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1 come Solitari isole Accademia di Belle Arti di Bologna Secondo anno del Bienno di Grafica d’Arte Prof.ssa Maria Agata Amato

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come Solitari

isole

Accademia di Belle Arti di Bologna

Secondo anno del Bienno di Grafica d’Arte

Prof.ssa Maria Agata Amato

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come Solitari

isole

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Secondo anno del biennio di Grafica d’ArteAnno Accademico 2019/2020

ProgettoSolitari come isole

CorsoTecniche dell’incisione - Grafica d’ArteProf.ssa Maria Agata Amato

Progetto graficoRoberta Dibenedetto

Revisione testiElisa Negroni

In copertinaConfusioneJun Liu

Vogel S. M., African Aesthetic, NY, 1986

Siamo isole, circondati dalle profondità acquose della psiche.

Durante il sonno potremmo essere trasportati dalle onde su un’isola, come quella dipinta da un’artista svedese: nera come l’ignoto, verde di vita, isolata e misteriosa. Le isole sono da sempre punto di approdo delle nostre fantasie consce e delle nostre proiezioni inconsce; spesso evocano fuga, solitudine, rifugio e seduzione. I miti e le leggende dei popoli di tutto il mondo sono ricchi di isole dei morti, tetre e avvolte nella nebbia, o di isole dei beati, eternamente fertili, dove il miele cola dagli alberi. Ci sono isole di solitudine ed esilio, isole magiche popolate da esseri favolosi, isole in cui i naufraghi trovano un terreno solido e vivono avventure inattese. La ninfa Calipso seduce e tiene prigioniero sulla sua isola di Ogigia l’Ulisse di Omero per sette anni; il Prospero di Shakespeare scatena una tempesta redentrice dalla sua isola dalla magia primitiva; re Artù giace morto, o semplicemente addormentato, nella nebbia che avvolge la magica isola di Avalon.Le isole si formano quando i continenti si spaccano o per l’accumulo di sabbia e sedimenti su una piattaforma continentale e sotto l’acqua sono spesso attaccate alla terraferma. Le isole vulcaniche possono emergere in mezzo all’oceano quando placche tettoniche si spostano su “punti caldi” ricchi di vulcani, oppure con l’affioramento di una frattura oceanica, come nel caso dell’Islanda. Le isole catturano la nostra immaginazione ed evocano fratture nella coscienza, animate dalle profondità acquose della psiche. Rappresentano segreti che ci allontanano dagli altri, i sedimenti accumulati di memorie lontane, desideri tabù e traumi dissociati che possono far morire prima di salvare.Possono essere “attraenti e sfuggenti” e avere un effetto sottile, insidioso. Il legame tra la nostra personalità e queste formazioni è talmente nascosto da sembrare inesistente. Nei miti della creazione le isole rappresentano i primi passi della coscienza, piccoli, vulnerabili pezzi di terra raccolti dal fondo del mare cosmico che possono essere nuovamente sommersi con facilità. Un’isola può esprimere ristrettezza mentale, alienazione, egocentrismo, narcisismo o inaccessibilitá, ma anche uno stato di introversione, allontanamento necessario; può essere vista come un luogo sacro dove rifugiarsi per fuggire dall’inondazione di stimoli o il simbolo della capacità di stare da soli.L’isola può rappresentare il “locus” di un fattore psichico che priva l’individuo di quanto c’è di più vitale nel Sé. O, ancora, può essere il simbolo di uno spazio inatteso e inviolabile in cui è nascosto il tesoro di sé stessi.

The Book of Symbols,Taschen, 2011Le fiabe interpretate, M.L. Von Franz

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“Mi corse per la schiena il brivido d’un ricordo lontano: di quand’ero ragazzo,

che andando sopra pensiero per la campagna m’ero visto ad un tratto smarrito,

fuori di ogni traccia, in una remota solitudine tetra di sole e attonita; lo

sgomento che ne avevo avuto e che allora non avevo saputo chiarirmi. Era

questo: l’orrore di qualche cosa che da un momento all’altro potesse scoprirsi a

me solo, fuori della vista degli altri. Sempre che ci avvenga di scoprire qualcosa

che gli altri supponiamo non abbiano mai veduta, non corriamo a chiamare

qualcuno perché subito la veda con noi? […] Ove la vista degli altri non ci

soccorra a costituire comunque in noi la realtà di ciò che vediamo, i nostri occhi

non sanno più quello che vedono; la nostra coscienza si smarrisce, perché

questa che crediamo la cosa più intima nostra, la coscienza, vuol dire gli altri

di noi; e non possiamo sentirci soli. […] Sapevo, sapevo la mia solitudine; ma

ora soltanto ne sentivo e toccavo veramente l’orrore, davanti a me stesso, per

ogni cosa che vedevo, se alzavo la mano e me la guardavo. Perché la vista degli

altri non è e non può essere nei nostri occhi se non per un’illusione a cui non

potevo più credere; […] La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi,

è soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del

tutto vi ignorino, che del tutto vi ignoriate, così che la vostra volontà e il vostro

sentimento restino sospesi e smarriti in un’incertezza angosciosa e, cessando

ogni affermazione di voi, cessi l’intimità stessa della vostra coscienza. La vera

solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce,

e dunque l’estraneo siete voi. Così volevo io esser solo. Senza me. Voglio dire

senza quel me ch’io già conoscevo, o che credevo di conoscere. Solo con un

certo estraneo, che già sentivo oscuramente di non poter più levarmi di torno

e ch’ero io stesso: l’estraneo inseparabile da me. […] seguitando, sprofondai in

quest’altra ambasciata: che non potevo, vivendo, rappresentarmi a me stesso

negli atti della mia vita; vedermi come gli altri mi vedevano; pormi davanti al

mio corpo e vederlo vivere come quello d’un altro. Quando mi ponevo davanti a

uno specchio, avveniva come un arresto in me; ogni spontaneità era finita, ogni

mio gesto appariva a me stesso fittizio o rifatto. Io non potevo vedermi vivere.

[…] A toccarmi, strizzarmi le mani, sì, dicevo io, ma a chi lo dicevo? E per chi?

Ero solo. In tutto il mondo, solo. Per me stesso, solo. E nell’attimo del brivido che

ora mi faceva fremere alle radici i capelli, sentivo l’eternità e il gelo di questa

infinita solitudine”.

Antonluca Cavicchia

Dario Cecchin

Francesco Levoni

Elisa Negroni

Shiyang Fu

Jun Liu

Denise Duina

Alberto Fanni

Xi Chen

Roberta Dibenedetto

Silvia Benedetti

Alessandro Martufi

Lorenzo Marzola

Maya Adar Walling

Mingwei Song

Jiagen Zhou

Riccardo Liberini

Cong Miao

come Solitari

isole

Uno, nessuno, centomila - Luigi Pirandello Ed. Aonia Edizioni

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“Si sa, non tutti se la possono permettere: non se la possono

permettere i vecchi, non se la possono permettere i malati.

Non se la può permettere il politico: il politico solitario è un

politico fottuto di solito. Però, sostanzialmente quando si può

rimanere soli con sé stessi, io credo che si riesca ad avere più

facilmente contatto con il circostante, e il circostante non è

fatto soltanto di nostri simili, direi che è fatto di tutto l’univer-

so: dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle.

E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si

riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addirittura

che si riescano a trovare anche delle migliori soluzioni, e, sic-

come siamo simili ai nostri simili credo che si possano trovare

soluzioni anche per gli altri.”

Mi collego a questo elogio alla solitudine di Fabrizio De An-

drè per raccontare, attraverso il mio disegno, che non tutti i

mali vengono per nuocere. Nell’opera sono rappresentati due

personaggi legati tra loro al centro, in un contesto di confu-

sione che va a rappresentare la convivenza con la solitudine;

i personaggi sono di umore opposto per sottolineare i diversi

approcci con la condizione, con la propria solitudine. L’inten-

zione è di sottolineare che presa nel modo giusto, la solitudine

può essere una delle maggiori forme di libertà.

Sacrificed Souls

Antonluca Cavicchia

2020

Biro su carta

70x100 cm

Sacrificed Souls - Antonluca Cavicchia

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“Così volevo io esser solo. Senza me. Voglio dire senza quel

me ch’io già conoscevo, o che credevo di conoscere. Solo con

un certo estraneo, che già sentivo oscuramente di non poter

più levarmi di torno e ch’ero io stesso: l’estraneo inseparabile

da me” L. Pirandello

Matrice formata da acetati componibili di vari spessori

ritagliati e sovrapposti i quali al momento della stampa

verranno inchiostrati e composti insieme secondo l’ordine del

soggetto. La stampa verrà eseguita in una battitura sola quindi

la trasparenza dei colori - creati dalla sovrapposizione degli

acetati che si vede sulla matrice - in stampa sarà coperta in

ordine di successione delle veline inchiostrate in modi diversi.

Angelo

Dario Cecchin

2020

Mixed media

50x35 cm

Angelo - Dario Cecchin

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Il periodo di quarantena che abbiamo recentemente vissuto è

stato motivo ed occasione di riflessione personale. La conse-

guente solitudine nel momento di isolamento mi ha portato a

rivalutare il mio rapporto con l’Altro, spesso dato per sconta-

to, oltre ad un ripensamento generale sulla socialità che prima

consideravo semplicemente imprescindibile ed innegabile.

Untitled I

Untitled II

Francesco Levoni

2020

Disegno a matita ed interventi digitali

50x35 cm

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Untitled I - Francesco levoni Untitled II - Francesco levoni

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Il lavoro, lasciato volutamente senza titolo, presenta una serie

di immagini ottenute attraverso l’uso di uno scanner e l’unio-

ne di un mio testo. Le immagini e le parole unite cercano di

rappresentare un momento di deriva paranoica dovuto alla

sensazione di solitudine e di scoramento sentite negli ultimi

tempi. L’utilizzo dello scanner è stato imposto dalla volontà

di ottenere un’immagine prodotta nella completa solitudine

e distanza da altri; l’immagine fotografica anche quando è

autoscatto presuppone sempre un occhio ipotetico, un altro

che guarda attraverso, mentre la macchina fotocopiatrice o

lo scanner non presentano questa caratteristica di personifi-

cazione. Inoltre il limitato raggio di acquisizione di immagini

dello scanner riesce completamente ad isolare il soggetto e a

creare un’immagine fantasmatica.

Senza Titolo

Elisa Negroni

2020

Scannerizzazioni ed elaborazione digitale

50x35 cm

Senza Titolo - Elisa Negroni

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Ogni individuo ha la sua traiettoria diversa. Tutti gli individui in-

teragiscono tra loro ma sono diversi. Ci sono regole e standard

ovunque, ma non tutti soddisfano i requisiti. L’esistenza è ragio-

nevole e anche il barbarismo è un atteggiamento.

Barbarismo

Shiyang Fu

2020

Acquaforte e collage

50x30 cm

Barbarismo - Shiyang Fu

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Questo lavoro è una foto della mia coinquilina che ho scattato e che ho lavorato con Photoshop. Penso che le emozioni umane siano una cosa meravigliosa, specialmente in questo particolare periodo in cui le persone diventano sensibili e confuse, e quello che voglio espri-mere è questo senso di caos, come se l’anima fosse fuori dal corpo. In realtà, ognuno è un’isola nel mare della vita, con persone perse, persone confuse, persone che hanno trovato delle luci, e credo che in questo periodo le persone possano riconoscersi meglio.

Confusione

Jun Liu

2020

Fotomanipolazioni digitali

50x30 cm (dittico)

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Confusione - Jun Liu

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“Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli altri; ma

sempre, in tutte le circostanze, siamo soli…”

Non siamo altro che piccole componenti, tendenti per natu-

ra alla solitudine, di un composto più grande che talvolta è

responsabile principale della nostra alienazione. Come isole,

spesso distanti e non sempre raggiungibili, che insieme for-

mano un vasto arcipelago in grado di condizionarci costan-

temente.

Siamo noi stessi a isolarci o è la società che ci spinge verso

questa strada?

Incompatibilità

Denise Duina

2020

Xilografia e Haute Pâte

50x35 cm

Incompatibilità - Denise Duina

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Questo progetto, realizzato durante il periodo di quarantena per

contrastare il Covid19, riflette la condizione psicologica di chi si

è dovuto confrontare, forzatamente, con la solitudine. La man-

canza di distrazioni e di vie d’uscita ha costretto tanti a scende-

re a patti con sé stessi, ad indagare e mettere in discussione le

proprie scelte, a fronteggiare le proprie paure, ansie e insicurez-

ze. Tutti hanno dovuto rimodulare le proprie vite, le proprie abi-

tudini, in virtù della distanza, della mancanza di socialità, dell’al-

lontanamento dai propri cari. La casa è diventata protezione ma

anche prigione, costrizione, limite sia sociale che mentale.

Rendendoci dunque prigionieri, isolati, come isole.

Senza Titolo

Alberto Fanni

2020

Puntasecca e acrilico su plexiglass

60x45 cm

Senza Titolo - Alberto Fanni

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Quello che voglio esprimere è che c’è una sensazione distorta,

e tutti sembrano comunicare con gli altri attraverso una sorta

di gabbia; i sentimenti e la distanza tra le persone sono sempre

calmi e contenuti. Siamo disposti a cercare di toccare gli altri

con un dito, soltanto con un dito. I fiumi delle nostre vite con-

vergeranno ma non si mischieranno, e oggi le mascherine peg-

giorano questa situazione. Tutti ci ritroviamo ad essere un’isola

solitaria.

Distanza

Xi Chen

2020

Elaborazione digitale

50x35 cm

Distanza - Xi Chen

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Tante volte ci pervade quel forte desiderio di solitudine, di chiu-

dere la porta del nostro mondo e buttar via la chiave per dedi-

care del tempo solo a noi stessi.

Il modo esterno ci delude, ci avvilisce, ci affanna, ci affatica e

l’unica via d’uscita è lo star soli.

Quando la solitudine è una condizione imposta tutto sembra

trasformarsi e le certezze del nostro micro-mondo si dissolvo-

no.

Viviamo una solitudine dell’anima.

Legàmi

Dissoluzioni

Roberta Dibenedetto

2020

Pastelli, acrilico e grafica digitale

50x35 cm

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Legàmi - Roberta Dibenedetto Dissoluzioni - Roberta Dibenedetto

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Ricostruzione di una serie di reperti fotografici della misteriosa

Isola 357. A dimostrazione del fatto che una piccola isola lon-

tana e isolata può essere invece centrale nel nostro universo

privato, e che spesso ci si sente più soli in mezzo alla città.

Isola 357

Silvia Benedetti

2020

Grafica digitale

50x35 cm

Isola 357 - Silvia Benedetti

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A causa della pandemia siamo stati costretti a vivere la quoti-

dianità nel distanziamento sociale così da modificare parzial-

mente e in maniera repentina, in quanto collettività, le nostre

abitudini come i metodi di lavoro e il tempo libero. Questo ha

portato, a causa anche del lockdown, ad un rallentamento dei

ritmi di vita e non solo al rimanere isolati ma al ritrovarci con

molto tempo libero da poter dedicare a noi stessi. All’apparenza

questo sembra tempo tolto alla nostra vita di routine, in realtà

è tempo ritrovato per la conoscenza di noi stessi, la riflessione

e per migliorare le nostre capacità. Lo spirito di adattamento

dell’essere umano agendo istintivamente fa sì che da una diffi-

coltà riusciamo in qualche modo a trovare qualcosa di positivo,

migliorando così la qualità della vita stessa.

Distanziamento

Riflessione

Alessandro Martufi

2020

Disegno a mano con punta in gel micron

50x35 cm

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Distanziamento - Alessandro Martufi Riflessione - Alessandro Martufi

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Per il progetto Solitari come isole ho realizzato un lavoro digitale raffi-

gurante un soggetto dormiente. Infatti è proprio durante il sonno che

ci si immerge nel più profondo dei nostri pensieri, trovando l’unicità di

ogni individuo. Di fianco al soggetto dormiente ci sono due figure raf-

figuranti il bene e il male, e al di sopra di esse si innalzano degli osta-

coli che portano ad un vortice, un vortice che diventa il frutto di tutte

le decisioni prese durante il nostro cammino. pensiero della mente

umana e dalle azioni degli uomini.

Il sogno

Lorenzo Marzola

2020

Collage digitale

50x35 cm

Il sogno - Lorenzo Marzola

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La giovinezza è considerata come il periodo più felice del-

la vita, in cui ciascuno è al pieno delle sue capacità e fa

esperienza dei rapporti umani più intensi. Un tempo pieno

di amicizie e legami, fuggevoli o duraturi. Questa visione

idealizzata della giovinezza stride con una dura realtà di

confusione interiore, dubbi e crudeltà. I giovani affrontano

le imprese titaniche di formare la loro identità e capire il

loro posto nel mondo nella solitudine e nell’incomprensio-

ne di molti, se non di tutti. Un tempo privato di cui forse

si vergognano, che però è la parte più importante del loro

tempo giovanile. Questa rappresentazione rende giustizia

di quel lavorio sommesso e talvolta straziante. Una luce

soffusa e perlacea fa emergere solo la figura umana e un

vago “aldilà”, fuori dalla finestra. L’interno buio e calmo,

protettivo. Oggetti di uso comune danno la certezza di una

quotidianità sotto controllo e dai contorni definiti, opposta

a un esterno che ha la luminosità diffusa dell’aria spessa e

densa. Come una nebbia che inghiotte chi la scruta troppo

a lungo, attrae e respinge, fa paura. La figura umana le vol-

ta le spalle e si guarda dentro, con lo sguardo immutabile

e fuori dal tempo di chi si interroga su tutto. E in questo

sguardo si consuma la divisione inconciliabile tra sapere

e conoscere, di chi sa senza conoscere e vive un dissidio

assoluto tra ideale e reale. La giovane donna è una perla

dentro a una conchiglia, filtra l’acqua e ascolta l’infinito

che fa vibrare corde invisibili, rapita in quieta estasi da un

concerto di realtà immateriali

Senza titolo

Maya Adar Walling

2020

Carboncino su carta

25x17 cm

Senza Titolo - Maya Adar Walling

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Fugace è il suo inevitabile destino. Il mondo mutato e inverosimile

descritto o riflesso nell’immagine è precisamente la situazione più

reale e inevitabile per l’uomo contemporaneo. Lo scrittore Hemin-

gway credeva che nessuno fosse un’isola, ma io penso che tutti

siamo un’isola.

Isole

Mingwei Song

2020

Toner e acquatinta

25x35 cm (dittico)

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Isole - Mingwei Song

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I crateri sulla luna sono isole isolate. Ogni sera la luna ascolta

le tue storie e i tuoi segreti. E, poi, costruisce un’isola per te lì

dove puoi custodire tutta la tua solitudine, la tua debolezza,

i tuoi ricordi e la tua immaginazione. Ho disegnato alcune

espressioni diverse in base al modello dei crateri sulla luna.

Quelle isole simboleggiano per me le emozioni delle perso-

ne; forse alcune stanno lottando nella solitudine, forse altre

sono immerse nella felicità. In ogni caso c’è un luogo sicuro

che ci appartiene.

Per me l’isola isolata è lo spazio privato di ogni persona, dove

posso parlare con me stessa e capire il mio mondo interiore.

Ogni volta che guardo la luna di notte mi ricordo di questo; è

per ciò che ho realizzato questo lavoro.

Isole isolate sulla luna

Jiagen Zhou

2020

Elaborato digitale

50x35 cm

Isole isolate sulla luna - Jiagen Zhou

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Ho inteso il progetto Solitari come isole come una continua-

zione del precedente Malattia e cura. Oltre all’utilizzo del-

lo stesso mezzo espressivo completamente digitale, sono

vicini dal punto di vista emotivo. Se la prima serie di lavori

era una riflessione sull’ambiente della casa vissuto e circo-

scritto dalla quarantena, questi sono uno sguardo su quello

che c’è fuori. Passando da quello che viene visto tutti i giorni

dalla finestra della camera alla finestra che sono i ricordi, il

tutto rimanendo sempre nello stesso punto di osservazione,

la stanza della quarantena.

Isola 1jpg

Isola 2jpg

Riccardo Liberini

2020

Collage e disegno digitale

50x35 cm

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Isola 1jpg - Riccardo Liberini Isola 2jpg- Riccardo Liberini

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“Possono essere “attraenti e sfuggenti”e avere un effetto sottile, insi-

dioso. Illegame tra la nostra personalità e queste formazioni è talmen-

te nascosto da sembrare inesistente. Nei miti della creazione le isole

rappresentano i primi passi della coscienza, piccoli, vulnerabili pezzi

di terra raccolti dal fondo del mare cosmico che possono essere nuo-

vamente sommersi con facilità”

Profonda immersione

Cong Miao

2020

Disegno e china

50x35 cm

Profonda immersione - Cong Miao

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