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COMUNE DI SESTO CALENDE - Piano di emergenza comunale INDICE GENERALE
INDICE
AREA ANALITICA
PREMESSA
A. ANALISI TERRITORIALE
1. ANALISI DELLE PERICOLOSITA’
2. ANALISI DEL TESSUTO URBANIZZATO
AREA OPERATIVA
B. SCENARI DI RISCHIO
C. METODI DI PREANNUNCIO
D. UNITÀ DI CRISI LOCALE
AREA TECNICA
E. SCHEDE OPERATIVE
F. ALLEGATI
G. GLOSSARIO
Dott.ssa Silvia Martinelli Novembre 2014Arch. Valentina Gadda
PER UNA RAPIDACONSULTAZIONE
IN FASE DI EMERGENZA
COMUNE DI SESTO CALENDE - Piano di emergenza comunale INDICE GENERALE
AREA ANALITICA
PREMESSA
A. ANALISI TERRITORIALE
1. ANALISI DELLA PERICOLOSITÀ (mappatura aree interessate dai fenomeni considerati nel piano).
1/a RISCHIO IDRAULICO/IDROGEOLOGICO1/a Descrizione Rischio idraulico idrogeologico 1/a Carta Rischio idrogeologico
1/b RISCHIO INCENDIO BOSCHIVO1/b Descrizione Rischio incendio boschivo1/b Carta Rischio incendio boschivo
1/c RISCHIO SISMICO1/c Descrizione Rischio Sismico1/c Carta Rischio Sismico
1/d RISCHIO VIABILISTICO1/d Descrizione Rischio viabilistico
1/e RISCHIO INDUSTRIALE1/e Descrizione Rischio industriale
2. ANALISI DEL TESSUTO URBANIZZATO (mappatura di tutto il territorio comunale)
- Carta n. 2/a – carta tessuto urbanizzatoInclude: edifici e strutture di rilevanza strategica e vulnerabile, aree di emergenza, infrastrutture viarie, aree soggette a vincolo, reticolo idrico
Censimento informazioni comunali e schede di dettaglio
S_STRUTTURE STRATEGICHE
S_SUPERFICI STRATEGICHE AA (Aree di Accoglienza)
S_SUPERFICI STRATEGICHE AAR (Aree di Accoglienza e Ricovero)
V_SCUOLE
Dott.ssa Silvia Martinelli Novembre 2014Arch. Valentina Gadda
COMUNE DI SESTO CALENDE - Piano di emergenza comunale INDICE GENERALE
- Informazioni Comune di Sesto Calende (file .xls compilabile)
A - STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILEUNITA' DI CRISI LOCALE (A1)AMMINISTRAZIONE_UFFICI COMUNALI (A2)MEZZI E ATTREZZATURE COMUNALI (A3)GRUPPO COMUNALE VOLONTARI DI PC (A4)INVENTARIO MEZZI E MATERIALI GRUPPO COMUNALE DI PC (A5)AREE DI EMERGENZA (A6)B - DATI RELATIVI ALLE INFRASTRUTTURE DI INTERESSEIMPRESE CONVENZIONATE (B1)ALBERGHI E STRUTTURE RICETTIVE (PALESTRE, ORATORI, ecc.) (B2)FARMACIE, AMBULATORI MEDICI E CENTRI DI PRONTO SOC-
CORSO (B3)C - ELEMENTI DI VULNERABILITA'SCUOLE (C1)INSEDIAMENTI RESIDENZIALI ISOLATI (C2)ABITAZIONI DI CIVILI ANZIANI E/O DIVERSAMENTE ABILI (C3)ATTIVITA' PRODUTTIVE A RISCHIO (C4)AZIENDE AGRICOLE CON ALLEVAMENTI (C5)D- ELENCO EDIFICI STRATEGICI E VULNERABILIELENCO EDIFICI STRATEGICI E VULNERABILI (D1)SERVIZI ESISTENTI (D2)
- Approfondimento direttiva alluvioni
Dott.ssa Silvia Martinelli Novembre 2014Arch. Valentina Gadda
COMUNE DI SESTO CALENDE - Piano di emergenza comunale INDICE GENERALE
AREA OPERATIVA
B. SCENARI DI RISCHIOB Individuazione degli scenari di rischio
Schede scenari di rischio
Rubrica operativa - Elenco dei numeri utili
INDIVIDUAZIONE SCENARI DI RISCHIO IPOTIZZATI
codice Rischio 3. SCENARIO IPOTIZZATO*
Id
Idraulico e metereologico 3/aEventi metereologici estremi(temporale di forte entità,trombe d'aria, grandinate)
Idraulico e metereologico 3/b Nevicata di notevole entità e gelate
Idraulico e metereologico 3/c Allagamenti per piogge persistenti
Idraulico e metereologico 3/d Esondazione Fiume Ticino e Lago Maggiore
Idraulico e metereologico 3/e Esondazione Torrente Lenza
Idraulico e metereologico 3/f Frane, caduta alberi e distacco massi
Ib Incendio boschivo 3/g Incendio in area boschiva
S Sismico 3/h Scossa tellurica
V
Viabilistico3/i
Incidente stradale sul territorio comunale
Viabilistico 3/l Incidente stradale su autostrada
Viabilistico 3/m Blocco convoglio su linea ferroviaria
Viabilistico e trasporto 3/n Incidente stradale con sversamentosostanze pericolose e non
codice Rischio 3. SCENARIO IPOTIZZATO*
RG
GenericoIndirizzi operativi
(Direttiva 5300 del 13Novembre 2012)
3/p Eventi di rilevante impatto locale: (esempio: fuochi d’artificio)
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COMUNE DI SESTO CALENDE - Piano di emergenza comunale INDICE GENERALE
C. METODI DI PREANNUNCIO4.1 Descrizione metodi di preannuncio
4.2 Procedure fasi di allertamento
4.3 Facsimile ordinanza sindacale
Allegati: scheda A RASDAVademecum allertamento
D. UNITA’ DI CRISI LOCALE5.1 Composizione dell’UCL
5.2 Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile
5.3 Giunta e Consiglio comunale
Dott.ssa Silvia Martinelli Novembre 2014Arch. Valentina Gadda
COMUNE DI SESTO CALENDE - Piano di emergenza comunale INDICE GENERALE
AREA TECNICA
E. SCHEDE OPERATIVE6.1 Cosa fare in caso di incendio boschivo
6.2 Cosa fare in caso di terremoto
6.3 Pannelli segnaletici trasporto merci pericolose su strada
6.4 Ricerca di persone scomparse
6.5 Cosa fare in caso di imenotteri (calabroni)
6.6 Cosa fare in caso di infestazione da imenotteri
6.7 Cosa fare in caso di temporali
6.8 Cosa fare in caso di ondate di calore
6.9 Competenze e sicurezza dei Volontari di Protezione Civile
6.10 Monitoraggio Virtuale
F. ALLEGATI
G. GLOSSARIO
Dott.ssa Silvia Martinelli Novembre 2014Arch. Valentina Gadda
COMUNE DI SESTO CALENDE - Piano di emergenza comunale PREMESSA
Dott.ssa Silvia Martinelli Novembre 2014 Arch. Valentina Gadda
PREMESSA
Il servizio nazionale di protezione civile è regolato dalla legge 225/92 (modificata in
seguito dal D. Lgs. 112/98 e dalla L. 152/2005), la quale
- assegna al Sindaco il compito della prima emergenza sul territorio, secondo il
principio di sussidiarietà, secondo cui la prima risposta al cittadino deve essere
fornita dall'istituzione ad esso territorialmente più vicina;
- trasferisce al Sindaco il dovere di informare ed avvertire la popolazione sui rischi
attivi sul proprio territorio e sulle norme di prevenzione.
Le normative più generali relative alle attività degli Enti locali (es.: D. Lgs. 267/2000 e
s.m.i.) indicano il servizio di protezione civile quale servizio essenziale da erogare al
cittadino. Si evince quindi come il Sindaco abbia prima di tutto l'obbligo di conoscere e
riconoscere i rischi presenti sul proprio territorio e di essere il punto di riferimento in caso
di emergenza all'interno del proprio territorio comunale.
La legge n. 100/2012 ribadisce il ruolo del Sindaco autorità comunale di protezione civile e
precisa, al comma 3, che il Sindaco assume la direzione dei servizi di emergenza che
insistono sul territorio del Comune e il coordinamento dei servizi di soccorso e di
assistenza alle popolazioni colpite.
Il Piano di Emergenza comunale rappresenta lo strumento principale a disposizione del
Sindaco per fornire il servizio di Protezione Civile comunale.
Esso:
- ha lo scopo di ridurre le conseguenze descritte in uno scenario di rischio, indicando
un modello di intervento, fondato sulle risorse umane e strumentali in possesso del
Comune, che consentano di attivare la risposta locale di protezione civile;
- ha l'obiettivo di costituire una struttura di coordinamento operativo snella e adattata
alle dimensioni del Comune;
- approfondisce a livello locale quanto contenuto nel Piano Provinciale, a cui deve
accordarsi;
- deve possedere dei contenuti minimi e essenziali, (di cui alla D.G.R n. 8/4732 del
16/05/2007) che possono essere ampliati e concretizzati nel tempo in funzione delle
esigenze dell'amministrazione comunale e dell'organizzazione del servizio di
protezione civile locale.
COMUNE DI SESTO CALENDE - Piano di emergenza comunale PREMESSA
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Si ricorda inoltre che la D.G.R. IX/924 del 1 dicembre 2010 indica, tra i requisiti essenziali
per l'accesso ai finanziamenti regionali per le opere di pronto intervento a seguito di
calamità sul territorio regionale, la presenza di adeguata pianificazione di emergenza di
livello comunale.
Inoltre la legge n. 100/2012 indica inoltre che entro 90 giorni dal 14 luglio 2012 (data di
entrata in vigore della legge stessa) ciascun Comune approva, con deliberazione consiliare,
il piano di emergenza comunale - redatto secondo i criteri e le modalità riportate nelle
indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle Giunte regionali - e
provvede alla verifica e all'aggiornamento periodico di questo strumento.
Il piano, da redigere ai sensi della D.G.R. 8/4732 del 16 maggio 2007 e secondo i
contenuti minimi ed essenziali indicati nell'Allegato 3 del decreto relativo al Bando 2011
(D.D.U.O. n. 7831 del 29/08/2011), e delle Legge 100/2012 contiene:
- una parte analitica, dove vengono individuati i rischi che interessano il territorio
comunale e i relativi scenari di rischio (risultanti dalla sovrapposizione tra
pericolosità e infrastrutture)
- una parte operativa, che prevede l'impostazione di un metodo utile
all'individuazione delle soglie oltre le quali dovranno essere innescate le
procedure previste da ogni scenario stesso (fase previsionale/fase di
monitoraggio e sorveglianza/fase di gestione dell'emergenza), sia per quanto
riguarda l'intervento sia la comunicazione.
E' richiesta la compilazione di cartografia tematica da eseguire con software GIS
(Geographic Information System): questa procedura consente di gestire database e
cartografia in modo integrato e di predisporre i file richiesti da Regione Lombardia per la
creazione della banca dati territoriale per la pianificazione d'emergenza (Mosaico piani
di emergenza comunali – Peweb).
Tale procedura è stata curata dalle scriventi su richiesta degli Uffici Comunali.
In particolare, per la redazione del presente documento, è stato utilizzato il software
QuantumGIS (QGIS), versione 1.7.3.
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Dott.ssa Silvia Martinelli Novembre 2014 Arch. Valentina Gadda
PASSWORD DI ACCESSO AL PEWEB – COMUNE DI SESTO CALENDE
utente = omissis
password = omissis
Considerazioni
Il Piano di Emergenza Comunale è stato redatto coinvolgendo gli uffici comunali e gli
Amministratori sia mediante sopralluoghi sia riunioni specifiche per affrontare le singole
tematiche relative alla pianificazione di emergenza nel territorio comunale, dall’analisi del
territorio, al censimento delle infrastrutture, all’analisi delle pericolosità e all’individuazione
degli scenari di rischio:
SITUAZIONE SETTEMBRE 2014
PGT
APPROVATO
GRUPPO VOLONTARI PROTEZIONE CIVILE
CONVENZIONE PER IL COORDINAMENTO E L’UTILIZZAZIONE DEL GRUPPO DI VOLONTARI DI
PROTEZIONE CIVILE DI SESTO CALENDE TRA IL
CONSORZIO PARCO TICINO E IL COMUNE DI SESTO CALENDE
SERVIZIO REPERIBILITA’ H24 NON PRESENTE – solo Sindaco
Gli incontri si sono svolti nei giorni:
- 9 dicembre 2013: Comandante di Polizia Locale. Dott. Michele Signò
- 16 dicembre 2013: Sopralluogo tecnico
- 20 gennaio 2014: Sindaco e Uffici Comunali
- 10 marzo 2014: Ufficio Tecnico Comunale
Da tali incontri è emersa una approfondita conoscenza del territorio, delle esigenze e
caratteristiche peculiari del comune, ottenendo parere positivo relativo alla Pianificazione
di Emergenza sia dal Sindaco sia dagli Uffici preposti.
Riferimenti normativi per la redazione del Piano di Emergenza Comunale:
Vengono di seguito riportati i principali riferimenti legislativi in materia di protezione civile.
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Riferimenti legislativi nazionali
Norme generali
- Legge 225/92 e smi “Istituzione del Servizio nazionale di Protezione Civile”;
- D.M. 28 maggio 1993” Individuazione, ai fini della non assoggettabilità ad
esecuzione forzata, dei servizi locali indispensabili dei comuni, delle province e delle
comunità montane”;
- Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 "Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I
della legge 15 marzo 1997, n. 59"
- Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento
degli enti locali";
- Legge 9 novembre 2001, n. 401 “Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, recante disposizioni urgenti per assicurare
il coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione civile”;
- Legge 26 luglio 2005, n. 152 “Conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 31
maggio 2005, n. 90, recante disposizioni urgenti in materia di protezione civile;
- Legge n. 100 del 12 luglio 2012-Conversione in legge, con modificazioni, del
decreto-legge 15 maggio 2012, n. 59, recante disposizioni urgenti per il riordino
della protezione civile.
Rischio idrogeologico
- Legge 3 agosto 1998, n. 267 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-
legge 11 giugno 1998, n. 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio
idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione
Campania";
- Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24/05/2001 “Piano stralcio per
l'assetto idrogeologico del bacino idrografico del fiume Po”.
Rischio sismico
- Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 05 marzo 1984 “dichiarazione di sismicità di
alcune zone della Lombardia”;
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- O.P.C.M. 3274 del 20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri generali per la
classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le
costruzioni in zona sismica”;
- O.P.C.M. 3519 del 28 aprile 2006 dalla G.U. n.108 del 11/05/06 "Criteri generali per
l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli
elenchi delle medesime zone”;
- Decreto ministeriale (infrastrutture) 14 gennaio 2008 “Approvazione delle nuove
norme tecniche per le costruzioni”.
Rischio incendio boschivo
- Legge 21 novembre 2000, n. 353 "Legge-quadro in materia di incendi boschivi”
Rischio industriale e Nucleare
- Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n. 334 "Attuazione della direttiva 96/82/CE
relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate
sostanze pericolose” e smi;
- D.P.C.M. 25 febbraio 2005 Linee guida per la pianificazione dell’emergenza esterna
degli stabilimenti industriali e rischio d’incidente rilevante;
- Decreto Legislativo 21 settembre 2005, n. 238 "Attuazione della direttiva
2003/105/CE, che modifica la direttiva 96/82/CE, sul controllo dei pericoli di
incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose";
- D.P.C.M. 16.02.2007, G.U. 07.03.2007 “Linee guida per l'informazione alla
popolazione sul rischio industriale”;
- Dlgs n. 230 del 17 marzo 1995: attuazione delle direttive 89/618/Euratom,
90/641/Euratom, 96/29/Euratom e 2006/117/Euratom in materia di radiazioni
ionizzanti Direttive DPC;
- Dir.P.C.M. 27 febbraio 2004 (1).”Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e
funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per ilrischio
idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile;
- Direttiva 2 febbraio 2005: linee guida per l'individuazione di aree di ricovero di
emergenza per strutture prefabbricate di protezione civile;
- D.P.C.M. 06 aprile 2006 “Direttiva del Capo del Dipartimento della Protezione Civile
del 02 maggio 2006”;
- Direttiva del 5 ottobre 2007: Indirizzi operativi per prevedere, prevenire e
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Dott.ssa Silvia Martinelli Novembre 2014 Arch. Valentina Gadda
fronteggiare le emergenze legate a fenomeni idrogeologici e idraulici;
- Direttiva del 27 ottobre 2008: indirizzi operativi per prevedere, prevenire e
fronteggiare le emergenze legate ai fenomeni idrogeologici e idraulici;
- Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2011: Valutazione e
riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale;
- Direttiva del 9 novembre 2012dirizzi operativi per assicurare l’unitaria partecipazione
organizzazioni di volontariato all’attività di protezione civile.
Riferimenti legislativi Regione Lombardia
Norme generali
- Legge regionale 22 maggio 2004 - n. 16 “Testo unico delle disposizioni regionali in
materia di protezione civile” e smi;
- Legge Regionale 11 Marzo 2005 – n. 12 “legge per il governo del territorio;
- DG.R. n° 8/4732 del 16 maggio 2007 – Revisione della “Deliberazione Regionale per
la Pianificazione di Emergenza degli Enti Locali” L.R. 16/2004.
-
Rischio idrogeologico
- DG.R. n° 3116 del 01 agosto 2006 – Modifiche ed integrazioni alla D.G.R.
19723/2004 di approvazione del protocollo d’intesa con le Province lombarde per
l’impiego del volontariato di Protezione Civile nella prevenzione del rischio
idrogeologico”;
- D.G.R. 8/1566 del 22 dicembre 2005 – Criteri per la definizione della componente
geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio.
Premessa A B C D E F G
Premessa Analisi
territorialeScenari di
rischioMetodi di
preannuncioUnità di crisi
localeSchede
operativeAllegati Glossario
1. ANALISI DELLE
PERICOLOSITA’
2. ANALISI DEL
TESSUTO
URBANIZZATO
PIANO DI EMERGENZA COMUNALE