l angolo del vechio
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L NGOLO DEL
VECCHIO
Emilio Gallo
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IL LIBRO MALEDETTO
Quella mattina Pietro si sentiva male.
Si era svegliato presto allo spuntare dellalba . Insieme a lui la madre. Lei gli
prepar la colazione. Giovanna, sua moglie, fece manifesto il suo rifiuto
rimanendo a letto.
La notte appena trascorsa non era stata precisamente una notte damore ma di
lite.
Pietro pensava di investire il capitale fino allora risparmiato nellapertura di unalibrera, ma sua moglie era opposta energicamente, Cos i due sposi avevano
dormito in posti separati: lei, nel letto matrimoniale, lui, sul divano. La madre
cerc di riconciliarli, ma tutto fu vano. Mentre andava al lavoro Pietro
soppesava i pro e i contro dellinvestimento .Lalternativa, proposta dalla moglie,
di aprire un salone di bellezza, non la scartava, ma era pi incline alla librera.
I libri erano la sua passione.
Passione che coltivava con un fanatismo quasi eroico per non dire stoico.
Sacrificava allacquisto di un libro anche il denaro destinato a un paio di scarpe.
E questo contrariava molto sua moglie.
E come!
Erano trascorsi cinque anni da quando aveva incominciato a lavorare nella
Biblioteca Municipale. Dietro consiglio di Giovanna aveva risparmiato i
soldi,destinati allacquisto settimanaledei libri, poich ne poteva leggere quanti
voleva senza spendere niente. Quando comunic alla moglie il suo desiderio di
aprire una librera, questa, and su tutte le furie. Non era da meno!
Il ricordo delle sofferenze e penurie patite per colpa della passione del marito
era ancora fresco. In casa c erano allincirca duemila volumi che Pietro e solo
lui curava religiosamente. Cercare di convincere Giovanna fu inutile.Al posto
della libreria, sua moglie propose lalternativa del salone di belleza, pi pratico e
remunerativo. Ciascuno sostenne la propria tesi e finirono dormendo in posti
separati. Al ritorno a casa,Pietro pensava che avrebbe persuaso sua moglie
con altri argomenti. Almeno cos pensava.
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Almeno!
La scoperta di quel giorno cambi il corso degli eventi.
Dobbiamo far notare che Pueblo Viejo (Paese Vecchio) era un paese
dimenticato dagli uomini e da Dio. L unica strada per arrivarci era una vecchia
via mulattiera tracciata nei tempi dei conquistadores. conosciuta da tutti nel
secolo scorso come passaggio obbligato per attraversare la frontiera, agli inizi
di questo secolo poco a poco era passata nel dimenticatoio dei pianificatori di
autostrade ed aeroporti. Furono dei padri missionari che costruirono la chiesa e
la biblioteca. Questa nacque con laccumularsi deilibri degli stessi missionari e
a quelli dei viandanti premurosi che li lasciavano in donazione. Con la
costruzione della scuola il flusso dei libri e materiale letterario divenne regolare,
ma tardavano ad arrivare. Sempre cera un volontario (fra cui Pietro) che
andava al capoluogo regionale per portarne di nuovi.
Non tutti avevano dimenticato Pueblo Viejo (non cera sulla mappa). Dio si
ricordava ogni tanto al mandare i suoi sacerdoti a predicare il vangelo.
Non cera radio, non cera televisione. Solo i giornali arretrati ed i libri
mantenevano il contatto con la civilt.
Quel giorno Pietro decise di mettere ordine nello scaffale pi antico della
biblioteca, quandolo vide.
Nascosto, come se non volesse mostrarsi agli occhi indiscreti del pubblico
stava un libro. Il Libro.
Pieno di polvere. Non era stato letto da anni. Lo spolver con estrema cura e
delicatezza. Lesse il titolo o piuttosto cerc di leggerlo. Non riusciva a capire i
caratteri strani stampati sul dorso e sulla copertina.Il grado di istruzione di Pietro arrivava fino alla quinta elementare, quindi non
era in grado di decifrare quegli strani caratteri che aveva davanti. Consult il
catalogo. Il Libro non compariva nellinventario. Chiese al bibliotecario. Costui
non sapeva della sua esistenza e purtroppo aveva lo stesso grado distruzione
di Pietro. Aveva avuto il posto non per merito ma per raccomandazione politica.
Il giovane port Il Libro a casa. Cerc fra i suoi duemila volumi per vedere se
trovava qualcosa rassomigliante. Invano!
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Lo mostr agli amici. Nessuno sapeva. Lunico in grado di svelare il mistero del
Libro sarebbe stato il parroco
Ma costui era morto il mese prima ed il suo successore, sebbene Dio lo aveva
spedito via espresso, non era ancora arrivato.
La notizia si sparse in un baleno: Pietro aveva un libro stampato con strani
caratteri che nessuno sapeva decifrare.
A Pueblo Viejo le persone pi importanti e rispettate erano tre: Il sindaco, il
parroco e lo stregone. Questultimo faceva da taumaturgo, faccendiere e
naturalmente parlava con laldil. I paesani, nonostante la presenza di quattro
medici, andavano a consulta con lui e facevano quattro chiacchiere con gli
antenati.
Non si poteva concepire la vita a Pueblo Viejo senza lo stregone.
Naturalmente la notizia del Libro, con L maiuscola come ga lo denominavano,
arriv alle sue orecchie.
Voleva vederlo. And a casa di Pietro.
Cos ebbe inizio la fine.
Il giovane con un certo tremore mostr i l Libro con L maiuscola.
Lo stregone lo esamin con cura. Lo vide al dritto e al rovescio. Lo colp sotto e
sopra. Lo apr. Lo chiuse. Lo ritorn al padrone. Allarmato incroci le dita e
sput per terra. IL verdetto fu lapidario: Era un libro di Satana scritto nella sua
lingua. Bisognava disfarsene il pi presto possibile se no, gravi sciagure che
non hanno nome avrebbero colpitoPietro, la sua famiglia ed il paese intero. Il
giovane si rese conto che il vecchio stregone, nella sua ignoranza (era
analfabeta) parlava di cose vane e superstiziose. Voleva bruciare il Libro
inmediatamente. Pietro non lo permise.Arrivarono alle mani. Il vecchio stregone usc malconcio dalla casa maledicendo
Pietro ed i suoi occupanti. La sua autorit era stata interdetta ed umiliata.
Questo non aveva perdono degli spiriti. Presto si sarebbe incaricato di
recuperare la dignit perduta.
E come lo fece!
Il Libro con L maiuscola si trasform dalla notte al mattino nel Libro Maledettocon L ed M maiuscole.
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Pueblo Viejo si divise in due parti. Uno, la maggioranza, volevano bruciare il
libro inmediatamente. Gli altri, una esigua minoranza, volevano portarlo al
capoluogo regionale perch fosse esaminato e svelato il mistero.
In casa di Pietro, causa la maledizione dello stregone, scoppi unaltra volta la
bufera. Giovanna, superstiziosa come nessuno, timorosa delle conseguenze,
lottava per prendergli il Libro. Voleva bruciarlo lei stessa. La madre, angosciata,
cercava di calmare gli animi.
Non ebbe esito.
Esito ebbero i paesani che avevano circondato minacciosamente la casa.
Pietro ritrov la calma. Usc a parlare con i paesani infuriati al comando del
vecchio stregone.
Non ci fu modo di intendersi. Intervenne il sindaco. Accordarono che Pietro
avrebbe consegnato il Libro Maledetto in meno di quattro ore, tempo necessario
per preparare la ceremonia di purificazione del paese e bruciare il Libro nella
pubblica piazza. Il giovane accett. Non aveva altra scelta. Voleva guadagnare
tempo. In quattro ore avrebbe cercato il modo di uscire dal paese e portare il
Libro al capoluogo con il favore e la protezione delle tenebre. Non pot farlo.
Giovanna lo denunzi al vecchio stregone.
La turba, inasprita, fiaccole in mano accorse minacciosamente.
Intimarono a Pietro di consegnare il Libro. Il giovane rifiut con fermezza. A
questo punto (non si pot chiarire bene), forse il vento port delle scintille sul
tetto di legno, dicevano alcuni, forse per noncuranza di uno dei paesani che
portava una fiaccola, dicevano altri, lincendio distrusse tutto.
Nella casa morirono Pietro e sua madre. Abbracciati, in mezzo a loro stava il
Libro Maledetto con L ed M maiuscola. Il fuoco dur tutta la notte. Visto dalontano sembrava unenorme pira di quelle che si fanno nelle feste patronali
dove la gente tuttintorno balla, mangia e bevefino allalba.
Allalba rimasero solo le ceneri.
Nel centro di quello che era stato il salotto trovarono due corpi carbonizzati:
Pietro e sua madre.
In mezzo a loro, quasi intatto, un p bruciacchiato, il Libro Maledetto.
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Terrorizzata la gente si allontan a pi non posso. Alcuni si chiusero in casa,
nel bagno, sotto chiave, facendo scongiuri di ogni specie. Avevano paura che il
Libro li contagiasse con il suo male.
Il Sole era gi alto sulla cupola celeste. La gente aveva paura di uscire di casa.
Avevano paura di avvicinarsi alla casa in cenere, anche se,per dare cristiana
sepoltura a due corpi carbonizzati, avrebbero dovuto farlo.
I pochi coraggiosi discutevano, in piazza col vecchio stregone, per trovare una
soluzione a llarduo problema.
Dio gliela diede.
Montato su una mula bianca, faceva il suo ingresso nel paese, per la strada
principale, il nuovo parroco. Costui non si immaginava unaccoglienza cos
calorosa.
Nei registri della curia Pueblo Viejo appariva come un paese senza Dio, aptico
in materia di religione, afferrato tenacemente ai suoi lari, superstizioso pi in l
dellimmaginabile.
Tutti parlarono allo stesso tempo.
Il povero parroco non capiva. Solo riusc a captare tre parole: Libro Maledetto,
Satana, fuoco.
Una potente voce di tenore fece zittire la multitudine. Tutto il paese era acorso.
Nel silenzio generale la bocca di Giovanna spieg quello che era successo.
Inmediatamente fu portato al luogo dove sorgeva la casa.
Vide tutto.
Ammutol dorrore quando vide i cadaveri non ancora sepolti
Si inginocchi.
Prese il Libro.
Molti caddero in ginocchio e fecero il segno della croce.Il parroco riconobbe lopera massima dellantichit:LIliade di Omero scritta in
greco.
Efu i l Dies irae.
Il dito del Signore non si contenne, lanci anatemi e pene dellinferno a destra
e a sinistra. Il giorno del giudizio universale era cominciato. Tutti quanti caddero
in ginocchio, piangevano e si contorcevano dal dolore presi da non so quale
pena dellinferno. Alla fine lira del Signore si plac.
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Il parroco spieg ci che era il Libro Maledetto con L ed M maiuscola. Fece un
breve riassunto del contenuto.
Giovanna, presa dal dolore, si lanci sui corpi amati e li bagn di lacrime. Era
tardi.
Troppo tardi.
Factum consumatum est.
Mai nel paese un funerale era stato tanto suntuoso. Mai i dolenti furono tanti.
Vollero punire il colpevole .Ma il vecchio stregone, aiutato dagli spiriti, era
scomparso. Molti dissero che Satana se lera portato in un altro paese.
Quella notte il parroco, ripensando i successi del giorno, con amara irona
constatava che le fiamme di Troia, a distanza di secoli, mietevano ancora
vittime innocenti.
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PLACIDUM CAPUT EXTULIT UNDA
Placidum caput extulit unda.....Non pot continuare a leggere.I suoi occhi si
riempirono di lacrime. Questi enigmatici versi di Virgilio li avrebbe ricordati per
sempre.
Tempo addietro, Roberto era arrivato al paese come professore incaricato di
letteratura. In citt aveva lasciato una vita di lusso e di comodit. Tutti, genitori,
amici ed amanti, si erano opposti a quella nomina in quel paese tanto lontano e
distante dalla civilt.
Quando lesse sui giornali che stavano cercando un professore in lettere, non
esit a presentare la sua candidatura. Incredibile dictu! Il Ministero di
Educazione, la cui burocraza competeva in velocit con le tartarughe, gli diede
la nomina lo stesso giorno. Doveva presentarsi alla sua nuova scuola in uno
spazio di tempo minore di cinque giorni. che non cera unaltro candidato ed il
posto era vacante gi da un anno. Nessuno voleva andare. Quanta ragione!
Il viaggio fu lungo e faticoso Attravers valli e montagne sconosciute ma alla
fine arriv. Il paese riposava in una immensa valle attraversata da un fiume che
fluiva argenteo e che impression tanto il giovane da farglielo battezzare col
nome di un altro pi famoso: lEfrates.
Questo nome gli era sempre piaciuto, forse perch era un fiume bblico, forse
perch sulle sue rive era sorta lalba della civilt o semplicemente perche lo
deliziava il suono della parola: Efrates.
Il paese non arrivava alle cinquemila anime. Tutti gli abitanti si dedicavano a
coltivare la terra e lo facevano con tale devozione che da lontano il posto
sembrava un giardino degno dell Eden.Solo le case con i loro tetti rossi
contrastavano con tanto verde e largenteo fiume.Naturalmente, laccoglienza
fu calorosa
Tutti erano contenti di vedere un professore di letteratura cos giovane. I suoicolleghi, in verit, aspettavano un uomo anziano vicino allet della pensione.
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Nessuno accettava una nomina tanto lontano dalla citt capitale dove si poteva
fare una carriera pi brillante. Let mediadei professori era di 60 anni; Roberto
ne aveva 27. Lo stupore fu enorme.
Dopo il ricevimento , si install nella casa che il municipio gli cedette grazie alla
nomina ottenuta. La casa sorgeva su un promontorio vicino al fiume, appena
fuori paese. Non troppo lontano. In cinque minuti poteva arrivare camminando a
scuola. Una sola cosa not ed incominci ad inquietarlo: lubicazione della
casa.Troppo vicina al fiume, il suo fiume: lEfrates.
Una settimana pass.
Tutti gli abitanti della valle volevano bene a Roberto. Lo consideravano un
vecchio amico che era andato nella capitale a passare le vacanze ed era
ritornato.
I suoi alunni, dodici in totale, erano molto studiosi, apprendevano con facilit.
Merito di Roberto. Per lui linsegnamento era una vera vocazione. Lo faceva
con passione ed amore. Spiegava le sue lezioni in forma semplice con parole
che tutti potevano capire. Spesso lui stesso si interrompeva per spiegare il
significato di questa o quella parola in modo che tutti ne sapessero il significato.
La vita trascorreva dolce e serena tra le sue lezioni, le chiacchiere dei contadini
amici intorno ai fal e la lettura dei suoi libri preferiti a casa. Ma la
preoccupazione inziale incominci, di nuovo, a creargli una leggera angoscia.
Ogni volta che tornava a casa, prima di entrare, contemplava il fiume ,il suo
fiume: lEfrates.
Vedeva la sua argentea placidit alla luce della luna. Sentiva come le sue
acque serene gli entrassero nelle vene e lo cullassero fino a quando non siaddormentava. Ma linquietudine rimaneva. Parl dei suoi timori con i contadini .
Questi lo tranquillizzarono. Dalla fondazione del paese il fiume non era stato
fonte di alcuna preoccupazione. Tutti lo amavano Fertilizzava i campi in modo
incredibile. Permetteva di fare due raccolti lanno. La prosperit del paese
dipendeva esclusivamente dal fiume. Nessuno ricordava che avesse mai rotto
gli argini. Per questa ragione, tutte le case, ad eccezione della Chiesa e della
scuola, erano costruite vicino alla riva. Ne domand il nome. Nessuno seppedirglielo.
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Lo chiamavano semplicemente Il fiume.
Quella notte dorm senza preoccupazioni.
Il giorno seguente era Sabato. Festa patronale. Non cera scuola.
Roberto leggeva il suo libro preferito: LEneide di Virgilio.
Quando arriv al verso: Placidum caput extulit unda...., Toc,toc,toc, bussarono
alla porta. Apr.
La visione angelicale di una ragazzasnella dagli occhi azzurri lo paralizz per
brevi secondi. Angela, approfittando del fatto che i paesani erano impegnati
nella preparazione della la festa patronale, aveva deciso di far visita al giovane
professore. Roberto, ripresosi della sorpresa cos inaspettata, la invit ad
entrare.
Angela, timidamente con gli occhi bassi, entr nel salotto. Una occhiata
fulmnea le fece notare che in quella casa mancava la presenza di una mano
femminile. Sorrise nel vedere il disordine ordinato che la circondava.
Durante la conversazione, apparentemente frvola, Angela confess con un
candore arrossato che non sapeva leggere e scrivere e gli sarebbe stata molto
grata se glielo avesse insegnato. Roberto accett con entusiasmo.Si
accordarono che lei sarebbe venuta tutti i sabati e che dopo aver fatto puliza e
messo in ordine la casa, lui le avrebbe impartito le lezioni. Il giovane professore
non voleva essere in alcun modo ricambiato ma Angela fu irremovibile: Sarebbe
stato il suo modo di retribuirgli le lezioni. Andarono insieme alla festa patronale.
I due giovanni si innamorarono a prima vista.
Quella sera, prima di addormentarsi, il professore ricord i versi di
Virgilio:Placidum caput extulit unda.... e giusto in quel momento era apparsaAngela come se fosse stata lei a sorgere dalle onde e mostrare la sua placida
testa.
LEfrates rimase nelloblo. Per il momento!
Con pazienza settimana dopo settimana insegn ad Angela a leggere e
scrivere. E settimana dopo settimana lamore non confessato cresceva. Fu la
giovane a decidere. Su un candidofoglio scrisse le parole magiche: -Ti amo -
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Abbracci e baci ardentemente il professore che, timido per natura, non senza
poche difficolt, la fece sua.
Quella sera lEfrates cull il sonno di due anime innocenti che avevano
scoperto lamore. Decisero di sposarsi durante la prossima festa patronale.
Mancava un mese.
Il fidanzamento di Roberto ed Angela fu accolto come una benedizione da tutti
gli abitanti della valle. Inmediatamente incominciarono i preparativi. Tutto il
paese si era autoinvitato.
Si pulirono le strade, si ritinteggiarono le case, nella piazza fu posto un nuovo
lastricato, perfino si presero accordi per un coro ed un organo per la Messa
Maggiore nella chiesa. Lo stesso fiume Efrates sembrava partecipare all
allegra generale con i suoi mormorii.
Sembrava!
Arriv il giorno delle nozze.
Roberto attravers le strade ornate di fiori e si diresse alla Chiesa. Non ebbe da
aspettare molto. Le grida di gioia della gente gli ndicarono che la fidanzata, pi
bianca e pi risplendente che mai, stava arrivando.
Alluscita della chiesa ebbero inizio i festeggiamenti. I novelli sposi, tra una
pioggia di fiori e di riso, si diressero verso un palco appositamente costruito,
dove, con un ballo solenne, diedero inizio alla festa.
Lontano, allorizzonte, oscure nuvole cariche di pioggia si stavano avvicinando
alla valle.
Erano le sei del pomeriggio. La festa stava nel suo apogeo, quando
incominciarono a cadere le prime gocce. Prima sporadicamente, poi sempre pifitte.Alcuni ricordarono lantico adagio: Sposa bagnata, Sposa fortunata.
Quando la pioggia incominci a cadere pi forte, tutti si ritirarono in casa.Tutti
avevano la speranza che smettesse presto. Tutti volevano ricominciare a
festeggiare. A tutti si oppose lEufrates, il grande fiume.
Linquietudine di Roberto fu placata dalle carezze di Angela. Fecero lamore. I
sensi si calmarono e le inquietudini scomparvero. Dopo un p i due sposi,
abbracciati, dormivano profondamente. Sopra di loro la pioggia cadeva.Un tuono assordante svegli Roberto. Era lora quarta. La pioggia continuava.
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Angela dormiva. Sembrava un angelo. Mai un nome fu pi appropiato. Non
potendo riconciliare il sonno, and in salotto a leggere un libro. Riprese quello
di Virgilio, e...quando lesse il verso Placidun caput extulit unda..., successe
linevitabile: lEfrates strarip.
Le acque infuriate da un forte vento inondarono tutto.
Lunica cosa che Roberto pot distinguere in quel marasma fu latesta di Angela
che emergeva dalle onde chiedendo aiuto. Nuot a pi non posso ma non riusc
a raggiungerla. Il giovane riusc ad afferarsi ad un trave e tra le lacrime vide
scomparire il caro volto dagli occhi azzurri.
LEfrates, il pacifico fiume, che per anni aveva cullato il paese si era
trasformato in un mostro devastatore.
Il mattino dopo, le uniche cose che erano rimaste in piedi erano la chiesa e la
scuola. Roberto era fra i superstiti. La trave era stata provvidenziale. Di
cinquemila solo trecento si erano salvati. Questa fu la morte della valle. I
sopravvissuti emigrarono in altri posti.
Ancora oggi si pu ascoltare il suono delle campane mosse dal vento e il
viandante ignaro pu osservare una scuola vuota in attesa dei suoi alunni.
Nella capitale, Roberto raramente legge il libro di Virgilio. I suoi occhi si
riempiono di lacrime quando arriva al fatdico verso: Placidum caput extulit
unda.
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JUTIRLA
(Nomina non consecuentia rerum sunt)
Mi scuso con gli amanti del latino ma la frase corretta Nomina consecuentia
rerum sunt.
Si chiamava Jutirla.
Lui stesso, molte volte, si domand quale fosse il significato del suo nome.
Perch quello e non un atro? Per colmo di male di genere femminile. Sentiva
sempre imbarazzo, quando obbligato a presentarsi, sussurava il suo nome .Per
questa ragione si presentava come J. Perez. Tanta era lostinazione nel
nascondere il proprio nome dietro la lettera J che molti lo avevano
soprannominatoluomo Jota.
Era successo che al momento della sua nascita, i suoi genitori, stanchi di porre
nomi comuni ai loro figli (Jutirla era lultimo di dodici), sorteggiarono le sette
lettere con quali avevano deciso di battezzare lultimo nato. Risultato: Jutirla.
Il nome piacque ai suoi genitori per il modo in cui si pronunciava. Lontano erano
dallimmaginare i problemi senza fine che quel nome cos strano ed originale
avrebbe creato al piccolo neonato.
Durante linfanzianon ebbe problemi. Tutti lo consideravano qualcosa di tenero
ed originale. Il bambino era molto vivace. La sua curiosit insaziabile. Jutirla
osservava i suoi fratelli studiare ed era affascinato dai loro libri.Il padre lo not.
Con amore e pazienza spiegava al pargolo il significato delle fotografe, disegni
e lettere. La semenza diede buoni frutti.
Jutirla, a cinque anni, sapeva il significato di molte parole. Impar a leggeree
scrivere. Quando gli arriv il momento di andare a scuola si stava cimentando
con le quattro operazioni.
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Il maestro not lavanzato stato di apprendimento del bambino e decise di
impartirgli una educazione speciale. Meglio sarebbe stato non lavesse fatto!
I compagni di classe lo isolarono completamente..
Purtroppo,quando si appena saliti su un gradino pi alto rispetto agli altri ed
ascendiamo ad un livello superiore, questi reagiscono in modo che uno ritorni al
luogo anonimo dal quale era partito e, se non riescono nel loro intento,
lisolamento totale.
Ma il nostro piccolo non si perse danimo. Solo, studi ed impar pi di tutti. La
stessa storia si ripet alle medie, al liceo e allUniversit. Qui lo stesso giorno
conobbe il disonore e lamore.
Frequentava il quinto anno di medicina.
Molti colleghi e professori lo consideravano un nuovo e brillante Ippocrate. Ma
non tutti!
Quella mattina, durante la lezione di patologa, aveva avuto una discussione
con il professore. Non era daccordo con la diagnosi di una malatta. Il
Professore, o per invidia o per gelosa professionale, vedeva di malocchio il
fatto che un suo alunno, ancora non laureato, opinasse in modo da contraddirlo
e mettesse in dubbio la sua lunga esperienza professionale .Il Professore opt
per ridicolizzare Jutirla usando il suo nome: Che Jutirlinate stai opinando?
Faresti meglio a tacere.
Il giovane abbandon laula fra le risate e lo scherno dei colleghi.
Pianse.
Smise di piangere e...la vide.
Maria Cisneros, dai profondi occhi verdi e corpo elegante, stava cercando lanuova ubicazione dellaula di chirurga. Lei domand. Lui laccompagn. Nel
breve tempo che dur la camminata i due giovani simpatizzarono
vicendevolmente.Lei lo invit a studiare a casa sua. Lui accett. Lamore, non
confessato cinse i cuori dei due giovani. Da quel giorno Jutirla non intervenne
pi nelle discussioni in classe. Si isol volontariamente. Unica consolazione,
Mara.
Ma non per questo cessarono gli scherzi e le burle.
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La tanto famigerata parola Jutirlinate cominci a prender fama in tutta
lUniversit ed altrove. In alcuni circoli sociali si era soliti denigrare qualcosa o
qualcuno indicandola come una Jutirlinata. E ci fu persino qualcuno che
,seriamente, voleva farne loggetto diuna tesi di laurea..
Luomo J, come ormai avevano iniziato a chiamarlo, era indifferente a tutto ed a
tutti. Mara, dagli occhi verdi, lo consolava con i suoi splendidi seni. I due si
laurearono con il massimo dei voti et summa cum laude.
Trovarono lavoro nella migliore clinica della capitale.
Un immediato successo premi Jutirla. Molti lo ammiravano e, stimolati,
seguivano il suo esempio. Molti lo invidiavano e gli complicavano la vita. Il
successo ha sempre il suo prezzo.
Entro lanno Jutirla divenne famoso. Non cera malatta che non sapesse
curare. Per i suoi pazienti era un dottore che faceva miracoli: curava
lincurabile. Per i suoi colleghi era un egocentrico pericoloso che bisognava
ostacolare ad ogni costo. Unica consolazione Mara, con la quale si era
sposato.
Fu la morte di un bambino, dovuta ad una malformazione cardiaca, che lo
spinse a decidere di riprendere la facolt di chirurga. Riusc a conciliare il
lavoro con i nuovi studi. Ma non lamore!
Studiava fino a tardi la notte, causando cos i primi malesseri nel suo
matrimonio. Questo ritmo di vita, tre anni pi tardi, lo port al divorzio. Sua
moglie si sentiva trascurata. E ne aveva tutte le ragioni.
Mara accett la corte sfacciata di un collega di Jutirla. Quando questi se ne
rese conto, era tardi ,troppo tardi. Il male era fatto. Non ebbe pi altra sceltache accettare i fatti. Si lasciarono da buoni amici. Ci gli permise dedicare pi
tempo allo studio. Riusc nello scopo. Fu nominato capo cardiologo. La cima
era stata raggiunta.
Ma il vento soffia sulle cime non nelle radici.
Nuovamente si trov isolato, ma rispettato. I suoi colleghi riconoscevano i suoi
meriti ed ogni tanto lo consultavano.
La sua fama oltrepass le frontiere del paese.
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Allestero era considerato come uno dei chirurghi pi preparati ed audaci nel
suo campo. Operava quando gli altri davano il caso per perso.Trapiantava cuori
come se stesse cambiando i pistoni della sua macchina.Pubblicava libri.
Teneva conferenze.
Diede alla clinica Curatrix, dove lavorava, una fama internazionale. Si
manteneva aggiornato su tutto ci che riguardava la chirurga cardiovascolare.
Con la sua esperienza apport nuove conoscenze.
Luomo J aveva trionfato. Ma non del tutto!
Un giorno fece unosservazione a Mara, che non aveva partecipato ad un
seminario da lui condotto.
Gli insulti non detti ai tempi della separazione emersero a fior di pelle. La
peggiore offesa fu pronunciata da Mara.- Va a fare Jutirlinate da un altra
parte.-
Jutirla zitt.
Lantica ferita si era aperta. In unattimo intorno a lui vide il deserto.
Quando il corso degli umani eventi decide della vita di un uomo doloroso.
Loffesa di Mara Cisneros, adesso nemica giurata, gli diede la soluzione:
sarebbe andato a fare Jutirlinate da unaltra parte.Alea iacta est.
Con la scusa di fare un corso di specializzazione in una conosciuta Universit
del Nord, rinunzi al suo lavoro. Troppo tardi Mara comprese il male inflitto al
suo ex marito, adesso ex amico che non avrebbe rivisto mai pi. Almeno per un
lungo tempo!
Quando Jutirla present il passaporto allufficiale di dogana del paese del Nord,
costui non capiva come era scritto il suo nome. Nonostante gli sforzi, lufficialeseguiva a non capire.
Il pragmatismo che caratterizza gli abitanti del Nord risolse il problema. Il suo
nome fu trascritto come Joe Tirla Perez. Non ci aveva mai pensato , ma se
avesse cambiato nome quante angosce e sofferenze si sarebbe risparmiato.
Il doctor Joe, cos lo chamavano, si distinse subito fra i suoi colleghi.Questi lo
stimolavano ad andare avanti nelle sue ricerche. Che differenza col paesenato.
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Nella sua terra adottiva,lAmerica, trov unaltra volta lamore.
Era una infermiera. Dai profondi occhi verdi e corpo elegante e per giunta di
nome Mary. Questa volta non trascur lamore.
Fu proposto persino per un premio Nobel.
Da sua moglie ebbe due figli. Amorosamente li educ, come i suoi genitori
avevano fatto con lui.Uno divent un eccellente scrittore di romanzi e laltroun
famoso architetto.
Sembra che sia destino che i figli prendano cammini diversi dal padre. Gli anni
passarono. Doctor Joe invecchi serenamente in compagnia di sua moglie e
figli. La vita nel Nord gli aveva dato ci che il suo paese nato gli aveva negato.
Pensionato, per consiglio dei suoi colleghi, visitava le sale operatorie ed aiutava
nelle operazioni difficili. Un evento inaspettato cambi per la seconda volta il
suo destino: la morte di Mary. Il fulmneo attacco al cuore non gli diede tempo di
intervenire.
Per consiglio dei figli e dei colleghi si prese delle lunghe vacanze. La nostalga
del paese nato gli fece prendere la decisione di tornare.
Quarantanni erano passati.
I cambiamenti erano evidenti e parlavano da soli.
La clinica Curatrix era scomparsa.Un albergo di lusso occupava il suo posto. I
pochi amici che aveva erano morti. Mara era ancora viva e conservava ancora
lo sguardo dai profondi occhi verdi e il corpo elegante. Lei lo riconobbe a
stento.
Quantum mutatus ab illo!
Non poteva credere che davanti ai suoi occhi aveva il famoso chirurgo Joe per inordamericani e Jutirla per i nativi.
Nonostante let Joe conservava una energa insospettata anche per lui..
La prima cosa che fece Mara fu chiedergli scusa per il male fatto quarantanni
prima. Il soffrire passa, ma laver sofferto no, diceva Leon Blum. Ma il tempo
aveva lenito le amarezze e le offese patite. Accett le scuse.
Mara gli raccont cosa era successo in sua assenza Lanno dopo la sua
partenza, tutta lorganizzazzione della clinica Curatrix, che con tanto sforzo erariuscito mettere in piedi, era andata a rotoli. Regnava unanarcha totale. Il tasso
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di mortalit ,nonostante lo sforzo di alcuni volenterosi, crebbe pericolosamente.
Non rimase altra alternativa che chiudere. Molti dei suoi colleghi, tra cui Mara,
andarono a lavorare negli ospedali pubblici. Qu sprecarono i loro talenti a
favore di un posto di potere. Che differenza con il Nord!
Con laiuto di Mara, che era rimasta vedova, apr un consultorio di medicina
generale.
Lesito torn a sorridergli. Le amarezze puntualmente arrivarono.
Il Collegio Medico intraprese una campagna diffamatoria che ebbe il suo
culmine quando un ex collega di Jutirla, in un intervista ad un giornale, parl
della Jutirlinizzazione della medicina e deii rischi che correva la gente con quel
tipo di medicina.
La ferita torn a sanguinare Sarebbe stata lultima volta!
Il vecchio Joe chiuse il consultorio e, questa volta insieme a Mara, fece ritorno
al Nord. Visse altri cinque anni. Durante questo tempo ricevette un senza fine di
riconoscimenti e medaglie, tante che la povera Mara non sapeva cosa
fare.Tanto erano coperte le pareti di casa, che faticava a trovare altro spazio.
La morte lo colse quando aveva ottanta anni. Di l a poco lo segu Mara.
.
Sono passati molti anni. Ancora oggi su una lpide in un cimitero del Nord si
pu leggere in buono spagnolo : SE LLAMABA JUTIRLA.
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COGITO ERGO SUMO
SUM ERGO COGITO
La pioggia inizi a cadere allalba econtinu per tutto il giorno.Dallintensit con
cui cadeva, sembrava che non dovesse mai smettere. Il bollettino
meteorologico aveva comunicato che erano gi caduti 6mm di pioggia e che le
precipitazioni sarebbero aumentate.
Sembrava che quella mattina tutto il cielo piangesse. Simn Andrade, capo di
poliza del paese, arriv di cattivo umore in ufficio. Semplicemente in quel
giorno di pioggia non aveva alcuna voglia di lavorare. Mentre esaminava ibollettini delle novit, era stata una notte tranquilla in paese, uno richiam la
sua attenzione.
Due zingari avevano rapito due bambini piccoli ed erano spariti senza lasciare
alcuna traccia. Si temevano altri rapimenti..
Linformazione descriveva i due piccoli e dava particolari molto vaghi sui
rapitori.
Poco immaginava ci che stava per accadere !Il giornale del mattino riport la notizia in prima pagina.
Il panico dilag nel paese. Almeno in buona parte. In tutte le case dove cerano
bambini.
Il telefono non smetteva di squillare nellufficio di Simn. Era difficile convincere
la gente che non doveva avere alcun timore.
Il rapimento era avvenuto in un paese molto distante ed era improbabile che gli
zingari tornassero a commettere lo stesso delitto nella regione.Pot pi la paura.
Un clima di caccia alle streghe si impossess del paese. Almeno in buona parte
di esso.
Verso mezzogiorno, mentre la pioggia continua a cadere incessante, arrivarono
in paese una coppia di giovani. Lei, snella e curvi linea. Lui, alto e muscoloso.
Ana Trejo e Jos Mujica, studenti di sociologa, erano in vacanza. In tutti i paesi
nei quali si fermavano cercavano di conoscerne usanze e tradizioni. Era un
modo di alternare le vacanze con lo studio.
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Presero alloggio nellunico a lbergo del paese.
Quando si tolsero gli impermeabili, tutto il personale de llalbergo pot notare
labbigliamento un p originale che indossavano.
Ana calzava stivali alti, sui quali scendeva una lunga gonna gialla ,che lasciava
intravedere le forme curvilinee delle quali era dotata. Sopra la gonna, una blusa
rossa con ricami trasparenti metteva in rilievo due floridi seni che invitavano al
peccato. Sopra la blusa il regalo di unaltro paese: una collana di denti di tigre
che divideva i seni in forma simmetrica e sembrava volesse addentarl per poi
mangiarli quasi fossero un frutto proibito.La dorata capigliatura della giovane
finiva in due lunghe trecce e ciascuna aveva un piccolo fermaglio a forma di
aquila.
Jos calzava due stivali corti, portava un paio di blue jeans alquanto scoloriti,
una camicia a quadri ed un fazzoletto rosso al collo.
A prima vista sembravano due zingari vagabondi.
Il direttore dellalbergo mand immediatamente un cameriere ad avvertire il
commissario Andrade, mentre i due giovani si avviavano a pranzare, ignari e
tranquilli, nel ristorante annesso allalbergo. Durante il pranzo, Jos ed Ana
incominciarono a discutere sul cogito ergo sum di Descartes. Qu, possiamo
affermare, cominci la tragedia.
-Tutto, prima di essere, stato pensato : Cogito ergo sum.-
- No -, replic Ana, - prima bisogna essere e poi pensare : Sum ergo cogito.-
Particolarmente sono daccordo con Ana. Se non sono non posso pensare.
E questo nonostante i filosofi idealisti,Hegel in testa facciano riferimento a
Descartes come il non plus ultra della verit.
La cameriera che li serviva non era dotta in filosofa e in latino ancora meno.
Lunica cosa che pot capire della conversazione fu una distorsione del cogitoergo sum.
Colti sono, diceva Jos.
Sono colti, diceva Ana.
Sembrava che i due giovani insistessero su queste parole
La cameriera inform il direttore che, nuovamente, invi un cameriere ad
avvertire il comissario Andrade. Costui, la prima volta aveva rimandato indietro
il giovane con il seguente messaggio : - Dite al direttore di non fare il cretino e
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di trattare bene gli ospiti Il cameriere ritorn con il secondo messaggio : - E
continua con questa stoltezza ..Va bene! Verr pi tardi
Intanto la notizia si era sparsa come la polvere.
La presenza di due giovani zingari nellalbergo cominci a riscaldare gli animi e
pi ancora quando li videro passeggiare per le srade del paese, nonostante la
pioggia.
Di recente era stato restaurato un monastero del secolo XVI che si trovava un
p fuori del paese. Limportanza delledificionon risiedeva nella sua imponente
architettura neoclassica, ma in una Pala situata nel refettorio dei monaci.
Questa rappresentava una Vergine nera con un bambino bianco nel suo
grembo. Nuda, la vergine. Nudo, il bambino.
Limmagine aveva generato un culto che aveva travalicato le frontiere nazionali
.Qui arrivarono i due giovani, un poumidi e intirizziti dalla pioggia.
Il padre guardiano li rifocill con una tazza di cioccolata calda e fece loro da
Cicerone. Spieg lorigine del monastero e del pittore della Pala, la cui
immagine, soltando a vederla, inteneriva il cuore ai credenti e non credenti. Si
parlava anche di qualche miracolo. Era in processo una richiesta perch licona
venisse riconosciuta dalla madre chiesa e poterle cos assegnare un altare
nella cappella del monastero.
Fuori, la pioggia cadeva sempre pi forte. I govani rimasero a cena con il padre
guardiano. Appena la pioggia diminu di intensit, ritornarono in albergo
Qui li aspettava il capo di poliza Simn Andrade ed insieme a lui un folto
gruppo di gente timorosa degli zingari rapitori di bambini.
Simn aspett che i giovani si ritirassero nelle loro camere e qui, da solo, li
raggiunse. Si identific. In breve raccont ci che la loro presenza aveva
suscitato nel paese. Li interrog. In breve i due ragazzi gli chiarirono in cosaconsistesseroi loro studi ed gli apparenti vagabondaggi di paese in paese. Si
salutarono amichevomente come vecchi conoscenti.
Alla gente che aspettava fuori, quasi la met del paese, Simn rifer i particolari
dellinterrogatorio-intervista.
La gente, tranquillizzata, si disperse. Ma non tutti rimasero tranquilli!
Di ritorno in ufficio, Simn trov un telegramma in cui si richiedeva la sua
presenza nel paese vicino per aiutare a risolvere un furto di bestiame.
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Ana e Jos erano un p sconcertati dal fatto che la loro semplice presenza
avesse creato tanto timore nel paese. Confonderli con degli zingari e per giunta
criminali. Era il colmo. Risero della mentalit paesana. Fecero lamore.
Ana pi intensamente di Jos. Lei non sapeva , ma lo avrebbe fatto per lultima
volta.
Il telegiornale della sera precipit gli eventi. Lannunciatore disse che i due
zingari erano stati visti nei pressi della frontiera e che si dirigevano verso il
paese.
I pi agitati, in totale 20 persone, decisero di agire, pu per timore che per
coraggio. Andarono al posto di poliza. Simn non era ancora tornato. Loro
stessi avrebbero fatto giustizia (la decisione fu unanime).Si diressero
allalbergo.
La pioggia cadeva a dirotto. Il bollettino metereologico dava pioggia anche per il
giorno successivo.
Nellalbergo i giovani dormivano il sonno dellamore. Non ebbero tempo di
svegliarsi. Dal sonno dellamore passarono al sonno della morte.
Simn Andrade, capo della polica, ritorn un p tardi, molto tardi. Non gli
rimase che constatare la morte della coppia. Inutile cercare i colpevoli :
nessuno aveva visto, nessuno aveva sentito.
iovani e le stavano velando sotto la Pala che rappresentava una Vergine nera
con un bambino bianco nel suo grembo. Nuda, la vergine. Nudo, il bambino.
Mai un funerale fu cos sontuoso, nonostante la persitente pioggia .
Sembrava che Do piangesse. Il giorno dopo sulla scrivana di Simn Andrade
cera il seguente bollettino, in seguito trasmesso per radio e riportato dai giornali
:
Avevano catturato i due zingari, che, poi ,non risultarono essere tali. Eranosemplicemente due genitori angosciati ,che fuggivano insieme ai figlioletti dalla
tiranna dei nonni. Nonni che li avevano denunciati facendoli apparire come
zingari.
.
Tutti accorsero alla capella del monastero o meglio nel refettorio trasformato
per loccasione. I monaci avevano riscattato le salme dei due giovani e le
stavano velando sotto la Pala che rappresentava una Vergine nera con un
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bambino bianco nel suo grembo. Nuda, la vergine. Nudo, il bambino. Mai un
funerale f cos suntuoso, nonostante la persitente pioggia .
Sembrava che Do piangeva.
nico dolente sincero fra tutti i presenti.
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A.A.A. CERCASI
- A.A.A. Cercasi domestica, giovane, per aiutare a vivere un uomo
solitario. Scrivere a Paese Vecchio, casella postale 132-
La curiosit uccise il gatto, dice il proverbio.
Maria Urbano, lesse lavviso, apparso per una settimana consecutiva su un
giornale capitolino.
Lo strano avviso non era di quelli che si inviano alla posta del cuore.Semplicemente veniva richiesta una casalinga e non una compagna di buona
presenza, bella ed onesta per iniziare o continuare insieme la vita, come
recitano , invece, tutti gli avvisi sentimentali.
Cerc lubicazione di Paese Vecchiosulla mappa. Non lo trov.
Chiese informazione agli amici e conoscenti.. Nessuno sapeva.
Lunicomodo di conoscere Paese Vecchio era rispondere allavviso.
Maria Urbano, segretaria esecutiva, si considerava una buona casalinga einoltre aveva una buona presenza. Non per niente il suo corpo sinuoso e
aggraziato era desiderato da ogni maschio che la guardava.
Decise di rispondere allavviso.
Non le sarebbero dispiaciute delle vacanze.
Cos pensava!
A Paese vecchio lavviso era stato messo da Efran Urbano.Efran era arrivato al paese cinque anni prima come professore di letteratura.
La vicinanza di Paese Vecchio con la frontiera favoriva i commerci e faceva
prosperare gli affari, sia per gli abitanti che per i nuovi arrivati.
Cos un anno dopo aveva deciso di lasciare linsegnamento e di aprire un
negozio di elettrodomestici.
Gli andava bene.
Ma non del tutto!
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Efran era considerato una persona un p stramba. Sognatore, dicevano alcuni.
Matto da legare, dicevano altri. Gli piaceva declamare versi a qualsiasi ora del
giorno e della notte. Quando stava solo, coloro che lo vedevano da lontano,
dicevano che parlava con laria eche per questo doveva essere matto, non del
tutto, ma un poco. Quando era in compagnia recitava sempre versi di questa o
quella famosa poesa scritta da questo o quel famoso poeta . Per questi motivi
era considerato un romantico sognatore.
Nelle notti di luna piena, larte declamatoria di Efran non aveva freni n
inibizioni. La sua voce si udiva fino ad un chilometro di distanza. Anche per
questo dicevano che era matto da legare.
E questa era anche la ragione principale per cui non riusciva a trovare alcuna
compagnia femminile con la quale trascorrere la vita.
Quando apr il negozio di elettrodomestici si rese conto che non poteva
continuare a vivere solo. Aveva bisogno di una moglie o di una domestica
Opt per la seconda soluzione
I suoi rapporti con le paesane erano pressoch inesistenti. Non ebbe successo
neanche nella ricerca di una semplice domestica. Semplicemente la fauna
femminile aveva paura delle sue apparenti pazze. Fu per questo motivo che
aveva deciso di porre lavviso economico sul giornale della capitale
Solo aveva bisogno di una domestica.
Quando i paesani lessero lannuncio,risero di lui. La consideravano una pazza
in pi.
Maria Urbano non pensava pi a Paese Vecchio, n a quelluomo sconosciuto
che aveva bisogno di una giovane domestica. Quella sera, di ritorno a casa,trov sul pavimento la lettera
La posta era in ritardo di quindici giorni, ma, rispetto alla media dei
ritardi,normalmente di due o tre mesi, quella era una fortuna inaspettata
Efran aveva risposto immediatamente. Nella missiva le spiegava come
arrivare a Paese Vecchio.
Era semplice.
Bisognava prendere un aereo fino ad una conosciuta citt della frontiera e poiprendere un autobus che lavrebbe condotta a destinazione.
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Alla lettera era allegato un assegno che le avrebbe permesso di intraprendere il
viaggio e comperare qualche vestito nuovo, come consigliava il mittente.
Maria Urbano rimase sbalordita per la fiducia del tale Efran Urbano.
Esamin lalbero genealogico degli Urbano. No, non aveva alcun parente
chiamato Efran e men che mai in quel Paese Vecchio.
Decise di andare.
Lo avrebbe fatto per una settimana, avrebbe conosciuto questo tale Efran
Urbano e sarebbe ritornata alla sua ben amata capitale. Perch, come dicono,
la capitale la capitale, il resto sono montagne e serpenti.
Quando Mara Urbano arriv a Paese Vecchio si sorpresero tutti, inclusa lei
stessa.
Si sorprese il paese intero :nessuno avrebbe mai creduto che Efran potesse
trovare una domestica cos bella.
Si sorprese Efran perch non credeva che una cos bella ragazza, con occhi
color caff e corpo aggraziato, rispondesse allavviso economico.
Si sorprese Maria perch sperava che Efran fosse un uomo anziano e non un
belluomo dagli occhi azzurri.
Possiamo affermare, cognita re, che lamore nacque a prima vista. Solo era
questione di tempo perche si manifestasse. E si manifest.
Anche se non al principio!
Quando Maria Urbano esamin la casa, not che non era stata pulita da mesi.
Si spavent.
Voleva fuggire.
Un profondo sguardo azzurro la trattenne In tre giorni la casa torn come
nuova, ordinata e con odore di bucato. Efran, per ringraziamento, improvvis
alcuni versi:Tu
stella mattutina
che illumini la vita
Tu
color desti allombre
ed al cor amor
Maria Urbano rimase sorpresa alludire versi cos belli . Nessuno prima di alloralo aveva mai fatto.
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Efran Urbano si sorprese per i bei versi. Era la prima volta che lo faceva.
Lamore trov il posto che gli spettava.
Maria Urbano decise di restare. Voleva aiutare a vivere questuomo solitario
che cercava una giovane domestica
Domand ad Efran il perch dellavviso economico. Lui stesso non seppe
spiegarsi bene. Sempre era stato solo, nonostante tutti gli sforzi che aveva fatto
per trovare una compagna .C era qualcosa che si interponeva fra lui e Paese
Vecchio che non riusciva a capire e che lo manteneva isolato.
Maria Urbano, dopo una settimana, cap il perch.
Glielo fece intendere Paese Vecchio.
La presenza della giovane domestica cre invidia nel paese.
Soprattutto tra le donne
Adesso tutte volevano essere la domestica di Efran. Volevano allontanare
lintrusa con la cui bellezza non volevano confrontarsi.
Ma anche tra gli uomini.
Tutti volevano strappare ad Efran quella bellezza dagli occhi color caff e dal
corpo aggraziato.
Le donne le raccontavano le cose pi strampalate sul conto di Efran. Volevano
degradarlo ai suo occhi. Gli uomini, sfrontatamente le offrivano mari e
montagne. Volevano che abbandonasse Efran.
Maria reag con larma che pi duole a tutti: lindifferenza.
Ci furono cambiamenti in Efran.
Per consiglio di Maria, non declamava pi versi : li scriveva. Distinse i propri
dagli altri. In meno di quindici giorni compose cinquanta poese. Le altre, quelle
non sue, le trascriveva ugualmente.
Efran non era pi solo.Paese Vecchio lo not ed aspettava.
Aspettava la luna piena!
Come abbiamo detto, la luna piena faceva si che Efran declamasse o, meglio,
urlasse i suoi versi. A Mara avevano detto che si trasformava in un uomo lupo
che ululava alla luna.
La luna piena arriv.
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Efran non resistette alla tentazione. Usc nel patio a declamare versi. I suoi
strilli acuti spaventarono due gatti sul tetto ardente.
Non solo i gatti.
Maria Urbano si svegli col batticuore. Usc nel patio. Non poteva controllare il
lupo mannaro. Ci riusc con lunica arma a sua disposizione: lamore.
Abbracci e baci con forza il lupo mannaro , lo abbracci e lo port dentro.
Lamore fu ardente.
I due gatti ritornarono sul tetto..
La prossima luna piena, sarebbe stata la loro luna di miele.
Maria Urbano aveva trionfato. Paese Vecchio era stato sconfitto.
Durante lannoEfran Urbano pubblic il suo primo libro di versi. Il successo fu
folgorante. Ora il suo nome era conosciuto ed ammirato in tutto il paese e
anche allestero. Il negozio di elettrodomestici fu chiuso. Paese Vecchio s i
vanagloriava perch fra i suoi abitanti cera un poeta famoso.
Qualcuno si ricord che il successo di Efran era cominciato quando un giornale
della capitale aveva pubblicato un avviso economico. Ancora oggi
alcuni,soprattutto le interessate, possono leggere una strano avviso che recita
cos :- A.A.A. Cercasi domestica ,giovane, per aiutare a vivere un uomo
solitario. Scrivere a Paese Vecchio casella postale
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WACHAU
In un recondito e nascosto luogo dellAmazzonia viveva una tribu indigena di
origine sconosciuta
Possiamo affermare, cognita re, che in questa regione lhomo civicus non ha
mai messo piede. Fortunati gli indigeni!
ben saputo che dove arriva la nostra civilt, questa, al suo passaggio
distrugge ogni cosa.
In questa tribu sconosciuta il culto dei morti era una leggenda fra il magico elincredibile.
La morte era rappresentata da una bellsima donna. Snella ,dai capelli neri
molto lunghi,con profondi occhi grigi e la pelle bianca. Un po pallida come
dicevano glindigeni.
Questi quando si sentivano prossimi a morire, la vedevano arrivare.
Nuda, avvolta dalla lunga capigliatura. Si avvicinava, li abbracciava ed insieme
partivano per lultima dimora come se fossero stati due innamorati. Laria, unpo fredda che circondava la sua presenza, era temuta al principio; poi, una
volta stabilito il contatto con la bella apparizione, la paura svaniva per dar luogo
ad unallegria incontenibile.
Wachau era uno dei pochi fortunati mortali che poteva vederla e continuare
con vita.
Il nostro homo civicus avrebbe detto che era dotato di poteri paranormali moltosviluppati.
Il nostro homo indianus lo considerava ,invece, benedetto dagli Dei che gli
avevano dato in dono un potere meraviglioso : vedere ci che agli altri era
normalmente proibito e concesso solo nei brevi momenti prima di morire.
Wachau aveva visto per la prima volta la bellsima donna allet di cinque anni,
in occasione della morte di suo nonno, dal quale aveva eredidato il proprio
nome. Quando la vide, le and incontro correndo, ma il freddo che la
circondava fren la sua corsa.
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Le parl.
Il dialogo fu breve.
- Chi sei?-
- Sono la nuova vita.-
- Chi stai cercando ?
- Sto cercando Wachau.
- -Sono io.-
La bella e fredda donna sorrise al piccolo indgeno per la sua audacia nel fare
domande. Con voce materna gli spieg :
- No, piccolo mio, ancora non arrivata la tua ora. Sono venuta per tuo
nonno Wachau. Ha gi compiuto i suoi doveri di questo mondo.-
- Dove lo porti? Io gli voglio molto bene. Non fargli del male.-
- Lo porto alleternadimora e,in quel posto, non gli sar fatto alcun male.
Da oggi, ti prometto che mi vedrai ogni volta che verr a cercare uno dei
tuoi. Non ti avvicinare per troppo a me e non toccarmi mai,anche solo
per sbaglio, perch mi vedr costretta a portarti via con me, anche contro
la mia volont.
Il piccolo Wachau la lasci passare
Con stupore vide come abbracciava il nonno e come, mano nella mano,
iintraprendevano il cammino del non ritorno.
Il piccolo raccont tutto ai suoi genitori.
Fu portato alla presenza del sommo sacerdote.Sacerdote, non stregone come
direbbelhomo civicus.
Da quel giorno Wachau entr a formar parte di quelli che sono stati benedetti
dagli Dei.
Il sommo sacerdote lo inizi al mondo dellesoterico e del magico. Gli impartanche lezioni di medicina..
Un giorno, non molto lontano, Wachau sarebbe stato il sucessore naturale del
sommo sacerdote.Sacerdote, non stregone come direbbe lhomo civicus.
Quel giorno il giovane avrebbe compiuto la sua luna numero 216 ( allincirca 18
anni). Secondo lusanza , per entrare nel mondo dei cacciatori, e quindi degli
adulti, doveva uccidere una tigre o qualche animale ugualmente feroce,
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completamenteda solo,senza alcun aiutoLa ricerca lo port molto lontano dal
suo villaggio.
Ebbe successo
Riusc ad uccidere un felino di due anni.
Era entrato nel mondo degli uomini.
Il problema, ora, era trovare la strada del ritorno. Era molto distante dal suo
villaggio e si sentiva disorientato. Con la preda sulle spalle, si diresse,
istintivamente, verso il fiume, quando la vide.
Nuda, coperta dalla lunga capigliatura, bella come mai, la fredda donna gli
veniva incontro.
Il suo corpo di uomo adolescente si turb di fronte a tale tentatrice visione.
In tentatione, veritas!
- Per favore, cedimi il passo. La tua ora non ancora arrivata.-
Voleva farla sua, ma il freddo fren i suoi impulsi.
- In questo momento mi desideri con ildesiderio di un uomo. Non posso
amarti come vuoi, piccolo mio, per te sarebe la morte. Cedimi il passo.-
Questa volta lordine fu imperativo
Le diede il passo.
Not che andava sola. La vide scomparire lungo il fiume.
La pioggia, che allimprovviso cominci a cadere, non lasciava presagire niente
di buono. Lo straripamento del fiume fu cos violento che tutto veniva trascinato
via al suo passaggio.
Lindigenosi aggrapp ad un legno. Questo gli salv la vita.
Il vi llaggio scomparve. Tutti morti. Lui era lunico superstite.
Da lontano distinse la bella fredda donna che camminava insieme ai suoi.Camminavano sullacqua. Non avevano peso. Le anime non hanno peso.
Cerc di raggiungerla e chiederle spiegazioni. Il fango glielo imped.
Impotente, pianse sconsolato.
Con dolore si addentr nella foresta. Qualche giorno, promise a se stesso,
avrebbe chiesto il resoconto alla bella fredda donna che,da quel giorno,
incominci ad odiare con tutta la sua anima.
E lo avrebbe fatto!Ma la sua ora non era arrivata!
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7/24/2019 L Angolo Del Vechio
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Vag per tre giorni e tre notti. Il quarto giorno arriv ad un villaggio di indigeni
Pemones.
Moriva di fame !
Come una tigre famelica si precipit sul cibo posto sulla brace.
Come una tigre lo braccarono.
Il pronto intervento di un padre missionario gli salv la vita.
Gli diedero da mangiare. Divor tutto quello che pot.
Durante il fiero pasto il sacerdote non smetteva di parlargli. Whachau non
capiva. Il Pemn era una lingua strana. Solo ascoltava strani suoni ed
inflessioni gutturali. Ripetute volte ascolt lo stesso suono accompagnato dallo
stesso gesticolare. Il sacerdote voleva sapere a quale tribu appartenesse cos
avrebbe potuto aiutarlo a ritornare.
Disse il suo nome: Wachau.
Nessuno aveva mai sentito parlare della sua tribu. Il sacerdote prese sotto la
sua protezione lindigeno che si integr subito nel nuovo ambiente.
In breve tempo impar la lingua indgena e non indgena.
Assimil le usanze indigene e non indigene.
La sua conoscenza delle erbe e piante medicinali e naturalmente il suo fiuto per
la caccia lo portarono al grado di sommo sacerdote.
Lincontro con lhomo civicus non fu del tutto gradevole.
Lo vestirono, poteva passare ,era gradevole fino ad un certo punto.
Lo calzarono, non poteva passare , era molto sgradevole.
Lo educarono, poteva passare, la lettura e la scritturagli fecero conoscere un
mondo nuovo.
Lo evangelizzarono, poteva passare e non poteva passare, rimase nella va dimezzo.
In medio stat virtus.
Non aveva mai visto tanti santi e tanti dei riuniti tutti insieme in un solo luogo:
la chiesa.
Solo si chiedeva come riuscissero ad ascoltarlo quando lui si trovava nella
foresta .Misterius fidei.
Vedendo una scena della resurrezione rimase affascinato da una figura vestitadi nero, con unenorme falce nella mano destra.
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7/24/2019 L Angolo Del Vechio
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- la morte, cos la rappresentiamo.- Fu la risposta del missionario
Non cera paragone con la bella donna fredda.
Sorrise con amarezza. La ricord. Il suo piccolo qualche giorno lavrebbe
affrontata.
Qualche giorno!
In breve tempo da homo selvaticus si trasform in homo civicus.
Con difficolt il selvaticus coabit con il civicus. Ma non lannull.
Al nuovo homo civicus piaceva leggere e studiare in profondit.
In breve tempo il missionario non seppe pi cosa insegnargli. Decise di portalo
nella Capitale.
Superando il breve trauma con la citt meccanizzata, Wachau fece il suo
ingresso allUniversit.
Nela facolt di medicina perfezion le sue conoscenze e ne impar di nuove.
Quel giorno la vide.
Snella e splendente come mai la bella donna, vestita di bianco, gli veniva
incontro.
Lhomo civicus si trasform in homo selvaticus.
Il pronto intervento di alcuni colleghi ferm lirreparabile.
Seduta sul pavimento, con la blusa di ricami trasparenti strappata Belkis Prez,
piangendo, implorava che la smettesse di farle del male.
La somiglianza con la sua vecchia amica era straordinaria.
Ma non del tutto!
Laltra era circondata da unaura fredda. Questa era calda.
Laltra aveva occhigrigio ferro. Questa occhi grigi umani e profondi.
Umilmente chiese scusa. Cerc di spiegare il suo comportamento. Non pot.
Belkis lo guard con disprezzo e si allontan.
Il secondo incontro fu meno violento.
Lamore dom il cuore dellhomo selvaticus.
Un anno dopo lincidente, Belkis e Wachau convolarono a giuste nozze.
La vecchia amica non dimentic Wachau.
Stava uscendo dalla sala operatoria, quando la vide.
Come la prima volta le corse incontroCome la prima volta il freddo lo fren.
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7/24/2019 L Angolo Del Vechio
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Si limit a riprenderla duramente:
- Cosa fai qui? Questo non il tuo posto. Perch ti sei portato via il mio
villaggio ? Per quelle persone non era ancora arrivata la loro ora,
specialmente i bambini.-
- Come stai piccolo mio ? Vedo che hai fatto progressi.- Replic lei,
educata e gentile.
- Perch sono qui ? Vengo a cercare una paziente indigena che si trova
nella stanza sul fondo. Non solo la tua tribu crede in me. Ce ne sono
altre. Perch mi sono portato via il tuo vi llaggio ? Non volevo farlo. Anche
a me i bambini causarono dolore. Ma se ben ricordi fu madre natura che
decise per me. Chiedo scusa per il dolore che ti ho arrecato.-
Wachau pianse. Volle abbracciarla.
Lei, fermamente, glielo imped.
- No, piccolo mio, la tua ora non arrivata.-
Le diede il passo. Pot osservare sul suo viso un sorriso di ringraziamento che
lui ricambi.
Il tempo trascorse senza alcun incidente. Wachau e Belkis, circondati dai nipoti,
non chiedevano altro alla vita.
Accadde una notte.
Lattacco di cuore di Belkis, non diede tempo per alcun intervento. Wachau,
disperato, si stava togliendo la vita. Quando..
La bella e fredda donna apparve in un lampo che inond la stanza dei coniugi.
Wachau la vide come lultima speranza.
- Non ti chiedo di cambiare niente. Solo voglio essere portato via insieme a lei .-
Dicendo questo, and incontro alla bella fredda donna e la baci. Costei, suomalgrado, accompagn i due coniugi a lleterna dimora.
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LAURA
Dallalto colle, bianca come nessunaltro bianco, la chiesa dominava tutto.Era stata costruita nel secolo XVI .
La costruzione era tanto perfetta e aveva attraversato i secoli cos bene che
sembrava fosse stata appena inaugurata Ma, quella che a prima vista
sembrava pittura bianca, non era tale.
Il candido colore proveniva dalle stesse rocce con le quali era stata costruita
Ancora oggi tutto ledificio viene consideratoun mistero archeologico.
La simmetria delle rocce perfettamente squadrate e Intagliate rimane unmistero. Quali mezzi erano stati usati ,non solo per lavorarle, ma anche per
trasportarle? Le loro dimensioni ed il loro peso sono considerevoli.
Sebbene la sua costruzione fosse datata al secolo XVI, come testimoniano gli
archeologi, molti sollevano dubbi sullesattezza della data Lipotesi pi
accreditata rimane quella che la chiesa sia stata costruita su un antico tempio
precolombiano dedicato al dio sole. e, posteriormente, trasformato in chiesa dai
padri missionari. Gi un enigma di per s. Ma al suo interno presente un altro
enigma. Questo ancora pi misterioso Romantico e magico insieme: La Pala
dellAltare Maggiore.
Questa rappresenta una Vergine nuda seduta su delle rocce che, in atto
materno,con la mano sostiene il suo seno destro e con le dita il capezzolo rosa
e turgido in attesa della bocca del bambino da allattare. Le gambe, leggermente
incrociate, promettono la cima del cielo.
Alla sinistra della Vergine cuna sorgente di acque cristalline. Un tenue colore
azzurro accentuava ancora di pi la sensualit della madre senza bambino. S,
il grembo preparato per accoglierlo e allattarlo vuoto.
La rappresentazione cos reale da far sembrare che le acque stiano per
straripare e la Vergine parlare.
Leggiamo le cronache della chiesa :
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Agli inizi del secolo scorso, il parroco di turno aveva commissionato a un pittore,
del quale non si conosce il nome, la decorazione dellaltare Maggiore.
Laura, donna di eccezzionale bellezza (solo il suo nome registrato), serv da
modella
Pittore e modella lavorarono in una grotta. Questa era stata scoperta dalla
giovane su una montagna vicina La sorgente di acque cristalline, la tenue luce
azzurra, le rocce offrivano un fondo magico e romantico insieme
Laura convinse il pittore a trasferisrsi sul posto e lavorare l. Lei stessa insistette
nel posare nuda seduta sulle rocce.
Laria dai riflessi azzurri ,cos tiepida e accogliente, invitava alla tentazione ed al
peccato..
Tentazione ci fu.
Ma non il peccato!
Le sedute di lavoro duravano due ore al giorno. Trascorso questo tempo
entrambi ritornavano al paese.
Il decoro prima di tutto.
Laura conosceva molto bene i paesani. La sua reputazione poteva essere
compromessa
Per la tela era diverso : i paesani vi avrebbero visto la Vergine,non lei.
Cos ragionava Laura.
Il pittore anonimo ragionava in modo dverso
Appena laveva vista nuda, seduta sulle rocce, fin dal primo giorno si era
innamorato
Ma era timido.
La tentazione era davanti a lui. Ma il timore di un rifiuto lo frenava.
Non sarebbe stato cos per molto, per !Quel giorno erano terminate le sedute di lavoro. Solo mancava di dipingere il
bambino.
- Ne troveremo uno in paese.-
Furono le sue ultime parole. Il pittore anonimo perse il timore.
In ginocchio, le dichiar il suo amore.
Lei, nuda, dallalto delle rocce rimase,immobilizzata dalla sorpresa.
In tentazione, veritas.
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Laura cedette allamore del pittore ma, mentre stava scendendo,scivol e colp
la testa sulle rocce. La morte fu istantanea . Dopo tre giorni i paesani trovarono
la tela. Copriva pietosamente il corpo esanime.
Del pittore anonimo non si seppe pi nulla. Era scomparso.
La tela, nonostante le proteste del parroco, fu messa sullaltare Maggiore. Mai
si era vista una Vergine cos sensuale e provocante : nuda, seduta sulle rocce,
a sostenere un bambino che non cera. Furor populi, voluntas populi.
Qui finiscono le cronache della chiesa. Qui comincia la leggenda.
Trascorso un mese dai tristi avvenimenti, lanima in pena della giovane modella
fu vista nel paese.
Era notte di luna piena.
Nuda, circondata da una tenue luce azzurra, Laura attraversava il paese,
entrava in chiesa, contemplava a lungo la sua immagine , usciva e scompariva
misteriosamentenella grotta.
In poco tempo tutti gli abitanti del paese la videro.
Tutti meno uno.
Il sacerdote non riusciva a convincere i l paese della fatuit delle apparizioni. Nel
frattempo il culto alla nuova Vergine oltrepassava le frontiere del paese e della
valle.
Accadde un Venerd Santo.
La messa cantata era al suo apogeo.
Silenzio.
Il sacerdote invit i fedeli a recitare il padrenostro. Ma, non si sa per quale
motivo, allimprovvisoil sapore del pane della preghiera si mischi con un coro
invisibile, che intonava un De profundis e molti udirono una voce profonda che
usciva dalla pala dellaltare Maggiore:- Non pacem habeo, si iustitia non est, vae gentibus.-
Tutti ascoltarono, meno uno.
Il sacerdote contempl impotente i suoi fedeli, coro compreso, uscire di corsa
dalla chiesa.
Negli anni seguenti non accadde pi niente. Il tempo forgi la leggenda. La
memoria ritenne la maledizione.
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Poco immaginava il suo tragico destino, Laura Montenegro quando quel giorno
di primavera arriv al paese.
Studentessa di archeologia, le avevano assegnato una tesi di laurea proprio
sulla nostra candida e misteriosa chiesa.
Di eccezionale bellezza, turb la vista ,e non solo la vista, a non pochi paesani.
Entr nel tempio.
Rimase affascinata dalla rappresentazione della pala dellaltare Maggiore.
Vedere se stessa e vedere la Vergine fu un tuttuno. Lunica differenza rispetto
allimmagine era che lei, Laura, era vestita.
I pochi fedeli presenti, attoniti, notarono la rassomiglianza.
Tutti, meno uno.
Il sacerdote ruppe lincanto magico della muta contemplazione.
- Buon giorno. Posso esserle utile?-
Laura Montenegro scese dai gradini dell altare Maggiore, si present al padre
Jorge Colmenares e gli spieg il motivo della sua visita. Il sacerdote le
consegn una copia delle cronache della chiesa.
- Nel paese ce qualcuno che pu aiutarla, si chiama Franco Grisanti,
professore di lettere nel liceo municipale, sono parecchi anni che studia
le origini e i misteri della chiesa.-
Padre Jorge accompagn la giovane alluscita. Mentre tornava in sagresta,
pos gli occhi sulla te la edimpallid.
- No, Signore, non permettere che accada di nuovo.-
Il Signore, nellalto della cupola, stava parlando con Ela e non prest
attenzione alla preghiera del suo servo.
Laffresco della cupola rappresentava il Signore riunito in assemblea con tutti i
suoi profeti. Naturalmente il suo autore ne era stato il pittore anonimo.
Franco Grisanti stava traducendo alcuni versi di Virgilio : Speluncam Dido dux
et Troianus eandem deveniunt...
- Buon giorno.-
La penna rimase nellaria
Muto, lui
Muta, lei.- Qui ci sono gli esami, professore.- La segretaria ruppe lincanto.
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Amore a prima vista ? Bene, se non lo era, la passione a prima vista li avvicin.
Franco le fece vedere documenti, piani, manoscritti Le raccont aneddoti ,
tradizioni, costumi.
Parl anche degli scavi fatti per indagare il mistero delle antichissime origini
dellintero complesso.Scavi che, per, non avevano dato risposte certe.
Laura chiese informazione sulla Pala dellaltare Maggiore .
- Il vero e storicamente certo nelle cronache che le ha consegnato Padre
Jorge. Il resto leggenda.- In breve le riassunse quello che le cronache
non raccontavano sul fantasma, le apparizioni e la maledizione.
- Il paeseconcluseha una immaginazione troppa fervida.-
Forse non tutto il paese.
Buona parte, per, ne era convinto.
Tutti avevano sentito parlare la perfetta somiglianza della ragazza con Laura.
Tutti andarono al tempio a verificarla
Buona parte dei paesanitemeva la maledizione.
Le voci cominciarono a circolare. La maledizione guadagn terreno e la
rimanente parte del paese che non credeva si lasci convincere . Dopo una
settimana tutti credevano.
Tutti meno tre.
Il sacerdote, per il fatto stesso di essere tale
Il professore di lettere ,perch era considerato il suo amante e confidente.
Linteressata, per essere loggetto della loro morbosa attenzione.
Un mese pass. Tutto era tranquillo. Le acque ancora si mantenevano nel loro
argine.
Ma non per molto!
Il lavoro di Laura Montenegro progrediva con laiuto di Franco Grisanti e Padre
Jorge e la giovane sperava di completare la tesi prima di Pasqua.
Mancavano quindici giorni.
Quella mattina di primavera il sole scaldava il cuore degli umani e non umani.
Franco invit Laura a fare una passeggiata vicino alle montagne che
circondavano la valle. Avevano incominciato a scalare la montagna pi vicina,
quando un improvviso temporale si scaten,annunciando la stagione dellepiogge. Cercarono un rifugio e lo trovarono.
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- Solus cum sola Dido ad speluncam pervenit.-
La grotta era di fronte a loro.
- Cosa hai detto? Leco non mi fatto capire.-
Franco non rispose. Era ammutolito.Con il dito ndice le mostr la fantastica
scoperta.
La tenue luce azzurrata, lacqua cristallina, le rocce. Il fondo rappresentato con
tanta veridicit nella Pala dellaltare Maggiore.
Laria cos azzurrata,cos trepida ed accogliente invitava alla tentazione ed al
peccato.
Tentazione ci fu.
Peccato, no.
Non lo consideravano tale.
Laura Montenegro si tolse i vestiti. Nuda si sedette sulla roccia e riprodusse
fedelmente la scena della Pala. Le braccia si apersero ed accolsero la bocca
avida del giovane professore. La sorgente di acque cristalline cull il sonno
riparatore degli amanti. Ritornarono al paese quando gi i primi pallidi lampioni
illuminavano i l lastricato.
La notte appena incominciava.
La tragedia appena incominciava.
La scoperta della grotta non pass inosservata. Il paese spiava ogni passo di
Laura Montenegro.
In una riunione di pochi scelti, si decise di rapire Laura e portarla alla frontiera
dove sarebbe stata abbandonata con lordinedi non tornare pi. Queste erano
le intenzioni.
Almeno lo erano!
Quella mattina di Venerd Santo, Laura decise di andare sola alla grotta. Lo
considerava un pellegrinaggio in omaggio allillustre vittima rappresentata nella
Pala dellaltare Maggiore.
Nuda, seduta sulle rocce, con gli occhi chiusi ne fece rivivere
limmagine,mentre le acque cristalline mormoravano cullandola
Lincantesimo fu breve.
Quando apr gli occhi rimase muta di terrore. Di fronte a lei quattro paesani inatteggiamento poco amichevole la osservavano. Le sue mani non sapevano
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cosa coprire per primo, se il ventre tentatore o il turgido seno. Indietreggi.
Scivol ebatt la testa sulle rocce. La morte fu istantanea. La stessa scena si
era ripetuta identica in tutti i particolari.
Franco Grisanti, verso mezzogiorno, preocupato per lunga assenza della
giovane, trov il corpo esanime. Al vederlo cap tutto. La Maledizione si era
presa la sua vittima.
Lo stesso Venerd Santo alle tre del pomeriggio si celebrarono i funerali.
Tutti accorsero in chiesa.
Unaltra voltacambi il sapore del pane del padrenostro.
Laura, dallalto della te la sorrise al cadavere di Laura Montenegro.
Tutti videro.
Tutti chinarono la testa in segno di riverenza.
Tutti meno due.
Padre Jorge e Franco Grisanti, unici dolenti sinceri
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LETTERA ALLA BEFANA
Tutto era cominciato come un gioco.
Natale.
Nestor Medina, meccanico di professione, invit i suoi due bambini a scrivere
una lettera alla Befana. Questa, promise, avrebbe portato i giocattoli che il
Bambino Ges aveva dimenticato.I figli, Emilio e Fabio, non se lo fecero ripetere due volte. E cos scrissero
Cara Befana:
Vogliamo una sola cosa: un abbraccio ed un bacio della mamma
Emilio e Fabio.
Consegnarono la lettera a Nestor che,commosso,pianse tristemente.
Cinque anni prima, Maria, sua moglie, era morta di una malatta incurabile. I
bambini non si erano mai abituati al fatto che la loro madre non cera pi e chenon sarebbe mai tornata.
Affinch non perdessero lillusione, lemozione era profonda, promise ai bambini
che il mattino seguente avrebbe imbucato la lettera e disse loro che dovevano
aspettare fiduciosi la risposta.
Mancavano tredici giorni alla Befana. Avrebbe pensato a qualcosa che avrebbe
fatto cambiare idea ai bambini: Emilio e Fabio, di otto e sette annirispettivamente.
La loro et rispecchiava i terremoti che erano.
I bambini andarono a letto contenti.
Nestor non riusciva a prendere sonno. Non trovava alcuna soluzione al
problema.
Decise di uscire.
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Laria fredda della notte lo schiaffeggi in pieno volto. Deambul senza una
meta fissa. In alcune case ancora festeggiavano il Natale. Senza accorgersi
arriv davanti alla chiesa.
Era chiusa.
Sulla facciata della chiesa cerauna nicchia dove era situata una statua della
Vergine con il Bambino. I suoi occhi si posarono sulla sacra immagine. Dal
profondo dellanima usc una preghiera:
- Signora ,aiutatemi.-
Il giovane meccanico, con timore e stupore, not che la fredda statua prese
vita, si mosse eparl:
- Vedr cosa posso fare.-
Poi lo conged con un dolce sorriso.
Incredulo medit a lungo.
Non credeva nei miracoli.
Un amico interruppe il filo dei suoi pensieri e lo invit a bere un bicchierino. Ne
bevve uno e poi un altro e poi un altro e poiil miracolo pass nelloblo.
Il mattino dopo, i bambini, con il padre ancora stordito dagli effetti del vino,
andarono ad imbucare insieme a lui la lettera.
Sarebbe ritornata a l mittente con la seguente nota: Destinatario Sconosciuto.
Questo era la prassi.
Era!
Un miracolo .era in gestazione.
Con i bambini Nestor passeggi nella piazza del paese, fermandosi ogni tanto
di fronte alla chiesa.a guardare la statua della Vergine situata nella sua nicchia
Cercava un ricordo che gli sfuggiva.
Le campane chiamarono alla messa Maggiore. Entrarono.Si sedettero nel terzo banco evicino a loro prese posto una bella e snella
donna con occhi color caff.
La guardarono.
Continuarono a guardarla.
Lei arross.
Lingresso del saceredote diresse gli sguardi verso laltare.
Emilio e Fabio si misero al lato della misteriosa signora. Emilio a destra e Fabioa sinistra.
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Lei sorrise.
Loro la presero per mano.
Nestor lasci fare.
La sconosciuta era il vivo ritratto di Mara, eccetto per la pelle color caff come
quello degli occhi. Quando si scambiarono il segno della pace, Nestor, per brevi
secondi, trattenne la sua mano. Lei, caldamente strinse la sua e lo gratific con
un sorriso. I bambini la baciarono.
Ite, missa est. Dominus vobiscum.
La messa era finita.
Berta Maldonado era arrivata da sei giorni nel paese. Cercava lavoro come
cuoca. Nestor glielo offr. Avrebbe potuto cominciare quel giorno stesso
preparando il pranzo.
Lei accett.
Durante il cammino verso casa il giovane meccanico la prese per mano. Emilio
e Fabio alternavano con laltra.
Lui, involontariamente, strinse.
Lei, caldamente, rispose.
Cupido li aveva attraversati da cuore a cuore, bambini di mezzo.
Il miracolo incominciava.
Berta, allentrare in casa, si comport come padrona e signora.
Mand il padre e i bambini nel salotto. Lorrore della cucina scomparve in un
ora, e i profumi del pane del padrenostro svegliarono la fame. Come buona
madre fren i bambini. Come buona moglie cacci il marito dalla cucina.
- Fuori. Non vi voglio vedere qui dentro.-
Lordine fu imperativo.Tutti obbedirono : nessuno voleva incorrere nellira del dito indice.
Berta Maldonado aveva pensato di rimanere nel paese non pi di due mesi. Era
il suo costume. Cambiava con frequenza residenza. Ma quando serv i piatti,
sent che la piccola famiglia era la sua famiglia.
Decise di rimanere.
Il miracolo si era appena compiuto.
Appena!Durante il pranzo, i bambini, da bravi terremoti, ne fecero delle loro.
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Berta, rimprover e corresse. Come una perfetta madre.
Anche Nestor ricevette la sua parte.
- Non sporcare la tovaglia, usa il tovagliolo.- Rimprover come una buona
moglie.
- Bambini a dormire e tu aiutami con i piatti.-
Il dito indice non diede luogo a replica.
Lordine fu imposto in casa.
Mentre aiutava ad asciugare i piatti, Nestor, senza volerlo, urt lievemente la
spalla di Berta.
Questa, inaspettatamente, lo abbraci e lo baci ardentemente.
Quella notte fra Berta e Nestor non ci furono segreti La pelle color caff serv
come cuscino.
IL miracolo si era avverato.
Mancava un particolare!
Il giorno della Befana, il sacerdote benedisse la nuova famiglia appena formata.
Nestor pos gli occhi sulla statua della Vergine con il bambino. Not che
sorrideva. Ricord la notte di Natale, sorrise e la ringrazi.
La Signora aveva mantenuto la sua promessa
Quella sera , mentre metteva a letto i bambini, Berta fu bagnata dalla luna
piena. Per brevi minuti, la sua pelle color caff fu bianca. I bambini baciarono
ed abbracciarono la mamma.
Questo, il particolare che mancava.
P.S.: La carta non ritorn al mittente. Anche se non lo crederete, arriv al suo
destinatario.. L fu gestito il miracolo che sarebbe culminato nel giorno dellaBefana.
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I QUATTRO GENTILUOMINI DELLAPOCALISSI
I quattro amici in occasione della loro cena annuale, usanza inveterata che nel
paese consideravano una tradizione, si riunirono alle Streghe di Macbeth.
La riunione si celebrava ogni 31 ottobre ,ormai da quindici anni.
In paese, quel giorno, cessava qualunque attivit, importante o meno che fosse,in attesa che dai quattro punti cardinali della repubblica i quattro uomini
arrivassero.
I quattro prendevano alloggio in un albergo con annessa trattoria chiamata le
Streghe di Macbeth. Portavano come segno distintivo un cappello e una
cappa nera. Sul collo della cappa bordata in lettere bianche la parola MORS ,
morte in latino.
Nel paese li avevano soprannominati i quattro gentiluomini dellApocalissi (Non i
cavalieri perch non portavano alcuna calamit).
Arrivavano a distanza di cinque minuti uno dallaltro (Questo fu cronometrato).
Il secondo arrivato era ricevuto con una leggera inclinazione della testa ed il
cappello nero portato allaltezza del petto.
Si sedevano sempre allo stesso posto e allo stesso tavolo. Poi chiedevano del
vino rosso ed una cena luculliana.
La celebrazione durava fino al lalba.
Appena il sole sorgeva, andavano al cimitero, salutavano maestosamente i
morti, ritornavano a pranzare, riposavano e partivano ognuno con diverso
destino fino alla prossima riunione fra un anno.
Vediamo di conoscere da vicino i quattro gentiluomini dellApocalissi ed il
perch di tutto quello che abbiamo descritto.
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Quindici anni prima, Mario Gonzales, ingegnere meccanico, Oscar Landaeta,
professore di letteratura, Raul Antillano, medico chirurgo e Simon Pocaterra,
avvocato, si laureavano.
Decisero di festeggiare levento in forma originale. Mario lanci lidea. Tutti
accettarono.
Nella guida culinaria della nazione trovarono un trattoria con un nome esotico e
strano : Le streghe di Macbeth situata nel nostro paese.
Con berretto e toga viaggiarono ed arrivarono al posto desiderato. Avevano
pagato un affitto troppo alto per le toghe, cos decisero che le avrebbero
restituite due giorni pi tardi. Durante la cena decisero che tutti gli anni si
sarebbero riuniti nello stesso paese e nella stessa trattoria.
La cappa nera ed il cappello (idea di Mario), lanno seguente sustituirono la
toga ed il berretto.
La cerimonia della riverenza (unaltra volta Mario) la presero da un libro di
cavalleria.
Per ultimo (sempre Mario) anagrammarono le iniziali dei loro nomi e li fecero
bordare in lettere bianche sul collo della cappa :MORS, morte in latino.
La notte dei defunti (non Mario) sugger il saluto dei vivi ai morti recitando il
Dies irae.
Questo, in riassunto, linizio goliardico dei quattro gentiluomini dellApocalissi.
Maquestanno la riunione avrebbe preso una svolta inaspettata.
Mario fu il primo ad arrivare.
Not che linsegna oscillante che rappresentava le streghe era stata restaurata.
Puntualmente a distanza di cinque minuti arrivarono Oscar, Raul e Simon. La
MORS era al completo.Mario la vide entrare, gli altri si voltarono.
Snella, con un corpo sinuoso, bionda, occhi azzurri e passi che sembrava
lievitassero.
Vestiva di azzurro.
In silenzio prese una sedia e si sedette insieme a loro.
La MORS non usciva dal suo stupore.
La cena era appena cominciata. Le offrirono da bere. Si presentarono.Domandarono. Non rispose.
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Poi, con un sorriso sulle labbra, parl:- Vi aspetto questa notte, a mezzanotte,
nel cimitero. Non mancate.
In seguito, si alz, mise la sedia al suo posto ed usc dalla trattoria.
I quattro domandarono alloste chi fosse la giovane vestita di azzurro che era
appena uscita
Loste li guard incredulo. Nessuno era entrato dopo di loro.
Gli mostrano la sedia.
Quale sedia? Il locale era affollato.
I paesani, pur di vederli, riempivano il ristorante cinque minuti prima del loro
arrivo.
Non insistettero.
- Bene, non ci resta altro che mangiare ed andare allappuntamento.
Mancano due ore alla mezzanotte. Prosit!.-
Oscar alz il suo bicchiere di vino e tutti i presenti risposero al suo brindisi.
Quando uscirono, Mario not che una delle Streghe di Macbeth gli stava
facendo locchiolino.
Sar il vino, pens.
Non era il vino!
Attraversarono il paese. Leco dei loro passi sul seciato li oltrepass.
Era notte di streghe.
Tutto era possibile.
Con timore attraversarono le porte del cimitero. Con apprensione lessero
sullarco del portone :- Hic dies mihi, cras tibi.-
La misteriosa dama li stava aspettando seduta su una delle tombe. Il vento
giocava con il suo vestito azzurro, scoprendo a tratti due gambe che invitavanoamorire.
Si fermarono in semicerchio di fronte a lei.
La MORS non parl. Rimase boccheggiante in muta contemplazione.
Lei parl.
Un gufo fece sentire il suo canto. Uuhh, uuhh, uuhh.
- Benvenuti. In questo momento ognuno di voi si sta domandando chi
sono io, dadove vengo, perch voi mi vedete e gli altri no e perch vi hodato un appuntamento nel cimitero.Ma, soprattutto, cosa voglio da voi.-
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Un altro gufo apparve e fece sentire il suo canto. Uuhh, uuhh, uuhh.
- In vita fui la bella donna che state vedendo. Sono un fantasma.
Non come gli altri.
Mi hanno dato il potere di materializzarmi in carne ed ossa una volta
lanno. Questo il giorno in cui lo faccio.Mi chiamo Beatriz Losada. Sono
morta ormai 200 anni fa. Vivevo in una dimora non molto lontana da qui,
con i miei genitori ed una sorella. Stavo per sposarmi con il mio
fidanzato. Si chiamava Mario, come te
Mario ricevette un gradito sorriso pieno damore.
- Il giorno delle nozze usc presto dalla sua casaper venirmi a prendere.
Non arriv.
Scomparve nel bosco. Non si seppe pi nulla di lui.
Non solo scomparve lui, ma anche il suo seguito.
Il mio cuore non sopport il dolore ed una settimana dopo questa tomba
ricevette il mio corpo.
Nella mia nuova vita lho incontrato insieme al suo seguito. Una
cinquantina in tutti. Non ho potuto abbracciarlo. Ogni volta che ho
tentato, svaniva.
Mi raccont quello che gli era sucesso: mentre attraversavano il bosco
uno slittamento di rocce li seppell e fino a quando le loro ossa non
saranno trovate, non lo potr abbracciare.-
I singhiozzi si unirono al canto dei gufi. Uuhh, uuuu.
- Ogni anno, nella notte delle streghe, mi materializzo e cerco qualcuno
vivo che mi possa aiutare.
Se lo fate, Io sar il vostro premio. Altri lo hanno tentato e non hanno
avuto successo. Avete due giorni di tempo. Accettat