infrastrutture verdi: le attività del sistema nazionale per la...

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Silvia Brini con la collaborazione di Anna Chiesura e Marzia Mirabile Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Infrastrutture verdi: le attività del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente a supporto delle politiche di sostenibilità urbana Convegno nazionale: Il capitale naturale e il paesaggio: la sfida delle città per la sostenibilità Roma, 15 settembre 2017

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Silvia Brinicon la collaborazione di Anna Chiesura e Marzia MirabileIstituto Superiore per la Protezione e la Ricerca A mbientale

Infrastrutture verdi: le attività del Sistema Nazio nale per la Protezione dell’Ambiente a supporto delle

politiche di sostenibilità urbana

Convegno nazionale: Il capitale naturale e il paesa ggio: la sfida delle città per la sostenibilitàRoma, 15 settembre 2017

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Negli ultimi anni la presenza di parchi e giardini ha assunto il ruolo di vero e proprio indicatore di sviluppo urbano sos tenibile, non solo sul piano ambientale, ma anche sociale ed economico .

È ormai ampiamente condiviso che la presenza di spa zi verdi può migliorare la salute pubblica e contribuire alla qu alità della vita e al benessere dei cittadini, tutelando al tempo stesso l’ecosistema urbano e i servizi da questi resi.

In tale contesto, quindi, parlare di infrastrutture verdi nelle città significa guardare a tutte quelle aree verdi libere e permeabili che a diverso titolo concorrono a comporre la rete verde locale (non solo parchi e giardini, ma anche aree protette, aree agr icole, etc.).

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Necessità di dati qualitativi e quantitativi armoni zzati per valutare i servizi ecosistemi erogati a livello comunale.

Di seguito si riporta una sintesi di quanto pubblicato al capitolo Infrastrutture verdi del XII Rapporto sulla Qualità dell’ambiente urbano (RAU)

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Percentuale di verde urbanosulla superficie comunale(Anno 2014)

Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT (2016)Da: Chiesura A. e Mirabile M. / Qualità dell’ambiente urbano – XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente 67/16

In 8 Comuni su 10 la superficie destinata a verde pubblico non incide più del 5%.

Necessità di incrementare la percentuale nella maggior parte delle città e attualizzare le informazioni.

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Disponibilità di verde pro capite (Anno 2014)

Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT (2016)Da: Chiesura A. e Mirabile M. / Qualità dell’ambiente urbano –XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente 67/16

La disponibilità pro capite è compresa fra i 10 e i 30 m2/ab nella metà dei Comuni (58).Solo in 10 città il valore di questo indicatore è particolarmente elevato (superiore ai 100 m2/ab), come a Matera (998,1 m2/ab) e Trento (401,5 m2/ab).In 20 città, soprattutto del Mezzogiorno e Liguria, la dotazione di verde pro capite invece non supera i 10 m2/ab.

Anche per questo indicatore va incrementata la percentuale soprattutto per chi non supera i 10 m2/ab.

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Tipologia di verde prevalente in ogni Comune (Anno 2014)

Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT (2016)Da: Chiesura A. e Mirabile M. / Qualità dell’ambiente urbano –XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente 67/16

Le tipologie di verde che incidono di più sono il verde attrezzato (in 25 città), quello storico (in 12) e le aree boschive (in 11). Per i giardini scolastici e gli orti urbani si registrano le percentuali più basse, anche se si tratta di due tipologie che rivestono anche un importante ruolo sociale.Poco diffuse le aree di forestazione urbana e le aree sportive all’aperto, tipologie che tuttavia incidono sul totale del verde urbano in misura prevalente rispettivamente a Verbania (40,9%) e Messina (64%), e Rovigo (23%) e Fermo (44,2%).

Va aumentata la copertura dell’indicatore e va incrementata la percentuale delle aree di forestazione urbana che erogano fra i servizi ecosistemici di maggior rilevanza.

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Percentuale di aree protette sullasuperficie comunale(Anno 2014)

Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT (2016)Da: Chiesura A. e Mirabile M. / Qualità dell’ambiente urbano – XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente 67/16

Le aree naturali protette contribuiscono al patrimonio verde comunale e alla qualità ambientale del Comune in cui ricadono attraverso numerosi servizi ecosistemici. Seppur generalmente meno attrezzate e fruibili rispetto al verde pubblico, esse incidono spesso in modo significativo sul territorio comunale (sono assenti in 17 dei 116 Comuni analizzati). Le aree protette interessano oltre il 30% del territorio di 15 dei Comuni indagati - con punte massime in Comuni costieri come Messina, Venezia e Cagliari – mentre sono 36 i Comuni con un’incidenza di territorio protetto comunque compreso tra il 10% e il 30%.

0 10 20 30 40 50 60 70

MessinaVenezia Cagliari

L'Aquila Pisa

VillacidroAndria

LodiIglesiasMassaBiella

TriestePrato

* Roma * Grosseto

PalermoBarletta

* VareseRavennaCremona* GenovaAncona Matera

La Spezia* Napoli

BresciaMonza

Belluno Mantova

LeccoPesaro

* PerugiaTerniComoRieti

IserniaPavia

LivornoAsti

PistoiaReggio CalabriaTempio Pausania

CataniaCrotone

PiacenzaEnna

LecceNuoro

Firenze Lucca

BrindisiVerbania

Ascoli PicenoTortolìCasertaSavonaTarantoTreviso

* BergamoSiena

ArezzoRagusaTrento

Bologna Siracusa

AgrigentoViterboTrapani

OlbiaVerona

* Torino Caltanissetta

LatinaFoggia

CampobassoForlì

* FerraraTeramoCuneoSassari

OristanoSondrio

Reggio Emilia Bari

Pescara Parma

VercelliImperiaVicenzaModenaPotenzaRiminiAosta

Bolzano Padova

Vibo Valentia

Ad arricchire la rete delle infrastrutture verdi concorrono anche i Parchi agricoli , istituiti in 11 città per tutelare la vocazione agricola di un’area e promuoverne la multifunzionalità.

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0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46

Torino VercelliNovara

VerbaniaAsti

ImperiaSavonaGenova

La SpeziaVareseComoLecco

BergamoPavia

CremonaMantova

Trento Verona

VicenzaBellunoTreviso Venezia PadovaTrieste

PiacenzaParma

Reggio Emilia Modena

Bologna Ferrara

RavennaForlì

RiminiMassaLuccaPistoia

Firenze Prato

LivornoPisa

ArezzoSiena

GrossetoPerugia

TerniPesaro

Ancona Ascoli Piceno

ViterboRieti

Roma Latina

L'Aquila TeramoIsernia

CampobassoCasertaNapoliFoggiaAndria

BarlettaTraniBari

TarantoBrindisi

LeccePotenzaMatera Crotone

Vibo ValentiaReggio Calabria

TrapaniPalermoMessina

CaltanissettaEnna

CataniaRagusa

SiracusaSassariNuoro

OristanoCagliari

OlbiaTempio Pausania

TortolìVillacidro

Iglesias

Foreste

Habitat costieri e vegetazione alofitica

Formazioni erbose naturali e seminaturali

Habitat d'acqua dolce

Lande e arbusteti temperati Macchie e boscaglie di sclerofille (matorral)

Habitat rocciosi

Dune marittime e interne

Numero e tipologia prevalente di habitat tutelati in base alla Direttiva “Habitat” per Comune (Anno 2015)

Fonte: elaborazione ISPRA su dati MATTM (2015)Mirabile M. / Qualità dell’ambiente urbano – XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente 67/16

In 31 Comuni sono protetti meno di 10 habitat e in 25 più di 20. Il maggior numero di habitat si trova nei siti localizzati nei Comuni di: Trento (46), Genova (36), Ravenna, Grosseto, L’Aquila e Crotone (tutti 33), Belluno (32) e Siracusa (30).

Dal punto di vista qualitativo, in accordo con la situazione nazionale, la macrocategoria più rappresentata è quella di tipo forestale (in verde nel grafico), la più estesa in quasi la metà dei Comuni esaminati (soprattutto del Nord). A seguire ci sono gli habitat costieri e vegetazione alofitica (in 18 Comuni, in azzurro) e le formazioni erbose naturali e seminaturali (in 17 Comuni, in giallo), entrambe soprattutto al Sud e Isole.In 28 Comuni l’habitat più diffuso è prioritario, spesso però in uno stato inadeguato di conservazione.

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45

58

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60

60

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85

92

122

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166

122

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0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 220 240 260

Flora

Mammiferi

Anfibi

Rettili

Pesci

Invertebrati

Uccelli

N. di Comuni N. di siti Natura 2000

Numero di Comuni e di siti Natura 2000 in cui sono segnalate specie d’interesse comunitario per gruppo tassonomico (Ann o 2015)

Fonte: elaborazione ISPRA su dati MATTM (2015)Mirabile M. / Qualità dell’ambiente urbano – XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente 67/16

Nel nostro paese esistono numerosi endemismi sia animali che vegetali la cui tutela è fondamentale per la conservazione della biodiversità a scala europea. Sia gli habitat che le specie animali e vegetali sono soggette a vari tipi di minacce. Fra le minacce più comuni ci sono le pratiche gestionali inappropriate (soprattutto per gli habitat seminaturali che esistono grazie ad attività antropiche tradizionali), la costruzione di infrastrutture (frammentazione, distruzione di habitat), la diffusione delle specie invasive, le alterazioni legate ai cambiamenti climatici.

Anche siti localizzati in Comuni più o meno urbanizzati assolvono l’importante funzione di tutelare specie d’interesse comunitario. Ogni sito può avere un differente ruolo contribuendo alla protezione di specie con esigenze diverse (dai pipistrelli nelle cavità naturali, agli uccelli migratori o acquatici, agli endemismi etc.).

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Numero di incendi per anno

Superficie incendiata per anno (ha)

GLI INCENDI BOSCHIVI IN AMBITO COMUNALE

Dati del quinquennio 2011-2015 relativi agli incendi nelle aree boschive ricadenti all’interno di 31 Comuni dei quali è disponibile anche il dato relativo alla superficie forestale.In quasi la metà dei Comuni non si sono verificati incendi o si sono verificati in modo molto sporadico. Questo trova riscontro e conferma anche nell’incidenza degli incendi sulla superficie forestale, che è stata percorsa da essi mediamente solo per l’1% della sua estensione.

Fonte: elaborazione ISPRA su dati Corpo Forestale dello Stato (CFS); Corpo Forestale e di Vigilanza ambientale della Regione Sardegna; Corpo Forestale della Regione Siciliana; Province Autonome di Bolzano e di Trento; Regione Friuli Venezia Giulia; Corpo Forestale della Regione Valle d’AostaPiccini C. / Qualità dell’ambiente urbano – XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente 67/16

Frammentazione della fonteMancanza di informazioni complete sulla superficie forestale urbana

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AGRICOLTURA URBANA E PERIURBANA

Fonte: elaborazione ISPRA su dati ISTAT (2010)Dimitri M. e Giordano P. / Qualità dell’ambiente urbano – XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente 67/16

Più aziende agricole (e più piccole) al Sud e meno aziende, ma più grandi, al Centro-Nord. In termini di numero di aziende agricole, spiccano le città del Sud e delle Isole: tra le 116 città oggetto di studio solo a Lecce risulta un incremento sostanziale di aziende attive negli ultimi 30 anni (+196, pari ad un +9,2% su base 1982), seguita da Nuoro (+33 pari ad un +6,6%) e Oristano (+23 pari a un 5,6%).In declino la Superficie Agricola Utilizzata (SAU): al 2010 Roma risulta la città che ha perso più area agricola, con oltre 32 mila ettari in meno rispetto al 1982, seguita da Sassari (-10.361 ha), Taranto (-8.841 ha), Agrigento (-8.453 ha) e L’Aquila (-7.527 ha). Un aumento di SAU si rileva solo in 20 città, concentrate nel Centro-Nord. La disponibilità pro capite di SAU contribuisce alla definizione dell’impronta verde dei territori. A livello nazionale si registrano in media 21,6 ha di SAU per 100 residenti, con i valori più elevati al Sud e nelle Isole.

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STRUMENTI DI GOVERNO DEL VERDE COMUNALERegolamento del verde Piano del verde

Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT (2016)Da: Chiesura A. e Mirabile M. / Qualità dell’ambiente urbano – XII Rapporto (2016) ISPRA Stato dell’Ambiente 67/16

Nella giusta direzione si colloca la Legge 10/2013 “Norme per lo sviluppodegli spazi verdi urbani” che non solo promuove misure locali disensibilizzazione pubblica, di incremento delle aree verdi e di tutela deglialberi monumentali, ma anche azioni di supporto all’azione politica locale(come il redigendo Piano nazionale del verde).

Censimento del verde Strumento più diffuso: è presente infatti in 84 dei 116 Comuni

Risulta adottato in 51 Comuni capoluogo, per la maggior parte ubicati nelle Regioni del Centro-Nord

Solo 12 Comuni lo hanno approvato

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Qualche anticipazione XIII RAU

Verde totale: stima delle coperture delle aree verdi in ettari (Anno 2012)A partire da dati Copernicus è stato stimato il verde totale (comprendente latifoglie, conifere, prati naturali e seminaturali e altre aree vegetate). La mappa mostra lo stato dell’arte per i Capoluoghi di Regione al 2012. Le coperture più elevate in termini assoluti (ettari) si hanno per Roma (oltre 89.000 ha, pari al 69,6% del territorio comunale), L’Aquila (circa 43.000 ha, pari al 91,3%) e Perugia (34.600 ha, pari al 77%). Aosta e Cagliari hanno le estensioni più basse (rispettivamente 1.200 ha e 917 ha), ma che comunque possono corrispondere a percentuali di verde sul territorio comunale non trascurabili (rispettivamente il 58% e il 11%). In 15 delle 21 città il verde totale interessa oltre il 50% della superficie comunale.

Analisi dati satellitari

Per estendere l’analisi a tutti i Comuni (non solo i Capoluoghi di Provincia) e per contabilizzare tutto il verde totale (anche quello privato)

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Copertura arborea totale in ettari (Anno 2012)

È stata stimata la copertura arborea totale (latifoglie, conifere, altra vegetazione arborea). La mappa mostra lo stato dell’arte per i Capoluoghi di Regione al 2012. I valori di copertura arborea più elevati in termini assoluti (ettari) si registrano - come per il precedente indicatore - per Roma (oltre 23.400 ha, pari al 26,2% del verde totale), L’Aquila (20.200 ha, pari al 46,8%) e Perugia (14.865 ha, pari al 43%), a cui si aggiunge Genova (11.240 ha, pari al 68,8%) . Aosta, Milano, Venezia e Cagliari hanno le coperture arboree più basse. Nonostante ciò, ad Aosta il verde alberato è il più diffuso (la copertura arborea rappresenta infatti il 56,5% del verde totale). Nelle altre tre città il verde è rappresentato prevalentemente da tipologie non alberate. In generale la copertura arborea rappresenta in percentuale la componente di verde prevalente nelle 21 città, anche se in ben 16 città i valori di tale indicatore in termini assoluti sono inferiori ai 10.000 ha.

Office1

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Diapositiva 15

Office1 non userei verde alberato, ma copertura arborea o la componente arborea del verdeUtente di Microsoft Office; 12/09/2017

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I dati ISPRA/SNPA per la valutazione dei servizi ecosistemiciCome possono i dati del RAU informare i processi/modelli

di valutazione dei servizi ecosistemici alla scala locale?

Copertura e composizione tipologica del verde pubbli co : prima valutazione approssimativa sul “profilo verde” di una città e sulla sua vocazione a fornire - o meno - dati servizi ecosistemici (una prevalenza di verde storico come a Matera o a Monza - piuttosto che di verde attrezzato come ad Arezzo o a Bari, per es., fornisce una prima indicazione sulle potenzialità del verde pubblico delle relative città in termini di valori/servizi, rispettivamente, storico-culturali e ricreativi);

Verde totale (pubblico più privato) : qui il dato diventa più rappresentativo della reale dotazione verde di un Comune, andandolo a caratterizzare ulteriormente tanto nella componente arborea (conifere, latifoglie, altra vegetazione arborea, etc.) quanto in quella prativa (prati naturali e pascoli); dati anche su infrastrutture blu

Copertura arborea : incidenza della componente arborea, responsabile della fornitura dei principali servizi di regolazione, quali la termoregolazione e il raffrescamento, per es, ad opera dei processi di ombreggiamento ed evapotraspirazione delle chiome (vedi sotto).

Dati di copertura arborea , assieme a dati di copertura del suolo e di superficie è tra i determinanti della capacità di raffrescamento del verde (da Geneletti et al., 2016), utile per misure di adattamento ai cambiamenti climatici.

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I dati ISPRA, raccolti a scala nazionale integrati con dati satellitari e con metodologie condivise per il reporting ambientale, vanno ovviamente tarati alla realtà locale e integrati con dati sia ambientali (forniti dalle ARPA, stazioni metereologiche, centraline di qualità dell’aria) ed ecologici (specie botaniche presenti e loro caratteristiche – censimenti del verde) che socio-demografici (densità della popolazione, uso e copertura del suolo, etc.) delle singole città, in modo da meglio definire le funzioni di domanda e offerta per ogni singolo servizio ecosistemico.

La letteratura scientifica è ricca di contributi sulla valutazione anche economica dei beneficiforniti dalle infrastrutture verdi, grandi progetti europei si sono svolti e si stanno svolgendo sultema, e diversi sono ormai i modelli di calcolo disponibili per stimare il contributo del verde edelle foreste urbane alla sostenibilità locale.Non esiste tuttavia una formula standard di riferimento o un modello di stima ottimale. Ognirealtà parte dai dati a disposizione e dalle conoscenze già acquisite per approntare al meglioprocessi di valutazione. Cito ad esempio il IV Rapporto del progetto EU-MAES (Mapping andassesment of Ecosystems and their Services), iniziativa voluta dalla Commissione Europea perstimolare la conoscenza scientifica sul tema. Il Rapporto vuole fornire un framework diriferimento per la valutazione dei servizi ecosistemici alla scala urbana (EC, Technical Report2016/102) e può considerarsi come un sintetico stato dell’arte delle pratiche di valutazione deiSE urbani ad oggi; elabora e attinge a diversi fonti informative: una rassegna bibliografica di 54articoli scientifici, una survey online a 42 città, 10 casi studio di città europee (tre italiane:Padova, Trento e Roma) e due giornate di workshop, oltre a quanto prodotto dai maggioriprogetti europei dedicati. Ogni città adotta un approccio diverso in base ai dati disponibili e alleproprie priorità.

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GdL con ISTAT per aggiornare il Questionario sul ve rde di gestione pubblica nei comuni capoluogo di provincia

Comuni non capoluogo di provincia e valutazione del verde totale (anche privato)

Carenze nella contabilizzazione delle aree verdi

Analisi dei dati presenti nelle banche dati MATTM p er Aree protette e siti NATURA 2000)

Questionario per acquisire dati sul verde pubblico erogato da SNPA a 3 comuni campione (nord, centro, sud) non capoluogo d i provincia ma ad elevato numero di abitanti

Analisi dati satellitari per valutare la superficie di verde totale (per macro-tipologie) in 119 comuni italiani

Collaborazione con ISTAT per i dati relativi alle a ree agricole: dati fermi al 2010

CONCLUSIONI