indicazioni sulle modalità d'intervento sui pini di nociglia valentino traversa

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Consigli d'intervento per la riqualificazione del Vignale [“Lungomare”], volta alla salvaguardia e restauro delle alberate a Pinus pinea L. di Nociglia nell'ipotesi di costruzione di una pista ciclabile. A cura di Dott. For. Valentino Traversa Il “Lungomare” di Nociglia Valutazione delle condizioni attuali L'asse viario oggetto d'intervento è caratterizzato dalla presenza di un alberata, a filare unico, di Pinus pinea L. ,ovvero di pino domestico, anche noto, in ambito internazionale, come “pino italico”, in virtù della forte caratterizzazione paesaggistica assunta dalla specie in Italia. Da un'indagine sommaria l'alberata presenta le caratteristiche problematiche di molti alberi in ambiente urbano, vale a dire risalita radicale con rottura della pavimentazione. Si tratta di una fenomenologia disgiunta dalla specie; [verificabile nella pressoché totalità delle specie utilizzate in ambito urbano, con intensità variabile; l'unica eccezione statistica è il Cupressus sempervirens L.], collegata invece alle condizioni edafiche in cui l'albero viene a trovarsi in questo peculiare ambiente antropico,

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Arboricoltura urbana

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Page 1: Indicazioni sulle modalità d'intervento sui pini di nociglia valentino traversa

Consigli d'intervento per la riqualificazione del Vignale [“Lungomare”], volta alla salvaguardia e restauro delle

alberate a Pinus pinea L. di Nociglia nell'ipotesi di costruzione di una pista ciclabile.

A cura di Dott. For. Valentino Traversa

Il “Lungomare” di Nociglia

Valutazione delle condizioni attuali

L'asse viario oggetto d'intervento è caratterizzato dalla presenza di un alberata, a filare unico, di Pinus pinea L. ,ovvero di pino domestico, anche noto, in ambito internazionale, come “pino italico”, in virtù della forte caratterizzazione paesaggistica assunta dalla specie in Italia.Da un'indagine sommaria l'alberata presenta le caratteristiche problematiche di molti alberi in ambiente urbano, vale a dire risalita radicale con rottura della pavimentazione.Si tratta di una fenomenologia disgiunta dalla specie; [verificabile nella pressoché totalità delle specie utilizzate in ambito urbano, con intensità variabile; l'unica eccezione statistica è il Cupressus sempervirens L.], collegata invece alle condizioni edafiche in cui l'albero viene a trovarsi in questo peculiare ambiente antropico,

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caratterizzate da compattazione del suolo con conseguente scarsa disponibilità di ossigeno ed acqua per l'apparato radicale, aggravata dalla presenza di pavimentazione continua ed asfalto, che annullano la possibilità di scambi gassosi del suolo stesso.Nel caso specifico la situazione presenta anche la peculiarità della struttura, a terrapieno rialzato, in cui le piante si trovano a vegetare.

Il “lungomare” di Nociglia nell'aspetto attuale

Come apparirebbe dopo l'abbattimento dell'alberatura [senza sostituzione]: della massima evidenza la banalizzazione del contesto e la perdita di valore estetico – paesaggistico dell'intero abitato, che si tradurrebbe in un diminuito interesse turistico.La stessa fruizione da parte dei cittadini sarebbe problematica: proviamo ad immaginare quale possa essere la frequentazione pedonale in un caldo giorno

d'agosto, con il calore assorbito dalla pavimentazione che viene rilasciato lentamente fino a notte; o l'impatto dei venti in inverno, non più frenati dalle chiome degli alberi, sulle abitazioni retrostanti...

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Danni alla pavimentazione causati dalle radici, o la difesa delle radici degli alberi da un impianto ed un trattamento non adeguato?

Considerazioni preliminari

Come sempre, di fronte ad un filare arboreo giunto a maturità, le prime valutazioni da fare riguardano la stabilità; ragion per cui, a prescindere dalle scelte progettuali, è sempre indispensabile una valutazione VTA, per singolo albero.La metodologia può trovare impiego in due momenti diversi, un primo accertamento visivo, seguito da indagine strumentale qualora si riscontrassero elementi che lo rendano raccomandabile. La metodologia consigliata per l'approfondimento strumentale dell'indagine, qualora l'esame visivo ne stabilisse la necessità, prevede l'uso dell'Arbotom [uno strumento che permette una ricostruzione della presenza di carie e cavità all'interno del tronco] seguita dal Resistograph nel caso di carie o cavità individuata con il metodo precedente [per valutare la resistenza del legno residuo].

Problematiche evidenti e scelte progettuali

Gli aspetti contestati riguardano in particolar modo il dissesto dell'area pavimentata, possibile causa di cadute dei passanti; molto minore risulta la compromissione dell'asfalto in sede stradale, che presenta solo limitate e lievi ondulazioni in prossimità del cordolo.Un'altra problematica prospettata è relativa ai potenziali danni alla rete fognaria bianca, o ad altre tubazioni presenti nel sottosuolo.Infine, in considerazione della scelta di far passare dal Vignale la progettata pista ciclabile, bisogna considerare le alternative progettuali possibili, al fine di potenziare i vantaggi di una riqualificazione dell'asse viario con i risultati estetici e pratici ottenibili.

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Interventi consigliati per il restauro dell'alberata

Stante quali siano state le condizioni ambientali che hanno causato la risalita delle radici [risalite in cerca di aria e dell'umidità che si forma per condensa al di sotto delle pavimentazioni], gli interventi sono in primo luogo volti a ripristinare condizioni di vita quanto più possibili confacenti alla specie, per cui la prima azione da intraprendere è la rimozione del cordolo in calcestruzzo che circonda il colletto degli alberi, e la rimozione della pavimentazione intorno al colletto fino ad arrivare alla creazione, intorno alla base di ogni albero, di un quadrato di 2m per lato non impermeabilizzato.Le operazioni vanno svolte salvaguardando il più possibile le radici delle piante, che verranno lasciate in sito; opportuna anche la protezione con sistemi antiurto della base del fusto, fino all'ultimazione dei lavori. L'operazione successiva consiste nell'ottenere l'arieggiamento del terreno mediante arieggiatore meccanico pneumatico, fino ad arrivare alla rimozione di uno strato di suolo di circa 10cm, da sostituire con una miscela di terriccio, pomice, sabbia [naturalmente di fiume, non marina!!!] e lapillo [ composizione 60% terriccio, 20% pomice, 10% lapillo, 10% sabbia di fiume].Questa composizione aumenta la struttura portante del suolo, migliorando la conduzione gassosa ed il drenaggio; è inoltre molto gradita al pino domestico, che manifesta una forte preferenza per una tessitura sabbiosa del substrato.Sempre con arieggiatore pneumatico, tipo Air-Spade, si consiglia di scavare dei fori più profondi [40 – 50 cm, diametro 10-15 cm] intorno all'albero, in vicinanza della parte terminale delle radici, da riempire con la miscela precedentemente citata.

Alla fine dell'intervento, di rimozione e sostituzione del suolo le radici superficiali poste ad oltre 80 cm di distanza orizzontale dal tronco risulteranno “a livello”, in modo da ottenere una superficie piana su cui basare i successivi interventi.Attenzione particolare deve essere posta nell'evitare di alzare il livello del suolo in prossimità del colletto delle piante, il che causerebbe diverse problematiche fitosanitarie alle piante stesse.

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Metodiche d'intervento per la successiva posa in opera del piano di calpestio/scorrimento ciclabile

Anche queste operazioni sono indipendenti dalle successive scelte progettuali; il loro scopo è evitare che la situazione attuale possa ripresentarsi in futuro.

Considerate le problematiche precedentemente indicate, la prima necessità è la creazione di un area permeabile intorno ad ogni albero, approssimativamente di 2 X 2 m.la seconda strategia oramai ampiamente sperimentata [tanto “in opera” quanto in ricerche specifiche sperimentali che si svolgono da altre vent'anni in California] è la creazione di uno strato di ghiaia “pulita”, ovvero priva di frazioni a granulometria inferiore a quella utilizzata, da porre al disotto del piano di calpestio [previa rimozione preliminare di quest'ultimo, naturalmente].Lo strato deve essere spesso [almeno] 15 cm e deve essere composto di ghiaia o pietrisco “pulito” con dimensioni comprese tra i 2,5 e i 4 cm.La capacità di inibire [“in modo drammatico”, per usare le parole dei ricercatori] la crescita di nuove radici, è dovuta agli spazi vuoti nello strato di pietrisco, che esercitano un'azione “disseccante” sugli apici radicali.E' inoltre preferibile che lo strato di pietrisco sia, a sua volta, appoggiato ad una geogriglia, le cui maglie siano di dimensioni inferiori alla pezzatura del pietrisco, con la funzione tanto di impedire il mescolamento dello strato inibente con il sottostante suolo, quanto di disperdere eventuali sollecitazioni prodotte dalla normale crescita diametrale delle radici già presenti su una superficie più ampia.Al di sopra dello strato inibente deve essere steso un layer di geotessuto, in grado di avere un'azione di filtro nei riguardi del materiale a granulometria inferiore [sabbia], utilizzato al di sopra dello strato inibente con funzione livellante per la posa della sovrastante superficie calpestabile.

Lo strato inibente, in virtù delle sue caratteristiche biostatiche, può essere posto in vicinanza al colletto della pianta [modulandone lo spessore per avere una superficie finale piana], senza rischio di danni dovuti a biopatogeni o a crescite anomale di radici intorno al colletto dell'albero.

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Controllo delle radici in vicinanza delle tubazioni

Per quel che concerne il controllo delle radici per prevenire danni alle tubazioni [o altre linee tecnologiche], la soluzione è basata sulla creazione di uno strato verticale in grado di bloccare le radici stesse, che si estenda almeno 20 cm in profondità oltre il margine inferiore della tubazione.Anche in questo caso si tratta di effettuare preliminarmente lo scavo di una trincea rettilinea, posta in prossimità della tubazione da salvaguardare, utilizzando uno scavatore ad aria pressurizzata [tipo i soliti AirSpade, AirKnife, SoilPick ecc.].L'utilizzo di questo strumento permetterà di verificare la quantità, le dimensioni ed il tipo di radici presenti [mentre lo schema generale della radicazione dei singoli alberi è visibile con la preliminare operazione di asportazione e sostituzione dei primi 10 cm di substrato, con l'operazione attuale di scavo fino alla tubazione di drenaggio sarà possibile osservare se sono coinvolte radici a maggiore profondità], e di procedere nel recidere le radici presenti con strumenti adeguati [cesoie, sega a catena] in modo da ottenere superfici di taglio il più possibile nette e lisce, che possano quindi “compartimentare” nel modo migliore.In nessun caso dovrà essere usato per il taglio delle radici la benna o altro organo di ruspe o altre macchine da scavo e bisognerà trattare le superfici di taglio ed il terreno di radicazione sottostante con prodotti fungoantagonisti specifici (tipo Biochem RADIX), per preservare le superfici di taglio dall'ingresso di patogeni fungini [in particolare tra i patogeni, ricordiamo Heterobasidion annosum, Phaeolus schweinitzii, Armillaria mellea].Per quel che concerne eventuali rischi sulla stabilità radicale degli alberi, in conseguenza del taglio di radici con funzioni di ancoraggio, questa andrà valutata caso per caso, in funzione dell'importanza delle radici che verranno alla luce tramite lo scavo; la problematica della stabilità si pone per il taglio di radici di diametro maggiore o uguale a 8 cm.In ogni caso il taglio delle radici, là dove necessario, deve essere effettuato ad una distanza dalla base dei pini maggiore di tre volte il diametro del tronco, dunque, nel nostro caso, a partire dalla parte esterna del cordolo del marciapiede.

Il piano su cui eseguire il taglio di radici che creino problemi alle tubazioni deve essere posto ad una distanza almeno pari a tre volte il diametro del tronco; nel nostro caso tale piano corrisponde all'incirca al margine esterno del cordolo del marciapiede esistente.

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Un'attenzione particolare deve essere posta nel tagliare le radici perpendicolarmente al loro asse, in maniera da ridurre quanto più possibile la superficie d'interfaccia dei tessuti vegetali con il suolo.Lo scavo con aria in pressione permetterà di verificare quale sia l'interferenza eventualmente presente tra radici e tubature, che non è scontata, il pino domestico non rientra tra le specie considerate aggressive in tal senso, che sono latifoglie a crescita veloce, come pioppi, salici, tigli,Al di là della specie arborea, gli studi più approfonditi e recenti in materia [in particolar si fa riferimento alle massime autorità nel campo, l'IKT – Institute for Underground Infrastructure di Gelsenkirchen, Germania] hanno verificato che interferenze possono aversi unicamente per problemi relativi alle tubazioni stesse [crepe] o nei punti di giunzione.

Studio sulle guarnizioni di gomma: a sinistra una guarnizione vecchio tipo, a destra una guarnizione con angolo di contatto a 90 gradi, in grado di respingere infiltrazioni radicali

Nel caso si proceda alla sostituzione delle tubazioni, è caldamente raccomandato l'utilizzo di nuovi materiali, in grado di evitare conflittualità, come l'acrilonitrile-butadiene-stirene [ABS], con anelli di guarnizione ad angolo retto.

Un'ulteriore protezione per le tubazioni consiste nell'utilizzo di strutture per deviare le radici, queste possono essere di tre tipi:

• uno strato di pietrisco “lavato” dello spessore minimo di 15 cm, con pezzatura tra i 2,5 e i 4 cm, compreso tra due layer di geotessuto per evitare infiltrazioni di materiale a granulometria inferiore, analogo a quello da utilizzarsi per la sottopavimentazione inibente, in questo caso posto verticalmente fino a superare almeno di 20 cm la profondità della tubazione da proteggere

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• una barriera di calcestruzzo posato in opera su rete elettrosaldata, dello spessore di 10 cm e sviluppo in profondità come il precedente

• l'uso di schermi antiradice appositamente prodotti in materiale sintetico [profondità massima 122 cm] come il “Deep Root”, caratterizzati da scanalature verticali che “guidano” le radici verso il basso

Struttura degli schermi radicali “Deep Root”

La coesistenza tra tubature e radici: la normalità nella maggior parte dei centri urbani!

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Indicazioni progettuali per il posizionamento della pista ciclabile

la larghezza attuale del marciapiede appare difficilmente conciliabile con la realizzazione di una pista ciclabile su corsia riservata ricavata dal marciapiede [indipendentemente dalla presenza dell'alberatura], per cui si impongono considerazioni preliminari riguardo le possibili scelte progettuali.

Esempio di ostacoli alla realizzazione di una pista ciclabile sul marciapiede: cabina metano.

Possibilità progettuali [riferimento legislativo DM 557 30/11/1999]:

• Piste ciclabili “in sede propria”, ad unico o doppio senso di marcia◦ problematiche: ampio ingombro stradale [almeno 2,50 m]

• Piste ciclabili in corsia riservata, ricavata dalla carreggiata, nel qual caso è fatto obbligo di disporle ai due lati della carreggiata stradale, con senso di marcia omogeneo a quello delle corsie stradali; la larghezza minima è di 1,5 metri per corsia, la carreggiata stradale verrebbe ad essere così ridotta di 3 metri, complessivamente.◦ minore ingombro stradale, per via della delimitazione effettuata solo con

segnaletica stradale a terra; impone, nel caso di una strada di larghezza limitata, il divieto di sosta su ambo i lati o il senso unico di marcia per gli autoveicoli

• Piste ciclabili su corsia riservata ricavata dal marciapiede, ad unico o doppio senso di marcia, qualora l'ampiezza ne consenta la realizzazione senza pregiudizio e sia ubicata sul lato adiacente alla carreggiata stradale [Capo II articolo 6.2, lettera c]; spazio di sicurezza di almeno 50 cm dalla sede stradale, meglio se delimitata con siepi o barriere metalliche◦ necessità di un marciapiede di dimensione sufficiente; su brevi tratti

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[indicativamente dell'ordine di poche centinaia di metri] è consentito scendere fino a 2 metri di larghezza per il doppio senso di marcia contiguo

◦Escludendo la prima soluzione, che appare essere la più ingombrante, la scelta quindi ricade sulla possibilità di ricavare due corsie riservate, una per senso di marcia, poste ai margini opposti della carreggiata stradale e delimitate da strisce indicatrici su asfalto, oppure la realizzazione di una pista ciclabile a doppia corsia sul marciapiede, nel qual caso è plausibile abbattere la larghezza della pista stessa fino a due metri, con l'obbligo di porre la pista sul lato adiacente alla carreggiata stradale.

In ogni caso, anche per quest'ultima soluzione, risulta necessario l'ampliamento del marciapiede, attualmente di larghezza di circa 3,5 m, per comprendere il margine di 50 cm di sicurezza dalla sede stradale. Il marciapiede verrebbe così ad avere una larghezza complessiva di 4,5 metri, 2,5 dei quali [pista e fascia di sicurezza] dedicati ai ciclisti e la restante parte al traffico pedonale.Da rilevare [al di là delle disposizioni legislative] che nel caso di un belvedere come il presente, è indispensabile che la zona pedonale sia quella prospiciente alle balaustre, poiché è impensabile impedire ai pedoni l'affaccio panoramico [il che, su una pista ciclabile, sarebbe fonte di rischio tanto per i pedoni quanto per i ciclisti].Una scelta di questo genere pone la necessità di spostare la tubazione di drenaggio, questo permetterebbe d'altro canto una migliore soluzione dei problemi di conflitti radicali, in quanto la barriera antiradice verrebbe spostata di un metro, conseguentemente il taglio delle radici sarebbe effettuato a maggiore distanza dal tronco e su diametri inferiori.Per quanto riguarda la circolazione veicolare, anche in questo caso si pone la scelta tra il senso unico di marcia e il divieto di sosta sul lato delle civili abitazioni; la riduzione di dimensione della carreggiata è però sensibilmente inferiore, attestandosi ad un solo metro, contro i tre metri della soluzione precedente.

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Indicazioni sul tipo di superfici per il marciapiede - pista ciclabile

La parola d'ordine per la migliore salute degli esemplari arborei in ambiente urbano, nonché per evitare danneggiamenti alle superfici è la permeabilità delle superfici, che, come precedentemente visto, permette la conduzione gassosa nel sottosuolo, soddisfacendo in tal modo le richieste radicali degli alberi; inoltre evitando la formazione di gradienti termici di surriscaldamento - rapido raffreddamento, viene anche ad essere eliminata la condensa, altra causa attrattiva per la crescita radicale. E' da ricordare, per qualsiasi soluzione scelta, l'importanza di costituire dapprima lo strato inibente, per evitare la crescita delle radici superficiali, come descritto precedentemente.Un'ulteriore funzione, che in tempi di cambiamenti climatici diventa essenziale è l'assorbimento, direttamente nel suolo, di buona parte delle acque meteoriche, in tal modo, oltre a migliorare le condizioni di crescita degli alberi, viene anche aumentata la capacità di drenaggio rispetto ad eventi piovosi di forte intensità, evitando il rischio di allagamenti.

Tra le possibilità da considerare nel caso specifico [ambiente urbano cittadino, presenza di alberi, traffico veicolare leggero, valore estetico della pavimentazione, riconoscibilità cromatica], quelle suggerite sono:

– Calcestruzzi permeabili porosi– Asfalti porosi– Autobloccanti di dimensioni adeguate– Struttura a celle stabilizzante in polipropilene con riempimento di ghiaia

Riguardo l'uso di autobloccanti è necessario porre attenzione alle dimensioni dei singoli elementi, in quanto questi, se piccoli, tenderebbero a muoversi al passaggio delle biciclette, ponendo nel tempo anche qualche possibile problematica di dissesto.

Da considerare, anche nel caso di uso di pavimentazioni permeabili [autobloccanti, calcestruzzi o asfalti porosi], è necessario prevedere uno spazio libero alla base degli alberi, che, in considerazione della permeabilità della pavimentazione impiegata, può essere ridotto ad una misura di 80 X 80 cm [diversamente dovrebbe essere almeno di 200 X 200 cm].

Nel caso invece si scelga di utilizzare il sistema a celle stabilizzate, si può arrivare senza problemi vicino al colletto dell'albero [lasciando giusto lo spazio alla corona radicale per i propri contrafforti] lo spazio libero può essere riempito con lo stesso tipo di ghiaia presente nelle celle, e risultare così omogeneo.

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Per quanto riguarda l'estetica, i risultati migliori si possono ottenere applicando al calcestruzzo posato in opera prodotti “lavanti” che mettano allo scoperto il ghiaietto utilizzato [es. Levocell].Lo stesso risultato estetico, senza l'applicazione di nessun tipo di prodotto, si ottiene tuttavia con il sistema a celle stabilizzate, che offre anche la maggiore capacità drenante.Su quest'ultimo sistema è utile soffermarsi, poiché appare quello più innovativo ed adatto alla situazione in considerazione.

Vantaggi:

- pavimentazione drenante al 100%;- pavimentazione pedonale idonea al traffico leggero e pesante, moto, biciclette e carrozzine per disabili;- resiste alla compressione fino a 300 t/mq- pavimentazione economica che mantiene inalterato il colore nel tempo;- prodotto completamente riciclabile a base di polipropilene di alta qualità puro al 100%;- pavimentazione dotata di geotessile che trattiene granulati o ciottoli;- facilmente tagliabile e adattabile a tutti gli ambienti;- non è sensibile al gelo e al sale;- le lastre possono essere posate su superfici con pendenza fino a 45% senza necessità di ancoraggio;

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- impedisce la formazione di orme e di solchi dovuti al passaggio di biciclette o automobili;- non necessita di manutenzione.

La tipologia permette di evitare praticamente del tutto la mobilità della ghiaia, che rimane fissa in loco [consigliabile una cordonatura di perimetrazione]; può essere tagliato liberamente per adattarsi ai contorni di alberi ed aiuole.Inoltre offre la massima flessibilità per cui, in unione alla perfetta permeabilità, assicura un risultato ottimale in presenza di alberi.Con una posa in opera attenta [separata da cordoli], è possibile utilizzare ghiaia di colori diversi, per differenziare la pista ciclistica dal percorso pedonale.Viene commerciato in lastre dotate di strato geotessile inferiore, delle dimensioni di 80 X 120 cm, altezza 3,2 cm, da posarsi su uno strato di sabbia di 4 cm, che, nel nostro caso, in funzione della sottofondazione dovuta allo “strato inibente” di pietrisco, può essere ridotta a 2 cm.

Fasi di preparazione ed installazione

Un'altra soluzione, già menzionata, consiste nell'utilizzo di autobloccanti; in questo caso l'effetto estetico è inferiore e bisogna considerare una maggiore rigidità dei singoli elementi, per cui non è possibile avvicinarsi al colletto degli alberi.Inoltre piccoli aggiustamenti della sottofondazione, in considerazione della rigidità degli elementi, possono comunque causare discontinuità che non sono apprezzate dal

traffico ciclistico. Anch'essi possono essere riempiti con ghiaia, per un risultato estetico migliore.

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Alcuni prezzi unitari

Tralasciando i prezzi unitari ben noti dai Tecnici incaricati dal Comune, poiché comuni alle altre opere costruttive, occorre definire invece i prezzi relativamente alle opere di restauro dell'alberata ed alla pavimentazione in celle di polipropilene.

L'esecuzione del controllo visivo di stabilità VTA, [in realtà si tratta di prezzi che possono scendere sensibilmente nel caso la valutazione venga ad essere effettuata su alberature, piuttosto che su di un albero singolo] con creazione di schede singole per ogni albero, successivamente aggiornabili è pari a

– 15 - 25 euro ad albero

L'eventuale approfondimento strumentale, in presenza di situazioni di rischio è pari a

– 125 – 175 euro cadauna

Utilizzo dell'Air–Spade [o apparecchi analoghi] per singolo albero, con asportazione dei primi 10 – 15 cm di suolo, senza considerare trasporto e rimozione del materiale, compressore, camion ecc.

– 50 euro ad albero [22 alberi]

In alternativa si può considerare il costo globale dell'intervento al giorno di cantiere, così descritto in capitolato: scavo (massimo 100 metri di ampiezza) ed asportazione di materiale terroso con la tecnica dell’aspirazione a basso impatto, con escavatore a risucchio dotato di tubo di lunghezza variabile, abbinata all’uso dell’air spade ad aria compressa, autocarro cassonato per la raccolta del materiale di risulta, rifilatura di radici rotte o danneggiate, ricolmatura dello scavo con scarico del materiale, livellamento del terreno, comprensivo di ogni onere. La prestazione è comprensiva dei mezzi e delle attrezzature necessarie alla prestazione, comprendeinoltre la presenza del personale necessario e del professionista incaricato dell’analisi e la produzione di una relazione tecnica dettagliata

– 2000 euro per giorno di cantiere; giorni di cantiere previsti sull'intera alberata n. 5 – 7

Dunque per il restauro dell'alberatura i costi complessivi sono di circa 15000 euro; per un confronto con la scelta dell'abbattimento, bisognerebbe considerare il valore economico di ogni singolo albero, che è quantificabile in 5000 – 10000 euro per esemplare adulto di Pinus pinea, dunque mediamente un totale di 165000 euro, più le

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spese di abbattimento in sicurezza con preliminare taglio dei rami ed imbracatura degli stessi e del tronco e la rimozione delle ceppaie con riempimento del vuoto conseguente, stimabile in ulteriori 10000 euro.

Per quanto riguarda la pavimentazione i costi di preparazione sono fondamentalmente gli stessi; l'unica voce di spesa da nominare è quella per la struttura di celle stabilizzante in polipropilene:

– 15 euro al mq

prezzo netto che comprende il trasporto, cui poi bisogna aggiungere il costo della ghiaia da utilizzare, variabile a seconda del pregio della stessa.

Considerazioni finali

Per valutare appieno il risultato di ogni scelta progettuale, bisogna considerare la fruibilità del progetto finito; nei due casi limite, la scelta è tra:

– un assolato marciapiede con pista ciclabile continua [interrotta da cabine del metano] ed uno stretto margine lasciato ai pedoni, con caratteristiche di impermeabilizzazione del fondo tali da aggravare gli esiti di forti eventi piovosi; la superficie tenderà inoltre a surriscaldarsi durante l'estate, rilasciando poi il calore immagazzinato al calar della sera; il risultato estetico sarà paragonabile ad una strada di periferia con pista ciclabile in asfalto colorato.

– un largo marciapiede alberato con pista ciclabile, su fondo permeabile di ghiaia stabilizzata, in grado di assicurare un ottimo drenaggio garantendo al contempo l'assenza di fenomeni di accumulo di calore, ideale per ombreggiamento e freschezza al fine della frequentazione cittadina, con panchine per la sosta e il godimento della vista panoramica sul Parco dei Paduli

Dott. For, Valentino TraversaConsulente dell'Osservatorio Europeo del Paesaggio

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