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[an error occurred while processing this directive] «La mia edicola- rotativa, un omaggio al relax» Dal vaso alla città, secondo natura «Inclusione possibile anche a 1,20 m» Seul, una «lastra di roccia» anteprima dei negozi futuri La velocità necessaria «Cambia tutto, ora ci aspettala piu grande sfida creativa» ABITARE «Inclusione possibile anche a 1,20 m» I progetti «porosi» di Lina Ghotmeh: per il concorso del Corriere un’edicola a moduli fisica e digitale di Silvia Nani Isolamento fisico, a cui corrisponde un incredibile lavorio mentale. Lina Ghotmeh, architetto franco-libanese con base a Parigi, durante questa emergenza sta frequentando ogni giorno il suo studio in totale solitudine, con i 25 collaboratori attivi da remoto e governati da lei, che organizza, scrive, riflette. «Abito a pochi passi da qui e quando esco alla mattina domina il silenzio assoluto. Eppure nella mia mente c’è un costante brusio di idee», esordisce, dalla sua scrivania. Progetti avviati, altri su cui ragionare: «Mi piace definire l’architettura come l’“archeologia del futuro”, l’atto di proiettare in un elemento fisico la nostra memoria sociale, ciò che abbiamo imparato dai nostri eventi passati, dalle crisi alle vittorie, per dare vita a forme future migliori». Ancora di più Lina Ghotmeh, oggi che ci apprestiamo ad affrontare il dopo emergenza, ragiona su come l’architettura potrà colmare una dicotomia sociale che appare insanabile: l’inclusività, fulcro dei suoi progetti, contrapposta alla necessità di distanziamento. Vital, il suo concept per il concorso del Corriere «L’edicola del futuro», ne è già un esempio. «Stranamente, ancora prima della crisi del Covid-19, la nostra base per la progettazione di Vital è stata la distanza di 1-1,20 metri tra le persone. Dalle nostre ricerche, per favorire l’interazione sociale salvaguardando lo spazio interpersonale, servono proprio 120 centimetri. Esattamente il parametro che diventerà imprescindibile ora», spiega, della struttura a moduli identici, che fanno coesistere una accanto all’altra funzioni diverse (dal chiosco alla stazione di lavoro, dalla caffetteria alla libreria, allo spazio per la raccolta differenziata). L’adattabilità a esigenze che possono cambiare rimane il cardine del progetto, funzione importante adesso più che mai: «Ora, per esempio, si potrebbe pensare di usare un modulo come punto raccolta per i generi alimentari o i tessuti di recupero per le mascherine sanitarie». Altro tema è la doppia valenza di hub informativo fisico e digitale. E anche qui il pensiero è attuale: «La contemporaneità sta nel far convivere il web, veloce e impalpabile, ai giornali, con la loro dimensione visceralmente emotiva. Nei momenti di crisi questo doppio binario è fondamentale». Certo, per Ghotmeh, il valore principale dell’edicola rimane la capacità di facilitare le relazioni umane: «Muovendo un’economia circolare basata sulla condivisione piuttosto che sul consumo. Imparando a condividere cose materiali e immateriali metteremo alla prova la nostra capacità di essere una società compatta, rispettosa dell’ambiente, pronta alla solidarietà». È un dato di fatto che l’architettura delle nostre città avrà nel post emergenza un ripensamento in chiave sociale ancora più accentuato. «La gestione dello spazio era già un tema al centro delle nostre sfide: ce lo imponevano la densità e la crescita globale, esponenziale, della popolazione e le conseguenze dei cambiamenti climatici. E oggi, più che mai, ci serve capire come creare luoghi inclusivi, più sostenibili e autosufficienti per consentire alle città di essere resistenti alle crisi», afferma Ghotmeh. «Un’ipotesi potrebbe essere produrre localmente, ostacolando lo spreco di materiale e riducendo il pendolarismo. E poi creando e costruendo attraverso economie circolari». Tra i suoi progetti molti già vanno in questa direzione, e forse il più eclatante è Réalimenter Masséna, che sarà ultimato nel 2022: una torre in legno, punto di incontro sul tema dell’alimentazione sostenibile: «Un viaggio attraverso il ciclo completo dei cibi, dove convergeranno ricercatori, chef, artisti, specialisti agricoli: l’edificio sarà un microcosmo che ci insegnerà a mangiare in loco e a smaltire gli scarti all’interno di una struttura sostenibile». La natura, patrimonio da salvaguardare in quanto capace (anche) di traghettarci nel futuro, è un altro suo tema progettuale forte: dal laboratorio per Hermès, in costruzione nel nord della Francia («Fatto in materiali locali combinando savoir faire e tecnologie. Produce e distribuisce energia pulita, con un minimo impatto ambientale»), alla torre abitativa a Beirut, già ultimata: «Nasce dalla crisi della guerra: le aperture portano una varietà di viste sulla città riconciliandoci con il luogo». A questo proposito, una riflessione sulle nostre case è d’obbligo: «Andranno rese “porose” nelle funzioni: vivere e lavorare, ma anche giocare, fare giardinaggio, sognare. Integrando le diversità». Calandole nel contesto di città capaci di farci vivere meglio: «Dove saranno unite natura e autosufficienza, trasformabilità e resilienza. Al servizio dell’uomo». 25 aprile 2020 (modifica il 25 aprile 2020 | 00:45) © RIPRODUZIONE RISERVATA TI POTREBBERO INTERESSARE Veranda, terrazzo, balcone o giardino? Scopri tutte le nostre soluzioni su IKEA.it (USCIRE, STANDO A CASA.) Azioni Juventus: Un Investimento di 250€ Potrebbe Darti un… (INVESTIRE IN JUVENTUS) Investi ora 250€ in Netflix ed ottieni un reddito mensile. Ecco come fare (MARKETINGIANT.COM) Raccomandato da Mazda CX-30 con BackToDrive Pack. Scopri di più (MAZDA) In vacanza sui Colli Euganei, trekking e relax in villa (VILLA LA FLORITA) Gamma Peugeot con Ecobonus, tua con anticipo zero (PEUGEOT) Bolsonaro: «Mi spiace per le vittime, ma moriremo tutti» Morto di coronavirus a 34 anni l’ex bimbo prodigio Chris Trousdale «Il Covid? Una bufala»: complottista si ammala e finisce in ospedale Emergenza Siria Siria ore cruciali: come aiutarli in questi giorni Dona Ora Come tenersi in forma I migliori esercizi di stretching da fare in casa Scopri quali sono Optima Semplifica la Vita Unica soluzione di Luce, Gas, Internet, Fisso e Mobile x te! Solo con il TUTTO IN UNO ANNUNCI PREMIUM PUBLISHER NETWORK LEGGI I CONTRIBUTI SCRIVI Le Newsletter del Corriere, ogni giorno un nuovo appuntamento con l’informazione Riceverai direttamente via mail la selezione delle notizie più importanti scelte dalle nostre redazioni. 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Vedo l’edicolante come un manager delle relazioni» ABITARE Profondo verde di Silvia Nani Negli arredi per il terrazzo e il giardino, colori, materiali e attenzione al riciclo L’EDICOLA DEL FUTURO Flessibile, multiforme, interconnesso: l’edihub a propria immagine e somiglianza di Silvia Nani La proposta per il concorso lanciato dal Corriere della Sera dell’architetto di Hong Kong Gary Chang, celebre per le sue microarchitetture innovative I PIÙ LETTI Gazzetta | Corriere Mobile | El Mundo | Marca | RCS Mediagroup | Fondazione Corriere | Fondazione Cutuli | Quimamme Copyright 2020 © RCS Mediagroup S.p.a. Tutti i diritti sono riservati | Per la pubblicità: RCS MediaGroup S.p.A. Direzione Pubblicità RCS MediaGroup S.p.A. - Direzione Media Sede legale: via Angelo Rizzoli, 8 - 20132 Milano | Capitale sociale: Euro 270.000.000,00 Codice Fiscale, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155 | R.E.A. di Milano: 1524326 | ISSN 2499-0485 Servizi | Scrivi | Cookie policy e privacy Compara offerte ADSL | Compara offerte Luce e Gas I progetti «porosi» firmati Ghotmeh SPONSOR SPONSOR SPONSOR SPONSOR SPONSOR SPONSOR < > CORRIERE ARCHIVIO TROVOCASA TROVOLAVORO CERCA ABBONATI PER TE SEZIONI EDIZIONI LOCALI SERVIZI LOGIN

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«La mia edicola-rotativa, un omaggioal relax»

Dal vaso alla città,secondo natura

«Inclusione possibileanche a 1,20 m»

Seul, una «lastra diroccia» anteprima deinegozi futuri

La velocità necessaria «Cambia tutto, ora ciaspettala piu grandesfida creativa»

ABITARE

«Inclusione possibile anche a 1,20 m»I progetti «porosi» di Lina Ghotmeh: per il concorso del Corriere un’edicola a moduli fisicae digitale

di Silvia Nani

Isolamento fisico, a cui corrisponde un incredibile lavorio mentale. LinaGhotmeh, architetto franco-libanese con base a Parigi, durante questaemergenza sta frequentando ogni giorno il suo studio in totale solitudine,con i 25 collaboratori attivi da remoto e governati da lei, che organizza,scrive, riflette. «Abito a pochi passi da qui e quando esco alla mattina dominail silenzio assoluto. Eppure nella mia mente c’è un costante brusio di idee»,esordisce, dalla sua scrivania. Progetti avviati, altri su cui ragionare: «Mipiace definire l’architettura come l’“archeologia del futuro”, l’atto diproiettare in un elemento fisico la nostra memoria sociale, ciò che abbiamoimparato dai nostri eventi passati, dalle crisi alle vittorie, per dare vita aforme future migliori».

Ancora di più Lina Ghotmeh, oggi che ci apprestiamo ad affrontare il dopoemergenza, ragiona su come l’architettura potrà colmare una dicotomiasociale che appare insanabile: l’inclusività, fulcro dei suoi progetti,contrapposta alla necessità di distanziamento. Vital, il suo concept per ilconcorso del Corriere «L’edicola del futuro», ne è già un esempio.«Stranamente, ancora prima della crisi del Covid-19, la nostra base per laprogettazione di Vital è stata la distanza di 1-1,20 metri tra le persone. Dallenostre ricerche, per favorire l’interazione sociale salvaguardando lo spaziointerpersonale, servono proprio 120 centimetri. Esattamente il parametro chediventerà imprescindibile ora», spiega, della struttura a moduli identici, chefanno coesistere una accanto all’altra funzioni diverse (dal chiosco allastazione di lavoro, dalla caffetteria alla libreria, allo spazio per la raccoltadifferenziata). L’adattabilità a esigenze che possono cambiare rimane ilcardine del progetto, funzione importante adesso più che mai: «Ora, peresempio, si potrebbe pensare di usare un modulo come punto raccolta per igeneri alimentari o i tessuti di recupero per le mascherine sanitarie». Altrotema è la doppia valenza di hub informativo fisico e digitale. E anche qui ilpensiero è attuale: «La contemporaneità sta nel far convivere il web, veloce eimpalpabile, ai giornali, con la loro dimensione visceralmente emotiva. Neimomenti di crisi questo doppio binario è fondamentale». Certo, perGhotmeh, il valore principale dell’edicola rimane la capacità di facilitare lerelazioni umane: «Muovendo un’economia circolare basata sullacondivisione piuttosto che sul consumo. Imparando a condividere cosemateriali e immateriali metteremo alla prova la nostra capacità di essere unasocietà compatta, rispettosa dell’ambiente, pronta alla solidarietà».

È un dato di fatto che l’architettura delle nostre città avrà nel post emergenzaun ripensamento in chiave sociale ancora più accentuato. «La gestione dellospazio era già un tema al centro delle nostre sfide: ce lo imponevano ladensità e la crescita globale, esponenziale, della popolazione e leconseguenze dei cambiamenti climatici. E oggi, più che mai, ci serve capirecome creare luoghi inclusivi, più sostenibili e autosufficienti per consentirealle città di essere resistenti alle crisi», afferma Ghotmeh. «Un’ipotesipotrebbe essere produrre localmente, ostacolando lo spreco di materiale eriducendo il pendolarismo. E poi creando e costruendo attraverso economiecircolari». Tra i suoi progetti molti già vanno in questa direzione, e forse ilpiù eclatante è Réalimenter Masséna, che sarà ultimato nel 2022: una torre inlegno, punto di incontro sul tema dell’alimentazione sostenibile: «Un viaggioattraverso il ciclo completo dei cibi, dove convergeranno ricercatori, chef,artisti, specialisti agricoli: l’edificio sarà un microcosmo che ci insegnerà amangiare in loco e a smaltire gli scarti all’interno di una strutturasostenibile». La natura, patrimonio da salvaguardare in quanto capace(anche) di traghettarci nel futuro, è un altro suo tema progettuale forte: dallaboratorio per Hermès, in costruzione nel nord della Francia («Fatto inmateriali locali combinando savoir faire e tecnologie. Produce e distribuisceenergia pulita, con un minimo impatto ambientale»), alla torre abitativa aBeirut, già ultimata: «Nasce dalla crisi della guerra: le aperture portano unavarietà di viste sulla città riconciliandoci con il luogo».

A questo proposito, una riflessione sulle nostre case è d’obbligo: «Andrannorese “porose” nelle funzioni: vivere e lavorare, ma anche giocare, faregiardinaggio, sognare. Integrando le diversità». Calandole nel contesto dicittà capaci di farci vivere meglio: «Dove saranno unite natura eautosufficienza, trasformabilità e resilienza. Al servizio dell’uomo».

25 aprile 2020 (modifica il 25 aprile 2020 | 00:45)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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