inarte_2009-03

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Gli antichi esordi della scultura siceliota La Via Crucis di Lao K Il genio visionario di Boccioni Poste italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% CNS PZ idee arte eventi € 1,50 Rivista mensile a diffusione nazionale - anno V - num. 3 - Marzo 2009 Associazione di Ricerca Culturale e Artistica

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Page 1: InArte_2009-03

Gli antichi esordidella scultura siceliota

La Via Crucis di Lao K

Il genio visionario di Boccioni

Poste italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% CNS PZ

idee arte eventi

€ 1,50 Rivista mensile a diffusione nazionale - anno V - num. 3 - Marzo 2009

Associazione di

Ricerca Culturale

e Artistica

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Cromie

suo corpus artistico, più che ri-tratti, rappresentano le diverse sfaccettature del concetto stes-so di femminilità. Corbisiero è sicuramente un igurativo: ma il suo approccio alla pittura non appartiene al mero descrittivi-smo. È anzi vicino a quella sfera informale che, proprio negli anni della scuola potentina di Maria Padula, esplodeva nel mondo e in Italia. Questa vicinanza è poetica: Corbisiero infatti dà leggibilità a quella forma nega-ta da artisti come Burri o Tàpies ma poeticamente “informale” è l’approccio materico all’opera. Il pittore crea una supericie for-temente espressiva, attraverso la stratiicazione di carta velina, colla, olio e acrilico, completata

da una copiosa stesura di bitume liquido, funzionale alla realizzazione di quegli effetti chiaroscurali che compongono il timbro terroso della sua tavolozza. Tutto viene misurato dalle mani dell’artista che di-ventano un’estensione del pennello, la cui presenza è limitata solo alla prima stesura. L’effetto inale è quello di una supericie vissuta, ricca di screpola-ture, le cui pieghe vanno lette come pagine di un racconto: racconto di un ricordo, come quello di un viso quasi consumato dal tempo, come in Pensieri

nella penombra. Di un documento, come quello delle tante immagini legate al mondo contadino rappre-sentate da Corbisiero, come in Pietas Contadina. Di un’istantanea, come quella del tramonto che inghiot-te le case di “un tempo sospeso” nel dipinto omoni-mo. Il racconto di un universo interiore, parallelo alla realtà.

Si è appena conclusa a Venosa, presso il Castello della città, “Im-

plementazioni visive” persona-le di Franco Corbisiero, artista appartenente alla scuola pitto-rica fondata da Maria Padula e Giuseppe Antonello Leone nella metà degli anni Sessanta, nel capoluogo lucano. Un gruppo di artisti (che vede tra gli altri: Gerardo Cosenza, Rita Olivieri, Angela Padula, Felice Lovisco, Achille De Gregorio e Anna Fa-raone) formatosi in una Basili-cata investita da una rivoluzio-ne culturale e antropologica, nel boom dello spopolamento dei centri rurali. Maria Padula, artista di matrice “leviana”, e i giovani della sua scuola, han-no plasmato la loro poetica sul racconto di un mondo che cambiava; hanno creato, così, un archivio, lirico e storico, di immagini, sapori, colori, appartenenti ad una cultura, prevalentemente contadina, destinata inesorabilmente a scomparire. Di questa lezione, Franco Corbisiero, forse più degli altri compagni, si è fatto testimone. Le sue opere, infatti, descrivono una terra collocata più in un con-testo emotivo, che non meramente geograico: seb-bene gli scorci dei suoi paesaggi possano riportare alla mente borghi lucani, a cui effettivamente l’artista si ispira, ad uno sguardo più attento, scopriamo che sono luoghi appartenenti al regno della memoria. Lo rivelano i colori: alle nuances terrose che caratteriz-zano i calcinacci delle case, si sostituiscono tonalità pastello che non descrivono, ma raccontano un sen-timento (come in Il Tempo remoto). Anche le igure femminili, che costituiscono una parte importante del

Corbisiero: implementazioni

visive di un artista

di Fiorella Fiore

Franco Corbisiero, La sida, tecnica mista, cm 40x80. Pagina a ianco: Franco Corbisiero, Intimità, tecnica mista su tela, cm 40x80.

Franco Corbisiero, Pensieri in penombra, tecnica mista, cm 60x80.

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