insieme n° 1 - 2015

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Editoriale Panotticlub Assemblea generale “A Casvegno, per visite e sva- go, il week-end dove vago?” “Sono arrivato in ospedale: come lo vivo?” Attività del Club ‘74 “Creazioni dell’ultimo ‘Libro Libero’ del 2014” Pensieri “Meditazione” La parola ai nostri lettori “La primavera nel cuore” “L’ultimo dell’anno 2014 del Club ‘74” “Perché e dove si perde il ci- bo?” “Ritorna il carnevale” “Carnevale con il Club ‘74” “Sardegna dall’Italia alla Sviz- zera” “In effetti avevo tutto il tempo” “Triste storia di un bravo ra- gazzo” “Vita al ‘Centro di Competen- ze’” “La mia amica Alessandra” “Economia politica” “I facilitatori sociali” Riceviamo e pubblichiamo “Il terrorismo islamico a Pari- gi” “Da una convalescenza alla clinica di Arzo ‘Santa Lucia’” Cultura “I momenti dell’Italia unita” La parola ai nostri lettori “È solo con l’amore che pos- siamo cambiare il mondo” “Io, micio Se-resta” L’intervista Ergoterapista Marina Frey” La parola ai nostri lettori “Caro Dottore” Il topo di biblioteca Il terrazzino dei gerani timidi” Eventi “Giornata svizzera del malato 2015” Riceviamo e pubblichiamo “Cambio vita” Rassegna stampa “Lo sguardo del poliziotto” “Per un modello di sviluppo più equo” “Sanità dorata da conflitti d’in- teresse, frodi e tangenti” Poesie Il Club in...forma INSIEME 2 Numero 1, 2015 3 5 6 8 10 11 12 13 14 16 17 18 20 22 24 25 26 28 29 30 31 32 34 35 36 37 38 40 42 44 46 48 49 Hanno partecipato a questo numero d’Insieme: Manolo, Valeria, Ursula, Rio, Alessandra, Tiziana, Giovanna, Enrico, Wanda, Valentina, Maurizio, Lorenzo, Clarissa, Mariangela, Gregorio, Luce, Doris ...e molti altri ancora!!! Redazione Insieme, c/o Club ‘74 - OSC, Via Ag.Maspoli, 6850 Mendrisio - Quartiere Casvegno Tel. +41(0)91 8165793 - Fax +41(0)91 8165709 [email protected] - www.club74.ch Insieme

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Periodico del Club '74

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  • EditorialePanotticlubAssemblea generaleA Casvegno, per visite e sva-go, il week-end dove vago?Sono arrivato in ospedale:come lo vivo?Attivit del Club 74Creazioni dellultimo LibroLibero del 2014PensieriMeditazioneLa parola ai nostri lettoriLa primavera nel cuoreLultimo dellanno 2014 delClub 74Perch e dove si perde il ci-bo?Ritorna il carnevaleCarnevale con il Club 74Sardegna dallItalia alla Sviz-zeraIn effetti avevo tutto il tempoTriste storia di un bravo ra-gazzoVita al Centro di Competen-zeLa mia amica AlessandraEconomia politicaI facilitatori sociali

    Riceviamo e pubblichiamoIl terrorismo islamico a Pari-giDa una convalescenza allaclinica di Arzo Santa LuciaCulturaI momenti dellItalia unitaLa parola ai nostri lettori solo con lamore che pos-siamo cambiare il mondoIo, micio Se-restaLintervistaErgoterapista Marina FreyLa parola ai nostri lettoriCaro DottoreIl topo di bibliotecaIl terrazzino dei gerani timidiEventiGiornata svizzera del malato2015Riceviamo e pubblichiamoCambio vitaRassegna stampaLo sguardo del poliziottoPer un modello di sviluppopi equoSanit dorata da conflitti din-teresse, frodi e tangentiPoesieIl Club in...forma

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    Hanno partecipato a questo numero dInsieme:Manolo, Valeria, Ursula, Rio, Alessandra, Tiziana, Giovanna, Enrico, Wanda,

    Valentina, Maurizio, Lorenzo, Clarissa, Mariangela, Gregorio, Luce, Doris ...e molti altri ancora!!!

    Redazione Insieme, c/o Club 74 - OSC, Via Ag.Maspoli, 6850 Mendrisio - Quartiere Casvegno Tel. +41(0)91 8165793 - Fax +41(0)91 8165709

    [email protected] - www.club74.ch

    Insieme

  • Sciur maestro (AngeloFrigerio) che in questi gior-ni di fioritura primaverilepurtroppo ci ha lasciato,come le rondini di alcunepoesie che recitava nellasua famossissima e segui-tissima trasmissione radio-fonica Lora della terra.

    Leccidio della redazione diCharlie Hebdo a Parigi hasconvolto anche noi. Aquesto proposito ci siamopermessi di riportare unar-ticolo della Regione Ticinodel 10 gennaio 2015 che cisembrava interessante, ol-tre alla vignetta del dise-gnatore Fredi.La libert despressione,che sembra fin troppospesso garantita, improvvi-samente pu essere mes-sa in discussione dal pibieco oscurantismo. Que-sto evento stato moltomediatizzato perch parti-colarmente dattualit nellenuove guerre di religionee logiche contrapposte.Non dimentichiamo perche a vari livelli si sta ridi-fondendo una strisciantecensura e/o un altrettantostrisciante tentativo diomologazione generaleche vuole standardizzarecultura, rapporti sociali e

    modo di pensare.In fondo questo ci fa pen-sare che ci che l ISIS stafacendo in Mesopotania,cio annientare la propriastoria e le proprie radici di-struggendo le testimonian-ze simboliche delle civiltantecedenti, il corrispon-dente occidentale, menogrossolano e cruento mapi efficace, di revisione enegazione della storia cheequipara le traversie dellelotte di liberazione demo-cratiche alle pratiche auto-ritarie delle dittature.

    In questo numero trovere-te diversi articoli che si oc-cupano rispettivamente disviluppo pi equo (Comita-to esecutivo USS Ticino eMoesa) e uno di Gianfran-co Domenighetti, gi diret-tore della Sezione sanita-ria ticinese, dal titolo Sa-nit dopata da conflittidinteresse, frodi e tangen-ti, di cui riproponiamo unostralcio: Visto che la medicina non una scienza esatta e cheanche in Svizzera si stimache il 30% circa delle pre-stazioni sono inappropria-te, esse saranno conside-rate delle frodi solo nei ca-si ove esista il dolo, cio

    INSIEME 3

    Editoriale

    Care lettirici, cari lettori,a campagna elettorale fi-nalmente conclusa, ci sembrato divertente pro-porvi nel Panotticlub ilmanifesto elettorale tipoche letto normalmente af-ferma lintenzione di realiz-zare tutta una serie di mi-gliorie sociali, mentre lettodal basso verso lalto,sconfessa completamentequanto promesso. Provareper credere...!Nel prossimo numeroavremo il piacere di com-mentare i risultati e i primiinterventi dei politici chesaranno preposti a svolge-re un ruolo nellambito so-ciale.

    Linizio di questanno ha vi-sto il pensionamento dellanostra Marina Frey Gam-boni, animatrice da tantianni nel Servizio di socio-terapia; unaltra paginadi storia legata al Club 74,ricca di passione e lavoroda pioniere, che si chiude.Per fortuna la nostra ama-tissima Marina continua econtinuer a collaborarecon gli Atelier creativi, percui chi vorr incontrarlaavr pi di unoccasione.

    Un pensiero va anche al

  • INSIEME 4

    P.s.: per ridere un po:

    Un bambino va dal padre e glichiede:- Pap cos la politica?Il padre ci pensa e poi dice:- Guarda, te lo spiego con unesempio: io che lavoro e porto acasa i soldi sono il capitalista,tua madre che li amministra ilgoverno, la donna delle pulizie la classe operaia, tu che ormaihai qualche voce in capitolo seiil popolo, tua sorella che appe-na nata il futuro.Il bambino va a dormire soddi-sfatto, ma alle 2 di notte la sorel-la inizia a piangere.Il bambino allora va dal padrema non lo trova; va dalla madrema dorme come un sasso sottosonniferi; va dalla donna dellepulizie ma impegnata in unadiscussione sotto le lenzuolacon il padre.Allora torna dalla sorella e ledicce: -beh, adesso ho capitocos la politica; i capitalisti fot-tono la classe operaia, il gover-no dorme, il popolo non lo ascol-ta nessuno e il futuro gi nellacacca...

    (da La Regione Ticino)

    Come potete costatare incopertina invece troneggiala mascotte del Club, il fa-moso felino Seresta cheha messo limpronta perfi-no su una stagiaire!Scherzi a parte sempre piquesto essere un pospeciale lattrazione e ilpadrone dei luoghi; e dabuon anfitrione accoglievolentieri tutte le personeche inesorabilmente e ma-gneticamente sono attratteda lui.Avvertenza:cani rigorosamente aste-nersi!!!

    Per finire auguriamo unabuona primavera e unabella estate a tutti e... apresto.

    La Redazione

    la consapevolezza di ese-guire prestazioni palese-mente inutili e perfino peri-colose solo per avere untornaconto economico.

    Il 27 marzo ha avuto luogolannuale assemblea ordi-naria del Club 74 di cui ri-feriremo pi ampiamentenel prossimo numero.Lincontro si svolto nellasede del Club alla Vallettaalla presenza di una cin-quantina di persone. Nelledue ore si sono presentatii conti, i cerificati dellUffi-cio finanze e contabilitdellOSC, i resoconti delleattivit generali e quelli dialcuni specifici atelier egruppi.In conclusione si di-scusso dei progetti futuritra cui limplemento di unaproduzione di succhi utiliz-zando la frutta di Casve-gno, la Festa Campestre,e varie altre animazioni ecollaborazioni.

    Anche questanno abbia-mo organizzato un gruppocarnascialesco che ha co-struito un carro prendendospunto da un fatto di cro-naca, e ha partecipato alcorteo di Novazzano e aquello di Castel San Pie-tro.Le foto che vedete nellul-tima di copertina illustranolevento.

  • INSIEME

    Panotticlub5

  • incontrare altre persone,sia residenti che prove-nienti dallesterno.Questa apertura statafavorita dalla costruzionedi un parco giochi co-adiuvata dalla presenzadel Bar-negozio. Unospazio molto importanteanche per noi pazienti eospiti, soprattutto duran-te la stagione fredda, do-ve diventa un punto diincontro essenziale pertutta la comunit di Ca-svegno.Altrettanto essenziale avere un posto caldo do-ve stare con parenti eamici che vengono a tro-varci.

    Il Sig. Battiston spiega imotivi della chiusura par-ziale del bar: esso fi-nanziato dallUfficio inva-lidi che lo scorso annoha tagliato un 50% dipersonale. Il fatto di di-minuire il personale haportato a delle scelte, ele possibilit erano quel-la di chiudere il week-end oppure di ridurre glispazi aperti al pubblico,infatti c una personasola (operatore) che ge-stisce il bar.Nel fine settimana gli in-

    cassi sono pochi. Il ful-cro principale quello dipoter stare in un postocaldo durante linverno.Uno spazio per trovarsi,pi che per consumare.

    Int.: secondo me non un bar ma un punto din-contro centrale. Sono quida quattro mesi senza ri-torno a casa, e trovo chese il bar fosse aperto nelweek-end sarebbe me-glio.

    Int.: so che alcune per-sone sono state licenzia-te, propongo di aumen-tare i prezzi durante il fi-ne settimana.

    Mod.: lincasso non unproblema, loro sonosempre aperti, lesigenza quella di avere dueoperatori.

    Int.: propongo di tenereaperto il Club 74.

    Sig. Battiston: riassumo:posto caldo e potersi in-contrare. Dico che nonpossiamo immaginarci diaprire il bar, ma di trova-re altre soluzioni.

    Int.: dove possiamo in-

    A Casvegno, per visite e svago,

    Assemblea generale del 28.11.2014INSIEME 6

    Tema proposto dal Qua-drifoglio

    Moderatori: Dr.ssa Eloi-sa Suardi, Dr. AntonioQuadriInvitato: Signor MaurizioBattiston, Direttore fon-dazione Sirio

    Ursula Rampoldi (Servi-zio di socioterapia) intro-duce largomento sottoli-neando che si tratta diuna questione che hasuscitato molte reazioninella comunit di Casve-gno e invita la Presiden-tessa del Club, TizianaTodisco, a consegnare alDirettor Battiston le peti-zioni e lettere inviate alriguardo.

    Intervento introduttivo diLuciano e Daniel:Tra Clinica e CARL aCasvegno risiedono po-tenzialmente 250 perso-ne. Di queste oltre lamet rimane anche il fi-ne settimana, quandonon ci sono altre attivit. Per fortuna c un belparco, questo ci permet-te di approfittarne perdelle passeggiate, permuoverci piacevolmentein tutta la struttura e per

  • INSIEME

    contrarci con i parenti seviviamo qua?

    Int.: perch non fare delvolontariato?

    Int.: propongo di pagareun affitto e di gestirlo co-me Casvegno.

    Int.: il Bar Centro Sociale stato creato prima delClub 74. Ai tempi noncera questo problema,infatti era aperto. Deplo-ro anche le barriere ar-chitettoniche per disabili.

    Int.: porto alcuni esempidi altri laboratori protetti.Mi chiedo se non fossepossibile tener aperto ilfine settimana e chiude-re durante la settimanadato che c il Club 74.

    Sig. Battiston: faccio unbreve excursus di tutte leproposte. Alcune di que-ste sono gi state valuta-te. Bisogna discuterecon la Direzione, il Club74 e la Fondazione Si-rio.

    Int.: dico che la Fonda-zione Sirio privata e ilbar invece un serviziosociale e pongo la que-

    stione sugli aspetti finan-ziari.

    Sig. Battiston: dico cheha ragione, ma mancaun aspetto, ovvero il per-sonale.

    Int.: mi rendo conto dellato economico. Perchnon ingrandire lo spazioe modificarlo?

    Sig. Battiston: il bar della clinica e le modifi-che architettoniche nonspettano alla Fondazio-ne Sirio.

    Int.: propongo di aprirelaltro spazio e di metteredelle macchinette auto-matiche.

    Int.: propongo di fareuna raccolta di firme piampia per poi conse-gnarla allUfficio dellAIper far assumere unoperatore in pi.

    Int.: concordo con lideadi fare un tavolo di dis-cussione come propostodal sig. Battiston.Ricorda un po il percor-so storico della Fonda-zione (ex Pro Malati) edel bar, dove in passato

    lavoravano infermieri einservienti ONC e ricor-da che Casvegno unquartiere di Mendrisio.

    Int.: propongo che a tur-no (socioterpia, CARL,padiglioni) possano lavo-rare a turno nel fine setti-mana.

    Int.: le proposte ci sonoe non esiste che in unaclinica ci siano barrierearchitettoniche cos im-portanti e il fatto che ilbar sia chiuso. Le perso-ne hanno bisogno di unposto del genere!

    Sig. Battiston: un pro-blema di tutti, non solodella Fondazione Sirio.

    Mod.: stato utile condi-videre la questione/pro-blematica con tutti.

    LAssemblea Generale siconclude con le comuni-cazioni del Club 74.

    7

    il week-end dove vago?

  • Moderatori: Dr.ssaLeone e Ivo Fibioli

    La Dr.ssa Leone si pre-senta e introduce il te-ma emerso in Adorna1.Il significato del ricove-ro, una questione sem-pre difficile.

    Int: io sono qui da 37anni, ne ho passatetante. Ora la mia fami-glia qui. Le cosebrutte non riesco a di-menticarle.

    Int.: il Centro di compe-tenza per le dipenden-ze (CC) realmenteuna struttura idonea aricevere e ricoverarepersone coatte?

    Dr.ssa Leone: il CC specializzato per le di-pendenze e atto a rice-vere anche ricoveri co-atti.

    Int.: prima non era pre-visto il ricovero coattopresso il CC; ora unpaziente si pu per-mettere di non rispetta-re le regole.

    Dr.ssa Leone: si pu

    lavorare sulla motiva-zione e trasformare ilricovero in volontario.Se non c motivazionec la dimissione.

    Ivo: il ricovero coattocomplica le cose, cconfronto tra chi vuolefare un percorso e chino. Bisogna protegge-re le persone e il grup-po.

    Int.: ho fatto un ricove-ro coatto al CC nel2007, altri erano volon-tari. Ho trovato interes-sante il confronto elaiuto reciproco.

    Int.: in Pineta 2 ho dirit-to a 2 telefonate algiorno. A mezzogiornonon mangio perch miobbligano ad andare inmensa quando io pre-ferirei mangiare in re-parto.

    Int.: al mio primo rico-vero ero stranito dalconvivere con altri co-me me, dalla terapiafarmacologica, ecc.Una volta uscito sonoricaduto. Ora il ricovero diverso perch mira-

    to a evitare le ricadute. difficile cambiare abi-tudini, stare senza tele-fono, non poter vederela mia ragazza. Eppureora sembra tutto pi fa-cile, non sto male fisi-camente, metto in pra-tica le strategie per evi-tare il craving.

    Dr.ssa Leone: la con-sapevolezza sicura-mente un aspetto im-portante.

    Int.: il ricovero unaiuto perch fuori nonsapevo cosa fare e ri-cadevo.

    Int.: per far fronte alcraving dopo il CC so-no andata in comunit.Se uno vuole smetteree cambiare vita ne-cessaria la comunit.Io sono stata al Gab-biano: si impegnati inlavori manuali (cura deicavalli, ecc.) e si lavorasulla rinuncia. A me hafatto bene.

    Dr.ssa Leone: i percor-si comunitari sono im-pegnativi, richiedonomotivazione. Le regole

    INSIEME 8

    Assemblea generale del 20.3.2015

    Sono arrivato in ospedale:

  • vanno capite per riusci-re a rispettarle.

    Int.: ringrazio il Club74 di esistere perchoffre attivit, mentre inreparto c poco da fa-re, starci unagonia. IlClub 74 ha un sensoterapeutico e socializ-zante.

    Ivo: il Club 74 unim-portante piattaforma direlazione.

    Int.: sono ricoverata alQuadrifoglio come vo-lontaria, altri sono co-atti. Ho scoperto il Club74 come unopportuni-t per star bene.

    Dr.ssa Leone: rispettoai timori le attivit lehanno aiutato a viveremeglio il ricovero?Questo il senso.

    Int.: consiglio ai giovanidi prendere le medici-ne, abbiate fiducia neidottori, aiutatevi a vi-cenda,

    Ivo: cera un vademe-cum, stiamo pensandodi rifarne uno.

    Int.: personalmente leho vissute tutte: volon-tario, coatto, CC, am-bulanza, polizia. Un ri-covero non mai bello:devi riconoscere i tuoiproblemi, ma il percor-so pu essere positivo.Ora mi sento aiutato,protetto. La Clinica fondamentale; io nonso dove sarei senza. utile, magari ho sclera-to, ma stato utile. Ve-dendo altri pazienti misento fortunato.

    Dr.ssa Leone: grazie, un intervento importan-te sul tema.

    Ivo: interessante la di-stinzione con un rico-vero per esempio pres-so lOBV, per un pro-blema fisico. Rispetto aquesto un ricovero inpsichiatria fonte dipregiudizio.

    Int.: personalmente so-no fiero di dire di esse-re stato in Clinica percurarmi da una dipen-denza.

    Ivo: La clinica uniso-la felice, una boa di

    salvataggio. C chivorrebbe chiuderla: cisarebbero vantaggi?Per il CC sicuramenteno.Il discorso diversoper il coatto, infatti sicerca sempre e nel pibreve tempo possibiledi trasformarlo in vo-lontario per avvalersidella collaborazione edella motivazione dellapersona.

    Int.: per me la Clinica unancora di salvezza.Se non ci foste stati voinon ci sarei pi. Primadi scoprire questa pos-sibilit non ho trovatoaiuto. Ringrazio tutti, inparticolare la Dr.ssaLeone e il Dr. Preve.

    Int: venite al Club 74!

    Lassemblea si chiudecon le comunicazionidel Club 74 e un rin-fresco.

    INSIEME 9

    come lo vivo?

  • Creazioni dallultimo Libro libero del 2014

    Gioved, 11 dicembre, come di consueto, ci siamo incontrati al Prestin Vecc per lultimo incon-tro dellanno del gruppo di parola Libro Libero. Il libro presentato era Piccoli demoni, versi edisegni di Gianfranco Baruchello, scrittore e artista che traduce in arte tutte le sue esperien-ze di vita utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione: la pittura e il disegno, naturalmente, maanche la fotografia, la cinematografia e la letteratura. In questo libro sono racchiuse diversepoesie, ognuna accompagnata dal proprio disegno, una di queste, per esempio dice:

    Laltalena a bilicoe laltra, rigida del Luxembourg

    sono usate da cinesinevestite alluncinetto.Sullo sfondo il ponte

    giallo sullomonimo fiume.

    E poi ancora

    Non marcia in testail Panda, ma piuttosto

    allorlo se ne sta,immobile, del gazebo.

    Elemento marginale della bandafa quel che pu

    della molle energiariposta nelle mazze del tamburo.

    Queste sono alcune delle poesie che abbiamo letto, colpiti dal senso di queste letture ab-biamo deciso di cimentarci nella creazioni di alcuni poemetti.

    Lornitorinco famelico sta rosicchiando la porta, scodazzando a gambe allaria, incontrauna fata che gli cambia il colore del pelo.

    Saltando nel lavandino del negozio di stufe a legna si sentii triste e gli si rizz il peloilluminando la via solo con il suo sguardo, finch non scopr di essere, guardandosi allo

    specchio, un fantasma ballerino.

    Ulisse viaggiava lungo il mare quando dun tratto i suoi occhi guardando lontano viderounisola di caramelle che lo addolc molto.

    Prese la rincorsa e si tuff, ma le caramelle erano sparite e atterr sul com della camera diWanda che guardandolo subito lo baci trasformandolo in un candelabro.

    Elena, uscita di corsa dal cavallo di Troia, accese il candelabro e Ulisse si scott e mutodivent, Elena part in groppa ad un cammello che era grande, forte e bello.

    Trott nel deserto del Sahara e i datteri trov e Zeus, il Dio dellOlimpo, incontre la ingravid e vissero per sempre felici e contenti con il cigno, il loro figlio.

    Maurizio, Wanda, Valentina K., Valentina P., Clarissa

    INSIEME

    Attivit del Club 7410

  • La nostra paura pi profondanon di essere inadeguati.

    La nostra paura pi profonda di essere potenti oltre ogni limite.

    la nostra luce,non la nostra ombraa spaventarci di pi.

    Ci domandiamo:Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?

    In realt, chi sei tu per non esserlo?Siamo figli di Dio.

    Il nostro giocare in piccolo non serve il mondo.Non c nulla di illuminato nello sminuire s stessi

    cosicch gli altrinon si sentano insicuri attorno a noi.

    Siamo tutti nati per risplendere,come fanno i bambini.

    Siamo nati per rendere manifestala gloria di Dio che dentro di noi.

    Non solo in ognuno di noi: in ognuno di noi.

    E quando permettiamo alla nostra luce di risplendereinconsapevolmente diamo

    agli altri la possibilit di fare lo stesso.E quando ci liberiamo delle nostre paure,

    la nostra presenza automaticamentelibera gli altri.

    Nelson Mandela

    INSIEME 11

    MeditazionePensieri

  • Nonostante le bizze dellameteo (ricordo che siamoin pieno inverno e che fuo-ri nevica fino in pianura!)dentro di me il cielo si starasserenando, le nubi sidiradano e appare un cieloterso e sempre pi blu.Recentemente (e ne han-no parlato anche i giornali)ho assistito a una confe-renza alla sede dellAcca-demia di Mendrisio, doveun noto sociologo polacco,escluso e relegato a dissi-dente perch ebreo, notoal grande pubblico comeSigmund Baumann, il qua-le teorizza la sua tesi apo-calittica, da buon guru conben novantaquattro annisuonati, sulla precarietdella societ contempora-nea. Sintetizzando e con-densando il suo pensieroegli afferma che noi esi-stiamo in una societ chelui definisce (occhio al vo-cabolo usato) liquida, per-ch basata sul presente,effimera e inconsistente,praticamente senza futuro.Ricordiamo che questo il-lustre pensatore aveva as-sistito al movimento di soli-darnosch in Polonia, riccodi ideali e di slancio versouna societ pi equa giu-sta e solidale. Mai comeallora il popolo polacco erastato cos unito e cos

    compatto verso larrogantepotere comunista. Questaprimavera polacca era ric-ca di speranza e una nuo-va era si affacciava alloriz-zonte. Per antitesi il mon-do contemporaneo nongarantisce pi ai giovanidoggi non solo una stabili-t economica e lavorativa,ma assistiamo anche auna profonda crisi e insta-bilit politica. I recenti fattidi cronaca concernentiCharlie Hebdo, lIsis e ilfondamentalismo e il fana-tismo islamico imperantene sono una conferma. Difronte a tempi oscuri comei nostri, secondo il famosofilm di Troisi e Benigni, nonci resterebbe che piange-re eppure io sono con-vinto che pure in questoimperante guazzabuglio direalt si possa ancorasperare in una vita felice,realizzata e pienamente inarmonia con s stessi.Nonostante linsistentemartellamento di notizie in-fauste propinate da giorna-li e mass media, io sonoconvinto che ci si possaancora ritagliare un angolodi paradiso e di felicit. Es-sere veri, autentici e pie-namente se stessi anco-ra possibile anche oggi ba-sta scegliere gli stimoligiusti, filtrare tramite listin-

    to e il cuore il grano dallapula e andare diritti se-guendo la propria strada eil proprio destino. quelloche mi accingo a fare io,con molto impegno, pru-denza e un pizzico di ma-gia, sperando ancora disalvarmi dalla malattia edalla sofferenza che mi haattanagliato da quandoavevo ventanni fino ades-so. Facendo ricorso a tuttala mia forza interna e po-tenza dellamore cerconon con la ragione, la qua-le subdola e ingannevolema con listinto di soprav-vivenza e soprattutto con ilcuore (che in realt hasempre ragione!) di rialzar-mi da una situazione an-gosciante fatta di malattia,di privazione daffetto,dabbandono e di precarie-t finanziaria con il precisointento di costruirmi un fu-turo migliore. Il mio cam-mino appena iniziato esono consapevole che cmolta strada da fare. Ma ionon mi perdo danimo ecercher di andare dirittoverso la tanto agognata me-ta, ci che in realt la pienaessenza ed il senso della vita,realizzare se stessi!

    Enrico Ongaro

    INSIEME 12

    La primavera nel cuoreLa parola ai nostri lettori

  • INSIEME 13

    Come negli anni passati,anche questa volta i fe-steggiamenti di fine annonon sarebbero stati alCentro diurno o al Club74. Venne infatti sceltoun posto oltre confine,perch vera come ani-matore musicale il nostroamico Marco Urzi.Il locale era cinese dal-nome Woc. Ero un poperplessa e la ragioneera il particolare men,ma nonostante fosse unristorante di pietanze ci-nesi trovai delle vivandeche andavano bene an-che a me. La cosa piimportante per me eracomunque la compa-gnia.Mi prenotai. Ci trovam-mo al punto dincontro epartimmo con due pulmi-ni con alla guida i nostrisocioterapisti Manolo La-calamita e Ivo Fibioli.Erano loro gli artefici del-la festa. Arrivammo al lo-cale. Entrando vidi cheera molto grande, noiavevamo prenotato duetavoli per un totale di 17persone. La sorpresa pigrande fu quando vidi imiei amici, allora pensaiche la festa sarebbe sta-ta pi bella. In mezzo al-

    la sala cera un grandeself service. La cena in-cominci e ognuno si po-t servire da quella tavo-lata preparata bene apiacere del palato. Siparlava, si scherzava inpi eravamo allietati dal-la musica di Marco.Quando arrivammo aldessert alcune personesi alzarono a ballare, tracui i miei amici ed io nonpotevo stare seduta, al-lora mi scatenai.Tutto il gruppo si diverti-va, anche gente vicina anoi si aggiunse e insie-me, a mezzanotte, fe-steggiammo la fine del2014, con abbracci, bic-chieri di spumante, fuo-chi dartificio, e auguran-doci un 2015 di buonafortuna e salute.Certo io non lavrei co-minciato bene, perchnonostante la gioia cheavevo, il mio pensierovolava al fatto che traquindici giorni sarei do-vuta andare a farmi ope-rare un piede e avreiterminato la mia espe-rienza al Club 74. Cer-to, ragazzi, non mi di-menticher di voi.Cari amici che siete ve-nuti a festeggiare que-

    stanno con me tanti au-guroni di fine e buonprincipio.Marco Urzi, sei statogrande con la tua voce emusica, come potevo ri-manere seduta? Tantiauguri per la tua carrieranel 2015, arrivederci egrandi bacioni da Wan-da.Un grande grazie va aimiei compagni del Cen-tro diurno e del Club 74.Ma i pi grandi auguri eringraziamenti vanno aManolo e Ivo, che tutti ifine anno si impegnanoe lavorano per farci di-vertire. In particolarequestanno mi rese felicevederli divertirsi assiemea noi.Non dimenticher maiquella serata con voi.Auguroni ancora daWanda.

    Lultimo dellanno 2014 del Club 74

    La parola ai nostri lettori

  • INSIEME 14

    Perch e dove si perde il cibo?

    La parola ai nostri lettori

    ne errata degli alimenti,incomprensione delledate di scadenza, pre-parazione di porzioniabbondanti, porzionitroppo grandi al risto-rante. 37%Allanno per 4 personefiniscono nella spazza-tura circa 2000.- fr unuso parsimonioso deglialimenti ripaga che get-ta meno, alla fine delmese si trova pi soldiin tasca. Soprattutto pa-ne, carne, frutta, verdu-ra e bevande.

    Cosa possiamo farenoi?

    Fare la lista della spesain maniera consapevo-le.Conservare corretta-mente gli alimenti.Preparare porzioni ade-guate.Distinguere tra le dicitu-re data di scadenza eda consumarsi preferi-bilmente entroRiutilizzare i resti, ev.congelare.Non ordinare troppo sesi mangia fuori casa.

    carrello di tutto ci checi fa voglia. Questo nonpu che tradursi in unaccumulo di alimentiche non riusciamo aconsumare entro la sca-denza e che, per ecces-so di prudenza, la mag-gior parte di noi gettanella spazzatura.

    Agricoltura: perdite do-vute a parassiti e a con-dizioni climatiche, mer-ce scartata: patate trop-po piccole o verdura ofrutta di forma irregola-re, ecc. 27%

    Stoccaggio e traspor-to: raggrinzamento,marcescenza. 9%

    Trasformazione: scartida condizionamento.Sottoprodotti di origineanimale quali interiora.18 %

    Commercio allingros-so e al dettaglio: mer-ce scaduta, merce dete-riorata. 9%

    Consumo: Acquistiesagerati, conservazio-

    Il 2014 stato lannoeuropeo contro lospreco alimentare e il16 ottobre stata lagiornata mondiale del-lalimentazione. Unarappresentanza delClub 74 ha partecipa-to ad una conferenzaorganizzata dal Dica-stero delle politichesociali di Mendrisio,sullo spreco alimenta-re.

    Cifre e fattiIn Svizzera, ogni anno,finiscono nella spazza-tura due milioni di ton-nellate di generi alimen-tari ancora commestibi-li. Daltro canto, quasiun milione di personevive del minimo esisten-ziale o al di sotto dellostesso. Tra la spazzatu-ra domestica finisconoinfatti ogni anno quasi100 kg di rifiuti alimen-tari per abitante. A que-sto livello lo spreco essenzialmente causatodalla spesa non pro-grammata, fatta cio ri-empiendo compulsiva-mente e a casaccio il

  • La conservazione

    La dispensa idealeper conservare alimentisecchi (fiocchi, semola,farina, legumi, zuppepronte), conserve, olii esciroppi. La cantina indicata per conservarefrutta e verdura sensibi-le al freddo, patate,conserve, olii, sciroppi ealimenti secchi (comenella dispensa).

    Il frigorifero adatto aconservare prodotti fa-cilmente deperibili comelatte, latticini, carne, pe-sce e uova, margarina,prodotti da spalmare,frutta e verdura nonsensibile al freddo e re-sti alimentari.

    ConsigliPer evitare di contribui-re allo spreco di prezio-se derrate alimentari vielenchiamo alcuni con-sigli da seguire.

    Al momento dellac-quistoProgrammare bene laspesa in modo da nonavere troppe eccedenzein frigo. Per evitare leli-minazione da parte delcommerciante di derra-

    te prossime alla sca-denza approfittate dellevendite a prezzi ribas-sati (azioni) di questiprodotti.

    A casaControllate regolarmen-te le date di consumodegli alimenti preimbal-lati che avete in frigo eprogrammate i vostrimen in modo da utiliz-zarli ancora freschi. Senecessario incolonnatelicon davanti i meno fre-schi (First in, First out).I prodotti da frigo dimarche note in imbal-laggio ancora chiusi chehanno superato la datadi consumo fatelo masolo dopo avere verifi-cato che nellordine il loro aspetto, il loroodore e infine il loro sa-pore siano normali. Ri-cordate che organi disenso per migliaia dan-ni sono stati lunico stru-mento a nostra disposi-zione per valutare laqualit e la freschezzadegli alimenti. Maggiorprudenza in questi casi da prestare per i pro-dotti alimentari artigia-nali, per i quali la datadi consumo potrebbeessere stata fissata con

    criteri empirici e di scar-sa validit scientifica.Confezioni ammuffite ogonfie sono da gettareimmediatamente.Una volta aperte vannoimmediatamente consu-mate.Per quanto concerne in-vece la data minima diconservabilit (da con-sumare preferibilmenteentro il) utilizzata perle derrate a lunga con-servazione, un prodottopu essere tranquilla-mente consumato an-che settimane o mesi oanni dalla scadenza,purch limballaggio ilcontenuto siano intatti.Da ci appare evidentecome la data minima econservabilit, in quan-to erroneamente confu-sa dal consumatori conla data di consumo, siaessenzialmente utile aiproduttori per fare get-tare nei rifiuti derrateancora perfettamentecommestibili.

    Informazioni ricavatedalla borsa della spesae da consigli acsi

    Tiziana

    INSIEME 15

  • INSIEME

    lo ambrosiano. Detto que-sto, devo ammettere cheogni anno sento vivo in meil richiamo di questo lietoevento, fino dalla teneraet, forse perch sono unmattacchione, un burlonee simpaticone e per sfo-garmi mi piace fare casi-no. Per la verit anche senon disdegno di masche-rarmi e di festeggiare get-tandomi nella bolgia dellagente e dei capannoni,non mi sono mai concessoa stravizi, se non a quellialimentari come la classicaabbuffata di tortelli e tantibuoni e succulenti piatti dirisotto e luganighe, deiquali vado molto ghiotto dabuona forchetta della qua-le fama io godo da sem-pre. Variegati e originalisono sempre stati i mieitravestimenti (dal classicozorro, al cown boy, al pitto-re naif, al neonato, al frate,alla donna di alto bordo,ecc.) e devo anche am-mettere che molti ragazzie soprattutto ragazze siconoscono motteggiandoe scherzando per i rioni. Disolito partecipo sempre alclassico carnevale di Bel-linzona (noto come Raba-dan) ma non disdegno an-che quello di Locarno (lastranociada) dove vado disolito con i miei amici oanche da solo. Ricordo

    brevemente che durantequesto rito le citt si tra-sformano in burlesche mo-narchie o repubbliche contanto di consegna dellechiavi a pazzi Monarchi eministri burloni con tanto dinomignoli assurdi di tradi-zione popolare e dialettale(re relipac, re sbotta-piss,). Anche il Club 74,come socioterapia con atti-vit risocializzanti e al fineserio che non il puro di-vertimento ma un progettodi coinvolgimento nellam-bito di una manifestazionepopolare e sentita comequesta partecipa al carne-vale di Novazzano e di Ca-stello con un carro che siintitola Sardizzeri, dovesi ipotizza una imminenteannessione della Sarde-gna alla Svizzera (cosache pu sembrare assurdama interessante perchtratta da un fatto di crona-ca) al quale probabilmenteparteciper e ne far il re-soconto scritto. Per con-cludere auguro a tutti mol-to sano divertimento, sen-za abuso di alcool osostanze che possono ro-vinare un costruttivo diver-timento che aiuta a guariree stare in salute molto pidi tante terapie e senza ef-fetti collaterali !!! Buon co-riandoli a tutti!

    Enrico Ongaro

    Ritorna il carnevaleLa parola ai nostri lettori

    16

    Prima di parlare delle mieesperienze personali alcarnevale, vorrei fare unabreve introduzione storicasulle origini e sul significa-to di questa ricorrenza cheogni anno riscuote, spe-cialmente da noi, ampiosuccesso. I primi embrionidel carnevale appaiono inepoca romana come ritipropiziatori della primave-ra e nei cosiddetti bacca-nales, vere e proprie orgedove criminali e malfattorisi mascheravano con lacorteccia delle piante percombinarne di tutti i colori.Ecco subito che il caratte-re trasgressivo di questamanifestazione si fa subitonotare e rimane quasi finoai nostri giorni inalterato,se pur mitigato dalle leggie dalla religione. Dopo le-ra romana il carnevale as-sumer un carattere reli-gioso nel medioevo e di-venter la festadellabbondanza e deglistravizi (si ricordino le tipi-che espressioni comemarted e gioved gras-so) prima della quaresi-ma, periodo che seguesottolineato da privazioni edigiuni secondo la consue-tudine cattolica. Ricordia-mo pure che a secondadei comuni si applicheran-no prima i carnevali con ilrito romano e poi con quel-

  • Purtroppo questanno perragioni mediche, non hopotuto partecipare al Car-nevale di Novazzano,particolarmente sentitodai tigrotti del Club 74ma, in compenso ero inprima fila a quello nottur-no di Castello. Ricordobrevemente che il Club74 con un progetto riso-cializzante, di recupero equindi non solo di puro di-vertimento, era presentea questa manifestazionepopolare molto sentitacon un carro intitolatoSardizzeri dove, curiosoma reale fatto di cronaca,si ipotizza unimminenteannessione alla Svizzerada parte della Sardegna.Variegati e spiritosi eranoi carri del Carnevale diCastello e quello che mi rimasto impresso di pi quello dei Ciuchini di pi-nocchio che ho ritrovatoanche a Chiasso. Io eropiazzato proprio sul carrodel Club e distribuivo co-riandoli, motteggiando,scherzando e salutandola gente del luogo. Mihanno inoltre filmato efatto vedere al telegiorna-le di Teleticino! Ho purevisto tra la folla il mio ami-co nonch educatoreWilly che ho praticamenteinondato di coriandoli conuna grossa e grassa risa-ta. Tutto ci per me sta-to assolutamente appa-

    gante, mi sono molto sfo-gato e divertito facendoun grosso passo avantiverso la guarigione, comegran parte di ognuno dinoi. Alla serata eravamopochi ma buoni e il tempo volato come un lampo.Abbiamo anche mangiatoun succulento e appetito-so piatto di maccheroni,gentilmente offerto dalClub con una bibita (ioper la verit ne ho presidue! Da buon golosonequale sono) e c anchechi ha preso la porchetta.In uno splendido pome-riggio di sole, ho parteci-pato al corteo del carne-vale di Nebiopoli a Chias-so e devo ammettere chei carri erano strepitosi. Havinto quello sul treno fan-tasma dellExpo, maneanche gli altri erano dameno. Molti i richiami allasatira politica, alle vota-zioni, al palazzo federale,allExpo con i testoni delconsigliere di stato Zali edel direttore del DSS Bel-traminelli. Il tutto si svolto in allegria e con unfolto pubblico. Numerosala partecipazione di fami-glie e bambini che hannoallietato moltissimo lasplendida giornata. Tantagente del Club ha parteci-pato, praticamente duepulmini, e tutto si svoltosecondo copione. Adessooramai gi iniziato il

    carnevale di rito ambro-siano e se anche il Clubpurtroppo non vi parteci-pa penso che a titolo per-sonale andr a fare unavisitina al re Naregna inquel di Biasca. Due sera-te (il sabato e il luned so-no pure andato) al carne-vale di Nebiopoli, dove unmagico dj suonava di-schi anni 70, 80 e 90creando unatmosferapiacevole e famigliare.Molte le ragazze carine ele maschere originali. Unpiccolo rimorso ce lho ed quello di non aver potu-to partecipare al carneva-le di Bellinzona e a quellodi Locarno, ma nella vitanon si pu fare sempretutto quello che si vuole.Anche questanno il car-nevale volge al termine.Molto ne hanno parlatogiornali e mass media equasi tutti i carnevali ave-vano il loro programmasu Internet e le loro fotosu Facebook. Adesso ciprepariamo tutti per laquaresima dove qualcherinuncia, se non alimenta-re almeno di costume,non far altro che giovarcie rafforzare il nostro ca-rattere!Al prossimo anno dunquee ai prossimi carnevalisperando di viverne tanticos splendidi e allegri co-me questo.

    Enrico Ongaro

    INSIEME

    Carnevale con il Club 74

    17La parola ai nostri lettori

  • Bennenidu in Sardinia, 27esimu Cantone Marittimu de sa Confederazione Isvizzera (tradu-zione: Benvenuti in Sardegna, 27esimo Cantone svizzero della Confederazione Svizzera).

    Pensavamo fosse uno scherzo e forse lo davvero ma in ogni caso questa proposta, lancia-ta da un gruppo di Cittadini Sardi partita nel web su Facebook, ha raccolto quasi 4milamembri, con la successiva ripresa da parte dei giornali Nordici Italiani e Svizzeri.

    Questi cittadini Sardi, secondo me simpatizzanti dellarea politica di Autonomia Sarda, di-chiarano di essere stanchi di vivere in Italia dove non c futuro n per loro n per i loro figli evorrebbero vivere in un paese normale dove sperano di avarela possibilit di trovare un la-voro. Vorrebbero andarci poratado la Sardegna via dallItalia e unirsi alla ConfederazioneSvizzera, repubblica federale che rispetta le autonomie locali dove ogni Cantone ha una suaCostituzione, un suo Parlamento, un suo Governo.

    Vendere la Sardegna alla Svizzera sarebbe un progetto che farebbe guadagnare tutti...

    La Svizzera e gli svizzeri:Avrebbero i Nuraghi, la Costa Smeralda, Alghero, Villa Simius, Castel Sardo, Valledoria,Ploaghe,Tula e Sa sia.Eleggerebbero le coste isolane alla loro seconda se non prima casa.Avrebbero una quinta lingua a disposizione. Infatti oltre allitaliano, il tedesco, il francese e ilromancio si aggiungerebbe il Sardo lingua locale usata dalla maggior parte degli abitanti del-lisola.Aggiungerebbero alle loro specialit alimentari il porcetto, le seadas, gli gnocchetti, i carciofi,il cannonau, il mirto.Acquisterebbero nuovi connazionali confederati: gli uomini Balenti Sardi e soprattuttole orgogliose, intelligenti e belle donne Sarde.

    La Sardegna e i Sardi:Lascerebbero lItalia che li ha considerati per anni una colonia da sfruttare come granaio, co-lonia penale e zona per esercitazioni e arsenali militari ed entrerebbero a far parte di un pae-se moderno, evoluto e con rispetto per le risorse naturali ed ecologiche e per le autonomieterritoriali.Avrebbero il Franco svizzero, la Cassa Malati, gli ospedali che funzionano, gli infermieri e leinfermiere non arrabbiati, gli impiegati degli uffici pubblici gentili dove puoi avere un docu-mento senza sentirti un rompiscatole e senza dover dimostrare ogni volta di essere un citta-dino onesto e non un delinquente approfittatore.Avrebbero inoltre il Formaggio Emmental, la Fond, i rsti maggi e le costine alla brace.

    Personalmente se si verificasse questa ipotesi fantasiosa farei subito domanda per averela Nazionalit Sardo Svizzera sperando di essere promosso perch non penso sia cos faci-le.

    Enzo Poletti

    INSIEME 18

    Sardegna dallItalia alla SvizzeraLa parola ai nostri lettori

  • INSIEME 19

    Sono passata nella sede del circolo Sardegna di Como per acquistare dei carciofi che arriva-vano dalla Sardegna. Cera un gruppo di persone sedute attorno a un tavolo a giocare a sco-pa dassi.Ho chiesto loro cosa ne pensassero di unire la Sardegna alla Svizzera. Non si sono scompo-sti, mi hanno risposto senza smettere di giocare, seri e fieri.

    Sig. Contini: la Sardegna dei sardi, non si discute.Aresu: il mare della Sardegna deve rimanere alla Sardegna. Senza offesaDeseni: la Sardegna deve rimanere ai sardi e allItaliaVacca: io non vado mai allestero e non sposer se non una donna sarda Cristin: (Attuale presidente del circolo, sua moglie era sarda)

    La Regione Sardegna purtroppo non offre niente per quanto riguarda il Lavoro, loccupazione giovanile e la prospettiva per il futuro. VedonoNero.

    Boi : (Ex presidente del circolo) Se avessi 30 anni di meno mi iscriverei a SardignaNatzione, a fare la rivoluzione. Sono appena tornato dalla Sardegna, c lafame che si taglia a fette.

    Paredi: (Brianzolo) La Sardegna dellItalia. E si arrabbia con il compagno perchnon ha seguito bene il gioco delle carte.

    Io che ho vissuto in Sardegna fino a 20 anni e poi sono venuta in Svizzera dove ho lavoratoe abito da tanti anni, pur amando la Svizzera il mio cuore rimane sempre legato al mio paesedorigine.Per riassumere il mio sentimento ho pensato di riportare questa poesia in lingua sarda daltitolo:

    Sa Costa Smeralda (Tango)Tara-tatarata-ta-taIte bella sa Costa Smeralda! (Che bella la Costa Smeralda)Dammi unu inu, perdeu ! (Dammi del vino, per la miseria)Signore, che dice,un po di contegnoVede, c il Principee la principessa.E quello,a lo sa chi ?E lAvvocatoe il Cavalliere.Quindi, signore,un po di contegnoMiscuje vost (Mi scusi)Apo fattu unisbagliu: (Ho fatto un errore)mi che creia (Pensavo di essere) in sa Sardigna mia. (Nella mia Sardegna)Tara tatarata-ta-taIte bella (Che bella)sa Costa Smeralda! (La Costa Smeralda)

    Pinuccio FioriScrittore Ploaghese

    Giovanna Poletti

  • INSIEME

    Arrancavo in salita sulla stra-da che porta alla stazione diBellinzona, con il mio frago-rosissimo troller che mi face-va da fedele scudiero. Eraun venerd. Il giorno in cui da innumere-voli settimane faccio il fattori-no per la lavanderia indu-striale della Fondazione soli-dale per la quale lavoro tuttele mattine. Il mio incarico girare con un bel furgonerosso per consegnare le tuteda lavoro di alcune officinemeccaniche della zona.Quella volta era andato tuttobene, tranne un calzino di la-na smarrito, ma dico io capi-sco la stagione bislacca, maquello a fine agosto mette icalzini di lana?!? A ben pen-sare mi pare di aver letto daqualche parte sulla lana inestate scalda un poco, mafa paradossalmente sudaremeno! Certo un giorno leg-geremo che uno staff scienti-fico del Nebraska, o che soio dove, ha scoperto chepuoi andare sullEverest conuna speciale t-shirt a fibre dilecitina di sojaLa giornata, quel venerd fa-moso, era cominciata bene,con lincontro sul bus conuna raggiante brasiliana chepartiva il giorno dopo per tresettimane verso la sua terradorigine, laspettavano dieciore di volo verso la terra ver-de-oro. Per me invece solouna settantina di chilometritra burberi meccanici, depu-ratori acquatici, laboratoriprotetti, officine di precisionee, naturalmente, un paio di

    soste al bar Che dire nien-te code, nessun incidente eperfino una breve sosta a ca-sa per prendere dei vegetaliche avevo lasciato in frigo.Insomma tutto liscio. Quindi,come da protocollo lascio ilfurgone in lavanderia e,mentre i ragazzi lo scarica-no, faccio il punto con il mioresponsabile di FD.Allora si sono fatte le 11.20:sono libero. Mi posso avviareverso il treno di mezzogiornoche mi porter a Torino, conil rumore che faccio ancoraun po si gira anche la statuadel Rossi, abituata a valigiealla moda e silenziosissime,peccato che pochissimi cifacciano caso, alla scultu-ra A Belli stravedono soloper la foca sempre delRossi.In effetti avevo tutto il tem-po mezzora che volevoimpiegare scrivendo una car-tolina ad Amos, mi occorrevauna panchina. Ultimamentecon i lavori in corso per lam-pliamento non facile trova-re un posto dove sedersi concalma. Ad occhio il mio iscrit-tibile oggetto del desiderio,metallo traforato e per metoccupata da un nonnino e lasua irrefrenabile nipotinabionda. Si capisce subito chesono l a far nulla o solo perpassare il tempo ad osserva-re i treni e il via vai della gen-te fancazzisti rotabili! Chie-do il permesso e mi siedo.Lui sembra Romano Prodi,ma pi magro e senza ciurlodel merlo. Una mortadellasmagrita, la piccolina non sfi-

    gurerebbe in qualche spotpatinato delle TV di oggigior-no. Dallo zainetto tiro fuoricarta, busta e pennarelli co-lorati inevitabilmente attirolattenzione della biondina.Mi sento radiografato da dueocchioni azzurri che nonmollano ogni mio movimen-to. Intanto metto la valigia difronte a me, a m di tavolino. Comincio a scrivere. Dopoaver appoggiato la busta almio fianco mi accorgo chequesta volta il simil-Prodiche mi scruta, in effetti la bu-sta listata a lutto forsesospetta? Insomma sono unottimo diversivo a quei treniche avranno visto cento vol-te.Sblocco la situazione rivol-gendomi ad entrambi. I pen-narelli colorati servono perravvivare la busta, anchecon i tamponi che hanno in-corporati dietro. Faccio vede-re le varie forme alla bambi-na. A lei piace la farfallina inrosa per la busta mi rivol-go al nonnino sono scartidel magazzino di una tipo-grafia e io le riciclo cavolone buttavano via a migliaia.Queste hanno il difetto che lacolla vecchia, per chiuderleserve aggiungerla a manoCurioso mi chiede: e la colladov? mi aspettavo quelladomanda, in quello che or-mai era un piccolo teatrino,ora anche la bimba volevavedere la colla. Insomma ri-esco a scrivere solo pocherighe della mia lettera quan-do mi decido e alzo la valigiae la metto sulla panchina.

    20La parola ai nostri lettori

    In effetti avevo

  • INSIEME

    in quellistante che la tensio-ne sale a mille. C una goc-cia rossa che si allarga pro-prio dove era appoggiata lavaligia. Rossa, lucente ed inespansione contempora-neamente con un barlume dilucidit, mi sovvengono daimeandri del cervello mnemo-nico le reali fattezze del sedi-cente Mortadella lex co-mandante della Polizia co-munale di Bellinzona, talBassetti. Lo ricordo beneora. Con lui avevo avuto aitempi un breve carteggio sul-la mancata o carente deon-tologia di alcuni suoi adepti.Aveva sentenziato conoscoi miei uomini, errare uma-no! e chiuse il contenzio-so lo odiai, sensazioneche provo rarissimamente.

    Eccolo ora in pensione a nonaver perso lo sguardo da se-gugio, infatti con un occhiomi prende di mira e con lal-tro radiografa la macchianonostante la luce plumbeadella stazione non diventastrabico sono tecniche disopravvivenza insegnate nel-le scuole di polizia svizzere!Se vero che in ogni svizze-ro c un poliziotto, io me lodovevo incontrare decorato?Ma unaltra associazione diidee che mi avvampa. Pro-prio a me che sono chivas-sese doveva capitare questarecidiva fortuita di una valigiae di una goccia ovvero diun caso criminale da rotocal-co accaduto vicino alla miacasa di nascita negli annisessanta un tipo port in

    taxi una valigia con la mo-glie, ma fatta a pezzi noncera ancora il DNA, ma unagoccia lo inchiod! Ironia del-la sorte eccomi in partenzaper Torino. La situazione questa. Tutti bramano qual-cosa. Io cerco la colla, lex dilusso la conferma di un terri-bile dubbio, la bimba la rapi-da scoperta dei tamponi ma-gici. Un vortice di aspettativetra il via vai indifferente deiviaggiatori. La macchia in-tanto si allarga lentamente.Nella valigia il caos. Ad uncerto punto anche lalluresperanzoso della bimbettaassume il tono plumbeo deldubbio. La tensione palpa-bile. E poi lirreparabileuna goccia inaspettata e im-pertinente, una goccia violache traspare nuovamentedallinterno del troller inequivocabilmente viola e lovede anche il Bassetti. Pas-sando da unespressione tor-mentata ad una stupita, vol-gente alla curiosa bonomia,insomma proprio come il ve-ro Mortadella tipo alla ceri-monia della campanella aPalazzo Chigi. il mio mo-mento, una redenzione, unaluce nel ventre buio e metal-lico della stazione. La solu-zione del mistero oltre lacultura del sospetto e del di-verso. Eccola. Mi sbeffeggiamalcelata in un giornale stro-picciato tiro fuori una pic-cola bottiglia di vetro, cullan-dola come un beb. La por-go delicatamente verso ilBassetti, che sempre piallibito una gazzosa al

    mirtillo spiego a bassa voce,come per non svegliarla laporto ai miei amici di Tori-no Una commedia, un at-to unico al binario 1 la par-tenza delle beffe.Buona ultima spunta fuorianche la colla. Posso final-mente finire il biglietto perAmos. Nel gran finale a sor-presa troviamo anche il tem-po di far provare alla algida eringalluzzita bimbetta i fanto-matici pennarelli a tampo-ne poverina, incolpevole,aveva da un pezzo perso labussola emozionale.Che dire, uneternit duratapochi minuti. Chiudo la lette-ra, la imbuco e nel fracassodel troller mi avvio al binario.Mi sa che dovr cambiarloaromatizzato e fracassonenon pu passare inosservatodel resto si sa il moto in ar-chivio : Profilo basso. Noncontento infatti in un para-dossale e definitivo impeto dizelo il Bassetti potrebbe in-criminarmi per superamentodei 65 decibelMa adesso, forza e coraggio,che dopo gli agi del Tilo finoin Centrale, mi aspetta untreno regionale veloce italia-no e solo i pi impavidi gi-ramondo sanno cosa signifi-chi quel viaggio!

    In effetti avevo tutto il tem-po.

    Gro

    21

    tutto il tempo...

  • Fino da piccolo, sonosempre stato un ragaz-zo tranquillo gentile eeducato. Non facevomai casino, ubbidivosempre e non andavomai controcorrente. Fin-ch ero bambino sia perla tenera et, che per ilgrande amore di miopadre, tutto andava dis-cretamente bene alme-no nella normalit aparte lievi disturbi dicarattere psicosoma-tico (una piccola opera-zione di appendicite eun acne giovanile acu-ta). I primi problemi so-no iniziati al liceo conun netto calo della vistae del rendimento scola-stico. Finch un belgiorno dopo lennesimono di una ragazza daidubbi costumi (moltocattiva in verit, meschi-na e stronzissima) dellaquale ero perdutamenteinnamorato, mi sonoammalato e mia madredalla quale ho ricevutouna pessima educazio-ne e con la quale avevoun attaccamento mor-boso, mi ha portato daldottore e mi hanno rico-verato allospedale sanDonato di Intragna. La

    cura del dottore invecedi giovarmi, come tuttoil ricovero, mi ha fattoammalare e da ragazzotranquillo sono diventa-to un adolescente pro-blematico, incostanteagressivo e cattivo. Hocreato praticamente ilvuoto attorno a me e imiei amici ad uno, aduno mi hanno abbando-nato. Ebbi un netto caloscolastico e spinto daigenitori sognavo di di-ventare avvocato comeloro e fare tanti soldi.Una settimana primadella maturit mor ilmio povero babbo,stroncato da un infartodovuto al duro lavoro ealla vita sregolata cheaveva. Fu una grandeperdita, ma mi ripresigrazie allo sport e al mi-litare che mi diedero laforza di rialzarmi. Miopadre voleva assoluta-mente mandarmi a stu-diare diritto a Zurigoperch riteneva che stu-diare in tedesco fossemeglio. Per fortunascelsi Friborgo, dove siparlava francese e luni-versit era pi piccola ea misura duomo. Fuilunico della mia classe

    a scegliere questa pic-cola e carina citt me-dievale e mi ritrovai soloe soletto. Purtroppo sot-to linflusso paterno mibuttai nello studio dellalegge esclusivamente intedesco, essendo luni-versit in tedesco, inuna sorta di full immer-cion, scaricandomi co-me una pila. Lesauri-mento era dietro lango-lo e fin di nuovo adIntragna. Naturalmentele cure del dottore e il ri-covero mi fecero am-malare di pi e fin conuna grave psicosi alViarnetto dove mi cura-rono con una massicciadose di psicofarmaci.Fu un trauma fatale elinfluenza degli psichia-tri fu deleteria. Passai incura da Realini il qualeinsisteva daccordo conmia madre a farmi stu-diare diritto a Friborgo.Solo, estremamentevulnerabile e malato so-no finito su cattive stra-de ma mai per fortunanella droga o nellalcoolse non nella cronica di-pendenza da psicofar-maci. Quando stavo perguarire mia madre nontrov di meglio che far-

    INSIEME

    Triste storia di un bravo ragazzo

    La parola ai nostri lettori22

  • INSIEME 23

    mi ricoverare in manico-mio dicendo che noncerano pi soldi per cu-rarmi da Realini. A queitempi il neuro era unasorta di carcere e il rico-vero mi fece regredire ediventare una specie dilarva orbitante agli psi-cosociali e ai centri diur-ni dove trovai gentesenza scrupoli che misfruttava per far star be-ne drogati e alcolizzati.Entrai in un circolo vi-zioso di continui ricoverie fin in un laboratorioprotetto, il Dragonato.Imparai il mestiere diserigrafo e uscito dalDragonato presi corag-gio e andai con la miamaturit dallorientatoreprofessionale e scelsi dimia iniziativa una scuo-la. F linizio della miarisalita. Mi diplomai eandai a lavorare. Dopofrequentai la Supsi ineconomia e lalta scuolapedagogica dove impa-rai tante cose interes-santi sulle mie origini eradici nonch acquisii lebasi per capire il funzio-namento della nostrasociet. Purtroppo lasfortuna mi perseguitdi nuovo e fin in pastoad un dottore turco ilquale mi impose la tute-la e il dpot. Fu la fine

    dei miei studi. In predaagli effetti nefasti deldpot e della tutela co-minciai a vagabondare.La mia vita si svolgevasu battelli bus e treni inun continuo vagare.Frequentavo pure assi-duamente casin e di-scoteche e centri diur-ni, in un continuo deliriodi idee manicali e deli-ranti provocate dalle cu-re purtroppo non soloinefficaci ma addiritturadannose. Le scuole nonmi accettavano pi edero praticamente sullastrada. Finch un belgiorno finii sotto un tre-no, totalmente delirante.Questa grave disgraziafu paradossalmente lamia salvezza. Mi tolseroil dpot e mi diederouna cura efficace. In-contrai una donna conla quale feci per la pri-ma volta lamore conuna relazione normale eci mi fece crescere erompere il legame mor-boso con mia madre.Assumevo giorno pergiorno pi consapevo-lezza di me stesso, ini-ziai a prendere in manola mia vita e piano pia-no ad distaccarmi daifarmaci rafforzando lamia personalit con lapsicoterapia e laiuto

    della socioterapia chemi permise di scrivere epiano piano di liberarmida miei traumi. Trovainel Club 74 un validoaiuto e soprattutto mi al-lacciai ai casi complessie alla cura di due psico-loghe, cose mi cambia-rono letteralmente la vi-ta. Adesso vivo in unapensione finalmente li-bero dal giogo degli psi-cofarmaci e ho grandiprogetti per il mio futu-ro. Ho frequentato unmini stage allUniversitdella svizzera italiana epresto mi accinger afrequentarla come udi-tore prima e come ma-tricola in seguito. Final-mente ho scelto ci chemi piace e non quelloche volevano gli altri(letteratura italiana) conil sogno in futuro di di-ventare giornalista escrittore. Il mio cammi-no verso la risalita so-ciale e lautoaffermazio-ne nella completa salu-te iniziato.Metaforicamente par-lando il re leone sta fi-nalmente ritrovando ilsuo posto nel cerchiodella vita...

    Enrico Ongaro

  • INSIEME 24

    La parola ai nostri lettori

    Ore 3.45 di domenica 15febbraio u.s.

    Buongiorno, Elisabeth,come va la mano?.Ciao Alessandra!... vacome sempre, ma perora lavoro. Adesso infor-no la torta. Tu hai dormi-to?.

    inusuale aprire gli oc-chi e avere accanto a stutte persone amiche inun ambiente affiatato esolidale.A casa, in via Beroldin-gen, qui a Mendrisio, doil buongiorno con ri-spetto prima a France-sco quindi a Maria Tere-sa, miei compagni di ap-partamento.Chiedo pure loro comestai? e mi rispondonogentilmente. Andiamodaccordo e facciamotutto il possibile per aiu-tarci reciprocamente.

    Qui allAdorna 1 tutta-via, presso il famigeratoCentro di Competenze,la parola chiave em-patia. Ognuno riesce acalarsi nei panni dellal-tro e lo compatisce(cum pathos) ovvero sof-fre con lui e condivide la

    sua esperienza.Il gruppo compatto edomogeneo.Siamo tutti per uno, unoper tutti!.Sono arrivata la scorsasettimana in preda allosconforto pi profondo,smarrita.Stamani mi sento attivae con tanti progetti di vi-ta. Dinanzi alle difficoltisolarsi deleterio epeggiora progressiva-mente la situazione. So-no grata al dr. Preve, atutta lquipe e soprat-tutto a questi nuovi voltiamici, gi entrati nel miocuore.Le cene terapeutichedella domenica sera cor-rispondono a dei veri epropri pranzi di noz-ze...!. Elisabeth unacuoca di primordine,Ruy pasticciere, Ales-sandro gerente insiemealla madre di un ristoran-te-pizzeria in Basilicata(I) e vanta unesperienzapluridecennale. Siamodunque unquipe imbat-tibile. Gli operatori e imedici si leccano i baffi epartecipano con entusia-smo ai banchetti.Ogni decisione vienepresa in gruppo e pren-

    diamo parte ogni setti-mana a tre incontri di cuiuno definito motivazio-nale. Sulla parete del-lAdorna 1, allingresso vi una scritta colorata daicaratteri realizzati con latecnica del quilling:QUANDO C UNA ME-TA ANCHE IL DESERTODIVENTA UNA STRA-DA.Auguri e buon percorsoa tutti!

    P.S. Se volete stringereamicizia con il nostroteam ricordate che sia-mo ogni mattina presentiin Valletta

    P.P.S. La camera checondivido con la compa-gna soleggiata, benaerata e piena di fiori.Pure gli amici di casa so-no assidui e mi colmanodi pensieri e premure ol-tre che di omaggi. Lastanza si affaccia sulgiardino in cui le cameliestanno sbocciando. Ioparimenti mi affaccio an-che oggi alla vita e inte-riormente sento scorreretanta linfa vitale.

    Alessandra

    Vita al Centro di Competenze

  • prio vero, come dice lacanzone, lamore cam-bia ogni cosa, ed pro-prio grazie allamore frauomo e donna che noitutti esistiamo su questaterra. Da buona manto-vana, come Virgilio perDante mi stata vicinanei momenti pi duri epi acuti del mio recen-te ricovero ed stataper me una guida negliinferi, una luce nelle te-nebre, una primaveranel lungo inverno dellamia esistenza. Grazie alei ho vissuto una rela-zione normale di coppiache ha spezzato il giogodellamore morboso cheavevo con mia madre, stato per me un passofondamentale verso lamia guarigione. Tantocaro mi fu questermocolle che per me rap-presenta la Villa Alta ecome dolce naufra-gare in questo marecio nellimmensit delsuo amore. Grande rap-presentante del Club74, della Villa Alta epunto di riferimento perme in questo balordoospedale, Alessandra anche madre di duesplendidi ragazzi, i qualiho avuto lestremo pia-

    cere di conoscere e inparte di averli comeamici su Facebook. An-che se la fanno ognitanto tribulare, lei mol-to legata ai suoi figli e sipu onestamente affer-mare che ed lo sempre stata, una buo-na mamma e ai suoi fi-gli non fa mancare nien-te anzi li vizia, dandoglianche il latte di galli-na, da buona mammachioccia Italiana. Ales-sandra mi ha insegnatocon la sua femminilit, isuoi modi gentili, la suagrande cultura e la suagrande pazienza a vive-re da uomo sano, a li-berarmi dal giogo dellamalattia, a diventare pivero e pi libero, piena-mente me stesso, e seanche lei afflitta da undisagio psichico, io losempre vista normalis-sima e grande nel bene!Grazie mille Alessandraper essere stata la miaragazza! stato un piace-re vivere, sperare e mori-re per te. Ti voglio tantobene!

    Enrico Ongaro

    INSIEME 25

    La parola ai nostri lettori

    sempre con immensopiacere che rivedo alClub 74 e in giro per ilparco la mia cara amicaAlessadra. infatti gra-zie al suo amore e allasua preziosa amiciziache iniziata la mia ri-salita dallinferno in cuiero piombato, dopo ilgrave incidente capita-tomi purtroppo nel2013. I dolci momentitrascorsi in Villa Alta eallAgip in sua compa-gnia mi hanno fatto ma-turare moltissimo, mihanno fatto crescere ediventare un uomo. Avolte tutto ci mi mancatanto e vorrei stare an-cora in sua compagniacome una volta. Graziea lei ho visto su internetil ministage degli studiItaliani, al quale ho par-tecipato con molto inte-resse e che mi ha ri-aperto le porte delluni-versit (ricordo che eradal tempo di Friborgoche non frequentavo pigli atenei). Alessandrarappresenta per me unporto sicuro, unamicacarissima, unamante eanche un po quella fi-gura di mamma che findalla giovent mi sempre mancata. pro-

    La mia amica Alessandra

  • Il padre della brancachiamata microeco-nomia(che parla delrapporto fra individuoe mercati) senzaombra di dubbioAdam Smith, con ilsuo trattato Thewealth of nations (ilbenessere delle na-zioni). Sintetizzandoal massimo il suopensiero egli dice chenella moderna econo-mia esiste un fattore(chiamata mano invi-sibile) dove chi sispecializza e fa quel-lo che capace me-glio a fare (il proprioegoistico tornaconto)in realt fa il benes-sere di tutti (dellinte-ra societ). Quindiper fare un esempio,non per laltruismodel panettiere che ab-biamo il pane , maper linteresse, per iltornaconto che que-stultimo ha nel pro-durlo. La Microecono-mia (micro da vistoda vicino) si contrap-pone allaltra brancadelleconomia, la ma-

    croeconomia (da ma-cro, visto in grande),molto pi recente chesi occupa di variabiligenerali quali il pil(prodotto interno lor-do), linflazione e ilmercato del lavoro.Padre della modernamacroeconomia ilfamoso economistainglese Eduard Mei-nard Keins. Prima diparlare delle basi del-la microeconomia,vorrei brevemente ri-cordare alcuni ele-menti di ordine mate-matico, come i graficie in particolare il pro-dotto cartesiano con ilconcetto di penden-za. In economia glistrumenti per studiaree analizzare le varia-bili sono i grafici e inparticolar modo il pro-dotto cartesiano (do-ve sullasse verticalesi misura la variazio-ne della variabile y apartire della variazio-ne sullasse orizzon-tale della variabile x).Il concetto di penden-za di una retta nel

    prodotto cartesianonon corrisponde co-me molti scorretta-mente pensano allaripidezza della rettache invece dipendedallunit di misura,ma sulla proporzionedel variare di y al va-riare di x. Detto que-sto si pu partire coni concetti di utilit,cardinale e ordinale eprodotto marginale.Ogni bene ha unutili-t misurabile numeri-camente. Per esem-pio se prendo un ge-lato, il primo beneconsumato dar unutilit positiva (es.20). Consumando unaltro gelato avr unasoddisfazione minore(es. 15) finch per as-surdo consumandoventi gelati avr unutilit negativa (mibuscher un bel maldi pancia!). Ecco chebisogna introdurre ilconcetto di prodottomarginale, che sareb-be quello che accadeaggiungendo al risul-tato una unit addi-

    INSIEME 26

    EconomiaLa parola ai nostri lettori

  • zionale in pi allulti-ma e vedere quelloche succede. Da cisi ricava la prima leg-ge dellutilit cardina-le, che lutilit margi-nale decrescente.Se prendiamo dei be-ni (pasta, riso, uova..)ne acquisteremmo fi-no a che unultimavariazione della utilitmarginale non sia po-sitiva. Analizziamoadesso i mercati. Imercati sono queiluoghi fisici o virtualidove dei beni vengo-no venduti ad acqui-renti con il voto dettodel portafoglio. Vi so-no ditte che mettonoin vendita dei beni incambio di ricavi e in-dividui che mettonosul mercato lavoro incambio di salari. Ri-cordiamo che i fattoridi produzione sonotre: capitale, terra elavoro. I mercati fis-sano i prezzi attraver-so la legge della do-manda e dellofferta.Se c una sovrab-bondanza dofferta, i

    beni nei grandi ma-gazzini si accumule-ranno sugli scaffali eil prezzo tender ascendere. Se si avruna sovrabbondanzadi domanda gli scaf-fali nei supermercatisaranno vuoti, il prez-zo tender a salire ele ditte saranno invo-gliate a aumentare laproduzione. Lequili-brio e il prezzo dimercato si avr esat-tamente allincrociotra la curva di doman-da e dofferta. Atten-zione, ricordiamo chegli spostamenti sullecurve (solitamente abreve termine dove levariabili non cambia-no tanto) sono diversidagli spostamenti del-le curve (a lungo ter-mine dove le variabilicambiano totalmen-te). Arriviamo adessoal concetto di elastici-t. Un bene dettoelastico se al variaredella percentuale dibene acquistato cor-risponde una varia-zione pi che propor-

    zionale del prezzo. Ilbene sar anelasticose al variare dellapercentuale del beneacquistato corrispon-de una variazione mi-nima del prezzo. Certibeni detti anelasticicome quelli agricolise immessi sul mer-cato in grandi quanti-t producono deglisquilibri (si riduce il ri-cavo) e devono esse-re contingentati. Eccoqua una breve sintesidelle basi dellecono-mia politica. Per ap-profondimenti consi-glio il testo utilizzatoanche alla Supsi diSamelson Nordauschiamato ECONO-MIA. Grazie e buonalettura.

    Enrico Ongaro

    INSIEME 27

    Politica

  • Ecco venire dalla vici-na repubblica unideaassai efficace e perniente bizzarra. Forma-re dei facilitatori socialicon un corso di tre me-si e un tirocinio, ciodelle persone conesperienza di malattiapsichiatrica che possa-no a loro volta, graziealla loro esperienza dipazienti, curare e assi-stere altri pazienti con iloro stessi problemi.Sembra essere luovodi Colombo e se fossericonosciuto nellambi-to professionale sareb-be una vera e propriauscita dal tunnel dellamalattia. Infatti chi me-glio di chi ha provato ildisagio psichico sullapropria pelle possaaiutare chi come lui losta vivendo, attraver-sandolo o subendolo.Spero tanto che questaidea si diffonda ancheda noi. Anzi proporreisotto la supervisionedella Supsi e del Club74 di organizzare simi-li corsi, come quelli diMilano. Personalmente

    mi interesserebbe met-termi in gioco e aiutarechi come me soffre delmio stesso disagio. Nelmio piccolo, quandoper esempio sono aicasi complessi, cercosempre di motteggiareo dire una buona paro-la o di aiutare il mioeducatore Willy nellefaccende di cucina.Una sorta di facilitatoresociale, nel mio piccololo sono anchio, anchese non percepisco al-cun salario. Lesperien-za accumulata in 30anni di malattia credomi abbia egregiamenteformato per aiutare altrinelle mie stesse diffi-colt. Cerco di non giu-dicare, anche chi ha di-pendenze e di dare uncontributo anche a loroe quando vado a Cam-pione o al bar Apachea Melano con i ragazzidel Willy, ho sempreuna buona parola perloro e cerco di creareun ambiente sano espiritoso per farli starbene. Se magari inpassato avessi avuto

    vicino gente con espe-rienza di malattia almio fianco, le cose sa-rebbero andate diver-samente e ci miavrebbe aiutato a su-perare meglio anche imiei problemi. Trovoquesta idea da applica-re nellambito sociale,negli psicosociali e alClub 74 dove lautode-terminazione e laiutoreciproco, sono allabase del sistema. Ri-cordo brevemente chela socioterapia si basasullauto aiuto, la soli-dariet fra operatori epazienti e un aiuto cheva oltre i farmaci e lapsicoterapia. Ben ven-gano nuove idee di cu-ra, per rilanciarci, mi-gliorare e migliorarciinsieme. Chiss chequesta idea non sia ilmodo migliore per ri-lanciare la sociotera-pia, branca della psi-chiatria in cronico de-clino!

    Enrico Ongaro

    INSIEME 28La parola ai nostri lettori

    I facilitatori sociali

  • Il terrorismo islamico,ha colpito la sede diuna redazione di ungiornale satirico dovepi volte veniva presadi mira la religione Isla-mica e Maometto il diodella religione Islami-ca.Io sono daccordo conlidea di libert di stam-pa, ma pi volte si de-ve fare moltissima at-tenzione di come sipubblicano articoli distampa su questo ar-gomento scottante,cio la religione Islami-ca. S signori a voltecredo che non ci sirende conto con chi sideve fare fronte conestremisti Islamici, chedella religione vera-mente Islamica fannouna loro versione dellareligione vera, che ilcorano insegna da pic-colo.Il terrorismo di AL QAI-DA come si definisco-no ora i terroristi colpi-scono ovunque dove lavera religione lo vietacon violenza dove ilcorano lo vieta loroquelli di AL QAIDA non

    seguono il vero coranoma solo odio violenzae morte, si la morte siapropria e di altra genteinnocente sia islamicao cattolica profanano illoro dio pi volte perloro c solo morte e laloro morte dei profaniper loro diventano i deidi Allah.Ma con la morte di per-sone che si fa sentireeroi idoli di Allah, o deimitici della storia delmondo?Carissimi lettori se sipensa che nellattenta-to a Parigi, venne ucci-so dopo che anche luiera Islamico guardan-do nei occhi chi facevaparte della propria reli-gione e il terrorista agrande gola gridavaALLAH E GRANDE.Io mi chiedo se vera-mente ALLAH vuolequesto nella sua reli-gione Islamica dovequalunque personaviene uccisa perchnon credente nella loronuova cultura Islamicache gli estremisti di ALQAIDA praticano e nonrispettano il vero cora-

    no Islamica dove inrealt di altro come sicomporta un vero Isla-mico che segue il cora-no.A volte mi viene il pen-siero delle due guerreche i nostri antenati, ciparlavano dei nazisti,dove con grande odiouccisero un popoloebraico con il loro ster-minio di persone inno-centi che per loro eraun popolo molto sco-modo per il mondo.Il vero corano parlachiaro vieta la violenzanelle parole di ALLAH,ma allora gli estremistiIslamici come fanno aproclamare il dio AL-LAH, se prima sono lo-ro a profanare la lororeligione del corano, esi sentano grandi com-portandosi cos conmorte di innocenti puremagari della stessa re-ligione io che non sonocattolico praticante giu-dico queste personeloro i veri profanatori diuna religione ISLAMI-CA. Ps. (ASSASINI EPROFANATORI ).

    Lorenzo

    INSIEME 29

    Il terrorismo islamico a Parigi

    Riceviamo e pubblichiamo

  • Recandomi in Ergote-rapia ho tratto da unoscrittore: Chat Disco-nessa ho scelto questalettera mi piacerebbeche si leggesse a poe-sie.

    Lettera di un anzianopadre al figlio; se spor-co quando mangio; senon riesco a vestirmiabbi pazienza, ricordail tempo che ho tra-scorso ad insegnartelo.

    Se quando parlo conte; ripeto sempre lestesse cose; non mi in-terrompere ascoltami;quando eri piccolo do-vevo raccontarti ognisera la stessa storia;finch non ti addor-mentavi.

    Quando non voglio la-varmi non biasimarmi enon farmi vergogna-re ricordati quandodovevo rincorrerti perfare il bagno; perchnon volevi.

    Quando vedi la miaignoranza e non guar-

    darmi con quel sorri-setto ho avuto la pa-zienza e il tempo perinsegnarti lABC certonon riesco a ricordare.

    La cosa pi importantenon quello che ti di-co; ma il bisogno di es-sere con te ed averti liche mi ascolti.

    Quando le mie gambestanche non mi con-sentono di tenere il tuopasso, non trattarmicome fossi un peso,vieni verso di me conle tue mani forti nellostesso modo con cuiho fatto con te quandomuovevi i tuoi primipassi.

    Quando dico: vorreiessere morto non ar-rabbiarti cerco di capi-re di sopravvivere.

    Un giorno scopriraiche nonostante i mieierrori ho sempre volu-to il meglio di te.Ho tentato di spianartila strada.Dammi la spalla da sui

    appoggiare la testa allostesso modo io lho fat-to per te.

    Aiutami a camminare,a finire i miei giorni conamore e pazienza incambio ti dar un sorri-so e limmenso amoreche ho avuto per te.

    La morte ti dico che ungiorno comprenderaiche alla mia et spingea dirlo che alla mia etnon si vive.

    Dammi un po del tuotempo, della tua pa-zienza a camminare ea finire i miei giorni conlimmenso amore cheho avuto per te, figlio.

    Chat DisconnessaWanda Sulmoni

    INSIEME 30Riceviamo e pubblichiamo

    Da una convalescenza alla clinica diArzo Santa Lucia

  • Con la costituzione del re-gno si concludeva il perio-do eroico del Risorgi-mento e se ne apriva unaltro, senza dubbio menoesaltante, caratterizzatodalla continua ricerca disoluzioni ai nuovi graviproblemi: scuole, giustizia,vie di comunicazione, fi-nanze pubbliche, imposte,unificazione monetaria edaltri derivanti. La finalitnon era unicamente terri-toriale, ma il nuovo Statoera espressione del suffra-gio popolare che proveni-va da una piccola parte diquesto popolo. Tutte que-ste reali difficolt sono sta-te prodotte dalla forzata edalla troppo rapida unifica-zione che hanno quindideterminato lo stacco esi-stente tra nord e sud. Leforze democratiche aveva-no la finalit di creare unoStato su base regionale efederale, con un largo de-centramento delle funzioniamministrative e di gover-no: la creazione delle re-gioni. Vi era la difficolt dicreare ununit interna edil regionalismo avrebbecreato dei frammenti diunit federale e la conse-guente nascita di uno Sta-to estremamente accentra-to. LItalia imbocc la stra-da del centralismo buro-cratico e autoritario. Nuovi

    problemi nacquero con lacreazione dello Stato uni-tario monarchico e libera-le. Un altro essenziale pro-blema era quello relativoalla pubblica istruzione,poich si trattava di supe-rare le lacune dettate dal-lanalfabetismo grazie allacreazione di scuole ed ilpotenziamento dellinse-gnamento. La situazionenei riguardi dellagricolturanellItalia meridionale eraancora primitiva a causadel disinteresse dei pro-prietari terrieri e dei Gover-ni. Lindustrializzazione eraancora in via di sviluppo eprocedeva a rilento; vi eralimitata consistenza deicrediti offerti dalle banche,scarsit di mezzi di comu-nicazione e assenza dimaterie prime nel sotto-suolo. Il nuovo Stato ave-va inoltre ereditato una ne-gativa condizione finanzia-ria dovuta alle spesesostenute durante il perio-do di guerra per lunifica-zione; momento in cui lIta-lia si trovata a dover so-stenere giganteschiimpegni finanziari, senzaper possedere sufficientientrate. Dal sessantuno al-lottanta si registrata poiuna notevole stasi demo-grafica (ovvero una sta-gnazione della vita urba-na) e unincongruit fra vi-

    ta urbana e vita nelle cam-pagne. Era quindi neces-sario creare unomogenei-t tra le due e organizzareun nuovo esercito unendole forze militari, ma la si-tuazione gi estremamen-te compromessa avevacreato un grande malcon-tento dovuto in particolarmodo al servizio militareobbligatorio. Le varie re-gioni avevano inoltre misu-re, pesi, leggi, monete dif-ferenti ed usi e costumispesso tra loro contrastan-ti. Non meno complicatirisultavano essere i rap-porti internazionali e cerala convinzione abbastanzadiffusa di quanto lUnitfosse fragile e segnatadalla frammentariet deivari Stati e dal malconten-to in seguito allarretratez-za del sistema elettoralesu basi rigidamente censi-tarie. La classe dominantedel nuovo regno dItaliaapparteneva esclusiva-mente alla borghesia ter-riera e industriale, entram-be chiuse in tenace difesadei propri interessi. quin-di possibile definire la si-tuazione in questione co-me una legislazione gra-vosa per le classi popolari

    Maurizio

    INSIEME 31

    I momenti dellItalia unitaCultura

  • La mia storia al parco diCasvegno inizia nellestate2009. In 5 anni il mio attac-camento a Casvegno an-dato aumentando semprepi. Qui ho trovato compas-sione, comprensione, amici-zia e professionalit. Mi ri-cordo ancora la paura diquella notte al momentodel ricovero. Il coordinatoredel Quadrifoglio 1 era il Sig.Severino Cordasco che rin-grazio di cuore perch quel-la notte in particolare ri-uscito a placare un po lamia paura. Devo anche rin-graziare tutti gli infermieri diquesto padiglione che mihanno sopportato per unanno intero. Sono grata an-che al Dottor Quadri che miha sempre salutato con ri-spetto nonostante fossi ri-coverata. E in certi momen-ti, ma non solo, sono que-ste le cose che ti fannopiacere. Sono riconoscentealla psicologa Chiara Fer-razzo e alla Dottoressa Ele-na Cagnoni: era bello poterparlare liberamente e so-prattutto sfogarmi hannoascoltato tanto le mie paro-le. Nel momento in cui co-minciavo a stare meglio,ringrazio Beatrice Guarinoche mi ha aiutato, non solo,nelliter burocratico, ma an-che coi mobili del vecchioappartamento: mi ha trova-to delle soluzioni ottimali. Ilmio primo lavoro qui a Ca-svegno, risale a qualcheanno fa ed stato al Club74: esprimo gratitudine aManolo, Valeria, Ivo e Ursu-

    la che mi hanno spronatofin da subito mi ricordoche facevamo torte con lamia collega Jacky sonostati dei bei momenti, valo-rizzati dal mio stare bene emale! Belle e stimolanti an-che le uscite in montagnafatte col Club 74, mi solle-vavano il morale. Ho lavora-to anche in Economato e ldevo ringraziare Renata,Pia e larch. Sig. Bianchi, mihanno dato sempre appog-gio morale. A questo puntograzie a Beatrice Guarinoho conosciuto lo SpazioGiovani e l stato amore aseconda vista, perch alli-nizio non ci volevo andare.Qui allo Spazio Giovani de-vo ringraziare con tutto ilcuore e con la mente lope-ratrice Nicoletta Pedrazzoliper essere stata uno deimiei maggiori punti di riferi-mento, una grande! Sonograta anche agli operatori:Daniela Tosi per le battuteche non mancavano mai,Fiorenza Giacomin perquella scorza dura che sot-to sotto dona solo amore,Sergio Perdonati per la suasimpatia e per la guida checi ha fatto nei viaggi, San-dro Fumagalli per la costan-za di fare e sempre fare.Poi ringrazio gli assistentisociali Monica Rigamonti,Tiziano Belloni e la respon-sabile Al Fausta Panzeraper la pazienza e tutto laiu-to ricevuto. Aggiungo i rin-graziamenti a Debora eMarcello che sono i nuovioperatori arrivati. Il bello

    che, anche oggi, se ho bi-sogno posso contare su tut-ti loro. I pensieri che mi tor-nano alla mente sono iviaggi, momenti bellissimipassati in ottima compagniache mi hanno aiutato a tor-nare a sognare. Lo Spazio Giovani per me come una seconda famiglia,qui ho avuto il piacere di co-noscere il Direttore delCARL, Patrizio Broggi, unapersona che mi ha colpitomolto per il suo essere ge-nuino, nonostante il ruoloimportante che ricopre. Sepenso a lui, penso alla fidu-cia e alla sua risata cosspumeggiante che dona al-legria. Grazie a PatrizioBroggi ho cominciato a la-vorare in Legatoria, alliniziocera solo Mattia Speroni eda l nata una gran simpa-tia per lui. Da allora per me come un fratello. Mi haaiutato nei momenti disconforto e mi ha sempretenuto su il morale con lesue battute e barzellette.Ma si anche rivelato unbuon confidente nel mo-mento del bisogno. Inoltreringrazio Elia Schmidt checon le sue idee sullattivitdel quilling mi ha aiutato adesprimere mio estro e la vo-glia di creare, e ringrazioMara a cui spesso chiedoconsigli. Ringrazio ancheKevin, lo stagiaire della Le-gatoria per il suo appoggioe la sua voglia di fare insie-me. Trovo sia giusto ancheringraziare tutte le personecon cui non lavoro diretta-

    INSIEME 32

    La parola ai nostri lettori

    solo con lamore che

  • mente ma di cui ho ricevutougualmente aiuto, comePege la pace e Flo su cuisi pu sempre contare per ilcomputer. Un altro traguar-do stato entrare a lavora-re presse la biblioteca del-lOSC dove sono ricono-scente a Giuliana Schmidche da subito mi ha dato fi-ducia e con la quale nataanche una bella amicizia.Ringrazio Nathy, Frency,Maddy, Cinzia e Sandrodel Centro documentazionee ricerca che mi hanno ac-cettato sin da subito facen-domi sentire a mio agio e,anche con loro, ho passatodei bellissimi momenti. Lafrontiera pi bella che hosuperato stato avere uncontratto cantonale (di tipoausiliario) che per me co-me oro, perch cresciutala fiducia in me stessa e perquesto ringrazio rispettiva-mente i Direttori PatrizioBroggi e Michele Salviniche hanno creduto in me.Ringrazio anche il coordina-tore di Villa Ortensia Loren-zo Pellandini, mi ricordoche una volta mi ha ferma-to, gli ho detto che stavomeglio e lui mi ha incorag-giato dicendomi che ora sa-pevo come migliorare. Po-che parole che mi hannocolpito. Di seguito ho co-minciato a lavorare ancheal Settimanale dellAgorgrazie a Gilles, loperatoreche ha lavorato con noi inLegatoria diverso tempo fa,gli ho confessato che mi sa-rebbe piaciuto scrivere

    qualcosa ed eccomi qua,inoltre lo ringrazio per i mo-menti in cui mi stato vici-no. Lavorare in Agor mi hapermesso di fare varie ricer-che sui luoghi da me prefe-riti, scrivere vi posso direche aiuta tanto la fantasia eaiuta a tenere accesi i pro-pri sogni. Al Settimanale rin-grazio Enrico e Maura chemi hanno aiutato a crederedi pi in me stessa e nellemie idee. Dico grazie al co-ordinatore Marco Tettamantie al coordinatore dei Labo-ratori protetti CARL ClaudioMaiocchi perch mi hannosostenuto anche nei mo-menti difficili e non solo soloquando tutto andava bene.La mia mente ha ricomin-ciato a funzionare grazie al-lo psicologo-psicoterapeutaAmos Miozzari, che mi hacambiato la teraspia, pro-prio quando non sopportavopi il Leponex, lui mi haascoltata e di questo sonoestremamente felice, lui un altro punto di riferimentoqui e fuori Casvegno. Inol-tre parlando di viaggi mi tor-na alla mente il viaggio fattoa La Chaux-de-Fonds, du-rato 5 giorni, ringrazio glioperatori Carlo il nostro ci-cerone e Daniela che si ri-velata unottima guidatrice, stata una bella compa-gnia. Ho ancora tante per-sone da ringraziare: tutti iragazzi passati e presentituttora allo Spazio Giovani,dove la simpatia ricevuta elaccettazione luno dellaltrasono cose che ti aiutano nel

    mondo. Dico grazie a tuttigli utenti che ho conosciuto,perch con i loro discorsisono tornata a parlare conla gente e a fare quattrochiacchiere, si sa, aiuta an-che il morale. Sono grata atutti i lavoratori dei Labora-tori protetti: i pittori Tizianoe Daniele, i falegnami Die-go e Cesare, gli elettricistiEmilio e Roby, il muratoreMichele, gli idraulici Claudioe Roberto, Chiara e i ragaz-zi che si occupano del Par-co, Mino e i ragazzi dellaSerra, il Naomi con Danielae Sergio, perch con loroho sempre un sorriso dadare e da ricevere. Con ilcuore non posso dimenti-carmi dei miei genitori chenonostante tutto mi sono ri-masti vicini e la famiglia diGaby, la mia secondamamy e i suoi figli, rispetti-vamente i nipoti e tutti lorosono diventati per me unavera famiglia. Io non sape-vo come fare questa letterama avevo il bisogno moraledi farlo e cos ho pensato diliberare i miei sentimenti ele mie sensazioni. Sperocos, con queste parole, diavervi fatto capire quantotutti voi siete stati e sietetuttora importanti, quantoaiuto ho ricevuto e soprat-tutto il bene che voglio adognuno di voi!

    Cri.

    INSIEME 33

    possiamo cambiare il mondo

  • Chi il gatto tra i due???

    mi chiamano Seresta, maho capito che intendonoSeresta!. Non sapevanoinfatti se nel trambusto deltrasloco dalla vecchia Ergote-rapia (ex 402) alla nuova se-de della Valletta io fuggissi odecidessi di restare. Dun-que Seresta!.Io comunque ho deciso di RE-STARE e sono la mascotte delClub 74. Difendo il mio vastoterritorio: ho una comoda gat-taiola (porticina) che mi con-sente di entrare e uscire a pia-cimento. Il mio autentico sva-go, quando mi da piacere erisveglia il mio istinto felino la CACCIA. Di topolini non cene sono in giro molti, ma incompenso il parco pullula discoiattoli, uccellini, ghiri, lucer-tole in estate e quantal-tro!Anche se sono satollo mi sen-to un autentico gatto quandomi scateno come predatore.Adoro anche spaventare e ag-gredire i cani: divento una pal-la di pelo, inarco la schiena,

    mi gonfio, soffio a pinon posso e AGGREDI-SCO! Quei codardi fan-no CI CI e scappa-no spaventatissimi!!!Che goduria, che soddi-sfazione!So farmi rispettare, tantoche il mio secondo no-me MORDICCHIO.Non sono un pelouche enon amo essere spupaz-zato, almeno non trop-po: ho undici anni, une-t quasi veneranda.Se mi stuzzicano e nonsono dellumore giustomostro le unghie e le af-fondo un poco nella pel-

    le degli imprudenti che non miconoscono bene. So ancheessere affettuoso: quando so-no a mio agio faccio le fusa,mi lascio accarezzare, spaz-zolare delicatamente e addirit-tura ma solo se ho fame prendere in braccio e ba-ciare! LAlessandra, alla qualeraccontano puntualmente lemie malefatte quando lascionei laboratori i resti dei mieitrofei di caccia, mi ha ribattez-zato Bibi perch Seresta pure notoriamente il nome diun famoso medicamento cheappartiene alla grande fami-glia delle benzodiazepine e alei sembrava un nome sempli-cemente orribile per un gattosimpatico come sono io.In ogni caso Seresta, Bibi,Mordicchio a me non impor-ta molto: mi interessa il cibo diqualit. Detesto i bocconciniPrix Garantie che in generemi rifilano: adoro le terrine alsalmone o la mousse per gattidi lusso. Ho gusti raffinati e senon mi garba il rancio fingo dimangiare poco.

    Durante il week-end verso le6.30 del mattino odo un richia-mo che zucchero per le mieorecchie: arriva lAlessandra ea mo di sirena chiama: Mi,mi, mi, Bibi, mi. il nostrocodice interno. Se ho il panci-no vuoto esco come una saet-ta dalla gattaiola e mi precipitocon la coda dritta verso la miabenefattrice. Sto bene attentoal fatto che apra il suo zainet-to e ne estragga la pappa abase di pesce. Allora, panciamia fatti capanna! Enrico ciprende in giro e dice che mivizia troppo. LAle per replicaaccarezzando il mio pelo e di-cendomi con un senso di pro-tezione: Povera bestia!. Iosto al gioco e mi butto gi,cio mi corico per dimostrareche sono un gattino bisogno-so di affetto e di premureQuando sono un po inquietodimeno la coda e la batto rit-micamente sulle superfici:tac, tac, tac. Tutti capisconoche mi devono lasciare in pa-ce. Sono per diligente, alme-no in linea di massima: parte-cipo ogni mattina alle riunionidi segretariato del Club 74 e ilpomeriggio sono presente inredazione. Ho infatti a disposi-zione una bella scatola in en-trambi gli ambienti posta suitavoli al centro.Sono per tutti oggetto di com-plimenti, coccole e attenzioni.Altrimenti che mascotte sa-rei?

    Se-restaalias Mordicchio

    alias BibiP.S. Vi aspetto tutti alla Vallet-ta, ma - sia chiaro - senza ivostri amici cani! A presto! Vifar tante fusa

    INSIEME 34La parola ai nostri lettori

    Io, micio Se-resta

  • Lo spettacolo continua nelsenso che la nostra Marina,che sempre stata un con-densato espolosivo di ener-gia e di idee, ci sprona a te-ner duro e a portare avanticoncetti, idee, progetti, lega-mi, emozioni, insomma tuttoquello che ha cementato ilnostro credo e il nostro ope-rare in senso partecipativo edi contaminazioni relazionalicon tutti coloro che hannocreduto e credono che la co-munit Club 74 ha fatto lastoria della psichiatria ticine-se.La Marina ci manca, come cimanca la sua capacit disdrammatizzare, con impro-perio lanciato al momentogiusto, situazioni apparente-mente senza soluzioni, masoprattutto ci manca la suaruvida dolcezza.

    N.d.r.

    - Alla luce della sua espe-rienza, condotta con impe-gno nellarco di ventinoveanni, che cosa porta con s?Serber unaffezione perquesti luoghi: stata per me questa esperienza di vita impreziosita dalla ricchezzadi contatti umani.

    - Che cosa ha significato perlei il confronto quotidiano conle persone sofferenti e nelcontempo com riuscita amotivarle a risalire?Ho sempre instaurato unarelazione inter pares: hoconsiderato i pazienti part-ner di vita e ho lavorato sul-la loro parte sana.

    - Esistono individui che noncredono nella malattia rispet-tivamente nella sofferenzapsichiatrica Che cosa puaffermare a tale proposito?Ritengo che le persone nonmentano affatto che davveroper taluni esiste veramentela difficolt di essere in sinto-nia col mondo.

    - La sua scelta di vita giustifi-ca unesistenza?Il mio stato un lavoro coin-volgente: pur vero che pri-ma della nascita delle miedue figlie avevo una maggio-re disponibilit, sia emotiva-mente sia in termini di tempoper dedicarmi alla relazio-ne.

    - Quale messaggio pu tra-smettere grazie alla suaesperienza? fondamentale cercare di

    capire la storia della perso-na, quanto sta accadendonella sua esistenza per poterreagire e conseguentementeintervenire. fondamentaleintuire ci di cui lindividuo habisogno.

    - Che cosa ha appreso daipazienti che ha accompa-gnato in un percorso tera-peutico in questi anni?Ho imparato che importan-te avere maggiore pazienzaed opportuno valutare le ri-sorse e i limiti di ognuno sembra chiedere troppo alfine di ottenere un migliora-mento. Ho pure affinatouna serie di strumenti peraiutare a stare meglio le per-sone.

    - Rifarebbe questa scelta divita?Sono convinta di avere fattola scelta giusta che per me stata fonte di grandi soddi-sfazioni. In ogni caso la pri-ma difficolt con cui sonostata confrontata quella distimolare e coinvolgere.

    - Nel 2015 pi difficile aiu-tare rispetto al passato?Penso che sia mutato lap-proccio psichiatrico: un tem-po era fondamentale la rela-zione e ora al contrario listi-tuzione si concentra sullasomministrazione di medica-menti e le degenze sonoinoltre assai pi brevi. Riten-go vi sia stato, purtroppo,una sorta dimpoverimentoculturale.

    Alessandra e Doris

    INSIEME 35Lintervista

    Marina Frey: The show must go on

  • Caro dottore, vorrei tornare a scrivere questarubrica, se appena la salute me lo concede.

    Ringrazio di cuore:davvero per lei non ho parole!

    Adesso arrivata la primavera: gli uccellinicantano, le primule e i fiori sbocciano,

    il prato rinverdisce.

    Io li ammiro e mi sento pi su di morale mentrein autunno sono un po gi.

    Da quando sono nonna sembra che il tempotrascorra senza accorgermene: mio nipote

    Riccardo ha diciannove anni ed anche fidanzato,

    Giulia ne ha quasi tredici.

    Mi mancano perch io li aspetto a lungo,ma tardano un po ad arrivare.

    Io ho una famiglia qui allinterno di Casvegnoe una famiglia fuori.

    Li aspetto, li rispetto e prego Dio che non silamentano con me: io davvero non mi sento bene,sono sincera.Vorrei tanto vederla, caro Dottore,incrociarla per strada e poter scambiare con lei

    qualche parola dopo esserci seduti su di unapanchina davanti al parco giochi.

    Grazie di cuore.

    W gli uccellini, w i fiori, w la natura.Elena

    INSIEME 36La parola ai nostri lettori

    Caro dottore

  • di Anna Marchesini,edito da Rizzoli, 2011

    Anna Marchesini attri-ce, autrice e regista tea-trale. Insieme a Solen-ghi e Lopez ha dato vitaal celebre Trio. Tra isuoi ultimi spettacoli,La cerimonia del mas-saggio di Alan Bennett,Le due zitelle di Tom-maso Landolfi e Giornifelici di Samuel Bec-kett. Insegna allAcca-demia dArte Drammati-ca. Nel 2011 ha pubbli-cato il suo primoromanzo, Il terrazzinodei gerani timidi, oradisponibile in Bur.

    Lautrice svela con deli-catezza gli eventi che

    lhanno messa faccia afaccia con il dolore, conla malattia, fino allaprecoce consapevolez-za che non la felicitci che ci rende vivi.Dai pomeriggi passatisul terrazzino di casa,pieno di gerani, allalunga prepara