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104
Research Collection Doctoral Thesis Studio sul dosaggio delle sostanze amare nelle droghe vegetali Author(s): Biaggini, Francesco Publication Date: 1957 Permanent Link: https://doi.org/10.3929/ethz-a-000113908 Rights / License: In Copyright - Non-Commercial Use Permitted This page was generated automatically upon download from the ETH Zurich Research Collection . For more information please consult the Terms of use . ETH Library

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Research Collection

Doctoral Thesis

Studio sul dosaggio delle sostanze amare nelle droghe vegetali

Author(s): Biaggini, Francesco

Publication Date: 1957

Permanent Link: https://doi.org/10.3929/ethz-a-000113908

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Proni. Mr. 2650

Studio

sul dosaggio delle sostanze amare

nelle droghe vegetali

TESI

PRESENTATA ALLA SCUOLA POLITECNICA FEDERALE

DI ZURIGO PER OTTENERE IL TITOLO DI DOTTORE

IN SCIENZE NATURALI

DA

FRANCESCO MUGGINI

FARMACISTA DIPLOMATO

DI GIUBIASCO (TICINO)

Referente : Sig. Prof. Dr. H. Flùck

Correferente : Sig. Prof. Dr. J. Buchi

Stampato dalla Tipografìa Giuseppe Maggiori

Via Madre Cabrini, 11 Milano (Italia)

1957

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AI MIEI CARI GENITORI

I

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Al Prof. Dr. Hans Fliick uno speciale ringraziamento per i preziosi

consigli e per l'interesse dimostrato durante lo svolgimento di questo mio

lavoro.

Al Prof. Dr. Arthur Linder e al Suo assistente Ing. dpi. Karl Abt i

miei più sentiti ringraziamenti per l'aiuto prestato nel stabilire i piani per

eseguire gli esperimenti biologici e per i calcoli statistici.

Inoltre ringrazio gli assistenti e il gruppo di studenti dell'Istituto di

farmacia, che si sono gentilmente prestati per le determinazioni biologiche.

II

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INDICE

pag.

INTRODUZIONE E PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA. .

1

PARTE GENERALE 4

I. AMARI 4

1. Introduzione 4

2. Definizione 4

3. Vista d'assieme delle principali piante medicinali conte¬

nenti sostanze amare e delle sostanze amare che esse con¬

tengono 5

4. Tabella secondo un sistema botanico delle principali piantemedicinali contenenti sostanze amare e delle sostanze amare

che esse contengono 5

5. Farmacologia degli amari 11

6. Uso terapeutico 12

7. Suddivisione degli amari 12

8. Gusto e costituzione 13

9. Chimica delle sostanze amare 14

10. Tabella di alcune sostanze amare e delle classi chimiche

a cui esse appartengono 15

11. Altre sostanze amare 16

A) Descrizione generale delle cinque droghe 16

a) Herba Absinthii 16

a') Definizione della Pharm. Helv. V 16

6') Composizione chimica '. 17

e) Farmacologia e uso terapeutico 17

b) Radix Gentianae 18

a) Definizione della Pharm. Helv. V 18

è') Composizione chimica 18

e') Farmacologia e uso terapeutico 19

e) Herba Centaurii 20

a) Definizione della Pharm. Helv. V 20

6') Composizione chimica 20

e') Farmacologia e uso terapeutico 21

d) Folium Menyanthidis 21

a) Definizione della Pharm. Helv. V 21

b') Composizione chimica 21

e') Farmacologia e uso terapeutico 21

IH

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e) Flavedo Aurantii amari 22

a') Definizione della Pharm. Helv. V 22

6') Composizione chimica 22

e') Farmacologia e uso terapeutico 22

PARTE SPECIALE

METODI CROMATOGRAFICI IN MODO PARTICOLARE CRO¬

MATOGRAFIA SU CARTA 23

Isolazione e cromatografia delle sostanze amare 23

Considerazioni generali sulla cromatografia su carta .... 23

1) Scopo di queste ricerche cromatografiche 26

2) Metodo pratico per sviluppare un cromatogramma ... 26

3) Fase mobile 28

4) Condizioni di sviluppo 28

5) Reattivi 29

CROMATOGRAFIA DELLE SINGOLE DROGHE....

29

A) Radix Gentianae 29

a) Cenni storici e ricerche fin ora reperibili nella bibliografia 29

b) Estrazione della genzipicrina dalla radice fresca di gen¬ziana 30

e) Cromatografia della genziopicrina 31

d) Reattivi per la genziopicrina 32

a') Reattivo alla benzidina 32

6') Reattivo al naftoresorcinolo 32

e') Reattivo al cloruro di tetrazolio 33

e) Estrazione delle sostanze amare dalla radice secca di gen¬ziana 33

/) Cromatografia dell'estratto ottenuto dalla radice secca di

genziana 33

g) Estrazione delle sostanze amare dalla radice fresca di gen¬ziana 34

h) Cromatografia dell'estratto della radice fresca di genziana 34

6) Herba Centaurii 35

a) Breve cenno storico e lavori fin'ora reperibili nella biblio¬

grafia 35

b) Estrazione delle sostanze amare contenute nell'erba di cen-

taurea minore 35

e) Cromatografia dell'estratto ottenuto dall'erba di centaurea

minore 36

IV

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pag.

C) Folium Menyanthidis 37

a) Cenni storici e lavori fin'ora reperibili nella bibliografia .37

b) Estrazione della sostanza amara dalle foglie di trifogliofibrino 38

e) Cromatografia della sostanza amara ottenuta dalle fogliesecche di trifoglio fibrino 38

D) Flavedo Aurantii amarii 39

a) Breve cenno storico e lavori fin'ora reperibili nella biblio¬

grafia 39

b) Metodo per l'estrazione delle sostanze amare dalla scorza

di arancio amaro 40

e) Cromatografia dell'estratto ottenuto dalla scorza di aran¬

cio amaro 40

d) Reattivo 41

E) Herba Absinthii 41

a) Cenni storici e lavori fin'ora reperibili nella bibliografia . 41

6) Sviluppo del metodo per estrarre le sostanze amare dal¬

l'erba di assenzio maggiore 43

a') Scelta del solvente 43

6') Difficoltà incontrate 44

e) Micrometodo per isolare quantitativamente le sostanze ama¬

re contenute nell'erba di assenzio maggiore .... 44

d) Cromatografia della polvere bianca ottenuta dall'erba di

assenzio maggiore 45

e) Reattivo 45

/) Visibilizzazione delle macchie 45

g) Considerazioni proprie sul metodo 46

PARTE PRIMA

METODO BIOLOGICO 48

I. Parte teorica 48

A) Introduzione al metodo biologico 48

B) Fisiologia del gusto 48

a) Localizzazione del gusto 48

b) Le condizioni affinchè una percentuale gustativa avvenga 49

e) Differenti speci di gusto 49

d) Altri fattori che possono influenzare il gusto .... 50

V

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pag.

C) Principali lavori un'ora reperibili nella bibliografia ... 50

D) Osservazioni riguardanti la determinazione del grado di ama¬

rezza 51

E) Proposta di un metodo per la determinazione del grado di ama¬

rezza agli scopi della Pharm. Helv. VI 52

a) Prescrizioni generali 53

ò) Determinazione della sensibilità gustativa 53

e) Determinazione del grado di amarezza della droga o del

medicamento 54

a') Assaggio preliminare 54

b') Determinazione principale 54

II. Parte sperimentale 55

A) Principii delle due serie di esperimenti 55

a) Esperimento primo 55

b) Esperimento secondo 55

e) Droghe studiate 56

B) Risultati 56

a) Risultati del primo esperimento 56

b) Risultati del secondo esperimento 58

C) Considerazioni sui risultati dei due esperimenti .... 62

a) Primo esperimento 62

ò) Secondo esperimento 63

D) Dispersione del metodo per la determinazione delle sostanze

amare 65

E) Considerazioni sul metodo e conclusione 68

F) Risultati di diverse determinazioni delle unità di amarezza da

me eseguite, con alcuni campioni delle cinque droghe trattate 68

a) Herba Absinthii 69

a') Risultati con la droga secca 69

b') Risultato con la droga fresca essicata da noi a tempe¬

ratura d'ambiente 69

b) Radix Gentianae 70

a') Risultati con la droga secca 70

b') Risultato con la droga fresca 70

e) Flavedo Aurantii amari 70

a') Risultati con la droga secca 70

d) Herba Centaurii 70

a') Risultato con la droga secca 70

e) Folium Menyanthidis 71

a') Risultato per la droga secca 71

VI

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PARTE SECONDA

pag.

I. Determinazione dell'olio essenziale nell'erba di assenzio, nella

scorza di arancio amaro e nella radice di genziana ... 72

A) Scelta del metodo 72

a) Metodo volumetrico 72

6) Metodo ossidimetrico 72

e) Metodo gravimetrico 73

II. Determinazione dell'olio essenziale nell'assenzio maggiore .74

A) Lavori fin'ora reperibili nella bibliografia 74

B) Lavori propri 78

a) Considerazioni generali 78

b) Quantità della droga da adoperare per la determinazione 78

e) Durata della distillazione (con diagramma) .... 78

d) Risultati per il raccolto 1954 79

e) Risultati per il raccolto 1955 79

/) Ricerche su un campione di erba di assenzio maggioreraccolto di fresco 80

g) Osservazioni e conclusioni 80

III. Determinazione dell'olio essenziale nella radice di genziana . 81

A) Lavori fin'ora reperibili nella bibliografia 81

B) Lavori propri 81

a) Scelta del metodo di determinazione 81

b) Quantità da adoperare per ogni determinazione... 81

e) Durata della distillazione 82

d) Risultati 82

IV. Determinazione dell'olio essenziale nella scorza di arancio

amaro 83

A) Lavori fin'ora reperibili nella bibliografia 83

B) Lavori propri 85

a) Quantità di droga da adoperare per ogni determinazione 85

ò) Durata della distillazione (con diagramma) .... 85

e) Risultati 85

RIASSUNTO 87

Bibliografia 90

VII

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INTRODUZIONE E PRESENTAZIONE DEL PROBLEMA

Alcune piante, contenenti sostanze amare, sono ancora annoverate nelle

farmacopee di quasi tutti gli Stati, benché, il vero valore terapeutico degliamari, non sia ancora ben studiato.

In nessuna di queste farmacopee, per quanto noi sappiamo, si trova

però un metodo per determinare questi amari.

Sul mercato esistono campioni di queste piante medicinali, con purezza

e contenuto differenti; è quindi utile e necessario escogitare un sistema

di analisi quantitativo, per eliminare le droghe che mostrassero un conte¬

nuto troppo basso in sostanza attiva.

Una grande importanza ha assunto in questi ultimi tempi il metodo

di determinazione biologico; al presente già adoperato nella Pharm. Helv. V

per la determinazione della digitale, delle saponine, della vitamina A e della

vitamina D ecc. A mio avviso, però, un metodo chimico rappresenterebbela via migliore per tale ricerca, perchè con esso si otterrebbero risultati più

precisi, che con qualsiasi altro metodo.

Tutti i processi per la determinazione delle sostanze attive nelle droghe

avvengono in tre fasi differenti:

1) In un primo tempo si provvede all'estrazione della sostanza dalla droga.

2) In un secondo tempo si isola la sostanza attiva dalle sostanze che l'ac¬

compagnano.

3) Da ultimo, si procede alla vera determinazione quantitativa, sia per

via gravimetrica, titrimetrica o per altre vie a seconda dei casi.

La fase più difficile è quasi sempre la seconda, specialmente nel caso

delle sostanze amare, per l'isolamento delle quali si presentano grandi dif¬

ficoltà: prima di tutto perchè sono presenti in quantità relativamente pic¬

cole, in secondo luogo per la loro già sperimentata instabilità, in terzo

luogo, perchè la loro costituzione chimica in parte non è ancora conosciuta.

Infatti la maggior parte delle sostanze amare se non si prendono

speciali precauzioni all'aria subisce facilmente trasformazioni, sia per ossi¬

dazione che per altri processi chimici che si manifestano già durante

l'estrazione. Per esempio l'absintina all'aria diventa gialla perdendo il suo

gusto amaro.

— 1 —

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In alcune pubblicazioni fin'ora esistenti in questo campo, si è cercato

di estrarre possibilmente a freddo e il più rapidamente possibile.Oggigiorno è molto usato il metodo cromatografico, sia di assorbi¬

mento che di ripartizione.Le 5 droghe seguenti rimarranno nella Pharm. Helv. VI per la deter¬

minazione delle sostanze amare in esse contenute; abbiamo cercato di tro¬

vare un metodo che servirà agli scopi della stessa.

Enumerazione delle cinque droghe

1) Herba Absinthii

2) Radix Gentianae

3) Flavedo Aurantii amari

4) Herba Centaurii

5) Folium Menyanthidis.Le altre piante medicinali, contenenti sostanze amare che sono nella

Pharm. Helv. V, non le abbiamo trattate, perchè esistono già dei metodi

per la loro determinazione.

Per esempio la condurangina nella corteccia di condurango (1).In una parte speciale del mio lavoro ho analizzato qualitativamente, per

mezzo della cromatografia su carta le suddette droghe; ho cercato anche

di vedere se questi cromatogrammi danno la possibilità di una valutazione

quantitativa; infine ho tentato di isolare in piccola scala alcune di queste

sostanze amare.

Numerose sono le difficoltà che si incontrano nell'isolare quantitati¬vamente le sostanze amare dalla droga; il metodo chimico è stato da me

scartato perchè:

1) In una pianta medicinale dove si trovano più sostanze amare può

capitare che due campioni, pur mostrando un ugual contenuto in so¬

stanza attiva, possono possedere una differente azione amara.

2) L'azione degli amari, secondo le cognizioni odierne, si basa princi¬palmente sul gusto per l'amaro. Quando questo lavoro era già termi¬

nato Stewart Wolf and Marian Mack (169) pubblicarono un lavoro

nel quale dicono di dubitare che, le sostanze amare, se introdotte nella

bocca, provochino un'azione secretoria nello stomaco, su questo argo¬

mento però non è ancora stata detta l'ultima parola.Perciò sembra, per il momento, più logico attuare per la determina¬

zione di queste droghe un metodo fisiologico, Per i motivi elencati sopra,

— 2 -.

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siamo passati alla determinazione biologica delle sostanze amare, e ciò costi¬

tuisce la prima parte del mio lavoro.

La « Radix Gentianae », P« Herba Absinthii », il « Flavedo Aurantii

amari » contengono oltre le sostanze amare, anche olio essenziale, per¬

tanto il loro potere curativo è aumentato.

Per avere una determinazione quantitativa completa di queste droghe,sono passato a determinare l'olio essenziale in esse contenuto, anche per¬

chè nella Pharm. Helv. VI. è previsto a questo riguardo l'introduzione di

un metodo.

Ho quindi analizzato, con questo metodo, il maggior numero possibiledi droghe, per poter creare le basi su cui stabilire il contenuto minimo in

sostanza attiva che la Parm. Helv. VI dovrà esigere. Ciò costituirà la seconda

parte del mio lavoro.

— 3 —

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PARTE GENERALE

I. AMARI

1. Introduzione

Gli amari hanno avuto fin dai tempi più remoti una grande impor¬

tanza per i popoli.A parte i poteri farmacologici, che dipendono dal gusto amaro, è

sempre valsa l'idea, che medicine amare siano più efficaci, di altre grade¬voli al gusto. Questa idea da molto tempo diffusa nei popoli persiste an¬

cora. Korte (2) dice, troviamo gli amari già descritti nei libri del 1500.

2. Definizione

Mi sembra a questo punto utile dare una definizione alle sostanze

amare.

Gli amari presi in un senso molto largo, sono tutte le sostanze che

posseggono gusto amaro.

Nella bibliografia moderna il concetto di amaro, si limita a quelle so¬

stanze con gusto amaro, la cui costituzione chimica non è ancora stata

spiegata, e la cui azione farmacologica è dovuta principalmente al loro

gusto amaro.

Come per esempio, l'absintina nell'erba di Assenzio maggiore, la me-

niantina nelle foglie di trifoglio fibrino, la genziopicrina nella radice di

Genziana, (però la costituzione chimica di quest'ultima da due anni è cono¬

sciuta) (3).Da ciò che è stato detto sopra risulta che il numero delle sostanze

amare, nel concetto moderno della parola, va sempre più restringendosicol progredire delle ricerche chimiche.

In questa parte generale del mio lavoro tratterò, secondo il concetto

moderno di amaro, soltanto le sostanze amare (che chiamerò coi nomi di

— 4 —

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amari, amaro, sostanze amare, sostanza amara a seconda dei casi) com¬

prese nella definizione sopra citata e contenute nelle droghe studiate

Alla fine di questo capitolo farò anche un cenno su alcune altre so¬

stanze amare che non sono comprese nella definizione.

3. Vista d'assieme delle principali piante medicinali contenenti

sostanze amare, e delle sostanze amare che esse contengono

Qui espongo un quadro generale delle piante medicinali e delle sostan¬

ze amare che per il loro gusto sono state adoperate da alcuni secoli ad oggi.

Questa vista d'assieme comprende in gran parte quelle sostanze la cui

costituzione chimica fin'ora non è ancora stata trovata.

Per quel che riguarda la distribuzione di tali piante medicinali nel

sistema botanico, le troviamo specialmente frequenti nelle famiglie delle

Genzianacee, delle Loganiacee, delle Composite, delle Simarubacee ecc.

Ho cercato di riunire i principali amari nella tabella seguente, che

però non ha alcuna pretesa di completezza.Per l'allestimento di questa tabella mi sono servito molto di un lavoro

pubblicato da Korte (2).

4. Tabella secondo un sistema botanico delle principali piantemedicinali contenenti sostanze amare e delle sostanze amare

che esse contengono

FamigliaPianta medicinale

e droga

Sostanza

amara

Formula

bruta

Biblio¬

grafia

Parmeliaceae

(appartenente al¬

l'unità botanica

Cryptogamae)

*

Cetraria islandica Ach.

Lichen islandicus

Cetraria islandica Ach.

Cetrarina

Lichesterina.

Acido protoli-chesterinico

C19H22O4

(4)

(5)

Cupressaceae

Abietaceae

(appartenenti al¬

l'unità botanica

Phanerogamae,divisione Gymno-spermae)

Juniperus communis L.

Fructus Juniperi

Picea excelsa Poir.

Larix Mill.

Pix liquidaAbies L.

Balsamum canadense

Juniperina

Piceina

Coniferina

C14H180-

C16H22O8

(6)

(6)

(7)

— 5 —

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FamigliaPianta medicinale Sostanza Formula Biblio¬

e droga amara bruta grafia

Araceae * Acorus calamus L.

Rhizoma Calami

Acorina (6)

Liliaceae * Aloe ferox L.

Aloe

Veratrum album L.

Rhizoma Veratri

Aloina

Veratramarina

CatHaoOs (6,8)

Iridaceae * Crocus sativus L.

Crocus

Picrocrocina Clerico? (9)

* Queste famiglie appartengono all'unità botanica Phanarogamae, divisione Angio¬spermae, classe delle Monocotyledoneae.Le famiglie che seguono, nella tabella, appartengono all'unità botanica Phanerogamae,divisione Angiospermae, classe Dicotyledonae.

Piperaceae

Salicaceae

Urticaceae

Ranunculceae

Piper methysticum Forst.

Radix Kava-Kava

Salix spec. div.

Humulus lupulus L.

Lupulinum

div. Ranunculus

div. Anemone

Herba Anemonis

Kavaina

Salicoside

Umulolo

Lupulolo

Anemonina

Protoanemonina

CuHuOs

CiaHiaO?

CmHaoOs

C»Has04

CioHsO*

(10)

(6)

(11,12)

(13)

(14)

(14)

Berberidaceae * Podophyllum peltatum L.

Podophyllinum

Podofillotossina

Picropodofillina CassHseOs

(6)

(15,16)

Menispermaceae Chondodendron tomento-

sum R. P.

Radix Pareirae br.

Anamirta cocculus Wight e

Arnott.

Semen cocculi indici

Jatrorrhiza palmata Lam.

Miers.

Radix Colombo

Bebeerina

Picrotossina

Jatrorrhizina

Colombamina

CsoHwOi»

G20H32O7

CaoHaaOe

(17)

(18)

(6)

(6)

Saxifragaceae Bergenia crassifolia Moench.

Radix Bergeniae

Bergenina CuHwOtt (19)

Leguminoseae Caesalpina bonducella Flem.

Semen Bonducellae

Bonducina CaoHsaOs (20)

Adoperato maggiormente come lassativo.

— 6 —

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FamigliaPianta medicinale

e drogaSostanza

amara

Formula

bruta

Biblio¬

grafia

Rntaceae Evodia rutaecarpa Hook.

Cortex Evodiae rut.

Cusparia H. B. K.

Cortex Angosturae

Galipea officinalis Hancock.

Cortex Galipeae

Citrus vulgaris Risso, sub¬

species amara

Flavedo Aurantii amari

Citrus medica subspecies li-

monum (R.) Hoocker.

Fructus et Semen Citri

Citrus bergamia Risso.

Fructus et Semen Citri ber¬

gamia

Evodina

Cusparina

Angosturina

Auranziamarina

Esperidina

Isoesperidina

Limonina

Isolimonina

Citrolimonina

Bergamottina

C&H12O5

C22H27O7

CaoHaoOg

CaiHaaO*

(21)

(22)

(6)

(6)

(23)

(6)

(24)(24)

(25)

(26)

Simarubaceae Quassia amara L.

Lignum QuassiaePicrasma excelsa Planchon

Lignum Quassiae

Simaruba amara Aubl.

Cortex Simarubae

Simaba Cedron Planchon

Semen Cedronis

Ailanthus glandulosa Desf.

Flos et Cortex ailanti

Samadera indica Gartn.

Cortex Samaderae

Quassina

NeoquassinaPicrasmina

Simarubina

Simarubeina

Cedrina

Ailantina

Samaderina

C^tlsoVJc

CisHa^Oe

CsiHmOt

C82H64O10

CaeHsoOio

Gì&HmOh

(27)

(27)

(6)

(28)

(28)

(29)

(30)

(31)

Polygalaeeae Polygala amara Jacq. e P.

Radix et Herba Polygalaeamarae

Poligalina (32)

Euphorbiaceae Phyllantus niruri L.

Herba Phyllanti n.

Croton eluteria Benn.

Cortex Cascarillae

Fillantina

Cascarillina

CaoH370s

CisHisO*

(6)

(6)

Hippocastana-ceae

Aesculus hippocastanum L.

Flores, Fructus, Cortex Hip-pocastani

Aescolina

Afrodescina

Argirescina

CinHieO» (33)

(6)

(6)

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FamigliaPianta medicinale

e drogaSostanza

amara

Formula

bruta

Biblio¬

grafia

Tiliaceae Tilia ulmifolia Scop.

Flores Tiliae

Corchorus capsularis L.

Fructus Capsularis

Tiliadina

Tìliacina

Corchoretina

C21I182O2

C12H18O3 (34)

Umbelliferae Seseli indicum D. C. e S.

Fructus Seseli indici

Athamanta oreoselinum L.

Herba Oreoselini

Ferula spec. div.

A sa foetida

Angelica arcangelica L.

Radix et Herba Angelicae

Dorema ammoniacum Don.

Ammoniacum

Peucedanum officinale Koch

Radix Peucedani off.

Imperatorium ostruthium L.

Radix Imperatoriae

Heracleum sphondylium L.

Radix Heraclei sph.

Pimpinella saxifraga

Radix Pimpinellae

Seselina

Athamantina

Umbelliferone

Angelicina

Ammoresinolo

Peucedanina

Imperatorina

Peucenina

Pimpinellina

Isopimpinellina

Pimpinellina

Isopimpinellina

C14H12O3

CatHsoU7

CsHcOs

CiiHeOa

C24H28O8

CisH^Oa

C16XI14O4

CisHieO*

C13H10O5

CisHioOb

(35)

(36)

(37)

(38)

(37)

(39)

(40)

(41)

(42)

(42)

Oleaceae Fraxinus excelsior L.

Folium et Cortex Fraxini

Frassina CieHisOio (431

Oleaceae Syringa vulgaris L.

Llores Syringae vulgaris

Ligustrum vulgare L.

Folium Ligustri

Jasminum odoratissimum L.

Flos Jasmini odor.

Siringina

Siringopicrina

Jasmopicrina

C17H24O9 (44)

(6)

(6)

Loganiaceae Strychnos nux vomica L.

Semen Strychni

Loganina CnHaiOio (45)

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FamigliaPianta medicinale

e drogaSostanza

amara

Formula

bruta

Biblio¬

grafia

Gentianaceae Gentiana lutea L.

Radix Gentianae

Gentiana purpurea L.

Radix Gentianae pur.

e altre speci

Erythrea centaurium Per-

soon

Herba Centaurii

Swertia chirata Ham.

Radix Swertiae eh.

Swertia perennis Ham.

Radix Swertiae per.

Chlora perfoliata Wild.

Radix Chlorae perf.

Menyanthes trifoliata

Folium Menyanthìdis

Genziopicrina

Genziina

Eritramarina

Eritaurina

Genziopicrina

Chiratina

Genziopicrina

Swerziamarma

Genziopicrina

Genziopicrina

Meniantina

CieHsoOg

C25H36O14

C16H20O9

C10H20O9

C101Ì20O9

C10H2OUB

Ci-iHaeOio

(46)

(49)

(47)

(48)

(48)

(49)

(50)

(49)

(51)

(49)

(49)

(52)

Asclepiadaceae Marsdenia Condurango Rei-

chenbach fil.

Cortex Condurango

Vincetoxicum officinale

Moench.

Radix Vincetoxici

Condurangina

Vincetossina

OoHeoOie (53)

(54)

Cuscutoideae Cuscuta europea L.

Herba Cuscutae eur.

Cuscutina

Cuscutalina CisHioOj (55)

Verbenaceae Verbena officinalìs L.

Herba Verbenae off.

Clerodendron infortuna-

tum L.

Lignum Clerodendri

Verbenalina

Clerodina

C171124O10

CisHisOs

(56)

(57)

Labiatae Marrubium vulgare L.

Herba Marrubii Vul.

Marrubina CaoHasO* (58)

Scrophularia-ceae

Euphrasia offic. L.

Scrophularia spec. div.

Herba Scrophul. off.

Antirrina

Cimballarina

(6)

(6)

(6)

Rubiaceae Cinchona succirubra e altre

speci

Cortex Cinchonae

Chinovina CaoH^sOs (59)

_ 9 _

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FamigliaPianta medicinale

e drogaSostanza

amara

Formula

bruta

Biblio¬

grafia

Cucurbitaeeae Ecballium elaterium Rich.

Fructus Ecbtdli

Citrullus colocyntidis L.

Schade.

Fructus Colocyntidis

a-Elaterina

P-Elaterina

P-Elaterina

CasHiaO? (60)

Compositae Achillea millefolium

Herba Millefoli Achilleina

Achillea moschata e altre

speci

Herba Achill. mosch.

Achilleina

(61)

(62)

Inula helenium L.

Radix Helenii

Isoalantolattone,

Diidroisoalanto-

lattone, alanto-

lattone

CisHaoOs (63,64)

Artemisia cinae Artemisina CisHisO* (65)

Flos Cinae Berg.

Artemisia maritima L. Santonina OsHisOa (66)

Artemisia absinthii L. Absintina C15H20O4 (6)

Herba Absinthii Anabsintina C18II24O4 (6)

Artemisia pontica Willd, A.

genipi Weber, A. laxa

Lam. Fr., A. glacialis L.,etc.

Arnica montana L. Arnicina (6)

Flos Arnicae

Cnicus benedictus L. Cnicina (6)

Herba Carditi benedicti

Taraxacum officin. With. Tarassina (6)

Radix Taraxaci

Lactuca virosa L. Lattucina,

Herba Lactucae virosae Lactucopicrina CisHioOs (67)

Cichorium intybus L. Cicorina (68,69)

Radix Cichor. Intubina CisHieO»

Tanacetum off. Tanacetina (6)

Herba Tanaceti

— 10 —

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5. Farmacologia degli amari

Prima di passare alla descrizione dei singoli amari, voglio citare

ancora le ipotesi, che sono state emesse per spiegare l'azione degli amari

in generale.

Seguo qui l'esposizione di Ramms (70).

1) Traube (70) pensa che gli amari aumentino la pressione sanguigna,favorendo così la secrezione gastrica.

2) Secondo Buchheim (70) gli amari modificano i processi di fermen¬

tazione e di putrefazione del contenuto dell'intestino.

3) Hofmeister e Pohl (70) credono che gli amari abbiano il potere di

trattenere i globuli bianchi sulle pareti dell'intestino, aiutando così

l'eliminazione dei peptoni, ritenuti velenosi, per mezzo dei leucociti.

4) Ludwig crede in un'azione diretta degli amari sui nervi secretori, che

innervano il tessuto glandulare (70).Secondo Kohler (70) questa ipotesi, può essere riconosciuta soltanto,

se l'ipotesi di Traube sia stata dimostrata sperimentalmente sbagliata; poi¬ché secondo Traube l'aumento dell'attività delle ghiandole è indiretta, men¬

tre secondo Ludwig, l'azione è diretta.

Moorhead (71) dimostrò coi suoi esperimenti sui cani, che l'ipotesidi Ludwig era sbagliata. Per eseguire questi esperimenti, provocò un inde¬

bolimento generale per mezzo di prelevamenti di sangue, così che gli animali

si trovavano in uno stato di inappetenza.In questi casi gli amari agiscono in modo tale che, aumentano sia la

quantità di acido cloridrico libero nel succo gastrico, come l'acidità totale.

Per ottenere questo risultato gli amari devono però agire sulle mucose

della bocca, provocando un gusto amaro.

Se introdotti direttamente nello stomaco non si ottiene nessun risul¬

tato; il gusto amaro è quindi la causa per cui le ghiandole dello stomaco,

attraverso un riflesso, vengono messe in funzione.

Se gli amari vengono sperimentati introducendoli nella bocca di ani¬

mali sani, provocano solo un piccolo aumento secretorio nello stomaco (73).Si tratta di un'esperienza che si è già potuta constatare con altri medica¬

menti: la digitale agisce poco sulla circolazione dell'uomo sano, gli anti¬

piretici influenzano poco la temperatura dell'uomo normale, i diuretici som¬

ministrati all'uomo sano provocano solo una piccola diuresi: in poche

parole l'organo ammalato reagisce più energicamente ai medicamenti del-

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l'organo sano.

Gli esperimenti riguardanti i movimenti peristaltici hanno dato buoni

risultati; secondo Heubner (72) sembra che nei cani piccole quantità di

amari facilitino il passaggio del contenuto dello stomaco nell'intestino tenue,

mentre una grande quantità agisce in modo contrario.

Conteggi di corpuscoli sanguigni eseguiti su persone sane e su persone

anemiche, prima e dopo aver ingerito piccole dosi di sostanze amare,

hanno dimostrato che una piccola quantità di amari introdotti nella bocca

provocano nei due casi un'aumento sia dei globuli bianchi che dei globulirossi. (73)

Osservazioni

Giova considerare che questi risultati, che talvolta si contradicono, sono

stati ottenuti nella maggior parte dei casi con sostanze non pure o addi¬

rittura con estratti di droghe. Occorrerà quindi controllare questi dati, sia

nel loro valore farmacologico, sia nel loro valore clinico, attendendosi alle

sostanze amare pure prima di poter formulare un giudizio sicuro sul valore

terapeutico delle piante contenenti sostanze amare.

6. Uso terapeutico

L'uso delle piante medicinali contenenti sostanze amare giova in caso

di dispepsia, dove l'attività motrice e secretoria dello stomaco è diminuita;

in caso di anemie e di convalescenza dopo malattie che indeboliscono lo

stato generale.Le indicazioni cliniche degli amari sono: mancanza d'appetito, op¬

pressione e stitichezza.

L'indebolimento generale è molte volte la causa di una insufficiente

attività dello stomaco, gli amari vengono usati in modo efficace in questi

casi, poiché sono in grado di migliorare la digestione, possono essere

quindi adoperati direttamente o combinati con ferro per combattere le

anemie.

7. Suddivisione degli amari

Esistono quattro categorie di amari.

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1) Gli amari puri: sono piante medicinali il cui principio attivo è costi¬

tuito soltanto dalla sostanza o dalle sostanze amare.

Per esempio: le foglie di trifoglio fibrino (sostanza amara: menian-

tina), l'erba di centauro (sostanza amara: genziopicrina).

2) Gli amari aromatici: sono piante medicinali, che oltre alle sostanze

amare contegono anche olii essenziali, che aumentano l'azione farma¬

cologica delle stesse.

Per esempio : l'erba di assenzio maggiore, e la scorza di arancio amaro.

3) Gli amari mucilaginosi: sono piante medicinali che oltre alle sostanze

amare, contengono anche sostanze mucilaginose.

Per esempio: il lichene islandico.

4) Gli amari acri: sono piante medicinali, che oltre alle sostanze amare

contengono olii essenziali con gusto molto piccante.

Per esempio: il rizoma di zenzero.

8. Gusto e costituzione

Interessante sarebbe stabilire un rapporto tra costituzione chimica e

gusto amaro; conoscere quindi quali siano i processi fisico chimici che

destano il gusto amaro (74); ma nonostante molti lavori sperimentali si

può dire in merito ancora poco (74).

Il gusto salato e acido si possono più facilmente mettere in relazione

con la costituzione chimica, che non il dolce e l'amaro.

Si distinguono quattro speci di gusto:

Dolce, acido, salato, amaro.

La maggior parte delle 9.000 cellule gustative, che si contano nel¬

l'uomo, si trovano distribuite in parti ben determinate della lingua; esse

hanno una sensibilità specifica per i quattro tipi di gusto. Così si spiega

il fatto che i quattro gusti si percepiscono nelle differenti parti della lingua.

Gusto amaro.

Il gusto amaro si trova nelle più svariate classi di sostanze.

Nel campo dei sali anorganici, con l'aumentare del peso molecolare,

si passa dal gusto salato all'amaro.

Cohn stabilisce simili relazioni (75) tra il gusto dolce e il gusto amaro

nel campo delle sostanze amare. Spesso così gli omologhi superiori delle

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sostanze dolci sono amare, per esempio:La valerobetaina e la caprobetaina sono dolci, mentre la betaina del-

Pacido aminopentadecilico è amaro (76).La costituzione chimica di molte sostanze amare, che si trovano in

natura, pon è ancora conosciuta.

La più parte però sembra avere carattere di lattone, terpene o simili

alla naftalina.

Curioso è il fatto che molti amari in soluzione alcalina perdono il

loro gusto amaro; poiché in queste condizioni un anello lattonico si apre,

sembra che il gusto amaro dipenda dall'esistenza dello stesso.

Se consideriamo l'intensità con la quale i quattro gusti vengono per¬

cepiti, troviamo che il gusto amaro è di gran lunga il meglio sentito, come

si vede dai seguenti quattro esempi.

Gusto salato : il cloruro di sodio lascia ancora gusto salato in una dilui¬

zione 1 : 5 000.

Gusto acido: l'acido idroclorico lascia ancora gusto acido in una di¬

luizione 1 : 50 000.

Gusto dolce: la saccarina lascia ancora gusto dolce in una diluizione

1 : 100 000.

Gusto amaro: la brucina lascia ancora gusto amaro in una diluizione

1 : 4 500 000.

9. Chimica delle sostanze amare

La maggior parte delle sostanze amare contengono ossigeno e sono

prive di azoto, hanno una reazione neutra, sono incolori e all'aria facil¬

mente si trasformano. Sono anche molto difficili da ottenere allo stato cri¬

stallino e se sono sotto forma di glucosidi, si sciolgono nell'acqua. In gene¬

rale sono molto solubili in alcool e in cloroformio, sono però poco solubili

nell'etere di petrolio e facilmente il carbone le assorbe.

La prova biologica gustativa è in generale il solo metodo per deter¬

minare la concentrazione delle loro soluzioni; nonostante ciò con questo

metodo gustativo, introdotto da Wasicky (77), si può calcolare approssi¬mativamente il contenuto in sostanza amara.

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10. Tabella di alcune sostanze amare e delle classi chimiche a cui

esse appartengono

La tabella seguente serve a dare un'idea della varietà delle classi chi¬

miche a cui le sostanze amare appartengono.

Sostanza amara Formula bruta Classe chimica Bibliografia

Piceina

Coniferina

Siringina

CuHmOt

CioHaaOg

CkHbiOb

Alcool aromatico

(6)

(6)

(44)

Umulolo

Lupulolo

CaiHsoOs

CasHasO*Phenilchetone

(12,12)

(13)

Podofillotossina

Picropodofillìna

Alantolattone

Isoalantolattone

C23H23O6

CsaHaaOs

CisHaoOa

Derivati della

tetraidronaftalina

(6)

(15,16)

(64)

Limonina

Isolimonina

Colombamina

C32H27O7

C22H27O7

CajHaaOe

Derivati della 1,2,5-trimetilnaphtalina

(24)

(6)

Elaterina CsMliasO? 1,4 dimetil-naftalina (60)

Santonina

Artemisina

CiisHisOa

CisHisO*Sesquiterpeni

(66)

(65)

Picrocrocina

Picrotossina

CieHaeOi

CsoHwOiaTerpeni

(6)

(18 )

Aloina

Barbaloina

CaoHaoOs

CaoHigOs

Ossimetilantrachi-

nonglucosidi

(6,8)

(8)

Acorina

Genzjopicrina

Tiliacina

Frassina

Condurangina

LoganinaMeniantina

CieHaoOs

CieHisOlo

C»HeoOi6

Ci7H»Oii)

CitHjbOw

Glucosidi con agluco-ni diversi

(6)

(49)

(6)

(43)

(53)

(45)

(52)

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11. Altre sostanze amare

1) Sostanze amare che oltre alla loro azione farmacologica specifica, ven¬

gono usate anche come amari propriamente detti.

Tre caratteristici esempi:La strichnina: l'azione più caratteristica di questo alcaloide è quella

sul sistema nervoso centrale. Le soluzioni ed i preparati galenici che con¬

tengono la strichnina hanno un sapore fortemente amaro, esercitano una

netta azione eupeptica, come tutti gli amari, provocando un'aumento della

secrezione gastrica.La chinina: altro alcaloide che viene usato come amaro.

E' una sostanza molto efficace per combattere la malaria, possiede an¬

che un'azione antipiretica; però la chinina presa per bocca nei suoi pre¬

parati galenici, come tutti gli amari, agisce come eupeptico. Ciò giustificala presenza della chinina in stomachici e aperitivi.

Antrachinoni: la reoemodina, la frangulaemodina ecc. sono sostanze

che esercitano un'azione prettamente purgativa.Oltre all'azione purgativa, fa parte del loro quadro farmacogiloco una

azione eupeptica dovuta al sapore amaro. Ciò che giustifica la presenza di

queste sostanze negli aperitivi, « Bitter » e liquori.2) Sostanze amare con azione farmacologica propria specifica, che non

vengono però adoperate come amari.

Tra gli alcaloidi troviamo:

La brucina, la narcotina, l'atropina ecc.

Tra i glucosidi:Tutti i differenti della digitale.Tra gli antibiotici: la chloromicetina possiede un gusto molto amaro.

A) DESCRIZIONE GENERALE DELLE CINQUE DROGHE.

In questo capitolo diamo la descrizione delle droghe, la loro compo¬

sizione chimica e la loro farmacologia.Per quel che riguarda le sostanze amare in esse contenute, daremo

una descrizione più vasta delle singole droghe nella parte introduttiva riser¬

vata alla cromatografia su carta.

a) Herba Absinthii

a') Definizione della Pharm. Helv. V

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Le foglie essiccate e le sommità fiorite degli steli dell'Artemisia Ab-

sinthium L. (Compositae).In commercio esiste in tre forme:

La droga composta soltanto dalle foglie.La droga composta soltanto dalle sommità fiorite.La droga composta dalle foglie e dalle sommità fiorite.

b') Composizione chimica

L'erba di Assenzio maggiore contiene due sostanze amare, l'absin-

tina e l'anabsintina, che si trovano diffuse in tutta la pianta, ma in modo

speciale nei caratteristici peli a forma di T.

Olio essenziale : che si trova « immagazzinato » per la maggior partenelle ghiandole epidermiche, e in canali secretori diffusi in tutta la pianta.Esso è composto dal Thujolo (libero o esterificato) in quantità del 25 %al 70 % e dal Thujone (un chetone che si trova anche nella Salvia e nel

Tanaceto). Accanto a queste sostanze si trovano terpeni e sesquiterpeni.

e') Farmacologia e uso terapeutico.

La sostanza attiva principale è Vabsintina. Nel presente capitolo rap¬

presenta la somma delle sostanze amare più o meno pure contenute nel¬

l'assenzio maggiore; farmacologicamente fu studiata e sperimentata da

Roux (78).

Questi sostiene che non è velenosa. La somministrò a galline in dosi

di due grammi, senza notare alcun effetto nocivo e continuò a sommini¬

strarla in piccole dosi per lungo tempo, senza constatare reazioni secon¬

darie nocive, osservò soltanto che agiva sui movimenti peristaltici.Nella medicina umana prescriveva il medicamento due volte al giorno

ca. 1/4 d'ora prima dei pasti in dosi da 0,1 a 0,25 in capsule di gelatinaa causa del gusto estremamente amaro. Ottenne buoni risultati in casi di

anemie, aneroxie e costipazione di convalescenti.

Wiesner (79) raccomandò per gli stessi scopi, due o tre volte al giorno

prima dei pasti 0,1 a 0,2 grammi in capsule di gelatina.Secondo Fawitzki (80) l'absintina, se presa poco prima dei pasti, ha

il potere di aumentare la secrezione dell'acido cloridrico.

Il valore in altre malattie è ancora incerto; come antelmintico non ha

nessun valore pratico. Se una volta l'assenzio veniva usato come antel¬

mintico, i risultati ottenuti erano dovuti sicuramente all'olio etereo (Thujo¬ne. Thujolo), e all'artemisina, sostanza simile alla santonina.

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Cazin (81) ha ordinato con successo a persone mal nutrite ogni mat¬

tina, da 30 a 100 gr di infuso di assenzio.

Azione farmacologica della droga totale

Uno speciale accenno, che ha notevole importanza pratica, merita la

elevata tossicità dell'assenzio, per il fatto che la droga non manca mai nei

comuni aperitivi, amari ecc. di cui si fa largo uso.

L'intossicazione prodotta da tali bevande, prese più che altro a scopo

voluttuario, ha preso il nome di absintismo. Esso è caratterizzato da un

forte eccitamento del sistema nervoso centrale, con vertigini, allucinazioni

e crisi maniache: tale azione è dovuta al Thujolo contenuto nell'olio etereo.

b) Radix Gentianae

a') Definizione della Pharm. Helv. V

La radice di Genziana lutea (Gentianaceae - Gentianoideae), raccolta

in autunno munita del rizoma, liberata dai resti dello stelo e delle foglie,

essiccata rapidamente senza preventiva fermentazione, a 50°/60°.

La radice di genziana in commercio si presenta tagliata in frammenti

più o meno lunghi, irregolari e contorti.

Il colore grigio-giallastro dello stato fresco, si mantiene se la droga

è stata essiccata secondo le prescrizioni della Pharm. Helv. V, o se i fer¬

menti sono già stati distrutti prima dell'essiccamento. Se la radice viene

essiccata invece dopo fermentazione assume una tinta bruna spesso ricer¬

cata dal compratore.A questo punto trovo utile dare una spiegazione alla parola « fer¬

mentazione ».

La radice di genziana fermentata è quella nella quale l'azione distrut¬

trice dei fermenti ha già agito.La radice di genziana non fermentata è in primo luogo la radice fresca

e in secondo luogo quella nella quale i fermenti sono già stati distrutti.

Questo processo di distruzione dei fermenti nella terminologia della

conservazione delle droghe, si chiama stabilizzazione.

b') Composizione chimica

Glucosidi

Fino a un paio di anni fa si credeva, che la radice di genziana con¬

tenesse tre glucosidi:

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La genziopicrina, la genziina e la genziamarina.Due anni orsono Korte (82), in una pubblicazione, scriveva di esser

riuscito a dimostrare che la genziamarina non è altro che la genziopicrina

impura.

Zuccheri

Diversi zuccheri sono contenuti nella radice di genziana: glucosio,

fruttosio, xilosio, gentianosio e gentiobiosio (quest'ultimo è uno zucchero

con un gusto leggermente amaro, Bourquelot e HÉRISSEY (83) l'hanno

isolato allo stato cristallino).

Olio etereo

L'olio etereo si trova diffuso in tutti i tessuti, e sciolto nell'olio grasso

contenuto nella radice di genziana.Brack (84) che lo studiò chimicamente, lo descrive come un'olio di

un colore bruno e di un odore penetrante; in esso isolò dal 15 % al 17 %

di componenti acidi e un chetolattone.

Altri componenti

La genziana, un alcaloide (Ci0H9O2N), fu isolata per la prima volta

da Proskurnina (85), da una specie di genziana che cresce in Russia.

Sette anni più tardi Steinegger e Weibel (86) riuscirono a isolarla

dalla genziana lutea; essi isolarono anche una sostanza basica non ancora

conosciuta dalla formola bruta (C10H12--13O2N) e con un punto di fu¬

sione 161°/162°.La radice di genziana contiene inoltre la gentisina un colorante, fito-

sterina, sostanze mucilaginose, frementi (invertina, emulsina, ossidasi).

e') Farmacologia ed uso terapeutico

Col nome di genzianina gli autori di una volta intendevano un estratto

più 0 meno puro contenente le sostanze amare della radice di genziana; è

da notarsi quindi che questa non è da confondersi colla genzianina, alca¬

loide isolato dalla radice di genziana.A questo punto conviene ricordare ciò che ho già detto, parlando della

farmacologia degli amari in generale, a pagina 15. Giova considerare che

questi risultati sono stati ottenuti con sostanze non pure o addirittura con

estratti di droghe.

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Bradsley (87) somministrava la genzianina sotto forma di pillole, nei

diversi disturbi digestivi.Magendie la ordinava in casi di digestione lenta, sia sotto forma di

goccie (0,3 : 30) che di sciroppo (88).

La genzianina venne adoperata anche in caso di febbre intermittente;

il primo a sperimentarla in questo nuovo uso terapeutico fu Konings (89).

Egli constatò che la genzianina poteva sostituire la chinina nella febbre

malarica, e la somministrò sotto forma di capsule.Azione farmacologica della droga totale

Chabasse (90) ha osservato che la radice di genziana, somministrata

sotto forma di infuso, combatte efficacemente la malaria, come pure le ma¬

nifestazioni iniziali, malesseri leggeri, attacchi febbrili, che precedono gene¬

ralmente la malattia stessa. In tali casi la febbre non si manifesta neppure.

Era dell'opinione che la radice di genziana avrebbe dato buoni risul¬

tati anche nel periodo di convalescenza dopo attacchi di febbre gialla.Ordinò anche una tintura di genziana (1+4), e la fece diluire con

vino (15 + 1000), prescrivendo un bicchierino da una a due volte al giorno,

come tonificante del sistema nervoso e come mezzo per attivare il ricambio.

Oggi la radice di genziana è molto usata nelle distillerie per la fab¬

bricazione di spiritosi; però come sostanza attiva, in essi si trova solo

l'olio etereo. Quasi tutti gli aperitivi a base di genziana contengono anche

le sostanze amare.

e) Herba Centaurii

a') Definizione della Pharm. Helv. V

La parte aerea essiccata del Centaurium umbellatum Gilbert (ErytraeaCentaurium Persoon) (Gentianaceae - Gentianoideae).

In commercio la droga esiste in due forme:

1) La droga completa, che comprende le parti aeree, come lo esigela Pharm. Helv. V.

2) La droga composta soltanto dalle parti fiorite, senza le foglie.

b') Composizione chimica

L'erba di centauro contiene un glucoside con gusto amaro, l'eritau-

rina, che sotto l'influsso dell'emulsina, si scinde in una sostanza isolata da

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Méhu (93), l'eritrocentaurina, e glucosio. Ultimamente Korte (82) ha di¬

mostrato l'identità dell'eritaurina colla genziopicrina.

Altri componenti

Feofilaktow e Bankowskij (94) sono riusciti a isolare la genzianina,alcaloide contenuto nella radice di genziana; inoltre sono ancora contenuti

cere, resine e zuccheri.

e') Farmacologia e uso terapeutico

Per questa pianta valgono le proprietà e gli usi terapeutici, che ho giàdescritto per gli amari in generale; è molto adoperata nella medicina popo¬

lare, come stomachico e amaro-tonico.

dì Folium Menyanthidis

a') Definizione della Pharm. Helv. V

La foglia essiccata di Menyanthes trifoliata L. (Gentianaceae-Menyan-

thoideae).

b') Composizione chimica

Le foglie di trifolio Sbrino contengono un glicoside con gusto amaro,

la meniantina, che sotto l'influsso dell'emulsione si scinde in meniantolo e

glucosio.

Altri componenti

Steinegger e Weibel (86) hanno isolato la genzianina, alcaloide con¬

tenuto nella radice di genziana, e una sostanza con carattere basico; la

stessa sostanza già isolata dalla radice di genziana.

c'| Farmacologia e uso terapeutico

Il trifoglio fibrino è una pianta medicinale già impiegata da molti

anni nella medicina popolare e viene somministrato sotto forma di infuso.

Secondo LÉMERY (95) questa pianta serve per combattere l'enterite,

l'idropisia e le coliche; è anche un antiscorbutico. Cazin (81) la cita come

amaro, tonico, febbrifugo, antiscorbutico e emenagogo.

Secondo Junkmann (96) la sostanza amara contenuta nel trifolio fi¬

brino agiscono sul simpatico.

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e) Flavedo Arantii amari

a') Definizione della Pharm. Helv. V

Lo strato periferico libero in gran parte dal sottostante tessuto bianco,

staccato in un nastro a spirale dal frutto fresco maturo del Citrus Auron-

tium L. subsp. amara L. (Citrus vulgaris Risso) (Rutaceae-Aurantioideae).

In commercio la droga si trova o sotto forma di nastri a spirale, come

lo richiede la Pharm. Helv. V, oppure in forma di striscie più o meno

sottili.

b') Composizione chimica

Sostanze amare: la corteccia di arancio amaro contiene l'auranzia-

marina (91), l'esperidina e l'isoesperidina; due sostanze con gusto leg¬

germente amaro.

L'esperidina è stata isolata e studiata da Dehn (92) che ne riconobbe

il suo carattere glucosidico.

Olio etereo

Esso è contenuto nelle glandule oleifere; si compone di d-limonene

ca. 90 %-97 %, linalolo ca. 1,3 %-2,7 %, piccole quantità di terpineolo e

di aldeide decilica.

e') Farmacologia e uso terapeutico

Forse perchè l'azione amara di questa droga è molto debole solo pochiaccenni sono reperibili nella bibliografia.

Con le buccie di arancio amaro si prepara l'estratto fluido, lo sci¬

roppo e la tintura.

L'estratto fluido serve a preparare l'elisir di china e la tintura serve

alla preparazione di alcuni vini medicati, come il vino al condurango, il

vino di boldo, il vino con rabarbaro, il vino alla cascara sagrada. Queste

preparazioni vengono usate in terapia come eupeptici.E' molto usato nell'industria per la preparazione di aperitivi, « Bitter »

e liquori.

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PARTE SPECIALE

METODI CROMATOGRAFICI IN MODO PARTICOLARE

CROMATOGRAFIA SU CARTA

Isolazione e cromatografia delle sostanze amare:

Considerazioni generali sulla cromatografia su carta.

Fra i numerosi metodi di analisi a disposizione degli studiosi è molto

apprezzato, per la sua rapidità ed elegante realizzazione, quello recente

della cromatografia di ripartizone. Le sue origini si possono far risalire

ai primi lavori del biologo Tswett.

Dall'analisi capillare (97), dai lavori di Freundlich, Runge,

Trey (98) e molti altri ricercatori, si è giunti al metodo moderno di

CoNSDEN e collaboratori (99), che con una geniale trovata, ne permettono

una realizzazione estremamente pratica e semplice, sostituendo alla colonna

un foglio di carta da filtro.

Per partizione cromatografica è inteso quel metodo che permette di

separare da una miscela i diversi componenti, basandosi sulla differenza

di solubilità delle diverse sostanze, in un sistema a due fasi liquide, una

delle quali è mobile e l'altra è fissa ad un supporto che, nel nostro caso,

è la cellulosa della carta.

Da un foglio di carta da filtro si ricava una striscia ad una estremità

della quale, con opportuni accorgimenti, viene posta una piccola quantitàdelle sostanze da analizzare, e questa estremità è fatta pescare in un reci¬

piente contenente un dato solvente.

Per capillarità e per forza di gravitazione, il solvente passa lungo la

carta sopra la miscela applicata, trascinando nel suo cammino le diverse

sostanze.

Ora poiché le sostanze vengono trascinate a velocità differenti, esse

si dispongono lungo tutta la striscia; la sostanza che ha viaggiato più len¬

tamente occuperà così un posto differente da quello occupato da un'altra,

che ha percorso nello stesso tempo, maggiore cammino.

Questa separazione avviene in base ai coefficienti di partizione delle

sostanze, tra il solvente che passa attraverso la carta e l'acqua trattenuta

dalla carta stessa.

Conseguentemente è logico dedurre, che più una sostanza è solubile

nell'acqua più sarà lento il suo spostamento, mentre le sostanze più lipofili

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saranno trascinate più lontano.

La distanza percorsa da una sostanza dipende da differenti fattori,

principalmente :

a) dal coefficiente di ripartizione a;

b) dal volume di acqua trattenuto dalla carta per unità di superficie;

e) dal volume del solvente per unità di superficie della carta irro¬

rata da quel solvente.

Tenendo presente che, in condizioni sperimentali corrispondenti, la

quantità di acqua trattenuta dalla carta e il volume del solvente sono pra¬

ticamente costanti, la distanza percorsa sulla carta è l'unità variabile che

dipende appunto dal coefficiente di ripartizione.Se le condizioni sperimentali sono mantenute rigorosamente uguali,

il comportamento di una sostanza è praticamente costante e risulta così

possibile identificarla dalla posizione della sua macchia.

Nel caso la sua macchia sia incolore, come avviene nel maggior nu¬

mero delle volte, la sua posizione viene rilevata per mezzo di reazioni chimi¬

che con opportuni reattivi, che visibilizzano la macchia colorandola, o con

altri mezzi.

Il coefficiente di ripartizione a, che è il rapporto tra la quantità di

sostanza in grammi sciolta in un mi. della fase stazionaria e la quantitàin grammi per mi. della fase mobile, è una costante fisica da cui dipendela posizione della sostanza sulla carta. Fra a, e la disposizione reciprocadelle varie zone esiste quindi una relazione.

Consden e collaboratori (99) hanno stabilito che il coefficiente di

riparazione:A, 1 A,

a = ( 1) in cui

As Rf Asè uguale al rapporto dei valori della fase solvente ed acqua nel cromato¬

gramma, e Rf è la costante che caratterizza ogni sostanza.

Per determinarla basta conoscere due valori: la distanza d percorsa

dalla sostanza misurata dal centro del suo punto di partenza e la distan¬

za Dj percorsa dal solvente o fase mobile dall'ordine al fronte finale.

Quindi le sostanze A e B sono caratterizzate e individuate per mezzo

dei loro Rf che sono rispettivamente:

d, d,

Rf (A) = R, (B) =

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Per poter calcolare il valore R( è necessario che il flusso del solvente

venga arrestato prima che il fronte tocchi l'estremità della striscia della

carta.

Una volta noto Rt si può calcolare il valore del coefficiente a.

Per maggiore esattezza e sicurezza, nei casi incerti, si possono ese¬

guire dei controlli per convalidare i dati trovati.

Il cromatogramma del miscuglio delle sostanze in esame, può essere

confrontato con uno ottenuto da una miscela analoga fatta con sostanze

pure che si presumono essere presenti nella prima. Naturalmente il secondo

cromatogramma deve essere fatto in condizioni sperimentali uguali e i

valori ottenuti devono coincidere.

Per una sicurezza ancora maggiore le sostanze pure possono esser

messe sullo stesso foglio di carta che il miscuglio delle sostanze in esame.

Diversi fattori possono influenzare lo sviluppo di un cromatogramma;la temperatura, la qualità della carta il pH ecc.

Analisi quantitativa

Molto più complessa della separazione qualitativa, si presenta la de¬

terminazione quantitativa delle sostanze presenti nella miscela cromato-

grafata (100).

Un'idea approssimativamente quantitativa può essere ricavata osser¬

vando l'intesità della colorazione delle macchie e confrontandola con

quella ottenuta, lavorando in condizioni identiche, da una soluzione

tarata campoine (101, 102). Sviluppando due cromatogrammi della stessa

soluzione in esame e spruzzandone uno con l'appropriato reattivo per

rivelare la posizione delle macchie, ci si può servire dell'altro per effet¬

tuare una determinazione quantitativa. Il primo cromatogramma servirà da

guida, al secondo non trattato col reattivo, si ritagliano le zone corrispon¬denti alle macchie del primo. Le porzioni di carta, numerate per evitare

confusioni, vengono eluite separatamente, e su le soluzioni così ottenute si

possono effettuare microdosaggi (103).

L'attenzione degli studiosi si è pure fermata sulla estensione della

macchia e la sua area è stata misurata con un planimetro. E' stato dimo¬

strato infatti che esiste una correlazione lineare tra l'area della macchia

di una certa sostanza e il logaritmo della concentrazione della soluzione

della sostanza stessa (104-105).

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Facendo passare le macchie di un cromatogramma tra una sorgente

luminosa e una cellula fotoelettrica si può ricavare un dato quantitativocon un errore del 5 al 15 % (106).

1) Scopo di queste ricerche cromatografiche

Queste ricerche cromatografiche hanno lo scopo di fare degli studi

preliminari sulle sostanze contenute nelle droghe che tratto, e se possi¬bile di trovare un metolo per la loro determinazione quantitativa.

Soltanto per l'erba di assenzio maggiore sono riuscito a studiare un

micrometodo, per isolare quantitativamente le sostanze amare in essa

contenute e a determinare approssimativamente la quantità per mezzo della

cromatografia su carta. Questo metodo verrà descritto nei suoi partico¬lari trattando dell'erba di assenzio.

2) Metodo pratico per sviluppare un cromatogramma

Con la frase « sviluppare un cromatogramma », s'intende il proce¬

dimento di far passare per capillarità il solvente attraverso la carta con

conseguente trascinamento e dislocazione della o delle sostanze lungo la

direzione del flusso della fase mobile. Ora se questa corsa del solvente è

fatta avvenire all'aria l'inevitabile evaporazione dello stesso, altererebbe

il normale andamento e di conseguenza si avrebbero alla fine dei dati

inutilizzabili. E' necessario che ciò avvenga in un'atmosfera satura di

vapori del solvente.

Ciò è facilmente ottenibile usando un'apparecchio consistente in una

camera di vetro di adatte dimensioni con tenuta d'aria entro cui si trova

una vaschetta contenente il solvente sviluppatore, sospesa ad un'apposito

sostegno di vetro.

Per saturare di vapori l'atmosfera della camera ove avviene lo svi¬

luppo del cromatogramma, si usa generalmente acqua saturata del sol¬

vente impiegato che si versa direttamente nell'apparecchio formando uno

strato di un cm.

Duprante lo sviluppo è indispensabile una temperatura costante. Dai

fogli di carta si ricavano delle striscie, in generale larghe 10 cm e

lunghe quanto il foglio, evitando slabbrature che possono risultare dan¬

nose per la corsa del solvente.

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A una distanza, che dipende dall'apparecchio e che di solito è di

sette cm da una estremità, si traccia a matita, perpendicolarmente alla

lunghezza, una leggera riga. Su questa riga verrà posto con una micro-

pipetta un poco di liquido da analizzare.

La soluzione da analizzare si applica generalmente sotto forma di

una macchia rotonda (ugualmente intervallata a ca. 3 cm. di distanza

l'una dall'altra).

E' assolutamente necessario che il liquido occupi il minimo spazio.

Deposta la quantità utile di sostanza in esame nel punto voluto, si

procede all'evaporazione del liquido che può essere effettuata con aria

calda.

Così operando si ottengono le strisce pronte per lo sviluppo. La

striscia viene ora posta nella vaschetta.

La striscia a matita deve venire a porsi sotto il sostegno e non sopra.

Indi si aspetta che la carta assorba la quantità di vapori necessario. La

durata di questa climatizzazione varia da solvente a solvente, e verrà quindiindicata caso per caso.

Con una pipetta s'introduce poi nella vaschetta il solvente sviluppa¬

tore, e si chiude l'apparecchio.Si lascia che la fase mobile faccia la sua corsa lungo la striscia,

sviluppando così il cromatogramma, fino a qualche cm. dalla estremità

opposta. Si apre allora l'apparecchio, si toglie la vaschetta con le striscie

e, prima che il solvente abbia tempo di evaporare, si segna con un tratto

di matita il punto che ha raggiunto (fronte del solvente).

Le striscie vengono fatte seccare all'aria a temperatura d'ambiente

o in stufa.

II cromatogramma sviluppato e seccato viene ora sottoposto al tratta¬

mento con opportuno reattivo scelto caso per caso, e un comune nebu¬

lizzatore serve benissimo allo scopo.

La carta, uniformemente inumidita, viene lasciata asciugare in stufa

o a temperatura d'ambiente a seconda dei casi, così si rivelano le macchie

variamente colorate delle sostanze e si procede al loro riconoscimento.

Un elemento di identificazione oltre a certe sfumature di tinta, è pure

la velocità con cui le macchie si colorano: infatti alcune sostanze reagi¬

scono subito anche a bassa temperatura, mentre per altre occorre maggior

riscaldamento e un tempo più lungo per vederle apparire.

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Come mezzo per determinare la posizione delle sostanze che danno

una fluorescenza se esposti ai raggi U. V., ci si può servire di una lam¬

pada ai vapori di mercurio (caso tipico la chinina).

3| Fase mobile

La risoluzione cromatografica delle sostanze in una miscela da

analizzare dipende dalle differenti solubilità relative dei diversi compo¬

nenti che formano la fase mobile. I solventi preferibili sono quelli orga¬

nici poco o non miscibili con acqua.

Quelli completamente miscibili possono venire usati, purché il loro

contenuto in acqua non risulti troppo elevato. La radice di genziana,

l'erba di centauro, le foglie di trifoglio fibrino, e la corteccia di arancio

amaro, contengono sostanze attive relativamente solubili in acqua.

E' quindi spiegabile, come i tentativi di cromatografia con benzolo,

etere e acetato di etile e miscugli di essi, non abbiano dato buoni risultati.

Gli esperimenti cromatografici sulla radice di genziana, sulle fogliedi trifoglio fibrino, sull'erba di centauro, e sulla scorza di arancio amaro

vennero eseguiti con la seguente fase mobile: Bunatolo, acido acetico

concentrato e acqua nel rapporto (4 : 1 : 5).

Questa miscela viene agitata in un imbuto agitatore; si lascia ripo¬

sare il miscuglio fino a completa separazione dei due strati; e la parte

del solvente saturata con acqua servirà per lo sviluppo del cromatogramma

della durata di ca. 18 ore.

Per i miei esperimenti sulla radice di genziana e l'erba di centauro

ho pure usato come solvente butanolo saturato con acqua.

Queste due fasi mobili hanno dato buoni risultati, le macchie si

presentano abbastanza rotonde e ben separate l'una dall'altra.

L'etere saturata con acqua venne adoperato per la cromatografiadell'erba di assenzio.

4) Condizioni di sviluppo

Lo sviluppo dei cromatogrammi venne effettuato in una camera di

vetro delle seguenti dimensioni: altezza 55 cm, profondità 40 cm, lar¬

ghezza 32 cm; la temperatura duarante lo svilupo era di ca. 20°. Fu

sempre usata carta Whatman N° 1 e il tempo di climatizzazione fu di

sei ore.

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5) Reattivi

Essendo le sostanze amare solo in parte conosciute e non avendo

quindi che pochi reattivi specifici, ho dovuto servirmi in primo luogo del

gusto amaro di queste sostanze, per determinare la loro posizione nel

cromatogramma, procedendo nel modo seguente:

Dove avvenne la separazione delle sostanze, vale a dire dal punto

di partenza fino al fronte del cromatogramma, ho ritagliato dalla striscia

di carta, un lembo largo circa 2 cm. Lo ritagliai in pezzettini della lun¬

ghezza di circa 1 cm ed esaminai ogni pezzetto nel suo gusto.

Per rendere ancora più intensa la colorazione delle macchie nei cro¬

matogrammi già trattati coi reattivi, come per rendere visibili le macchie

nei cromatogrammi non ancora trattate coi reattivi, ho fatto uso della

lampada ai vapori di mercurio.

CROMATOGRAFIA DELLE SINGOLE DROGHE

A) Radix Gentianae

a) Cenni storici e ricerche fin ora reperibili nella bibliografia.

I primi che si occuparono della radice di genziana e che arrivarono

a un certo qual risultato, furono Henry (107) e Caventou (108). Essi

riuscirono a isolare una massa cristallina gialla che chiamarono genzia-

nina; non si trattava però della sostanza amara, ma della gentisina, il

colorante giallo che si trova nella radice di genziana. Ottennero la so¬

stanza amara sotto forma di una massa amorfa giallognola.Più tardi Baumert (109) e Dulk (110), riuscirono a isolare la

sostanza amara contenuta nella radice di genziana, in due maniere diffe¬

renti, non mai però allo stato cristallino.

Kromeyer (111) ottenne dalla radice fresca di genziana la genzio-

picrina, che riusci poi a cristallizzare e a riconoscerne la sua natura

glucosidica.

Bourquelot e collaboratori (112) da 22 kg. di radice fresca di

genziana, ricavarono 250 gr. di genziopicrina pura.

Tanret (113) più di tutti si occupò di analizzare a fondo la radice

di genziana. Scoprì oltre alla genziopicrina due nuove sostanze amare:

la genziamarina e la genziina.

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Y. Asahina, J. Asano (114) studiando la genziopicrina, ne dimostra¬

rono il carattere non saturo.

BÉGUIN (115) fece diverse pubblicazioni intorno alla radice di gen¬

ziana, in modo speciale per quel che riguarda i metodi biochimici sulle

ricerche degli zuccheri nella stessa.

Ma soltanto recentemente Korte *

(49) scoprì la vera costituzione

chimica della genziopicrina.

CH 5^

r. ... ?.'

OH H OH

H H OH H H

-CH20H

CH„

^C—.CH

7a

CH

CH, ,'/"\'/2Ai

3-Glucosilossi-2-osso-6-isopropenil-2-7a-diidro-6H-furano (2,3-b)pirano.

Inoltre dimostrò che la genziamarina (113), l'eritaurina (93), la

swertiamarina (51), la chiratina (50), si identificano con la genziopi¬crina (82).

Cirrca un anno dopo riuscì ad isolare una nuova sostanza amara,

che chiamò col nome di amarogenzina (116), sostanza che possiede un

punto di fusione tra i 178° e i 180°, e la cui composizione chimica non

è ancora stata studiata).

L'amarogenzina, sciolta in NaOH 1/10 n, perde la sua amarezza e

lascia ancora gusto amaro in una diluizione 1 : 58.000.000; la genzio¬

picrina invece, lascia ancora gusto amaro in una diluizione 1 : 15.000.

b) Estrazione della genziopicrina dalla radice fresca di genziana

L'estrazione di questa sostanza è legata a grandi difficoltà già descritte

a suo tempo da Bourquelot e collaboratori (112). Korte (49) scrive

che per ottenere la genziopicrina pura è necessario partire dalla droga

* Uno speciale ringraziamento vada al Sig. Dr. Korte per l'invio di campioni delle

sostanze amare da lui isolate.

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fresca, poiché i suoi tentativi di estrarre la genziopicrina dalla droga

secca fallirono.

Scrive anche che la radice fresca deve essere sottoposta all'estra¬

zione subito dopo la raccolta.

10 ho incontrato parecchie difficoltà e ho proceduto secondo il

metodo usato recentemente da Korte (49). Per l'estrazione si deve lavo¬

rare nel modo più rapido possibile, poiché la genziopicrina, specialmentese accompagnata da impurità, all'aria degenera facilmente assumendo una

colorazione bruna.

Esecuzione dell'estrazione

Subito dopo la raccolta 1 kg. di radice fresca di genziana prove¬

niente da Giesbach, Oberland bernese, viene tagliato in pezzettini, messo

in un pallone di vetro e trattato con metanolo a bagno maria per 30

minuti. Si filtra, e il residuo viene spremuto e sottoposto ancora una

volta ad uguale trattamento.

La soluzione di metanolo viene poi concentrata nel vuoto sino a

consistenza sciropposa. Devo far notare la buona solubilità della genzio¬

picrina nell'acqua e nel metanolo a ca. 80 %.11 liquido sciropposo viene filtrato e agitato con 150 mi di acetato

di etile saturato con acqua (operazione che viene ripetuta 10 volte).

Questa soluzione di genziopicrina in acetato di etile, si asciuga con

solfato di sodio, si filtra e si tira a secco. L'estrazione della soluzione

sciropposa con acetato di etile, serve a separare la genziopicrina dalla

clorofilla e dalle altre impurità che l'accompagnano.Ho ottenuto così un prodotto del peso di ca. 2 gr. e di un colore

leggermente bruno, che, dopo averlo sciolto in acetato di etile libero

di acqua, ho lasciato il tutto cristallizzare in ambiente a bassa tempe¬

ratura. La genziopicrina da me ottenuta, si presenta sotto forma di una

massa cristallina leggermente colorata in giallo. Da 1 kg. di radice fresca

di genziana ho ottenuto ca. 500 mg. di genziopicrina. Korte ottenne una

resa del 1 % ca. Dato che per i miei scopi cromatografici, questa quantità

bastava, non ho proceduto a una ulteriore estrazione.

e) Cromatografia delUa genziopicrina

Si sciolgono 5 mgr. di genziopicrina in 1 mi. di metanolo; una

goccia di questa soluzione corrisponde a ca. 20 a 25 y. Se il cromato-

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gramma si sviluppa con butanolo saturato con acqua, la macchia pos¬

siede un valore di Rf = 0,43..

Korte (49) con la stessa fase mobile ha ottenuto un valore di

Rf = 0,39.

Se il cromatogramma si sviluppa colla fase mobile butanolo, acido

acetico e acqua (4 : 1 : 5), allora la macchia possiede il valore di

R, = 0,6.

Janot (117) nei suoi lavori cromatografici sulla genziopicrina, lavo¬

rando colla stessa fase mobile, butanolo, acido acetico e acqua (4 : 125),

ha ottenuto un valore di Rf =: 0,56.

d) Reattivi per la genziopicrina

a') Reattivo alia benzidina (118).

Benzidina 0,5 gr.

Acido acetico conc 20,0 »

Etanolo assoluto 80,0 »

Questo reattivo venne già adoperato da Janot (117) nei suoi lavori

sulla genziopicrina.Il cromatogramma si tratta col reattivo usando un comune nebuliz¬

zatore e si fa essiccare in stufa alla temperatura di ca. 105°.

La benzidina con la genziopicrina prende una colorazione di un rosso

bruno.

b') Reattivo al naftoresorcinolo (119)

Si prepara una soluzione al naftoresorcinolo al 0,2 c/c in etanolo ; si

sciolgono 2 gr. di acido tricloracetico in 100 gr. di acqua distillata; poi

prima dell'uso si mescolano le due soluzioni a volumi uguali.In seguito il cromatogramma si tratta Col reattivo usando un comune

nebulizzatore; lo si fa essiccare parzialmente, poi lo si pone in stufa alla

temperatura di 100° a 105°.

Il cromatogramma così trattato presenta una macchia gialla molto

intensa se osservata sotto una lampada ai vapori di mercurio.

Questo reattivo venne già adoperato da Janot (117) nei suoi lavori

cromatografici sulla genziopicrina.

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e') Reattivo al cloruro di tetrazolio

Korte (49) nei suoi lavori cromatografici sulla genziopicrina usò

questo reattivo.

Si mescolano parti uguali di una soluzione del 0,2 fo di cloruro di

tetrazolio in butanolo saturato con acqua e una soluzione di idrato di

potassio normale in metanolo.

Si riscalda la carta così tratta in un ambiente saturato con vapore

acqueo a 80°, la genziopicrina si rivela come una macchia rosso oscura,

e dopo 20 minuti ha raggiunto la massima intensità della colorazione.

e) Estrazione delle sostanze amare dalla radice secca di genziana

Per l'estrazione della radice secca di genziana ho proceduto secondo

il metodo adoperato da Messmer (120).

Con 500 mi. di acetato di etile saturato con acqua si estraggono

100 gr. di polvere di genziana passata al setaccio No V. della Pharm.

Helv. V.

Si adopera acetato di etile perchè è un buon solvente per le sostanze

amare della radice di genziana e non scioglie troppe impurità. Questa

operazione avviene in 30 minuti in un pallone di vetro con refrigerante

a riflusso, a bagno maria.

Poi si filtra, e il residuo viene sottoposto ancora una volta alla stessa

operazione, però questa volta con 250 mi. di acetato di etile saturato con

acqua. 11 filtrato viene lasciato depositare fino a schiarimento, poi versato

attraverso filtro in un palloned i vetro, e distillato nel vuoto ad una tempe¬

ratura non superiore ai 50 gradi.L'estratto così ottenuto contiene ancora grassi e gentisina. Per elimi¬

nare queste impurità, lo si scioglie in 150 mi. di acqua calda; lo si lascia

raffreddare, e si aggiunge 10 gr. di bolus alba e si filtra, poi si tira a

secco. Questo estratto contiene le sostanze amare della radice di genziana

e serve per le mie analisi colla cromatografìa su carta. Da 100 gr.

di radice secca di genziana ho ottenuto 2,3 gr. di un miscuglio, di un

colore bruno, delle sostanze amare in essa contenute.

f) Cromatografia dell'estratto ottenuto dalla radice secca di genziana

Per la cromatografia della radice secca di genziana, si sciolgono

100 mgr. dell'estratto sopra ottenuto in 5 mi. di metanolo.

Per ottenere delle macchie sufficientemente grandi bastano due o tre

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gocce di questa soluzione, versate con una pipetta del contenuto totale

di 1 mi.

Il cromatogramma, sviluppato con la fase mobile butanolo acido

acetico conc. e acqua nel rapporto (4:1:5), viene asciugato ed esposto

ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio. Per tutto il percorso del

solvente sono visibili tre macchie, che vengono poi segnate a matita.

La prima ha una fluorescenza blu chiara; la seconda una fluorescenza

blu; la terza possiede una fluorescenza leggermente giallognola; quest'aultima macchia si presenta un po' allungata.

Tutta la striscia larga ca. 2 cm. sulla quale è avvenuta la separa¬

zione delle sostanze viene tagliata a pezzettini, e ogni singolo pezzetinoviene analizzato nel suo gusto. Dopo questo esame si giunge alla conclu¬

sione: che la seconda macchia possiede un gusto amaro, la terza macchia

possiede lo stesso gusto molto più forte della seconda, mentre la primanon ne possiede alcuno.

La seconda macchia ha un valore di Rf = 0,6 ca.

La terza macchia ha un valore di Rf = 0,8 ca.

Il cromatogramma sviluppato con butanolo saturato con acqua pre¬

senta le stesse macchie con la stessa fluorescenza.

La seconda macchia però possiede un valore di Rf = 0,4 ca.

La terza macchia possiede un valore di Rf = 0,7 ca.

Se si trattano gli stessi cromatogrammi coi reattivi per la genziopi-crina, la seconda macchia presenta le colorazioni tipiche della stessa di

una tinta però non così chiara.

La terza macchia che possiede il valore di Rf rispettivamente 0,7 e

0,8, a seconda della fase mobile, è data dall''amarogenzina già isolata da

Korte (116).

g) Estrazione delle sostanze amare dalla radice fresca di genziana

Si procede nello stesso modo che per la radice secca di genziana,

partendo però dalla droga concisa.

L'estratto ottenuto è di un colore molto più chiaro.

h) Cromatografia dell'estratto della radice fresca di genziana.

Il cromatogramma sviluppato sia con butanolo saturato con acqua,

sia con il miscuglio butanolo acido acetico conc. e acqua, se viene espostoai raggi di una lampada ai vapori di mercurio presenta le stesse macchie,

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però con una fluorescenza molto più debole di quelle ottenute con

l'estratto della radice secca di genziana.Se gli stessi cromatogrammi si trattano coi reattivi per la genzio-

picrina, la seconda macchia presenta le colorazioni identiche date dalla

genziopicrina.

Osservazioni

Dai cromatogrammi fin ora ottenuti, esposti ai raggi di una lampadaai vapori di mercurio, si può constatare che più l'estratto è puro, meno

la fluorescenza delle macchie è intensa.

Infatti il cromatogramma ottenuto dall'estratto della radice secca di

genziana, se esposto ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio, pre¬

senta delle macchie con fluorescenza molto intensa; quello ottenuto dal¬

l'estratto della radice fresca di genziana presenta delle macchie con leg¬

gera fluorescenza.

Da ciò si può dedurre che la fluorescenza delle macchie, almeno per

la genziopicrina, è data dalle impurità die l'accompagnano.

B) Herba Centaurii

a) Breve cenno storico e lavori finora reperibili nella bibliografia

MÉHU (93) riuscì per primo a isolare allo stato cristallino la sostanza

amara contenuta nell'erba di centaurea minore, e le diede il nome di

eritrocentaurina (punto di fusione 136°).

Per estrarre la sostanza amara dall'erba di centaurea minore Lederich

(121) usava lo stesso metodo che ha adoperato per l'estrazione delle

foglie di trifoglio fibrino, ottenendo così una massa resinosa giallognolacon gusto estremamente amaro.

Già dissi che Korte (82) è riuscito a dimostrare l'identità della

eritaurina colla genziopicrina.

b) Estrazione delle sostanze amare contenute nell'erba di centaurea minore

Per questa estrazione ho adoperato il metodo già usato da HÉRISSEY

e Boudier (122).

S'introduce 1 kgr. di erba di centaurea minore polverizzata grossa

(setaccio III della Pharm. Helv. V.) in un percolatore e la si estrae con

alcool a 80°. L'estrazione dura fino a che non si siano raccolti 5 lt. di

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percolato, necessari affinchè la droga non lasci più gusto amaro. Si spreme

poi la massa umida rimasta el percolatore, il liquido ottenuto si filtra e

si aggiunge al percolato.Si distilla poi a bagno maria per levare l'alcool, il residuo si filtra e

si concentra nel vuoto parziale. L'estratto viene quindi trattato con acetato

di etile saturato con acqua, per estrarre la sostanza amara dalla soluzione

acquosa e separarla cosi dalla più gran parte delle impurità.

Questa operazione viene eseguita 10 volte in un imbuto agitatore,

adoperando ogni volta 1 lt. di acetato di etile.

I liquidi cosi ottenuti vengono riuniti e tirati a secco, l'estratto è

ripreso in 300 mi. di acqua distillata, e questa soluzione acquosa, che è

ancora piuttosto colorata, viene filtrata.

Essa viene poi trattata con etere in un imbuto agitatore, per levare

le ultime traccie di clorofilla, fin che questa non si colori più, (per questo

scopo occorre adoperare 5 lt. di etere).

Alla soluzione acquosa, si aggiunge una quantità uguale di acqua

distillata, si filtra, e si tira a secco nel vuoto.

II residuo così ottenuto viene allora esaurito con acetato di etile anidro

in quantità di 250 mi. per volta, per estrarre possibilmente soltanto la

sostanza amara e per facilitarne la sua cristallizzazione. Si eseguono

5 estrazioni operando all'ebollizione, in un pallone di vetro munito di

refrigerante a riflusso. I diversi liquidi ottenuti dalle singole estrazioni

sono filtrati in differenti matracci e lasciati raffreddare.

Nei matracci contenenti i liquidi delle prime due estrazioni, si forma

un deposito costituito da una massa cristallina leggermente colorata, che

filtrata e essiccata pesa ca. 0,8 gr.

e) Cromatografia dell'estratto ottenuto dall'erba di centaurea minore

Si sciolgono 100 mgr. del prodotto cristallino in 5 mi. di metanolo.

Per ottenere delle macchie sufficientemente grandi sono necessarie da due

a tre gocce di questa soluzione, versati da una pipetta della capacità di 1 mi.

Il cromatogramma sviluppato, sia con la fase mobile butanolo, acido

acetico conc. e acqua nel rapporto (4 : 1 : 5), che con butanolo saturato

con acqua, se esposto ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio,

presenta una macchia di un blu chiaro e del valore di Rf rispettivamente

0,42 e 0,6.

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Tutta la striscia larga ca. 2 cm lungo la quale è avvenuta la separa¬

zione delle sostanze, viene tagliata a pezzettini e ogni singolo pezzettinoviene analizzato nel suo gusto. Dopo questo esame, si giunge alla conclu¬

sione, che solo la macchia con fluorescenza blu chiara lascia gusto amaro,

(il valore di Rf è di rispettivamente 0,42 e 0,6).

I due cromatogrammi trattati coi reattivi per la genziopicrina, pre¬

sentano le colorazioni tipiche della stessa.

C) Folium Menyanthidis

a) Cenni storici e lavori fin ora reperibili nella bibliografia

I primi lavori sul principio amaro contenuto nel trifoglio fibrino sono

di Brandes (123). Più tardi Kromeyer estrasse la meniantina sfruttando

la proprietà delle sostanze amare di essere assorbite dal carbone, per poiessere rigenerate con alcool bollente. Egli studiò le proprietà e ne diede la

seguente formula bruta: CsoBUoO^ (124).

Trent'anni più tardi Lederrich (125) descrisse la meniantina da lui

ottenuta come una massa giallognola vitrea e fece notare che questa sostanza

coi reattivi tipici per gli alcaloidi da delle reazioni. Molto caratteristica è

quella col molibdato fosforico di sodio, che colla meniantina forma un

precipitato giallo.Una ventina d'anni dopo Bridel (126) riuscì a isolare la meniantina

allo stato cristallino dalle foglie fresche di trifoglio fibrino; essa presen¬

tava un punto di fusione tra i 217° e i 223°.

Dieci anni dopo Rosenthaler dimostrò l'identità della meniantina

isolata da Bridel con la loganina (127). F. Korte, dopo essere riuscito a

dimostrare l'identità della swertiamarina, della eritaurina, della chiratina,

riuscì a isolare la genziopicrina da altre speci come per esempio la Cicendia,

la Blackstonia e il Lomatogonium (82).

Lo stesso Korte in una sua corrispondenza (che potei consultare con

il Prof. H. Fluck, comunicava di essere riuscito a dimostrare che tutte le

genzianacee sono caratterizzate dalla presenza della genziopicrina. Egli

conclude, che secondo la sistematica di Wettstein si deve considerare la

famiglia delle Meniantacee come una famiglia a sé, poiché contiene una

sostanza amara, la meniaritina, ma non contiene nessuna traccia di genzio¬

picrina.

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b) Estrazione della sostanza amara dalle foglie di trifoglio fibrino.

Questo modo di estrazione si basa sul metodo adoperato da

R. Cajes (128) e si basa sul fatto che la sostanza amara contenuta nelle

foglie di trifoglio fibrino è solubile a caldo nell'acqua, nell'alcool, etere

e cloroformio.

La droga polverizzata è passata al setaccio IV della Pharm. Helv. V.

e viene estratta con acqua distillata bollente fino alla perdita del suo

gusto amaro.

Gli estratti acquosi si concentrano nel vuoto ad una temperatura non

superiore ai 35°, finché non abbiano preso una consistenza sciropposa; si

trattano poi gli stessi con alcool al 95 % a 60°-70°, poi si filtrano.

L'alcool viene poi distillato e il residuo mescolato bene con sabbia

per facilitarne l'estrazione, indi essiccato perfettamente nel vuoto e estratto

nel soxlet con cloroformio.

Si eliminano così tutte le impurità insolubili in cloroformio.

Il cloroformio viene poi evaporato ad una temperatura possibilmentebassa, e il rimanente si tratta con piccole porzioni di acqua a 50°-60°, fino

a che il residuo non lascia più gusto amaro.

La soluzione giallognola e leggermente torbida viene trattata con

idrato di alluminio precipitato di fresco, agitata bene e filtrata; l'idrato

di alluminio serve ad assorbire una gran parte delle impurità.L'estratto acquoso, tirato a secco nel vuoto a temperatura normale e

il residuo sciolto in alcool assoluto a ca. 50°, si lascia durante tutta la

notte nel refrigerante.Durante questo tempo si separano le impurità, si filtra e si aggiunge

un ugual volume di etere assoluto. Il solvente si lascia riposare, si filtra

e si distilla. Il rimanente si scioglie in cloroformio libero di acqua, e

tirato di nuovo a secco, ottiene la sostanza amara sotto forma di una

massa giallognola amorfa, che asciugata nell'essiccatore si presenta sotto

forma di una massa vitrea.

Da 1 kg. di polvere di foglie secche di trifoglio fibrino si ottiene in

questo modo 2 grammi di sostanza amara.

e) Cromotografia della sostanza amara ottenuta dalle foglie secche di

trifoglio fibrino

100 mgr. del prodotto finale ottenuto dall'estrazione dalle foglie di

trifoglio fibrino, vengono sciolti in 5 mi. di metanolo.

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Da due gocce di questa soluzione, versati con una micropipetta del

contenuto totale di 1 mi., bastano per ottenere delle macchie sufficiente¬

mente grandi.Ho eseguito diversi tentativi di cromatografia della sostanza amara

ottenuta dalle foglie secche di trifoglio fibrino con le fasi mobili seguenti:Acetato di etile saturato con acqua, etere saturata con acqua e mi¬

scugli di etere e acetato di etile e etere in diversi rapporti saturati con

acqua.

Questi tentativi non hanno dato però buoni risultati, mentre ho otte¬

nuti ottimi risultati con la miscela butanolo, acido acetico conc. e acqua

nel rapporto (4 : 1 : 5).

Il cromatogramma asciutto viene esposto ai raggi di una lampada ai

vapori di mercurio, così lungo tutto il percorso sono visibili tre macchie;

due con fluorescenza molto intensa, e la terza con fluorescenza legger¬

mente viola.

Tutta la striscia larga 2 cm. lungo la quale è avvenuta la separazione

delle sostanze, viene tagliata a pezzettini e ogni singolo pezzettino viene

analizzato nel suo gusto.

Dopo questo esame gustativo si giunge alla conclusione, che solo la

terza macchia possiede gusto amaro il cui valore di Rf è di 0,7.

Lo stesso cromatogramma trattato con una soluzione all'i % di molib-

dato fosforico di sodio, presenta le prime due macchie colorate di un

giallo molto intenso e i cui valori di Rf sono rispettivamente di 0,5 e

di 0,65, però queste due sostanze non lasciano alcun gusto amaro.

A questo punto voglio ricordare che Steinegger e Weibel hanno iso¬

lato dalle foglie di trifoglio librila un alcaloide (la genzianina) e una so¬

stanza con carattere basico (86).

D) Flavedo 'Aurantii amari

a) Breve cenno storico e lavori fin ora reperibili nella bibliografia

Poco è stato fin ora pubblicato a questo proposito.

I primi lavori risalgono a Tanret (129) che riuscì a isolare le sostanze

amare contenute in questa droga: l'esperidina e l'isoesperidina.

DelPesperidina si occupò Wander (130) nel suo lavoro di tesi fatto

a Berna, egli riuscì ad isolarla in molte speci di limone e in altre piante

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della famiglia delle rutacee.

Diversi autori si occuparono invece delle sostanze amare contenute

nei semi di alcune varietà di aranci e di limoni. Bernay e Schmidt (131)

riuscirono a isolare, dai semi di una varietà amara di limoni, la limonina.

Più tardi Koller e Czerny (132) riuscirono a isolare dagli stessi la limo¬

nina e la isolimonina.

b) Metodo per l'estrazione delle sostanze amare dalla scorza di arancio

amaro

Per questo metodo mi sono basato sul fatto che le sostanze amare,

contenute nella scorza di arancio amaro, sono solubili in acqua.

200 gr. di scorza di arancio amaro in polvere vengono passati al

setaccio IV della Pharm. Helv. V e trattati una prima volta con ca. 500 mi.

di etere di petrolio. Si filtra, e il residuo viene trattato di nuovo con

200 mi. di etere di petrolio. La polvere così sgrassata viene fatta essiccare;

l'etere di petrolio viene evaporato e il residuo controllato nel suo gusto.

Dato che il residuo non lascia praticamente alcun gusto amara, si può

esser certi che le sostanze amare contenute nella droga, sono rimaste nella

polvere sgrassata.

La polvere, così previamente trattata, si estrae con alcool al 95° nel

soxlet finché essa non lascia più gusto amaro.

L'estratto alcoolico si concentra nel vuoto a un piccolo volume (ca.

100 mi.), e a questa soluzione alcoolica si aggiunge un ugual volume di

acetone. Si forma così un precipitato bianco voluminoso che non lascia

più gusto amaro; si filtra, e il filtrato viene concentrato a un piccolovolume ca. 15 mi. Questo estratto fluido concentrato, rappresenta un liquido

sciropposo giallognolo, che servirà per le mie ricerche colla cromatografia

su carta.

e) Cromatografia dell'estratto ottenuto dalla scorza di arancio amaro

Due gocce dell'estratto ottenuto, versate da una micropipetta del con¬

tenuto totale di 1 mi., bastano per ottenere delle macchie sufficientemente

grandi.Come fase mobile ho provato l'acetato di etile saturato con acqua, ma

non sono arrivato a buoni risultati.

Risultati soddisfacenti li ho ottenuti invece con la fase mobile buta-

nolo, acido acetico conc. e acqua nel rapporto (4 : 1 : 5).

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Il cromatogramma asciugato e osservato sotto la lampada ai raggi di

vapori di mercurio presenta due macchie con fluorescenza viola.

Tutta la striscia di carta larga 2 cm. sulla quale è avvenuta la sepa¬

razione delle sostanze, viene tagliata a pezzettini e ogni singolo pezzettinoanalizzato nel suo gusto.

Dopo questo esame gustativo si giunge alla conclusione, che solo la

seconda macchia possiede gusto amaro, il cui valore di /?/ è di 0,68.

d) Reattivo

Il cromatogramma trattato con una soluzione all'i % di FeCl3, pre¬

senta due macchie in corrispondenza delle due già osservate sotto la lam¬

pada di quarzo. Quella con gusto amaro è di un colore grigio oscuro,

mentre l'altra è di un verde oscuro.

E) Herba Absinthii

a) Cenni storici e lavori finora reperibili nella bibliografia

Uno dei primi ad occuparsi delle sostanze amare contenute nell'erba

di assenzio maggiore fu Mein (133). Dopo di lui altri autori le studiarono:

Kromayer (134), Roux (135), Senger (136) e Bourcet (137); quest'ul¬timo riuscì ad isolare dall'erba di assenzio una sostanza cristallina che

chiamò absintina e che possedeva un punto di fusione di 68°.

Gli autori sopra citati, credevano che l'erba di assenzio contenesse

una sola sostanza amara, ma più tardi Adrian e Trillat (138) riuscirono

ad isolare una seconda sostanza amara con un punto di fusione di 258°

che chiamarono anabsintina.

Recentemente Herout, Sorm e Frantisek (139) resero noto in una

piccola pubblicazione, d'aver ottenuto dall'assenzio maggiore due sostanze

amare isomere tra di loro.

Uabsintina che possiede un punto di fusione tra 160°-164° se cristal¬

lizzata da benzolo, mentre di 182°-183° se cristallizzata da alcool, e Vanab-

sinlina con un punto di fusione di 260°.

h'anabsintina che possiede un punto di fusione tra 160°-164° se cristal-

tica a quella isolata da Herout, Sorm e Frantisek (139); mentre l'absin-

tina ottenuta allo stato cristallino da Bourcet (137) era molto probabil¬mente un miscuglio delle due sostanze isomere (absintina e anabsintina)

isolate da Herout, Sorm e Frantisek (139). Ciò spiegherebbe la diffe-

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renza del punto di fusione.

Recentemente G. Schenk e E. Schuster (140) hanno pubblicato un

loro lavoro sull'erba di assenzio maggiore. Essi svilupparono il seguente

metodo di estrazione, partendo dalla droga totale fresca.

Gli autori estraggono la droga con acqua, concentrano la soluzione

nel vuoto, la mescolano con idrato di alluminio, precipitato di fresco e

filtrano.

Il filtrato lo concentrano, lo versano in metanolo e filtrano di nuovo,

distillano poi il metanolo e alla soluzione acquosa aggiungono acetone; il

precipitato bianco non amaro viene filtrato; distillano poi l'acetone e la

soluzione acquosa la estraggono con cloroformio fino a che la stessa non

lascia più gusto amaro.

Versano questa soluzione in cloroformio la versano su una colonna di

ossido di alluminio e la sviluppano con cloroformio.

La stessa colonna sviluppata ed osservata ai raggi U.V. presenta cin¬

que zone ben distìnte:

la prima con fluorescenza giallalà seconda » » blu

la terza » » giallala quarta » » giallala quinta » » di un blu chiaro.

La colonna di alluminio, così sviluppata, viene sortita dal tubo di

vetro usato per la cromatografia, la dividono in cinque parti corrispon¬denti alle cinque zone.

Le ultime quattro zone vengono eluite separatamente con metanolo

e le sostanze ottenute corrispondono alle quattro sostanze amare che essi

affermano di essere riusciti ad isolare e alle quali diedero i nomi che

ripeto nella seguente tabella.

Tabella

Dose Sostanza Punto di fusione Grado di amarezza

A Artamarina 95° - 96° 850

D Artamarinina 82° 125000

B Artamaridina 72° 720

C Artamaridinina Olio 6800

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Le sostanze A, B, D, si presentano sotto forma di una sostanza vitrea

giallognola, mentre la sostanza C è rappresentata da un'olio.

E' difficile dare un giudizio su questo lavoro, dato che gli autori non

sono riusciti ad isolare le sostanze amare allo stato cristallino.

Le mie ricerche colla cromatografia su carta confermano però i risul¬

tati ottenuti da Herout, Sorm e Frantisek (139).

b) Sviluppo del metodo per estrarre le sostanze amare dalFerba di assen¬

zio maggiore

Il metodo che ho usato per estrarre le sostanze amare dall'erba di

assenzio maggiore, si basa su quello adoperato da Senger (136), che con¬

siste nell'estrarre con etere la droga polverizzata fino a che non lascia più

gusto amaro.

La soluzione eterea si concentra fino a consistenza sciropposa, la si

lascia depositare, si decanta e si filtra per eliminare buona parte della clo¬

rofilla e delle sostanze resinose.

Si estrae poi la sostanza amara, scuotendo la soluzione eterea in un

imbuto agitatore con una grande quantità di acqua; l'operazione si ripetefino a che tutta la sostanza amara non sia passata nell'acqua.

La soluzione acquosa si mescola con una certa quantità di idrato di

alluminio e si filtra.

Dopo l'allontanamento di quel poco di etere sciolto nell'acqua, il fil¬

trato può essere considerato una soluzione più o meno pura delle sostanze

amare contenute nell'erba di assenzio maggiore.

a') Scelta del solvente

Prima di scegliere l'etere ho provato diversi altri solventi:

1) L'etere di petrolio ha il vantaggio di sciogliere poca clorofilla e

di possedere un punto di ebollizione piuttosto basso; però le sostanze

amare dell'assenzio maggiore si sciolgono troppo poco in esso.

2) La benzina sarebbe il solvente ideale se non possedesse un punto

di ebollizione troppo alto.

3) Il cloroformio scioglie troppa clorofilla difficile da eliminare poi.L'etere rappresenta quindi il solvente, che pur avendo lo svantaggio

di sciogliere un po' lentamente le sostanze amare contenute nell'erba di

assenzio maggiore, possiede i vantaggi di non sciogliere troppa clorofilla,

né sostanze resinose, e di avere un punto di ebollizione basso.

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b'> Difficoltà incontrate

In un primo tempo subito dopo l'estrazione nel soxlet, agitavo l'etere

con l'acqua, senza previa filtrazione su ossido di alluminio.

Questo modo di procedere mi causò grandi difficoltà, poiché tra l'etere

e l'acqua si formava uno strato di emulsione così forte che scomparivasolo dopo lungo tempo e con difficoltà.

Una filtrazione su ossido di alluminio si mostrava utilissima in seguito,

per evitare la formazione di emulsione. Altro accorgimento per evitare

questo inconveniente è quello di mantenere la quantità di etere e di acqua

nell'imbuto agitatore possibilmente sempre nel rapporto 1:1; l'etere che

evapora durante la manipolazione deve quindi essere di nuovo aggiunto.

e) Micrometodo per isolare quantitativamente le sostanze amare conte¬

nute nell'erba di assenzio maggiore

In un soxlet di grandezza adeguata vengono estratti durante circa

un'ora 5 gr. di polvere di erba di assenzio passati al setaccio della Pharm.

Helv. V., (questa durata d'estrazione varia a seconda del grado di ama¬

rezza della droga). La soluzione eterea viene tirata a secco nel vuoto.

Il residuo viene sciolto in ca. 3 mi. di cloroformio e filtrato su una

colonna di ossido di alluminio alta 3 cm. e del diametro di 1 cm. La co¬

lonna viene poi lavata con ca. 40 mi. di cloroformio libero di acqua e il

filtrato viene tirato a secco nel vuoto.

Il residuo si scioglie in 30 mi. di etere, versato in un imbuto agitatoree agitato per sei volte con 30 mi. di acqua distillata. Si distilla la solu¬

zione acquosa nel vuoto in un pallone di Cleisen e il residuo sciolto in

ca. 15 mi. di cloroformio, viene versato quantitativamente in un pallonedi vetro dal collo lungo. Si concentra questa soluzione a ca. 3 mi. e la

si filtra su una colonna di ossido di alluminio alta 1 cm. e del diametro

di 1 cm. per allontanare le ultime traccie di impurità, la stessa viene poilavata con ca. 10 mi. di cloroformio libero di acqua. La soluzione viene

poi tirata a secco, rimane così una polvere bianca molto solubile in clo¬

roformio.

La resa quantitativa di questa polvere bianca è variata nei diversi

campioni da me esaminati tra i 12 e i 40 mgr. Un po' di questa sostanza

sciolta in una goccia di cloroformio e lasciata evaporare su un vetrino da

microscopio mostra due forme di cristalli, aghi e tetraedri.

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Controllo dell'estrazione

Poiché ogni residuo, sia l'erba dopo l'estrazione nel soxlet, sia l'ossido

di alluminio dopo essere stato essiccato, sia l'etere dopo l'agitazione ad

esaurimento con l'acqua non lasciavano più gusto amaro, si può accettare

con assoluta certezza che nella polvere bianca ottenuta sono presenti tutte

le sostanze amare contenute neWassenzio maggiore.

d) Cromatografia su carta della polvere bianca ottenuta dall'erba di assen¬

zio maggiore

Tutta la polvere bianca ottenuta da 5 gr. di assenzio maggiore viene

sciolta in 5 cm3 di cloroformio secco.

Per ogni prova si usa 0,1 mi. (misurato con una micropipetta) di

questa soluzione, ciò che corrisponde a 0,1 gr. di droga.

el Reattivo

Oleum 66% (Soluzione di S03 in acido solforico conc.) 1 Voi.

Acido solforico concentrato ca. 99 % 5 Voi.

L'acido solforico concentrato si mescola coll'oleum, poiché questo ha

il potere di legare l'acqua contenuta nell'acido solforico concentrato. Il

reattivo ha il vantaggio di dare macchie con colorazione differenti, e le

stesse osservate sotto la lampada ai vapori di mercurio danno fluorescenze

molto intense.

f) Visibilizzazione delle macchie

Il cromatogramma osservato ai raggi di una lampada ai vapori di

mercurio, non mostra alcuna macchia fluorescente.

Il cromatogramma trattato col reattivo all'acido solforico presenta

quattro macchie: due macchie verdi col valore di Rf rispettivamente di

0,4 e 0,46; una macchia color arancio col valore di Rf 0,6; e una macchia

di un colore rosso che si trasforma subito in un viola molto intenso, col

valore di R( 0,8.

L'intensità della colorazione delle macchie aumenta esponendo il cro¬

matogramma ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio.

Dal Dr. Herout, professore all'università di Praga, ho potuto avere

un centinaio di mgr. di absintina e una quantità altrettanto grande di

anabsintina, isolate nei suoi laboratori. Queste due sostanze con il reattivo

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all'acido solforico danno una colorazione rossa che si trasforma poi in un

viola molto intenso. Queste sostanze cromatografate, sia singolarmente che

mescolate tra loro con etere, posseggono lo stesso valore di Rf di 0,8.

Sia l'absintìna che l'anabsintina lasciano gusto amaro ancora in una

diluizione (1 : 10 000000).

Tutta la striscia larga ca. 2 cm. sulla quale è avvenuta la separazionedelle sostanze, viene tagliata a pezzettini e ogni singolo pezzettino viene

analizzato nel suo gusto.

Dopo questo esame gustativo si giunge alla conclusione che solo la

macchia col valore Rf = 0,8 possiede gusto amaro.

Per isolare questa sostanza con gusto amaro ho ritagliato la zona del

cromatogramma corrispondente al valore Rf = 0,8 per una larghezza di

ca. 3 cm., eluendo poi queste striscie di carta ed evaporandone il solvente.

Dopo una serie di cromatogrammi ho ottenuto 50 mgr. di una polverebianca con gusto estremamente amaro (1 : 10 000 000). Un poco di questa

sostanza sciolta in una goccia di cloroformio e lasciata evaporare su un

vetrino da microscopio cristallizza in bellissimi aghi con un punto di fusio¬

ne di 104°, determinato al blocco sotto il microscopio.Dato che la sostanza amara da me isolata mostra un valore uguale

di Rf e un ugual grado di amarezza che le sostanze amare ricevute dal

Prof. Herout, si può dedurre che essa, molto probabilmente, non è altro

che un miscuglio di absintina anabsintina.

Questo fatto spiegherebbe anche il valore basso del punto di fusione.

g) Considerazioni proprie sul metodo

Questo metodo di estrazione ha il vantaggio di lavorare con una pic¬cola quantità di droga e secondariamente di agire abbastanza rapidamente.

Dopo lo sviluppo del rispettivo cromatogramma, si ha un'idea abba¬

stanza esatta, se si tratta di una droga con un contenuto alto, medio o

basso in sostanza amara.

Un'idea ancora più esatta l'ho ottenuta confrontando le grandezzedelle macchie ottenute colla droga e con una quantità ben determinata di

una soluzione, (absintina più anabsintina nel rapporto 1:1) in cloroformio.

Il metodo da me proposto lavora in modo che a ogni macchia corri¬

sponda 0,1 di droga, così si può calcolare la quantità approssimativa di

sostanza amara contenuta nella droga. Con questo metodo ho analizzato

15 campioni di droghe esistenti nel commercio.

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Questi risultati, confrontandoli con i risultati ottenuti dagli esami bio¬

logici vennero confermati.

Vale a dire: più la macchia viola di una droga era grande, più il

suo grado di amarezza era alto.

Da calcoli approssimativi, il contenuto in sostanza amara dei diversi

campioni di erba di assenzio maggiore da me esaminati si aggira tra il

0,05 % e il 0,5 %.

Questo metodo è da escludere, almeno per il momento, per gli scopidella Pharm. Helv. VI a causa delle grandi difficoltà di ottenere Fabsin-

tina e l'anabsintina come sostanze campioni.Come vedremo più tardi anche per questa droga adotteremo, data la

sua semplicità, il metodo di determinazione biologico.

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PARTE PRIMA

METODO BIOLOGICO

I. Parte teorica

A) Introduzione al metodo biologico

A questo punto ripeto i motivi che ci hanno indotti ad abbandonare

l'idea di una determinazione chimica.

1) In una pianta medicinale contenente più sostanze amare può acca¬

dere che due campioni, pur mostrando un ugual contenuto totale in sostan¬

za amara, possono possedere una differente azione amara.

2) L'azione farmacologica degli amari, secondo le cognizioni odierne,

si basano principalmente sul gusto amaro; perciò sembra, per il momento,

più logico introdurre un metodo fisiologico.

Oggi si fa sempre più larga la tendenza alle determinazioni biologicheo come metodi diretti per la determinazione di sostanze, oppure per con¬

trollare risultati dubbi ottenuti con altri metodi. (Vedi determinazione bio¬

logica della vitamina A (141).

Nella Pharm. Helv. V, compresi i rispettivi supplementi, si trovano

già alcuni metodi per le determinazioni biologiche; per esempio, per la

determinazione delle foglie di digitale (142), per la determinazione della

già citata vitamina A (141), e per la determinazione della vitamina D e

l'azione emolitica delle saponine. Vit. D (143).

Come vedremo più tardi il primo che pubblicò un metodo biologico

per la determinazione degli amari fu Wasicky (30).

Quando avevamo già terminato questo lavoro, siamo venuti a cono¬

scenza di una pubblicazione del Professor Karma, di Helsinki (170), nella

quale egli dice di aver elaborato un metodo biologico per la determinazionf

del grado di amarezza.

Fin'ora questo metodo non è ancora stato introdotto nella Farma¬

copea di nessun stato.

B) Fisiologia del gusto (144)

a) Localizzazione del gusto

La percezione del gusto avviene nelle mucose della lingua dove si

trovano appositi organi di ricezione. Questi organi, che sono situati in

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parti ben determinate della lingua, sono i seguenti:

1) le papille filiformi, che sono le più numerose e sono diffuse su

tutta la superficie della lingua;

2) le papille fungiformi, che sono più rare e si trovano specialmentenella parte anteriore della lingua;

3) le papille circonvallate, che, in numero da sette a dodici sono

allineate a forma di V sulla parte posteriore del dorso della lingua;

4) le papille foliate, che si trovano nella parte posteriore e laterale

della lingua.La sensibilità gustativa è direttamente proporzionale alla densità delle

papille, è perciò grande nei bambini, dove la densità delle papille è

maggiore.L'innervazione della lingua è così distribuita:

i due terzi della parte anteriore della lingua dal nervo linguale; un

terzo della parte posteriore della lingua dal faringioglosso ; e la parte in

fondo alla lingua del nervo vago.

b) Le condizioni affinchè una percezione gustativa avvenga sono:

1) La sostanza che provoca il gusto deve essere solubile in acqua.

2) La sostanza che provoca il gusto deve trovarsi nella concentrazione

minima necessaria.

e) Le digerenti speci di gusto

Si distinguono quattro sorta di

gusto :

1) Salato; 2) Acido; 3) Amaro;

Il Dolce.

Oggi vige l'idea che ai quattro gu¬

sti, corrispondano quattro qualità di

organi ricettori.

La sensibilità per i quattro gusti è

diversa nelle differenti regioni della lin¬

gua. La sensibilità per il dolce si trova

localizzata sulla punta, quella per l'ama¬

ro sul fondo e ai lati posteriori, per il

salato nelle parti anteriori laterali e per

il gusto acido nelle parti laterali.

deloteitòamater

Julia lùvc

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d) Altri fattori che possono influenzare il gusto

Noi possiamo constatare nell'esperienza giornaliera che l'organo del¬

l'odorato può modificare sensibilmente una sensazione gustativa.

Nella lingua sono localizzati altri fattori che possono influenzare una

percezione gustativa, cioè la sensazione del freddo, del caldo e del dolce.

Inoltre esaminando una soluzione di una sostanza amara, per tro¬

varne la concentrazione limite, bisogna fare attenzione che la temperaturadella stessa non sia troppo alta o troppo bassa, altrimenti si otterrebbero

dei risultati falsati.

C) Principali lavori finora reperibili nella bibliografia

Già nel secolo scorso veniva indicato che una droga lascia ancora

gusto amaro in estrazioni acquose di una data concentrazione limite, ma

questa caratteristica non venne mai adoperata per la vera determinazione

quantitativa delle droghe. Ciò dipende in parte dal fatto che la concentra¬

zione limite per l'amaro di una sostanza o droga uguale, differisce molto

da persona a persona, e perfino varia nella stessa persona a seconda della

stanchezza dei nervi gustativi, o dello stato di salute, ecc.

Per evitare sbagli in questo senso, Wasicky, Stern e Zimet (145),

pubblicarono un metodo per la determinazione quantitativa delle sostanze

amare e delle droghe contenenti sostanze amare, rendendo così possibileun giudizio del contenuto in sostanza attiva di diverse droghe amare, e

un altro metodo quantitativo non è ancora stato trovato.

Per ottenere dei risultati da poter confrontare, questi autori, come

per tutte le determinazioni biologiche, hanno introdotto una sostanza cam¬

pione (detta di paragone) con la quale viene determinata la sensibilità

individuale e momentanea.

Come tale sostanza hanno consigliato la brucina, che lascia ancora

gusto amaro in una diluizione tra 1:4 000 000 e 1 : 5 000 000. Come

concentraionze limite e come base di calcolo, hanno scelto il valore

1 : 4 800 000, e per evitare valori troppo grandi hanno introdotto il con¬

cetto di numero di amarezza, che per la brucina stabilirono in 100000.

Per ottenere questo numero dividono la diluizione limite della drogacon quella della soluzione della brucina e moltiplicano il quoziente per

100 000.

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Già nel 1931 gli stessi autori (146) esaminarono con lo stesso metodo

alcuni campioni di diverse droghe prelevati da farmacie della città di

Vienna.

Campioni di Herba Absinthii esaminati lasciavano ancora gusto amaro

nelle diluizioni tra 1 : 9 000 e 1 : 10 000; 8 campioni di Herba Centaurii

esaminati lasciavano ancora gusto amaro nelle diluizioni tra 1 : 2 000 e

1 : 3 500; e i campioni di Folium Menyanthidis esaminati lasciavano an¬

cora gusto amaro nelle diluizioni tra 1 : 1 500 e 1 : 9 000.

Per la Radice di Genziana essi esaminarono 25 campioni; 7 di essi

mostravano ancora amarezza nelle diluizioni tra 1 : 10 000 e 1 : 20 000,diversi altri campioni nelle diluizioni tra 1 : 30 000 e : 50 000, e il cam¬

pione più amaro mostrava ancora amarezza nella diluzione 1 : 80 000.

Per il flavedo Aurantii vennero analizzati 12 campioni (di droga) che

mostravano ancora amarezza nelle diluizioni tra 1:1 000 e 1 : 2 000.

Madaus e Schindler (147), determinando il grado di amarezza se¬

condo Wasicky, scrivono che il contenuto in sostanza amara per l'erba di

assenzio raggiunge il suo massimo al principio della fioritura e varia

soltanto di poco durante il periodo vegetativo.

Messmer (120) ha pure eseguito diverse determinazioni di grado di

amarezza di alcuni campioni di radice di genziana; questi lasciavano an¬

cora gusto amaro nelle diluizioni tra 1 : 25 000 e 1 : 60 000.

D) Osservazioni riguardanti la determinazione del grado di amarezza

Esistono dei metodi relativamente complicati per isolare queste .sostan¬

ze, le quali, una volta isolate, si trasformano facilmente.

Abbiamo scartato una determinazione chimica per i seguenti motivi:

1) in una pianta medicinale dove si trovano più sostanze amare,

può accadere che due campioni, pur mostrando un ugual contenuto totale

in sostanza amara, possiedono differente azione amara.

2) L'azione farmacologica degli amari, secondo le cognizioni odier¬

ne, si basano principalmente sul gusto amaro.

Perciò sembra per il momento più logico attuare per la determina¬

zione di queste droghe un metodo fisiologico.

L'introduzione del metodo di Wasicky nella Pharm. Helv. VI sarebbe

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stata senz'altro possibile e avrebbe portato senza dubbio un notevole

progresso.

Poiché la sensibilità per il gusto amaro varia da persona a persona

e dipende anche da altre condizioni esterne, si deve prima determinare la

sensibilità di una data persona per una sostanza campione. Come sostanza

campione è stata usata fin'ora la brucina, noi però abbiamo scelto il clo-

ridrato di chinina, poiché questa sostanza si trova già nella Pharm.

Helv. VI.

La concentrazione limite media per l'amarezza di questa sostanza è

di circa 1 : 200 000.

In analogia con le altre determinazioni biologiche non venne adoperatoun semplice numero di amarezza, ma venne introdotta una unità di

amarezza.

Ciò permette una rappresentazione plastica del valore terapeuticodella droga e da dei valori più facili da calcolare.

Basandoci su questa riessione abbiamo proposto d'introdurre il con¬

cetto di unità di amarezza, come misura per l'amarezza delle droghe e delle

loro preparazioni.L'unità di amarezza è stata stabilita convenzionalmente, come pure

tutte le unità biologiche fin'ora esistenti.

Nella definizione la concentrazione deve essere indicata perchè l'azione

amara è oltremodo dipendente da questa, ciò che non è il caso per le

altre unità biologiche.La determinazione, per semplificarla viene eseguita alla temperatura

di 20 gradi.

E) Proposta di un metodo per la determinazione del grado di amarezza

agli scopi della Pharm. Helv. VI

Ecco qui il metodo per la determinazione del grado di amarezza.

Il grado di amarezza delle droghe, nella Pharm. Helv. VI, viene espres¬

so in unità di amarezza.

Definizione di unità di amarezza.

Un'unità di amarezza, per la Pharm. Helv. VI, s'intende l'azione

amara causata da 5 mgr. di cloridrato di chinina, sciolti in 10 mi. di

acqua, alla temperatura di 20 gradi.

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a) Prescrizioni generali

Per questa determinazione si deve stabilire la sensibilità della persona

in esame per una soluzione campione di cloridrato di chinina, e l'azione

amara del medicamento o droga. La concentrazione e il modo di prepa¬

razione delle soluzioni originali si trovano nei singoli articoli.

Ogni soluzione deve essere misurata in modo preciso, con palloni di

vetro graduati e con pipette.L'esame gustativo viene eseguito nel seguente modo:

10 mi. della soluzione da esaminare, alla temperatura di 20 gradi,

vengono introdotti nella bocca e mossi durante 30 secondi, in modo spe¬

ciale lungo le parti superiori e laterali del fondo della lingua.Si deve sempre incominciare dalla più piccola concentrazione della

serie da analizzare; la prima concentrazione con gusto amaro, viene rite¬

nuta come concentrazione limite.

Se la soluzione in esame non lascia gusto amaro viene sputata, si

aspetta poi un minuto per vedere se si riceve una sensazione di amaro;

poi si sciacqua la bocca con acqua alla temperatura di 20 gradi.

Dopo aver atteso 10 minuti si passa all'esame della soluzione seguente

più concentrata.

b) Determinazione della sensibilità gustativa

0,100 gr. di cloridrato di chinina vengono sciolti in 100 mi. di acqua

potabile, in un pallone di vetro graduato.2 mi. di questa soluzione vengono diluiti con acqua potabile in un

pallone di vetro graduato di 100 mi.

Di questa soluzione originale vengono preparate in 9 provette le se¬

guenti diluizioni delle quali poi si determina la concentrazione limite.

A 2,10 2,20 2,30 2,40 2,50 2,60 2,70 2,80 2,90

B 7,90 7,80 7,70 7,60 7,50 7,40 7,30 7,20 7,10

C1 1 1

217 000

1 1 1 1 1 1

238 000 227 500 208500 200000 192000 185 000 170 500 172 500

A = Soluzione originale di chinina.

B = mi. di acqua.

C = Concentrazione della chinina; 1 gr. in x mi. di acqua.

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e) Determinazione del grado di amarezza della droga o del medicamento

a') Assaggio preliminare

Dalle soluzioni originali descritte nei singoli articoli vengono pre¬

parate le diluizioni seguenti; e delle stesse si determina la concentrazione

limite.

6 7 * * 10

4 3 2 1 o 1

b') Determinazione principale

Tra la concentrazione limite (G) trovata nell'assaggio preliminare e

la concentrazione prossima più piccola, si preparano in cinque provette le

seguenti diluizioni, poi si determina la concentrazione limite.

mi. di soluzione originale ... 1 G-1,00 G-0,75 G-0,50 G-0,25 G

Acqua a mi 10,00 j 10,00 10,00 10,00 | 10,00

La calcolazione delle unità di amarezza avviene secondo la formula

seguente :

A • 200 000 A • 2 000

Unità di amarezza = =

B • 100 B

A = Concentrazione limite per il medicamento da determinare.

B = Concentrazione limite per il cloridrato di chinina.

Per spiegare il metodo diamo qui il seguente esempio:

supponiamo che un campione di radice di genziana lasci ancora

gusto amaro nella diluizione 1 : 45 000, e che la concentrazione limite per

il cloridrato di chinina sia 1 : 180 000.

I valori vengono sostituiti nella formula:

45 000 • 2 000

Numero di unità di amarezza = = 500.

180000

Questo campione di radice di genziana mostra un contenuto di 500

unità di amarezza.

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IL Parte sperimentale

Per poter avere un'idea della precisione con cui lavora il metodo bio¬

logico e della sua dispersione percentuale su consiglio del Prof. Dr.

H. Flùck e secondo uno schema proposto dal Prof. Dr. A. Linder, ho se¬

guito i due seguenti esperimenti e i risultati numerici ottenuti li ho fatti

valutare da Quest'ultimo, che ne hd poi calcolato la dispersione percentualedel metodo e altri valori caratteristici, colla collaborazione del suo assi¬

stente ingegnere K. Abt.

A| Principii delle due serie di esperimenti

a) Esperimento primo

Questo esperimento venne eseguito con 11 studenti della Scuola Poli¬

tecnica Federale di Zurigo iscritti all'Istituto di farmacia che gentilmente

si sono prestati e aveva lo scopo di esaminare la dispersione dei valori

con un maggior numero di studenti.

Vennero prese le disposizioni necessarie affinchè le persone in esame

non sapessero cosa gustavano.

L'esperimento consistè nell'esaminare, secondo il metodo generale da

noi proposto, al mattino e al pomeriggio, la sensibilità delle 11 persone in

esame, per una soluzione campione di cloridrato di chinina, di un cam¬

pione di « Herba Absinthii », (droga contenente in più delle sostanze amare

anche olio etereo), di un campione di « Folium Menyanthidis » (droga

contenente soltanto sostanza amara).

Questi due campioni di droghe vennero poi adoperati anche nel secon¬

do esperimento.

b) Esperimento secondo

Questo secondo esperimento venne eseguito con quattro assistenti della

Scuola Politecnica Federale di Zurigo dell'Istituto di farmacia che gentil¬

mente si sono prestati e aveva lo scopo di eseguire la dispersione del me¬

todo su poche persone durante un maggior spazio di tempo:

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Esso consiste nel stabilire, mattino e sera, la sensibilità alle cinque

droghe da studiare di queste quattro persone durante quattro settimane,

in più controllare se l'assuefazione ha un influsso sui risultati di questo

esperimento.

e) Droghe studiate

I cinque campioni sono:

1) Herba Absinthii; 2) Radix Gentianae; 3) Flavedo* Aurantii amari

(queste droghe accanto alle sostanze amare contengono anche olio etereo).

4) Herba Centaurii; 5) Folium Menyanthidis (queste droghe con¬

tengono soltanto sostanza amara).

Per le stesse persone venne poi provata la loro sensibilità per una

soluzione campione di cloridrato di chinina.

B) Risultati

a) Risultati del primo esperimento

Si determina la sensibilità di più persone confrontando i risultati del

mattino e del pomeriggio.

Le serie di numeri indicati rappresentano le concentrazioni limiti

(1 gr. della sostanza amara in un mi. di acqua potabile) che la persona

indicata percepisce come amare.

Vengono poi dati i valori delle unità di amarezza poiché è appunto

in base a queste concentrazioni limiti che abbiamo introdotto l'unità di

amarezza.

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Tabella I

Determinazione della concentrazione limite della soluzione campione

di cloridrato di chinina.

Persona in esame mattino pomeriggio

Signorina A 200 000 192 000

» B 217 000 217 000

Signor C 208 500 208 500

» D 208500 208 500

Signorina E 200000 200 000

» F 208 500 208 500

» G 200 000 200 000

Signor H 200 000 200000

Signor I 200 000 200 000

» L 185000 185 000

Signorina M 208 000 208000

Tabella II

Herba Absinthii (droga che contiene anche olio etereo)

Persona in esame mattino pomeriggio

Signorina A 50000 45 250

» B 55000 58 750

Signor C 50 000 50 000

» D 41500 43 500

Signorina E 41500 41500

» F 43 500 45 250

» G 43 500 45 250

Signor H 41500 41500

» I 41500 41500

» L 45 250 43 500

Signorina M 50000 51000

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Tabella HI

Folium Menyanthidis (droga che contiene soltanto sostanza amara)

Persona in esame mattino pomeriggio

Signorina A 33.300 33 300

» B 50000 50 000

Signor C 33 300 33 300

» D 20000 20000

Signorina E 20 000 20000

» F 22 200 22 200

» G 28 500 25 000

Signor H 22 200 25 000

» I 22 200 25 000

» L 28 500 25 000

Signorina M 33 300 33 300

b) Risultati del secondo esperimento

Dispersione dei valori delle concentrazioni limite durante un più lungo

spazio di tempo, per quattro persone, confrontando i risultati del mattino

e del pomeriggio.

Tabella IV

Determinazione della concentrazione limite della soluzione campione

di cloridrato di chinina

Persona in esame mattino pomeriggio

Signor S

» R

» B

» F

208 500

200000

200 000

200000

208500

200000

200 000

200 000

Delerminazione delle concentrazioni limiti per le cinque droghe in esame

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I) Settimana

1. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

2. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

3. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

4. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

5. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

Herba Absinthii

mattino pomeriggio

50000 50000

41500 40 000

38 000 38000

52 500 52 500

Folium Menyanthidismattino pomeriggio

33 300 28500

25 000 25 000

20000 20 000

33 300 33 300

Herba Centaurii

mattino pomeriggio

22 200 25 500

16 650 18 000

12 500 12 500

20000 22 200

Radix Gentianae

mattino | pomeriggio

22 200 25 000

20 000 25 000

16500 18 000

20 000 22200

Flavedo Aurantii amari

mattino | pomeriggio

2 000 2000

2000 2000

1250 1250

2000 2000

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II) Settimana

1. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

2. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

3. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

4. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

5. Giorno

Persona in esame

Signor S

» R

» B

» F

Folium Menyanthidismattino pomeriggio

40 000 40 000

20 000 22 200

20 000 20000

33 300 33 300

Radix Gentianae

mattino pomeriggio

28500 28 500

20000 20 000

16650 16 650

22 200 22200

Fìavedo Aurantii amari

mattino pomeriggio

2000

2 000

1650

2000

2000

2000

1800

2000

Herba Absinthii

mattino pomeriggio

52 500 52 500

41500 41500

41500 41500

52 500 52 500

Herba Centaurii

mattino pomeriggio

25 000

20 000

20000

25000

25 000

20000

20000

25000

60 —

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Settimana

1. Giorno

Persona in esame

Herba Centaurii

mattino pomeriggio

Signor S

» R

» B

» F

25 000

20 000

16 650

25 000

25000

20 000

16 650

25 000

2. Giorno

Persona in esame

Herba Absinthii

mattino pomeriggio

Signor S

» R

» B

» F

52 500

50000

41500

52 500

52 500

47 500

40 000

52 500

3. Giorno Radix Gentianae

Persona in esame mattino pomeriggio

Signor S 25 500 25 500

» R 22 200 22 200

» B 16650 16 650

» F 25 500 25 500

4. Giorno

Persona in esame

FoUum Menyanthidismattino pomeriggio

Signor S

» R

» B

» F

40 000

20 000

18 000

40 000

40000

20 000

18 000

40 000

5. Giorno

Persona in esame

Flavedo Au

mattino

rantìi amari

pomeriggio

Signor S

» R

» B

» F

2 220

2 000

1650

2000

2220

2000

1650

2000

— 61 —

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C) Considerazioni sui risultati dei due esperimenti

a) Primo esperimento

Osservando a prima vista questi risultati, si nota subito che tra i

valori del mattino e del pomeriggio, praticamente non esiste alcuna dif¬

ferenza, e ciò venne confermato dall'elaborazione statistica.

Se con i risultati del primo esperimento si vuole calcolare e stabilire

la differenza di sensibilità delle 11 persone, per le due droghe e per la

chinina, vale a dire ciò che è dato meglio dal coefficiente di variazione

g

( = 100 •—= 100 • la deviazione standard diviso per il valore medio),

si osserva che esso è più piccolo per la chinina (ca. 4,5 %), più grande

per la droga contenente olio etereo (ca. 11 %), e ancora più grande per

la droga contenente soltanto sostanza amara (31%).

Tabella I

1) Droga con olio etereo

(Herba Absinthii)mattino

pomeriggio ....

2) Droga con solo sostanza

amara

(Folium Menyanthidis)mattino

pomeriggio ....

3) Soluzione di chinina

mattino

pomeriggio ....

mattino

pomeriggio ....

Numero

dei valori

(persone)

11

11

11

11

11

11

15

15

Valore m

medio x

45 750

46 091

Deviazione

standard

4 716

5 276

Rapporto100- s

28 500 8916

28373 8 743

203 273 8278

201 091 9905

205 233 8009

203 633 9 646

10.3 %14.4 %

31,3 %

30,8 fc

4,07 %4,93 %

3,90 %4,74 %

Osservazioni alla tabella

A questi risultati delle dispersioni si deve far notare, che essi si basano

soltanto su due determinazioni per ogni persona. Come vedremo più tardi,

— 62 —

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dopo un dato numero di determinazioni, si acquista una certa assuefazione

cosi che i valori delle dispersioni diventano sensibilmente più piccoli.

b) Secondo esperimento

Anche in questo esperimento si osserva che tra i valori dei risultati

del mattino e quelli del dopopranzo, praticamente non esiste una differenza.

Calcolo della dispersione parziale

Per questo calcolo non si procede coi valori dei risultati delle dilui¬

zioni, ma coi loro logaritmi.Per esempio la droga A (H. Centaurii) per la persona S, al posto dei

valori,

22 200 e 25 000

si calcola coi valori, 135 e 140.

A questi valori si arriva procedendo nel seguente modo:

al posto di 22 200 e 25 000 si prende la millesima

parte 22,2 e 25 si estrae poi il logaritmoottenendo 1,35 e 1,40 questi valori si moltiplicano per 100 e si

arriva cosi a

135 e 140

Questa trasformazione serve, prima di tutto, a rendere i valori delle

dispersioni quasi uguali, e secondo per avere dei numeri non troppo grandi.Con questi valori si calcola poi la dispersione parziale. (Con la somma

dei valori del mattino e del pomeriggio).I risultati sono dati dalla tabella seguente.

Tabella II

La dispersione parziale per i logaritmi nel secondo esperimento

DroghePersone

Settimane

D. P.

D. W.

P. W.

D. P. W.

Somma

Grado di

libertà

4

3

3

12

12

9

36

79

Somme dei

quadrati

737525,817 350,9

680,93 680,6

498,6645,2

1843,8762225,8

Media dei valori

dei quadrati S2

148381,45 738,6

227,0306,741,5571,6951,217

154 818,157

— 63 —

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Da questa tabella si osserva che una gran parte della dispersione cade

sulla differenza tra le droghe.Nella tabella seguente sono dati i valori medi per le singole droghe:

il valore più alto si constata per l'« Herba Absinthii », al secondo posto

troviamo il « Folium Menyanthidis », seguono poi l'« Herba Centaurii »

e la « Radix Gentianae » e a grande distanza il « Flavedo aurantii amari ».

Tabella HI

Valori medi dei logaritmi per il secondo esperimento

Droga Valore medio Persona Valore medio Settimana Valore medio

A 132,2 S 128,3 1 118,2B 132,8 R 117,6 2 121,4C 166,9 B 110,2 3 121,8D 143,6 F 126,9 4 121,4E 28,1

Tabella IV

A B C D E

s 139,6 140,6 171,5 157,1 32,5R 129,8 130,2 163,5 134,4 30,0B 121,0 123,5 160,8 127,0 18,5F 138,4 136,9 172,0 156,0 31,2

Inoltre si osserva che, se si fa eccezione per A e B, i valori medi

differiscono in modo evidente.

Si osserva anche che i valori medi per le persone F e S sono quasi

uguali, e che per le persone R e B differiscono (vedi tabella IV).

Se si vuol esaminare la differenza tra i singoli valori medi, bisognaservirsi dei quadrati dei valori medi dell'azione reciproca (D P) tra droghee persone, e calcolare la più piccola differenza esistente, nel nostro caso

con la formula:

il0,05 ' S

do,05-

In cui to.os rappresenta la zona di sicurezza della distribuzione t, col

corrispondente grado di libertà.

— 64 —

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s =. la radice del corrispondente quadrato del valore medio.

N = il numero dei valori, dai quali venne calcolato il valore medio.

d0,05 rappresenta la più piccola differenza significativa.Per quel che riguarda l'influsso del continuo ripetersi delle determi¬

nazioni, dai valori medi si osserva nettamente l'influsso dell'assuefaizone,

poiché dopo la prima settimana questi valori rimangono per così dire

costanti.

Questo si lascia stabilire per mezzo della dispersione parziale.

Tabella V

DispersioneGrado di

libertà

Somma dei

quadrati

Valore medio

dei quadrati

Tra 1 e (2 + 3 + 4)Tra 2, 3 e 4

Nell'insieme tra le settimane

1

2

3

666,7

14,2

680,9

666,77,1

La più gran parte della dispersione cade sulla differenza la prima e

le ultime tre settimane, mentre nel cerchio di queste tre ultime la diffe¬

renza è minima. Infatti è necessaria una certa pratica, per imparare dove

la sensazione di amarezza sulla lingua viene percepita.

D) Dispersione del metodo per la determinazione delle sostanze amare ( 148)

La dispersione del metodo che determina le sostanze amare, viene cal¬

colata con i logaritmi dei valori delle unità di amarezza dati dalla formula

A

E = 2 000 •— .Si procede quindi alla trasformazione della formula

B

come segue:

log E = log 2 000 + log A — log B

Log. A è il logaritmo della concentrazione limite della droga da deter¬

minare, mentre log B è il logaritmo della concentrazione limite della

chinina.

Viene data una trasformazione logaritmica perchè si tratta di valori

di concentrazione limite, che sono valori minimi il cui logaritmo è distri

buito normalmente.

La dispersione del metodo, nel primo esperimento, viene calcolata coi

valori delle concentrazioni limiti trovate per le due droghe sulle 11 persone.

La dispersione del metodo, nel secondo esperimento, viene calcolata

— 65 —

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coi valori delle concentrazioni limiti trovate nelle ultime tre settimane, al

mattino e al pomeriggio sulle quattro persone.

Nel primo esperimento per il calcolo della dispersione sono a dispo¬

sizione 11 valori x = log. E (perchè viene calcolato col valore medio tra

mattino e pomeriggio).Nel secondo esperimento, per il calcolo della dispersione del metodo

sono a disposizione 3 • 4 • 2 — 24 valori x = log E.

3 settimane, 4 persone, 2 volte al giorno (mattino e pomeriggio).

I valori medi per le singole droghe sono dati dalla formula:

S Xi S log. E

x = r= dove N = 24 rispettivamente = 11.

N N

La dispersione si calcola colla formula:

s = v -Nl-i s Ul — x)a

Intervallo in cui il 95 % di tutte le determinazioni x = log E di una

droga si troverebbero è dato da:

x + sto.os» dove t0,05, « distribuzione Student » st,

con n = N-l (=23 rispettivamente =10) significa grado di tolleranza.

L'intervallo, nel quale in 95 °/c di tutti i casi oppure in 19 su 20 casi

di determinazioni per una droga, eseguite a catena e alle stesse condizioni,

si troverebbe il valore medio x delle misurazioni singole N, è dato:

to,or>X + s

V N

Se si passa agli antilogaritmi, dunque alle unità di amarezza propria¬

mente detti, si ha così :

Antilog x = M = unità di amarezza media della droga esami¬

nata e per le zone limiti (« o » = sopra e

« u » = sotto).

Antilog (x -f sto.os) = L„ = Unità di amarezza, che in 2,5 % di tutte le

singole determinazioni viene sorpassato.

Antilog (x — st0,05) = L„ = Unità di amarezza, che in 2,5 % di tutte le

singole determinazioni viene sorpassata nel

senso negativo.

— 66 —

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_

st0,05

Antilog (x -| ) = 10 = Unità di amarezza, che in 2,5 % di tutte le

V N determinazioni a catena di un coefficiente N

per una droga viene sorpassata dalla sua unità

di amarezza media.

_

Sto,05

Antilog (x ) = lu = Unità di amarezza, che in 2,5% di tutte le

V N determinazioni a catena di un coefficiente N

per una droga viene sorpassata dalla sua unità

di amarezza media in senso negativo.

Gli intervalli del 95 % diventano con ciò :

L0 — Lu = R = Intervallo in cui si troverebbe il 95 % di tutte

le singole determinazioni del grado di ama¬

rezza per la droga.

10 —1„ = r = Intervallo in cui si troverebbe l'unità di ama¬

rezza M per una droga, nell'ambito del 95 Jcdi tutte le determinazioni a catena di un

coefficiente N.

L'intervallo di dispersione r da lu fino a lo intorno a M, dà una misura

per la dispersione del metodo, se si presume che come unità di amarezza

data (da darsi), viene presa la sua unità di amarezza media.

Poiché a causa della ritrasformazione del logaritmo in antilogaritmo,l'intervallo non si trova più simmetricamente intorno a M, si deve parlaredi una dispersione percentuale di sopra e di una dispersione percentuale

di sotto, tutte e due calcolate da M, in cui la percentuale di sopra è sempre

più grande.

1„ —M

100 = Divergenza sopra l'unità di amarezza media M

M in 47,5 % di tutte le determinazioni di M, in

rapporto a M stesso in percento.

lo —M

P„ = • 100 = Divergenza sotto l'unità di amarezza media M

M in 47,5 % di tutte le determinazioni di M, in

rapporto a M stesso in percento.

— 67 -

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E) Considerazioni sul metodo e conclusione

Dai risultati dei calcoli statistici, si riceve una buona impressione

generale sul metodo.

Questa buona impressione è poi confermata dal calcolo delle diver¬

genze percentuali.lo — M M —1„

p„ =—

• 100 e pu = 100

M M

a) Risultati del primo esperimento

H. Absinthii FI. Menyanthidis

Po

Pu

+ 5,4 %

-5,1%

+ 19,0 %

—16,0 %

b) Risultati per il secondo esperimento

Herba

Centaurii

Herba

Absinthii

Radix

Gentianae

Folium

Menyanthidis

Flavedo auran-

tii amari

Po

+ 6,7 %— 6,3%

+ 4,6 %

-4,5%

+ 7,4 %— 6,9%

+ 15,7 %

—13,6 %

+ 4,8 %

-4,8%

Da questi risultati si vede subito che i valori p0 e pu per la droga

« Folium Menyanthidis » differiscono da tutti gli altri valori p0 e pu delle

altre droghe, mentre essi differiscono poco tra di loro.

Da notare che nei due esperimenti per l'« Herba Absinthii » e per il

« Folium Menyanthidis » ho sempre adoperato la stessa droga; i valori p0

e pu per queste due droghe sono migliori per il secondo esperimento a

causa della maggior assuefazione delle persone in esame.

Conclusione

Da questi risultati si può dedurre che, il metodo biologico può essere

introdotto per la determinazione delle sostanze amare da noi tratte, nella

Pharm. Helv. VI.

F) Risultati dì diverse determinazioni delle unità di amarezza da me

eseguite, con alcuni campioni delle cinque droghe trattate.

Do qui le concentrazioni limiti (espresse) in mi. di acqua potabile

delle droghe in gr., che la persona indicata percepisce ancora come amare

— 68 —

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e le rispettive unità di amarezza calcolate secondo la formula:

E = 2 000 • A/B.

a) Herha Absinthii

a') Risultati con la droga secca

Raccolto 1954

1. Campione:2. »

3. »

4. »

5. »

6. »

7. »

« ss

Firma

Siegfried

Dixa

»

SulgerBohnyLehner-Sueur

Provenienza

JugoslaviaPolonia

Vallese

Ungheria

Vallese

Diluizione

limite

80 000

22 000

13 000

9 200

16400

35 000

65 600

58 400

52 500

Unità di

amarezza

dopo 1 anno

800

220

130

92

164

350

656

584

525

800

220

130

92

164

350

640

560

500

Raccolto 1955 Firma ProvenienzaDiluizione

limite

unità di

amarezza

1. Campione: Dixa Vallese 52 500 520

2. » Bohny Ungheria 54 000 540

3. » Bohny Vallese 57 000 570

4. » Sulger » 32 500 325

5. » Prof. Tucakov Jugoslavia 100 000 1000

6. » Brit. Drug H. Ungheria 66 000 660

b"| Risultato con la droga fresca essicata da noi a temperatura d'ambiente

La droga è stata raccolta nel giardino botanico dell'istituto di farma¬

cia della scuola politecnica federale di 2!urigo.

Unità di amarezza

Foglie 4- fiori ca. (1 : 1)

FoglieFiori

440

520

335

— 69 —

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b) Radix Gentianae

a') Risultati con la droga secca

Raccolto 1954

Un campione della firma Siegfried provenienza sconosciuta: dilui¬

zione limite 22 000, unità di amarezza 220.

Raccolto 1955 Firma ProvenienzaDiluizione

limite

Unità di

amarezza

1. Campione:2. »

3. »

4. »

5. »

6. »

BohnyDixa

Siegfried»

Brit. Drug H.

Prof. Tucakov

Francia

»

»

»

»

32 200

82 500

10 600

33 400

13 200

68600

322

825

106

334

132

686

b't Risultato cori una droga fresca essicata da noi a 60°

La droga è stata raccolta nell'Oberland Bernese sui monti di Brienz:

diluizione limite 42 400; unità di amarezza 424.

e) Flavedo Aurantii amari

a') Risultati con la droga secca

Raccolto 1955 Firma ProvenienzaDiluizione

limite

Unità di

amarezza

1. Campione:2. »

3. »

4. »

SiegfriedDixa

BohnyBrit. Drug H.

Spagna»

»

3 300

1600

1000

2 500

33

10

16

25

d) Herba Centaurii

a') Risultato con la droga secca

Raccolto 1954

Un campione della Firma Siegfried, provenienza sconosciuta: dilui¬

zione limite 8 000, unità di amarezza 80.

— 70 —

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Raccolto 1955 Firma Provenienza DiluizioneUnità di

amarezza

1. Campione: Siegfried Algeria 6 600 66

2. » Dixa Nordafrica 20 000 200

3. » Bohny Francia 14 000 140

4. » Brit. Drug H. Belgio 12 000 125

5. » Prof. Tucakov Francia 41000 415

e) Folium Menyanthidis

a'I Risultato con la droga secca

Raccolto 1954

Un campione della firma Siegfried provenienza sconosciuta: dilui¬

zione limite 8 000, unità di amarezza 80.

Raccolto 1955 Firma ProvenienzaDiluizione

limite

Unità di

amarezza

1. Campione:2. »

3. »

4. »

SiegfriedDixa

BohnyBrit. Drug H.

Polonia

BulgariaUngheriaBelgio

12 500

33 200

43100

8 000

125

332

431

80

Proposta delle esigenze minime per la Pharm. Helv. VI

Per quel che concerne le unità di amarezza minime che la Pharm.

Helv. VI dovrebbe esigere, per ogni sìngola droga in base ai risultati

reperibili nella bibliografia e ai risultati da me ottenuti, propongo:

Unità di amarezza minime

Herba Absinthii 400

Radix Gentianae 300

Folium Menyanthidis 200

Herba Centaurii 150

Flavedo Aurantii amari 20

— 71 —

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PARTE SECONDA

I. Determinazione dell'olio essenziale nell'erba di assenzio, nella

scorza di arancio amaro, e nella radice di genziana.

A) Scelta del metodo

Fluck e Hegnauer (149) e più tardi Schirm (150) dimostrarono,

che non esiste un metodo assoluto per la determinazione del vero contenuto

di olio essenziale nelle droghe, poiché da una parte la definizione degliolii essenziali in se stessa, e dall'altra parte la quantità e la costituzione

degli olii variano secondo il metodo di determinazione. Di conseguenza

tutti i metodi per la determinazione degli olii eterei, sia volumetrici che

gravimetrici, sono convenzionali.

Flìjck e Hoffmann hanno definito gli olii essenziali come segue:

« Sono sostanze volatili di origine vegetale, oleose, con odore molto forteche in generale si formano e vengono immagazzinati in appositi organi di

secrezione ».

Per la loro determinazione quantitativa vengono attualmente usati in

generale due metodi:

a) Metodo volumetrico

Il metodo volumetrico presenta diversi vantaggi: è semplice, non ado¬

pera troppo tempo, e specialmente nella forma modificata da Flìjck,

Hegnauer e Hofmann (149) e destinato per la Pharm. Helv. VI fornisce

risultati ben riproducibili. Inoltre permette di analizzare i costituenti del¬

l'olio etereo dopo la determinazione dell'olio totale.

b) Metodo ossidimetrico

Il metodo ossidimetrico, che ha il vantaggio di adoperare una quan¬

tità relativamente piccola di droga, è stato studiato da Zach-ScHENKER (151)

e modificato dopo lunghi anni di prove da Fluck e collaboratori (152).

L'ossidazione con KoCro07/H2S04 avviene sotto pressione in un tubo

di vetro a pareti solide.

— 72 —

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cj Metodo gravimetrico

Si procede nello stesso modo come per il metodo volumetrico. Si di¬

stilla la droga con vapore acqueo, il distillato si estrae con etere di petrolio,

pentano, o altri solventi lipofili a punto d'ebollizione basso; si evapora

quest'ultimo e il residuo si pesa.

// metodo volumetrico

Questo metodo che verrà introdotto nella Pharm. Helv. VI, determina

la quantità dell'olio etereo che distilla con il vapore acqueo; il volume

viene letto in un tubo di vetro finemente calibrato.

Perchè anche la parte dell'olio essenziale solubile nell'acqua venga

determinata, si deve fare in modo che una quantità non troppo grandedi acqua venga a trovarsi nel sistema. Ciò viene raggiunto, riconducendo

continuamente l'acqua, dopo l'avvenuta separazione dell'olio, nel pallonedistillatore (149).

Un apparecchio che lavora secondo questo principio, fu descritto a

suo tempo da Clevenger (153) e fu poi adoperato da molti studiosi con

piccole modifiche. (Vedi anche Heeger (154), Panzer (155) e l'apparec¬chio distillatore dell'U. S. P. XIV).

Anche l'apparecchio contenuto nella Farmacopea britannica 1948 (nel¬

l'edizione 1953 rimase immutato), è costruito secondo questo principio.

L'apparecchio modificato da Fluck e HuFFMANN, per la sua intro¬

duzione nella Pharm. Helv. VI, possiede un refrigerante a forma di fungo.Il processo di distillazione avviene in un sistema chiuso che può essere

adoperato, sia per la determinazione del contenuto dell'acqua, come per il

contenuto in olio etereo nelle droghe. E' fabbricato con un vetro speciale

resistente al calore, presenta un grande vantaggio per la sua semplicità di

uso e facilità di pulizia.Una volta che la distillazione è iniziata e regolata continua senza

bisogno di un assiduo controllo.

Il sistema refrigerante a forma di fungo si adatta molto bene.

Secondo Bauer (156) il refrigerante a forma di fungo deve terminare

a punta, in maniera però che la stessa venga a trovarsi vicino alla parete;

così che i vapori condensati scendano lungo di essa evitando la formazione

di gocce troppo grosse che potrebbero otturare la microburetta.

Come mezzo di misurazione serve una buretta di precisione del con¬

tenuto di 1,5 mi., suddivisa in 0,01 mi.

— 73 —

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il tubo di vetro del diametro di 1 cm. che sale dal pallone distillatore

fino alla camera refrigerante è rivestito con una corda di amianto per

isolarlo dall'ambiente.

Per la separazione dell'olio etereo dall'acqua, si usa tubo di vetro del

contenuto totale di 3 mi., suddiviso in 0,05 mi. Un tubo trasversale obliquodel diametro di 7 mm. mette in comunicazione il punto di congiuntura tra

le due burette e il tubo di vetro che sale e permette il riflusso dell'acquanel pallone di distillazione.

e) Modo di esecuzione della determinazione

Si pesa nel pallone di vetro una quantità di droga (deve corrispon¬dere a ca. 0,3 mi. di olio essenziale), che viene poi mescolata con una

quantità di acqua da cinque a dieci volte superiore.Si chiude il rubinetto, si riempiono con acqua le due burette fino a

che l'acqua esca attraverso il tubo trasversale nel pallone di distillazione, e

si mette il refrigerante.Si riscalda poi lentamente (ca. 20 minuti) fino a che la prima goccia

cada dal refrigerante, dopo la temperatura viene regolata in modo che la

distillazione continui adagio.Il tempo di durata della distillazione varia da droga a droga.Trascorso il tempo prescritto, per lavare dal refrigerante le eventuali

gocce che fossero rimaste attaccate alla parete, si chiude l'acqua del refri¬

gerante e si continua la distillazione durante ca. 5 minuti.

Dopo che l'olio si è ben separato, si lascia uscire l'acqua finché lo

stesso venga a trovarsi nella microburetta. Trascorsi ca. 5 minuti si legge

poi il volume dell'olio essenziale.

IL Determinazione dell'olio essenziale nell'assenzio maggiore.

A) Lavori fin'ora reperibili nella bibliografia

I primi lavori sulla determinazione dell'olio essenziale nell'assenzio

maggiore risalgono a Charabot e Laloue (157). La pianta venne semi¬

nata nel principio della primavera del 1904, il ripianto delle stesse venne

effettuato il 31 maggio del 1904.

II raccolto avvenne in quattro stadi ben determinati del periodo ve¬

getativo.

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Risultati

Data della raccoltaContenuto in olio etereo

della droga totale

1. Stadio 26 settembre 1904 -

prima della fioritura 0,1 %

2. Stadio 10 luglio 1905 -

principio della fioritura 0,2 %

3. Stadio 4 agosto 1905

sul finire della fioritura 0,12 f<

4. Stadio 2 settembre 1905 -

dopo la fioritura 0,14 %

Osservazioni

Da questi risultati si constata un contenuto massimo in olio essen¬

ziale durante la fioritura.

Per la determinazione quantitativa si sottopose la pianta alla distil¬

lazione con vapore acqueo, il distillato venne poi estratto con etere di pe¬

trolio, e dopo la separazione in un imbuto agitatore, il solvente fu eva¬

porato e il residuo pesato.

E. RabAK (158) dopo lunghi anni di studi e ricerche intorno all'olio

essenziale contenuto nell'assenzio, rende noto che la pianta « Artemisia

absinthium » fu coltivata ad Arlington nella Virginia sempre nelle stesse

condizioni; venne sottoposta alla distillazione con vapore acqueo, in parteallo stato fresco e in parte allo stato secco. Il distillato venne poi estratto

con etere, e dopo l'evaporazione del solvente il residuo venne pesato.Secondo le condizioni climatiche, la resa in olio della pianta era di anno

in anno differente e tra gli anni 1907 e 1919 oscillò tra il 0,12 % e

il 0,24 %.Poche precipitazioni assieme ad elevata temperatura e molte ore di

sole favoriscono l'aumento della resa in olio etereo. L'olio etereo ottenuto

dalla droga essiccata era molto più oscuro da quello ottenuto dalla drogafresca. Al tempo della fioritura la pianta possiede il maggior contenuto in

olio etereo.

M. FlÒSCH (159) scrive che il contenuto in olio etereo dell'Artemisia

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absinthium coltivata in Ungheria oscilla tra il 0^2 % e il 0,47 %. L'autore

non indica il metodo con cui ha determinato l'olio etereo.

0. Soboleskaja (160) scrive che l'assenzio coltivato a Saratowa

( Russia) possiede un contenuto in olio etereo che oscilla tra il 0,2 % e

il 0,56 %. L'autore non indica il suo metodo.

Ester de Camargo Fouseca (161) ha trovato che il contenuto in

olio etereo delle foglie dell'artemisia che cresce nel Brasile, varia colle

stagioni e coll'età delle foglie stesse.

Due campioni di foglie giovani raccolte in novembre e determinate di

fresco, mostravano un contenuto in olio etereo rispettivamente del 0,34 %e del 0,38 %, mentre un'altro campione raccolto in luglio e determinato di

fresco mostrava un contenuto del 0,41 %. Gli stessi campioni determinati

di fresco mostravano dopo piena crescita un contenuto rispettivamente del

0,15%, del 0,20% e del 0,38%.

La percentuale delle foglie secche varia da 0,098% fino a 0,3 %>.L'autore scrive poi che per gli scopi della farmacopea del Brasile

l'erba di assenzio maggiore dovrebbe avere un contenuto minimo del

0,20 %. La determinazione dell'olio etereo venne effettuata col metodo gra¬

vimetrico.

In un suo recente lavoro inviato al Prof. Fluck (e che mi fu conse¬

gnato), St. BiJCHNER, rende noto che l'assenzio maggiore da lui coltivato

in Polonia, mostrava un contenuto massimo in olio essenziale nei principidella fioritura. Per le sue determinazioni ha usato il metodo gravimetricodeterminando la droga costituita dalle foglie e dalle sommità fiorite. Rife¬

risce anche che il magazzinaggio durante un anno in condizioni normali

non provoca una diminuzione dell'olio etereo nella droga.

La tabella seguente espone i risultati delle determinazioni eseguite

dall'autore nei differenti stadi del periodo vegetativo.

Anno 1950

Data della raccolta

7.VI.

7.VII.

7.VIII

7.IX.

7.X.

Stadio di sviluppodella pianta

Prima della fioritura

Gemme

Durante la fioritura

Sul finire della fioritura

Dopo la fioritura

Contenuto in

olio essenziale

0,62 %0,68 %0,51 %0,47 %0,13 %

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minuti

in

dishiiazione

della

Durata

80

1165

150

135

20

II

I1

105

90

75

0

11

16

i*5

30

15

II

I

10—

20—

30—

i»0—

SO

60-

TO—

BO¬

90—

400

°/o

distillale totale etereo dell'olio Percentuale

maggiore

.assenzio

dipo

lver

izza

lae

secca

droga

dalla

etereo

dell'olio

distillazione

dell

adurata

della

Curva

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B) Lavori propri

a) Considerazioni generali

L'olio etereo contenuto nell'erba di assenzio maggiore si trova per la

maggior parte rinchiuso nelle ghiandole epidermriche, e in piccole quan¬

tità in speciali ghiandole oleifere interne. Le droghe secche seguenti ven¬

nero comperate già polverizzate e passate al setaccio IV della Pharm.

Helv. V.

b) Quantità della droga da adoperare per la determinazione

Dato il contenuto relativamente basso dell'olio etereo nell'assenzio, bi¬

sogna adoperare una abbastanza grande quantità di droga. Per ogni deter¬

minazione ho sempre preso 100 gr. di polvere di erba di assenzio che

pesavo nell'apposito pallone di vetro del contenuto di 1 lt., e dopo l'ag¬

giunta di ca. 500 mi. di acqua, sottoponevo alla distillazione.

e) Durata della distillazione

La durata totale della distillazione per una quantità di 100 gr. di erba

secca di assenzio maggiore è di ca. 3 ore.

Nella tabella seguente annoto le percentuali di olio totale distillato

nelle singole frazioni di tempo.

Singole frazioni Percentuale dell'olio totale

di tempo in minuti distillato

15 60

30 75

60 84

90 90

150 98

180 100

Durante la prima mezz'ora distilla il 60 % dell'olio totale; questa

prima frazione è di un color bruno, le seguenti sono poi di un verde

molto intenso.

Se però l'erba di assenzio è abbastanza fresca, se si tratta cioè di una

buona droga del commercio, distilla subito un olio di un colore verde, che

dopo alcune ore assume una colorazione di un blu intenso, dovuta a for-

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inazione di azulene. Col tempo però perde questo colore assieme alla sua

fluidità, trasformandosi in una massa bruna e resinosa.

Osservazione: Alla fine della distillazione, per lavare dal refrigerante

piccole quantità di olio etereo semisolide che sono rimaste attaccate alla

parete, è molto importante chiudere l'acqua del refrigerante e lasciare che

la distillazione continui ancora per ca. 5 minuti.

di Risultati per il raccolto 1954

Contenuto in

Contenuto in olio essenziale

Enumerazione dei campioni olio essenziale determinato

in % un anno dopoin %

1) Siegfried: provenienza Jugoslavia . 0,24 0,242) Siegfried: provenienza Polonia 0,42 0,413) Siegfried: provenienza Vallese 0,25 0,234) Siegfried: provenienza Ungheria . 0,1 0,15) Dixa: provenienza Ungheria . 0,19 0,186) Dixa: provenienza Vallese 0,15 0,157) Sulger: provenienza Vallese

. 0,3 0,38) Bohny: provenienza Vallese

. 0,33 0,329) Lehner e Sueur: provenienza Val-

0,25 0,24

10) British Drug Houses: provenienza non

0,15 determinato

(*) Le droge vennero conservate in sacchetti di carta bruna, rinchiusi,

in luogo scuro (un armadio), alla temperatura tra i 18 e i 20 gradi.

e) Risultati per il raccolto 1955

Enumerazione dei campioni

1) Dixa: provenienza Vallese.

2) Bohny: provenienza Ungheria3) Bohny: provenienza Vallese

4) Sulger: provenienza Vallese.

5) Prof. Tucakov: provenienza Jugoslavia

Contenuto in olio

essenziale in %

0,42

0,32

0,35

0,260,45

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f) Ricerche su un campione di erba di assenzio maggiore raccolto di

fresco.

Dal giardino botanico dell'istituto di farmacia della scuola politecnicafederale di Zurigo, al principio della fioritura (mese di luglio) si raccolse

ca. 1,5 kg. di erba fresca di assenzio maggiore.L'essiccamento avvenne all'ombra a una temperatura di ca. 25° durante

una settimana e subito dopo se ne determinò il contenuto.

Risultati

Parti determinateContenuto

essenziale i

d'olio

n %

Droga totale

Sole foglie .

( fiori + foglie + stelo) 0,781,02

0,98

0,15Solo steli

Osservazioni

E' da notare che la distillazione degli olii essenziali è avvenuta in un

tempo molto più breve, che non per gli altri campioni di erba secca di

assenzio maggiore, e dopo un'ora praticamente tutto l'olio era distillato.

Altro particolare degno di rilievo: l'olio distillato dalle foglie è inco¬

lore e limpidissimo, mentre quello distillato dai fiori pur essendo limpidoè di un colore bruno scuro.

Le due qualità di olio possedevano lo stesso odore e lo stesso indice

di rifrazione.

Questi due olii, conservati durante una settimana, non hanno mostrato

la colorazione blu osservata già in altri campioni di olii ottenuti da droghein commercio.

g) Osservazioni e conclusioni

Dai risultati reperibili nella letteratura e da quelli da me ottenuti si

può concludere:

1) L'assenzio maggiore dovrebbe mostrare un contenuto minimo del

0,2 % - 0,3 % in olio essenziale.

2) Il magazzinaggio di un anno, alle condizioni già accennate, non

ha praticamente alcun influsso sul contenuto quantitativo in olio etereo.

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3) Olio essenziale ottenuto da una droga fresca distilla molto più

rapidamente, e si presenta molto più fluido e di un colore più uniforme,

che non quello distillato da una droga immagazzinata da più di un anno.

III. Determinazione dell'olio essenziale nella radice di genziana

A) Lavori fin ora reperibili nella bibliografia

I primi brevi accenni reperibili nella bibliografia che trattano l'olio

essenziale contenuto nella radice di genziana appartengono agli autori

Burmann (162) e Redgrove (163).

Kroeber (164) scrive: sottoponendo la radice di genziana alla distil¬

lazione con vapore acqueo, si ottiene uà olio che odora fortemente di

genziana.

Più tardi Brack (84) si occupò della composizione chimica di questo

olio. Egli scrive che da 2150 kg. di radice di genziana ottenne 193 gr. di

olio, vale a dire il 0,009 %.

Messmer (120) nella sua dissertazione espose il risultato delle deter¬

minazioni quantitative, col metodo ossidimetrico, di alcuni campioni di

radice di genziana.II contenuto medio di questi campioni è di circa 0,045%.

B) Lavori propri

a) Scelta del metodo di determinazione.

Essendo il contenuto della radice di genziana veramente minimo, avrei

dovuto far ricorso a un micrometodo.

Per esempio quello ossidimetrico secondo Zach-Schenker (151). Dato

che il metodo volumetrico verrà introdotto nella Pharm. Helv. V ho cer¬

cato di adattarlo anche per la radice di genziana.

b) Quantità da adoperare per ogni determinazione

L'adattamento del metodo volumetrico avviene in due maniere.

a') Prendendo una quantità di droga bastante affinchè distilli olio

a sufficienza per consentire una lettura esatta nella microburetta.

La quantità necessaria per questo scopo è di 300 gr. di radice di gen¬

ziana, ma questo adattamento presenta lo svantaggio che la distillazione

deve avvenire in due volte, perchè 300 gr. di radice di genziana in polvere

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più l'acqua necessaria non hanno posto nel pallone distillatore da 1 lt.

6') Si distillano, come al solito, 100 gr. di radice di genziana. L'olio

distillato si scioglie in pentano normale, e si versa in un imbuto separa¬

tore. Dopo la separazione dall'acqua, la soluzione in pentano si versa in

una capsula di vetro esattamente tarata.

Si lascia poi evaporare il pentano, si mette la capsula per due ore

nell'essiccatore, e si pesa calcolando poi la percentuale in peso.

e) Durata della distillazione

La durata della distillazione è di quattro ore.

La velocità della distillazione la si può accelerare adoperando una

soluzione quasi satura di cloruro di sodio, che si prepara in precedenza,diluendola poi con un po' d'acqua.

d) Risultati

Enumerazione dei campioni Contenuto in olio etereo

metodo volu¬

metrico in %

metodo gravi¬metrico in %

Raccolto 1954

1) Siegfried: provenienza Francia

2) Siegfried: provenienza Francia

3) British Drug Houses: provenienza

Raccolto 1955

1) Dixa: provenienza Francia

2) Dixa: provenienza Francia

3) Bohny: provenienza Francia.

0,04

0,03

0,045

0,050,035

0,042

0,042

0,033

0.048

0,050,038

0,042

Osservazioni. - Come si vede i risultati percentuali dei due metodi

sono pressoché identici.

Altri risultati

I seguenti sono i risultati, non ancora pubblicati, di due campioni di

provenienza svizzera, col metodo gravimetrico, determinati alla scuola poli¬tecnica federale di Zurigo, istituto di farmacia.

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1) Campione dell'anno 1951 mostrava un contenuto in olio etereo

del 0,052 %.

2) Campione dell'anno 1952 mostrava un contenuto in olio etereo

del 0,058 %.

IV. Determinazione dell'olio essenziale nella scorza di arancio

amaro

A) Lavori fin ora reperibili nella bibliografia

Dati reperibili nella bibliografia sul contenuto in olio essenziale della

scorza di arancio amaro sono scarsi.

Nella « Schimmel Bericht » (165) del 1907 si legge che ad Amani

dalla distillazione della scorza di arancio anlaro, si ottenne una resa

deU'1,4 %.

Nella stessa rivista del 1908 (166) si trova che dalla scorza di arancio

amaro del Monzambico si ottenne una resa dell'8,9 % in olio etereo. I

metodi con cui le determinazioni sono avvenute non sono stati indicati.

Steiner (167) ha pubblicato più tardi un lavoro molto interessante.

Distillando con acqua scorza di arancio amaro a pezzettini di ca. 4 mm2,

si accorse che la quantità di olio distillata era minima. Provò poi a distil¬

lare invece che con acqua con 0,1 n di acido cloridrico, la quantità di olio

era di ca. 4 volte superiore a quella ottenuta distillando con sola acqua.

Distillando la stessa scorza dopo averla polverizzata, ottenne la stessa

quantità di olio come dalla distillazione dei pezzetti con 0,1 n di acido

cloridrico.

Questo fenomeno trova secondo Steiner (167) la spiegazione seguente:

L'olio etereo si trova rinchiuso in appositi organi di secrezione, glan-dule oleifere, che sono attorniate da molta pectina. Questa, che impedisceall'olio di distillare, può essere smossa meccanicamente col polverizzarela droga o chimicamente per mezzo dell'acido cloridrico, facilitando così

la distillazione dell'olio etereo.

L'autore pubblica poi tutta una serie di determinazioni quantitativedell'olio etereo in diversi campioni di scorza fresca di arancio dolce.

Il contenuto minimo di questi campioni è del 0,7 %, il contenuto mas¬

simo è del 7%, e il contenuto medio del 2%.

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distillato totale etereo dell'olio Percentuale

— n —

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B) Lavori propri.

a) Quantità di droga da adoperare per ogni determinazione.

Dato il contenuto piuttosto elevato 10 gr. bastano per una determi¬

nazione.

Si pesano quindi 10 gr. di scorza polverizzata in un pallone di vetro

del contenuto di 250 gr., si aggiunge l'acqua necessaria e si procede alla

distillazione.

b) Durata della distillazione

Per una normale distillazione si devono calcolare due ore.

Singole frazioni Percentuale dell'olio

di tempo in minuti totale distillato

15 70

30 85

60 95

90 98

120 100

Dopo 120 minuti la droga non lascia più alcun odore e anche con¬

tinuando la distillazione la resa in. olio etereo è nulla; da ciò si può de¬

durre che la distillazione è terminata.

Ho eseguito lo stesso controllo per l'erba di assenzio.

e) Risultati

I campioni delle droghe mi vennero forniti in parte già polverizzati

e in parte concisi.

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Enumerazione dei campioni

Contenuto in olio

essenziale delle

droghe in polveredistillate con

acqua in %

Contenuto in olio

essenziale delle

droghe concise in %

distillate

con HC1 0,1

distillate

con acqua

Raccolta 1954

1) British Drug Houses *

provenienza Spagna

Raccolta 1955

2) Bohnyprovenienza Spagna

*

3) Dixa

provenienza Spagna4) Siegfried

provenienza Spagna5) Siegfried

provenienza Spagna6) Raccolta delle droghe del¬

l'istituto di farmacia della

scuola politecnica federale

di Zurigo (Museo)*

3,2**

1.7*

1,5

2,4

2,0

1.8*

3,4

1,8

1,9

0,9

0,4

0,5

*

Campioni di droghe concisi.

** La piccola differenza nel contenuto è dovuta certamente all'olio essen¬

ziale andato perso durante l'operazione di polverizzare la droga.

Osservazioni

Se la determinazione dell'olio essenziale della scorza di arancio amaro

si esegue colla droga polverizzata, allora basta distillare con acqua; ma

se lo si determina dalla droga a pezzettini, bisogna distillare con acido

cloridrico 0,1 n.

Conclusione generaleConsiderati i risultati reperibili nella bibliografia e quelli da me otte¬

nuti, che sono sempre il valore medio di almeno tre determinazioni, credo

che per la Pharm. Helv. VI il contenuto minimo in olio essenziale delle

seguenti tre droghe si potrebbe stabilire come segue:

Herba Absinthii 0,25 %.

Radix Gentianae 0,04 %.

Flavedo Aurantii amari 2,0 %.

— 86 —

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RIASSUNTO

I. Parte Generale

1) Una vista d'assieme delle principali piante medicinali contenenti

sostanze amare e delle sostanze amare che esse contengono (amari) viene

riassunta in una tabella.

Segue una descrizione generale delle proprietà chimiche, farmacolo¬

giche, terapeutiche e altre caratteristiche degli amari.

2) La descrizione delle 5 droghe da studiarsi, « Herba Absinthii »,

« Radix Gentianae », « Flavedo Aurantii amari», «Herba Centaurii »,

« Folium Menyanthidis », viene trattata, dandone la definizione, le proprie¬tà chimiche e farmacologiche.

II. Parte Speciale

1) Vi vengono descritti gli esperimenti cromatografici sulle 5 drogheda studiarsi, sfruttando, come mezzo di ricerca della posizione delle so¬

stanze amare sul cromatogramma, la proprietà di questi di dare delle mac¬

chie fluorescenti, se esposti ai raggi di una lampada ai vapori di mercurio;

poi sono esaminati i gusti delle sostanze amare e in più vengono usati

alcuni reattivi già esistenti nella bibliografia.

2) Per la radice di genziana è stata isolata la genziopicrina dalla droga

fresca, ottenendo una resa del 0,05 fc.Confrontando i cromatogrammi ottenuti con questa droga, si osserva

che quello ottenuto dalla radice secca di genziana presenta delle macchie

molto più fluorescenti, se esposto ai raggi di una lampada ai vapori di

mercurio, che non quello ottenuto dalla radice fresca di genziana; inoltre

che le tre reazioni (alla benzidina, al naftoresorcinolo e al cloruro di tetra-

zolio) eseguite su di essi per rendere visibile la genziopicrina, sono molto

più chiare sui cromatogrammi ottenuti dalla radice fresca di genziana che

non per quelli ottenuti dalla radice secca di genziana.

3) Per quel che riguarda l'erba di assenzio, è data la descrizione di

un micrometodo per isolare quantitativamente le sostanze amare in essa

contenute e la loro determinazione quantitativa per mezzo della cromato¬

grafia su carta.

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III. Parte Prima

1) In questa parte viene trattato il metodo biologico per la determi¬

nazione delle sostanze amare.

Al metodo biologico di Wasicky vengono apportate alcune modifiche;

per esempio, come unità di misura per il grado di amarezza viene intro¬

dotta l'unità di amarezza, e come sostanza campione, viene introdotto il

cloridrato di chinina.

2) Il calcolo della dispersione del metodo biologico viene eseguito coi

risultati di due esperimenti.

Il primo esperimento, che ha lo scopo di esaminare la dispersione dei

valori con un numero di 11 studenti, ha dato i seguenti risultati:

Per la droga « Herba Absinthii » : p0 = -j- 5,4 % e pM = — 5,1 fc

Per la droga « Folium Menyantidis » : p0 = + 19,0 % ep, = —16,0 %

H secondo esperimento, che ha lo scopo di esaminare la dispersionedel metodo su poche persone (4), però durante un maggior spazio di tem¬

po, ha dato i seguenti risultati:

Per la droga « Herba Absinthii » : p» = + 4,6 % ep, = — 4,5 fr

Per la droga « Radix Gentianae » : p„ = -f- 7,4 % e pu = — 6,9 %

Per la droga « Flavedo Aurant. ani. » : p0 = + 4,8 % ep, = — 4,8 %

Per la droga « Herba Centaurii » : p0 = -f- 6,7 % e pu =— 6,3 °/c

Per la droga « Fol. Menyanthidis » : p0 = + 1^,7 % e pM = —13,6 %

3) I risultati delle determinazioni biologiche e i risultati dei calcoli

vengono discussi. Viene fatto rimarcare l'influsso dell'assuefazione che una

persona acquista dopo un po' di tempo.

In base a questi risultati si propone che questo metodo venga intro¬

dotto nella Pharm. Helv. VI.

4) Seguono poi i risultati delle determinazioni del grado di amarezza

di una serie di campioni delle 5 droghe trattate sulla base di questi risul¬

tati, e di quelli trovati nella bibliografia; e viene proposto un contenuto

minimo espresso in unità di amarezza, che queste droghe dovrebbero avere

per gli scopi della Pharm. Helv. VI.

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IV. Parte Seconda

1) Viene trattata la determinazione dell'olio essenziale nell'« Herba

Absinthii», nella «Radix Gentianae» e nel «Flavedo Àurantii amari».

Le determinazioni vengono eseguile col metodo volumetrico, si stabi¬

lisce la quantità di materiale da prendere per ogni determinazione indi¬

candone la durata (dati che variano da droga a droga).

2) I risultati delle determinazioni dei diversi campioni delle tre droghe

sopra citate vengono discussi.

Per PHerba Absinthii è stato studiato l'influsso del magazzinaggio.In base ai risultati ottenuti e a quelli trovati nella bibliografia, viene

proposto che il contenuto minimo in olio essenziale che la Pharm. Helv. VI

dovrebbe esigere venga stabilito come segue:

Per l'« Herba Absinthii » 0,25 %.

Per la «Radix Gentianae» 0,04%.

Per il «Flavedo Àurantii amari» 2,0%.

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170) Karma H.: Farmaseuttinen Aikakauslehti., 6, (1956).

Queste tre ultime pubblicazioni sono apparse quando io avevo già terminato il mio

lavoro di tesi.

N.B. - La maggior parte delle citazioni bibliografiche fino al numero 70 ca. le ho

prese dal lavoro di Korte, Arch. Parm., 286, 257 (1953).

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Curriculum iritae

— Sono nato il 1° agosto 1926 a Muralto da Eugenio Biag-gini e Teresa Gianolini.

— Ho frequentato il ginnasio e il liceo al collegio Papio in

Ascona.

— Nell'estate del 1947 ho conseguito la maturità federale

a Locamo, e nell'ottobre dello stesso anno, ho iniziato glistudi di farmacia alla Scuola Politecnica Federale di Zu¬

rigo, che ho frequentato durante tre semestri.

— Ho poi assolto i tre semestri di pratica obbligatoria a

Locamo e a Zurigo, e l'anno obbligatorio d'assistenza a

Nyon.

— Dopo altri quattro semestri ho conseguito il diploma come

farmacista alla Scuola Politecnica Federale di Zurigo.— Dal novembre del 1953 ho lavorato come assistente della

commissione federale della farmacopea (sotto-commissione

droghe) all'Istituto di farmacia, della Scuola Politecnica

Federale, dove ho svolto questo mio lavoro di tesi.