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Prof. Pietro Literio (Psicologo e Psicoterapeuta) Mail: [email protected] Sito web: www.laretexlavorare.com Insegnamento di: “Psicologia Generale” Corso di Laurea in “Fisioterapia” Corso di Laurea in “Fisioterapia” Università “G.D’Annunzio” di Chieti-Pescara LA PSICOLOGIA SCIENTIFICA Che cosa significa il termine “PSICOLOGIA”? ETIMOLOGIA: Il termine psicologia ha origini nel greco antico: essa infatti deriva dalla parola psyché (ψυχή), che significa spirito, anima e da logos (λόγος), che significa discorso, parola. “Studio o Scienza dell’Anima”. una DEFINIZIONE: è lo studio scientifico del COMPORTAMENTO degli individui e dei loro PROCESSI MENTALI (nel loro ambiente naturale o nelle condizioni controllate di un laboratorio di ricerca). PERCHE’ LA PSICOLOGIA è SCIENTIFICA? PERCHE’ FONDATA SUL METODO SCIENTIFICO. Il Metodo Scientifico e sue finalità: UN MEZZO DI CONOSCENZA BASATO SU OSSERVAZIONI OBIETTIVE/OGETTIVE. OSSERVAZIONI OGGETTIVE CHE SIGNIFICA? SONO QUELLE FATTE IN MODO CHE LE PERSONE CON UNA PERCEZIONE NORMALE, NELLO STESSO LUOGO E NELLO STESSO TEMPO ARRIVEREBBERO ALLO STESSO RISULTATO. SIGNIFICA CHE DELLE ALTRE PERSONE CHE AVESSERO GUARDATO SOPRA LA SPALLA DEL RICERCATORE (O CON IL RICERCATORE) MENTRE FACEVA LA RICERCA/OSSERVAZIONE, AVREBBERO VISTO LE STESSE COSE. SI CONTRAPPONGONO ALLE OSSERVAZIONI SOGGETTIVE DEL METODO INTROSPETTIVO (INTROSPEZIONE, osservando dentro sé stessi). IN COSA CONSISTE E COME PROCEDE IL METODO SCIENTIFICO? 1. definizione del problema. 2. Formulazione di una Ipotesi (in termini di causa-effetto). 3. Raccolta dati. 4. Elaborazione delle conclusioni.

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LA PSICOLOGIA SCIENTIFICA

Che cosa significa il termine “PSICOLOGIA”?

ETIMOLOGIA: Il termine psicologia ha origini nel greco antico: essa infatti deriva dalla parola psyché (ψυχή), che significa spirito, anima e da logos (λόγος), che significa discorso, parola. “Studio o Scienza dell’Anima”.

una DEFINIZIONE: è lo studio scientifico del COMPORTAMENTO degli individui e dei loro PROCESSI MENTALI (nel loro ambiente naturale o nelle condizioni controllate di un laboratorio di ricerca).

PERCHE’ LA PSICOLOGIA è SCIENTIFICA?

PERCHE’ FONDATA SUL METODO SCIENTIFICO.

Il Metodo Scientifico e sue finalità: UN MEZZO DI CONOSCENZA BASATO SU OSSERVAZIONI OBIETTIVE/OGETTIVE.

OSSERVAZIONI OGGETTIVE CHE SIGNIFICA?

SONO QUELLE FATTE IN MODO CHE LE PERSONE CON UNA PERCEZIONE NORMALE, NELLO STESSO LUOGO E NELLO STESSO TEMPO ARRIVEREBBERO ALLO STESSO RISULTATO. SIGNIFICA CHE DELLE ALTRE PERSONE CHE AVESSERO GUARDATO SOPRA LA SPALLA DEL RICERCATORE (O CON IL RICERCATORE) MENTRE FACEVA LA RICERCA/OSSERVAZIONE, AVREBBERO VISTO LE STESSE COSE. SI CONTRAPPONGONO ALLE OSSERVAZIONI SOGGETTIVE DEL METODO INTROSPETTIVO (INTROSPEZIONE, osservando dentro sé stessi).

IN COSA CONSISTE E COME PROCEDE IL METODO SCIENTIFICO?

1. definizione del problema. 2. Formulazione di una Ipotesi (in termini di causa-effetto). 3. Raccolta dati. 4. Elaborazione delle conclusioni.

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QUALI SONO, OLTRE LA SCIENZA, GLI ALTRI PRINCIPALI MEZZI DI CONOSCENZA DEL COMPORTAMENTO UMANO?

L’AUTORITA’ LA LOGICA (lineare e circolare) L’INTUIZIONE

PRESUPPOSTI/CONCEZIONI DEL MONDO SU CUI SI BASA LA SCIENZA:

LA REALTA’ del mondo (il “Realismo”). LA RAZIONALITA’ del mondo (ovvero è comprensibile con il pensiero logico). La REGOLARITA’ del mondo (segue le stesse leggi in ogni tempo e luogo). Es. “se stasera

andiamo a dormire domani non ci trasformeremo in una mosca.” La CAUSALITA’ del mondo (ovvero ciascun evento o fenomeno ha una causa =

“Determinismo”). La SCOPRIBILITA’ del mondo (si può capire).

IL PROGRESSO SCIENTIFICO:

IL FALSIFICAZIONISMO (K. Popper, 1902-1994) “Una teoria è valida fino a che non viene falsificata”

IL PROGRESSO SCIENTIFICO: come CAMBIO DI PARADIGMA (T. Kuhn; 1922-1996).

COME PROCEDE IL METODO SCIENTIFICO: Scomposizione e Misurazione

Occorre innanzitutto Trasformare il Fenomeno/Evento umano (oggetto di studio) in una o più VARIABILI concrete, tangibili (es. durata, intensità, ecc.).

Una variabile è una qualche PROPRIETA’ del fenomeno/evento da studiare che è stata MISURATA.

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ESEMPIO DI MISURAZIONI DELLE VARIABILI PSICOLOGICHE:

L’ANSIETA’ (e suoi livelli) con: Test per l’ansietà Manifesta di Taylor La Motivazione ad Affiliarsi con: la Distanza a cui si siedono i soggetti l’uno dall’altro durante l’esperimento.

TIPI DI VARIABILI:

DIPENDENTI: misura del comportamento del soggetto che varia in funzione di ….. (ciò che il soggetto fa di conseguenza). Es. l’Aggressività.

INDIPENDENTI: stimolo o causa del comportamento (ciò che si fa al soggetto), ovvero della variabile Dipendente. Es. la Frustrazione.

CONTINUE: senza limiti ai valori o non categorie separate (es. la durata o forza di azionamento di leva con precisione illimitata).

DISCONTINUE: rientrano in categorie distinte (es. maschi o femmine). QUANTITATIVE: variano in grandezza (es. la velocità di Risposta). QUALITATIVE: variano in genere (es. girare a destra o a sinistra in un labirinto). FISICHE (es. intensità della luce). NON FISICHE (es. preferenza per lo zucchero).

I GRUPPI NEL METODO SPERIMENTALE:

GRUPPO SPERIMENTALE (con l’azione della variabile indipendente).

GRUPPO DI CONTROLLO (senza l’azione della variabile indipendente).

N.B. Il gruppo di controllo serve come termine di confronto per il gruppo sperimentale.

ALCUNE STRATEGIE SPECIFICHE PER IL CONTROLLO SPERIMENTALE NELLA RICERCA:

RANDOMIZZAZIONE: assegnazione casuale dei soggetti ai gruppi.

PAREGGIAMENTO dei soggetti che differiscono per qualche particolare/variabile indipendente in modo importante entro i 2 gruppi.

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I METODI SCIENTIFICI NON SPERIMENTALI: Le RICERCHE CORRELAZIONALI

Man mano che perdiamo il controllo su aspetti evariabili della situazione sperimentale si raggiungeun punto in cui la ricerca non è più sperimentale. (non è facile individuare la linea di confine). La Ricerca NON Sperimentale è chiamata RICERCA CORRELAZIONALE perché indaga le cause del comportamento attraverso le CORRELAZIONI (collegamenti) fra le Variabili, senza poter manipolare qualche variabile.

I METODI NON SPERIMENTALI (ma ancora scientifici)

IL QUASI-ESPERIMENTO: dove non si ha un controllo sulle condizioni che è possibile in vero esperimento, per cui bisogna assegnare i soggetti per le diverse condizioni in gruppi già esistenti (es. se si è interessati alle differenze tra sessi nella percezione di figure nascoste non potremmo assegnare i soggetti alle due condizioni: Maschio e Femmina).

LE RICERCHE OSSERVAZIONALI (registrazione del corso del comportamento senza influenzarlo): A) OSSERVAZIONE NATURALISTICA (Lorenz); B) Ricerca da parte di OSSERVATORI PARTECIPANTI (ES. Festinger, fece osservazione partecipante in un gruppo che pensava alla fine del mondo).

LE INCHIESTE (demoscopiche): raccogliere opinioni su argomenti specifici (con questionari e campionamenti importanti).

La RICERCA D’ARCHIVIO: su dati esistenti depositati in registri o archivi.

I METODI STORICI: Ricerca Storica e Studio del Singolo Caso.

La MENTE (e il S.N.C.)

• Principio/Presupposto: “LA TOTALITÀ È PIÙ DELLA SOMMA DELLE SINGOLE PARTI”.

STRUTTURE:

Esempi

- Il Violino - le Gambe - il Cervello e sue varie Aree/Strutture ..

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FUNZIONI:

Esempi

- La Musica - Il camminare - il pensare/l’attività psichica e i processi mentali (come Attività Integrata). IN SENSO LATO, la Mente è L’INSIEME DELLE ATTIVITA’/PROCESSI PSICHICI/MENTALI (di tipo Conscio, Inconscio, Subconscio) esperito dal S.N.C..

LA MUSICA NON è IL VIOLINO LE GAMBE NON è IL CAMMINARE LA MENTE NON è IL CERVELLO (o il S.N.C.)

LA PSICOLOGIA GENERALE o LA PSICOLOGIA IN GENERALE?

La psicologia generale non è assolutamente una sorta di "riassunto" di tutti i settori della psicologia. Essa rappresenta invece un ben specifico ambito di studio, con una specifica metodologia ed un quadro epistemologico di riferimento. Si deve quindi distinguere la "psicologia generale" dalla "psicologia in generale".

LA PSICOLOGIA GENERALE

(detta anche psicologia pura o accademica) non costituisce un settore di ricerca ma più un’ELABORAZIONE e una SINTESI delle teorie dei risultati sperimentali/scientifici ottenuti in campo psicologico relativamente ai principali PROCESSI MENTALI, quali:

Apprendimento, Percezione, Motivazione, Memoria, Pensiero, Linguaggio, Coscienza, Attenzione, Emozione.

La PSICOLOGIA GENERALE, spesso chiamata Psicologia Sperimentale, rappresenta la corrente principale della ricerca scientifica sulle funzioni psicologiche di base, e si prefigge di studiare con metodologia sperimentale la mente e il comportamento.

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I Processi Mentali: LA MOTIVAZIONE

ETIMOLOGIA e DEFINIZIONI: dal latino motus = «movimento»

In senso lato, il MOTIVO O CAUSA DI UN COMPORTAMENTO.

una SPINTA a svolgere una certa attività.

un PROCESSO di attivazione dell’organismo finalizzato al raggiungimento di un dato scopo in relazione alle condizioni ambientali e interne.

I 3 LIVELLI ANATOMO-FISIOLOGICI, NEUROFISIOLOGICI E MOTIVAZIONALI:

1. LIVELLO CORTICALE

2. LIVELLO IPOTALAMICO (IL SISTEMA LIMBICO E ORMONALE)

3. LIVELLO SPINALE

ESEMPI RELATIVI AI LIVELLI NEUROFISIOLOGICI E MOTIVAZIONALI:

1. COLLEGAMENTO DIRETTO E RIGIDO TRA STIMOLO RISPOSTA ATTRAVERSO

UN CENTRO NERVOSO SPINALE (es. il riflesso patellare o la gatta che sposta coda e ritma se si

stimolano i genitali).

2. COLLEGAMENTO STIMOLO RISPOSTA ATTRAVERSO IL TRONCO

DELL’ENCEFALO (e IPOTALAMO e Sistema Limbico) CHE COMPORTA UN’ANALISI

DELLE COMPONENTI ELEMENTARI DELLO STIMOLO (novità, intensità, ecc.): sono

centri nervosi sensibili agli Ormoni, per cui ATTIVANO IL SISTEMA ORMONALE che

aggiunge una componente soggettiva-emozionale allo stimolo esterno con produzione di

stimolo «interno» o affetto (Es. gatta in estro che prova piacere e comportamento sessuale)

3. COLLEGAMENTO STIMOLO RISPOSTA ATTRAVERSO la CORTECCIA

CEREBRALE CHE COMPORTA UN’ANALISI COMPLESSA DELLO STIMOLO mediata

dai processi mentali superiori (es. gatta in estro che ricerca attivamente i maschi con suoi per accoppiarsi).

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I LIVELLI GERARCHICI DELLA MOTIVAZIONE E DEL COMPORTAMENTO

I RIFLESSI (ARCO RIFLESSO): Rotuleo, Pupillare, di orientamento, di difesa (e/o

Evitamento), di Termoregolazione.

COMPORTAMENTI SPECIE-SPECIFICI o ISTINTI.

PREDISPOSIZIONI ISTINTIVE (Imprinting e Bisogni Secondari di Murray).

BISOGNI (di carenza e tensione e Scala dei Bisogni: Primari e Secondari, Omeostatici e NON)

E PULSIONE.

MOTIVAZIONE (Bisogni trattati cognitivamente).

1) I RIFLESSI:

rappresentano il sistema più semplice di risposta dell’organismo (arco riflesso mediato dal

Midollo Spinale) come reazione a stimoli esterni o interni.

Sono meccanismi innati, automatici e involontari, determinati e regolati da dispositivi

neurofisiologici a base genetica.

Servono a mantenere l’OMEOSTASI (uno stato di equilibrio e di sicurezza per la salvaguardia del

corpo, l’individuo e la specie).

ESEMPI DI RIFLESSI (Fondamentali per la Sopravvivenza dell’Individuo):

Il Riflesso di RITRAZIONE (o di Evitamento/Difesa)

Il RIFLESSO DI ORIENTAMENTO: in risposta a stimoli con caratteristiche di NOVITA’,

con Variazioni di Intensità o con Intensità particolarmente bassa (vicino alla soglia di

Percezione), e quindi «Minacciosi o Pericolosi».

2) GLI ISTINTI o Comportamenti Specie Specifici:

costituiscono sequenze congenite, fisse e stereotipate di comportamenti specie-specifici, su base genetica in relazione a date

sollecitazioni ambientali.

Sono Frutto dell’Adattamento della SPECIE (FILOGENETICO) è sono necessari per la

sopravvivenza di essa.

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Sono Mediati da Centri Nervosi Superiori sensibili agli Ormoni (Sub Corticali come Ipotalamo, Sistema

Limbico, ecc.) e interagiscono con i meccanismi ormonali (collegati a PIACERE/DOLORE,

aggiungendo la componente affettiva).

CARATTERISTICHE DEGLI ISTINTI o Comportamenti Specie Specifici:

PREFORMAZIONE (non appreso e indipendente dall’apprendimento tranne nell’uomo e

animali evoluti).

SPECIFICITA’ (in ogni specie. Es. ogni specie di ragno tesse a suo modo la tela).

UNIFORMITA’ (assumono la stessa forma/struttura negli individui della stessa specie).

COSTANZA (lungo tutto l’arco di vita dell’individuo/animale)

STABILITA’ (non cambia attraverso le generazioni ma con tempi più lunghi e non in senso

assoluto).

IGNORANZA DELLO SCOPO (non si è consapevoli dello scopo/obiettivo nell’agire).

ALCUNI ESEMPI DI COMPORTAMENTI SPECIE-SPECIFICI NELL’UOMO:

Tastare

Cercare di prendere

Gridare

Guardarsi attorno con circospezione

Salutare mostrando la mano aperta (per amicizia)

3) LE PREDISPOSIZIONI ISTINTIVE:

Sono condotte specie-specifiche (valide per tutti i membri di una certa specie), regolate da uno

SCHEMA FISSO DI AZIONE a seguito di uno STIMOLO SCATENANTE/ATTIVANTE.

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L’IMPRINTING (e il periodo critico/sensibile) E L’ESEMPIO dell’OCA:

E’ presente la predisposizione del piccolo dell’oca a seguire, subito dopo la nascita, qualsiasi oggetto in movimento che emetta un richiamo definito. Di solito, in natura, il primo «oggetto» che il piccolo incontra è la madre (anatra). Nel caso in cui le uova si schiudano in assenza della madre, qualsiasi altro animale (uomo compreso) o oggetto in movimento può far scattare la risposta di imprinting e di attaccamento. il periodo dell’imprinting è piuttosto ristretto e limitato: per l’anatroccolo è di 14 ore dopo la schiusa dell’uovo.

IL CONCETTO DI PERIODO CRITICO

Si tratta di un periodo critico (o sensibile), nel quale si crea il legame fra lo stimolo e la condotta istintiva dell’animale/uomo. In seguito, non è più possibile attivare una forma di imprinting. Inoltre, tale legame rimane stabile per tutta la vita (una volta che si è verificato l’attaccamento verso un altro animale o oggetto in movimento, l’anatroccolo non è più in grado di seguire sua madre in periodi successivi).

4) I BISOGNI

In senso lato, UNA CONDIZIONE FISICA e/o PSICOLOGICA DI CARENZA E NECESSITA’.

L’OMEOSTASI. L’essere umano per poter sopravvivere ha bisogno di mantenere costanti le

condizioni BIOCHIMICHE del proprio ambiente interno (glicemia, temperatura, ecc.).

E’ la tendenza naturale al raggiungimento di una relativa STABILITÀ interna dei Sistemi (anche

viventi).

Tale stato di equilibrio deve mantenersi nel tempo, anche al variare delle condizioni esterne, attraverso

dei precisi meccanismi di autoregolazione.

I BISOGNI PRIMARI:

sono bisogni fisio-biologici, alterazioni bio-chimiche interne che corrispondono a esigenze

fisiologiche e biologiche (cioè corporee) dell'organismo (ad es. fame, sete, ecc.).

Essi rappresentano uno stato temporaneo di mancanza o carenza.

A tali stati si associa uno stato di tensione tendente a ristabilire l'equilibrio fisio-biologico

(omeostasi) con l'attuazione di un comportamento appropriato, stato di tensione che trattato

cognitivamente produce la motivazione.

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BISOGNI NON OMEOSTATICI:

(di sesso, esplorazione, di stimolazione, di conoscere, ecc.)

Suscitati da modificazioni dell’ambiente ESTERNO (pur legate alle condizioni interne anche

ormonali e a tendenze dell’organismo) e si estinguono quando lo stimolo esterno scompare.

I BISOGNI SECONDARI (Murray, 1986)

Sono specificatamente umani e derivano dall'impatto di tendenze innate dell'essere umano (sue esigenze

o predisposizioni istintive) con l'ambiente (Apprendimento) e dalla complessa interazione che la

persona attiva con l'ambiente (Influenzamento).

DI STIMOLAZIONE/CURIOSITA’ (vedi es. «campo di stimolazione omogenea» e livello

ottimale di stimolazione).

DI INTERAGIRE ED ESPLORARE L’AMBIENTE.

BISOGNO DI CONTATTO SOCIALE (Attaccamento).

DI CONOSCERE CAPIRE (e di Realtà).

DI AUTOREALIZZAZIONE.

La SCALA DEI BISOGNI DI MASLOW (vedi testo consigliato).

5) LA MOTIVAZIONE

È bisogno trattato COGNITIVAMENTE. I Bisogni pertanto costituiscono le FONTI della

Motivazione (ma non solo).

LA MOTIVAZIONE COME BISOGNO TRATTATO COGNITIVAMENTE

Uno stato di bisogno in dato momento/situazione,

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pone un problema da risolvere (cosa fare, e in che modo, al fine di soddisfare il bisogno

stesso in quella data situazione),

che conduce alla identificazione-definizione e scelta dello scopo/i o obiettivo/i (cioè

cosa fare e in che modo, al fine di soddisfare il bisogno in quella data situazione)

implica l'intervento attivo dei processi cognitivi dell'individuo

il quale assimila, elabora, organizza e utilizza le informazioni derivanti dalla situazione

(Percezione)

coadiuvate dalle informazioni rappresentate dall'esperienza conoscitiva passata del soggetto

(Memoria e Apprendimento passato)

nonché da quelle rappresentate dalla consapevolezza, ma soprattutto dalle Convinzioni

riguardo le proprie capacità e abilità, risorse, tempo disponibile, implicazioni affettivo-emotive

derivanti dalla scelta di uno degli eventuali possibili scopi fra quelli alternativi prospettati dal

soggetto, grado di autostima, ecc..

TIPI DI MOTIVAZIONE:

Le motivazioni connesse con i bisogni fisiologici sono state chiamate motivazioni PRIMARIE. le

motivazioni che fanno prevalente riferimento ai processi di apprendimento e di influenzamento

sociale sono dette motivazioni SECONDARIE (derivanti dall’APPRENDIMENTO E

INDOTTE DALL’AMBIENTE)

LE MOTIVAZIONI UMANE:

MOTIVAZIONI PRIMARIE derivano dai bisogni primari: FAME SETE SONNO EVACUAZIONE.

MOTIVAZIONI SECONDARIE derivano prevalentemente dai processi di apprendimento e di influenzamento Sociale (es. bisogno del telefonino, di internet, ecc.) e dai bisogni secondari.

LE 3 PRINCIPALI MOTIVAZIONI SECONDARIE

(secondo D. McClelland, 1985)

Nella sua teoria dei bisogni, David McClelland [1985] ha individuato tre grandi costellazioni di Bisogni e

motivazioni secondarie che caratterizzano la nostra esistenza:

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il bisogno di SUCCESSO;

il bisogno di POTERE.

il bisogno di AFFILIAZIONE (e Attaccamento).

IL BISOGNO DI SUCCESSO

consiste nella motivazione a fare le cose al meglio per un intrinseco bisogno di affermazione e di

eccellenza.

Chi ha un elevato bisogno di successo:

tende a assegnarsi scopi impegnativi, ma realistici.

ha una buona conoscenza delle proprie risorse e dei propri limiti;

ha l’esigenza di ottenere il massimo e di ottimizzare le potenzialità a sua disposizione.

IL BISOGNO DI POTERE:

consiste nell’esigenza di esercitare (ovunque sia possibile) la propria influenza e il proprio controllo

sulla condotta di altre persone.

Chi ha un forte bisogno di potere:

cerca di occupare posizioni di comando e di concentrare l’attenzione altrui su di sé.

Non teme il confronto né la competizione.

Non esita di fronte a quelle situazioni, spesso rischiose, da cui può risultare un aumento del

proprio potere e del proprio prestigio.

Il bisogno di potere si manifesta, quindi, con un atteggiamento positivo nei confronti dei mezzi che

favoriscono la manipolazione e il controllo delle decisioni dell’altro.

Tale bisogno nascerebbe da uno stato di disagio e d’insicurezza interiore che si placa soltanto attraverso

la strumentalizzazione degli altri, al fine di dimostrare pubblicamente la propria capacità di dominio

sociale.

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I LIVELLI GERARCHICI DELLA MOTIVAZIONE E DEL COMPORTAMENTO

(un riepilogo)

I RIFLESSI (e ARCO RIFLESSO): collegamento stimolo-risposta mediato da centri spinali, di

origine innata e senza coscienza, avente funzione adattiva (utile per la sopravvivenza).

COMPORTAMENTI ISTINTI (o Specie-Specifici): sequenze congenite, fisse e stereotipate di

comportamenti specie-specifici, su base genetica in relazione a date sollecitazioni ambientali, mediate da centri

ipotalamici e del tronco dell’encefalo, in rapporto con il sistema ormonale (endocrino) che apporta

una connotazione affettiva (piacere/dolore) allo stimolo.

PREDISPOSIZIONI ISTINTIVE: condotte specie-specifiche (valide per tutti i membri di una

certa specie), regolate da uno schema fisso di azione a seguito di uno stimolo scatenante/attivante.

BISOGNI: Condizione/stato di carenza e necessità, di natura fisica (biochimica; Bisogni Primari) o

psicologica (Bisogni Secondari; collegati all’apprendimento e ambiente).

PULSIONE: stato/condizione di tensione interna derivante da un bisogno (primario o

secondario).

MOTIVAZIONE: è bisogno trattato COGNITIVAMENTE, che dà luogo ad un comportamento

finalizzato (scelto, valutato) e consapevole, orientato ad uno o più scopi e al soddisfacimento dei

bisogni (primari e/o secondari). E’ mediata dai centri nervosi superiori (cervello, corteccia

cerebrale), e dai processi mentali superiori (memoria, ragionamento, ecc).

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UN NUOVO BISOGNO «PRIMARIO» DI AFFILIAZIONE:

L’ATTACCAMENTO (J. BOWLBY)

“LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO”

(di John Bowlby”)

Le ESPERIENZE REALI di cura, conforto e protezione.

UNA prima DEFINIZIONE DI ATTACCAMENTO: bisogno (e relativi comportamenti di

ricerca) di cure, conforto e protezione in situazioni/momenti di difficoltà, stress, paura, angoscia,

fragilità, dolore, in ogni individuo ad ogni età.

Bisogna distinguere tra:

ATTACCAMENTO (come Legame Duraturo).

COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO (episodico, Temporaneo).

Più precisamente:

ATTACCAMENTO (come Legame Duraturo): il bisogno, la disposizione e la ricerca di prossimità, vicinanza, cure, conforto e protezione forti con quell’individuo specifico (es. la Madre, l’amico del cuore), specialmente in certe situazioni (LEGAME DI ATTACCAMENTO o Attaccamento DURATURO).

COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO (episodico, Temporaneo): le varie forme di comportamento messe in atto, di tanto in tanto, per ottenere e/o mantenere una vicinanza con una persona che si desidera o si accetta in caso di bisogno di cure, conforto e/o protezione.

ESEMPIO:

mentre un comportamento di attaccamento può essere manifestato in circostante diverse con diversi

individui (vicino, collega di lavoro, estraneo gentile, ecc.) il legame di attaccamento riguarda pochi

individui (ad es. genitori, compagno/a di vita, ecc.).

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IL COMPORTAMENTO DI ATTACCAMENTO:

Il Comportamento di Attaccamento consiste nella ricerca e richiesta di Prossimità o Vicinanza (o suo

mantenimento) nei confronti di un’altra persona ben identificata, ritenuta in grado di affrontare il

mondo in modo adeguato e di fornire cure, conforto e protezione (senso di Protezione).

Ogni volta che la persona è spaventata, angosciata, affaticata, addolorata, malata o bisognoso di cure,

conforto e protezione si attiva il comportamento di attaccamento.

Esempi nel bambino piccolo e Adulto di “Comportamenti di Attaccamento”

(a base innata):

Piangere. Aggrapparsi. Accostarsi. Seguire. Arrabbiarsi/protestare, strillando, Sorridere.

Gli ELEMENTI DELLA RELAZIONE DI ATTACCAMENTO:

Il Comportamento di ATTACCAMENTO.

Il Comportamento di ACCUDIMENTO (da parte della FdA).

Il comportamento ESPLORATIVO.

N.B. Hanno tutti radici biologiche. Loro Funzione Biologica: è la protezione dai predatori, e quindi la

sopravvivenza dell’individuo/specie.

Finalità dell’attaccamento:

GARANTIRE LA SICUREZZA FISICA ED EMOTIVA DELL’INDIVIDUO E QUINDI LA

SOPRAVVIVENZA DI SE’ E DELLA SPECIE.

IL COMPORTAMENTO di ACCUDIMENTO (della FdA o figura di Attaccamento):

Il Comportamento di Accudimento è in parte predeterminato geneticamente/biologicamente, nel senso

che è pronto a svilupparsi (“predisposizione ad apprendere”) quando le condizioni lo permettono. PIU’

PRECISAMENTE: La persona (e il Genitore di un neonato) prova una forte spinta a comportarsi in

un certo modo, a prendersi cura dell’altro/a(ad es. cullando il bambino, calmarlo se piange, tenerlo al

caldo, protetto, nutrito).

N.B. I dettagli dei comportamenti specifici vengono appresi nella crescita attraverso la propria

esperienza con altri bambini (interazione), e osservando i propri e altrui genitori.

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LE CARATTERISTICHE DELLA FIGURA DI ATTACCAMENTO CHE NE

DETERMINANO LA FORMAZIONE

La SENSIBILITA’ (comune): la capacità della Figura di attaccamento (Oss) di RICONOSCERE I SEGNALI di richiamo del piccolo/persona/paziente (l’altro/a) bisognosi di cura, conforto e protezione, nonché valutare gli effetti del proprio comportamento sul figlio/persona e modificarlo se necessario.

La RESPONSIVITA’: la capacità e disponibilità della Figura di attaccamento/Oss di RISPONDERE PRONTAMENTE ai segnali del piccolo/persona/paziente (l’altro/a).

N.B. Sono queste le caratteristiche Universali del “COMPORTAMENTO GENITORIALE” che

determinano la Sicurezza del Bambino alla nascita e il suo sviluppo socio-emotivo.

ALTRA CARATTERISTICA DELLA FIGURA DI ATTACCAMENTO CHE

INFLUENZANO LA FORMAZIONE DELL’ATTACCAMENTO STESSO:

la Capacità Metacognitiva (o Autoriflessiva): capacità di riflettere sui propri pensieri, di “pensare al

proprio modo di pensare”, prendendo maggiore consapevolezza di Sé rispetto al passato e presente.

LE CONDIZIONI NECESSARIE PER FAVORIRE LA SENSIBILITÀ E RESPONSIVITÀ

DELLA FIGURA DI ATTACCAMENTO:

Un TEMPO ADEGUATO (a disposizione).

Un ATMOSFERA ADEGUATA.

N.B. Si tratta e ci si riferisce qui al Ruolo del sostegno familiare/sociale per la FdA, a livello sia

Emotivo (il sentire la “base sicura”) che Materiale (aiuto e sostegno concreto nell’attività di accudimento,

ad es. da parte dei colleghi o del proprio “Responsabile”).

IL COMPORTAMENTO DI ATTACAMENTO

COME SISTEMA COMPORTAMENTALE “CIBERNETICO”

Il Comportamento di Attaccamento alla fine del 1° anno di vita del bambino è organizzato in senso

“CIBERNETICO”: si attiva in certe circostanze (es. dolore, fatica, paura, madre assente, ecc., come

retroazione positiva) e cessa in altre (es. conforto, cure, protezione, presenza materna, ecc., come

retroazione negativa).

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GLI STUDI e LA SCOPERTA DELL’ATTACCAMENTO

Gli studi Etologici sugli Animali e Umani (deprivati):

GLI STUDI DI R. HINDE (pubblicati nel 1977, sugli effetti della separazione dalla madre nelle scimmie Rhesus).

GLI STUDI DI R. SPITZ (1952) (studi sulla deprivazione infantile delle cure materne).

GLI STUDI DI H.HARLOW (1958) (studi con i Machachi con 96% di Dna umano e contatto fisico prioritario sul cibo).

GLI STUDI DI K. LORENZ (1973) (Studi sull’Imprinting Filiale nelle oche selvatiche nel periodo Sensibile di 24/48 ore).

LA “STRANGE SITUATION”

(dall’età di 12/13 mesi del bambino/a):

il “Baltimore Longitudinal Study” (1963-1978 M. Ainsworth)

Osservazione della coppia madre-bambino in una stanza con giochi e specchio unidirezionale e

videoregistrazione dei comportamenti dei piccoli, in una successione dei seguenti Episodi della durata

di circa 3 minuti consistenti in:

1. Il bambino gioca in presenza della madre.

2. Poi gioca in presenza di un Estraneo che entra (dopo qualche minuto), ma sempre in presenza della madre.

3. Poi la madre esce dalla stanza (SEPARAZIONE) e il bambino rimane solo con l’Estraneo.

4. Poi esce l’estraneo e il bambino rimane in stanza (luogo estraneo) completamente da solo e si osserva la reazione al rientro della Madre.

5. La madre esce di nuovo (Separazione).

6. Entra di nuovo l’Estraneo, per la 2 volta.

7. La madre torna di nuovo per la 2 volta.

N.B. Rimanere in stanza da solo (luogo estraneo) per il piccolo NELLA “STRANGE Situation”,

rappresenta nella specie umana “inetta” il massimo rischio per la sopravvivenza.

E’ importante osservare nella “STRANGE SITUATION”:

COME il bambino TRATTA LA MADRE quando lei è presente, quando si allontana e specialmente quando torna.

QUANTO o quanto poco il bambino ESPLORA l’ambiente in presenza della madre o in sua assenza.

Come reagisce all’Estraneo (in presenza/assenza della Madre).

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Dagli studi con la “STRANGE SITUATION” emerse che:

Le RISPOSTE del piccolo alla riunione con la propria figura di attaccamento, dopo la separazione,

SONO COLLEGATE al tipo di “accudimento” o “maternage” avuto precedentemente NEL PRIMO

ANNO DI VITA (periodo Sensibile).

Nell’essere umano e quindi nella Specie Umana:

il “Periodo Sensibile” corrisponde nel bambino piccolo alla fine del primo anno di Vita (dai 8-9

mesi), quando compare la “Capacità Rappresentativa” e si verifica l’Imprinting Filiale (legame di

Attaccamento duraturo, biologico, su base innata alla madre), madre che viene riconosciuta, e compare

così la paura dell’Estraneo nel piccolo. Inoltre, tra 8 e 9 mesi di vita circa del piccolo ha inizio la

locomozione e il gattonare, quindi ha inizio il “Comportamento Esplorativo”, di allontanamento, che

dal punto di vista biologico significa incorrere in pericoli anche mortali, per cui è necessario un

attaccamento sicuro (madre come “Base Sicura”).

I 4 TIPI o STILI DI ATTACCAMENTO INDIVIDUATI CON LA “STRANGE

SITUATION”:

1. Attaccamento SICURO (B)

2. Attaccamento INSICURO/ANSIOSO (C)

3. Attaccamento EVITANTE (A)

4. Attaccamento DISORGANIZZATO (D)

L’ATTACCAMENTO SICURO (B): madre come “BASE SICURA” (il 66%)

Comportamento Materno:

La madre è Sensibile ai segnali del bambino.

La madre è Responsiva alle richieste del bambino.

La madre è Supportiva del bambino in episodi di Stress.

Risposta del Bambino in Presenza/Assenza della Madre:

In presenza e in assenza della madre il bambino esplora attivamente l’ambiente.

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In assenza della madre può dare segni di sconforto e piangere.

Riesce a giocare da solo, ma per poco tempo.

L’ATTACCAMENTO INSICURO (C) (Coercitve: il 12%)

Comportamento Materno:

La madre è imprevedibile nelle risposte al bambino: ha un comportamento molto affettivo o rifiutante,

scollegato dalle esigenze del figlio/a.

Risposta del Bambino in presenza/assenza della Madre:

Il bambino si mantiene stretta alla madre in sua presenza.

In assenza della madre mostra segni intensi di sconforto, piange e non esplora l’ambiente.

Gioca in alcuni casi da solo, ma per poco tempo.

L’ATTACCAMENTO EVITANTE (A) (Avoidant: il 20%)

Comportamento Materno:

La madre rifiuta il contatto fisico, anche in situazioni di stress del bambino.

Risposta del Bambino in presenza/assenza della Madre:

Il bambino sembra indifferente e tutto preso dai giochi, in presenza e in assenza della madre.

Mostra indifferenza alla separazione e alla solitudine.

L’ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO (D) (l’8%)

Comportamento Materno:

La madre abusa, maltratta, spaventa il bambino (invece di Proteggerlo). Nella madre ci possono essere motivi psichiatrici, un lutto improvviso, un trauma irrisolto o un forte disaccordo coniugale.

Risposta del Bambino in presenza/assenza della Madre:

Cautela e paura.

Esplorazione in assenza della madre.

richiesta di conforto verso l’estraneo.

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L’ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO (D) (l’8%)

L’attaccamento Disorganizzato può essere considerato nel piccolo come un’ASSENZA DI

STRATEGIA ORGANIZZATA per affrontare lo stress prodotto da una situazione di potenziale

pericolo (come assenza della madre, presenza dell’estraneo, luogo estraneo, ecc.) come la “Strange

Situation”.

N.B. La tendenza ad avvicinarsi e ad allontanarsi allo stesso tempo dalla FdA si inibiscono l’un l’altra.

In caso di Cure distorte, inadeguate o carenti, poi le Emozioni dell’individuo (es. figlio) non hanno

più un uso espressivo dei propri stati interni (naturali, spontanee) ma un uso “strumentale” e

manipolativo, per ricercare attenzioni o per negoziare e trovare con la FdA un sistema di

interazione”.(ad es. come nel caso di pazienti manipolativi).

In una stessa PERSONA (o bambino) vi possono essere Attaccamenti “Multipli” (uno

Dominante e Latenti): non vi è correlazione tra lo stile e schema di attaccamento messo in atto nei

confronti di un genitore rispetto a quello dell’altro genitore o nei confronti di persone diverse, poiché

dipende da come è stato trattato da ognuno.

ESEMPIO:

Il bambino può avere una relazione e stile di attaccamento sicuro con la madre e ansioso con il padre, o

una relazione sicura con entrambi o con nessuno dei due, e così via.

FIGURA DI ATTACCAMENTO COME “BASE SICURA”

Una FdA (es. OSS) normalmente attenta, Sensibile e Responsiva, fornisce all’Altro/a (paziente) una

“BASE SICURA” (senso di Fiducia) da cui partire per Esplorare la realtà esterna circostante e a cui può

fare ritorno quando è turbato o spaventato. (“Attaccamento Sicuro”)

I MODELLI OPERATIVI INTERNI

Sono rappresentazioni mentali dinamiche di Sé, della/e Figura/e di attaccamento e della/e loro

relazione/i. (interiorizzazione delle relazioni di Attaccamento).

N.B. sono attivi e costruiti già a circa 1 anno di età.

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I MODELLI OPERATIVI INTERNI

Sono Rappresentazioni mentali DINAMICHE di Sé, della/e Figura/e di attaccamento e della/e loro

Relazione/i (delle ESPERIENZE REALI). Progressiva “Interiorizzazione” delle relazioni di

Attaccamento (in costruzione)

I MODELLI OPERATIVI INTERNI

sono quindi una Rappresentazione Mentale (immagine interiore):

della FIGURA DI ATTACCAMENTO.

degli ALTRI.

del SE’.

I MODELLI OPERATIVI INTERNI

sono Rappresentazioni Mentali dinamiche e consistono in:

ASPETTATIVE su come la propria figura di accudimento (o altri) reagiranno al bisogno di attaccamento e in situazioni di stress fisico ed emotivo.

e

PREVISIONI (future) su come si aspetta di poter reagire in quelle stesse circostanze.

PERCEZIONE DI SÉ, DELLA FDA E DELLA REALTÀ NELL’ATTACCAMENTO

SICURO:

SE’: fiducia in sé; degno di essere amato (efficace e sicuro).

FdA: affidabile, fiducia negli Altri.

Realtà Esterna: Rassicurante.

PERCEZIONE DI SÉ, DELLA FDA E DELLA REALTÀ NELL’ATTACCAMENTO

INSICURO:

SE’: intermittentemente degno d’amore e fiducioso in sé.

FdA: vulnerabile; scarsa fiducia in sé.

Realtà Esterna: pericolosa, rischiosa.

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PERCEZIONE DI SÉ, DELLA FDA E DELLA REALTÀ NELL’ATTACCAMENTO

EVITANTE:

SE’: non degno di amore; fiducia eccessiva solo in se stessi.

FdA: rifiutante; altri rifiutanti.

Realtà Esterna: Ostile.

PERCEZIONE DI SÉ, DELLA FDA E DELLA REALTÀ NELL’ATTACCAMENTO

DISORGANIZZATO:

SE’: Sé capace di aiutare; Sè minacciato; Sé che fa paura.

FdA: bisognosa d’aiuto; che spaventa; che è spaventata.

Realtà Esterna: Catastrofica.

LE COMPETENZE ED EMOZIONI COLLEGATE AI MODELLI OPERATIVI INTERNI

nei vari STILI DI ATTACCAMENTO

COMPETENZE ED EMOZIONI COLLEGATE AI MODELLI OPERATIVI INTERNI nei

SICURI:

- Capacità di Instaurare relazioni affettive e Sociali Equilibrate.

- Negoziazione diretta dei termini di qualsiasi relazione e risoluzione dei conflitti senza ricorrere ad aggressività.

- Espressione di Emozioni (sia di gioia che di tristezza) e di richieste che corrispondano a Esigenze Reali.

- Riconoscimento dei bisogni degli altri ed empatia.

- Rapporti di Coppia basati sulla Fiducia.

- Genitori Base Sicura.

COMPETENZE ED EMOZIONI COLLEGATE AI MODELLI OPERATIVI INTERNI negli

AMBIVALENTI/INVISCHIATI:

- Negoziazione Coercitiva dei termini delle loro relazioni.

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- Incapacità di comprendere il reale significato dei comportamenti degli altri.

- Attribuzione di inaffidabilità e di intenzioni ostili agli altri;

- Aggressioni e Minacce per Risolvere i Conflitti.

- Espressione esagerata e ridondante delle emozioni per lo più negative (tristezza, solitudine, rabbia, ansia) che porta ad essere confusi e confondenti.

- Gelosi e possessivi nei rapporti di coppia.

- Genitori intrusivi e controllanti.

COMPETENZE ED EMOZIONI COLLEGATI AI MODELLI OPERATIVI INTERNI negli

EVITANTI/DISTANZIANTI:

- Non negoziano Ruoli e posizioni all’interno delle loro relazioni.

- Passivi o tendenti all’inganno.

- Incompetenza nel riconoscimento di segnali non in accordo con le loro aspettative di rifiuto.

- Incapacità di riconoscere i bisogni affettivi dell’altro.

- Aggressivi o Isolati o eccessivamente Socievoli.

- Soppressione delle Emozioni o false emozioni positive e sottile rabbia.

- Freddi nei rapporti di coppia.

- Genitori rifiutanti e ridicolizzanti i bisogni di affetto dei figli.

COMPETENZE ED EMOZIONI COLLEGATE AI MODELLI OPERATIVI INTERNI nei

DISORGANIZZATI/NON RISOLTI:

- Relazioni aggressive, basate su maltrattamento o su forte imprevedibilità, o evitamento delle relazioni e isolamento.

- Comportamenti aggressivi o di sottomissione.

- Paura degli altri e attribuzione di intenzioni ostili.

- Emozioni angosciose e catastrofiche.

- Maltrattamenti, spaventanti e spaventati nelle relazioni di coppia e come genitori.

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PREVALENZE DEI COMPORTAMENTI NEI VARI STILI DI ATTACCCAMENTO

I SICURI hanno stili relazionali basati su una prevalenza di comportamenti POSITIVI;

Gli AMBIVALENTI hanno stili relazionali basati su una prevalenza di comportamenti NEGATIVI;

Gli EVITANTI hanno stili relazionali basati su una prevalenza di comportamenti

DISCONFERMANTI;

I DISORGANIZZATI hanno stili relazionali basati simultaneamente su una prevalenza di comportamenti sia NEGATIVI che DISCONFERMANTI.

GLI STILI DI ATTACCAMENTO NELLE RELAZIONI SENTIMENTALI

GLI STILI DI ATTACCAMENTO NELLE RELAZIONI SENTIMENTALI DEI “SICURI”:

Trovo facile stabilire delle relazioni intime;

Mi sento a mio agio a dipendere da un altro/a e sentire che lui (lei) dipende da me.

Non mi accade di frequente di temere di essere abbandonato, o di pensare di non essere accettato dagli altri.

GLI STILI DI ATTACCAMENTO NELLE RELAZIONI SENTIMENTALI DEGLI “INSICURI”

(ambivalenti/invischiati)

Vorrei instaurare relazioni sentimentali molto forti, ma spesso trovo che gli altri sono riluttanti a stabilire con me l’intimità che desidererei raggiungere.

Sono spesso ansioso e penso che il mio partner non mi ami o che non voglia stare con me.

Io vorrei fondermi completamente con un’altra persona e questo mio desiderio qualche volta fa scappare via gli altri.

Sto male se non sto in stretto contatto con qualcuno e qualche volta temo che gli altri non mi stimino quanto io stimo loro.

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GLI STILI DI ATTACCAMENTO NELLE RELAZIONI SENTIMENTALI DEGLI EVITANTI

(distanzianti)

Sto bene senza avere relazioni affettive strette. Mi sento a disagio quando mi lego a un altro/a.

E’ molto importante per me sentirmi indipendente e autosufficiente.

Preferisco non dipendere dagli altri e divento nervoso se qualcuno si mostra troppo attaccato a me.

Accade spesso che i miei partner mi chiedano di mostrarmi più affettuoso di quanto non mi faccia sentire a mio agio.