isola dei cani - n. 239 - settembre 2013

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GRATIS ET AMORE DEI ESCE QUANDO PUÒ SIRACUSA - ANNO XXIX - NUMERO 239 - SETTEMBRE 2013 Come l’araba fenice – che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa periodicamente qualcuno prova a chiedere che fine abbiano fatto i progetti e i relativi soldi previsti per bonificare le zone inquinate all’interno del SIN (Sito d’Interesse Nazionale) di Priolo. Ebbene, mentre gli interventi di disinquinamento nell’area industriale sono fermi, a Siracusa un po’ di quattrini si è riusciti ad intercettarli e a spenderli per “riqualificare” – si fa per dire - la zona dei calafatari e ristrutturare la palazzina dell’ex lazzaretto, situata a lato del comando dei vigili urbani. Ma che c’azzeccano queste opere con le bonifiche industriali? – potrebbe obiettare qualcuno. In realtà rientrano nella più generale “messa in sicurezza e bonifica del porto di Siracusa” a suo tempo inserito nel SIN di Priolo. Andando nello specifico, l’anno scorso nell’area dei calafatari sono stati demoliti due fabbricati contenenti amianto; stessa sorte doveva toccare a una terza struttura che invece è rimasta in piedi quale ricettacolo di spazzatura, a lato del disordinato caseggiato e dei macchinari del piccolo cantiere navale di un privato. I fondali, poi, non sembra siano stati bonificati granché. Insomma, un intervento decisamente parziale, non certo una vera sistemazione e riqualificazione del posto, che continua a presentarsi squallido e sporco, a due passi dal centro storico di Ortigia. Proseguono invece i lavori (la consegna era fissata il 16 settembre scorso) finalizzati al ripristino della struttura demaniale dell’ex Lazzaretto, nei pressi del molo S. Antonio, che dovrebbe diventare un centro di studi La irrisolta questione ambientale del polo industriale di Augusta-Priolo-Melilli-Si- racusa (ma lo stesso può dirsi delle altre disgraziate aree petrolchimiche siciliane ed italiane) periodicamente riemerge nei media, nei social network o nelle conver- sazioni personali come fosse una nuova e dirompente emergenza di cui nessuno si era prima d’ora accorto. Così, d'emblée, da un articolo in prima pagina, da un tweet o dalla visione di qualche nuovo o vecchio servizio televisivo, si apprende che il mare è in stato comatoso, i pozzi dell’acqua avvelenati, i suoli ed i prodotti agricoli contaminati, i tassi d'incidenza di tumori incrementati, l’aria puzzolente e inquinata e, sorpresi e indignati, ci si chiede com’è stato possibile che tutto questo sia avve- nuto senza che nessuno, dico nessuno, lo abbia impedito. Raramente però si va al di là della pampanìgghia e s’indaga su chi ha consentito - da complice, da testimone passivo, da servo sciocco – che ambiente e salute delle popolazioni venissero immolate sull’altare di una distorta concezione del progresso oppure, più banalmente, scam- biate per una tangente o per un sostegno elettorale. Enzo Parisi Nelle due foto, dall'alto in basso: l'ex lazzaretto vicino al molo S. Antonio e l'area "bonificata" (sic) dei calafatari. C’è chi dice no Segue in ultima casual food Pizze a lenta lievitazione (fino a 72 ore) Birre artigianali italiane Carni cotte sulla vera brace Via Cairoli, 18 - Siracusa - Tel. 0931 66851 www.pianobsiracusa.com [email protected] - [email protected] da Il Manifesto Lampedusa Scicli Siracusa Portopalo .................. Lazzaretto e lazzaroni ambientali o qualcosa del genere. L’importo complessivo programmato è di 2 milioni 360.476,35 euro; i lavori a base d’asta, per un importo di 1 milione 786.383,51 euro, se li è aggiudicati un’impresa di Montelepre (Pa); i progettisti sono siracusani; il progetto è stato approvato con ordinanza del Commissario Delegato per l’Emergenza Bonifiche e la Tutela delle Acque il 22 novembre del 2011, 6 giorni dopo l’approvazione del progetto riguardante i calafatari. La deputata del Pd Sofia Amoddio, che sull’intricata questione delle bonifiche si sta dimostrando attiva, ha di recente affermato che “è necessario che si sappia chi e che cosa deve fare, e di chi sono le responsabilità”. A dire il vero, in questa vicenda compiti e responsabilità non sono un mistero. Quello che invece manca e che bisogna acquisire – rileva giustamente Amoddio – sono “le informazioni sulle spese effettuate, sugli studi eseguiti, sulle modalità di controllo delle stesse, sui procedimenti giudiziari innanzi ai Giudici Amministrativi e Ordinari”. Carmelo Maiorca Segue in ultima Caramba che bonifiche!

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Page 1: Isola dei Cani - n. 239 - Settembre 2013

GRATIS ET AMORE DEI

ESCEQUANDO PUÒ

SIRACUSA - ANNO XXIX - NUMERO 239 - SETTEMBRE 2013

Come l’araba fenice – che ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa – periodicamente qualcuno prova a chiedere che fine abbiano fatto i progetti e i relativi soldi previsti per bonificare le zone inquinate all’interno del SIN (Sito d’Interesse Nazionale) di Priolo. Ebbene, mentre gli interventi di disinquinamento nell’area industriale sono fermi, a Siracusa un po’ di quattrini si è riusciti ad intercettarli e a spenderli per “riqualificare” – si fa per dire - la zona dei calafatari e ristrutturare la palazzina dell’ex lazzaretto, situata a lato del comando dei vigili urbani. Ma che c’azzeccano queste opere con le bonifiche industriali? – potrebbe obiettare qualcuno. In realtà rientrano nella più generale “messa in sicurezza e bonifica del porto di Siracusa” a suo tempo inserito nel SIN di Priolo. Andando nello specifico, l’anno scorso nell’area dei calafatari sono stati demoliti due fabbricati contenenti amianto; stessa sorte doveva toccare a una terza struttura che invece è rimasta in piedi quale ricettacolo di spazzatura, a lato del disordinato caseggiato e dei macchinari del piccolo cantiere navale di un privato. I fondali, poi, non sembra siano stati bonificati granché. Insomma, un intervento decisamente parziale, non certo una vera sistemazione e riqualificazione del posto, che continua a presentarsi squallido e sporco, a due passi dal centro storico di Ortigia. Proseguono invece i lavori (la consegna era fissata il 16 settembre scorso) finalizzati al ripristino della struttura demaniale dell’ex Lazzaretto, nei pressi del molo S. Antonio, che dovrebbe diventare un centro di studi

La irrisolta questione ambientale del polo industriale di Augusta-Priolo-Melilli-Si-racusa (ma lo stesso può dirsi delle altre disgraziate aree petrolchimiche siciliane ed italiane) periodicamente riemerge nei media, nei social network o nelle conver-sazioni personali come fosse una nuova e dirompente emergenza di cui nessuno si era prima d’ora accorto. Così, d'emblée, da un articolo in prima pagina, da un tweet o dalla visione di qualche nuovo o vecchio servizio televisivo, si apprende che il mare è in stato comatoso, i pozzi dell’acqua avvelenati, i suoli ed i prodotti agricoli contaminati, i tassi d'incidenza di tumori incrementati, l’aria puzzolente e inquinata e, sorpresi e indignati, ci si chiede com’è stato possibile che tutto questo sia avve-nuto senza che nessuno, dico nessuno, lo abbia impedito. Raramente però si va al di là della pampanìgghia e s’indaga su chi ha consentito - da complice, da testimone passivo, da servo sciocco – che ambiente e salute delle popolazioni venissero immolate sull’altare di una distorta concezione del progresso oppure, più banalmente, scam-biate per una tangente o per un sostegno elettorale. Enzo Parisi

Nelle due foto, dall'alto in basso: l'ex lazzaretto vicino al molo S. Antonio e l'area "bonificata" (sic) dei calafatari.

C’è chi dice no

Segue in ultima

casual food

Pizze a lenta lievitazione (fino a 72 ore)Birre artigianali italianeCarni cotte sulla vera brace

Via Cairoli, 18 - Siracusa - Tel. 0931 [email protected] - [email protected]

da Il Manifesto

Lampedusa Scicli Siracusa Portopalo ..................

Lazzarettoe lazzaroni

ambientali o qualcosa del genere. L’importo complessivo programmato è di 2 milioni 360.476,35 euro; i lavori a base d’asta, per un importo di 1 milione 786.383,51 euro, se li è aggiudicati un’impresa di Montelepre (Pa); i progettisti sono siracusani; il progetto è stato approvato con ordinanza del Commissario Delegato per l’Emergenza Bonifiche e la Tutela delle Acque il 22 novembre del 2011, 6 giorni dopo l’approvazione del progetto riguardante i calafatari. La deputata del Pd Sofia Amoddio, che sull’intricata questione delle bonifiche si sta dimostrando attiva, ha

di recente affermato che “è necessario che si sappia chi e che cosa deve fare, e di chi sono le responsabilità”. A dire il vero, in questa vicenda compiti e responsabilità non sono un mistero. Quello che invece manca e che bisogna acquisire – rileva giustamente Amoddio – sono “le informazioni sulle spese effettuate, sugli studi eseguiti, sulle modalità di controllo delle stesse, sui procedimenti giudiziari innanzi ai Giudici Amministrativi e Ordinari”. Carmelo Maiorca

Segue in ultima

Caramba che bonifiche!

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PAGINA 2 SETTEMBRE 2013

I badanti di Gino Foti

commercio equo e solidalepunto vendita

Corso Timoleonte, 77 - Siracusa

Vogliamo rivolgere pubblicamente il nostro più sincero plauso al sindaco Giancarlo Ga-rozzo che, nonostante i quotidiani gravosi impegni istituzionali, con grande genero-sità trova il tempo di occuparsi dell’amico Gino Foti. A dargli una mano – ma anche un braccio, un piede e altro ancora – c’è l’ex segretario provinciale del Pd Giovanni Ca-feo che, non a caso, il sindaco ha nominato suo capo di gabinetto considerata l’impor-tanza che rivestono i servizi igienici in tale specifica attività di assistenza a un anziano. Anzi, a uno di “quei quattro poveri vecchi che non vengono lasciati in pace” – come Garozzo, alla fine della campagna eletto-rale, ebbe a definire Foti, Nicita, Brancati (ci sfugge il quarto), ossia alcuni fra i prin-cipali capi siracusani della fu Democrazia Cristiana, che in passato tanto hanno fatto per il bene di Siracusa in maniera inver-samente proporzionale al proprio interes-se. Per Foti, in particolare, Garozzo non nasconde di nutrire una certa simpatia, ammettendo di avergli chiesto consigli e suggerimenti. Gino non si è fatto pregare e in maniera – manco a dirlo – più che di-sinteressata, ha elargito a beneficio del gio-vane discepolo anche qualche bel pacchet-to di voti della sua esclusiva riserva, dalle primarie del Pd fino al ballottaggio finale per l’elezione del primo cittadino. Del resto l’ex onorevole Foti è un vecchietto ancora arzillo, appassionato di politica con la p maiuscola e con la p di “pappare”. Lo san-no bene il diversamente fotiano Garozzo e il fotiano tout court Cafeo, che ogni tanto, da bravi badanti, lo coinvolgono in qualche schiticchiàta fra amici dove – accussì pì cazzuliàri – Nàcchio si diverte ancora a ipotizzare strategie, alleanze, spartizioni di sottogoverno. Sai che risate! Ogni tanto, però, qualcuno pensa che il terzetto faccia sul serio. A Pachino, ad esempio, il locale comitato di sostenitori di Matteo Renzi co-stituito all’interno del Partito Democratico ha accusato pubblicamente Garozzo, Cafeo e Foti di spingere e appoggiare la nascita di un altro comitato di neo-supporter del sindaco di Firenze guidato dal consigliere comunale Giuseppe Poidomani, ex del Po-polo della libertà e di Grande Sud nonché ex vice sindaco della giunta di centrodestra in carica a Pachino. Della serie: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più ren-ziano in mezzo a queste trame?”

Tex Killer

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PAGINA 3SETTEMBRE 2013

Una delle non-notizie più clamorose degli ultimi tempi riguarda il cosiddetto “Giardino di Arte-mide”: che non è un ristorante-pizzeria bensì un minuto angolo con qualche arbusto selvatico situato vicino agli scavi dell’Artemision, ossia i resti del tempio ionico venuto alla luce sotto le fondamenta del Palazzo del Senato (lato via Minerva). Praticamente, in un colpo solo, mol-ti siracusani hanno scoperto che: 1) all’interno del palazzo del Comune c’era nientedimeno che un “giardino”, 2) dal quale però erano sta-te estirpate delle piante su ordine del sindaco o di chi per lui. A raccontare per primo il film del presunto misfatto, ha provveduto la Nota di Valvo Gregorio er guardiano del Pretorio, ispi-rato dall’ineffabile deputato regionale Vincenzo Vinc Vinciullo, più volte assessore comunale

durante le meravigliose giunte di centrodestra che hanno annichilito la città per quasi tre lustri. Vinc Vinc, i due consiglieri comunali della sua lista fai da te “Siracusa protagonista” e il resto dell’alleanza che aveva sostenuto la candidatura a sindaco dello sconfitto Paolo Ezechia Reale, come un sol uomo hanno denunciato il barbaro scempio. Al grido celentanesco “Là dove c’era l’erba ora c’è una città” il consigliere comuna-le di “Progetto Siracusa” Salvo Sorbello detto Bubu ha presentato un’interrogazione, in attesa che dal Parco di Yellowstone arrivi la solidarietà dell’orso Yoghi. Un impegno a difesa del verde e dell’ambiente naturale degno però di miglior causa. Com’è stato spiegato da affidabili esperti (fra i quali il naturalista Fabio Morreale e l’a-gronomo paesaggista Nino Attardo) il Giardino

(sic) di Artemide era infestato dall’ailanto, una pianta tra le più dannose che impedisce la pre-senza di altre specie, e quando prolifera causa seri problemi anche a pavimentazioni ed edifici. Originaria della Cina e diffusasi in Europa dalla fine dell’Ottocento, l’ailanto è molto resisten-te e non è affatto facile da estirpare. Potrebbe quindi ricrescere accanto all’Artemision, il che è una buona notizia per i non rassegnati Vin-ciullo e soci. Ai quali suggeriamo di andare, nel frattempo, a proteggere un’altra bella colonia di questa pianta infestante, presente nella piccola area archeologica di via Iceta, traversa di via Riviera Dionisio il Grande. Della serie: “Siam qui tra le tue braccia ancor, avvinti come l’ede-ra… anzi,come l’ailanto”. Blues Brothers

Via Po, 1SiracusaTel. 0931 462579

Natura non facit saltusVinciullo facit cazzalatùmmula

Page 4: Isola dei Cani - n. 239 - Settembre 2013

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Ritorno al passa-to: in questo ar-ticolo, scritto più di vent'anni fa, si elencano cause ed effetti dell'inquina-mento nell'area in-dustriale siracusa-na, noti sin dagli anni settantaA Siracusa chi si occupa da anni a livello scientifico di ambiente, non ha dubbi sul-la correlazione causa-effetto tra l'alto numero di tumori e malformazioni congenite re-gistrati progressivamente nei comuni dell'area industriale, e l'immissione nell'atmosfera di elementi cancerogeni pre-senti nei cicli produttivi degli stabilimenti chimici.In tal senso, l'ultima eloquen-te sequenza di dati è stata for-nita recentemente dalla Lega Ambiente a Priolo, attraver-so uno studio commissionato dall'associazione ecologista riguardante l'incidenza delle neoplasie nei comuni di Au-gusta e Priolo e le malforma-zioni al momento della nasci-ta riscontrate nella cittadina megarese.Le cifre sono esplicite: 33% di morti per tumore contro il 18% della media nazionale e malformazioni congenite che superano ogni anno la soglia dei 20 per ogni mille nati.Secondo il dottor Salvo Di Mare, specialista in medicina del lavoro, il tasso di mortali-tà per tumore nei due comuni oggetto dello studio, è supe-riore al valore accertato nel-la popolazione del resto del-la Sicilia. E per il dottor Gia-cinto Franco, primario del re-parto di pediatria dell'ospe-dale Muscatello di Augusta, dal 1984 i casi di malforma-zioni sono aumentati, supe-rando quel 2% delle nascite complessive che costituisce - convenzionalmente - la co-siddetta soglia a rischio.Ciò comporta che ad Augu-sta nascono bambini con gra-vissimi difetti fisici in nume-ro superiore a qualsiasi al-tra zona del meridione d'Ita-lia. Anzi, numeri alla mano e grafici statistici, alcuni tipi di malformazione più frequen-ti - da quelle all'apparato cir-colatorio, a quelle digesti-ve e a quelle genitali- secon-do il dottor Giacinto Franco superano nel raffronto persi-no una regione altamente in-dustrializzata come la Lom-bardia.Andando indietro nel tempo, proprio ad Augusta nell'arco di alcuni mesi del 1980 si ve-rificarono almeno dieci casi di bambini nati con malfor-mazioni che, per la vistosa gravità del fenomeno, scon-

volsero l'opinione pubblica destando comprensibile al-larme: neonati senza una par-te del cranio, privi del cer-vello, un altro mancante del padiglione dell'orecchio de-stro e con la colonna verte-brale non sviluppatasi; ed an-cora, bambini venuti al mon-do senza femore con il gi-nocchio attaccato all'inguine e con mortali malformazioni cardiache. Allora, dopo i pri-mi accertamenti, si esclusero fattori ereditari e genetici e l'uso di particolari medicinali in quanto le madri non aveva-no assunto alcun farmaco du-rante la gestazione.Le cause del verificarsi, quasi contemporaneamente, di così raccapriccianti malformazio-ni sono rimaste un mistero insoluto.Ad ogni modo, se non si sono più registrati episodi talmen-te gravi, resta il fatto che ad Augusta - stando alle statisti-che illustrate dal primario del locale reparto di pediatria - la percentuale di malformazio-

ni congenite alla nascita sa-rebbe però aumentata negli ultimi anni. Dicevamo all'inizio che per gli ambientalisti e per i me-dici che hanno effettua-to quest'ultimo studio, c'è la convinzione che la causa sia da addebitare al grave im-patto sulla salute provocato dall'inquinamento atmosfe-rico, il quale avrebbe come killer alcuni elementi cance-rogeni utilizzati nei cicli in-dustriali.Ad esempio l'altissima pre-senza di metalli pesanti nel-le polveri di scarto sospese in atmosfera. Come sottoli-nea il dottor Angelo Stoli del laboratorio di Igiene e profi-lassi dell'Usi n. 26 di Siracu-sa, alcune indagini hanno ap-purato la massiccia presenza nelle polveri di metalli come il vanadio, il piombo, il cro-mo e il nichel che, già in bas-sa quantità, costituiscono un dannoso impatto sulla salute.Che la situazione in que-sto comprensorio industriale

fosse tutt'altro che rosea, gli studiosi più accorti e le asso-ciazioni ecologiste maggior-mente sensibili lo denuncia-no da tempo.Nel 1984, in un convegno organizzato da Medicina Democratica e da DP, ven-ne illustrato un preoccupante rapporto statistico col quale si affermava che in trent'an-ni i tumori ad Augusta erano aumentati del 190%. Vale la pena di riproporre, per l'at-tualità contenuta, le conclu-sioni della relazione letta in quell'occasione dal profes-sor Carmelo Ferrauto, do-cente di statistica all'Univer-sità di Catania: "La situazio-ne di rischio che si è venuta a creare ad Augusta a causa dell'alta incidenza delle ne-oplasie sulla mortalità e del suo ritmo di crescita, qua-lunque sia o sia stato il fatto-re che l'ha determinato, pone inquietanti interrogativi e pressanti problemi non solo igienico-sanitari ma anche di scelte politiche adegua-

te e responsabili. Non quin-di le solite diatribe su "Indu-stria-Antindusiria" (elimina-re o mantenere gli insedia-menti industriali) che dopo un trentennio di industrializ-zazione sarebbero inoppor-tune e prive di senso reali-stico, ma scelte capaci di ar-ginare la situazione esisten-te, miglioramenti delle con-dizioni ambientali, azioni di sensibilizzazione della po-polazione e di prevenzione, ecc. In quanto, come prece-dentemente detto, se il ritmo di crescita del fenomeno non subirà una decelerazione o una inversione di tendenza, nei prossimi anni non solo i tassi di mortalità per neopla-sie potrebbero raggiungere livelli pari o superiori a quel-li da noi stimati (50%), ma si potrebbe determinare una recrudescenza della mortali-tà generica con conseguente diminuzione della speranza di vita".In sostanza, sono anni che vengono lanciati segnali di allarme sulla situazione sa-nitaria dell'area industria-le siracusana senza però ri-cevere, da parte delle istitu-zioni, risposte minimamente adeguate.E' l'opinione, tra gli altri, del professore Giuseppe Ansal-di, uno dei dirigenti più qua-lificati della Lega Ambiente. "Dinanzi ad episodi eclatan-ti come quello dei bambini malformati di Augusta, non è mai stata istituita la com-missione promessa dall'al-lora ministro della Sanità, Aldo Aniasi sull'onda emo-zionale del momento"."Ma è ancora più grave - pro-segue Ansaldi - che a fronte di una serie impressionante di dati ripetutamente forni-ti da privati, qual è la Lega Ambiente, un organismo uf-ficiale come l'Usl non solo non ha mai smentito ma nep-pure attuato quella funzione di prevenzione sul territorio prevista dalla legge istitutiva delle unità sanitarie locali. Mi riferisco ad indagini epi-demiologiche che in altre re-altà hanno funzionato. Fac-cio un solo ma significativo esempio: a Forlì, coordinata dall'Istituto oncologico ro-magnolo che dipende dalla locale UsI, è stata condotta un'indagine epidemiologica sulle lavoratrici delle risaie ed è stata accennata la diretta correlazione tra l'alto nume-ro di tumori allo stomaco re-gistrato nelle mondine e l'u-so abnorme di pesticidi e di anticrittogamici fatto dentro le risaie".

1991

Carmelo Maiorca

Il killer è nell'aria

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PAGINA 5SETTEMBRE 2013

La zona industriale sira-cusana sarà riconverti-ta in un grande campo di marijuana. Una joint ven-ture fra due colossi ja-maicano-olandese (Nor-ther Light-Rastafari) tra-sformerà il polo petrol-chimico avvalendosi di manodopera e materia-li dal vicino Aspromon-te. Dopo il “mare rosso” qua si tornerà a produrre la "calabrisella dalle pun-te rosse", una qualità di erba ormai quasi scom-parsa. Soddisfatti i sin-dacati delle sigle Ganja, Skunk e Thc. Favorevoli le associazioni dei consu-

matori, i cui responsabi-li annunciano di aver ap-preso la notizia con molta gioia poiché si potrà usu-fruire di prodotti a Km 0, grazie a una concor-renza di qualità nei con-fronti della chimica erba pressata di fabbricazione albanese. Anche gli abi-tanti di Siracusa, Priolo, Melilli e Augusta si di-chiarano finalmente sod-disfatti. Come ha sottoli-neato qualcuno: col pas-saggio dai miasmi puz-zolenti degli impianti pe-trolchimici al caratteri-stico odore di carne ar-rostita, persino il rossore

agli occhi si potrà curare con del semplice collirio. Inoltre gli operai potran-no sostituire i pesanti el-metti di sicurezza con più comodi cappellini di lana color verde, giallo e ros-so o, semplicemente, con capelli Dreadlocks. Decisamente furiosi per la programmata ricon-versione, sono invece i dirigenti dei diversi im-pianti presenti. Dopo tut-to il fumo che hanno pro-dotto in questi anni dai loro stabilimenti, non si aspettavano di essere fat-ti fuori così. Poco impor-ta che i veleni inquinan-

ti dell’industria petrol-chimica abbiano causa-to nella nostra zona più morti dell'intero narco-traffico in Europa.Nell’ambito della ricon-versione si parla pure di indotto, in quanto le aziende leader del setto-re delle “cartine” sono pronte all'investimento. L’idea è di creare un pro-dotto dop rigorosamen-te fatto a mano e lecca-to, quindi già rollato e pronto per l’uso. Saranno centinaia i posti di lavo-ro per i giovani coinvolti, e saranno i SerT a racco-mandare i nuovi assunti e

non più politici e sinda-cati vari. Per il martoria-to territorio di Augusta-Melilli-Priolo-Siracusa si prospettano tempi mi-gliori, di grande sereni-tà e socialità. Da Quadri-latero della morte si pas-serà a Quadrilatero della pace e dell’amore, ovve-ro: peace and joint! Il recente arrivo nel por-to di Augusta della Gold Star (la nave carica di hashish bruciata nel ca-nale di Sicilia dall’equi-paggio) è un segnale chiaro del futuro dell’in-tera zona.

Cloro Soda Augusta

Clamorosa riconversione dell’area industriale in campo di marjuana Peace and joint!Produzioni

Alternative

to Priolo

to M

Elilli

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PAGINA 6 SETTEMBRE 2013

Il Marchese del Ghìgghio contro il Palio della Pilligrina

Al Vicerè di SiciliaVostra Maestà, Ill.ma Eccellen-za, cum spirito de absoluta ac inconditionata divotione, ego subscripto, Teofilo Pelujo d’Al-tavilla, Marchese del Ghìgghio, Duca di Norcia, Conte di Frigin-tini e di Spaccafurno, Gran Mae-stro de lo Santo Sepolcro etc. etc., affetionatissimo Vostro servitore, approfittando de la Vostra grande benevolenza vengo a disturbarVi per una quistione assai delicata.Come Vostra Eccellenza già sa, ego sunt legittimo domino di uno feudo sito nell’agro Siracu-sano, concesso dall’Imperatore allo meo avo Odorico Astolfo d’Altavilla, Cavaliere d’Arme, sanza macchia et sanza palache, Marchese del Ghìgghio, nel 1204 a.D., in virtute dei servigi recati-gli in Terra Santa. Lo feudo com-prende lo terreno posto supra lo maestoso Promontorio di Massa Oliveri, tra la Cala del Tufazzo e l’insuletta de lo Castelluzzo et ancora la pregiata Cala di Punta de la Mola, capiente di 4 galeotte e tre brigantini. Di qui apre la sua bocca in gran ampiezza lo por-to rinomatissimo de Saragoza, a fronte del levante verso il mare Jonio.Sunt mesi oramai che turbe di agitatori invadono queste ter-re mie con lo pretesto di armare giuochi, parate, lazzi, giostre e cortei. Ogni 8 di agosto ha loco lo Palio de la Pilligrina, rinoma-to in tutto lo Regno. Giungono da le più lontane contrade nobi-li e popolo, genti di lettere e di toga, mercadanti e artieri d’ogni arte per prendere parte a lo torne-amento de la Giostra del Saraci-no e contendersi lo serico arazzo bianconero con l’effige de lo Dito Medio. E alla fine de lo torneo, nell’ora de lo vespro, li maledetti agitatori prima fanno razzia de li più pregiati frutti de li mie campi e de li mei armenti, poscia, favo-ribus tenebris, de la selva e de le spelonche più recondite fanno al-cove ove giacciono in scostumata promiscuità cum femine desnude et gozzovigliano fino a lo mattino siguente.Tra codesti grassatori è preciso dovere meo additarVi come li più perniciosi et virulenti: Messere Ascanio Gradenigo, bottegaro ac tenutario di cantina per mescita de vini e licori, sine rigulare li-centia; Ectore De Joannes, jiudio, oratore et sobillator vulgi, pubbli-co dispregiatore di sancta mater

ecclisiae, già membro della Sira-cusana Diputatione; Carmencito Da Mallorca, araldo sine re e sine deo, protecto da dispensa diplo-matica de lo console de la Catalo-nia; Pablo Todo Lo Mundo, inteso “Vespro”, forense et alchimista, a cagione di apostasia privato da Vostra Maestà de lo titolo di Ba-rone di Ventimiglia; et infine sed non meno perigliosa, Patricia De Ortigya, pulzella di nobili ascen-denze ma d’impudenza plebea, capace di trattenere lo fiato per septem minuta ergo suspiciata di stregoneria da lo Santo Uffizio. L’immonda congrega gode de la protezione di Sinam Capudan Al Ramzi, turpe Saracino al soldo della corona olandese, che a bor-do della goletta ben artigliata di cui dispone, sotto lo famigerato vessillo dello “Nero Cignus”, ha raccolto la feccia dei sette mari, negri, marrani, truffatori, eretici e financo sodomiti.Ripetutamente, mercè lo meo fedele vassallo, messere Josef-fo Macrinus, detto Groppone il Sensale, havemo mandato a dire a tali maramaldi d’astenersi da simil scorrerie e questi hanno in-teso arrispondere recovrendo lo mentovato servo meo d’infami-tà e facendosene pubblicamente scherno.Per l’honere et la reputationem de la medesima Vostra Regia Pote-state non potimo tollerare ultra simil iattanza. Inutiliter havemo avanzato istanza anco a lo Ma-gnifico Reggente dell’urbe di Sa-ragoza et a lo Episcopo per fare cessare tali nefandissime laidez-ze. Cognoscendo di quanta auto-rità et credito capace sia Vostra Eccellenza nello mantenimento de lo pubblico hordine, Vostro devotissimo et fedelissimo servo, faccio supplica, a la Vostra Mae-state, acciocché liberi esto feudo quanto prima de la maligna pre-sentia de la mentovata masna-

da, ricorrendo, alla bisogna alle guarnigioni de la Regia Militia di stanza ne la vicinoria cividade de Noto. Etiam, ne lo medesimo tempore, supplica di ordinare alla Magni-fica Diputatione de lo Regno d’ap-plicarsi al Magnifico Fisco della Diputatione medesima per la ere-tione di cortina muraria, guar-nita di torri, terrapieni et fossi a protezione de lo feudo. Munendo poscia lo fortino di guarnigione allo cui comando porre Svevo de Vega, Capitano d’Arme nella cit-tà de Saragoza.Mi permetto di raccomandare a l’attenzione della Vostra Magni-ficenza per l’incarico de la edi-ficazione Messere Antonio Fer-randolina da Bergamo, ingegnere de la Regia Fabrica Militare, già responsabile de la fortificatione dell’urbe. Post ScriptumUt Vostra Magnificentia cogno-sce, due anni orsono, ho alienato una magione ne la terra di Tu-scia a lo Duca Filippo Cioni di Rienza, ricavandone 3.000 onze. Est mea intentione investire tale somma ne la aedificatione di ele-gantissimus atque confrotevo-lissimus solacium ne la terra de Massa Oliveri, in loco de la poco producente macchia di oleastri, corbezzoli, e carubi che vi insi-ste. Ebbene dallo die in cui cum ausilio de li mastri architetti et agrimensori ho illustrato tale progetto alla Diputatione, allo Episcopo et alla Regia Camera delle Arti e dei Mestieri, loro – semper loro, la maledectissima et sdisonoratissima teppa, pattume de lo intero Regno – vanno ap-

profittando di ogni occasione per gettare discredito su lo mio pro-getto, sulla reputazione mea e de li mei più fidati collaboratori. Est desiderio della maligna congrega trasformare codesto giardino di delizie in ignobile fondaco, vile landa per pascolo di ovini, per la cultivatione de piante provenienti dalle lontane Indie che provoca-no allucinazioni et euforia e per ludibria contemplazione vellica.Per ciò fa istanza a Vostra Eccel-lentia affinché tosto possa com-pulsare lo competente uffizio de lo Genio Militare ac Civile per rilascio de la regia concessione ut possano le fedeli mie maestranze principiare le opere sopra mento-vate che daranno securo lustro a la città et a li soi abitanti tutti.

Saragoza de Sicilia, il giorno 20 di marzo dell’anno 1527, Carlo V Regnante per la grazia di Dio, Re delle Due Sicilie, di Jerusalemme etc. etc.Vostra mercede

Teofilo Pelujo d’AltavillaMarchese del Ghìgghio

Rovistando tra le carte dei nostri archivi, all’Isola dei Cani abbiamo rinvenuto un interessantissimo documento storico che riguarda l’area di Massoliveri, oggi conosciuta come la Pillirina. Si tratta di una missiva, datata 1527, che fa parte di un carteggio intercorso tra il proprietario del feudo in cui ricadeva l’area e il Viceré Ferdinando Gonzaga. Incredibili le similitudini con l’odierna vicenda che contrappone le associazioni ambientaliste del coordinamento di SOS Siracusa e altri ampi settori della cittadinanza al marchese De Gresy, il quale con la sua società Elemata Maddalena srl, proprio nella stessa area destinata a riserva naturale vorrebbe costruire una struttura turistica

Manifestazione di SOS Siracusa alla Pillirina

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PAGINA 7SETTEMBRE 2013

Allagament i eturismo nauticobinomio vincente

Il mistero della strada scomparsa

La cementificazione selvaggia ha reso sempre più imperme-abili i terreni? Il sistema di smaltimento delle acque e la rete fognaria sono da tempo insufficienti e non si fa mai manutenzione?Per tali ragioni a ogni bella scaricata ri acqua, di pioggia a catinelle la città si allaga?No problem! Anzi, strade sott’acqua, arterie in pendenza che si trasformano in letti di fiumi in piena, rappresentano la condizione ideale per chi voglia cimentarsi in originali attività sportive all’insegna dei giochi d’acqua, semplice-mente uscendo da casa bene attrezzati nel bel mezzo di un temporale. Fare del surf tra piazze, slarghi e vie cittadine di-venta un’occasione allettante anche per i molti automobilisti rimasti in panne a causa dell’acqua alta: invece d'incazzarsi per il motore andato in tilt che non fa ripartire l’automobile, basta tirare fuori dal bagagliaio l’apposito canotto di scorta, gonfiarlo e ritornare felici a casa volteggiando tra i flutti, unendo l’utile al dilettevole, incuranti di vagnàrisi ra testa e peri. Inoltre, in attesa che un giorno si realizzi il già leggen-dario porto turistico, grazie a un minimo di pubblicità nei giorni di allerta meteo si possono attirare a Siracusa orde di turisti smaniosi di attraversare in canoa i torrenti di San-ta Panagia, viale Tica, viale Teracati con arrivo a sgrìcciu all’interno del parco archeologico.E’ questo il vero marketing territoriale che ci piace!

Tutti i residenti che abitano nel rione Mazzarona circoscrizione Grotta-santa, un giorno di febbraio dell’an-no 2013 non videro più l’arteria che collegava via Luigi Foti a via Achil-le Adorno. Una piccola strada neces-saria per tornare a casa evitando di fare un lungo giro in automobile, da dove transitavano anche il bus diret-to a Ortigia e, quando era necessario, le ambulanze e gli automezzi dei vi-gili del fuoco. Adesso quella strada è svanita, come se sopra fosse stato passato un colpo di pennello con un colore grigio-marrone da far venire le allucinazioni.

A deciderlo è stato un signore basso e tarchiatello, con un cappellaccio in testa, d’accordo con la preceden-te amministrazione comunale, forse vincendo anche una gara. Chissà, questo non è dato sapere, perché i cittadini non devono sapere; i citta-dini spesso sono considerati sudditi e non persone con diritti e doveri. Fatto sta che il signor imprenditore Mangiafico si comprò tutto, strada con annessi e connessi, facendo poi sparire la strada che si vedeva anche da Google Maps, e chiamando tut-to ciò “Multiservizi per i residenti”. Costruendo una sorta di anfiteatro di cemento prospiciente lo spigolo di un palazzo (che neanche i romani ai

tempi di Nerone avrebbero osato tan-to) che i residenti non vogliono avere sotto casa, e che non servirà mai a niente se non a farci fare la cacca ai cani e imbrattarlo con vernici spray multicolore. E ciò dovrebbe contri-buire alla “rinascita della Mazzaro-na”, un rione dove le discariche abu-sive sono ovunque ci sia uno spazio libero per buttare qualsiasi cosa, dal cesso al frigorifero in disuso passan-do per i materiali di risulta. Insom-ma, si costruisce per non dare niente ma solo per fare affari. Adesso la diatriba fra i residenti, il Comune e il costruttore è diventata accesa. La richiesta dei residenti è di abbattere la bruttura “anfiteatro” e di ripristinare la strada com’era prima. Ma a quanto pare la nuova ammini-strazione comunale vuole arrivare ad un accordo facendo una strada col-laterale e lasciando la bruttura lì. A sua volta il costruttore ha dettato il proprio diktat: sì, la strada collatera-le potrei anche farla ma la richiesta è di euro 300.000. Somma che do-vrebbe sganciare il Comune e siamo sempre alle solite. Nel frattempo un gruppo di residenti ha presentato un esposto alla Procu-ra della Repubblica con la speranza che venga fatta chiarezza su una vi-cenda che presenta aspetti per nulla trasparenti. Con la crisi economica che attanaglia e con le famiglie sul lastrico, invece di nuove cementifi-cazioni inutili e orrende, ci sarebbe da progettare tanto in maniera eco sostenibile e realizzando servizi veri per i cittadini; per i bambini delle case popolari costretti a giocare in strade poco o niente sicure, a cono-scere la vita precipitosamente e a ve-dere solo il niente.

Loredana Scerra

Viale Tica, 160/A - SiracusaTel. 0931 411671 - Fax 0931 412335

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Dolcemente viaggiare...

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PAGINA 8 SETTEMBRE 2013

collaboratoriMarco Bavaglio, Stefano Elia, Frana, Antonio Mangiafico, Ivano Saltafossati, Seby Spicuglia, Sabina Zuccaro

Tel. 347 6557018 - [email protected]

isola dei cani siracusa

Caramba che bonifiche!L’accordo di programma del novembre 2008, trionfalmente annunciato dall’allora ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, stabiliva ed elencava “interventi di riqualificazione ambientale e funzionale delle aree comprese nel SIN di Priolo” per complessivi 774 milioni e 500.000 mila euro. Di cui 106 milioni e 800 mila euro “coperti con risorse immediatamente disponibili ed utilizzabili”. Ma, 5 anni dopo, di quella cifra non si sa con certezza quanto sia stato speso nell'ambito della Fase 1 del suddetto “accordo di programma”. Non parliamo della Fase 2 che indicava interventi per 667 milioni e 700 mila euro, di cui si sono perse le tracce... non tutte: la ristrutturazione dell’ex lazzaretto di Siracusa rientra giustappunto nella Fase 2. La confusione regna sovrana.Tra i primi cui si dovrebbe chiedere conto e ragione a muso duro, c’è la Sogesid Spa, società pubblica del ministero dell’Ambiente ma gestita in modo privatissimo, presieduta su indicazione di Prestigiacomo dall’avvocato Vincenzo Assenza (nativo di Rosolini) che a quanto

pare becca uno stipendio di 257 mila euro l’anno, con un 30% di bonus a obiettivi raggiunti. Per l’attuazione degli interventi previsti dall’accordo di programma per il SIN di Priolo, nel 2009 è stata sottoscritta una convenzione – dall’importo di 9 milioni 150 mila euro – tra la Sogesid e il Ministero dell’Ambiente, la Regione Siciliana e il Commissario delegato per l’emergenza bonifiche e la tutela delle acque in Sicilia.La Sogesid è stata incaricata dell’attuazione di numerosi intervent i di messa in sicurezza e bonifica, con particolare riferimento: alla realizzazione di una

faraonica barriera lunga 7 km e mezzo lungo la fascia costiera antistante le aree industriali prospicienti la rada di Augusta, alla messa in sicurezza e bonifica del porto di Siracusa, alla messa in sicurezza e bonifica dei sedimenti dell’area marina antistante l’area industriale di Priolo. Ma, come del resto in tutte le altre località italiane dove è presente, la Sogesid “produce solo carte” – a detta dello stesso ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini, ed evidenziato in un articolo del settimanale L’Espresso dall’emblematico titolo “Milioni tanti, bonifiche zero”.

NUOVA YARISGeniale come sempre, trendy come non mai

GAMMA YARIS DA 9,950 E TASSO ZERO, TAEG 5,03%

Non è scusabile, ma è in parte comprensibile, che i giovani di oggi (cresciuti in un’era dove la massa d’informazioni è straordinariamente sovrabbondante ma dove allo stesso tempo, paradossalmente, regna la massima disin-formazione) ignorino la storia delle battaglie operaie ed ambientaliste di questo pezzo di Sicilia. Non è invece accettabile che chi è più vecchio, chi ha vissuto quegli anni, chi ha visto danni e vittime anche in casa propria, chi sa bene quanto impegno, testardaggine e fatica ci sono voluti per contrastare le politiche di devastazione e far crescere una coscienza ecologista, oggi non dica almeno che c’era chi, come Legambiente, diceva NO e continua a farlo. I vecchi hanno in dote la memoria, non la barattino con l’amnesia. La usino per ricordare a tutti che c’erano – e ci sono, ora come allora - le associazioni ambien-taliste e parte dell’informazione giornalistica a denunciare e a tentare di arginare il disastro (vedi l'articolo a pagina 4). Lo dicano forte che le emergenze e le dimensioni dei guasti sono note da più di 50 anni, che ci sono montagne di studi e ricerche che comprovano lo stato di compromissione ambientale, che grazie all’im-pegno delle generazioni precedenti sono stati approvati i progetti per il risanamento ma che - per responsabilità di una classe politica mio-pe, scadente e ignava - quasi nessuna opera di bonifica è stata avviata. E se nessuno lo vuol dire, diciamolo noi alla politica che rifiutiamo l’unica cura che ci vorrebbe propinare: quella della cancellazione della memoria. Noi non di-mentichiamo e continuiamo a chiedere salute, ambiente e lavoro.

C’è chi dice no Segue da pag. 1Segue da pag. 1