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Sped. in abb. postale 45% / Art.2 comma 20/b L.662/96 / Filiale di Terni / Contiene I.P. in questo numero anno XII | numero 35 | luglio 2007 The italian journal of Classical Homeopathy www.fiamo.it ssical italia nal o LA VIA MIGLIORE PER LA SALUTE-FELICITÀ Intervista a Christian Boiron di G. Dominici L'IMPORTANZA DELLA PAROLE La voce del Presidente di A. Ronchi QUEL SOTTILE FILO ROSSO I° Congresso veterinario di Verona di R. Rizza LAC CANINUM Patogenesi di Lac caninum di M. Buttignol Il vincolo indissolubile di G. Dominici SCUOLA DI MILANO Con passione e con tenacia di R. Petrucci Differenti approcci nella presa del caso di R. Petrucci Uso dei rimedi complementari di R. Petrucci Un caso di Natrum silicicum di M. Gualea Un caso di ipertensione arteriosa di A. Avolio Pemfigo foliaceo in un cane di A. Aiello LA RIVISTA ITALIANA DI OMEOPATIA CLASSICA

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Sped. in abb. postale 45% / Art.2 comma 20/b L.662/96 / Filiale di Terni / Contiene I.P.

in questo numero

anno XII | numero 35 | luglio 2007

T h e i t a l i a n j o u r n a l o f C l a s s i c a l H o m e o p a t h y

www.fiamo.it

s s i c a l i t a l i a n a l o

LA VIA MIGLIORE PER LA SALUTE-FELICITÀ• Intervista a Christian Boiron di G. Dominici

L'IMPORTANZA DELLA PAROLE• La voce del Presidente di A. Ronchi

QUEL SOTTILE FILO ROSSO• I° Congresso veterinario di Verona di R. Rizza

LAC CANINUM• Patogenesi di Lac caninum di M. Buttignol• Il vincolo indissolubile di G. Dominici

SCUOLA DI MILANO• Con passione e con tenacia di R. Petrucci• Differenti approcci nella presa del caso di R. Petrucci• Uso dei rimedi complementari di R. Petrucci• Un caso di Natrum silicicum di M. Gualea• Un caso di ipertensione arteriosa di A. Avolio• Pemfigo foliaceo in un cane di A. Aiello

L A R I V I S T A I T A L I A N A D I O M E O P A T I A C L A S S I C A

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direttore responsabileGustavo Dominici

vice direttorePietro Gulia

segretaria di redazioneGiovanna Giorgetti

redazioneCentro Omeopatico Vescoviopiazza Vescovio, 700199 Romatel/fax +39.06.86208145email [email protected]

redattoriMario ButtignolAnna FontebuoniGiandomenico LusiAntonella Ronchi

redazione veterinariacapo redattoreDavid Bettio

redattoriCarla De BenedictisRoberto Rizza

comitato scientificoPaolo BellaviteAndrea BrancalionNicola Del GiudicePaola LandiGiusi Pitari

amministrazione e pubblicitàFIAMO – sede amministrativavia C. Beccaria, 22 – 05100 Ternitel/fax +39.0744.429900e-mail [email protected]

progetto grafico e impaginazione Matteo BrustenghiB&M-Designvia Leopardi, 26 – 05100 Terni

stampaTipografia Economica Modernavia I° Maggio, 1505022 Amelia (TR)

hanno collaborato alla realizzazionedi questo numero:A. Aiello – A. Avolio – M . ButtignolG. Dominici – A. Fontebuoni – M. GualeaR. Petrucci – R. Rizza – A. Ronchi

Sped. in abb. postale 45% / Art.2 comma 20/b L.662/96 / Filiale di Terni / Contiene I.P.

anno XII | numero 35 | luglio 2007

The i ta l ian journa l of Class ica l Homeopathy

LA RIVISTA ITALIANA DI OMEOPATIA CLASSICA

SommarioSommarioEDITORIALE | G. DominiciL’unità dell’individuo, quale realtà clinica 5

LA VOCE DEL PRESIDENTE | A. RonchiL’importanza delle parole 6

RACCONTI | A. FontebuoniSiamo tutte pulsatille 10

RECENSIONI | G. DominiciPer guarire i bambini 15

INTERVISTE | G. DominiciLa via migliore per la salute–felicità!Intervista a Christian Boiron 16

VETERINARIA | M. RizzaQuel sottile filo rosso 20

SCUOLA DI OMEOPATIA DI MILANO Con passione e con tenacia | G. Dominici 24Differenti approcci nella presa del caso | R. Petrucci 27Uso dei rimedi complementari e dei rimedi collaterali | R. Petrucci 34Un caso di ipertensione arteriosarisolto con la terapia omeopatica | A. Avolio 38Terapia omeopatica di Pemfigo Foliaceo | A. Aiello 40Natrum silicicum, un caso clinico | M. Gualea 42

OMEOPATIA CLINICA | M. ButtignolPatogenesi di Lac Caninum 45

OMEOPATIA CLINICA | G. DominiciIl vincolo indissolubile 48

NORME PER GLI AUTORI 54

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ACCADEMIA OMEOPATICAHAHNEMANNIANA MARCHIGIANADir. Acc.: Dr. Renzo GalassiVia Urbino, 41/F – 62100 Maceratatel.: 0733.233762 – fax: [email protected]

ACCADEMIA OMEOPATICA SARDASCUOLA DI MEDICINA OMEOPATICADir. Acc.: Dr. Antonio AbbateVia Dante, 228 – 09128 Cagliaritel.: 335.8417929 – fax: [email protected]

C.D.O. – CENTRO DI OMEOPATIADir. Acc.: Dr. Roberto PetrucciViale Ca' Granda, 2 – 20162 Milanotel.: 02.64746477 – fax: [email protected] – www.centrodiomeopatia.it

CENTRO DI OMEOPATIA DI CATANIADir. Acc.: Dr. Roberto PetrucciVia Re Martino,169 – 95125 Cataniatel.: 095.7137121Dr. A. Avolio 392.7817962 - [email protected]

C.I.M.I. – CENTRO ITALIANODI MEDICINA INTEGRATADir. Acc.: Dr. Giovanni MarottaVia Ugo Bassi, 20 – 00152 Romatel./fax: [email protected]

C.I.S.M.O. – CENTRO INTERNAZIONALESTUDI SULLE MEDICINE OLISTICHEDir. Acc.: Dr. Alfredo Lubrano,Via Michele Kerbaker, 8620129 Napolitel./fax: 081.5584741 – [email protected]

ASSOCIAZIONE GRUPPO OMEOPATICO DULCAMARACENTRO ACCREDITATO DALLA FACULTY OF HOMEOPATHY OF UKDir. Acc.: Dr. Flavio TonelloVia Corsica, 19A – 16128 Genovatel.: 010.565458 – 010.5702988fax: [email protected][email protected]

I.R.M.S.O. – ISTITUTO RICERCAMEDICO SCIENTIFICA OMEOPATICADir. Acc.: Dr. Lissia RasettoVia Paolo Emilio, 32 – 00192 Romatel.: 06.3242843 (r.a.) – fax: [email protected] – www.irmso.it

KAOSDir. Acc.: Dr. Giacomo MerialdoVia Casaregis, 19/16 – 16129 Genovatel.: 010.3106210 – fax: [email protected]–omeopatia.org

KOINÈ – SCUOLA ITALIANAOMEOPATIA CLASSICADir. Acc.: Dr. Massimo MangialavoriVia Rolda, 91 – 41050 Solignano Nuovo (MO)tel.:/fax: [email protected]

SCUOLA DI OMEOPATICACLASSICA MARIO GARLASCODir. Acc.: Dr. Simona MezzeraVia Locatelli, 71 – 50134 Firenzetel.: 055.482795 – 667137 [email protected] – www.lycopodium.it

SCUOLA MEDICA OMEOPATICA HAHNEMANNIANA DI TORINODir. Acc.: Dr. Alberto MagnettiCorso Belgio, 124 – 10153 Torinotel.:/fax: 011.8994552Informazioni: Dr. Cristina Jemmatel.:[email protected] – www.omeoto.it

SCUOLA SUPERIORE INTERNAZIONALEdI OMEOPATIA VETERINARIA RITA ZANCHIDir. Acc.: Dr. Franco Del FranciaPiazza Alfieri, 1 – 52044 Cortona (AR)tel.:/fax: [email protected] – www.omeovet.net

SCUOLA DI MEDICINAOMEOPATICA DI VERONADir. Acc.: Dr. Raffaella PomposelliVia B.Bacilieri, 1A – 37139 Veronatel.: 045.8905600 – fax: 045.8901817cell.:/ [email protected] – www.omeopatia.org

SEDI SCUOLE

CORSI DI MEDICINA OMEOPATICADipartimento Scuola Formazione Insegnamento Anno Accademico 2006/2007

Il programmaunificato del Dipartimento Scuola Formazioneinsegnamentodella F.I.A.M.O. è adottatoda 14 Scuole di medicina omeopaticadistribuite su tutto il territorio nazionale.I corsi hanno la durata minima di tre anniper un totale di almeno 600 ore di lezionicomprendenti: teoria, pratica clinica,seminari e supervisioni. Il programmae la struttura del corso unificato sonoallineati agli standard stabiliti dagli statimembri dell’Unione Europea ove è praticatae insegnata la medicina omeopatica.

I requisiti dei docenti e dei tutor sono a norma con quelli indicatidall’E.C.H. (European Committee for Homoeopathy);la preparazione del corpo docente è il risultatodi anni di attività didattica e di esperienza clinica.

Il corso è destinatoai medici, chirurghi e odontoiatri, ai mediciveterinari, agli studenti degli ultimi due annidi corso in regola con gli esami.

Il diplomarilasciato permette l’iscrizione al registrodei “Medici esperti in Omeopatia”presso gli Ordini dei Medici che ne abbianodeliberato l’istituzione.

La FIAMO è un’associazione senza fini di lucro fondata da 220medici omeopati nel 1990. Attualmente conta come soci circa400 medici omeopati italiani. Ha lo scopo di conservaree tramandare la tradizione omeopatica italiana e di diffonderel’omeopatia. Tramite la Liga Medicorum Homeopathica Internationalisdi cui è membro istituzionale, opera in stretto rapportocon la comunità omeopatica di tutto il mondo.

F.I.A.M.O.FEDERAZIONE ITALIANAASSOCIAZIONIE MEDICI OMEOPATI

L.M.H.ILIGA MEDICORUMHOMEOPATHICAINTERNATIONALIS

LA TRADIZIONEOMEOPATICAITALIANA...La qualità dell’insegnamento

PER INFORMAZIONI E SEGRETERIASede Amm/va: via C. Beccaria, 22 – 05100 Terni

tel./fax: 0744 429900 – www.fiamo.itDirettore del Dipartimento: Dr. Armida [email protected][email protected]

b&m

–design, terni

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Gustavo Dominici Medico chirurgo – Omeopata ROMA

L’unità dell’individuoquale realtà clinica

Editoriale

Direttore de “Il Medico Omeopata”[email protected]

Ho avuto il privilegio di essereallievo del Dott. TomasoPaschero in Italia per più di tre

anni, dal 1981 al 1984, durante sessioniintensive di studio organizzate dallaLUIMO. Sarebbe fin troppo facile scriveredi lui, ma questa non è una commemora-zione, piuttosto l’attenzione su un aspetto,quello della visione olistica dell’individuo.Nello scollamento che si è creato fra paro-le e sostanza, dove le prime vengono pro-nunciate o scritte senza curarsi troppo checorrispondano effettivamente a delle azio-ni, desidero sottolineare l’esigenza di pre-cisione e sobrietà che la condizione ciimpone. Siamo tutti a favore di una visio-ne olistica dell’individuo, sia i medici chepraticano la medicina convenzionale chequelli che praticano la medicina omeopati-ca in tutte le sue accezioni. Queste ledichiarazioni. I fatti però stanno in diversomodo. Comprendere realmente e svilup-pare clinicamente il senso di unità dell’in-dividuo è argomento di quasi impossibiletrattazione. E’ uno di quei concetti che, senon lo hai già compreso, ti sarà molto dif-ficile fare tuo. Ricordo l’affermazione diun mio Paziente, persona semianalfabeta,ma di grande intelligenza. Mi stava descri-vendo la sua sintomatologia e qualcheaccadimento recente quando, mentre cistavo riflettendo su, esclamò: Dottore, iocredo che sia sempre lo stesso problema, ilproblema è sempre uno solo! Dalle paroleed in particolare dal modo di esprimerleera chiaro che egli aveva capito. Non glicomunicai che la sua era una visione olisti-ca, mi avrebbe guardato incredulo, manon ce n’era bisogno. Per noi che prati-chiamo l’Omeopatia classica la visione oli-

stica diventa realtà clinica con implicazioniniente affatto teoriche. Per prescrivereefficacemente non è sufficiente esaminarecon cura i sintomi di un solo apparato, néla sintomatologia analitica di ogni organo,ma occorre qualcosa di più: individuare isintomi che caratterizzano il Pazientecome soggetto umano unico.Occorrono quindi i sintomi caratteristici,cioè singolari, particolari, inusuali.Certamente un esame medico classico del

Paziente non sarà sufficiente per raggiun-gere questo obiettivo, ma può anche nonbastare un attento esame allargato, perchéoccorrono un’indagine ed una capacità diattenzione e comunicazione di altro tipo. Ilrisultato di una buona visita ci porta a deli-neare nelle sue caratteristiche peculiari unindividuo assolutamente unico e da lì unmedicamento simillimum, che in quantotale ci sbalordirà per la profondità della suaazione terapeutica. Il medicamento omeo-patico è speculare al malato, per cuianch’esso deve essere studiato con moda-lità analitica e sintetica insieme. La raccol-ta dei dati tossicologici, i provings, leinformazioni derivate dall’uso clinico cidanno elementi preziosi che vanno vaglia-

ti e scelti. Per definire concretamentecos’è la visione olistica in Omeopatia clas-sica e come va perseguita, la mia rispostaè: con una raffinata ricerca di qualità e disintesi. La prima delle due perché nonnecessitiamo di molteplici informazioni,quanto di dati significativi. La seconda per-ché il risultato sarà inevitabilmente e, lodico, magicamente sintetico. Sintesi dia-gnostica e terapeutica insieme. Unapproccio con tali caratteristiche implicauna didattica adeguata per essere insegna-to, così come adeguato deve essere iltempo dedicato al Paziente durante la visi-ta e nel prosieguo della terapia.Tali esigen-ze si adattano alla velocità dei tempi piùrecenti? Dobbiamo apprendere presto laMedicina Omeopatica e praticarla conaccelerato dinamismo? La vogliamoapprendere in contemporanea a numerosealtre discipline anch’esse importanti ecomplesse? Vogliamo fornirla a tutti visi-tando molti Pazienti in breve tempo? A ciònon ho risposte, né in sincerità mi va diingegnarmi a trovarle, lascio ad altri, limi-to volutamente la mia indagine allo spic-chio di realtà che mi compete.Il Dott. Paschero voleva dire ben di piùcon la sua frase, di cui ho utilizzato unframmento. Egli ha sentito l’esigenza disottolineare un aspetto, di evidenziarlodrasticamente, senza lasciare scampo achi cerca sempre e comunque un com-promesso che non scontenti nessuno.Che chiarezza e volontà accompagni-no la vostra estate.

Lo unico prevalente, lo que tiene

realmente valor en la actitud

del medico es el sentido

de UNIDAD de la vida. Si no lo

tiene no puede comprender

al infermo ne puede hacer nada

por el. (Tomas Pablo Paschero)

anno XII numero 35 luglio 2007 5

Alcune considerazioni su visione olistica teorica e pratica

Tomas Pablo Paschero

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BOLLETTINO POSTALE

Fiamo Sede Amm.va

via C. Beccaria, 22

05100 Terni

C/C/P 12334058

BONIFICO BANCARIO

su F.I.A.M.O. – Banca delle Marche

Sedi di Terni – CIN K – ABI 06055 – CAB 14400

C/C/B 000 000 000 443

I.B.A.N. IT89 K 06055 14400 000 000 000 443

BIC:BAMAIT3A

con causale: Iscrizione F.I.A.M.O. 2007

100,00* / iscrizione FIAMO-LIGA

125,00* / iscrizione FIAMO-LIGA-ECH

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Antonella Ronchi Medico Chirurgo – Omeopata MILANO

L’importanza delle parole

La voce del Presidente

Presidente [email protected]

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A ll’inizio di maggio ho presoparte al 2° Corso sul ricono-scimento e la segnalazione di

reazioni avverse da prodotti di originenaturale, tenuto all’Istituto Superioredi Sanità. Sono stati tre giorni densi dicontenuti, in cui ovviamente laFitoterapia ha fatto la parte del leone,come ci si poteva attendere, ma doveanche i medicinali omeopatici, postisotto la lente di ingrandimento dellaFarmaco vigilanza, hanno riservatoqualche sorpresa. La farmaco vigilanzasui prodotti di origine naturale, attivatanell’aprile 2002, ha raccolto, a tutto ilmarzo 2007, 235 segnalazioni di reazio-ni avverse. L’analisi di queste reazioniha permesso di stabilire un’imputabili-tà, cioè una relazione di causa-effettotra medicinale e reazione avversa, certanel 15% dei casi, probabile nel 28%,possibile nel 15%, dubbia nell’1% esconosciuta nel 2%. Delle 235 segnala-zioni, 23 riguardavano prodotti omeo-patici (così definiti sulle confezioni); traqueste 20 erano in relazione con medi-cinali omeopatici complessi e 3 conmedicinali omeopatici unitari. AndreaValeri, relatore per la parte del conve-gno riguardante l’omeopatia, ha messoin evidenza come di queste 3 segnalazio-ni una riguardasse una reazione a unmedicinale di cui non si ha proving(Oscillococcinum), un’altra a seguito diun medicinale con proving (Natrum sul-phuricum), ma prescritto in via parente-rale, l’ultima è stata una reazione diedema del labbro dopo Rhus toxicoden-dron 30CH in un paziente con herpeslabiale. Le conclusioni sono state che i

dati italiani confermano che i medicina-li omeopatici unitari, che abbiano avutoun proving e prescritti in modo indivi-dualizzato ed ad alte diluizioni da medi-ci competenti, non presentano rilevantiproblemi di tossicità, mentre i medici-nali omeopatici complessi, spesso auto-prescritti, possono essere associati a rea-zioni avverse anche gravi. Vi invito adandare su www.epicentro.iss.it oppuresu www.farmacovigilanza.org per scari-care la scheda di segnalazione ed appro-fondire questo importantissimo temache dà contenuti nuovi alla rituale,generica affermazione sull’innocuità deimedicinali omeopatici.

Sempre in questo mese di maggio hoavuto modo di esprimere un parereper conto del Comitato di Consensoper le MNC su una bozza di documen-to dell’OMS sulla qualità per la sicu-rezza dei medicinali omeopatici. Èmolto importante che l’OMS si pro-nunci su questo tema, ma è altrettantoimportante che lo faccia correttamen-te! Il punto più critico in questo docu-mento è la definizione stessa di medi-cinale omeopatico, che in realtà arrivaa comprendere qualsiasi prodotto

diluito e succusso, come: gemmotera-pici, litoterapici, spagirici ecc. Già neimesi scorsi ci sono state discussioni nelmondo omeopatico italiano sulla con-fusione tra prodotto omeopatico eprodotto diluito e succusso.L’Unione Europea, con una direttivarecepita anche in Italia1, definiscemedicinale omeopatico ogni medicinale otte-nuto a partire da sostanze denominate mate-riali di partenza per preparazioni omeopati-che o ceppi omeopatici, secondo un processodi produzione omeopatico descritto dallafarmacopea europea o, in assenza di taledescrizione, dalle farmacopee utilizzate uffi-cialmente negli Stati membri dellaComunità europea; un medicinale omeopati-co può contenere più sostanze. L’OMS perparte sua precisa che uno degli obbiet-tivi del documento in preparazione èfare chiarezza nel campo dei medicinaliomeopatici e afferma che parlando dimedicinale omeopatico non si può nonfare riferimento al principio (tenet) cen-trale dell’omeopatia classica. Peccatoche poi si smentisca immediatamentetralasciando il principio di similitudinecome spartiacque della classificazione.È vero che la legislazione europea prece-dentemente citata rimane piuttosto sul

È da un po’ che la frase fatti e non parole risuona sempre piùnei nostri discorsi, espressione di un nuovo impegno a cercarebasi concrete per gli argomenti che ci troviamo a dibattere.È sicuramente un progresso rispetto allo spreco di parole che ciha perseguitato troppo a lungo, ma contrapponendo questi duetermini, rischiamo di semplificare troppo e di sminuire il grandevalore che le parole continuano ad avere. Qualche esempioci aiuterà a capire quello che intendo dire.

Il difficile equilibrio tra la concretezza pragmatica dei fatti e l’insostituibile funzione chiarificatrice delle parole

anno XII numero 35 luglio 2007

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La voce del Presidente

vago, ma altri paesi, come l’India ol’Australia ad esempio, definiscono inmodo molto più preciso e puntuale checosa sia effettivamente il medicinaleomeopatico. Il punto critico sembra esse-re il non riuscire a trovare una “casella” incui inserire tutti i prodotti diluiti e suc-cussi che non fanno nemmeno lontana-mente riferimento al principio di simili-tudine e che di omeopatico hanno solo ilprocesso di fabbricazione. Stando a que-sta definizione omnicomprensiva, sareb-be stata perfettamente corretta l’azionedel noto giornalista televisivo che affidòad un antibiotico preparato omeopatica-mente il compito di testimoniare l’effica-cia della medicina omeopatica, arrivandocosì a concludere che tale categoria dimedicinali era totalmente inattiva.Alcuni sostengono che un conto è par-lare di medicinale omeopatico nella suaaccezione terapeutica, altro conto inve-ce è l’identificarlo in base al procedi-mento di fabbricazione.Ma la legge2 definisce medicinale ad usoumano ogni sostanza o associazione di sostanzepresentata come avente proprietà curative o pro-filattiche delle malattie umane. Quindi nelparlare di medicinale non si può prescin-dere dall’uso terapeutico e riferirsi soloa un processo di fabbricazione.Credo sia assolutamente urgente daparte di tutti uno sforzo di collabora-zione e di creatività rispetto a questamateria. Sembra invece che le diverseparti coinvolte stiano sgomitando, quasitirando per la giacca le autorità regola-torie per ottenere qualcosa a vantaggiodi una parte sola, contando sul fatto chechi fa la voce più grossa vincerà. Nonmi sembra il modo migliore per gestiretemi legati alla salute umana. Inoltre, acausa di questa mancanza di chiarezza,ci presentiamo all’esterno del mondoomeopatico con un’identità confusa, inmodo frammentato e incoerente.Chiariamo invece le cose al nostrointerno e presentiamoci come interlo-cutori forti e affidabili.

Un ultimo tassello del mio ragionamentoprende spunto da quanto riferito recen-temente da un collega emiliano che avevaproposto alla sua Regione un progetto diricerca. Il comitato etico, interpellatoriguardo al suo protocollo di studioosservazionale, che prevedeva l’impiegodi medicinali omeopatici unitari ad altediluizioni, ha espresso parere non favore-vole con la motivazione, tra le altre, cheanche se si tratta di dose infinitesima,non è pos-sibile a priori escludere eventi avversi in quantoin molti campi, quale ad esempio quello dellesindromi allergiche, gli effetti stocastici3 nonsono sempre correlati alle dosi.Ci sono innanzi tutto da fare delle con-siderazioni sul ruolo dei comitati eticinell’approvazione di protocolli omeo-patici. Il decreto ministeriale del mag-gio 2006, che regolamenta l’istituzione,l’organizzazione e il funzionamento deiComitati Etici per le sperimentazionicliniche dei medicinali, al comma 6 del-l’art. 3 recita: Il comitato etico può convo-care , per consulenza, esperti esterni al comita-to stesso con esperienza in specifiche aree, checomunque debbono4 essere coinvolti in casi divalutazioni inerenti aree non coperte dai com-ponenti del comitato etico. Il testo sembrasuggerire un obbligo più che la possibi-lità di avvalersi di esperti esterni in temiparticolari e la medicina omeopatica loè nella quasi totalità dei casi.All’art 4, comma 4 si afferma che ilcomitato etico rende pubblicamente disponibi-li la propria composizione, il proprio regola-mento, i tempi che prevede per la valutazionedelle sperimentazioni…Allora, prima di tutto verifichiamo che ilcomitato, proprio in virtù della sua etici-tà, si sia avvalso davvero di un consulen-te esperto di medicina omeopatica.Sicuramente molti pareri non favorevolisono usciti da comitati non supportati daesperti, e d’altra parte la nuova normati-va, che rende tutto più trasparente, è invigore da pochissimo tempo: ad esempioin Lombardia la nomina dei nuovi comi-tati etici è avvenuta nei primi mesi di

quest’anno! Fatto questo primo passo,dobbiamo definire di che cosa stiamoparlando. E qui ci riallacciamo al discor-so iniziale, perchè le problematichedella classificazione, delle modalità diproduzione e della sicurezza si intrec-ciano in modo indissolubile quandoparliamo di sperimentazioni cliniche.Se è ben chiaro di che cosa si sta parlan-do, ad esempio, alla luce di tutto quan-to abbiamo detto fino ad ora, la motiva-zione addotta dal Comitato Etico nelcaso citato risulta insostenibile.Questo atteggiamento è grave perchéblocca l’attività di ricerca clinica che inve-ce ha un grande bisogno di essere svilup-pata. Siamo al paradosso che proprio chici accusa di non produrre evidenze bocciacon motivazioni inaccettabili i protocollidi ricerca che vengono proposti.Non prendiamocela però sempre e solocon gli scienziati “convenzionali”, pri-gionieri del loro paradigma e condizio-nati da pregiudizi: se incominciamo afare la nostra parte tutti insieme lavo-rando sulle nostre contraddizioni eincongruenze, forse qualche cosa potràdavvero cambiare.

1. Direttiva 92/73/CEE, D.L.vo 185/95, legge

347/97, D.L.vo 24 aprile 2006, n.219

2.Direttiva 2001/83 CE recepita col DL.vo 219/ 2006

3. Stocastico: nel calcolo delle probabilità: dovuto

al caso, casuale, aleatorio (dal greco stokhasti-

kos=congetturale)

4. La sottolineatura non è nel testo del decreto,

ma è opera dell’autore.

8

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Anna Fontebuoni Biologa–Traduttice NOVILARA (PU)

Siamo tutte pulsatille!

Racconto

[email protected]

10

RIASSUNTO

DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Una serie di misteriosi e sfortunati, o forse ordi-

nari, eventi colpisce il Corso di Formazione

Omeopatica appena istituito in unÕ università ita-

liana. Il Direttore, dopo aver tentato inutilmente

di risolvere quello che ritiene un complotto ai

suoi danni, intrappolato dai fatti, prima tenta di

nasconderli poi cede a una irrimediabile quanto

vana disperazione. L’anno scolastico ha reso tutti

diversi, tutti colpevoli, tutti pulsatille.

V i siete mai chiesti cosa fa unomeopata, un uomo che esercitauna medicina sottile, fatta di

penetranti e soggettive osservazioni, impal-pabili collegamenti, simbiotici rapportimedico/paziente quando non prova empa-tia per il paziente? E se lo trova decisamen-te antipatico, pensa che sia una gran rottu-ra di scatole, addirittura che abbia ordito uncomplotto contro di lui? Il nostro Direttoreconosceva tutti i trucchi per nascondere lapropria insofferenza, ma era arrivato alpunto che i fiumi di lacrime che interrom-pevano la lezione gli causavano una terribi-le voglia di uccidere, uccidersi, che è lostesso, o comunque farla finita in un modoo nell’altro. Ci mancava solo questa signorainsignificante, che viveva nel suo mondo difalse percezioni, a impedire il regolare svol-gimento della lezione con tutte quellemenate sull’odore di selvatico che le eraancora rimasto addosso e con la sua esage-rata sensibilità. Non solo era circondato dapulsatille, ma da pulsatille colpevoli, le ulti-me di una lunga serie che andava da Eva,passando per Elena e finiva con Melanie (oforse con sua moglie). Sì, ormai era sicuro,

da loro dipendeva il tracollo della Scuola:dalle due che avevano parlato con Assisi, sulterrazzo, e da Marina che aveva chiamato il118, e da Valentina che aveva aperto la fine-stra dietro le spalle del povero prof. DiPietro, provocandogli una sequenza inin-terrotta di disturbi e malattie respiratorieche il simillimum aveva aggiustato, certo,ma solo temporaneamente, e non curatodel tutto come si sarebbe aspettato. E ades-so anche la lacrimevole storia dell’infantici-da di tassi. Santa pazienza!La classe ne era stata contagiata e le inter-ruzioni si susseguivano, quella mattinache si era preparato una così bella lezio-ne sulle psicosi collegate al miasma lueti-co. Ma il “caso clinico” che era sotto gliocchi di tutti sviava l’attenzione, e aleg-giava, lo si capiva dalle domande, unasfida tangibile: vediamo di cosa è capacel’omeopatia. Insieme a una disperatarichiesta d’aiuto. In un momento dipausa il Direttore si trovò a esclamare avoce alta: «Cercano di boicottarmi, masono loro che stanno mandando a p…» –si trattenne – «a picco la scuola», «tuttep…» – di nuovo dovette correggersi – «pulsatille! Tutte criminali!» E continuò apensare a quante persone, oggi, sono vit-time di delitti raffinati e a quante volte, inrealtà, la morte è un omicidio, e il colpe-vole non viene mai scoperto.Riprese la lezione invelenito, sì, ma nontanto da non percepire di essere arrivato,stress più stress meno, all’ultimo stadiodella reazione di Selye. La situazioneandava riequilibrata, a partire da se stesso.Fece allora, per un istante, come avevaimparato in tanti seminari di qigongmedico, il vuoto nella mente. Cancellò i

sospetti, i pensieri di morte. Prese unfoglio di quaderno e scrisse velocemente,la prescrizione.

Ma non bastava. Era giunto il momentodi compiere un’operazione catartica.Affrontare la cospirazione antiomeopati-ca con quello di più puro, sano, omeopa-tico ci fosse nell’omeopatia, la sua origi-ne vera, la polla da cui risorgeva conti-nuamente viva sin dai tempi diHahnemann: il proving. Sentiva che glistudenti erano anch’essi pronti, che ave-vano raggiunto una proprietà di linguag-gio e una sensibilità (per carità, anchetroppa, e che rumore di fondo!) adegua-te. Si decise quindi, dopo incessantidiscussioni con le insegnanti rimaste, evincendo le loro forti resistenze a fare dellavoro non pagato che non fosse quellodomestico, a sperimentare una sostanzache effettivamente e stranamente non eraancora mai venuta in mente a nessuno. La

Ispettore Clouseau: Ci mettereila mano sul fuoco che qualcunoin questa stanza la sa più lungadi quanto sembra… sull’omicidio.Cuoca: Omicidio?IC: Come ha detto?C: Ho detto omicidio.IC: Quale omicidio?C: Ma, io non lo so, lei ha dettoomicidio!IC: Io ho detto omicidio?Lei ha detto omicidio!C: No, ma io avevo detto omicidioperché lei l’aveva detto…Da: La pantera rosa sfida l’Ispettore Clouseau, sceneg-

giatura: B. Edwards, versione italiana: P. Colizzi, 1975.

Racconto in cinque puntate – Quinta ed ultima puntata

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anno XII numero 35 luglio 2007 11

Siamo tutte pulsatille!

fantasia degli sperimentatori si era sca-tenata negli ultimi anni e c’era stato unboom di proving strampalati: dalla cene-re sacra emessa dal Sai Baba, al latte didelfino, al raggio di sole in eclissi, alperossido di idrogeno, pareva mancasse-ro solo la penna dell’ArcangeloGabriello e la kriptonite verde. Ma lanatura era ancora ricca di risorse per chisapeva cercarle. Il Direttore, che eraanche un entomologo dilettante, pensòa un insetto. Perché no? Gli insetti rap-presentano l’80% di tutte le specie ani-mali terrestri. E quale fase della vitadegli insetti è la più piena di energia bio-logica, la più dinamica, e coinvolge tuttal’organizzazione organica e tissutale? Lametamorfosi, naturalmente.

Così un sabato mattina di quasi estate siritrovarono tutti in classe prima dellalezione, la fila destra e la fila sinistra sepa-rate come sempre, a deglutire gocce sco-nosciute. La sostanza era stata scelta,diluita e dinamizzata dal Direttore in per-sona, gli studenti erano stati arruolati inmassa, tutti sani e abili, ed erano statedate dettagliate istruzioni su comedescrivere gli eventuali sintomi (comuni,guariti, del passato, nuovi, eccezionali), ilgiorno, l’ora. La signora Rita, nella guar-diola dei bidelli, aveva estratto a sorte lefile: a una sarebbe stato dato il verum,all’altra il placebo. Il Direttore sapevacosa c’era dentro ma non sapeva a chiveniva dato. La signora Rita sapeva a chiveniva dato ma non sapeva cosa c’eradentro. Le tre insegnanti supervisori nonsapevano niente e avrebbero raccolto idati. Un sacrosanto doppio cieco.L’atmosfera era strana, una sensazionepalpabile di leggera follia. O forse qual-cosa di più: un’eccitazione inconsueta,pronti, con la penna in mano, a descrive-re il “viaggio” nel brodo primordiale.Cominciò Riccardo a scrivere nel bloccoche teneva sul banco: PR7, 00:00:05sensazione come di stare stretto C; PR7,00:00:23 sensazione come di stare con le

gambe all’aria, sulla schiena, enon riuscire a girarsi perché laschiena è troppo pesante E,PR7, 00:00:45 dolori alle arti-colazioni degli arti, laceranti,tiranti N. A quel punto, nono-stante fosse in corso una lezio-ne, nessuno la seguiva più etutti si ascoltavano, e si raccon-tavano. PR1 00:01:10 Sento unrimescolamento di tutto l’ad-dome, come se gli organi sistessero spostando N. PR1200:00:30 Ho l’impressione didovere spingere davanti a mequalcosa che rotola, come unapalla N. PR12 00:00:45 Sentouna gran puzza C. PR20 00:00:40 Mi dàfastidio un piede, come avessi un geloneP. Un racconto a venti mani, un’immagi-ne stroboscopica. Verso la seconda oradall’assunzione del rimedio, qualcunocominciò a chiedere di uscire, torcendo-si dal dolore. In sei corsero al bagno, poici tornarono, fra dolori sempre più bru-cianti, fino a quando la professoressaBellini non incominciò a pensare di anti-dotare. Mandò allora la signora Rita achiamare il Direttore, che stava spapa-ranzato al bar a sorbire una spremutad’arancia.Aveva appena incontrato il cro-nista del quotidiano locale e gli stava rac-contando l’evoluzione di quella Scuolasperimentale, proficua, da tutti i punti divista, per lo sviluppo della NuovaMedicina. Un colpo di fortuna, finalmen-te, potere pubblicizzarla attraverso lastampa. La storia del prof. Alfani eraormai lontana e archiviata come inciden-te, e, a parte alcuni banali e comunissimiimprevisti – succede nelle migliori fami-glie – era l’occasione buona per descrive-re il successo accademico del Corso.«Venti studenti assolutamente motivati,impegnati dal punto di vista scientifico eclinico, con un po’ di pratica sarannoventi ottimi omeopati e dio sa quanto cene sia bisogno nel nostro paese!».Gesticolava, infervorandosi nel discorso,

quando scorse il golfino verde dellasignora Rita alla porta del bar, e lei trafe-lata e con gli occhi imploranti. «Bene, ladevo lasciare, il dovere mi chiama».Strinse frettolosamente la mano al gior-nalista stupefatto e si alzò di scatto dallapoltroncina. L’assassino aveva colpitoancora, se lo sentiva.

Quando giunse all’Istituto, con alle cal-cagna il giornalista, incuriosito dalla bru-sca interruzione della conversazione,quattro studenti della fila placebo e dueverum erano in preda a una gastroenteri-te acuta. Non tornava. Ma chissà, gliesperimenti vanno descritti con menteaperta, forse sarebbe tornato in seguito.Fu allora che Riccardo lo prese da unaparte e gli disse che i sei, la sera prima,erano stati a mangiare all’Antica Tavernadel Pescatore, specialità frutti di mare, egli avevano raccontato di un’abbuffata diostriche dell’Adriatico… Il Direttoresospirò, decise l’antidoto, anzi, il rime-dio, e benedisse in cuor suo di aver rifiu-tato l’invito, il giorno precedente. Nontutto il male viene per nuocere.

Il giorno dopo il quotidiano locale titola-va in prima pagina: “Caso di avvelena-mento collettivo in Università: omeopa-tia o suicidio rituale?”

L’autrice nel suo studio prima di terminare il racconto. Primavera 2007.

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anno XII numero 35 luglio 2007 13

Siamo tutte pulsatille!

“È dall’inizio dell’Ottocento, daitempi di Hahnemann, il fondatoredi questa dottrina medica alternati-va, che si parla di avvelenamenti.Molti ‘omeopati’ sono stati denun-ciati e condannati per aver usatosostanze note per essere potentiveleni. Nonostante alcuni casi ecla-tanti di successi terapeutici e la sim-patia che l’omeopatia gode pressocerti ambienti intellettuali e cattoli-ci, la Scienza Medica modernaattribuisce all’effetto placebo le guarigio-ni di cui si vantano coloro che praticanoquesta pseudomedicina. Ieri mattina glistudenti e i docenti del Corso diFormazione Omeopatica, annesso allanostra antica Università, stavano ese-guendo una sperimentazione sull’uomo,e avevano quindi ingerito una sostanzaaltamente tossica, quando sei studenti sisono sentiti male. Solo due di essi sonoricorsi alle cure mediche. I restanti lehanno arrogantemente rifiutate, soste-nendo che i sintomi sarebbero rimastiscritti indelebilmente nella loro MateriaMedica. L’operatore della GuardiaMedica, prontamente intervenuto dopouna telefonata anonima, si è appellatoall’incapacità di intendere e di voleredegli studenti che avevano rifiutato lecure e ha tentato con la forza di curarli. IlDirettore della Scuola ha dichiarato….”

Un mese dopo il Direttore uscivadall’Istituto con i diari dei prover sotto-braccio, circondato da un gruppetto alle-gro di allievi. Il periodo di silenzio erafinito e tutti si raccontavano la grandeavventura dei sintomi, le sensazioni noncomuni e quelle comuni, che eranoassurte anch’esse a sintomi di tuttorispetto. Era l’ultima volta che si vedeva-no, prima degli esami, e la prova appenapassata aveva stretto come non mai i lega-mi fra loro. Il Direttore era rimasto solo,le insegnanti erano fuggite con la scusadei bambini piccoli, delle visite urgenti, elui ne aveva approfittato per cominciare a

elaborare i risultati del proving. Quelloche temeva era che gli sponsor nonavrebbero rinnovato i contratti, che ilRettore, dopo l’articolo sul giornale,avrebbe mostrato freddezza nei suoi con-fronti, e l’unica a rallegrarsi sarebbe statasua moglie, che l’avrebbe visto a casaqualche ora in più. Era chiaro che il com-plotto era pienamente riuscito. Chenonostante tutti i suoi sforzi e le respon-sabilità prese, una cospirazione esternal’aveva avuta vinta. Maledisse Stapf eGrossman che avevano sperimentato perla prima volta Pulsatilla. Chinò il capo.Era, ineluttabilmente, finita.

Volevate un lieto fine? Non c’è niente dilieto in ciò che finisce, è solo la circolari-tà che rende lieti, e sereni.

METAMORFOSII risultati del proving di Geotrupes stercora-rius (metamorphosis) sono stati pubblicatinella prestigiosa rivista HomoeopathicResearch. Sono stati individuati 35 sintomida verum, e 735 da placebo (tutti diPulsatilla). Il proving è stato ripetuto daaltri due gruppi di omeopati italiani, che inmassa si sono offerti volontari per replica-re la sperimentazione. È stato eseguitoanche un proving sui sogni, durante uncongresso internazionale in India e un pro-ving telepatico da un naturopatadell’Ohio. I risultati sono stati ampliati econfermati da numerosi casi clinici. Il suc-cesso folgorante ha portato il Direttore atenere conferenze e seminari in tutto il

mondo sull’uso del rimedio.Incurante delle ottime e lucrose pro-poste da parte di note aziende farma-ceutiche e degli insistenti inviti diSherr a continuare l’insegnamentoalla Dynamis, ha deciso che l’unicomodo di ricaricare ipofisi e ghiando-le surrenali era ritirarsi dal mondo. Éandato quindi a vivere in una gelidaabbazia cistercense della Germaniasettentrionale, dove passa le giornatetraducendo le chiose agli scritti

minori di Hahnemann e discutendone conpadre Wolfgang, di Dresda, discendente(ramo cadetto) del barone vonBoenninghausen. In primavera esce pereseguire su se stesso e sugli altri sei frati ilproving di tutti gli insetti in metamorfosiche trova nell’orto del convento.Marina si è sposata per la terza volta conun medico indiano conosciuto in una chatdi omeopati. Si è trasferita a Mumbai, hadue bambini di colore e lavora in un ospe-dale omeopatico.Daniela è morta. Un tumore mammarionon diagnosticato, non curato, che è riusci-ta a nascondere a tutti. Ha lasciato familia-ri e amici increduli, feriti, colpevolizzati.Riccardo, dopo due mesi di volontariato inSenegal con Homéopathes SansFrontières, è tornato a Segrate, dove haaperto un Centro di MedicinaComplementare e Kinesiterapia. Lavoro,Q7 e aperitivo al Radetzky sono diventatila sua quotidianità.Il prof. Ernesto Francavilla convive conun ex compagno di seminario, insieme alquale scrive gialli psicologici di successo.L’autrice vive e lavora in una casa davan-ti al mare circondata da libri di omeopa-tia, filastrocche, vecchie riviste di vela,computer rotti, orchidee, lavori a maglianon finiti... Dopo l’unica sperimenta-zione, a cui ha partecipato come prover,non è più stata la stessa. Da allora tentadi somministrare per via scritta sintomiricordi esperienze fantasie in dosi infini-tesimali e non.

Frank F. Pierson, studente dell’Hahnemann Medical Collegedi Filadelfia, nell’aula di anatomia. Circa 1890.

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Gustavo Dominici Medico chirurgo – Omeopata ROMA

Per guarire i bambini

Recensione

Direttore de “Il Medico Omeopata”[email protected]

Dopo averlo ricevuto l’ho tenutolì per un po’, a vista. Ho attesoprima di aprirlo, provavo una

sorta di soggezione. Un tomo mica picco-lo! Poi, pian piano ho iniziato a sfogliarloed a leggerlo, iniziando dalla descrizioneche ne fa l’Autore stesso e dai suoi consi-gli su come utilizzarlo.Un enorme lavoro, pensato ad esempiodurante le visite a neonati per superare lacarenza di elementi significativi, di sintomi:Nella mia pratica ho sempre avuto difficoltà asvolgere una visita omeopatica pienamente soddi-sfacente di fronte a bambini molto piccoli e hoquindi cercato, nel corso del tempo, di pensare aquali sintomi poter indagare per ottenere il massi-mo delle informazioni. Semplice ragionamen-to: ho una difficoltà, progetto un lavoro peraffrontarla e risolverla. È questa quindil’opera ciclopica di un clinico. È l’opera diuno che conosce e rivaluta la storia della cli-nica omeopatica e la aggiorna con i piùrecenti approcci. Clinico e studioso, senzanulla concedere alla filosofia, totalmentedevoto alla concretezza del risultato, perse-guito con tenacia ed enorme capacità di lavo-ro. Un testo per guarire più e meglio.

Qualche elemento descrittivo può essereutile per capire meglio di cosa si tratta.Il libro è diviso in due parti. Nella primasono sviluppati i 20 concetti in cui è statosuddiviso il repertorio, scelti fra i più signi-ficativi, che vanno, per intenderci, dallaSTORIA PERSONALE E FAMILIARE, allaDENTIZIONE, all’ALLATTAMENTO, atutto ciò che è inerente LA SCUOLA, ILRAPPORTO CON GLI ANIMALI, ILGIOCO e via di seguito. In ognuno di que-sti capitoli vengono raccolti esclusivamente

i sintomi più interessanti dal punto di vistapediatrico, escludendo quelli più generici,in tutto 2840 rubriche repertoriali scelte.Nella seconda parte si trovano 543 rimediomeopatici descritti sempre dal punto divista pediatrico, di cui 380 con una parte dimateria medica più o meno estesa alla qualeseguono le rubriche repertoriali, suddivisesempre per concetti, seguite dalle indicazio-ni cliniche più importanti per il rimedio edal tropismo del rimedio stesso. Il capitolosul quale desidero porre l’attenzione è quel-lo dedicato ai SINTOMI NON VERBALI,che credo sia il più esteso di tutti. Qui pos-siamo trovare tutti i sintomi riscontratioggettivamente alla visita, cioè più legatiall’esame obiettivo classico quali, per capir-ci, le secrezioni dall’orecchio o tutto ciò chesi può trovare all’interno del cavo orale, maanche i sintomi non verbali osservati daigenitori, cioè quelli che vengono raccontati;infine quelli riguardanti l’atteggiamento,quali l’approccio verso gli altri e la gestuali-tà. Ogni paragrafo è compilato scegliendocon cura le rubriche repertoriali più inte-ressanti, scartando il generico e quindi ilpoco utile, la zavorra. Ecco, un capitolocome questo va a colmare definitivamenteun vuoto rilevante, semplificando e chiaren-do il lavoro dell’omeopata, ampliando eprecisando la sua possibile gamma di osser-vazione, una risposta alle domande: Cosa è

utile che io osservi? Questo particolare può servir-mi a trovare il giusto rimedio? Ha un riscontrorepertoriale ed indicazioni significative?

Il rischio più grande che secondo me si ècorso nello sviluppo di questo lavoro è statoquello di peccare in estensione. Di materia-le nel repertorio c’è n’è talmente tanto chesi sarebbero potute riempire pagine e pagi-ne per ogni concetto e per ogni rimedio, colrisultato di avere capitoli difficilmente con-sultabili e sostanzialmente scoraggianti. Ilpregio maggiore dell’Autore è proprioquello di aver sottoposto ad analisi criticaogni rubrica repertoriale ed aver operatouna scelta in favore di ciò che è significativoscartando ciò che è generico, con il risulta-to di facile ed incisiva consultabilità deltesto. Un libro di studio, di utilità pratica eveloce, un libro che si pone come inevitabil-mente come punto di riferimento. Per ulti-mo voglio elogiare la veste grafica, elegantee leggera, che sdrammatizza e svecchia lanostra polverosa ed austera omeopatia.

È questa l’opera ciclopica di un clinico. È l’opera di uno che conosce

e rivaluta la storia dell’Omeopatia e la aggiorna con i più recenti

approcci. Clinico e studioso, senza nulla concedere alla filosofia,

totalmente devoto alla concretezza del risultato, perseguito con tenacia

ed enorme capacitàdi lavoro. Un testo per guarire i bambini, più e meglio.

anno XII numero 35 luglio 2007 15

Alcune considerazioni su un grande libro

Roberto Petrucci - Pediatra

Temi e concetti in medicina

omeopatica – Materia medica

con repertorio di 543 rimedi

Edizioni ASTERIAS

Pag. 2.316 € 140,00

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Gustavo Dominici Medico chirurgo – Omeopata ROMA

La via migliore per la salute–felicità!Intervista a Christian Boiron

Intervista

Direttore de “Il Medico Omeopata”[email protected]

16

POLITICA AZIENDALE

O gnuno di noi sa cos’è BOIRON,

leader mondiale nel settore

omeopatico.C’è qualcosa di gran-

de che si sta muovendo e riguarda in particolar

modo la sua azienda,che ha appena acquisito la

ditta DOLISOS e che probabilmente comple-

terà quella della UNDA.Tranquillizzi noi pre-

scrittori: una sorta di monopolio omeopatico

non potrebbe nuocere in futuro al mercato e

quindi sul prodotto finale? Ad esempio, ci

potrebbe essere un’omologazione e potreb-

bero non essere più disponibili certi rimedi

omeopatici prodotti solo da alcune ditte,

come ad esempio i nosodi, ma non solo.

Il miglior modo di rispondere alla vostrapreoccupazione è l’invitarvi a guardarealla nostra storia, la storia della nostraazienda. All’origine noi siamo stati con-cepiti più di 70 anni fa da dei medici perfar progredire la qualità dei medicinaliomeopatici, grazie in particolare allosviluppo della ricerca. Siamo rimastifedeli a questa volontà: all’inizio lanomenclatura classica dei medicinalicontava circa 300 ceppi. Oggi ne contapiù di 3000, e continua ad aumentare,contrariamente a quanto vorrebbero farcredere certi detrattori…La crescita della nostra azienda è statasempre al servizio della qualità, delladiversità, dell’affidabilità dei ceppi edelle diluizioni, che sono consideratecome parte essenziale del medicinaleomeopatico dalla nostra equipe (costitui-ta da 3800 persone, di cui più di 200 far-macisti, il che dimostra l’importanza cheattribuiamo alla qualità). Coloro che sisono recati in uno dei nostri 50 laborato-ri nel mondo, e in particolare nella

nostra sede di Lione, possono testimo-niarlo. Per noi l’omeopatia rappresentauna passione, non un business. Ma certa-mente anche il business è necessario perincrementare i nostri investimenti nel-l’ambito della qualità della fabbricazione,del controllo, della ricerca, ed anche perdifendere l’omeopatia di fronte agliattacchi, forti e numerosi.Per tornare al concetto di qualità e diaffidabilità dei nostri medicinali, pensatea tutte le innovazioni che sono stateriprese o copiate dalle altre aziende, opersino inserite nella legislazione inter-nazionale: impregnazione in tre fasi,cappa a flusso d’aria laminare, rete inter-nazionale di botanici professionali, ricer-ca sulla porosità e la stabilità dei granulineutri, controlli ipersofisticati a livellobotanico, batteriologico, chimico ecc…Non bisogna però aspettarsi da noi cheintroduciamo sul mercato medicinaliillegali o non seri, come capita spesso divedere nel nostro ambito. L’omeopatiaappartiene all’universo della medicina edella farmacia. È nostro dovere essereineccepibili, sia come medici che comefarmacisti. È il significato dell’impegnodi Hahnemann, che è anche il nostro.Mio padre ripeteva spesso: “dobbiamoessere migliori degli allopati, sia sul pianomedico che industriale. Le minoranze

sopravvivono solo a tale prezzo.” Lanostra posizione di numero 1 mondiale ciespone particolarmente alle critiche, daparte sia degli ambienti omeopatici chedelle istituzioni ufficiali e degli organinormativi e di controllo. Il nostro rigoreprofessionale è la chiave di volta dellafiducia che i medici, i farmacisti e ipazienti ripongono nell’omeopatia.Ragion per cui noi facciamo tutto peressere irreprensibili, in particolare alivello di fabbricazione e di controllo deinostri medicinali.Venendo al caso di Unda, effettivamenteabbiamo aumentato recentemente lanostra partecipazione in questa pregevo-le azienda belga, di cui non desideriamomodificare i fondamenti. È per questoche abbiamo mantenuto il nome“UNDA”, nel rispetto e riconoscimentodella qualità del lavoro svolto. Come hopiù volte detto a Cemon, concessionariadi Unda per l’Italia, non abbiamo alcunaintenzione di mettere in discussione queiprocedimenti che si sono guadagnati lafiducia degli utilizzatori affezionati, com-posta di medici, farmacisti e malati. Ladottoressa Alma Rodriguez ed il figlio,recentemente recatisi ad Harzé, sede diUnda in Belgio, l’hanno potuto verificarecon i propri occhi. In particolare io faròquanto è in mio potere per conservare

È con piacere che il nostro giornale ospita il pensieroe la progettualità di Christian Boiron, Presidente dell’aziendaleader mondiale nella produzione di medicinali omeopatici.Insieme alla Redazione ed al Presidente della FIAMO,il nostro Editore, abbiamo messo a punto delle domandeche rispecchiano le speranze ed i timori dei medici omeopatici.

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anno XII numero 35 luglio 2007 17

Christian Boiron

l’origine “HAB”, cioè la farmacopeatedesca dei ceppi di Unda per l’Italia.Vaperaltro sottolineato che, in realtà le dif-ferenze tra la farmacopea tedesca e fran-cese sono abbastanza trascurabili, inoltrele aziende collaborano da molti anni congli enti normativi europei ai fini di unaarmonizzazione, premessa indispensabileper lo sviluppo dell’omeopatia.Da quando è iniziata la nostra lotta siamoriusciti a far riconoscere il medicinaleomeopatico nella farmacopea francese epoi europea, consentendo a tutti i medi-ci di prescrivere liberamente i medicina-li omeopatici. Si sarebbe potuto temeredi perdere molti ceppi o molti procedi-menti di diluizione, ma non è stato così.Allora continuiamo a progredire e a lavo-rare assieme, medici e farmacisti, percostituire un unico fronte propositivo neiconfronti degli organi ministeriali e delleagenzie governative, basandoci su compe-tenza e serietà. In Italia ci dovrebbe essereun’unica associazione per l’insieme delleaziende omeopatiche, e una sola associa-zione che raggruppi l’insieme delle scuolee delle correnti di medici omeopati. E

insieme, queste due associazioni dovreb-bero sempre presentarsi di fronte ai poli-tici ed ai responsabili legislativi. Il passatonon l’ha permesso, io mi impegnerò dicontribuire a ciò per l’avvenire.

RICERCASi coglie dagli avvenimenti un nuovo corso

da parte dell’azienda BOIRON. Ad esem-

pio dopo 20 anni di assenza, al prossimo

Congresso LMHI di Ostenda torna tra gli

sponsor. C’è un nuovo impegno nella ricer-

ca e nel sostegno alla formazione? Qual è lo

spirito che sta dietro a questi mutamenti?

Recentemente abbiamo rivisto la nostraattitudine nei confronti delle diverse scuo-le di omeopatia.Non vogliamo più prendere posizione trale diverse correnti di pensiero medico, lediverse visioni di ciò che dovrebbe esserela pratica medica omeopatica. La medici-na, sia allopatica che omeopatica, dovreb-be essere la risultante di una duplice com-petenza, quella del farmacista che inventae prepara i migliori medicinali possibili, equella del medico che decide davanti almalato, la migliore strategia terapeutica,

ed in particolare il o i medicinali più indi-cati.Vogliamo produrre i migliori medici-nali del mondo efficaci e affidabili. Evogliamo meritarci la fiducia sia del-l’omeopata “classico” che “clinico”, siadell’ “unicista” che del “pluralista”, sia deldiscepolo di Demarque, di Kent, o dialtri… L’omeopatia non potrebbe soprav-vivere al settarismo.In quest’ottica, abbiamo deciso di aiutaretutte le scuole di omeopatia che ce lo chie-deranno, a una duplice condizione: che que-ste scuole rispettino la nostra azienda, e cherispettino le altre scuole di omeopatia. E ciòa prescindere dalla loro visione dell’omeo-patia. Sempre in questo spirito, desideriamosostenere i diversi congressi di omeopatia, ein particolare il Congresso della LMHI, cheavevamo un po’ “disertato” dopo lo scismadel Congresso di Washington. Lo spirito diapertura che abbiamo percepito negli attua-li responsabili della Liga, e in particolarenell’organizzatore, il dott. Michel VanWassenhoven, ci ha sollecitato a sponsoriz-zare questo congresso e a promuoverloampiamente a livello internazionale. Inoltre,il tema del congresso è “La valutazione”, o“Evidence based homeopathy”. Di fatto,siamo convinti che sarà proprio la valutazio-ne consentire di risolvere le contese o ledispute tra le diverse correnti dell’omeopa-tia. Non dovrebbe o non dovrebbe più trat-tarsi di sapere quale sia l’ideologia più“estetica”, più fedele al fondatore, ma qualesia il modo migliore di prescrivere un medi-cinale omeopatico per ottenere i miglioririsultati terapeutici.A questo quesito potre-mo rispondere tutti insieme attraverso lavalutazione delle diverse pratiche medicheomeopatiche, come si fa sempre più di fre-quente in allopatia. E come vogliamo fareanche per le nostre specialità.

Quale tipo di ricerca è più orientato a

sostenere? Clinica, di base; è anche interes-

sato al settore della sperimentazione

omeopatica classica (proving)? Lo chiedia-

mo perché nel suo libro Il futuro dell’0meo-

patia afferma: La sperimentazione sull’uomo

Christian Boiron(Foto Jean Luc Mége)

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Intervista

sano non è più utilizzata per conoscere il

potenziale terapeutico di una sostanza secon-

do i precetti di Hahnemann.Vincoli normativi

e considerazioni etiche lo impediscono.

Siamo stati concepiti da un gruppo dimedici, più di 70 anni fa, per svilupparesia l’affidabilità del medicinale che laricerca in Omeopatia in tutti i suoi aspet-ti. Da allora siamo rimasti fedeli a questavolontà dei nostri fondatori: tutti gli utiliche abbiamo ricavato dalla commercializ-zazione dei medicinali omeopatici sonostati reinvestiti nella ricerca, fondamenta-le e applicata, clinica e farmacologia, bio-logica o fisico–chimica.Il caso particolare dei proving meriterebbe giàda solo una lunghissima trattazione. La nostraazienda, e in particolare l’Institut Boiron diricerca medica,ha consacrato numerosi anni dilavoro allo studio dell’affidabilità della materiamedica omeopatica e delle patogenesi.Boiron ha anche pubblicato alcuni libri suquesto argomento. La metodologia scientifi-ca si è alquanto evoluta negli ultimi decennied io ritengo che, per essere preso in consi-derazione, il proving debba essere condottocon un rigoroso doppio cieco. Ma per quan-to io sappia, non si è mai avuto esito positivocon le dosi infinitesimali. Qui si pone unreale problema : o i sintomi patogeneticidevono essere statisticamente significativi, eciò non si verifica alle alte diluizioni, o nondevono essere statisticamente significativi, eallora come distinguerli dagli artefatti pro-dotti da qualsiasi sperimentazione, dai“rumori di fondo”…? Questa questione,estremamente complessa, fa parte degliargomenti che mi appassionano, per la suacentralità nella storia e nel futuro del-l’omeopatia. Comunque sia, è vero che nonabbiamo più il diritto di intossicare volonta-riamente le persone! Bisognerebbe ottene-re prima il consenso delle autorità in campomedico e scientifico, e sicuramente non lootterremo domani… per il momento dob-biamo limitarci a quelle patogenesi chederivano dalla tossicologia accidentale, eDio sa quanto queste patogenesi sono ric-che e numerose, purtroppo….

RAPPORTO CON LE ISTITUZIONIIn Italia si avvia una nuova stagione di

discussione sulla legge per la regolamenta-

zione delle MNC, che cosa si aspetta ed

auspica dalla futura legge? Quale

Omeopatia dovrebbe affermarsi: comple-

mentare alla medicina convenzionale,

comunque giudicata più ‘scientifica’,o prov-

vista di sua propria validità come vera e

propria proposta terapeutica non subordi-

nata, seppure non alternativa?

La mia posizione è molto semplice, edeffettivamente l’ho bene illustrata nel miolibro: l’omeopatia è una branca della “tera-pia medica”. Essa si traduce contempora-neamente in medicinali, che sono dotati diuna normativa specifica, e in diverse prati-che mediche che corrispondono alle diffe-renti scuole di omeopatia, che a mio pare-re non hanno alcun bisogno di una norma-tiva specifica. Coloro che reclamano unaregolamentazione della pratica medicaomeopatica sono sia le personalità ostiliall’omeopatia e che vogliono restringere laprescrizione dei medicinali omeopatici adalcune situazioni patologiche estremamen-te benigne, sia certi medici omeopati chevogliono dominare la pratica medicaomeopatica restringendola solo alla lorovisione di ciò che deve essere… È certamente preferibile mantenere all’in-terno dell’ambito omeopatico i dibattitisul metodo, altrimenti si rischia di fareentrare “il lupo nell’ovile”!

FILOSOFIA O FARMACOLOGIANella quarta di copertina del libro di

Demarque, che la sua azienda ha regalato

a Natale a molti medici, Lei scrive:

Presentiamo troppo spesso l’Omeopatia

come una filosofia, una teoria, un concetto.

L’Omeopatia non è nulla di tutto ciò. È una

nuova farmacologia, nata dall’esperienza e

dalla sperimentazione, che segna in realtà

l’inizio di quella che chiamiamo generalmen-

te la medicina scientifica... Alla luce di que-

ste considerazioni, quale profilo profes-

sionale vede per il medico omeopata?

Assieme alle tante innovazioni introdotte

nel pensiero e nell’azione del medico,Hahnemann ha di fatto creato una nuovafarmacologia. In effetti l’omeopatia, comedescritta nel “saggio su un nuovo principioper conoscere le virtù curative delle sostan-te medicinali” pubblicato nel 1796, non èaltro che un nuovo metodo per scoprire levirtù curative delle sostanze medicinali. Poipasso dopo passo ha veramente “inventato”il “medicinale omeopatico”, cioè unasostanza medicinale diluita e dinamizzatasecondo procedimenti molto precisi. Everso la fine della sua esistenza, ha esteso iltermine “omeopatia” ad un intero sistemamedico. Credo che questo sia stato un erro-re in quanto la pratica medica evolve; evoler fare dell’omeopatia un’“altra medici-na” equivaleva automaticamente ad averecontro di lui e oggi contro di noi tutto ilresto della medicina.Oggi, noi possiamo e noi dobbiamo ristabi-lire la verità: l’essenza, l’originalità trascen-dente dell’omeopatia consiste nell’essereuna terapia, non una “medicina”. Pertantoessa ha vocazione a rientrare nell’ambitodella scienza medica, assieme a tutte le altreterapie. Io rispetto totalmente coloro chepensano che la parola “omeopatia” debbaindicare qualcosa di diverso, un’altra visio-ne della medicina, una filosofia, ma noncondivido questo loro punto di vista, chereca grande danno allo sviluppo rigoroso diun’omeopatia professionale.Ritengo che l’omeopatia si colleghi, attra-verso il proprio fondatore, al pensiero ippo-cratico. Un medico omeopata non dovreb-be essere altro che un medico “ippocratista”capace di ricollocare il paziente nel suoambiente, di comprenderne la malattia o letendenze morbose, e di ovviarvi con tuttele tecniche più idonee. Per me, il medicoomeopata dovrebbe rappresentare l’élite, ilnec plus ultra dei medici. La sua competen-za omeopatica gli dà una marcia in più e nondovrebbe farne una categoria a parte.

Se di semplice farmacologia parliamo, si può

pensare di utilizzare per lo studio di prepara-

ti specifici per patologie (ad esempio:Sinalia

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anno XII numero 35 luglio 2007 19

Christian Boiron

per le allergie da fieno, Cocculine per le

cinetosi) gli stessi criteri di studio adottati

per i corrispondenti prodotti allopatici? È

un campo di ricerca già presente e se sì,

con quali risultati?

Non ho parlato di “semplice” farmacolo-gia ma di “nuova” farmacologia. È diver-so. E questa farmacologia fa nascere duetipi di medicinali: quelli che, per espe-rienza, devono essere prescritti in modopersonalizzato, attraverso diversi metodispecifici che corrispondono alle diversescuole di omeopatia. E quelli che posso-no essere prescritti o consigliati in modosistematico ad una certa popolazione dipersone, sia a titolo preventivo che atitolo curativo. Non si tratta di ideologia,ma di esperienza, di osservazione. Se,come azienda farmaceutica, riteniamoche il medicinale “Sinalia” rappresentiuno scudo efficace contro la rinite aller-gica, sì, dobbiamo provarlo, e i mezzisaranno gli stessi utilizzati per i medici-nali allopatici. È effettivamente su questastrada che stiamo lavorando già da diver-si anni. Spero che la legislazione italianaci consentirà prossimamente di riportarele indicazioni terapeutiche sulle nostrespecialità. Le specialità rappresentano unfacile accesso all’omeopatia, e quandosono efficaci danno voglia al paziente dispingersi oltre nello scoprire i vantaggidi questa terapia. Tantissime persone sirivolgono ad un medico omeopata dopoaver provato con successo“Oscillococcinum” o “Euphralia” dietro

consiglio di un amico, di un farmacista, oprescritto da un medico allopata. Le spe-cialità rappresentano un “ponte” tra i duetipi di terapia, allopatica e omeopatica. Èquindi importante che siano efficaci, affi-dabili. E anche a questo obiettivo consa-criamo una grande energia. E i medici ciaiutano costantemente: condividendocon noi la loro esperienza clinica quoti-diana nell’uso delle nostre specialità.

UNICISMO E PLURALISMONel suo stesso libro parla dei principi

dell’Omeopatia escludendo il principio di

globalità; infatti afferma che questo concet-

to non è all’origine dell’Omeopatia, ma è

parte integrante della medicina fin da

Ippocrate. Afferma anche che si possono

utilizzare i medicinali omeopatici secondo

altre logiche, in particolare usando la simili-

tudine anatomo–patologica tra la malattia

del paziente e la tossicologia della sostanza

considerata. In effetti proprio qua sta il

discrimine tra medicina omeopatica e quel-

le che noi omeopati classici definiamo

omeoterapie.Che ne pensa di unicismo,plu-

ralismo e di tutte le altre modalità di pre-

scrizione dei rimedi omeopatici?

Tutte queste categorie mi sembranoappartenere al passato. Non mi sono maisembrate pertinenti. Ciascun medico sifa la sua propria visione della medicina,come ciascun omeopata si fa la sua pro-pria visione dell’omeopatia… certamen-te, in omeopatia esistono grandi corren-ti, ma si tratta più di correnti culturali

che di correnti ideologiche. È come inpolitica oggi se noi siamo di sinistra o didestra ci deriva più spesso dall’ambientenel quale viviamo piuttosto che dalleconsiderazioni razionali. Guardando larealtà nel profondo, le colonne su cui sireggono questi templi crollano le unedopo le altre, a vantaggio della realtà chesi impone nella sua complessità…Personalmente ritengo che ci siano duetipi di medici omeopati: le persone one-ste e gli altri… Le persone aperte, appas-sionate, ma anche umili davanti all’im-mensità delle nostre lacune, pronte adimparare e a crescere, ippocratiste nel-l’animo. E gli altri…

Lei ha scritto un libro sulla Felicità

dove afferma: La felicità è il funziona-

mento fisiologico della persona umana. Si

può parlare dell’Omeopatia come della

medicina per la felicità?

Effettivamente, la felicità, ce l’abbiamodentro di noi; è “sufficiente” che espri-miamo quei tesori che ciascuno di noipossiede in profondità. Non è così facile,spesso ci vuole una vita intera. Ma ècomunque più semplice quando si cono-sce il funzionamento del cervello. Io nonho fatto altro che applicare tutte le nuoveconoscenze delle neuroscienze di cuidisponiamo oggi (in particolare a seguitodegli studi di Jacques e Fanny Fradin),per immaginare, provare e proporre unadifferenziazione chiara tra “piacere” e“felicità”, e per proporre anche tutta unaserie di mezzi che ci consentano dimigliorare le nostre “performance” infatto di felicità. Parallelamente, Lei miinduce a pensare a due visioni della salu-te: la “salute–piacere” e la “salute–felici-tà”, di fronte alle quali poter immaginareuna “medicina–piacere” e una “medici-na–felicità”. Lei ha ragione, ma riconoscodi non aver mai riflettuto in tal senso –grazie del regalo che mi fa –, la viamigliore per la “salute–felicità” potrebbeessere effettivamente l’omeopatia…

Sito di produzione dei Laboratoires Boiron di Messimy vicino Lione (Foto Yann Geoffray)

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Roberto Rizza Medico Veterinario – Omeopata FONDI (LT)

Quel sottile filo rosso

Veterinaria

[email protected]

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A lle 9 del mattino di Sabato 19 mag-gio ultimo scorso si apre il congres-so con i classici “convenevoli”:

introduzione a cura del Chairman, il collegaDavid Bettio docente della Scuola,questa voltain un ruolo che non conoscevo, che ci saluta epresenta gli ospiti: il dott.Morbioli Gianpaolo,vice-presidente dell’Odine dei Veterinari diVerona che, ci dispiace per lui, non ha potutotrattenersi,richiamato altrove da altri impegni;la graditissima Dott.ssa Raffaella Pomposelli,Medico Chirurgo Omeopata (per “bipedi nonpennuti” ovvero per esseri umani) nonchéDirettrice della Scuola stessa,che invece non siè persa neanche una relazione nei due giorni diserrato confronto tra relatori provenienti dadiverse scuole e differenti percorsi formativi.Non mi è capitato spesso di assistere adun confronto così scorrevole ed aperto tracolleghi che, come accennavo, provengonoda differenti percorsi e scuole. Purtropponel passato l’immagine che mi si è spessopresentata è stata quella di presentazioniautoreferenti, volte più a “dimostrare” chead “esporre” le proprie esperienze.Durante la “Due Giorni” del congresso,invece, i riferimenti al percorso formativodei relatori sono stati presenti in formaminore e comunque finalizzati ad unamaggiore comprensione dell’approccioomeopatico ai temi trattati.A far la parte del leone non sono stati i solicasi clinici, per altro tutti di grande rilievo,che questa volta erano inseriti, quandonecessario, al fine di esplicitare con unesempio pratico il tema trattato. Manmano che il convegno procedeva si è infat-ti scoperto un filo conduttore, un “traitd’union” tra i vari lavori. L’approccio eticoalla professione, all’Omeopatia stessa; l’at-

tenzione al rispetto del paziente inquadra-to nel suo ambiente, zootecnico o familia-re che sia, che è spesso la causa di moltepatologie (vedi i riferimenti del MaestroHahnemann agli ostacoli alla guarigioneed alle cause occasionali).Tutto ci ha fattoricordare quanto sia importante il ruoloche come Veterinari possiamo svolgerenell’indirizzare verso una gestione più sag-gia la gestione delle risorse ambientali;come ha anche ricordato la Dott.ssaPomposelli nei saluti al termine della con-vention. Altro aspetto importante e pre-sente in molte relazioni è stato quello dellametodologia omeopatica.

Ad aprire i lavori è stata la collega CristinaMarcolin, anch’ella docente della scuolaveronese nonché chairman della secondagiornata, che ci ha proposto un validissimoesempio di cartella clinica che può essereutilizzata sia su comune carta che come sup-porto informatico e che costituisce ancheper i più esperti un ottimo promemoria daseguire nel corso del colloquio omeopatico,nonché un archivio su cui ritrovare la situa-zione del paziente visita dopo visita.A questa relazione si è ricollegata quelladel Dott Andrea Brancalion, docentedella scuola di Cortona (AR), che ha pro-posto un interessante metodo di approc-cio al caso clinico volto alla ricerca dellamassima obbiettività possibile nella cosid-detta “presa del caso”.All’ ascolto attivo era dedicata la relazionedella Dott.sa Barbara Rigamonti, direttri-ce della Scuola Dulcamara di Genova, che haevidenziato come proprio nella fase del collo-quio con il proprietario si possano ben prestorilevare problemi di gestione del paziente,

troppo spesso antropomorfizzato e sovracca-ricato di attenzioni ed aspettative o, in situa-zioni diametralmente opposte, lasciato a sestesso in condizioni non consone alla specie diappartenenza. Su questo e sugli altri lavoridedicati al rapporto con la gestione delpaziente nel suo contesto si è aperto un viva-ce ed interessante dibattito circa le possibilitàed i limiti del veterinario nel suggerire undiverso approccio al proprio animale da partedi proprietari talvolta problematici.La collega Marina Nuovo,esperta in Etologiae Medicina Comportamentale, si è soffer-mata sulla valutazione della Sezione MIND delRepertorio, suggerendo un’interpretazionedelle rubriche più consone ai pazienti anima-li, tenendo conto dei differenti etogrammi(cioè delle peculiarità comportamentali erelazionali) di specie e valutandole in baseall’individualità del paziente rispetto ai suoisimili, spiegando come siano ormai obso-lete le considerazioni sulla non individuali-tà e della capacità cognitive dell’animale.Il mancato rispetto di condizioni ambien-tali coerenti con le necessità della speciecome causa di più o meno gravi patologiecomportamentali del cavallo è stato illu-

Il I° Congresso di Omeopatia Veterinaria,organizzato dalla Scuola Di MedicinaOmeopatica di Verona sembrava unadelle tante scene già viste in altre occasionie in altri luoghi.Anche i partecipanti se purnon numerosissimi, provenivano da tuttaItalia, Isole comprese.Avendo fatto circaseicentocinquanta chilometri in auto la seraprima - ma c’è chi è venuto dalla Sicilia! -speravo proprio in una bella occasionedi crescita professionale.E così che è davvero andata!

Report dal Io Congresso di Omeopatia Veterinaria- Verona, 19-20 Maggio 2007

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Quel sottile filo rosso

strato dalla Dott.sa Carla De Benedictis,delegata FIAMO per la sezioneVeterinaria, che ci ha ricordato comemolti cavalli siano sottoposti ad eutanasiasenza essere affetti da patologie invalidan-ti, ma solo per problemi comportamenta-li, i cosiddetti “vizi”, che potrebbero esse-re tranquillamente prevenuti con unagestione più naturale. La collega ha inoltreriportato degli esempi di repertorizzazio-ne sulle rubriche del MIND applicabili aquesto tipo di pazienti.Sul tema del benessere animale e sull’eti-ca del veterinario omeopata era incentratala relazione di un altro ippiatra, il CollegaAlessandro Battigelli, di Bologna delDipartimento Veterinario S.I.M.O., che siè soffermato sulla particolare situazioneetico-giuridica del cavallo, a metà stradatra l’animale da reddito e quello d’affezio-ne. Il collega ha anche parlato dell’etica pro-fessionale applicata ai vari aspetti della nostraprofessione: dalla corretta gestione dell’ani-male all’eutanasia, passando per l’applicazio-ne dell’omeopatia dall’eugenetica alla tera-pia. Il dott. Battigelli ha, tra l’altro, ricordatola necessità di un’attenta regolamentazionedelle Medicine Non Convenzionali inVeterinaria. Questo tema è stato poi trattatodall’unico graditissimo “intruso”fra i relatori,ovvero il Dott. Francesco Longo,Agopuntore, Vicepresidente Società ItalianaAgopuntura Veterinaria – S.I.A.V. che, inqualità di Membro Delegato dell’UnioneMedicina Non Convenzionale Veterinaria, ciha aggiornato sulle attività dell’UNIONE inrelazione alla necessità di un corretto ricono-scimento dell’Omeopatia Veterinaria. Ildott. Longo ha presentato in collaborazio-ne col dott. Bettio due esempi dell’utilizzodell’agopuntura intraoperatoria in dueinterventi chirurgici sul cane, evidenziando

i vantaggi di questa tecnica, sia in termini diminore utilizzo (e quindi minore “inquina-mento” del paziente) di anestetici tradizio-nali, sia in termini di minore stress per ilpaziente.Non poteva mancare un interven-to dello stesso collega Longo sul punto divista della Medicina Tradizionale Cinese intema di alimentazione, dove ha sottolinea-to il valore energetico dell’alimentazionevista non come apporto di sostanze nutriti-ve, ma come mezzo di sostentamento del“Qui” (detto anche Chi),ovvero l’EnergiaVitale, che ci fa pensare alla Dynamis di cuiparla Hahnemann!Sempre in riferimento all’etica professio-nale ha suscitato un vivace dibattito larelazione del Collega Roberto Orsi,Past- president di Simvenco e collabora-tore di AIMOV, che da buon toscano hatrattato con simpatia un tema difficilequali i limiti dell’applicazione dell’omeo-patia nella medicina d’urgenza. Su questoargomento infatti si è aperto un bel con-fronto fra colleghi, che in base all’espe-rienza hanno dato il proprio contributo.Rilevanti contributi pratici, frutto dell’espe-rienza, sono venuti dai colleghi dell’AIMOV:La dottoressa Maria Luce Molinari(docente AIMOV) ha esposto il suoapproccio clinico derivato dalla sua espe-rienza nell’applicare alla medicina veteri-naria gli insegnamenti del professorVithoulkas, soprattutto per quanto riguar-da la valutazione dell’energia vitale deipazienti, presentando a corredo un inte-ressante caso clinico, in cui la storia delpaziente va di pari passo con quella del suolivello energetico. Così come accade nelcaso presentato dall’altra docente AIMOV,dott.ssa Monica Serenari. Il collegaAndrea Malgeri (coordinatore nazionaleAIMOV) ha presentato un report deirisultati ottenuti in cinque anni di gestioneomeopatica di un allevamento bovino aconduzione biologica, in cui da una mor-talità neonatale del 40% si è scesi ad unvalore del 3%, con un marcato migliora-mento della qualità dei prodotti e con unadrastica riduzione dei costi di gestione. La

gestione naturale degli allevamenti nelrispetto delle peculiarità di specie comefonte di vantaggi, non solo per l’animalema soprattutto per l’uomo stesso (in ter-mini di abbattimento dei costi e di miglio-re qualità dei prodotti) nel caso degli ani-mali da reddito e per l’ambiente intesocome ecosistema, sono stati sottolineati nelvideo dalla relazione inviata dal Belgio dalcollega Eric Vanden Eynde, professore allaEcole Belgique d’Homeopatie, che ha trat-tato il tema dei Miasmi e delle Costituzioniinserito in una visione più ampia, direi filo-sofica, del ruolo del veterinario omeopatanell’attuale società, offrendo così un note-vole stimolo alla riflessione. Il collega hapoi risposto in videoconferenza alledomande di alcuni partecipanti, aiutato inquesto dalla gentile collaborazione, in qua-lità di interprete, di una giovane collega delpubblico di madre lingua francese.Decisamente a parte, se pur perfettamentein tema con il “Filo Rosso” del congresso, èstata la relazione del collega MarcoVerdone. La sua esperienza di veterinarioresponsabile, nella particolare situazionedell’Isola-Carcere di Gorgona, dove i dete-nuti sono conduttori di una fattoria in pienaregola, con animali di tutti i tipi (alla facciadi certi pseudo-realities televisivi!) ha toc-cato profondamente tutti i partecipanti.Una sensazione che è difficile riportare.Invito il collega (ma l’invito è esteso a tuttii relatori) ad inviarci una relazione scritta,magari con la stessa immediatezza con cuiha parlato al congresso, al fine di poterlapubblicare sulla nostra rivista.

In un contesto così serrato di presentazioninon sono mancati momenti di relax come ipranzi ed i coffe breaks, gentilmente offertidalla Scuola veronese, che unitamente allacena del sabato,presso un vicino ristorante dicucina biologica, hanno contribuito ad allie-tare relatori e partecipanti.Un’esperienza daripetere! Facciamo nostro il caldo incorag-giamento della Dott.ssa Pomposelli e comin-ciamo a pensare alla prossima occasione!

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Gustavo Dominici Medico chirurgo – Omeopata ROMA

Con passione e con tenacia

Scuola di Omeopatia di Milano

Direttore de “Il Medico Omeopata”[email protected]

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I ncontro Roberto per conosceremeglio e far conoscere a tutti la storiae l’attualità del Centro di Omeopatia

di Milano. Una storia che si intreccia ine-vitabilmente con la sua. Ne esce un rac-conto misto di passione e tenacia. Io l’hosempre chiamato scherzosamentel’Omone, e dopo averlo ascoltato conti-nuerò ancora a farlo, immaginandolonella mia mente come Atlante che reggeil pesante fardello, capace di lavori ciclo-pici quale il suo ultimo libro: Pediatria:temi e concetti in medicina omeopatica.

Allora, Roberto, facci conoscere quando e

come è nato il Centro di Omeopatia di Milano.

Il Centro di Omeopatia di Milano nasceil 27 luglio 1997 grazie soprattutto adAlfons Geukens. Infatti è stato propriol’omeopata belga di cui sono stato allie-vo a spingermi fortemente in questadirezione. Nel 1992 era nato un gruppoformatosi dall’evoluzione della ScuolaSO–WEN, che coraggiosamente cercavadi portare aria nuova nell’omeopatia ita-liana. Insieme ad Antonella Ronchi,Giuseppe Fagone, Licia Rotondi e VanniZacchi abbiamo formato il “Centro dimedicina omeopatica classica di Milano”che ha portato avanti iniziative interes-santi per parecchi anni. Nello stessoperiodo iniziava la mia passione omeopa-tica per il Belgio, dove dal 1995 al 1999ho trascorso molto del mio tempo.Avevo visto Alfons Geukens per la primavolta a Verona qualche anno prima grazieall’amico Lorenzo Paesani che mi consi-gliò di andare a sentire questo genialeallievo di George Vithoulkas. Ricordoancora l’entusiasmo con cui osservai i

casi in video di quello che sarebbe statol’uomo che avrebbe cambiato radical-mente la mia vita omeopatica. Decisiquindi di iscrivermi al suo corso inBelgio. Furono anni davvero entusia-smanti, anche grazie alla generosità diAlfons che mi accolse come un figlio emi diede la possibilità non solo di segui-re le sue lezioni, ma soprattutto di visita-re insieme a lui. Le sue pazienti traduzio-ni dal fiammingo all’inglese mi permise-ro di accumulare nella mia memoria unaquantità infinita di informazioni per lequali gli sarò grato per sempre. Oltre aciò furono fondamentali tutte le discus-sioni che avvenivano tra la cucina delCentro, il giardino e casa sua: si eranoincontrati due fanatici che non facevanoaltro che parlare di omeopatia. In quat-tro anni ho passato a Hechtel circa 300giorni ed ogni volta tornavo in Italia congli abiti intrisi di odore di patate fritte,ma con l’anima colma di profumoomeopatico. Finché una sera, in occasio-ne di un suo seminario in Italia, mi rifilòuna frase secca e sibillina: Io ho fatto tuttociò che potevo per te, ora tu devi fare qualcosaper me:devi insegnare tutto ciò che hai appre-so! Già da qualche anno ero stato spintoall’insegnamento nel gruppo So–Wen,ma quello fu per me come un testamen-

to; per la verità fui estremamente felicedi sentirmi sulle spalle quel “doveremorale” e condividere con gli altri tuttociò che mi era stato insegnato. Alcunecose mi avevano colpito a Hechtel, maquella più significativa era il servizio diguardia medica omeopatica 24 ore su 24.Nel luglio 1997 comincia quindi l’avven-tura del Centro di omeopatia di Milano,che nacque con l’idea di ricreare aMilano ciò che avevo visto a Hechtel.

Il significato profondo di aprire unastruttura così era creare un centro ditraining. L’avventura è stata ricca disoddisfazioni e di delusioni. Nel corsodegli anni si sono formati molti mediciche hanno raccolto nel training trienna-le 4000 ore di pratica, che consistevanella possibilità di accedere alle mievisite, di avere supervisioni per le pro-prie, di gestire un servizio di guardiamedica che per 5 anni è stato ininter-rotto, 24 ore su 24, con la presenza diun medico al Centro giorno e notte.Ora molti di questi colleghi sono iscrit-ti al Registro degli omeopati qualificatiFIAMO–SIMO. Il lavoro di gruppo haportato ad una crescita per tutti, soprat-tutto quando si sono uniti AntonellaRonchi e Giuseppe Fagone, che hanno

Avevo visto Alfons Geukens per la prima volta a Verona…furono fondamentali tutte le discussioni che avvenivanotra la cucina del Centro ad Hechtel ed il giardino e casa sua.In quattro anni ho passato ad Hechtel circa 300 giorni ed ognivolta tornavo in Italia con gli abiti intrisi di odore di patate fritte,ma con l’anima colma di profumo omeopatico!

Roberto Petrucci e il Centro di Omeopatia di Milano

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anno XII numero 35 luglio 2007 25

Con passione e con tenacia

lavorato al CDO fino alla fine del 2004.Quello è stato il momento di “potere”del CDO che vantava contemporanea-mente il presidente FIAMO (AntonellaRonchi), il Direttore del DipartimentoScuole FIAMO (il sottoscritto) e il coor-dinatore FIAMO Lombardia (GiuseppeFagone). Purtroppo i grandi amori avolte finiscono e dal 2005 il CDO si èritrovato a ripartire quasi da capo. Oraposso vantare la collaborazione di MaritaGalea, che è l’unica che è riuscita a sop-portare il mio brutto carattere, dal1997.Altri medici continuano a frequen-tare forme di training più ridotte rispet-to alle 4000 ore del passato, ma semprecon risultati molto incoraggianti. Ora ilCentro di Omeopatia di Milano conta lacollaborazione nell’insegnamento di ungruppo molto omogeneo che lavora inmodo assolutamente simile e che haseguito quella che è stata la mia evoluzio-ne omeopatica nel corso degli anni.Oltre a Marita Gualea, le lezioni sonotenute da Alessandro Avolio, DonatellaBrambilla, Savino Marroccoli e dai vete-rinari Mauro Dodesini, Renato Nobili eRoberto Pelizzaro. Sono nate collabora-zioni con altri colleghi italiani e stranieriche hanno portato ad esperienze interes-santi; quella più continuativa è con ilCentro di Omeopatia di Catania presso ilquale tengo da tre anni un corso avanza-to di due settimane l’anno.

Si può dire che il CDO segue la scuola belga?

La scuola belga non esiste, nel senso chein Belgio ci sono molte realtà differen-ti. Posso dire che oggi il CDO segueuna propria linea creatasi nel corsodegli anni e tiene come base gli insegna-menti di Alfons Geukens, a cui si sonovia via aggiunte varie contaminazioni.Ho studiato vari omeopati moderni,soprattutto Jan Scholten e RajanSankaran, ma anche altri grandi mae-stri, da George Vithoulkas a EugenioCandegabe, da Roger Morrison aFarokh Master, con cui ho avuto il piace-

re di tenere un seminario pochi mesi fa.Quindi cerchiamo di insegnareun’omeopatia basata sull’utilizzo delrepertorio, a cui vanno naturalmente adaggiungersi le informazioni dalla mate-ria medica. Le considerazioni sui temi econcetti, sulle famiglie e sulla tabellaperiodica degli elementi aiutano molto asbrogliare alcuni casi un po’ complicati.

Quali sono i corsi attivi attualmente presso

la vostra scuola?

Abbiamo continuato il corso di base tra-sformandolo da triennale a quadrienna-le con i primi due anni obbligatori a 350ore e un secondo biennio facoltativo di250 ore. Il corso è stato accreditatodall’ECH insieme ad altre istituzioniimportanti come la Faculty di Londra,l’Academia Medico Homeopatica diBarcellona e le scuole belghe. Il fioreall’occhiello della scuola è il corsomaster, un corso di formazione conti-nua arrivato nel 2007 al sesto anno.

Come si svolge questo corso?

È un corso molto pratico, dove la maggiorparte delle ore è coperta da casi clinici, siain video che in diretta. Nei casi in direttail paziente si trova con me nel mio studio,mentre nella sala di lezione gli studentiseguono su un doppio schermo: su unoviene proiettata la visita, mentre sull’altroè visualizzato il mio computer in modoche possa essere seguita la repertorizza-zione. Infatti l’aspetto che credo caratte-rizzi di più la mia pratica clinica è la reper-torizzazione sempre in tempo reale; que-sto mi dà la possibilità di andare continua-

mente in diagnosi differenziale a secondadi quel che dice il paziente, integrando levalutazioni repertoriali con le conoscenzedi materia medica.

Avete organizzato molti seminari, anche

con docenti esteri…

Dal 1997 il Centro di Omeopatia ha orga-nizzato circa 60 seminari, tra cui quellistorici con Alfons Geukens e con FrederikSchroyens, ma anche con Paolo Bellavite,Andrea Signorini e Paolo Cardigno.

Quali sono i programmi futuri del CDO?

Nei prossimi mesi riprenderemo unaserie di seminari di tecnica repertorialeche negli anni passati hanno riscossogrande successo. Questi incontri saran-no anche la presentazione di un nuovolavoro che stiamo preparando cheriguarda la ristrutturazione per temi econcetti del repertorio.

Ha qualcosa a che fare con il tuo libro

sulla pediatria?

In un certo senso si.Nel mio libro Pediatria:temi e concetti in medicina omeopatica ho rac-colto quasi 3000 sintomi di interesse pedia-trico suddividendoli in temi molto partico-lari come “rapporto con la famiglia”,“scuo-la”, “sintomi non verbali” ecc. e offrendopoi una materia medica di 543 rimedi conun testo discorsivo e una parte di sintomirepertoriali per ogni rimedio. Nel nuovolavoro stiamo dando un senso diverso alrepertorio, raggruppando i sintomi pertemi e dando spiegazioni estese di molterubriche repertoriali che tante volte resta-no inutilizzate perché incomprensibili.

Comunque sembra che il tuo libro stia

riscuotendo un notevole successo.

Sono molto soddisfatto; la versione ita-liana sta andando molto bene. È da pocouscita la versione inglese e a breve usci-ranno anche la versione spagnola etedesca; inoltre l’editore ha in pro-gramma le traduzioni in portoghese,francese e giapponese.

PETRUCCI

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Scuola di Omeopatia di Milano

L’interesse oltre confine è confermato

anche dai seminari…

Si, a marzo sono stato in Messico doveho tenuto un seminario indimenticabilecon 780 partecipanti; nei prossimi mesiandrò a Dubai, Sri Lanka e in Slovenia.Nel 2008 ci saranno altri seminari, tra cuiprobabilmente India,Stati Uniti e Giappone.

C’è anche un Centro di Omeopatia di

Stromboli nel tuo futuro?

Magari … devo dire che Stromboli è unposto per me molto speciale. Quest’annosiamo al quarto seminario; è diventatoormai l’appuntamento fisso di giugno. Lepersone si ritrovano con piacere, seguonoil corso dalle 9 alle 15 e poi si riunisconocon amici e familiari … è un modo per fareuna settimana di meravigliosa vacanza;inoltre la lezione sulla terrazza all’aperto, afianco della spiaggia, rende il momentodidattico sicuramente più piacevole.

Cosa pensate delle sperimentazioni cliniche?

Siamo assolutamente favorevoli, ma

anche preoccupati dal fatto che possanofallire. Devono essere ben studiate esoprattutto condotte da omeopati esper-ti e capaci, altrimenti possono rivelarsiun autogoal. Noi ne abbiamo portateavanti due con la Regione Lombardia,sulla menopausa. La seconda si sta anco-ra svolgendo, mentre la prima ci ha datoindicazioni interessanti, anche se, pur-troppo, per mancanza di fondi, abbiamodovuto rinunciare ad un aspetto impor-tante, cioè quello statistico.

So che avete portato avanti anche iniziati-

ve divulgative…

Abbiamo organizzato spesso corsi infor-mativi sia per pazienti che per medici.Tutte queste iniziative sono sempre stategratuite. Credo sia molto importanteche i medici siano informati sulle diffe-renze tra i vari tipi di … omeoterapie,ma riguardo alla confusione sull’omeo-patia è meglio non iniziare nemmeno ildiscorso. Per quanto riguarda i pazientiabbiamo tenuto conferenze relative

all’omeopatia in genere, all’utilizzo del-l’omeopatia nelle malattie gravi eall’utilizzo dell’omeopatia in pediatria.

Possiamo concludere con quel che è stata la

vostra esperienza con il mondo dello sport.

Beh questo, almeno fino al momento del-l’intervista, è l’anno dell’Inter e quindi misembra giusto parlarne… abbiamo colla-borato con l’Inter per cinque anni, con unlavoro svolto al Centro e al campo. Ladott.ssa Gualea, specialista in medicinadello sport, ha seguito i giocatori dellesquadre giovanili durante gli allenamentie le partite, mentre i medici del Centroseguivano regolarmente gli atleti, comenormali pazienti. Abbiamo riscontratorisultati molto positivi, sia per quantoriguarda la salute in generale dei ragazzi,che per quanto riguarda le prestazioniatletiche e il recupero post–infortuni. Inquegli anni le uniche squadre dell’Interche vincevano i campionati erano quelleseguite con l’omeopatia!

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Roberto Petrucci Medico Chirurgo – Omeopata MILANO

Differenti approccinella presa del caso

Scuola di Omeopatia di Milano

Direttore del Centro di Omeopatia di [email protected]

INTRODUZIONE

H o iniziato a studiarel’Omeopatia circa vent’annifa ed ho sempre seguito inse-

gnamenti hahnemanniani e kentiani. Hoavuto la fortuna di ascoltare relazioni olezioni di quasi tutti i maestri viventiche utilizzano l’Omeopatia nel modopiù classico. Alcuni di loro davano mag-gior importanza alla raccolta dei sinto-mi ed alla repertorizzazione, altri allasovrapposizione del quadro del pazientecon un quadro noto di materia medica,altri ancora sottolineavano gli aspettimiasmatici; tutti si riferivano alle pato-genesi ed alle informazioni ottenutedagli scritti dei loro famosi predecesso-ri. In seguito ogni omeopata estende leproprie conoscenze a seconda dellapropria esperienza, aggiunge cioè infor-mazioni al rimedio con cui riesce acurare un paziente, a patto che la cura

sia profonda e che il paziente utilizzisempre con successo quel determinatorimedio nel corso degli anni. Tutto ciòva però a delineare un circolo chiuso incui si conoscono un certo numero dirimedi, si prescrivono quei rimedi e siaggiungono informazioni solo a queirimedi. Inoltre, nella maggior parte deicasi, vengono aggiunte informazionistaccate tra loro, che non vengono inte-grate nella totalità del rimedio.Io stesso dodici anni fa ho ottenuto unquantità di utilissime informazioni tra-ducendo la materia medica di WilliamBoericke1, ma nel corso del tempo misono reso conto che alcuni casi risulta-vano assolutamente irrisolvibili. Ho poiiniziato a leggere i nuovi provings,soprattutto quelli effettuati da JeremySherr2. In quel periodo utilizzavo larepertorizzazione in modo sempremolto rigido. Mi capitò una pazienteche soffriva di attacchi di panico e dallarepertorizzazione si evidenziò un rime-dio a me allora sconosciuto: Scorpio. Leuniche informazioni che avevo venivanoda Allen3 e dalla lista delle rubricherepertoriali, ma erano solo sintomimentali e generali. Mi ricordai di averacquistato poche settimane primaDynamic provings2 di Jeremy Sherr, checonteneva la sperimentazione delloscorpione Androctonus amoreuxii hebraeus.Consultai il libro mentre la signora par-lava e ad un certo punto ebbi la sensa-zione che la paziente stesse leggendo iltesto, tanto erano simili i suoi sintomirispetto a quelli riportati dalla speri-mentazione. Erano tempi in cui diversiomeopati, non solo in Italia, affermava-

no che avevamo abbastanza rimedi percurare i nostri pazienti e non c’era alcu-na necessità di nuovi provings.Cominciai a dubitare della completezzadel materiale a disposizione e mi …aprii alle cosiddette nuove frontiereomeopatiche, leggendo Autori da alcuniconsiderati eretici come RajanSankaran4,5,6,7 e Jan Scholten8,9.All’iniziodovetti sforzarmi non poco per nonchiudere quei libri perché mi sembrava-no molto lontani da tutto ciò che avevostudiato fino ad allora: Rajan Sankaranpassava da una teoria all’altra ogni voltache scriveva un nuovo libro e JanScholten mi appariva come un … fan-taomeopata. Infatti ha iniziato dall’ideache alla base di ogni paziente ci sia unafalsa percezione e, per un certo tempo,ha utilizzato le cosiddette delusionscome rubriche centrali di ogni caso. Poiè passato all’idea che i miasmi non sianosolo quelli descritti dagli autori classici,portandoli ad un totale di dieci, e asso-

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Quattro casi clinici

RIASSUNTO

In questo articolo l’Autore evidenzia la necessi-

tà di un approccio flessibile nell’elaborazione di

ogni singolo caso clinico in base alle caratteristi-

che del Paziente ed alle informazioni che ci è

possibile ottenere durante la visita.

PAROLE CHIAVE

Repertorio – Famiglie di rimedi – Tabella perio-

dica degli elementi

SUMMARY

In the present paper the Author emphasizes

how important is to be flexible in processing

information; it depends from the patient’s fea-

tures and from the kind of information

obtained during the consultation.

KEYWORDS

Repertory – Families of remedies – Periodic table

William Boericke

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ciando vari rimedi ad ogni miasma. Hasottolineato le caratteristiche comunialle famiglie di rimedi e ha messo inrelazione le tematiche di ogni famigliacon la classificazione “pseudomiasmati-ca” (uso questo termine per rispetto aigrandi maestri che hanno studiato e uti-lizzato i miasmi). Banalizzando un po’ lasua teoria si può dire che, focalizzandoil tema del paziente, lo si può far coin-cidere con il tema della famiglia a cuiappartiene il rimedio da prescrivere.Individuando poi il miasma del pazien-te, si può utilizzare il rimedio dellafamiglia scelta che corrisponde a quelmiasma. Nel terzo caso clinico si potràleggere un esempio di questa tecnica.Ultimamente è poi sfociato nella sensa-zione, convinto che ci sia in ogni pazien-te una sensazione profonda e che questasi possa evidenziare in ogni sintomo delpaziente. Jan Scholten ha dapprimaconsiderato le informazioni a disposi-zione dalle fonti classiche e le ha riela-borate, fornendo informazioni generi-che per anioni e cationi. Ha cercatoinoltre di ampliare le possibilità di pre-scrizione ai cosiddetti piccoli rimedi dicui si hanno quadri non particolarmen-te chiari in quanto poco sperimentati.La metodica utilizzata è stata quella del-l’analisi di gruppo con cui ha confronta-to rimedi raggruppabili dal punto divista chimico e valutato i sintomi comu-ni dei Natrum, dei Carbonici, degliAcidi etc. Valutazioni di questo tipoerano già state fatte in passato da altriautori tra cui Hering e Kent, quest’ulti-mo molto criticato ai suoi tempi peravere utilizzato rimedi come Aluminasilicata. Nel 1932 Otto Leeser, medicoomeopata di Stoccarda, scrisse un bellibro dal titolo Textbook of homeopathicmateria medica10 in cui i rimedi trattatierano suddivisi secondo la tabella perio-dica degli elementi. Anche Clarke fececonsiderazioni interessanti da questopunto di vista, ad esempio quando scris-se che: Ferrum sulphuricum ha le caratteri-

stiche guida degli altri Ferrum, ma compaionomolti dei caratteri di Sulphur, specialmentenelle sue modalità.11 Nel 1996 Scholten hapubblicato il libro Homeopathy and theElements9 e nell’introduzione ha scrit-to: Nel libro “Homoeopathy and Minerals” hoiniziato a pensare in termini di temi. In que-sto nuovo libro seguo la stessa linea di pensie-ro, in aggiunta ad un nuovo livello di pensie-ro astratto. Nel libro “Homoeopathy andElements” ho comparato gruppi di rimedi: peresempio ho fatto una comparazione tra tutti iNatrum. In questo libro faccio una compara-zione di tutti gli elementi, così da poter predi-re il quadro di determinati rimedi. I modellisono più generali, coprono un’area più vasta,tutta l’area della tabella periodica...Effettivamente quando ho iniziato a leg-gere Homeopathy and the Elements sonorimasto scioccato e ho dovuto ripren-derlo più volte per convincermi chenon fossero farneticazioni indotte dachissà quale nuova sostanza stupefacen-te scovata in qualche coffee shop diAmsterdam. Nel frattempo, come scri-vevo prima, mi ero molto impegnatonel leggere i provings di Jeremy Sherred avevo avuto risultati incoraggiantidalla prescrizione di alcuni “nuovi”rimedi come Hydrogenium, Androctonus,Haliaeetus leucocephalus e Neon. Ero ormaidefinitivamente convinto chel’Omeopatia non potesse essere confi-nata al lavoro di Hahnemann, Hering,Boericke e Kent, ma da qui a digerire lenuove idee di questo olandese fantasio-so! Mi imposi però di cercare di capir-ne di più e di considerare la possibilitàdi prescrivere qualche rimedio mai spe-rimentato, quanto meno in quei casi incui non fossi riuscito ad avere risultaticon i rimedi “normali”.

CASISTICA CLINICA

CASO N. 1APPROCCIO CLASSICOLa paziente è nata nel 1962, è coniuga-ta, senza figli, casalinga.

Si presenta alla prima visita(13.2.2001) lamentando vari problemi,sia fisici che psichici.Dal punto di vista psichico mi raccontache da due anni soffre di attacchi diansia particolarmente intensi. Tutto ècominciato una sera, ero in pizzeria e ad uncerto punto sono svenuta, perdendo urine.Viene naturalmente indagata dal suomedico e da un neurologo, ma non sievidenziano patologie organiche. Daallora si sono presentate frequenti crisid’ansia, che si manifestano soprattuttoal supermercato. Nella stessa giornata,subito prima di lei, visito anche il mari-to, che soffre dello stesso problema eimmagino quindi cosa significhi fare laspesa per questa coppia (allora ancoranon era così diffusa la spesa on line, chesarebbe stata, per loro, una valida alter-nativa al rimedio omeopatico!). Lechiedo di più su questo svenimento, manon è in grado di raccontarmi nulla diinteressante, se non che gli svenimentisi sono presentati già in passato con unacerta frequenza, ma mai associati a per-dita di urine; quel che ha scatenato piùvolte gli svenimenti è stata la vista delsangue (Sintomi repertoriali12: Generals– Faintness – blood, at sight of/ Mind –Unconsciousness – blood, sight of / Mind –Blood; cannot look at). In concomitanzadell’attacco d’ansia la mano sinistradiventa più fredda e comincia ad averetachicardia (Chest – Palpitation of heart –anxiety – with), mentre dopo l’attacco haflatulenza. In passato ha avuto un episo-dio in cui non riusciva più a deglutire(Throat – Swallowing – impossible).Dal punto di vista fisico, il suo proble-ma sono le mestruazioni, infatti haparecchi disturbi che possono compari-re prima, durante o dopo il ciclo. Soffredi mal di testa dopo le mestruazioni(Head – Pain – menses – after – agg.) e neha sofferto frequentemente nel periododi assunzione della pillola anticoncezio-nale (Head – Pain – menses – suppressedmenses; from). Sempre dal punto di vista

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Differnti approcci nella presa del caso

fisico, sia prima che durante il ciclosoffre di stipsi (Rectum – Constipation –menses – before – agg.; Rectum –Constipation – menses – during – agg.).Spesso, lontano dal ciclo, ha alternanzadi stipsi e diarrea (Rectum – Diarrhea –alternating with – constipation) e non rie-sce ad emettere aria (Abdomen –Flatulence – obstructed). Le mestruazionisono scarse, durano solo due giorni esoffre di dolori uterini prima che iniziil flusso (Female Genitalia/Sex – Menses –painful – flow – smaller the flow, the greaterthe pain; the / Abdomen – Pain – menses –during – increases amel.; when flow).Sempre prima del ciclo si accentua lasudorazione (Perspiration – Menses – befo-re – agg.) e soffre puntualmente di sto-matite aftosa; inoltre, sempre in que-sto periodo, sente le gambe particolar-mente calde (Generals – Heat – sensationof – menses – before – agg.). Dal punto divista mentale, prima del ciclo riferiscepianto (Mind – Weeping – menses – before),irritabilità (Mind – Irritability – menses –before), desiderio di dolci (Generals –Food and Drinks – sweets – desire – menses;before) e grande energia, tanto che que-sto periodo diventa perfetto per faremolte cose, tra cui le pulizie di casa(Mind – Industrious – menses – before).Nella sua vita ha avuto un episodioconvulsivo, anche questo indagatosenza particolari riscontri patologici,subito prima delle mestruazioni(Generals – Convulsions – menses – before –agg.). Quest’ultimo sintomo non rap-presenta naturalmente un dato certo,essendosi verificato una sola volta; nonè quindi possibile correlare con cer-tezza la convulsione al periodopre–mestruale, ma è curioso comeanche questo problema possa essereprobabilmente legato al ciclo.Altre informazioni riguardano la suaintolleranza alle ingiustizie (Mind –Injustice, cannot support) e un forte desi-derio di formaggio (Generals – Food andDrinks – cheese – desire).

ANALISI

I sintomi possono essere suddivisi perla repertorizzazione12 in vari modi; inquesto caso vediamo prima i sintomirelativi al ciclo:

1. MIND – INDUSTRIOUS – menses– before 2. MIND – IRRITABILITY – menses –before 3. MIND – WEEPING – menses –before 4. HEAD – PAIN – menses – after – agg.5. HEAD – PAIN – menses – sup-pressed menses; from 6.ABDOMEN – PAIN – menses – dur-ing – increases amel.; when flow 7. RECTUM – CONSTIPATION –menses – before – agg.8. RECTUM – CONSTIPATION –menses – during – agg.9. EXTREMITIES – COLDNESS –Hands – one hand etc...10. PERSPIRATION – MENSES –before – agg.11. GENERALS – CONVULSIONS –menses – before – agg.12. GENERALS – FOOD and DRINKS– sweets – desire – menses; before 13. GENERALS – HEAT – sensation of– menses – before – agg.

Poi si possono valutare tutti gli altrisintomi:

1. MIND – BLOOD; cannot look atetc...2. MIND – INJUSTICE, cannot sup-port 3. THROAT – SWALLOWING –impossible 4. ABDOMEN – FLATULENCE –obstructed 5. RECTUM – DIARRHEA – alternat-ing with – constipation 6. CHEST – PALPITATION of heart –anxiety – with 7. GENERALS – FOOD and DRINKS– cheese – desire

Come è possibile notare nelle tabellerelative alle repertorizzazioni, que-sta correlazione di sintomi con ilciclo mi ha fatto molto pensare aMoschus, che copre 8 sintomi su 20selezionati e nella repertorizzazionetotale compare al diciassettesimoposto. Moschus nel repertorio ha 24sintomi di aggravamento prima delciclo, 51 durante e 1 dopo (il mal ditesta di cui soffre la paziente). È unrimedio isterico, che quindi ben siaccorda con gli svenimenti ripetutidi cui questa donna ha sofferto ed èl’unico rimedio presente nella rubri-ca: Throat – Choking – nervous che puòsostituire la rubrica selezionata inprecedenza: Throat – Swallowing –impossible. Sono convinto che per pre-

TABELLA 1Sintomi legati al ciclo

TABELLA 2Altri sintomi non legati al ciclo

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scrivere i rimedi più piccoli, menoconosciuti, sia necessario conoscerebene i cosiddetti policresti, perpoter escludere in quel determinatopaziente uno di questi. In effetti que-sta paziente non mi convinceva nécome Sepia, Sulphur, Pulsatilla,Lachesis o altri grossi rimedi checoprivano più sintomi. Inoltre Allen3

scrive riguardo a Moschus: Valuablefor hysterical complaints, with palpitation,suffocative spasms in the chest, constrictionof the throat, restlessness, great anxiety,particularly with belching and flatulentsymptoms. E cioè: Di grande valore perdisturbi isterici, con palpitazioni, spasmidi soffocamento al torace, costrizione dellagola, irrequietezza, grande ansia, in parti-colare con eruttazioni e flatulenza.Quindi decido di prescrivere:MOSCHUS MK gocce – 3 gocce per 3volte al giorno per 3 giorni.

FOLLOW UP

Rivedo la paziente dopo circa 40 giornie mi riferisce che subito dopo l’assun-zione del rimedio ha avuto un’afta che èdurata per 20 giorni, ma il giorno primadella visita di controllo era iniziato ilciclo e le afte non si erano ripresentate.Tutti i sintomi premestruali erano statimolto meno marcati e l’ansia miglioratadel 50%. Ho proseguito con Moschus indiluizione XMK ripetendo il rimediopiù volte e 7 mesi dopo la prima visitami ha detto: Prima del ciclo non sono più cosìirrequieta e iperattiva, non piango più, sonomolto meno irritabile, non ho più avuto né ilcalore alle gambe né la sudorazione, non man-gio più dolci prima del ciclo e anche il mal ditesta va molto meglio. L’ansia è ormai rara eposso considerarla migliorata del 90%, non hopiù avuto la mano fredda, le palpitazioni sonorarissime e anche l’intestino va molto meglio.

CONCLUSIONI

Questa paziente non ha mai avuto biso-gno di assumere nessun altro rimedio senon Moschus, anche nelle situazioni

acute e, ad oggi, assume il rimedio solosaltuariamente, avendo avuto unmiglioramento pressoché totale dellasintomatologia. Può andare tranquilla-mente a fare la spesa al supermercatocon suo marito. L’unica precauzioneche prendono, anche se non hanno maiavuto bisogno, è di tenere in tasca leiuna boccetta di Moschus e lui una boccet-ta di Argentum nitricum. Sono in attesa diricevere almeno una spesa gratis!

CASO N. 2 APPROCCIO CLASSICOLa paziente è nata nel 1966, è coniuga-ta con un figlio, impiegata.Viene in visita per la prima volta il28.05.2001 con diagnosi di colite ulce-rosa, per la quale assume mesalazina400mg (4 compresse/die). La diagnosiavviene nel 1994, a seguito di una sinto-matologia consistente in forti dolori inregione periombelicale e importantiscariche diarroiche. I dolori si accom-pagnavano a forti brividi (Abdomen –Complaints of abdomen – accompanied by –chilliness/Abdomen – Pain – chill –during/Chill – Pain – with) e per ottene-re un po’ di sollievo doveva piegarsi indue (Abdomen – Pain – bending – forward –amel./ Abdomen – Pain – bending double –amel.). Inoltre i dolori miglioravanodopo la defecazione (Abdomen – Pain –stool – after – amel.) e dopo aver espulsoaria (Abdomen – Pain – flatus; passing –amel.). In generale il suo intestino malsopporta piselli (Generals – Food andDrinks – peas – agg.) e frutti di mare(Generals – Food and Drinks – shellfish –agg.). Soffre anche di disturbi gastrici,con dolori che hanno la stessa modalità

di miglioramento di quelli addominali,migliorano piegandosi in avanti (Stomach– Pain – bending double – amel./Stomach –Pain – bending – forward – amel.). Nel1993 ha un importante calo ponderalein corrispondenza della separazione dalmarito. Al momento della visita sembraessere serena, si è risposata e ha unfiglio di 3 anni. Qualche mese primadella visita però, visto che stava bene,decise di interrompere la terapia con lamesalazina, ma dopo poche settimane, aseguito di ricomparsa di crampi addo-minali e diarrea, è obbligata a riassu-merla. A 22 anni diagnosi di colangitesclerosante (Abdomen – Inflammation –Gallbladder). Prima della gravidanza hasofferto di dismenorrea, che si associa-va sempre a vomito (Stomach – Vomiting –pain; from). Dal punto di vista caratteria-le si dice che è una persona facilmenteirritabile (Mind – Anger – easily).

ANALISI

La repertorizzazione12 è stata fatta conle seguenti rubriche:1. ABDOMEN – COMPLAINTS ofabdomen – accompanied by – chilliness 2. ABDOMEN – PAIN – chill – during 3. CHILL – PAIN – with 4.ABDOMEN – PAIN – bending – for-ward – amel.5. ABDOMEN – PAIN – bending dou-ble – amel.6.ABDOMEN – PAIN – stool – after – amel.7. ABDOMEN – PAIN – flatus; passing– amel.8. GENERALS – FOOD and DRINKS– peas – agg.9. GENERALS – FOOD and DRINKS– shellfish – agg.

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TABELLA 3Repertorizzazione

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Differnti approcci nella presa del caso

10. STOMACH – PAIN – bending dou-ble – amel.11. STOMACH – PAIN – bending –forward – amel.12. ABDOMEN – INFLAMMATION –Gallbladder 13. STOMACH – VOMITING – pain;from 14. MIND – ANGER – easily

Prescrizione: COLOCYNTHIS MKgocce – 3 gocce per 1 volta al giorno.

FOLLOW UP

DOPO 2 MESI – Il primo cambiamen-to che mi riferisce al primo controllo èche si sente molto più energica, menostanca. Si è sentita così bene che hadeciso di autoridursi la mesalazinaprima a 3 compresse/die, dopo tre set-timane di terapia omeopatica e ora, daquindici giorni, di un’altra compressa,passando quindi a 2. Le chiedo di conti-nuare con l’assunzione quotidiana delrimedio e di ridurre, se sta bene, fra unmese, la mesalazina a 1 compressa /die.

DOPO 40 GIORNI – La risento a metàsettembre; da circa venti giorni assumesolo 1 compressa e quasi tutti i giorni halievi dolori addominali; per il resto stabene. Prescrivo Colocynthis MK 3 gocceper 3 volte al giorno.

DOPO 30 GIORNI – Torna in visita, stabene. Mi dice: In generale mi sento meglio del70%, ho più energia, mi sento più tranquilla,l’umore è buono. Le prescrivo ColocynthisXMK 3 gocce per 2 volte al giorno e lechiedo di sospendere la mesalazina.Dopo pochi giorni dalla sospensione delfarmaco mi chiama e dice: Ho mal di gola,febbre e brividi; mi era successo anche quandoavevo iniziato la terapia omeopatica, ma erapassato velocemente e non le avevo detto nulla.Ora sento un bruciore alla gola, come se fossescorticata (Throat – Pain – burning/Throat –Pain – raw; as if). In entrambe le rubrichecompare Colocynthis, che viene riprescrit-

to inizialmente 3 gocce ogni 20 minutiper poi distanziarlo al miglioramentodella sintomatologia.

Da allora la paziente ha assunto variediluizioni del rimedio sempre con buonrisultato e a tutt’oggi non ha più avutosintomi di colite ulcerosa. Da ottobredel 2001 non ha più assunto nemmenouna compressa di mesalazina. Ad uncerto punto, l’aspetto scientifico hapreso il sopravvento e le ho chiesto:Signora perché non facciano una colonscopiadi controllo? Come poteva rispondere unColocynthis? Dottore le voglio tanto bene, lesono tanto grata per quel che ha fatto per me,ma perché quel tubo nel … non se lo fa infi-lare lei? Aveva pienamente ragione!

CASO N. 3 – APPROCCIOSECONDO RAJAN SANKARANIl paziente è nato nel 1955, architetto,coniugato, ha due figli.Si presenta alla prima visita(25.1.2005) dopo aver apprezzato peranni l’azione di alcuni rimedi, costitu-zionali, sui propri familiari:Podophyllum per la moglie, Lycopodiumper il primo figlio e Cuprum metallicumper il secondo figlio. Mi racconta chedurante l’adolescenza ha soffertospesso di tonsilliti, che da un po’ dianni sono state sostituite da episodi disinusiti frontali con lateralità destra,con una frequenza di almeno 2 – 3volte l’anno. Questi episodi inizianocon un banale raffreddamento e dege-nerano sempre in sinusiti, per cui hadovuto assumere più volte terapiaantibiotica. Il dolore è particolarmen-te intenso e viene descritto comepressorio, dall’interno verso l’esterno(Head – Pain – Forehead – pressing pain –outward – 110 rimedi). Dice anche:Vorrei bucarmi la fronte per far uscire quelche c’è dentro). Cerco altri sintomi fisi-ci, ma il paziente per il resto sta benee anche in anamnesi non si riscontranient’altro di interessante. Passo quin-

di alla valutazione psicologica. Si defi-nisce conciliante e tollerante, ma:Quando supero una certa soglia, mi sfogourlando. Parla molto del suo ruolo dipadre dicendo: Soffro molto quando devorimproverare i miei figli e devo far rispetta-re la mia autorità; mi succede anche sullavoro, faccio fatica e soffro se devo imporrela mia autorità. Il limite tra autorità e ves-sazione mi appare difficile; ho sempre pauradi far male agli altri. Gli chiedo di par-larmi ulteriormente dei suoi rapporticon gli altri e mi dice: A volte mi sembradi non appartenere a questa società, non mipiace, mi sento isolato. Non capisco omeglio non so come trasformare intermini repertoriali le sue affermazio-ni. Gli chiedo se ha sogni ricorrenti emi riferisce che in passato ha spessosognato che qualcuno cercava di ucci-derlo in modi e situazioni diverse, masoprattutto sparandogli. Cerco altreinformazioni, ma non ottengo nien-t’altro, né desideri alimentari né altrisintomi significativi. Mi rendo contoche con un’analisi classica non riescoad arrivare da nessuna parte e quindicerco di analizzare il caso in altromodo e penso a Rajan Sankaran. Seconsidero ciò che mi ha detto riguar-do al limite tra autorità e vessazione,alla paura di far del male agli altri e alsogno di essere ucciso, posso riunire iltutto in una tematica: trauma o meglioin inglese, perché secondo me rendedi più: injury. Il tema del trauma ècaratteristico della famiglia delleCompositae. Nella rubrica: Generals –Injuries compaiono infatti otto rimediappartenenti a questa famiglia e cioè:Absinthium, Arnica, Bellis perennis,Calendula, Chamomilla, Echinacea,Erigeron e Millefolium, ma ancheArtemisia vulgaris, Cina, Cinerariamaritima, Eupatorium perfoliatum,Grindelia e Xanthium spinosum com-paiono in rubriche che hanno a che farecon i traumi. Se considero invece il suosenso di non appartenenza al mondo lo

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Scuola di Omeopatia di Milano

posso inquadrare, secondo le teorie diSankaran, nel miasma della lebbra. Aquesto punto è semplice, posso vederequale rimedio delle CompositaeSankaran considera per il miasma leb-broso; guardo la tabella e scopro chesono indicati tre rimedi: Inula hele-nium, Lactuca virosa e Lappa arctium.Riguardo i sintomi repertoriali e trovoLactuca virosa sia nella rubrica: Head –Pain – Forehead – pressing pain – outward,che nella rubrica: Dreams – Shot; being –wounded by a shot; being.E Sankaran4 scrive riguardo a questorimedio: Isolated, scorned and disgusted byinjury and hurt (Isolato, disprezzato edisgustato dal trauma e dalla ferita).Decido per la prescrizione di: LAC-TUCA VIROSA MK.

Ho rivisto e sentito regolarmente ilpaziente, che non ha più avuto episodidi sinusite; dal punto di vista mentalegestisce con maggior serenità i rapporticon figli e dipendenti.

CASO N. 4 – LA TABELLAPERIODICA DEGLI ELEMENTI(e le considerazioni su anioni e cationi) La paziente è nata nel 1945, è vedova,senza figli, casalinga.Questo è un caso con follow up nonparticolarmente lungo, ma significati-vo. Si presenta alla prima visita(9.11.2006) lamentando una importan-te e visibile perdita di capelli (Head –Hair – falling), ingravescente da circa treanni. Ha sempre un po’ sofferto di maldi testa, ma da quando è in menopausa(52 anni), é diventato molto più fre-quente e fastidioso (Head – Pain – meno-pause; during). Dice: È come se avessi unpeso, qualcosa che mi schiaccia sugli occhi(Head – Pain – Forehead – Eyes – Above –pressing pain). È molto più frequente ininverno, mentre migliora in estate(Head – Pain – winter headaches/Generals –Seasons – summer – amel.). Quando miviene sono costretta a stare a letto, al

buio (Head – Pain – lying – dark room; in a– amel.). Mi dura anche cinque o seigiorni (Head – Pain – constant,continued). Èmolto raro che passino più di dieci giorni tra unmal di testa e l’altro. Se comincio ad avere maldi testa è meglio che salti il pranzo o la cena,perché peggiora.Spesso c’è una correlazione conlo stomaco o la digestione (Head – Pain –gastric). Soffre di bruciori gastrici e gon-fiori addominali e ha eseguito EGDS cheevidenziava una gastrite con HP+, per ilquale ha iniziato una terapia con antibio-tico e omeprazolo. Dopo due giorni hasospeso l’antibiotico, in quanto, secondolei, i mal di testa erano peggiorati e haproseguito assumendo solo omeprazolo.Per il mal di testa assume rizatriptanoppure indometacina.Mi parla anche di una osteoporosiriscontrata in varie mineralometrie.Soffre anche di vampate di calore daquando è in menopausa (Generals – Heat– flushes of – menopause; during). In passa-to ha assunto terapia sostitutiva sospesaper comparsa di metrorragia. Soffre diparodontopatia, scoperta a 48 anni; daallora ha eseguito quattordici impianti!È freddolosa e ama molto il sole. Miracconta poi che circa un anno fa, hadeciso di andare a vivere in campagna,perché era convinta che il suo mal ditesta avesse a che fare con la vita diMilano; ha venduto la sua casa e ne hacomprata una nuova. Ora si è accortache il suo mal di testa è forse anche peg-giorato e ha deciso che venderà la suacasa e ne ricomprerà una a Milano.

Ciò che un paziente dice può essereinterpretato in molti modi, a volte con ilrischio di fare degli errori che compro-mettono poi tutta l’analisi, ma a me sem-bra che questo possa essere visto comesegno di decisione e lo considero un’indi-cazione per il regno minerale. Il suoaspetto, la storia di osteoporosi e soprat-tutto il problema odontoiatrico mi indi-rizzano verso un rimedio carbonico(nella rubrica della perdita dei denti:

Teeth – Looseness of ci sono 107 rimedi edieci di questi sono rimedi carbonici; nonmi importa molto di vedere quali siano irimedi, questo è per me un’indicazioneper tutti i rimedi carbonici, anche quellinon presenti.). Quindi decido che le pre-scriverò un rimedio carbonico che soffredi mal di testa in menopausa. Guardo larubrica: Carbo vegetabilis o Strontiumcarbonicum? La paziente mi ha detto cheè freddolosa e le piace molto il sole, cosìle chiedo quanto può stare al sole e lei mirisponde che può anche arrostirsi al sole.Bene, Strontium carbonicum è anchenelle rubriche: Head – Hair – falling,Generals – Seasons – summer – amel. e Generals– Heat – flushes of – menopause; during.Conosco il mal di testa di Strontium car-bonicum, inizia gradualmente e scomparegradualmente (Head – Pain – increasing –gradually – decreasing – gradually), mi con-ferma anche questo. Prescrivo: STRON-TIUM CARBONICUM MK gocce – 5gocce 1 volta al giorno.

FOLLOW UP

Dopo tre settimane non è cambiatoun granché, solo stomaco e intestinovanno leggermente meglio. PrescrivoStrontium carbonicum XMK, 5 gocce 1volta al giorno. La rivedo a gennaio,dopo circa 40 giorni di assunzionedella diluizione XMK e mi dice: Dopopochi giorni dall’inizio di questa diluizio-ne la perdita di capelli si è praticamentefermata; le vampate vanno molto meglio,non le ho più tutti i giorni. Alla fine digennaio esegue nuovamente unaEGDS che attesta la negativizzazionedell’Helicobacter pylori e la scompar-sa della gastrite. Le chiedo di sospen-dere l’omeoprazolo, che però, che iosappia, non ha mai fatto scomparirel’Helicobacter a nessuno senza l’asso-ciazione con la terapia antibiotica (eanche su questo si potrebbe discutere…). I mal di testa sono meno fre-quenti e meno intensi. La perdita dicapelli non è mai ripresa.

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Differnti approcci nella presa del caso

CONCLUSIONI

Il follow up non è sufficientemente lungoper fare valutazioni definitive, ma i miglio-ramenti della paziente su vari fronti sem-brano significativi. L’analisi del caso consi-derando i regni e i radicali, ha portato ascegliere con maggior facilità un rimedioche altrimenti sarebbe stato mischiato nelmucchio di rimedi che potevano essereconsiderati in questo caso.

CONCLUSIONICon questo articolo si vuole dimostrareche è possibile arrivare alla prescrizionedel rimedio più adatto al pazienteseguendo strade differenti, in base allecaratteristiche del paziente ed alleinformazioni che ci è possibile otteneredurante la visita. Non ero e non sonotutt’ora convinto che queste nuove ten-denze omeopatiche possano soppianta-re l’approccio classico, ma credo cheabbiano aggiunto informazioni estrema-mente utili per prescrivere rimedi chealtrimenti sarebbe impossibile prescri-vere. Da quanto utilizzo queste nuovemetodiche, mi é capitato di prescriverecon grande soddisfazione rimedi comeFerrum silicicum, Manganum muriaticum,Natrum fluoratum, Natrum nitricum, Falconperegrinus, Lac leoninum e molti altri, esono ormai certo che sia meglio pre-scrivere sulla base di una materia medi-ca virtuale che prescrivere rimedi sba-gliati. È necessario però aggiungere chequesto discorso può risultare assai peri-coloso, soprattutto se utilizzato daomeopati alle prime armi. È indispensa-bile, per prescrivere un rimedio comeBaryta phosphorica conoscere bene Barytacarbonica e Phosphorus, in modo da poterescludere la prescrizione dei due com-posti ed essere bene in grado di fare unadiagnosi differenziale tra rimedi chepossano avere le caratteristiche fonda-mentali di Baryta phosphorica; é quindidoveroso indagare i rimedi che hannomancanza di fiducia in sé e sono parti-colarmente infantili da una parte e dal-

l’altra i rimedi con diatesi emorragica eparticolarmente compassionevoli, che,come dice una mia paziente Baryta pho-sphorica, sono “carte assorbenti dellasofferenza altrui”.È importante che gli omeopati che sioccupano di provings si accordino sullanecessità di sperimentare sostanze chehanno profondamente a che fare con lanostra fisiologia e che quindi comincinoa scegliere tra gli elementi fondamenta-li presenti in natura.Valutando la tabel-la periodica possiamo chiaramentenotare i legami tra rimedi presenti nellastessa serie. È affascinante la correlazio-ne, sia dal punto di vista miasmatico chedal punto di vista della sintomatologiamentale e fisica, tra rimedi “vicini dicasa” come Platina, Aurum, Mercurius eThallium della cosiddetta “serie del-l’oro”, oppure legare i rimedi che ten-dono a tenere costantemente la manodella mamma (Antimonium tartaricum,Arsenicum, Bismuthum e Phosphorus) e sco-prire che tutti “abitano” nello stadio 15della tabella periodica degli elementi.È secondo me necessario essere equili-brati e non pensare che esista un soloapproccio in omeopatia. La mia doman-da è: Perché diamo credito a rimedi lecui informazioni derivano da sperimen-tazioni eseguite su due o tre pazienti,sperimentazioni di cui oltretutto nonconosciamo l’affidabilità e invece nonproviamo a pensare ad un’idea di rime-dio per così dire virtuale? Sarebbe suffi-ciente pensare a nuovi approcci solo neicasi in cui non riusciamo a trovare unasoluzione. Per un paio d’anni ho agito inquesto modo e poi ho cominciato a pen-sare in ogni prima visita a quale metodi-ca utilizzare a seconda di ciò che emer-ge durante il colloquio, partendo sem-pre dalla repertorizzazione classica espostandomi nei casi in cui non ottengoidee soddisfacenti o nel caso in cui alcu-ne informazioni aprono, per così dire,nuove strade.

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12. SCHROYENS F. – Synthesis 9.1 – Homeopathic

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Roberto Petrucci Medico Chirurgo – Omeopata MILANO

Uso dei rimedi complementarie dei rimedi collaterali

Scuola di Omeopatia di Milano

Direttore del Centro di Omeopatia di [email protected]

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RIASSUNTO

Questo articolo vuole evidenziare la necessità del-

l’attenta rivalutazione del caso qualora non ci sia una

risposta positiva al rimedio prescritto e come siano

importanti le relazioni tra i rimedi, sia dal punto di

vista della complementarietà che della collateralità.

PAROLE CHIAVE

Rimedi complementari. Rimedi collaterali.

Diagnosi differenziale.

ABSTRACT

In the present paper the Author emphasizes

how important is to evaluate again the case

when the remedy doesn’t work and the impor-

tance of the clinical relationship of remedies, as

complementaries and collaterals.

KEYWORDS

Complementary remedies. Collateral remedies.

Differential diagnosis.

INTRODUZIONE

N ella mia ricerca del rimedioomeopatico più adatto alpaziente cerco sempre di trova-

re una sostanza che possa agire il più pro-fondamente possibile. Sono convinto cheogni essere vivente, quanto meno gli esseriumani (non posso esserne certo per gli ani-mali non avendo esperienza sufficiente ditrattamenti omeopatici veterinari), abbiaun rapporto speciale con una sola sostanzaritrovabile in natura e che questa sostanzaaccompagni il paziente dal momento dellasua nascita fino al passaggio a miglior vita(dove ci si augura non servano né farmaciné rimedi omeopatici). È incredibile potervedere la coerenza con cui un organismoproduce sintomi che appartengono allostesso rimedio omeopatico alla nascita,nell’infanzia, nell’adolescenza e in tutte le

altre fasi della vita. Sono riuscito a risolve-re casi in persone anziane, dove la sinto-matologia era confusa, semplicementevalutando quale rimedio sarebbe statoutile nelle manifestazioni sintomatologi-che occorse in passato. Un rimedioomeopatico che copra la sintomatologiadi tutta o quasi la vita del paziente è con-siderabile come rimedio costituzionale.Ho in terapia molte famiglie (tre genera-zioni: bambini, genitori e nonni, oltre aparenti meno stretti) e mi sono sofferma-to spesso a fare una specie di mappaomeopatica della famiglia. È sorprenden-te vedere come si ritrovino una serie diripetizioni di rimedi o comunque di simi-litudini in termini di famiglie omeopati-che. Mi è capitato spesso di vedere che ibambini abbiano bisogno di assumere lostesso rimedio della madre o del padre,che non sempre corrisponde al marito, odi qualche familiare. Più volte ho potutocurare in modo brillante e particolarmen-te rapido coliche del lattante in bambinimolto piccoli, dove non c’erano sintomiindicativi per la prescrizione, semplice-mente ripetendo lo stesso rimedio dellamadre o del padre. Questa ipotesi noncontempla che il rimedio debba risolveresempre tutti i problemi fisici e psichici diun paziente, in quanto, nel corso dellavita, si possono creare delle “situazioni”particolari dove l’influenza esterna è par-ticolarmente intensa e porta il paziente adaver bisogno di un rimedio differente, cheio definisco rimedio “situazionale”. Untrauma particolarmente importante puòportare alla prescrizione di rimedi piùspecifici come Arnica, Ledum palustre,Hypericum o altri, sempre in accordo con

la Legge di similitudine; stati influenzalirichiedono, a volte, la somministrazionedel rimedio dell’epidemia in quanto lasintomatologia è simile in pazienti diversi;e ancora possono esserci sintomatologieche in qualche modo non si accordanocon la prescrizione del rimedio di base.Però è per me importante trovare unalogica nell’evoluzione sintomatologia delpaziente e ho ritrovato questa logica nellacomplementarietà tra rimedi.È mia grandesoddisfazione vedere lo stesso rimedio agiresia nello stato cronico che negli stati acuti osubacuti, ma non sempre il paziente mani-festa la sua sintomatologia per il propriorimedio di costituzione. Quando la sinto-matologia è compatibile con un rimediocomplementare ecco che viene comunquesoddisfatto il mio desiderio di coerenza.Molti autori classici comeBoenninghausen, Hering, GibsonMiller, Kent hanno scritto molto ariguardo i rapporti tra i vari rimedi, fon-damentalmente cercando di chiarire ilruolo dei cosiddetti rimedi complemen-tari. Si è sempre detto che per rimediocomplementare si intende un rimedioche continua o completa l’azione delrimedio che ha agito in precedenza,oppure che quando un rimedio falliscela cura completa a causa della sua sferalimitata d’azione, sarà necessario uncomplementare per continuare il pro-cesso e completare la cura.Personalmente credo che il rapporto dicomplementarietà non sia questo, ma siesplichi soprattutto negli stati acuti: miaspetto cioè che un rimedio comeCalcarea carbonica manifesti i suoi statiacuti per rimedi come Belladonna o Rhus

Un caso clinico illustrativo

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anno XII numero 35 luglio 2007 35

Uso dei rimedi complementari e collaterali

tox, che Sulphur abbia febbri compatibilicon la sintomatologia di Aconitum, cheSilicea sviluppi sintomi acuti perPulsatilla, che cioè il paziente esprima ilproprio modo di essere con una sintoma-tologia che ha una logica per la sua costi-tuzione. In questo caso l’efficacia delrimedio complementare conferma lascelta del rimedio cronico.Nei libri che indicano i rimedi comple-mentari si ritrova spesso una colonna di“collaterali”. I rimedi collaterali sono quel-li che vanno messi in diagnosi differenzia-le, ma le indicazioni riguardano fonda-mentalmente il tropismo specifico delrimedio e non la totalità; purtroppo non cisono testi dove siano indicate le diagnosidifferenziali sulla totalità dei sintomi, cioèrimedi che si assomiglino sia dal punto divista fisico che psichico. Il caso clinico chesegue dimostra l’importanza di conoscerei rapporti tra i rimedi omeopatici.

IL CASO CLINICOPRIMA VISITA – 9 marzo 2001Il paziente è nato nel 1962, è coniugato,ha due figlie, di professione idraulico. Sipresenta alla prima visita lamentandodiversi problemi: pitiriasi versicolor,emorroidi, cervicalgia e lombalgia.Decide di venire in visita dopo avervisto i buoni risultati ottenuti conl’omeopatia dalla moglie e dalla figlia,anche se tende ad essere un po’ scetti-co. È una persona brillante, rispondecon spirito alle mie domande spiegan-do, senza grosse esitazioni, i disturbiche lo affliggono. Si lamenta soprattut-to della lombalgia, di cui soffre in modoricorrente, e che lo obbliga a degli stopforzati sul lavoro e soprattutto all’as-sunzione di farmaci tradizionali.L’ultimo episodio è stato parecchioinvalidante ed ha richiesto un riposoassoluto di 7 giorni con terapia medicaintramuscolo (Muscoril + Voltaren per7 giorni). Mi racconta che il suo mal dischiena in genere si accentua soprattut-to quando si alza dopo essersi piegato in

avanti e migliora se sta sdraiato, soprat-tutto sul pavimento; inoltre, in genere,necessita di applicazioni calde per averemiglioramento.Mi dice però che, in generale, é caloro-so e scopre i piedi e le gambe durante lanotte. Le sue preferenze alimentarisono soprattutto i dolci e alla miadomanda: Che tipo di dolci? Mi risponde:Un po’ tutto, cioccolato,gelato,ghiaccioli …e la moglie, presente durante la visita,conferma dicendo: Può mangiare fino adieci ghiaccioli ogni sera! Tre giorni fa hocomprato trenta ghiaccioli e ora sono finiti!.Dieci ghiaccioli a sera??? Domando io,ottenendo come risposta: Si, dieci ghiac-cioli,ma posso anche mangiare 500 grammi dicioccolato con le nocciole oppure 1 chilo dimandarini. Gli chiedo se in genere siastato un po’ eccessivo nelle sue manife-stazioni e mi confessa un passato di tos-sicodipendente. Chiedo: Che tipo disostanze? E lui tranquillissimo: Tutte!Eroina, hashish, cocaina… Ma qual è lasostanza che sente più vicina a sé? Chiedo ioe lui mi risponde: Senza dubbio la cocaina.È fatta … il caso mi sembra chiaro, inpochi minuti ho ottenuto informazionimolto interessanti, ora devo solo con-fermare la prescrizione. Infatti il pazien-te risponde ad alcune mie domandedicendo che è un po’ superstizioso, amail mare, ama viaggiare, ha avuto verru-che in passato. Inoltre, al termine dellavisita, la moglie mi confessa le noninfrequenti scappatelle del marito.Il caso è molto semplice e sicurissimoprescrivo MEDORRHINUM MK, 3

gocce per 3 volte al giorno per 3 giornie poi 3 gocce 1 volta al giorno.

FOLLOW UP

Dopo qualche settimana lo risento, midice che la pitiriasi ha avuto un lieveaggravamento iniziale ed ora sembra invia di miglioramento, ha avuto un maldi testa passato velocemente assumendoil rimedio più spesso, ha avuto anche unpo’ di lombalgia, ma nulla di grave.Sono abbastanza soddisfatto e proseguocon la stessa diluizione.Dopo tre settimane chiama il Centroriferendo al medico di guardia un mal dischiena molto forte per cui viene pre-scritto Medorrhinum MK ogni ora. Ilmattino dopo non c’è stato alcunmiglioramento, nemmeno passando alladiluizione XMK. Repertorizzo e decidodi cambiare rimedio, in quanto non c’èstato il miglioramento sperato e ilpaziente riferisce sintomi che non sonocoperti da Medorrhinum. Mi dice che ildolore peggiora camminando e standoseduto. Quando cammina deve proce-dere con il busto piegato in avanti equando è seduto deve tenere la stessaposizione, piegato in avanti. Mettoalcuni rimedi in diagnosi differenzia-le, chiedo se ha la necessità di spinge-re con i pugni dietro la schiena (sinto-mo per me importante nella prescri-zione di Kali carbonicum), mi rispon-de di no e decido di prescrivereSULPHUR MK, tre gocce ogni quin-dici minuti. Per la repertorizzazione1

ho usato i seguenti sintomi:

TABELLA 1 – Repertorizzazione lombalgia

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Scuola di Omeopatia di Milano

Dopo 2 ore il dolore migliora nettamen-te e il giorno dopo mi dice: L’omeopatia famiracoli! Sono contento; questa prescri-zione mi soddisfa, so che Sulphur è rime-dio complementare a Medorrhinum.Cerco sempre di trovare una logica nellaprescrizione di un rimedio e se c’è unrapporto di complementarietà è per meuna possibile conferma della giusta pre-scrizione del rimedio di fondo. Non misfiora minimamente l’idea cheMedorrhinum non sia adatto a questopaziente, d’altronde mi sembra la mate-ria medica vivente di questo rimedio.Nei mesi successivi continuo con la pre-scrizione di Medorrhinum, ma ilpaziente non trova alcun beneficio purutilizzando XMK, LMK, CMK, 500Mfe MMf (f = flusso continuo). Sono arri-vato alla diluizione 1 milione, perché ilrimedio non funziona? Eppure il rime-dio deve essere giusto. Cerco millespiegazioni possibili: forse c’è un bloc-co, forse il rimedio non è stato succus-so, forse il paziente doveva usare laBibbia per la dinamizzazione o forsebeve troppi caffè? Scuse inutili, alla finemi arrendo, il rimedio è sbagliato. Miconsolo, non è certo la prima volta chesbaglio rimedio, non sarà la fine delmondo, ma era un così bel caso diMedorrhinum e l’avevo anche in video!Analizzo di nuovo il tutto e mi do millevolte dello stupido, ostinato e testardo,maledico (per modo di dire) il miomaestro Alfons Geukens che mi ripete-va sempre Don’t change your remedy! noncambiare il rimedio se sei sicuro, aspet-ta il tempo necessario, usa più diluizio-ni ecc. ecc. Ma è chiaro, il paziente èsimpatico, si fa … gli affari suoi, è calo-roso, scopre i piedi di notte, ha un pro-blema di pelle, e in più ha reagito otti-mamente a Sulphur per il mal di schie-na, ma certo Sulphur è il rimedio giu-sto! Decido di dare quotidianamenteSulphur, MK, poi XMK, poi ancheLMK, ma risultato? Zero! Sono allibito,non è possibile. Cosa c’è che non va?

RIANALISI DEL CASO

Devo ragionare. Il ragionamento inomeopatia è essenziale soprattuttoquando un rimedio fallisce. Bene, eroassolutamente convinto cheMedorrhinum fosse il rimedio giusto,quindi devo prescrivere un rimedio col-laterale di Medorrhinum, cioè un rime-dio che sia molto simile aMedorrhinum. In questo caso dovreiusare uno di quei libretti che dannoindicazioni su rimedi complementari,rimedi che seguono bene, nemici e col-laterali. Infatti Michael Barthel nellapresentazione del libretto di Seider2,dice: La sesta colonna è composta dai rimedicollaterali, il cui raggio d’azione corre paral-lelo e che potrebbero essere visti come alterna-tiva al rimedio selezionato in precedenza. Irimedi indicati come collaterali diMedorrhinum sono Baryta carbonica,Natrum muriaticum, Psorinum e Thuja.Ma nessuno di questi rimedi assomi-glia a Medorrhinum. Perché sonoindicati questi rimedi? In realtà spessoi rimedi indicati come collaterali sonomessi in diagnosi differenziale nonnella totalità del rimedio, ma soloparzialmente. Quindi queste informa-zioni non mi sono utili, devo pensarea un rimedio che sia davvero similenella totalità a Medorrhinum.Il secondo punto, inattaccabile, è che ilpaziente, pur non essendo Sulphur, harisposto più volte meravigliosamente aSulphur e non ho certo fatto una sop-pressione! Quindi, in accordo con lamia visione dell’omeopatia, devo avereun rimedio molto vicino aMedorrhinum, che abbia Sulphur comerimedio complementare e che natural-mente copra la sintomatologia delpaziente, quanto meno riguardo ai suoiproblemi cronici! Il rimedio che secon-do me è molto vicino a Medorrhinum èCannabis sativa. Medorrhinum ha 2945sintomi nel repertorio, Cannabis sativa2508, in comune ne hanno 469, hannoin comune il tropismo genito–urinario,

la tendenza sicotica, ma soprattuttohanno in comune l’atteggiamento“libertino”. Devo verificare quali sono irimedi complementari a Cannabis sati-va, cerco e ne trovo tre: Thuja,Mercurius corrosivus e … Sulphur! Ora si va alla valutazione dei sintomi.Cannabis sativa è un rimedio di emorroi-di ed è anche nella rubrica Desiderio dighiaccio. Chiedo ulteriormente al pazien-te di spiegarmi meglio i suoi sintomidermatologici, su cui in prima visita nonmi ero soffermato più di tanto, conside-rando che il quadro sembrava calzareperfettamente a Medorrhinum. Mi spie-ga che il prurito è soprattutto nelle zonein cui suda. Cerco la rubrica: Skin –Itching – perspiring parts / Pelle – Prurito –zone che traspirano e trovo ventisei rimeditra cui Cannabis sativa.Altre rubriche diCannabis sativa che possono descriverela sua dermatite sono: Skin – Eruptions –coppery; Skin – Discoloration – red – spots –coppery e Skin – Discoloration – red – spots– brownish red. Decido quindi di prescri-vere CANNABIS SATIVA MK 3 gocceper 2 volte al giorno per 7 giorni.

Dopo una settimana le macchie sonoscomparse, la pitiriasi versicolor è gua-rita! In quel momento non aveva altrifastidi: le emorroidi non erano nédolenti né sanguinanti, il mal di schienae la cervicalgia non presenti.Dopo qualche settimana, mi richiamae mi dice: Ho mangiato delle fragole e,come spesso mi capita con questo frutto, hoprurito un po’ in tutto il corpo. Ripeto ilrimedio frequentemente e il pruritopassa molto rapidamente, dopopoche somministrazioni. Da alloraquesto sintomo, che non era statoriferito durante la prima visita, non siè più ripresentato e il paziente puòtranquillamente esagerare con le fra-gole. Da allora chiedo a tutti i pazien-ti a cui prescrivo Cannabis sativa (nonsono molti purtroppo …) se hannodisturbi dalle fragole, per confermare

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anno XII numero 35 luglio 2007 37

Uso dei rimedi complementari e collaterali

l’eventuale aggiunta del rimedio allarubrica: Generals – Food and Drinks –strawberries – agg.Il paziente ha iniziato ad assumereCannabis sativa nel settembre 2002 e,da allora, ha usato per il mal di schie-na, nuovamente Sulphur, con risultatimolto rapidi e molto meno frequen-temente rispetto a prima. La sommi-nistrazione del rimedio di fondo hapermesso che le condizioni della suaschiena migliorassero notevolmentecon una netta riduzione della fre-quenza degli episodi, anche se, quan-do si ripresenta il dolore, Cannabissativa non è efficace.In questo caso è stato quindi necessarioutilizzare il rimedio costituzionale(ormai dopo 5 anni posso definirlo tale)e un rimedio complementare per affron-tare la riacutizzazione della lombalgia.Inoltre emorroidi, cervicalgia e pitiriasiversicolor non si sono più ripresentati.

In quanto alla fedeltà alla moglie…non ci giurerei!

CONCLUSIONIIl caso dimostra come la conoscenzadei rapporti tra rimedi possa esserefondamentale per arrivare alla prescri-zione più adatta. Quando prescrivo unrimedio con cui non ottengo i risultatisperati, tengo come punto di partenzala similitudine tra il rimedio prescrittoe quello che devo prescrivere. Se pre-scrivo ad un paziente un rimedio comeMercurius, non penso successivamentead un rimedio come Baryta carbonica,se ho prescritto Natrum muriaticumnon penso poi a Sulphur; ritengo che,se il paziente non stravolge la descrizio-ne del proprio modo di essere – a voltesuccede – si debba tenere un filo con-duttore e sarebbe perciò molto utileavere una lista di “veri collaterali”.La conoscenza dei rimedi comple-

mentari può invece essere utile inquanto uno stato acuto può dare indi-cazioni importanti per la prescrizionepiù profonda. Mi è capitato di averepazienti a cui non riuscivo a trovareun rimedio che funzionasse bene per isuoi disturbi cronici, ma a cui riusci-vo a curare sempre bene gli statiacuti. L’analisi dei rimedi prescrittimi ha dato poi la possibilità di scopri-re il rimedio di fondo che era poi quelrimedio che aveva tutti i rimedi pre-scritti con successo negli stati acuticome suoi complementari.

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2. SEIDER I. – Das kleine buch der Arzneimittel–

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Alessandro Avolio Medico chirurgo – Omeopata MI/CT

Un caso di ipertensione arteriosarisolto con la terapia omeopatica

Scuola di Omeopatia di Milano

[email protected]

INTRODUZIONE

Q uando un omeopata può dirsiveramente soddisfatto di unasua prescrizione? Vorrei

conoscere la risposta di tutti coloro chepraticano la medicina omeopatica, poi-ché a mio avviso nella maggior parte deicasi la risposta sarebbe: Quando riesco arisolvere il problema per cui il paziente èvenuto in visita. A mio personalissimo edalquanto discutibile avviso, questa è unarisposta che non soddisfa affatto inquanto limita le proprietà curatrici pos-sedute dal rimedio omeopatico, poichél’effetto più importante che si puòavere con un rimedio omeopatico è laguarigione di tutti i sintomi di cui soffreil paziente, e questo si può ottenere sol-tanto prendendo in considerazione tuttigli aspetti, le caratteristiche sia fisicheche mentali presenti nel paziente che cista davanti. Questo può essere fatto

attraverso l’uso di diverse metodiche etecniche omeopatiche e della diluizionepiù appropriata, purchè ci conducano almedesimo risultato: la scomparsa dellatotalità sintomatologia del paziente.

IL CASO CLINICOSi tratta del caso di un uomo di 56 anniche, circa 10 anni fa, ha iniziato a soffri-

re di ipertensione arteriosa. Questapatologia si presenta con dei picchi chesuperano i 105 mm/Hg di pressionediastolica e che hanno più o meno unacadenza giornaliera. Non assume terapiafarmacologia, nonostante i ripetuti avvi-si da parte del proprio medico di fami-glia. Il paziente ha ipotizzato una corre-lazione tra questa patologia e l’aver lavo-

38

RIASSUNTO

L’azione di una cura omeopatica, anche in pato-

logie croniche della durata di 10 anni, grazie alla

scelta del rimedio più appropriato, può svolgersi

in tempi molto rapidi e con l’interessamento

della totalità sintomatologica del paziente.

PAROLE CHIAVE

Repertorio.Totalità sintomatologica.

SUMMARY

The homeopathic therapy’s action, also in

chronic disease of 10 years terms, thanks to the

selection of the best remedy, can lead to a very

rapid recovery with the involvement of the

symptoms of the whole body.

KEYWORDS

Repertory.Totality of symptoms

TABELLA 1 – Repertorizzazione

I PERTENS IONE ARTER IOSA

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Ipertensione ar teriosa

rato in ambienti moltofreddi, in Russia.Al momento della visitariferisce arrossamento eprurito costante ai geni-tali, fastidio di cui, fin dagiovane, ha spesso sof-ferto. Negli ultimi mesiha notato inoltre un calodi libido ed una riduzio-ne dell’erezione.In passato fu operato difimosi all’età di 25 anni.A 30 anni ha iniziato asoffrire di asma bron-chiale, risolta anni dopo.All’età di 40 anni hasofferto di un episodiodi colica renale danefrolitiasi.Tra le caratteristichegenerali, presenta unasudorazione abbondante ed intolleran-za ai vestiti di lana che provocano unforte prurito.Dal punto di vista caratteriale si definisceun “libero pensatore”ed una persona moltoindipendente. Repertorizzo1 il caso.

Prescrizione: SULPHUR 50.000Kgocce - 5 gocce per 1 volta al giorno.Ho spiegato l’importanza di tenereun calendario giornaliero in cui regi-strare la pressione arteriosa, perpotere valutare l’effetto del rimediosulla sua malattia.

FOLLOW UP

Dopo 2 settimane, il paziente mi riferi-sce che la situazione pressoria e derma-tologica è rimasta invariata ma è com-parso un prurito alle gambe che avevaavuto in passato.Prescrivo SULPHUR 50.000K gocce -5 gocce x 2 volte al giorno.Rivedo il paziente dopo quattro settima-ne per valutare la situazione ed esamina-re anche il calendario pressorio.Dall’analisi del calendario (Tabella 2)

risulta che, i picchi si sono ridotti inmodo costante per poi scomparire com-pletamente. Dopo due giorni scompaio-no il vecchio sintomo (prurito allegambe) e arrossamento e prurito aigenitali. Mi riferisce inoltre un nettomiglioramento della situazione sessuale.

A distanza di un anno non si sono piùverificati problemi di ipertensione arte-riosa, né dermatologici. Il paziente perun anno intero ha assunto il rimediotutti i giorni, riducendolo poi gradual-mente fino alla sospensione totale, conmantenimento del benessere raggiunto.

CONCLUSIONINonostante la durata della patologia,grazie alla scelta del rimedio più appro-priato non solo in base ai sintomi fisicipresenti, ma anche a delle caratteristi-che comportamentali e mentali, graziealla scelta della diluizione più adatta(50M scelta per la forza e la vivacità delpaziente), si è riusciti a guarire ilpaziente sia dall’ipertensione che datutti gli altri disturbi che si presentava-

no in tempi molto brevi. La ripetizionecontinua del rimedio, metodologia chepermette una migliore gestione delcaso cronico e degli eventuali ritorni disintomi, ha inoltre dato la possibilità disuperare velocemente il ritorno di unvecchio sintomo dermatologico.

BIBLIOGRAFIA

1. SCHROYENS F. – Synthesis 9.1 – Homeopathic

book publishers, London, 2004.

2. ALLEN T.F. - A primer of materia medica –

Encyclopaedia homeopathica 2.1 – Archibel,

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4. SANKARAN R. – La sostanza dell’omeopatia -

Salus Infirmorum, Padova, 1999.

5. SANKARAN R. – Lo spirito dell’omeopatia –

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6. SANKARAN R. – The sensation in homoeopathy

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7. SCHOLTEN J. – Homoeopathy and Minerals –

Stichting Alonissos, Utrecht, 1993.

8. SCHOLTEN J. - Homeopathy and the Elements

– Stichting Alonissos, Utrecht, 1996.

39

TABELLA 2 – Media pressoria prima e durante la terapia

TABELLA 3 – Picchi di ipertensione

anno XII numero 35 luglio 2007

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Antonio Aiello Medico Veterinario – Omeopata CATANIA

Terapia omeopaticadi Pemfigo FoliaceoCaso clinico

Scuola di Omeopatia di Milano

Direttore Sanitario Clinica Veterinaria Respighi di [email protected]

RIASSUNTO

Nel presente articolo viene esposto il caso di

Lizzy, cane meticcio di due anni, affetto da der-

matite pustolosa e vesciculo bollosa diffusa cau-

sata da pemfigo foliaceo. Dopo una terapia allo-

patica senza risultati, al soggetto vengono som-

ministrate dosi ripetute di Sulphur per un perio-

do totale di tredici mesi. Il miglioramento della

sintomatologia è chiaro sin dal periodo iniziale

del trattamento e continua fino a completa

remissione al termine del periodo.

PAROLE CHIAVE

Pemfigo fogliaceo - Dermatite pustolosa – Sulphur.

SUMMARY

Lizzy, a 2 year old mixed breed dog is presented to

the clinic with a diffuse vesicle-bullous, pustular

dermatitis caused by pemphigus foliaceus.Allopatic

treatment appeared to be unsuccessful, while dif-

ferent doses of sulphur for a period of 13 months

resulted in a complete recovery of the symptoms.

KEYWORDS

Pemphigus foliaceus - Pustular dermatitis - Sulphur.

INTRODUZIONE

N el cane e nel gatto le malattiecutanee pustolose e vescico-lo/bollose sono abbastanza

rare e sono la diretta conseguenza dellaproduzione, da parte del paziente, dianticorpi diretti contro i normali costi-tuenti dell’epidermide. Con questocaso, vorrei apportare la mia esperienzanel trattamento di patologie complessecome quelle autoimmunitarie, che amio avviso rispondono splendidamentealla terapia omeopatica con dosi ripetu-te di un singolo rimedio, fino alla com-pleta guarigione. Casi che, precedente-mente l’approccio insegnatomi dalDott. R. Petrucci, spesso perdevo, per-

chè gestiti con un metodo di prescrizio-ne più tradizionale, che prevedeva unutilizzo completamente diverso rispettoalla frequenza del rimedio da quelloadottato in questo paziente.

IL CASO CLINICO

ANAMNESI

Lizzy, cagna meticcia di circa due anni,è stata trovata per strada un anno primadella visita.Per sei mesi ha goduto di un ottimostato di salute, dopo di che inizia a sof-frire di una dermatite crostosa sul tar-tufo e sulla regione nasale.Viene porta-ta a visita da un collega veterinario nonomeopata, il quale effettua il test per laLeishmania che risulta positivo ed iniziaun protocollo terapeutico che prevedel’utilizzo di glucantime e allopurinoloper trenta giorni. Alla fine di questociclo il quadro clinico risulta sensibil-mente peggiorato, con dermatite vesci-colo pustolosa ed essudativa diffusa intutto il corpo. Alla visita di controllovengono aggiunti alla terapia di baseantibiotici, cortisonici e successivamen-te anche dello zinco. La cagnetta peg-giora sempre più ed oltre ad esseremolto abbattuta non si alza più dallacuccia e si rifiuta di mangiare, tanto cheperde sensibilmente di peso.

DIAGNOSI

Vedo Lizzy nel mio ambulatorio il giorno06/06/2005 e mi viene richiesta daparte dei proprietari una visita omeopati-ca.Trovo Lizzy con uno stato del sensorionotevolmente depresso, con una pioder-

matite essudativaestesa a tutto ilcorpo, con mucosepallide, linfonodiesplorabili aumen-tati di volume,notevolmente sot-topeso con massemuscolari ipotrofiche. La cagnetta nonmangia da sette giorni.Rimando l’interrogatorio omeopatico.Eseguo un iter tradizionale diagnosticoin cui, oltre ad esami ematochimici edelle urine, chiamo a consulto una col-lega specialista in dermatologia veteri-naria la quale aggiunge i seguenti test :1. raschiato cutaneo;2. esame citologico cutaneo per improntasu vetrino delle lesioni più caratteristiche;3. semina terreno di cultura per dermatofiti;4. biopsia cutanea per esame istopatologico.Da un’approfondita anamnesi, dallavisita clinica e dai risultati della biopsiacutanea emetto la seguente diagnosi:DERMATITE PUSTOLOSA E VESCI-COLO BOLLOSA DI ORIGINEAUTOIMMUNITARIA (PEMFIGOFOLIACEO). Il pemfigo foliaceo è unamalattia autoimmune caratterizzata dallaproduzione di anticorpi diretti contro

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Pemfigo foliaceo

componenti dell’epidermide che esita inacantolisi e vescicole sub corneali. Laterapia tradizionale del pemfigo foliaceoè mirata alla remissione più o meno tota-le dei sintomi ed al mantenimento di talesituazione mediante dosi immunosop-pressive di prednisolone o azatioprina.

VISITA OMEOPATICA

Eseguo la prima visita omeopatica duegiorni dopo la prima visita clinica con-venzionale e dai proprietari riesco a otte-nere queste modeste informazioni: Lizzyè un soggetto abbastanza geloso, mangiadi tutto, beve molto, evita il contatto conl’acqua e non le piace assolutamenteessere lavata,peggiora con il bagno prefe-risce dormire fuori dalla cuccia anched’inverno. A seguito del grave abbatti-mento non è più vivace e giocherellona enon abbaia più da parecchio tempo. Lacute è malsana, maleodorante, con vesci-cole pustole e croste giallastre. La cagno-lina si gratta insistentemente fino a pro-curarsi delle gravi lesioni cutanee.Sulla base di questi pochi dati repertoriz-zo1 i seguenti sintomi:

1. MIND - JEALOUSY2. STOMACH – APPETITE - ravenous3. MIND – WASHING - aversion to wash4. GENERAL – WARM - agg.5. SKIN - DIRTY6. SKIN - ERUPTIONS- pustules7. SKIN - ERUPTIONS-washing agg.8. SKIN – ERUPTIONS – vesicular - yellow9. SKIN – ITCHING - scratching

Sulla base dei sintomi e sui risultatidella repertorizzazione prescrivo SUL-PHUR MK in gocce - 5 gocce BID,somministrate mischiate al cibo.

FOLLOW UP

Dopo 3 giorni si ha un notevole peggiora-mento dei sintomi cutanei ma, confortatoda un leggero miglioramento dell’aspettomentale (mangia di nuovo con appetitoed è più vivace), decido di aumentare la

frequenza a tre volte al giorno.Dopo 12 giorni comincia un migliora-mento della sintomatologia cutanea cheporta l’animale gradualmente allascomparsa delle lesioni cutanee con rie-pitelizzazione quasi totale della cute a40 gg dall’inizio della terapia omeopati-ca. Inoltre l’animale a livello mentale ètornato vivace e abbaia come non facevada parecchi mesi. Passo a 5 gg una voltaal giorno. Nel frattempo compare unotite bilaterale purulenta, che risolvosempre con Sulphur MK in pochi giorni.

Rivedo Lizzy nel dicembre 2005 e con-stato un miglioramento di tutti i suoisintomi, tranne la permanenza di lesionia livello del tartufo che, a detta dei pro-prietari, sono identiche alle prime lesio-ni comparse quasi un anno fa. Non sod-disfatto dalla non completa remissionedei sintomi e considerato l’aspettoautoimmunitario della malattia, per evi-tare possibili recidive decido di conti-nuare la terapia per un periodo che si èprotratto per altri 8 mesi con SUL-PHUR MK, 5 gocce per 3 volte al gior-no, riducendo la frequenza lentamente a2 e 1 volta al giorno sulla base dei risul-tati clinici raggiunti. Lizzy ha una buonarisposta al prosieguo della terapia, anchese continuano a permanere lesioni sep-pur più piccole rispetto ad otto mesiprima, sempre nella regione del tartufo.Decido di somministrare una dose unicadi SULPHUR XMK, che guarisce defi-nitivamente Lizzy in pochi giorni.A distanza di più di due anni Lizzy con-tinua a stare benissimo e, considerato illungo follow up e i risutati ematochimi-

ci del sangue (Tabella 1), posso assolu-tamente considerarla del tutto guaritadalla sua grave patologia.

CONCLUSIONIQuesto penso contribuisce a dimostrareche una malattia autoimmunitaria grave,in un soggetto che era stato trattato conterapia convenzionale allopatica senzaalcuna risposta clinica, anzi con un note-vole scadimento delle condizioni genera-li, possa trarre notevole beneficio dallasomministrazione esclusiva di un singolorimedio omeopatico a dosi ripetute epotenze diverse, fino a completa guarigio-ne, testimoniata oltre che dalla scomparsadei segni clinici, dal ritorno ai valori diriferimento dalle analisi ematochimiche.Tutto ciò assume ancor più valore consi-derando che l’animale in questione nonaveva evidentemente la minima percezio-ne di essere curato, escludendo così anchela minima possibilità di un qualsivogliaeffetto placebo sui risultati ottenuti.

BIBLIOGRAFIA

1. F. SCHROJENS – Radar Synthesis 8.1 – Archibel,

Assesse, Belgio, 2002.

2. C. BORNORONI - Manuale di farmacologia

omeopatica - IPSA Editore, Palermo 1994.

3. F. DEL FRANCIA - Omeopatia veterinria - Red

Edizioni, Como, 1989.

4. ISSAUTIER-CALVET – Terapia omeopatica

veterinaria - Calderini Edagricole, Bologna, 2000.

5. F. ABRAMO, F. ALBANESE, V. CELLAI, M.

CORAZZA, M. CALANDRELLA, A. POLI - Dia

gnosi delle malattia pustolose e vescicolo-bollose

cutanee di origine autoimmune - Rivista

“Veterinara”. Anno 18 n. 4, Ottobre 2004.

TABELLA 1

anno XII numero 35 luglio 2007 41

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Marita Gualea Medico chirurgo – Omeopata MILANO

Natrum silicicumUn caso clinico

Scuola di Omeopatia di Milano

[email protected]

INTRODUZIONE

L a descrizione di questo caso vuoleessere un piccolo esempio delmetodo che utilizzo nell’affronta-

re un caso clinico, soprattutto quando sitratta di casi complessi in cui l’uso delrepertorio insieme alle conoscenze dimateria medica mi permettono di pre-scrivere il rimedio più adatto al paziente.Soprattutto negli ultimi anni le intuizio-ni di alcuni autori su temi e concetti, sul-l’utilizzo della tabella periodica deglielementi, e le nuove considerazioni sufamiglie e miasmi, hanno arricchito ilmio modo di lavorare spingendomi ariflessioni più profonde e permettendo-mi di fare prescrizioni di rimedi conside-rati “piccoli rimedi” che ci permettonocomunque di ampliare le nostre possibi-lità terapeutiche. Questo caso nello spe-cifico è un esempio dell’applicazione del-l’analisi di gruppo proposta da J. Scholtenassociata ad una analisi repertoriale.

IL CASO CLINICOPRIMA VISITA – 22 marzo 2006Si tratta di una ragazza di 31 anni, invia-tami da una fisioterapista che la sta trat-tando da un anno circa. È magra concarnagione chiara e lineamenti raffinati.La paziente viene in visita perché lamen-ta contratture e dolori muscolari diffusida un anno circa, con dolori soprattuttoalle gambe e alle spalle. È costretta adassumere terapia con miorilassante(Flexiban cp) giornalmente, che nonporta però a sollievo della sintomatologia.Lamenta giornalmente da parecchianni una febbricola (37.4° C) accom-pagnata da spossatezza.

È affetta da tiroidite autoimmune.Riferisce secchezza agli occhi, alla gola,alla bocca e vaginale.Sulla pelle presenta chiazze di vitiligi-ne. Presenta chiazze bianche sulleunghie, non fragilità.Ogni due mesi circa riferisce compar-sa di herpes zoster sul naso e spessotagli agli angoli della bocca. Riferiscedi aver sofferto spesso di carie.Durante l’ovulazione soffriva di colicheovariche con dolori che dalla fossa ilia-ca si irradiavano alle cosce, non più pre-senti dopo assunzione di terapia estro-progestinica. Lamenta comunque dolo-ri pelvici durante i rapporti sessuali emal di testa prima del ciclo.L’intestino è regolare. Nessun problemadi stomaco.Riferisce tonsilliti frequenti da bambi-na, mononucleosi all’età di 21 anni edi aver sofferto di asma bronchiale dai21 ai 24 anni.Da bambina lamentava spesso doloridi crescita ai polsi, alle caviglie e alleginocchia.Ha subito intervento chirurgico per erniainguinale strangolata, per deviazione delsetto nasale ed ipertrofia dei turbinati,anche se persiste ostruzione nasale.Per quanto riguarda i desideri alimentariama molto il cioccolato fondente e le ver-dure, mentre mostra avversione per lacarne, anche solo il pensiero della carne lainfastidisce. Riferisce anche aggravamen-to mangiando farinacei. Beve molto peralleviare la secchezza alla gola, checomunque non migliora.Dal punto di vista caratteriale, dice diessere una persona insicura, di avere

paura della solitudine, di perdere lepersone care, di dare fiducia alle altrepersone con riserva, di essere riservatae di aprirsi solo con le persone più vici-ne. Dice di essere gelosa.Una caratteristica particolare è la suasensibilità per gli animali. Riferisce: Sevedo o leggo di abusi su animali o bambininon riesco a mangiare e mi sento quasi incolpa a fare una vita normale di fronte a taliatrocità. In casa tiene due cani e ungatto. Un altro aspetto caratteristico èl’importanza per la propria famiglia chelei stessa definisce: il pilastro fondamenta-le della mia vita.Sul lavoro dice di essere ordinatissima.Dice di avere molta paura degli aghi chenon può nemmeno guardare.Non lamenta problemi di sonno cheritiene essere abbastanza buono. Un

RIASSUNTO

Il lavoro descrive il caso clinico di una ragazza di

31 anni affetta da Sindrome di Sjogren, trattata

con Natrum Silicicum. Il rimedio viene scelto

mediante analisi repertoriale e con riflessioni

sull’analisi di gruppo di J. Scholten.

PAROLE CHIAVE

Natrum silicicum, analisi di gruppo, analisi reper-

toriale, sindrome di Sjogren.

SUMMARY

The paper describes a clinical case of 31 years

old woman, affected by Sjogren syndrome, treat-

ed by Natrum Silicicum.This remedy was chosen

based on reportorial analysis and J. Scholten

group analysis considerations.

KEYWORDS

Natrum silicicum, group analysis, repertorial

analysis, Sjogren syndrome.

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anno XII numero 35 luglio 2007 43

Natrum silicicum

sogno ricorrente è quello di dover tor-nare a frequentare il liceo.Riferisce di essere molto freddolosa e diavere spesso mani e piedi freddi.Ad aprile viene vista dal reumatolo-go e viene fatta diagnosi diSindrome di Sjogren.Gli esami ematochimici del10/04/2007 evidenziano:· Complemento C3c153 mg/dL (v.n. 75-140)

· Complemento C434 mg/dL (v.n. 10-40)

· Tireotropina4,730 microU/ml (v.n. 1,50- 4,00)

· FT3 4,18 pg/mL (v.n. 1,50-4,00)· FT4 12,50 (v.n. 8,00 – 19,00)· Ab anti-nucleo 1/320(positivo => 80)

· Pattern punteggiato

Di seguito viene riportata la repertoriz-zazione dei sintomi1:

1. EYE - DRYNESS 2. FEMALE GENITALIA/SEX – DRY-

NESS – Vagina 3. FEMALE GENITALIA/SEX – PAIN– Ovaries – ovulation, at 4. FEMALE GENITALIA/SEX – PAIN– Ovaries – extending to – Thighs 5. FEMALE GENITALIA/SEX – PAIN– Ovaries – coition – during 6. FACE – CRACKED – Mouth; cor-ners of 7. FACE – ERUPTIONS – herpes – Nose 8. EXTREMITIES – COLDNESS –Hands – Feet, and 9. HEAD – PAIN – menses – before 10.ABDOMEN – HERNIA;ABDOMI-NAL – Inguinal – strangulated 11.TEETH – CARIES, decayed, hollow 12. GENERALS – PAIN – growing pains 13. EXTREMITIES – DISCOLORATION– Fingers – Nails – white – spots 14. GENERALS – FOOD and DRINKS– meat – aversion15. GENERALS – FOOD and DRINKS– meat – aversion – thinking of it, while 16.GENERALS – FOOD and DRINKS– farinaceous – agg.17. MIND – RESERVED

18. MIND – ANIMALS – love for animals 19. MIND – SYMPATHETIC – ani-mals; towards 20. MIND – CONFIDENCE – want ofself–confidence 21. MIND – JEALOUSY 22. MIND – FEAR – pins; of

Nella tabella 1 è riportata l’analisirepertoriale, che suggerisce al primoposto Natrum muriaticum, al quarto postoSilicea e Natrum silicicum al diciannovesi-mo posto con dieci sintomi. Si può,comunque notare che molti sintominon rappresentati da Natrum silicicumsono rappresentati da Natrum muriaticumo da Silicea.La prescrizione è stata: NATRUM SILICI-CUM MK – 3 gocce x 3 volte al giorno.

L’ANALISI DI GRUPPO DEI RIMEDI

La scelta di questo rimedio si è basata inparte su un analisi repertoriale dei sin-tomi ed in parte sull’analisi di gruppo deirimedi minerali, come suggerito da J.Scholten2,3,4, cioè considerando i rimedi

TABELLA 1 – Repertorizzazione

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riuniti in gruppi ed analizzandone isintomi comuni. L’analisi di gruppo èpoco utile sul piano dei disturbi locali,mentre si può ben applicare sul pianodei sintomi generali. I benefici mag-giori dell’analisi di gruppo si hanno alivello mentale. Una volta individuati itemi centrali che possono essere evi-denziati negli aspetti più caratteristicidel paziente è possibile dedurre i temidegli elementi che potrebbero entrarenella prescrizione. Un aspetto interes-sante dell’utilizzo dell’analisi di gruppoè che a volte ci può permettere unaprescrizione più convincente e meglioadatta al paziente. Con tale analisiviene dato ad ogni rimedio il suo temadi base, che si ottiene dai temi di basedegli elementi che fanno parte dellacombinazione. Questi temi poi si fon-dono e si uniscono a formare il tema dibase del rimedio in questione.

In questa paziente mi è parso di cogliereche i temi caratteristici potevano essere:

· una sorta di riservatezza e di chiusuraverso gli altri (la paziente dice di darefiducia solo con riserva e di essere ingenerale riservata);· l’ipersensibilità (soprattutto nei con-fronti degli animali e dei bambini) finoa stare male;· il tema della famiglia (la famiglia sem-bra essere il pilastro della sua vita).

La riservatezza e la chiusura sono temicaratteristici dei Natrum. Altro temacaratteristico dei Natrum è l’ipersensibi-lità, l’essere vulnerabili e la facilità adessere feriti. La famiglia è un tema inve-ce caratteristico dei rimedi Silicati.Normalmente i rimedi Silicati sonomolto freddolosi, come riferisce lapaziente. Natrum Silicicum per altroviene descritto in Pediatria Temi e con-cetti in medicina Omeopatica di R.Petrucci5 come rimedio adatto a bambi-ni insicuri a scuola, che fanno sogni

legati alla scuola, molto meticolosi, sen-sibili e che sviluppano facilmente gelo-sie. Dal punto di vista fisico possonosoffrire di asma e di herpes, caratteristi-che che ritroviamo in questa paziente.

FOLLOW UP

3 MAGGIO 2006 – Durante la visita miriferisce che il reumatologo per ora haprescritto solo del collirio per umidifi-care gli occhi. Persiste ancora la sec-chezza agli occhi, alla bocca e alla gola.I dolori muscolari sono migliorati edutilizza il miorilassante al bisogno nonpiù giornalmente. Riferisce la scompar-sa della febbricola che persisteva daanni. Non presenta più i tagli agli ango-li della bocca. Prosegue la terapiaomeopatica con NATRUM SILICICUMXMK 3 gocce 3 volte al giorno.

26 LUGLIO 2006 – Riferisce un nettomiglioramento del mal di testa primadel ciclo. La secchezza alla gola e allabocca sono migliorate. Non ha piùdovuto utilizzare il farmaco miorilassan-te per scomparsa completa dei dolori edelle contratture muscolari. Riferisceun ottimo umore. Proseguiamo la tera-pia con NATRUM SILICICUM LMK 5gocce 3 volte al giorno.

29 NOVEMBRE 2006 – Conferma lascomparsa dei dolori muscolari, riferi-sce un ulteriore miglioramento dellasecchezza agli occhi e alla gola, mentre èscomparsa la secchezza alla bocca. Nonha più manifestato tagli agli angoli della

bocca. Non ha più avuto dolori pelvicidurante i rapporti sessuali. Riferisceanche una regressione delle macchie divitiligine. Gli esami ematochimici effet-tuati il 16/10/2006 hanno mostrato lanormalizzazione della funzionalità tiroi-dea (FT3 2,65; FT4 12,30; TSH 3,69),anticorpi anti–nucleo 80, VES 17,immunoglobuline nella norma.Prosegue la terapia con NATRUM SILI-CICUM LMK, 6 gocce x 3/die.

Durante l’ultimo contatto telefonicoavvenuto alla fine di febbraio confermauno stato di benessere generale e ilmiglioramento riscontrato nell’ultimocontrollo. Consiglio di proseguire laterapia fino alla prossima visita cheavverrà tra qualche mese.

CONCLUSIONIIl caso dimostra come una buona analisirepertoriale accompagnata ovviamentedalla conoscenza della Materia Medica,arricchita da nuovi spunti tematici, cipermette una prescrizione più accurata,che rappresenta realmente la totalitàdel paziente. Ciò è dimostrato sia dalmiglioramento soggettivo della pazien-te che dai dati di laboratorio. Questidati contribuiscono a dimostrare l’effi-cacia della terapia omeopatica unicista ecredo questa sia la strada da percorrereaffinché il nostro lavoro di mediciomeopati acquisti sempre più dignità.

BIBLIOGRAFIA

1. R. SCHROYENS – RADAR Synthesis 9.0 –

ARCHIBEL, Assesse (Belgio).

2. J. SCHOLTEN – Omeopatia e Minerali – Salus

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5. R. PETRUCCI – Pediatria. Temi e concetti in

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44anno XII numero 35 luglio 2007

Scuola di Omeopatia di Milano

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Mario Buttignol

Patogenesi di Lac Caninum

Storie omeopatiche

[email protected]

INTRODUZIONE

D io mio! Che medicina abbiamo!Usiamo medicamenti di cui nonconosciamo gli effetti – così

commentò un giorno il Dott. SamuelHahnemann. Possiamo affermare cheda qui origina l’esigenza di riprenderel’antico messaggio dell’oracolo diDelfi: “Conosci Te Stesso”. Da questafilosofia, riferimento di una parte dicomprensione dell’uomo, il padre fon-datore dell’Omeopatia partì percostruire l’importante identità reattivadell’uomo, la Materia MedicaOmeopatica, sperimentando sistemati-camente su di sé sostanze prese dai treregni della Natura. L’embrione di taleinnovazione scientifica, è rappresenta-to storicamente da Fragmenta de viribusmedicamentorum positivis, sive in sano cor-pore humano observatis, pubblicato inlatino per i tipi dell’editore J.A. Bathdi Lipsia nel 1805; il testo contiene irisultati di ventisette sostanze scelte esperimentate per via puramente empi-rica, perciò constatati dai sensi, daHahnemann stesso.L’idea geniale suggerita dal Maestro diincastrare in una complessa organizza-zione molti fenomeni reattivi speri-mentati sulla persona apparentementesana, e di estrarre poi automaticamen-te statistiche su quanto una certasostanza si trovi all’interno del sistemauomo, fu adottata da altri Omeopati dilevatura mondiale contribuendo allosviluppo e consolidamento dellaMateria Medica, cosicché oggi possia-mo usufruire di un elevato numero dirimedi sperimentati e, quindi, di mezzi

per combattere correttamente le malattie.L’americano Gottlob Adolph Reisig fu ilprimo ad impiegare Lac caninum, il lattedi cagna dinamizzato, intorno al 1860,in molte patologie, quali la difterite e suecomplicanze, la sifilide e la scarlattina conmeravigliosa precisione e successo,come sostiene il Dott. Samuel Swan(1815-1893) nell’introduzione dellaPatogenesi di Lac caninum, pubblicata inuna autorevole rivista americana.In un secondo tempo, un altro america-no di New York, il Dott. Edward Bayard(1806-1889), venuto a conoscenza del-l’utilità del rimedio in certe patologie,le comunicò al Dott. Swan, e fu così chei due decisero di organizzare una verasperimentazione della sostanza. Il primogruppo storico di trentasette proverssotto la direzione di Swan, annovera ilmeglio degli omeopati americani diNew York di quel periodo, tra i qualispiccano i nomi della Dott.ssa LauraMorgan, che ebbe un ruolo determinan-te nella rubrica Mind della Patogenesi,Giorgio Grant, Swan, Lippe padre efiglio,W.E. Payne, S. Reisig, Jos. Finck,W.P. Wesselhoeft, J.A. Biegler, E.A.Farrington, J.C. Guernsey etc., insom-ma un’equipe della massima fiducia eprofessionalità per la sicurezza e tenutadi linea dei test, a tutto vantaggio e gra-tificazione degli Omeopati futuri utentidel rimedio. Come sappiamo tutti,infatti, l’espressione dei sintomi, siadello Sperimentatore che del Paziente, èmediata dal linguaggio verbale, quindi lacomunicazione di un sintomo è basata suuna buona dose di rilevanza non certotrascurabile delle tante cose che le paro-

le sono in grado di significare. A volte lacomprensione di un messaggio dipendenon tanto dalla chiarezza espositiva, madal rapporto pre-linguistico o meta-lin-guistico tra soggetti interagenti, e laforma superficiale, il significante, è l’uni-ca disponibile a chi ascolta o legge. È daciò che parte la possibilità di massimacomprensione sia dell’individuo malato,sia della sostanza introdotta sperimen-talmente e la qualità del gruppo deglisperimentatori di Lac caninum ci dà lagaranzia di un ottimo lavoro.

PATOGENESILa sperimentazione di Lac caninum fufatta con le preparazioni di Swan, pre-parate dalla diciassettesima diluizione diReisig, ad eccezione del Dott.

Rivisitare la prima Patogenesi

originale di Lac caninum

permette di cogliere due aspetti

centrali: la verifica

del processo iniziale dei primi

provers e la descrizione fatta

da altri Autori nel collocare

i sintomi della Patogenesi

originale nelle loro opere

di Materia Medica o nei

Manuali di Terapia Omeopatica,

cosicché si possano fare

delle comparazioni

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Riflessione storica

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Storie omeopatiche

Costantino Lippe e della Dott.ssa LauraMorgan che sperimentarono quelle diFinck. La Morgan di 24 anni, di sana erobusta salute, prese tre dosi della trente-sima diluizione il 13 Marzo 1871. Il 13Maggio, i sintomi cessarono, poi il 29dello stesso mese prese una dose 40M. Il17 Giugno tutti i sintomi terminarono.Essa il 21 Giugno prese un’altra dose alla75M ed i sintomi finirono con lemestruazioni del 23 Luglio. Il 29 e 30Luglio prese una dose giornaliera allaCM, i sintomi di queste due dosi conti-nuarono anche nel periodo dellemestruazioni fino a Gennaio del 1873. Il23 Gennaio, per un’oppressione e sensodi soffocamento al petto simile a quantoaveva nel sesto giorno dell’esperimento,prese una dose 10M che alleviò l’oppres-sione e vi fu aumento caratteristico di sin-tomi. Inoltre non vi fu un ritorno dellasintomatologia nel periodo mestruale.Questo è solo un esempio della metodo-logia usata per la sperimentazione di Lac-caninum. Naturalmente non esistendo unprotocollo sistemico codificato, gli speri-mentatori assumevano diluizioni e dosi intempi diversi, come G.H.H., prover delDott.Wildes di 43 anni, che iniziò il testcon la duecentesima diluizione il 28Settembre 1876, proseguendo l’assun-zione per undici giorni. Oppure un altrosperimentatore del Dott. Lippe che presela prima dose la sera del 25 Novembredel 1878, e poi di mattino alle nove eall’una e via dicendo ogni quattro orefino il 28 dello stesso mese. In ogni casoquasi tutti gli sperimentatori presero laduecentesima diluizione, cambiandoperò i tempi di assunzione. Come si evin-ce da questi espressivi esempi, il provingdi Lac caninum proseguì per diversotempo. La raccolta dei sintomi fu inscrit-ta su un catalogo nelle seguenti classicherubriche: Mentale, Testa, Occhi,Orecchie, Naso, Faccia, Denti, Bocca,Gola, Stomaco, Addome ed Ipocondri,Retto ed Evacuazioni, Orina, GenitaliUomo e Donna, Seno, Laringe e Trachea,

Petto, Dorso, Estremità superiori e infe-riori, Febbre, Sonno, Pelle e infine leGeneralità.Alla fine delle sperimentazioni i sintomiraccolti dal Dott. Samuel Swan e pub-blicati dallo stesso, sommarono a 950,con un’addenda di altri venti. In questarubrica di memoria storica, pertanto,pubblichiamo solo i quarantadue sinto-mi della rubrica Spirito e Disposizione,osservando, inoltre, che provengonoquasi tutti dal proving della Dott.ssaLaura Morgan (1). Ad eccezione deiprovers: (2) Dott. C.F. Nichols; (3)Dott.Thos Wildes, prover signorina W.;(4) Dott. Thos Wildes, prover il SignorJ.L.H.; (5) Dott. Costantino Lippe; (6)Dott. E.A. Farrington; (7) Dott. J.A.Biegler; (8) Dott. De Forest Hunt; (9)Dott. D.A. Hiller; (10) Dott. ThosWildes, prover G.H.H.; (11) Dott.Giorgio G. Gale:

1. Ha la sensazione (o illusione “comese”) di essere circondata da una miriadedi serpi, alcuni con la rapidità di unlampo le corrono su e giù tra pelle epelle, altre stanno a destra, le sente lun-ghe e sottili; teme di porre il piede sulpavimento per paura di calpestarle, eche divincolandosi si attorcigliano allegambe; teme di guardarsi indietro pertimore di vederle; non è un sogno, anzida questi è di rado turbata dopo che si èfatto notte. (1)2. Andando a letto si spaventò nel chiu-dere gli occhi per timore che un ser-pente, della grossezza del suo braccio,non la colpisca nel volto; il serpentestava nella sponda del letto ed aveva latesta vicina alla sua. (1)3. Sensazione come se diventasse pazza(Calc.), [Ricordiamo che il rimedio o irimedi tra parentesi sono aggiunti dalDott. Adolf Lippe, ndr], quando siedetranquilla e pensa. Le più orribili visio-ni – non sempre serpi – si presentanotalvolta alla sua visione mentale; è terri-bilmente agitata dalla paura di vederle

prendere forma oggettiva, guarda sottole sedie, il tavolo, la poltrona e ad ognimobile della camera, aspettandosi, sem-pre tremante, di vedere uscire striscian-do qualche orribile mostro, e pensandoad ogni momento se ciò avviene la faràdiventare pazza (Hyosc.); Lei non hapaura nell’oscurità, ma è solo nella luceche s’immagina di poterli vedere; altrevolte sente come se non potesse repri-mere le grida di terrore. (1)4. Lei ebbe per molte notti paura diandare a letto, perché appunto un’oraprima, uno smisurato serpente gliapparve che si aggomitolasse a terraaccanto al letto, e quando fosse entrata,lui la seguirebbe sotto di lei; avrebbepreferito dormire sul divano, ma avevapaura che così facendo queste potenzel’avrebbero dominata; sebbene lei nonavesse mai veduto serpenti, tuttavia neaveva sempre conosciuto il colore laforma e i movimenti. (1)5. Si svegliò la notte con la sensazione diessere giaciuta sopra un grande serpente.(1)6. Si svegliò alla mattina, sentendosi diessere una schifosa, orribile massa d’in-fermità (questo era nel tempo che avevamale al seno), disgustosa a se stessa e adognuno; non poteva sopportare la vistadi alcuna parte del suo corpo, neanchedelle sue mani, come se ciò le rendessepiù intenso il sentimento di disgusto eorrore; non poteva soffrire il contatto diqualsiasi parte del suo corpo con un’al-tra; era costretta tenere separate fra loroanche le dita; sentiva che se non potevatrovare il modo di uscire dal suo corpo,ne sarebbe impazzita; non sapeva pensa-re ad altro che alla sua condizione; dopoun’ora si addormentò di un sonno legge-ro e dal quale si svegliò libera da tutti isintomi morali, ma non dai fisici. (1)7. È compenetrata dall’idea che tuttociò che dice è menzogna; che tutti i suoisintomi sono senza realtà, ma il risulta-to di un’immaginazione inferma; pareche sia molto difficile dichiarare la veri-tà, ma diffida continuamente delle cose;

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Lac caninum

quando legge qualche cosa, lei cambiarapidamente il significato, omettendo, oaggiungendo cose. (1)8. Ogni qual volta appare un sintomo,lei si sente sicura che non è attribuibi-le alla medicina, ma che è qualchemalattia permanente. (1)9. Egli si immagina di avere il naso diun’altra persona. (2)10. Si sente molto bassa di statura passeg-giando nel mattino. (1)11. Molto irrequieta; non può concentra-re i pensieri o lo spirito nel leggere; habisogno di lasciare ogni cosa appenacominciata. (Nux., Sil., Sulph.) (1)12. Trova molto difficile leggere con intel-ligenza qualunque cosa che richieda unosforzo mentale. (Cal.) (1)13. Non può raccogliere i pensieri;senso confuso, che provoca inabilità aregistrare i sintomi, oppure a scrivereuna lettera. (Lach.) (3)14. Quando parla sostituisce il nome del-l’oggetto veduto a quello pensato. (Amm.c., Sep., Sulph.) (1)15. Non sa parlare correttamente per lametà del tempo. (Cal., Chin., Graph.,Hep., Natr. m., Nux, Sep.) (1)16. Non può ricordare neppure un breveparagrafo dopo averlo letto, ma puòricordarsi d’altre cose; ciò sembra inte-ressare soltanto quello che ha letto.(Lach., Natr. m., Staph.) (1)17. Molto smemorata; scrivendo usa troppeparole, o non le più appropriate; moltonervosa. (Bov., Graph., Hepar., Lach.,Lyc., Natr. c., Natr. m., Nux, Sep.) (3)18. Tendenza ad omettere la lettera finale diun vocabolo, scrivendo anche soltanto l’ulti-ma parola di due lettere,e dovendo dare unaripassata al suo scritto per farvi delle corre-zioni prima di spedirlo. (Lach., Nux m.) (1)

19. Molto distratto, fa delle provviste e sene va senza. (Agnus., Alum., Anac.,Causti., Nat. m., Sep.) (4)20. Molto distratta; andò per spedire unalettera, comprò e vi appose il francobollo,e poi ritornò a casa con la lettera in mano.(Con., Dul., Lach., Natr. m.) (1)21. Non può comportare di essere lascia-to solo un momento. (5)22. Grida o piange per paura di contrarreconsunzione. (Cal., Sep.) (6)23. Accessi di pianto due o tre volte ilgiorno. CM (7)24. Depressione dell’animo; dubita delle suecapacità; dubita di non riuscire nella profes-sione; pensa che lei soffrirà di una malattia dicuore,e ne morrà.(Lach.);pensa di non esse-re importante nella vita. (1)25. Sensi di tristezza accresciuti a misurache il mal di testa peggiora. CM (7)26. Malinconia cronica; ogni cosa sembranera da non poter diventare più nera.(Lyc. Puls.) (1)27. Scoraggiata senza speranza; crede lasua malattia incurabile, e non effetto delladroga; non si cura né di vivere né di mori-re. (Act., Bry., Calc., Lach.) (1)28. Si sente come se non avesse un amicosulla terra, e piangerebbe ogni momento;le pare che non vi sia niente che valga lapena di vivere; amerebbe morire. (Aur.,Lach., Sep.) (1)29. Ansietà (4)30. Gran paura alle volte di cadere giùdalle scale. (Borax) (1)31. Paura della morte con ansiosa espres-sione del volto. (8)32. Nel coricarsi, o di giorno, o di notte,essa comincia a pensare quanto terribilecosa sarebbe se un dolore molto acutosimile ad una coltellata le attraversasse ilcorpo, e un tale pensiero le provoca gran-de affanno d’animo: essa si immagina sem-pre che i dolori sono quelli che trapasse-rebbero il corpo da parte a parte. (1)33. Facilmente eccitato. CM (7)34. Troppo eccitato per consentire ad unulteriore esame della gola. CM (9)35. Molto facilmente allarmato. CM (7)

36. Nervoso ed irritabile. (10)37. Molto irritabile quando non è asso-pito. CM (2)38. Molto stizzosa, e irritabile durante ilmal di testa. (Nux) (1)39. Intensa laidezza e carattere odioso intutti i modi e tempi. Passato, presente efuturo. (1)40. Scrive alle sue migliori amiche ognisorta di basse spregevoli cose. (1)41.Dopo pranzo,umore solenne e serio,nonpropenso a scherzare o a conversare, sebbe-ne ad altre ore ciò poteva far piacere. (11)42. Esaltata sensibilità del sensorio.(Plat.) (10)

CONCLUSIONIDa quanto esposto, si nota come, il Mind diLac-caninum sia segnato ampiamente dallareattività di Laura Morgan e questo non èaffatto un aspetto marginale dell’architet-tura anche di molte altre Patogenesiinscritte nelle Materie MedicheOmeopatiche. Queste analogie sonomomenti significativi e fondanti e potreb-be ispirare molte domande sull’attendibi-lità delle fonti. Infatti, lo sottolineiamoancora una volta, il linguaggio, luogo pri-vilegiato dell’errore, è legato alle circo-stanze in cui viene usato, che sono molte-plici, ciò significa che l’espressione lingui-stica del singolo attore scaturisce dalla cul-tura del luogo e dalla costituzione.

Un aspetto interessante della sperimenta-zione di Lac-caninum, consultando anchele storie cliniche pubblicate nelle rivisteottocentesche, (ad es. vedi Il MedicoOmeopata, n. 30, pag. 17), è una rilevanzache tende a sintetizzare un tratto caratte-ristico, prototipale, del rimedio, una notamaestra (keynote), citando una definizioneamericana dell’epoca: un’alternanza delsintomo da un lato all’altro, anche improv-visamente.Tuttavia il Dott. Adolf Lippe inun suo pregevole articolo, giustamenteaffermò: “…Che un unico sintomo solamen-te importante non dovrebbe chiamarsi notamaestra, ma sintomo guida”.

LAC CANINUM

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Gustavo Dominici Medico chirurgo – Omeopata ROMA

Il vincolo indissolubileConsiderazioni generali e casistica di Lac caninum

Omeopatia clinica

Direttore de “Il Medico Omeopata”[email protected]

www.omeopatia-roma.it

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INTRODUZIONE

D urante il 46° Congresso LMHIdi Colonia del 10 maggio 1991,la pediatra austriaca Jutta

Gnaiger, presentò un’eccellente relazione suLac caninum1 con 8 casi clinici. In quella cir-costanza compresi quanto fosse importantequesto medicamento. Ulteriori elementi litrovai nella Materia Medica di J. T. Kent2

dove, tra molte informazioni preziose,l’Autore afferma: All the milks should be poten-tized,they are our most excellent remedies,they areanimal products and foods of early animal life andtherefore correspond to the beginning of our physi-cal nature. In seguito consultai il testo di E. P.Anshutz3 in cui l’Autore espone tre casi difaringo-tonsillite membranosa in tre adole-scenti rapidamente guariti dal medicamento.Nel primo di questi casi avevano fallitoLycopodium e Mercurius, nel secondo Apis; intutti e tre i casi Lac caninum agisce con velo-cità stupefacente. Pensai che con probabilitàquei giovani pazienti fossero ammalati dimononucleosi infettiva, sconosciuta altempo, di conseguenza il rimedio si propo-neva come terapia in casi simili. Nella miapratica clinica i risultati hanno confermatoquesta intuizione.L’utilità del rimedio non siferma però ad una tonsillite pseudo-mem-branosa, risulta prezioso in molte altre situa-zioni, nei bambini e negli adulti, quando,come direbbe il Kent, corrisponde al quadroglobale del Paziente. Il medicamento Laccaninum però non è facile da conoscere. Siricordano facilmente dei sintomi moltocaratteristici quali la paura e le allucinazionedi serpenti ed insetti, la sensazione di essereguardato con disprezzo e molti altri, ma iquadri sintomatologici che si presentano pos-sono essere molto differenti l’uno dall’altro.

MATERIALI E METODILa sostanza dinamizzata Lac caninum èstata utilizzata secondo la metodicadell’Omeopatia Classica, raccogliendocioè i sintomi caratteristici dall’interroga-torio e dall’esame obiettivo del Paziente econfrontandoli con la patogenesi delrimedio, appresa dai numerosi Autori chehanno scritto su di esso. Le potenze utiliz-zate sono state le centesimali hahneman-niane (CH) e korsakoviane (K), spessocon modalità crescente. A seguire alcunicasi clinici scelti fra i più rappresentatividel medicamento.

IL RAPPORTO ESCLUSIVOCASO N. 1

Il caso che segue può essere consideratoparadigmatico, vista la particolare naturadel rimedio, cioè la sua origine dal latte dicagna. È particolarmente interessantel’evoluzione del comportamento delbambino nel rapporto con la madre.Durante le varie visite mi è parso eviden-te come il mantenimento del legameesclusivo con la madre fosse proporziona-le all’avversione ad ogni tipo di relazionecon l’ambiente esterno, medico incluso.

Bambino di 2 anni e 1⁄2. Conosco il picco-lo Paziente da oltre un anno, quando lamadre lo portò in visita per febbri ricor-renti e scarsa crescita. Le febbri iniziaronocon la precoce frequenza dell’asilo nido eda un po’ si susseguivano un episodiodopo l’altro, quasi senza pausa. Il bambi-no al tempo aveva 14 mesi, era nutritoancora al seno, non riusciva a camminare.Si calmava solo in braccio alla madre eallattato. Aveva i timpani cronicamente

arrossati. Peso ed altezza erano al di sottodei percentili. Prescrissi Pulsatilla edottenni un ottimo risultato. La cura poiproseguì con Calcarea carbonica comerimedio costituzionale e Belladonna nei

RIASSUNTO

In questo lavoro vengono esposti alcuni casi clini-

ci risolti dal trattamento omeopatico con Lac

caninum. Il medicamento è ottenuto tramite dilui-

zione centesimale e succussione (dinamizzazione)

della sostanza originaria:il latte di cagna. I casi clini-

ci descritti e gli altri richiamati dimostrano come

questa sostanza sia capace di guarire numerose

patologie, anche molto significative fra cui: febbri

frequenti nell’infanzia, sindromi ansioso-fobiche,

amenorrea e molte altre, purchè presenti i sinto-

mi chiave della sua patogenesi. Particolare atten-

zione va data alla capacità terapeutica dimostrata

in molti casi di mononucleosi infettiva, dove si

pone come medicamento di prima scelta.

PAROLE CHIAVE

Latte di cagna – Lac caninum – Fobie ed allucina-

zioni – Mononucleosi infettiva.

SUMMARY

The paper shows as some clinical cases can be

resolved by using homeopathic medicine Lac can-

inum. The medicine, resulted from diluted and

dynamized dog’s milk, is shown to be effective in

several, even severe, pathologies including: frequent

fevers, anxious-phobic syndromes, amenorrhea and

many others.The essential condition for a success-

ful prescription is the clear evidence, during the

case analysis, of the specific pathogenetic keynotes.

The paper highlights as the homeopathic medicine

Lac caninum could be considered as the preferred

treatment of the infective mononucleosis.

KEYWORDS

Dog’s milk – Lac caninum – Phobias and halluci-

nations - Mononucleosis

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anno XII numero 35 luglio 2007 49

Lac caninum

casi acuti, con buoni risultati e migliora-mento dei parametri di crescita.

26 LUGLIO 2004 – IN STUDIODurante la visita attuale la madre micomunica di aver effettuato il vaccinoMPR (Morbillo, Parotite, Rosolia), nono-stante la mia netta opposizione. Tuttoraallatta il bambino nonostante gli oltre 30mesi di età, mi dice una volta al giorno,ma sospetto molto di più. Mi comunicaanche di non riuscire a togliergli il panno-lino. La signora si mostra estremamentepossessiva nei suoi confronti, con eccessi-ve e costanti premure. Le spiego concalma che l’allattamento è cosa preziosa,ma se troppo protratto può creare nume-rosi inconvenienti. Lei risponde: È lui cheme lo chiede! Rinuncio all’opera di convin-cimento, che non ha possibilità di succes-so, ed osservo il bambino.Ha occhiaie molto pronunciate. Mi si dicetimido, a me appare piuttosto corruccia-to. Non pronuncia suono. Cerco di comu-nicare in vario modo, ma lui si rifugia pia-gnucolante dalla madre. Il sintomo carat-teristico risulta essere: ALLATTAMEN-TO PROLUNGATO. Colpiscono il rap-porto esclusivo con la madre, che escludecompletamente il mondo esterno, eanche la mancata emancipazione in ogniaspetto. In base a ciò prescrivo:LAC CANINUM 200K ed MK - In doseunica, a distanza di 10 giorni, sia allamadre che al bambino.

FOLLOW UP

6 GIUGNO 2005 – Dopo quasi un anno lamadre afferma felice: La cura fu miracolosa!Ha sofferto di una varicella molto lievee poi più nulla, nonostante la frequenzadella scuola materna. L’allattamentofinalmente è stato interrotto, ha iniziatoa mangiare proprio tutto, anche a scuo-la, persino frutta e verdura che aborri-va. La crescita è stata veramente mira-colosa, fino al 70° percentile in altezzae peso. Quindi tutto più che bene.Noto tracce di emancipazione: ad esem-

pio cammina qua e là per lo studio, manon accetta un rapporto con me, si rivol-ge solo alla madre. Se lo interpello sinasconde e si rifugia dalla madre. Porta icapelli molto lunghi, tanto da esserescambiato per una bambina, cosa che nonsembra dispiacere. Le cose vanno talmen-te bene che decido di non intervenire.

16 GENNAIO 2006 – Un mese dopo pre-scrissi ancora Lac caninum 200K per un lieveepisodio acuto, con successo. Bene fino apoco tempo fa, quando è sorta una febbreintensa, otite e tuttora ha tosse stizzosa. Ètornato inappetente. Si rivolge esclusiva-mente alla madre, è totalmente dipendentedalle espressioni di lei, legato indissolubil-mente ad ogni suo stato d’animo. Mentre loosservo, la madre mi comunica: È moltoaffettuoso con me! E in effetti il bimbo si aggi-ra solo nei suoi dintorni, ogni tanto la bacia,la tocca, si strofina a lei. Con gli altri inve-ce è assai poco espansivo e credo che ledue manifestazioni siano strettamente col-legate. Mi rendo conto di come la madresia l’unico tramite fra lui ed il mondo, nonha contatti diretti con l’esterno. Il bambi-no gioca con lei, poi improvvisamente lascaccia e la picchia. Cerco di inserirmi, maè impossibile. Parlo con lei ed il bambinoallora mi picchia con violenza e poi picchiala madre. Visti i risultati della precedenteterapia, prescrivo ancora:LAC CANINUM 200K ed MK - In doseunica, a distanza di 30 giorni.

31 MAGGIO 2006 – In questo periodo haavuto un’eruzione scarlattiniforme, guaritavelocemente da Lac caninum 200K, poi unaltro episodio acuto, che ha ricevuto la stes-sa prescrizione con successo. La madre loriporta perché sono tornate la tosse e l’oti-te. Il bambino mantiene lo stesso aspetto unpo’ femminile, ma è molto più vivace, esu-berante, addirittura loquace: parla molto dipiù, anche se non bene. È senz’altro menodipendente dalla madre, riesco anche arapportarmi a lui senza il solito filtro. Haavuto precoci carie e ha una desquamazio-ne periodica della palme dei piedi, senzavera dermatite. Continua a crescere moltobene ed a non ammalare praticamentemai. La madre è entusiasta, io anche.LAC CANINUM XMK – Dose unica.

Fino al momento attuale il bambino non hapiù avuto alcun problema. Sporadicamentericevo una telefonata della madre che miconferma le ottime condizioni di salutechiedendomi cosa fare; puntualmenterispondo: Nulla! Ha più di 5 anni e sonoquasi 3 anni che assume esclusivamente epiuttosto raramente Lac caninum.

LE FOBIE E LE ALLUCINAZIONIIl tipico Paziente Lac caninum è eccitabile,estroverso (quasi come Phosphorus), isterico epieno di paure.4 In effetti la fantasia eccitatadella sostanza genera paure intense e allu-cinazioni di ogni tipo, in particolare dianimali, con speciale predilezione per i

Il medicinale omeopatico Lac caninum, quando indicato

dal quadro clinico, aiuta il malato a superare la difficoltà

ad essere e manifestarsi. Il Paziente Lac caninum rimane legato

ad un vincolo primordiale che gli impedisce di potersi esprimere

liberamente, di aver fiducia in sé, di sentire il mondo circostante

e sentirsi. È un individuo in bilico fra la sua vita e l’inconscio

che sembra volerlo riassorbire. La sua fragile identità lo espone

a paure, fobie, allucinazioni, senso di separazione dagli altri

e profonda disperazione.

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Omeopatia clinica

serpenti. Eccitabilità + paura dei serpentinon sempre è = a Lachesis mutus o ad unaltro rettile, ne va tenuto conto. Ma unacaratterizzazione così limitata non è suffi-ciente per descrivere il rimedio, che puògenerare e curare situazioni depressivemolto gravi: Sfiduciata e disperata;(…) nonha un amico per cui vivere;non ha nessuna cosavalida per vivere, piangerebbe ogni momento.6

La sostanza dinamizzata genera anche unagrande sfiducia in sé, un profondo sensodi autodeprezzamento, una sorta diinconsistenza7, che spesso viene proiettatasugli altri con sensazione di esseredisprezzato ed abbandonato da tutti.

CASO N. 2

13 MAGGIO 1995 – IN STUDIOÈ un ragazzo di 13 anni. Mentre la madremi racconta lui sta sulla sedia, buttato giù,come inerte. Sembra sonnolento, vuolesdraiarsi di continuo. La madre è preoccu-pata perché da un po’ è abulico ed assen-te, soffre di paure ed ammala frequente-mente. Mi racconta che:· Ha mal di testa a scuola, alla fronte.· È molto sensibile al dolore, ai sapori, agliodori. Dormendo ha molta salivazione.· I giorni scorsi ha fatto la pipì a letto.· Dice che ha paura di crescere, di diven-tare grande.· Ha paura del buio, che ci sia qualcuno incasa, ladri, fantasmi.Afferma di aver vistoun fantasma. Ha incubi notturni, vedestrane forme, pupazzi di neve.· Ha paura dei ragni. Immagina ragnie formiche nel fondo del letto, scor-pioni; prima di andare a letto guardacon attenzione; si mette i calzini perdormire, anche d’estate.

Fra le sue paure quella che più risalta èquella dei ragni, per i quali ha un vero ter-rore. L’altro sintomo caratteristico sonole allucinazioni di ragni o altri insetti nelletto (Synthesis 8.1)5:

MIND - FEAR - spiders, ofMIND - DELUSIONS - spiders, sees

MIND - DELUSIONS - insects, sees

Lac caninum include i tre sintomi. In base atale risultato prescrivo:LAC CANINUM 200K in unica solu-zione.Furono sufficienti due sole dosi dello stes-so medicamento a distanza di 5 mesi l’unadall’altra: il ragazzo ammalò molto rara-mente; la sintomatologia delle paurescomparve definitivamente. È ancora mioPaziente dopo 12 anni, non ha più neces-sitato di Lac caninum.

CASO N. 3

Donna di 68 anni, brevilinea, sovrappeso,di indole dolce. Soffre di: ipertensionearteriosa, ipercolesterolemia, algie reu-matiche, ernia inguinale destra, insonniae di numerosi altri disturbi di vario gene-re. Nella sua anamnesi numerosi inter-venti chirurgici: emorroidi; isterectomia(48 anni); varici arti inferiori (2 interven-ti); ernia inguinale sinistra; valgismo allu-ce destro; tonsille; appendice; un abortovolontario. Racconta che dopo una ane-stesia perse la vista e la memoria e che daquel momento non riesce più a concen-trarsi.Assume numerosi farmaci:TOTA-LIP 20mg; ALAPRIL 20mg; FUROSE-MIDE 25 mg; NORVASC 5 mg; NEBI-LOX 5 mg; spesso FANS. Viene a visitaprincipalmente a causa dei dolori reu-matici e di un intenso dolore all’ipocon-drio destro, probabilmente causato dal-l’ernia inguinale omolaterale.È un soggetto particolarmente impressio-nabile, ricorda in modo vivo persino gliepisodi della II guerra mondiale, quandoaveva pochi anni. Racconta di altri traumiemotivi (il fratello che tentò più volte disuicidarsi), di cui serba ricordi moltointensi, come fossero accaduti pocotempo fa. In effetti, osservandola men-tre ne parla, si nota un coinvolgimentoemotivo intenso ed attuale. In due suc-cessive visite e telefonicamente prescri-vo Rhus toxicodendron prima eMedorrhinum poi, ottenendo un certo

sollievo dei sintomi e la diminuzionedell’impegno farmacologico. Mi rimanela sensazione di non aver conosciutoadeguatamente la Paziente, sommersodalla sintomatologia troppo variegata edalla moltitudine di dati da esaminare.Così, quando torna in visita, cerco diapprofondire la ricerca sintomatologica.

La Paziente si presenta come sempredolce, molto sofferente, ipersensibile,spaventata da tutto, tormentata da ango-sce. È in procinto di sottoporsi all’inter-vento di asportazione dell’ernia inguinaledestra, ritenuta la causa del dolore allafossa iliaca, cosa di cui non sono affattoconvinto. Sarebbe il suo 14° intervento ene ha molta paura. Mi comunica:Con la cura ho avuto il dolore più raramente,ma ora è continuo! Ce l’ho qui, a destra, se stotroppo a lungo in piedi ferma, con forti cram-pi, poi esce del gas e passa, mi dura 10 minuti.La notte non ce l’ho.Sono molto stitica,da sem-pre; ho come un tappo e poi esce il sangue.

Sono convinto che il miglioramento del-l’alvo farebbe scomparire il meteorismoed il dolore che la tormenta. La Pazientemi racconta poi di tutti gli altri dolori, deidispiaceri, della sua sensibilità, ma sononotizie che conosco, mi interessa invecealtro, per cui le chiedo come riposa lanotte, che è un’ottima spia delle condizio-ni di un soggetto:Non appena mi addormento subito faccio sognibrutti … sogno tanto, sempre … mi svegliospaventata. Spesso mi stanno violentando …non appena chiudo gli occhi …vedo ombre, avolte mi addormento solo alle 4 del mattino.

Le chiedo poi se ha paura di qualcosa inparticolare.Ho tanta paura dei serpenti, una paura terri-bile, anche solo se li vedo in TV … ma hopaura della guerra, che succeda qualcosa dibrutto a mia figlia, ai nipoti … però i ser-penti … li sogno che passano sopra il letto… mi vengono i brividi a parlarne,non possonemmeno parlarne! Comunque io vivo con

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Lac caninum

tanta paura, io vivo di paure! Sono statasempre così, da quando ero piccola.

Il sintomo: MIND - FEAR - snakes,of5 include26 rimedi di cui solo uno al 3° grado: Laccaninum. Al grado 2° compaionoAbelmoschus, Elaps e Lachesis. In effetti unodei medicamenti omeopatici da differen-ziare da Lac caninum è proprio Lachesismutus, che risulta però assai differente. I sin-tomi: MIND - DELUSIONS – snakes e MIND- DELUSIONS - snakes - in and around her4

sono keynotes di Lac caninum.LAC CANINUM 200K – Un tubo dose.Le sconsiglio l’intervento chirurgico.

FOLLOW UP

3 MESI DOPO – Dopo 30 giorni ancoraLac caninum 200K per telefono.Attualmente, in studio, ha l’aspetto moltopiù sereno, un’espressione del viso note-volmente diversa. Mi comunica:Sto molto meglio, dormo, riposo. Non ho più ilsangue nelle feci, ma la stitichezza rimane. Senon vado al bagno mi gonfio e mi vengono idolori … solo in piedi, da seduta passano.LAC CANINUM MK – Un tubo dose.

40 GIORNI DOPO – Per telefono micomunica che tutto va bene, dorme bene,è serena, che il dolore all’inguine destro èpassato, ma che ha dei dolori ai calcagni,che aveva avuto in passato. Rilevo come laguarigione proceda dall’alto in basso edanche un ritorno sintomatologico.Prescrivo Lac caninum 35K.

2 MESI DOPO - La Paziente mi chiamaperché ha terminato i granuli e desiderasapere cosa fare. Le chiedo come sta e leimi risponde che si sente calma (cosa chepuò apparire normale, ma non per laPaziente, fino a poco fa era una sensazionea lei estranea), ha il dolore ai calcagni e, se

si stanca, anche all’addome. Prescrivo LACCANINUM XMK.Attendo i risultati.

CASO N. 4

Ragazza di anni 16, esile, delicata. Vieneper amenorrea, dermatite atopica, irsuti-smo, vitiligine. Il ciclo non è mai statoregolare, il flusso sempre scarso. Cinquemesi or sono ha asportato le tonsille acausa di infezioni recidivanti, 5 episodisolo nell’ultima estate, accompagnate daafte. Da allora è amenorroica. Soffre datempo per dermatite seborroica nucaleche peggiora nei periodi di stress. Lamadre è affetta da Lupus eritematososistemico. La invito a parlare di sé:

Mi sento triste, tutti mi odiano e mi scansano,io li amo, ma nessuno mi capisce.Smetto tutte le attività che inizio. Mangiomolto e anche le unghie.Rispondo sempre male a mia madre.Ho sempre prurito,peggio da qualche mese:alla testa,al collo,ai polpacci … ed ho anche la cellulite!

Le chiedo se ha paura di qualcosa:Più che paure ho dei veri e propri incubi: ser-penti che mi entrano nei pantaloni,mi striscia-no addosso … sin da piccola ne ero terrorizza-ta, come un ribrezzo dentro.A volte ho la sensazione che la mia stanza nonabbia pavimento, che c’è il vuoto. La nottesogno che i miei amici mi scansano,che mi trat-tano male, che non conto nulla per loro; è unsogno ricorrente.

Le chiedo se soffre di altri disturbi:A volte ho forti mal di pancia, intorno all’ombe-lico; migliorano se bevo acqua calda. Certe volteho il vomito.Soffro di giramenti di testa per leg-geri movimenti della testa, anche per cambia-mento di clima.Ho anche avuto 2 svenimenti.

Durante la visita noto delle macchie divitiligine alla palpebra superiore sinistra,che afferma di avere dall’età di 4 anni, lacui estensione si è spontaneamente deli-mitata. La ragazza ha lentiggini al viso.Soffre di un certo irsutismo. DHEA 3,10

ng/ml (v.n.: 1,2-3,6). Androstenedione5,3 ng/ml (v.n.: 1-3). Prescrivo:LAC CANINUM 200K – Un tubo dose.

FOLLOW UP

30 GIORNI DOPO - Il flusso mestrualearrivò dopo 7 giorni, durò un giorno emezzo, senza dolore. Dal giorno seguenteebbe una rinite che tuttora è presente, daqualche giorno accompagnata anche datosse. Afferma di sentire: come un tappo dimuco in testa. Poco dopo l’inizio della curaebbe un episodio di vomito, poi non piùripresentato. Ha anche avuto mal di testai primi giorni, poi scomparso; da ieri si èripresentato. Ha anche avuto prurito allemani nella prima settimana, poi scompar-so, ora tornato. La ragazza afferma:All’inizio ero ancora più prevenuta, scorbutica… poi mi sono sentita meglio … pensi,non homai litigato con mia madre! Da qualche gior-no però sto tornando quasi come prima.Sto facendo dei sogni stranissimi: ero un uomoe la suocera mi cacciava … oppure il miomigliore amico mi chiedeva di insegnargli anuotare, ma poi affogava. Oppure mucche rosache parlavano …Mi sento sempre inferiore alle mie amiche, perun motivo o l’altro.Non voglio che gli altri siano cortesi con me, èun po’come se dovessi avere un credito verso loro…

Nel complesso la ragazza sta meglio. La let-tura dei sintomi fa comprendere che ilrimedio è probabilmente corretto, ma lasua durata d’azione è stata breve; probabil-mente la potenza scelta è stata troppo bassa.Visitandola trovo il faringe molto arrossatoche le causa una tosse spasmodica. Scoprache cerca insistentemente i gelati.LAC CANINUM MK – Un tubo dose.

4 MESI DOPO - Le mestruazioni sonovenute puntualmente ed il flusso è statoadeguato. Non ha più fatto sogni strani,afferma con noncuranza di non ricordarepiù i sogni. Un mese dopo l’inizio ebbe unmal di denti da otturazione saltata, che

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Omeopatia clinica

riparò senza assumere farmaci.Ha iniziato il nuovo anno scolastico moltobene: Come mai prima! Non effettuati idosaggi ormonali richiesti. LAC CANI-NUM 35K – Tre granuli x 2 volte al giorno.

LA MONONUCLEOSI INFETTIVAMalattia acuta provocata dal virus di Epstein-Barr, caratterizzata da febbre, faringite e lin-foadenopatia. (…) Dopo l’infezione primariail EBV rimane all’interno dell’ospite per tuttala vita e viene eliminato in modo intermittentedall’orofaringe. (…) L’eliminazione orofarin-gea aumenta in frequenza e in quantità neipazienti immunodepressi (…) Il EBV è statoanche associato al linfoma di Burkitt africano,ad alcune neoplasie delle cellule B nei pazien-ti immuno depressi (specialmente i trapiantati,quelli con infezione da HIV …) e al carcino-ma nasofaringeo. (…) È stato postulato che ilEBV giochi un ruolo in alcuni linfomi a cellu-le B (…). Negli ultimi anni molti studiosihanno individuato una relazione nei pazienticon la sindrome da stanchezza cronica (…).8

Semplicemente dalla nostra pratica clinicapossiamo rilevare l’incremento dellamononucleosi negli ultimi anni. Unamalattia certamente benigna, ma di tuttorispetto per il coinvolgimento del sistemaimmunitario, per il decorso e la debilita-zione che spesso comporta, per le innu-merevoli e non ancora chiare implicazio-ne del EBV con molte gravi malattie.Perché ciò avvenga non è dato sapere, mapossiamo con certezza affermare che inumerosi maltrattamenti ai quali è sotto-posto il sistema immunitario, dai vaccinialle numerose terapie cortisoniche edormonali in genere, aprono la strada alEBV e non solo. La medicina omeopaticapuò curare con eleganza e rapidità talisituazioni ed il rimedio Lac caninum si èdimostrato una risorsa eccezionale.Ho diagnosticato e curato molti casi dimononucleosi, malattia a volte nonsospettata e quindi misconosciuta, anchese sempre meno. Venti di questi li horaccolti e talvolta pubblicati9,10. In uno inparticolare (Una guarigione molto veloce9)

la guarigione fu talmente veloce e sor-prendente – appena 3 giorni! – dalasciare stupefatta la pediatra che negòcategoricamente a posteriori l’eventua-lità della malattia, smentita poi dagliesami che, tra l’altro, indicavano transa-minasi altissime. Posso affermare conassoluta certezza che il rimedio Lac cani-num, nel 70% dei casi guarisce la malat-tia in modo sorprendente per velocità ecompletezza. I Pazienti dopo poco risul-tano perfettamente sani ed in forma. Unaltro rimedio utilizzato con successo piùvolte, ma in percentuale senz’altrominore, è Lycopodium clavatum. È inoltreutile tenere conto del medicamento Laccaninum nei casi in cui le membranericoprono le tonsille e Mercurius solubu-lis, apparentemente ben indicato, falli-sce: il risultato è quasi garantito.

CASO N. 5

Mi telefona con apprensione un Pazienteche vuole farmi visitare con urgenza suafiglia affetta grave tonsillite che nonaccenna a guarire. La ragazza ha 16 anni.Si presenta bizzarra, inusuale, anche unpo’ sfrontata.14 giorni prima ha sofferto di intenso maldi testa in concomitanza del flusso ed haassunto acido acetilsalicilico. È rimasto ilmal di testa che è sfociato, giorni dopo, inuna febbre a 38°C per giorni, poi salitacostante a 39°C per altri giorni ed unabrutta tonsillite.Assunti due differenti anti-biotici (amoxicillina + ac. clavulanicoprima, ceftazidima poi): la febbre scomparelentamente, ma le pseudo-membranerimangono intatte con, in aggiunta, eruzio-ne e prurito diffusi. La Paziente riferisce:Sono agitata, nervosa, devo grattarmi …Sono una che sviene facilmente e anche vomitofacilmente.Ho paura di essere bocciata a scuola, ho fattotutte queste assenze, non riuscirò a recuperare!Mi viene da piangere per la rabbia.L’esame obiettivo rivela pseudo-membranebiancastre diffuse su entrambe le tonsille.Non rilevando altri sintomi prescrivo

LAC CANINUM 30 CH, tre granuli ogni4 ore circa. Dopo 3 giorni mi comunicache sta molto meglio. Le prescrivo LACCANINUM 200K.La rivedo in studio dopo 9 giorni dalprimo incontro ed è in perfetta salute,ironica, spiritosa anche in eccesso, miprende in giro. La visito con cura, ma nonriscontro la necessità di alcuna prescrizio-ne. Dopo 5 anni ancora mi telefona 2-3volte l’anno quando ha qualche febbre.

CASO N. 6

È una consultazione telefonica dellamadre di un ragazzo di 12 anni. Mi chiedeaiuto perché suo figlio è malato da 3 gior-ni con una brutta tonsillite con numeroseplacche su tutte le tonsille. La sua pediatra,che ha studiato Omeopatia, gli ha pre-scritto Mercurius solubulis che sta assumen-do da 3 giorni piuttosto assiduamente(non ricordo con precisione la potenza néla frequenza, ma decisi che la seconda eraeccessiva). Mi chiede di fare qualcosa.Faccio altre domande, ma non ricavonulla. Le prospetto la possibilità dellamononucleosi e prescrivo Lac caninum 30CH ogni 4 ore circa. Dopo 3 giorni ilragazzo è completamente guarito. Non èstato effettuato alcun esame. Si è presen-tata un’altra tonsillite telefonica e lo stessomedicamento ha guarito.

CASO N. 7

È il caso molto recente di un bambino diquasi 3 anni, chiaro, delicato, pallido. Loporta in visita per la prima volta lamadre, raccontandomi che già dal primoanno di vita ha iniziato ad ammalare dicontinuo, nonostante le avesse fatto tuttii vaccini (!). Ha assunto antibiotici anchedi recente, ma non è completamente gua-rito, è stato debole, con febbricolacostante e, proprio da questa notte, latemperatura è salita a 40°C, con lievediminuzione dopo paracetamolo.In effetti il bambino è molto provato emolto pallido. Rimane in braccio allamadre, non parla. Solo dopo un po’, sen-

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Lac caninum

tendosi più sicuro di sé, scende ed inizia agiocare, mostrando anche una certa furbi-zia non prevedibile prima. Noto le labbramolto rosse. La madre mi comunica che hatosse e catarro, che tende alla stipsi, che ingenere è molto loquace, perfino spavaldo eche vuole sempre mangiare la carne. Lovisito, trovo delle afte nel cavo orale, unamagrezza molto rilevante (il bambino è al5° percentile, sia come peso che comealtezza), una notevole debilitazione, tonomuscolare proprio scarso. Fra numerosidubbi, dopo aver esaminato più rimedi,prescrivo Acidum muriaticum 200K. Ilmiglioramento è lieve. Nei giorni successi-vi mi tengo in contatto con la signora, pre-scrivo ancora, ma la situazione non simodifica affatto, anzi, aggrava. Così 5 gior-ni più tardi vado in visita a domicilio.

Il bambino è ancora più magro e più debi-litato. La temperatura è rimasta costante-mente elevata, incurante del paracetamoloche ogni tanto la madre ha somministrato,attualmente è 39,3°C. Il cavo orale si ècompletamente riempito di afte, alleguancie, alla lingua, impedendo così albambino di nutrirsi. Il timpano destro èintensamente arrossato e provoca dolore. Ilinfonodi cervicali sono ingrossati in modorilevante e generalizzato. Controllo lealtre stazioni linfonodali, ascellari edinguinali, e trovo la stessa situazione. Devobarcamenarmi per tutta la durata dellavisita perché il bambino vuole stare esclu-sivamente in braccio alla madre, aderendocompletamente a lei, urlando se si tenta dispostarlo. È probabile che si tratti domononucleosi infettiva. Penso a Lac cani-num, verifico che è presente nel doloreall’orecchio destro e quindi prescrivo:LAC CANINUM 30 CH – 3 granuli ogni 4 ore.

Il bambino migliora molto velocemente:dorme molto, la temperatura scende sindal giorno dopo e si normalizza in 36 ore,riprende a mangiare e l’umore migliora.Lo seguo telefonicamente, diminuisco lafrequenza di somministrazione del rime-

dio e lo visito in studio dopo 8 giorni. Lamamma si è ripresa dallo spavento, è feli-ce di aver perseverato ed esclama:Una ripresa estremamente veloce! Ora mangiamolto, di tutto, in particolare il latte.In effetti da quando me lo ha chiesto mi sonoricordata che questo periodo stava molto attac-cato a me, anche se da 2-3 giorni va meglio.

Certamente il risultato è brillante, il bam-bino è migliorato, è aumentato incredibil-mente di peso, ma non ha ancora un aspet-to che si possa definire salubre. È ancoradebole, ipotonico, intimorito. PrescrivoLAC CANINUM 200K in dose unica.

Dopo alcune settimane la madre viene adaccompagnare alla visita la sorella del pic-colo Paziente e lo porta con sé. Non lovisito, ma non c’è bisogno, solo a vederloposso affermare che sta bene: spavaldo,bel colorito, perfino vigoroso; e lamamma aggiunge: E non si è più ammalato!Chiesi l’esame del sangue per verificare ladiagnosi, ma la madre non se l’è sentita difarlo, ed io non ho insistito.

CONCLUSIONILa trattazione del rimedio non ha alcunapretesa di essere esaustiva. Tanti altriimportanti aspetti potrebbero esserepresi in considerazione ed altri casi clini-ci. Mi preme aggiungere solo un impor-tante keynote: GENERALS - SIDE - alter-nating sides5, che condivide con 25 altririmedi, in particolare al 3° grado conCocculus, sintomo che si rivela un trattofortemente indicativo per la prescrizio-ne. Mi è accaduto di pensare al rimediocon successo semplicemente rilevandoquesta singolare caratteristica: in unatonsillite, in una rinite, in un’otite, inuna cefalea. Certamente un sintomo nonè sufficiente, ma ce lo porta alla mente,appunto un keynote.I pochi casi descritti e gli altri richiamatidimostrano come questa sostanza dina-mizzata possa esprimere tutta la grandepotenzialità terapeutica in numerose

patologie, anche molto significative fracui: febbri frequenti nell’infanzia, sin-dromi ansioso-fobiche, amenorrea emolte altre, purchè presenti i sintomichiave della sua patogenesi. Particolareattenzione va data alla capacità terapeu-tica dimostrata in molti casi di mononu-cleosi infettiva, dove si pone comemedicamento di prima scelta.Considerata l’importanza o semplice-mente la concomitanza di EBV innumerose gravi patologie, è ipotizzabilel’uso terapeutico di Lac caninum nei casidi linfoma, quando sia presente la carat-teristica sintomatologia e quando lasituazione lo reputi opportuno.

BIBLIOGRAFIA

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Congress LMHI, Proceeding-Band I, Pag. 166-8,

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9. G. DOMINICI – Il Medico Omeopata, Anno IV

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molto veloce - FIAMO,Terni, Marzo 2000.

10. G. DOMINICI – Il Medico Omeopata, Anno V

n. 19: Mononucleosi infettiva (quattro casi clinici) –

FIAMO,Terni, Aprile 2002.

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RICORDO A MADELEINE BASTIDE

La Prof. Madeleine Bastide (1935-2007) ci ha lasciato il 10 giugno 2007.Professore di Immunologia all’Università di Montpellier, con altri 14 ricercatori fondò nel 1986il GIRI, Group International de Recherche sur l’Infinitésimal. Ha dedicato la sua vita allo sviluppo della ricerca nelcampo delle alte diluizioni, con un estremo rigore coniugato con un profondo amore per l’omeopatia. Ricordiamo congratitudine la sua presenza disponibile e stimolante in tanti incontri e congressi. Il Congresso del 2008 ad Ostenda,dedicato al tema della Evidence Based Homeopathy, è una tappa importante del cammino verso quell’omeopatiascientifica che Madeleine Bastide ha contribuito a costruire.

La rivista Il Medico Omeopata, organo ufficiale della F.I.A.M.O.Federazione italiana delle Associazioni dei Medici Omeopatici

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TITOLO DEL LAVORO

RIASSUNTO/SUMMARY – Breve maesauriente, comprendente scopo dellavoro, metodi, risultati e conclusioni; initaliano ed in inglese.

PAROLE CHIAVE/KEYWORDSMinimo 3 parole, Massimo 7, in italianoed in inglese.

CORPO DELL’ARTICOLO – Pagine connumerazione araba. Suddivisione in para-grafi, ad esempio: Introduzione – Materialie Metodi/Descrizione del caso clinico –Risultati – Discussione – Conclusioni.

TABELLE E FIGURE – Fuori dal testo,

numerate, con riferimento al testo.Specificare a parte la didascalia perognuna di esse e spiegare le eventualiabbreviazioni.

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