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Capitolo 2 Tecniche di sistemazione di ingegneria naturalistica
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Interventi combinati
SCHEDA XVII
Muro a secco rinverdito, scogliera
Materiale da costruzione Muro di pietrame a secco, rami vivi, piantine radicate, zolle erbose, semine a
Mulch.
Posa in opera I rami vivi e le piantine radicate sono da installare solo durante il periodo di
riposo vegetativo, mentre le zolle erbose durante l’intero anno escluso il
periodo del gelo e le semine a Mulch solo durante il periodo vegetativo.
Durante la costruzione di muri a secco, o di scogliere o di rivestimenti con
massi, la ramaglia viva o le piante legnose radicate vengono inserite nelle
fessure in modo tale che esse arrivino fino al terreno dietro il muro, se i
muri vengono rincalzati sul retro con ghiaia di grossa pezzatura, i rami e le
piante devono passare attraverso questo strato, i rami non devono
fuoriuscire dal profilo del muro per più di 30 cm per evitarne il
disseccamento. Le fessure possono essere rivestite anche con zolle erbose
che devono essere grosse e sono adatte per muri bassi e paesaggi
indisturbati, mentre i muri a secco poco inclinati o le scogliere, possono
essere cosparsi con materiale fine in un secondo tempo e rinverditi con una
semina a Mulch.
Considerazioni L’altezza delle opere è limitata, però rispetto ai muri in calcestruzzo hanno il
vantaggio di un fattore estetico notevolmente migliore ed il fatto che in caso
di crollo i sassi possono essere riutilizzati.
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Fonti bibliografiche:
•= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA” Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994.
•= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-Romagna -Regione Veneto, 1993.
•= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994. •= Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios,
Cosenza, 1993.
Figura 2.20 Muro rinverdito (Veltri M. (A cura di): “Studi in onore di Vincenzo Marone”. Atti della giornata di studi del 25 Giugno 1993, Editoriale Bios, Cosenza, 1993).
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Interventi combinati
SCHEDA XVIII
Cuneo filtrante
Materiale da costruzione Ghiaia di grossa pezzatura, pietrisco, rami vivi e materiali per l’inerbimento.
Posa in opera Al piede del pendio si riporta il materiale drenante e contemporaneamente si
inseriscono rami vivi in modo tale che l’estremità arrivi nel terreno naturale,
concluso il rilevato si può procedere all’inerbimento, il lavoro occorre
eseguirlo durante il periodo di riposo vegetativo.
Considerazioni Risulta essere un intervento molto economico e conforme alla natura. Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”
Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-
Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992.
Tubo di drenaggio
Talee
Figura 2.21 Cuneo filtrante.
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Interventi combinati
SCHEDA XIX
Gabbionata rinverdita
Materiale da costruzione Gabbioni metallici (per le caratteristiche tecniche vedere paragrafo 2.5),
pietrisco di grossa pezzatura, ramaglia viva e piante legnose radicate.
Posa in opera Nel periodo di riposo vegetativo e durante la costruzione dei gabbioni
vengono inseriti tra le maglie dei gabbioni e il pietrisco le piante legnose
radicate e la ramaglia viva.
Considerazioni Metodo costruttivo semplice e rapido permanentemente flessibile, ma per il
suo impiego occorre avere una forte disponibilità in sito di pietrisco adatto.
Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”
Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-
Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Benini G.: “Sistemazioni idraulico-forestali”. UTET, Torino, 1990. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.
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Interventi combinati
SCHEDA XX
Materiali geotessili rinverditi
Materiale da costruzione Elementi geotessili, rami con capacità di propagazione vegetativa o piante
legnose radicate e materiale per inerbimenti.
Posa in opera Si impiegano materiali geotessili che sono immarcescibili e resistenti allo
strappo, cioè materiali non tessuti o reti di materiale sintetico con maglie
inferiori a 5 mm, che consentono l’utilizzo di materiale a granulometria fine.
Esiste una grande varietà di forme degli elementi geotessili, più o meno
decomponibili, che evidenzia l’eccellente possibilità di impiego di questa
tipologia, tra i più usati si segnalano:
Pacchetti stratificati
Sono materassi geotessili che vengono riempiti di terra formando pacchetti
stratificati che costituiscono gradonate, il materiale biologico viene inserito
tra gli elementi geotessili.
Contenitori a forma di sacco
Sacchi riempiti di ciottolame e sabbia che vengono disposti come nella
muratura in pietrame o in mattoni collocando nelle fessure rami o talee
oppure piante legnose radicate che devono arrivare fino al terreno vegetale,
tali muri costituiti da sacchi di sabbia devono essere consolidati staticamente
mediante chiodature di sostegno o aste in ferro che penetrino in profondità.
Elementi a forma di tasca
Vengono combinati con piante vive, il corpo di riempimento viene
compenetrato dalle radici e rinforzato e fissato al sottofondo. Tutti i tre tipi
sono impiegati per le terre armate e possono essere rinverditi mediante
metodi di inerbimento.
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Considerazioni Possono essere impiegati per stabilizzazioni definitive di sezioni di pendio,
parti basse di versanti e scarpate spondali labili in zone povere di pietrame,
limitata altezza delle strutture, costi convenienti se rapportati ad altre opere
combinate.
Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”
Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-
Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Da Deppo L., Datei C., Salandin P.: “Sistemazione dei corsi d’acqua”. Edizioni Libreria Cortina, Padova, 1997. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.
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Figura 2.22 - Schema di sistemzione dei versanti con l’uso di griglie, reti, tessuti in materiale sintetico e con armatura metallica (AA.VV.:Manuale tecnico di Ingegneria naturalistica, Centro di formazione Professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-Romagna e Veneto, 1993).
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Interventi combinati
SCHEDA XXI
Elementi a reticolo spaziale rinverditi
Materiale da costruzione Sistemi a parete doppia o semplice, a sezione scatolare, assemblati con
legname o con parti costruttive prefabbricate in calcestruzzo, metallo o
materiale sintetico e riempite con terreno drenante. Rami di piante legnose
con capacità di propagazione vegetativa e piante legnose radicate con
quantità da 1 a 5 rami e/o piante/ml, zolle erbose, parti di vegetazione
idrosemine.
Posa in opera Tondelli del diametro di 10-25 cm, o altri elementi costruttivi, vengono
posti a strati, parallelamente o trasversalmente (tronchi d’ancoraggio)
rispetto al pendio uno sopra l’altro, e poi collegati tra loro; nel metodo
costruttivo aperto dalla parte del pendio, i tronchi d’ancoraggio arrivano nel
terreno naturale per agire da tiranti, mentre nel sistema chiuso, dal lato del
pendio si lascia uno spazio che verrà riempito con materiale incoerente,
drenante; per maggiore stabilità il piano di appoggio viene realizzato in
contropendenza (10/15% verso monte), la profondità è di solito di 1,5-2,0
m e l’altezza non deve superare i 3,0 m, per ulteriore sicurezza vengono
infissi in senso verticale dei piloti in ferro (l=2,0-2,5 m). Negli interspazi dei
correnti in legno vengono inserite piante legnose con capacità di
propagazione vegetativa e/o specie resistenti all’inghiaiamento, con una
rigogliosa formazione di gemme avventizie; i rami e le piante devono
sporgere 25 cm circa dalla palificata di legno e devono arrivare fino al
terreno naturale. Le piante e le parti di piante legnose vengono inserite
durante il periodo di riposo vegetativo, le piante allevate con pane di terra
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durante l’intero periodo vegetativo, mentre le zolle erbose e altri pezzi di
vegetazione in ogni periodo.
Costi Se si utilizza legno come materiale da costruzione risultano prezzi
convenienti; con l’impiego di altri materiali i costi si avvicinano a quelli delle
scogliere o dei muri a secco.
Considerazioni Rapido consolidamento delle scarpate, buon inserimento nel paesaggio e
reperimento del materiale buono, ma altezza limitata delle strutture.
Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”
Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-
Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Maione U.: “La sistemazione dei corsi d’acqua montani”. Editoriale Bios, Cosenza, 1998. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.
Piloti in ferro Φ=12=cm
Talee
Tondelli di larice Φ=30-50 cm
Tondelli di larice Φ=30-50 cm
Palificata semplice Palificata doppia
Figura 2.23 Sistemi di palificate.
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Interventi combinati
SCHEDA XXII
Grata viva a camera
Materiale da costruzione Legname allo stato tondo o elementi in calcestruzzo, metallo e materiale
sintetico. Come materiale biologico: ramaglia con capacità di ricaccio e talee,
piante radicate, semi di graminacee e leguminose.
Posa in opera Vengono eretti elementi di sostegno a forma di griglia a maglie quadre a
disposizione doppia in modo da formare una “camera” che viene riempita
con terreno drenante e all’interno della quale si procede alla messa a dimora
delle talee. La realizzazione della grata presuppone l’esecuzione di una base
di appoggio, come una modesta struttura in legname e pietrame, la grata
viene ancorata al terreno con picchetti di legno o pioli in acciaio. L’iniziale
funzione meccanica del legname verrà via via sostituita da quella delle
piante, l’altezza massima è di 10-20 m, la dimensione delle maglie è variabile
in dipendenza della superficie e della pendenza.
Considerazioni Buon inserimento nel quadro paesaggistico, tecnica molto adatta per
versanti ripidi con terreno compatto che non deve essere smosso per motivi
di stabilità o di opportunità.
Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”
Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia-
Romagna -Regione Veneto, 1993. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.
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Figura 2.24 Grata viva a camera (Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA” Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994).
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Interventi Complementari
SCHEDA XXIII
Trapianto di piante allevate con pane di terra, in vaso o in contenitori
Materiale da costruzione Si utilizzano piante, il cui sistema radicale resta intatto all’atto della
piantagione, perché è minore la probabilità di “crisi da trapianto” rispetto
alle piantine a radice nuda, buoni risultati per specie legnose, per graminacee
e erbe non graminoidi.
Posa in opera Le piante allevate con pane di terra, in vaso o in contenitori vengono messe
a dimora in buche preparate a mano o a macchina, nell’arco di tutto l’anno
escluso il periodo di gelo. E’ possibile utilizzare terreno vegetale o compost
e per favorire la crescita è utile mantenere liberi da altra vegetazione gli
immediati dintorni delle piante messe a dimora.
Costi Dipendono dalle specie vegetali impiegate, è possibile far riferimento in
linea di massima a valori dell’ordine di 10-25 piante/ora lavorativa nel caso
di apertura a mano delle buche e da 35 a 60 piante con l’impiego di trivelle.
Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”
Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.
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Interventi Complementari
SCHEDA XXIV
Traslazione di manti vegetali
Materiale da costruzione Pezzi possibilmente grandi di vegetazione naturale autoctona con il terreno
compenetrato dalle radici, possono essere associazioni vegetali costituite da
manto erboso, piante erbacee perenni, arbusti nani e cespugli, ma anche
piccoli alberi o gruppi di alberi.
Posa in opera Vengono estratti i pezzi di vegetazione con escavatori e si attua la messa a
dimora il più velocemente possibile in aree predisposte ad accogliere il
manto vegetale.
Costi Economica solo se i luoghi dove asportare i manti vegetali sono in
prossimità del cantiere.
Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”
Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= AA.VV.: “Manuale tecnico di ingegneria naturalistica”. Centro di formazione professionale “O. Malaguti”, Regione Emilia- •= Di Fidio M.: “I corsi d’acqua - Sistemazioni naturalistiche e difesa del territorio”.Pirola, Milano, 1995. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.
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Interventi Complementari
SCHEDA XXV
Piantagione di rizomi e di cespi divisi
Materiale da costruzione Tutte le piante, cioè graminacee e erbe non graminoidi, ma anche piante
legnose che possiedono una crescita sotterranea a più assi e che si lasciano
dividere in più parti.
Posa in opera Le piante adatte vengono asportate dalla stazione naturale o da vivai e
successivamente divise in modo tale da garantire un attecchimento buono e
rapido. Le singole parti vengono messe a dimora con l’aggiunta di terreno
vegetale o di compost.
Fonti bibliografiche: •= Andrich A., Dorigo G. (A cura di): “CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IN INGEGNERIA NATURALISTICA”
Atti delle giornata di studi 14-29 aprile 1994, Tipografia PIAVE , Belluno, 1994. •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN), 1994.
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Interventi Complementari
SCHEDA XXVI
Piantagione di rizomi e di rizomi sminuzzati
Materiale da costruzione Porzioni di rizomi vivi di specie vegetali adatte, con densità delle piante
da 3 a 5 piante/m2.
Posa in opera Si trapiantano i singoli rizomi della lunghezza da 10 a 15 cm,
disponendoli in buche poco profonde e coprendoli di terra.
Costi Relativamente costosa, dipendente dalla possibilità di provvista del
materiale dalla specie impiegata, dalla densità e dalla stazione.
Fonti bibliografiche: •= Schiechtl H.: “Bioingegneria Forestale - Biotecnica naturalistica”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL), 1991. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle opere in terra”. Edizioni Castaldi, Feltre (BL),, 1992. •= Schiechtl H., Stern R.: “Ingegneria naturalistica - Manuale delle dostruzioni idrauliche”. Edizioni ARCA, Gardolo (TN),
1994.