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Diocesi di Treviso – Pastorale Giovanile

Kaire Maria!

Sussidio di preghiera per l’itinerario spirituale dei giovani 2009-2010

In copertina:Beato angelico, Annunciazione (affresco)

Convento S. Marco (Cella 3) - Firenze

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Presentazione

Cari giovani, quest’anno la nostra diocesi ci invita

a riscoprire la presenza di Maria nella vita cristiana. Mons. Andrea Bruno Mazzocato, che ci ha accompa­gnato per anni nel la fede, l’ha definita “specchio pu­rissimo della Carità di Dio”.

Questo sussidio intende cogliere l’opportunità del­l’Anno mariano per riproporre a voi giovani la pre­ghiera del rosario, offrendo per ciascuno dei venti mi­steri una meditazione e un invito alla preghiera, a par­tire dall’ascolto della Parola. È così possibile sostare ­ anche in adorazione ­ contemplando gli episodi sa­lienti della vita di Gesù.

Il rosario è un tesoro spirituale che anche voi giova­ni potete apprezzare, perché è una via che conduce a Dio quanti si lasciano prendere per mano da Maria. Ci vuole un cuore semplice e povero per riconoscerne il bisogno. Ma quanti sceglieranno di intraprendere que­sta via saranno sorpresi essi stessi dal saluto dell’ange­lo: “Kaire... rallegrati... esulta di gioia!” (cf. Lc 1,28).

Nelle pagine finali trovate i riferimenti e le infor­mazioni riguardo ai 15 santuari mariani disseminati nel territorio della nostra diocesi: camminare insieme pregando è uno dei modi più belli e veri di esprimere la nostra adesione di fede.

Vi auguro di procedere con fiducia incontro al Si­gnore, sostenuti dall’intercessione di Maria, per acco­gliere e diffondere con gioia la Carità di Dio in ogni luogo da voi abitato.

Don Massimo Gallina (Ufficio diocesano Pastorale giovanile)

Treviso, 27 novembre 2009

Se desideri contattare l’Ufficio per la Pastorale giovanile, puoi scri-vere a: [email protected]

Commissione veglie: don Massimo Gallina, don Claudio Girar-di, don Andrea Guidone, sr. Monica Marighetto, Tatiana Radaelli, don Edy Savietto, sr. Cristina Zaros.

Commissione sussidi: don Francesco Ferraro, don Francesco Fili-putti, don Massimo Gallina, don Federico Giacomini, Maria Ele-na Menegazzo, don Matteo Volpato, sr. Cristina Fornasier..

Un ringraziamento particolare a mons. Giuseppe Rizzo per aver curato le quattro introduzioni ai misteri del rosario, legandoli ai tempi liturgici che incontreremo.

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Il sussidio

Questo è un aiuto per te!

È un aiuto per te, giovane che desideri continua­re il cammino di preghiera e di incontro con Gesù, approfittando delle riflessioni contenute in questo li­bretto. Può dare continuità e forza alle intuizioni na­te in te durante la Veglia.

Gli schemi che ti proponiamo non vogliono im­brigliare la spontaneità della tua preghiera, ma so­stenerla e allenarla perché diventi sempre più vera e fedele.

Come fare?

Puoi usare questi schemi di preghiera da solo o in gruppo, all’inizio di un incontro o al termine della giornata. E puoi meditare un mistero del Rosario re­stando in ascolto della Parola oppure inserendo la me­ditazione dentro un tempo più prolungato di adora­zione. A questo scopo ci sono delle indicazioni all’in­terno della copertina. Maria ti accompagnerà a risco­prire il vero volto di Gesù, nostro unico Signore.

In adorazione di Dio che dimora nella nostra vita

Restando uniti a Gesù in adorazione, scopriamo che egli pian piano ci trasforma, facendo crescere in noi la comunione con Lui e con i fratelli. Subito ci sarà la fatica della fedeltà, la tentazione della distrazione, la paura di non farcela da solo, ma un po’ alla volta, rimanen do in ascolto della Sua Parola, possiamo rice­vere una forza e una consapevolezza nuove: siamo figli amati dal Padre, che attraverso la morte e resurrezio­

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ne di Gesù e la guida dello Spirito Santo, trovano la forza di essere testimoni per le strade del mondo.

Maria ci aiuterà a comprendere cosa significhi ado-rare: riconoscere Dio al primo posto, entrare in rela­zione profonda con Lui, ascoltarlo con fiducia, conse­gnargli interrogativi, dubbi e paure per abbandonarsi alla sua volontà.

Dove e quando è possibile vivere la preghiera di adorazione?

Semplicemente recandosi in chiesa, in qualsia­si altro momento della giornata, rimanendo in silen­zio adorante dinanzi a Gesù custo dito nel tabernaco­lo. Oppure partecipando ai momenti nei quali la tua comuni tà dedica un tempo prolungato all’adorazione. Come Maria, puoi vivere sia l’esperienza intima e per­sonale di Dio che viene a farti visita nella tua casa, sia quella comunitaria di condividere con gli altri disce­poli la preghiera e la lode al Risorto.

“Ma io non ho tempo!”: è vero, sei pieno di impegni, appuntamenti e tante volte arrivi stanco a sera. Eppu­re, se ti fermassi un istante e ti guardassi dentro con onestà, riusciresti davvero a dire “non ho tempo per te!”... guardando Gesù negli occhi?

Per un giovane cristiano che si impegna a vivere il Vangelo, la preghiera è questione di dare del “tu” al Signore. A colui che ha dato la vita per te, che ti accoglie sempre, che ti fa visita nel cuore con la sua grazia.

Prova a ritagliare un tempo preciso della tua gior­nata in cui essere libero e disponibile, preferendo la fedeltà di pochi minuti vissuti fino in fondo piuttosto che le abbuffate del “quando mi sento”.

Questo sussidio ti propone venti ap puntamenti che ci accompagneranno fino al prossimo incontro di preghiera, che si svolgerà sabato 27 marzo 2010, nella chiesa di S. Nicolò a Treviso (ore 20.30).

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Verso Gesù accompagnati da Maria

Quest’anno il cammino della nostra Chiesa dioce­sana è stato affidato a Maria.

Anche noi, come giovani, le chiediamo di esserci accanto come guida e sostegno, come madre capace di intercedere per noi.

Le meditazioni che trovi nel libretto seguono i Vangeli dei misteri del Rosario, che, come ricordava l’amato Papa Giovanni Paolo II, sono una via per “con­templare Gesù con Maria” (cfr. Giovanni Paolo II, Ro-sarium virginis Mariæ. Lettera apostolica, 16 ottobre 2002, n. 10­12), per amarlo con la stessa intensità del cuore di sua madre.

Almeno tre aspetti della vicenda spirituale di Ma­ria vanno sottolineati.

Innanzitutto, quando ha detto sì, Maria era una giovane, come lo sei tu. E quindi una “preferita” di Dio, proprio perché piccola. Tutta la storia della sal­vezza ci parla dello sguardo attento di Dio che chia­ma i più giovani a essere suoi collaboratori e strumen­ti di salvezza: da re Davide al profeta Daniele, fino al l’evangelista Giovanni. Dio ama la giovinezza, con i suoi travagli e i suoi problemi, con le sue risorse e le sue speranze, perché il cuore giovane anela a una grandezza e a un amore che solo Dio può saziare.

In secondo luogo Maria è un “tipo sveglio”, non è rassegnata né passiva; ascolta in modo profondo e in­telligente; non esita a manifestare i suoi interrogativi; decide con coraggio di rischiare la sua vita per amore. Dicendo sì a Dio non rinuncia a vivere, anzi trova la direzione nella quale realizzare tutta se stessa secon­do il Suo progetto.

Infine Maria custodisce tutto nel suo cuore. Tutti gli avvenimenti della sua vita li raccoglie in sé e li medi­ta per coglierne il significato profondo. Non si ferma alla superficie ma rileggere i fatti e le persone che in­contra, i gesti e le parole fino a scorgere l’agire di Dio nella storia.

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Riscoprire il Rosario

Forse sorridiamo al pensiero di pregare come i no­stri nonni, accomodati in poltrona con la fedelissima compagnia di una radiolina che spara “Ave marie” da mattina a sera... Eppure, perché no? Se pregare è dif­ficile (i discepoli stessi hanno chiesto a Gesù: inse­gnaci tu!) perché non partire dalle cose semplici? La preghiera del rosario è alla portata di tutti! La sua grandezza sta nella sua capacità di allenare il nostro cuore e i nostri pensieri a rivolgersi continuamente al Signore.

E poi somiglia proprio alla radio, che puoi ascol­tare senza doverti fermare da tutto ­ come invece ti obbliga a fare la tv ­ che puoi ascoltare mentre lavori o sistemi le tue cose... basta solo tenere sintonizzato il cuore su Dio e scoprirai alla fine della giornata che la tua preghiera, apparentemente ripetitiva o distratta, ti ha portato a Gesù.

Una illustre sconosciuta

Ce l’hanno insegnata probabilmente da piccoli, qualche mamma o nonna che ci portava in chiesa o ci accompagnava la mano nel gesto divenuto familia­re del segno di croce. Eppure l’“Ave Maria” rischia di essere per il cristiano una semplice ripetizione di pa­role. Al di là dell’intenzione con cui la recitiamo, re­sta la fatica di comprendere fino in fondo le parole di questa preghiera radicata nella Scrittura e nella tra­dizione della Chiesa. Non potendo qui dilungarci sul senso profondo e intenso di ogni parola, te ne offria­mo alcune briciole perché la tua preghiera sia ancora più consapevole e viva:

“Ave”: vuol dire “rallegrati!”; non è un saluto di cor­tesia, ma un’esplosione di gioia. Dio ti ama e nessuno può toglierti il suo amore! Questo annuncio dovrebbe farti traboccare il cuore di serenità e di pace ogni vol­ta che lo pronunci.

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“Maria”: significa “amata da Dio”. Puoi anche met­tere il tuo nome, la tua vita, la tua storia, unita a quel­la di Maria. Dio ti conosce fino in fondo, sei un pro­digio ai suoi occhi, non nasconderti o aver paura di fronte a lui!

“Il Signore è con te”: non ti abbandona, non ti lascia mai solo, cammina al tuo fianco anche quando la sua presenza è più difficile da percepire.

“Tu sei benedetta”: Dio dice bene di te, ha un sogno di felicità per il tuo futuro. Si fida di te e scommette che con il suo aiuto puoi diventare un testimone del suo amore.

“Benedetto il tuo frutto”: il bene che compi ogni giorno, l’amore ricevuto e continuamente donato... tutto ciò è segno della sua opera nel mondo.

“Gesù”: è il nome santo del Figlio di Dio. Significa “Dio salva”. È potente contro il male e porta pace al cuore che lo custodisce pregando.

“Santa”: Maria è la regina di tutti i santi, è traspa­renza di Dio per gli uomini, è presenza viva nel cuore del Chiesa, pronta a raccogliere le nostre preghiere per sussurrarle al Figlio.

“Madre”: anche tu hai una parentela stretta con Gesù; sei madre quando ascolti la Parola e la metti in pratica, sei figlio nel Battesimo, sei fratello nell’impe­gno di costruire il Regno nella giustizia e nella pace. “Madre di Dio” è l’antico titolo con il quali i primi cri­stiani hanno riconosciuto la divina maternità di Ma­ria, il suo speciale contributo all’incarnazione di Dio nella nostra storia.

“Prega per noi”: puoi affidare all’intercessione di Maria la tua vita, i progetti e i desideri, le fatiche e le paure; puoi affidare anche le persone care della tua vi­ta e chi vive momenti di difficoltà e di bisogno.

“Adesso e nell’ora di morire”: restami vicino, Signo­re, quando percepisco la tua presenza e quando sento solitudine e abbandono, mentre brindiamo inebriati a Cana e quando nel buio ci troviamo anche noi sotto la croce... resta con noi per sempre!

“Amen”: così sia, sì ci credo! Voglio essere tuo di­scepolo e fare anch’io la tua santa volontà.

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I misteri della gioiaper il tempo di Avvento e Natale

I misteri gioiosi si pregano il lunedì e il sabato. Sono particolarmente adatti al tempo di Avvento e di Natale.

Tempo di Avvento, cioè tempo di attesa. Tempo dei giovani, tempo giovane.

Ma l’attesa non è immobilismo, non si finge di at­tendere, l’attesa è movimento; è “tendere a...”.

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Il primo movimento è sempre una grazia, come lo fu per Maria: l’ala di un angelo mandato da Dio. Per questo l’attesa è possibile perché la grazia cammina davanti a noi.

Grazia, non caso. Non sono al mondo per caso. Non sono uomo o donna per caso. Non ho avuto la fede per caso. Non sono qui per caso. Non mi viene dato il tempo per caso... mi viene dato per riempirlo di attesa.

Come attenderò?

- Il primo movimento dell’attesa è l’ascolto. Se non c’è ascolto non c’è parola di Dio: “la parola di Dio era rara in quei giorni” (1Sam 3,1). Se vuoi attendere, ascolta: te stesso, gli altri, il creato, il tuo Signore.

- Il secondo pilastro dell’attesa è la verginità: è la forma più alta di creaturalità. La verginità è conse­gnarsi nelle mani di Dio perché ci plasmi a sua im­magine: solo la verginità creaturale può ospitare l’im­magine di Dio. Verginità è disciplina del desiderio, rispetto del tempo, primato dell’anima. È via ardua, ma porta a salvezza la persona.

- Il terzo movimento dell’attesa è la decisione. La Vergine Maria rivolge a sé l’imperativo: “avvenga... si faccia secondo la tua parola...”. E poi... Maria prende la strada del mondo, esce di casa, va verso la sua vita. Il suo futuro è Gesù. Anche il nostro Avvento è Gesù.

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Primo mistero della gioia: L’annuncio dell’angelo a Maria

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-31)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una ver-gine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. En-trando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signo-re è con te”.

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le dis-se: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Al mattino, a mezzogiorno e alla sera, per tre volte al giorno suonano le campane. È l’Ave Maria: “Rallegrati Maria”, è il saluto dell’angelo. Rallegrati, perché Dio non è più lontano nei cieli, non è più estraneo alle vicende dell’umanità, al dolore causato dal male... Dio ha deciso di farsi uomo, di prendere una carne umana.

È il per primo di Dio nella nostra vita, un agire che sconvolge, rompe i nostri progetti, il nostro programma-re la vita senza chiederci: “Signore qual è la tua volontà per me?”.

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Università, un lavoro sicuro, una vita di coppia che procede, relazioni di amicizia, la sofferenza o la morte di una persona cara... “ma dove sei in tutto ciò?”.

“Ecco concepirai un figlio...”: anche per Maria non è stato facile capire il disegno di Dio. “Come è possibile?”: Maria chiede luce. Interrogare Dio è legittimo, ci fa esse-re pienamente umani. Rivolgere a lui le nostre domande, la sete di senso e pienezza che portiamo dentro... tutto ciò è importante se vogliamo crescere.

La domanda di Maria apre lo spazio all’impossibile di Dio. Egli opera l’impossibile donando all’uomo il suo Spirito, un nuovo principio di vita. È un dono che appar-tiene ad ogni battezzato ma raramente lo chiamiamo in causa nelle nostre scelte, nel cercare di capire il disegno per la nostra vita. Di fronte a questo dono, a questo agi-re di Dio, Maria dice il suo sì: “eccomi sono la serva del Signore...”. Che cosa è cambiato in lei dopo questa scel-ta? È cambiata la sua vita: dentro di lei è entrato il cie-lo infinito. Nel suo grembo si è compiuto il miracolo più strepitoso di tutti tempi: l’Eterno è entrato nella storia, l’Onnipotente si è fatto piccolo piccolo... fino a nascon-dersi nelle pieghe di una giovane carne. La salvezza di ogni uomo è diventare docile come Maria: dire di sì alla proposta d’amore di Dio.

 Intenzione di preghiera: per tutti coloro che so­no chiamati da Dio a dare la vita per i fratelli.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Secondo mistero della gioia: La visita di Maria alla cugina Elisabetta

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che devo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grem-bo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Quante persone, quotidianamente, ci fanno visita tramite facebook, messenger, skype, sms...: tante relazio-ni, o meglio tanti contatti. Ma quando incontro e accolgo davvero l’altro in profondità? L’accoglienza dell’iniziati-va di Dio porta Maria a mettersi in viaggio per rico-noscere un segno che le è già dato grazie al suo fidarsi. Elisabetta rappresenta per lei un segno dell’agire di Dio nella storia.

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Il sussultare di Giovanni in grembo e le parole di Eli-sabetta - “la madre del mio Signore” - esprimono il ricono-scere che attraverso la visita di Maria passa la visita e la presenza stessa di un Dio vicino all’uomo. Non è un sem-plice contatto, ma un incontro di reciproca accoglienza.

Non ci viene spontaneo riconoscere la visita di Dio attraverso la visita delle persone incontrate. Lui ci visita sempre, nel suo amore folle ci viene incontro di continuo, anche se non ce ne accorgiamo. Ci fa visita tramite i pen-sieri e i sentimenti suscitati dallo Spirito nel nostro cuore, lì dove noi siamo noi stessi. Ma serve un ascolto interiore per intuire questa presenza discreta. A volte non ricono-sciamo la sua visita perché viviamo fuori di noi stessi. Meglio tanti contatti virtuali o alcuni incontri reali, nei quali ci giochiamo di persona?

“Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. L’accoglienza di Maria è acco-glienza di una Parola che ha preso carne, una forma con-creta. Maria ascoltando si fida, ancora prima di vedere. La beatitudine di essere madre di Dio è anche la nostra beatitudine, ogni volta che ci fermiamo ad ascoltare con cuore disponibile la parola che il Signore ci rivolge. Que-sta fede di Maria è il principio che ci permette di ricono-scere nella quotidianità il Signore che ci visita. Possiamo così vivere un’incontro che da senso e pienezza alla vita.

 Intenzione di preghiera: perché sappiamo vi­vere relazioni autentiche con gli altri, nell’ascolto, nell’accoglienza e nella fede.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Terzo mistero della gioia: La nascita di Gesù a Betlemme

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,1.4-7)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.

Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàza-ret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Bet-lemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Il censimento di Cesare Augusto esprime l’esaltazione del potere dell’uomo sull’uomo. Anche oggi è diffuso que-sto modo di pensare basato sull’apparire, sull’afferma-zione di sé anche a costo di prevalere sui più deboli. Ma nemmeno questo ostacola la manifestazione di Dio nel mondo: Maria e Giuseppe vanno a Betlemme per farsi registrare dal potente di turno.

In quel luogo nasce Gesù: è un Dio che mostra la sua potenza d’amore facendosi piccolo e indifeso per essere accolto dalle nostre mani. La nascita di Gesù mostra la passione di Dio per l’uomo, a tal punto da incarnarsi.

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Maria e Giuseppe sono i primi ad accogliere questo mo-vimento di Dio.

La questione seria della fede cristiana è accogliere il Dio fatto uomo, solidale con la nostra debolezza. È troppo scandaloso un Dio così vicino, non ci è spontaneo cercar-lo nella debolezza di un bambino, dentro le nostre stesse fragilità. Un Dio nato fuori dalla massa, da ogni agiatez-za, dalla confusione, lontano dai riflettori del mondo. Un Dio che preferisce nascondersi nella povertà.

Come a Maria anche a noi è chiesto di spogliarci di tutto ciò che impedisce di riconoscere e accogliere questo desiderio di Dio di camminare con l’umanità. Spogliarci dei nostri pregiudizi, della presunzione, dell’indifferenza, dei timori. La nascita di Gesù nella povertà ci invita a diventare più semplici e accoglienti, accettando la nostra esistenza così com’è. A quanti lo accolgono così com’è Egli dà il “potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12).

“Lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia”. La cura di Maria per questa nuova vita che nasce ci insegni a prenderci cura della vita nostra e altrui, collaborando all’azione dello Spirito che ci rinnova continuamente.

 Intenzione di preghiera: perché ogni vita che nasce trovi rispetto e accoglienza.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Quarto mistero della gioia: La presentazione di Gesù al tempio

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-32.39-40)

Quando furono compiuti i giorni della loro purifica-zione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bam-bino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primoge­nito sarà sacro al Signore - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Sime-one, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.

Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i ge-nitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.

Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapien-za, e la grazia di Dio era su di lui.

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 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

È un incontro meraviglioso! Da un lato i genitori pre-sentano Gesù e così adempiono il loro dovere secondo la legge; dall’altro Simeone, una vita in attesa e finalmente raggiunto dal Signore, mosso dallo Spirito Santo.

I primi ascoltano la profezia: Dio, attraverso quel bambino che portano in braccio, salverà il popolo.

L’anziano invece assapora la fedeltà del Signore che mantiene le sue promesse e non abbandona chi confida in Lui.

Maria e Giuseppe comprendono che davvero il Si-gnore li ha scelti come strumenti della sua grazia per accompagnare Gesù nel silenzioso tempo della sua gio-vinezza. Per trent’anni Egli vivrà l’esperienza della fami-glia, del lavoro, della vita ordinaria, pienamente radica-to nella quotidianità di Nazareth.

Simeone invece riconosce con gioia che in quel bam-bino Dio ha raggiunto l’umanità e tutte le sue promesse hanno avuto compimento.

L’incarnazione è il culmine della storia della salvez-za: Dio viene incontro all’uomo per salvarlo. Il Signore continua a chiamare anche noi per accompagnare Gesù, con la nostra vita, tra la gente; ad adorarlo presente nei nostri cuori, facendogli spazio; per indicarlo a quanti in-contriamo. Gesù è la risposta autentica a tutti i cammini di ricerca.

 Intenzione di preghiera: chiediamo al Signore di essere capaci di accogliere Gesù nella nostra vita e presentare a Lui ogni nostro desiderio.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Quinto mistero della gioia: Il ritrovamento di Gesù nel tempio

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Luca (2,41-50)

I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascor-si i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fan-ciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornaro-no in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo tro-varono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano era-no pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose loro: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Hanno smarrito Gesù! Pensavano fosse lì dove sareb-be stato giusto che si trovasse, dove tutti si immaginavano.

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Invece non è così: Gesù è altrove, già intento alle sue cose, a quelle del Padre Suo. Una sorta di inizio precoce e impre-visto della sua missione. Siamo davanti al primo supremo atto di libertà di Cristo: libero da schemi, attese, conven-zioni; sciolto da giudizi, abitudini e dipendenze. È l’auda-cia di chi non ha nulla da perdere e tutto da donare.

Già dodicenne insegna a tutti la via al cielo. Gesù ha sempre saputo fiutare le piste dell’annuncio e della fame di senso, lì dove nessuno se lo aspettava. Ha saputo scardina-re le anguste sicurezze di chi presume di sapere già tutto.

Una presenza gratuita, inedita e inaudita sarà la Sua: per sapienti e peccatori, per sani e malati, per pubblicani e prostitute. Ha sempre scelto di partire dagli ultimi, fa-cendosi ultimo. Per non perdere nessuno, per non lasciare indietro qualcuno e poter offrire a tutti il suo messaggio di speranza e salvezza. Si è fatto annuncio e novità, perdono e sostegno, alternativa e speranza di vita nuova.

Questo passo del vangelo ci ricorda l’urgenza e la saggezza di saper cercare Gesù ovunque, soprattutto do-ve il nostro tiepido buon senso non lo saprebbe riconosce-re, dove meno ce lo aspetteremmo. Così possa essere la nostra fede: scaltra e libera da convenzioni e piccole si-curezze, capace di andare incontro anche i non credenti, esclusi, ultimi, indifferenti.

La nostra fede non sia mai scontata. Chiediamo a Gesù che ci doni di saperlo cercare ovunque, attenti a intuire le orme del suo passaggio e i semi della sua pre-senza in tante persone e storie che possono parlare alle nostre vite. E alle nostre comunità.

 Intenzione di preghiera: donaci, Signore, un cuore libero e puro che sappia riconoscerti negli ulti­mi e negli esclusi.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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I misteri della luceper il tempo ordinario

I misteri luminosi si recitano il giovedì. Sono partico-larmente adatti al tempo liturgico ordinario.

La regalità battesimale è la regola di vita del tempo per annum (o tempo ordinario). Non è un tempo sbia­dito, residuale o vuoto di eventi salvifici, da riempire in qualche modo.

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È il tempo di Nazaret, il tempo di Maria, il tempo del lievito silenzioso e potente che si prepara a fer­mentare tutta la pasta (cf. Mt 13,33). Non c’è enfasi nel Regno, ma purissima grazia. Noi ci lamentiamo del mondo di oggi perché ci pare che esso abbia rin­negato Dio. Maria ci dice: usate questo tempo non per pessimismi infondati, ma per preparare una nuo­va presenza del Signore.

- Maria che educa Gesù ci spinge ad educarci e ad educare come suggerisce il Concilio: “Legittimamente si può pensare che il futuro dell’umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle gene­razioni di domani ragioni di vita e di speranza” (Gs 31).

- Maria che custodisce la Chiesa a Nazaret, e la mo stra al mondo il giorno della Pentecoste, ci impe­gna a consacrarci alla comunità: i giovani, gli adole­scenti, hanno in mano la salvezza della comunità gio­vanile. Non ci si salva se non si salva qualcuno, come è vero che non si vive veramente se non si dona a qual­cuno l’esistenza.

- La regalità battesimale ha esito nella vocazione alla santità.

“C’è un’unica tristezza ­ diceva Leon Bloy ­ quella di non essere santi”. I seguaci di Cristo nel battesimo della fede sono stati fatti veramente figli di Dio e per­ciò realmente santi (cf. Lg 40).

Maria conosce il segreto della santità. Con Lei non sbagliamo strada: ci accompagnerà infallibilmente a Gesù. La strada è costruita di preghiera. Ripeteremo con l’angelo “Kaire Maria!”.

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Primo mistero della luce: Il battesimo di Gesù al Giordano

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,13-16)

Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.

Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”. Ma Gesù gli rispose: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora egli lo lasciò fare.

Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio di-scendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ec-co una voce dal cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Gesù con il Battesimo nel Giordano, dopo trent’an-ni di vita passata a Nazareth, per la prima volta com-pare nella storia degli uomini in modo pubblico. Egli, il Messia atteso, il Salvatore degli uomini, quando lascia Nazareth non va a Gerusalemme, al tempio, non cerca il successo, l’acclamazione, non sceglie di mettersi sotto i riflettori di un palcoscenico... ma si reca nel deserto, in un luogo inospitale, luogo di ricerca, di ritorno all’essen-ziale e alle radici della fede dei Padri.

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Nel deserto, sulle rive del Giordano, sceglie di met-tersi in fila con i peccatori, con la gente di poco conto, di cattiva fama e reputazione, per ricevere il battesimo di Giovanni. È un gesto umile attraverso il quale Dio Padre lo rivelerà come Figlio amato.

Gesù così comincia a manifestarsi al mondo: non in mo do straordinario, ma con umiltà e con la pazienza di met tersi a fianco e di camminare accanto a ciascuno di noi, come ha fatto con i poveri e i peccatori del suo tempo.

Gesù si fa conoscere e si lascia incontrare nel quotidia-no ripetersi dei sacramenti che lo rendono presente e vivo per noi; nella sua parola, attraverso cui abbiamo la possi-bilità di mettersi in relazione con Lui per seguirlo, nell’in-contro con i fratelli che, con la loro vita, ci parlano di lui.

“Questi è il Figlio mio, l’amato, in lui ho posto il mio compiacimento”: sono queste le parole con cui Dio ci in-dica chi è Gesù. E noi suoi discepoli siamo invitati a guardare a Lui, a riconoscere i segni della sua presenza, nel desiderio di conoscerlo in modo profondo e di cammi-nare alla sua sequela.

 Intenzione di preghiera: per i bambini, i giova­ni e gli adulti che si stanno preparando a ricevere il Battesimo, perché siano accompagnati dalla testimo­nianza dei credenti a fare un’esperienza autentica di Gesù Salvatore.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Secondo mistero della luce: Il miracolo delle nozze di Cana

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,1-11)

In quel tempo vi fu una festa di nozze a Cana di Ga-lilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze an-che Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giun-ta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.

Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione ri-tuale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a cen-toventi litri. E Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le an-fore”; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il ban-chetto”. Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i ser-vitori che avevano preso l’acqua - chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu in-vece hai tenuto da parte il vino buono finora”.

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni com-piuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi disce-poli credettero in lui.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

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Alla fine della festa di nozze, dopo giorni di festeggia-mento il maestro di tavola, ignaro del prodigio operato da Gesù, si complimenta con lo sposo per la sua scelta di servire ancora vino buono per gli invitati. Forse gli oc-chi dei più si rivolgono compiaciuti a quello sposo. Ma quelli di Maria e dei discepoli sono fissi su Gesù. Essi hanno vissuto un’esperienza straordinaria, sono stati te-stimoni di un segno - come lo chiama l’evangelista Gio-vanni - hanno assistito ad un dialogo quasi incompren-sibile tra Gesù e sua madre, hanno visto servi obbedire alle parole di Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. E, infine, hanno assaggiato quel vino buono che prima era semplice acqua.

L’episodio delle nozze di Cana è un segno anche per noi: quante esperienze nella nostra vita manifestano il li-mite, la mancanza, la noia. Maria è colei che interpreta e legge il nostro bisogno di pienezza, di festa senza fine, e lo presenta a Gesù, certa che egli potrà colmarlo.

È Gesù infatti che ci offre una vita in pienezza, che dà un senso nuovo e sovrabbondante a ciò che viviamo perché ogni giorno, così com’è, sia sotto il segno della fe-sta. Maria, modello di fede e prima credente, si rivolge anche a noi perché cerchiamo Gesù, lo ascoltiamo e cre-diamo in lui.

 Intenzione di preghiera: per i giovani e i ragaz­zi che considerano la trasgressione, il rischio, lo sballo come modalità per cercare il divertimento e la felici­tà, perché scoprano che è possibile una vita piena di gioia vivendo relazioni di amicizia, nel rispetto reci­proco e nella ricerca del senso vero della vita.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Terzo mistero della luce: Gesù annuncia il Regno di Dio

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,14-15)

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nel-la Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Seppur breve, questo passo del vangelo contiene pa-role preziose: così Gesù ha inaugurato la sua missione pubblica, un tempo fatto di predicazione, di miracoli ma anzitutto di vicinanza ai più poveri ed emarginati.

Con queste parole Gesù si rivolge, oggi, anche a noi. Chissà se ci trova desiderosi di ascoltarlo e di fidarci di Lui, oppure se ci trova timorosi, poco disponibili a la-sciarci provocare. Una cosa è certa: Gesù parla schietto, si rivolge a tutti indistintamente affinché si sappia che, in Lui, “il regno di Dio è vicino”, perché Dio stesso è entrato, come uomo, nella storia degli uomini. Gesù è realmente vicino, anche oggi riconoscibile. Dobbiamo perciò affina-re lo sguardo e l’ascolto per scoprirne la presenza nella nostra vita di tutti i giorni.

Queste parole sono un invito forte ad accogliere ciò che Gesù aggiunge: “Convertitevi e credete al vangelo”. Gesù sa bene, infatti, che per credere alla sua Parola

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e scegliere di seguirlo occorre un atteggiamento di fede, l’atteggiamento di chi rinuncia alla pretesa di voler con-durre da sé la propria esistenza, per affidarsi invece al-la guida di Dio. Questo significa “convertirsi” in senso cristiano: cambiare decisamente vita, cambiare scelte e atteggiamenti orientandoli a Gesù, in modo che siano sempre più conformi al suo stile. “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”: chiediamo al Signore che ci inse-gni a scorgere, nel tempo che ogni giornata ci offre, i segni della sua vicinanza e ci dia la forza di compiere piccoli gesti di conversione al suo vangelo.

 Intenzione di preghiera: per noi cristiani, per­ché attraverso gesti semplici e nascosti, negli ambien­ti che quotidianamente frequentiamo, possiamo testi­moniare la vicinanza di Dio ad ogni uomo.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Quarto mistero della luce: La trasfigurazione di Gesù

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,2-8)

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti di-vennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la paro-la, Pietro disse a Gesù: “Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spa-ventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Gesù ha da poco iniziato a parlare apertamente della sua Passione alle folle e ai discepoli, e a porre delle con-dizioni molto chiare per chi dimostra di volerlo seguire: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. Nella sua proposta Gesù non lascia spazio a compromessi: chiede il dono totale di sé, ma sa anche che non è facile. Per que-sto Gesù offre ai suoi discepoli una sosta lungo la strada

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che porta a Gerusalemme, una sosta per vedere con più chiarezza la mèta del cammino. Nel volto trasfigurato di Gesù, i discepoli hanno riconosciuto il volto di Dio. Nella voce del Padre hanno ricevuto l’invito a mettersi in ascolto attento della Parola del suo Figlio. In questo hanno ricevuto una luce nuova, che ha donato loro spe-ranza e coraggio.

A ciascuno di noi la vita ha riservato o riserverà del-le difficoltà e sofferenze, piccole o grandi; anche a noi capiterà di vivere momenti di smarrimento, di timore... ma in tutto questo anche noi, come i discepoli, possiamo ricevere una luce di speranza se ci affideremo a Gesù e alla sua Parola, se impareremo a riconoscere in Gesù il Dio capace di salvare la nostra vita.

 Intenzione di preghiera: perché nelle prove che viviamo sappiamo guardare a Gesù e credere alla sua promessa di vita e risurrezione.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Quinto mistero della luce: Gesù istituisce l’Eucaristia

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 26,26-28)

Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: “Prendete, mangiate: questo è il mio corpo”. Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: “Beve-tene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

L’istituzione dell’Eucaristia è davvero un “mistero di luce”. In due segni così poveri come il pane e il vino, il Si-gnore si rende presente a noi pur rimanendo avvolto nel mistero grande della fede. Egli si rende presente perché si fa conoscere nella sua più profonda identità, quella di un Dio umile e silenzioso, ma fedele e ricco di amore. La lu-ce con cui il Signore illumina il nostro sguardo è proprio questa sua identità che si svela a noi nel mistero dell’Eu-caristia: in essa incontriamo un Dio che si propone, ma non si impone, perché desidera più di ogni altra cosa la libertà dell’uomo, la libertà della risposta di fede di cia-scuno di noi. Con la luce del suo amore libero e gratuito il Signore desidera aprire i nostri occhi e il nostro cuore, per renderci capaci di accogliere questo amore, e imparare a nostra volta ad amare come Lui i nostri fratelli. In ogni

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celebrazione dell’Eucaristia ci viene consegnata questa grande opportunità di metterci alla “scuola” di Gesù, di imparare da Lui l’amore vero. In particolare chiediamo al Signore di plasmare il nostro cuore perché attraverso ge-sti di perdono, rispetto, benevolenza, realizziamo sempre più, con i nostri fratelli e sorelle, la comunione di amore per la quale Lui stesso ha donato tutta la sua vita.

 Intenzione di preghiera: preghiamo per le si­tuazioni di conflitto, quelle grandi presenti nel mon­do e quelle più piccole che segnano la nostra vita. Il dono di Gesù nell’Eucarestia ci renda strumenti di pace e riconciliazione.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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I misteri del doloreper il tempo di Quaresima

I misteri dolorosi si recitano il martedì e il venerdì. Sono particolarmente adatti al tempo liturgico della Quaresima.

L’Annunciazione ha condotto Maria all’età adulta. Gli eventi che seguono alla partenza dell’angelo sono tutti nel segno della prova.

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Quando si diventa grandi non si può rinviare nul­la, bisogna vivere. È pericoloso voltarsi indietro. Non ci sono paradisi in cui rifugiarsi, o meccanismi di il­lusione.

Stare con Maria nella prova insegna tante cose:

- la prima prova per un adulto è il tempo. Non per­dere tempo, non buttarlo via, non ingannare il tempo, ma assumerlo, rendere conto del tempo, come di un patrimonio che ci è stato affidato. Maria assume in pieno il tempo che le è dato. Essa realizza anzi “la pie­nezza del tempo” in cui Dio semina il tempo nuovo, quello della salvezza.

- La seconda prova sono le relazioni. C’è molta retorica, cioè molte parole per descrivere, talora per nascondere, la relazione... che non c’è. Maria ci inse­gna che c’è una sola modalità adulta di relazione: è l’oblatività, cioè la capacità di dono. L’adulto assume il principio di Gesù: “Se uno vuol salvare la propria vita la perderà...”.

- La terza prova si manifesta nel distacco dalle co-se. Il tempo di Quaresima corrisponde all’Esodo. Gli Ebrei che pretendevano di portarsi dietro tutto non passarono il Mar Rosso: i carri pesavano troppo, affon­davano... tornarono indietro. Così il giovane ricco...

Noi siamo tutti ricchi! Provate a fare l’elenco sin­cero delle cose inutili che vi ingombrano la vita. Sarà lunghissimo. Non c’è età adulta senza esodo. Non c’è esodo senza prove. Non ci sono prove senza dolore. Non c’è dolore senza significato. Perché è come na­scere di nuovo. Questo è il senso e il dono della Qua­resima.

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Primo mistero del dolore: La preghiera di Gesù nell’orto degli ulivi

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 14,32-36)

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde fac-cia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

La festa è finita, la cena consumata, il canto si è spen-to: è ora di uscire, di andare nel buio, in un luogo a tutti conosciuto, lì dove si consumerà l´evento molte volte an-nunciato e mai pienamente compreso.

Come al solito il Maestro si ritira a pregare, ma que-sta volta non riesce a stare da solo: chiede la presenza de-gli amici più cari, quelli che sono con Lui fin dall´inizio. Anche Gesù in questo momento prova angoscia, paura, attesa che diventano tristezza mortale; e invita gli amici a stargli accanto, a non abbandonarlo. Sappiamo che la

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fatica e la stanchezza vinceranno la volontà di quegli uo-mini abituati alla durezza del lavoro e del cammino.

Gesù invoca, supplica, domanda che la situazione non precipiti, ma alla fine si abbandona in Dio: «Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu».

Feste che terminano, luci che si spengono, suoni e bal-li interrotti... quante volte ci ritroviamo soli, magari con tanti altri intorno che non capiscono, non colgono i segna-li che c´è qualcosa di insolito, di imprevisto, di inatteso.

Quante volte neppure gli amici più intimi, quelli con i quali condividiamo tutto, non comprendono i nostri stati d´animo, le nostre tristezze, i nostri dubbi; eppure ci sem-brava di aver espresso chiaramente sentimenti, pensieri, emozioni, attese.

Quante volte vorremmo allontanare fatti, parole, e ven-ti che entrano improvvisamente nella nostra quotidia nità e modificano il senso di quello che abbiamo progettato, im-maginato, programmato? E gli altri non ascoltano quello che a noi sembra gridato, urlato con la nostra vita stessa.

Come Gesù possiamo sperimentare l´abbandono de-gli amici, il silenzio di Dio, la solitudine che attanaglia il cuore; possiamo giungere a pensare che nessuno possa aiutarci a ritrovare la voglia di vivere, il sorriso, il senso profondo e vero della vita.

«Ciò che vuoi tu»: questo, sono certo, sarà il mio vero bene, perché è quello che Tu hai pensato per me. Per que-sto anch’io ti prego, Padre mio, unito a Gesù.

 Intenzione di preghiera: per quanti faticano a comprendere la volontà di Dio, perché leggano con fede la propria vita.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Secondo mistero del dolore: La flagellazione di Gesù

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,33-34)

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi cro-cifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sini-stra. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non san-no quello che fanno”.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

È difficile stare di fronte a questo brano del vangelo. Sentiamo la voce di Pilato, la voce della folla che con-danna a morte Gesù, la voce degli amici di Barabba che chiedono la sua liberazione. Le voci più forti, più nume-rose... queste prevalgono!

Non sentiamo la voce dei discepoli di Gesù, di sua madre, di quelli che lo hanno amato, che lo hanno ascol-tato, che sono stati guariti da lui. Sono voci troppo deboli o impaurite. Sono voci che non riescono a sovrastare la richiesta di condanna. E Gesù viene frustato a sangue e consegnato ai soldati per essere condotto al luogo della crocifissione. Non c’è via di scampo, lì c’è solo la morte. La rabbia, il senso di impotenza in chi assiste a questa ingiustizia è grande.

Sono gli stessi sentimenti che possiamo avvertire an-che noi, perché anche ai giorni nostri Gesù viene tortura-to in ogni uomo che patisce ingiustamente, in ogni parte

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della terra... e tuttora le voci che invocano giustizia sono spesso soffocate.

Ma Gesù tace. Sulla sua bocca non ci sono parole di condanna, ma un silenzio riempito di misericordia. Egli va silenzioso, perdonando i suoi carnefici, perché solo così mostra il suo amore sconfinato per l’uomo, donando tut-to se stesso. Così fanno i tanti missionari, catechisti laici, donne e uomini che rischiano la vita donandola ai più poveri e bisognosi. Così vivono l’Amore di Dio e cercano di amare i fratelli con lo stesso amore ricevuto dall’alto.

Nel silenzio di Gesù è racchiuso il silenzio di tanti uomini e donne che vivono con dignità la loro sofferenza, senza maledire la loro condizione: i malati, i portatori di handicap, le persone sole. È l’altra faccia della medaglia: dove sembra trionfare il potere e la violenza, lì è il campo di vittoria dell’amore vero.

 Intenzione di preghiera: per tutti coloro che soffrono ingiustamente, perché riescano a perdonare i loro persecutori.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Terzo mistero del dolore: Gesù è incoronato di spine

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 27,27-30)

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul ca-po e gli misero una canna nella mano destra. Poi, in-ginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Come nel venerdì santo siamo chiamati a contempla-re il tuo volto straziato dal dolore.

Dopo essere stato prima abbandonato da tutti, im-prigionato, duramente flagellato, ora di fronte a tutto il distaccamento romano c’è ancora spazio per una umilia-zione più grande: l’incoronazione di spine.

La corona è segno caratteristico dei re, segno di vitto-ria: si incorona il vincitore di una gara, un laureato con l’alloro, persino la vincitrice di un concorso di bellezza.

Gesù è incoronato dai soldati, ma il loro gesto stavol-ta è un segno di umiliante tortura: sul corpo martoriato dalla flagellazione viene posto un mantello rosso, sul ca-po una corona di spine e una canna in mano.

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Gesù, per amore accetti pure di essere insultato e in-giuriato, offeso e mortificato. Su di te si scarica la vio-lenza di quelli che ti sorvegliano, tanto nessuno si farà carico della tua difesa da questa gratuita violenza. Tu sei re, ma in modo diverso da tutti gli altri re: la tua co-rona è di spine, il tuo scettro è un bastone, il tuo trono è il legno della croce.

Gesù, non sei solo percosso ma anche umiliato. Oltre il corpo martoriato anche il volto ora è sfigurato: si avve-ra l’antica profezia, “non ha più apparenza né bellezza”.

Alla “proclamazione regale” seguirà il “corteo trionfa-le” verso il Golgota. Come riconosce in te, Gesù, flagel-lato e coronato, il mio Salvatore e Signore, vero uomo e vero Dio? Solo nella fede posso contemplarti incoronato di spine credendo nella tua risurrezione.

 Intenzione di preghiera: contemplando Gesù in croce possiamo essere sempre più distaccati dallo spi­rito del mondo e imparare a vivere secondo lo stile del Vangelo.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Quarto mistero del dolore: Gesù porta la croce al Calvario

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19,17-19)

Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Gesù a tutti diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23).

Possiamo soffermarci sull’ultimo tratto di strada per-corso da Gesù, per contemplare i passi “decisivi” della sua vita. Questo breve tragitto dall’orto degli ulivi al Golgota dà significato a tutti i passi compiuti da lui nei trent’anni di vita a Nazaret e nei tre anni di missione lungo le strade della Palestina.

Come se questi fossero stati un allenamento per il grande viaggio, quello definitivo, quello che lo porterà libero e consapevole alla morte in croce, al dono totale della sua vita.

Con questo viaggio Gesù apre la strada ad ogni uo-mo che decide di seguirlo e ne indica la prospettiva. Non dà alternative: “chi mi vuol seguire, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua!”. La via è quella dell’umiltà,

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della morte a sé stessi, del dono totale di sé; la via è lo stesso Gesù: egli è via, verità e vita!

Egli ci fa ripercorrere, attraverso ogni incontro e ogni evento della nostra vita, lo stesso santo viaggio che ci porta lì dove è salito Lui. E la croce che siamo chiamati a prendere e portare è la nostra stessa vita, da accogliere a piene mani così com’è.

È un cammino quotidiano, in cui siamo chiamati a ridire il nostro sì giorno per giorno. Il presente è il solo tempo che abbiamo per allenarci al nostro incontro defi-nitivo con Gesù: il passato non è più a nostra disposizio-ne, il futuro ancora non ci appartiene. È il presente che racchiude la pienezza del nostro tempo, la possibilità di deciderci per Cristo, di seguirlo in questo viaggio.

 Intenzione di preghiera: Gesù crocifisso per amore, insegnaci a portare la nostra croce ogni giorno, con la speranza di essere trasformati dal tuo amore.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Quinto mistero del dolore: Gesù muore in croce

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Marco (Gv 19,25-27.30)

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màg-dala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!».

Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Di fronte a questa scena dovremmo solo stare in silen-zio. Cosa si può dire di fronte alla morte? Cosa si può dire a una madre che vede il figlio morire appeso ad una cro-ce, e per di più ingiustamente? E che cosa può provare un uomo che mentre muore vede sua madre lì vicino a lui?

Maria è davvero una donna coraggiosa. Non ha mai abbandonato suo figlio Gesù, mentre attraversava tutti i villaggi della Palestina, quando lo insultavano, quando non lo comprendevano e lo cacciavano, quando trasfor-mava l’acqua in vino, quando guariva e perdonava... e nemmeno qui, sulla croce, lo lascia solo. È ovvio che nel momento più terribile sia vicina a lui con tutto il suo amore materno.

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Lì, ai piedi della croce, è come se pian piano stesse soffrendo e morendo anche lei. La vediamo mentre pian-ge, sotto la croce, raccolta nel suo grande dolore. Non può fare nulla, le resta solo sperare nella promessa di resurrezione.

Ma proprio qui, in questo momento, Gesù le dà un nuovo incarico: “Ecco tuo figlio”. L’amore che Gesù ha per ogni uomo e ogni donna è talmente grande che il suo ultimo pensiero prima della morte è quello di non farci sentire soli e abbandonati. Maria continua ora a vivere il suo essere madre non per un solo figlio, ma per tutti i credenti. A lei affida i suoi amici, i suoi discepoli che ama, perché li accompagni e li sostenga.

Ci consegna a Maria e contemporaneamente conse-gna Maria a noi. “Ecco tua madre”. Ci dona una nuova famiglia, invitandoci a prenderla con noi, nella nostra casa, invitandoci a vivere da figli, nutrendo per lei i sen-timenti che si provano per una mamma: amore, fiducia, conforto, sostegno, affidamento.

 Intenzione di preghiera: perché sappiamo con­fidare nell’intercessione di Maria, madre di Gesù e madre nostra.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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I misteri della gloriaper il tempo di Pasqua

I misteri della gloria si meditano il mercoledì e la dome-nica. Sono particolarmente adatti per il tempo di Pasqua.

Nel tempo di Pasqua e Pentecoste noi impariamo che la rivelazione di Dio continua nella Chiesa e nella storia umana, che è storia di salvezza. Comprendiamo che la creazione non è finita e Dio tornerà a stupirci.

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Pasqua e Pentecoste sono una accelerazione del tem po: corrono le donne, corrono gli apostoli, corro­no e accorrono le folle, i popoli di tutta la terra, di fronte al Cenacolo.

Maria sta nel cuore della Pasqua, nel cuore della Chiesa, nel cuore del mondo; sta nel Cenacolo. Essa di­spensa a noi la grazia della Pasqua e della Pentecoste:

- La prima grazia pasquale è la gioia la quale è l’esperienza di colui e colei che colgono il significato “intero” della propria esistenza: ne capiscono il per­ché. La gioia non cancella la croce, ma la illumina. La gioia è la vittoria sugli stati d’animo, sulla depressione e l’esaltazione. È una grazia, non un risultato di par­ticolari procedure.

- La seconda grazia è l’apertura all’universalità. La Pasqua non ha confini. È giunta dovunque. La Pasqua non convive con confini angusti, con esclusioni, con muri, con separazioni. La Pasqua/Pentecoste parla tutte le lingue.

- La terza grazia è la scoperta del Regno, cioè del progetto di Dio che ha inizio qui in terra e si compirà in Cielo. Il Regno mette radici in me con la mia voca­zione. Per questo prego per la mia chiamata. Mi pre­paro a dire di sì alla mia felicità Questa è la vocazione al Regno. Di fronte al Regno siamo chiamati alle ope­re del Regno: ciascuno secondo la sua misura. Si serve il Regno esercitando la propria regalità battesimale: anche un bicchiere d’acqua, dato per amore del Re­gno, merita il Regno.

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Primo mistero della gloria: La resurrezione di Gesù

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,1-6)

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della setti-mana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, ro-tolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e ri-masero come morte. L’angelo disse alle donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Maria è il nome di ogni donna. In ebraico Miriam, cioè amata... amata da Dio! Solo l’amore spinge a cer-care la vita, sempre. Solo l’amore è quel terremoto che rotola la pietra “fine di ogni speranza” dai sepolcri dei no-stri fallimenti. Ma il nostro, come d’altronde il loro, è un amore troppo piccolo. I nostri occhi troppo bagnanti dalle lacrime, per vedere chiaro i segni di una nuova speranza. Il nostro cuore troppo triste, per non cadere in preda del-la paura. Le nostre orecchie, ancora troppo stordite dalle urla della folla, per capire bene quello che un angelo dice: “Non abbiate paura!”. Certo, non abbiate paura; perché

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lui ha vinto, ha vinto tutto! Le tue sconfitte e le tue soffe-renze, i tuoi peccati... e perfino la morte! “Non è qui! È ri-sorto!”. Certo, perché ora abita in ogni persona che ama, in ogni persona che soffre, in ogni persona che vive con semplicità e impegno la sua vita ogni giorno. E allora se prima cercavano un corpo su cui piangere, ora cercano il Vivente, al quale dire il loro grazie. Se prima il loro proce-dere era lento e triste, ora invece è veloce e pieno di gioia! E allora anche tu cerca, nei sepolcri della tua vita, le trac-ce della sua presenza, le pietre rotolate dall’amore, per raccontare a tutti che Lui - e tu insieme - siete risorti!

 Intenzione di preghiera: per quanti vivono un tempo di difficoltà. Il Signore possa donare loro la ca­pacità di vedere i segni di risurrezione nella loro vita.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Secondo mistero della gloria: L’ascensione di Gesù al cielo

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20)

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo vi-dero, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvi-cinò e disse loro: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spi-rito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Galilea, la terra degli inizi! Tre anni prima sulla spon da del lago cominciava, attorno al maestro, l’incer-ta avventura di dodici uomini. Ora dalla cima di quel monte inizia, inviati dal Cristo, la missione degli apo-stoli. Galilea è anche il nome della nostra terra. Verde e rigogliosa come gli anni della nostra gioventù! Irrequieta come la nostra vita percorsa da tante idee, da tante voci. Un po’ da parte e un po’ reazionaria, come noi che pur incompresi ci sentiamo capaci di smuovere questo mondo un po’ depresso. Galilea, la terra del “seguimi”, cioè della nascita, della formazione, ma anche la terra dell’“anda-te”, cioè il luogo del salto nella vita adulta. Dove, anche

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se siamo l’“undici” imperfetto di una promessa incomple-ta, possiamo cominciare lo stesso a prenderci le nostre re-sponsabilità e fare le piccole, grandi scelte, che altrimenti non faremo mai. Certo, c’è più di un motivo per dubita-re. Un po’ di Lui perché preferiremmo vederlo, toccarlo; un po’ delle nostre forze, perché poco abituate alla fatica, molto del nostro futuro perché l’incertezza sembra essere l’unica cosa certa. Gesù ti manda, certo, ma non ti mol-la, non ti lascia solo. “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”: vuol dire proprio questo. Sta a noi decidere se aprirci a questa compagnia, oppure percor-rere la strada della vita per conto nostro! Sta a noi fare dei nostri anni un racconto finito delle nostre gesta o una buona notizia scritta per sempre da Dio nella storia.

 Intenzione di preghiera: Per i giovani che stan­no vivendo il tempo delle scelte importanti della vita. Perché non manchi loro il coraggio di pensare e agire in grande guidati dal maestro, che mai li lascia soli.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Terzo mistero della gloria: Discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dagli Atti degli Apostoli (At 2,1-4)

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’im-provviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si ab-batte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Ap-parvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Tutti insieme, finalmente! Dalla dispersione del Gol-gota all’unità del cenacolo, dalla fuga dalla croce, al riu-nirsi attorno a Maria! Come quando da piccoli nei mo-menti di paura ci si stringe alla mamma, quando un suo sorriso e un suo bacio bastano per ridare sicurezza. Ge-sù sapeva della forza della sua mamma e in quel “don-na ecco tuo figlio” ha voluto condividere con tutti la sua straordinaria figliolanza. Lei che per opera dello Spirito è diventata madre di Cristo, per opera dello stesso Spi-rito diventa madre della Chiesa. Come dalla grotta esce la novità del Verbo di Dio fatto uomo, così dal cenacolo

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esce la novità di una parola umana resa divina dallo Spirito! Anche tu dalla Cresima sei depositario di que-sta grande speranza: parlare una lingua comprensibile a tutti. Non la devi studiare, si nutre dell’alfabeto delle tue relazioni, ha come grammatica il dono e come sintassi la creatività. È il linguaggio dell’amore. L’unico davvero importante. Più di quello del fare, più di quello del dire, più di quello dell’avere. Quanto c’è bisogno nel mondo di questo linguaggio. Quanto ne hai bisogno tu, a vol-te così analfabeta di sentimenti e d’amore da ridurre la straordinaria storia della tua vita ad una serie di pen-sierini sgrammaticati. Allora lascia che Gesù e Maria, attraverso la Chiesa, te lo insegnino! Con la sua storia, fatta di gente come te, fatta di grandi intuizioni, ma an-che di debolezze, la Chiesa non ha mai rinunciato a scri-vere storie d’amore grandi nel libro dell’umanità. Molti di questi uomini e di queste donne ti sono note. Stanno accanto a te, magari sono nella tua famiglia o tra le per-sone che conosci. Non si tratta certo di supereroi! Ascolta le loro vite, per essere anche tu, da subito, parola d’amo-re, parola di Dio non scritta con inchiostro su carta, ma con la tua vita nella storia del mondo.

 Intenzione di preghiera: Per una Chiesa che sia sempre il luogo dell’unità e dell’annuncio dell’amore di Dio per tutti.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Quarto mistero della gloria: Assunzione di Maria in cielo

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,46-50)

Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signo-re e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le ge-nerazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono”.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

L’umiltà è la via del cielo! Non le bravure del gio-vane ricco, non la fedeltà alla legge dei farisei, non le grandi opere dei re della terra, né il pensar di sapere dei sapienti. Non i primi posti contesi dalla vanagloria de-gli apostoli. Nulla di tutto ciò ci salverà! Siamo talmente preoccupati di far vedere quello che siamo che ci dimenti-chiamo che Dio già ci conosce per nome. Siamo talmente occupati a salvarci da soli, che non lasciamo che Dio ci salvi. Maria, nella sua umiltà si è lasciata fare da Dio! È questa la fatica più grande. Non tanto tenere ma la-sciare, non tanto ottenere ma rinunciare, non tanto do-minare ma obbedire. È faticoso smettere di tenere in pu-gno la nostra vita, per metterla nelle mani dell’Altro. Ma sei proprio sicuro di controllarla tutta? E non invece che ci siano una miriade di cose che ti sfuggono; e che sia già,

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anche se magari non del tutto, in mano di “altri” (moda, voglie, paure, giudizi altrui)? Ti pare che questi siano ti-pi affidabili? Ti pare che questi ti possano far ascendere? Certo magari nella società. Ma sai bene anche tu qual è il prezzo da pagare per certe vertigini; e quale sarebbe eventualmente il risultato di una inevitabile caduta. Ma per adesso non ci pensi. Meglio continuare sulla cresta dell’onda, per essere accettato nei gruppo “dei mejo”. Che peccato! Eppure ci sono certe vette di gioia e di pienezza che già ora ti aspettano. Certo non è facile, ma lasciati guidare da Lui. Vedrai la tua vita cambiata e sentirai la gioia di portare altri, su quelle stesse vette, per condivi-dere la stessa santa ed esaltante ebbrezza!

 Intenzione di preghiera: per aiutarci a discer­nere a chi affidare ogni giorno la nostra vita.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Quinto mistero della gloria: Maria regina del cielo e della terra

 Invoco lo Spirito Santo per una esperienza vi­va di incontro con Gesù, per essere in ascolto since­ro della Sua voce nella mia vita, imparando da Maria (scelgo una invocazione da pag. 68).

Dal libro dell’Apocalisse (Ap 12,1)

Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna ve-stita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle.

 Leggo più volte e lentamente la Parola di Dio; aiutato dalla meditazione mi metto in ascolto di ciò che il Signore vuole dirmi con la sua Parola. Mi soffer­mo su una frase o su una parola che sento significative per me in questo momento.

Maria, che strana regina che sei! Ti hanno preparato un trono sopra i santi e i martiri e una reggia nei cieli, e tu non disdegni le chiesette dei nostri paesi e le piazzet-te dei nostri quartieri. Maria, che bello vederti oltre che negli altari “extralusso” dei santuari e delle chiese, an-che nei capitelli delle nostre vie; atto d’amore di qualche persona devota e della mano (forse non santa, ma certa-mente capace) di qualche muratore volontario. Vista la tua vita di donna semplice di Nazareth, non abbiamo dubbi su quale possa essere la tua preferenza! Tu hai scelto il piccolo! Che bello, mi piace immaginarti, ogni tanto, gettare uno sguardo fuori, per benedire i ragazzini che vanno a scuola, la mamma e il papà che vanno a la-voro, la lenta passeggiata degli anziani.

Accetti pure, con simpatia, le pallonate dei bambini e le chiacchiere delle donne. Non ti indispone il fatto che

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di te si ricordino forse solo gli anziani. Vegli come una mamma sui ragazzi che si ritrovano la sera sulle panchi-ne dei vicini giardinetti. Accetti volentieri un bel fiore di campo e anche le visite dei piccoli. Aiuta anche noi, re e regine dalla corona di latta e dalla reggia di marzapa-ne, ad accogliere, con verità e responsabilità, la regalità donataci nel battesimo. Una regalità che non abbiamo meritato, ma che abbiamo ricevuto come dono e respon-sabilità. Aiutaci a vestire l’abito luminoso del servizio e della disponibilità per illuminare il grigiore della vita de-gli altri! Facci re e regine di Nazaret, cioè del semplice e normale quotidiano.

 Intenzione di preghiera: per vivere in pienezza il nostro battesimo.

 Padre Nostro, Ave Maria (una o una decina), Gloria al Padre.

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Preghiere a Maria

Salve, Regina

Salve, o ReginaMadre di misericordia;vita, dolcezza e speranza nostra, salve.A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva.A te sospiriamo gementi e piangentiin questa valle di lacrime.Orsù, dunque, avvocata nostra,rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi.E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno.O clemente, o pia,o dolce Vergine Maria.

Litanie lauretane

Signore, pietà Signore, pietàCristo, pietà Cristo, pietàSignore, pietà Signore, pietàCristo, ascoltaci Cristo, ascoltaciCristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici

Padre del cielo, che sei Dio, abbi pietà di noiFiglio, Redentore del mondo, che sei Dio, Spirito Santo, che sei Dio,Santa Trinità, unico Dio,

Santa Maria, prega per noiSanta Madre di Dio,Santa Vergine delle vergini,

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Madre di Cristo, Madre della Chiesa, Madre della divina grazia, Madre purissima, Madre castissima, Madre sempre vergine, Madre immacolata, Madre degna d’amore, Madre ammirabile, Madre del buon consiglio, Madre del Creatore, Madre del Salvatore, Madre di misericordia, Vergine prudentissima, Vergine degna di onore, Vergine degna di lode, Vergine potente, Vergine clemente, Vergine fedele, Specchio della santità divina, Sede della Sapienza, Causa della nostra letizia, Tempio dello Spirito Santo, Tabernacolo dell’eterna gloria, Dimora tutta consacrata a Dio, Rosa mistica, Torre di Davide, Torre d’avorio, Casa d’oro, Arca dell’alleanza, Porta del cielo, Stella del mattino, Salute degli infermi,

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Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei cristiani, Regina degli Angeli, Regina dei Patriarchi, Regina dei Profeti, Regina degli Apostoli, Regina dei Martiri, Regina dei veri cristiani, Regina delle Vergini, Regina di tutti i Santi, Regina concepita senza peccato originale, Regina assunta in cielo, Regina del santo Rosario, Regina della famiglia, Regina della pace.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore. Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, ascoltaci, o Signore. Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Prega per noi, Santa Madre di Dio. E saremo degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo. Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito, per la glo­riosa intercessione di Maria santissima, sempre vergi­ne, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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Angelus

L’angelo del Signore portò l’annuncio a Maria- ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.

Ave, o Maria...

Ecco la serva del Signore- si compia in me la tua Parola.

Ave, o Maria...

E il Verbo si fece carne- e venne ad abitare tra noi.

Ave, o Maria...

Prega per noi, Santa Madre di Dio- e saremo degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo. Infondi nel nostro Spirito la tua grazia, o Padre. Tu che nell’annuncio dell’angelo ci rivelasti l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce, guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Sotto la tua protezione

Sotto la tua protezione,noi cerchiamo rifugio,Santa Madre di Dio.Non respingere le preghiereche ti rivolgiamo nelle nostre necessità,ma liberaci sempre da tutti i pericoli,Vergine gloriosa e benedetta. Amen.

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Maria, insegnaci ad attendere

È tempo della sua venuta,tu insegnaci ad attenderlo, come tu l’attendevi.In preghiera e in silenzio,protesa come la terra abbandonata alla luce,consumata da un solo desiderio.Facci disposti come te, Vergine,libera il cuore da ogni possesso,perché l’amore abbia compimento.Per questo siamo sempre in attesa,ogni tempo è tempo di Avvento,sempre tempo di Avvento.Ecco i servi del Signore:si faccia di noi secondo la sua parola,tutta la Chiesa così ti prega, o Madre.

Guidaci verso di Lui

Nostra Signora,insegnaci il tuo affidamento,la tua speranza e il tuo amore.Insegnaci ad andare incontro al tuo Figlio.Guidaci verso di Lui.Che Lui sia la rispostaa tutte le nostre domande.Insegnaci ad andare incontroagli altri uomini,forse più poveri e più solidi ciascuno di noi.Insegnaci a servire la vitadal suo concepimento fino alla morte naturale.Insegnaci ad accogliere questa vita.Che i nostri cuori siano aperti,che siano aperte le case e i paesi.Liberaci dalla paura,affinché possiamo aprire le porteal Salvatore del mondo e dell’uomo.(Giovanni Paolo II)

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Madre di Dio insegnaci il raccoglimento

O Madre di Dio e madre nostra,facci comprendere, desiderare, possedere in tranquillità la purezza dell’anima e del corpo.Insegnaci il raccoglimento, l’interiorità;dacci la disposizionead ascoltare le buone ispirazionie la parola di Dio.Insegnaci la necessità della meditazione,della vita interiore personale,della preghierache Dio solo vede nel segreto.(Giovanni Paolo II)

Coraggio!

Maria, tu ti rivolgiA ciascuno di noi dicendo:“Abbi il coraggio di osare con Dio!Provaci! Non avere paura di lui!Abbi il coraggio di rischiare con la fede!Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro!Compromettiti con Dio,allora vedrai che proprio con ciòla tua vita diventa ampia e illuminata,non noiosa, ma piena di infinite sorprese,perché la bontà infinita di Dionon si esaurisce mai!”.Maria ti preghiamo:resta sul nostro cammino come luceche ci aiuta a diventare anche noi lucee a portare questa lucenelle notti della storia. Amen.(Benedetto XVI)

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Preghiera a Maria

Vergine Maria, unita in preghieraagli apostoli nel cenacolo,aiutaci ad accogliere la viva presenza del tuo Figlioche nello Spirito rimane con noi per sempre.Rendici adoratori del suo mistero,attenti ascoltatori della sua Parolaper fare oggi e semprequello che lui ci dirà.Madre della Chiesa,indicaci le strade della concordiae della comunione;mantienici uniti alla nostra comunitàe ai suoi pastori;mostraci le strade dell’impegnoe della corresponsabilità.Rendici docili alla voce dello Spirito,perché ci guidi verso tutta intera la verità;rendici desti al suo soffio,perché la Bella Notiziarisuoni per ogni uomo che ci affidi.E rinnova nel nostro cuore la fiduciache la pesca sarà fruttuosa,che il Regno del tuo Figlio sarà presente,che la sua salvezza sarà efficaceogni volta che sulla sua Parolagetteremo le nostre reti.Vergine obbediente,limpida stella del mattino,sostieni il nostro servizioe rinnova la nostra speranza. Amen.(Andrea Bruno Mazzocato)

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Invocazioni allo Spirito

Vieni, Santo Spirito

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cieloun raggio della tua luce.

Vieni padre dei poverivieni luce dei cuorivieni datore dei doni.

Consolatore perfettoospite dolce dell’animadolcissimo sollievo.

Nella fatica riposo,nella calura, riparo,nel pianto conforto.

O luce beatissimainvadi nell’intimoil cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forzanulla è nell’uomonulla senza colpa.

Lava ciò che è sordidobagna ciò che è aridosana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigidoscalda ciò che è gelidodrizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeliche solo in te confidanoi tuoi santi doni.

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Dona virtù e premiodona morte santadona gioia eterna. Amen.

Spirito santo, dono del Padre

Spirito di Dio, concedimi di stare alla tua presenzae di contemplarti nel profondo del mio cuore.Aiutami a fare silenzio, fuori e dentro di me, per poter ascoltare meglio la tua voce.Spirito Santo, dono del Padre,crea in me un cuore nuovo,libero di donarsi;ispira tu i miei pensieri, le mie decisioni,i miei desideri e i miei sentimenti.

Abbiamo bisogno di Te

Abbiamo un grande bisogno di te,Spirito Santo,per conoscere la via per la quale camminare.Ne abbiamo bisogno tutti,perché il nostro cuore sia aperto,pronto a cogliere la tua presenza.Ci rivolgiamo a te, Maria,che hai sentito la forza dello Spirito Santo,apri il nostro cuore e la nostra mente alla sua azione.Fa’ che in tutto ciò che pensiamo,facciamo o ascoltiamo,siamo disponibili a questo santo Spiritoche ci riempie il cuore di fiducia e di pace.Donaci, Padre, il Santo Spirito,te lo chiediamo insieme con Maria e tutti i santi,nel nome del tuo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore.

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Spirito Santo, vieni!

Spirito Santo, vieni!Togli il velo davanti ai miei occhi,affinché riconosca che Gesù è il Signore:Dio fatto uomo per amore,crocifisso e risorto per amore,e perché possa vederlo e riconoscerlo nei miei fratelli.Spirito Santo, vieni!

Apri il mio cuore

Spirito Santo, apri il mio cuore,fammi dono di una preghiera sincera.Spirito di vita, trasforma la mia vita,insegnami ad amare.Spirito di gioia, donami un sorriso vero,donami quella gioiache viene dal profondo del cuore.Luce di Dio,vieni ad illuminare la mia vita,i miei pensieri, le mie azionie guidami per il giusto cammino.

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Antifone - canoni di Taizè

Bonum est confidère in Domino, bonum sperare in Domino.

Dona la pace, Signore, a chi confida in te.Dona, dona la pace, Signore, dona la pace.

Laudate Dominum, laudate Dominum,omnes gentes, alleluia.Laudate Dominum, laudate Dominum,omnes gentes, alleluia.

Laudate omnes gentes, laudate Dominum.Laudate, omnes gentes, laudate Dominum.

Magnificat, magnificat, magnificat anima mea Dominum.Magnificat, magnificat, magnificat anima mea.

Magnificat, magnificat anima mea Dominum.Magnificat, magnificat, anima mea Dominum.

Misericordias Domini, in aeternum cantabo.

Niente ti turbi, niente ti spaventi:chi ha Dio, niente gli manca.Niente ti turbi, niente ti spaventi:solo Dio basta.

O Christe, Domine Jesu!O Christe, Domine Jesu!

Resta con noi, o Signore,che già scende la sera.Resta con noi, o Signore,che già scende la sera.

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Sei il mio pastore, nulla mi mancherà.Sei il mio pastore, nulla mi mancherà.

Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est.

Vieni Spirito creatore, vieni, vieni.Vieni Spirito creatore, vieni, vieni.

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Un impegno per tutti:

La visita a un santuario mariano

Caro giovane, ti proponiamo un atto di fede antico e sempre attuale: un pellegrinaggio a un santuario ma­riano vicino a casa. Lo puoi vivere da solo o in com­pagnia, a piedi o come meglio preferisci, magari pre­gando il Rosario. Ciò che conta è portare al Signore, attraverso l’intercessione di Maria, ciò che ti sta più a cuore per il tuo cammino di fede, la tua conversione, la tua vocazione. Puoi aprire l’orizzonte della tua pre­ghiera ai tuoi cari, ai tuoi amici, a quanti soffrono... al mondo intero! Ricorda che il Signore ascolta la preghiera del povero che confida in lui.Ci sono 15 santuari mariani nella nostra diocesi.

TrevisoSantuario Santa Maria Maggiore, basilica minore (Madona Granda)Indirizzo: Piazza Santa Maria Maggiore, 10 Tel. 0422 541220.Email: [email protected] di erezione a santuario: 16 giugno 1917.Calendario: si celebra la festa di Santa Maria As­sunta, il 15 agosto.Il Santuario è aperto tutto il giorno. Le Sante Mes­se si celebrano: feriali ore 7, 9 e 19; festive ore 19 (sabato), 7.30, 8.30, 10, 11.30 e 19.Un padre è sempre disponibile per il colloquio e la confessione.

Bonisiolo di Mogliano VenetoSantuario Madonna delle GrazieIndirizzo: Via Altinia, 15Tel. 0422 788057 (parrocchia di Casale sul Sile).

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Data di erezione a santuario: 7 maggio 1835.Calendario: si celebra la festa del Santo Nome di Maria.Il santuario è aperto tutto il giorno. Santa Messa: mercoledì e venerdì ore 18.30.

Castello di GodegoSantuario Beata Vergine della CrocettaIndirizzo: Via Chioggia 8Tel. 0423 4468932Data di erezione a santuario: 2 luglio 1422.Calendario: si celebra la festa della Beata Vergine della Crocetta, la prima domenica di luglio.Il santuario è aperto tutto il giorno. Il rettore del santuario, don Benito Zardo, è dispo­nibile ogni giorno per colloqui e confessioni.Santa Messa: feriale ore 7.30, festiva ore 10.

Conscio di Casale sul SileSanta Maria di ConscioIndirizzo: Via Chiesa, 20Tel. 0422 785201Data di erezione a santuario: 14 agosto 1988.Calendario: si celebra la festa della Natività di Ma­ria, l’8 settembre.Santa Messa: feriale ore 18.30 (19 orario estivo), preceduta dal Santo Rosario; festiva sabato ore 18.30, domenica ore 8.30 e 10.30.

CornudaSantuario Beata Vergine della RoccaIndirizzo: Via Madonna della RoccaTelefono: 0423 83462.Email: [email protected] di erezione a santuario: 1254.Calendario: si celebra la festa dell’Annunciazione del Signore, il 25 marzo.Il Santuario è aperto dalle ore 6.30 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 19. Santa Messa: feriale ore 7.30; festiva ore 7.30 e 9.30.

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Recita del Santo Rosario ogni giorno ore 15.30 (in­vernale), ore 16 (estivo). La comunità delle suore Missionarie dell’Immacola­ta di Milano è presente e disponibile per i colloqui.

FanzoloMadonna del CaravaggioIndirizzo: Via CaravaggioTel. 0423 487034 (parrocchia di Fanzolo).Data di erezione a santuario: 23 maggio 1929.Calendario: si celebra la festa della Madonna del Caravaggio, il 26 maggio.Il Santuario è aperto la domenica, nelle adiacenze vi è la possibilità di accoglienza in autogestione per 20 persone. Il 23 dicembre si svolge il pellegrinag­gio della pace, con partenza da Fanzolo.Santa Messa: festiva ore 8. Recita dei Vespri, Santo Rosario e possibilità della confessione ogni domenica dalle ore 15.

Marteggia di MeoloSantuario Cuore Immacolato di MariaIndirizzo: Via Chiesa, 11Tel. 0421 61025 (parrocchia di Meolo)Data di erezione a santuario: 24 marzo 1987.Calendario: si celebra la festa del Cuore Immaco­lato di Maria (sabato che segue la festa del Sacro Cuore di Gesù).Il santuario è aperto ogni giorno. Le sante messe si celebrano: il martedì ore 17.30, festiva ore 10. Nelle adiacenze c’è la possibilità di accoglienza con 24 posti letto.

MonastierNatività di Maria a PralongoIndirizzo: Via PralongoTel. 0422 798019Data di erezione a santuario: 1796.Calendario: si celebra la festa della Natività di Ma­ria, l’8 settembre.

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Il Santuario è aperto ogni giorno, si celebra la San­ta Messa festiva ore 8. Ogni giovedì sera rosario ore 20.30.

MussolenteSantuario Madonna dell’acquaIndirizzo: Via XI febbraio, 26.Tel. 0424 577057.Email: [email protected] di erezione a santuario: 15 agosto 1963.Calendario: si celebra la festa della Madonna dell’acqua, il lunedì della prima settimana di agosto.Il Santuario è aperto dalle 6.45 alle 11 e dalle 15 alle 18. Si celebra la Santa Messa feriale alle ora 7, festive ore 7.30 e 18 (19 estivo). Vi è sempre un padre disponibile per la confessione o il colloquio.

Riese Pio XSantuario Maria delle CendroleIndirizzo: Via CendroleTel. 0423 483105 (parrocchia di Riese).Data di erezione a santuario: 1554.Calendario: si celebra la festa il lunedì dell’Angelo.Il santuario è aperto tutto il giorno. Si celebra la messa festiva ore 18.30.

Robegano di SalzanoSantuario Vergine delle GrazieIndirizzo: Via XXV aprile, 63.Tel. 041 482248.Data di erezione a santuario: 14 aprile 1534.Calendario: si celebra la festa dell’Annunciazione del Signore, il 25 marzo e l’Immacolata, l’8 di­cembre.Il santuario è aperto ogni giorno, la Santa Messa feriale è alle ore 18 (18.30 ora legale), preceduta dal Santo Rosario. Le sante messe festive ore 7, 9, 10.30, 18 (18.30 ora legale). Nei giorni festivi ve­spri ore 15.

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Santa Maria della VittoriaSantuario: Nostra Signora del RosarioIndirizzo: Via Della Vittoria, 19Tel. 0423 615535.Data di erezione a santuario: 7 ottobre 1949.Calendario: si celebra la Beata Vergine del Rosario, la prima domenica di ottobre.Il santuario è sempre aperto. La Santa Messa feria­le è alle ore 18, le sante messe festive ore 8 e 10.

San TrovasoSantuario Santa Maria delle GrazieIndirizzo: Via Terraglio.Tel. 0422 381626 (parrocchia di San Trovaso).Data di erezione a santuario: 1613.Calendario: si celebra la festa il lunedì di Pentecoste.Il santuario è aperto tutto il giorno. Si celebra la Santa Messa feriale ore 7, festiva ore 9.

San Zenone degli EzzeliniSantuario Madonna del MonteIndirizzo: Via Fontanelle, 40.Tel. 0423 96299.Data di erezione a santuario: 26 marzo 1961.Calendario: si celebra la festa della Presentazione della Beata Vergine, il 21 novembre.

Villanova di IstranaSantuario Beata Vergine dell’AlberaIndirizzo: Via Castellana, 6.Tel. 0422 73229 (parrocchia di Istrana)Data di erezione a santuario: 18 ottobre 1987.Calendario: festa di Santa Maria Assunta, il 15 agosto.Il santuario è aperto tutto il giorno. La Santa Mes­sa feriale è al giovedì ore 18. In maggio e in otto­bre si recita il Santo Rosario. Nelle adiacenze vi è la possibilità di un capannone con cucina in auto­gestione.

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Indice

Presentazione ...........................................................5

Il sussidio .................................................................7

I misteri della gioia .................................................12

I misteri della luce ..................................................24

I misteri del dolore .................................................36

I misteri della gloria ...............................................48

Preghiere a Maria ...................................................61

Invocazioni allo Spirito ..........................................68

Antifone­canoni di Taizè ........................................71

La visita a un santuario mariano .............................73

Finito di stampare nel mese di novembre 2009 da Grafiche Dipro - Roncade Tv