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1 Progettazione Integrata Territoriale Indicazioni di supporto per la redazione di un progetto integrato territoriale. INDICE INTRODUZIONE Pag. 2 1. Sequenza logico-cronologica per la presentazione di un progetto complesso. 3 COMPOSIZIONE DEL FORMAT TELEMATICO E PREDISPOSIZIONE DOCUMENTAZIONE CARTACEA 2. Riquadro “Analisi di contesto” (Alleg. 3 – 6.1). 5 3. Lo schema della gerarchia degli obiettivi nella definizione della PIT. 7 4. Riquadro “Obiettivi strategici” (Alleg. 3 - 6.2.2) 13 5. Riquadro “Obiettivi specifici del progetto” (All. 3 – 6.2.1) 15 6. Riquadro “Obiettivi, risultati, impatto delle azioni” (All. 3 – 6.2) 22 7. Riquadro “Attori chiave, Gruppi obiettivo” (All. 3 – 7) 23 8. Riquadro “Complementarietà e coordinamento degli interventi della PIT con altre politiche di sviluppo locale” (All. 3 – 9) 25 9. Riquadro “Formale accordo” (All. 3 – 9). 26 10. Riquadro “Piano di Lavoro” (All. 3 – 10). 26 11. Riquadro “Presentazione del progetto” (All. 3 – 6). 31 12. Riquadro “Descrizione sintetica del progetto” (All. 3 – 5) 32 ELENCAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE CARTACEA DA PRODURRE 33

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Progettazione Integrata Territoriale

Indicazioni di supporto per la redazione di un progetto integrato territoriale.

INDICE

INTRODUZIONE Pag. 2

1. Sequenza logico-cronologica per la presentazione di un progetto complesso. “ 3

COMPOSIZIONE DEL FORMAT TELEMATICO E PREDISPOSIZIONE DOCUMENTAZIONE CARTACEA

2. Riquadro “Analisi di contesto” (Alleg. 3 – 6.1). “ 5

3. Lo schema della gerarchia degli obiettivi nella definizione della PIT. “ 7

4. Riquadro “Obiettivi strategici” (Alleg. 3 - 6.2.2) “ 13

5. Riquadro “Obiettivi specifici del progetto” (All. 3 – 6.2.1) “ 15

6. Riquadro “Obiettivi, risultati, impatto delle azioni” (All. 3 – 6.2) “ 22

7. Riquadro “Attori chiave, Gruppi obiettivo” (All. 3 – 7) “ 23 8. Riquadro “Complementarietà e coordinamento degli interventi

della PIT con altre politiche di sviluppo locale” (All. 3 – 9) “ 25

9. Riquadro “Formale accordo” (All. 3 – 9). “ 26

10. Riquadro “Piano di Lavoro” (All. 3 – 10). “ 26

11. Riquadro “Presentazione del progetto” (All. 3 – 6). “ 31

12. Riquadro “Descrizione sintetica del progetto” (All. 3 – 5) “ 32

ELENCAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE CARTACEA DA PRODURRE “ 33

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INTRODUZIONE

Il documento è finalizzato a facilitare la composizione del format per la presentazione delle PIT definitive in via telematica e l’elaborazione della documentazione cartacea. Esso si basa su uno schematico percorso logico-cronologico, che consente di compendiare le indicazioni dell’Allegato 3 al bando PIT (le cui sezioni sono richiamate nei singoli riquadri del format telematico, anche al fine di precisare cosa deve essere inviato mediante documentazione cartacea) e degli Allegati 1 e 2, illustrativi dei criteri di selezione e valutazione delle PIT definitive.

Si forniscono descrizioni di sintesi nell’ambito dei singoli riquadri del format telematico, per rispettare il vincolo del numero di caratteri disponibili in ciascuno di essi (conviene elaborare i testi prima dell’utilizzo del format), e di consentire il completamento analitico delle descrizioni nell’ambito della documentazione cartacea.

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1. Sequenza logico-cronologica per la presentazione di un progetto complesso.

A

Scenario di riferimento

Analisi contesto

B

OB strategici

C

OB specifici

schede singoli interventi

D

Schede indicatori

• Risultato

• Impatto

E

Tempi e Costi

• Gantt -cronoprogramma

• Piano finanziario

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Lo schema, costituisce la rappresentazione sintetica della metodologia di approccio alla formulazione di progetti complessi.

Sequenza A – Scenario di riferimento. – Analisi del contesto.

E’ la dimensione di partenza orientata alla definizione del contesto nel quale si intende collocare la PIT all’individuazione dei problemi da risolvere ed alle opportunità sulle quali far leva.

Sequenze B (obiettivi strategici) e C (obiettivi specifici – SK singoli interventi).

Gli obiettivi della PIT devono essere definiti secondo l’approccio della gerarchia degli obiettivi: le mete strategiche costituiscono i traguardi verso i quali tendere per risolvere i problemi riscontrati; gli obiettivi specifici, relativi ai singoli interventi previsti, costituiscono i mezzi per il raggiungimento degli obiettivi strategici.

E’ necessario pertanto garantire coerenza tra obiettivi specifici ed obiettivi generali.

Sequenza D – Indicatori di risultato e di impatto.

Gli obiettivi specifici devono essere definiti in termini di risultati attesi (“prodotti” dei singoli interventi), corredati dei necessari criteri di misurazione al fine di consentire un’adeguata azione di monitoraggio e di verifica di realizzazione (esigenza di confrontare dimensioni omogenee).

Gli impatti costituiscono la definizione delle “utilità” progettuali, cioè le conseguenze dei risultati degli interventi rispetto alle mete che si intendono raggiungere nel medio-lungo periodo per risolvere i problemi riscontrati. E’ necessario pertanto identificare preventivamente dei criteri di misurazione per consentire un adeguato confronto di verifica rispetto agli obiettivi strategici definiti.

La dimensione qui considerata consente le necessarie valutazioni di efficacia dell’intrapresa progettuale.

Sequenza E – Tempi e Costi.

La realizzazione dei singoli interventi e dell’intera PIT deve essere collocata nel tempo (diagramma di Gantt – Cronoprogramma) e, per garantire effettivamente la stessa, è necessario redigere un adeguato piano finanziario (definizione delle risorse finanziarie necessarie).

La dimensione qui considerata consente le necessarie valutazioni di efficienza e di economicità dell’intrapresa progettuale.

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COMPOSIZIONE DEL FORMAT TELEMATICO E PREDISPOSIZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE CARTACEA

2. Riquadro “Analisi di contesto” (Alleg. 3 – 6.1).

Passo n. 1 “Scenario di riferimento” = descrizione dell’area di intervento della PIT.

Descrizione del territorio (estensione in ettari ed elementi di caratterizzazione, quali ad es. la montuosità, la presenza di patrimonio boschivo, etc. ) in base al numero ed all’elenco dei Comuni aderenti (totale popolazione), alla loro zonizzazione di appartenenza ai sensi delle indicazioni contenute nel PSR 2007-2013 e, in caso di utilizzazione delle deroghe territoriali previste, indicazione del rispetto del criterio di prevalenza.

Indicazione di:

a) superficie di eventuali aree protette insistenti sul territorio;

b) appartenenza del territorio ad un distretto (rurale o agroalimentare di qualità);

c) adesione di Comunità Montane o Unioni di Comuni;

d) densità della popolazione.

E’ inoltre necessario porre in risalto quali siano le specifiche vocazioni economiche (es. nel settore primario, tipi di coltivazioni, tipi di aziende presenti, etc.) e gli elementi di attrattività del territorio (es. le emergenze paesaggistiche, storico-culturali, etc.), nonché le principali caratteristiche della situazione occupazionale e di reddito.

In particolare dalla descrizione deve emergere con chiarezza l’elencazione dei principali attori economici ed il grado di omogeneità/disomogeneità del territorio rurale.

Rispetto all’area oggetto dell’intervento

- Qual è la delimitazione dell’area ?

- Quali sono le caratteristiche dell’area ?

- Quali sono i punti di forza e di debolezza, le opportunità ed i rischi ?

- Quali gli eventuali strumenti di programmazione, diversi dal PSR, in grado di produrre un effetto moltiplicatore ?

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NB Dalla descrizione di questo riquadro sono ricavabili gli elementi di sintesi da collocare nel riquadro “Descrizione sintetica del progetto”.

Nella documentazione cartacea è consigliabile fornire:

a) la rappresentazione cartografica del territorio della PIT con colorazioni relative ai tipi di zonizzazione dei Comuni, al fine anche di rappresentare la contiguità territoriale dei territori comunali;

b) la rappresentazione cartografica della superficie delle eventuali aree protette insistenti sul territorio della PIT;

c) una tavola elencativa dei Comuni, aderenti alla PIT, con indicazione del codice ISTAT, della zonizzazione di appartenenza, dell’estensione territoriale e del numero di abitanti.

Passo n. 2 “Analisi contesto” = analisi S.W.O.T.

E’ consigliabile l’impiego dell’analisi S.W.O.T. = Strenght (forza), Weakness (debolezza), Opportunities (opportunità), Threats (minacce/rischi).

Punti di forza.

Su quali risorse (materiali ed immateriali) si può fare affidamento ?

Cosa si sa far bene ?

Quali i punti di vantaggio ?

Punti di debolezza.

Cosa si fa malamente ?

Cosa si dovrebbe evitare ?

Che cosa si può migliorare ?

L’individuazione dei punti di debolezza (criticità) costituisce il passaggio necessario per individuare le aree di miglioramento sulle quali intervenire (v. paragr. 5).

In questo ambito conviene porre in risalto i gruppi rappresentativi della società locale, le cui criticità vengono affrontate con la PIT e che sono destinatari delle attività progettuali (“gruppi obiettivo” della PIT, es. la popolazione anziana, gli operatori del turismo, etc.). NB L’individuazione delle criticità dei gruppi della società locale deve creare coerenza con quanto viene descritto nel riquadro “Attori chiave, Gruppi obiettivo”.

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Opportunità.

Quali buone occasioni si hanno di fronte ?

Di quali tendenze interessanti si è a conoscenza ?

In questo ambito conviene porre in evidenza le opportunità occupazionali e di reddito, nonché la possibile utilizzazione di strumenti diversi dalla PIT per produrre l’effetto moltiplicatore (es. il Piano di Distretto, il Piano di Area Integrata Culturale, etc.).

NB L’individuazione di strumenti diversi dalla PIT deve presentare coerenza con quanto viene descritto nel riquadro “Complementarietà e coordinamento interventi PIT con le politiche di sviluppo locale”.

Inoltre, dalla descrizione delle opportunità derivanti da strumenti diversi dalla PIT, sono derivabili elementi di sintesi per il riquadro “Presentazione del progetto”.

Rischi.

Quali ostacoli si hanno di fronte ?

Qualche punto di debolezza può minacciare gli obiettivi ?

Nota finale

In sintesi la descrizione del passo n. 2 deve consentire di identificare i problemi prioritari, cioè le situazioni insoddisfacenti (condizioni che ci fanno pensare che c’è qualcosa che non va).

Da qui sono identificabili le aree su cui è necessario introdurre dei miglioramenti, tenendo conto dei rischi, dei punti di forza e delle opportunità, al fine di formulare degli obiettivi progettuali sufficientemente realizzabili.

3. Lo schema della gerarchia degli obiettivi nella definizione della PIT.

Per la realizzazione delle sequenze B e C del percorso, presentato nel paragrafo 2, è necessario fare riferimento alla gerarchia degli obiettivi specificamente descritta nell’Allegato 3 al bando PIT, al fine di consentire coerenza di definizione delle mete progettuali.

Di seguito pertanto viene fornita una schematica rappresentazione dei diversi “gradini” di identificazione degli obiettivi ed una sintetica definizione degli stessi. In tal modo, nei

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paragrafi successivi, diviene più agevole fornire adeguate indicazioni per la descrizione da inserire nei riquadri del format, relativi agli obiettivi, con modalità di garanzia di rispetto della gerarchia e dei legami logici degli stessi.

Obiettivi strategici

PL

Piano di lavoro

PA

Pacchetto di attività

PA

Pacchetto di attività

Azione-OB Azione-OB Azione-OB Azione-OB

Operazione

Operazione

Operazione

Operazione

Operazione

Operazione

Operazione

Operazione

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Muovendo dalla base della “piramide” degli obiettivi, di seguito vengono fornite le descrizioni sintetiche dei singoli “gradini”.

Operazione: è l’unità elementare rappresentata da un singolo progetto, selezionato secondo i criteri stabiliti dalle disposizioni attuative del PSR, attuato da un singolo beneficiario e riconducibile univocamente ad una azione di una delle Misure previste dal Programma.

Le operazioni sono distinte in due tipologie fondamentali:

a) operazioni primarie e/o propedeutiche – rappresentano le operazioni essenziali alla realizzazione della PIT, senza le quali il progetto non riesce a raggiungere gli obiettivi posti;

b) operazioni secondarie e/o accessorie - attribuiscono valore aggiunto alla PIT

senza invalidarne la realizzazione in caso di loro eliminazione od esclusione.

A ciascuna operazione viene attribuito il codice PSR (n° della Misura attivata) per effetto della domanda di aiuto effettuata dal beneficiario.

Azioni-obiettivo: sono le azioni descritte nei PA che raggruppano operazioni atte a perseguire generalmente uno ed eventualmente più obiettivi della PIT.

I risultati delle azioni-obiettivo si distinguono in due tipologie fondamentali:

a) servizi – sono sostanzialmente i servizi e i risultati attesi dalle azioni definite; i servizi devono essere specifici rispetto agli obiettivi perseguiti, e, ove possibile, sempre espressi quantitativamente (es. n. ore di formazione, n. di utenti direttamente coinvolti nella comunicazione, numero di piani aziendali forniti, etc.);

b) materiali - sono i prodotti concretamente attesi dalla realizzazione delle azioni

definite (strutture realizzate, documentazione prodotta, etc.).

E’ questo quindi il livello che più direttamente concorre alla definizione degli obiettivi specifici della PIT.

PA – Pacchetti di Attività: sono costituiti da operazioni attivate, con o senza il co-finanziamento, raggruppate in azioni obiettivo classificate come primarie e secondarie,

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dove le prime rappresentano la struttura portante del progetto indispensabile al suo buon esito e possono svolgere un ruolo di “catalizzatore” per la realizzazione delle altre operazioni.

I PA costituiscono la suddivisione fondamentale del PL (Piano di Lavoro) e devono essere predisposti mediante il seguente formato: Pacchetto Attività: definizione (numero progressivo) Durata in mesi: ___ (numero) 1.a Descrizione Indicazione sintetica degli obiettivi perseguiti tra quelli della PIT e dei prodotti previsti, che devono essere coerenti con gli indicatori di performance (vedi sezione 6.2 – Allegato 3 al bando PIT). 1.a Azioni obiettivo • Raggruppamento delle operazioni attivate, con o senza co-finanziamento pubblico, in azioni obiettivo primarie e azioni obiettivo secondarie • Numerazione delle azioni obiettivo con la medesima classificazione utilizzata nel Piano Finanziario (vedi sezione 11 – Allegato 3 al bando PIT). 2.a Servizi Elencazione dei servizi prodotti nel PA, da indicare sempre, ove possibile, quantitativamente. NB: usare gli stessi nomi utilizzati nello schema dei servizi e dei materiali (vedi sezione 10.3 – Allegato 3 al bando PIT). 2.b Materiali (prodotti) Elencazione dei materiali che si intendono ottenere (es. n. manuali didattici; n. supporti alla animazione; n. elaborati Piani Gestionali; n. rapporti tavoli partenariati, etc.) NB: usare gli stessi nomi utilizzati nello schema dei servizi e dei materiali (vedi sezione 10.3 – Allegato 3 al bando PIT). 3. Distribuzione delle operazioni tra i partecipanti Descrizione di come le responsabilità sono suddivise tra i diversi partner del progetto, che partecipano alle diverse azioni obiettivo. Costi relativi

Costi relativi a ciascuna azione chiave, costruiti sulla base del computo metrico estimativo.

I PA obbligatori in ogni PIT sono: 1. Gestione: descrive le attività della forma organizzativa prescelta per la gestione del partenariato della PIT e le attività previste per la valutazione del livello di soddisfacimento dei risultati che si intendono conseguire.

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2. Comunicazione: descrive le attività di comunicazione e divulgazione del progetto.

Nota

Questo livello di definizione delle mete progettuali concorre:

a) al completamento della definizione degli obiettivi specifici;

b) alla definizione degli obiettivi strategici sulla base dei PA, quali articolazioni fondamentali della strategia complessiva della PIT.

Particolare attenzione deve essere posta alla definizione degli obiettivi, che anzitutto devono essere corredati dall’indicazione di:

a) a vantaggio di quali gruppi obiettivo sono orientati;

b) con quali attori chiave si prevede vengano realizzati (vedi sezione 7 – Allegato 3 al bando PIT).

Inoltre, in relazione al loro livello di definizione, gli obiettivi vanno tecnicamente definiti con le seguenti modalità:

a) obiettivi specifici in termini di risultati (“prodotti”) attesi nel breve periodo, coincidente con l’arco temporale di realizzazione della PIT;

b) obiettivi strategici in termini di impatti previsti nel medio-lungo periodo, cioè 2-5 anni dopo il termine di realizzazione della PIT.

Si tratta in sintesi di porre attenzione al dimensionamento ed ai criteri di misura degli obiettivi mediante indicatori di performance e criteri di stima del loro successo costituiti da: • Indicatori di risultato, che misurano il raggiungimento dei risultati attesi definiti nella formulazione degli obiettivi specifici. • Indicatori di impatto, che stimano gli impatti previsti definiti nella formulazione degli obiettivi strategici.

• Misure di successo, che stimano quantitativamente il successo previsto dal progetto, e permettono di verificarne l’efficacia nel tempo.

Un esempio per quanto riguarda gli obiettivi specifici:

obiettivo specifico = miglioramento della qualità agrituristica;

indicatore di risultato = aumento di offerta di qualità mediante protocolli di definizione della stessa;

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misura di successo = incremento del numero delle presenze; incremento della quantità di consumo dei prodotti locali.

Un esempio per quanto riguarda gli obiettivi strategici:

obiettivo strategico = aumento dell’occupazione;

indicatore di impatto = aumento (n°) degli attori economici locali;

misura di successo = n° nuovi occupati.

I rapporti tra obiettivi, risultati e impatti sono esplicitati nel seguente schema

PL – Piano di Lavoro.

Il PL descrive le attività (i servizi e i materiali che verranno generati) che si intendono svolgere durante lo sviluppo della PIT ed è costituito da:

a) i PA ed i loro collegamenti logico-cronologici;

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b) le fasi principali di realizzazione della PIT rappresentabili mediante un flow chart (diagramma a blocchi che consente di descrivere differenti operazioni sotto forma di uno schema in cui le diverse fasi del processo vengono rappresentate da simboli grafici detti blocchi elementari; i blocchi sono collegati tra loro tramite frecce che indicano una cronologia);

c) la lista dei servizi e dei materiali della PIT (vedi sezione 10.3 – Allegato 3 al bando PIT);

d) l’elenco dei punti critici della PIT e quali contromisure sono state adottate per mitigarli.

Questo è il livello che deve consentire la definitiva formulazione degli obiettivi strategici ed il loro rapporto di coerenza con gli obiettivi specifici.

4. Riquadro “Obiettivi strategici” (All. 3 – 6.2.2)

Gli obiettivi strategici sono le mete che si intendono raggiungere per risolvere/migliorare i punti di debolezza (criticità/condizioni sulle quali si intende intervenire), definiti nel riquadro “Analisi di contesto”, facendo leva sui punti di forza riscontrati, utilizzando le opportunità e valutando i rischi.

E’ consigliabile individuare e descrivere sinteticamente questi obiettivi sulla base delle “Azioni-obiettivo” (v. paragraf. 4), al fine di delineare delle “aree obiettivo” nell’ambito delle quali possa esservi coerenza con gli obiettivi specifici (progetti-intervento dei singoli beneficiari, le cui domande di aiuto si avvalgono dei bandi delle singole Misure). Conviene indicare quali sono i “gruppi-obiettivo” ai quali è indirizzata ciascuna “area-obiettivo”.

E’ inoltre necessario precisare le relazioni/connessioni tra le singole “aree-obiettivo”, al fine di precisare la finalizzazione di questa “rete” all’idea strategica della PIT definita nel titolo della stessa.

La sequenza logica per organizzare la descrizione è la seguente:

analisi contesto dimensioni che possono essere oggetto della PIT finalità, sia complessiva che in relazione ad aspetti specifici da perseguire coerenza con analisi contesto.

Quali obiettivi strategici generali (impatti attesi) si intende perseguire nel medio-lungo periodo (2-5 anni dopo la realizzazione delle operazioni progettuali) ?

A vantaggio di quali gruppi obiettivo sono orientati gli obiettivi strategici ?

Con quali criteri si prevede di misurare gli impatti attesi ?

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In tal modo dovrebbe risultare agevole descrivere la coerenza degli obiettivi strategici individuati con gli obiettivi generali del PSR, con particolare riferimento alla meta di “creare opportunità di lavoro e di condizioni per lo sviluppo” mediante la garanzia di una reale integrazione delle singole operazioni nel perseguimento di una strategia di sviluppo locale (v. art. 1 bando PIT).

Di seguito si fornisce un semplice esempio di rapporto tra criticità (punti di debolezza) rilevata ed obiettivo strategico per il suo superamento:

criticità: difficoltà di accesso ai siti ambientali e culturali di pregio, carenza di infrastrutture;

obiettivo strategico: aumento dell’attrattività turistica territoriale mediante iniziative di valorizzazione ed accessibilità dei beni culturali ed ambientali.

E’ inoltre necessario definire i criteri con i quali si prevede di misurare gli impatti attesi (obiettivi strategici): ciò significa poter attuare la comparazione tra “situazione di partenza” e situazione successiva agli interventi previsti = dimostrazione della capacità del progetto di migliorare la situazione-problema mediante la valutazione dell’utilità degli interventi.

La valutazione dell’utilità degli interventi si fonda sull’individuazione dei fenomeni più rappresentativi, che descrivono la capacità di miglioramento della situazione originaria, e sui criteri di misurazione degli stessi.

Con riferimento all’esempio di obiettivo strategico di cui sopra, due fenomeni possono essere rappresentativi dell’utilità degli interventi previsti:

- n° di frequentatori dei siti ambientali e culturali;

- n° di occupati nelle strutture di ospitalità e di ristoro.

NB. La descrizione degli obiettivi strategici e delle loro relazioni costituisce la base per la sintesi del riquadro “Presentazione del progetto”.

Inoltre, per garantire coerenza alla formulazione progettuale, la descrizione degli obiettivi strategici deve tenere conto di quanto viene inserito nei seguenti riquadri:

- “Obiettivi specifici del progetto” dato che questi, nella logica della gerarchia degli obiettivi, costituiscono i “mezzi” per il raggiungimento degli obiettivi strategici;

- “Obiettivi, risultati, impatto delle azioni” per quanto attiene la definizione degli impatti attesi (obiettivi strategici) ed i criteri per la loro misurazione;

- “Attori chiave, Gruppi obiettivo” per quanto riguarda la caratterizzazione dei gruppi obiettivo rispetto agli obiettivi strategici;

- “Piano di lavoro” per la definizione delle fasi e dei loro legami logico-cronologici.

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5. Riquadro “Obiettivi specifici del progetto” (All. 3 – 6.2.1) rdare stituisce ronto ssario

La descrizione da inserire in questo riquadro è complessa, come si evince dagli interrogativi precedenti, in quanto costituisce la dimensione centrale della costruzione progettuale. E’ necessario anzitutto ricordare che gli obiettivi specifici costituiscono i “mezzi” per la realizzazione degli obiettivi strategici e, pertanto, nell’elaborazione di questo riquadro è necessario compiere un’azione di confronto con quanto definito nel riquadro “Obiettivi strategici” (v. paragr. 5) secondo la logica di interazione delle sequenze, descritta nel paragrafo 2.

In tal modo è possibile garantire l’affidabilità e la coerenza della PIT definita essenzialmente da:

a) grado di definizione e coerenza degli obiettivi proposti con la diagnosi territoriale;

b) coerenza con gli obiettivi del bando PIT sulla base della descrizione dei risultati attesi e dell’affidabilità della loro stima quantitativa;

c) ripartizione delle risorse finanziarie tra le diverse azioni in coerenza con gli obiettivi definiti;

d) rispondenza del progetto allo sforzo richiesto di individuazione e coinvolgimento degli attori del territorio (agenti indispensabili per lo sviluppo locale), senza il quale risulterebbero in partenza limitati i risultati nel medio-lungo periodo;

Quali sono gli obiettivi specifici (risultati attesi) che si intende ottenere con le operazioni e le attività del progetto nel breve periodo (arco temporale di realizzazione del progetto) ?

A vantaggio di quali gruppi-obiettivo sono orientati gli obiettivi specifici ?

Con quali attori-chiave si prevede di perseguire gli obiettivi specifici ?

Quali sono gli elementi di coerenza tra gli obiettivi specifici, le caratteristiche del contesto descritto e gli obiettivi del bando PIT ?

Con quali criteri si prevede di misurare i risultati attesi (obiettivi specifici ) ?

Come sono ripartite le risorse finanziarie tra le diverse azioni ?

Qual è il valore aggiunto della PIT per lo sviluppo locale ?

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e) coerenza del rapporto Pacchetti di Attività – Programma di Lavoro – risultati attesi (v. paragr. 4).

Al fine di facilitare un’adeguata descrizione, da inserire nel riquadro qui considerato, si propone di agire seguendo i “passi” di seguito illustrati.

Passo n. 1 = elencazione delle operazioni e loro classifica funzionale.

Come indicato nel paragrafo 4, le operazioni (singoli progetti, oggetto di domande di aiuto ad opera di singoli soggetti) sono i “mattoni di base” dell’edificio progettuale; si consiglia perciò l’elaborazione della tavola obbligatoria – Alleg. 3, sezione 7 – al fine di disporre dell’elenco completo e classificato delle operazioni che si intendono inserire nella PIT.

Nella tavola in questione è consigliabile raggruppare i soggetti pubblici e quelli privati, ponendo nella colonna “Nominativo” le diciture “Partenariato pubblico” e “Partenariato privato”. Ovviamente la creazione dell’elenco in questione facilita la verifica di ammissibilità delle singole operazioni secondo i criteri definiti nel bando PIT (cantierabilità dei progetti, zonizzazione, contiguità territoriale dei Comuni aderenti, etc.).

Passo n. 2 = determinazione dei parametri finanziari che caratterizzano la PIT.

Si tratta di accertare il peso % della spesa pubblica, rispetto all’importo complessivo della stessa, per ogni Misura attivata secondo quanto disposto dall’art. 16 del bando PIT.

E’ importante ricordare a tal proposito che, con Determinazione del Direttore del Dipartimento Economico ed Occupazionale n. C0217 del 9/2/2010 (Recepimento delle modifiche apportate al PSR Lazio 2007-2013 e adeguamento dei bandi pubblici delle Misure Asse III – DGR n. 654/’09), sono state apportate delle variazioni al contributo massimo concedibile rispetto al costo ammissibile. Per facilitare le operazioni di calcolo necessarie, nella pagina seguente si riporta la tabella delle variazioni intervenute.

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MISURE Variazioni % contributo massimo concedibile

313 100 % per soggetti pubblici

50 % per soggetti privati

321

Azione a)

Azione b)

90 %, elevabile a 100 % per enti pubblici per operazioni in aree D – il contributo per avviamento rimane invariato 100 % per soggetti pubblici

322 100 % per soggetti pubblici

40 % per soggetti privati

323

Azione a)

Azione b)

100 % per soggetti pubblici

40 % per soggetti privati

100 % per soggetti pubblici

40 % per soggetti privati

Il calcolo di adeguatezza del peso % della spesa pubblica per ogni Misura può essere facilitato con l’uso della tabella riportata nella pagina seguente.

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Armonizzazione dell’uso delle risorse nella predisposizione delle PIT.(v. art. 16 bando PIT).

A

obiettivi B

misure

C spesa pubblica

D % spesa pubbl. su

totale C

spesa pubbl.(peso % prescritto su totale Pit)

311 € ≤ 25% Diversificaz. economia rurale

• 312 • 313

€ €

≥ 10%

321 € ≥ 15% Qualità della vita 322

323 € €

≤ 50%

331 € ≤ 8% Informazione formazione 341 € ≤ 5%

TOTALE €

• Singolarmente o congiuntamente

Per la compilazione della suesposta tabella è necessario per ogni Misura fare la sommatoria degli importi di spesa pubblica, individuabili nella tavola obbligatoria di cui al passo n. 1 (riferimento alla colonna “Operazione attivata – codice PSR”), ed inserirla nella colonna C in corrispondenza alla Misura di riferimento.

Sarà così possibile ottenere il totale della colonna C, sul quale calcolare l’incidenza % di ciascun importo di Misura da inserire nella colonna D; il confronto dei valori di questa colonna con quella successiva consente di verificare l’adeguatezza dei valori a quelli prescritti dall’art. 16 bando PIT.

La lettura di questa tabella, con riferimento alla colonna A, favorisce una visione complessiva delle operazioni attivate e quindi, assicurata l’aderenza al meccanismo di regolazione prescritto, la possibilità di verificare l’integrazione delle Misure di sostegno dello sviluppo locale rispetto agli obiettivi strategici (v. paragr. 5).

La realizzazione dei 2 passi qui illustrati consente di disporre di una mappa certa per procedere alla configurazione delle “azioni-obettivo” (v. paragr. 4), al fine di definire gli obiettivi specifici della PIT.

Passo n. 3 = individuazione delle “azioni-obettivo”.

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Sulla base di quanto definito nei passi precedenti è possibile raggruppare operazioni atte a perseguire generalmente uno ed eventualmente più obiettivi della PIT in “azioni-obiettivo” (v. paragr. 4).

Per la definizione dello scopo di ciascuna “azione-obiettivo” è conveniente tenere presente gli obiettivi del bando PIT, definiti nell’art. 3 (garanzia di coerenza).

Con questo approccio è altresì possibile impostare l’assegnazione delle “azioni-obiettivo” ai PA (Pacchetti di Attività), che costituiscono la suddivisione fondamentale del Piano di Lavoro (v. paragr. 4). In tal modo risulta agevole garantire la coerenza del rapporto PA (Pacchetti di Attività) – PL (Programma di Lavoro) – risultati attesi.

Al fine di facilitare l’individuazione delle “azioni-obiettivo” e la loro attribuzione ai PA si consiglia di utilizzare la tavola presentata nella pagina successiva, utile anche per definire gli obiettivi specifici come risultati attesi e circostanziare gli interventi sul territorio della PIT.

E’ importante porre attenzione alla definizione dei servizi e dei prodotti attesi, in quanto la medesima deve usare gli stessi nomi da utilizzare nello schema dei servizi e dei materiali (vedi sezione 10.3 – Allegato 3 al bando PIT).

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PACCHETTO ATTIVTA’ n.

Azione-obiettivo n. Titolo ………………………………………..

Nominativo Operaz. attivata Descrizione Servizi attesi Prodotti attesi Investimento tot.

Partenariato pubblico

Codice PSR Titolo iniziativa

Con criteri di misura

Con criteri di misura

Spesa pubbl. + Spesa privata

Comune X 313/A2 Realizzazione percorsi ciclopedonabili

N° fruitori aree sosta Km di percorso N° aree sosta € 230.000=

Comune Y

Totale Partenariato

privato Codice

PSR Titolo iniziativa Con criteri di

misura Con criteri di

misura Spesa pubbl. + Spesa privata

Consorzio ……… 313/A2 Realizzaz. sistema integrato fruizione patrimonio paesaggistico e culturale

N° fruitori punti di osservazione

N° spazi di servizio € 350.000=

Società ……….

Totale

TOTALE

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Passo n. 4 = descrizione sintetica degli obiettivi specifici

Sulla base del quadro informativo, predisposto nei passi precedenti, è possibile sintetizzare la descrizione degli obiettivi specifici facendo riferimento agli obiettivi strategici (v. paragr. 5) e confrontarli con gli stessi, al fine di accertarsi della coerenza del loro rapporto (mezzi-fini).

Si consiglia di indicare, per ciascun obiettivo specifico, qual è il problema che le azioni, connesse all’obiettivo medesimo, intendono risolvere: in tal modo è possibile garantire la coerenza con la diagnosi del contesto descritta nel riquadro “Analisi di contesto” (v. paragr. 3).

La presentazione degli obiettivi conviene organizzarla con una parte descrittiva ed una parte che definisce i risultati da raggiungere, espressi possibilmente in termini numerici (o almeno con l’indicazione dei criteri per la loro misurazione) al fine di poter esplicitare gli indicatori di performance (v. paragr. 4).

Conviene inoltre corredare la descrizione degli obiettivi con i seguenti elementi:

a) indicazione delle operazioni primarie, quali fattori di catalizzazione per i risultati attesi rispetto a quelle di tipo secondario;

b) gruppi-obiettivo a vantaggio dei quali sono orientati i risultati attesi (verificare la coerenza con quanto indicato nel riquadro “Obiettivi strategici” – v. paragr. 5);

c) ruolo dei soggetti partecipanti alle azioni previste;

d) investimento totale previsto.

Infine, utilizzando la tavola di armonizzazione delle risorse di cui al passo n. 2, è possibile dimostrare non solo in termini qualitativi (v. prima colonna della tavola) ma anche quantitativi il valore aggiunto della PIT allo sviluppo locale mediante l’effetto sinergico di attivazione delle Misure, rispetto all’assegnazione separata delle stesse sul territorio.

NB La descrizione degli obiettivi specifici e delle loro relazioni con gli obiettivi strategici costituisce la base per la sintesi del riquadro “Presentazione del progetto”.

Inoltre, per garantire coerenza alla formulazione progettuale, la descrizione degli obiettivi specifici deve tenere conto di quanto viene inserito nei seguenti riquadri:

- “Obiettivi, risultati, impatto delle azioni” per quanto riguarda la definizione dei risultati ed i criteri di loro misurazione;

- “Attori chiave, Gruppi obiettivo” per la caratterizzazione degli attori chiave, rispetto ai soggetti solamente partecipanti e/o componenti dei gruppi obiettivo, la precisazione del tipo di partecipazione (beneficiario o partecipante) e la definizione degli importi di investimento;

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- “Piano di Lavoro” per la corrispondenza/coerenza delle fasi del progetto con i Pacchetti di Attività.

Nella documentazione cartacea è consigliabile fornire:

a) le tavole di definizione delle “azioni-obiettivo” predisposte nel passo 3;

b) una cartografia che indichi:

- in modo puntiforme la distribuzione territoriale (aree dei singoli Comuni) dei singoli interventi, da indicare con il numero (codice PSR) delle Misure attivate;

- le linee rappresentative di eventuali percorsi progettati o sui quali si intende comunque intervenire con indicazione del numero delle Misure attivate;

c) la tavola di armonizzazione delle risorse di cui al passo n. 2.

6. Riquadro “Obiettivi, risultati, impatto delle azioni” (All. 3 – 6.2)

Nell’organizzare la descrizione di questo riquadro è importante tenere presente che nella documentazione cartacea è obbligatorio inserire la tabella della sezione 6.2.3 dell’Allegato 3 al bando PIT (indicatori di performance).

Lo scopo principale di questo riquadro è fornire il quadro complessivo della “costruzione” progettuale secondo quanto indicato nel paragrafo 4. Conviene quindi, tenendo presente l’approccio della gerarchia degli obiettivi (v. paragr. 2), ispirarsi alle seguenti sequenze logiche:

problema fondamentale da risolvere obiettivo strategico impatti attesi

problemi specifici da risolvere obiettivi specifici risultati attesi.

Dalla descrizione del riquadro “Analisi di contesto” è possibile selezionare i problemi fondamentali individuati (criticità – punti di debolezza dell’analisi SWOT v. paragr. 3) e riferire a ciascuno di essi gli obiettivi generali del progetto descritti nel riquadro “Obiettivi strategici” associando a ciascuno di essi gli impatti attesi ed i criteri di loro misurazione (v. paragr. 5).

Quali sono i rapporti tra obiettivi, risultati e impatti ?

Come vengono misurati i risultati e gli impatti ?

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A ciascun obiettivo strategico vanno associati gli obiettivi specifici, descritti nell’omonimo riquadro (v. paragr. 6) in chiave di risultati attesi, in modo da dimostrare come:

a) i problemi, che ciascun obiettivo specifico intende risolvere, siano specificazioni di un problema fondamentale (v. riquadro “Analisi di contesto” – paragr. 3);

b) gli obiettivi specifici ed i relativi risultati attesi siano effettivamente “mezzi” per realizzare l’obiettivo strategico di riferimento ed i relativi impatti attesi.

Pertanto la descrizione di questo riquadro può essere organizzata nei seguenti termini.

OBIETTIVO STRATEGICO n.

Problema che si intende risolvere …………………………………………………..

Descrizione dell’obiettivo …………………………………………………………….

Impatti attesi e criteri di misurazione ……………………………………………..

OBIETTIVI SPECFICI

OB n.

Problemi che si intendono risolvere …………………………………………………

Descrizione dell’obiettivo ………………………………………………………………

Risultati attesi (servizi e prodotti) e criteri di misurazione ………………………..

Definita la “geografia” progettuale, con l’impostazione ora suggerita, è possibile formulare la descrizione sintetica “dell’idea strategica” della PIT (tema dominante) da inserire come introduzione del testo di questo riquadro.

7. Attori chiave, Gruppi obiettivo (All. 3 – 7).

Quali sono i gruppi obiettivo destinatari degli impatti e dei risultati attesi della PIT ?

Quali sono gli attori chiave della PIT, distinti per tipologia (soggetti privati e pubblici) ?

Quale ruolo (beneficiari o partecipanti) si prevede che gli attori chiave svolgano nella realizzazione della PIT ?

Qual è l’entità degli investimenti che si prevede siano gestiti dagli attori chiave beneficiari ?

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La descrizione, da inserire in questo riquadro, concorre alla dimostrazione:

a) dell’adeguato utilizzo dell’analisi SWOT nella progettazione della PIT in termini di coerenza della stessa nel saper affrontare e risolvere le criticità rilevate;

b) delle capacità della progettualità di coinvolgere ed attivare gli attori indispensabili del territorio per lo sviluppo locale.

Al fine di organizzare in modo adeguato la descrizione è importante ricordare la definizione dei soggetti nell’ambito del bando PIT.

Attori chiave: sono i soggetti economici e sociali, in forma singola o associata, e di governo locale che, attivamente coinvolti nella realizzazione dei progetti per lo sviluppo locale, sono beneficiari o partecipanti rispetto ai progetti stessi.

Fondamentale è la definizione del ruolo che si prevede questi soggetti debbano svolgere nella realizzazione della PIT in termini di attività di coinvolgimento, animazione e facilitazione.

La descrizione, relativa agli attori chiave, deve tenere conto di quanto già presentato nel riquadro “Obiettivi specifici” (v. paragr. 6 particolarmente per quanto riguarda le azioni-obiettivo) e di quanto verrà descritto nel Pacchetto di Attività obbligatorio “Gestione” (v. paragr. 4), da inserire nella documentazione cartacea con riferimento al riquadro “Piano di Lavoro”.

Infine si ricorda che è obbligatorio porre in relazione a questo riquadro la tabella della sezione 7 Allegato 3, che è stata elaborata nel passo 1 del paragrafo 6: se la tabella in questione non è compatibile con il numero di caratteri di questo riquadro, è ovviamente necessario inserirla nella documentazione cartacea.

Gruppi obiettivo: sono i gruppi della società locale le cui criticità si intende affrontare con la PIT (v. paragr. 3) ed a vantaggio dei quali sono orientati gli impatti ed i risultati attesi (v. paragrafi 5, 6 e 7). Questi gruppi, oltre che beneficiari, possono essere anche soggetti partecipanti alla realizzazione dei progetti della PIT.

Si consiglia di organizzare la descrizione di questo riquadro nel modo seguente.

Gruppi obiettivo (elencazione per tipologia)

problemi da risolvere e obiettivi strategici definiti (v. paragrafi 3 e 5);

risultati attesi (v. paragrafi 6 e 7);

eventuali ruoli previsti nella realizzazione della PIT.

Attori chiave

Pubblici

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n° di soggetti distinti per tipologia (Comuni, Comunità Montane, etc.) e con indicazione se beneficiari o partecipanti;

totale investimenti di cui sono beneficiari (in valore assoluto e in % sul totale investimenti della PIT);

ruolo (attività di animazione e facilitazione) che i soggetti pubblici, beneficiari e partecipanti, si prevede che svolgano nella realizzazione della PIT.

Privati

N° di soggetti distinti per tipologia (soggetti economici, soggetti sociali – singoli o associati) con indicazione se beneficiari o partecipanti;

totale investimenti di cui sono beneficiari i soggetti privati (valore assoluto e % sul totale investimenti dei privati per ciascuna tipologia di cui al punto precedente; valore assoluto e % sul totale investimenti della PIT);

ruolo (attività di animazione e facilitazione) che i soggetti privati, distinti per tipologie, si prevede che svolgano nella realizzazione della PIT.

NB La descrizione del ruolo svolto dagli attori chiave deve essere tenuta presente per organizzare la descrizione del riquadro “Piano di lavoro” e, in particolare, nella definizione del Pacchetto di Attività “Gestione”.

8. Riquadro “Complementarietà e coordinamento degli interventi della PIT con altre politiche di sviluppo locale” (All. 3 – 9).

Per l’organizzazione della descrizione di questo riquadro è necessario tenere presente che i dati relativi agli strumenti in questione devono essere indicati nell’apposita tavola del “Piano Finaziario” (All. 3 – 11), da inserire nella documentazione cartacea.

Ciò premesso, è importante richiamare quanto descritto nel riquadro “Analisi di contesto” (v. paragr. 3) a proposito delle Opportunità (analisi SWOT) e quanto descritto a proposito del valore aggiunto della PIT per lo sviluppo locale.

E’ consigliabile organizzare la descrizione del riquadro nel seguente modo.

Quali sinergie vengono eventualmente attivate mediante l’utilizzo di altri strumenti di sostegno allo sviluppo locale, diversi dal PSR, attivati o da attivare ?

Qual è l’effetto moltiplicatore atteso in ragione dell’utilizzazione complementare di detti strumenti ?

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Per ciascun strumento di sostegno allo sviluppo locale individuato e diverso dal PSR indicare:

a quale azione/i obiettivo si connette (v. paragr. 6);

quali sono i risultati attesi (servizi e prodotti);

l’investimento totale previsto, distinguendo gli importi di investimento pubblico rispetto a = da quello privato.

Infine conviene riferire gli strumenti in questione agli obiettivi strategici della PIT (v. paragr. 5) per completare la dimostrazione delle sinergie anche sulla base del totale degli investimenti.

9. Riquadro “Formale accordo” (All. 3 – 9).

In questo riquadro deve essere effettuata la descrizione sintetica del “Formale accordo”, disciplinato dall’art. 9 del bando PIT, che deve essere inserito nella documentazione cartacea.

E’ importante che l’esplicitazione dei ruoli e delle responsabilità degli aderenti sia coerente con quanto descritto nel riquadro “Attori chiave – Gruppi obiettivo” (v. paragr. 8).

10. Riquadro “Piano di Lavoro” (All. 3 – 10).

Quali sono gli obblighi ed i vincoli assunti dagli aderenti a garanzia della realizzazione della PIT (art. 9 bando PIT) ?

Quali sono i ruoli degli aderenti e le relative responsabilità ?

Quali sono le fasi fondamentali della PIT ed i loro collegamenti ?

Con quali modalità si prevede di gestire la realizzazione della PIT ?

Quali sono gli aspetti critici che si prevede di dover affrontare e come si pensa di fronteggiarli ?

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In questo riquadro è necessario esplicitare il livello di organizzazione e gestione della PIT a muovere dalla coerenza del rapporto PA (Pacchetti di Attività) – PL (Piano di Lavoro) – risultati attesi.

A tal fine conviene muovere dai PA impostati nel passo n. 3 del paragrafo 6, che vanno inseriti nella documentazione cartacea insieme alla tabella “Lista dei servizi e dei materiali”, sulla base della quale (ultima colonna) è possibile predisporre il crono programma (All. 3 – 12).

L’elenco dei PA deve essere completato con l’elaborazione dei 2 obbligatori (“Gestione” e “Comunicazione” – v. paragr. 4), che, rispetto agli altri PA identificativi delle fasi della PIT, costituiscono delle dimensioni trasversali rilevanti per il PL.

Di seguito si forniscono delle indicazioni per l’elaborazione dei 2 PA.

PA “Gestione”

Durata: come minimo uguale ai tempi di realizzazione della PIT (v. cronoprogramma – All. 3 – 12).

1.a. Descrizione: obiettivi del PA, cioè le modalità e gli strumenti previsti per il coordinamento e la gestione del partenariato della PIT, il monitoraggio della realizzazione, la verifica e la valutazione dei risultati.

1.b. Azioni-obiettivo (primarie – secondarie): descrizione delle modalità con le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi del PA, ad es. con l’attivazione di una “cabina di regia” con il coordinamento e la responsabilità del soggetto proponente (oppure altra soluzione operativa), composta da quali tipi di soggetti aderenti, orientata a fornire supporto gestionale, amministrativo, contabile e legale ai soggetti attuatori delle iniziative, etc.

. Ad esempio:

- riunioni con i soggetti aderenti (n°);

- contatti telefonici, fax e mail (n°);

- ………………………………………………………

2.b. Materiali (prodotti attesi dalle azioni di cui in 1.b.). Ad esempio:

- n° documenti di stato di avanzamento dei progetti;

- n° verbali delle riunioni collegiali;

- sito web dedicato;

- …………………………………………………………………..

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3. Distribuzione delle azioni tra i partecipanti in dipendenza delle azioni di cui in 1.b.

Ad esempio:

- compiti del soggetto proponente (coordinamento delle attività della “cabina di regia”, etc.);

- compiti dei singoli soggetti coinvolti (coordinamento attività e supporto alle stesse per specifiche aree territoriali, o per gruppi di soggetti, etc.).

4. Costi: €

PA “Comunicazione”

Durata: come minimo uguale ai tempi di realizzazione della PIT (v. cronoprogramma – All. 3 – 12).

1.a. Descrizione: obiettivi del PA. Ad esempio:

obiettivo generale: favorire il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei soggetti rilevanti per lo sviluppo locale;

obiettivi specifici:

- diffondere sul territorio la conoscenza e la consapevolezza del processo di costruzione e realizzazione della PIT ed i vantaggi della stessa;

- realizzare un’informazione mirata per specifiche tipologie di soggetti (istituzioni, associazioni di categoria, etc.);

- ………………………………………………………………………………………………………

1.b. Azioni-obiettivo (primarie – secondarie): descrizione delle modalità con le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi del PA, ad es.:

- organizzazione della mailing dei soggetti destinatari delle informazioni;

- spedizione di note informative (con specificazione delle modalità);

- attivazione di un sito web;

- organizzazione e gestione di iniziative (incontri con specifici tipi di soggetti, conferenze stampa, etc.);

- comunicazioni e rendicontazioni periodiche all’AdG del PSR;

- …………………………………………………………………

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2.a. Servizi previsti per effetto delle azioni di cui sopra: descrizione in base agli strumenti di comunicazione/informazione che si intendono utilizzare, con indicazione dei criteri di misurazione.

2.b. Materiali (prodotti attesi dalle azioni di cui in 1.b.): definizione dei prodotti attesi (es. n° newsletter, tipo e n° di iniziative sul territorio, n° schede sullo stato di attuazione della PIT, etc.).

3. Distribuzione delle azioni tra i partecipanti in dipendenza delle azioni di cui in 1.b.

In relazione anche a quanto previsto nel PA “Gestione”, descrizione dei compiti dei soggetti che si prevede di attivare.

Ad esempio

- soggetto proponente: gestione dei contatti – con quale periodicità - con i soggetti attuatori, definizione delle iniziative di comunicazione, etc.;

- soggetti coinvolti attivamente nel PA: associazioni di categoria per comunicazioni periodiche agli associati e per iniziative di divulgazione e confronto; etc.

- 4. Costi: €

Avendo la disponibilità delle schede di tutti i PA è possibile inserire in questo riquadro il loro elenco descrittivo e su questa base qualificare le principali fasi, necessarie per l’attuazione della PIT.

Nella descrizione è consigliabile fornire le indicazioni di fasi completate o in atto per effetto di strumenti programmatori diversi dal PSR (v. paragr. 9) e/o in dipendenza delle attività svolte per la preparazione della PIT (in questo caso conviene fare una sintetica descrizione e mettere in risalto i risultati prodotti).

Conviene inoltre fare una sintesi descrittiva delle fasi della PIT (se i beneficiari in tutti i PA sono sia pubblici che privati, etc.) e mettere in risalto i principali contenuti dei PA “Gestione” e “Comunicazione”.

A questo punto conviene descrivere sinteticamente i legami logico-cronologici delle fasi della PIT, utilizzando un flow (v. esempio di pag. successiva) che si consiglia di inserire nella documentazione cartacea, ed indicare i tempi di realizzazione delle stesse (v. crono programma, All. 3 – 12).

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Esempio di flow delle fasi della PIT

1

Sviluppo produzioni tipiche locali

2

Sviluppo strutture ospitalità e turismo

3

Sistema georeferenziato per promozione turistica e commercializzazione prodotti

4

Formazione e sviluppo di competenze

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La parte finale di questo riquadro conviene destinarla alla descrizione sintetica degli aspetti critici (in sequenza di priorità), che si prevede di dover affrontare nel processo di realizzazione della PIT, ed all’indicazione con le quali si prevede di fronteggiare le criticità stesse.

Esempio

Criticità

- capacità di organizzazione dei soggetti coinvolti, o di alcuni di essi (per tipologie);

- disponibilità quanti-qualitativa delle risorse umane per la realizzazione dei progetti (eventualmente quali in particolare);

- limiti di omogeneità tra le attività previste;

- …………………………………………………………. .

Modalità di superamento delle criticità

- supporto ai soggetti più carenti di capacità organizzative da parte della “cabina di regia” coordinata dal soggetto proponente;

- azioni di formazione-addestramento degli operatori impegnati nella realizzazione dei progetti;

- ……………………………………………………………………………. .

11. Riquadro “Presentazione del progetto” (Alleg. 3 – 6).

Come già segnalato in precedenza, conviene elaborare la descrizione di questo riquadro dopo aver completato i riquadri illustrati nei paragrafi precedenti, per garantirsi una sintesi agevole, sufficientemente completa e coerente della PIT.

In sintesi

Quali sono le principali caratteristiche del contesto nel quale si colloca la PIT ?

Quali sono gli obiettivi strategici e specifici ?

Quali le relazioni tra le diverse tipologie di intervento previste ?

Esistono eventuali sinergie con altri strumenti programmatori e finanziari diversi dal PSR?

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Pertanto di seguito viene consigliata una “scaletta” descrittiva con il riferimento ai paragrafi dai quali prelevare gli elementi da portare a sintesi:

principali caratteristiche del contesto nel quale si colloca la PIT, punti di forza e debolezza, opportunità e rischi che lo connotano (v. paragrafi 3,);

le criticità del contesto, che la PIT intende affrontare, e gli obiettivi strategici definiti (v. paragrafi 3, 5 e 7);

gli obiettivi specifici correlati agli obiettivi strategici (v. paragrafi 6 e 7);

le relazioni tra le diverse tipologie di intervento (v. paragrafi 5, 7 e 11);

gli attori economici ed istituzionali coinvolti (v. paragr. 8);

le eventuali sinergie con altri strumenti programmatori e finanziari diversi dal PSR (v. paragr. 9).

12. “Descrizione sintetica del progetto” (Alleg. 3 – 5).

In questo riquadro è necessario descrivere l’abstract del progetto portando a sintesi la descrizione del riquadro precedente e ponendo particolarmente in evidenza:

• il territorio nel quale si colloca la PIT;

• gi attori economici ed istituzionali coinvolti;

• le relazioni che legano i diversi interventi previsti agli obiettivi che ci si propone di raggiungere.

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ELENCAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE CARTACEA DA PRODURRE

Lo scopo di questa elencazione è di fornire un promemoria per garantire la completezza della documentazione cartacea sia con riferimento a quella obbligatoria (v. Alleg. 3 al bando PIT), che in armonia con le indicazioni fornite nei singoli paragrafi di questo documento.

L’elenco quindi è organizzato sulla base della sequenza dei riquadri del format telematico e delle connesse sezioni dell’Allegato 3 al bando PIT, in tal modo per ciascun punto dell’elenco si possono predisporre delle pagine di copertina dei documenti che attengono ai punti stessi.

1. “Analisi di contesto” (All. 3 – 6.1; paragr. 3). (Già indicato a pag. 7)

a) rappresentazione cartografica del territorio della PIT con colorazioni relative ai tipi

di zonizzazione dei Comuni, al fine anche di rappresentare la contiguità territoriale dei territori comunali;

b) rappresentazione cartografica della superficie delle eventuali aree protette insistenti sul territorio della PIT;

c) tavola elencativa dei Comuni, aderenti alla PIT, con indicazione del codice ISTAT, della zonizzazione di appartenenza, dell’estensione territoriale e del numero di abitanti.

2. “Obiettivi, risultati, impatto delle azioni” (All. 3 – 6.2; paragr. 7).

a) tabella Obiettivo specifico, Indicatore di risultato, Misura di successo (All. 3 – 6.2.3);

3. “Obiettivi specifici del progetto” (All. 3 – 6.2.1; paragr. 6).

a) tavole di definizione delle “azioni-obiettivo” (paragr. 6, passo n. 3);

b) una cartografia che indichi:

- in modo puntiforme la distribuzione territoriale (aree dei singoli Comuni) dei singoli interventi, da indicare con il numero (codice PSR) delle Misure attivate;

- le linee rappresentative di eventuali percorsi progettati o sui quali si intende comunque intervenire con indicazione del numero delle Misure attivate;

c) tavola di armonizzazione delle risorse (paragr. 6, passo n. 2).

4. “Obiettivi strategici” (All. 3 – 6.2.2; paragr. 5): non è prevista una specifica documentazione cartacea.

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5. “Attori chiave, Gruppi obiettivo” (All. 3 – 7; paragr. 8).

a) tabella Nominativo, Ruolo nella PIT, Tipo di partecipazione, Operazione attivata, % sul montante complessivo, Ruolo dell’operazione nella PIT.

6. “Descrizione formale accordo” (All. 3 – 8; paragr. 10):

a) testo dell’accordo formale sottoscritto.

7. “Complementarietà e coordinamento degli interventi PIT con altre politiche di sviluppo locale” (All. 3 – 9; paragr. 9): non è prevista una specifica documentazione cartacea.

8. “Piano di lavoro” (All. 3 – 10; paragr. 11).

a) schede descrittive dei PA (Pacchetti di Attività) (All. 3 – 10.2);

b) lista dei servizi e materiali (All. 3 – 10.3);

c) flow delle fasi della PIT.

9. “Piano finanziario” (All. 3 – 11).

a) tavola di cui all’Alegato 3, sezione 11.

10. “Cronoprogramma della PIT” (All. 3 – 12)

a) tavola di cui all’Allegato 3, sezione 12.

ALLEGATI

I. Delibere dei Comuni associati i cui estremi sono stati inseriti nel format telematico.

II. Singole domande di aiuto.