kulturni kapital rapske baštine - ivo barić
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Na talijanskom jeziku napisana povijest rapske kulturne baštine.TRANSCRIPT
Università degli Studi di Trieste
Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori
Corso di Laurea in Traduzione ed Interpretazione
Ivo Barić Kulturni Kapital Rapske
Baštine
Traduzione dal croato in italiano con commento linguistico
Relatore:
Prof. Marcello Marinucci
Correlatore: Prof.ssa Ljiljana Avirović
Anno Accademico 2005/2006
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INDICE
1. PREMESSA
1.1. BIOBIBLIGRAFIA DELL’AUTORE
2. IVO BARIC, Kulturni Kapital Rapske Baštine TRADUZIONE IN ITALIANO CON TESTO A FRONTE
3. COMMENTO LINGUISTICO 3.1. CONSIDERAZIONI GENERALI
3.2. MORFOSINTASSI
3.2.1. AGGETTIVI NUMERALI 3.2.2. USO DEI TEMPI VERBALI 3.3. LESSICO E SINTASSI 3.3.1. NOMI PROPRI 3.3.2. NOMI DI PERSONA 3.3.3. NOMI DI PERSONAGGI STORICI E BIBLICI 3.3.4. NOMI GEOGRAFICI 3.3.5. NOMI DI EDIFICI PUBBLICI 3.3.6. NOMI DI GIORNALI, RIVISTE, PERIODICI 3.3.7. NOMI DI OPERE 3.4. LO STILE DELL’AUTORE 4. BIBLIOGRAFIA
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1. PREMESSA
La Croazia è stata terra di imperi multinazionali per moltissimi
secoli: dalle popolazioni illiriche native del luogo all’Impero Romano,
all’invasione dei Tartari, al dominio di Venezia, della Francia Napoleonica e
dell’Impero Austro-Ungarico, per arrivare al più recente Regno dei Serbi,
Croati e Sloveni e la Federazione iugoslava di ispirazione comunista guidata
dal maresciallo Tito.
L’indipendenza di questa nazione è molto recente, risale al giugno
1991, ed ha avuto conseguenze disastrose, una nuova guerra.
Solo l’accordo di Dayton, siglato nel dicembre 1995, ha portato finalmente
una certa stabilità al paese, anche se ancora oggi vi sono migliaia di
profughi che vivono in attesa di sapere quale sarà il loro destino, mentre il
governo deve affrontare i problemi costituiti dagli ex combattenti ormai
privi di un'occupazione, dai profughi croati giunti da altre parti della
federazione e dai danni gravissimi che il conflitto ha inferto alle
infrastrutture del paese. Nonostante queste gravi questioni, la Croazia è
riuscita a rimediare a una grande quantità di danni inferti dalla guerra e i
turisti stanno cominciando a tornare.
Oggi la Croazia è uno Stato libero e democratico. Ci sono ancora
molte difficoltà economiche, ma la volontà di ricostruzione economica e
sociale è molto forte e, già da tempo, il processo di risalita è ben avviato. A
così breve distanza di tempo il paese è nuovamente ospitale e ricco di luoghi
meravigliosi che per tanto tempo hanno accolto turisti da ogni parte
d'Europa. La guerra, ormai, è soltanto un brutto ricordo e le meravigliose
coste di questo paese sono tornate ad essere una delle mete estive preferite
per gran parte dei turisti.
In questo contesto si inserisce il presente lavoro, la traduzione del
libro di Ivo Barić, Kulturni Kapital Rapske Baštine (Il capitale culturale del
patrimonio di Rab). L’autore nativo dell’isola di Rab (Arbe), vista e
considerata la situazione politico-economica della Croazia e nello specifico
della sua isola, studia una strategia di sviluppo culturale che se attuata,
porterebbe sicuramente a una crescita economica dell’isola. Come la
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maggior parte delle città costiere della Croazia, Rab basa gran parte della
propria economia sul turismo.
Situata nel nord-ovest della Croazia, l'isola di Rab fa parte
dell'arcipelago del Quarnero e vanta una lunga storia. Rab (Arba, Arbia o
Arbiana - come era chiamata dai Romani) è stata sotto il dominio di diversi
popoli: Greci, Romani, Illiri, Bizantini, Veneziani, Ungheresi, Italiani e,
finalmente, Croati. Le tracce di tutte queste influenze sono visibili
nell'architettura della città: le mura, le chiese, i portali ed i palazzi. Tuttavia
questa ricca eredità oggi è molto trascurata, lo stesso autore fornisce
moltissimi esempi di questo degrado: vie storiche letteralmente cancellate
da strutture moderne, palazzi storici con finestre e porte non adeguate,
palazzi moderni che non si inseriscono nell’architettura della città e che ne
rovinano l’immagine, ecc…
Il concetto principale del libro è che la cultura è un elemento
importante non solo per la società moderna ma anche per il turismo, come ci
dice lo stesso autore: “Lì dove il turismo è un attività economica
fondamentale, la cultura è una delle più importanti risorse dello sviluppo”1.
Non c'è dubbio che le bellezze naturali della costa croata sono ancora il
motivo principale di vacanza, grazie al quale questa registra un vantaggio
rispetto ad altri luoghi. Rimane uguale il grado dell'insoddisfazione per tanti
elementi dell'offerta turistica (possibilità di fare shopping, divertimento,
sport, trasporto locale ed eventi culturali).
Tutti questi elementi sono presi in considerazione nel libro ma il
tema principale rimane la cultura: l’autore vuole fare comprendere
l’importanza della politica culturale per un paese, con la quale ci si assicura
un centro politico stabile, in cui il lavoro e l’equilibrio sociale sono i valori
principali. A questo scopo Barić traccia un breve quadro storico degli
avvenimenti più importanti per poi passare ad un’esauriente analisi dei beni
culturali mobili e immobili presenti sull’isola e dei beni non materiali
(dialetto, folclore, artigianato, ecc…). Si tratta di un’analisi piuttosto
dettagliata, come se uno degli intenti dell’autore fosse quello di catalogare il
patrimonio culturale della città; infatti una sezione del libro è dedicata a
quei beni culturali che non sono mai stati studiati approfonditamente, e che,
1 K.E. Traduzione originale, Introduzione, pag. 11
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di conseguenza, rappresentano ricchi “bottini” per coloro che hanno la
fortuna di trovarli.
La parte finale del libro è incentrata sulle problematiche
dell’attuazione della politica culturale a Rab, dovuta soprattutto a un
problema di mentalità popolare, a coloro che, pur avendone la possibilità
non rispettano e soprattutto non finanziano la cultura.
Questo lavoro ha richiesto l’utilizzo di varie fonti di informazione e
non solo l’uso del dizionario. Sono stati consultati libri di storia, di arte e siti
internet di agenzie turistiche. Queste fonti mi hanno aiutato a risolvere
alcuni dubbi di traduzione, fornendomi un’immagine visiva di alcuni
termini tecnici dell’architettura, della geografia, della storia e dell’arte.
Lo scopo della traduzione è ovviamente lo stesso perseguito
dall’autore, ossia valorizzare la città di Rab. Ho scelto questo libro perché,
anche se parla della situazione di una piccola isola come Rab, a mio parere,
illustra un po’ la situazione dell’intera Croazia. La Croazia è un paese ricco
di storia, cultura, paesaggi meravigliosi e tradizioni che andrebbe sfruttati
meglio.
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1.1. BIOBIBLIOGRAFIA DELL’AUTORE
Nato il 4 novembre 1940 sull’isola di Iž vicino a Zara (precisamente
a Velom Iž), Ivo Barić inizia la sua formazione scolastica nel paese natio,
dove ha frequentato le scuole elementari e medie. Si sposta a Fiume per
continuare gli studi alla scuola superiorie e poi all’Università di Pedagogia,
con indirizzo pedagogico, laureandosi nel 1967.
Ha insegnato alla scuola elementare e media di Rab fino al 1978. È il
fondatore dell’Università Popolare di Rab (Narodnog sveučilišta) di cui è
stato il rettore fino al 1978.
Nel 1976 ha istituito la biblioteca cittadina (Gradsku biblioteku) e,
dal 1978 al 1984, è stato il preside della Scuola Superiore Alberghiera di
Rab. Nel 1984 fu nominato Segretario all’Istruzione e alla Cultura.
A partire dal 1992 ha lavorato per l’amministrazione comunale alla
sezione di Istruzione e Protezione dei Monumenti Culturali e, nello stesso
anno, è stato nominato Commissario alla Protezione dei Monumenti
Culturali a Rab dal Ministero della Cultura.
Nel 1990 ha collaborato all’istituzione della sezione arbense della
Società Letteraria Croata (Matice Hrvatske) e, nel 1992, alla fondazione
Cattedra del Concilio Ciacavo a Rab. E’ il fondatore dell’Associazione
Arbense dei Tiratori ed è anche il suo primo segretario.
Il suo primo libro Rapske viteške igre 1364. è stato pubblicato nel
1995 e, già nel 1996, è stato tradotto in italiano (Giochi Cavallereschi di
Arbe 1364, traduzione di Ante Belich) e in tedesco (Die Ritterspiele von
Rab 1364, traduzione di Ajka Pezelj).
Collabora alla realizzazione del libro Pučka škola u Barbatu -
Povijest školstva na Rabu (La scuola popolare a Barbat - Storia della
scolarizzazione a Rab) anch’esso pubblicato nel 1996.
Il libro Kulturni kapital rapske baštine è stato pubblicato nel 2001.
Con questo libro Barić ha voluto mettere in evidenza la necessità della
realizzazione di una strategia di sviluppo culturale a Rab e di alcuni
interventi urgenti sulla cultura.
E’ un collaboratore della rivista Biseri Jadrana e di piu
pubblicazioni e lavori.
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E’ stato il redattore di 14 libri ed un membro del comitato consultivo per la
pubblicazione di varie monografie e miscellanee.
Dal 2003 è in pensione e vive a Rab. Sta per uscire il suo ultimo
libro Rabska baština in cui l’autore raccoglie tutte le opere.
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IVO BARIĆ
Kulturni Kapital Rapske Baštine
Skice za strategiju kulturnog razvitka
Rab, 2001.
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IVO BARIĆ
Il capitale culturale del patrimonio di Rab
Bozze per la strategia di sviluppo culturale
Rab 2001
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Izdavač: Grad Rab, Trg Municipium Arba 2, Rab Za izdavača: Zdenko Antešić Urednik: Ivo Barić Recenzent: Prof. dr. sc. Josip Deželjin Lektorica: Milena Grce Fotografije: Igor Markovinović Frane Pičuljan Grafička priprema: Bogdana Vukasović Tisak: Sveučilišna tiskara d.o.o., Zagabria
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Editore: Città di Rab, Piazza Municipium Arba 2, Rab Per l’editore: Zdenko Antešić Redattore: Ivo Barić Recensore: Prof. Josip Deželjin Recensore dei testi: Milena Grce Fotografie: Igor Markovinović Frane Pičuljan Grafica: Bogdana Vukasović Stampa: Sveučilišna tiskara d.o.o., Zagabria
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Za dragocjene savjete i pomoć posebno zahvaljujem: Josipu (Bepu) Kaloćiri, prof. Alfonsu Cvitanoviću, o.fra Josu Vidasu, ing. Anti Belichu, prof. dr. sc. Josipu Deželjinu, Mariji Barić, Darku Pećarini, Ivani Macolić, Anđelu Brni, Janešu Hermanu, Slavku Pahljina, Frani Veziliću, Sonji Pende, Mileni Grce, Bogdani Vukasović, Iloni Šimičić i drugima.
Autor
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Un ringraziamento speciale per i preziosi consigli e l’aiuto a: Josip (Bepi) Kaloćir, prof. Alfonso Cvitanović, fra Joso Vidas, Ing. Ante Belich, Prof. Josip Deželjin, Marija Barić, Darko Pećarin, Ivana Macolić, Anđelo Brni, Janeš Herman, Slavko Pahljina, Frane Vezilić, Sonjia Pende, Milena Grce, Bogdan Vukasović, Ilona Šimičić e ad altri.
L’autore
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PREDGOVOR
U Izvještaju o kulturnoj politici Hrvatske, podnesenom Viječu Europe
1998. godine, kultura se promiče u važnu razvojnu komponentu društva i države. Po
prvi put kultura nije defìnirana kao potrošnja već kao središnja paradigma
razvoja. Je li to bilo samo deklarativno opredjeljenje radne skupine Vjerana
Katunarića i Biserke Cvjetičanin u Izvještaju Vijeću Europe ili opredjeljenje
države, to će pokazati budućnost. Izvještaj je u Vijeću Europe visoko ocjenjen te je
time Hrvatska prešla prag za prijam u zajednicu europskih zemalja iako još nema
strategiju razvoja. Neke su zemlje najprije izradile strategiju razvoja pa su na
temelju njih načinile izvještaje o pojedinim djelatnostima. Mi smo prihvatili
deduktivni pristup izrade strategije razvoja Hrvatske, a to znaći: najprije izraditi
izvještaje o stanju u pojedinim segmentima društva iz kojih će slijediti strategia, a iz
nje legislativa odnosno politika razvoja. Budući da još nisu završeni svi
izvještaji, Hrvatska još nema strategiju razvoja.
Rab je i bez oslonca na državnu strategiju još 1995. godine izradio svoju
"Strategiju razvoja otoka i grada Raba do 2010. godine". Ovu je studiju izradio
Znanstveno-istraživački centar Ekonomskog fakulteta u Rijeci pod vodstvom
prof. dr. sc. Josipa Dezerjina a naručilo Poglavarstvo Grada Raba. U toni opsežnom
projektu na 200 stranica pregledno je prikazan dotadašnji gospodarski razvoj te
nešto kraće razvoj školstva, kulture, zdravstva, socijalne skrbi i njihovi učinci na
standard ljudi. Strategijom su predložene smjernice daljnjeg razvoja svih
djelatnosti, a u Zaključnim razmatranjima opisane su preporuke postupnog
provođenja Strategije.
Moglo bi se zaključiti da Strategia ima sve elemente induktivnog
znanstvenog pristupa razvoju Otoka, ali nažalost takvoj studiji nedostaje inventar
djelatnosti i legislativa za
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PREFAZIONE
Nella relazione sulla politica culturale della Croazia, sottoposta al
Consiglio Europeo nel 1998, la cultura è promossa come uno elementi più
importanti per lo sviluppo della società e dello stato. Per la prima volta la
cultura non è definita come una spesa inutile ma come il paradigma centrale
dello sviluppo. Se questo sia stato solo un orientamento dichiarativo del
gruppo di lavoro di Vjeran Katunarić e di Biserka Cvjetičan nella relazione
del Consiglio Europeo o un orientamento dello Stato, ce lo svelerà il futuro.
La relazione è molto stimata dal Consiglio Europeo, e grazie a questa la
Croazia ha fatto il primo passo per entrare nell’Unione Europea sebbene
ancora non abbia una strategia di sviluppo. Alcuni paesi hanno prima
studiato una strategia di sviluppo e sulla base di questa hanno preparato le
relazioni sulle singole attività. Noi abbiamo adottato l’approccio deduttivo
nella costruzione di una strategia di sviluppo per la Croazia, ossia: prima
abbiamo elaborato le relazioni sullo stato dei singoli segmenti della società,
a queste seguirà una strategia e, di conseguenza la parte legislativa ossia lo
sviluppo politico. Dato che non tutte le relazioni sono state concluse, la
Croazia non ha ancora una strategia di sviluppo.
Rab (Arbe), senza appoggiarsi alla strategia dello Stato, aveva
elaborato già nel 1995 la sua “Strategia per lo sviluppo dell’isola e della
città di Rab fino all’anno 2010”. Questo studio è stato portato avanti dal
centro di ricerca scientifica della Facoltà di Economia di Fiume sotto la
guida del prof. Josip Deželjin ed è stato finanziato dal Comune della Città di
Rab. Questo ampio progetto (200 pagine) illustra chiaramente lo sviluppo
economico fino ad oggi, e poi, più brevemente quello scolastico, culturale,
sanitario, della previdenza sociale e le conseguenze di questi sviluppi sulla
popolazione. Nella strategia sono state fissate le direttive per gli ulteriori
sviluppi di tutte le attività, e nelle considerazioni conclusive di questa, sono
state presentate le raccomandazioni per la successiva messa in opera della
strategia.
Si potrebbe concludere che la strategia ha tutti gli elementi per un
approccio induttivo e scientifico allo sviluppo dell’isola, purtroppo però agli
studi di questo tipo manca l’inventario delle attività e la parte legislativa per
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primjenu u praksi. Uz dopunu ova vrlo dobra studija može biti osnova za izradu
pojedinih izvještaja djelatnosti od kojih je jedan i ovaj o Kulturnom kapitalu
rapske baštine.
Kulturni kapital rapske baštine je izvještaj o infrastrukturi kulture pa
može biti osnova za izradu strategije kulturnog razvitka Raba. Pojam kulture je u
njoj proširen jer nijedan poznati model kulturne politike (prosvjetiteljski,
nacionalni i menadžerski) ne završava njegovim administrativnim prestankom već
on i dalje živi u svakodnevnim navikama ljudi. Prosvjetiteljski i nacionalni se u
svijetu napuštaju, a afirmira se utilitarni, menadžerski model kulturne politike.
U Povijesnom okviru rapske kulturne baštine prikazana je kratka politička
povijest Raba, a u Rapskoj kulturnoj baštini njena kratka povijest umjetnosti te
nabrojena nepokretna, pokretna i nematerijalna kulturna dobra, odnosno
spomenici kulture. U poglavlju Kulturne djelatnosti navedeni su kulturni sadržaji i
udruge u kulturi. U daljnjem tekstu opisane su ustanove u kulturi, veze kulture i
turizma, mediji, financiranje kulture i zaštita kulturnih dobara.
Kad bismo iz svega izveli zaključak, mogli bismo reći da je najuspješnija ona
kulturna politika koja stvara uvjete za razvoj svoga kraja. Kulturnom
politikom se osigurava politički stabilna sredina u kojoj je rad i socijalna ravnoteža
mjerilo svih vrijednosti. Stoga strategija kulturnog razvitka, koju ćemo izraditi, ne
smije biti statički dokument, već dinamička osnova za optimalno ostvarenje
virtualne budućnosti, a ovaj Kulturni kapital rapske baštine polazna osnova.
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metterla in pratica. Per completare questo ottimo studio è fondamentale
l’elaborazione delle relazioni sulle singole attività, una delle quali può
essere questa sul capitale culturale del patrimonio di Rab.
Il capitale culturale del patrimonio di Rab è una relazione
sull’infrastruttura della cultura e può fungere da fondamento per
l’elaborazione di una strategia per lo sviluppo culturale di Rab. Il concetto
di cultura è in questa allargato, poiché nessun modello di politica culturale
conosciuto (Illuministico, nazionalista o manageriale) termina con la sua
fine amministrativa ma continua a vivere nelle abitudini giornaliere della
gente. Nel mondo i modelli di politica culturale illuministici e nazionalistici
sono ormai passati e si sta affermando il modello utilitaristico, manageriale.
Il quadro storico del patrimonio culturale di Rab mostra una breve
storia politica, e nel patrimonio culturale di Rab la breve storia artistica è
divisa in beni culturali immobili, mobili e immateriali, ovviamente facendo
riferimento ai monumenti culturali. Nel capitolo “Attività Culturali” sono
riportati i contenuti e le associazioni culturali. Più avanti nel testo sono
descritti le associazioni culturali, la relazione tra cultura e turismo, i mezzi
d’informazione, il finanziamento della cultura e la protezione dei beni
culturali.
Se da tutto questo volessimo tirar fuori una conclusione, potremmo dire che
la politica culturale di maggior successo è quella che crea le condizioni per
lo sviluppo dei suoi fini. Con la politica culturale ci si assicura un centro
politico stabile in cui il lavoro e l’equilibrio sociale sono la misura di tutti i
valori. Detto questo, la strategia di sviluppo culturale che andremo a creare,
non deve essere un documento statico, ma una base dinamica per la
realizzazione di un futuro virtuale ottimale, e Il Capitale Culturale del
Patrimonio di Rab è solo l’inizio.
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UVOD
Kultura je ukupnost duhovne, moralne, društvene i proizvodne djelatnosti
društva, ali i opseg duhovnog razvitka pojedinca u zajednici u odnosu prema
drugome čovjeku. Kultura je dakle ukupnost ljudskog odnosa prema duhovnom i
materijalnom, prema prirodi, prema drugim Ijudima, prema povijesti i
budućnosti, jednom riječju ukupnost življenja. U utilitarnom smislu kultura se
poistovjećuje s umjetnošću, a umjetnost je samo stvaralačka djelatnost osnovana na
osjetilima, izricanje vještine stvaranja ili umijeće. Umjetnici ne mogu biti svi ljudi
već samo oni koji za to imaju prirođenog dara i radom steknu određene vještine
za stvaranje kulturnih dobara. Kulturna dobra su i ostali ljudski proizvodi pa
govorimo npr. o tehničkoj kulturi, zdravstvenoj kulturi, urbanoj ili ruralnoj
kulturi i dr..
Instrumenti razvoja kulture koja pretpostavlja široko shvaćeni svijet
života od umjetnosti do dokolice je kulturna politika. To je naziv koji rabi Europska
zajednica od šezdesetih godina dvadesetog stoljeća. Naša se zemlja više puta
uključivala u projekt izrade strategije kulturnog razvitka ali nažalost s opterećenim
ideologijskim teretima sve do ovog zadnjeg izvještaja koji tih tereta nije imao pa
može biti predložak za nas izvještaj.
Prošli smo kroz više faza kulturnog razvoja, od habzburškog projekta
prosvjetiteljske države, preko kulturnog etatizma pedesetih godina, pa
decentralizacije kulture i konačno vraćanja na etatistički način provođenja
kulturne politike države koja je uvela duhovnu i fondovsku centralizaciju. U
svijetu ne postoje fondovi kojima zapovijeda država već javne fondacije kojima
država propisuje samo pravila, odnosno poreznom i financijskom politikom
ujednačuje prirodan odnos između sudionika u takmičenju. U nas je jedan
etatizam zamjenio drugi uveden ‘90-tih godina. Novac se u oba modela dobivao za
one projekte koji se uklapaju u administrativni poredak, a za one koji bi to
ostvarili na "kulturnom tržistu" nema mjesta. Još uvijek raspodjela sredstava za
kulturu ovisi o ukusu državnih službenika prema nekoj djelatnosti, a
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INTRODUZIONE
La cultura è l’insieme delle attività spirituali, morali, sociali e
produttive della società, ma anche l’estensione dello sviluppo spirituale di
un singolo della comunità nel rapporto con un altro individuo. Quindi la
cultura è l’insieme dei rapporti umani con il mondo spirituale e il mondo
materiale, con la natura, con le altre persone, con il passato e il futuro, in
una parola, l’insieme del vivere. Nel senso utilitaristico la cultura si
identifica con l’arte, e l’arte è solo un’attività creativa fondata sui
sentimenti, l’espressione della pratica di creare o dell’abilità. Non tutti gli
uomini possono essere artisti, solo quelli che hanno il dono naturale e che
con il lavoro raggiungono determinata pratica nella creazione di beni
culturali. Possono essere considerati beni culturali sono anche gli altri
prodotti dell’uomo, ci riferiamo ad esempio alla cultura tecnica, alla cultura
sanitaria, alla cultura urbana o rurale, ecc…
Lo strumento per uno sviluppo culturale che presuppone l’intero mondo
vivente conosciuto da quello dell’arte a quello dell’ozio, è la politica culturale.
Questo è il termine usato dall’Unione Europea fin dagli anni ‘60. Il nostro
paese si è inserito più volte nel progetto per l’elaborazione di una strategia di
sviluppo culturale, purtroppo però sempre con dei carichi ideologici sbagliati
fino a quest’ultima relazione, per questo motivo, quest’ultima relazione
potrebbe essere un modello per la nostra.
Abbiamo attraversato più fasi dello sviluppo culturale, dal progetto
asburgico di uno stato illuminista, allo statalismo culturale degli anni ‘50,
alla decentralizzazione della cultura per arrivare di nuovo al metodo
statalistico di attuazione della politica culturale statale che ha portato a una
centralizzazione spirituale e di fondi. Nel mondo non esistono dei fondi
gestiti dallo Stato ma delle fondazioni pubbliche a cui lo stato prescrive le
regole, per cui con la politica tributaria e finanziaria equipara il rapporto
naturale tra i partecipanti alla competizione. Da noi uno statalismo
introdotto negli anni ’90 ha sostituito l’altro. Il denaro, in entrambi i
modelli, era assegnato a quei progetti che rientravano nell’ordinamento
amministrativo, e per coloro che avrebbero voluto realizzare un progetto nel
“mercato culturale” non c’era posto. Ancora oggi la ripartizione dei fondi
per la cultura dipende dall’interesse degli impiegati statali per un’attività, e
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ne o stvarnim potrebama ljudi. Kultura je često služila kao dekor političke moći jer je
o statusu pojedine kulturne djelatnosti odlučivala politika ili pojedinac, pa su
neke djelatnosti postale miljenice proračuna što je dovodilo do nelojalne
konkurencije na "tržištu" kulture. Kulturne djelatnosti se ipak nikad neće moći
osloboditi sredstava iz proračuna, ali to već danas treba činiti na dva načina i to po
načelu kompetitivnosti (natjecanja) i načelu zaštite (iz proračuna). Ovo
zadnje znaći da će dio kulture uvijek ostati na proračunu, ali jedan dio moraju
preuzeti drugi oblici financiranja, npr. kulturna renta, sponzorstvo, donacije,
pokloni, ustupanje prostora, dobrovoljni rad i drugo.
Kulturna politika, kao i svaka politika, provodi se zakonima i mjerama
preko institucija, udruga ili pojedinaca, a temeljem postavljene strategie razvoja,
ostvaruju se postavljeni ciljevi u kulturi. Mi do danas na Rabu nismo postavili
ciljeve koje želimo postići, npr.: Kakav Grad želimo? Kakve kulturne sadržaje
želimo? Je li danas previše manifestacija, a premalo drugih kulturnih sadržaja?
Kakva nani je izdavačka djelatnost? Zašto još nemamo odgovarajuću biblioteku?
Koliko novaca stvarno trošimo za kulturu iz proračuna? Zašto nenia drugih izvora
za kulturu? Je li sve kultura što se fìnancira kao kultura? Kakve institucije su
nani potrebne da ostvarimo postavljene ciljeve i drugo. To su pitanja koja treba
postaviti u strategiji kulturnog razvitka.
Tamo gdje je turizam osnovna gospodarska djelatnost, kao na Rabu,
kultura je jedan od važnih resursa razvoja. Implementacijom kulturnih
sadržaja u turizam mogu se ostvariti veća sredstva za kulturu nego u drugim
djelatnostima, ali to će se moći lek onda kada ulaganje u kulturu za turizam više ne
bude potrošnja niti povijesni ukras, kako to neki u turizmu predstavljaju, već
osnova za kvalitetniju promidžbu turizma.
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non dalle reali esigenze delle persone. La cultura è spesso considerata come
“decorazione” del potere politico perché nello status delle singole attività
culturali ha sempre deciso la politica o il singolo; in questo modo alcune
attività sono diventate le favorite del bilancio portando a una concorrenza
sleale nel “mercato” della cultura. Le attività culturali comunque non
riusciranno mai liberarsi dagli strumenti del bilancio ed è proprio questo
quello che già oggi bisogna cercare di fare in due modi, per il principio della
competitività e per il principio di protezione (dal bilancio). Con
quest’ultimo vogliamo dire che una parte della cultura rimarrà sempre
condizionata dal bilancio, ma che l’altra parte dovrebbe essere gestita con
altri tipi di finanziamenti, come ad esempio la rendita culturale, la
sponsorizzazione, le donazioni, i regali, la concessione di spazi, il
volontariato, ecc…
La politica culturale, come tutte le forme di politica, si attua con le
leggi e le misure attraverso le istituzioni, le associazioni o i singoli, e in base
alla strategia di sviluppo stabilita, si realizza attraverso obiettivi fissati nella
cultura. Noi a Rab fino ad oggi non abbiamo stabilito gli obiettivi che
vogliamo raggiungere, per esempio: Che tipo di città vogliamo? Che tipo di
intrattenimenti culturali vogliamo? Al giorno d’oggi ci sono troppe
manifestazioni, e troppo pochi altri tipi di intrattenimenti culturali? Come
sono le nostre attività editoriali? Perché ancora non abbiamo una biblioteca
adeguata? Quanti soldi spendiamo veramente per la cultura secondo il
bilancio? Perché non ci sono altri fondi per la cultura? Tutto quello che
viene finanziato come cultura è veramente cultura? Che tipo di istituzioni
sono necessarie per realizzare questi obiettivi? Ed altro. Queste sono le
domande che bisogna fare per la strategia di sviluppo culturale.
Lì dove il turismo è un’attività economica fondamentale come a Rab,
la cultura è una delle risorse più importanti dello sviluppo. Con
l’implementazione dei contenuti culturali nel turismo possono essere
realizzati più fondi per la cultura che con altre attività, ma questo sarà
possibile solo quando nel turismo gli investimenti per la cultura non saranno
considerati solo una spesa inutile, e nemmeno uno strumento di
abbellimento storico, così come alcuni nel campo del turismo li presentano,
ma la base per un servizio turistico migliore.
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Ona se mora uvažavati kao najsofisticiraniji kapital za razvoj svih
djelatnosti pa tako i turizma. Kulturni turizam je u nas još uvijek "terra
incognita". Kulturna dobra još uvijek nisu dio turističke ponude. Ona se nude
uz turističku ponudu odvojeno i nisu njen sastavni dio kao npr. spavanje s
doručkom. Doduše ima usamljenih pokušaja, ali to još nije pravilo.
Elevacija kulturne politike ne ovisi samo o kvaliteti ili kvantiteti kulturno-
umjetničkih priredaba u turističkoj sezoni, već o sveobuhvatnoj provedbi kulturne
politike npr. u komunalnom uređenju prostora, o brizi za Ijude s posebnim
potrebama, o uređenju prometnica, o školstvu, o zdravstvu, o informatizaciji i
dr.
Moramo se distancirati od kulture kao uspomene na prošlost iz koje djeluje
pesimizam umjesto optimizma. Kulturu moramo postaviti tako da iz nje izviru
radne skice za budućnost, a ne za prošlost jer s njom ne možemo u Europu.
Moramo se odreći onoga da smo NAJ, da imamo najbolju povijest, da smo
najstarji narod, najstarji grad, da imamo najljepše spomenike kulture i dr., jer
to vodi do samodopadnosti, a ova u neinventivnost i zaostajanje. U društvo
najboljih ulaze oni koji primjenjuju najnovije tehnologije, a to znači oni koji
imaju educirane kadrove, oni koji imaju najbolji skolski sustav, demokratsko
društvo s demokratskom legislativom koja potiče stvaranje nevladinih udruga i
civilnoga društva u kojem će osnovna vrijednost biti doprinos civilizacijskom
napretku.
Najveće vrijednosti zapadne civilizacije kojoj pripadamo su individualne
slobode, politička demokracija, vladavina prava i kulturna sloboda. Zalažući se
za ove vrijednosti ne znaći da smo za projekt univerzalne civilizacije već za
svoje prepoznatljive kulturne vrijednosti u globaliziranom svijetu koji se nudi.
23
La cultura si deve considerare come il capitale più sofisticato per lo
sviluppo di tutte le attività, anche quella turistica. Il turismo culturale è da
noi ancora oggi “terra incognita” e i beni culturali ancora oggi non sono
parte dell’offerta turistica. La cultura va offerta fuori dal pacchetto turistico,
separatamente, e non è parte di questo così come lo sono, ad esempio, il
pernottamento con la prima colazione. Per fortuna ci sono dei tentativi
individuali per risolvere questa situazione, ma ancora non esiste una
legislazione.
L’elevazione della politica culturale non dipende solo dalla qualità o
dalla quantità degli intrattenimenti artistici-culturali nella stagione turistica,
ma da una completa realizzazione della politica culturale, come ad esempio
l’organizzazione comunale dello spazio, la preoccupazione per le persone
con esigenze particolari, l’organizzazione del traffico, della scuola, della
servizio sanitario, delle informazioni, ecc…
Dobbiamo prendere le distanze dalla cultura come ricordo del
passato che porta al pessimismo anziché all’ottimismo. La cultura deve
essere organizzata in modo che da lei escano delle bozze su cui lavorare per
il futuro, e non per il passato poiché con il passato non possiamo entrare in
Europa. Dobbiamo liberarci da quell’idea che siamo i PIÙ o i MIGLIORI,
che abbiamo la miglior storia, che siamo il popolo più vecchio, che abbiamo
i migliori monumenti culturali, ecc…, poiché ciò porta solo
all’autocompiacimento, e questo alla mancanza di inventività e
all’arretratezza. Nelle compagnie entrano più facilmente coloro che usano le
nuove tecnologie, e questo vuol dire che coloro che hanno dei capi del
personale educati, coloro che hanno il miglior sistema scolastico, una
società democratica con delle leggi democratiche che stimolano la
realizzazione di associazioni libere e società civili nelle quali il valore
fondamentale sarà dare un contributo al progresso della civilizzazione.
I valori fondamentali della società occidentale a cui apparteniamo
sono le libertà individuali, la democrazia politica, il dominio della legge e la
libertà culturale. A prescindere da questi valori, non significa che
appoggiamo il progetto della civilizzazione universale ma solo che
vogliamo vedere riconosciuti i nostri valori culturali nel mondo globalizzato
che ci circonda.
24
Globalizacija svijeta je sadašnja neminovnost i koliko u toj utrci budemo
sudjelovali toliko ćemo svojom kulturom biti prepoznatljivi u tom svijetu. Bolje
je stoga stvaralačku energiju ljudi usmjeriti u promjene sadašnjega stanja, a ne
nastojati da se promjene blokiraju. Uspjeh provođenja kulturne politike na Rabu
ovisit će o materijalnoj snazi lokalne zajednice i sposobnosti kadrova. Nedostatak
sredstava ne smije biti prepreka npr. za proučavanje bogate povijesne baštine
Raba jer nam povijesna iskustva moraju, u osnovi, služiti za programiranje
budućnosti - nikako radi njene glorifikacije kao što je to često do sada bio slučaj.
25
La globalizzazione del mondo è inevitabile e, a seconda di quanto
parteciperemo a questa corsa, saremo riconosciuti per la nostra cultura in
quel mondo. Quindi è meglio utilizzare l’energia creativa delle persone per
cambiare l’odierno stato delle cose e non ingegnarsi affinché i cambiamenti
si blocchino. Il successo della diffusione della politica culturale a Rab
dipende dalla forza materiale della comunità locale e dalla capacità delle
persone. La mancanza di mezzi non deve essere un ostacolo, ad esempio,
per studiare a fondo il ricco patrimonio storico di Rab poiché le esperienze
storiche devono, fondamentalmente, servire per programmare il futuro – in
nessun’occasione per la sua glorificazione come spesso è accaduto fino ad
oggi.
26
1. POVIJESNI OKVIR RAPSKE KULTURNE BASTINE
Prema do sada najstarjim zapisima o otocima i obali sjevernog dijela
Jadranskoga mora na Rabu je obitavalo pleme ilirskih Liburna. Radi opstanka,
Liburni su krajem staroga vijeka vječito ratovali sa susjedima Grcima i
Rimljanima. Iscrpljeni ratovima i slomom ilirske države Liburni su krajem staroga
vijeka prisiljeni na savezništvo s Rimljanima nakon čega je uslijedilo veće
naseljavanje romanskog stanovništva na liburnsku obalu i otoke. Rab tada postaje
rimska kolonija, a desete godine prije Krista i rimski municipij (grad sa
samostalnom upravom). Rimska Arba od tada postoji kao civilizacijska uređena
urbana cjelina.
Nakon propasti rimskog carstva krajem 5. stoljeća (476. g.), Rab priznaje
vlast Ostrogota, a u 6. st. bizantinsku vlast. Od tada pa do kraja 11. st. Rab je
pretežito pripadao bizantinskoj temi Dalmacija.
U prvoj polovici 7. st. naseljavaju ga Hrvati. U 9. st. kraceje vrijeme
pod vlašću franačkog vladara Karla Velikog (osnivača Zapadno-rimskog
carstva), a u 10. i 11. st. je pod utjecajem hrvatskih vladara. Nakon propasti
dinastije hrvatskih vladara i "pacte convente" 1102. ne priznaje ugarskoga
kralja Kolomana. To je iskoristila Venecija i već 1115. uspostavila svoju vlast na
Otoku. Ta prva mletačka uprava trajala je do 1358. Od tada pa do 1409.
godine Rab priznaje hrvatsko-ugarskoga kralja Ljudevita I. Anžuvinca.
Njegov nasljednik Ladislav Napuljski 1409. prodaje ga (s ostalim dalmatinskim
gradovima) Veneciji za 100.000 zlatnika. U drugoj mletačkoj upravi ostao je
Rab do njezine propasti 1797. Mlečane naizmjenice od tada zamjenjuju
Austrijanci pa Francuzi 1806 kad ga Napoleon pripaja provinciji Iliriji do
1815. Od tada pa do 1918. je u drugoj austrijskoj upravi. Nakon propasti
Austro-ugarske monarhije 1918. do 1921., Rapalskim ugovorom određena
mu je tzv. "slobodna zona".
27
1. QUADRO STORICO DEL PATRIMONIO CULTURALE DI RAB
In base a quelli che fino ad oggi sono i più vecchi documenti scritti
delle isole e della costa nordica del Mar Mediterraneo, a Rab risiedevano le
tribù illiriche dei Liburni. Per motivi di sopravvivenza, i Liburni, alla fine
dell’evo antico, erano in continuo scontro con i vicini Greci e Romani.
Sfiniti dalle guerre e dopo la rottura dello stato illirico, furono costretti ad
allearsi con i Romani, ed, a questa alleanza, seguì una maggiore
colonizzazione da parte della popolazione romana della costa e delle isole
liburne. Da allora Rab è diventata una colonia romana, e nel 10 a.C. anche
un municipium romano (una città con un’amministrazione autonoma). Da
quel momento in poi la Rab romana esiste come una totalità urbana
civilizzata e ordinata.
Dopo il crollo dell’Impero Romano, alla fine del sec. V (nel 476),
Rab riconosce il dominio ostrogota, e nel sec. VI il dominio bizantino. Da
allora fino alla fine del sec. XI, Rab è principalmente appartenuta al mondo
bizantino come la Dalmazia.
Nella prima metà del sec. VII fu colonizzata dai croati. Nel sec. IX,
per un breve periodo, cadde sotto il dominio del capo dei Franchi, Carlo il
Grande (fondatore dell’Impero Romano occidentale), e nei sec. X e XI
ritornò sotto l’influenza dei dominatori croati. Dopo il crollo della dinastia
di dominatori croati e il “pacte convente” del 1102, Rab non riconobbe il re
ungherese Kolomano. Venezia si approfittò di questa situazione e, già nel
1115, instaurò il proprio dominio sull’isola. Questa prima amministrazione
veneziana durò fino al 1358. Da allora fino al 1409, Rab riconobbe il re
croato-ungarico Ljudevit I Anžuvinac. Nel 1409, il suo successore,
Ladislao di Napoli, la vende (con le altre città dalmate) a Venezia per
100.000 monete d’oro. Rab rimase sotto il secondo dominio veneziano fino
al crollo di questo nel 1797. Dopo di che ai veneziani, alternativamente, si
sostituiscono gli austriaci e poi i francesi nel 1806, quando Napoleone la
incorpora alla provincia dell’Illiria fino al 1815. Da allora fino al 1918, è
sotto il secondo dominio austriaco. Dopo il crollo della monarchia austro-
ungarica, dal 1918 al 1921, la occupò l’Italia, e dopo il Trattato di Rapallo
venne dichiarata la cosiddetta “zona libera”.
28
Te godine pripojen je kraljevini SHS, kasnije kraljevini Jugoslaviji. Od 1941. do
pada Italije 1943. Rab su okupirali Talijani. Do njemačke okupacije 19. ožujka
1944. bio je slobodna partizanska zona. Njemačka okupacija je trajala od 19.
ozujka 1944. do 12.travnja 1945. kad ga oslobađa partizanska vojska i
pripaja Hrvatskoj u sastavu Jugoslavie. Od 1990. godine je u sastavu
samostalne Hrvatske države.
Od stjecanja municipalnog statusa, koga mu je dao rimski car August
Octavian 10. g. p. K.1 pa sve do 1409. godine kada ga je kupila Venecija zajedno
s ostalim dalmatinskim gradovima, posebnom diplomatskom spretnošću
Rabljani su uspijevali održati samostalnost gradske uprave. Potvrđivali su mu
povlastice prethodnih gospodara i bizantski carevi. To isto su činili hrvatski
vladari, a kasnije i mletački duždevi u prvoj upravi. Svoju slobodu Rabljani su
jedno vrijeme plaćali svilom i pamukom (bumbakom) koje su proizvodili na
Otoku.
U trećem stoljeću poslije Krista Rab je za posebne zasluge od rimske
imperije dobio status "Feliks" (sretan)2. To priznanje je donosilo povlastice
njegovim stanovnicima. Grade se tada hramovi, trgovi (forumi), vodovod,
kupališta i kazalište. Grad na istoimenom otoku postaje privlačan
poslovnim Ijudima i umjetnicima. U takvom ozračju iznjedrio je mnoge
klesare od kojih je najveći sv. Marin utemeljitelj tvrđave San Marino - danas
istoimene Republike.
Jedno od najvećih priznanja koje je Rab dobio od Pape bilo je
utemeljenje biskupije 530. godine. Njegov prvi biskup Tizian spominje se te
godine, kao sudionik, na biskupskoj sinodi u Saloni.3 Za svo vrijeme
trajanja biskupija je bila središte crkvenog i svjetovnog života na Otoku. Rab
je tada podigao jednu od najvećih i najljepših crkava u Dalmaciji, crkvu
Marijina Uznesenja -katedralu. Biskupija je ukinuta i pripojena krčkoj 1828.
godine.4
Za vrijeme hrvatskog kralja Petra Krešimira IV. i rapskoga biskupa
Draga, Rab uživa stare povlastice pa ponovno na njemu buja život.
Benediktinci grade najljepše sakralne objekte: crkvu i zvonik sv. Petra u
Supetarskoj Dragi 1059.5, crkvu sv. Ivana Evanđeliste,
29
Quell’anno fu incorporata al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni e più tardi
Regno Jugoslavo. Dal 1941 alla caduta dell’Italia nel 1943, Rab fu occupata
dagli italiani. L’occupazione tedesca durò dal 19 marzo 1944 al 12 aprile
1945 quando fu liberata dall’esercito partigiano e fu incorporata alla Croazia
come parte della Jugoslavia. A partire dal 1990, Rab è parte dello stato
indipendente della Croazia.
In coincidenza dello stato di municipium che gli concesse
l’Imperatore romano Ottaviano Augusto nel 10 a.C.1 fino al 1409, anno in
cui fu acquistata da Venezia insieme alle altre città dalmate, gli arbensi, con
un’abilità diplomatica particolare, riuscirono a mantenere l’autonomia
dell’amministrazione cittadina. Gli concedevano questi privilegi i signori
passati e gli zar bizantini. La stessa cosa hanno fatto anche i dominatori
croati, e più tardi i duchi veneziani del primo dominio. Gli arbensi pagavano
la propria libertà con la seta e il cotone (bambagia) che producevano
sull’isola.
Nel sec. III, Rab ottenne dall’Impero Romano lo status di “Felix”
(felice)2 per meriti speciali. Questo riconoscimento portò molti vantaggi ai
suoi abitanti: in quell’epoca si costruirono templi, piazze (forum),
acquedotti, bagni pubblici e teatri. La città dell’omonima isola iniziò ad
attrarre uomini d’affari e artisti. In quest’atmosfera nacquero molti scultori
tra cui il più importante è San Marino, fondatore della fortezza di San
Marino – oggi la repubblica che porta lo stesso nome.
Uno dei più grandi riconoscimenti che Rab ottenne dal Papa fu
l’istituzione della diocesi nell’anno 530. Il suo primo vescovo Tiziano è
citato in quell’anno, come partecipante, al sinodo dei vescovi a Saloni3. Per
tutta la sua durata, la diocesi fu il centro della vita religiosa e laica
dell’isola. In quel tempo a Rab fu costruita una delle più grandi e più belle
chiese della Dalmazia, la Chiesa dell’Assunzione di Maria (Marijina
Uznesenja) – la cattedrale. La diocesi venne revocata e assimilata alla città
nel 18284. Durante l’epoca del re croato Petar Krešimir IV e il vescovo
arbense Drago, Rab godette degli antichi privilegi e di conseguenza tornò ad
essere una città molto viva. I benedettini costruirono i più bei impianti sacri
della città: la chiesa e il campanile di San Pietro (sv. Petar) a Supetarska
Draga nel 10595, la chiesa San Giovanni Evangelista (sv. Ivan Evanđelista),
30
crkvu sv. Andrije u Rabu te crkvu sv. Stjepana u Barbatu koja se nažalost
jedina nije sačuvala.
Legende "govore" da ni neprijateljske opsade nisu uspijevale pokoriti
Grad. Italski Normani su ga 1075.6 opsjedali od 14. travnja do 9. svibnja
ali su na zagovor rapskoga zaštitnika sv. Kristofora napustili rapske vode bojeći
se pogibije. U spomen na tu pobjedu Rabljani 9. svibnja slave Dan pobjede -
dies victoriae. Nakon velike pobjede nad Normanima Rabljani su porazili i
ugarske napadače 1107. i 1116.7 ( ova potonja se odigrala u uvali Supetarska
Draga). Od tada su pod zaštitom Venecije koja na Otoku ostaje do 1358. U
toni vremenu podignuta su tri od četiri rapska zvonika: zvonik crkve sv.
Ivana Evanđeliste, zvonik crkve sv. Andrije i zvonik crkve Marijina
Uznesenja.
Mirom u Zadru 1358. Hrvatsko-ugarskoj državi pripojio ga je kralj
Ljudevit I. Anžuvinac. Ovaj je kralj Rabljanima priznao sve stare povlastice
pa je ponovno procvala trgovina i obrt. To je bio razlog doseljavanju ljudi na
Otok. Za Ljudevita I. 1364. na Rabu su utemeljene i viteške igre8 koje su
Rabljani nazivali "obdulje" ili jednostavno "palie". Igre nisu imale kontinuitet
u drugoj mletačkoj upravi jer su bile zabranjivane. Obnovljene su kao scenske
igre 1995.
Mlečani su se ponovno dokopali Raba 1409. godine.9 Povratkom Raba
pod mletačku upravu nastupile su izvjesne promjene u pravnom statusu ove
kneževine. Kneza sada postavlja Serenisima (Venecija - tako su je zvali od milja
= mirna) isključivo iz reda venecijanskih plemića.10 Knez ima svu vlast na Otoku
- sudbenu, izvršnu i zakonodavnu. Rab je tada prvi put izgubio svoju
općinsku autonomiju, svoj municipalni status koga je nosio od 10. godine
p. K., od darovnice rimskog cara Augusta Octaviana.
31
la chiesa di Sant’Andrea a Rab (sv. Andrija u Rabu) e la chiesa di Santo
Stefano a Barbat (sv. Stjepan u Barbatu) che sfortunatamente è l’unica a non
essersi conservata.
Le leggende “raccontano” che neanche gli assedi dei nemici
riuscivano a sottomettere la città. I Normanni italici la hanno assediata nel
10756, dal 14 aprile al 9 maggio, ma dopo l’intervento del protettore arbense
San Cristoforo hanno abbandonato le acque arbensi per paura di una
catastrofe. In memoria di questa vittoria gli arbensi il 9 maggio festeggiano
il Giorno della Vittoria – Dies Victoriae.
Dopo la grande vittoria contro i Normanni, gli arbensi hanno
sconfitto anche gli invasori ungheresi dal 1107 al 11167 (questa battaglia si
è disputata nella baia di Supetarska Draga). Da allora sono rimasti sotto la
protezione di Venezia fino al 1358. Durante questo periodo sono stati
costruiti tre dei quattro campanili di Rab: il campanile della chiesa di San
Giovanni Evangelista, il campanile della chiesa di Sant’Andrea e il
campanile della chiesa dell’Assunzione di Maria.
Nel 1358 il re croato-ungarico Ljudevit I Anžuvinac l’ha incorporata
a Zara pacificamente. Questo re riconobbe tutti i vecchi privilegi agli
arbensi cosicché fiorirono di nuovo il commercio e l’artigianato e, inoltre, ci
fu l’insediamento di molte persone sull’isola. In onore di Ljudevit I, nel
1364, sono stati istituiti a Rab i giochi cavallereschi8 che gli arbensi
chiamavano “obdulje” o semplicemente “palie”. Questi giochi non hanno
avuto una continuazione nel secondo dominio veneziano perché vietati.
Sono stati ripristinati come giochi scenici nel 1995.
I veneziani si sono di nuovo impadroniti di Rab nel 14099. Con il
ritorno di Rab sotto il dominio veneziano sono comparsi certamente dei
cambiamenti nello status giuridico di questo principato. Il principe adesso
istituisce la Serenissima (Venezia – così la chiamavano per via della
tranquillità) esclusivamente dagli ordini dei nobili veneziani10. Il principe ha
tutto il potere sull’isola – dal giudiziario, all’esecutivo e il legislativo. Rab
per la prima volta ha perso la sua autonomia comunale, il suo status di
municipium che aveva dal 10 a.C. grazie all’atto di donazione
dell’Imperatore Romano Ottaviano Augusto.
32
Mlečani su doduše Rabljanima priznali neke stare povlastice, jedna od njih
je uživanje posjeda na susjednom otoku Pagu. Venecija Rab u 15. st. sve više
zapušta, a sredinom stoljeća (1449. i 1456.) zahvaća ga epidemija kuge11 od
koje je pormlo skoro svo autohtono stanovništvo. Prazne prostore potom su
popunili doseljenici s kopna.
Dolaskom novih stanovnika u Rabu se razvija trgovina i obrt. Na Otok
dolaze trgovci, učeni ljudi i umjetnici. Podižu se palače i crkve: Knežev dvor,
palače Dominis, Nimira, Tudorini, Galzigna i Cernota s prekrasnim renesansnim
i kasnogotičkim portalima, Gradska loža, Samostan sv. Bernardina s gotičkom
crkvom sv. Bernardina, crkva sv. Franje i druge. Svoj a djela su ostavili i velila
slikari Paolo Veneziano, Bartolomeo Vivarini, braća Somazzi i klesari Andrija
Aleši, Petar Trogiranin i drugi.
Mladi Rabljani sve više odlaze na visoke škole u Padovu. Tamo je studije
završio i Marko Antonije de Dominis, znanstvenik, biskup senjski, nadbiskup
splitski i primas Croatiae, winsdorski dekan i heretik za koga je veliki Newton
rekao da je Dominis "vir celeberrimus" (glasovit).12 Povijest su zadužili i još
neki Rabljani kao npr. poznati lijevač zvona i topova Ivan Rabljanin, pjesnik
Matija Picić koji je zabilježio tekst pjesme "U se vrime godišća" u latiničkoj
pjesmarici iz 1471., slikar Matija Pončun, autor citarne pale u katedrali,
zadarski pjesnik Juraj Baraković, napisao poznati pastirski spjev "Draga, rapska
pastirica", Juraj de Maris zaslužan za širenje kulture sađenja krumpira po cijeloj
Dalmaciji i drugi.
Nedavno obnovljene dvije knjige notarskih spisa iz 14. st., bilježnika
Nicole Curtarola pohranjuju na tisuće trgovačkih ugovora u kojima se poziva
na odredbe Rapskoga statuta kojim je bio uređen život u ovoj maloj
kneževini. Rapski kroničar fra Odoriko Badurina je zapisao da je Rab već 1292.
imao statut, a da je Grad imao vetus (stariji) "Statutum Arbi" jos 1234. godine.13
33
I veneziani, per fortuna, hanno riconosciuto alcuni vecchi privilegi agli
arbensi, di cui uno è la gioia di visitare la vicina isola di Pago. Nel sec. XVI
Venezia abbandona sempre di più Rab, che verso la metà del secolo (1449 –
1456) è colpita da un epidemia di peste11 che ha portato alla morte di quasi
tutta la popolazione autoctona. Dopo la peste, i “posti vuoti” sono stati
riempiti con gli emigranti della terraferma.
Con l’arrivo di nuovi abitanti ad Rab si sono sviluppati il commercio
e l’artigianato. Sull’isola arrivano i commercianti, studiosi e artisti. Si
costruiscono anche palazzi e chiese: il Palazzo del Rettore (Knežev dvor), il
Palazzo Dominis, Nimiri, Tudorini, Galzigna e Cernota con degli splendidi
portali rinascimentali e tardogotici, la Loggia cittadina, il convento di San
Bernardino con la chiesa gotica di San Bernardino, la chiesa di San
Francesco e altre. Hanno lasciato la loro impronta anche dei grandi pittori
come Paolo Veneziano, Bartolomeo Vivarini, i fratelli Somazzi e gli scultori
Andrija Aleši, Petar Trogiranin ed altri.
I giovani arbensi si spostano sempre di più per studiare alle scuole
superiori di Padova. Lì ha concluso i suoi studi anche Marco Antonio De
Dominis, scienziato, vescovo di Segna (Senj), arcivescovo di Spalato (Split)
e primas Croatiae, decano di Windsor ed eretico per cui il grande Newton
disse che è un “Vir Celeberrimus”(celebre)12. Hanno contribuito ad
allungare la storia anche alcuni arbensi, come ad esempio il famoso
fonditore di campane e cannoni Ivan Rabljanin, il poeta Matija Picić che ha
riportato il testo della poesia U se vrime godišća (In tutti i periodi dell’anno)
da un libro di poesie in latino del 1471, il pittore Matija Pončun, autore della
pala d’altare nella cattedrale, il poeta zaratino Juraj Baraković, che ha scritto
il famoso cantico pastorale Draga, rapska pastirica (Draga, pastorella
arbense), Juraj de Maris, responsabile per la diffusione della cultura della
coltivazione della patata nell’intera Dalmazia ed altri.
I due libri di atti notarili del sec. XIV, recentemente restaurati, del
notaio Nicola Curtarola custodiscono centinaia di accordi commerciali che
fanno riferimento a ordini dello statuto arbense con cui era regolata la vita in
questo piccolo principato. Il cronista arbense fra. Odoriko Badurina ha
scritto che Rab già nel 1292 aveva uno statuto, e che la città aveva un vetus
(appellativo del vecchio) ”Statutum Arbi” già nel 123413.
34
I tako bismo mogli nizati u nedogled "sve časti Raba grada kih je dosti"
(Barakovic, Draga, rapska pastirica) ali Rab je danas živi grad, djelić
mediteranskog ugođaja čiji stanovnici se pretežito bave turizmom. Prošlo je 110
godina od donošenja gradske odluke da se Rab proglašava kupališnim i
liječilišnim otokom. Na njemu su boravile mnoge okrunjene glave, npr. engleski
kralj Edward Vili., kralj i car Franjo Josip, hrvatska književnica Ivana-Brlić
Mažuranić, americki pisac Irwin Show i drugi. I u antičko doba su se tu odmarali
zaslužni gradani Rima, u srednjem vijeku oholi patriciji, a danas suvremeni
europski turisti. Ovaj je otok bio i ostao otvoren za sve ljude i tako će biti dovijeka.
35
E così potremmo andare avanti all’infinito, “sve časti Raba grada kih
je dosti”- “tutti gli onori alla città di Rab, i cui abitanti davvero non
mancano”I (Baraković, Draga rapska pastirica), ma Rab oggi è una città
viva, una piccola parte dell’atmosfera mediterranea, i cui abitanti si
occupano prevalentemente di turismo. Sono passati 110 anni dalla decisione
cittadina di dichiarare Rab un’isola balneare e curativa. Su quest’isola hanno
soggiornato molte teste incoronate, come ad esempio il re inglese Edward
VIII (Edoardo VIII), il re e imperatore Franjo Josip, la principessa croata
Ivana-Brlić Mažuranić, lo scrittore americano Irwin Show ed altri. In epoca
antica si sono riposati qui i degni cittadini di Roma, nel medioevo i boriosi
patrizi, e oggi i contemporanei turisti europei. Questa isola era ed è rimasta
aperta a tutte le persone e così sarà per sempre.
I La traduzione del verso “sve časti Raba grada kih je dosti” della poema Draga, rapsca
pastirica di Baraković ha richiesto un’interpretazione e di conseguenza presenta degli
elementi mancanti nella versione originale. Vedi commento linguistico.
36
2. RAPSKA KULTURNA BASTINA
Odnos prema duhovnom i materijalnom stvaralaštvu, prema prirodi i
drugim ljudima, prema povijesti i budućnosti određuje stupanj kulturnog razvoja
ove sredine.
Npr. arhitektura Grada i Otoka rezultat je kulturnog dostignuća određenog
povijesnog trenutka ove sredine. Prema njoj možemo zaključiti kako su živjeli
ljudi prije nas koji su nam ostavili prekrasno naslijeđe svih epoha od antike,
romanike, gotike, renesanse, baroka do pučkog graditeljstva. Stari grad Rab kao
cjelina prekrasno je kulturno naslijede ali je nažalost nemarom i zapuštenošću
donedavno sustavno uništavan. Pojedine građevine, posebno sakralne, imaju i
danas visoku vrijednost spomeničke baštine koju treba sačuvati. Da bismo je
mogli sačuvati treba je najprije nabrojiti, a radi lakšeg praćenja kulturna dobra
ćemo uvjetno podijeliti u tri skupine:
NEPOKRETNA KULTURNA DOBRA
- grad, sela i krajolici,
- građevine, spomenici,
- arheološka nalazišta,
- etnološki i toponimski sadržaji,
- vrtovi, perivoji i parkovi,
- tehnološki (tehnički) objekti.
POKRETNA KULTURNA DOBRA
- zbirke u muzejima, galerijama, knjižnicama,
- crkveni inventar i predmeti,
- arhivska građa, filmovi,
- arheološki nalazi,
- likovna djela i etnografski predmeti,
- knjige, novac, poštanske marke,
- dokumentacija,
- namještaj, uređaji i drugo.
37
2. IL PATRIMONIO CULTURALE DI RAB
Il rapporto con la creatività spirituale e materiale, con la natura e gli
altri esseri umani, con il passato e il futuro è deciso dal grado di sviluppo
culturale di un centro.
Ad esempio l’architettura della città e dell’isola è il risultato delle conquiste
culturali di un preciso momento storico di questo centro. In base a questo
possiamo stabilire come vivevano le persone prima di noi che, in tutte le
epoche ci hanno lasciato una splendida eredità, dall’antichità, romanica, gotica,
rinascimentale, barocca fino all’edilizia popolare. La città vecchia di Rab nel
suo insieme è una magnifica eredità, ma sfortunatamente fino a poco tempo fa è
stata sistematicamente danneggiata dall’incuranza e dall’abbandono. Alcuni
edifici, specialmente quelli sacri, hanno ancora oggi un gran valore come
patrimonio monumentale che bisogna conservare. Per poterli conservare
bisogna prima catalogarli, e per una miglior comprensione, divideremo i beni
culturali in tre gruppi:
BENI CULTURALI IMMOBILI
- la città, i paesi e i paesaggi,
- edifici, monumenti,
- giacimenti archeologici,
- contenuti etnologici e toponimici,
- orti, giardini e parchi,
- oggetti tecnologici (tecnici).
BENI CULTURALI MOBILI
- collezioni dei musei, delle gallerie e delle biblioteche,
- inventari e materiali ecclesiastici,
- materiale archiviato, film,
- reperti archeologici,
- arti figurative e materiale etnografico,
- libri, soldi, francobolli postali,
- documentazione,
- mobilio, attrezzature ed altro.
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NEMATERIJALNA KULTURNA DOBRA
- jezik, dijalekti, govori, usmena književnost,
- folklorno stvaralaštvo (glazba, ples, običaji i dr.),
- obrti i umijeća.
2.1 NEPOKRETNA KULTURNA DOBRA
Stari grad Rab je od antičkog kastruma 10. godine p.K. postao
municipij darovnicom rimskog cara Augusta Octaviana. Iz ovog razdoblja
sačuvano j više cipusa, stella i natpisa. Najviše spomenika je sačuvano iz
kasnijih vremem: romanike, gotike i renesanse.
Za grad Rab kao kulturno-povijesnu cjelinu ne može se reći da je
sačuvan kao i njegove pojedine građevine. Propadanje Grada je počelo još
u prvoj polovici 18, st., a sustavna obnova tek u drugoj polovici 20. st. Urbana
arhitektura je slojevita prema povijesnim epohama, a raster je zasnovan na
antičkoj matrici. Stari grad Kaldanac ima nepravilni ulični niz dok noviji
dio grada uzdužno presijecaju tri ulice simbolično nazvane Donja,
Srednja i Gornja. Njih presijecaju poprečne ulice "ruge" i "andreone (slijepe -
dvorišta).
Ovom prekrasnom i praktičnom rasteru urbane sredine, izgrađene po mjeri
otočnog čovjeka, danas treba osmisliti dušu što nije teško jer postoji odlićan
predložak. Najvažnije je da staru gradsku jezgru obnavljamo kao mjesto
života, a ne samo za turizam. Revitalizacijski postupci bi trebali biti:
- ekološka sigurnost,
- selekcija djelatnosti,
- urbanističko i prostorno planiranje temeljeno na kategoriji
žastite, a žastita se mora temeljiti na sociologijskoj studiji za
oživljavanje Grada kao životnog prostora tijekom cijele
godine.
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BENI CULTURALI IMMATERIALI
- lingua, dialetti, parlate, letteratura orale,
- creatività folcloristica (musica, ballo, usanze ed altro),
- artigianato e arte.
2.1. BENI CULTURALI IMMOBILI
La città vecchia di Rab è passata dal essere un antico accampamento
militare romano del 10 a.C. a un comune grazie all’atto di donazione
dell’Imperatore Romano Ottaviano Augusto. Di questa epoca si sono conservati
molti cipusi (cippi), stela (steli) e inscrizioni, tuttavia si sono conservati più
monumenti delle epoche posteriori: romanica, gotica e rinascimentale.
Non si può dire che la città di Rab come centro storico-culturale sia
conservata come alcune sue costruzioni. La decadenza della città è iniziata già
nella prima metà del sec. XVIII, e la sistematica ristrutturazione solo nella
seconda metà del sec. XX. L’architettura urbana è divisa in diversi strati a
seconda delle diverse epoche storiche, ma il rasterII è fondato sull’antica
matrice. La città vecchia di Kaldanac aveva una rete stradale irregolare, mentre
la parte nuova della città è divisa longitudinalmente da tre strade,
simbolicamente chiamate Donja (Inferiore), Srednja (Centrale) e Gornja
(Superiore). Queste sono tagliate da delle strade trasversali, le “ruge” e le
“andreone” (cieche – cortili).
Con questa bellissimo e praticissimo raster del centro urbano, costruito
su misura per l’uomo dell’isola, oggi bisogna fare pace poiché non è difficile
perché esiste un ottimo modello. La cosa più importante è che il nucleo della
vecchia città sia ristrutturato come un posto dove vivere, e non solo per il
turismo. I procedimenti di rivitalizzazione dovrebbe riguardare:
- sicurezza ecologica,
- selezione delle attività,
- pianificazione urbana e dello spazio fondata sulla categoria
di protezione, e la protezione deve essere fondata su degli
studi sociali per la vitalizzazione della città come un’area
piena di vita durate tutto l’anno.
II Dal latino Rastrum, pianta di una zona della città nella quale le vie si intersecano a modi scacchiera.
40
Ekološka sigurnost je na prvom mjestu, da bi se život uopće mogao odrzati u
današnjem svijetu, moramo sačuvati čisto more i Otok.
Selekcija djelatnosti je za revitalizaciju Grada značajan faktor. Ona će
početi razvojem tercijalne reprodukcije Grada omogućene turizmom u
kojem će stanovništvo imati potrebe da živi sa zavičajnim referencama. Sada se
gradska jezgra pretrpava profitnim sadržajima na krivim mjestima (kafići).
Učestala je i obrnuta pojava koncentracije neprofitnih poslova
(administrativnih) u prostoru za gospodarske poslove.
Kao što narušavanju Grada doprinosi konzerviranje u funkciji "estetičke
sentimentalnosti" tako i nekontrolirano postavljanje telefonskih žica i
elektricnih ormarića po fasadama zgrada, postavljanje željeznih poklopaca po
ulicama za vodu i kanalizaciju, TV antena, "otvaranje" krovova, postavljanje
neprimjerenih ulaznih vrata i prozora na zgrade, neprimjereno uređivanje ili
zapuštanje fasada, postavljanje ružnih kioska na najljepšim prostorima,
uništava sliku grada. U Gradu ne postoje mjesta za civilizirano
informiranje i plakatiranje. Plakati se lijepe po fasadama zgrada ili na
izlozima trgovina čime se uništavaju fasade, a izlozi više nemaju svoju
svrhu. Spomenici kulture nisu označeni standardnim oznakama. Najteže je
s automobilima, za njih nema dovoljno parkirališta, a njihovim
parkiranjem u Gradu činimo dvostruku štetu: zaprečujemo pristup Gradu, a
automobilski ispušni plinovi dodatno uništavaju spomenike kulture.
Skladna arhitektura Grada prilagođavala se prirodnom obilježju
poluotoka na kojem je nastao. Nažalost izgradnjom hotela Rive (tadašnji Bristol),
vile Danice, hotela Slovenije i hotela Internacional, uništena je vizura cijeloga
Grada čuvana 18. stoljeća. Do tada Grad se skladno "spuštao" prema luci i svaka
se zgrada mogla vidjeti s druge strane luke. Na jugozapadnoj strani s mora vidjeli
su se, preko gradskog zida, samo zvonici i sakralni objekti.
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La sicurezza ecologica è al primo posto, per la conservazione della
vita nel mondo odierno, dobbiamo tenere il mare e l’isola puliti.
La selezione delle attività è per la rivitalizzazione della città un
fattore molto importante. Questa comincerà con lo sviluppo delle produzioni
terziarie della città rese possibili dal turismo di cui gli abitanti avranno
necessità per vivere alle stesse condizioni del proprio paese. Ora il nucleo
della città si sta riempiendo di intrattenimenti di profitto nei posti sbagliati
(bar). Accade spesso anche la cosa inversa, la comparsa di concentrazioni di
affari non di profitto (amministrativi) in posti adatti per gli affari economici.
Così come la distruzione della città porta all’entrata in funzione degli
“sentimentalismi estetici” così l’incontrollata disposizione di fili del
telefono ed armadietti elettrici sulle facciate dei palazzi, la disposizione di
tombini di ferro per l’acqua e le fognature sulle strade, le antenne TV,
“l’apertura” dei tetti, la disposizione di inappropriate porte d’entrata e
finestre sui palazzi, la ristrutturazione irregolare o abbandono delle facciate,
la disposizione di brutti chioschi nei posti più belli, rovina l’immagine della
città. Nella città non esistono posti per l’informazione e per l’affissione
civile. I manifesti vengono attaccati sulle facciate dei palazzi o sulle vetrine
dei negozi e, in questo modo, vengono rovinate le facciate, e le vetrine
perdono il loro scopo. I monumenti culturali non sono segnalati con i cartelli
standard. Quelli che se la passano peggio sono gli automobilisti, per loro
non c’è parcheggio sufficiente, e con il parcheggio di questi in città
procureremmo un danno doppio alla città: impediremmo l’accesso alla città
e i gas emanati dalle automobili rovinerebbero ulteriormente i monumenti
culturali.
L’armoniosa architettura della città si adattava alle caratteristiche
naturali della penisola da cui è nata. Sfortunatamente con la costruzione
dell’Hotel Riva (l’attuale Bristol), della villa Danica, dell’Hotel Slovenia e
dell’Hotel Internacional è stata danneggiata l’immagine dell’intera città che
si conservava dal sec. XVIII. Fino ad allora la città “scendeva”
armoniosamente verso il porto e tutti i palazzi erano visibili dall’altra parte
del porto. Nella parte sud-occidentale, dal mare, si vedevano, al di là del
muro cittadino, solo i campanili e le strutture sacre.
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Sada tu prekrasnu sliku uništavaju zgrade koje vrlo ružno strše iznad
gradskoga zida. U vremenu između dva rata izgrađeno je na Rabu više zgrada.
Većinom je to bila promašena arhitektura, npr. hotel "Riva", vila "Danica" i druge
neuspjele replike neobaroka, neorenesanse ili secesije. Česi su sagradili
pansion "Praha" na mjestu nekadašnje kuće arsenala koja se jedino može
uzeti za prilagođenu gradnju s lijepim secesijskim detaljima. Nažalost ova je
kuća porušena 1971., a na tom mjestu izgraden je danasnji hotel "International"
(arhitekt Julije de Luca) koji se arhitektonski nije uklopio u rapsku vedutu.
Šezdesetih godina 20. st. načinjena je najružnija zgrada na Rabu u
socrealističkom stilu, trgovina "Supermarket" (kod hotela Istre) koju svakako
treba ukloniti jer je građevinsko ruglo.
U Gradu je uzurpirana čak i jedna ulica. Ona još i danas postoji ali su u
njoj nažalost izgrađeni sanitarni prostori za lokal "San Antonio". Ulica spaja Trg
Municipium Arba s ulicom Dinka Dokule, a nalazi se između hotela "Astorija"
i spomenutog lokala. Ona postoji i u katastarskim kartama. Nadsvođena je i
zbog opasnosti od rušenja privremeno je bila u dvadesetom stoljeću zatvorena.
Sada je svod obnovljen, a budući da je to jedna od najstarjih uličica u Kaldancu
obvezatno je treba otvoriti.
Ono što se danas u Rabu prodaje u ružnim kioscima moglo bi se premjestiti
u prizemlje zgrada u poprečnim ulicama (ruge i andreone) jer su one potpuno
neiskorištene, a obala bi se mogla pretvoriti u prostor za ugostiteljstvo (mali lokali).
Tako bi oživio dio grada koji je sada mrtav, a obala bi postala prekrasan otočni
ambijent.
Nedostatke bismo mogli nabrajati u nedogled, ali to neće pomoci da se
ambijent promijeni. Najprije je potrebno izraditi detaljnu studiju koja će biti osnova
za provođenje Urbanističkog i Prostornog plana Grada Raba. Taj Pian bi morao
slijediti povijesne datosti Grada.
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Adesso questa splendida immagine è stata rovinata dai palazzi che in
malo modo sbucano sopra al muro cittadino.
Nel periodo tra le due guerre sono stati costruiti a Rab molti palazzi.
La maggioranza di questi si può considerare come architettura fallita, per
esempio l’Hotel “Riva”, la villa “Danica” e le altre repliche neobarocche,
neorinascimentali o della secessione fallite. I cechi hanno costruito la
pensione “Praha” al posto dell’ex casa dell’arsenale che poteva essere
utilizzata solamente per l’adeguamento alla città con dei bei dettagli
secessionisti. Sfortunatamente questa casa è stata abbattuta nel 1971 e al suo
posto è stato costruito l’attuale Hotel Internacional (architetto Julijo de
Luca) che architettonicamente non si inserisce nel paesaggio di Rab.
Negli anni ‘60 è stato costruito l’edificio più brutto di tutta Rab, in
stile surrealista, il negozio “Supermarket” (vicino all’Hotel Istria) che
bisognerebbe assolutamente eliminare perché è la barzelletta della città.
In città è stata usurpata anche una strada. Questa esiste ancora oggi
ma è stata occupata dagli spazi sanitari per il locale “San Antonio”. La
strada collegava piazza Municipium Arba con la via Dinko Dokul, e si
trovava tra l’hotel “Astorija” e il già citato locale. Esiste nelle carte catastali.
E’ stata coperta e per pericolo di crollo è stata temporaneamente chiusa nel
sec. XX. Adesso l’arco è stato ristrutturato e, considerato che questa è una
delle strade più vecchie in Kaldanac dovrebbe essere assolutamente riaperta.
Quello che oggi a Rab viene venduto in dei brutti chioschi si potrebbe
spostare al pianterreno dei palazzi nelle vie trasversali (ruge e andreone)
poiché sono completamente inutilizzate, e la costa si potrebbe trasformare in
uno spazio alberghiero (piccoli locali). In questo modo rinascerebbe una
parte della città che adesso è morta e la costa diventerebbe uno splendido
ambiente isolano.
Potremmo enumerare le mancanze di Rab all’infinito, ma questo non
farà in modo che l’ambiente cambi. Per prima cosa è necessario elaborare
uno studio dettagliato che sarà la base per la realizzazione di un piano
urbanistico e dello spazio della città di Rab. Questo piano dovrebbe tener
conto dei dati storici della città.
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Nekada je npr. svaki dio Grada imao, pored stambene, i svoju posebnu
namjenu: Gornja ulica duhovnu, Srednja trgovačku Donja skladišnu, Obala
operativnu (nekada i ugostiteljsku), Kaldanac obrtničku, Pjaceta je bila tržnica
koju je danas zamijenio Varoš.
Izgradnjom poslovnog centra Mali Palit (Šarengrad), umjesto
moderne periferije, debili smo anakronizam arhitekture koja je uz to i zapreka
razvoju Grada.
Budući je tendencija da se devastacija nastavi trebalo bi osnovati
Udrugu za zaštitu rapske baštine. Udruga bi poticala sve ljude da čuvaju
ambijentalnu kulturu Grada koju smo naslijedili za buduće generacije.
Gradski zid. Prve obrambene zidine su građene 10. godine p. K.14 U
povijesti su više puta rušene i obnavljane. Zanimljivo je da prof. Julijan Medini
pretpostavlja i ranije postojanje bedema naselja iz kojega se razvio antički Rab.
Dimenzije toga najstarijeg naselja, odnosno zida, bile su iste kao i u antičko i
postantičko doba, ali se do romanike sadašnji novi dio grada od Lože do Varoša
nije koristio kao urbani prostor. Sadašnji zid je većim dijelom obnovljen u 12. i
13. st., a ružna replika oko palače Nimira u 20. st.. Augustov zid iz 10. g. p.
K. bio je građen od velikih kamenih blokova od kojih su do danas (po prof.
Mediniju) sačuvana samo tri. Sva tri su u kuli sv. Kristofora.
Na zidu je tada bila postavljena Augustova ploča s natpisom o
utemeljenju rapskog municipia. Dio ploče je pronađen u 18. st. i upisan u CIL
br. 3117, ali nažalost do danas nije sačuvan. Tekst je restituiran prema zadarskoj
ploči i glasi:
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Una volta, per esempio, ogni parte della città aveva, accanto a quello
residenziale, una sua funzione speciale: la via Gornja (Superiore) spirituale,
la Srednja (Centrale) commerciale, la Donja (Inferiore) di deposito, e la
costa operativo (e alle volte alberghiera), Kaldanac artigianale e Pjaceta era
il mercato che oggi è stato spostato a Varoš.
Con la costruzione del centro d’affari Mali Palit (Šarengrad), al
posto della periferia moderna, abbiamo ottenuto un anacronismo
architettonico che è anche un ostacolo per lo sviluppo della città.
Visto che la tendenza è quella di continuare questa devastazione,
bisognerebbe fondare l’Organizzazione per la Protezione del Patrimonio
di Rab. L’associazione convincerebbe tutte le persone a conservare la
cultura ambientale della città che abbiamo ereditato per le generazioni
future.
Il Muro della Città. Le prime mura difensive sono state costruite
nel 10 a.C.14 Nel corso della storia sono state più volte distrutte e ricostruite.
E’ interessante il fatto che il prof. Julijan Medini suppone la precedente
esistenza di mura di un centro abitato da cui si è sviluppata l’antica Rab. Le
dimensioni di questo centro abitato più vecchio, di conseguenza anche del
muro, erano le stesse di quelle dell’epoca antica e postantica, ma fino al
periodo romanico, l’attuale parte della città che va da Lože a Varoš, non
fosse stato utilizzato come uno spazio urbano. Il muro di oggi è stato per la
maggior parte ristrutturato nel sec. XII e XIII, e la brutta replica attorno al
Palazzo Nimiri nel sec. XX. Il muro di Augusto del 10 a.C. era costruito da
grandi blocchi di pietra di cui al giorno d’oggi (secondo il prof. Medini) se
ne sono conservati solo tre. Tutti e tre nella torre di San Cristoforo.
Sul muro era stata posta da Augusto una lastra con un’inscrizione
che faceva riferimento alla fondazione del municipium Arbense. Parte della
lastra è stata trovata nel sec. XVIII ed era stata registrata al CILIII come n°
3117, ma sfortunatamente non si è conservata fino ad oggi. Il testo è stato
ricostruito in base alla lastra zaratina:
III Acronimo di elenco di opere d’arte.
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Prijevod: Imperator Cezar božanskog (Cezara) sin
August
imperator 12. put tribunske moći 13. put
daje (Gradu)
zidove s kulama.
Ovaj tekst je zabilježio Danijel Farlati (1690. - 1773.). Ploču je
pronašao iznad prozora kule sv. Stjepana (na današnjem Trgu slobode,
zapadni dio male palače Dominis) tadašnjih vlasnika obitelji Galzigna.
Drugu ploču, samo s dva zadnja reda prethodnog teksta, pronašao je uzidanu u
prozor kuće Bolković. Ovaj tekst je upisao u CIL 10117. U napomeni stoji da su
vjerojatno bila dva natpisa kao i u Zadru i da su bila uzidana na glavnim
vratima (na početku današnje Srednje ulice) i na morskim vratima (današnji
zvonik gradskog sata s morske strane).
Zid je imao četiri kule: kulu sv. Kristofora, kulu Smjelih, kulu sv.
Stjepana (na Pjaceti), kulu sv. Antona (iznad Nove rive) i Revelin koji je nažalost
početkom 20. st. porušen. Revelin je bila pomorska fortifikacijska utvrda iz
koje se lancima zatvarao i otvarao ulaz u rapsku luku.
Krajem 19. st. zid je najviše nastradao radi tobožnjeg "otvaranja" Grada
ali i radi građevnog materijala za gradnju kuća. Do sada su najsačuvaniji
dijelovi sjeverozapadnog zida s kulama sv. Kristofora i kule Smjelih.
Na više mjesta zid treba obnoviti i Grad upisati u Zajednicu gradova
opasanih zidom.
Imp(erator) Cesar D(ivi) f(ilius) Augustus Imp(erator) XII. Trib(unicia) pot(estate) XIII. Murum et turres dedit
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Traduzione:
L’Imperatore Cesare figlio divino (di Cesare) di
Augusto
Imperatore 12 volte potere tribunizio 13 volte
Dona (alla città)
Le mura e le torri
Questo testo è stato riportato da Danijel Farlati (1690 – 1773) che
aveva trovato la lastra sopra la finestra della torre di Santo Stefano
(sull’odierna Piazza della Libertà, parte occidentale del piccolo Palazzo
Dominis) di cui l’attuale proprietario è la famiglia Galzigna. Un’altra lastra
con solo le ultime due file del precedente testo, è stata trovata murata nella
finestra di Casa Bolković. Questo testo è stato registrato al CIL 10117.
Nell’annotazione è scritto che probabilmente esistevano due inscrizioni
come a Zara e che furono murate nelle porte principali (all’inizio
dell’attuale strada Superiore) e nelle porte marittime (l’odierno campanile
dell’orologio della città dalla parte del mare).
Il muro aveva quattro torri: la torre di San Cristoforo, la torre
Smjelih, la torre di Santo Stefano (a Pjaceta), la torre di Sant’Antonio (sopra
le Rive Nuove) e il Revelin che sfortunatamente all’inizio del sec. XX è
stato distrutto. Il Revelin era un bastione di fortificazione marittima che
apriva e chiudeva con catene l’ingresso al porto arbense.
Alla fine del sec. XIX il muro è stato rovinato ulteriormente a causa
della presunta “apertura” della città ma anche a causa del materiale usato
per la costruzione delle case. Fino ad oggi le parti conservate meglio sono
quelle della parte del muro nord-occidentale tra le torri di San Cristoforo e
Smjelih.
In più parti il muro necessita di ristrutturazioni e la città dovrebbe
essere iscritta nella Organizzazione delle città cinte da un muro.
Imp(erator) Cesar D(ivi) f(ilius) Augustus Imp(erator) XII. Trib(unicia) pot(estate) XIII. Murum et turres dedit
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Crkva Uznesenja Marijina - exkatedrala je ranoromanička
trobrodna bazilika. Izvorno je tu bila ranokršćanska crkva iz 5. st. Pročelje je
ukrašeno slijepim lunetama od rapske crvene breče i bijelog kamena. U njoj su
svoja djela ostavili poznati kipari i graditelji: Andrija Aleši (krstionica 1497.,
donesena iz crkve sv. Ivana Evanđeliste, balustrada, kipovi svetaca i dr.), Petar
Trogiranin (Pijeta u luneti portala 1514.) i dr.. Posebna vrijednost Katedrale su
korska sjedala zadarskog majstora Nikole Moronzona (1418.-1500.) iz 1445., na
njima su urezana dva grba obitelji Nimira (lijevo) i Cernota (desno), te ciborij s
ranokršćanskom ikonografijom, oltarna pala rapskog slikara Matije Pončuna,
kapele sv. Petra ili Petra Zudeniga-Scafa (do sakristije), kapela sv. Sakramenta ili
Zaro i kapela sv. Križa ili de Maris u apsidi desne lade. Ovu zadnju zatvara goticka
balustrada s dvije skulpture sv. Petra i sv. Pavla ispod kojih su dva grba obitelji de
Maris. Iznad oltara je gotičko raspelo na kojem se prepoznaje utjecaj renesanse.
Lijeva lađa završava apsidalnim svetištem u kome je poznata slika Bogorodice s
Isusom i donatorom u grčkoj maniri iz mletačkog trečenta. Po nekima slika
pripada padovanskom slikaru Guariente d' Arpo (K. Prijatelj), a po drugima
Marku de Martini. Na balustradi su dva andelića i dva grba obitelji Zudenigo. Na
pjevalištu su orgulje Petra Nakića iz 1756., a na zidu lijeve lađe j e ugrađen najstarji
spomenik, kameni reljef Krista Kralja iz 5. stoljeća. Na ulazu u crkvu s desne
strane je grb obitelji Car (Zaro), a s lijeve grb obitelji Nimira – Picolomini.
Katedralu je 1177. posvetio papa Aleksandar III. (1159. -1181.). Od
kada je rapska biskupija 1828. godine pripojena krčkoj (zajedno s osorskom)
ovo je samo župna crkva.
Zahvaljujući sredstvima Ministarstva kulture i Grada Raba crkva se
detaljno obnavlja pod stručnim vodstvom Ministarstva kulture. Za vrijeme obnove
otkriveni su mnogi detalji koji nisu bili poznati, npr. mozaik ispod svetišta i dr.
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La Chiesa dell’Assunzione di Maria – l’ex cattedrale è una basilica
preromanica a tre navate. Originariamente al suo posto c’era una chiesa
precristiana del sec. V. La facciata è decorata con delle lunette cieche di
pietrisco rosso arbense e pietra bianca. In questa hanno lasciato la loro parte
dei famosi scultori e costruttori: Andrija Aleši (battistero 1497, portato dalla
chiesa di San Giovanni Evangelista, balaustrate, statue, santi e altro), Petar
Trogiranin (la Pietà nella lunetta del portale 1514) e altro. Sono
particolarmente di valore nella cattedrale le sedie del coro del maestro
zaratino Mateus Moronzona (1418 – 1500) del 1445, su queste sono
intagliati due stemmi, delle famiglie Nimiri (sinistra) e Cernota (destra), il
ciborio con iconografia precristiana, il palo d’altare del pittore arbense
Matija Pončun, la cappella di San Pietro o Pietro Zudenigo-Scafo (fino alla
sacrestia), la cappella di San Sacramento o Zaro e la cappella di Santa Croce
o De Maris nell’abside della navata destra. Quest’ultima è chiusa dalla
balaustrata gotica con le due sculture di San Pietro e San Paolo sotto le quali
ci sono due stemmi della famiglia De Maris. Sopra l’altare c’è un crocifisso
gotico su di cui si riconoscono gli influssi rinascimentali. La navata sinistra
finisce con un santuario absidale in cui c’è il famoso dipinto della Madonna
con il Gesú e del donatore in stile manieristico greco del trecento veneziano.
Secondo alcuni il dipinto appartiene al pittore padovano Guariente d’Arpo
(M. Prelog) e secondo altri a Marco De Martini. Sulla balaustrata ci sono
due angioletti e due stemmi della famiglia Zudenigo. Là del coro c’è
l’organo di Petar Nakić del 1756 e, sul muro della navata sinistra, sono
costruiti il più vecchio monumento, rilievo in pietra del Cristo Re (Krista
Kralja) del sec. XI. All’entrata della chiesa, sulla parte destra, c’è lo stemma
della famiglia Car (Zaro) e a sinistra lo stemma della famiglia Nimiri –
Piccolomini.
La cattedrale è stata consacrata nel 1177 dal Papa Alessandro III
(1159 – 1181). Da quando la diocesi arbense nel 1828 è stata assimilata alla
città di Veglia (insieme a Ossero) questa è rimasta solo una chiesa
parrocchiale. Grazie ai mezzi del Ministero della Cultura e della Città di
Rab la chiesa è in fase di ristrutturazione sotto la guida tecnica di questo.
Durante la ristrutturazione sono stati scoperti molti dettagli che prima non
erano conosciuti, ad esempio il mosaico sotto il santuario ed altro.
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Zvonik crkve Uznesenja Marijina je najljepsa romanička
građevina lombardijske provenijencije iz 13. st. (oko 1200. g.). Sa sve četiri
strane simerično se prema vrhu zvonika nižu sve veći otvori: monofore, bifore,
trifore i kvadrifore. Na toj najvišoj razini su ovješena tri zvona. Najveće, novo
zvono izliveno je Innsbrucku u Grassmayrovoj ljevaonici 1989., teško je 900
kg. Zamijenilo je staro puknuto teško 800 kg, sada pohranjeno u Muzeju
crkvene umjetnosti crkvi sv. Justine. Staro zvono je izlio majstor Jacov de
Caldelaris u Veneciji 1601. Novo zvono je ugođeno na ton "F" (kao i
staro), a s druga dva manja zvona u zvoniku koji su ugođeni na tonove "A" i
"C" daju skladan akord u F-duru.15 Iznad zvona je balustrada i osmerostrana
kupola, a na samom vrhu (25 m) križ s kuglama u kojima su moći svetaca.
Obnovljen je i pripremljen za prezentaciju.
Crkva sv. Ivana Evanđeliste. Ostaci ove crkve, po tipološkim
osobinama prostorne orjentacije ukazuju na vrlo rano nastajanje, možda čak
i u drugoj polovici 4. st. Kao ranokršćanska trobrodna jednoapsidalna bazilika
obnovljena je u 11. st. Pored nje je bio benediktinski samostan, kasnije
franjevački, a jedno vrijeme (na kraju biskupije) i biskupski dvor. Klesarske
radove iz 15. st., pored ostalih majstora, ostavio je i izuzetni klesar Andrija
Aleši. Još uvijek su vidljivi ostaci deambulatorija koji je izgleda bio jedini na
ovoj našoj istočnoj obali Jadranskoga mora. Deambulatorij ovdje ima
funkciju vanjske kripte. Crkva je bila ukrašena prekrasnim mozaikom,
stupovima i kapitelima (palmetni i korintski akantusovi) romaničke epohe ali je
skoro uništena zubom vremena.
Ostaci crkvenog zida, svetišta i deambulatorija su zadnjih godina
sačuvani od daljnjeg propadanja i otvoreni za posjetitelje.
51
Il campanile della chiesa dell’Assunzione di Maria è la
costruzione romanica di provenienza lombarda più bella del sec. XIII
(intorno al 1200). Da tutte e quattro i lati simmetricamente verso la cima del
campanile si susseguono aperture sempre più grandi: monofore, bifore,
trifore, quadrifore. Sul punto più alto sono appese tre campane. La più
grande campana, coniata a Innsbruck nella fonderia di Grassmay nel 1989,
pesa 900 kg. Questa ha sostituito la vecchia campana rotta di 800 kg, adesso
conservata nel museo di arti sacre della chiesa di San Giustino (sv. Justine).
La vecchia campana era stata coniata dal maestro Jacov de Caldelaris a
Venezia nel 1601. La nuova campana è accordata in FA (come quella
vecchia) e con le altre due vecchie campane accordate in LA e DO danno
l’armonioso accordo di FA maggiore15. Sopra le campane c’è una
balaustrata a piramide ottagonale, e sulla cima (25 m) un crocifisso con le
sfere che contengono i reliquie del santo.
E’ stato rinnovato e preparato per la presentazione.
La chiesa di San Giovanni Evangelista. I resti di questa chiesa, per
le particolarità tipologiche dell’orientamento nello spazio, dimostrano una
formazione molto antica, forse della seconda metà del sec. IV. La basilica
precristiana a tre navate e un’abside è stata ristrutturata nel sec. XI. Vicino
a questa c’era il convento benedettino, poi francescano, e per un tempo (alla
fine della diocesi) anche la curia vescovile. Delle sculture del sec. XV
presenti, tra le altre, ci sono quelle dall’eccezionale scultore Andrija Aleši.
Ancora oggi sono visibili i resti del deambulatorio che a quanto pare era
l’unico esistente sulla costa orientale del Mar Mediterraneo. Il
deambulatorio qui ha la funzione di una cripta esterna. La chiesa è allestita
con un magnifico mosaico, colonne, e capitelli (di palme, corinzi e di
acanto) dell’epoca romanica ma è quasi distrutta per via del deterioramento
del tempo.
I resti del muro della chiesa, del santuario e del deambulatorio sono
stati protetti da un ulteriore deterioramento negli ultimi anni e sono aperti al
pubblico.
52
Zvonik crkve sv. Ivana Evanđeliste izgradili su benediktinci u drugoj
polovici 12. st. u romaničkom stilu. Smješten je uz svetište crkve (ne kao ostali uz
zapadnu fasadu crkve). U zvonik se ulazilo sa zapadne strane na prvom katu kao i
sada, a u prizemlju je oratori]-relikvijarij, memorija za kult relikvija koji je križnim
svodom odvojen od gornjeg dijela zvonika.
Zvonik je statički konsolidiran i obnovljen. Sada u njemu nema zvona.
Otvoren je posjetiteljima.
Crkva sv. Andrije je protoromanička trobrodna bazilika izgradena u
11. st. kao nova crkva. Gradili su je benediktinci za vrijema biskupa Madiusa, a to
potvrđuje obrnuto postavljeni natpis na ulazu u crkvu. U 15. st. preuređena je u
renesansnom stilu, au 18. st. barokizirana (braća Somazzi). U crkvi se čuva Gospina
slika iz 16. st. koju puk štuje kao čudotvornu. Vrijedan je barokni oltar iz 1765. i
kamena plastika (pleter) te kapiteli iz 11. st. (u 18. st. pokriveni žbukom).
U crkvi je bio do 1876. poliptih Bartolomea Vivarini iz 1485. Sada je
tamo kopija, a originai je, najprije 1876. prodan u Veneciju, sada se nalazi u
Bostonu.
Zvonik crkve sv. Andrije je romanička građevina s krovom u
obliku četverostrane piramide i romaničkim triforama na vrhu. Izgradio ga
je arhiđakon Kuzma 1181., a to potvrđuje natpis u podnožju zvonika. U
njemu je zvono izliveno 1336. godine.
53
Il campanile della chiesa di San Giovanni Evangelista è stato
costruito dai benedettini nella seconda metà del sec. XII in stile romanico.
E’ situato nel santuario della chiesa (non come gli altri sulla facciata
occidentale della chiesa). Al campanile si accedeva dalla parte occidentale
al primo piano come adesso, e al pianterreno c’è l’oratorio-reliquia,
memoria per il culto delle reliquie che è diviso dalla parte superiore del
campanile con un arco incrociato.
Il campanile è staticamente consolidato e ristrutturato. Adesso non
contiene campane.
E’ aperto al pubblico.
La chiesa di San Andrea è una basilica protoromantica a tre navate
costruita nel sec. XI come una chiesa nuova. L’hanno costruita i benedettini
durante l’epoca del sacerdote Madius, e questo è confermato
dall’inscrizione posta al contrario all’entrata della chiesa. Durante il sec. XV
è stata ristrutturata in stile rinascimentale, e durante il sec. XVIII in stile
barocco (fratelli Somazzi). Nella chiesa è conservata un’immagine della
Madonna del sec. XVI che la popolazione considera miracolosa. Sono di
valore l’altare barocco del 1765, l’arte plastica in pietra (graticcio) e i
capitelli del sec. XI (coperti con l’intonaco nel sec. XVIII).
Fino al 1876 nella chiesa c’era un polittico di Bartolomeo Vivarini
del 1485. Adesso c’è una copia e l’originale è stato, prima venduto a
Venezia nel 1876, e adesso si trova a Boston.
Il campanile della chiesa di Sant’Andrea è una costruzione
romanica con il tetto a forma di piramide a quattro lati e con delle trifore
romaniche in cima. L’ha costruito l’arcidiacono Kuzma nel 1181 come è
indicato nell’inscrizione alla base del campanile. La sua campana è stata
coniata nel 1336.
54
Samostan sv. Andrije je u 11. st. podigao rapski biskup Madius za
rapske patricijske djevojke. Od tada pa do danas u njemu žive časne sestre
benediktinke i čuvaju neprocjenjivo blago rapskog duhovnog života. S njma su
se 1287. združile benediktinke samostana sv. Ivana Evanđeliste.
O životu u samostanu sestre vode kroniku a u samostanskoj biblioteci se
čuvaju vrijedni originali starih knjiga na hrvatskom jeziku.
Crkva sv. Justine je jednobrodna kasnorenesansna crkva iz 16. st.
(1574.) s dvojim ulaznim vratima. Izgradili su je rapski pučani kao
samostansku crkvu benediktinki pučanki na mjestu nekadašnje crkve sv. Tome.
Samostan je ukinula Napoleonova uprava 1808. godine. U crkvi je vrijedan
raskošni oltar i oltarna slika "Smrt sv. Josipa" iz 17. st.. Kor u crkvi drže dva stupa
s vrlo vrijednim kapitelima.
U crkvi je sada stalna postava predmeta sakralne umjetnosti župe Rab.
Zvonik crkve sv. Justine. Građen je u stilu baroka 1672. godine s
neobičnom kupolom. U njemu nema zvona i nije u funkciji. To je najmladi od
četiriju rapska zvonika (njega nema na poznatoj prvoj veduti Raba iz 17. st.).
Crkva sv. Kriza je kasnorenesansna građevina iz 16. st., preuređena u 18.
st. Na tom mjestu je bila crkva posvećena sv. Antonu, a prije nje imala je sadašnje
ime. Spominje se 1286. kao hospicium, vlasnistvo samostana sv. Petra u Sup.
Dragi. Vrijedno je gotičko raspelo i barokna oltarna slika iz 18. st. venecijanskog
majstora Pelegrina te vrlo uspjela štukatura braće Sommazzi iz Švicarske
izrađena 1798. godine. Štukatura prikazuje u srednjem dijelu Boga Oca s
golubicom kao simbol Duha
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Il convento di San Andrea è stato costruito dal sacerdote arbense
Madius per le ragazze patrizie. Da allora fino ad oggi in questo convento
sono vissute le suore benedettine che custodiscono l’inestimabile tesoro
della vita spirituale arbense. Nel 1287 si sono unite a loro le benedettine del
convento di San Giovanni Evangelista.
Le suore tengono una cronaca della vita nel convento e nella
biblioteca del convento sono conservati i preziosi originali di vecchi libri in
lingua croata.
La chiesa di San Giustino (sv. Justine) è una chiesa
tardorinascimentale a una navata del sec. XVI (1574) con due porte
d’entrata. L’hanno costruita gli abitanti di Rab come chiesa e convento per i
benedettini del luogo al posto dell’ex chiesa di San Tommaso. Il convento è
stato soppresso dall’amministrazione napoleonica nel 1808. Sono di valore
nella chiesa il lussuoso altare e il dipinto dell’altare “La morte di San
Giuseppe” del sec. XVII. Il coro della chiesa si regge su due colonne con
capitelli di gran valore.
Adesso in chiesa c’è una costante esposizione di oggetti sacri della
parrocchia di Rab.
Il campanile della chiesa di San Giustino (sv. Justine). E’ una
costruzione del 1672 in stile barocco con una cupola atipica. Il campanile
non è funzionante e non ha una campana. E’ il più “giovane” dei quattro
campanili di Rab (non è presente nella prima famosa veduta di Rab del sec.
XVII).
La chiesa di Santa Croce è una costruzione tardorinasacimentale
del sec. XVI, ristrutturata nel sec. XVIII. Al suo posto c’era la chiesa
dedicata a Sant’Antonio, e prima di allora aveva lo stesso nome di oggi. Nel
1286 è citata come hospicium, convento di proprietà di San Pietro a
Supetarska. Draga. E’ di valore il crocifisso gotico e il dipinto barocco
dell’altare del sec. XVIII del maestro veneziano Pellegrino, la molto riuscita
stuccatura dei fratelli Sommazzi dalla Svizzera del 1798. La stuccatura
mostra nella parte centrale Dio con una colomba come simbolo dello Spirito
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svetoga. U četiri medaljona prikazane su scene iz života Isusa Krista:
bičevanje, razapinjanje na križ, polaganje u grob i uskrsnuće.
Za ovu je crkvu vezana legenda o proplakalom Kristu na maloj oltarnoj
slici (sada je na oltaru druga slika). Čudo se dogodilo 14. prosinca 1558. za vrijeme
rapskog biskupa Ivana Luke Garagnina (1756. -1765.) i od tada je više puta
opjevano u rapskim crkvenim pjesmama.
Crkva je obnovljena i zaštićena 1988. godine. U njoj se pored sv. misa
održavaju i Rapske glazbene večeri.
Crkva sv. Kristofora je izgrađena u 14. st. uz kulu sv. Kristofora.
Napuštena je za vrijeme kuge 1567., a u 18. st. se urušila. Obnovljena je 1984.
za stalnu izložbu - Lapidarij. U Lapidariju se čuvaju spomenici (kameni) iz
rimskog pa do novog doba nastali na Rabu.
Samostan sv. Antuna opata je osnovala 1497. kneginja Mande Budrišić
iz Like od knezova Žirova. Bježeći pred Turcima došla je 1497. godine na Rab i
ovdje osnovala ženski franjevački samostan za trećoretkinje. Umrla je 1532. i
pokopana u sarkofag koji se danas čuva u Franjevačkom samostanu u Kamporu.
Samostan i crkva izgrađeni su na samom rtu sv. Antona (Caput Antio), poluotoka
na kome se nalazi grad Rab. U samostanu sv. Antuna opata čuva se najstarija slika
Raba u ulju i Oplakivanje Krista na drvu.
Na nadvratniku ulaznih renesansnih vrata je latinski natpis: FAX HVIC
DOMVI - ET OMNIBUS HABITANDIBUS IN EA. Prijevod: "Mir kući ovoj i
svima koji u njoj prebivaju" i godina 1541.
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Santo. Nei quattro medaglioni sono raffigurate alcune scene della vita di
Gesù Cristo: la flagellazione, la crocifissione, la deposizione nel sepolcro e
la resurrezione.
A questa chiesa è legata la leggenda del Cristo Piangente del piccolo
dipinto sopra l’altare (adesso sopra l’altare c’è un altro dipinto). Il miracolo
è avvenuto il 14 dicembre 1558 durante la diocesi del vescovo arbense Ivan
Luka Garagnina (1756 – 1765) e da allora è stato decantato più volte nei
canti ecclesiastici arbensi.
La chiesa è stata ristrutturata e protetta nel 1988. In questa, oltre alla
santa messa, sono tenute le serate musicali di Rab.
La chiesa di San Cristoforo è stata costruita nel sec. XIV vicino
alla torre di San Cristoforo. E’ stata abbandonata durante la peste del 1567,
ed è crollata nel sec. XVIII. Nel 1984 è stata ristrutturata per l’esposizione
permanente del Lapidario. Nel Lapidario sono conservati i resti (sassi)
ritrovati a Rab dall’epoca dei romani fino ad oggi.
Il convento di Sant’Antonio Abate è stato fondato nel 1497 dalla
principessa Mande Budrišić dalla Lika del principato di Žirova. Arrivò a
Rab nel 1497 scappando dai turchi e fondò il convento francescano
femminile per le suore di terz’ordine. Nel 1532 morì ed è fu sepolta nel
sarcofago che tutt’oggi è conservato nel convento francescano a Kampor. Il
convento e la chiesa sono stati costruiti sul promontorio di Sant’Antonio
(Caput Antio), della penisola dove è situata la città di Rab. Nel convento di
Sant’Antonio abate è conservato il più vecchio dipinto ad olio e il Cristo
Piangente sulla Croce.
Sull’architrave rinascimentale della porta d’entrata c’è
un’inscrizione in latino: PAX HVIC DOMVI – ET OMNIBUS
HABITANDIBUS IN EA. Traduzione: “Pace a questa casa e a tutti coloro
che vi abitano” del 1541.
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Crkva sv. Antuna opata je jednobrodna samostanska crkvica s
gotičkim križnim svodom iznad svelišta i zvonikomna preslicu za dva zvona. U njoj je
više grbova i grobnih
ploča rapskih patricijskih obitelji i grob barskog biskupa, Rabljanina Marina Bizza
te mali drveni oltar sa slikom sv. Franje i centauronom s tri ruke.
Crkva sv. Nikole (kod Gradske lože) gotička je jednobrodna crkvica sa
zvonikom na preslicu za jedno zvono. U njoj je potpisan 1446. vrijedan spis o
utemeljenju Franjevačkog samostana sv. Bernardina u Kamporu. Nekada
crkva sv. Duha današnje ime je dobila po bratovštini pomoraca čije je to bilo
sjedište. Danas su u njoj izložbe slika, a u nekadasnjoj sakristiji crkvena
prodavaonica.
Crkva sv. Ante Padovanskog. Mala jednobrodna barokna crkvica
sagrađena 1675. Vrijedna je oltarna pala i mramorni antependij oltara (inkrustacija)
iz 16. st. koja prikazuje Bogorodicu s Djetetom. Na vrhu pročelja je zvonik na
preslicu za dva zvona. U njoj je pokopan 1678. njezin donator Francesco Brazza.
Na fasadu prema Srednjoj ulici 1991. vraćena je spomen ploča "Lijepoj
našoj" skinuta još 1941. Iz ovog mjesta izvadili su je Rabljani da je Talijani ne
unište.
Nekadasnja crkva sv. Katarine kod hotela "Riva". Bila je
jednobrodna kapelica sa zvonikom na preslicu za jedno zvono. Građevina
sada nema veću spomeničku vrijednost, ali promjenom namjene (sada je u njoj
radionica) mogla bi se koristiti u primjerenije svrhe.
Gradska loža i venecijanska zgrada. Loža je podignuta 1509. (stara je
bila na danšnjem Trgu slobode). Ova renesansna građevina s krovom na stupovima
bila je središte javnog života srednjevjekovnog Raba sve do propasti Venecije
1797. Zgrada na koju je naslonjena Gradska loža je građena u stilu
venecijanske manire. Dugo je bila zapuštena, a sada obnovljena za
kulturne i ugostiteljske sadržaje.
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La chiesa di Sant’Antonio abate è una chiesetta conventuale a una
navata con un arco incrociato gotico sopra il santuario e il campanile con
due campane in cima. In questa sono presenti molti stemmi e lastre tombali
delle famiglie patrizie arbensi e la tomba del vescovo di Antivari, della
arbense Marina Bizza e un piccolo altare con l’immagine di San Francesco e
un centauro con tre mani.
La chiesa di San Nicola (vicino alla loggia cittadina) è una chiesa
gotica a una navata con il campanile a una campana sulla cima. In questa si può
trovare un’inscrizione di valore sulla fondazione del convento francescano di
San Bernardino a Kampor. Una volta era chiamata chiesa di Santo Spirito e ha
preso il nome odierno dalla confraternita di marinai di cui era la sede. Oggi
ospita una mostra di dipinti e nell’ex sacrestia c’è un negozio.
La chiesa di Sant’Antonio padovano. E’ una piccola chiesa barocca
ad una navata costruita nel 1675. Sono di valore la pala d’altare e i dossali
d’altare di marmo (incrostazione) del sec. XVII che raffigura la Madonna con il
Bambino. Nel 1678 in questa è stato seppellito il suo donatore Francesco
Brazza.
Sulla facciata che da sulla strada Srednja (Centrale) nel 1991 è stata
nuovamente posta la lastra commemorativa “Lijepoj našoj” (Alla nostra bella)
tolta nel 1941 dagli arbensi perché gli italiani non la distruggessero.
L’ex chiesa di Santa Caterina vicino all’Hotel “Riva”. C’era una
piccola cappella ad una navata con il campanile a una campana in cima. La
costruzione ora non ha un gran valore monumentale, ma cambiando il suo
utilizzo (ora è un’officina) potrebbe essere utilizzata per scopi adeguati.
La loggia cittadina e la costruzione veneziana. La loggia è stata
costruita nel 1509 (quella vecchia si trovava nell’attuale Piazza della Libertà).
Questa costruzione rinascimentale con il tetto su colonne era il centro della vita
più importante fino alla caduta di Venezia nel 1797. L’edificio su cui si
appoggia la Loggia cittadina è costruito in stile manieristico veneziano.
Abbandonata per lungo tempo, è stata rinnovata per scopi culturali e turistici.
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Gradski sat i zvonik. Spominje se još u 16. st. Zvonik je izgrađen na
Morskim vratima gradskog zida. Više je puta obnavljan, 1839. i 1996., a sat 1985.
i 1995. godine. 1839. postavljena je ploča na kojoj piše da je obnovu financirala
općina Rab.
Palača Dominis. Izgrađena je pretežito u renesansnom stilu.
Obnavljana više puta u prošlosti udomljavala je razne stanare od patricija,
građana, hotela, škole, tvornice, ljekarne, kavane pa na kraju i Općinskog
suda. Na pročelju prema Srednjoj ulici je veliki mramorni grb porodice
Dominis s godinom 1434., a na zidu prema Varošu ugrađena je rimska kamena
glava Boga Janusa. S prekrasnim renesansnim i gotičkim prozorima i portalima
jedna je od najljepših građevina na Rabu. U njoj se rodio najveći Rabljanin Marko
Antonije de Dominis (1560. - 1624.).
Palača Nimira. To je bila najljepša renesansna palača u Rabu s
prekrasnom balustradom i gotičkim svodom te portalom u stilu cvijetne gotike
(autor Andrija Aleši). U nadvratniku gotičkog portala je grb obitelji Nimira s
kartušom cvijetne gotike: lišće, voće, kaciga, kruna i sve to drže dva amora (putti).
Trošna zgrada se za bure 1912. urusila.
Sada je ugostiteljski objekt, a njezina obnova sjevernog dijela je
primjer nestručnog zahvata na spomeniku kulture.
K n e ž e v a p a l a ča (Knežev dvor). Podignuta je u 13. i 14. st. za
stolovanje rapskoga kneza. Građena je slojevito. Najstariji je dio ispod kule
i iznad glavnog ulazau atrij. Na vanjskoj fasadi prema trgu Municipium Arba
vide se na drugom katu romanički i jedan gotički, a na trećem katu još
jedan gotički prozor na dvostraki šiljasti luk iz 15. st..
F.I. COMMUNI AERA
REFECTA MDCCCXXXIX
61
L’orologio della città e il campanile. E’ citato già nel sec. XVI. Il
campanile è costruito sulle porte marittime del muro della città. E’ stato
ristrutturato più volte, nel 1839 e nel 1996, e l’orologio nel 1985 e nel 1995.
Nel 1839 è stata posta una lastra che ricorda che la ristrutturazione è stata
finanziata dal comune di Rab.
Il Palazzo Dominis. E’ stato costruito principalmente in stile
rinascimentale. Ristrutturato più volte nel passato, ha ospitato diversi inquilini,
patrizi, cittadini, hotel, scuole, fabbriche, farmacie, caffè e alla fine anche il
tribunale comunale. Sulla facciata che dà sulla via Srednja (Centrale) c’è un
grande stemma di marmo della famiglia Dominis dell’anno 1434, e sul muro
verso Varoš è stata scolpita la testa di pietra del dio romano Giano. Con le
bellissime finestre e portali rinascimentali e gotici è una delle più belle
costruzioni di Rab. In questo palazzo è nato l’arbense più famoso, Marco
Antonio de Dominis (1560 – 1624).
Il Palazzo Nimiri. Era il palazzo rinascimentale più bello a Rab, con
una splendida balaustrata, un arco gotico e un portale in stile gotico fiorito
(autore Andrija Aleši). Sul retro del portale gotico c’era lo stemma della
famiglia Nimiri con il cartiglio gotico fiorito: foglie, frutta, caschi, corone, tutto
retto da due putti. L’edificio, cadente, è crollato per via della bora nel 1912.
Adesso è un impianto alberghiero, e la ristrutturazione sulla parte a nord è il
perfetto esempio dell’intervento non professionale su un monumento culturale.
Il Palazzo del Principe (Il Palazzo del Rettore). E’ stato costruito nel
sec. XIII e XIV come residenza del principe di Rab. E’ costituito da diversi
strati. La parte più vecchia è quella sotto la torre e sopra l’ingresso principale
nell’atrio. Sulla facciata esterna che dà su Piazza Municipium Arba si vedono,
al secondo piano delle finestre romaniche e una gotica, e al terzo ancora una
gotica a doppio arco a sesto acuto del sec. XV.
F.I. COMMUNI AERA
REFECTA MDCCCXXXIX
62
Renesansna bifora iz 16. st. je na prvom katu te prekrasan venecijanski
balkon koga drže tri dvostruke konzole u obliku lavljih glava. U gornjem redu
glave su različite, a u donjem su iste. Svaka od gornjih predstavlja određeni
društveni sloj (plemiće i pučane u gradu i na selu). Prvome su usta jako otvorena,
drugome poluotvorena a trećemu skoro zatvorena. U donjem redu svi imaju
zatvorena usta. Skulpture simbolički predstavljaju one koji su mogli govoriti i one
koji to pravo nisu imali. Balkon je obnovljen 1988. godine (Kosta Kostov iz
Zadra), a unutrašnjost palače i atrij nestručno su obnovljeni pedesetih godina 20.
st.
Na fasadi prema Donjoj ulici na prvom i drugom katu ugrađene su replike
renesansnih monofora i bifora obnovljene 50-tih godina 20. st.. U prizemlju su
četverokutni prozori s masivnim kamenim okvirima.
Palača Benedetti nastavlja se na Kneževu palaču u Donjoj ulici. Jedno
vrijeme je bila u sastavu Kneževe palače. Vrijedan je portal s grbom obitelji Benedetti i
godinom MDCXXII (1622.) te renesansnim prozorima.
Palača Galzigna (Donja ulica). Građena u gotičkom stilu s prekrasnim
renesansnim portalom na kojem je uklesan neuobičajeni natpis na latinskom
jeziku:
A LABIIS INIQVIS ET A LINGVA DOLOSA ERVE ME DOMINE.
Prijevod: "Od laznih usta i zla jezika, oslobodi me Bože". Na pročelju je
prekrasan gotički prozor i polica za cvijeće koju drži šest lavljih glava.
Palaca Galzigna (Gornja ulica). To je niz zgrada na početku Gornje
ulice. Na prvoj se ističe portal i grb obitelji Galzigna. Početkom 20. st.
preuređena je u pansion "Zagreb".
63
La bifora rinascimentale del sec. XVI è al primo piano e lo è anche il bellissimo
balcone veneziano sorretto da tre doppi sostegni a forma di testa di leone. Nella
parte superiore le teste sono differenti mentre nella parte inferiore sono uguali.
Ognuna di quelle superiori rappresenta un determinato gruppo sociale (nobili e
plebei, in città e nel paese). La prima testa ha la bocca molto aperta, la seconda
mediamente aperta e la terza ce l’ha quasi chiusa. Nella fila inferiore tutte le
teste di leone hanno la bocca chiusa. Le sculture rappresentano simbolicamente
quelli che potevano parlare e quelli che non avevano questo diritto. Il balcone è
stato ristrutturato nel 1988 (da Kosta Kostov di Zara), l’interno del palazzo e
l’atrio sono stati ristrutturati in modo non professionale negli anni ‘50.
Sulla facciata che dà sulla strada Donja (Inferiore) al primo e al secondo
piano sono state costruite delle repliche di monofore e bifore rinascimentali,
ristrutturate negli anni ‘50. A pianoterra ci sono le finestre rettangolari con
delle massicce cornici di pietra.
Il Palazzo Benedetti è il proseguimento del Palazzo del Principe sulla
strada Donja (Inferiore). Una volta faceva parte del complesso del Palazzo del
Principe. E’ di valore il portale con lo stemma della famiglia Benedetti e l’anno
MDCXXII (1622) e le finestre rinascimentali.
Il Palazzo Galzigna (Strada Donja). E’ costruito in stile gotico con un
bellissimo portale rinascimentale su cui è scolpita un’inscrizione inusuale in
lingua latina:
A LABIIS INIQVIS ET A LINGVA DOLOSA ERVE ME DOMINE.
Traduzione: “Dalle labbra bugiarde e dalla mala lingua, liberami Signore”.
Sulla facciata c’è una bellissima finestra gotica e una ripiano per i fiori sorretta
da sei teste di leone.
Il Palazzo Galzigna (Strada Gornja). E’ quella serie di edifici
all’inizio della strada Gornja (Superiore). Nel primo spicca il portale e lo
stemma della famiglia Galzigna. All’inizio del sec. XX è stata trasformata nella
pensione “Zagreb”.
64
Palača Cernota. Od palače nije mnogo ostalo osim prekrasnog
portala izrađenog u stilu kićene gotike iz polovice 15. st. U luneti portala je grb
porodice Cernota sa sv. Pelegrinom, obiteljskim zaštitnikom. Pretpostavlja se da ga
je izradio kipar Andrija Aleši. Na palači je natpis iz venecijanskog doba na tri
nadvratnika sporednih vrata:
MDLI - DEO DUCE - DIVO § VENET – IMPERIO(grb Cernote)INCOATA
1551. - uz pomoć venecijanskog dužda - po naredbi (grb Cernote) započeta
Palača Cassio (preko puta palače Cernota) s jednostavnim gotičkim
portalom u kojem je grb obitelji Dominis. Prvotno je bila vlasništvo obitelji
Kašić iz Paga. Prezime su romanizirali po dolasku na Rab u Cassio. U 19. st.
pretvorena je u depadans Grand hotela (palača Dominis). Sada su u njoj sianovi i
uredi.
Palača Tudorini (Srednja ulica). Od palače je ostao samo renesansni
balkon i ostaci prozora s konzolama u obliku lavljih glava. Ispod balkona je
lučni ulaz "na koljeno" (nekad služio za tezgu "butige") s bačvastim svodom.
Na nadvratniku luka i nadvratniku ulaznih vrata su grbovi porodice Marinelis i
godina 1563. Balkon je obnovljen 1988. a u kući je, ispod današnje razine poda,
pronađen stup s kapitelom iz rimskog doba što potvrđuje tezu o slojevitoj
gradnji ove palače pa demantira prof. Julijana Medinija koji pretpostavlja da
novi dio grada u to doba nije bio urbaniziran.
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Il Palazzo Cernota. Del palazzo non è rimasto molto se non lo
stupendo portale costruito in stile gotico fiorito della metà del sec. XV.
Nella lunetta del portale c’è lo stemma della famiglia Cernota con il San
Pellegrino, il protettore della famiglia. Si suppone che sia stato fatto dallo
scultore Andrija Aleši. Nel palazzo c’è un’inscrizione dell’epoca veneziana
sui tre architravi delle porte secondarie:
MDLI – DEO DUCE - DIVO δ VENET – IMPERIO (stemma famiglia
Cernota) INCOATA
1551 – grazie all’aiuto di Dio e del signore veneziano – per ordine (della
famiglia Cernota) iniziato
Il Palazzo Cassio (di fronte al Palazzo Cernota) con il semplice
portale gotico in cui è presente lo stemma della famiglia Dominis. In
principio era di proprietà della famiglia Kasić di Pago. Il cognome è stato
romanizzato all’arrivo a Rab in Cassio. Nel sec. XIX è stata trasformata
nella dependance Grand Hotel (del palazzo Dominis). Adesso contiene sono
appartamenti e uffici.
Il Palazzo Tudorini (Strada Srednja). Del palazzo è rimasto solo il
balcone rinascimentale e i resti delle finestre con i sostegni a forma di testa
di leone. Sotto il balcone c’è l’ingresso dell’arco “ad angolo” (che una volta
aveva la funzione di bancone della “butiga” - bottega) con l’arco a botte. Sul
architrave dell’arco e sull’architrave delle porte d’ingresso ci sono gli
stemmi della famiglia Marinelis e l’anno 1563. Il balcone è stato
ristrutturato nel 1988, e in casa è stata trovata, sotto l’odierno livello del
pavimento, una colonna con un capitello dell’epoca romana che da
conferma della tesi della costruzione a strati di questo palazzo e smentisce il
prof. Julijan Medini che aveva supposto che la parte nuova della città in
quell’epoca non fosse urbanizzata.
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Banova vila (Gornja ulica).Igradio ju je ban Ivan Perović tridesetih
godina 20. st. Za vrijeme njezine gradnje uništen je arheološki prostor na tom
dijelu čime je napravljena velika šteta spomenickoj baštini.
Vila Antoniette (sadašnji Dječji vrtić). Ime je dobila po supruzi
prvoga vlasnika Eugena Wolfa. U nju se ulazi kroz zvonik crkve sv. Justine.
Nalazi se na mjestu nekadašnjeg ženskog benediktinskog samostana sv.
Justine za pučanke. Vilu je izgradio, pred prvi svjetski rat, bečki
industrijalac Eugen Wolf (1871. - 1944.) predsjednik društva "Morsko
kupalište i lijecilište Rab" iz Beča osnovano 1909. U zidove ove vile ugrađeni su
mnogi grbovi i spoliji rapskih građevina.
Stablo slobode, crnika (Quercus ilex - Arba) na Trg.u slobode (Pjaceta)
zasađena 1921. na Dan oslobođenja od taljanske okupacije.
Rab su nakon prvog svjetskog rata 1918., okupirale talijanske trupe.
Versajskim ugovorom Talijani su ga, temeljem provedenog referenduma, vratili
Hrvatskoj (tada u sastavu Kraljevine SHS) 23. travnja 1921. godine. Za
sjećanje na taj dan, načelnik općine Rab, Krsto Spalatin (načelnik do 1925.) zasadio
je rapsku autohtonu crniku (Qercus ilex) na Pjaceti koja se od tada zove Trg
slobode. Crnika je spomenik kulture.
Mala palača Dominis (na Trgu slobode). Na njoj se vide elementi kasne
gotike i renesanse. Na renesansnom portalu nalazi se grb rapske obitelji
Dominis, a na fasadi lijevo grb obitelji Cernota, a desno drugi grb obitelji
Dominis te dva mala venecijanska prozora sa šiljastim lukovima.
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La Villa del Bano (Strada Gornja). L’ha costruita il bano Ivan
Perović negli anni ‘30. Durante la sua costruzione è stato distrutto uno sito
archeologico, procurando un gran danno al patrimonio monumentale.
La Villa Antoniette (oggi è un asilo d’infanzia). Il nome l’ha preso
dalla moglie del primo proprietario Eugen Wolf. Nella villa si entra attraverso il
campanile della chiesa di San Giustino (sv. Justine). E’ situata al posto dell’ex
convento benedettino femminile di San Giustino (sv. Justine) per i plebei. La
villa è stata costruita, prima della prima guerra mondiale, dall’industriale
viennese Eugen Wolf (1871 – 1944) presidente della società “Stabilimento
balneare e curativo marittimo di Rab” di Vienna fondata nel 1909. Le mura di
questa villa contengono molti stemmi e resti delle costruzioni arbensi.
L’albero della Libertà, leccio (Quercus ilex – Arba) in Piazza della
Libertà (Pjaceta) piantato nel 1921 nel giorno della liberazione
dall’occupazione italiana.
Rab, dopo la primaIV guerra mondiale, nel 1918, è stata occupata dalle
truppe italiane. Dopo l’accordo di Versaille gli italiani l’hanno, in base a un
referendum condotto, restituita alla Croazia (allora nel sistema del Regno della
Serbia, Croazia e Slovenia) il 23 aprile 1921. In memoria di quel giorno, il
sindaco del comune di Rab, Krsto Spalatin (in carica fino al 1925) ha piantato il
leccio dell’autonomia di Rab (Quercus ilex) a Pjaceta che da allora si chiama
Piazza della Libertà. Il leccio è un monumento alla cultura.
Il Piccolo Palazzo Dominis (in Piazza della Libertà). In questo
palazzo si riconoscono elementi tardogotici e tardorinascimentali. Sul portale
rinascimentale si trova lo stemma della famiglia arbense Dominis, sulla facciata
sinistra lo stemma della famiglia Cernota, a destra un secondo stemma della
famiglia Dominis e due piccole finestre veneziane con degli archi a sesto acuto.
IV Nel testo originale c’è la parola drugog che in croato significa seconda. Considerato il contesto, ho dedotto che si tratti di un errore di stampa.
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Kuća (palaca) Dominis (Ulica biskupa Draga ). Na njoj se ističe portal
s okvirom "na raboš" i lijepo dvorište iz venecijanskog doba s prekrasnom
"krunicom" bunara. Kuća je vlasništvo samostana sv. Antuna opata. U njoj su u
20. st. koludrice držale domaćinsku školu i školu klavira za žensku djecu.
Grb Grada Raba je predstavljen 1990. godine na proslavi 2000
godina Grada Raba. Autor grba je rapski kipar Mladen Šćerbe. Heraldička
konstrukcija grba je sinteza povijesti Raba izražena simbolima. Grb je romaničke
provenijencije. Štit sadrži pet elemenata: siluetu Grada sa četili zvonika, more
(vodu), sv. Kristofora s Djetetom, osmerokraku zvijezdu s polumjesecom i nebo.
Sveti Kristofor, zaštitnik Raba, je u romaničkoj odjeći s Isusom Kristom na
ramenu. Zvonici su nanizani do svetačkih likova kao čvrsta vertikala koja
povezuje Zemlju i Nebo. Polumjesec i osmerokraka zvijezda zajedno čine prvi
hrvatski (dalmatinski) grb. Ovaj stari grb nosi svo materijalno i duhovno
bogatstvo Raba, a kruna iznad grba je iz moćnika sv. Kristofora. Grb je ovjenčan
maslinovim i crnikinim vijencem kao simbolima mira, mudrosti i snage.
Utemeljenje rapskog municipia simbolizira latinski natpis "Felix Arba".
Zastava Grada Raba je pravokutna sa svjetloplavom
(marijanskom) bojom od dijagonale prema donjem rubu zastave, a gornji trokut
je bijel. U sredini zastave je grb kakav je već opisan.
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La Casa (palazzo) Dominis (in Via del Vescovo Drago). In questa
spicca il portale “alla arbense”V e il bel giardino dell’epoca veneziana con la
bellissima “coroncina” di pozzi. La casa è di proprietà del convento di
Sant’Antonio abate. In questa le suore hanno tenuto nel sec. XX la scuola di
economia domestica e la scuola di pianoforte per le bambine.
Lo Stemma della Città di Rab è stato presentato nel 1990 in
occasione dei festeggiamenti per i 2000 anni della città di Rab. L’autore
dello stemma è lo scultore arbense Mladen Šćerbe. La costruzione araldica
dello stemma è la sintesi della storia di Rab in forma simbolica. Lo stemma
è di provenienza romanica. Lo scudo contiene cinque elementi: la sagoma
della città con i quattro campanili, il mare (l’acqua), San Cristoforo con il
Bambino, la stella ottagonale con la mezzaluna e il cielo. San Cristoforo,
protettore di Rab, è vestito in stile romanico con il Gesù Cristo sulla spalla. I
campanili sono un po’ al di sotto del livello delle figure sante, come delle
verticali che simboleggiano il legame tra la Terra e il Cielo. La mezzaluna e
la stella ottagonale insieme costituisco il primo stemma croato (dalmata).
Questo vecchio stemma rappresenta tutta la ricchezza spirituale e materiale
della città di Rab, e la corona sopra lo stemma viene dal tesoro di San
Cristoforo. Lo stemma è coronato da una ghirlanda di olivi e lucci come
simbolo di pace, saggezza e forza. La scritta latina “Felix Arba”
simboleggia la fondazione del comune di Rab.
La Bandiera della Città di Rab è rettangolare di colore blu chiaro
(colore del mare) al di sotto della diagonale, verso il lato inferiore della
bandiera, e il triangolo superiore è bianco. In mezzo alla bandiera c’è lo
stemma come l’abbiamo già descritto.
V L’espressione sul testo originale è na raboš che viene da Raboš, legnetto spaccato in due parti con due intaccature. Si tratta di un’interpretazione del traduttore in quanto l’espressione non è presente in alcun dizionario.
70
Grbovi i pečati rapskih obitelji. Heraldika u Rabu nije istražena.
Valjalo bi nastaviti s onim što je započeo Miroslav Granić u Rapskom zborniku.
Najčešći su grbovi porodica: Dominis, Cernota, Galzigna, Zudenigo, Spalatin,
de Maris, Zaro (Car), Marinelis, Aquila, Benedetti, Šegota, Nimira, Nimira-
Picolomini, Končica, Bizza, Cassio (Kašić), Hermolais (biskupski), grb Grada
Raba i drugi.
Spomenici NOB-a. Na Rabu je postavljena jedna skulptura i
dvadesetak spomen-ploča za 197 poginulih Rabljana u drugom svjetskom ratu.
Skulptura borca koja je stajala u Varošu od 1952., premještena je u Kampor
1991. pokraj Spomen-groblja pri čemu je uništen tron spomenika. Ovaj čin je
ocijenjen kao skrnavljenje spomeničke baštine.
Skulpturu i tron je izradio akademski kipar Vinko Matković (1911.- 1973.)
iz Rijeke. Diplomirao je 1935. na Akademiji u Zagrebu u klasi prof. Frana Kršinića.
Izradio je više umjetničkih djela od kojih su najpoznatija: poprsje Draga Gervaisa i
Ivana pl. Zajca, veliki spomenik oslobodiocima Rijeke na Rjecini,
Brodograditelja pred "3. majem", Bodula na Rivi i druge.
Spomenik treba vratiti u Grad, ali prije toga valjalo bi postići konsenzus
svih zainteresiranih za izgradnju zajedničkog spomeničkog parka poginulima u
domovinskom i u drugom svjetskom ratu.
Svim spomenicima, pa tako i ovima iz vremena NOB-a i
domovinskog rata treba dati isti status: održavati ih, čuvati i prezentirati na doličan
način.
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Gli Stemmi e i Sigilli delle famiglie arbensi. L’araldica a Rab non è
stata ancora studiata. Vale la pena di continuare con colui che ha iniziato,
Miroslav Granić nella raccolta di Rab. Gli stemmi più frequenti sono quelli
delle famiglie: Dominis, Cernota, Galzigna, Zudenigo, Spalatin, De Maris,
Zaro (Car), Marinelis, Aquila, Benedetti, Šegota, Nimiri, Nimiri-
Piccolomini, Končica, Bizza, Cassio (Kašić), Hermolais (vescovile), lo
stemma della città ed altri.
I monumenti del NOB (Narodno Olobadilačka Borba – L.P.L.
Lotta Popolare di Liberazione). Ad Rab sono presenti una scultura e venti
lastre commemorative per i 197 caduti Arbensi nella seconda guerra
mondiale. La Scultura del Combattente che dal 1952 si trovava a Varoš, è
stata spostata a Kampor nel 1991 accanto al Monumento in memoria ai
Caduti con cui è stato rovinata la del monumento. Questo gesto è stato
compiuto per profanare il patrimonio monumentale.
La scultura e la base sono stati fatti dallo sculture accademico Vinko
Matković (1911 – 1973) di Fiume. Diplomato nel 1935 all’Accademia di
Zagabria nella classe del prof. Frane Kršinića. E’ autore di un sacco di pezzi
artistici di cui i più conosciuti sono: il busto di Drago Gervaiso e Ivan pl.VI
Zajca, il gran monumento ai liberatori di Fiume sul Canale della Fiumara, i
Costruttori Navali davanti al “3. majem”, i Bodula na Rivi (Gli isolani sulla
riva) ed altri.
Il monumento andrebbe restituito alla città, ma prima di questo
varrebbe la pena di ottenere il consenso di tutti gli interessati alla
costruzione di un unico parco in memoria ai caduti per la patria e della
seconda guerra mondiale.
A tutti i monumenti, anche a quelli del NOB e dell’ultima guerra
croata, bisogna dare lo stesso status: conservarli, proteggerli e presentali in
un modo uguale.
VI Da plemeniti che significa nobile.
72
Spomen-groblje žrtava fasizma u Kamporu podsjeća na više tisuća
umrlih Hrvata, Slovenaca i Židova u tom talijanskom fašističkom logoru tijekom
1942. i 1943. godine.
Projektant Spomen-groblja je slovenski arhitekt Edvard Ravnikar.
Izgrađeno je 1953. Imena do tada evidentiranih žrtava upisana su na 1056 plocica.
Broj žrtava se kreće od 1447 do 4641. U predvorju su dva stupa, jedan s
hrvatskim, a drugi sa slovenskim znakom. Na njima su uklesani stihovi na
hrvatskom (Jure Kaštelan) i slovenskom jeziku (Igo Gruden). U velikoj kamenoj
vazi pohranjena je zemlja iz zavičaja zatočenika s uklesanom porukom. U
predvorju je 1998. postavljena informativna ploča i spomen-ploča talijanske
udruge antifašista Fondazione Feramonti. Na kraju groblja je spomen-
dvorana, polukružni kameni svod ispod kojega stoji veliki mozaik slovenskog
autora Marija Pregelja. Mozaik prikazuje ljudska stradanja u ratnom vihoru. U
sredini je veliki obelisk sa stihovima slovenskog pjesnika Iga Grudna.
Spomen-groblje je vrijedan spomenik kulture iz vremena soc-realizma.
Fontana na Trgu sv. Kristofora (Varoš) izgrađena je 1989. kad je
i obnovljen Trg sv. Kristofora, (otvorenje 27. 7. 1989.). Autor je riječki kipar
Žarko Violić. Skulpture: Draga i Klifront. Tema iz Barakovićeve "Drage, rapske
pastirice": Draga se uzalud opire strasti nasrtljivog mladica Kalifronta. Bježeći,
spasila ju je božica Dijana (zaštitnica djevica i lova) okamenivši je, a Kalifronta
osudila da vazda posjećuje izvor vode (Dragine suze) i sadi šumu od koje će
živjeti.
Fontana u parku Boskopin (kod hotela "Istra") pred drugi svjetski
rat je bila postavljena na Trgu u Varošu. Premještena pedesetih godina 20. st. na
sadašnje mjesto. Tema: Šest izvora vode kao simboli života, personificiraju
šest rapskih župa čija životna energija izvire u njihovom zajedničkom Gradu.
Fontana je poklon bana Ivana Perovića.
73
Il Monumento in memoria ai Caduti del Fascismo a Kampor
ricorda le molte centinaia di croati, sloveni ed ebrei morti nel campo di
concentramento fascista italiano negli anni 1942 e 1943.
Il progettista del Monumento in memoria ai Caduti è l’architetto
sloveno Edvard Ravnikar. E’ stato costruito nel 1953. I nomi delle vittime
identificate fino ad allora sono scritti su 1056 placche. Il numero delle
vittime si aggira tra 1447 e 4641. Nel portico ci sono due colonne, una con il
simbolo croato e l’altra con il simbolo sloveno. Su di questi sono scolpiti dei
versi in lingua croata (Jure Kaštelan) e slovena (Igo Gruden). In un grande
vaso di pietra sono custodite le terre dei paesi natali degli esiliati con un
messaggio scolpito. Nel 1998 nel portico è stata messa una targa
informativa e una commemorativa dall’associazione italiana antifascista,
Fondazione Ferramonti. Alla fine del cimitero c’è il giardino
commemorativo, il semiarco di pietra sotto il quale c’è un grande mosaico
dell’autrice sloveno Marija Pregelja. Il mosaico illustra le morti umane nel
turbine della guerra. In mezzo c’è un grande obelisco con i versi del poeta
sloveno Igo Gruden.
Il cimitero-commemorativo è un monumento molto valido alla
cultura del tempo del surrealismo.
La Fontana in Piazza San Cristoforo (Varoš) è stata costruita nel
1989 quando è stata rinnovata la piazza di San Cristoforo, (apertura il
27.07.1989). L’autore è lo scultore di Fiume, Žarko Violić. Le sculture:
Draga e Kalifronte. Tema di Baraković “Draga, pastorella Arbense”: Draga
si oppone inutilmente alla violenta passione del giovane Kalifronte. Mentre
scappa, viene salvata dalla Dea Diana (protettrice delle vergini e della
caccia) che la pietrifica e obbliga Kalifronte ad andare alla sorgente d’acqua
(le lacrime di Draga) e a seminare bosco di cui vivrà per sempre.
La fontana nel parco Boškopin (vicino all’Hotel “Istra”) era
situata in Piazza a Varoš prima della seconda guerra mondiale. E’ stata
spostata negli anni ‘50 nel posto odierno. Tema: sei sorgenti d’acqua come
simboli di vita, personificazione di sei parrocchie arbensi la cui energia
vitale sorge nella loro città. La fontana è un dono del bano Ivan Perović.
74
Franjevački samostan sv. Bernardina sijenskog u župi sv.
Eufemije u Kamporu. Samostan i crkva sv. Bernardina izgrađeni su pokraj
crkve sv. Eufemije darovnicom rapskoga plemića Petra Cara iz 1446.
Samostan ima prekrasan klaustar u kojem se pored ostalih spomenika čuva i
sarkofag utemeljiteljice Samostana sv. Antuna opata u Rabu Mande Budrišić (?
- 1532.). Na sarkofagu je prikazan sv. Franjo, Bogorodica s Djetetom i sv.
Elizabeta Ugarska, zaštitnica franjevačkog trećeg svjetovnog reda čija je Mande
(Magdalena) Budrišić bila članica.
Samostanski muzej čuva i prezentira sakralne i etnografske predmete,
numizmatičku zbirku, korale, inkunabule i listine od kojih je najvrjednija ona od
Petra Cara iz 1446. u kojoj se prvi put spominje Rab na hrvatskom jeziku. Do tada
je ime Raba pisano latinskim nazivom Arba ili Arva.
U samostanskoj knjižnici se čuva i kapitalno djelo Velika kamporska
kronika o. fra Odorika Badurine (1896. -1969.) koju je pisao u ovom samostanu
od 1936. do 1956. godine. Kroniku čini šest velikih knjiga ispisanih
hrvatskim jezikom (talijanski i latinski su prepisani samo originali). U njima je
ovaj marljivi fratar napisao povijest Raba proučivši sve spise koji su mu bili na
dohvat ruke. Ovo veliko djelo bi trebalo bolje zaštititi (napraviti kopije i
mikrofilmove) i omogućiti korištenje studentima i znanstvenicima. U
knjižnici se čuvaju i 24 inkunabule iz 15. st. i obnovljene knjige (notarski
spisi) rapskog bilježnika Nicole Curtarola iz 15. st.
Crkva sv. Bernardina je jednobrodna bazilika u gotičkom stilu obogaćena
renesansnim i baroknim djelovima. Najvrjednija umjetnička djela su poliptih braće)
Antonia i Bartolomea Vivarini iz 1458. (danas oltarna pala), ikona Bogorodice s
Djetetom iz 13. st. nepoznata majstora (1506. poklon porodice
Chimalarcha), gotičko drveno raspelo iz 15. st. majstora Petrića iz Cresa
(bio je kanonik u šibenskoj biskupiji), oslikani strop s 27 slika iz
75
Il convento francescano di San Bernardino di Siena nella
parrocchia di Sant’Eufemia a Kampor. Il convento e la chiesa di San
Bernardino sono stati costruiti vicino alla chiesa di Sant’Eufemia come
dono del nobile arbense Petar Cara del 1446. Il convento ha un bellissimo
chiostro in cui tra gli altri monumenti conserva anche il sarcofago della
fondatrice del convento di Sant’Antonio abate a Rab, Mande Budrišić (? –
1532). Sul sarcofago è raffigurato San Francesco, la Madonna con il
Bambino e Santa Elisabetta ungherese, protettrice del terzo ordine mondiale
francescano di cui Mande Budrišić era membro.
Il museo del convento conserva e presenta del materiale sacro ed
etnografico, la raccolta numismatica, i coralli, gli incunaboli e i documenti
antichi di cui quello di maggior valore è quello di Petar Cara del 1446 in cui
per la prima volta si fa riferimento alla città in lingua croata, Rab. Fino ad
allora il nome di Rab era scritto in latino, Arba o Arva.
Nella biblioteca del convento è conservato anche l’opera capitale, la
Grande Cronaca di Kampor del fra. Odoriko Badurina (1896 – 1969) che
è stata scritta in questo convento dal 1936 fino al 1956. La cronaca si
compone di sei grandi libri scritti in lingua croata (solo gli originali sono
stati trascritti in latino e in italiano). In questi, questo frate diligente, ha
scritto la storia di Rab studiando a fondo tutti i documenti scritti che gli
passavano per le mani. Questa grande opera andrebbe conservata meglio
(bisognerebbe fare delle copie e dei microfilm) e bisognerebbe rendere
possibile l’utilizzo agli studenti e agli studiosi. Nella biblioteca vengono
conservati anche 24 incunaboli del sec. XV e i libri ristrutturati (atti notarili)
del notaio arbense Nicola Curtarola del sec. XV.
La chiesa di San Bernardino è una basilica ad una navata in stile
gotico arricchita con parti rinascimentali e barocche. Le opere d’arte più
importanti sono i polittici dei fratelli Antonio e Bartolomeo Vivarini del
1458 (oggi la pala d’altare), l’icona della Madonna con il Bambino del sec.
XV di un maestro sconosciuto (1506, regalo della famiglia Chimalarcha), il
crocifisso di legno gotico del sec. XV del maestro Petrića da Cherso (era un
canonico nella diocesi di Sibenico), il soffitto affrescato con 27 affreschi del
76
1669. godine (detalji iz zivota sv. Franje Asirškog) i Testenov križni put.
Crkva sv. Eufemije je jednobrodna crkva iz 13. st. (spominje se
1290.) Više puta preuređivana pa se danas teško može zaključiti kakav je bio
njezin izvorni oblik. Sada je na pročelju zvonik na preslicu za jedno zvono, jedan
okrugli prozor i jedan u obliku križa te glavna ulazna vrata u crkvu. Obnovljena je
devedesetih godina 20. st..
Od 1990. u njoj je Galerija Testen. To je stalni postav radeva samouka
umjetnika fratra laika Ambroza Testena (1897. - 1984.) koji je u ovom
samostanu živio i radio od 1967. - 1983. i ostavio značajan fundus slika.
Crkva sv. Franje (na groblju u Rabu). Jednobrodna crkvica građena
gotičkim stilom 1491. Vrijedan je gotički svod i renesansno pročelje. U njoj
se nalazi jedini rapski natpis na glagoljici. Na grobnoj ploci osnivaca samostana
o. fra Matije Bošnjaka (1420. - 1525.) uklesana je godina 1525. na glagoljici.
Uz ovu crkvu nalazio se franjevački samostan do 1823. Nakon toga 1828.
na mjestu samostana uređeno je današnje gradsko groblje.
Crkva sv. Petra u Supetarskoj Dragi. Crkvu i benediktinsku opatiju sv.
Petra osnovao je rapski biskup Drago i prior (cum omni popolo) Majo, a gradio
opat Fulkon s braćom benediktincima 1059. godine. Crkva je trobrodna
protoromanička bazilika preuređena u 12. st., a danas je izvorno najsačuvaniji
spomenik na Rabu. Posebno su vrijedni kapiteli, jedni od vijenaca palmina, a drugi
od akantova lišća. Slične nalazimo i u crkvi Uznesenja Marijina, crkvi sv. Andrije i
crkvi sv. Ivana Evanđeliste u Rabu.
77
1669 (dettagli della vita di San Francesco D’Assisi) e la Via Crucis di
Testen.
La chiesa di Sant’Eufemia è una chiesa ad una navata del sec. XIII
(viene nominata nel 1290). E’ stata trasformata più volte per cui oggi è
molto difficile stabilire quale sia stato il suo aspetto originale. Adesso sulla
facciata c’è un campanile a una campana, una finestra rotonda, una a forma
di croce e l’ingresso principale alla chiesa. E’ stata rinnovata negli anni ‘90.
Dal 1990 ospita la Galleria Testen, un’esposizione permanente del
lavoro autodidatta dell’artista frate laico Ambrozio Testen (1897 – 1984)
che ha vissuto ed ha lavorato in questo convento dal 1967 al 1983 ed ha
lasciato una patrimonio di affreschi significativo.
La chiesa di San Francesco (al cimitero ad Rab). Questa chiesetta
ad una navata in stile gotico è del 1491. E’ di valore l’arco gotico e la
facciata rinascimentale. In questa si trova l’unica inscrizione in glagolico
arbense. Sulla lastra tombale del fondatore del convento del fra. Matija
Bošnjak (1420 – 1525) è scolpito l’anno 1525 in glagolico.
Vicino a questa chiesa c’era il convento francescano fino al 1823.
Dopodiché, dal 1828, al posto del convento hanno istituito il cimitero
cittadino.
La chiesa di San Pietro a Supetarska Draga. La chiesa e l’abbazia
benedettina di San Pietro sono state fondate dal vescovo arbense Drago e il
priore (cum omni popolo) Majo, ed sono state costruite l’abate Fulkon con i
fratelli benedettini nel 1059. La chiesa è una basilica protoromanica a tre
navate è stata ristrutturata nel sec. XII e adesso è il monumento originale
meglio conservato a Rab. Sono di valore specialmente i capitelli con
ghirlande di palme, e altri con foglie di acanto. Ne troviamo di simili nella
chiesa dell’Assunzione di Maria, nella chiesa di San Andrea e nella chiesa
di San Giovanni Evangelista a Rab.
78
Zvonik crkve sv. Petra u Sup. Dragi je najstariji zvonik na Rabu, izgrađen u
ranoromaničkom stilu 1060. godine. 1850. oštećen je od groma, a 1909. razvaljen
na današnju visinu radi opasnosti od samorušenja. U njemu je najstarje zvono u
Hrvatskoj, jos uvijek u uporabi, izliveno davne 1290. te manje, kako na njemu
piše, ponovno izliveno u Veneciji 1593. godine.
Crkva Male Gospe u Loparu je jednobrodna s četverostranom
apsidom i zvonikom izgrađenim 1910., naslonjenim na pročelje crkve.
Spominje se 1059. godine u dokumentu o utemeljenju Opatije sv. Petra u
Supetarskoj Dragi. U toni se dokumentu navodi da je o. Ivan upravitelj crkve sv.
Marije u Loparu. U crkvi se čuva obojeni drveni reljef iz 14. st.. Reljef je
romaničke manire, a na njemu je prikazana sv. Ana s malom Marijom (Mala
Gospa). Odjeća im je prikazana na barokni način. U crkvi su i brojni zavjetni darovi:
makete brodova, crveni rupci i drugo. Na Dan Male Gospe, 8. rujna, u
Loparu se okupi mnoštvo ljudi iz Raba, susjednih otoka i Podvelebitskog
primorja slaveći ovaj blagdan.
Crkva sv. Stjepana u Barbatu je jednobrodna s baroknim ukrasima iz
1850. Prve crkve pod ovim imenom i benediktinskog samostana iz druge polovice
11. st. više nema. Crkva i samostan se spominju 1372. u notarskim spisima
rapskog notara Nicole Curtarola.
Vrijedno je slikano raspelo iz 17. st. i drveni oltar prenesen iz crkve sv.
Ivana Evandeliste. Pred crkvom je starokršćanski sarkofag pronađen u blizini
crkve.
79
Il campanile della chiesa di San Pietro a Supetarska Draga è il
campanile più vecchio ad Rab, costruito in stile preromanico nel 1060. Nel
1850 è stato danneggiato da un fulmine e nel 1909 è stato ridotto all’altezza
attuale per pericolo di crollo. Contiene la campana più vecchia della
Croazia, che è ancora in uso, fu coniata nel lontano anno 1290 e poi, come è
scritto sopra, di nuovo a Venezia nel 1593.
La chiesa della Natività della Vergine (Mala Gospa) a Lopar è
una chiesa a una navata con un’abside rettangolare e il campanile, costruito
nel 1910, appoggiato sopra la facciata della chiesa. Viene citata nel 1059 nel
documento sulla fondazione dell’Abbazia di San Pietro a Supetarska Draga.
In questo documento si afferma che Ivan, è il curatore della chiesa di Santa
Maria a Lopar. Nella chiesa si conserva un rilievo a colori di legno del sec.
XIV, il rilievo è in stile romanico e su di esso è raffigurata Sant’Anna con la
piccola Maria (Natività della Vergine) abbigliate in stile barocco. In chiesa
ci sono anche numerosi doni votivi: modellini di barche, scialli rossi ed
altro. Il Giorno della Natività della Vergine, l’8 settembre, a Lopar si
riuniscono molte persone da Rab, dalla isole vicine e dal litorale sotto del
Monte Velebit per celebrare questa festività.
La chiesa di Santo Stefano a Barbat è una chiesa a una navata con
decorazioni barocche del 1850. La prima chiesa che portava questo nome e
il convento benedettino della seconda metà del sec. XI non ci sono più. La
chiesa e il convento vengono citati nel 1372 negli atti notarili del notaio
arbense Nicola Curtarola.
E’ di valore il crocifisso dipinto del sec. XVII e l’altare di legno
portato dalla Chiesa di San Giovanni Evangelista. Davanti alla chiesa c’è un
sarcofago tardocristiano trovato nelle vicinanze della chiesa.
80
Ostaci utvrde svetih Kuzme i Damjana u Barbatu. Utvrda je
ranobizantijski kastrum iz sredine 6. st. iz vremena Justinijanove rekonkveste istočne
jadranske obale. Namjena utvrde je bila višestruka: fortifikacijsko-obrambena,
izvidnička i prebjeglička. U njoj se sklanjalo stanovništvo za vrijeme opsade.
Napuštena je poslije uspješno završenog rata Bizanta s Gotima krajem 6. st..
Crkva svetih Kuzme i Damjana je bila kasnoantička ranokršćanska
građevina unutar utvrde. U 12. i 13. st. je pregrađivana. Spominje se i u 14. st., a u
19. st. je napuštena.
Slične su bile i s istom namjenom građene još dvije takve utvrde na Rabu i to u
Ramponi Kaštelina na istoimenom poluotoku i Punta zidine u Loparu.
Ostale crkve su vrijedni spomenici kulture: crkva sv. Ivana Krstitelja u
Loparu, crkva sv. Lucije u Banjolu (nova i stara), crkva sv. Mateja i crkva sv. Ilije
u Mundanijama.
Posebno treba istraditi ostatke sakralnih i profanih objekata na Otoku koji su
sada zapusteni i znanstveno neobradeni. Neke od njih navodimo:
Ostaci crkve sv. Marka s krstionicom - grad Rab
Ostaci crkve sv. Mavra - Ograde - Šurline
Ostaci objekta "Bušket" - Ograde - Gožinka
Ostaci sakralnog objekta "Pavlovica" – šuma Dundo
Ostaci sakralnog objekta "Zapećinu" - Kalifront
Ostaci crkve sv. Kristofora - uvala Kristofor
Ostaci crkve sv. Barbata - Punta Barbata
Ostaci crkve sv. Marije (Mara) uvala sv. Mara. Romanika 13. st. Zavjetni dar pomoraca.
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I resti del bastione dei santi Kuzme e Damiano a Barbat. Il
bastione è un accampamento militare prebizantino della metà del sec. VI,
del tempo della riconquista di Giustiniano della costa adriatica orientale.
Qui si spostava la popolazione durante i periodi dell’assedio. E’ stato
abbandonato dopo la guerra conclusa con successo tra Bisanzio e i Goti alla
fine del sec. VI.
La chiesa dei santi Kuzme e Damiano era una costruzione
tardoclassica precristiana all’interno del bastione che nei sec. XII e XIII fu
ristrutturata. E’ di nuovo citata nel sec. XIV, e nel sec. XIX fu
definitivamente abbandonata.
Altri due bastioni simili, con gli stesse finalità, sono stati costruiti
all’interno di Rab e cioè Kaštelina a Kampor, dallo stesso nome della
penisola, e Punta Zidine a Lopar.
Le altre chiese sono degli importanti monumenti culturali: la chiesa
di San Giovanni Battista a Lopar, la chiesa di Santa Lucia a Banjol (la
nuova e la vecchia), la chiesa di San Matteo e la chiesa di Sant’Elia a
Mundanije.
Bisogna continuare a cercare i resti degli oggetti sacri e profani
sull’isola che adesso sono in stato di abbandono e non trattati
scientificamente. Ne riportiamo alcuni:
• I resti della chiesa di San Marco con il battistero – Città di Rab
• I resti della chiesa di San Mauro –mura di cinta – Surline
• I resti dell’oggetto “Bušket” - mura di cinta – Gožinka
• I resti dell’oggetto sacro “Pavlovica” – foresta Dundo
• I resti dell’oggetto sacro “Zapećinu” – Kalifront
• I resti della chiesa di San Cristoforo – baia Cristoforo
• I resti della chiesa di San Barbat – Punta Barbat
• I resti della chiesa di Santa Maria (Mara) baia di San Mara.
Romanica del sec. XIII. Dono votivo dei marinai.
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Ostaci crkve sv. Jelene - Kalifront
Kapela sv. Magdalene - Banjol
Ostaci crkve sv. Anastasija - Banjol - Godinići (srušena)
Ostaci crkve sv. Danijela - Sup. Draga - Fruga - Crkvina
Ostaci kapelice sv. Nikole - Sorinj - rt sv. Nikole
Ostaci objekta u uvali Siće - rt Zidine - Lopar
Ostaci objekta "Beli grad" - uvala Dubac - Lopar
Ostaci objekta "Za stolac" - uvala Kaštelina - Lopar
Ostaci objekta na otocicu Lukovac - uvala Crnika - Lopar
Ostaci objekta u uvali Fratar - otok sv. Grgur
Zvona. U gradu Rabu su do 1917. bila 23 zvona, a na cijelom otoku oko
37. Austrijanci su 1917. više od polovice odnijeli i rastopili za streljivo. Šteta je
nenadoknadiva jer su uništena najvrjednija zvona, među njima i jedno zvono domaćeg
majstora Ivana Rabljanina, poznatog ljevača zvona i topova (po njemu se zove
Osnovna škola u Rabu). Sada u gradu Rabu ima 15 zvona. Najstarije zvono u
Hrvatskoj je ono duguljasto na zvoniku crkve sv. Petra u Supetarskoj Dragi. Na
njemu piše da ga je ucinio majstor Luca Chendrigetus u Veneciji rujna mjeseca
1290. godine. Drugo, manje zvono, je izradio venecijanski majstor Jacov de
Calderoni 1593. godine.
Arheološki lokaliteti. Na teritoriju Grada Raba ima više arheoloških
lokaliteta. Najviše ih je na otoku Rabu ali arheoloških nalazišta ima i na otocima koji
pripadaju Rabu i u podmorju njegova akvatorija. Najznačajniji lokaliteti su u Loparu
(Gromača, Punta zidine i dr.), Kamporu (Kaštelina), Barbatu i gradu Rabu. Neki
lokaliteti su znanstvenmo obradeni, ali nazalost nisu zasticeni niti su pronadeni
predmeti pohranjeni u muzejima.
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• I resti della chiesa di Sant’Elena – Kalifront
• La cappella di Santa Maddalena – Banjol
• I resti della chiesa di Sant’Anastasia – Banjol – Godinići (distrutta)
• I resti della chiesa di San Daniele – Supetarska Draga – Fruga –
Crkvina
• I resti della cappella di San Nicola – Sorinj – promontorio di San
Nicola
• I resti degli oggetti nella baia Siće – promontorio Zidine – Lopar
• I resti dell’oggetto “Beli Grad” – Baia Dubac – Lopar
• I resti degli oggetti “Za Stolac” – baia Kaštelina – Lopar
• I resti degli oggetti sull’isoletta Lukovac – baia Crnika – Lopar
• I resti degli oggetti nella baia Fratar – isola San Grgur
Le campane. Nella città di Rab fino al 1917 c’erano 23 campane e su
tutta l’isola intorno a 37. Gli Austriaci nel 1917 ne hanno portate via più
della metà e l’hanno fuse per ricavarne artiglieria. Il danno è irreparabile
perché sono andate distrutte le campane di maggior valore, tra queste anche
una campana del maestro nostrano Ivan Rabljanin, famoso fonditore di
campane e cannoni (il suo nome è stato dato alla scuola elementare di Rab).
Adesso in città ci sono 15 campane. La campana più vecchia in Croazia è
quella allungata sul campanile della chiesa di San Pietro a Supetarska
Draga. Su di questa c’è scritto che è stata coniata dal maestro Luca
Chendrigetus a Venezia nel mese di settembre del 1290. Un’altra, più
piccola, è stata fatta dal maestro veneziano Jacov de Caloderoni nel 1593.
Le località archeologiche. Sul territorio della città di Rab ci sono molte
località archeologiche. La maggioranza di queste si trova sull’isola di Rab,
ma ci sono dei ritrovamenti anche sulle isole che appartengono a Rab e nel
fondale marino del suo acquatorio. Le località più significative sono a Lopar
(Gromaca, Punta Zidine ed altri), Kampor (Kaštelina), Barbat e nella città di
Rab. Alcune località sono state trattate scientificamente, ma sfortunatamente
non sono protette e nemmeno sono stati trovati elementi da conservare nei
musei.
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Od podmorskih lokaliteta najznačajniji su:
1. Podmorje šire zone kod rta Glavina - jugoistočni rt Raba.
Istrazivanje je provela kustosica Dautova Ruševljan 1970. godine. 1973.
iz ovog nalazišta izvađene su brojne amfore i pohranjene u Kinu Rab.
2. Podmorje zone kod rta Punta zidine u Loparu. Dosadašnja istraživanja nisu
dala spektakularne rezultate o nalazištu.
Popis nekih obnovljenih spomenika kulture
1. Zvonik crkve sv. Marije (exkatedrale) .................................................... 1980.
2. Palača Dominis (krov i fasada-djelomična obnova)………... .................... 1979.
3. Crkva sv. Kristofora (Lapidarii)...............................................…………..... 1986.
4. Crkva sv. Križa poznata štukatura majstora braće Sommazzi iz 1798. godine
.............................................……………………………………………... .1987.
5.Crkva sv.Justine...................................................…………l981./90./91.
6. Crkva sv. Andrije (poslije požara) ........................................ ………...1978./79.
7. Crkva sv. Petra u Sup. Dragi......................................………….... 1988./89.
8. Zvonik crkve sv. Petra u Sup. Dragi ..................................................... 1987.
9. Crkva sv. Eufemije (galerijaTesten).......................................................... 1989.
10. Mlinu Sup. Dragi (Mlinica).................................................................1989.
11. Trg sv. Kristofora (Varoš) s fontanom ................................................... 1989.
12. Popločavanje Gornje ulice, Trga slobode i Ulice lvana
Rabljanina.……………………………………………………...1988./90.
13. Gradski toranj i sat.............................................…………........... 1987.
14. Balustrada na Knezevu dvoru .............................…………............... 1988.
15. Krov ibalkonpalaceTudormi-Marinellis ...............……….................. 1991.
16. Portai palace Cernotta ........................................…………............ 1988.
17. Crkva sv. Franje (krov i okolis) ...............................…………...... 1990./91.
18. Izliveno je novo (najveće) zvono na zvoniku Crkve Marijina Uznesenja
..........................................………………………………………...... 1988.
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Delle località sottomarine le più importanti sono:
1. Il fondale della zona estesa vicino al promontorio Glavina –
promontorio sud-orientale di Rab.
Le ricerche sono state condotte dalla custode del museo Dautova Rusevljan
nel 1970. Nel 1973 da questo scavo sono state estratte numerose anfore che
sono conservate nel Cinema di Rab.
2. Il fondale nella zona vicino al promontorio Punta Zidine a Lopar.
Le ricerche fino ad oggi non hanno dato particolari risultati negli scavi.
Lista di alcuni monumenti culturali ristrutturati
1. Campana della chiesa di Santa Maria (ex-cattedrale)…………..1980
2. Palazzo Dominis (tetto e facciata – ristrutturazione parziale)…..1979
3. Chiesa di San Cristoforo (Lapidari)……………………………..1986
4. Chiesa di Santa Croce, famosa stuccatura dei maestri fratelli
Somazzi del 1978………………………………………………..1987
5. Chiesa di San Giustino…………………………………...1981/90/91
6. Chiesa di San Andrea (dopo l’incendio)……………………..1978/79
7. Chiesa di San Pietro a Supetarska Draga…….………………1988/89
8. Campanile della chiesa di San Pietro u Supetarska Draga……...1987
9. Chiesa di Sant’Eufemia (galleria Testen)……………………….1989
10. Mulino u Supetarska Draga (Mlinica)..........................................1989
11. Piazza San Cristoforo (Varoš) e la fontana...................................1989
12. Pavimentazione della Strada Gornja (Superiore), di Piazza della
Libertà e la Via Ivan Rabljanin……...……………………….1988/90
13. Torre e orologio cittadino………………………………….……1987
14. Balaustrata sul Palazzo del Principe...…………………………..1988
15. Tetto e balcone del Palazzo Tudorini-Marinellis……...………...1991
16. Portale e Palazzo Cernota……………………………………….1988
17. Chiesa di San Francesco (tetto e dintorni)…………………...1990/91
18. Coniazione di una campana (più grande) per il campanile della
chiesa dell’Assunzione di Maria…………………………….…..1988
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19. Obnovljena (djelomično) crkva sv. Nikole .......................………... 1991./92.
20. Obnovljeno i ovješeno zvono nacrkvi sv. Križa .......................………..1990.
21. Zvonik crkve sv. Ivana Evanđeliste ................................... ……….1994./96.
22. Crkva sv. Ivana Evanđeliste .......................................... ………1997./98.
23. Crkva Marijina Uznesenja ...................................... ……….1997./ i dalje
24. Samostan i crkva sv. Andrije .............................. ..………… 1998./i dalje
25. Franjevački samostan u Kamporu ..............................….............. 1995./96./.98.
26. Crkva sv. Antona Padovanskog ............................................. ………...1997.
27. Obnovljeno i ovješeno zvono na crkvi sv. Nikole ....................... ………...1992.
28. Obnovljen je dio gradskog zida ..........................................................1993/94.
Parkovi su dio rapskog penosa. O njima ima dovoljno literature počevši
od rapskog začinjavca Pravdoja Belije (1853. - 1923.) do suvremenih autora.
Najljepši je park Komrčar koga je u drugoj polovici 19. st. zasadio spomenuti
nadšumar.
Vrijednost parkova trebalo bi bolje iskoristiti u kulturnoj ponudi stanovništvu i
turistima.
Tehnicki objekti - kulturni spomenici. U ovu skupinu mogli bismo ubrojiti
Mlinicu u Supetarskoj Dragi, stari mlin za preradu maslina u Franjevačkom samostanu
sv. Bernardina u Kamporu, brodogradilišta, radionice i drugo.
Starih radionica više nema, a brodogradilišta su se osuvremenila.
Nekad je bilo više postolarskih, krojačkih i drugih radionica koje su jednostavno
nestale. Vrijeme je da počnemo sakupljati preostale stare strojeve i pohranjivati
ih u muzej grada Raba kao spomenike tehničke kulture.
87
19. Chiesa di San Nicola - ristrutturata (parzialmente)………….1991/92
20. Campana della chiesa di Santa Croce, ristrutturata e appesa……1990
21. Campanile della chiesa di San Giovanni Evangelista…...…..1994/96
22. Chiesa di San Giovanni Evangelista…………………………1997/98
23. Chiesa dell’Assunzione di Maria………………...….1997/e continua
24. Convento e chiesa di San Andrea……………….......1998/e continua
25. Convento francescano a Kampor…………………………1995/96/98
26. Chiesa di Sant’Antonio
Padovano…………………...…………..1997
27. Campana sulla chiesa di San Nicola, ristrutturata e appesa……..1992
28. Ristrutturazione di una parte del Muro della Città…...……...1993/94
I parchi sono parte dell’orgoglio di Rab. Questi hanno ispirato molta
letteratura, a cominciare dalla poetessa arbense Pravdoja Belije (1853 –
1923) fino agli autori contemporanei. Il parco più bello è quello di Komrčar
che è stato piantato nella metà del sec. XIX dal già citato boscaiolo.
Il valore dei parchi andrebbe sfruttato meglio nell’offerta culturale sia
per la popolazione e che per i turisti.
Oggetti tecnici – monumenti culturali. In questo gruppo potremmo
includere la Mlinica a Supetarska Draga, il vecchio mulino per la
lavorazione delle olive del convento francescano di San Bernardino a
Kampor, i cantieri navali, i laboratori ed altro.
I vecchi laboratori non ci sono più, e i cantieri navali si sono
modernizzati. Una volta c’erano più calzolai, sartorie ed altri laboratori che
sono semplicemente scomparsi. E’ tempo di iniziare a raccogliere i vecchi
macchinari rimasti e conservarli nei musei della città di Rab come
monumenti culturali tecnici.
88
Mlinica (mlin na vodu) u Supetarskoj Dragi pučki je spomenik iz rimskog
doba.To je mlin za mljevenje žitarica pokretan snagom vode. Pogon mlina na
vodu je rijetkost na našim otocima pa je ovo jedan od prvorazrednih spomenika
puckog graditeljstva u nasim krajevima. Obnovili su je benediktinci u 11. st. Bila je
najstarije dioničko društvo na Rabu. Vlasnici su imali dionice pò danima uporabe.
Obnovljena je 1989. godine ali je nedovoljno prezentirana javnosti.
2.2 POKRETNA KULTURNA DOBRA
Zbirka u Muzeju crkvene umjetnosti u Rabu - crkva sv. Justine.
Većinu pokretnih spomenika kulture smo već spomenuli pri opisu
nepokretnih spomenika. Ovdje cemo nabrojiti najvaznije eksponate u Muzeju
crkvene umjetnosti u Rabu:
1. Dijelovi "Acta marturum" - karolina na pergameni..........................…..11. st.
2. Dijelovi glagoljskog misala - pergamena ................................... ..15. st.
3. Liberruber - pergamena ............................................... ..1571. godina
4. Dijelovi iluminiranog evanďelistara - pergamena .............................. 11. st.
5. Poliptih, Paolo Veneziano..........................................….. 1350./55. godina
6. Oltarna pala s bogorodicom ........ Matej Ponzoni.................1630. godina
7. Smrt sv. Josipa ....... ulje na platnu ........................................... 16. st.
8. Sveti biskup ........ obojeno drvo .......................…............................. 13. st.
9. Relikvijari svetaca ......... muransko staklo ..................................... 17. st.
10. Pločice prijenosnog oltara ...... požlaceni bakari emajl....................12. st.
11. Relikvijar (sarkofag) za glavu sv. Kristofora. pozl.iskucano srebro .... ...12. st.
12. Veliko zvono sa zvonika crkve Marijina Uznesenja
(Jacobus Caldelarius)........................................................................1601. g.
13. Zavjetnakruna..... dar kraljice Elizabete Kotromanić…................ 1375. g.
14. Bogorodica s Djetetom ... J. Boschetus, ulje na platnu ...................1526. g.
15. Gradual... pergamena ..…................................................................14./15. st.
16. Sv. Marin i sv. Leo ... braća Sommazi, štukature ..............…................1798. g.
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La Mlinica (mulino ad acqua) a Supetarska Draga è un monumento
popolare dell’epoca romana. E’ un mulino per la macinazione cereali che si
muove grazie alla forza dell’acqua. I mulini ad acqua sono una rarità nelle
nostre isole, per cui questo è un monumento del popolo di prima qualità
nelle nostre zone. E’ stato ristrutturato dai benedettini nel sec. XI. Era la
società per azioni più vecchia di Rab. I proprietari avevano le azioni a
seconda dei giorni d’utilizzo. E’ stato ristrutturato nel 1989 ma non è
abbastanza presentato al pubblico.
2.2. BENI CULTURALI MOBILI
Raccolta nel Museo di arti sacre a Rab – Chiesa di San Giustino.
La maggior parte dei monumenti culturali mobili sono già stati citati
nella descrizione di quelli immobili. Qui elencheremo i pezzi più importanti
del Museo di arti sacre di Rab:
1. Opere “Acta marturum” – karolina in pergamena……………Sec. XI
2. Opere del Messale glagolico – pergamena…………………..Sec. XV
3. Liber ruber – pergamena…………………………………...........1571
4. Opere dell’illuminato Evangelista – pergamena……………..sec. XI
5. Polittico, Paolo Veneziano…………………………………..1350/55
6. Pala d’altare con la Madonna, Matej Ponzoni…………………..1630
7. La Morte di San Giuseppe, olio su tela...…………………...sec. XVI
8. Il Santo Vescovo, legno dipinto………...…………………...sec. XIII
9. Reliquiario dei Santi, vetro di murano…………...………...sec. XVII
10. Lastre dell’altare mobile, rame dorato e smalto……...………sec. XII
11. Reliquiario (sarcofago) per la testa di San Cristoforo, argento dorato
scolpito…………………………………………………….....sec. XII
12. Grande Campana per il campanile della chiesa dell’Assunzione di
Maria (Jacob Caldelarius)…….……………………………...….1601
13. Corona votiva, dono della Regina Elisabetta Kotromanić………1375
14. La Madonna col Bambino, J.Boschetus, olio su tela……………1526
15. Gradual, pergamena………….…………………………sec. XIV-XV
16. San Marin e San Leo, Fratelli Somazzi, stuccatura……………1798
90
17. Pietà ... obojeno drvo i pozlata ............................................….............. 17. st.
18. Antifonar, pergamena, domaći skriptorij ....................….................14./15. st.
19. Krist s križem ... Juan Boschetus, ulje na platnu .................................... 16. st.
20. Pastoral rapskog biskupa, mletačko zlatarstvo ........................................18. st.
21. Krštrenje Kristovo ... ulje na platnu ....................................................... 18. st.
22. Krist s raspeća ... obojeno drvo ............................................................. 17. st.
23. Oltarnapala s Navještenjem ... uljenaplatnu ..................................... 17. st.
24. Antependij s likom sv. Blaža ... obojeno drvo ........................................ 18. st.
25. Antependij s likom sv. Nikole ... obojenakoza....................................... 18. st.
26. Bogorodica s Djetetom ... Rosselini... Obojeni štuk ...................…...... 15. st.
27. Imago pietatis ... obojeno drvo ............................................................. 16. st.
28. Raspelo ... obojeno drvo ....................................................................... 16. st.
29. Relikvijar ... bjelokosna intarzija .......................................................... 15. st.
30. Raspelo ... obojeno drvo ....................................................................... 15. st.
Na centralnoj slici poliptiha Paola Veneziana prikazan je Isus na
križu ispod kojega Magdalena moli za njegov spas. Lijevo je Bogorodica s dvije
svete žene. Desno sv. Ivan a iza njega Centauron. Lijevo i desno od križa lebde
dva anđela. Lijevo i desno su likovi svetaca. Lijevo: sv. Stratonicus, biskup
Ermolais i sv. Matej evanđelista. Desno: sv. Kristofor s Isusom, sv. Tekla i
mladi martir (možda Bondus). Likovi su prikazani kao izdužene figure ispod
gotickih arkada.
Do 1965. godine poliptih je bio u više komada. Restauriran je u
Zagrebu 1965. i spojen u jednu cjelinu. Jedno vrijeme je bio u Katedrali a
donesen je iz crkve sv. Ivana Evanđeliste gdje je bio na glavnom oltaru kao
oltarna pala. Sada se nalazi u Muzeju crkvene umjetnosti u crkvi sv. Justine.
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17. Pietà – legno dorato dipinto……..…………………………sec. XVII
18. Antifona, pergamena, scritti domestici…………….…...sec. XIV-XV
19. Cristo con la Croce, Juan Boschetus, olio su tela…………...sec. XVI
20. Pastorale del Vescovo di Rab, oro veneziano…………..…sec. XVIII
21. Il Battesimo di Cristo, olio su tela………………………...sec. XVIII
22. Cristo sul Crocifisso, legno dipinto..……………………….sec. XVII
23. Pala d’Altare con Crocifissione, olio su tela……………….sec. XVII
24. Dossale con la figura di San Blažo, legno dipinto..….…....sec. XVIII
25. Dossale con la figura di San Nicola, pelle dipinta..……….sec. XVIII
26. La Madonna e il Bambino, Rossellini, stucco dipinto……….sec. XV
27. Imago Pietatis, legno dipinto…………...……………...…....sec. XVI
28. Crocifisso, legno dipinto………………………...………….sec. XVI
29. Reliquiario, intarsia di pelle bianca….……...………...……..sec. XV
30. Crocifisso, legno dipinto………………...…..………….……sec. XV
Nella dipinto centrale del polittico di Paolo Veneziano è raffigurato il
Cristo in croce ai cui piedi prega per la sua salvezza la Maddalena. A
sinistra c’è la Madonna con due donne sante. A destra c’è San Giovanni e
dietro di lui il Centauro. A destra e a sinistra del crocifisso volano due
angeli. Invece, a destra e a sinistra del dipinto centrale sono raffigurati dei
santi. Sinistra: Santo Stratonicus, il Vescovo Hermolais e San Matteo
Evangelista. Destra: San Cristoforo con il Gesù, Santa Tekla e un martire
giovane (forse Bondus). I personaggi sono raffigurati come figure allungate
sotto arcate gotiche.
Fino al 1965 il polittico era diviso in più parti. E’ stato restaurato a
Zagabria nel 1965 ed unito in un unico pezzo. E’ stato portato dalla chiesa
di San Giovanni Evangelista dove era situato in cima all’altare come pala
d’altare alla cattedrale dove è rimasto per un tempo. Adesso si trova nel
Museo di arti sacre nella chiesa di San Giustino.
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Sarkofag za moći sv. Kristofora je drvena škrinjica obložena
iskucanim likovima na srebrnom limu s pozlatom. Na dvije strane je prikazano
mučenje sv. Kristofora a na trećoj i četvrtoj u arkadama tri sveca i tri svete žene.
Na piramidnom krovu prikazani su Krist Kralj, Bogorodica, sv. Kristofor i sv. Ivan
Krstitelj.
U sarkofagu se čuva lubanja sv. Kristofora, moći sveca zastitnika
Raba (nekada rapske biskupije) donesenih na Rab u vremenu 809. do 811. godine iz
Carigrada.
Zlatnu krunu s draguljima (na svečevoj lubanji u sarkofagu) rapskoj
biskupiji je poklonila hrvatsko-ugarska kraljica Elizabeta Kotromanić (1355.-
1387.) zena kralja Ljudevita I. Anžuvinca.
Dokumentacija kao povijesna građa na Rabu nije uredno čuvana.
Devedesetih godina je čak uništen jedan dio općinske arhive. Da se to više ne
dogodi, Rab bi morao osnovati gradski muzej u kojem bi stručni ljudi sačuvali
vrijednu građu.
Do sada možemo za sačuvane dokumente najviše zahvaliti Franjevačkom
samostanu u Kamporu i rapskoj župi.
Arheološki nalazi pronađeni na Rabu nestaju jer ih nemamo gdje pohraniti.
Najinteresantniji plijen su anafore koje Ijudi vade iz podmorskih arheoloških lokaliteta.
Nestali su i brojni mozaici iz villa rustica (Lopar, Kampor) i crkava (sv. Ivan
Evanđelist), ukrasni predmeti i stari novac pronađeni u grobnicama (Lopar, Kampor,
Barbat i dr.), stelle i cipusi (Barbat, Lopar). Posebna je nebriga za liburske cipuse
od kojih neki služe za vezivanje barki, a morali bi biti u muzeju.
93
Il Sarcofago dei poteri di San Cristoforo è uno scrigno di legno
ricoperto di figure scolpite su latta d’argento dorata. Su due lati sono
raffigurate le torture a San Cristoforo, e nel terzo e il quarto, sotto delle
arcate, tre santi e tre donne sante. Sul coperchio a piramide sono raffigurati
Cristo Re (Krista Kralja), la Madonna, San Cristoforo e San Giovanni
Battista.
Nel sarcofago si conserva il teschio di San Cristoforo, poteri del santo
protettore di Rab (una volta della diocesi di Rab) portati a Rab tra il 809 e il
811 da Costantinopoli.
La corona dorata con pietre preziose (sul teschio del santo nel sarcofago)
è stata donata alla diocesi arbense dalla regina croato-ungherese Elizabeta
Kotromanić (1355 – 1387), moglie del re Ljudevit I Anžuvinac.
La documentazione come il materiale storico a Rab non è
conservata in modo corretto. Negli anni ‘90 è addirittura andato distrutto
parte dell’archivio comunale. Affinché ciò non si ripeta, Rab dovrebbe
istituire un museo cittadino nel quale delle persone competenti
conserverebbero questo materiale di valore.
Fino ad adesso possiamo dire grazie per i documenti conservati al
convento francescano di Kampor e alla parrocchia di Rab.
I reperti archeologici che vengono trovati a Rab scompaiono poiché
non abbiamo dove conservarli. I “bottini” più interessanti sono rappresentati
dalle anfore che le persone estraggono dalle località archeologiche
sottomarine. Sono scomparsi anche numerosi mosaici dalla Villa Rustica
(Lopar, Kampor) e dalle chiese (San Giovanni Evangelista), materiali
decorativi e vecchio denaro trovati nei sepolcri (Lopar, Kampor, Barbat e
altro), steli e cippi (Barbat, Lopar). Questo menefreghismo interessa
soprattutto i cippi dei Liburni che alcune persone utilizzano per legare le
barche mentre dovrebbero stare in un museo.
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Stari namještaj je dio kulturnog nasljeđa pa ga treba bolje sačuvali. U
samostanu sv. Bernardina u Kamporu čuva se stara seoska kuhinja, a u Maloj
gradskoj vijećnici dvije vitrine rezbarene u dubokorezu.
U privatnim zbirkama ima dosta secesijskog namještaja.
Rapski statuì. Statuti su u srednjem vijeku bili propisi u gradovima
više kulturne i civilizacijske razine. Počivali su na običajnom pravu lokalne
sredine. Najstariji sačuvani rapski statut je iz 1326. godine, a u Franjevačkom
samostanu u Kamporu se čuva jedan primjerak Rapskog statuta iz 1598.
godine na latinskom jeziku. Jedan statut je u Padovi (na pergameni) prepisan
1573., dva su u Zadru, tri u Zagrebu (egzemplari), jedan je prijepis u Beču iz 1854.,
jedan je u Cavlalu u Biblioleci Vlahe Bogišića i drugdje. Ima ih do sada poznalih
14 (o. O. Badurina, Kamporska kronika, lomus I., slr 553). Prema dokumenlima iz
13. st. sa sigurnoscu se zaključuje da je prije njega postojao jedan proglas od 5.
prosinca 1234. koji se može trelirati kao statut (akademik Lujo Margelic, Počeci
statutarnog uređenja Raba). Radi usporedbe navodimo naše najstarije statute:
Korčulanski iz 1265., Dubrovački iz 1272. i Vinodolski iz 1288. (ovaj je na
hrvalskom jeziku pisan glagoljicom) što bi značilo da je Rapski 31 godinu stariji
od najstarijeg Korčulanskog.
Posebnosl Rapskog statuta iz 1234. je da se u njemu spominje Božji sud i
dvoboj čega kod drugih nema.
U Rabu je 26. 7. 1993. održan znanslveni skup "Sedam sloljeća Rapskog
statuta". Nakon skupa nije tiskan zbornik pa je to naš prioritetan zadalak. Skup je
održan pod pokrovileljslvom HAZU i Poglavarslva Grada Raba.
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Il mobilio antico è parte del patrimonio culturale e andrebbe
conservato meglio. Nel convento di San Bernardino a Kampor si conserva
una vecchia cucina rurale e, nel municipio di Maloj, due vetrine incise a
intaglio.
Nelle collezioni private c’è abbastanza mobilio della secessione.
Lo statuto di Rab. Nel Medioevo gli statuti erano regolamenti delle città di
livello culturale e civile più alto. Si fondavano sulla legge ordinaria della
comunità locale. Lo statuto più vecchio conservato è quello del 1326 e, nel
convento francescano a Kampor, si conserva un copia dello statuto di Rab
del 1598 in lingua latina. Uno statuto (in pergamena) è a Padova trascritto
nel 1573, due a Zara, tre a Zagabria (copie), una copia del 1854 è a Vienna,
una è a Ragusavecchia nella biblioteca Vlaho Bogišić, ecc... Fino ad adesso
quelli conosciuti sono 14 (O. Badurina, Cronaca di Kampor, tomo I, pag.
553). In base ai documenti del sec. XIII si può concludere con certezza che
prima di questo esisteva un bando del 5 dicembre 1234 che si può
considerare come uno statuto (accademico Lujo Margetić, Počeci
staturarnog uređenja Raba - Gli inizi della organizzazione dello statuto a
Rab). Per confronto riportiamo i nostri statuti più vecchi: quello di Curzola
del 1265, quello di Ragusa del 1272 e quello di Val di Vino del 1288
(questo è scritto in lingua croata con l’alfabeto glagolico) che
significherebbe che quello di Rab è più vecchio di 31 anni di quello che è
considerato il più vecchio, quello di Curzola.
La particolarità dello statuto di Rab del 1234 è il fatto che in questo
viene citato il giudizio di Dio e il duello che negli altri non c’è.
A Rab si è tenuto il 26.07.1993 il raduno scientifico “Sedam stoljeća
Rapskog statuta”(Sette secoli di statuto arbense). Dopo il raduno non è stata
redatta una miscellanea, per cui questa è la nostra priorità. Il raduno si è
tenuto sotto il patrocinio di HAZU (Hrvatska Akademija Znanosti i
Umjetnosti – Accademia Croata di Scienze ed Arti) e del Comune di Rab.
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2. 3 NEMATERUALNA KULTURNA DOBRA
Jezik (dijalekti, govori i usmena književnost). Rapskom čakavštinom i
rapskim dijalektima su se bavila dva znanstvenika: Rabljanin Marcel Kušar
(1858.-1940.), Rapski dijalekat, Zagreb, 1894. i Iva Lukežić, Rapska čakavština,
Rijeka, 1980.
Upozoravamo da će na Rabu nestati autohtona čakavština ako je ne
budemo prakticirali - tiskali knjige na čakavštini, govorili čakavski, učili djecu u
školi čakavski. Danas su rijetki ljudi koji sa sigurnošću mogu akcentirati domaću riječ.
To znači da taj govor nestaje, mi ga više ne "čujemo". Nešto je više na očuvanju
autohtonog govora učinjeno u 2000. godini u Loparu. Zahvaljujući Turističkoj
zajednici Lopara i Županiji tiskane su čak dvije knjige na lokalnoj čakavštini
domaćih autorica Sandre Jerić Maljić i Sandre Paparić. Posebna je šteta da se više
na Rabu ne čuje onaj stari aorist koji je krasio rapsku čakavštinu.
Bogatstvo lokalnog govora zaslužuje znanstvenu obradu na stranicama
Zbornika.
Književnost na Rabu je obrađivao Nikica Kolumbić, "Rapski dijaloški
plačevi 15. i 16. stoljeca, C. Fisković, I. Kukuljević Sakcinski i dr. Najpoznatiji
rapski pjesnici 15. i 16. st. su Bernardin Rabljanin, Matej Picić, Ludovik Versalić, Ivan
Dominis i dr.. Vrijedan je Picićev Plač u latinskoj pjesmarici iz 1471. koji počinje:
O slušajte žene i muži
Kako vam se diva tuži!
Sveta diva, Božja Mati,
sad vas na plać hoće zvati.
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2.3. BENI CULTURALI NON MATERIALI
Lingua (dialetti, parlate, letteratura). Di ciacavo e di dialetti arbensi
si sono occupati due studiosi: l’arbense Marcel Kušar (1858 – 1940), Rapski
Dijalekat (Dialetto di Rab), Zagabria, 1984 e Iva Lukežić, Rapska
čakavština (Il Ciacavo arbense), Fiume, 1980.
A Rab l’autoctono ciacavo sparirà se non lo praticheremo – stampare
libri in ciacavo, parlare ciacavico, insegnare il ciacavo ai bambini a scuola.
Oggi sono poche le persone che possono accentuare con sicurezza la stessa
parola. Questo significa che questa parlata sta scomparendo, che noi non lo
“sentiamo” più. Qualcosa di più per la conservazione di questo parlata
autoctona è stata fatta nel 2000 a Lopar, grazie alla associazione turistica di
Lopar e della Županija, sono stati pubblicati due libri nella famigliare
parlata ciacava, delle autrici Sandra Jerić Maljić e Sandra Paparić. E’ un
vero peccato anche il fatto che a Rab non si senta più il vecchio aoristo che
abbelliva il ciacavo arbense.
La ricchezza di questa parlata locale merita la trattazione scientifica
nelle pagine della Miscellanea.
La letteratura a Rab è stata studiata da Nikica Kolumbić, Rapski
dijaloški plačevi (I canti dialettali di Rab) nel sec. XV e XVI, C. Fisković, I.
Kukuljević Sakcinski ed altri. I poeti arbensi più famosi dei sec. XV e XVI
sono Bernardin Rabljanin, Matej Picić, Ludovik Versalić, Ivan Dominis ed
altri. E’ famoso il Plać (Pianto) di Picić nel canzoniere latino del 1471 che
inizia così:
Ascoltate mogli e mariti
Come si lamenta la vergine!
Santa Dea, Madre di Dio,
adesso al pianto vi invita.
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Sandra Jerić Maljić je zapisala 144 novije pučke loparske pjesme. Evo jedne:
Murtelice, krasno cviće moje,
joj da mi je ubrat sime tvoje.
Ja bi znala kome bi ga dala:
dragu mome u dvore poslala.
Toponimi. U literaturi o Rabu toponimi nisu sustavno i znanstveno
obrađeni. Neki autori usput spominju neke rapske toponime, ali to sa sigurnošću
ne jamči da je to i znanstvena obrada ovog područja. Zato ova tema zaslužuje
jedan tom Rapskog zbornika.
Folklorno stvaralaštvo. Do danas nitko nije znanstveno ni sustavno
obradio autohtonu glazbu, ples i običaje Rabljana.
Ruralno stanovništvo je na svečane dane plesalo pučko kolo "Rapski tanac".
Svaka župa je imala svoj tanac, a gradsko stanovništvo je uživalo u europskoj
urbanoj glazbi i plesu. Rapski tanac ima više plesnih figura. Početak promjene
plesne figure najavljuje vođa tanca. Npr. u mjestu Banjol Rapski tanac ima sedam
figura: navajer (nagore), šutanje (šetnja), šepanje, mahlina, kontra (nasuprot),
tunel i merezinka.
Iz proračuna valja novčano pomagati folklorne skupine i znanstvena
istraživanja.
Pokladni običaji - maškare su pučki običaji maskiranja za vrijeme
poklada. Na Rabu se ovi običaji razlikuju prema mjestu događanja.
U Loparu se npr. mladići na Dan mesopusta jednako maskiraju. Na glavi
nose klobuk i francuski facol s "poštom" (raznobojne trake, prevla-davaju
99
Sandra Jerić Maljić ha scritto 144 nuove poesie popolari di Lopar. Eccone
una:
Basilico, mio splendido fiore,
se soli potessi cogliere il tuo seme.
Io saprei a chi darlo:
al mio amore a palazzo lo manderei.
Toponimi. Nella letteratura di Rab i toponimi non sono trattati né in
modo sistematico né in modo scientifico. Alcuni autori ogni tanto fanno
riferimento ad alcuni toponimi arbensi, ma questo certamente non può
considerarsi uno studio scientifico di questo campo. Per questo motivo
questo tema merita un tomo della Miscellanea Arbense.
Creatività folcloristica. Fino ad oggi nessuno si è occupato dello
studio della musica, del ballo e delle usanze autoctone degli arbensi né
sistematicamente né scientificamente.
La popolazione rurale ballava durante i giorni festivi il popolare
ballo folcloristico “Rapski Tanac”. Ogni parrocchia aveva il proprio ballo,
mentre la popolazione urbana folleggiava con la musica e i balli urbani
europei. Il Rapski Tanac ha piu’ figure di ballo. All’inizio del cambio le
figure da ballo annunciano chi guiderà il ballo. Per esempio a Banjol, il
Rapski Tanac ha sette figure da ballo: navajer (all’insù), šutanje (passeggio),
šepanje, mahlina, kontra (al contrario), tunnel, merezinka.
Vale la pena di aiutare finanziariamente i gruppi folcloristici e la
ricerca scientifica.
Usanze di Carnevale – Le maschere. A carnevale è tradizione a
Rab mascherarsi, queste usanze sono diverse a seconda del luogo dove
avvengono.
A Lopar per esempio i giovani si mascherano allo stesso
modo il Giorno di Mesopust (carnevale). Sulla testa portano il cappello
(klobuk) e il foulard francese a “poštom” (righe di vari colori, dominano il
100
crvene, bijele i plave). Na prednjem uzvišenom dijelu klobuka lijepe
sličice (svetaca ili razglednice), a na licu nose "vizeru" (masku). Oblače bijele
košulje, kravatu, crni sako (halja), bijele hlače (gače) i crne cipele (postole). U ruci
nose željezni štap (šćap), a na bedru jedne noge ispod sakoa mali
zvončić. U grupama obilaze kuće mještana. Domaćini ih nude jelom i pićem, a
maskare njih cigaretama i bombonima. Na kraju se sastaju maškare "sajužani" (s
južnog dijela Lopara) i "samorčani" (sa sjevernog dijela Lopara) na dogovorenom
mjestu gdje se zabavljaju do kasno u noć. Tradicija je stara više od 150 godina.
Vjerojatno su je donijeli pomorci iz neke daleke zemlje.
Danas Loparani maškare odlicno koriste u promidžbene svrhe.
U Gradu je zamro renesansni pokladni običaj maskiranih plesača i pjevača
"podoknica". Zadržao se samo običaj dječje redute u nedjelju prije mesopusta i
pokladno suđenje krivcu Turi Piškancu na mesopust za sve nedaće koje je učinio
tijekom godine.
Lule je lutka (muška i ženska) u prirodnoj veličini koju (obično u
paru) Rabljani na dan vjenčanja mlade i mladića vješaju pred njihovim
kućama. Na lutkama se ističu abnormalno velika spolovila, simboli plodnosti,
čime im rodbina poručuje da ne zaborave na potomke.
Obrti i umijeća. Obrti sve više nestaju, istiskuje ih sofisticirana
proizvodnja uporabnih i umjetničkih predmeta. Obrti u nekadašnjem obliku se
neće obnoviti niti je to cilj, ali obrtnička umijeca mogu pomoći u izradi
npr. rapskog suvenira, prezentaciji rapske povijesti u marketinškoj obradi
turističkog tržišta i drugo.
101
rosso, bianco e blu). Sulla parte anteriore dell’alto cappello ci sono delle
belle piccole fotografie (santini e cartoline), e sul volto portano la “vizera”
(maschera).
Si vestono con camicie bianche, cravatta, giacca nera (halja), pantaloni
bianchi (gaće) e scarpe nere (postole). In mano portano un bastone di ferro
(šćap), e sulla coscia di una gamba, sotto la giacca, un piccolo campanello.
In gruppi fanno visita alla case del posto. I risiedenti gli offrono cibo e
bevande, e le maschere ricambiano con le sigarette e le caramelle. Alla fine
si incontrano le maschere “sajužani” (dalla parte a sud di Lopar) e i
“samorčani (della parte a nord di Lopar) nel posto concordato per
festeggiare fino a notte tarda. Questa tradizione è vecchia più di 150 anni,
probabilmente è stata portata da alcuni marinai di una lontana terra.
Oggi gli abitanti di Lopar sfruttano eccellentemente le maschere per
motivi pubblicitari
In città l’usanza rinascimentale di carnevale dei ballerini e dei
cantanti “da serenata” è morta. Si è conservata solo l’usanza del ballo in
maschera dei bambini la domenica prima del Mesopust (carnevale) e il
processo carnevalesco al criminale Jure Piškanca a Mesopust (carnevale)
per tutte le sfortune che ha procurato durante l’anno.
Lule sono dei pupazzi (sia maschili che femminili) a grandezza
naturale che (generalmente in coppia) gli arbensi mettono fuori dalle case
dello sposo e della sposa il giorno del matrimonio. Su questi pupazzi si
possono notare gli organi genitali di grandezza anormale, simboli di fertilità,
con cui i parenti ricordano agli sposi di non dimenticarsi della discendenza.
Artigianato e arte. L’artigianato sta scomparendo sempre di più, è
stato messo alle strette dalla produzione sofisticata di oggetti di utilizzo e
artistici. L’artigianato, inteso come quello di una volta, non ritornerà piú,
non è questo lo scopo, ma l’arte artigiana potrebbero aiutare nella
realizzazione di un souvenir di Rab, alla presentazione della storia arbense,
alla produzione commerciale del mercato turistico ed altro.
102
Značajni rapski datumi
Križevo. Na zadnju nedjelju u travnju Rabljani procesijama iz svih župa
dolaze u Grad. Ispred svake procesije nose križ (raspelo) i zastavu svoje župe.
Sastaju se na ulazu u Grad gdje im se pridružuje procesija iz Grada na čelu sa
svećenikom koji nosi sliku čudotvornog lika Majke Božje rapske. Slika je vezana uz
legendu iz 15. st. o ozdravljenju sestre benediktinke iz samostana sv. Andrije
Luchine de Dominis koja je ozdravila zahvaljujući vjeri i Majki Božjoj. Pjevajući
kroz Grad sudionici dolaze u katedralu u kojoj sudjeluju u euharistijskom slavlju.
Poslije mise slika Majke Božje rapske ostaje u katedrali do zadnjeg dana
mjeseca svibnja kad se vraća na čuvanje u samostan sv. Andrije.
O prvim počecima Križeva nema točnih podataka. Neki autori pišu da je
ta tradicija obnovljeni antički običaj proslave završetka ratarskih radeva i molitva
bogovima za kišu koja na Rabu rijetko pada od svibnja do kolovoza. Ovakva
kakva je danas prakticira se od 15. st. poslije strašne kuge 1449. i 1456. koja je
skoro uništila svo stanovništvo Raba pa Rabljanima nije preostalo drugo nego da
se mole za spas. To je na Rabu zavjetni blagdan.
Dan oslobođenja Raba od fašističke okupacije 12. travnja 1945.
Najteže godine rapske povijesti su fašistička okupacija od 1941. do 1945. U
vihoru drugog svjetskog rata poginulo je na strani antifašističke koalicije 197, a
na suprotnoj strani neutvrđeni broj Rablj ana. U talijanskom fašističkom logoru
u Kamporu od gladi je umrlo više tisuća ljudi (Hrvata, Slovenaca i Židova). Do
1990. 12. travnja se slavio kao Dan Grada Raba. Po značaju u rapskoj povijesti
zaslužuje da ga se ponovno preglasi Danom Grada.
103
Date importanti di Rab
Via Crucis. Durante l’ ultima domenica di aprile gli arbensi di tutte
le parrocchie raggiungono la città con le loro processioni. Davanti, tutte le
processioni, portano la croce (crocifisso) e la bandiera della propria
parrocchia. Tutte le processioni si incontrano all’entrata della città dove si
riuniscono con la processione della città, che si posiziona in testa a tutte le
altre, con il sacerdote che porta l’immagine miracolosa della Madre di Dio
Arbense. L’immagine è legata alla leggenda del sec. XV della guarigione
della suora benedettina del convento di San Andrea, Luchina De Dominis
che è guarita grazie alla sua devozione alla Madre di Dio. Cantando per la
città, i partecipanti arrivano alla cattedrale dove prendono parte alla festa
dell’eucaristia. Dopo la messa l’immagine della Madre di Dio Arbense
rimane nella cattedrale fino all’ultimo giorno del mese di maggio,
dopodiché ritorna alla custodia del convento di San Andrea.
Delle origini della Via Crucis non ci sono dati certi. Alcuni autori
affermano che questa tradizione è l’usanza antica dei festeggianti per la fine
dei lavori arbensi e la preghiera agli dei per la pioggia, che da maggio ad
agosto cade raramente a Rab, che è stata rinnovata. E’ praticata così com’è
oggi dal sec. XV dopo le terribili epidemie di peste del 1449 e del 1456 che
hanno quasi distrutto tutta la popolazione di Rab cosicché agli arbensi non è
rimasto che pregare per la salvezza. Questa è a Rab una festività votiva.
Il giorno della Liberazione di Rab dall’occupazione fascista, il 12
aprile 1945. Gli anni più duri della storia di Rab sono quelli
dell’occupazione fascista che va dal 1941 al 1945. Nel turbine della seconda
guerra mondiale sono morte 197 persone della coalizione antifascista e un
numero non accertato di arbensi della coalizione opposta. Nel campo di
concentramento fascista italiano di Kampor sono morte di fame più di mille
persone (croati, sloveni ed ebrei). Fino al 1990, il 12 aprile si festeggiava
come il Giorno della Città di Rab. Per l’importanza nella storia arbense
dovrebbe essere di nuovo proclamato il Giorno della Città.
104
Dan pobjede 9. svibnja - Dan Grada Raba. Obrana Raba od napadača
italskih Normanazbila se, prema legendi, 9. svibnja 1075. godine. Ovo je
legenda, a ne egzaktno utemeljena povijesna istina. Upitno je čak i tko su bili
napadači: Normani ili Ugri (Mađari).16 Autori pišu čak o tri obrane Raba od
napadača. U sva tri napada spominju Mađare i Normane. Prvi napad, tvrde neki
povjesničari, zbio se 1075. a vedili su ga Normani dok rapski biskup fra. Juraj de
Hermolais Kostica, u poznatom spisu "Miraculi sanckti Cristophori" 1308.
opisuje obranu Raba od Mađara. To isto tvrdi i akademik Lujo Margetić u knjizi
"O napadačima iz prvog čuda legende o sv. Kristoforu".
Upitan je i cilj napadača. Jedni tvrde da su Normani (iz Italije) 1074. na
Rabu ubidii hrvatskoga kralja Petra Krešimira IV. i pustili ga tek na intervenciju
Pape,17 dok drugi pišu da su ga odveli u zarobljeništvo odakle se nije vratio.
Treći pišu da su Normani 1075. zarobili hrvatskoga kralja Slavca,18 sklonog
Bizantu, i odveli ga u zarobljeništvo gdje je umro. Za kralja u Hrvatskoj je nakon
toga izabran Dmitar Zvonimir (1075. - 1089.) koga je Papa okrunio za kralja.
Dan pobjede je izveden iz legende, ali bez obzira na sve sumnje u istinitost
događaja Rabljani su ovaj dan slavili kao Dan pobjede (Dies victoriae), ali ne i
kao Dan Grada.
Za Dan Grada je proglašen 2000. godine.
Dan sv. Kristofora 27. srpnja. Sv. Kristofor je zaštitnik nekadašnje
rapske biskupije a danas Grada Raba (cijelog otoka). Rabljani su posebno počeli
štovati ovoga sveca polovicom 11. st. Moći ovoga sveca istočne provenijencije
Rabljani su donijeli iz Carigrada početkom 9. st. Zahvaljujući moćima sv. Kristofora,
prema legendi biskupa Jurja de Hermolaisa iz 1308.,
105
Il Giorno della Vittoria, 9 maggio – Il giorno della Città di Rab.
La difesa di Rab dagli aggressori italici, i Normanni, si è svolta secondo la
leggenda il 9 maggio 1075. Questa è una leggenda, e non un fatto storico
veramente fondato. E’ un interrogativo anche chi fossero gli aggressori: i
Normanni o gli Ugri (Ungheresi)16. Gli scrittori parlano addirittura di tre
azioni difensive di Rab dagli aggressori. In tutte e tre gli attacchi sono citati
gli Ungheresi e i Normanni. Il primo attacco, affermano alcuni storici, è
avvenuto nel 1075 per mano dei Normanni mentre il vescovo arbense fra.
Juraj de Hermolais Kostica, nel famoso scritto I miracoli di San Cristoforo
del 1308 descrive la difesa di Rab dagli Ungheresi. E’ quello che afferma
anche l’accademico Lujo Margetić nel libro O napadacima iz prvog čuda
legende o sv. Kristoforu (Sugli attacchi del primo miracolo della leggenda di
San Cristoforo).
E’ un interrogativo anche lo scopo dell’attacco. Alcuni affermano
che nel 1074 i Normanni (dall’Italia) avessero catturato il re croato Petar
Krešimir IV e l’avessero liberato solo dopo l’intervento del Papa17, mentre
altri dicono che il re fu portato in un luogo di prigionia da cui non è più
tornato. La terza versione dice che i Normanni nel 1075 avessero catturato il
re croato Slavac18, rifugiatosi a Bisanzio, e portato nel luogo di prigionia
dove è morto. Come re croato, dopo di questo evento, fu scelto e incoronato
re dal Papa, Dmitar Zvonimir (1075 – 1089).
Il Giorno della Vittoria viene da questa leggenda e, senza
considerare tutti i dubbi sulla veridicità degli eventi, gli arbensi hanno
sempre festeggiato questo giorno come il Giorno della Vittoria (Dies
Victoriae) e non come il Giorno della Città.
E’ stato proclamato Giorno della Città nel 2000.
Il Giorno di San Cristoforo, 27 maggio. San Cristoforo fu il protettore
della passata diocesi arbense e oggi è il protettore della città di Rab (di tutta
l’isola). Gli arbensi hanno cominciato a onorare questo santo nella metà del
sec. XI. Hanno portato i poteri di questo santo di provenienza orientale, da
Costantinopoli all’inizio del sec IX. Grazie ai poteri di San Cristoforo,
secondo la leggenda del vescovo Juraj de Hermolais del 1308,
106
Rab je spašen od okrutnih napadača koji su ga opsjedali od 14. travnja do 9.
svibnja 1075.
Proglašen je Danom Grada 1990., a 2000. mu je ukinut taj status.
Zaštitnica župe Rab je Velika Gospa koja se stuje 15. kolovoza.
Zaštitnica župe Kampor je sv. Eufemija, 16. rujna.
Druga žastitnica je sv. Magdalena (Magdalenino) na Uskrsni
ponedjeljak.
Taj običaj je od vremena osnivanja samostana sv. Bernardina. Iz Raba su
dolazili patriciji i pučani na Uskrsni ponedjeljak čitati Evanđelje o ukazanji;
uskrslog Isusa sv. Magdaleni.
Zaštitnik župe Mundanije je sv. Matej apostol, 21. rujna.
Drugi zaštitnik ove župe je sv. Ilija prorok, 20. srpnja.
Zaštitnica zupe Banjol je sv. Lucija mučenica, 13. prosinca.
Druga zaštitnica ove župe je Gospa Snjezna, 5. kolovoza. U Banjolu je
nazivaju Šištovica po papi Sikstu III. Tog dana je u Rimu pao snijeg pa ga je
spomenuti Papa proglasio za blagdan.
Zaštitnik župe Barbat je sv. Stjepan prvomučenik, 26. prosinca.
Druga zaštitnica župe Barbat je Gospa Karmelska, 16. srpnja.
Zaštitnik župe Supetarska Draga je sv. Petar apostol, 29. lipnja.
(Ova župa ima samo jednog zaštitnika)
107
Rab è stata salvata dai pericolosi aggressori che l’hanno assediata dal 14
aprile fino al 9 maggio 1075.
Il Giorno di San Cristoforo fu proclamato il Giorno della Città nel 1990 e
nel 2000 gli fu tolto questo status.
La protettrice della parrocchia di Rab è l’Assunzione della Vergine
(Velika Gospa) che si festeggia il 15 agosto.
- La protettrice della parrocchia di Kampor è Sant’Eufemia, 16 settembre.
- La seconda protettrice è Santa Maddalena (Magdalenino) nel lunedì di
Pasqua.
Questa usanza è dei tempi della fondazione del convento di San
Bernardino. Il lunedì di Pasqua da Rab arrivavano i patrizi e i plebei a
leggere il Vangelo sull’apparizione di Gesù a Santa Maddalena dopo
resurrezione pasquale.
- Il protettore della parrocchia di Mundanije è San Matteo, 21 settembre.
- L’altro protettore di questa parrocchia è Sant’ Elia profeta, il 20 luglio.
- La protettrice della parrocchia di Banjol è Santa Lucia martire, 13
dicembre.
- L’altra protettrice di questa parrocchia è la Madonna della Neve (Gospa
Snježna), 5 agosto. A Banjol la chiamano Šištovica dal Papa Siksto III.
Quel giorno a Roma è caduta la neve cosicché il già nominato Papa l’ha
proclamato una festività.
- Il protettore della parrocchia di Barbat è Santo Stefano primomartire, 26
dicembre.
- L’altra protettrice della parrocchia è la Madonna Carmelitana (Gospa
Karmelska), 16 luglio.
- Il protettore della parrocchia di Supetarska Draga è San Pietro apostolo,
29 giugno. (Questa parrocchia ha un solo protettore).
108
Zaštitnik župe Lopar je sv. Ivan Krstitelj mučenik, 24. lipnja.
Druga zaštitnica je Mala Gospa, blagdan rođenja Marijina, 8. rujna.
3. KULTURNE DJELATNOSTI
3.1 LIKOVNA DJELATNOST
LIKOVNE IZLOŽBE se održavaju u više prostora koji nisu prilagođeni
ovoj svrsi: u Galeriji Kneževe palače, Banovoj villi i u privatnoj Galeriji "Pik" te u
klaustru samostana sv. Bernardina i u nekim ugostiteljskim objektima.
LIKOVNE KOLONIJE se održavaju povremeno. U 2000. održana je jedna
kolonija likovnih umjetnika u priavtnoj režiji pod nazivom " Art kolonija Paradiso" sa
završnom izložbom pod pokroviteljstvom Moderne galerije Rijeka.
LIDRANO je likovna, dramska i novinarska manifestacija djece Osnovne i
Srednje škole koja se uspješno održava na Rabu i u cijeloj Hrvatskoj. Učenici
Osnovne škole Ivana Rabljanina i Srednje škole Markantuna de Dominisa svake
godine sudjeluju i dobivaju priznanja na ovoj smotri.
RAPSKI SUVENIR. Danas još nemamo rapski suvenir. Preko Ministarstva
obrta, malog i srednjeg poduzetništva poticati projektiranje i proizvodnju umjetničkog
suvenira jer na tržištu ima dosta kiča i surogata.
LIKOVNI UMJETNICI. Na Rabu ima nekoliko likovnih umjetnika
profesionalaca. Neki imaju ateljee sa stalnom likovnom izložbom. Ima i dvadesetak
neprofesionalnih likovnih umjetnika. Jedni i drugi priređuju izložbe u galerijskim i
drugim prostorima.
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- Il protettore della parrocchia di Lopar è San Giovanni Battista martire,
24 giugno.
- L’altra protettrice è la Natività della Vergine (Mala Gospa), festività
della nascita di Maria, l’8 settembre.
3. ATTIVITA’ CULTURALI
3.1. ATTIVITA’ ARTISTICHE
Le MOSTRE ARTISTICHE si tengono in più luoghi che non sono
adatti a questo scopo: nella Galleria del Palazzo del Principe, nella Villa
Banjol e nella Galleria privata “Pik”, nel chiostro del convento di San
Bernardino e in alcuni impianti alberghieri.
Le COLONIE ARISTICHE si tengono periodicamente. Nel 2000 si
è tenuta una colonia artistica sotto la regia privata “Art kolonija Paradiso”
(Colonia d’Arte Paradiso) con la mostra finale sotto il patrocinio della
Galleria Moderna Fiume.
LIDRANO è una manifestazione artistica, drammatica e giornalistica
dei bambini delle scuole elementari, medie e superiori che si tiene con
successo a Rab e in tutta la Croazia. Gli studenti della scuola elementare e
media Ivan Rabljanin e della scuola superiore Marcantonio de Dominis
partecipano a questa rassegna tutti gli anni e vincono dei riconoscimenti.
SOUVENIR DI RAB. Oggi ancora non esiste un souvenir di Rab.
Attraverso il Ministero, le piccole e medie imprese d’artigianato, potrebbe
ottenere la progettazione e la produzione di un souvenir artistico poiché nel
mercato ci sono già abbastanza opere scadenti e surrogati.
ARTISTI FIGURATIVI. A Rab ci sono alcuni artisti figurativi
professionisti. Alcuni hanno degli studi artistici con la propria mostra d’arte
fissa. Ci sono anche una ventina di artisti figurativi dilettanti. Gli uni e gli
altri allestiscono mostre in gallerie e in altri luoghi.
110
Umjetnike treba stimulirati sredstvima sponzora i Proračuna.
3.2 GLAZBENO-SCENSKA DJELATNOST
1. RAPSKE GLAZBENE VECERI, utemeljene 1985. godine održavaju se
ljeti pretežito u sakralnim prostorima (crkva sv. Križa, crkva Uznesenja Marijina -
exkatedrala, crkva sv. Ivana Evanđeliste, i dr.).
Treba ih bolje iskoristiti u promidžbi. Nedostatak je nepoznavanje programa
barem godimi dana unaprijed.
2. AMATERSKO KAZALIŠTE "Osvit" je u Rabu pedesetih godina 20.
st. uspješno djelovalo u tadašnjem "Domu partizan". Osnovano je 1946. a djelovalo
do 1958. Okupljalo je stotinjak amatera. Imalo je pionirsku i lutkarsku sekciju. Prvi
režiser je bio ucitelj Leo Srdoč. Nakon njega umjetnički dio su vedili profesionalni
režiseri. Kazalište je na programu imalo djela naših i svjetskih klasika. Predstave su
izvodili na Rabu i u gradovima diljem naše zemlje. U sjećanju mnogih Rabljana
ostale su nezaboravne uloge članova amaterskog kazališta "Osvit".
Lutkarsko kazalište je ponovno utemeljeno 1992. i djelovalo do 1995..
Voditelj je bio Zoran Debelić a redateljica prof. Regina Zubović.
U srednjem vijeku, za vrijeme Marka Marulića (1450. - 1524.), Rab je
imao teatar19 koji se nažalost nije održao kroz daljnja stoljeća.
Danas treba poticati osnivanje amaterskih kazališnih skupina.
111
Gli artisti andrebbero stimolati con finanziamenti dagli sponsor e dal
bilancio.
3.2. ATTIVITA’ MUSICALI E SCENICHE
1. LE SERATE MUSICALI ARBENSI, fondate nel 1985 si tengono
soprattutto d’estate in luoghi sacri (chiesa di Santa Croce, la chiesa
dell’Assunzione di Maria – l’ex cattedrale, la chiesa di San
Giovanni Evangelista ed altre).
Bisogna sfruttarle meglio attraverso la pubblicità. Il fatto di
non conoscere il programma almeno un anno prima è una
mancanza.
2. IL TEATRO AMATORIALE “Osvit” era attivo negli anni ‘50 con
successo nell’allora “Domu Partizan” (Alla casa del partigiano). E’
stato fondato nel 1946 ed è andato avanti fino al 1958.
Raggruppava un centinaio di amatori. Aveva la sezione ”pionirska”
(pionieristica) e ”lutkarsku” (burattinai). Il primo regista è stato il
prof. Leo Srdoč. Dopo di lui la parte artistica è stata portata avanti
da registi dilettanti. Il teatro aveva in programma pezzi dei nostri
classici e di quelli mondiali. Le rappresentazioni erano messe in
scena a Rab e nelle città che fanno parte della nostra terra. Nella
memoria di molti arbensi sono rimaste i ruoli dei membri del teatro
amatoriale “Osvit”.
Il teatro dei burattini è stato fondato nuovamente nel 1992 ed è
rimasto in funzione fino al 1995. Il produttore era Zoran Debelić e la regista
la prof.ssa Regina Zubović.
Nel Medioevo19, durante il tempo di Marko Marulić (1450 – 1524),
Rab aveva un teatro che sfortunatamente non si è mantenuto col passare dei
secoli.
Oggi bisogna incoraggiare la creazione di gruppi teatrali amatoriali.
112
3. KLAPE, muške i ženske. Na Rabu ima više muških i jedna ženska
klapa. Sve su neprofesionalne i zato ih treba financirati i iz proračuna.
4. KULTURNO-UMJETNIČKE GRUPE u Osnovnoj školi. U sklopu
izborne nastave ili slobodnih aktivnosti u Osnovnoj školi djeluje nekoliko
kulturno-umjetničkih grupa i skolski pjevački zbor.
5. LIMENA GLAZBA djeluje u sastavu DVD-a Rab. Okuplja stotinjak
članova. Najuspješnija je i najštarija (osnovana 1913.) glazbena amaterska grupa na
Rabu. Profesionalno posao obavlja samo kapelnik.
6. FOLKLORNE SKUPINE, na Rabu djeluju četiri folklorne udruge koje u
sastavu imaju i dječju folklornu skupinu. Sve njeguju autohtoni folklor pod nazivom
"Rapski tanac".
7. GOSTOVANJE kazališnih ansambala i glazbenih grupa. I ove se priredbe
nažalost pretežito priređuju samo ljeti. Gostovanja organizirati i zimi. Poticati privatnu
inicijativu.
8. MELODIJEISTREIKVARNERA - "MIK", Rab više ne udomljuje. O
mogućnosti sudjelovanja na ovom festivalu traba raspraviti na nivou Grada.
9. GLAZBENA SKOLA "Ino Mirković", područni odjel privatne škole iz
Lovrana uspješno djeluje na Rabu.U sastavu Škole je i pjevački zbor.
113
3. KLAPE, maschili e femminili. A Rab ci sono più klape maschili e
una femminile. Sono tutte dilettanti e per questo motivo bisogna finanziarle
anche con il bilancio.
4. GRUPPI ARTISTICI-CULTURALI nella scuola elementare e
media. Nella configurazione degli insegnamenti a scelta e delle attività
libere nella scuola elementare e media agiscono alcuni gruppi artistici-
culturali e il coro scolastico.
5. LA MUSICA DEGLI OTTONI fa parte del DVD di Rab. Raggruppa
un centinaio di gruppi. Quello di maggior successo e anche il più vecchio
(fondata nel 1913) è il gruppo musicale amatoriale di Rab. Il lavoro
professionale è portato avanti solo dal maestro di musica.
6. I GRUPPI FOLCLORISTICI. A Rab sono attive quattro associazioni
folcloristiche che nella loro struttura hanno anche il gruppo folcloristico di
bambini. Tutti coltivano il folclore autoctono con il nome di “Rapski
Tanac”.
7. RAPPRESENTAZIONI di complessi artistici teatrali e gruppi
musicali. Anche queste rappresentazioni sfortunatamente si tengono
principalmente solo d’estate. Organizzare le rappresentazioni anche
d’inverno. Spronare le iniziative private.
8. MELODIE DELL’ISTRIA E DI QUARNERO (KVARNER) –
“MIK”, Rab non lo ospita più. Sulla possibilità di prendere parte a questo
festival bisogna discutere a livello di Città.
9. LA SCUOLA DI MUSICA “Ino Mirković”, parte dipendente dalla
scuola privata di Laurana (Lovran) opera con successo a Rab. Nella struttura
della scuola c’è anche il coro.
114
10. FESTIVAL RAPSKIH KLINACA AMATERA "FRKA" je
utemeljen 2001. godine a prva priredba je održana na Dan Osnovne škole Ivana
Rabljanina.
3.3 KNJIŽEVNO-IZDAVAČKA DJELATNOST
O Rabu je napisano na tisuće knjiga. Nažalost malo ih je u Rapskoj biblioteci. U
zadnjih dvadesetak godina tiskana je po jedna knjiga godišnje što je nedopustivo malo.
Navest ćemo samo neka najvažnija izdanja iz tog vremena:
KNJIGE
1. Zbornik radova o Marku Antunu de Dominisi!, Zagreb…............................ 1976.
2. Leticija Šuljić, Grad i otok Rab, Rab ....…................................................ 1976.
3. Ivo Kovačić, Koncentracioni logor Kampor na Rabu 1942.-1943.,
Rijeka.…………………………………………………………………..1983.
4. Ive Šimat - Banov, Testen, Zagreb .............................................................. 1983.
5. Stjepan Antoljak, Izvori i literatura o prošlosti otoka Raba, Rab ....…….. 1985.
6. Lujo Margetić, Međunarodni položaj Hrvatske oko 1075.godine,
Rijeka......................................................................……............................. 1985.
7. Grupa autora, Otok Rab u radničkom pokretu i NOE, Rijeka - Rab ...........1985.
8.Rapski zbornik,Rab -Zagreb .......……...................................................... 1987.
9. Josip Jugo Šuljić, Pjesnička djela, Rab - Rijeka.……................................... 1988.
10. Ivan Pederin, Rab u osvit humanizma i renesanse, Rab……....................... 1989.
11. Slovo o Rabu, "Draga rapska pastirica" (urednica Lada Badurina), Rab……...1989.
12. Hrvoje Turk, Otok Rab, uvjeti i rezultati turističke valorizacije, Rab,
Rijeka..........………………………………………………………………1989.
13. Fra. Vladislav Brusić, Otok Rab, reprint u Zagrebu, Rab .................... …...1990.
14. Branka Nedred, “FeliksArba”, Rab …..................................................... 1990.
15.Vladimir Muljević, Ivan Rabljanin, ljevac zvona i topova, Rab …........... 1990.
16. Marcel Kušar, Narodno blago, Zagreb .....…….......................................... 1993.
115
10. FESTIVAL AMATORIALE DEI BAMBINI DI RAB “FRKA” è
stato fondato nel 2001 e la prima rappresentazione si è tenuta il Giorno delle
Scuole Elementari e Medie della scuola Ivan Rabljanin.
3.3. ATTIVITA’ LETTERARIE-EDITORIALI
Di Rab si è scritto in centinaia di libri. Sfortunatamente quelli presenti
nella biblioteca di Rab sono pochi. Negli ultimi venti anni è stato stampato
un libro all’anno che inamissibilmente poco. Riportiamo solo alcune
importanti edizioni di quel tempo:
LIBRI
1. Zbornik radova o Marku Antunu de Dominisu, Zagreb….…….……….1976
2. Leticija Šuljić, Grad i otok Rab, Rab…………..………………………..1976
3. Ivo Kovačić, Koncentracioni logor Kampor na Rabu 1942 – 1943,
Rijeka……..…….……………………………………………………….1983
4. Ive Šimat – Banov, Testen, Zagreb.......…………………………….......1983
5. Stjepan Antoljak, Izvori i literatura o prošlosti otoka Raba, Rab..……...1985
6. Lujo Margetić, Međunarodni položaj Hrvatske oko 1075. godine,
Rijeka……………………………………………………………………1985
7. Grupa autora, Otok Rab u radničkom pokretu i NOB, Rijeka – Rab…...1985
8. Rapski Zbornik, Rab – Zagreb…...……..……………………………….1987
9. Josip Jugo Šuljić, Pjesnička djela, Rab – Rijeka…..……………………1988
10. Ivan Pederin, Rab u osvit humanizma i renesanse, Rab…………..…….1989
11. Slovo o Rabu, “Draga, Rapska pastirica” (redattrice Lada Badurina),
Rab…………..…………………………………………………….…….1989
12. Hrvoje Turk, Otok Rab, uvjeti i rezultati turističke valorizacije, Rab,
Rijeka……………….…………………………………………………...1989
13. Fra. Vladislav Brušić, Otok Rab, reprint u Zagrebu, Rab………………1990
14. Branka Nedred “Felix Arba”, Rab............................................................1990
15. Vladimir Murijević, Ivan Rabljanin, ljevac zvona i topova, Rab.............1990
16. Marcel Kušar, Narodno blago, Zagreb.......………………………..........1993
116
17. Hrvoje Turk, Povijest turizma i ugostiteljstva otoka Raba, Rijeka.......……..1994.
18. Alojzije Toić, Rapske bratovštine, Rab.................……................................ 1995.
19. Željko Španjol, Prirodna obiljezja Raba, Rab-Zagreb….............................. 1995.
20. Ivo Barić, Rapske viteške igre 1364., Rab ................................…….......... 1995.
21. Ivo Barić, Giochi cavallereschi di Arbe 1364 (Prijevod Ante Belich)…….........1996.
22. Grupa autora, Pučka škola u Barbatu, Osnovna škola Ivana Rabljanina, Rab
.................................................................................……..……………………1996.
23. Ivo Barić, Die Ritterspiele von Rab 1364 (Prijevod Ajka Pezelj), Rab ............... 1997.
24. Milena Grce, Igra, Grad Rab i RIMA Rijeka, Rijeka................……........... 1998.
25. Ivan Kovačić, Kampor 1942.-1943.,Adamić, Rijeka...........................……...1998.
26. Anton Vratuša, Rabska brigada, Društvo piscev zgodovine NOB-e
Slovenije, Ljubljana .......................................................................……..... 1998.
27. Sandra Paparić, Sledi va srcu, Rab, Lopar ......................................…...1999.
28. Sandra Jerić Maljić,Murtelica,Rab,Lopar ........................................... 1999.
29. Grupa autora, Baština antifašizma, Rab ..............................................….1999.
30. Boris Varga, Gašpar Bolković Pik, Zagreb ...........................................2000.
VODICI
1. Vinko Maškarin, Otok Rab, Zagreb,................................................. 1981.
2. Andrija Bonifačić, Samostan sv. Eufemije, Rab-Zagreb,................1985.
3. Grupa autora, Testen, Zagreb ........................................................... 1989.
4. Ive Šimat Banov, Galeri]a Testen, Kampor-Rab .............................. 1990.
5. Ivan Staničić, Otok Rab, Zagreb ...................................................... 1994.
6. Herman Janež, Kampor, koncentracijsko taborišće na Rabu,
Ljubljana,…………………………………………………………...1996.
STUDIJE
1. Grupa autora, Strategia razvoja otoka i grada Raba do 2010. god., voditelj
tima prof. dr. se. Josip Deželjin, Ekonomski falultet Rijeka…………......1995.
2. Prostorni plan Raba, Urbanistički zavod Rijeka....................................1999.
17. Hrvoje Turk, Povijest turizma i ugostiteljstva otoka Raba, Rijeka..........1994
117
18. Alojzije Toić, Rapske bratovštine, Rab............…………………………1995
19. Željko Španjol, Prirodna obilježa Raba, Rab- Zagreb…………………..1995
20. Ivo Barić, Rapske viteške igre 1364, Rab……………………………….1995
21. Ivo Barić, Giochi Cavallereschi di Rab 1364 (Traduzione di Ante
Belich)…………………………………………………………………...1996
22. Grupa autora, Pučka škola u Barbatu, scuola Elementare Ivan Rabjanin,
Rab………………………………………...…………………………….1996
23. Ivo Barić, Die Ritterspiele von Rab 1364 (Traduzione Ajka Pezelj),
Rab..........................................................................….....................…….1997
24. Milena Grce, Igra, Grad Rab i RIMA Rijeka, Rijeka……..............…….1998
25. Ivan Kovačić, Kampor 1942 – 1943, Adamić, Rijeka…………....……..1998
26. Anton Vratuša, Rapska brigada, Associazione scrittori di avvenimenti del
NOB della Slovenia, Ljubljana………………………………..………...1998
27. Sandra Paparić, Sledi va srcu, Rab, Lopar...…………………………….1999
28. Sandra Jerić Maljić, Murtelica, Rab, Lopar…………..…………………1999
29. Grupa autora, Baština antifašisma, Rab…………………………………1999
30. Boris Varga, Gašpar Bolković Pik, Zagreb.....................................…….2000
GUIDE
1. Vinko Maškarin, Otok Rab, Zagreb………………...…………….…….1981
2. Andrija Bonifačić, Samostan sv. Eufemije, Rab-Zagabria……….…….1985
3. Grupa autora, Testen, Zagreb...…………………………..…….....…….1989
4. Ive Šimat, Banov, Galerija Testen, Kampor-Rab…….......………..........1990
5. Ivan Staničić, Otok Rab, Zagreb….………………………...……...........1994
6. Herman Janež, Kampor, concentracijsko taborišće na Rabu, Ljubjana...1996
STUDI
1. Grupa autora, Strategija razvoja otoka i grada Raba do 2010. god.,
capogruppo Prof. Dott. Sc. Josip Deželjin, Facoltà di Economia di
Fiume……………………………………………………………………1995
2. Prostorni plan Raba, Ente Urbanistico di Fiume………………….…….1999
118
FOTOMONOGRAFIJE
1. Fotomonografija Raba,......................................................................... 1979.
2. Fotomonografija Raba,......................................................................... 1984.
3. Fotomonografija Raba .......................................................................... 1990.
4. J. Marinšek, Pozdrav iz Raba, Dt.Landsberg, Austria............................... 1997.
RAPSKI ZBORNIK. Zbornici su knjige sa znanstvenim sadržajem o
prošlosti, sadašnjosti ili budućnosti nekoga kraja. Budući da na Rabu nije tiskan
niti jedan znanstveni rad kao zbornik već skoro 15 godina, može se zaključiti da
je zanemarena istraživačka komponenta u kulturi. Bez istraživanja ne može biti
osnove za razvoj pa je potrebno da odmah potaknemo kontinuirano izdavanja
Rapskoga zbornika. Godišnje bi trebalo tiskati najmanje jedan svezak Zbornika.
Da bi se to mogio Grad Rab i ostali zainteresirani moraju osnovati Uređivački
odbor Rapskog zbornika i u Proračunu za svaku godinu unijeti dio troškova
barem za jedan svezak.
Do sada su tiskana samo dva zbornika i to nakon održanih znanstvenih
skupova:
1. Zbornik o MarkuAntonu de Dominisi!................................. 1976.
2. Rapski zbornik ..................................................................... 1984.
O znanstvenom skupu "Sedam stoljeća Rapskog statuta" odrzanom 1993. nije
tiskan zbornik.
KNJIŽARE. U Rabu postoje dvije knjižare skromno opremljene knjigama.
Najviše knjiga prodaju akviziteri koji povremeno dolaze na Rab. Vrlo slabo se
prodaju knjige o Rabu i knjige rapskih autora. Potrebno je stimulirati prodaju ovih
knjiga.
STIMULACIJA STVARALAŠTVA. Svake godine raspisivati natječaj
za književno, likovno i glazbeno stvaralaštvo (posebno u školama). Formirati
komisiju za izbor radova.
119
FOTOMONOGRAFIE
1. Fotomonografia di Rab………….……………………………....1979
2. Fotomonografia di Rab………….………………………………1984
3. Fotomonografia di Rab………….………………………………1990
4. J. Marinšek, Pozdrav iz Rab, Dt. Landsberg, Austria…………...1997
MISCELLANEA ARBENSE. Le raccolte sono libri con contenuti
scientifici sul passato, presente o il futuro di un luogo. Considerando che a
Rab non è stato pubblicato nemmeno uno studio scientifico come una
miscellanea da già quasi 15 anni, si può concludere che la componente
ricerca culturale è trascurata. Senza la ricerca non ci possono essere le
fondamenta per lo sviluppo cosicché è necessario esortare subito una
pubblicazione continua di miscellanee arbensi. Bisognerebbe stampare
almeno un volume della miscellanea all’anno. Affinché ciò avvenga la città
di Rab e gli altri interessati devono fondare un Comitato Consultivo per la
Miscellanea Arbense e mettere a disposizione ogni anno una parte delle
spese del bilancio per un volume.
Fino ad adesso sono state pubblicate solo due raccolte dopo i raduni
scientifici tenuti:
1. Miscellanea su Marco Antonio de Dominis…………1976
2. Miscellanea Arbense ………………………………..1984
Del raduno scientifico ”Sedam stoljeća Rapskog statuta” (Sette secoli di
statuto di Rab) tenuto nel 1993 non è stata pubblicata alcuna miscellanea.
LIBRERIE. A Rab esistono due librerie discretamente fornite di libri. I
piazzisti che vengono a Rab periodicamente sono quelli che vendono più
libri. I libri su Rab e i libri degli autori arbensi si vendono molto poco. E’
necessario stimolare la vendita di questi libri.
STIMOLAZIONE DELLA CREATIVITA’. Promuovere ogni hanno
una competizione per la creazione letteraria, artistica e musicale (soprattutto
nelle scuole). Formare una commissione per la scelta dei lavori.
120
3. 4 BIBLIOTEČNA DJELATNOST
1. NARODNA KNJIŽNICA ima oko deset tisuća knjiga i vise od 1000
članova. Osnovana 1975. pri Narodnom sveučilištu i još je u holu Kina. Predsjednik
fonda za kulturu je tada bio Božidar Begović koji je dao inicijativu za osnivanje
knjižnice. Prva knjižničarka je bila Branka Maljkovic.
Prema Zakonu o knjižnicama (NN 105/97) najkasnije 1999. morala je postati
samostalna ustanova. Kao javna ustanova za kulturu i obrazovnje potpuno je
zapostavljena. Sva nastojanja Županijskog ureda i Matične knjižnice u Rijeci da
se biblioteka useli u primjeren prostor i organizira prema Zakonu do sada su bila
neuspješna.
Grad knjižnici, prema Zakonu, mora osigurati adekvatan prostor
(sada ima 25 m2). U njoj treba osnovati Index Arbensis, odnosno popis svih
knjiga i autora koji su pisali o Rabu. Na temelju Indexa valja formirati zavičajnu
biblioteku. U toj biblioteci utemeljiti odjel za istraživanje života i rada poznatih
Rabljana i onih koji su zadužili Rab. Ovo je područje posebno malo poznato
široj javnosti pa ga treba popularizirati.
U knjižnici treba održavati predavanja, susrete s piscima, okrugle stolove,
tečajeve i druge oblike rada na propagiranju knjige.
Rapska knjižnica nastavlja tradiciju narodne čitaonice. Osnovao ju je u
19. st., točno 1884. godine rapski općinski načelnik, narodnjak Josip Dominis.
Ovaj je općinski načelnik predvodio narodnjake na prvim rapskim izborima.
Pravila čitaonice, na prijedlog narodnjaka, potvrđena su u Općinskom vijeću
1884. godine.20
2. KNJIŽNICE u Osnovnoj i Srednjoj školi su namijenjene učenicima pa u
knjižnom fondu imaju pretežito lektiru.
121
3.4. ATTIVITA’ DELLA BIBLIOTECA
1. BIBLIOTECA PUBBLICA contiene intorno ai diecimila libri e ha
più di 1000 membri. Fondata nel 1975 presso l’università pubblica
ed è ancora situata nella sala d’ingresso del cinema. Il Presidente per
i Fondi Culturali all’epoca che ha dato l’iniziativa per la
realizzazione della biblioteca era Božidar Begović. La prima
bibliotecaria fu Branka Maliković.
Secondo la legge sulle biblioteche (NN 105/97) doveva diventare una
istituzione indipendente al più tardi nel 1999. Come istituzione per la cultura
e per l’educazione è completamente trascurata. Tutti i tentativi del Ufficio
della Županija e della Biblioteca di Stato a Fiume affinché la biblioteca sia
trasferita in luogo adatto e sia organizzata secondo la legge fino ad oggi
sono stati vani.
La città, secondo la legge, deve assicurare alla biblioteca un luogo
adeguato (adesso ha 25 m²). In questa bisogna istituire l’Index Arbensis,
sarebbe a dire una lista di tutti i libri e gli autori che hanno scritto di Rab.
Sulla base dell’index vale la pena di formare una biblioteca nostrana. In
questa biblioteca bisogna istituire una sezione per la ricerca della vita e delle
opere degli arbensi famosi e di quelli Rab deve ringraziare. Questo aspetto
è ancora poco conosciuto al pubblico cosicché bisognerebbe renderlo
popolare.
Nella biblioteca bisognerebbe tenere delle lezioni, incontri con gli
scrittori, tavole rotonde, corsi e altri tipi di lavori per la diffusione dei libri.
La biblioteca di Rab continua la tradizione di sala di lettura pubblica.
E’ stata fondata nel sec. XIX, precisamente nel 1884, dal sindaco, il
concittadino Josip Dominis. Questo sindaco ha guidato i concittadini alle
prime elezioni di Rab. Le regole della sala di lettura, su suggerimento del
concittadino, sono state confermate dal Consiglio Comunale nel 188420.
2. Le BIBLIOTECHE nelle scuole elementari e superiori sono riservate
agli studenti per cui queste biblioteca hanno di base libri da lettura.
122
3. KNJIŽNICA u samostanu sv. Bernardina je otvorena i za građanstvo.
Ima oko 7000 knjiga, čuva i više inkunabula i kopija knjiga na glagoljici te
Veliku kamporsku kroniku i više notarskih spisa među kojima su najvrjedniji
notarski spisi Nikole Curtarola iz 14. st. s ukupno 700 stranica uvezenih u dva
kodeksa (obnovljeni 1994.)
3.5 KINEMATOGRAFSKA DJELATNOST
U Rabu djeluje jedno kino koje pored svih teškoca ne treba ukidati već
financijski pomagati. Njegova oprema je tehnički spomenik kulture. Osnovano je
1910. godine pod nazivom kino "Edison", kasnije kino "Tesla".
Pored kina na Rabu djeluje i jedna privatna videoteka koja zadovoljava
potrebe građana za ovom vrstom medija.
3.6 ARHIVSKA DJELATNOST
Rab nema svoga arhiva. Svi vrijedni spisi nalaze se u riječkom, zadarskom,
zagrebačkom, venecijanskom i drugim arhivima.
Nekad su na Rabu postojali Nadžupski arhiv, Župski arhivi, Općinski
arhiv, Sudski arhiv, privatni arhivi i arhivi u samostanima. Njihova građa je
većim dijelom prenesena u nadležni Arhiv Rijeka.
Najznačajnija djela bi trebalo replicirati i vratiti u Zavičajni muzej kad se
osnuje. Do tada ostat će nažalost izvan Raba.
123
3. La BIBLIOTECA nel convento di San Bernardino è aperta anche ai
cittadini. Contiene intorno ai 7000 libri. Sono conservati più
incunaboli e copie di libri in glagolico, la Grande Cronaca di
Kampor e più atti notarili tra i quali quelli di più importanti sono gli
atti notarili di Nicola Curtarola del sec. XIV, un totale di 700 pagine
rilegate in due codici (ristrutturati nel 1994).
3.5. ATTIVITA’ CINEMATOGRAFICHE
A Rab è in funzione un cinema che nonostante tutti i problemi non
bisogna abbandonare bensì aiutare finanziariamente. La sua attrezzatura è
un monumento culturale tecnico. Fu fondato nel 1910 con il nome di cinema
“Edison”, più tardi cambiato in cinema “Tesla”.
Vicino al cinema c’è una videoteca che soddisfa le necessità degli
cittadini con questo tipo di attività mediatiche.
3.6. ATTIVITA’ DELL’ARCHIVIO
Rab non ha un suo archivio. Tutti gli scritti di valore si trovano negli
archivi di Fiume, Zara, Zagabria, Venezia ed altri.
Una volta a Rab esistevano gli archivi delle sottoparrocchie, delle
parrocchie, del comune, del tribunale, archivi privati e gli archivi dei
conventi. Il loro materiale è stato per la maggior parte trasferito nel
competente archivio di Fiume.
I pezzi più importanti andrebbero copiati e restituiti ai musei del paese
di origine quando verranno istituiti. Fino ad allora purtroppo rimarranno
fuori da Rab.
124
3.7 MUZEJSKO-GALERIJSKA DJELATNOST
1. MUZEJ SAKRALNE UMJETNOSTI ŽUPE RAB je otvoren kao stalna
postava 1991. U njemu se čuva oko 50-tak vrijednih eksponata. Najvrjedniji su:
Relikvijar za glavu sv. Kristofora iz 12. st., Emajlirane pločice prijenosnog oltara iz
12. st., Poliptih Paola Veneziana iz 1350., dijelovi iluminiranog evanđelistara i
"Acta martyrum" iz 11. st., Liber ruber iz 1571. i mnogi drugi.
2. LAPIDARIJ u crkvi sv. Kristofora čuva i prezentira Narodno
sveučilište. To je stalni postav kamenih spomenika. Potrebno ga je dopuniti
novim nalazima kamenih spomenika i osuvremeniti.
3. ETNOGRAFSKI MUZEJ u samostanu sv.Bernardina u vlasništvu je
samostana i vrlo uspješno obnovljen i prezentiran posjetiocima.
4. GALERIJA "Testen" u crkvi sv. Eufemije stalni je postav umjetničkih
djela fratra Ambroza Testena.
5. GALERIJA "Knežev dvor" je u vlasništvu Grada. U njoj se
organiziraju povremene izložbe likovnih i drugih umjetnika. Prostor nije
primjeren za izložbe pa bi bilo potrebno izvršiti građevinsku adaptaciju.
6. GALERIJA u tzv. "Banovoj villi" vrlo se uspješno koristi kao
povremeni izložbeni likovni prostor. U vlasništvu je Grada.
7. GALERIJA "PIK" privatni je izložbeni prostor. Povremeno se
koristi za izložbe u ljeti.
125
3.7. ATTIVITA’ DEL MUSEO E DELLE GALLERIE
1. MUSEO DI ARTI SACRE DELLA PARROCCHIA DI RAB è aperto
regolarmente dal 1991. In questo si conservano una cinquantina di oggetti di
valore esposti. Quelli più importanti sono: Reliquiario del teschio di San
Cristoforo del sec. XII, le Lastre smaltate dell’altare mobile del sec. XII, il
Polittico di Paolo Veneziano del 1350, parti dell’illuminato evangelistario e
gli “Acta Martyrum” del sec. XI, il Liber Ruber del 1571 e molto altro.
2. LAPIDARI nella chiesa di San Cristoforo sono conservati e presentati
dall’Università Pubblica. E’ una esposizione fissa di monumenti di pietra.
Bisogna completarli con nuovi reperti, monumenti di pietra e poi
modernizzarli.
3. MUSEO ETNOGRAFICO nel convento di San Bernardino è di
proprietà del convento ed è stato ristrutturato con successo e presentato ai
visitatori.
4. GALLERIA “Testen” nella chiesa di Sant’Eufemia è una mostra
fissa di pezzi artistici del frate Ambrozio Testen.
5. GALLERIA “Palazzo del Principe” è sotto la proprietà della città. In
questa vengono organizzate mostre temporanee di artisti figurativi ed altro.
Lo spazio non è adatto alle mostre e sarebbe necessario completare
l’adattazione cittadina.
6. GALLERIA nella cosiddetta “Villa del Bano” si utilizza con
successo come luogo per mostre figurative. E’ di proprietà della città.
7. GALLERIA “PIK” è un luogo per mostre private. Si utilizza
saltuariamente per le mostre d’estate.
126
8. MUZEJ Grada Raba ili Zavičajni muzej još nije osnovan. S vremenom
eksponati nestaju pa je krajnje vrijeme za utemeljenje muzeja u kojem će se
čuvati građa o bogatoj povijesti Raba.
9. MUZEJ sv. Marina u Loparu. Utemeljiti spomen obilježje ili spomen
kuću ovom velikom Rabljaninu, graditelju utvrde San Marino (danas grad i država
na Apeninskom poluotoku).
Prije osnivanja ovih muzej a obvezatno zaposliti kustosa koji bi stručno
obrađivao i postavljao eksponate.
U muzejima posebno zaštiti slijedeće eksponate
RAPSKA NOŠNJA nije zaštićena niti dovoljno istražena. Potrebno ju je
znanstveno obraditi. Ovdje se mora razlikovati ruralna i gradska odnosno urbana
rapska nošnja.
Muška ruralna (seoska) nošnja.21 Na glavi je mala crvena kapica s
izvezenom maslinovom grančicom. Sa strane kapice više "štranjci" koji pokrivaju
jedno uho a osigurana je "uzdom" ispod brade da ne padne s glave jer je mala.
Bijela kosulja je ukrašena bijelom čipkom, a preko nje je "krožet" (prsluk) s dva
džepa za spremanje "murtelice" (bosiljka), "garofula" (karanfila) ili "facolića"
(rupčića). Tamne "brageše" (hlače) su od sukna s dvije ravne "taške" (džepa).
"Bičve" (čarape) su vunene i najčešće bijele boje. Potplat opanka je od volovlje, a
gornji dio od pletenih traka ovčje kože koju su Rabljani zvali "maškalic". Oko pasa
plesači nose "kanicu" koje se razlikuju pò boji i tkanju. Na jednom uhu mladići su
nosili "rićin" (naušnicu), poklon kumova na krizmi.
127
8. MUSEO della città di Rab o il Museo Cittadino ancora non è stato
fondato. Con il tempo gli oggetti da esporre scompaiono per cui c’è poco
tempo per fondare del museo in cui si conserverà il materiale della ricca
storia di Rab.
9. MUSEO di San Marino a Lopar. Istituire un contrassegno
commemorativo o una casa commemorativa per questo grande arbense,
fondatore della fortificazione di San Marino (oggi città e stato nella Penisola
Alpenninica).
Prima della realizzazione di questi musei bisogna assolutamente
assumere un custode che tratterebbe e sistemerebbe gli oggetti esposti.
Nei musei proteggere specialmente i seguenti oggetti esposti
IL COSTUME ARBENSE non è protetto né abbastanza studiato. E’
necessario trattarlo scientificamente. Bisogna distinguere il costume rurale
da quello cittadino cioè urbano.
Il costume rurale (del villaggio) maschile21. Sulla testa hanno un
piccolo cappellino rosso con disegnato un rametto d’ulivo. A lato del
capellino ci sono più “štranjci” (nastri pendenti) che coprono un orecchio ed
è assicurato con “uzdom” (cordicella) sotto il mento affinché non cada dalla
testa perché è molto piccolo. La camicia bianca è decorata con un merletto
bianco, e sopra di questa c’è il “krozet” (gilè) con due tasche per mettere la
“murtelice” (basilico), “garofula” (garofani) o “facolić” (fazzoletto). Gli
scuri “brageše” (pantaloni) sono di lana con due dritte “taške” (tasche). Le
“bičve” (calzini) sono di lana e quasi sempre di color bianco. La suola delle
calzature rudimentali sono di bovino, con la parte superiore di strisce di
pecora cucite che gli arbensi chiamavano “maškalič”. Intorno alla vita i
ballerini portano la “kanica” (cintura tessuta) che si differenzia per il colore
128
e la tessitura. Su un orecchio i giovani portavano il “rićin” (orecchino), dono
dei padrini alla cresima.
Ženska ruralna (seoska) nošnja.22 Djevojke za vrijeme plesa ne nose "facol"
(maramu) na glavi, već oko vrata, a krajeve prekrižene uvlace ispod "travese"
(pregače). Bijela košulja je bogato ukrašena ručnim radom crvenim koncem i
"rakamićima" (čipkom). "Hašicu" (podsuknju) nose ispod "kamižota (suknje) koji
je najčešće na "falde" (uzdužno nabrana). Preko svega nose crvenu "travesu"
(pregaču) ukrasenu raznobojnim cvjetovima. Na nogama su im bijele čarape vezane
podvezicama (udate žene su imale crvene, a djevojke šarene podvezice) i opanci
slični muškima. Neke su djevojke oko vrata nosile "kulajnu" (ogrlicu) od crvenih
koralja.
Gradska urbana nošnja.
Plemići su se oblačili prema europskim standardima. Na glavi su nosili
renesansni šešir ili kapu, a košulju od lanenog platna, kratki kaput (zuppo) od
flanele, plašt i ogrtač (duploid) na gornjem dijelu tijela. Na donjem dijelu su
nosili čarape (calighe) ili široke hlače (sarabullae), oko struka pojas (zone) i na
nogama visoke cipele (sactulares).23
Plemkinje su nosile duge haljine, plašt, krzna i ogrtač. Oko vrata su nosile
ogrlice ili ukrasni križ. Haljine su ukrašavale srebrnim dugmadima, zlatnim i srebrnim
nitima utkanim u platno.
Pučanke i pučani su se odijevali prema poslu koji su obavljali kao sluge
plemića. Obično su to bili odjevni predmeti od sukna bez ikakvih ukrasa.
Mih (mijeh)24 nije autohtoni rapski glazbeni instrument, ali je u
zadnjih nekoliko stoljeća bio jedino glazbalo seoskog stanovništva pa ga treba
posebno zaštititi i znanstveno obr aditi.
Mih je pučko duhačko glazbalo.
129
Il costume rurale (del villaggio) femminile22. Le ragazze durante il
ballo non portano il “facol” (fazzoletto) sulla testa, ma intorno al collo, e le
parti finali incrociate le infilano sotto la “travesa” (grembiule). La camicia
bianca è decorata a mano con un filo di cotone rosso e i “rakamićima”
(merletti). Portano la “hašicu” (sottana) sotto la “kamižota” (gonna) che
nella maggior parte delle volte è a “falde” (a pieghe longitudinali). Sopra a
tutto portano una “travesa” (grembiule) rossa, decorata con fiorellini di
diversi colori. Sulle gambe hanno delle calze bianche tenute su da delle
giarrettiere (le donne sposate le avevano rosse e le ragazze di vari colori) e
le calzature rudimentali simili a quelle maschili. Alcune ragazze portavano
intorno al collo una “kulajnu”(collana) di coralli rossi.
Il costume urbano cittadino.
I nobili si vestivano secondo gli standard europei. Sulla testa
portavano un cappello rinascimentale o un berretto, la camicia di tela di lino,
una giacca corta (zuppo) di flanella , il cappotto e il mantello (duploid) sulla
parte superiore del corpo. Sulla parte inferiore portavano dei calze (calighe)
o dei pantaloni larghi (sarabullae), intorno alla vita la cintura (zone) e sui
piedi scarpe alte (sactulares)23.
Le nobili portavano lunghe gonne, cappotti, la pellicce e il mantelli.
Intorno al collo potavano delle collane o dei croci decorate. Le gonne erano
arricchite con bottoni d’argento, filamenti d’argento e d’oro intessuti nella
tela.
I plebei e le plebee si vestivano a seconda del lavoro che svolgevano,
generalmente come serve dei nobili. Generalmente si trattava di vestiti di
lana senza nessuna decorazione.
Il Mih (otre)24 non è uno strumento musicale arbense autoctono, ma
è stato negli ultimi secoli l’unico strumento musicale della popolazione del
villaggio per cui va protetto in modo speciale e va studiato scientificamente.
Il Mih è uno strumento musicale a fiato popolare.
130
Sastavljen je od tri glavna dijela:
- kanelice, cjevčice za napuhavanje mijeha,
- miha (mijeha) od janjeće kože koja se za ovo glazbalo posebno
priprema i
- svirale, naprave za proizvodnju zvuka, a sastoji se od
"tapuna", prebirača i piska koji proizvodi zvuk.
Mih izrađuju sami svirači a kvaliteta zvuka ovisi o umješnosti
njegova autora.
LUTNJA (lirica), noviji glazbeni instrument seoskog i urbanog stanovništva
Raba. Danas nije poznat niti jedan primjerak ovoga glazbala ali postoji literatura po
kojoj se može izraditi muzejski primjerak.25
CITRE I LEUTI su srednjevjekovna glazbala rapskog urbanog stanovništva
o kojima u 16. st. piše Juraj Baraković u "Dragoj, rapskoj pastirici".26
RAPSKA LAĐA (zopol) je prilagođeno libursko i venecijansko piovilo
rapskim uvjetima. Imala je više autohtonih elemenata. Danas ne postoji, a bilo bi je
korisno obnoviti i pohraniti u muzej barem kao maketu. Rabljani su gradili u svojim
brodogradilištima i velike galije. Poznat je bio tip galije nazvane "gallea arbesana"
(rapska galija).
SVILA, proizvodila se na Rabu u srednjem vijeku. Venecija je
poticala uzgoj dudovog svilca i sirove svile koja se dobro prodavala na
mletačkom tržištu. Koludrice Samostana sv. Antona su do 1940. god.
uzgajale dudov svilac i proizvodile svilu. Svilu su koristile za izradu ukrasa na
posteljini koju su izrađivale po narudžbi.
Ovaj dio rapske gospodarske djelatnosti nije dovoljno istražen pa
zaslužuje znanstvenu obradu.
131
E’ composto da tre parti principali:
- la kanelica, un tubicino per soffiare nell’otre,
- miha (otre) di pelle di agnello che si prepara appositamente
per questo strumento musicale e
- fischietti, fatti per il passaggio del suono e si compongono di
“tapuna”, “prebiraca” e “piska” che producono il suono.
Il Mih è costruito dai musicisti e la qualità del suono dipende
dall’abilità del suo autore.
LIUTO, il nuovo strumento musicale della popolazione del villaggio
e della città di Rab. Oggi non è conosciuta neanche una copia di questo
strumento musicale ma esiste della letteratura secondo la quale si può
ricostruire una copia da museo25.
CETRE E LIUTI sono strumenti musicali del medioevo della
popolazione urbana di Rab di cui scrive nel sec. XVI Juraj Baraković nella
“Dragoj, rapskoj pastirici” (Draga, pastorella Arbense)26.
LA BARCA DI RAB (zopol) è un imbarcazione liburna e veneziano
con caratteri Arbensi. Aveva più elementi autoctoni. Oggi non esiste, ma
sarebbe un bene ricostruirla e conservarla in un museo almeno come
plastico. Gli arbensi hanno costruito nei loro cantieri navali anche grandi
galee. Era conosciuto il tipo di galea chiamato “gallea arbense” (galea
arbense).
La SETA si produceva a Rab nel Medioevo. Venezia ha esortato la
allevamento di bachi da seta e di seta cruda che si vendeva bene nel mercato
veneziano. Le suore del convento di Sant’Antonio hanno allevato i bachi da
seta e producevano la seta. La seta era usata per la lavorazione di
decorazioni sulla biancheria da letto ed era prodotta su commissione.
Questa parte delle attività economiche arbensi non è stata ancora
studiata abbastanza per cui merita un’elaborazione scientifica.
132
4.UDRUGE
Udruga rapskih samostreličara je osnovana 1995. godine. Njeguje staru
rapsku tradiciju natjecanja samostrijelaca samostrijelom na Rapskim viteškim igrama
utemeljenim 1364. Udruga okuplja više od stotinu članova.
Za prvog predsjednika Udruge izabran je, na Osnivačkoj skupštini 15. veljače
1995., Davor Andrić (tada gradonačelnik), za zamjenika Petar Sandalić, za tajnika
Ivo Barić, a za voditelja igara Ugo Belamarić.
Prve obnovljene Rapske viteške igre održane su 28. listopada 1995. godine.
Potrebno je nastaviti istraživanja o povijesti rapskih viteških igara i temeljem
te studije adekvatno postaviti koreografiju, scenografiju i kostimografrju te napisati
tekst priredbe.
Jedan dio financiranja Udruge vršiti iz proračuna, a drugi urediti
neposrednim odnosom s korisnicima, sponzorima i na drugi način.
Ogranak Malice hrvatske je na Rabu osnovan 1991. godine. Na osnivanju
je bio i tadašnji predsjednik Malice hrvatske Vlado Gotovac. Ogranak bi trebalo
reaktivirati.
Katedra čakavskog sabora je osnovana 29. 5. 1993. na Saboru građana
u hotelu "Padova". Za prvog predsjednika je izabran dr. sc. Vinko Ribarić, a za
tajnika prof. Ivo Barić. U 2000. godini Katedra je izdala jednu knjigu.
Nevladine udruge su nepolitičke organizacije građana i osnova civilnoga
društva. U pripremi je osnivanje više nevladinih udruga: Udruga za zaštitu rapske
baštine, Udruga roditelja, Udruga za zaštitu potrošača i dr..
133
4. ASSOCIAZIONI
L’associazione di tiratori arbensi è stata fondata nel 1995. Si
occupa della vecchia competizione tradizionale arbense di tiratori con l’arco
nei Giochi Cavallereschi di Rab fondati nel 1364. L’associazione raccoglie
più di un centinaio di membri.
Come primo presidente dell’Associazione è stato scelto
nell’assemblea costitutiva del 15 febbraio 1995, Davor Andrić (allora
sindaco) come sostituto Petar Sandalić, come segretario Ivo Barić, e come
organizzatore dei giochi Ugo Belamarić.
I primi rinnovati Giochi Cavallereschi si sono tenuti il 28 ottobre
1995.
E’ necessario continuare gli studi sulla storia dei Giochi
Cavallereschi di Rab e in base a questi studi istituire adeguatamente una
coreografia, scenografia e i costumi e infine scrivere il testo della
manifestazione.
Una parte dei finanziamenti bisogna coprirla con il bilancio, e l’altra
parte risolverla direttamente con gli utenti, gli sponsor e in altri modi.
La sede della società letteraria croata è stata fondata a Rab nel
1991. Alla momento della fondazione il presidente della società letteraria
croata era Vlado Gotovac. La sede andrebbe riattivata.
La Cattedra (Katedra) del concilio ciacavo è stata fondata il
29.05.1993 dal concilio cittadino nell’hotel “Padova”. Come primo
presidente è stato scelto il dott. Vinko Ribarić, e come segretario il prof. Ivo
Barić. Nel 2000 la Cattedra ha pubblicato un libro.
Le Associazioni libere sono organizzazioni non politiche di cittadini
e sono fondamento delle società civili. In progettazione c’è la fondazione di
più associazioni libere: l’Associazione per la protezione del patrimonio di
134
Rab, l’Associazione dei genitori, l’Associazione per la protezione dei
consumatori ed altro.
Zaklade (fondacije) su ustanove ili fondevi za javno dobro u humane,
prosvjetne i kulturne svrhe. Temeljni kapital zakladi poklanja donator. Od prihoda i
kamata fondovi dijele pomoći temeljem pravilnika zaklade.
Na Rabu je do 1940. postojala Zaklada Dominik (Dinko) Dokula,
ustanovljena njegovom oporukom od 16. veljače 1614.. Zakladom je upravljalo
povjerenstvo (zadnje je osnovano 1910.) a predsjednik mu je bio Dujam Lovro
Galzigna.
Dokula je oporukom naredio da se od prihoda dijela njegova zemljišta na
Krku stvori jedan miraz godišnje za siromašne djevojke iz Raba.
Miraz se dodjeljivao djevojkama koje su:
a) sirote bez oca ili majke ili oba roditelja;
b) navršile 14 godina života;
e) koje su neporočnog ponašanja;
d) koje namjeravaju stupiti u red časnih sestara ili sklopiti brak;
e) koje imaju u gradu Rabu i svoje naravno prebivalište (domicilium naturale), a ne
samo pravni zavičaj (domicilium legale).
Imena moliteljica (pod brojem) su se polagala u žaru iz koje su jedno ime
odnosno broj izvlačili djevojčica i dječak. Izvlačenje se obavljalo javno pred
Povjerenstvom zaklade prve nedjelje mjeseca listopada u Gradskoj loži.
Članovi povjerenstva su za svoj rad u Zakladi imali godišnju plaću od 2
krune i 44 filira.
Zadnji miraz je isplaćen 1931. godine Antici (Tonči) Kaloćira, rođenoj
Fafanđel (1911. - 1986.) a iznosio je 5 000 dinara.
Zaklada je tridesetih godina 20. st. izgradila Kuću javne dobrotvornosti na
Mlinu. Raspuštena je 1945., njezina dobra su 1938. prodana u agrarii a ostatak
nacionaliziran poslije drugog svjetskog rata. Kuća javne dobrotvornosti je najprije
pretvorena u komercijalne stanove a devedesetih godina 20. st. prodana čime je
poništena oporuka rapskog dobrotvora stara 400 godina.
135
Le Fondazioni sono istituzioni o enti per il bene pubblico a scopi
umani, storici e culturali. Di base il capitale della fondazione è donato da
benefattori. Con le entrate e gli interessi dei fondi, le fondazioni danno aiuto
in base al loro regolamento.
A Rab fino al 1940 è esistita la Fondazione Dominik (Dinko)
Dokula, fu fondata con il suo testamento il 16 febbraio 1614. Amministrava
la fondazione una commissione (l’ultima è stata istituita nel 1910) e il suo
presidente era Dujam Lovro Galzigna.
Dokula ha ordinato con il testamento che con le entrate di parte dei
suoi possedimenti si creasse a Veglia (Krk) una dote annua per le ragazze
povere di Rab.
La dote veniva data alle ragazze che:
a) erano orfane di padre o di madre, o di entrambi;
b) avevano compiuto i 14 anni di età;
c) di comportamento illibato;
d) intendevano entrare nell’ordine delle suore o sposarsi;
e) avevano nella città di Rab anche la loro residenza naturale
(domicilium naturale) e non solo quello legale (domicilium
legale).
I nomi delle richiedenti (in forma di numeri) erano messi in un’urna
da cui una ragazzina e un ragazzino estraevano un nome, ossia un numero.
L’estrazione si teneva pubblicamente davanti alla Commissione della
Fondazione la prima domenica del mese di ottobre nella loggia cittadina.
I membri della commissione ricevevano per il loro lavoro nella
Fondazione una paga annuale di 2 corone e 44 centesimi di corona.
L’ultima dote è stata pagata nel 1931 ad Antica (Tonca) Kaloćir, nata
Fafanđel (1911 – 1986) ed era di 5000 dinari.
La Fondazione negli anni ‘30 ha costruito la Casa di Beneficenza
Pubblica al Mulino. E’ stata sciolta nel 1945, i suoi beni sono stati venduti
136
nel 1938 all’agraria e il resto è stato preso dallo stato dopo la seconda guerra
mondiale. La casa di beneficenza pubblica è stata prima trasformata in
appartamenti commerciali e negli anni ‘90 venduta. Di conseguenza la
volontà del benefattore arbense vecchia 400 anni è stata annullata.
5. USTANOVE
Otvoreno učilište (Narodno sveučilište) j e osnovano 1975. godine pod
nazivom Radničko sveučilište. Danas osnivačka prava Učilišta kao javne ustanove
za trajnu naobrazbu i kulturu ima Grad Rab. Osnivač je bila Općina Rab a prvi
direktor je bio prof. Ivo Barić. Za tajnika je izabran Vinko Fafanđel.
Sveučilište je u svom sastavu imalo Centar za kulturu i Centar za
obrazovanje. U Centru za kulturu bilo je kino, biblioteka i desetak sekcija, a u
Centru za obrazovanje Osnovna škola za odrasle, škole za KV i VKV ugostitelje,
Viša ekonomska škola područni odjel škole iz Pule i više tečajeva i seminara.
Prema Zakonu o pučkim otvorenim učilištima (NN 55/97) ova se učilišta
osnivaju radi obavljanja obrazovnih djelatnosti. Ostale djelatnosti, npr. kulturne,
pučka otvorena učilišta obavljaju prema posebnim zakonima tih djelatnosti (muzeji,
knjižnice i drugo).
6. KULTURA I TURIZAM
Turizam je glavna gospodarska djelatnost Raba, ali turizam nije samo puko
gospodarstvo već i tzv. "doživljajna ekonomija". Turistički profit ne ovisi samo o
turističkim kapacitetima (ljudima i sredstvima u turizmu) već i o odnosu svih ljudi
prema gostu, ali i o stupnju kulturnog ophođenja među nama samima.
Pojednostavljeno to znači da uspjeh u turizmu ovisi o nivou i poznavanju svoje
literature, stupnju kulturnog ophođenja u medijima, u politici, na zabavi, u
konzumiranju jela i pića, odnosu prema crkvi, crkve prema društvu, drugim
religijama, hendikepiranima, civilnom društvu, alternativnoj kulturi itd..
Danas se često govori o nedovoljnoj iskoristivosti kulturnog turizma u toj
gospodarskoj grani.
137
5. ISTITUZIONI
La sala studio pubblica (università pubblica) è stata fondata nel
1975 con il nome di Università del Lavoro. Oggi la città di Rab ha delle
leggi costitutive della sala studio come le istituzioni pubbliche per
l’istruzione e la cultura permanente. E’ stata fondata dal Comune di Rab e il
primo direttore è stato il prof. Ivo Barić. Come segretario è stato scelto
Vinko Fafanđel.
L’università era strutturata da un Centro per la Cultura e un Centro
per la Formazione. Nel Centro per la Cultura c’era il cinema, la biblioteca e
una decina di sezioni, e nel Centro per la Formazione c’era la scuola
elementare per adulti, le scuole per albergatori qualificati e altamente
qualificati, la scuola superiore di Economia, sede distaccata della scuola di
Pola e più corsi e seminari.
Secondo la legge sulle sale studio pubbliche (NN 55/97) queste sale
studio sono istituite per lo svolgimento delle attività formative. Le altre
attività, ad esempio quelle culturali (musei, librerie ed altro), le mettono in
opera grazie a leggi speciali.
6. TURISMO E CULTURA
Il turismo è l’attività economica più importante di Rab, ma il turismo
non è solo economia popolare ma anche “economia di vita”. Il profitto del
turismo non dipende solo dalle capacità turistiche (delle persone e dei mezzi
nel turismo) ma dal rapporto delle persone con l’ospite e anche dal quantità
di visite culturali di noi tutti. Semplificando, questo significa che il successo
del turismo dipende dal livello di conoscenza della nostra letteratura, dal
quantità di spostamenti culturali con mezzi, dalla politica, dal divertimento,
138
dal consumo di cibo e bevande, dal rapporto con la chiesa e della chiesa
verso la società, verso le altre religioni, le persone con handicap, la società
civile, le culture alternative, ecc…
Oggi si parla spesso dell’uso insufficiente del turismo culturale nel
settore economico.
Naši susjedi od spomeničke rente obnavljaju spomenike kulture, a mi to
isključivo činimo iz izvornih prihoda proračuna. Da bismo proračun postepeno
rasterećivali nepotrebnih izdataka, lokalna samouprava mora započeti s kontrolom
uplaćene spomeničke rente koju propisuje Zakon o zaštiti i očuvanju kulturnih
dobara. U provođenju ovih propisa bit će teškoća jer u gradskoj upravi nema resora
koji bi zajednički brinuo o kulturi i turizmu kao npr. u talijanskim turističkim
općinama u kojima postoji jedinstveni ured za kulturu i turizam. Naš Odjel za upravu
i samoupravu u gradskoj upravi trebalo bi reorganizirati u Odjel za društvene
djelatnosti i turizam. Adekvatno nazivu trebalo bi ga i kadrovski popuniti.
Turistička vodička služba je ogledalo turističkog mjesta čime se mi ne
možemo pohvaliti. Vodičku sluzbu obavljaju i oni koji za to nemaju licencu, a i oni
koji slucajno navrate u Rab. Tu službu treba organizirati u Rabu i za nju u
Gradskom vijeću donijeti adekvatne odluke koje Zakon ne propisuje. Konačno,
vodiče bi trebalo prepoznati i pò adekvatnoj, autohtonoj odjeći kao što to ima npr.
"cicerone" vodič za strance u Italiji.
7. MEDIJI
Informiranje se na Rabu uglavnom svodi na članke u Novom listu, Večernjem
listu, Jutarnjem listu ili na radiju Felix Arba a rijetko na Radio Rijeci ili Televiziji.
Internet i drugi mediji se malo koriste. U časopisima i drugim medijima vrlo se
rijetko može naći nešto o Rabu. Od 1990. godine, nažalost, ne izlazi Rapski list koji
je vrlo uspješno uređivao domaći novinar Ivica Hodak, doajen rapskog
novinarstva.
Čujnost lokalnog radija je loša. Trećim radio programom HRT-a Rab nije
pokriven pa bi lokalna uprava trebala inzistirati na čujnosti ovoga programa.
139
I nostri vicini con le rendite dei monumenti ristrutturano i
monumenti culturali, noi invece le consideriamo come autentiche entrate del
bilancio. Per alleggerire il bilancio dalle spese non necessarie, l’autonomia
locale deve incominciare con il controllo delle rendite dei monumenti che
prescrive la legge e con la protezione e conservazione dei beni culturali.
L’attuazione di queste prescrizioni sarà difficile perché
nell’amministrazione non c’è un ordine competente che si occupi insieme
della cultura e del turismo come ad esempio nei comuni turistici italiani in
cui esiste un unico ufficio per la cultura e per il turismo. Il nostro reparto per
l’amministrazione e l’autonomia nell’amministrazione cittadina
bisognerebbe riorganizzarlo nel Reparto per le attività sociali e il turismo.
Con il nome adeguato bisognerebbe quadruplicarlo.
Il servizio di guide turistiche riguardava posti turistici di cui non ci
possiamo vantare. Del servizio di guide turistiche se ne occupano anche
coloro che non hanno una licenza o anche coloro che passano da Rab per
caso. Bisogna organizzare questo servizio a Rab e prendere delle decisioni,
prescritte dalla legge, adeguate nel consiglio cittadino. In fin di conti, le
guide andrebbero riconosciute anche per l’adeguato, autoctono
abbigliamento come quelle che hanno ad esempio i “cicerone”, guida per
stranieri in Italia.
7. MEDIA
L’informazioni a Rab è diffusa principalmente dagli articoli del Novi
list, Večernj list, Jutarnj list o alla radio Felix Arba e raramente su Radio
Rijeka (Fiume) o alla televisione. Internet e gli altri mezzi si usano poco.
Nei giornali e negli altri media raramente si può trovare qualcosa su Rab.
140
Dal 1990 purtroppo non esce più il Rapski list che conduceva con successo
il giornalista nostrano Ivica Hodak, decano del giornalismo arbense.
La ricezione locale della radio è bassa. Il terzo programma radio HRT
a Rab non è coperto per cui l’amministrazione locale dovrebbe insistere
sulla ricezione di questo programma.
Novinari se bave senzancionalizmom, a ne svakodnevnim ljudskim
potrebama. Dnevni mediji su ispolitizirani.
8. ZAŠTITA I OČUVANJE KULTURNIH DOBARA
Svi građani su dužni skrbiti o zaštiti i čuvanju kulturnih dobara, a kulturna
dobra, bez obzira na vlasništvo, uživaju istu zaštitu.
Svojstvo kulturnog dobra, na temelju stručnog vrednovanja, utvrđuje
rješenjem Ministarstvo kulture. Kulturna nepokretna dobra se tada upisuju u
nadležnom katastru i sudu, a ako se radi o podmorskom arheološkom dobru i u
nadležnoj kapetaniji.
Svako kulturno dobro se upisuje u Registar kulturnih dobara koje vodi
Ministarstvo kulture. Registar se sastoji od tri liste:
1. Lista zašticenih kulturnih dobara;
2. Lista kulturnih dobara nacionalnog značaja;
3. Lista preventivno zaštićenih dobara.
Dobro koje nije upisano u Registar kulturnih dobara Ministarstva kulture, u
svoj registar upisuje županija, grad ili općina.
Grad na svom području mora odlukom proglasiti kulturno dobro i u vesti
ga u svoj Registar kulturnih dobara Grada Raba. O tome mora obavijestiti
Ministarstvo. U Gradu Rabu nije osnovan ovaj registar pa postoji opasnost
nestajanja kulturnih dobara. Nakon upisa u registar sva kulturna dobra označavaju
se posebnim oznakama.
Za sve radnje na spomeniku kulture koje bi mogle narušiti cjelovitost
kulturnog dobra imaoc spomenika mora zatražiti dozvolu nadležnog organa.
Odobrenje se mora zatražiti i za izradu replike kulturnog dobra npr. suvenira.
141
I giornalisti si occupano delle notizie sensazionali, non delle
necessità di tutti i giorni. I media giornalieri sono apolitici.
8. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI
Tutti i cittadini devono avere cura, proteggere e conservare i beni
culturali, e i beni culturali, senza riguardo alla proprietà, dovrebbero godere
della stessa protezione.
La qualità dei beni culturali, in base a una valutazione professionale,
è gestita dal Ministero della Cultura. I beni culturali immobili si iscrivono
nel catasto competente e nel tribunale, e se si tratta di beni archeologici
sottomarini anche alla capitaneria di porto competente.
Tutti i beni culturali si iscrivono nel Registro dei beni culturali del
Ministero della Cultura. Il Registro è composto da tre liste:
1. Lista dei beni culturali protetti;
2. Lista dei beni culturali di carattere nazionale;
3. Lista dei beni culturali in bilancio.
Il bene che non è iscritto nel Registro dei beni culturali del Ministero
della Cultura, lo iscrive nel suo Registro la Županija, la città o il comune.
La città deve dichiarare con un decreto i beni culturali del suo territorio
e portarli nel Registro dei Beni Culturali della Città di Rab. Deve rendere
conto di questo al Ministero. Nella città di Rab questo registro non è stato
fondato per cui c’è il pericolo della scomparsa dei beni culturali. Dopo
l’iscrizione nel registro tutti i beni culturali vengono contrassegnati con un
contrassegno distintivo.
Per tutti i lavori sui monumenti culturali che potrebbero danneggiare
l’integrità del bene culturale, il proprietario del monumento deve chiedere
142
l’autorizzazione dell’organo competente. L’approvazione deve essere
richiesta anche per la produzione di repliche dei beni culturali come ad
esempio i souvenir.
9. FINANCIRANJE KULTURNIH DOBARA
Već smo rekli da se sredstva za kulturu iz proračuna osiguravaju pò načelu
zaštite kulturnih programa i načelu kompetitivnosti (natjecanja). Temeljem
programa javnih potreba u kulturi proračunom se za kulturu u Gradu Rabu osigurava
oko 1 % od ukupnih sredstava godišnjeg proračuna. Od tih sredstava za programe u
kulturi izdvaja se oko 5 %, a ostali dio su materijalni troškovi i plaće. Za kapitalne
izdatke u kulturi se već godinama ništa ne izdvaja pa su nam objekti kulture u
najlošijem stanju.
Pored proračuna sredstva za kulturu se osiguravaju i iz drugih izvora koje treba
sve više koristiti.
Sredstva za kulturne programe osiguravaju se u:
- državnom proračunu,
- proračunu županije,
- proračunu grada ili općine,
- donacijama,
- naknadama za koncesije,
- zapisima,
- zakladama i
- iz drugih izvora propisanih zakonom.
Iz ovih izvora sredstva se osiguravaju temeljem Programa javnih
potreba u kulturi Grada Raba, Republike Hrvatske i Županije. Svaki na svom
nivou raspoređuju sredstva za javne potrebe na temelju javnog natječaja ili na drugi
zakonom propisani naćin.
Prihodi proračuna po osnovi uporabe kulturnih dobara plaćaju se kao porez
od prodajne cijene i to:
10% od uporabe fotografija, naljepnica, značaka, suvenira, publikacija ili drugih
tiskovina, odjevnih predmeta ili drugih predmeta;
143
9. FINANZIAMENTO DEI BENI CULTURALI
Già abbiamo detto che i mezzi per la cultura sono assicurati dal
bilancio per il principio della conservazione dei beni pubblici e per il
principio di competitività. In base al programma delle necessità pubbliche
della cultura, nella città di Rab più o meno per la cultura si assicura intorno
all’1% dei mezzi totali del bilancio annuo. Di questi mezzi per i programmi
di cultura si mette a disposizione intorno il 5%, e il resto sono per spese
materiali e paghe. Per le spese capitali della cultura non si mette da parte
niente già da anni cosicché i nostri oggetti culturali sono in un brutto stato.
Oltre al bilancio i mezzi per i capitali vengono assicurati anche da altre fonti
che bisogna sfruttare sempre di più.
I mezzi per i programmi culturali si assicurano con:
- bilancio statale,
- bilancio della Županija,
- bilancio della città o del comune,
- donazioni,
- compensi per concessioni,
- lasciti,
- fondazioni e
- da altre fonti previste dalla legge.
Di queste fonti i mezzi si assicurano grazie al Programma per le
necessità pubbliche della cultura della città di Rab, della Repubblica
Croata e della Županija. Ognuno al proprio livello mette a disposizione i
mezzi per le necessità pubbliche in base a concorsi pubblici o in altre
maniere previste dalla legge.
144
Le entrate in bilancio in base all’utilizzo dei beni culturali si pagano
come le tasse dei prezzo di vendita e cioè:
10% per l’uso di fotografie, etichette, simboli, souvenir, pubblicazioni o
altre stampe, materiali d’abbigliamento o altri materiali;
1.000,00 kn za promidžbu na filmu, spotu, plakatu, fotografiji ili drugom
predmetu;
2% uplaćuju spomeničku rentu fizičke ili pravne osobe koje obavljaju
gospodarsku djelatnost u nepokretnim kulturnim dobrima ili na području
kulturno povijesne cjeline i to od ostvarenog dohotka, odnosno dobiti kao rezultat
iznimnih okolnosti iskorištavanja kulturnog dobra. Iz ovoga su izuzete pravne osobe
čija se djelatnost financira iz proračuna.
Od iznosa obračunate spomeničke rente obveznik uplaćuje 60% u korist
proračuna Grada, a 40% u korist drzavnog proračuna. Proračunski prihodi od
spomeničke rente upotrebljavaju se isključivo za zaštitu i očuvanje kulturnih dobara
odnosno kulturne baštine.
10. MOGUCA IMPLEMENTACIJA U PRAKSI
Nabrojeni kulturni inventar važan je temelj za usmjerenje kulturne
politike Grada Raba. Drugi, također fundamentalni, je virtualni odnos prema
budućnosti. Ono što postoji kao mogućnost treba oživjeti odlukama gradske uprave,
a provoditi državnim i društvenim institucijama, nevladinim udrugama i pojedincima.
Naravno, svi se programi moraju temeljiti na postojećem duhovnom i materijalnom
potencijalu. To isto činimo i u drugim oblastima, ali u njima, za razliku od kulture,
tražimo egzaktnost u procjeni budućnosti. U kulturi to činimo po principu
romantičarskog pesimizma po čemu se ona tretira kao potrošnja u društvu iako je
baš ona najvaznija komponenta svekolikog razvoja.
Danas, doduše, egzistira više modela kulturne politike: kulturna država,
država kao pokrovitelj, država kao impresario, kontrola države nad kulturom itd..
145
1000 kn (kune) per comparsa in film, spot, manifesti, fotografie o altri
soggetti;
Il 2% della rendita dei monumenti la pagano le persone fisiche o legali che
si occupano delle attività economiche dei beni culturali immobili o
dell’integrità storica culturale sul territorio e cioè del reddito realizzato,
ottenendo fondamentalmente come risultato di questa situazione eccezionale
lo sfruttamento dei beni culturali. Da questo sono escluse di diritto le
persone di cui l’attività è finanziata dal bilancio.
Dell’importo calcolato della rendita dei monumenti il contribuente
paga il 60% come utile del bilancio della città, e il 40% come utile del
bilancio statale. Il bilancio delle entrate della rendita dei monumenti si
utilizzano esclusivamente per la protezione e la custodia dei beni culturali,
cioè del patrimonio culturale.
10. POSSIBILI IMPLEMENTAZIONI IN PRATICA
Un inventario numerato della cultura è un importante fondamento
per l’indirizzamento della politica culturale della città di Rab. Un altro,
altrettanto importante, è il rapporto virtuale verso il futuro. Quello che esiste
come una possibilità bisogna farlo vivere con le decisioni
dell’amministrazione cittadina, guidando le istituzioni statali e sociali, le
associazioni libere e gli individui. Ovviamente, tutti i programmi si devono
fondare sul rispetto del potenziale spirituale e materiale. Questo è quello che
facciamo anche negli altri settori, ma in questi, a differenza della cultura,
cerchiamo la precisione nella valutazione del futuro. Nella cultura facciamo
146
questo secondo il principio del pessimismo romantico per cui la cultura
viene trattata come una spesa inutile per la società anche se in realtà questa è
la componente fondamentale dell’intero sviluppo.
Oggi, per fortuna, ci sono più modelli di politica culturale: lo Stato
culturale, lo Stato come patrono, lo Stato come impresario, il controllo dello
Stato sopra la cultura, ecc…
Sve su to državni modeli (pri tom mislimo i na Grad) koje demokratski
svijet ne prihvaća. Mi čemo vjerojatno pronaći svoj model koji će se zasnivati na
individualnoj i kulturnoj slobodi duhovnog i materijalnog potencijala, tj. takav
model koji će isticati socijalnu, liberalnu, demokratsku i kulturolosku crtu.
Modelom kojega odaberemo moramo sačuvati duhovni identitet i
integritet otočne zajednice te s tom svjedodžbom ući u globalizirani svijet.
Kulturnim turizamom osvojit ćemo više mjesto na svjetskoj ljestvici
uspješnih, ako na svim područjima budemo poštivali znanstvena dostignuća.
11. ZAKLJUČAK
Provođenje kulturne politike na otočnom prostoru ima svoje specifičnosti
Iako otvoren prema svim civilizacijskim vrijednostima koje su dolazile s kopna, na
Rabu su konzervirane samo one vrijednosti koje su bile održive u ogranicenoj
otočnoj sredini. Mogio bi se reći da je Rab na neki način bio neke vrste enklava.
Naši prethodnici nisu potrošili neobnovljive prirodne resurse, duhovni identitet i
integritet otočne zajednice. Recentna gospodarska održivost ogledat će se i
poticanju kapitala koji će krenuti prema Otoku pri čemu se moraju otvoriti financijski,
duhovni i stručni mehanizmi za njegovo provođenje. Moramo se otvoriti prema
drugima za sebe same. Vrijeme je da počnemo pisati domaću zadacu koja će biti
prepoznatljiva u globalnom svijetu ističući svoje autohtone vrijednosti.
U ovom prikazu rapskog kulturnog kapitala nisu opširno opisivani niti
nabrojeni svi povijesni događaji i kulturna dobra. Cilj je bio najkraće opisati
najvrjedniji dio kulturne baštine radi prepoznavanja vrijednosti koju ona ima
To svakako nije dovoljno za daljnju znanstvenu obradu rapskog kulturno
147
kapitala. Svatko tko se zanima za dublju analizu navedenih sadržaja mora
konzultirati opsežnu literaturu o Rabu.
Tutti questi sono modelli di Stato (con questo intendiamo anche la
città) che il mondo non accetta. Noi probabilmente troveremo il nostro
modello che si fonderà sulla libertà individuale e culturale del potenziale
spirituale e materiale, cioè un modello che farà risaltare la linea sociale,
liberale, democratica e culturale.
Con il modello che sceglieremo dovremo conservare l’identità e
l’integrità spirituale della comunità isolana, e con questa fede entrare nel
mondo globalizzato. Con il turismo culturale conquisteremo più spazio nella
classifica mondiale di quelli di successo, se in tutti i settori rispetteremo i
conseguimenti scientifici.
11. CONCLUSIONE
L’attuazione della politica culturale nello spazio dell’isola ha le sue
specificità. Anche se aperta a tutti i tesori della civiltà che sono arrivati
dalla terraferma, a Rab sono conservate solo quelle cose di valore che si
potevano conservare un centro come un isola. Potremmo dire che Rab era in
qualche modo un genere di enclave. I nostri precursori non hanno
consumato le risorse naturali non rinnovabili, l’identità spirituale e
l’integrità della comunità dell’isola. La recente gestione dell’economia si
guarderà bene dalla spinta di capitale verso l’isola per cui si devono aprire
dei meccanismi finanziari, spirituali e professionali per la sua
sopravvivenza. Dobbiamo aprirci verso gli altri per noi stessi. E’ tempo che
iniziamo a scrivere un libro nostrano che sarà riconosciuto nel mondo
globale mettendo in risalto il nostro valore autoctono.
148
In questa visione del capitale culturale di Rab non abbiamo descritto
dettagliatamente e nemmeno enumerato tutti gli avvenimenti storici e i beni
culturali. Lo scopo era descrivere nella maniera più breve possibile la parte
del patrimonio culturale più importante per il riconoscimento del suo
valore. Questo non è sufficiente per una futura elaborazione del capitale
culturale arbense. Chi è interessato ad un’analisi più approfondita degli
avvenimenti deve consultare la letteratura estesa di Rab.
Ovo što je napisano u ovoj knjizi o kulturnom kapitalu rapske baštini
su skice za strategiju kulturnog razvitka Grada Raba koju bi trebale izraditi
kulturne institucije, udruge i Grad. Kulturnom strategijom će se odrediti
kulturna politika, odnosno legislativa za njeno provođenje u praksi. Takva Strategija
će biti paradigma svekolikom razvoju ovoga otoka.
Neki prakticni prijedlozi za Strategiju kulturnog razvitka
Grad obnoviti i razvijati kao živi grad, ekološku i kulturno-povijesnu
cjelinu.
Urgentno je: ukloniti zračne telefonske žice, zamijeniti rasvjetna tijela
vanjske rasvjete, zamijeniti željezne poklopce vodovodne mreže kamenim,
ukloniti neadekvatna vrata i prozore na spomenicima kulture, željezne ormariće
električne instalacije postavljati na manje vidljiva mjesta, urediti mjesta za plakatiranje,
označiti spomenike kulture i postaviti informativne table te zaposliti nadzornika
Grada (redara).
Osnovati Udrugu za zaštitu rapske baštine.
Spomenike kulture obnavljati pò pravilima struke pretežito iz sredstava
spomeničke rente, donacija i drugih izvora.
U parku Boškopini (kod hotela Istre) izgraditi spomen-park s obiljezjem
poginulim Rabljanima u NOB-u i domovinskom ratu.
Spomen groblje žrtvama fašizma u Kamporu, riješiti imovinsko-
pravne odnose zemljšta na kojem je ovaj spomenik i postaviti informativne table.
Kulturne djelatnosti podjednako razvijati (danas je zapostavljena
izdavačka, bibliotečna i muzejska).
149
Rapski zbornik, ponovno započeti s izdavanjem ovoga vrlo važnog djela.
Quello che è scritto in questo libro sul capitale culturale del
patrimonio arbense sono delle bozze per lo sviluppo culturale della città
di Rab che dovrebbero essere fatte dalle istituzioni culturali, le
associazioni e la città. Con una strategia culturale si determinerà una
politica culturale, ovvero legislativa per la sua messa in pratica. Questa
strategia sarà il paradigma dell’intero sviluppo di questa isola.
Alcuni suggerimenti pratici per la strategia dello sviluppo culturale
Città. Rinnovare e sviluppare la città come una città viva, nella sua
interezza ecologica e storico-culturale.
E’ urgente: togliere i fili telefonici esterni, sostituire i corpi
illuminanti dell’illuminazione esterna, sostituire i tombini di ferro
dell’acquedotto con quelli di pietra, togliere le porte e le finestre non
adeguate dei monumenti culturali, mettere gli armadietti per l’installazione
elettrica in posti meno visibili, mettere in ordine i luoghi per l’affissione,
mettere in risalto i monumenti culturali e porre dei cartelli informativi, e
assumere un ispettore della città (addetto al servizio d’ordine).
Fondare un’associazione per la protezione del patrimonio
Arbense.
Monumenti culturali. Ristrutturare, secondo legge, gli stucchi
principalmente con i mezzi delle rendite dei monumenti, donazioni e altre
fonti.
150
Nel parco Boškopini (vicino all’Hotel Istra) costruire una
monumento commemorativo del parco con l’indicazione dei caduti arbensi
del NOB/L.P.L. e dell’ultima guerra nostrana.
Cimitero commemorativo per le vittime del fascismo a Kampor.
Risolvere i rapporti di proprietà giuridici del terreno su cui si trova questo
monumento e mettere dei cartelli informativi.
Attività culturali. Svilupparle alla stessa maniera (oggi sono
trascurate le attività editoriali, della biblioteca e dei musei).
La Miscellanea Arbense. Riniziare con le pubblicazioni di questo
importante strumento.
Rapski statut je najstarji (iz 1234.) pravni akt u Hrvatskoj (možda i u
Europi). Tiskati knjigu o rapskim statutima u Rapskom zborniku.
Gradsku biblioteku osnovati kao posebnu ustanovu i osigurati joj
adekvatan prostor u Gradu.
Index Arbensis osnovati u biblioteci kao domicilni odjel.
Kamporsku kroniku o. fra Odorika Badurine zaštititi, a umjesto
originala izraditi presliku.
Rapske glazbene večeri, repertoar izraditi barem godinu dana ranije.
Kulturnom amaterizmu posvećivati više pažnje (folklor, likovna, scenska i
glazbena umjetnost)
Gostovanja kazališta, barem dvije predstave godišnje.
Kino obnoviti.
Arhivsku gradu bolje zaštititi.
Gradski muzej osnovati i zaposliti kustosa. U muzeju posebno zaštititi:
rapsku nošnju, mih, lutnju, rapsku lađu i svilu.
Muzej sv. Marina u Loparu (ili obilježje) osnovati jer je to dio naše
obveze prema tom velikom Rablj aninu.
Otvoreno učilište ustrojiti prema zakonu.
Sačuvati vrijednost domicilne graditeljske baštine (pučko graditeljstvo).
Ogranak Matice hrvatske, oživjeti njegov rad na Rabu.
Odjel za kulturu i turizam, osnovati u gradskoj upravi.
Radio Rab osnovati kao neovisan medij.
Treći program HRT-a, osigurati njegovu čujnost na Rabu.
151
Registar kulturnih dobara Grada Raba, utemeljiti u gradskoj upravi.
Sačuvati pomorsko dobro, vrijedno naslijeđe Zapadne civizacije.
Ovo su, uz naprijed navedeni tekst, samo neki praktični prijedlozi
urgentnog poboljšanja kulturnog kapitala na Rabu.
Lo statuto arbense. E’ il più vecchio atto giuridico (del 1234) in
Croazia (e forse anche in Europa). Stampare un libro sullo statuto arbense
nella Miscellanea Arbense..
La biblioteca cittadina. Rinnovarla come una speciale istituzione e
assicurarle uno spazio adeguato nella città.
Index Arbensis. Istituirlo nella biblioteca come la sezione nostrana.
La cronaca di Kampor del fra Odoriko Badurina. Proteggerla, e
al posto dell’originale fare una copia.
Le serate musicali arbensi. Studiare un repertorio almeno un anno
prima.
Cultura amatoriale. Dedicarle più attenzioni (arti folcloristiche,
figurative, sceniche e musicali).
Rappresentazioni teatrali. Almeno due rappresentazioni all’anno.
Cinema. Rinnovare.
Materiale d’archivio. Conservare meglio.
Museo cittadino. Rinnovare e assumere un custode. Nel museo
conservare in particolare: i costumi arbensi, il liuto, la barca arbense e la
seta.
Il museo di San Marino a Lopar. Rinnovare (o le indicazioni)
poiché è una parte dei nostri doveri verso quel grande arbense.
Sala studio pubblica. Istituire secondo legge.
Conservare il valore del patrimonio cittadino nostrano (costruzioni
popolari).
152
Sede della società letteraria croata. Far rivivere il suo lavoro a
Rab.
Reparto per la cultura e il turismo. Fondare nell’amministrazione
cittadina.
Conservare i beni sottomarini, eredità di valore della civiltà
occidentale.
Questi sono, insieme al già riportato testo, solo alcuni suggerimenti
pratici per l’urgente miglioramento del capitale culturale a Rab.
POZNATI RABLJANII ONI KOJI SU ZADUŽILI RAB
ALEŠI, ANDRIJA
Kipar druge polovice 15. st. (kićena gotika).
Radio na Rabu: portal palače Cernota i Nimira te radevi u katedrali: krstionica,
balustrada kapele sv. Križa i više radova u crkvi sv. Bernardina u Kamporu.
Umro je oko 1500. godine.
ARMOLUŠIĆ, JAKOV
Rabljanin, pisac psalma "Slava ženska" 1643. To je bio odgovor bračkom pjesniku
Ivanu Ivaniševiću na njegov spjev "Kitja cvitja razlikova" 1642. Orguljaš u
Rabu i Šibeniku. Pretežito živio u Šibeniku.
BADURINA, ODORIKO (1896. - 1969.)
Pisac Velike kamporske kronike.
Franjevac, živio i radio u samostanu sv. Bernardina u Kamporu od 1936 - 1956.
godine.
BARAKOVIĆ, JURAJ (1548. - 1628.)
Barokni pjesnik, Zadranin, pop glagoljaš, najduže služio u Novigradu.
Napisao pastirski spjev "Draga, rapska pastirica" na hrvatskom jeziku. Njome
veliča Rabljane i njihov grad za pruženo mu gostoprimstvo. Najpoznatije mu je
djelo "Vila Slovinka".
153
BELIA, PRAVDOJE (1853. - 1923.)
Nadšumar i prirodnjak, krajem 19. i početkom 20. st. zasadio najljepši park na
otoku Rabu, "Komrčar".
BRUSIĆ, VLADISLAV (1881. - 1955.)
Pisac knjige "Otok Rab" 1926., prvog većeg popularnog štiva o Rabu.
Franjevac, živio u samostanu sv. Bernardina u Kamporu tridesetih godina 20. st.
ARBENSI CONOSCIUTI E QUELLI CHE RAB DEVE
RINGRAZIARE
ALEŠI, ANDRIJA
Scultore della seconda metà del sec. XV (gotico fiorito).
Ha lavorato ad Rab: portale del Palazzo Cernota e Nimiri e i lavori nella
cattedrale: battistero, balaustra della Cappella di Santa Croce e più lavori
nella chiesa di San Bernardino a Kampor. Morto intorno al 1500.
ARMOLUŠIĆ, JAKOV
Arbense, scrittore del salmo Slava ženska del 1643. Questo era la risposta
allo scrittore di Brazza Ivan Ivanišević al suo poema Kija cvitja razlikova
del 1642.
Organista a Rab e a Sibenico. Principalmente è vissuto a Sibenico.
BADURINA, ODORIKO (1856 – 1969)
Scrittore della Velika Kamporska Kronika.
Francescano, ha vissuto e lavorato nel convento di San Bernardino a
Kampor dal 1936 al 1956.
BARAKOVIĆ, JURAJ (1548 – 1628)
Poeta barocco, zaratino, prete glagolista, ha prestato servizio la maggior
parte del tempo a Novegradi (Novigrad).
154
Ha scritto il canto pastorale Draga, Rapska Pastifica in lingua croata. In
questo esalta gli arbensi e la loro città per avergli offerto ospitalità. La parte
più famosa è Vila Slovinka.
BELIA, PRAVDOJE (1853 – 1923)
Guardaboschi e naturalista, verso la fine sec. XIX e l’inizio del sec. XX ha
piantato il più bel parco sull’isola di Rab, “Komrčar”.
BRUSIĆ, VLADISLAV (1881 – 1955)
Scrittore del libro Otok Rab” del 1926, il primo brano di maggior
importanza a Rab.
Francescano, ha vissuto nel convento di San Bernardino a Kampor negli
anni ’30.
BUDRIŠIĆ, MAGDALENA (MANDE)
Lička kneginja od plemena Žirova. Na Rab pobjegla pred Turcima krajem 15. st. i
osnovala franjevački samostav sv. Antuna opata. Umrla 1532. i pokopana u
sarkofagu koji se sada čuva u klaustru samostana sv. Eufemije u Kamporu.
CAR (ZARO), PETAR
Rapski plemić, donator za izgardnju Samostana i crkve sv. Bernardina u Kamporu i
potpisnik važnog dokumenta (darovnice) iz 1446.O gradnji Samostana u kojem se
pò prvi put Rab spominje na hrvatskom jeziku.
CERNOTA, STJEPAN
Rapski slikar, pretežito živio u Veneciji u drugoj polovici 16. st. Velika djela ostavio
u Veneciji.
DE DOMINIS, MARKANTUN (1560.-1624.)
Najpoznatiji Rabljanin, bio je senjski biskup, splitski nadbiskup, primas
Hrvatske, padovanski profesor, fizičar (optika, matematika), windsdorski dekan
i crkveni teoretičar. Postavio je temelje optike, a najpoznatije mu je djelo "O
crkvenoj republici" (De republica ecclesiastica). Umro je u Rimu i pokopan u crkvi
sv. Maria in Minerva. Nakon presude inkvizicije ekshumiran i spaljen kao
heretik. Bista mu je postavljena pred rodnom kućom 2. listopada 1994. Otkrio
ju je akademik Ivan Supek a izradio kipar Kosta Angeli Radovani.
155
DOMINIS, JOSIP
Istaknuti narodnjak i gradonačelnik Raba, osnovao na Rabu prvu Narodnu biblioteku
(čitaonicu) 1884. godine.
BUDRUŠIĆ MAGDALENA (MANDE)
Principessa della Lika della stirpe Žirova. E’ scappata a Rab dai Turchi alla
fine del sec. XV e ha fondato il convento francescano di Sant’Antonio
Abate. Morta nel 1532 e sepolta nel sarcofago che adesso è conservato nel
chiostro del convento di Sant’Eufemia a Kampor.
CAR (ZARO), PETAR
Nobile arbense, donatore della costruzione del convento e della chiesa di
San Bernardino a Kampor e firmatario dell’importante documento (atto di
donazione) del 1446 sulla costruzione del convento in cui per la prima volta
Rab viene citata in lingua croata.
CERNOTA, STJEPAN
Pittore arbense, ha vissuto principalmente a Venezia nella seconda metà del
sec. XVI. Ha lasciato pezzi importanti a Venezia.
DE DOMINIS, MARKANTUN (1560 – 1624)
Il più famoso arbense, era vescovo di Segna (Senj), arcivescovo di Spalato
(Split), primate della Croazia, professore padovano, fisico (ottica,
matematica), decano di Windsor e teoretico di ecclesiastico. Ha posto le basi
per l’ottica, e il suo pezzo più importante De repubblica ecclesiastica. E’
156
morto a Roma ed è stato sepolto nella chiesa di San Maria in Minerva. Dopo
la sentenza dell’inquisizione, è stato esumato e bruciato come eretico. Un
busto è stato posto davanti alla sua casa natia il 2 ottobre 1994. L’ha
scoperto l’accademico Ivan Supek e l’ha costruita lo scultore Kosta Angeli
Padovani.
DOMINIS, JOSIP
Eminente patriota e sindaco di Rab, ha fondato la prima biblioteca pubblica
(sala studio) di Rab nel 1884.
DOKULA, DOMINIK (DINKO)
Rapski dobrotvor. Živio u 16. i 17. st.. Oporukom od 16. veljače 1614. utemeljio
Zakladu za udjeljivanje miraza siromašnim djevojkama bez roditelja. Pokopan je u
crkvi sv. Franje a tridesetih godina 20. st. ostaci su mu preneseni u kosturnicu na
Gradskom groblju u Rabu.
DRAGO, BISKUP
Rapski biskup od 1062. - 1071. Od hrvatskog kralja Petra Kršimira IV. dobio tri
darovnice potpisane 1071. (područje Luna na Pagu, podvelebitski dio oko Jablanca i
zemlju oko samostana sv. Petra u Sup. Dragi).
DE HERMOLAIS, JURAJ
Rapski biskup od 1292.-1313. Pisac najpoznatijeg rapskog srednjevjekovnog djela
"Miracula (legenda) sv. Kristofora" i o čudesima kojima je sv. Kristofor u tri
navrata od 1075. - 1115. spasio Grad i otok Rab.
KRALJ PETAR KREŠIMIR IV.
Hrvatski kralj od 1058. do 1074. Potvrdio Rabljanima stare povlastice darovnicom
iz 1071. godine. Zanimljivost je da je darovnicu potpisao na Pagu u gradu Kisi.
Svečanosti je bio nazočan kraljev prijatelj, rapski biskup Drago i zajednički knez
Raba i Kise.Tom darovnicom kralj je potvrdio vlasništvo nad zemljištem samostanu
157
sv. Petra u Supetarskoj Dragi, a rapskoj biskupiji posjede na Pagu i Podvelebitskom
primorju s gradoni Jablancem.
KUSAR, MARCEL (1858. - 1940.)
Rabljanin, gimnazijski profesor u Zadru i Dubrovniku. Napisao "Rapski dijalekat".
DOKULA, DOMINIK (DINKO)
Benefattore arbense. Ha vissuto nei sec. XVI e XVII. Con il suo testamento
del 16 febbraio 1614 ha istituito la Fondazione per la distribuzione di doti
alle ragazze povere senza genitori. Sepolto nella chiesa di San Francesco e
negli anni ’30 i suoi resti sono stati portati all’ossario del cimitero cittadino
di Rab.
DRAGO, VESCOVO
Vescovo arbense dal 1062 al 1071. Ha ottenuto dal re croato Petar Krešimir
IV tre atti di donazione firmati 1071 (il territorio Luna a Pago, nel territorio
sotto il Monte Velebit vicino alla città di Jablan e il territorio intorno al
convento di San Pietro a Supetarska Draga).
DE HERMOLAIS, JURAJ
Vescovo di Rab dal 1292 al 1313. Scrittore del opera arbense medievale più
famoso I miracoli di San Cristoforo sui dei miracoli con cui San Cristoforo
in tre occasioni dal 1075 al 1115 ha salvato l’isola e la città di Rab.
RE PETAR KREŠIMIR IV
158
Re croato dal 1058 al 1074. Ha confermato agli arbensi i vecchi privilegi
con l’atto di donazione del 1071. E’ interessante sapere che questo atto di
donazione è stato firmato a Pago nella città di Kise. All’importante
momento era presente l’amico del re, il vescovo di Rab Drago e il principe
della comunità di Rab e Kise. Con questo atto di donazione il re ha
confermato la proprietà del territorio del convento di San Pietro a
Supetarska Draga, e alla diocesi di Rab, i possedimenti di Pago e del litorale
sotto il Monte Velebit con la città di Jablan.
KUŠAR, MARCEL (1858 – 1940)
Arbense, professore liceale a Zara (Zadar) e Ragusa (Dubrovnik). Ha scritto
Rapski Dialektat.
SV. MARIN
Rapski kanonik i klesar. Živio na Rabu u 4. st., vjerojatno rodom iz Lopara.
Progonjen zbog širenja kršćanstva. Napustio Rab i s većom grupom Rabljana
otplovio na italsko kopno. Na brdu Monte Titano zasnovao grad (utvrdu) iz kojeg
je iznikla Republika San Marino čiji je svetac zaštitnik.
DE MARIS, JURAJ
Župniku Loparu krajem 18. i početkom 19. st. Francuska uprava ga je
odlikovala za promidžbu sadnje krumpira pò cijeloj Dalmaciji (počeo u
Loparu).
PICIĆ, fra MATIJA
Rabljanin, živio u 15. st., pjesnik, prvi zabilježio tekst pjesme "U se vrime godišta"
na hrvatskom jeziku. Objavljena je u pjesmarici 1471.
PONČUN (PONZONI), MATIJA. (1580. - 1664.)
Rapski slikar, (oltarna pala u katedrali "Uzašašće Bogorodice). Najviše slikao za
Splitsku katedralu i u Veneciji.
159
RABLJANIN, IVAN
Najpoznatiji ljevač zvona i topova u 16. st. Rođen na Rabu. Najduže živio i radio u
Dubrovniku. Izradio najveći top toga vremena i zvona za Dubrovnik, Veneciju,
Beč, Rab... Zvono pò kojem danas Zelenci "tuku ure" na Gradskom zvoniku u
Dubrovniku izlio je 1506. Teško je više od dvije tone, promjera 1,30 m, a visine
1,62 m. Umro je 1540. godine u Dubrovniku.
160
SAN MARINO
Canonico e scultore arbense. Ha vissuto a Rab nel sec. IV, probabilmente
con la famiglia a Lopar. Perseguitato per la diffusione del cristianesimo. Ha
lasciato Rab e con un gran gruppo di arbensi ha navigato verso la terraferma
italiana. Sul Monte Titano ha fondato la città (fortificazione) da cui è nata la
Repubblica di San Marino di cui è il santo protettore.
DE MARIS, JURAJ
Curato di Lopar verso la fine del sec. XVIII e l’inizio del sec. XIX.
L’amministrazione francese l’ha premiato per la diffusione della
coltivazione della patata in tutta la Dalmazia (ha iniziato a Lopar).
PICIĆ, fra MATIJA
Arbense, ha vissuto nel sec. XV, poeta, il primo ha scrivere il testo della
poesia U se vrime godišta in lingua croata. Resa nota nel canzoniere del
1471.
PONČUN (PONZONI), IVAN
Pittore arbense, (pala d’altare nella cattedrale “Ascensione della Madre di
Dio). Ha dipinto soprattutto per la cattedrale di Spalato (Split) e a Venezia.
RABLJANIN, IVAN
Il più famoso fonditore di campane e cannoni del sec. XVI. Nato a Rab. Ha
vissuto e ha lavorato principalmente a Ragusa (Dubrovnik). Ha costruito il
più grande cannone di quel tempo e le campane per Ragusa (Dubrovnik),
Venezia, Vienna, Rab… La campana per cui adesso i ZelenciVII “battono le
ore” nel campanile cittadino a Ragusa (Dubrovnik) nel 1506. E’ pesante più
di due tonnellate, diametro 1,30 m e altezza 1,62 m. E’ morto nel 1540 a
Ragusa (Dubrovnik).
VII Famose statue equestri di Ragusa chiamate Zelenci da Zeleno (verde) pechè presentano la tipica colorazione verde dovuta all’ossidazione.
161
BISKUP TIZIAN
Prvi poznati rapski biskup, sudionik na sinodi u Saloni 530. i 533.
TROGIRANIN, PETAR
Kipar i graditelj iz Trogira. Živio i radio na Rabu krajem 15. i početkom 16. st.
Najznačajniji radevi: Pijeta u luneti iznad ulaznih vrata Katedrale, radovi na crkvi
sv. Franje (na groblju Rab) i drugo.
162
VESCOVO TIZIAN
Primo vescovo Arbense conosciuto, partecipante al sinodo a Saloni del 530
e del 533.
TROGIRANIN, PETAR
Scultore e cittadino di Traù (Trogir). Ha vissuto e lavorato a Rab verso la
fine del sec. XV e gli inizi del sec. XVI.
I suoi lavori più importanti sono: Pietà nella lunetta sopra la porta d’entrata
della cattedrale, i lavori sulla chiesa di San Francesco (al cimitero di Rab)
ed altro.
163
BILJEŠKE
1. B. Nedved, Felix Arba, 1990.
2. Isto kao 4.
3. V. Brusić, Otok Rab, 1926.
4. S.Antoljak, Izvori i literatura o prošlosti otoka Raba od ranoga
sredjeg vijeka do godine 1797, Zagreb, 1986.
5. V. Brusić, isto kao 3.
6. L.Margetić, O napadačima iz prvog čuda legende o sv. Kristoforu
(Istra i Kvarner), Rijeka, 1996.
7. S.Antoljak, isto kao 3.
8. V. Brusić, isto kao 3.
9. L.Margetić, Iz starije prave povijesti Raba (Istra i Kvarner) pag. 250
10. Isto kao 9.
11. V. Brusić, Otok Rab, 1926.
12. Lj.Barić, Zbornik radova o Marku Antonu Dominisu i znanstvenoj
prošlosti otoka Raba, Zagreb, 1976.
13. O.Badurina, Kamporska kronika, tomo I.
14. J.Medini, Gradski zid i pitanje urbanog areala antičkog Raba
(Rapski Zbornik), Zagreb, 1987.
15. N.Radić, Kristofor – župski bilten župe Rab, Rab, 1989.
16. L. Margetić, isto kao 6.
17. B.Vidov, Povijesni pregled Raba u srednjem vijeku, Toronto, 1982.
18. Isto kao 16.
19. I.Kukuljević Sakcinski, Marko Marulić i njegovo doba,
Zagreb,1864.
20. Hrvatski biografski leksikon 3, Zagreb, 1993.
21. B.Širola, Etnografski zapisi s otoka Raba, Zagreb, 1931.
22. Isto kao 21.
23. J.Pederin, Rab u osvit humanizma i renesanse, Rab, 1989.
24. Isto kao 21.
25. Isto kao 24.
26. J.Baraković, Draga, rapska pastifica (Slovo o Rabu), verso 190,
Rab, 1989.
164
NOTE
1. B. Nedved, Felix Arba, 1990.
2. Stesso di nota 4.
3. V. Brusić, Otok Rab, 1926.
4. S.Antoljak, Izvori i literatura o prošlosti otoka Raba od ranoga
sredjeg vijeka do godine 1797, Zagreb, 1986.
5. V. Brusić, stesso di nota 3.
6. L.Margetić, O napadačima iz prvog čuda legende o sv. Kristoforu
(Istra i Kvarner), Rijeka, 1996.
7. S.Antoljak, stesso di nota 3.
8. V. Brusić, stesso di nota 3.
9. L.Margetić, Iz starije prave povijesti Raba (Istra i Kvarner) pag. 250
10. Stesso di nota 9.
11. V. Brusić, Otok Rab, 1926.
12. Lj.Barić, Zbornik radova o Marku Antonu Dominisu i znanstvenoj
prošlosti otoka Raba, Zagreb, 1976.
13. O.Badurina, Kamporska kronika, tomo I.
14. J.Medini, Gradski zid i pitanje urbanog areala antičkog Raba
(Rapski Zbornik), Zagreb, 1987.
15. N.Radić, Kristofor – župski bilten župe Rab, Rab, 1989.
16. L. Margetić, stesso di nota 6.
17. B.Vidov, Povijesni pregled Raba u srednjem vijeku, Toronto, 1982.
18. Stesso di nota 16.
19. I.Kukuljević Sakcinski, Marko Marulić i njegovo doba,
Zagreb,1864.
20. Hrvatski biografski leksikon 3, Zagreb, 1993.
21. B.Širola, Etnografski zapisi s otoka Raba, Zagreb, 1931.
22. Stesso di nota 21.
23. J.Pederin, Rab u osvit humanizma i renesanse, Rab, 1989.
24. Stesso di nota 21.
25. Stesso di nota 24.
26. J.Baraković, Draga, rapska pastifica (Slovo o Rabu), verso 190,
Rab, 1989.
165
LITERATURA
S.Antonjak, 1986,
T. Aras Ganza, 1987,
J.Baraković, 1889,
I. Barić, 1995,
I. Bojanić, 1959,
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V. Brusić, 1926,
N.Crnković, 1965,
Z.Črnja, 1965,
Izvori i literatura o prošlosti otoka
Raba od ranoga sredjeg vijeka do
godine 1797, Zadar – Rab.
Život na Rabu na prijelazu iz 19. u
20. st., Rapski zbornik, Zagreb.
Draga, rapska pastirica, JAZU,
Zagreb (ristampa in Slovo o Rabu),
SIZ Stambenokomunalnih
djelatnosti Općine Rab), Zagreb,
1989.
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Otok Rab, Franjevački samostan
sv.Eufemije, Zagreb.
Četiri isprave o rapskom
pašnjačkom agrari, Vjesnik
Historijskog arhiva Rijeka – Pazin,
Svezak 27.
Kulturna historija Hrvatske, Epoha,
Zagreb.
166
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M.Domijan, 1992,
M.Domijan, 1991,
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A.Fortis, 1984,
D.Frey, 1911,
B.Fučić, 1982,
Ž.Grbac, 1987,
P.S.Huntington, 1997,
U.Inchiostri, A.Galzigna, 1901,
M.Jurkovič, 1991,
V.Katunarić, B.Cvjetičanin,
Zaštitno istraživanje podvodnog
nalaza amfora na otoku Rabu,
Diadora, sv. 8, Zadar.
Ostaci utvrde sv. Damjan u
Barbatu na otoku Rabu, Diadora,
Zadar.
Ličnosti koje su kroz povijest
zadužile Rab, Zadar.
Albanski umjetnik Andrija Aleši u
Splitu i Rabu, Konzervatorski
zavod Split, Split.
Put Dalmaciji, Globus, Zagreb.
S.Giovanni battista in Rab, Wien
Glagoljski natpisi, Jazu, Zagreb.
Kultura na društvenoj pozornici,
GZH, Rijeka.
Sukob civilizacija, Izvori, Zagreb.
Statuti di Rab, Trieste.
Oratorij – relikvijarij i
deambulatorij crkve sv.Ivana
Evangeliste u Rabu, Filozofski
fakultet u Zadru, Izvorni znanstveni
rad, Zadar.
Izvještaj o kulturnoj politici Vijeću
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D.Munić, 1985,
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Marijanska Hrvatska, Zagreb.
O napadačima iz prvog čuda
legende o sv.Kristoforu, Rijeka.
Osnove obveznog prava na
kvarnerskom području u srednjem
vijeku, JAZU, knjiga XXVIII,
Zagreb.
Rab, morsko kupalište i ljetovalište,
Zagreb.
Zaštitno iskapanje liburnske
nekropole na Gromačici kod
Lopara na otoku Rabu, Diadora, sv.
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1388, Historijski zbornik, god.
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Rabljanin, SIZ kulture, Rab,
Zagreb.
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potkraj XIX stoljeća, Otok Rab u
radničkom pokretu i NOB, Rijeka –
Rab
168
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177
3. COMMENTO LINGUISTICO
3.1. Considerazioni generali
Il libro di Ivo Barić, Kulturni Kapital Rapske Baštine (Il capitale
culturale del patrimonio di Rab), descrive in modo approfondito l’odierna
situazione della città e dell’isola Rab, con lo scopo di informare, divulgare e
promuovere questa isola che per troppo tempo sembra aver vissuto in uno
stato abbandono.
Nelle pagine seguenti saranno discussi i problemi traduttivi che
riguardano la morfosintassi, il lessico e la sintassi.
Il tipo di testo tradotto è di tipo divulgativo e, di conseguenza,
orientato a un gruppo di lettori molto vasto. L’autore usa prevalentemente il
croato standard, ma fa spesso ricorso a termini tecnici e ad alcune
espressioni dialettali.
Ne tradurre ho cercato di ricreare un testo scorrevole e comprensibile per il
lettore a scapito della totale aderenza al TP, soprattutto per quanto riguarda
la traduzione di singole parole.
3.2. MORFOSINTASSI
3.2.1 AGGETTIVI NUMERALI
La lingua TP, per segnalare le date vuole i numerali ordinali seguiti
da un punto (Babić-Finka-Moguš 1996: 124), la lingua del TA invece
(Marinucci 1996: 146) non ammette punteggiatura in presenza
dell’indicazione non numerica del mese (30.03.2006 ~ 30 marzo 2006).
19. ožulka 1944
19 marzo 1944
178
3.2.2. USO DEI TEMPI VERBALI
L’autore si è servito dei tempi verbali usati frequentemente nella
linguaggio storico, artistico ed archeologico. Il perfetto del TP è stato
tradotto sia con il passato prossimo, che l’imperfetto, che il passato remoto
italiano seguendo le regole della consecutio temporum.
Iscrpljeni ratovima i slomom ilirske države Liburni su krajem staroga vijeka
prisiljeni na savezništvo s Rimljanima nakon čega je uslijedilo veće naseljavanje
romanskog stanovništa na liburnsku obalu i otoke.
Sfiniti dalle guerre e dopo la rottura dello stato illirico, furono costretti ad allearsi
con i Romani, ed, a questa alleanza, seguì una maggiore colonizzazione da parte
della popolazione romana della costa e delle isole liburne.
Npr. Arhitektura Grada i Otoka resultat je kultunog dostignuća određenog
povijesnog trenutka ove sredine. Prema njoj možemo zaključiti kako su živjeli ljudi
prije nas koji su nam ostavili prekrasno naslijeđe svih epoha od antike, romanike,
gotike, renesanse, baroka do pučkog graditeljstva.
Ad esempio l’architettura della città e dell’isola è il risultato delle conquiste
culturali di un preciso momento storico di questo centro. In base a questo possiamo
stabilire come vivevano le persone prima di noi che, in tutte le epoche ci hanno
lasciato una splendida eredità, dall’antichità, romanica, gotica, rinascimentale,
barocca fino all’edilizia popolare.
3.3. LESSICO E SINTASSI
3.3.1. NOMI PROPRI
Essendo questo un testo di tipo storico-turistico, la traduzione dei nomi
propri è senza dubbio stato il problema maggiore. Nel testo sono presenti
vari tipi di nomi propri: di persona, geografici, di edifici pubblici e di
personaggi storici. Seguendo le teorie della traduzione e in base al principio
179
comprensibilità del testo tradotto, ho cercato di rendere al meglio la
traduzione di questi nomi, anche se, talvolta, sono stata costretta, come si
vedrà in seguito, a chiosare.
3.3.2 NOMI DI PERSONA
Attenendomi a quanto riportato da Newmark (1988: 129) “In teoria i
nomi propri di persone o di oggetti singoli sono esterni alla lingua,
appartengono semmai all’enciclopedia e non al dizionario e (…) non hanno
significato o connotazioni e sono perciò al tempo stesso intraducibili e da
non tradurre”.
Per cui molti nomi di persona sono rimasti tali:
Ovaj tekst je zabilježio Danijel Farlati.
Questo testo è stato riportato da Danijel Farlati
3.3.3. NOMI DI PERSONAGGI STORICI E BIBLICI
La traduzione dei nomi di personaggi storici ha presentato qualche
difficoltà. Newmark (1988: 129-130) afferma: “Quando i sovrani avevano
nomi propri traducibili ed erano famosi, i nomi e i titoli venivano, e di solito
vengono ancora, tradotti nelle principali lingue europee. (…) Tutti i nomi
propri che si riferiscono alle figure bibliche restano tradotti (es. tutti i profeti
e i santi)”.
Di conseguenza :
Sv. Kristofor – San Cristoforo
Sv. Marin – San Marino
Karla Velikog – Carlo Il Grande
180
Napoleon – Napoleone
Car August Octavian – Imperatore Ottaviano Augusto
Tuttavia alcuni nomi di personaggi storici croati non hanno una
corrispondenza in italiano, per cui sono stati semplicemente trascritti:
Kralj Ljudevit I. Anžuvinac – Re Ljudevit I Anžuvinac
Kralj Petar Krešimir - Re Petar Krešimir
3.3.4. NOMI GEOGRAFICI
Per quanto riguarda i nomi geografici sono stati tradotti quando avevano un
corrispondente in italiano. Newmark (1988: 132-133) afferma: “Alcuni
nomi geografici (di solito i più piccoli e i meno importanti), come quelli
delle persone, presentano la peculiarità di denotare un solo oggetto e non
hanno connotazioni. Nelle aree bilingui, gli enti geografici hanno di solito
due nomi, ciascuno in armonia con la propria lingua, sia morfologicamente
che fonologicamente. In passato poi le nazioni tendevano a naturalizzare i
nomi di città e province che avevano occupato, che visitavano di frequente e
che consideravano importanti”. (…) ”Si nota una leggera tendenza a
reintrodurre la grafia originale ed è prevedibile che si mostrerà rispetto per
ogni nuovo paese indipendente, osservando scrupolosamente la grafia del
suo nome, per quanto difficile da pronunciare”.
Considerato che Rab, e altri luoghi della Croazia, sono stati sotto
l’influenza italiana per un breve periodo e che da pochi anni hanno
riconquistato la loro indipendenza, i nomi dei luoghi geografici sono stati
riportati in entrambe le lingue la prima volta e poi tradotti o trascritti a
seconda dell’uso nella LA. Di conseguenza i luoghi più conosciuti come
Zara, Spalato, Fiume, ecc… sono stati tradotti da me quando indicavano
specificamente la città, mentre i luoghi meno conosciuti, come ad esempio
le province di Rab, trascritti. Es. Kaldanac, Banjol, Supetarska Draga, ecc…
181
Fa eccezione Rab che pur avendo un corrispondente in italiano, Arbe, è
stato tradotto la prima volta e trascritto in seguito, in quanto l’isola anche al
pubblico italiano è nota come Rab e non come Arbe.
3.3.5. NOMI DI EDIFICI PUBBLICI
Newmark (1988: 134) dice: “Gli edifici pubblici possono essere
tradotti parzialmente se il termine generico è comune e trasparente”. Ho
cercato di attenermi a questa regola per cui:
Crkva sv. Antuna opata – Chiesa di Sant’Antonio abate
Crkva sv. Stjepana – Chiesa di Santo Stefano
Crkva Uznesenja Marijina – Chiesa dell’Assunzione di Maria
Crkva sv. Ivana Evanđeliste – Chiesa di San Giovanni Evangelista
Per altri edifici pubblici è stata necessaria solo una traduzione parziale
in quanto portavano già nomi di famiglie italiane:
Palača Galzigna – Palazzo Galzigna
Palača Cernota – Palazzo Cernotta
Palača Benedetti – Palazzo Benedetti
3.3.6. NOMI DI GIORNALI, RIVISTE, PERIODICI
Anche in questoo caso ho ritenuto corretto seguire le indicazioni di
Newmark (1988:134-135) “I nomi di giornali, riviste e periodici sono
sempre trascritti”.
182
Informiranje se na Rabu uglavnom svodi na članke u Novom listu, Večernjem listu, Jutarnjem
listu na radiju Felix Arba a rijetko na Radio Rijeci ili Televiziji. Internetu i drugi mediji se malo
koriste.
L’informazioni a Rab è diffusa principalmente dagli articoli del Novi list, Večernj
list, Jutarnj list o alla radio Felix Arba e raramente su radio Rijeka o alla
televisione.
3.3.7. NOMI DI OPERE
Per quanto riguarda i nomi delle opere Newmark afferma (1988:
134-135): “Ci si riferisce di solito alle opere d’arte famose con i loro titoli
tradotti ormai accettati (compresi i titoli autorizzati di opere letterarie), se
sono noti. (…) A meno che non esista già una traduzione generalmente
accettata, i titoli di quadri dovrebbero essere trascritti oltre che tradotti per
permettere al lettore di cercare, se lo desidera, ulteriori riferimenti. (…) I
titoli di libri, non tradotti, devono essere trascritti con la traduzione fra
parentesi, soprattutto se si tratta di opere non letterarie in cui il titolo
descrive il contenuto”.
Nella traduzione i titoli delle opere letterarie sono stati riportati con
la traduzione tra parentesi:
Povijest su vadužili i još neki Rabljani kao npr. Poznati lijevač zvona i topova Ivan Rabljanin,
pjesnik Matija Picić koji je zabiljezio tekst pjesme “U sve vrime godišća” u latiničkoj
pjesmarici iz 1471., slikar Matija Pončun, autor oltarne pale u katedrali, zadarski pjesnik Juraj
Baraković, napisao poznati pastirski spjev “Draga, rapska pastirica”, Juraj de Maris zaslužan za
širenje kulture sađenja krumpira po cijeloj Dalmaciji i drugi.
Hanno contribuito ad allungare la storia anche alcuni arbensi, come ad esempio il
famoso fonditore di campane e cannoni Ivan Rabljanin, il poeta Matija Picić, che
ha riportato il testo della poesia U se vrime godišća (In tutti i periodi dell’anno) da
un libro di poesie in latino del 1471, il pittore Matija Pončun, autore della pala
d’altare nella cattedrale, il poeta zaratino Juraj Baraković, che ha scritto il famoso
cantico pastorale Draga, rapska pastirica (Draga, pastorella arbense), Juraj de
Maris, responsabile per la diffusione della cultura della coltivazione della patata
nell’intera Dalmazia ed altri.
183
3.4. LO STILE DELL’AUTORE
Lo stile dell’autore è piuttosto diretto, scorrevole e di facile
comprensione, tuttavia un’analisi più approfondita permette di rilevare un
uso di tecnicismi in tutto il testo.
L’uso di una lingua tecnica si adatta perfettamente alle esigenze del
tipo di narrazione: nel testo infatti sono presenti descrizioni di monumenti
(chiese, campanili, edifici), di opere d’arte, di antiche usanze e di folclore.
Stari Grad Rab je od antičkog kastruma 10. godine p.K. postao municipij darovnicom rimskog
cara Augusta Octaviana. Iz ovog razdoblja sačuvano je više cipusa, stella i natpisa. Najviše
spomenika je sačuvano iz kasnijih vremena: romanike, gotike i renesanse.
Za grad Rab kao kulturno-povijesnu cjelinu ne može se reći da je sačuvan kao i njegove
pojedine građevine. Propadanje Grada je počelo još u prvoj polovici 20. st. Urbana arhitektura
je slojevita prema povijesnim epohama, a raster je zasnovan na antičkoj matrici. Stari grad
Kaldanac ima nepravilni ulični niz dok noviji dio grada uzduzno presijecaju tri ulice
simbolično nazvane Donja, Srednja i Gornja. Njih presijecaju poprečne ulice “ruge” i
”andreone” (sljepe – dvorišta).
La città vecchia di Rab è passata dal essere un antico accampamento
militare romano del 10 a.C. a un comune grazie all’atto di donazione
dell’Imperatore Romano Ottaviano Augusto. Di questa epoca si sono conservati
molti cipusi (cippi), stela (steli) e inscrizioni, tuttavia si sono conservati più
monumenti delle epoche posteriori: romanica, gotica e rinascimentale.
Non si può dire che la città di Rab come centro storico-culturale sia
conservata come alcune sue costruzioni. La decadenza della città è iniziata già
nella prima metà del sec. XVIII, e la sistematica ristrutturazione solo nella seconda
metà del sec. XX. L’architettura urbana è divisa in diversi strati a seconda delle
diverse epoche storiche, ma il raster è fondato sull’antica matrice. La città vecchia
di Kaldanac aveva una rete stradale irregolare, mentre la parte nuova della città è
divisa longitudinalmente da tre strade, simbolicamente chiamate Donja (Inferiore),
Srednja (Centrale) e Gornja (Superiore). Queste sono tagliate da delle strade
trasversali, le “ruge” e le “andreone” (vicoli ciechi – androni).
In questo segmento del testo si riscontrano diversi tecnicismi della
lingua dell’archeologia. C’è un uso frequente di parole di origine greca e
184
latina, non sempre utilizzate nella maniera corretta. È il caso di stella dal
latino stēla, greco stēlē, la cui versione croata esatta sarebbe stela e non
stella (Klaić 1984).
Le difficoltà di traduzione maggiori vengono dal linguaggio
etnografico e dalle espressioni dialettali. Come si può riscontrare nel
capitolo riguardante il folclore, i termini etnografici sono quasi sempre stati
riportati e tradotti tra parentesi, seguendo l’esempio dello stesso autore:
Ženska ruralna (seonska) nošnja. Djevojke za vrijeme plesa ne nose “facol” (maramu) na glavi,
već oko vrata, a krajeve prekrižene uvlače ispod “travese” (pregače). Bijela košulja je bogato
ukrašena rućnim radom crvenim koncem i “rakamićima” (čipkom).
Il costume rurale (del villaggio) femminile. Le ragazze durante il ballo non portano il “facol”
(fazzoletto) sulla testa, ma intorno al collo, e le parti finali incrociate le infilano sotto la
“travesa” (grembiule). La camicia bianca è decorata a mano con un filo di cotone rosso e i
“rakamićima” (merletti).
Purtroppo alcuni termini dialettali troppo specifici sono stati solo
riportati, in quanto non solo non hanno una corrispondenza in italiano ma
neanche in croato standard.
Si riporta un esempio:
Nrp. u mjestu Banjol Rapski Tanac ima sedam figura: navajer (nagore), šutanje
(šetnja), šepanje, mahlina, kontra (nasuprot), tunel, merezinka.
Per esempio a Banjol, il Rapski Tanac ha sette figure da ballo: navajer (all’insù),
šutanje (passeggio), šepanje, mahlina, kontra (al contrario), tunnel, merezinka.
Fatta eccezione delle figure da ballo per cui Barić ha fornito una
spiegazione, le altre non sono state tradotte.
È comune anche l’utilizzo di espressioni dialettali. Ne riporto una:
“sve časti Raba grada kih je dosti”, un verso del poema Draga, rapska
pastirica di Baraković. La traduzione di questo verso ha richiesto
un’interpretazione poiché letteralmente sarebbe: “tutti gli onori a Rab città
185
che ce n’è abbastanza”, infatti nella traduzione è stato reso con “tutti gli
onori alla città di Rab, i cui abitanti davvero non mancano”.
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