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Isole dell'Italia. SICILIA. Riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala. La Riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala è una riserva naturale della Sicilia, creata nel 1984 presso Marsala in provincia di Trapani. Territorio. - PowerPoint PPT Presentation

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Riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala

La Riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala è una riserva naturale della Sicilia, creata nel 1984 presso Marsala in provincia di Trapani.

SICILIA

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Territorio

Si estende sulla costa occidentale della Sicilia nel territorio del comune di Marsala, nel tratto di mare

compreso tra capo San Teodoro e capo Boeo o Lilibeo.La riserva prende il nome dallo "Stagnone" una laguna, la più vasta della Sicilia, caratterizzata da acque basse

(1-2 m e spesso non più di 50 cm) e compresa tra le quattro isole di San Pantaleo (Mozia), Isola Grande,

Schola e Santa Maria. La laguna si è formata in tempi relativamente recenti (non esisteva all'epoca della

colonizzazione fenicia di Mozia) in seguito ai movimenti della sabbia dovuti alle correnti sottomarine che hanno creato l'Isola Grande intorno a due originari isolotti. La nascita dell'isola ha chiuso una parte di mare in origine

aperta e qui, non essendoci correnti necessarie al ricambio, l'acqua è divenuta stagnante, con una

temperatura al di sopra del normale.L'attività principale dello Stagnone era quella delle saline che si esercitava facendo evaporare l'acqua incanalata in speciali laghetti, per poi raccogliere il

sale. Il pompaggio dell'acqua e la macinazione del sale erano svolte per mezzo di mulini, alcuni ancora

conservati.

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Le isole dello Stagnone

L'Isola Grande o Isola Lunga è l'affioramento sabbioso più grande dello Stagnone. La sua formazione, piuttosto recente, ha dato origine alla laguna. Era formata da due isolotti rocciosi, che si unirono formando la lunga isola, probabilmente per l'allargamento dei depositi di sale molto sfruttati dai Fenici. Vi si trovano oggi alcune saline in stato di abbandono, un bosco e alcune spiagge di sabbia fine. Ospita una delle poche popolazioni esistenti di Calendula maritima.

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La vegetazione della riserva è caratterizzata dalla presenza di specie xerofile adattate all'alto grado di salinità tra cui vanno ricordate la suaeda (Suaeda

maritima), l'atriplice (Atriplex halimus), la salicornia glauca (Arthrocnemum glaucum) e la salicornia

strobilacea (Halocnemum strobilaceum), la logliarella ricurva (Parapholis incurva), varie specie

di limonio (Limonium serotinum, Limonium ferulaceum), l'erba cristallina (Mesembryanthemum

nodiflorum), il giglio di mare (Pancratium maritimum) e l'eringio marino (Eryngium

maritimum).Meritano inoltre un cenno la Calendula maritima, un

raro endemismo di questo tratto della costa della Sicilia occidentale, e l'Anemone palmata, una

ranunculacea che cresce su substrato sabbioso, presente in Italia esclusivamente in Sicilia

occidentale e Sardegna

Flora

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Punti d'interesse

All'imboccatura sud dello Stagnone, venne costruito per la Regia Aeronautica un importante idroscalo militare di primaria importanza specialmente durante il secondo conflitto mondiale. Le strutture dell'aeroporto sono perfettamente visibili nel tratto di strada litoranea che conduce verso la città di Marsala. Di particolare rilevanza sono le grandi aviorimesse in cemento armato, progettate dal noto ingegnere Pier Luigi Nervi e per questo note appunto come "Hangar Nervi", del tutto innovative nel panorama architettonico dell'epoca per l'uso esclusivo del cemento armato.A guardia dello specchio di mare antistante l'aeroporto è presente una curiosa casamatta edificata nelle basse acque della laguna, dove era posta una sentinella del Genio Pontieri a costante vigilanza dell'area.L'idroscalo, ancora di proprietà dell'Aeronautica Militare ma non più attivo, è interessato da diversi progetti che intendono sfruttare il complesso, tra cui quello di destinarlo a nuova sede dell'Istituto Tecnico Commerciale di Marsala, oppure di farne un circolo velico internazionale.

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Tra storia, costume, curiosità L'Isola Grande costituiva anticamente un feudo degli Altavilla, da cui traeva il secondo nome di Isola di Altavilla. È stata proprietà, nell'ultimo secolo della ricchezza del sale, della famiglia Adragna, una delle famiglie che fecero di Trapani, grazie al sale, uno dei più ricchi poli agroalimentari del Mediterraneo.Le immense saline dell'isola furono teatro di una pellicola sulla vita in salina cui partecipò Claudia Cardinale. L'ultimo barone, Girolamo Adragna, vide l'attività salinanara declinare, e il mutamento delle falde uccidere i vigneti da cui si ricavava prezioso vino destinato agli opifici di Marsala. Ospite di Girolamo Adragna, trascorse due notti tra i ruderi dell'antico splendore delle saline e della villa che aveva ospitato l'aristocrazia palermitana uno scrittore che, a ricordo delle notti tra gli spettri del passato, scrisse la più colorita rievocazione

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Isola di Ustica

Ustica è un'isola del Mar Tirreno posta a circa 67 km a nord-ovest di Palermo e a 95 km a nord-ovest di Alicudi, ma non fa parte delle

Isole Eolie; occupa una superficie di circa 8,65 km2 con una circonferenza di 12 km e misura 3,5 km di lunghezza e 2,5 km di

larghezza.Geologicamente essa è affine alle Eolie e di origine vulcanica; sono presenti infatti dei rilievi collinari che rappresentano le vestigia di

antichi vulcani (Punta Maggiore, 244 m; Guardia dei Turchi, 238 m) e dividono l'isola in due versanti. L'isola inoltre ospita una delle 20

Riserve Naturali Marine presenti in Italia che la rende un vero paradiso per i sub. Sull'isola vi è ubicata la stazione meteorologica

di Ustica, ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione meteorologica mondiale.

Per collegare l'isola a Palermo è presente un apposito servizio di traghetti mediante uso di moderni catamarani ed aliscafi.

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Storia

Gli antichi romani la chiamavano Ustica da (ustum = bruciato) mentre i Greci, Osteodes = ossario, per i resti di mercenari che vi sarebbero morti per fame e sete. Da alcuni viene ritenuta la dimora della maga Circe, che

trasformava gli incauti visitatori in maiali. Gli insediamenti umani risalgono al Paleolitico; alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce i

resti di un antico villaggio cristiano. Sepolture, cunicoli e una gran quantità di reperti archeologici ritrovati anche sott'acqua, a causa dei

tanti naufragi avvenuti nel tempo, testimoniano una presenza costante, nel luogo, di vari antichi popoli mediterranei, Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani che vi lasciarono vestigia dappertutto. In seguito divenne base

dei pirati saraceni e lo rimase per lunghissimo tempo.Nel 1759 Ferdinando IV di Borbone impose una colonizzazione dell’isola;

furono edificate due torri di guardia, cisterne per raccogliere l'acqua piovana e case che costituirono il centro abitato principale presso la Cala Santa Maria. Vi vennero coloni palermitani, trapanesi e delle isole vicine. Ustica al tempo dei Borboni fu anche un luogo di confino per prigionieri

politici e vi restò anche sotto casa Savoia. Al tempo del fascismo vi soggiornarono Antonio Gramsci e Ferruccio Parri. Nel 1961 il confino fu

abolito a causa di proteste popolari e da allora iniziò a svilupparsi il turismo.

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I monumenti

La Fortezza e la Torre S. Maria, costruite dai Borboni, oggi sono rispettivamente, sede del Museo Archeologico, che raccoglie resti e

materiali degli insediamenti delle antiche civiltà di Ustica, reperti della media Età del Bronzo e oggetti che provano i contatti tra i popoli preistorici

del Mediterraneo e sede della Riserva Marina.

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Ambiente

La caratteristica naturale più affascinante e peculiare è la presenza di numerose grotte che si aprono lungo le coste alte e scoscese, così come numerosi scogli e secche presenti tutt'intorno all'isola; visitabili con un'escursione in barca sono da menzionare la grotta Verde, grotta Azzurra, grotta della Pastizza, grotta dell'Oro, grotta delle Colonne e gli scogli del Medico e della Colombara. Però, scarseggiando nell'isola le risorse idriche anche la vegetazione naturale è scarna. Ustica è anche nota per essere l'habitat naturale dell'Apis mellifera sicula.

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Isola di Stromboli

L'isola di Stromboli [stróm-bo-li] fa parte dell'arcipelago delle Isole Eolie, nel bacino Tirreno del mare Mediterraneo occidentale. Il

nome proviene dal greco Στρογγυλή (Stroŋgulḗ), letteralmente "rotondo", dato alla montagna per la sua forma. In siciliano per

"strumbulu" s'intende la "trottola".Si tratta di un'isola vulcanica

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Stromboli è nota, frequentata ed abitata fin dall'antichità remota, e la sua economia si è sempre fondata sulle produzioni agricole

tipicamente mediterranee: olivo, vite (malvasia coltivato basso in giardini terrazzati), fichi - e poi sulla pesca e sulla marineria. Fino

al XIX secolo questa economia fu fiorente e Stromboli arrivò a contare fino a circa 4.000 abitanti.

Il peggioramenti delle condizioni economiche seguito all'unità d'Italia, il ripetersi di eruzioni e terremoti e infine l'attacco della

peronospora che negli anni trenta sterminò la più redditizia coltura locale, quella della vite, fecero sì che una grandissima

maggioranza degli strombolani prendesse la via dell'emigrazione, soprattutto verso l'Australia e l'America e l'isola rischiò seriamente

di restare abbandonata.Venne riscoperta dopo la guerra da Roberto Rossellini che, con il

film del 1949 Stromboli terra di Dio (con protagonista femminile la giovane Ingrid Bergman), portò l'isola e la sua straordinarietà

all'attenzione del pubblico.

Appartenenza amministrativa

Amministrativamente l'isola è ricompresa nel comune di Lipari. Si estende per 12,6 km² ed è insieme all'Isola di Vulcano ad avere un vulcano

in continua attività.

Economia

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Il flusso turistico verso l'isola, che costituisce attualmente la principale risorsa economica di Stromboli, fino agli anni settanta fu rappresentato soprattutto da persone alla ricerca di un ambiente particolare, ancora naturale ed integro e non privo di scomodità

(mancanza di elettricità, scarsità d'acqua). Nei decenni successivi le scomodità sono molto diminuite e il turismo è molto cresciuto, anche

se resta limitato prevalentemente ai mesi centrali dell'estate.Nel corso dell'estate infatti, Stromboli è particolarmente indicato per

chi cerca tranquillità e piccole oasi di spiagge dove fare il bagno indisturbati lontano da centri turistici molto affollati come ad

esempio, nella baia messinese, Giardini Naxos. Per questa peculiarità Stromboli è, assieme a Panarea, per eccellenza l'isola dei vip: mentre però Panarea è piena di discoteche e locali, chi va a Stromboli cerca generalmente tranquillità e anche per questo per i locali dell'isola è

vietato diffondere musica oltre le due di notte.Giornalmente, inoltre, si organizzano escursioni al vulcano con guide

esperte che portano ad oltre 900 metri sul livello del mare.

Turismo

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Tramite imbarcazioni di tutti i tipi è inoltre possibile raggiungere nelle ore notturne la vicina e movimentata

Panarea, lo scoglio di Strombolicchio e Ginostra, caratteristica località sull'isola di Stromboli dove l'unico mezzo di trasporto sono ancora i muli (ne sono presenti

una decina in tutto) e ancora irraggiungibile per via terrestre dall'altra parte abitata dell'isola.

Stromboli è anche meta, seppur in misura minore, di molti giovani, che si recano nei locali e nelle feste sulla spiaggia

periodicamente organizzate nella stagione estiva.Caratteristica dell'isola, oltre alle stradine strette

percorribili solo dal motocarro e dai motorini elettrici, che i turisti affittano sull'isola stessa, è la mancata illuminazione

notturna nelle strade, che il Comune a cui l'isola fa riferimento, ovvero quello di Lipari, vuol mantenere come importante attrattiva turistica. Dall'Osservatorio, infine, si

può vedere la lava del vulcano, l'unico delle Isole Eolie perennemente in attività, e il cielo stellato evidenziato

dalla mancanza di illuminazione

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Oggi i principali borghi abitati sono San Vincenzo (o semplicemente il paese di Stromboli, anticamente era borgo degli agricoltori) con l'approdo storico di Scari, Piscità e Ficogrande (che anticamente era il borgo degli armatori).

A sudovest, ancora raggiungibile solo via mare, c'è Ginostra, luogo straordinariamente arcaico e bellissimo, dove d'inverno restano forse 30 o

40 abitanti e dove l'unico mezzo di trasporto è il mulo.I residenti totali dell'isola, d'inverno, sono qualche centinaio, anche se

all'anagrafe ne contano circa 400. D'estate diventano almeno 4.000. Molti stromboliani hanno comunque casa a Milazzo, comune in provincia di

Messina in cui approdano gli aliscafi in partenza dalle Isole, e si trasferiscono lì per alcuni mesi l'anno.

A Stromboli c'è una scuola elementare e media per i pochi ragazzi abitanti dell'isola. Dopo le scuole solitamente i ragazzi vanno a Lipari dove sono

presenti alcune scuole secondarie di secondo grado.Da Napoli, da Lipari, Milazzo e Messina Stromboli è raggiungibile col

traghetto e , d'estate, anche in aliscafo da Reggio Calabria e Messina.

nuclei abitati

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Le caratteristiche vulcaniche Lo Stromboli è uno dei vulcani piu attivi in europa, le sue eruzioni

avvengono con una frequenza media di circa una ogni ora.Gli strombolani lo chiamano "Struògnoli". Ma quando è più attivo e spaventa può capitare di sentirlo chiamare Iddu", "Lui", come se

riaffiorasse la memoria della natura divina che un tempo era riconosciuta ai fenomeni naturali incontrollabili.

L'attività "ordinaria" di Stromboli ha luogo ad una quota di 750 m s.l.m. dai tre crateri allineati in direzione NE-SW all'interno della depressione

della Sciara del Fuoco. Consiste in esplosioni intermittenti di media energia, della durata di pochi secondi ad intervalli di 10-20 m durante le

quali vengono emesse piccole quantità di bombe scoriacee incandescenti, lapilli, cenere e blocchi con velocità di uscita compresa

tra 20 a 120 metri al secondo ed altezze comprese tra poche decine fino ad alcune centinaia di metri. L'attività eruttiva è associata ad un

degassamento pressoché continuo dall'area craterica il cui volume stimato è di 6000-12000 t/gi il quale consiste principalmente di H2O (3200-6300 t/g), CO2 (2900-5800 t/g), SO2 (400-800 t/g) e quantità

minori di HCl e HF. I materiali emessi da queste esplosioni ricadono nelle immediate vicinanze e spesso formano piccoli coni ripidi o piccoli hornitos. Periodi di totale inattività, senza lanci di materiale sono

piuttosto rari. Il più lungo, tra quanti registrati, si è protratto per circa 2 anni, dal 1908 al 1910. Periodi di prolungata quiescenza della durata di

qualche mese, sono stati registrati a varie riprese.

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L'attività normale può essere periodicamente interrotta da esplosioni discrete di maggiore energia dette "esplosioni maggiori". Questi eventi consistono di brevi ma violente esplosioni durante le quali vengono prodotti lanci balistici di blocchi e bombe di dimensioni anche metriche a distanze che di alcune centinaia di metri associati a piogge di lapilli e cenere; la distribuzione dei prodotti è solitamente confinata all'interno dell'area craterica. Sono distribuite non omogeneamente nel tempo, ma si tratta mediamente di 2,1 eventi ogni anno.Le eruzioni stromboliane più violente mai accadute in tempi storici risalgono al 1919 e al 1930, ed entrambe (pare) furono causate da grandi infiltrazioni d'acqua marina nel camino vulcanico: il magma, a contatto con l'acqua, avrebbe causato violente esplosioni con grande emissione di vapori e scorie, accompagnate da violenti terremoti. Per la prima e finora unica volta nella storia del vulcano, delle colate laviche si riversarono anche al di fuori della Sciara del Fuoco, arrivando a lambire i centri abitati (Piscità fu sfiorata per appena 20 metri), causando ingenti danni e numerose vittime, e causando un piccolo tsunami che generò un'onda di 2-3 m che arrivò a far danni fino a Capo Vaticano, in Calabria.I parossismi rappresentano le manifestazioni più energetiche del vulcano di Stromboli; consistono in violente ed improvvise esplosioni "tipo cannonata" durante le quali avviene l'emissione sostenuta di scorie incandescenti, ceneri, bombe e blocchi litici a distanze considerevoli fino ad interessare le zone abitate dell'isola. Tali esplosioni possono produrre nubi convettive che raggiungono quote di 10 km. Durante i parossismi sono emessi volumi sensibilmente maggiori materiali rispetto alle eruzioni normali e a quelle maggiori e frequentemente possono avvenire profonde modificazioni dell'area craterica. L'ultimo evento parossistico è avvenuto il 15 marzo 2007 all'interno dell'eruzione febbraio-aprile 2007.L'ultima eruzione del vulcano ha avuto inizio il 27 febbraio 2007, con un'iniziale effusione di lava dal cratere di NE, durata alcune ore e seguita dall'apertura di una bocca effusiva nella Sciara del Fuoco, a quota 400 m s.l.m. circa. Il 9 marzo 2007 si è aperta una seconda bocca sempre sulla Sciara del Fuoco, ma posizionata a circa 500 m s.l.m.; l'attività di questa bocca è stata comunque breve (circa 24 ore). Il 2 aprile 2007 è infine terminata anche l'effusione di lava dalla bocca di quota 400 m s.l.m.

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Nell'ultimo secolo sono riportati circa 26 episodi durante i quali si sono avute emissioni laviche. I prodotti emessi sono rappresentati

principalmente da colate di spessore variabile; la morfologia del vulcano obbliga le colate di lava a riversarsi sul versante nord-occidentale, dove

sono confinate all'interno della Sciara di Fuoco e quindi non rappresentano un pericolo per la popolazione dell'isola. Le colate fuoriescono generalmente attraverso fratture eruttive nella zona

craterica o all'interno della Sciara del Fuoco ma possono generarsi anche per tracimazione dal bordo craterico.

Colate laviche

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La storia geologica

La storia geologica dell'isola di Stromboli comincia circa 200.000 anni fa, quando un primo vulcano attivo di grandi dimensioni emerge dal mare, in posizione NE rispetto all'isola attuale. Oggi di questo vulcano antico rimane soltanto il condotto solidificato (neck) rappresentato da Strombolicchio (vedi sotto).Il vero e proprio vulcano di Stromboli emerge dal mare circa 160.000 anni fa. Inizialmente i centri di emissione sono nella parte meridionale dell'isola attuale, dove affiorano le unità più antiche appartenenti ai complessi del Paleostromboli I e II.Circa 35.000 anni fa il centro di emissione migra leggermente verso NO e le emissioni di lava e piroclasti danno origine ad un cono che raggiunge quota 700m s.l.m. (Paleostromboli III).Le fasi successive della storia di Stromboli vedono la formazione ed il collasso di vari edifici. In particolare, a circa 34.600 anni fa risale il complesso eruttivo di Scari, osservabile presso Scari e a SO del paese sotto forma di spesse sequenze di bombe, lapilli e lahar. Mentre successivo (circa 26.000 anni fa) è il complesso del Vancori, caratterizzato da depositi piroclastici e basalti shoshonitici. In questa fase, la cima del vulcano era occupata probabilmente da una grande caldera. Il ciclo Scari-Vancori si conclude con il collasso del settore occidentale e nordoccidentale dell'edificio vulcanico.

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La fase successiva, a partire da circa 13.800 anni fa, vede la ricostruzione dell'edificio nel settore nordoccidentale. Il nuovo centro eruttivo, detto Neostromboli, è ubicato a nord dell'attuale costone dei Vancori. Contemporaneamente, alcuni centri eruttivi secondari danno origine al "Timpone del Fuoco" presso Ginostra, alle lave di San Bartolo e di San Vincenzo.All'incirca tra 10.000 e 5.000 anni fa il settore nordoccidentale collassa nuovamente, lasciando una profonda depressione a forma di ferro di cavallo che si estende dalla cima fino ad una profondità di circa 2.000 m sotto il livello del mare: la Sciara del Fuoco. Lentamente la spaccatura viene riempita da materiale piroclastico e colate di lava. Il centro eruttivo attuale, che si trova alla sommità della Sciara del Fuoco, è il Pizzo Sopra la Fossa, caratterizzato, come detto sopra, dalla presenza di tre crateri allineati parallelamente alla Sciara, in direzione NE-SW.

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A poche centinaia di metri a nord dell'isola di Stromboli si trova lo scoglio di Strombolicchio, residuo dell'antico camino vulcanico.

L'isolotto ospita un faro della Marina, attualmente automatizzato, ed è disabitato. Durante la stagione turistica partono spesso

imbarcazioni che lo raggiungono per permettere ai turisti per fare il bagno presso lo scoglio

Strombolicchio

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Mortorio

Mortorio è l'isola principale dell'omonimo arcipelago situato sulla costa nord-orientale della Sardegna, a sud dell'arcipelago della Maddalena. Di formazione granitica e dalle coste assai frastagliate si estende per una superficie di circa 0,6 km² e di aspetto montuoso raggiunge la quota massima di 77 metri s.l.m.. La sovranità comunale sull'isola è rivendicata dai comuni di Arzachena e La Maddalena, anche se l'istituzione del parco ne ha lenito il contenzioso.

Sardegna

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Storia

Sull'isola, completamente disabitata, nel XVIII secolo furono rinvenuti dai resti umani. Secondo lo storico Fara, si tratta dell'esito di una battaglia navale tra Pisani e Genovesi, in continua lotta per il dominio del nord Sardegna. Secondo altre fonti (gli Annali di Pisa) si tratterebbe invece dei resti di una battaglia sostenuta da Genovesi e Pisani, per una volta alleati contro l'emiro musulmano Mujāhid al-Āmirī detto Museto o Mugetto. Tale battaglia, svoltasi nel 1016, alla fine del periodo storico della Sardegna dei Giudicati, segna proprio l'inizio dell'ingerenza politica di Genova e Pisa sulla Sardegna. Quest'ultima teoria sull'origine del nome è ulteriormente avvalorata dallo storico musulmano al-Himyari, secondo il quale l'isola si chiamerebbe Isola dei Martiri proprio a causa del naufragio di alcune navi al seguito del pirata Mujāhid al-Āmirī.L'isola venne abitata, alla fine del '700 e per pochi anni da coloni Genovesi, i Bertoleoni, prima che gli stessi si spostassero più a sud, sull'isola di Tavolara in cerca di un'isola più ospitale e ricca di risorse.

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Ambiente, turismo e curiosità

Sono numerosi gli uccelli che nidificano sull'isola, tra i quali il gabbiano corso e il falco pellegrino, salvaguardati dall'istituzione del parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio, del quale l'isola fa parte. L'isola è ricca di vegetazione, prevalentemente bassa macchia mediterranea e ginestre. Mortorio è una rinomata meta turistica, sia per via del suo paesaggio surreale sia per la vicinanza al più importante centro della Costa Smeralda, Porto Cervo. Il nome evocativo e le caratteristiche paesaggistiche hanno probabilmente contribuito a rendere Isola Mortorio il palcoscenico di un romanzo di Paolo Agaraff pubblicato nel 2006 da Pequod: Il sangue non è acqua.

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Mal di Ventre

L'isola di Mal di Ventre (scritto anche Maldiventre) fa parte dell'Area naturale marina protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di

Ventre, dista circa 7 km (3,5 miglia marine) dalla Penisola del Sinis, sulla costa centro occidentale della Sardegna.

In lingua sarda l'isola è detta Isula de Maluentu (o anche Malu entu) che significa "cattivo vento" per via dei mutevoli e repentini cambiamenti delle condizioni meteo, influenzate tanto dal vento

dominante di maestrale sia dalle brezze termiche determinate dalla relativa vicinanza alla Sardegna.

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Geologia

Geologicamente l'isola è molto antica e rappresenta un relitto della più remota orogenesi Sardo-Corsa che separò definitivamente le due isole gemelle dall'area compresa tra l'attuale Catalogna e la Provenza, come testimoniano le formazioni rocciose di cristalli di quarzo riferibili alla fine del Mesozoico.

Abitanti L'isola è disabitata, anche se viene frequentata da turisti soprattutto durante la stagione estiva che la raggiungono mediante piccole imbarcazioni da diporto. Pur trattandosi di un terreno per lo più inospitale, in ogni tempo fu frequentata da pescatori di corallo e pastori, che servendosi delle barche dei pescatori stessi, portavano le pecore in transumanza a pascolare sull'isola durante gli inverni, che su questo lembo di Sardegna sono particolarmente miti, e nella stagione primaverile.

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Descrizione

Mal di Ventre possiede una superficie è di 3,6 km², ha un aspetto pianeggiante e arriva a una altitudine di appena 18 m s.l.m. È

presente una pozza di acqua sorgiva che permette la sopravvivenza di alcune specie di piccoli mammiferi di rettili e di volatili. La

vegetazione di macchia mediterranea è bassa e i cespugli vengono scolpiti e modellati dall'azione costante del vento di maestrale.

 Le acque che la circondano purtroppo non sono più ricche di fauna marina come una volta, e questo per l'azione sconsiderata dei

pescatori che non rispettano le regole neanche in presenza dell'area protetta, anche perché i controlli sono difficili data la distanza dalla

costa. Comunque sono frequentate non di rado da tartarughe marine, da cetacei e fino a pochi decenni or sono vi è stato avvistato qualche

esemplare di foca monaca.La costa orientale che si rivolge alla Sardegna si presenta per lo più sabbiosa e presenta alcune calette che facilitano l'approdo. La costa occidentale invece si presenta relativamente alta e rocciosa, e non

offre approdi sicuri essendo esposta al maestrale che in questa parte dell'isola soffia particolarmente intenso.

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Amministrazione

Amministrativamente appartiene al comune di Cabras (OR), anche se è stata per diversi anni al centro di un contenzioso tra un Lord inglese, che ne rivendicava la proprietà e il diritto di poterla sfruttare turisticamente, e l'amministrazione comunale lagunare. Forma parte inoltre dell'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis – Isola di Maldiventre" e per questo risulta riconosciuta quale area di notevole interesse naturalistico e importanza ambientale. Sull'isola non sono presenti costruzioni, fatta eccezione per un fanale automatico di supporto alla navigazione notturna. Sono visibili sulla costa orientale i resti di un nuraghe, testimonianza della presenza umana sull'isola fin dall'età del bronzo. Numerosi relitti di navi di ogni epoca, recentemente rinvenuti, mostrano come il nome dell'isola confermi la natura traditrice dei suoi fondali marini. In alcune mappe nautiche e fino a tutto il XIX secolo, l'isola viene anche segnalata con il toponimo di "Coscia di donna".

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Complotto separatista

Finì all'attenzione della cronaca durante il processo per il presunto "Complotto Separatista" svoltosi agli inizi degli anni ottanta del XX secolo, che vide implicati diversi attivisti di movimenti indipendentisti sardi; l'isola infatti sarebbe stata prescelta, secondo l'accusa, quale luogo dal quale gli insorti avrebbero comunicato al mondo mediante potenti apparati radioamatoriali la nascita della Repubblica Socialista di Sardegna. Il quotidiano italiano La Repubblica ha riportato nell'agosto del 2008 la notizia della singolare iniziativa di un indipendentista sardo che mira al riconoscimento internazionale dell'isola di Mal di Ventre, quale "Repubblica Indipendente di Malu Entu", rifacendosi ai principi di autodeterminazione dei popoli sanciti dalla Carta di SanFrancisco.

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Salvatore Meloni, protagonista di altre storiche battaglie per l'indipendenza della Sardegna, ha provveduto a inviare il progetto

sia alle Nazioni Unite e ai suoi membri che al presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi. Salvatore Meloni, che da più

di vent'anni trascorre gran parte delle sue giornate sull'isoletta assieme ad altri indipendentisti, avvierà una causa civile per

l'usucapione dell'isola di Mal di Ventre che, dal 1972, appartiene alla società napoletana "Turistica Cabras srl". Da qualche mese, inoltre, il Meloni ha richiesto al Comune di Cabras la residenza anagrafica

sull'isola per rafforzare la sua iniziativa. Meloni ha pure fatto stampare banconote con la sua faccia, i "Soddi Sardi"

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Dopo 5 mesi dalla data di autoproclamazione della Repubblica, un blitz della Guardia Forestale e della Capitaneria di porto ha sgomberato gli indipendentisti. Questi ultimi sono stati accusati, tra le altre cose, di aver danneggiato l'ambiente e di aver smaltito illecitamente i rifiuti prodotti durante la loro permanenza sull'isola. In seguito, Salvatore Meloni sebbene allontanato è ritornato sull'isola.

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Arcipelago della Maddalena

L'arcipelago della Maddalena è un gruppo di isole a nord-est della Sardegna, al largo della costa Smeralda. Tra le più importanti, La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Santa Maria, Razzoli, Budelli, Spargi oltre ad altre più piccole.L'arcipelago è una meta ambita dai diportisti per via delle bellezze naturali e delle acque incontaminate color smeraldo.Caprera è nota per aver ospitato Garibaldi durante l'esilio ed è collegata con un istmo artificiale a La Maddalena. Santo Stefano ha ospitato una base per sommergibili statunitense.L'arcipelago ospita il Parco nazionale Arcipelago di La Maddalena dal 1994.

Eventi

Il 1° gennaio 1994 alle ore 6:35 la nave traghetto francese ‘Monte Stello’, con 77 passeggeri più gli uomini di equipaggio ed una trentina di auto a bordo, si incaglia sugli scogli dell’isolotto Barrettini

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La Maddalena (isola)

L'isola della Maddalena è l'isola principale dell'arcipelago omonimo. Su di essa sorge La Maddalena, il principale comune dell'arcipelago

Personaggi noti legati a La MaddalenaDomenico Millelire Giuseppe Garibaldi

Benito Mussolini Gian Maria Volontè

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Caprera

L'isola di Caprera (in sardo Caprèra) fa parte dell'arcipelago della Maddalena appartenente al comune di La Maddalena nella costa nord-orientale della Sardegna. La cima più alta, Monte Teialone raggiunge i 212 metri s.l.m. e l'isola, con una superficie di 15,7 km² è la seconda per estensione dopo quella della Maddalena e collegata ad essa da un ponte. Assieme alle altre isole dell'arcipelago costituisce un parco protetto e sono pochi gli abitanti che vi risiedono, principalmente nella frazione di Stagnali.L'Isola è anche sede di una importante scuola di vela: il Centro Velico Caprera.

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Geografia

Di natura granitica possiede numerosi boschi, principalmente pinete e meravigliosi litorali a rias con stupende cale sabbiose alternate da scarpate a picco sul mare. Il colore delle acque è di un verde cristallino intenso per merito delle forti correnti che puliscono il mare dalle particelle in sospensione e dai fondali di sabbia bianchissima che ne risaltano le tonalità.

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StoriaL'isola è nota soprattutto per essere stata, per oltre vent'anni, l'ultima dimora di Giuseppe Garibaldi. Egli acquistò infatti, con l'eredità del fratello Felice, la metà settentrionale di Caprera fin dal 1856, vivendo inizialmente in una casupola. Qualche anno più tardi Garibaldi si fece costruire, nello stile delle fazendas sudamericane, la famosa "casa bianca", oggi museo; pochi anni dopo, una colletta dei figli e degli ammiratori gli permise di comprare anche l'altra metà dell'isola, fino a quel momento appartenuta ad un inglese bizzarro di nome Collins.Nella grande tenuta, Garibaldi piantò molti alberi e cominciò a fare la vita del contadino, coltivando i campi ed allevando polli, ovini, cavalli (la sua celebre cavalla bianca, Marsala, è sepolta poco lontano dalla casa), e molti asini (il più recalcitrante dei quali fu chiamato, per spregio, Pio IX). Nella Casa Bianca, inoltre, Garibaldi visse con i figli avuti da Anita e quelli che ebbe da una domestica e dalla terza moglie Francesca Armosino. Nella stanza di Garibaldi, l'orologio e i calendari appesi a una parete segnano ancora la data e l'ora della morte dell'eroe: il 2 giugno del 1882 alle ore 18.21. Contravvenendo le sue ultime volontà, le sue spoglie vennero imbalsamate e sepolte in una tomba, in granito grezzo, appena dietro la casa.A Caprera è rimasta la sua casa, le sue barche, i suoi oggetti diventati cimeli di un museo fra i più conosciuti e visitati d'Italia. La sua vita sull'isola e come egli la coltivava è descritta nel libro di memorie scritto da sua figlia Clelia intitolato Mio padre.

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Isola Santo Stefano (Sardegna)

Santo Stefano (in sardo Sàntu Istèvene) è un'isola dell'Arcipelago della Maddalena nella Sardegna nord-orientale e appartiene a privati, fatta eccezione del versante orientale su cui insistono insediamenti militari della Marina Militare Italiana e l'approdo per la nave appoggio per sommergibili nucleari americani.

Geografia

L'isola ha una superficie di 3 km² e la cima più alta, il monte Zucchero, raggiunge una quota di 101 m. Per superficie è la quarta isola dell'Arcipelago ed è situata a metà strada fra Palau e La Maddalena da cui dista circa 1500 metri. Di formazione granitica di colore rosa e bianco, si affaccia su un mare color smeraldo, specie sul versante meridionale prospiciente a Capo d'Orso.

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Storia Nella cala di Villamarina, in una vecchia cava di granito abbandonata, si può vedere il busto di una enorme statua di Costanzo Ciano commissionata da Benito Mussolini per il completamento del Mausoleo dello stesso Ciano presso Livorno. Nella parte alta dell'isola sorge il Forte San Giorgio, costruito negli ultimi anni del XVIII secolo, chiamato comunemente "Forte di Napoleone" in quanto, durante il famoso attacco all'arcipelago del 23 febbraio 1793, il generale Corso se ne impossessò e da lì bersagliò il centro di La Maddalena. La costruzione originaria fu edificata nel 1773. La base militare

Nel 1972, il governo Andreotti, in maniera totalmente illegale (senza quindi il coinvolgimento del parlamento italiano), concesse agli USA di impiegare una zona della base navale della Marina Militare Italiana situata nella parte orientale del'isola per ospitarvi una base militare navale di appoggio per sommergibili a propulsione nucleare che è stata dismessa il 25 gennaio 2008

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Isola di Spargi

Spargi è un'isola dell'arcipelago della Maddalena nella Sardegna nord-orientale in provincia di Olbia-Tempio.

Geografia

L'isola, con una superficie di 4,20 Km² è la terza per estensione dell'arcipelago, ha uno sviluppo costiero di 11 Km e la punta di Guardia Preposti, la più elevata dell'isola raggiunge la quota di 153 metri s.l.m.. Di natura granitica, ricchissima di acqua e vegetazione ospita numerose specie di uccelli.

Storia Nei primi decenni dell'Ottocento un bandito, Natale Berretta, perseguitato dalla legge, si nascose sull'isola riuscendo a sfuggire così al carcere, ma quando finalmente la sua innocenza fu provata decise di restarvi con la sua famiglia allevando capre e vacche. Nell'ultimo secolo fu utilizzata solo nella prima e nella seconda guerra mondiale e i ruderi dei vari forti sono tutt'oggi visibili, fra i quali il forte Zanotto è sicuramente il meglio conservato. Nei fondali circostanti l'isola sono stati recuperati vari reperti e i resti di una nave romana del II sec. a.C. oggi esposti al museo navale di La Maddalena

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Isola Budelli

Budelli è un'isola appartenente all'Arcipelago della Maddalena, situata all'estremo nord della Sardegna presso le Bocche di Bonifacio. Costituisce, assieme alle altre isole, il Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena. L'isola è abitata da una sola persona, che è anche il custode.

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Geografia

L'Isola di Budelli si trova poche centinaia di metri a sud delle isole di Razzoli e S.Maria, separata dal passo Chiecca di Morto; ha una superficie di 1,6 chilometri quadrati e uno sviluppo costiero di 12,3 chilometri. Il Monte Budello rappresenta il punto più alto dell'isola, raggiungendo la quota di 87 metri. Budelli è considerata una delle più belle isole del Mediterraneo, nonché simbolo del Parco; essa è conosciuta anche all'estero per via della sua famosa Spiaggia Rosa, situata nella parte sud-orientale dell'isola, che deve il suo colore tipico ai frammenti sminuzzati di coralli e particolari conchiglie, quali la Miriapora truncata e la Miniacina miniacea.

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Storia

Le isole, conosciute già dai Romani col nome di insulae Cuniculariae, erano probabilmente abitate in epoca preistorica visto che si trovano sulla rotta dell'ossidiana tra Sardegna, Corsica e Toscana. Nei fondali circostanti furono rinvenute alcune parti di una kylix attica a figure rosse con foglie e tralci di vite, risalente al V secolo a.C.

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Lavoro

Svolto da:

Belelli Giulia