando, in nome di un laicismoesasperato, a negare la più elemen-tare delle libertà, quella di crederein un Dio e di onorarlo pacificamen-te. Persino nella costituzione euro-pea questi atteggiamenti irrazionalihanno trovato concretezza negli ar-ticoli e nei regolamenti di questofondamentale atto di civiltà. Con pi-gnoleria quasi certosina si è proce-duto a bandire ogni accenno a riferi-menti religiosi, come se ci si vergo-gnasse d’aver per millenni credutoin un trascendente che ha predicatoamore e fratellanza fra tutti gli uo-mini. Ci si è arresi così alla Demo-crazia dell’azzeramento, a quella ma-schera deformata di Stato e di pote-re che pretende che non ci sia altrocontenuto profondo di coscienza chel’appartenere alle istituzioni e allesue leggi. Ovunque in Europa il fan-tasma dell’anticlericalismo pervadele coscienze e le menti di chi, permandato, avrebbe il compito di gui-dare le scelte politiche.I segni che si vogliono vietare dico-no che l’uomo vive la propriaautocoscienza in rapporto al Dio, almistero che fa tutte le cose, qualun-que sia il nome con cui lo s’ invoca.Il nuovo spettro che si aggira per

l’Europa ha i tratti affabili, il profilodottorale azzimato di chi vuole es-sere comprensivo verso tutti, di chisi spaccia paladino dei diritti di tutti,e invece è paladino solo del propriopotere. Lo spettro potente che staammorbando l’Europa ha la testa

vecchia di duecento anni e le armiforti del diritto piegato e della per-suasione mediatica. Questa persecu-zione dell’espressione della coscien-za e dei segni della fede, come tuttele mode, ha, a mio giudizio, i tempicontati, perché piccole croci al collonon tolgono né aria né luce a nessu-no, ma sono l’espressione più pro-fonda della coscienza che ognuno hadi sé stesso.

Alberto Frenez

Il 31 ottobre 2002, alle ore 11.30 del mattino una forte scossa di terremo-to, pari all’ottavo grado della scala Mercalli, fece tremare il paesino di SanGiuliano in Puglia, in provincia di Campobasso. Il sisma provocò il crollodel solaio della scuola elementare: in quel momento erano presenti quattroinsegnanti, due bidelli e 58 bambini. Per tutto il giorno si continuò a scavaree ancora alla sera furono trovate persone vive. La mattina dopo non si sen-tirono più voci provenienti da sotto le macerie. A San Giuliano di Puglia crol-larono vari altri edifici: sotto le proprie abitazioni persero la vita due donne.Ma e’ sotto la scuola Francesco Jovine che si registrò il tributo di vite uma-ne più pesante: 27 bambini e una insegnante morti.Sotto accusa,a parte il fenomeno naturale, la carenza di manutenzionee la cattiva qualità della costruzione.Il 1 settembre 2004,alla riapertura dell’anno scolastico, un commandoindipendentista ceceno, munito di esplosivi e armi da fuoco, fa irruzione inuna scuola della città di Beslan (Repubblica dell’Ossezia del Nord, Fe-derazione Russa) e imprigiona oltre mille ostaggi. Più del 70% sono bam-bini.Per due giorni la scuola e’ posta sotto assedio, gli ostaggi esposti comescudi umani, costretti in uno spazio molto ristretto e impossibilitati a man-giare e bere. Il giorno dopo, grazie ad un lavoro di mediazione, 26 ostaggivengono liberati: alcune donne e i bambini più piccoli. Il 3 settembre aseguito di esplosioni e colpi d’arma da fuoco, crolla il tetto della scuola.Questo da’ il via all’azione delle forze speciali della polizia russa ,che ten-tando di liberare gli ostaggi scatena la reazione del comando ceceno.Il bilancio finale dell’intera operazione e’ più di trecento corpi che re-stano sul terreno.Due tragedie, in due posti lontani fra di loro, con motivazioni e cause diver-se ma con un eguale epilogo: la perdita di giovani vite, all’inizio del pro-prio cammino, nel luogo che più di tutti rievoca la gioia dell’infanzia perognuno di noi. Due tragedie provocate dalle mani dei “grandi”, da chinon ha saputo proteggere questi piccoli fiori o da chi li ha voluti estirparecon violenza.All’inizio di un nuovo anno scolastico, dedichiamo un pensiero al ri-cordo di queste giovani vite che troppo presto hanno visto chiudersiper sempre il libro della propria esistenza.

Konrad Vedovelli

La democrazia dell’azzerramento

Ricordo di 2 scuole

IN COMUNIONE - 7 - SETTEMBRE 2006

Sono i Paperon de’ Paperoni del mondo intero.Non nuotano nell’oro perché ormai il denaroviaggia in modo invisibile tra carte di credito

e conti bancari, ma stanno in testa alla classificadegli uomini più ricchi del pianeta. E hanno decisodi donare parte dei loro averi per combattere la po-vertà nei Paesi in via di sviluppo. Si chiamano BillGates e Warren Buffett. Il primo è molto famoso an-che in Italia: è sua la grand’azienda Microsoft. Ilsecondo è noto solo in America: fa il finanziere: com-pra e vende imprese di altri. Gates e la moglie han-no avviato una fondazione che si occupa, tra l’altro,di combattere le malattie (soprattutto l’Aids e la ma-laria) in Africa e in Asia. Per questi progetti hannoversato 30 miliardi di dollari, una cifra davvero gran-de, (le Agenzia umanitarie delle Nazioni Unite spen-dono ogni anno 12 miliardi di dollari). A loro si èaggiunto in questi giorni anche Buffett, il quale ver-serà alla fondazione altri 30 miliardi di dollari, granparte del suo patrimonio. Qualcuno dice che lo fan-

no per una questione d’immagine o per «ripulirsi lacoscienza» dato che alcune loro operazioni econo-miche in passato sono state criticate.Comunque sia, il loro gesto è importante e non ènemmeno isolato. Negli Stati Uniti molti ricchi im-prenditori donano denaro per costruire ospedali,scuole, università oppure per aiutare le popolazionimeno fortunate. Ma non solo. Alcuni non si limitanoa mandare soldi. Vogliono seguire in prima personale iniziative che finanziano. Bill Gates ha annuncia-to che dal 2008 la sua principale occupazione saràproprio la gestione della fondazione. L’idea è quelladi applicare i metodi usati per avere successo nel-l’industria anche alla cooperazione internazionale.Gates vuole combattere gli sprechi di risorse che avolte si registrano e creare programmi più efficientiper favorire lo sviluppo nel Sud del mondo. Anchese non tutti i progetti sono condivisibili, l’esempio diGates e Buffett dovrebbe essere seguito anche inItalia. Nel nostro Paese le donazioni private sonoad un livello bassissimo, ben lontano, anche fatte leproporzioni, da quelle americane.E i loro figli…. rimarranno senza eredità ?! I duemiliardari non vogliono che i loro figli abbianouna ricchezza enorme senza essersela guada-gnata; ritengono che i giovani devono impegnar-si e lavorare, non vivere di rendita. (da “Avveni-re”)

Il servizio civile volontario èun’opportunità per i giovanidai 18 ai 28 anni di dedicare

un anno al mondo del sociale,spaziando dall’ambito culturale aquello ambientale.I giovani possono scegliere in basealle proprie attitudini e interessil’ambito in cui vogliono investireun anno della loro vita, tra i pro-getti di assistenza, cura e riabili-tazione, reinserimento sociale,protezione civile, difesa ecologi-ca, salvaguardia del patrimonioartistico, promozione culturale ededucazione.Le modalità di intervento per cia-scun settore sono molteplici e di-pendono dalla creatività degli enti.

I progetti vengono periodicamen-te “messi a bando”, ovvero ven-gono resi noti e i giovani interes-sati possono scegliere il progettoche più li interessa e presentaredomanda.Il servizio civile volontario è unnaturale erede dell’obiezione dicoscienza, di cui non ha l’obbli-gatorietà che lo rendeva l’alterna-tiva al servizio di leva.Oggi la scelta è volontaria e con-sapevole, il giovane che intrapren-de quest’esperienza vuole mettersialla prova e vuole impegnarsi.È anche e soprattutto un’occasio-ne per formarsi, gli enti che pro-pongono il progetto , infatti, pre-vedono un percorso di avvicina-

mento alla realtà in cui si andràad operare.Quello del servizio civile volon-tario è un anno che porta il giova-ne a conoscere se stesso anche inrapporto con gli altri.L’impegno varia da progetto a pro-getto ma non può essere inferiorealle 1400 ore annue.Per molti è stata un’opportunitàper conoscere realtà nuove e con-siderare nuove possibilità per sestessi e per il proprio futuro.Quest’anno di servizio civile pre-vede oltre ad una formazione spe-cifica attraverso dei tirocini, il ri-conoscimento di crediti formativise il volontario è anche studente eun incentivo economico per tutti,trattandosi di un anno volontarioe non di volontariato; un ricono-scimento all’impegno di questigiovani e al valore aggiunto chepossono offrire con il contributoquotidiano al servizio per gli al-tri.

Stefania Tarter

Benedetta ricchezza!Benedetta ricchezza!CRONACA BIANCA

SERVIZIO CIVILESERVIZIO CIVILEUn anno per gli altriUn anno per gli altri

IN COMUNIONE - 8 - SETTEMBRE 2006

L’anno scorso la chiesa valdese aveva commissio-nato all’istituto di ricerca Eurisko un’indaginesulla religiosità degli italiani. Lo scopo princi-

pale dell’iniziativa era quello di misurare la “coscien-za religiosa” dei nostri connazionali: e non erano man-cate le sorprese. Il dato di partenza che ne emergeva èche una solida maggioranza (83%) si definiva catto-lica. Dai risultati emergeva con evidenza che gli italia-ni, pur continuando a rispettare e a tenere in altissimaconsiderazione la chiesa cattolica come istituzione, nonmostravano l’intenzione di rinunciare alla propria li-bertà e autonomia di giudizio sui grandi temi socialied etici di attualità.Tra gli obiettivi dell’indagine c’era poi quello di com-prendere il grado di conoscenza dei cattolici rispettoalla propria religione. Su cento italiani, solo il 69%dichiarava di tenere in casa una Bibbia: di questi il 4%sosteneva di leggerla ogni giorno, il 2% solo la dome-nica, il 32% occasionalmente e il 31% mai. Prendendoin esame i praticanti regolari dichiarati (un 25% del-la popolazione) se il 92% del campione si mostravacapace di citare almeno un comandamento, alla do-manda “Da chi furono dettati i comandamenti?”menodella metà del campione (il 47%) rispondeva Dio,mentre il 30% sosteneva dovesse trattarsi di Mosè e il2% di Gesù…Anche quest’anno i valdesi hanno commissionato unaricerca dal titolo “Indagine sui temi etici, sociali e reli-giosi”; l’universo di riferimento riguarda la popolazioneitaliana compresa tra i 25 e i 64 anni, su un campionedi mille individui, coinvolti con interviste telefoniche.Vediamo alcuni aspetti interessanti usciti da questa in-dagine. Il 70% degli italiani è molto o abbastanza fa-vorevole all’attivazione di un insegnamento di storiadelle religioni da affidare a degli insegnanti nominatidal Ministero dell’Istruzione, per insegnare la storia ela cultura delle diverse religioni e non per educare aduna religione specifica.Secondo questa indagine gli italiani non vedono inve-ce di buon occhio la moltiplicazione degli insegna-menti confessionali: solo il 46% è favorevole all’esten-sione di un’ora di insegnamento anche alle altre fedireligiose, e il 43% lo è poco o per niente. Tra le moti-vazioni dei favorevoli:a) gli appartenenti alle varie religioni dovrebbero ave-re gli stessi diritti, indipendentemente dal loro nume-ro;b) ognuno deve potere crescere educato alla propriareligione;c) è importante che la scuola riconosca le differenzeculturali e religiose.

I più scettici rispetto all’amplia-mento degli insegnamenti allavarie fedi religiose invece affer-mano che:a) gli italiani sono in maggioran-za cattolici;b) non dovrebbe esistere nem-meno l’ora di religione;c) la religione non dovrebbe es-sere insegnataperché viviamoin un paese lai-co.Come si nota c’èuna grande va-rietà di opinioni.L’indagine ha poi evidenziato chein linea generale gli italiani sem-brerebbero decisamente interessa-ti al fatto religioso, tant’è che sidicono desiderosi di saperne di più: il 59%, ad esem-pio, gradirebbe più spazio per le altre religioni sui me-dia.Passando ai temi etici, il 65% sarebbe favorevole alriconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Il 67%afferma di “capire le indicazioni della chiesa cattoli-ca” su materie di ordine sociale e politico, ma alla fine“agisce secondo la propria coscienza”. Il 67% è pro-penso ad accettare qualche forma di eutanasia (il 45%solo su espressa indicazione del paziente; il 24% ac-certata l’impossibilità di decidere ad esprimersi del pa-ziente anche su indicazione dei parenti). Nel comples-so, gli italiani sembrano presentarsi più secolarizzati elaici ci quanto comunemente si supponga.La messa domenicale è sempre più disattesa, eppuregli italiani non per questo non pregano! L’83% di co-loro che si dichiarano cattolici infatti sostiene di farloe di questo il 34% quotidianamente.Fra i commenti a questo sondaggio citiamo tre interes-santi rilievi: i risultati non sorprendono, riflettono opi-nioni e comportamenti che conferiscono alla società ita-liana un profilo simile a quello delle società europee eoccidentali; si afferma una tendenza verso laprivatizzazione dell’esperienza morale e religiosa e in-fine si conferma un grande analfabetismo religioso, cuisi associa una generica domanda di cultura religiosa.Nel complesso, in effetti, il quadro che emerge rappre-senta una vera e propria sfida che interpella la Chiesatutta.

A cura di Fernanda Tapparelli

Come credono gli italiani?

IN COMUNIONE - 9 - SETTEMBRE 2006

Il 30 agosto tutta la famiglia Battocletti(il dottor Mario, con la moglie Miriame i figli Paolo, Laura e Davide) è

rientrata a Dubbo, in Etiopia, perproseguire il lavoro nella direzione delSaint Mary Hospital. Ecco cosa ci scriveMario che, dopo un breve resocontodelle attività di questi ultimi mesi, cimanda notizie in diretta dall’Africa.

“In questi ultimi mesi, l’ospedale hacontinuato a lavorare e a crescereininterrottamente: l’8 maggio è statoinaugurato il nuovo reparto per malnutriti,in cui abbiamo messo altri 12 letti piùalcuni lettini pediatrici per l’emergenza.Il Vescovo monsignor DomenicoMarinozzi ha inaugurato con unabenedizione e alla presenza di tutto ilpersonale la nuova struttura, posta vicinoalla pediatria con la quale è stato creatoun corridoio di comunicazione. Ricordoche i fondi con cui il reparto è statocostruito provengono dalla generositàdella famiglia Manni di Verona e che iletti e gli altri allestimenti interni sono statiinvece donati dalla gente diMezzolombardo grazie al contributo delGruppo Missionario, della Pro Loco edella Cassa Rurale.Il 20 maggio sono ritornato in Italia dovedopo 40 giorni ho riabbracciato la miafamiglia; ci sono state feste organizzatea sorpresa, abbiamo organizzato serateinformative e tutto ciò è stato moltopiacevole perché ha dimostratol’eccezionale sensibilità delle persone diMezzolombardo e di tutto il Trentino. Diquesto sono quasi emozionato masoprattutto grato a tutti; anche lemanifestazioni di incoraggiamento esostegno personale sono state

importanti per proseguire questofaticoso lavoro per il prossimoanno. Dopo una breve e meritatavacanza, sono rientrato a Dubboi primi giorni di luglio perriprendere il lavoro; alla fine diagosto sono tornato aMezzolombardo per ripartiresubito con tutta la famiglia.Per quanto riguarda il rientro,avvenuto il 30 di agosto con lafamiglia e un anestesista, il dott.Da Rin Vittore con la mogliePiera, tutto è andato bene,

anche il lungo viaggio verso Dubbo;abbiamo dovuto deviare la strada di 2ore perché le grandi piogge avevanoreso inagibile la strada per il Kambatta,via più breve ma completamente di pistabattuta. La malaria quest’annofortunatamente non sta flagellando lapopolazione come l’anno scorso,abbiamo invece molte polmoniti infantiliperché a luglio e fino a metà agosto èstato molto freddo ed i bimbi dormonoper terra nelle capanne.I più piccoli si ammalano facilmente diaffezioni delle vie respiratorie che, setrascurate, spesso esitano in gravipolmoniti. Un grosso impatto ma ancheun ottimo risultato lo stiamo avendoinvece con i parti; grazie alle donazionidei Trentini siamo riusciti ad abbattere apochi euro i costi per un parto, normaleo cesareo, e abbiamo avuto unincremento quasi del 120% dei ricoveriin maternità con ovviamente parecchicesarei perché vengono soprattutto ledonne che hanno avuto un travagliodifficile e prolungato.Con questo sono aumentate anche lerotture di utero, vere tragedie disofferenza perqueste poveredonne e abbiamodovuto aprirenumerosi letti dellachirurgia peraccogliere legestanti. Questo èun ottimo indicatoredella qualità dellavoro, ma ci faanche rilevarecome la gente siapovera e non sirivolga all’ospedale

Dall’Africaperché ha paura di pagare anche pochisoldi, che non ha. Significa che, comeMedici con l’Africa CUAMM, abbiamoavuto ragione nel batterci oltre che perla cura anche per dare l’accessibilità allagente, soprattutto alle categorie più arischio e meno protette come gravide ebambini. Il lavoro in questi giorni èpesantissimo e siamo tutti molto stanchi,non si finisce mai prima di tarda sera ela notte c’è, come al solito, qualcheurgenza. Ma siamo soddisfatti e siamostati riaccolti con grande festa da tuttala gente. Abbiamo in casa un’altraorfanella gemellina che stiamo allattandoartificialmente la cui madre è mortamentre tentava di dare alla luce ilsecondo gemello, ma un distacco dellaplacenta l’ha fatta morire dissanguata ea poco è valso il disperato tentativo dirianimarla e trasfonderla. La settimanaprossima la famiglia dovrebbe venire ariprenderla ma il padre, malato, ha altricinque bimbi a casa e nessuno puòprendersi cura dell’allattamento.Paolo ha iniziato la scuola con duesettimane di anticipo rispetto all’Italia emamma - maestra Miriam, seppuresempre titubante, sta ottenendo ottimirisultati che la stanno convincendo cheper questo periodo può tranquillamenteistruire il suo bimbo. Laura si associaspesso alle lezioni perché vuoleimparare qualcosa e non riesce a staresenza suo fratello, così in scrivanieseparate fa la sua attività didattica.Davide è il solito giocherellone e spessodobbiamo andarlo a recuperare pieno difango mentre scavalca scalzo mucchi disabbia enormi nel vicino cantiere.Un saluto e un grazie a tutti!” Mario

IN COMUNIONE - 10 - SETTEMBRE 2006

“Dio pose l’uomo nel giardino diEden, perché lo coltivasse e lo cu-stodisse (Gn 2,15)”. Fin dalle primepagine, la Bibbia parla di Dio comeCreatore, colui che per amore ha fat-to ogni cosa. L’uomo,però, non èpadrone assoluto della terra: essa gliè data come dono, da coltivare e cu-stodire in fedeltà. La Scrittura narradel Creato come del primo grandedono di Dio, la prima radicale espres-sione del suo amore potente: un co-smo ordinato e prezioso, capace disostenere quella realtà misteriosa efragile che è la vita.«Questo grande dono di Dio – hadetto il Papa in vista della I giornataper la salvaguardia del Creato pro-mossa dalla Chiesa in Italia per il1°settembre – è esposta a seri rischida scelte e stili di vita che possonodegradarlo. »La crisi energetica mondiale, laproliferazione delle armi nucleari,l’inquinamento nelle sue diverse for-me, la crisi idrica, la questione delriscaldamento globale, l’abuso deibeni naturali, la deforestazione, lariduzione della biodiversità mettonouna seria ipoteca sull’esistenza dellegenerazioni future. In tale prospetti-va si radicano anche un consumo dirisorse e una produzione di rifiuti chesuperano largamente le capacità dirinnovamento della terra. Ma tale re-altà si riflette fin d’ora nella nostraesperienza quotidiana: viviamo incittà inquinate, in una natura semprepiù impoverita, mentre sempre piùspesso ci capita di interrogarci sullasicurezza di ciò che mangiamo.Per i poveri della terra, poi, il degra-do dell’ambiente è un fattore critico,che rende insostenibili situazioni dal-la vivibilità già assai fragile: la pre-occupazione per la salvaguardia delcreato si intreccia con l’esigenza del-la giustizia nella distribuzione deibeni naturali e delle ricchezze che daessa derivano.Non stupisce, allora, che nel genna-io 2001 Giovanni Paolo II abbia chia-

mato i credenti alla “conversione eco-logica” di fronte alla minaccia di unadistruzione incombente. Già il Mes-saggio per la Giornata Mondiale perla Pace del 1990, del resto, invitavaa riscoprire la relazione tra la pacecon Dio creatore e quella con il crea-to, in un’assunzione di responsabili-tà per le future generazioni.Molte chiese locali hanno avviato or-mai da tempo iniziative per sensibi-lizzare i cristiani a promuovere atteg-giamenti più maturi e responsabili neiconfronti dell’ambienteLa responsabilità per il creato è statauna riscoperta comune delle Chiesecristiane: è all’interno del camminoecumenico che essa si è impostacome esigenza determinante ed è dalmondo ecumenico (in primo luogo

dal Patriarcato Ecumenico diCostantinopoli) che nasce nel 1989la proposta di una Giornata per il cre-ato.Anche la prossima AssembleaEcumenica Europea (Sibiu 2007)darà una sottolineatura importante aquesto tema , la cui centralità è beneespressa nella Charta Oecumenicadel 2001; vi si afferma la comunepreoccupazione dei cristiani per unosfruttamento dei beni della terra cheavviene «senza tener conto del lorovalore intrinseco, senza considerazio-ne per la loro limitatezza e senza ri-guardo per il bene delle generazionifuture». Per questo la Charta indica-va un impegno comune dei cristiani«per realizzare condizioni sostenibi-li di vita per l’intero creato» e per«sviluppare ulteriormente uno stile divita nel quale, in contrapposizione aldominio della logica economica ealla costrizione al consumo, accor-diamo valore a una qualità di vita re-sponsabile e sostenibile».

Antonella Fedrizzi

E’ la sigla del Centro di Salu-te Mentale che ha sede inMezzocorona e opera pertutta la piana Rotaliana e din-torni.

Suo compito è di rispondere ai pro-blemi e ai bisogni di persone adul-te che soffrono di disagio psichico,privilegiando l’intervento territoria-le rispetto a quello ospedaliero.L’attività è rivolta alla cura e allaprevenzione.Il Centro offre risposte diversifica-te a seconda dei bisogni della per-sona attraverso una serie di inter-venti; per ogni problema viene in-dividuato un percorso di cura.Dopo un primo intervento d’ascol-to e d’accoglienza del bisogno sipassa alla valutazione dello stesso

e quindi alla progettazione dell’in-tervento. Questo può includere:- necessità di colloqui con un me-dico psichiatra di riferimento;- impostazione di una terapiafarmacologia;- visite domiciliari da parte deglioperatori con varie finalità (osser-vazione, sostegno all’utente e/o allafamiglia, intervento riabilitativo,ecc.);- partecipazione ad una o più atti-vità del Centro diurno;- inserimento in strutture comuni-tarie o residenziali a medio o lungoperiodo.Il Centro di Salute Mentale operain collaborazione con i familiari(promuovendo anche momenti edoccasioni di scambio e di confron-to, occasioni spesso d’arricchimen-

1° settembre 2006Giornata per la salvaguardia del creato:

CSM: che cos’è ?CSM: che cos’è ?

IN COMUNIONE - 11 - SETTEMBRE 2006

to comune) e con altri servizi (Ser-vizio Sociale, Medici di base, strut-ture pubbliche e del privato socia-le, enti vari).Nelle persone da noi seguite spes-so si evidenzia una perdita d’abili-tà, una difficoltà nelle relazioniinterpersonali e una conseguentetendenza all’isolamento eall’emarginazione. E’ chiaro quan-to sia importante un discreto livellodi integrazione con la comunità pervivere bene.Nell’ottica della riabilitazione e disostegno e con l’obiettivo di creareuna rete di supporto sociale è nata

l’idea di incontrarsi con alcuni par-roci della zona e la responsabiledell’AVULSS nell’intento di trovareuna modalità per stimolare e sen-sibilizzare delle persone che po-trebbero rendersi disponibili perun’attività di volontariato.All’interno di un prossimo corso for-mativo (prenderà avvio a novem-bre), organizzato dall’Avulss, rivol-to a potenziali volontari nell’ambitosanitario è stata definita una seried’incontri centrati sulla sofferenzae il disagio psichico, in cui sarannocoinvolti medici operatori e volon-tari che operano in quest’ambito.

L’Ordine Francescano Secolare, nasce dal cuore di Fran-cesco d’Assisi, che più d’ogni altro santo ha saputoincarnare, nelle concrete situazioni ecclesiali e sociali

del suo tempo, il Vangelo di Cristo. Francesco, convertitosicompletamente a Cristo e diventato suo perfetto imitatore,viene ammirato, amato e seguito da un sempre maggior nu-mero di uomini e donne di ogni condizione sociale.Egli allora, ispirato dallo Spirito Santo, istituisce tre Ordiniche fa approvare dalla Chiesa:- Primo Ordine costituito dai Frati- Secondo Ordine: le monache di S. Chiara, o Clarisse;- Terzo Ordine costituito da uomini e donne che s’impe-gnano a vivere nel mondo il suo ideale di vita evangelica.L’Ordine Francescano Secolare, si è diffuso in molte parroc-chie trentine ad opera dei Frati Francescani ed è presente an-che all’interno della comunità di Mezzolombardo già dalla pri-ma metà del Settecento anche se, dopo la soppressionenapoleonica, si deve giungere alla seconda metà dell’Ottocen-to per vedere eretta canonicamente la congregazione (vedi illibro “I frati minori a Mezzolombardo” di p. Remo Stenico).Oggi la fraternità conta 45 iscritti ed ha la propria sedepresso il Convento dei frati minori di Mezzolombardo. Ifrancescani secolari s’impegnano con la Professione a se-guire la Regola OFS che è stata rivista nel corso della storiaper renderla più adatta al mutare dei tempi; l’ultima stesuraè stata approvata dal Papa Paolo VI nel 1978. L’ideale evan-gelico francescano si fa realtà vissuta e si concretizza in lodea Dio, impegno apostolico e proposta di vita agli uomini,all’interno della fraternità.La fraternità di Mezzolombardo si raduna ogni primo venerdìdel mese presso il Convento per un momento di preghiera e ilquarto martedì del mese ad ore 14.30 per un momento forma-tivo nel quale approfondisce il proprio cammino evangelico efrancescano per far sì che ognuno degli appartenenti possaessere presenza responsabile che dia testimonianza dello stiledi vita francescano nelle realtà in cui vive. Questo momento è

curato dal padre assistente spirituale, presenza preziosa per ilsostegno del nostro cammino.La fraternità si è arricchita della presenza di un numerosogruppo famiglie e giovani provenienti anche dai paesi limi-trofi che s’incontrano presso il Convento una domenica almese a partire per chi può con la S. Messa delle 8.30 e lapreghiera delle Lodi, alle quali segue un momento formati-vo e di condivisione con la presenza del frate assistente spi-rituale della fraternità; l’incontro si conclude con il pranzo.Durante l’incontro è preziosa la presenza dei giovani dellaGioventù Francescana che prestano il loro servizio comebaby-sitter. L’attività caritativa della fraternità si esprime con-cretamente in vari ambiti:- servizio volontario presso la Casa di Riposo di Mezzolombardo;- presenza nelle attività della parrocchia;- sostegno alla Comunità di accoglienza presso il Conventodi Cles;- impegno di sostegno a distanza alla fraternità gemellata diAiquile in Bolivia che aiuta i poveri del posto;- adozioni a distanza dei bambini che frequentano la scuolafrancescana di Sucre in Bolivia;- aiuto mensile ai missionari francescani;- sostegno al Centro Aiuto alla Vita di Trento;Se guardiamo alla situazione del nostro mondo di oggi, ciòche spesso manca è il senso, la speranza, la capacità di gu-stare la vita in profondità. La domanda più pressante è didare senso al dolore, all’amore, alla fatica, allo stare con glialtri, ai valori. E’ una domanda non sempre esplicita, masempre presente. I francescani secolari cercano, con la lorosemplice testimonianza, di rispondere a questi bisogni, qua-li “fratelli” per gli uomini del nostro tempo.Chi desidera conoscere e condividere la proposta di vitafrancescana può partecipare all’incontro che si tiene ogniquarto martedì del mese ad ore 14.30 presso la sala del Con-vento oppure la prima domenica dalle 9.15 in poi.

Pace e Bene - Fraternità Ofs Mezzolombardo

CORSO BASE PERVOLONTARIATO SOCIO SANITARIO

Allo scopo di offrire la possibilità diacquisire una preparazione di baseindispensabile per avere una presen-za qualificata accanto a chi si trovain situazioni di sofferenza o disagio,l’Avulss (Associazione per il Volon-tariato nelle Unità Locali dei ServiziSocio-sanitari) propone un corso diqualificazione che inizierà sabato 4novembre nella nostra Sala Parroc-chiale. Informazioni ed iscrizioni incanonica.

una presenza silenziosa per sostenere la ricerca di senso che è nel cuore di ogni uomoI FRANCESCANI SECOLARI:I FRANCESCANI SECOLARI:

IN COMUNIONE - 12 - SETTEMBRE 2006

800 anni fa, un giovane dinome Francesco stavaattraversando i dintorni di

Assisi, alla ricerca di un luogo incui fermarsi a riflettere sul sensodella sua vita, piena di aspirazio-ni grandi, ma anche tanto confu-sa e disorientata. Entrò in una pic-cola chiesa, la chiesetta di sanDamiano.E si mise a pregare davanti alCrocifisso che pendeva sopra l’al-tare, con tutta la fede e il deside-rio di cui era capace: “Altissimoglorioso Dio, illumina le tenebredel core mio”.E quel Crocifisso non rimase sor-do e muto davanti alla preghieradi Francesco. Lo guardò con unosguardo d’amore che gli penetrònel cuore e gli parlò: “Francesco,

non vedi che la mia casa cade apezzi? Va’ e riparamela!” Il gio-vane Francesco prese alla lette-ra quella proposta. Si rimboccò lemaniche e cominciò a sporcarsile mani per riparare materialmen-te la chiesetta. Solo qualche annodopo avrebbe compreso che ri-parare la Chiesa voleva dire so-prattutto tornare a vivere il Van-gelo. Ma quel primo passo fu de-cisivo e fondamentale.A dicembre il Crocifisso di sanDamiano incontrerà le comuni-tà del Decanato di Mezzolom-bardo. Il programma verrà pub-blicato non appena sarà stato ela-borato dal gruppo di giovani delDecanato, che collabora alla pre-parazione di questo evento. Lacopia autentica del Crocifisso di

lo, e quanti l’accolgono ne diven-tano a loro volta testimoni”(…) Ilmandato di diffondere l’annunziodi questo amore fu affidato a Gesùagli Apostoli dopo la sua risurre-zione, e gli Apostoli, interiormen-te trasformati il giorno della Pen-tecoste dalla po tenza dello Spiri-to Santo, iniziarono a rendere te-stimonianza al Signore morto erisorto. Da allora la Chiesa con-tinua questa stessa missione, checostituisce per tutti i credenti unimpegno irrinunciabile e perma-nente. Ogni comunità cristiana èchiamata, dunque, a far conosce-

La peregrinatio del Crocifisso di san Damiano san Damiano, benedetta da fr.José R. Carballo, successore disan Francesco alla guida dell’Or-dine dei Frati Minori, passerà an-che per la nostra comunità:- per incontrare i desideri e i so-gni degli uomini e delle donne dioggi, specialmente dei giovani;- per aiutarci a scoprire che la vitaha un senso, che siamo amati daGesù, che ha dato tutto se stes-so per noi;- per lasciarci coinvolgere in que-sta missione di riparare la casadel Signore, in modo tale che an-che noi riusciamo a diventare“collaboratori del Crocifisso”.Quel Crocifisso ti aspetta a di-cembre, aiutaci a fargli incontra-re il maggior numero possibile dipersone, e aiutaci a far sì che ilmaggior numero possibile di per-sone si inginocchino davanti aquel Crocifisso, lasciandosi tra-figgere dal suo amore e coinvol-gere nella missione che Lui pro-pone.

Durante l’ottobre missionario, la Chiesa propone unitinerario spirituale per

riflettere sul tema “La carità, ani-ma della missione”. E’un’occasione per fare insiemeun tratto di strada che prevede unaparticolare cura delle celebrazio-ni liturgiche domenicali con ap-profondimenti sui temi classicidell’animazione missionaria: pre-ghiera e contemplazione, sacrifi-cio e impegno, vocazione eresponsabilità,carità e offerta,ringraziamento e gioia. Il Santo Padre Benedetto XVI nelsuo messaggio per la GiornataMissionaria Mondiale del 22 ot-tobre 2006 ha ribadito che “Lamissione se non orientata dallacarità, se non scaturisce cioè daun profondo atto di amore divino,rischia di ridursi a mera attivitàfilantropica e sociale. L’amoreche Dio nutre per ogni persona co-stituisce infatti il cuore dell’espe-rienza e dell’annunzio del Vange-

re Dio che è Amore.” Riecheggiaqui l’insegnamento di GiovanniPaolo II nella Redemptoris Missio“l’anima di tutta l’attivitàmissionaria:l’amore che è e restail movente della missione, ed èanche l’unico criterio secondo cuitutto deve essere fatto o non fatto,cambiato o non cambiato. E’ ilprincipio che deve dirigere ogniazione e il fine a cui essa deve ten-dere. Quando si agisce con riguar-do alla carità o ispirati alla cari-tà, nulla è disdicevole e tutto èbuono” (n.60). Così continua econclude papa Benedetto XVI “LaGiornata Missionaria Mondialesia utile occasione per compren-dere sempre meglio che la testi-monianza dell’amore, anima del-la missione, concerne tutti. Servi-re il Vangelo non va infatti consi-derata un’avventura solitaria, maimpegno condiviso di ogni comu-nità”.

Gruppo MissionarioParrocchiale

IN COMUNIONE - 13 - SETTEMBRE 2006

Le riunioni del Consiglio Pastoraleda aprile a giugno (prima dellapausa estiva), sono continuate nel

segno di una buona partecipazione,coninterventi costruttivi ed interessanti daparte di tutti i presenti.Nello specifico si e’ parlato del prose-guimento dell’ attività delle varie asso-ciazioni e in particolare:San Vincenzo: prosegue il gemellaggiocon il Vescovo di Balsas (Brasile) al qua-le vengono sostenute delle spese. Da al-cuni anni poi vi e’ un contatto con unasuora trentina che lavora in condizioniprecarie in un asilo-scuola in Romania:Le sono state inviate più volte lenzuolae biancheria e si e’ collaborato alla rea-lizzazione dell’impianto di riscaldamen-to dell’edificio,alla costruzione di unpozzo e all’acquisto di un campo per or-taggi. Tutte queste opere vengono rea-lizzate grazie alle tante persone che han-no donato offerte con una forma diautotassazione.Coro Osanna: nato nel 1986 con lo sco-po di animare con il canto le celebra-zioni domenicali,attraverso il coinvolgi-mento dei giovani e dei bambini. Il grup-po e’ composto da circa 40 elementi,dai 6 ai 30 anni. Si trovano tutti i sabatiall’oratorio di Mezzolombardo dalle 14alle 15 per le prove e cantano ogni do-menica alla messa delle 10 in chiesa par-rocchiale.In giugno alla gita di Limone erano pre-senti 70 partecipanti.Ordine francescano: hanno regalato ilcrocefisso di San Damiano ai bambinidella prima Comunione e organizzatoincontri sulla spiritualità francescana,oltre alle consuete visite agli anziani deiSoggiorni di Mezzolombardo eMezzocorona.Catechiste: hanno completato con for-te impegno il lavoro con i bambini e iragazzi della Prima Comunione (07 mag-gio) e della Cresima (14 maggio).Gruppo Missionario: e’ stata organiz-zata la festa presso il Circolo Tennis diMezzolombardo in onore della famigliaBattocletti di ritorno da Dubbo. E’ statoorganizzato poi un incontro sulla pacepresso la sala della canonica, presentedon Bruno Tomasi.

Rinnovamento dello spirito: il grupposi trova ogni venerdì sera a Trento pres-so la Chiesa dell’ Immacolata. Molti sonogli aspetti che caratterizzano questa co-munità: dalla riscoperta della graziabattesimale alla formazione e promozio-ne di gruppi di rinnovamento e forme dicomunità.Comunione e liberazione: e’ il movi-mento ecclesiale nato in Italia nel 1954per opera di don Luigi Giussani e ilcui scopo è l’educazione cristiana matu-ra dei propri aderenti e la collaborazio-ne alla missione della Chiesa in tutti gliambiti della società contemporanea.Il gruppo locale si trova tutti i lunedì alleore 20.45 in via dei Morei, 41 (presso lasede di Grazie alla Vita).Durante l’incontro di fine aprile ci si èsoffermati sulle celebrazioni della setti-mana di Pasqua e in particolare per lagiornata del Venerdì Santo si è notatoche alla celebrazione liturgica della serac’era una partecipazione nettamente su-periore all’anno precedente.Il discorso che “ha acceso” gli animi ri-guarda il posticipo della Via Crucis. Peralcuni il cambio non ha creato particola-ri scossoni per la preghiera della gente.Per altri,si. Si e’ sottolineato ancora unavolta l’abisso di importanza che c’e’ tral’azione liturgica e la Via Crucis.l’unicitàdi questa celebrazione fatta una sola voltaall’anno e solo il Venerdi’ Santo, al con-trario della Via Crucis che può esserefatta in altri momenti e può essere gui-data da un laico.Molto ben curate le celebrazioni deglialtri giorni.Il punto principale di queste 3 riunio-ni e’ stato in ogni caso l’argomento: “IGiovani”Si e’ discusso molto su quello che deveessere il principale obiettivo: coinvolge-re i ragazzi della cosiddetta “ seconda

porta”, quelli che sono allergici all’ora-torio e alla chiesa, dai 17/18 anni in su.Si è posta l’attenzione su quelle che pos-sono essere le motivazioni e gli interes-si.E’ stata riportata l’esperienza di un grup-po di mamme di bambini dell’asilo chesi sono messe insieme il Natale scorsoper creare una piccola recita, esperienzapoi ripetuta per la festa “il Girotondo”in maggio. Queste mamme si sono mos-se perché c’era uno stesso interesse.Quindi sarebbe importante individuarecosa può spingere questi ragazzi a muo-versi.Bisogna probabilmente iniziare dalbasso,almeno per vederli: un concertorock, un torneo di pallavolo o di calcio:bisogna cominciare a vederli, perchédopo la Cresima non si vedono più.L’organizzazione di un evento può esse-re l’occasione per instaurare e far cre-scere un dialogo e un confronto.Una modalità potrebbe essere quella dell’Estate Insieme. Un gruppo promotoreche riguarda tutti e che non ha l’obietti-vo di portare in Chiesa. Un motore ca-pace di lanciare più piste: per ragazzi conqualche disagio, ma anche per chi hamotivazioni più alte.Si può creare una stessa associazione peri giovani? La parrocchia dovrebbe esse-re un elemento di questo ipotetico grup-po, ma non la base. L’Estate Insieme nonusa solo l’Oratorio, usa anche altre for-ze e strutture. La parrocchia a volte pre-sta solo il nome. Potrebbe essere impor-tante creare una consulta con i vari gruppiche sono presenti sul territorio: Scout,Mamme dell’asilo, Mato grosso…L’argomento giovani e’ molto sentitoe certamente verrà ancora preso in con-siderazione, con l’obiettivo di riuscire adarrivare a delle proposte concrete.

Konrad Vedovelli

NEWSConsiglio pastoraleConsiglio pastorale

IN COMUNIONE - 14 - SETTEMBRE 2006

domenica 1 ottobre - Festa della coop. “Gra-zie alla vita”.

sabato 7 ottobre - Festa del Ciao: l’oratorioriapre con tutte le sue attività e inizia con unafesta.

mercoledì 11 ottobre - Centro di ascolto nel-la famiglie. E’ l’appuntamento mensile propo-sto a tutte le persone che desiderano approfon-dire la Bibbia in un clima di amicizia e di fede.

domenica 15 ottobre - Celebrazione del Sa-cramento del BATTESIMO. La successiva saràla II domenica di gennaio.

domenica 22 ottobre - ASSEMBLEA PAR-ROCCHIALE. E’ il segno che la parrocchia de-sidera diventare sempre più la famiglia di tutti eperciò tutti siamo invitati.

domenica 22 ottobre - Alla messa delle 10: ini-zio comunitario della catechesi e preghieradel Mandato.

Ottobre: è il mese missionario

lunedì 6 novembre - inizia il Corso di prepa-razione al Sacramento del matrimonio sia peri fidanzati che per le coppie già unite che inten-dono consacrare il loro amore davanti al Si-gnore, nella Chiesa.

sabato 11 novembre - Incontro con le fami-glie che hanno celebrato il battesimo negli ulti-mi due anni.

In novembre inizia pure il Corso per il Battesi-mo e la Cresima degli ADULTI. Informazioni incanonica.

Agenda

È stato un percorso gradito poi-ché abbiamo parlato di argomen-ti che a ci interessavano e non èstato un programma pesante.Forse ad Ottobre alcuni di noicontinueranno il proprio cammi-no andando agli incontri delgruppo giovani.

Chiara

Abbiamo occupato alcuni in-contri per ognuno di questiargomenti, li abbiamo ap-profonditi e ne abbiamo par-lato insieme esponendo lenostre opinioni.Ci sono stati proposti anchevari video, varie canzoni atema e varie attività.Quest’anno sono stati orga-nizzati anche dei week-enda Salter per noi ragazzi di ter-za media e quelli di primasuperiore, nei quali alternavamoi momenti di divertimento ai mo-menti seri, di preghiera.Penso sia stata una buona ideafarci trascorrere alcuni week-endin un luogo diverso perché tuttili aspettavano e si divertivanomolto.

Eccoci qui, un altro anno dicatechesi è finito. Nessunoquest’anno era obbligato a

venirci, ma alla fine ci siamo ritro-vati in un bel gruppo compatto…Il programma è stato “scelto” danoi ragazzi, che abbiamo propo-sto dei vari argomenti alle cate-chiste, Ida e Rosa, e a Don An-drea, che poi hanno scelto i mi-gliori e ce li hanno presentati neivari incontri.Abbiamo così costruito un tem-pio, alla cui base c’eravamo noiper tenere in piedi ogni singolacolonna.Ci siamo basati soprattutto su cin-que argomenti, che poi sarebbe-ro state le colonne del nostrotempio, amicizia, libertà, scelta,dono di sé e Dio chi sei.

Catechesi di 3° mediaCatechesi di 3° media

IN COMUNIONE - 15 - SETTEMBRE 2006

Da sabato 24 giugno a sabato 8 luglio la casa parroc-chiale di Salter ha ospitato i trenta bambini di classeterza e quarta che hanno deciso di trascorrere, all’in-

segna del divertimento e dell’allegria, quindici giorni dellaloro estate. Fra di loro c’erano quattro mascotte: tre bambi-ni di seconda (il mitico Daniele, l’instancabile Gianluca e lasimpatica Elena) e un bimbo di prima ( l’allegro Jacopo,che, qualche volta, aiutava la nonna in cucina!!).Sono state due settimane intense e impegnative, ma anchedivertenti e rilassanti.Accanto a momenti di gioco e di svago, ci sono stati anchemomenti formativi e di riflessione, proprio perché il cam-peggio parrocchiale non vuole e non deve essere solo unabella vacanza da vivere con gli amici, ma anche un’espe-rienza forte di formazione religiosa, di responsabilità, di so-lidarietà, di condivisione,di disponibilità e impegno.

Campeggi a SalterCampeggi a Salter

I nostri super- animatori,Gloria, Marilena, Luigi eMattia, hanno poi contribu-

ito ad aiutarci ad immergerci, con le loroscenette mattutine, nella storia di Sem, unsimpatico ragazzino che insieme al padrearcheologo va alla ricerca dell’Arca di Noè.I due, grazie anche al corvo Cruà e all’ami-co Sherpa, trovano l’arca e scoprono il suosegreto: è importante vivere in armonia gliuni gli altri e vivere in armonia con Dio aven-

do cura e pazienza per gli altri facendo riferimento a Dioquando ciò è difficile!Le serate erano sempre all’insegna dello stare insieme gio-cando in allegria e amicizia e, grazie al nostro Mauro, cisiamo veramente divertiti un sacco tra Cruciverboni, Ruotedella Fortuna, Tombole, Battaglie Navali…… e chi più neha, più ne metta!Anche Lorenza e Clara hanno contribuito con la loro dispo-nibilità e la loro professionalità a rendere divertente e colo-rato il soggiorno a Salter. Insieme ai ragazzi abbiamo, infat-ti, dipinto delle magliette e realizzato un grande muralescon l’Arca di Noè e tutti gli animaletti con le faccine deibambini. Anche don Sandro ha avuto il suo bel da fare aseguire tutta la “truppa”, preparando i momenti di preghierae di riflessione.Ringraziamo tutti quelli che hanno collaborato a rendere pia-cevole questo campeggio, comprese le tre cuoche Zaira, Le-tizia e Cornelia e il nostro animatore-chef Alessandro.

Antonella e Serena

1° turno

IN COMUNIONE - 16 - SETTEMBRE 2006

Anche quest’anno a Salter,il secondo turno si è diver-tito alla grande… Pure il

tempo è stato davvero di grandeaiuto, e per questo siamo riuscitia fare delle gite impegnative, maallo stesso modo divertenti, sulMonte Roèn, a Lover e a SanRomedio!I ragazzi si sono divertiti moltissi-mo con tutti i giochi loro proposti,soprattutto il Gioco Notturno,dove anche noi assistenti ci sia-mo divertiti come loro.Questo gruppo era veramenteunito e compatto a bordo dell’Ar-ca di Noè: dovevate vederli allafesta dei genitori, dove tutti i ra-gazzi, maschi e femmine, hannorecitato e interpretato i balli del fa-moso Musical GREASE-SALTERrendendo quella giornata stupen-da e indimenticabile!!

Insomma, io penso chesia proprio un’esperien-za da provare e quindiio ci sarò anche il pros-simo anno… e voiraga’??Bye Bye da

Michele SaccoAlias: CRUÀ

il corvo parlante

Ei là! Buongiorno ssiori e ssiore, ra-gazzi e ragazze! Buona sera nonni enonne di Mezzolombardo! Guten tag,buenos dias spagnoliti e good

morning english people! Eccomi qua,sono Cruà!E chi è questo? Voi direte. Domandalecita. Rispondo io e vi dico anche

che sono un corvo, ma non un corvoqualsiasi o una cornacchia come mol-ti potrebbero pensare, … Sono il cor-vo di Sem, figlio di Noè. Si, avete

2° turno

3° turno ...l’avventura continua...

IN COMUNIONE - 17 - SETTEMBRE 2006

capito bene, proprio quello dell’Ar-ca, l’Arca di Noè!Io (Cruà) e molti altri personaggistraordinari abbiamo accompagnatoSem e i ragazzi di Salter alla ricercadell’arca perduta: l’amicizia, il per-dono, l’accoglienza, l’amore..Oltre a questa storia che ci ha porta-to fino alla fine del campeggio ce nesono altre; come le avventurose gitein montagna!Beh.. di gite ne abbiamo fatte per tuttii gusti: di lunghe, corte, larghe, stret-te, bagnate, ecc … Dove?La prima a “Rio Novella”, vicino aDambel, gita di spessore culturale oper meglio dire ambientale. In que-st’occasione eravamo in compagniadel gruppo di “Estate Insieme”. Mu-niti di caschetto e di una persona checi facesse da guida siamo entrati inun bosco dove siamo stati istruiti su

alberi, piante, rocce e conformazio-ne della terra per poi entrare in uncanyon ed esplorare stalattiti e sta-lagmiti delle rocce grandi e imponen-ti attorno a noi.Seconda gita: “Roèn”. E qui un mo-mento di silenzio, prego!... Non esa-gero se dico che i ragazzi sono statiformidabili!! Dei grandi alpinisti,meglio di Messner: andata fino al“Passo della Mendola” in pullman epoi a piedi fino in cima al monte“Roèn” (3,4 ore di cammino). Il ri-torno? Altre 4 ore a piedi fino a Salter,tra boschi, sentieri, strade, paesi, ecampi di grano.Infine, ultima gita ai Laghi di Coredoper una bracciolata. Caspita… Di-menticavo! Siamo stati, a furor dipopolo, ben 2 volte in piscina!Sono stati 10 giorni intensi e ricchi.Intensi d’attività, gite, caccia al te-

soro, giochi, gavettoni, e perché no,anche di stanchezza, ma altrettantoricchi di relazioni, amicizia, scherzi,cose da dirsi e raccontarsi… momen-ti magici, come: … “Notti magiche,inseguendo un goal….”. La canzonedei mondiali,no?!Va bene, un saluto dal vostro Cruà ealla prossima avventura!!!

Chiara P.

PS.: Un ringraziamento e un sa-luto affettuoso agli altri anima-tori (Maria, Anna, Mattia, An-drea, Amos e Mauro), alle cuo-che (Ida, Rosa e Anna), al comi-tato Salter, al gruppo “Estate In-sieme”, ai ragazzi con le loro fa-miglie, a don Sandro e a don An-drea.

Il turno adulti e famiglie, que-st’anno, è stato accompagnato da un tempo particolarmen-

te altalenante che ci ha costret-ti, per un paio di volte, a tempe-rare le stanze e la sala da pran-zo mediante l’impianto di riscal-damento.Era quasi inevitabile, dopo l’afadelle settimane precedenti, uncambio atmosferico che, però,non ha minimamente scalfito lagioiosa cordialità e allegria chenormalmente fa da corona a que-sto turno, anche per la presenzaquest’anno, per una serata, delmaestro Paolo Tomedi che ci haallietati con la sua fisarmonicapermettendo così agli ospiti dicimentarsi in balli diversi.È stata questa un’iniziativa par-ticolarmente gradita che speria-mo possa ripetersi anche il pros-simo anno. Desidero ringrazia-re tutti gli ospiti che con assidui-

Turno adulti e famiglietà sono pre-senti in que-sto turno edin particolarmodo le miebraccia de-stra e sinistra, Ginetta eNeni, divenuti “indispensabi-li” collaboratori nellaconduzione dellacasa.Un grazie a Mariotta eLuigina sempre dispo-nibili nel servizio disala ed un saluto par-ticolarmente affettuo-so alla nostra Viola,che per mia dimenti-canza ho trascuratonel giorno del suo ono-mastico (19 agostoSanta Viola di Salter).

Maria RosaConcin

L’estate è finita e anche l’oratorio ria-pre e lo fa con la “Festa del Ciao”sabato 7 ottobre! La festa sarà la pri-ma occasione per ritrovarci tutti in-sieme e divertirci con tanti giochi euna super merenda! Con la riapertura riprendono tutte leattività dell’oratorio: fino a dicembreci impegneremo per la preparazione

IN COMUNIONE - 18 - SETTEMBRE 2006

La comunità di Taizè è statafondata da frère Roger, as-sassinato nell’agosto 2005

da una squilibrata durante le pre-ghiere in chiesa.E’ un luogo dove possono andaregiovani, meno giovani e famiglie.E’ un’opportunità per condividerele preghiere e l’amicizia. Si puòscoprire l’essenzialità, la sempli-cità, la comunione e la conviven-za con persone di diverse religioni, culture ed etnie. Ci siriconosce nell’amare e nell’essere amati da un’unico Dio.Questa è una giornata tipo all’interno della comunità:- Al mattino preghiera in chiesa, poi colazione sotto il ten-done.- Alle 10.00 si svolgono gli incontri tenuti da un frère conun tema ben preciso della Bibbia.- A mezzogiorno preghiera e pranzo.- Alle 14.00 ci sono prove di canto all’interno della chiesa.- Nel pomeriggio ci sono incontri a gruppi dove c’è la pos-sibilità di esprimere la proprio esperienza, approfonden-do il brano del Vangelo spiegato al mattino, merenda ealle 19.00 cena.

2006:Esperienzaa Taizè

- Alle 20.30 preghie-ra della sera seguitada un momento dimeditazione.- Il venerdì è il giornodel silenzio e dopo lepreghiere della serasegue l’adorazionedella croce, mentre ilsabato c’è la preghie-ra con la liturgia dellaluce pasquale, poisegue l’incontro ilfrère.- Tutte le sera c’è lapossibilità di parlarecon un frère o di con-fessarsi.Vi chiederete il per-ché andare a Taizè.Andare a Taizè vuoldire essere invitato adandare dalle sorgentidel Vangelo median-te la preghiera, il si-lenzio e la ricerca.Ognuno è lì per sco-

prire o riscoprire un senso alla propria vita, per riprende-re slancio, per prepararsi ad a assumere delle responsa-bilità una volta di ritorno a casa.Sembra corta una settimana per approfondire cose cosìimportanti della propria vita, ma se la settimana è tra-scorsa intensamente scoprirete che in mezzo a migliaiadi giovani e adulti siete soli, a tu per tu con Dio. Se si riesce ad ascoltare il silenzio si può trovare una gran-de pace interiore che dà una grande carica per continua-re ad affrontare tutte le difficoltà della vita.Si può scoprire ciò che Dio si aspetta da noi.

Ida

della recita di Natale che coinvol-gerà attori, ballerini e cantanti; a gen-naio-febbraio ci trasformeremo incostumisti e scenografi provetti percreare fantasiose maschere e parte-cipare alla sfilata paesana di Carne-vale; da marzo a maggio organizze-remo per tutti i bambini diversi la-boratori dove chi vorrà potrà impa-

rare qualcosa di nuovo secondo i pro-pri gusti e le proprie doti ( l’annoscorso abbiamo organizzato i labo-ratori di chitarra, di cucina, di balloe di pittura al termine dei quali i bam-bini hanno partecipato a un piccolosaggio in cui hanno potuto dimostra-re alle famiglie il lavoro fatto); conil bel tempo dei sabati di maggio pro-

L’Oratorio vi aspetta...

IN COMUNIONE - 19 - SETTEMBRE 2006

porremo ai più sportivi di sfidarsi intornei di pallavolo e calcio. Inoltre apartire dal 7 ottobre ogni sabato po-meriggio (dalle 15 alle 17) i bambinitroveranno aperta la sala giochi e tan-

to spazio per divertirsi in cortile.L’oratorio con le sue attività è sicu-ramente più dedicato al mondo deibambini e dei ragazzi ma desidera ac-cogliere e coinvolgere anche tutti gli

adulti che vogliano mettere a dispo-sizione le proprie qualità e idee o cheabbiano semplicemente piacere di ri-trovarsi in compagnia.Quindi non tardate, vi aspettiamo!

Da lunedì 11 settembre a venerdì 15 un gruppodi volonterosi capitanati dall’estro artistico diPaolino hanno praticamente messo a nuovo

l’Oratorio. Gli improvvisati pittori sono stati Andrea,Anna, Fulvio, Valentina, Vittorio, Michele, Loredana,Paolino e Chiara che con buona volontà si sono ado-perati per ridare un po’ di vita alla struttura che erain condizioni pessime, tinteggiando il corridorio, fa-cendo gli abbassamenti più scuri alle stanze, e conil tocco finale delle nuove splendide porte tutte co-lorate. Devo dire che è stato propio un bellissimolavoro di squadra, lavorando duramente ma lascian-do spazio anche alle immancabili risate.Adesso che quel brutto colore panna è sparito la-sciando spazio al colore, speriamo che chi entra inoratorio apprezzi il duro lavoro svolto rispettando lastruttura appena sistemata….Ah dimenticavo un gra-zie di cuore anche alla nostra squadra di pulizia chehanno fatto luccicare l’oratorio, non lasciando il benche minimo granello di polvere…. grazie ancora….

Valentina Devigli

Tinteggiamo l’Oratorio...

IN COMUNIONEBIMESTRALE DI FORMAZIONEINFORMAZIONE E CULTURA

SETTEMBRE 2006

Direttore responsabile: Alberto FrenezEditrice: Parrocchia di MezzolombardoComitato di redazione: Marcello Bebber, Andrea e Tiziana Bezzi, Antonella Fedrizzi, Denisa Gollino, don Sandro Lutteri, Fernanda Tapparelli, Stefania Tarter, Konrad VedovelliIndirizzo della Redazione: via S. Pietro,1 - MezzolombardoStampa: Grafiche Argentarium - Trento

Rivista bimestrale - Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 735 del 5.10.91

IN COMUNIONE - 20 - SETTEMBRE 2006

Anno 1845: un ragazzo passeggialungo le sponde del lago di Garda.Cammina e pensa. Gli vengono in

mente racconti di terre lontane, avven-ture di personaggi che non hanno pauradi attraversare i mari e di percorrere mi-gliaia di chilometri per incontrarsi con lagente di tutti i paesi del mondo. Il papàLuigi è il giardiniere del Teseul, giardino-oliveto di proprietà di un signorotto del luo-go distante 2 km da Limone sul Garda.Daniele, così si chiama il ragazzo, è ter-zo d’otto figli, ma in poco tempo rimarrà ilsolo: alcuni fratelli e sorelle muoiono ap-pena nati, altri a pochi anni d’età. A Limo-ne ci sono soltanto due classi elementari:quando Daniele le finisce i parenti e com-paesani esortano i genitori a farlo studia-re ancora. E’ il solito esempio di ragaz-zo intelligente in una casa povera.Farlo studiare comporta sacrifici evidentiper i suoi e per di più richiede il distacco,la lontananza, l’uscita della famiglia anco-ra bambino. Chi soffre maggiormente è lamamma, Domenica, che ha già vistomorire alcuni figli.Ma alla fine i genitori, con spirito di rinun-cia e dovere, permettono a Daniele di con-tinuare gli studi a Verona, presso l’istitutodi Don Nicola Mazza.E’ un ragazzo generoso e impulsivo; du-rante una vacanza fa preoccupare i parentiche lo trovano in una grotta: voleva farel’eremita. A 15 anni pero’prende la deci-sione definitiva; leggendo un libro sui mar-tiri del Giappone, decide: “Sarò missio-nario anch’io, andrò là.”Nel 1849 è di passaggio a Verona un mis-sionario proveniente dall’Africa: Daniele ri-mane colpito dai racconti e decide che ilsuo futuro sarà in quelle terre. Intanto, 5anni dopo viene ordinato sacerdote dalvescovo di Trento, monsignor GiovanniNepomuceno de Tschiderer, all’età di 23anni.Dopo un breve periodo come viceparrocoin un paesino del Veronese, a Daniele vie-ne prospettato di far parte di una spedi-zione nella Nigrizia (così era chiamata al-lora la regione africana che dall’ Egittogiunge fino all’Equatore): era quello che

voleva! Ma ancora una volta il problemaè dare questa notizia ai genitori.“Fra poco partirò per l’Africa come mis-sionario” - “Che dici Daniele? i tuoisette fratelli sono morti tutti giovanis-simi, tu sei l’unico che c’e’ rimasto”Prima della messa d’addio, la mammachiede ai compaesani di pregare la Ma-donna che non lo lasci partire, ma alla finequalcosa nel suo cuore cambia e benedi-ce ancora una volta la scelta del figlio…Dopo un viaggio avventuroso, forse pro-prio come Daniele aveva sognato da pic-colo, la spedizione composta di 6 mis-sionari nel febbraio 1858 arriva inSudan.Inizia cosi’ in Africa la straordinaria operadel “Mutran es Sudan, dell’ “Abunabianco”, di Daniele Comboni, fondato-re dell’ordine dei missionariComboniani, dichiarato santo il 05 ot-tobre 2003 da papa Giovanni Paolo II.L’idea che lo accompagna in tutta la suaopera, è: “Convertire l’Africa con l’Afri-ca”, cioè creare un clero africano e un’uni-versità per l’educazione della gioventù alfine di convertire le popolazioni attraversogli stessi abitanti. Un progetto grandio-so e avveniristico in un’epoca in cui i nerierano ritenuti dei “selvaggi”.Comboni si prodiga per cercare appoggi efinanziamenti al proprio progetto, facendo-si ricevere dalle massime personalità del-l’epoca; Papa Pio IX, l’ imperatriceEugenia, l’imperatore Napoleone III e piùtardi gli ex sovrani dell’impero austro-ungarico Ferdinando d’Asburgo e la mo-glie Marianna dai quali riceve una grossacifra: ventimila lire. Nel frattempo a Vero-na apre gli istituti missionari maschile efemminile e al Cairo, in Egitto, inizia i cor-si d’istruzione scolastica e religiosa con deigiovani neri, principalmente strappati dal-le mani degli schiavisti, ai quali insegnaanche delle attività artigianali.Nel 1871 18 giovani ragazze, battezza-te, sono pronte a tornare nel Sudan: ilpiano si sta realizzando, “Salvare l’Afri-ca con l’Africa”.Nominato Provicario dell’Africa Centrale,Daniele inizia una serie di viaggi all’inter-

no del continente nero, durante i quali as-siste con commozione ai primi battesimifatti da sacerdoti africani, non stancan-dosi di diffondere il vangelo e di rafforzarela fede dei cristiani.Riesce a liberare dalla schiavitù molte per-sone, mettendosi spesso contro le autori-tà del posto, che grazie all’innato fascinoe caparbietà riesce a portare dalla pro-pria parte. Nel 1877 viene nominato ve-scovo: nei successivi 4 anni, rimane in Afri-ca, con qualche ritorno in Italia per segui-re l’attività degli istituti di Verona.Il 10 ottobre 1881, a 50 anni, dopo alcu-ni giorni di febbre Daniele Comboni muo-re, partendo per sempre ma lasciando unesempio indimenticabile per tutti i suoimissionari.Alla sua morte si piange ma non per di-sperazione: la triste notizia si diffonde ra-pidamente in tutto il mondo: “Il Mutran esSudan non e’ piu’!” Anche se DanieleComboni è morto prematuramente (que-st’anno sono 175 anni dalla nascita e 125dalla morte), la sua opera non è scom-parsa. Il suo esempio ha trascinato miglia-ia di giovani e li ha convinti a partire per ipiù vari paesi dell’Africa e del mondo inte-ro, come missionari comboniani.Anche molti ragazzi di Mezzolombardohanno studiato presso il seminario MissioniAfricane di Trento e alcuni di loro hannoabbracciato lo stesso sogno, portandodentro di loro quel fuoco che animòDaniele Comboni fin da piccolo.

Konrad Vedovelli

I Grandi:DANIELE COMBONI