insieme n°0 2008
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Rivista trimestrale della BCC di PalestrinaTRANSCRIPT
ARCHIVIATO UN BUON 2008SI PROGETTA GIÀ IL FUTUROCentenario:
DALLE RADICIALLE NUOVE SFIDE
ARCHIVIATO UN BUON 2008SI PROGETTA GIÀ IL FUTUROCentenario:
DALLE RADICIALLE NUOVE SFIDE
TU E LA TUA BANCA
R I V I S TA T R I M E S T R A L E D E L L A B CC D I PA L E S T R I N A - N ° 0 - D I C E M B R E 2 0 0 8 ( i n a t t e s a d i re g i s t r a z i o n e )
PalestrinaBANCA DI CREDITO COOPERATIVO
Differente per forza
1909 2009
PalestrinaBANCA DI CREDITO COOPERATIVO
BuoneFeste
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Il prossimo 10 gennaio ricorre il 1° centenario
della nostra Istituzione. Per valorizzare l’evento
abbiamo deciso , insieme ad un fitto calendario di
iniziative da spalmare in tutto il 2009, di potenzia-
re ed affinare la nostra strategia di comunicazione
per far meglio conoscere ai soci ed a tutti i compo-
nenti delle nostre comunità l’identità della nostra
banca: con i valori che ne orientano e guidano l’o-
peratività, fin dalla sua costituzione; con le scelte di
fondo per la efficace tutela del risparmio e per ali-
mentare il virtuoso circuito di ritorno per dare
soluzione, con gli strumenti creditizi, alle esigenze
dei soci, delle famiglie e delle diverse componenti
delle nostre comunità. Ed inoltre, con l’attivo soste-
gno a diverse iniziative nel vasto scenario del
sociale, a vantaggio dei più deboli. A conferma che,
per la nostra cooperativa di credito, efficienza, effi-
cacia e duttilità operativa, solidarietà costituiscono
la stella polare che orienta decisioni e comporta-
menti, che la distinguono e caratterizzano per
essere sempre, pur nel variare dello scenario e
delle dinamiche economiche e sociali, DIFFERENTE
PER FORZA.
La stessa scelta di questa testata di informazio-
ne - “insieme, tu e la tua banca”- che verrà diffusa
con periodicità trimestrale dal prossimo anno,
vuole confermare che il successo della nostra
banca poggia soprattutto nella coesione motivata
tra le persone più che sui volumi quantitativi degli
aggregati finanziari. Vale per il passato più lontano:
vale per il presente e per il difficile ed impegnativo
futuro, che attraversa già oggi il nostro orizzonte.
Il Consiglio di Amministrazione
il Centenariodella nostra BCC
10 gennaio 2009
PalestrinaCattedrale di Sant’Agapitoore 17,30 Santa Messa
Concerto del Coro Polifonico
PRAENESTINAE VOCES diretto dal Maestro Renzo Cilia
Cerimonia per il
Centenario
La tradizione ci porta nel futuro
1909 2009
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Dalle solide radicialle sfide di Marcello Cola
Domenica 10 gennaio 1909: l’appuntamento è
a Palestrina, nella sala del Circolo giovanile cattoli-
co, con il notaio Angelo Boccali per sottoscrivere
l’atto di costituzione della Cassa Rurale Coopera-
tiva Cattolica di Prestiti e Risparmio.
Il gruppo di persone è piuttosto nutrito: 28 in
tutto, la grande maggioranza contadini, vestiti con
l’abito della festa, dopo una settimana di faticoso
lavoro nei campi, alcuni artigiani e due sacerdoti.
Probabilmente i fondatori della nostra Istitu-
zione non sapevano molto di Federico Guglielmo
Raiffeisen, che costituì in Germania la prima coo-
perativa di credito nel 1854 e neppure di Leone
Wollemborg, che trapiantò in Italia quella espe-
rienza, con la costituzione a Loreggia, in provincia
di Padova, nel 1883, della prima
Cassa Rurale. Eppure avevano
ugualmente le idee molto chiare
sulla loro iniziativa, sulla quale
avevano tale fiducia da impegna-
re i loro patrimoni personali in
forza della formula di società a
responsabilità illimitata. Fiducia in
una scelta che si innesta nel gran-
de solco dell’impegno dei cattoli-
ci nel sociale, che aveva trovato
una spinta straordinaria nell’enci-
clica “Rerum Novarum” di papa
Leone XIII nel 1892 e che si è
esplicitata, in particolare, nella
capillare diffusione delle coope-
rative di credito, che alla fine del 1908 erano com-
plessivamente quasi 1500 nel territorio nazionale e
poco più di 100 nel Lazio.
Ma avremo modo di soddisfare ogni curiosità,
insieme al lungo e non sempre facile percorso che
ha scandito le tante stagioni della nostra coopera-
tiva di credito nel suo secolo di vita, attraverso un
corposo volume, in fase avanzata di elaborazione,
che pubblicheremo fra qualche mese. In questo
momento di transizione verso il nuovo secolo di
vita, è importante sottolineare la scelta di campo
dei nostri 28 fondatori: combattere la piaga dell’u-
sura e operare, attraverso lo strumento del credito,
per arginare i devastanti effetti della miseria e della
emarginazione sociale, che colpivano soprattutto
le famiglie di quanti lavoravano nei campi.
Niente di “glorioso”, dunque, nella nascita della
nostra Cassa Rurale. Quanto la messa in atto di uno
strumento per dare soluzione a bisogni vitali forti,
altrimenti di difficile se non impossibile soluzione.
Con la scelta di un metodo, questo sì molto origi-
nale, di unire le forze - attraverso appunto la coo-
perazione - per trasformare le stesse debolezze in
un effetto moltiplicatore di energie e di volontà
verso un comune e condiviso obiettivo: sconfigge-
re la miseria e dare concreta prospettiva alla spe-
ranza di un domani diverso e migliore. Trovando in
valori ideali, quelli appunto della dottrina sociale
della Chiesa, la spinta necessaria
per rompere indugi e rassegna-
zione, nella consapevolezza che
INSIEME è possibile invertire
anche la più consolidata condi-
zione di miseria e di sottosvilup-
po. Valori ed ideali che dànno
concreta valenza, nel vivere e nel-
l’operare di ogni giorno, a catego-
rie come bene comune, solida-
rietà, speranza, mutualità, respon-
sabilità, onestà, autopromozione,
attiva partecipazione, centralità
della persona; perfino democra-
zia, con il sancire “una testa, un
voto” nelle stesse dinamiche della
vita di una cooperativa di credito.
Principi e valori, certo da attualizzare rispetto
alle grandi ed impegnative sfide che anche a noi
sono poste dalla profonda crisi finanziaria che
sconvolge il mercato globale. Che restano, tuttavia,
gli elementi forti e caratterizzanti della nostra origi-
nale identità e le linee direttrici del nostro quotidia-
no impegno. Ripercorrere, pertanto, il lungo percor-
so che la nostra Istituzione ha compiuto, e con suc-
cesso, è il modo per ritrovare le grandi motivazioni
per un impegno ancora più intenso, che si innesta
nelle solide e vitali radici di chi, come noi, viene da
lontano e vuole andare sempre in avanti.
Il Presidente della BCC di Palestrina,
Marcello Cola
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TestimonianzaLa rivista “Credito Cooperativo” ha dedicato un ampio speciale alla
nostra BCC nel numero 3 del marzo 2008. Ne riportiamo il testo
L’orgoglio che precededi Roberto Carvelli
A chi viaggia intorno a Roma non puo sfuggire
la consapevolezza di un grande orgoglio passato -
a volte anche presente - che hanno molti Comuni
circostanti, come a dire che prima che Roma fosse
la dominatrice del mondo ha dovuto vincere il
morso di città che la circondavano con la brutalità
dei loro eserciti e la virtù più antica delle loro tradi-
zioni. Il discorso vale di sicuro per la bellissima
Palestrina - Praeneste è il nome remoto - e vale
anche per Tivoli dove, guarda caso, insistono due
degli sportelli della Banca di Credito Cooperativo
di Palestrina a cui dedichiamo questa puntata di
Viaggio in Italia. Prima di incontrare direttore gene-
rale e presidente per parlare con loro della banca
soffermiamoci, dunque, sulle tracce di questi fasti.
Inerpicata sul monte Ginestro, la cittadina laziale
occupava una posizione strategica - ora diremmo
solo suggestiva ma, arrivando dallo smog romano,
un’aria molto ossigenata ci fa dire anche salutare -
di notevole importanza. Cinta di potenti mura, la
città poteva controllare la valle del Sacco, punto
nodale per le comunicazioni tra l’Etruria e la
Campania, regione nella quale gli etruschi avevano
considerevoli insediamenti. Ma anche una delle
più importanti vie di comunicazione tra l’Appen-
nino ed il Tirreno ricadeva sotto il controllo di
Praeneste, vale a dire il percorso che, attraversando
il territorio di Tivoli, sbucava ad Anzio. Così, quando
ORGOGLIOQuella di Palestrina è la seconda BCC del Lazio.La piccola città prenestina ha un passato gloriosoe un presente dinamico, così come la sua banca.Nella foto, uno scorcio di Palestrina.
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arriva il momento della sottomissione a Roma
(dopo frequenti lotte già dal 380 a.C. e alleanze in
chiave antiromana, anche con i Galli), nel 338, l’an-
tica Palestrina rimane luogo notevole.
La storia più recente - abbiamo fatto un gran
salto, è vero - è rattristata dai bombardamenti della
Seconda guerra mondiale che, oltre a causare
morte e distruzione, permisero la scoperta di un
santuario di forma ellenistica.
Ma veniamo ora alla banca. Il nucleo forte del
comparto sociale della BCC di Palestrina, non c’è
dubbio, sono gli artigiani. Lo sono da sempre.
Insieme all’agricoltura, anche se prima aveva un
peso maggiore e ora è un’attività che è quasi eva-
porata dai bilanci economici della città prenestina.
“Per quanto ci riguarda spiega il presidente
della BCC di Palestrina, Marcello Cola, una vita nel
movimento - abbiamo sempre rispettato i dettami
dei Testo unico che prevedevano che i 415 dei soci
provenissero da queste due categorie. Tra l’altro,
come avrà avuto modo di vedere attraversando le
strade della nostra città, ci sono ancora oggi fioren-
ti attività artigiane. Penso in modo particolare ai
ricami: attività esportabili ed esportate, come
dimostra il Festival del ricamo che contribuiamo a
finanziare. Palestrina fa scuola nella tessitura tanto
che uno dei punti del ricamo si chiama proprio
‘punto Palestrina’ (vedi box). C’è, inoltre, una scuola
di ricamo molto apprezzata e valenti artigiani del
metallo. L’eccellenza è nella lavorazione del rame,
ma anche quella del ferro battuto dà risultati note-
voli. Dopo la riforma del Testo unico ci siamo aper-
ti ai tanti lavoratori dei terziario, ai professionisti,
agli studenti. Insomma, nel nostro consiglio e nella
base sono rappresentate tutte le categorie sociali”.
Ma alla BCC della città laziale non dimenticano
di essere prima di ogni cosa una banca, e la banca
è cresciuta: undici filiali, presto la dodicesima (a
Guidonia). Tra le BCC del Lazio è la seconda dopo la
BCC di Roma. Può annoverare diciassette tesorerie
di cui nove comunali e le percentuali dicono con
chiarezza questa forza: “Abbiamo il 58% della
quota di mercato come raccolta e il 47% circa degli
impieghi - racconta il direttore generale, Sergio
Castellazzi - siamo la prima banca qui a Palestrina e
siamo occupati nel mantenere la leadership
sapendo che la concorrenza non dorme. Un dato
notevole, fra quelli più recenti, è quello di Tivoli
dove abbiamo aperto da tre anni e dove abbiamo
già il 5,70% delle quote di mercato dei depositi e il
5,90 degli impieghi. Ci occupiamo di tenere un
ruolo sempre attivo nella nostra zona. Dal punto di
vista degli sviluppi, abbiamo individuato un’area di
espansione verso la periferia romana, a Ponte di
Nona, che è una realtà del tutto nuova per noi, abi-
tuati alla dimensione cittadina più che metropoli-
tana. Ma sono questi stimoli che ci rafforzano. In
questi ultimi anni la banca è sempre cresciuta: ben
sette nuovi sportelli negli ultimi sei anni. Ma mai ci
siamo fatti tentare dalla foga della crescita: abbia-
mo rispettato sempre criteri di sana e prudente
gestione senza spingerci in operazioni avventate".
La ricetta del presidente è chiara: “Credo che il
nostro successo nasca dal forte radicamento sul
territorio, perché la BCC si è distinta, oltre che sul
fronte strettamente bancario, anche su quello
delle attività in favore della comunità in cui opera.
Abbiamo sempre privilegiato l’intervento sociale
rispetto alla corsa verso bilanci da spingere a tutti i
costi. Se le enumerassi tutti gli interventi operati
solo in favore di ospedali del territorio ci sarebbe
da fare mattina. Di recente abbiamo aperto una
convenzione con la diocesi di Palestrina, a cui pre-
sto ne seguirà una con quella di Tivoli, per interve-
RADICAMENTO
“Credo che la ricetta
del nostro successo sia
nel radicamento sul territorio”.Così il presidente della BCC, Marcello Cola
nire nel microcredito. Stiamo facendo piccoli pre-
stiti a persone che non hanno accesso al credito.
Quest’anno faremo un bilancio sociale che èdiventato necessario vista la mole di interventi.Siamo tra le banche che hanno un costo income dipoco superiore al 50, largamente inferiore a quellomedio”. Anche il direttore generale, Sergio Castel-lazzi, ha una sua ricetta precisa e per questo forseesemplare: “È stato fondamentale, secondo me,aver saputo cogliere il bisogno del cambiamento edi innovazione ed è stato anche importante avereun consiglio unito, che avesse ben presente lanecessaria netta distinzione tra i compiti dell’ese-cutivo e quelli del consiglio, senza nessuna indebi-ta interferenza. Poi, formazione continua e assun-zioni su attenta valutazione curriculare. Un’atten-zione che ha spesso premiato il mondo femminile:abbiamo direttrici e vicedirettrici di filiale e altrerisorse femminili in posizione di responsabilità, adimostrazione della valorizzazione delle risorsesenza preclusioni. Tutto questo ci ha aiutato a cre-scere. Come direttore penso a fare utile come lofarebbe una banca ‘normale’; e poi, sarà compitodel consiglio fare in modo che il territorio ne rac-colga il vantaggio”. Un territorio diviso in zone di
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Sacra è la musica per la BCC“Insieme al Comune siamo sponsor dei Festival di musica
polifonica e di musica antica”, racconta il presidente della
BCC di Palestrina, Marcello Cola. “Un evento di respiro inter-
nazionale”. Ma da dove arriva tutta questa attenzione alle
note nella città prenestina? La risposta non sfuggirà
neanche ai profani. Da Pierluigi da Palestrina, il compositore
cinquecentesco, che qui nasce e che da qui parte per una
carriera da piccolo cantore nella chiesa di Santa Maria
Maggiore a Roma (poi fa breve ritorno a
Palestrina come organista), di cui
anni dopo avrebbe preso la
direzione musicale, e poi da
maestro (Cappella Giulia), cantore
(Cappella Sistina). 104 messe, 375
mottetti, 42 madrigali spirituali e
91 profani, un Magnificat e le
Lamentazioni di
Geremia: questa
la produzione
del compositore
p r e n e s t i n o ,
ammirato e ap-
prezzato in tutto
il mondo.
SUCCESSO
“Abbiamo sempre tenuto presente
la necessità di essere buona banca
e operare a favore della città”.Sergio Castellazzi, direttore generale della BCC
espansione che seguono il disegno delle consolariromane: Tiburtina (Tivoli, Villa Adriana, Guidonia,Ponte di Nona), Prenestina (Palestrina, Genazzano,Cave) e Casilina (Zagarolo, Labico, Montecompatri eGallicano). Dove la Tiburtina si candida ad essereuna zona di forte espansione e anche la Casilina sista sviluppando con piccole fabbriche, consorzi, l’ou-tlet di Valmontone. Le sedi non sono luoghi esclusi-vi, ma piazze aperte all'uso delle comunità come a
Cave, dove la sala convegni è destinata ai corsi della
Unitre, l’Associazione delle Università delle Tre Età.
“Gli obiettivi di budget sono stati tutti raggiunti
e rispettati”, racconta il direttore generale
Castellazzi. Abbiamo ‘sforato’ nei costi sostenuti per
le attività promozionali e a sostegno del territorio,
tra le quali ci fa piacere ricordare la donazione di un
ecografo all’ospedale di Zagarolo, una TAC a quello
di Palestrina contribuendo al pagamento con un
terzo della spesa. E così, ecco l’ampliamento di un
ospedale a Senafe in Eritrea, concerti di Natale,
premi ai ragazzi meritevoli. Gli utili dell’anno scorso
erano saliti del 40%. Il portale internet è completa-
mente rinnovato.
“Nel 1998, durante i lavori di restauro che si
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Palestrina passa alla storia del ricamo per l’associazione ad un punto - il cosiddetto “punto Palestrina” - che si tende a far originare
nel 1907, anno in cui si fonda la “Scuola di ricamo dall’antico - Palestrina Ars”. L’artefice è il marchese fiorentino Alfredo Uliveri. Ma
la cittadina laziale doveva essere famosa da prima ancora se si associa il punto ad una tradizione dei ricamo che per qualcuno
giunge addirittura al II secolo dopo Cristo. La sede della scuola è ancora al primo piano dei palazzo Barberini mentre l'altro
famoso laboratorio, quello dei cavalier Luigi Croce che aprì, sempre a Palestrina, nel 1919, chiuse poi nel 1969. In esso si riproduce-
vano capolavori dell'arte italiana (Perugino, Raffaello, raffigu-
razioni bizantine, ecc.). La caratteristica di questo laboratorio
consisteva nell'esecuzione dei disegni su tela bianca, lasciando
in bianco il disegno e riempiendo con l’ago il fondo. Il “punto
Palestrina” è un punto adatto per linee, contorni e motivi curvi:
è stato elabo-rato per contornare disegni mentre sarebbe diffi-
cile usarlo come punto di riempimento. Si esegue, da sinistra
verso destra, formando una serie di punti annodati, più o meno
ravvicinati, conferendo al lavoro l’aspetto di un bassorilievo. Il
fondo del tessuto viene ricoperto con il punto stuoia ed i picots
rifiniscono la bordura dei lavoro.
• La scuola di ricamo, a Palazzo barberini di Palestrina nel 1907
erano resi necessari per vari problemi anche difurti - spiega il presidente Cola - abbiamo realizza-to per il museo di Palestrina i tabelloni espositivi.Nel 2005 abbiamo affrontato l’intera spesa deirestauro del mosaico policromo dei grifoni, unmosaico del I secolo a.C. Inoltre, abbiamo pagato ilcalco della Pietà di Michelangelo, la statua che sta
qui in cattedrale e il cui originale è a Firenze”.
L’incremento dei numero dei soci è uno dei punti
principali del piano strategico della banca. Ancora
Cola: “Stiamo proseguendo una politica indirizzata a
dare luogo a un cambio generazionale. La banca
deve crescere e per crescere deve ritornare giovane.
E un modo per ritrovare lo spirito fresco dei pionie-
ri ed assicurare continuità associativa”.
E poi bisogna saper cogliere i tempi e il loro
cambiamento. La BCC di Palestrina ha aperto diver-
si conti ad operai, quasi tutti non italiani o extraco-
munitari, di un'azienda. Come a dire che tra tradi-
zione e innovazione la linea è sottile e il segreto -
“la ricetta” per tornare alla metafora di direttore e
presidente - è nel conservare innovando. Salvare le
tradizioni, mantenere l’integrità e conquistare
nuove fette di mercato e nuovi interessi di mutua-
lità. È questo che fa si che la grande tradizionedella Praeneste pre-romana sia la forza dellaPalestrina alle porte di Roma. Oggi.
Palestrina... punto e a capo
Patrimonio
45,5
2005
2006
2007
2005
2006
2007
2005
2006
2007
2005
2006
2007
49,8
55,0
3,5
5,0
5,4
384
428448
137
165
199
Utile d’esercizio Raccolta totale Impieghi
PalestrinaBANCA DI CREDITO COOPERATIVO
Consiglio di Amministrazione
Presidente: Marcello ColaVice presidente: Natale Coccia
Consiglieri: Alberto Briccetti, Enrico Cristofari, Pietro Cristofari,Amelio Lulli, Luca Macarra, Giuseppe Marchetti, GiuseppeMarchetti fu Luigi, Ezio Mattogno, Ernesto Verbesi
Collegio sindacale
Presidente: Giovanni BernardiniSindaci effettivi: Marco Angelini, Agostino Galdi
Direzione
Direttore generale: Sergio Castellazzi
Dati
Sede: Palestrina (Rm)Anno di Fondazione: 1909Sportelli: 12Soci: 2.100
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“Nel 2009 le 440 Banche di Credito Cooperativoe Casse Rurali italiane confermeranno crediti allefamiglie e alle imprese per 110 miliardi di euro. E
metteranno a disposizione ulteriori 15 miliardi
di euro per ampliare le attuali linee di credito
ed aprirne di nuove a favore delle imprese e
delle famiglie”.Con questo impegno il Presidente Alessandro
Azzi, ha concluso a Milano l’Assemblea annuale diFedercasse (l’Associazione delle Banche di CreditoCooperativo e Casse Rurali italiane) che quest’an-no ha avuto per tema “125 anni di mutualità. Fiducia al
futuro”.Hanno preso parte alla Assemblea il Ministro
dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, ilPresidente dell’Associazione Bancaria ItalianaCorrado Faissola ed il Presidente dellaConfederazione Cooperative Italiane Luigi
Marino.“Nei prossimi giorni - ha annunciato Azzi - invi-
teremo ad un tavolo di lavoro nazionale i rappre-sentanti delle diverse categorie produttive, met-tendo a punto alcune linee di intervento chesaranno poi affidate alla definizione di dettaglio alivello regionale”.
Al centro della relazione del PresidenteAlessandro Azzi, il senso attuale di una esperienza- quella della cooperazione di credito - nata in Italia125 anni fa.
Da allora, da “outsider” (Maffeo Pantaleoni ledefinì addirittura un “assurdo economico”) le Casse
Rurali prima, ed oggi le Banche di Credito
Cooperativo, sono diventate banche di riferimento
per il nostro Paese. Esercitano una funzione di
sostegno fondamentale a favore di migliaia di
famiglie e piccole e medie imprese. Svolgendo
quella che si definisce azione “anticiclica” (erogan-
do cioè credito anche nei momenti nei quali que-
sto viene ridotto da parte del sistema bancario nel
suo complesso), unita ad una funzione di “calmie-
ramento” dei prezzi (perché garantiscono la con-
correnza sui mercati locali) e di inclusione finanzia-ria nei confronti dei piccoli operatori economici edelle categorie sociali che hanno maggiore diffi-coltà ad accedere al credito.
Per le BCC dare “Fiducia al futuro” , oggi comeieri, è ancora possibile. Le “Banche mutualistiche
del territorio - ha detto Azzi - in un Paese come
l’Italia, possono promuovere culturalmente e tra-
durre pragmaticamente una concezione della cre-
scita locale valutata non su indicatori tradizionali,
come il Prodotto interno lordo, ma su parametri
capaci di misurare in maniera più attendibile ilbenessere delle comunità”. Le BCC, quindi, voglionocontinuare a fare “finanza per lo sviluppo”. È, infatti,all’economia reale che le BCC si rivolgono costan-temente.
LEZIONI DALLA CRISI
IL CONTRIBUTO DEL CREDITO COOPERTIVO
ALLO SVILUPPO
“Essenziale - per il Presidente di Federcasse Azzi- è ricavare da questa situazione di crisi delle “lezio-
ni” che possano guidare chi ha responsabilità poli-
tiche, regolamentari, imprenditoriali. E orientare le
prospettive di crescita del Credito Cooperativo.
“La questione - dice il Presidente - non è certa-
mente quella di demonizzare l’innovazione che la
finanza può produrre, quanto, piuttosto, di riflettere
sulle finalità che la finanza è chiamata a perseguire
e sulle modalità con cui essa è tenuta ad operare”.
“A noi - sottolinea Azzi - sembra che queste
lezioni possano essere almeno dieci:
• non è “sostenibile” l’idea che lo sviluppo possa
fondarsi principalmente sull’espansione dei con-
sumi;
• il mercato finanziario ha bisogno non di una mag-
giore, ma di una migliore regolamentazione;
• i rischi possono essere allontanati, frazionati o
redistribuiti, non elusi. Deve perciò trovare un
limite la possibilità lasciata a un debitore di tra-
sferire i propri rischi al mercato, di disseminarli
Credito CooperativoAssemblea Federcasse
Milano, 24 novembre 2008
Finanza per lo sviluppo
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presso controparti spesso non pienamente con-sapevoli. Si deve sapere chi assume il rischio econ quali responsabilità;
• i debiti possono essere rinviati, ma non all’infinito.Va posta grande attenzione alla valutazione reali-stica della capacità di restituzione del debitore;
• la creazione di valore per gli azionisti è un obiet-
tivo delle banche aventi forma di società di capi-
tali, ma non può essere l’unico. E, soprattutto, nonpuò essere l’obiettivo cui sacrificare la sostenibi-lità dell’impresa nel tempo;
• le grandi dimensioni, anche nella finanza, nonsono un bene assoluto. È stato detto che un’impre-sa troppo grande è troppo influente. E tale influen-za diventa irresistibile quando un’impresa rag-giunge una dimensione tale da non poter fallire;
• la concentrazione sui risultati è doverosa, l’esclusivaconcentrazione sul “breve termine” è nociva;
• i “fondamentali” restano, e devono restare, fonda-mentali. L’effettiva attività di intermediazione, laconcreta relazione di clientela, la solidità dellabanca, l’efficienza gestionale rispetto alla funzioneobiettivo, contano più di altri indicatori;
• l’ancoraggio e la relazione con il territorio vannotenuti saldi, soprattutto in tempi di globalizzazione;
• nel mercato c’è bisogno sia di banche di grandidimensioni che perseguono legittimamente lafinalità del profitto, sia di intermediari “differenti”.La pluralità dei soggetti è una ricchezza e unagaranzia di concorrenza e stabilità del sistemafinanziario.
“La lezione “positiva” che la crisi suggerisce -conclude Azzi - è quella che invita a non perderemai di vista la finalità del fare finanza. Perché lafinanza non può bastare a se stessa. Non può esi-stere a lungo una “finanza per la finanza” che smar-risca il suo senso strumentale di “finanza per lo svi-luppo”. In questo senso il Credito Cooperativovuole riaffermare la propria identità e la propria“modernità”.
I DATI DI SISTEMA
Nel corso della Assemblea di Federcasse sonostati presentati gli ultimi dati del “sistema” BCC. Alloscorso giugno erano 440 le Banche di CreditoCooperativo e le Casse Rurali operanti sul territorionazionale, con oltre 4000 sportelli (circa il 12 percento degli sportelli bancari italiani). La raccolta
diretta è di 127,9 miliardi di euro (con un incre-mento annuo del 9,7%). La quota di mercato delleBCC sulla raccolta è dell’8,9%. Gli impieghi rag-
giungono la cifra di 111,3 miliardi di euro (con unincremento annuo del 12,3%). La quota di mercatoè del 7,2%.
In particolare, gli impieghi, nel
periodo dicembre 1999 - giugno
2007, hanno registrato un incre-
mento di tre volte superiore alla
media del sistema bancario nel
settore delle imprese.
Gli impieghi erogati dalle BCC
italiane rappresentano il 21,2%
del totale dei crediti alle imprese
artigiane, il 15,9% del totale dei
crediti alle altre “imprese minori”, il
16,1% alle famiglie produttrici, il
9% alle famiglie consumatrici, il 10,4% del totale dei
crediti a imprese e associazioni del Terzo Settore.
Le BCC sono presenti direttamente in 2.576
Comuni ed in 98 Province; in 544 Comuni sono l’u-
nica realtà bancaria.
La complessiva dotazione di capitale supera i
17 miliardi di euro (con un incremento annuo
+9,5%). Le BCC hanno un “livello di patrimonializ-
zazione - ha spiegato Azzi - notevolmente più ele-
vato del sistema bancario e di quanto richiesto
dalla normativa di vigilanza. L’accumulazione a
riserva dei profitti non distribuiti - che rappresenta
la principale leva per la capitalizzazione - ha garan-
tito una crescita costante del loro patrimonio”.
IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
In un messaggio inviato al Presidente Alessan-
dro Azzi in occasione della celebrazione della
Assemblea annuale di Federcasse, il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sottoli-
neato come la ricorrenza del 125° anniversario di
costituzione della prima Cassa Rurale, confermi “la
validità di un sistema creditizio basato sui modelli
della cooperazione e su un fecondo rapporto con
le realtà produttive locali, attento alle esigenze di
tutte le componenti dei territori di riferimento”.
“Negli anni - continua il messaggio del Presi-
dente della Repubblica - le Casse Rurali e Artigiane
hanno continuato a svolgere la loro essenziale fun-
zione di ausilio allo sviluppo dell’ economia reale,
accompagnando la crescita nel segno dei principi
mutualistici che individuano anzitutto nella res-
ponsabilità condivisa lo strumento per promuove-
re stabilità e benessere”.
“Nell’auspicio che anche in futuro le Banche di
Credito Cooperativo possano efficacemente affian-
care il sistema produttivo assecondandone respon-
sabilmente l’evoluzione - conclude il Presidente -
invio all’Assise un fervido augu-
rio di buon lavoro”.
L’INTERVENTO DEL MINISTRO
DELL’ ECONOMIA
GIULIO TREMONTI
“Il Credito Cooperativo è un
caso nel quale l’aggettivo “coo-
perativo” migliora il sostantivo”.
Così il ministro dell’Economia e
delle Finanze, Giulio Tremonti, ha aperto il suo
intervento nel corso della Assemblea annuale di
Federcasse.
Tremonti ha sottolineato come l’attuale fase
congiunturale è caratterizzata da una “crisi” del
mercato finanziario in qualche modo riconducibile
alla velocità con la quale, negli ultimi anni, si è dif-
fusa ed affermata la globalizzazione dei mercati.
“Tutto ciò è accaduto in troppo poco tempo, a par-
tire dall’inizio degli anni 90”.
Per Tremonti, assistiamo oggi ad un ribaltamen-
to del tradizionale rapporto tra banche e clienti.
Mentre in passato era la fiducia a governare il rap-
porto di credito, oggi con il trasferimento del
rischio su strumenti derivati, si è snaturata l’essen-
za stessa del rapporto fiduciario. Inoltre, il processo
di deregolamentazione dei sistemi finanziari - per
Tremonti - ha determinato una sorta di vuoto nor-
mativo che ha consentito il proliferare di situazioni
abnormi, anche dal punto di vista societario.
“Il capitalismo si basa sulla logica della partita
doppia - ha detto ancora Tremonti - che inizia dal
conto patrimoniale ed arriva al conto economico. Il
mondo del conto patrimoniale è il mondo dei valo-
ri, quello del conto economico è invece il mondo
dominante dei prezzi. Tutto questo produce una
sorta di capitalismo take away”. “Credo sia arrivato
un momento per una riflessione su tutto questo -
ha detto ancora il Ministro - una riflessione profon-
da che non può che essere globale, proprio perché
la crisi è globale. E che non può essere governata
solo dai governi”.
In questo senso, per Tremonti la soluzione è
quella di un patto tra uomini liberi e forti che sen-
tono il bisogno di cooperare per riaffermare eticità
nell’azione economica.12
• Il ministro dell’Economia e delle Finanze
Giulio Tremonti
13
IL MESSAGGIO DEL GOVERNATORE DELLA
BANCA D’ITALIA MARIO DRAGHI
In un proprio messaggio rivolto ai partecipantialla Assemblea, il Governatore della Banca d’ItaliaMario Draghi, ha sottolineato il ruolo delle Banchedi Credito Cooperativo e delle Casse Rurali sui mer-cati locali del credito, che oggi “rivestono unaimportanza centrale in relazione alla peculiarestruttura produttiva connotata dalla prevalenza dipiccole e medie imprese spesso organizzate insistemi distrettuali”.
“Il Credito Cooperativo - si legge nel messaggiodel Governatore - è impegnato da tempo in un'a-zione di valorizzazione della propria "rete", ovvero
delle interconnessioni tra le diverse componenti
associative, bancarie e industriali. La Banca d'Italia
segue con attenzione lo sviluppo di tale disegno, il
cui obiettivo è quello di minimizzare i vincoli della
dimensione delle cooperative di credito attraverso
un migliore utilizzo delle strutture del network, in
modo da consentire alle singole banche di perse-
guire al meglio la propria funzione al servizio di
imprese e famiglie dei territori di riferimento”.
“Il ruolo delle componenti associative – si legge
ancora - è valorizzato soprattutto nell'opera di
rafforzamento della "rete di sicurezza" del Credito
Cooperativo, anche attraverso forme innovative di
protezione reciproca e di tutela della clientela.
Nell'attuale contesto dei mercati finanziari, tali ini-
ziative risultano funzionali rispetto al preminente
obiettivo di preservare la fiducia tra banche e tra
queste e i clienti. In tale ambito si inscrive il proget-
to volto a porre in essere un sistema di garanzia
istituzionale della liquidità e della solvibilità delle
BCC. Esso è oggetto di confronto con la Vigilanza,
specie sotto il profilo dei meccanismi di incentivo a
una prudente assunzione del rischio da parte degli
intermediari aderenti”.
“La ricerca di più efficienti meccanismi di inte-
grazione, nel rispetto dell'autonomia dei singoli
organismi – prosegue il messaggio - va perseguito
soprattutto riguardo all'architettura produttiva del
sistema. L'adesione convinta a un modello volto a
valorizzare le migliori competenze ed esperienze
territoriali, nel quadro di una prospettiva strategica
unitaria, è necessaria per assicurare risposte ade-
guate alle esigenze di finanziamento e di risparmio
della clientela”.
“Forme più efficienti di integrazione del Credito
Cooperativo, sul piano sia associativo sia industria-
le – prosegue il Governatore - possono contribuire
in misura notevole a consolidare il ruolo delle BCC
nel supporto delle economie locali. Tale ruolo si è
rafforzato negli ultimi anni, come conferma la vita-
lità mostrata dal Credito Cooperativo nella dinami-
ca dei prestiti soprattutto alle imprese e che ha
attribuito alla categoria una posizione di rilievo nel
sistema bancario nazionale”.
“Il contributo delle BCC - conclude il Gover-
natore - appare tanto più importante nell'attuale
fase di mercato, in cui è essenziale continuare ad
assicurare a famiglie e imprese un'assistenza finan-
ziaria quantitativamente e qualitativamente ade-
guata. Le potenzialità del Credito Cooperativo
risiedono nell'attitudine a sostenere l'economia
dei territorio non solo offrendo risorse finanziarie,
ma anche favorendo l'instaurazione di quella fitta
rete di conoscenze e relazioni che consente anche
alle imprese minori di beneficiare di un sostegno
continuativo e calibrato sulle proprie esigenze”.
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL’ABI
CORRADO FAISSOLA
Per il Presidente dell’Associazione Bancaria
Italiana, Corrado Faissola, nella attuale fase di crisi
congiunturale, sono almeno quattro gli elementi
su cui l’azione per la ripresa può far leva: la ricca
articolazione dell’industria bancaria italiana “ricca
nella pluralità di forme, dimensioni, funzioni -
obiettivo; il contributo che le banche più piccole
ed organizzate in forma cooperativa danno e
potranno sempre più dare all’economia reale; le
iniziative avviate per rafforzare il patrimonio delle
banche nella prospettiva di una ulteriore crescita
del supporto alle imprese e, tra queste, la costruzio-
ne del Fondo di Garanzia Istituzionale del Credito
Cooperativo; la propensione, tanto delle banche
medio grandi quanto di quelle minori, verso l’inno-
vazione tecnologica”.
“Le banche piccole e locali sono una ricchezza per
l’intero sistema bancario nazionale, un sistema che
rivendica con orgoglio la sua estraneità ai fenomeni
che hanno originato la crisi: il credito facile; l’eccesso
di finanza strutturata; i veicoli fuori bilancio”.
“Nei prossimi mesi - ha concluso Faissola - la
capillarità di presenza delle banche locali sarà,
come sempre, una leva per esaltare i punti di forza
del sistema bancario complessivo e del sistema
Paese per contrastare i pericoli che la crisi porta
con sé e per esaltare ancora di più il tradizionale
modello di banca al dettaglio; il basso indebita-
mento delle famiglie; la buona qualità degli attivi”.
Legenda
Sedi di FilialiZone di Competenza
14
La nostra area di operatività
PALESTRINA** Cave
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Genazzano*
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Roma - Ponte di Nona*
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Annullo PostalePresepi nel Chiostro 2008
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• retro della cartolina con annullo postale
Concertidi Natale
20 DICEMBRE 2008 • ORE 19
Palestrina - Cattedrale di S. Agapito21 DICEMBRE 2008 • ORE 19
Gallicano nel Lazio - Chiesa di S. Andrea
Coro Polifonico Città del Palestrina
Coro Polifonico Gallus Canit
Orchestra del Circolo de’ Musici
diretti dal Maestro Maurizio Sebastianelli
21 DICEMBRE 2008 • ORE 18,15
Tivoli - Chiesa di S. Maria Maggiore
Coro Polifonico “G. M. Nanino”
28 DICEMBRE 2008 • ORE 18
Genazzano - Santuario della Madonna del Buon Consiglio
Corale “L. Perosi” di Cave
diretta dal Maestro Luigi Ciuffa
10 GENNAIO 2009 • ORE 17,30 • CERIMONIA PER IL CENTENARIO
Palestrina - Cattedrale di Sant’Agapito
Coro Polifonico Praenestinae Voces
diretto dal Maestro Renzo Cilia
PalestrinaBANCA DI CREDITO COOPERATIVOLa tradizione ci porta nel futuro
1909 2009