inarte_2010-03-04
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€ 1,50 Rivista mensile a diffusione nazionale - anno VI - num. 3/4 - Marzo/aprile 2010
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Eventi
sono una costante delle sue opere. Eppure, a volte,
esattamente come nella sua musica, esplode il co-
lore, i contorni si sfumano, quella rassicurante fami-
liarità viene traslata in una realtà onirica, mai inquie-
tante, ma pur sempre appartenente ad un mondo
altro, proprio dell’artista, di cui il pagliaccio diventa
simbolo. Lontano dall’immagine ridicola o sciocca
che caratterizza questa igura, il clown di Mussolini è sovente pensieroso, rilessivo, deus ex machina
che osserva il mondo e si fa demiurgo di una dimen-
sione tra realtà e sogno: un dualismo comunicato
dall’espressione malinconica che spesso stride con i
colori sgargianti delle tele, che diventano le quinte di
questo universo. Una contraddizione che possiamo
provare a spiegare con le parole di Federico Felli-
ni, che diceva di questa emblematica maschera, cui
rese omaggio nel ilm “I clown”: “le due igure sono il clown bianco e l’augusto. Il primo è l’eleganza, la
grazia, l’armonia, l’intelligenza, la lucidità, che si pro-
Il jazz di Romano Mussolini è fatto di melodie sof-
fuse, rassicuranti, piuttosto ordinate, che a volte
esplodono nei virtuosismi del piano, allontanandosi
da schemi preconcetti e abbandonando la musica
alla libertà che solo questo genere musicale può
offrire. Parlare di Romano Mussolini jazzista è par-
lare di Romano Mussolini pittore: non solo perché
entrambi incarnano la igura totale dell’artista che, in due modi differenti, persegue lo stesso ine, quello di interpretare la realtà. Ma anche perché le sue tele
sono l’espressione visiva di quella musica. I soggetti
da lui rafigurati sono quasi sempre gli stessi: pa-
esaggi, gli angoli intimi della sua esistenza; le sue
donne, affascinanti e lussuriose ma anche maliziose
e innocenti; e i pagliacci, che tanto lo hanno reso
noto. Anche in queste tele i toni sono rassicuranti,
complice un igurativismo che rende l’immagine fa-
miliare a chi la guarda e una tavolozza fatta di tinte
calde, anche quando prevalgono i blu cobalto che
Romano Mussolini, Maternità, olio su tela, cm. 50x70 Romano Mussolini, Nackte Schînheit, olio su tela, cm. 50x70
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Eventi
e l’augusto sono la maestra e il bambino, la madre e
il iglio monello; si potrebbe dire, inine: l’angelo con la spada iammeggiante e il peccatore”. Viene da chiedersi, a leggere queste parole, se non
sia da cercare proprio lì la chiave di lettura per com-
prendere non solo Romano Mussolini pittore e mu-
sicista, ma soprattutto uomo, la cui vita è stato duro
muoversi con il peso del passato sulle spalle, a cui
a volte ha cercato di sfuggire (ricordiamo l’utilizzo di
uno pseudonimo nei primi anni della sua carriera)
ma che ha sempre raccontato, in quei paesaggi, in
quelle donne, ma soprattutto in quei pagliacci, i cui
sguardi raccontano le note del suo piano e, forse,
quel contrasto perpetuo tra “il clown bianco e l’augu-
sto” presenti nella sua vita.
Dal 28 marzo ino all’8 maggio 2010, le opere di Ro-
mano Mussolini sono in mostra presso la “Galleria
25” di Venosa; un appuntamento da non perdere per
poter ammirare le opere qui descritte.
pongono moralisticamente come le situazioni ideali.
L’augusto, che è il bambino, si ribella a una simile
perfezione; si ubriaca, si rotola per terra e anima,
perciò, una contestazione perpetua. Il clown bianco
Romano Mussolini, Pagliaccio, olio su tela, cm. 40x60 Romano Mussolini, Pagliaccio, olio su tela, cm. 40x60
Gli sguardi di
Romano Mussolini
di Fiorella Fiore