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FDS 242 ▼ La Bacchetta Magica • CLASSICA DISCHI • di Violetta Valèry

Dove le parole finiscono, inizia la musica. (Heinrich Heine)

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Questa attesissima rielaborazione sinfonica dell’albumicona dei Pink Floyd del 1975 Wish You Were Here, cele-bra il 40° anniversario della pubblicazione dell’album ori-ginale.. Wish You Were Here è il secondo album dei PinkFloyd che utilizza un tema concettuale interamentescritto da Roger Waters. La canzone omonima fu scrittacome tributo al fondatore della band e amico Syd Barrett,che lasciò il gruppo nel 1968 a causa di seri problemimentali che lo portarono, dopo una breve carriera solista,al ritiro dalle scene e a uno stato di totale isolamento. Ilcrollo mentale di Syd Barrett è qui cantato da Alice Coo-per, in tour con i Pink Floyd quando Syd era ancora nellaband alla fine degli anni Sessanta. Per la prima volta inassoluto, viene proposto in una spettacolare versione sin-fonica, recentemente realizzata presso gli Abbey RoadStudios di Londra, dove i Pink Floyd registrarono l’ori-ginale. Una meravigliosa fusione del rock progressivocon la musica sinfonica, in cui la London Orion Orche-stra interpreta le canzoni più celebri dei Pink Floyd inmodo intelligente e profondamente appagante: le chitarredistorte diventano un basso in ottone, il synth un florile-gio di arpa e vibrafono, in un crescendo sinfonico chegiunge ben presto al suo acme e lascia senza respiro. Laversione estesa di Shine On You Crazy Diamond è perfettacome suite sinfonica, mentre le due versioni di Wish YouWere Here, di cui una con l’assolo vocale di Alice Cooper,sono straordinariamente divertenti. La line up è stellare e

variegata: Alice Cooper alla voce, Rick Wakeman alle ta-stiere, due membri dell’Australian Pink Floyd alla chi-tarre, oltre alla Londra Orion Orchestra diretta da PeterScholes. David Gilmour e Richard Wright hanno semprecitato Wish You Were Here come la pietra miliare della lorocarriera con i Pink Floyd, e anche la critica e gli estimatoriconsiderano l’album la loro magnum opus. della band. Unvero must have per i fan dei Pink Floyd e per tutti gli ap-passionati di musica classica

Pink Floyd’s Wish You Were Here SymphonicLondon Orion Orchestra, direttore Peter ScholesCD 4789517 Decca Classic

Questo Sacre registrato alla Ruhr-Triennale 2013 rivela an-cora una volta le qualità davvero non comuni del diret-tore greco (di formazione russa) Teodor Currentzis edell’orchestra MusicAeterna da lui fondata. Alla fine diun ambizioso testo sul Sacre che accompagna il CD egli ri-

vendica alla musica popolare il ruolo di ossigeno control’accademismo e in un’altra breve nota dice di aver vo-luto cogliere “la pura essenza russa” di questo celebre ca-polavoro. Oggi, grazie al libro su Stravinskij di RichardTaruskin, sappiamo che nel Sacre si contano a decine lemelodie popolari russe citate, o rielaborate, o in variomodo oggetto di echi e allusioni. E sappiamo che la scon-volgente violenza innovativa di questa partitura si nutreanche di una dimensione arcaica. Mi sembrano queste lelogiche premesse per l’intensità della interpretazione diCurrentzis, che si vale della partitura riveduta nel 1947(dall’organico più “normale”), evoca colori accesi e sca-tena una violenza alle soglie del delirio. Non è il solo aesaltare i caratteri “russi” del pezzo; ma lo fa con impetotravolgente, scatenando energie primordiali, inesorabilinella crudeltà del rito. Una crudeltà che, va ricordato perinciso, potrebbe essere nata proprio dal compositore:l’idea astorica del rito mortale appartiene ad alcuni poetirussi della fine del secolo XIX o inizio XX e forse fu sug-gerita dallo stesso Stravinskij ad integrazione degli studiarcheologici di N. Roerich, che diede un contributo im-portante alla definizione dello scenario del Sacre e ideòanche le scene del balletto. (Paolo Petazzi, Classic Voice)

Stravinskij – Le Sacre du PrintempsMusicAeterna, direttore Teodor Currentziscd Sony 8875061412

83CLASSICA DISCHI • La Bacchetta Magica ▼ FDS 242

Mentre ci avviciniamo al centenario della nascita di Ber-nstein (2018), la Deutsche Grammophon completa la lus-suosa rassegna delle sue registrazioni, con un set di 64CD che comprende le registrazioni complete del grandedirettore per DG di Mahler, Mozart, Schumann, Shosta-kovich, Sibelius, Stravinsky e Tchaikovsky. Le registra-zioni sono presentate nelle loro copertine originali; ilcofanetto include un volume in formato LP che contieneun nuovo saggio di Bernstein scritto da Nigel Simeone(editore del libro Leonard Bernstein Letters, recentementepubblicato), una prefazione appositamente scritta dallafiglia del grande direttore, Jamie Bernstein, e la ristampadi un articolo di Michael Gray “Bernstein parla di mu-sica”. Questa edizione è il seguito del Vol. 1 uscito nel2014, riscuotendo grande successo; il repertorio di que-sto secondo volume è, se possibile, ancora più possente equesti set insieme rappresenteranno l’opera omnia delleregistrazioni di Bernstein per Deutsche Grammophon.Nel frattempo, la Paramount ha annunciato un film bio-grafico di Bernstein diretto dal leggendario Martin Scor-

sese, la prima di una serie di iniziative, mentre ci muo-viamo verso il 2018.

Leonard Bernstein Collection - Volume 264 CD Deutsche Grammophon 4795553

Per la sua ultima incisione dedicata a Charles-ValentinAlkan, Maltempo ha utilizzato un pianoforte Érard del1899 proveniente dalla collezione di Marco Barletta e sa-pientemente restaurato. La scelta di uno strumento sif-fatto permette sulla carta di ottenere risultatiacusticamente in linea con le intenzioni dell’autore e sod-disfare al meglio le richieste di pagine che hanno un si-gnificato particolare nel catalogo del musicista. Le operedi Alkan che non appartengono al comparto degli Studi,da Maltempo già affrontato con stupefacente bravura,sono tutt’altro che facili e richiedono all’interprete lostesso grado di vigilanza, unito alla ricerca di chiavi in-terpretative spesso ardue da individuare. Tra le scelte ef-fettuate da Maltempo spiccano soprattutto i trestraordinari pezzi dell’Op. 41 e qui il suono un poco me-tallico dell’Érard sembra ideale per rendere certi elementichitarristici del primo numero, i “soliti” micidiali pas-saggi all’unisono e quelli in ottave spezzate del secondo,e soprattutto l’arsenale di perversioni pianistiche, comedirebbe Brendel, che affollano il terzo, una pagina che da

sola sarebbe tra l’altro sufficiente a esemplificare l’origi-nalità della poetica alkaniana. Ancor meno conosciuto èil Minuetto alla tedesca, che ricorda alla lontana un mi-nuetto di Dussek (dalla Sonata Op. 77) e un certo giocopianistico in ottave alla mano sinistra sfruttato da Lisztnelle Réminiscences de Robert le diable. Appartenente allaprima parte della parabola creativa del maestro francese,il dittico formato dalla Marche funèbre e dalla Marchetriomphale ci offre ancora l’occasione per ascoltare origi-nalissimi effetti stranianti di campane e tutto l’arsenaledi passaggi di somma bravura che dovettero spaventarenon poco anche i virtuosi più agguerriti come Liszt. Altrodittico molto importante presentato da Maltempo èquello formato dal Capriccio alla soldatesca e da Le tambourbat aux champs, dove vengono impiegati molti effetti pia-nistici sperimentati soprattutto nel primo movimento delConcerto, ottavo studio dell’op. 39, e dove si possono co-gliere ancora elementi che potrebbero provenire dall’in-fluenza di Meyerbeer (oggetto questo di un possibilespunto di tesi sui rapporti tra i due musicisti?). Il CD,denso di elementi di grande interesse contiene anchel’oramai noto Preludio dell’Op. 31 (La Chanson de la folle),un piccolo Preludio e una Esquisse dall’Opera 63. Undisco di estremo interesse che testimonia sempre di piùl’importante contributo offerto da Vincenzo Maltempo afavore della rivalutazione di un musicita che dovrebberientrare in pianta stabile nel repertorio concertistico.Parte delle opere presentate in questo cd era stata rive-lata a un pubblico ristretto di specialisti in anni oramairemoti da un alkaniano profetico, Ronald Smith, la cui fi-gura mi sembra doveroso ricordare anche in questa oc-casione. (Luca Chierici, Classic Voice)

Alkan: Chanson de la folle au bord de la merOpere per pianoforte (op. 26, 27, 41, 46, 50)Vincenzo Maltempo, pianoforteCD Piano Classics  PCL0083

84 FDS 242 ▼ La Bacchetta Magica • IL DISCO DEL MESE • di Mauro Bragagna

Del disco nuovo, purtroppo l’ultimo, vi parliamo nell’articolodi copertina. Ma per ricordarne la strabiliante carriera, la vitavissuta come un’opera d’arte, ci vorrebbe un’enciclopedia. SuFedeltà del Suono 237 vi abbiamo presentato il suo albummeno amato, Hours, che in una nuova veste vinilica e coloratasi è fatto riscoprire ben oltre le (modeste) aspettative. Rieccociqua, in una rubrica che si chiama Disco del mese, ma in questocaso dovrebbe essere Disco dell’anno, o del decennio. Disco diDavid Bowie. Ai cultori della materia consigliamo la ristampadi 1.Outside, uscita a fine novembre in occasione del Black Fri-day, oggetto piuttosto costoso e in serie limitata, complessocome Blackstar ma più ostico. È stato pubblicato nel 1995, esmentisce clamorosamente chi sostiene che dopo Scary Mon-sters (1980) non abbia più prodotto album di rilievo. È il quartorealizzato con Brian Eno, e la sua presenza si sente. Ma il DucaBianco oltre che uno sperimenta-tore è stato una rockstar,dimenticarlo è un atteggiamentoun po’ snob. Così ci pare consi-gliabilissimo il box uscito lo scorsoautunno sia in cd che in vinile,Five Years 1969- 1973, chedescrive la sua ascesa con titoliepocali come The Rise and Fall ofZiggy Stardust and the Spidersfrom Mars, con la chitarra di unmusicista eccellente come MickRonson, padre di quel Mark cheattualmente è il Re Mida del mer-cato discografico. E’ il suo albumpiù noto ma rimane imprescindi-bile, tanto che è presente in dueversioni, l’originale e quella conun inedito mix di Ken Scott, chealtro non è che la versione stereodel SACD multicanale del 2003. Epoi c’è Ziggy Stardust: TheMotion Picture Soundtrack, che riprende il celebre concertoall’Hammersmith Odeon del 1973, con l’uccisione del suo alterego davanti al pubblico in delirio. Prima del finale, il gioiellinodecadente Rock’n Roll Suicide, David annuncia che non è solol’ultimo concerto del tour, ma l’ultimo concerto di sempre.Addio alla sua maschera più famosa. Nei cinque anni copertidal box ne vediamo tante altre, come quella dell’astronautaMajor Tom, che perde il contatto con la Terra e vaga nello Spa-zio: Space Oddity, che richiama la “Space Odissey” di Kubrick,pubblicato pochi giorni prima dell’allunaggio dell’Apollo 11.Un singolo fantastico ma l’album più bello è Hunky Dory, congli omaggi a Bob Dylan e ad Andy Warhol, la metafora di chisi sente alieno fra la gente comune - Life on Mars – e un innorock come Changes, con il celebre ch-ch-ch-ch-changes che metteallegria. The Man Who Sold the World l’hanno rifatta i Nir-vana di Kurt Cobain e non stupisce, l’album che l’accompagnaha la brillantezza di un Bowie che ha scoperto – grazie, LedZeppelin!- che anche il blues può essere hard. Aladdin Sane èispirato dalle città attraversate durante il primo tour ameri-cano, con canzoni come Jean Genie e una cover di Let’s Spend

the Night Together degna degli Stones. Oltre a una Panic inDetroit che richiama i tumulti di Detroit che nel 1967 hannoscioccato l’America, raccontati a Bowie dall’amico Iggy Pop. Frai titoli in studio quello meno incisivo è inevitabilmente Pin-Ups, ricordato più per la copertina con la top-model Twiggyche per la musica. È un album di cover che rileggono il rockdegli Anni Sessanta (Yardbirds, Them, The Who, The Kinks…)con la classe che associamo a Bowie, si lascia ascoltare con pia-cere ma non replica lo stato di grazia toccato in See Emily Play,omaggio ai Pink Floyd febbricitanti di Syd Barrett. Oltre al LiveSanta Monica ’72 per i collezionisti c’è un doppio inedito comeRe: Call 1, raccolta di chicche come le versioni mono di diversisingoli, la cover di Amsterdam di Jacques Brel, Ragazzo solo,ragazza sola firmata Mogol, un paio di pezzi della sua oscuraside-band, The Arnold Corns… Un tesoretto che potrebbe

lasciare indifferenti gli adepti del-l’ultima ora, ma nel box ce n’è pertutti. Pazzesco pensare a quantecose siano successe in casa Bowie,in un quinquennio. E quello suc-cessivo non sarebbe stato da meno,anzi.

Il cofanetto è realizzato benissimo, c’èun bel volume fotografico con i com-menti di Tony Visconti e Ken Scott, idischi sono 180 grammi ed il vinile èveramente audiofilo, come promesso.Particolarmente silenzioso e piuttostoben sonante, anche se non è l’agognatoAAA sognato da tutti gli appassio-nati. Il mastering è stato realizzato exnovo solo per David Bowie, TheMan Who Sold the World, HunkyDory e Pin-Ups, con esiti positivi

anche se il bilanciamento tende al brillante, la nostra copia di HunkyDory pubblicata per il centenario della Emi suona un po’ più vera.Ma poco importa di fronte alla scoperta che queste ristampe manten-gono una dinamica corretta, non sono l’ennesima vittima dellaLoudness War. Solo per questo possiamo perdonare l’assenza delcodice per il download, che dovrebbe essere un diritto in pubblicazionicosì costose. DISCRETO/BUONO

David Bowie a.k.a. Space OddityThe Man who Sold the WorldHunky DoryThe Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders fromMarsAladdin SanePin-upsLive Santa Monica ‘72Ziggy Stardust: The Motion Picture soundtrackThe Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders fromMars (2003 Mix)Re: Call 1

13 LP Parlophone 0825646284092

IL DISCO DEL MESE

DAVID BOWIE“FIVE YEARS 1969-1973”

86 FDS 242 ▼ ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI • di Mauro Bragagna

Darlene Love “Introducing”

2 LP + Download Wicked CoolRecord/Columbia 8 88751 32301 8

È un album spiritoso, a partire dal titolo.Introducing, come si faceva tanti anni fa con leopere prime delle ragazze di belle speranze.Ma Darlene è una leggenda, la sua voce èentrata nell’immaginario collettivo americanodalla porta principale, grazie alle produzionidi Phil Spector. La potete ascoltare inevergreen come He’s a Rebel, Be My Baby,Baby I Love You… l’ha scelta anche FrankSinatra per accompagnarlo nel pezzo più souldella sua carriera, That’s Life. Introducing èun album meno nostalgico del previsto, laproduzione è di Steven Van Zandt, amante delWall of Sound di Spector ma anche del rockpiù sferragliante, come ha dimostrato co-producendo The River. Introducing è un po’il nipote di quell’album, almeno nelle sue partipiù tipicamente American Style, vicineall’Asbury Sound venato di black music cheascoltiamo nella musica di Southside Johnny,artista gemello e più sfortunato di Bruce. Persottolineare questo inaspettato cordoneombelicale Springsteen regala a Darlene e VanZandt due inediti di quelli buoni, NightClosing In e Just Another Lonely Mile. Ma cisono anche un paio di pezzi di Elvis Costello(Forbidden Nights è un altro inedito), perdare all’album un sapore sixties ma senzaesagerare, anche se ascoltando questa musicaci sembra di tornare a indossare i pantalonicorti. Rimane il mistero della voce di Darlene,che pare insensibile alle ingiurie del tempo.Così può misurarsi senza timori con unostandard impegnativo come River Deep,Mountain High, con l’ingombranteriferimento di una Tina Turner giovane e fortecome una tigre sullo sfondo.

Arrangiato e prodotto da Steven Van Zandt,mixato da Bob Clearmountain, masterizzato da BobLudwig. Questi gli indiziati, ma il colpevole al100% è Steven. Che amiamo come musicista eproduttore, ma come “tecnico” ama i suoni insaturazione, la musica rock sempre “a palla”. Cosìla dinamica è telefonica anche sul vinile, che dàl’idea di essere a una festa anche se la manopola delvolume è soltanto a ore nove. Ce lo siamo goduti lostesso, senza farci troppe domande. Quelli che pergli audiofili sono difetti grossolani, come l’effettoflou che appanna la definizione, in questo casodiventano il carattere di una musica. Con questaattenuante l’ellepì si salva dall’insufficienza.SUFFICIENTE

Da quanti anni un disco di Edoardo Bennatonon entrava nella nostra collezione? Mmmh,così tanti che abbiamo perso il conto. C’èvoluta l’edizione celebrativa di Hai paura delbuio degli Afterhours per ricordarci che la suavoce sembra nata per eseguire un rocksemplice e nervoso, alla Chuck Berry. Cantavail pezzo iniziale, 1996, finalmente lontanodalle sabbie mobili del nazional-popolare nelquale si era impantanato. Fuori con ilverricello, e Pronti a salpare (l’omonimaballata è dedicata all’amico Fabrizio DeAndrè) non ha gli spigoli indie degliAfterhours, né introduce nulla di nuovo, maha una freschezza insperata anche se riprendei temi e le figure che hanno creato il suomondo fiabesco. Ritorna l’Isola che non c’è diPeter pan, il Raffaele che in Venderò guarivala gente, il Collodi de Il mio nome èLucignolo, che anticipa il musical “Burattinosenza fili”. Non è bello ciò che è bello erastata scritta per Pavarotti, mentre lo sberleffodi La calunnia è un venticello contiene unframmento di Rossini ed è dedicata a EnzoTortora e Mia Martini. Al Gran ballo dellaLeopolda si permette un tuffo nel presente,dialogando con Pippo Civati mentre si chiedequale sia, fra i due Mattei, quello vero. Rileggepoi due vecchie cose (Zero in condotta ePovero Amore), ma il momento piùgodurioso è l’autobiografica A Napoli 55 è ‘amusica, che racconta quando diciottennerisalì la penisola fino a Milano dove stavano lecase discografiche, come facevano i bluesmanamericani quando lasciavano il Profondo Sudper arrivare nelle metropoli del Nord,Chicago e New York. Da decenni EdoardoBennato non soffiava nell’armonica a boccacon tanto entusiasmo. Speriamo che laprossima volta sia più conciso - 14 branidisperdono l’attenzione - e trovi spazio ancheper il kazoo.

Registrato e mixato da Stefano Giungato,masterizzato da Antonio Baglio, è un cd che hapoco da invidiare a lavori con molte più pretese.Con l’aria che tira non è molto, direte voi.Comunque i suoni sono piuttosto tattili, c’è unacerta vivacità che non strilla e rende le canzonipiacevolmente vive. La voce di Edoardo è raccoltain tutta la sua birichina irriverenza. A rovinare lafesta arriva la solita nemica, la compressione. Dai,una limited edition in vinile con un DRnettamente migliore del cd, come accade con iprodotti anglo-sassoni? DISCRETO

Gli Anni Ottanta sono stati un disastro per NeilYoung, almeno considerando il livello mediodei suoi dischi. Titoli come Trans, Hawks andDoves e Re-ac-tor sono considerati da semprele pecore nere di una produzione ormaisterminata. La sua casa discografica, la Geffen,arrivò a fargli causa accusandolo di produrrevolutamente musica “non rappresentativa”.Alla fine del decennio sarebbe arrivata larinascita, cambiando casa discografica etornando a fare quello che sapeva fare meglio,con Freedom (1989) e Ragged Glory (1990), unaripartenza che ha regalato altri frutti preziosi.Ma subito prima del “grande ritorno” c’è statol’incompreso This Note’s For You (1988), il suounico album dichiaratamente rhythm’n’blues.La voce sottile di Neil, ideale per essereaccompagnata dai suoni cristallini di unaMartin acustica o dalle elettriche urticanti deiCrazy Horse, suona un po’ bizzarra accostataad una sezione di fiati (sax alto, tenore,baritono, trombe e tromboni). Poco da fare, nonè un soul-man, a ciascuno il suo. Anche se nellaband che lo accompagna, i Bluenotes, sinascondono comunque i Crazy Horse: PonchoSampedro (tastiere), Ralph Molina (batteria) eBilly Talbot (basso). Bisogna ammettere chequella che sembrava l’ennesima scelta piùeccentrica che riuscita, ascoltando il disco instudio, assume un altro valore se la valutiamosul palco. Con le canzoni lunghe, talvoltalunghissime (Tonight’s the Night sfiora i ventiminuti) e una band che ha tanta voglia didiffondere buone vibrazioni. Molto meglio dalvivo che in studio. Da qui a dire che sia l’albumideale per avvicinarsi a Neil Young ce ne corre,ma se avete già i suoi capolavori e voleteprovare qualcosa di diverso, merita un ascolto.

Le “Performance Series” di Neil Young sono delleghiottonerie anche dal punto di vista audiofilo,purtroppo vendute a cifre non proprio popolari. Ilprezzo insolitamente basso, una cinquantina di euro,ci ha dapprima fatto esultare. Aperto il box abbiamoscoperto che i 4 vinili su cui sono distribuite le 21canzoni, stampati in Olanda, non sono 180 grammi.Messi sul piatto ne abbiamo comunque apprezzatola silenziosità, ma il suono è proprio da live. Ladinamica è piuttosto buona ma il dettaglio èmediocre, le sonorità poco definite, un po’ confuse,talvolta ovattate senza essere morbide. Speravamo diessere avvolti dai sax e dalle trombe, e invece gliottoni sono piuttosto timidi. Sembra di essere alconcerto, ma lontani dal palco. Manca il codice per ildownload. SUFFICIENTE/DISCRETO

Edoardo Bennato “Pronti a salpare”

CD Universal Music 0602547583635.

Neil Young “Bluenote Cafè/ Archives Performance

Series Disc 11” 4 LP Reprise records 9362 49261 1 LC00322

87ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI ▼ FDS 242

Roger Waters “The Wall”

Blu-ray Disc Universal 830 610 1

Nel biennio 1980/81 i Pink Floyd hannoportato in tour quello che i più considerano illoro ultimo, grande album: The Wall. Solo 31concerti, che avevano l’aura dell’eventoeccezionale. Se ne parlava come si faceva conle grandi gare ciclistiche degli Anni Quarantae Cinquanta, quando la diretta live nonesisteva e ci si accontentava dei resoconti, dellenarrazioni più o meno immaginifiche. PoiWaters si è appropriato della sua operaprediletta e l’ha portata dapprima a Berlinoper festeggiare la caduta del Muro, nel 1990.Fra il 2010 ed il 2013 è andato praticamentedappertutto, replicando lo spettacoloaddirittura 219 volte. Chi non ha avuto lapossibilità di assistervi, né di andare al cinemadove è stato proposto con grande successo, ilfilm The Wall di Roger Waters e Sean Evans èfinalmente disponibile per ascolto casalingo insvariate edizioni, per i collezionisti c’è ancheuna super deluxe edition autografata da Roger,solo 3000 copie numerate a 500 dollari l’una.Per tutti gli altri il formato più consigliabile èsenz’altro il Blu-ray, con le immagini chealternano il concerto e il viaggio antimilitaristadi Roger, i decibel dei palchi di Manchester,Atene e Buenos Aires e il silenzio dei cimiterimilitari. Quattro coriste e tre chitarristi, conRobbie Wickoff che sostituisce le parti vocalidi David Gilmour, non riescono a sostituire lamagia dei Pink Floyd, e le emozioni sonopiuttosto diluite. Comfortably Numb, IsThere Anybody Out There, Another Brick inThe Wall sono definitivamente delle iconesonore del Novecento, così belle in sé darisultare interessanti anche quando vengonosuonate da una cover –band, figuriamocieseguite da Waters. Lo spettacolo rimanegrandioso, come sempre. ma non possiamonegare che sia ormai diventato una routine,anche se di altissima classe.

Pochi mesi fa abbiamo applaudito la riedizione invinile di Amused to Death, che ci ha regalato unsuono di assoluto riferimento, grazie anche allacollaborazione con la Mobile Fidelity. RogerWaters può piacere o meno, ma tecnicamente è unagaranzia. Anzi, era. Le aspettative per questo liveerano altissime, ma sono andate deluse.Trasparenza, dinamica e definizione sonoaccettabili, almeno sul Blu-ray che ha un suonomeno costipato del cd, ma non si staccanoassolutamente dalla media dei prodotti analoghi.DISCRETO

John Grant sembrava uno degli uomini piùfortunati del mondo: una voce baritonalemeravigliosa, che riconosceresti fra mille, euna capacità di scrittura notevolissima. Ilcantautorale Queen of Denmark (2010),registrato con i Midlake, è stato premiatocome disco dell’anno da una rivistaprestigiosa come Mojo. Poi è arrivata la svoltaelettronica, del tutto inaspettata, di PaleGreen Ghosts, (2013), confermata da questonuovo album che si muove fra Demonio eSantità. Si apre e si chiude con la lettera di SanPaolo ai Corinzi, una riflessione sull’Amore,ma nel mezzo sta il tormento di chi ha avutodei genitori così severi da predirgli l’Inferno,per la sua omosessualità. Oggi che èsieropositivo non si lamenta, ché ci sonobambini con il cancro. Lo racconta nellasplendida title-track, che se non pensi al testopotresti metterla come sottofondo per unacena elegante. Grey Tickles è la traduzione diun detto irlandese che indica la crisi dimezz’età, mentre Black Pressure indical’incubo, ancora una traduzione, questa voltadal turco. La costante dell’album è ladicotomia fra la drammaticità dei testi e lemusiche che lo fanno assomigliare ad unparty album. Di notevole livello, quandoprevale la sua vena autoriale, o quando siballa ai ritmi sincopati di Prince, un po’ menoquando affiora l’eurodance che da sempre èamata dalla comunità gay, che però su disconon riesce ad appassionarci neppureinterpretata da Grant. Come sempre i testisono sarcastici e appuntiti, ci confermanoanche il suo amore per il cinema.Precedentemente aveva reso omaggio a ErnstBorgnine e Sigourney Weaver, questa voltala stella fortunata è quella di Geraldine Page(Geraldine). Un album controverso enotevole, fra scandalo e bellezza, quasi comeriusciva a David Bowie.

Copertina apribile, due bei vinili bianchi da 180grammi, il cd, un album fotografico di 16 pagine.Sicuramente non si rimpiangono gli euro richiesti,anche perché a Greg Calbi, dello studio SterlingSound, per una volta non hanno detto: quando faiil mastering pensa agli auricolari usa e getta. Cosìil DR è un bel 12, con punte di 14. Si può alzare lamanopola del volume, e oltre alla dinamica anche ilsuono del vinile è interessante. Il cd è più asfittico,nettamente, ma visto che è regalato lo consideriamoun gradito presente da ascoltare in macchina.BUONO

La canadese Claire Boucher, in arte Grimes, èuna delle artiste più apprezzate e citate delmomento. Ad un primo ascolto non se necapisce la ragione. Sembra la versione indie diMiley Cyrus, e considerato che l’ex eroinadella Disney adesso suona addirittura con iFlaming Lips, la leggendaria bandunderground dell’Oklahoma, non se ne vedela necessità, di un disco come Art Angels.Citato come esempio di produzioneindipendente, perché Claire realizza tutto dasola, come Prince, non ha voluto unproduttore e si occupa persino della grafica dicopertina. E poi suona un pop pieno finoall’orlo come una vignetta di Jacovitti,alternando canzonette dance e rumorismoindustriale. Ha scritto una canzone perRihanna, che l’ha rifiutata, precisando megliole sue ambizioni. Ma al contempo è anche unafan del suono industriale dei Nine Inch Nails,di Marylin Manson. Confusi? Aspettate, chenon siamo ancora arrivati al top. Vi piace ilrap? Si? Anche quello taiwanese? Bene, se nonlo avete mai provato ascoltate Scream, con ilsuo ritmo accattivante e il canto alieno dellarapper taiwanese Aristophanes. Inizialmentefa l’effetto esotico delle alghe verdi che simangiano nei migliori ristoranti orientali, poisi rivela una delle perle di un album che siavvale solo di un’altra ospite, questa voltamolto più conosciuta, come la nostrabeniamina Janelle Monae. Venus Fly è unbuon pezzo, anche se le voci sono mixate unpo’ troppo indietro, e come sempre è laritmica a fare la primadonna. Art Angelsricorda certi minidiffusori che hanno bisognodi amplificatori enormi per funzionare bene.In questo caso abbiamo a che fare con un popsintetico che per essere apprezzato ha bisognodi essere ascoltato con l’attenzione di unalbum di Philip Glass. Ne vale la pena?Comunque sappiate che c’è. Scritto, suonato, prodotto e ingegnerizzato dallastessa Grimes, che ha curato anche la grafica dellacopertina. Se piace il genere, a metà strada fra losplatter e il bianco e nero del nostro Magnus,sappiate che sono inseriti i preziosi art work sucartone lucido che rappresentano ogni canzone.Via col vinile, allora, o forse no. Perchél’apprezzata Realiti è disponibile solo su cd, se siprende l’ellepì la si può ascoltare solo daldownload. La qualità sonora? È un discomodernissimo, quindi è un optional. L’MP3 è ultracompresso, il cd troppo compresso, il vinilecompresso ma più civile. Fate vobis.INSUFFICIENTE/SUFFICIENTE

John Grant “Grey Tickles, Black Pressure”

2 LP+ CD Bella Union LC13556 BELLA505V

Grimes “Art Angels”

LP+ download 4AD CAD3535

20 febbraio Roma, Audi-torium Parco della Musica23 febbraio Napoli, TeatroAugusteoEduardo De CrescenzoEduardo De Crescenzopresenta Essenze Jazz Event,un progetto che rappre-senta un personale bisognodel cantautore e vocalistpartenopeo di ritrovare“l’essenza” dell’emozione,la ricerca di un suono chepotesse rappresentarlooggi e che invece è riuscitoa materializzare e a fon-dere con sorprendente na-turalezza e coerenza tutto ilsuo cammino artistico. Es-senze Jazz è un concertoacustico, rigoroso eppureappassionato, antico e mo-dernissimo perché porta inscena solo “l’essenza” del-l’arte: l’emozione. Intrecciapassato e futuro; i generimusicali hanno confini sfu-mati, relativi. Del jazz cat-tura le atmosfere, il gusto

per la composizione estem-poranea, lascia vivere contoccante emozione quellastraordinaria capacità diEduardo di far “suonare lavoce”, di piegarla ora alleesigenze del fisarmonici-sta, ora a quelle del vocalisto dell’interprete. Un reper-torio costruito nel tempoche, pur toccando vette in-ternazionali di popolarità,non ha mai cavalcato le lu-singhe del “mercato facile”e che oggi vive di nuovemagie con una straordina-ria formazione di jazzistiche lo accompagna sulpalco. Il progetto rispec-chia l’amore di Eduardoper il live, la sua partico-lare capacità di improvvi-sare sul palco, di far suo-nare la voce, di fonderlacon la musica, trascurandoquasi la canzone che di-venta così solo un pretestoper comunicare emozioni.Straordinaria la forma-

zione che lo accompagnasul palco: Enrico Ravatromba; Enzo Pietropaolicontrabbasso; Marcello DiLeonardo batteria; StefanoSabatini pianoforte; Da-niele Scannapieco sasso-fono; Lamberto Curtonivioloncello; Eduardo DeCrescenzo voce e fisarmo-nica.

24 febbraio Messina, Tea-tro Vittorio EmanueleMusica del XXI secolo:Philip Glass, Michael Ny-man, Arvo Part, GavinBryarsSarà un salto nel presentequesto concerto perchéconsentirà al pubblico diapprezzare suggestionimusicali, contemporanee,di vario genere: da quelleminimaliste a quelle cheprediligono le forme sceni-che, a quelle ancora ricchedi risonanze mistiche e re-ligiose.

27 febbraio Treviso, NewAge Club29 febbraio Roma, OrionEagles Of Death MetalFormatisi nel 1998 a PalmDesert, California, gli Ea-gles Of Death Metal, unadelle formazioni più im-portanti del rock alterna-tivo degli ultimi vent’anni,compaiono per la primavolta su una raccolta dalnome The Desert SessionsVolumes 3 & 4 di JoshHomme, uscita in quel-l’anno. Negli anni imme-diatamente successivi, JoshHomme si dedica peròprincipalmente al suo pro-getto con i Queens Of TheStone Age, che comincianoin quel periodo a riscuotere

FDS 242 ▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO • a cura della Redazione88

Rassegna di concerti ed eventi di tutti i generi musicali per lasciare, una voltatanto,l’impianto spento. O, quantomeno, in stand-by...

un enorme successo. Ilvero e proprio album didebutto arriva nel 2004 conPeace, Love, Death Metal.Molti dei pezzi contenutinel disco si rivelano deitormentoni, anche graziealla loro acquisizione daparte di diversi spot com-merciali (dalla birra alleauto, dalle catene di fast-food alle scarpe), di famo-sissimi videogiochi ed alloro uso per trailer di filmcome Thank You For Smo-king e Grindhouse. Il se-condo lavoro, Death BySexy, esce nel 2006 e laband parte per una serie ditour tra cui quello di sup-porto agli Strokes. Nel 2006gli Eagles Of Death Metalaprono un concerto deiGuns N’Roses a Cleveland,non sfuggendo al cliché diisteria che da sempre cir-conda il loro frontman: unavolta salito sul palco AxlRose li chiama infatti “Pi-

FDS 242 ▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO

geons Of Shitmetal”. GliEagles of Death Metalhanno sempre scherzato suquesto avvenimento, alpunto che Jesse Hughes siè fatto tatuare la scritta “Pi-geons Of Shitmetal” sulsuo braccio sinistro. HeartOn è il terzo album dellaband. Su di esso una man-ciata di ospiti celebri: la ta-tuatrice Kat Von D, la mu-sicista delle Distillers (maben più nota ex moglie diTim Armstrong) BrodyDalle oltre a varie vecchieconoscenze dei Queens OfThe Stone Age. Gli EaglesOf Death Metal non sononuovi a collaborazionid’eccezione: in passato, trai loro ospiti, nientemenoche Jack White e DaveGrohl. Nel 2015 pubblicanoZipper Down. Venerdì 13novembre 2015, gli EaglesOf Death Metal stannosuonando al Bataclan diParigi, nel corso del tour di

promozione di ZipperDown, il loro quarto album,quando un commando diterroristi fa irruzione nellocale uccidendo 89 per-sone e ferendone oltre uncentinaio. Nel giro di po-chi giorni la canzone SaveA Prayer, un remake irri-dente dello storico hit sin-gle dei Duran Duran, tra-sformato in un classico perraduni Harley Davidson,vola ai primi posti delleclassifiche di vendita di i-Tunes  in mezza Europa,trasformando la band diJesse Hughes in un feno-meno di successo. Nel frat-tempo i Duran Duran, inquanto autori del pezzo,dichiarano che rinunce-ranno a qualsiasi proventoderivante dalla versionedegli Eagles Of Death Me-tal, e devolveranno il tuttoin beneficienza, valutandoopzioni che siano utili, pa-cifiche e solidali.

28 febbraio, Roma, Audi-torium Parco della MusicaJames Senese & NapoliCentraleJames Senese, lead vox te-nor ewi synt, sax, sopranoFredy Malfi, batteria e vocecoroGigi De Rienzo bassoErnesto Vitolo tastiereI Napoli Centrale di cui ilgrande sassofonista “neroa metà” è il leader e fonda-tore, rappresenta uno deigruppi più importanti delpanorama musicale deglianni Settanta in Italia. Illoro suono è riuscito a mi-scelare la melodia della tra-dizione popolare napole-tana con le più innovative esperimentali sonorità jazz-rock, in una fusione che èstata una vera rivoluzione.Il 2015 è uno degli anni piùproficui per la storica bandnapoletana, circa centoconcerti in tutta Italia, un

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film in preparazione e ilnuovo album la cui uscita èprevista per la primavera2016. “Sono nato nero e sononato a Miano, suono il sax te-nore e soprano, lo suono ametà strada tra Napoli e ilBronx, studio John Coltranedalla mattina alla sera, sonoinnamorato di Miles Davis,dei Weather Report e in piùho sempre creato istintiva-mente, cercando di trovare unmio personale linguaggio, non

FDS 242 ▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO

copiando mai da nessuno... ilmio sax porta le cicatrici dellagioia e del dolore della vita.”James Senese

4 marzo Mestre, TeatroCorso5 marzo Bologna, Audito-rium Teatro Manzoni7 marzo Roma, TeatroBrancaccio8 marzo Milano, TeatroDal VermeJoe Jackson

Joe Jackson, vero e propriogenio anticonformista eraffinato della musica in-ternazionale, annuncia ilFast Forward Tour, che loporterà in Italia la prossimaprimavera. Apprezzato eseguito in tutto il mondo,poliedrico come pochi suoicolleghi, l’artista britannicopresenterà il nuovo album,Fast Forward, appena pub-blicato in Italia da Edel, eche segna il ritorno allascrittura “pop” dopo annidi esperimenti, live e con-taminazioni. Joe Jackson haviaggiato molto per ilmondo e ha scritto, regi-strato, prodotto e arran-giato il disco in quattro di-verse città (New York, NewOrleans, Berlino e Amster-dam) tutte con un set di-verso di musicisti (da BillFrisell a Greg Cohen): il ri-sultato è un album raffi-nato ma accessibile, da sco-prire ascolto dopo ascolto.Eternamente controcor-rente, refrattario a tutte lemode e i cliché, Joe Jacksonnella sua quarantennale

carriera è riuscito semprea penetrare a fondo lo spi-rito autentico di ogni stile,spaziando dal punk al reg-gae, dal rock al blues, dalpop al jazz, dal soul alle co-lonne sonore, fino allaClassica, senza mai scivo-lare nella superficialità.Non c’è praticamente am-bito musicale che il suo ge-nio onnivoro non abbiatoccato e approfondito,mantenendo sempre stan-dard di qualità elevatis-simi. Quasi senza prece-denti nel pop-rock, la suapoliedricità di musicista,cantante, paroliere, com-positore, arrangiatore e di-rettore d’orchestra. AMarzo ci saranno GrahamMaby (basso), TeddyKrumpel (chitarre) e DougYowell (batteria) sul palcocon Joe Jackson, che mancadall’Italia dal 2012: quattroconcerti nel nostro Paeseper gli amanti della musicadi qualità, un’oasi a cui po-tranno attingere per poi ri-generarsi di leggerezza,classe e intelligenza.

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5 marzo Cesena, VidiaRock Club8 marzo Milano, AlcatrazTrickyTricky verso il cambia-mento. Continua a muo-versi, continua a cambiaremarcia, continua a fare ilmutante, in pratica conti-nua a evolversi. E’ questoche lo mantiene un artistavitale. Dalla sua partenzada Berlino nella primaveradell’anno 2015, ha subitoiniziato a lavorare ad unnuovo progetto musicalechiamato Skilled Mecha-nics. Con il suo forte ac-cento gracchiante del-l’Ovest del Paese lui, nato aBristol come musicista,produttore e vocalista,tenta di spiegare da doveproviene questo nome:“Viene da un documenta-rio di spionaggio. C’era inquel programma un exagente della CIA che par-lava di assassini che veni-vano mandati all’estero da-gli USA per dare inizio arivoluzioni e far cadere ivari governi. L’ex agente lichiamava skilled mechanics.Era un nome così buio e ci-nico che mi aveva comple-tamente incantato”. Fortu-natamente per noi, l’unico“delitto” che Tricky sta fa-cendo quest’anno è in stu-

FDS 242 ▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO

dio al microfono con gliSkilled Mechanics perl’omonimo album di de-butto che uscirà con la suaetichetta False Idols. Permolti musicisti, interrom-pere il lavoro come solista eformare una band è il ti-pico segno che le luci dellaribalta lavorano in modotipicamente perverso, maforse per Tricky è propriol’opposto. Skilled Mecha-nics sono un ampio pro-getto di collaborazione, chegli consente di lavorare condiversi artisti, e, nel con-tempo, di esaltare il suogrande talento vocale.

Ernesto Assante e GinoCastaldo - Lezioni di Rock

Assante & Castaldo, criticimusicali de La Repubblica,continuano la serie diascolti selezionati e com-mentati per riscoprirel’evoluzione del rock, chenon è mai stata soltantomusica, ma che ha portatocon sé sogni e passioni,idee e progetti, immagini e

avventure di diverse gene-razioni. Nelle Lezioni diRock Assante e Castaldopropongono, raccontanodischi e curiosità, guidanoil pubblico nell’ascolto diopere che fanno parte dellastoria della musica ma an-che della vita di noi tutti.

4 marzo, Bologna, TeatroIl CelebrazioniRolling Stones. Il diavoloprobabilmenteSono la band più longeva,simbolica, travolgente,elettrica, eccessiva dellastoria del rock. Un’auten-tica pietra miliare nell’evo-luzione della musica rockche con i propri brani haportato sotto i riflettori ilmalcontento e la protestadi una generazione intera.

Nel loro cinquantenario, laserata ripercorrerà la lorostoria attraverso capolavorisenza tempo che hanno se-gnato lo scorrere del nostrotempo.

12 marzo Mestre (Ve),Teatro Corso13 maggio Bologna, Tea-tro Il CelebrazioniPink Floyd in quadrifoniaMarzo 1973: esce The DarkSide of the Moon, il “discoperfetto”. Nei brani igrandi temi dell’esistenza:il tempo, il denaro, la vita,la morte, l’amore e la paz-zia. Ma soprattutto una ri-voluzione nel modo diascoltare la musica utiliz-zando la quadrifonia. IPink Floyd come non liavete mai ascoltati.

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96 FDS 242 ▼ La Bacchetta Magica • JAZZ DISCHI • di Francesco Peluso

GIUSEPPE BASSI & DOMENICO SANNA“Just you, Just me”

ALBORE ALB CD 026

Il contrabbassista Giuseppe Bassi e il pianistaDomenico Sanna hanno confezionato, perl’etichetta nipponica Albore, “Just you, Just me”disco dalla rara ed intensa bellezzaprogettuale. Un incontro, fra Bassi e Sanna,che dichiara senza mezzi termini il sincero econdiviso amore per la musica in senso lato,in un disco che snocciola frammenti di jazz emolto altro. Il raffinato gusto estetico espressoda entrambi nei loro pregressi progetti e ilconsolidato interplay, maturato negli anninelle variegate formazioni del poliedrico GegèTelesforo, hanno permesso ai due solisti didare il meglio di sé in un duo capace diconiugare puro virtuosismo e toccante liricitàformale. In apertura “Humboldt Street #63”,chiaro omaggio di Sanna a New York, poi, ilpensiero dello stesso è rivolto al maestro RayNoble in “Ciro Chi?”, attraverso un personaleampliamento melodico-armonico del notostandard “Cherokee”. Il serrato dialogo frapianoforte e contrabbasso perpetua indomitonel fluire delle dieci tracce del disco,affermando tutta la sua delicata poeticità che,tuttavia, non risulta assolutamente scevra damomenti densi di slanci swing o richiami alblues. A tal proposito, si avvicendano classicidel repertorio d’oltreoceano, come “Isfahan” diStrayhorn a composizioni originali come“Zhong Kui Blues”, che offre al contrabbassistapugliese l’occasione per donare un tributo adun benevolo diavoletto della cultura asiatica.La title track, estratta dal repertorio di JesseGreer, la rilettura di “Too Close for Comfort”(scritta da Jerry Bock, George David Weiss eLarry Holofcener per il musical “Mr.Wonderful”) e la rivisitazione della celeberrima“Reginella” di L. Bovio/G. Lama mostranol’ampio raggio d’azione dell’elegante duo.Insomma, “Just you, Just me” è un disco in cuisi esalta la sensibilità di un affiatato binomioartistico fra Bassi e Sanna, in cui le citazioniall’unisono, i primi piani solistici e i silenzifanno parte di un coinvolgente ed elegantefare Jazz.

La ripresa audio di questo lavoro è di assolutospessore sonico: trasparenza timbrica e ampiacollocazione nello stage d’ascolto regalano unvalore aggiunto al contenuto artistico dello stesso.Qualità artistica 8,5 Qualità tecnica 8,5

Come per il primo lavoro a suo nome, ilcontrabbassista e bassista Matteo Bortoneripropone, in compagnia del suo Quartetitalo-francese “Travellers” formato daAntonin-Tri Hoang all’alto sax e clarinetti,Francesco Diodati alle chitarre e Ariel Tessieralla batteria, un album ricco di narrazionievocative che si colgono già dal titolo “Timeimages”. Il bravo musicista e compositore diorigine pugliese ribadisce, in questo nuovoalbum, una convincente sensibilità nel porsialla testa di un quartet abile nell’assecondareun intraprendente alternarsi di composizioniche propongono ambientazioni elettriche adaltre acustiche, al pari dell’avvicendarsi fraatmosfere squisitamente rarefatte a talunetipicamente rivolte alla più incontrollatalibertà espressiva. L’immagine come ideasensitiva di partenza, “image-temps”(concetto introdotto dal filosofo franceseGilles Deleuze in merito al cinemaneorealistico), rappresenta la principaleispirazione per Matteo Bortone che, nelleundici tracce del disco, conduce l’ascoltatorein un’accattivante sequenza di immaginisonore. In tal senso, più che una casualesequenza di singole immagini, potremmoaccostare l’idea progettuale di Bortone aFotogrammi musicali che si susseguono l’unodopo l’altro, creando una pellicola su cuicomposizioni dal tratto rock o avant-gardelasciano il passo a ballad dai contornidecisamente più sfumati. Fra queste ultimepiacciono particolarmente, per il carezzevolearpeggio armonico, il peculiare enunciatomelodico e un avvolgente andamento ritmico,“Crackle”, “Wide Blue” e “Broskar”. Tuttavia,anche nelle restanti composizioni a firma delband leader, fatta eccezione per la storica rocksong “Houses of the Holy” dei Led Zeppelin, ildisco offre uno spaccato di musicacontemporanea, in cui lo spirito collettivoprevale sulle narcisistiche esaltazioniindividuali, lasciando scorgere un gioco disquadra che si dipana nei suoi intricati intreccie nel suo spontaneo e globale proporsi.

La realistica ripresa audio asseconda il dinamicocontenuto del disco, ottimizzando la fruizione deibruschi cambi dinamico-timbrici, dalle spigoloseaccezioni elettriche alle rotonde e smussate formeacustiche.Qualità artistica 8,5 Qualità tecnica 9

MATTEO BORTONE“Time Images”

AUAND RECORDS AU 9052

PINO MINAFRA“MinAfric”

SUD MUSIC SUD 014

Il vulcanico musicista e compositore PinoMinafra offre, a chi volesse immergersi inquesto arguto e coinvolgente disco dal titolo“MinAfric”, l’opportunità per intraprendereun lungo e tortuoso viaggio, attraverso alcunedifferenti forme musicali. Per questo,partendo da Ruvo di Puglia, ci si ritrova branodopo brano a Dakkar, a New York, a Belgrado,a Buenos Aires, ad Istanbul, senza avvertire lafatica per il cambio di fuso orario o il disagioper l’adattamento climatico. Ciò, senza alcundubbio, rappresenta l’inconfondibile marchiodi fabbrica del trombettista pugliese che,affiancato nell’occasione da un’orchestraformata da una nutrita schiera di fuoriclassedel panorama jazzistico italiano (RobertoOttaviano, Gaetano Partipilo, Nicola Pisani,Giorgio Vendola, il figlio Livio, SebiTramontana, Beppe Caruso e Carlo Actis Datofra gli altri) mostra la travolgente sensibilitàartistica di un maestro dagli ampi orizzonticreativi. E’ lo stesso Pino Minafra a dichiarare:“MinAfric” racchiude Un suono Meridionale,in grado di descrivere in musica la sua Puglia,quale “terra” meravigliosamente rivolta versol’Oriente, il Mediterraneo, l’Africa, i Balcani euna Nuova Europa dalla composizionemultietnica. A tal proposito, la tribaleimpetuosità ritmica della title trackd’apertura, l’ammiccante sinuosità di“Maccaroni”, il dissacrante svelarsi di “Ladanza del Grillo” e l’impronta etnica di “Aurel”sintetizzano la cifra stilistica di Pino Minafra,portando alla luce il suo ego Inquieto edirrefrenabile, laddove la rabbia, la Melodia, ilRitmo, l’Ironia e la libera improvvisazioneconvivono nel perfetto interplay collettivodella MinAfric Orchestra, capace diassecondare ed esaltare l’inesauribile estro delsuo nocchiere. Sfrontatezza, imprevedibilità ecristallina genialità compongono i contornidella personalità di un musicista ecompositore che da sempre ha rinnegato glistereotipi di un jazz troppo abusato,regalando palpabili emozioni formali eturbinanti affreschi ritmici.

La registrazione di questo lavoro orchestraleasseconda più l’esuberante robustezza dinamico-timbrica che l’orizzontalità e la verticalità scenicadei suoi numerosi protagonisti.Qualità artistica 8,5 Qualità tecnica 8

97MERCATO DELL’USATO ▼ FDS 242

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98 FDS 242 ▼ MERCATO DELL’USATO

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Vendo stabilizzatore di tensionephi audio (F.I.A.T) Mod. S 2000 ac-quistato da poco è mai usato prez-zo di listino Euro 1.050 vendo a Euro700 con manuale e imballo origina-le, sintonizzatore Sony Mod. ST-D777ES con ricevitore DAB nuovamai usata, prezzo di listino Euro1200, vendo a Euro 500. Vendo inol-tre 12 6550A jan GE con scatoleoriginali come nuove usate per po-che ore su un finale VTL a Euro 100cadauno. 12 6550C Svetlana S logocon scatole originali mai usate Euro30 cadauno. 8 6550A Amperex conscatole originali a Euro 100 [email protected]

A Milano e provincia propongonoto cavo della Systems and MagicModello Goldwire. Si tratta della pri-ma versione il cui prezzo di listinoera di Euro 230. Io lo propongo allametà (Euro 115) + eventuale spedi-zione. La lunghezza è 1,5 mt ovve-

ro quella standard. No Imballo. Se-gnalo che ho disponibilità anche diun secondo cavo uguale a quello an-zidetto a pari condizioni. Dispongodi un terzo cavo della lunghezza cu-stom di 2,5 mt. Questo cavo è l’ul-tima versione, quindi terminatocon le ultime schuko ed è provvistodi imballo. Il listino è di Euro 255 per1,5 mt + Euro 60 per il metro ag-giuntivo, per un totale di Euro 315.Vendo anche questo alla metà, quin-di Euro 155. Contatti in forma pri-vata (come da regolamento) maanche messaggi veloci medianteWhatsApp. No permute.Giacomo - [email protected] – Tel.3495515717

Vendo Accuphase, C-222 pream-plificatore Euro 900, Ray Lumley M-100 coppia amplificatori a valvoleEuro 1.200, Nakamichi RX-202 uni-directional auto cassette reverseEuro 400, Hitachi DA-800 cd playerEuro 200, Braun CM-7 coppia alto-parlanti Euro 300, National MV-G20 video cassette recorder Euro100, Pioneer CLD-1750 laser discEuro 200. Componenti quasi nuovi,imballati per 25 anni, non ho più im-balli originali, senza manuali. RayLumley può competere con i mi-gliori amplificatori che costano die-ci volte tanto.Bruno - [email protected] - Tel.3491202661

Vendo diffusori INFINITY KAPPA70 a Euro 500, diffusori POLKAU-DIO RT1000i con sub amplificato aEuro 500, ampli vintage KENWO-OD KA 1200 B a Euro 120, ampliMARANTZ PM410 a Euro 150, am-pli GODWIN A400 a Euro 100, am-pli GRUNDIG V30 a Euro 150, am-pli GRUNDIG SV85 a Euro 150, am-pli DENON PMA-250 a Euro 100,sintoampli JVC 5550u a Euro 250,sintoampli JVC 5010u a Euro 200,sintoampli PHILIPS AH742 a Euro120, sintoampli PHILIPS AH794 aEuro 150.Giuseppe [email protected] - Tel.

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Vendo coppia di QUAD ESL 57con stand in frassino su progetto ori-ginale Sheldon D. Stokes. Anno diproduzione 1996 come ricavato dainumeri di serie. Complete di li-bretto d’uso e manutenzione e ba-nane originali. No imballi. Revisio-nate e testate presso primaria Ditta.Condizioni estetiche e sonore ec-cellenti.Francesco - [email protected] - Tel.3334274241

Vendo finale Pioneer spec 2 - sinto-nizzatore Pioneer tx 606 - equaliz-zatore Pioneer gr 560 apparecchi inbuone condizioni. Giuseppe - [email protected] - Tel.3356644596

Vendo ampli SHINDO APETITE +4 valvole finali di scorta a Euro2000, finale vintage valvolare THEFISHER SA300 a Euro 1000, amplivintage PIONEER SA-700 a Euro150, ampli vintage MARANTZ PM-410 a Euro 150, diffusori EMINENTTECHNOLOGY LFT III a Euro2000, TRIANGLE SCALENE a Euro250, BOSE 501 MK III ribordate aEuro 350, ALTEC CHALLENGER30 ribordate a Euro 300, KENWO-OD KL-5080 a Euro 200, B&WDM640.Giuseppe [email protected] - Tel.0331240631

Vendo diffusori PROAC RESPON-SE D 15 unico proprietario, imbal-li, punte, scontrino acquisto negozioreg. importazione Audioreference,libretti di istruzione, perfette comenuove. Prezzo 1.500 euro. Vendoinoltre giradischi LINN SONDEKLP12 con braccio ITTOK LVII testi-na Audiotecnica prezzo 2.000 euro.Pre phono ASR Mini Basis Exclusi-ve, perfetto, imballo e garanzia a1.000 €. Prezzi trattabili.Andrea [email protected] - Tel.3396930429