la bibbia - antico testamento ii parte

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Esdra Bibbia CEI 2008 1/12 La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it ESDRA 1 1 Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: 2 «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. 3 Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il suo Dio sia con lui e salga a Gerusalemme, che è in Giuda, e costruisca il tempio del Signore, Dio d’Israele: egli è il Dio che è a Gerusalemme. 4 E a ogni superstite da tutti i luoghi dove aveva dimorato come straniero, gli abitanti del luogo forniranno argento e oro, beni e bestiame, con offerte spontanee per il tempio di Dio che è a Gerusalemme”». 5 Allora si levarono i capi di casato di Giuda e di Beniamino e i sacerdoti e i leviti. A tutti Dio aveva destato lo spirito, affinché salissero a costruire il tempio del Signore che è a Gerusalemme. 6 Tutti i loro vicini li sostennero con oggetti d’argento, oro, beni, bestiame e oggetti preziosi, oltre a quello che ciascuno offrì spontaneamente. 7 Anche il re Ciro fece prelevare gli utensili del tempio del Signore, che Nabucodònosor aveva asportato da Gerusalemme e aveva deposto nel tempio del suo dio. 8 Ciro, re di Persia, li fece prelevare da Mitridate, il tesoriere, e li consegnò a Sesbassàr, principe di Giuda. 9 Questo è il loro inventario: bacili d’oro: trenta; bacili d’argento: mille; coltelli: ventinove; 10 coppe d’oro: trenta; coppe d’argento di second’ordine: quattrocentodieci; altri utensili: mille. 11 Tutti gli utensili d’oro e d’argento erano cinquemilaquattrocento. Sesbassàr li riportò tutti, quando gli esuli tornarono da Babilonia a Gerusalemme. 2 1 Questi sono gli abitanti della provincia che ritornarono dall’esilio, quelli che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato a Babilonia e che tornarono a Gerusalemme e in Giudea, ognuno alla sua città; essi vennero 2 con Zorobabele, Giosuè, Neemia, Seraià, Reelaià, Mardocheo, Bilsan, Mispar, Bigvài, Recum, Baanà. Questa è la lista degli uomini del popolo d’Israele. 3 Figli di Paros: duemilacentosettantadue. 4 Figli di Sefatia: trecentosettantadue. 5 Figli di Arach: settecentosettantacinque. 6 Figli di Pacat-Moab, cioè figli di Giosuè e di Ioab: duemilaottocentododici. 7 Figli di Elam: milleduecentocinquantaquattro.

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La Bibbia Antico Testamento dal Libro del Profeta Esdra al Libro del Profeta Qoelet

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Page 1: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Esdra

Bibbia CEI 2008 1/12

La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

ESDRA

1 1Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: 2«Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. 3Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il suo Dio sia con lui e salga a Gerusalemme, che è in Giuda, e costruisca il tempio del Signore, Dio d’Israele: egli è il Dio che è a Gerusalemme. 4E a ogni superstite da tutti i luoghi dove aveva dimorato come straniero, gli abitanti del luogo forniranno argento e oro, beni e bestiame, con offerte spontanee per il tempio di Dio che è a Gerusalemme”».

5Allora si levarono i capi di casato di Giuda e di Beniamino e i sacerdoti e i leviti. A tutti Dio aveva destato lo spirito, affinché salissero a costruire il tempio del Signore che è a Gerusalemme. 6Tutti i loro vicini li sostennero con oggetti d’argento, oro, beni, bestiame e oggetti preziosi, oltre a quello che ciascuno offrì spontaneamente.

7Anche il re Ciro fece prelevare gli utensili del tempio del Signore, che Nabucodònosor aveva asportato da Gerusalemme e aveva deposto nel tempio del suo dio. 8Ciro, re di Persia, li fece prelevare da Mitridate, il tesoriere, e li consegnò a Sesbassàr, principe di Giuda. 9Questo è il loro inventario: bacili d’oro: trenta; bacili d’argento: mille; coltelli: ventinove; 10coppe d’oro: trenta; coppe d’argento di second’ordine: quattrocentodieci; altri utensili: mille. 11Tutti gli utensili d’oro e d’argento erano cinquemilaquattrocento. Sesbassàr li riportò tutti, quando gli esuli tornarono da Babilonia a Gerusalemme.

2 1Questi sono gli abitanti della provincia che ritornarono dall’esilio, quelli che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato a Babilonia e che tornarono a Gerusalemme e in Giudea, ognuno alla sua città; essi vennero 2con Zorobabele, Giosuè, Neemia, Seraià, Reelaià, Mardocheo, Bilsan, Mispar, Bigvài, Recum, Baanà.

Questa è la lista degli uomini del popolo d’Israele.

3Figli di Paros: duemilacentosettantadue. 4Figli di Sefatia: trecentosettantadue. 5Figli di Arach: settecentosettantacinque. 6Figli di Pacat-Moab, cioè figli di Giosuè e di Ioab: duemilaottocentododici. 7Figli di Elam: milleduecentocinquantaquattro.

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8Figli di Zattu: novecentoquarantacinque. 9Figli di Zaccài: settecentosessanta. 10Figli di Banì: seicentoquarantadue. 11Figli di Bebài: seicentoventitré. 12Figli di Azgad: milleduecentoventidue. 13Figli di Adonikàm: seicentosessantasei. 14Figli di Bigvài: duemilacinquantasei. 15Figli di Adin: quattrocentocinquantaquattro. 16Figli di Ater, cioè di Ezechia: novantotto. 17Figli di Besài: trecentoventitré. 18Figli di Iora: centododici. 19Figli di Casum: duecentoventitré. 20Figli di Ghibbar: novantacinque. 21Figli di Betlemme: centoventitré. 22Uomini di Netofà: cinquantasei. 23Uomini di Anatòt: centoventotto. 24Figli di Azmàvet: quarantadue. 25Figli di Kiriat-Iearìm, di Chefirà e di Beeròt: settecentoquarantatré. 26Figli di Rama e di Gheba: seicentoventuno. 27Uomini di Micmas: centoventidue. 28Uomini di Betel e di Ai: duecentoventitré. 29Figli di Nebo: cinquantadue. 30Figli di Magbis: centocinquantasei. 31Figli di un altro Elam: milleduecentocinquantaquattro. 32Figli di Carim: trecentoventi. 33Figli di Lod, Adid e Ono: settecentoventicinque. 34Figli di Gerico: trecentoquarantacinque. 35Figli di Senaà: tremilaseicentotrenta. 36Sacerdoti: figli di Iedaià della casa di Giosuè: novecentosettantatré. 37Figli di Immer: millecinquantadue. 38Figli di Pascur: milleduecentoquarantasette. 39Figli di Carim: millediciassette. 40Leviti: figli di Giosuè e di Kadmièl, cioè figli di Odavia: settantaquattro. 41Cantori: figli di Asaf: centoventotto. 42Portieri: figli di Sallum, figli di Ater, figli di Talmon, figli di Akkub, figli di

Catità, figli di Sobài: in tutto centotrentanove. 43Oblati: figli di Sica, figli di Casufà, figli di Tabbaòt, 44figli di Keros, figli di Siaà, figli di Padon, 45figli di Lebanà, figli di Agabà, figli di Akkub, 46figli di Agab, figli di Samlài, figli di Canan, 47figli di Ghiddel, figli di Gacar, figli di Reaià, 48figli di Resin, figli di Nekodà, figli di Gazzam, 49figli di Uzzà, figli di Pasèach,

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figli di Besài, 50figli di Asna, figli dei Meuniti, figli dei Nefisiti, 51figli di Bakbuk, figli di Akufà, figli di Carcur, 52figli di Baslùt, figli di Mechidà, figli di Carsa, 53figli di Barkos, figli di Sìsara, figli di Temach, 54figli di Nesìach, figli di Catifà. 55Figli degli schiavi di Salomone: figli di Sotài, figli di Assofèret, figli di

Perudà, 56figli di Iala, figli di Darkon, figli di Ghiddel, 57figli di Sefatia, figli di Cattil, figli di Pocheret-Assebàim, figli di Amì.

58Totale degli oblati e dei figli degli schiavi di Salomone: trecentonovantadue.

59Questi sono coloro che ritornarono da Tel-Melach, Tel-Carsa, Cherub-Addan e Immer, ma non avevano potuto indicare se il loro casato e la loro discendenza fossero d’Israele: 60i figli di Delaià, i figli di Tobia, i figli di Nekodà: seicentocinquantadue; 61tra i sacerdoti, i figli di Cobaià, i figli di Akkos, i figli di Barzillài, il quale aveva preso in moglie una delle figlie di Barzillài, il Galaadita, e veniva chiamato con il loro nome. 62Costoro cercarono il loro registro genealogico, ma non lo trovarono e furono allora esclusi dal sacerdozio. 63Il governatore disse loro che non potevano mangiare le cose santissime, finché non si presentasse un sacerdote con urìm e tummìm.

64Tutta la comunità nel suo insieme era di quarantaduemilatrecentosessanta persone, 65oltre i loro schiavi e le loro schiave in numero di settemilatrecentotrentasette; avevano anche duecento cantori e cantatrici.

66I loro cavalli erano settecentotrentasei, i loro muli duecentoquarantacinque, 67i loro cammelli quattrocentotrentacinque e gli asini seimilasettecentoventi.

68Alcuni capi di casato, al loro arrivo al tempio del Signore che è a Gerusalemme, fecero offerte spontanee al tempio di Dio per edificarlo al suo posto. 69Secondo le loro possibilità diedero al tesoro della fabbrica sessantunmila dracme d’oro, cinquemila mine d’argento e cento tuniche sacerdotali.

70Poi i sacerdoti, i leviti, alcuni del popolo, i cantori, i portieri e gli oblati si stabilirono nelle loro città e tutti gli Israeliti nelle loro città.

3 1Giunse il settimo mese e gli Israeliti stavano nelle città. Il popolo si radunò

come un solo uomo a Gerusalemme. 2Allora si levarono Giosuè, figlio di Iosadàk, con i suoi fratelli, i sacerdoti, e Zorobabele, figlio di Sealtièl, con i suoi fratelli, e costruirono l’altare del Dio d’Israele, per offrirvi olocausti, come è scritto nella legge di Mosè, uomo di Dio. 3Fissarono l’altare sulle sue basi, poiché erano presi dal terrore delle popolazioni locali, e vi offrirono sopra olocausti al Signore, gli olocausti del mattino e della sera. 4Celebrarono la festa delle Capanne, come sta scritto, e offrirono olocausti quotidiani, nel numero prescritto per ogni giorno, 5e poi l’olocausto perenne, per i noviluni, per tutte le solennità consacrate al Signore e per tutti coloro che volevano fare offerte spontanee al Signore. 6Cominciarono a offrire olocausti al Signore dal primo giorno del mese settimo, benché del tempio del Signore non fossero poste le fondamenta.

7Allora diedero denaro agli scalpellini e ai falegnami, e alimenti, bevande e olio alla gente di Sidone e di Tiro, perché inviassero il legname di cedro dal Libano

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per mare fino a Giaffa, secondo la concessione fatta loro da Ciro, re di Persia. 8Nel secondo anno dal loro arrivo al tempio di Dio a Gerusalemme, nel secondo mese, diedero inizio ai lavori Zorobabele, figlio di Sealtièl, e Giosuè, figlio di Iosadàk, con gli altri fratelli sacerdoti e leviti e quanti erano tornati dall’esilio a Gerusalemme. Essi incaricarono i leviti dai vent’anni in su di dirigere i lavori del tempio del Signore. 9Giosuè, i suoi figli e i suoi fratelli, Kadmièl e i suoi figli, i figli di Giuda, si misero come un solo uomo a dirigere chi faceva il lavoro nel tempio di Dio; così pure i figli di Chenadàd con i loro figli e i loro fratelli, leviti.

10Mentre i costruttori gettavano le fondamenta del tempio del Signore, vi assistevano i sacerdoti con i loro paramenti e con le trombe, e i leviti, figli di Asaf, con i cimbali, per lodare il Signore secondo le istruzioni di Davide, re d’Israele. 11Essi cantavano lodando e rendendo grazie al Signore, ripetendo: «Perché è buono, perché il suo amore è per sempre verso Israele». Tutto il popolo faceva risuonare grida di grande acclamazione, lodando così il Signore perché erano state gettate le fondamenta del tempio del Signore.

12Tuttavia molti tra i sacerdoti e i leviti e i capi di casato anziani, che avevano visto il tempio di prima, mentre si gettavano sotto i loro occhi le fondamenta di questo tempio, piangevano forte; i più, invece, continuavano ad alzare grida di acclamazione e di gioia. 13Così non si poteva distinguere il grido dell’acclamazione di gioia dal grido di pianto del popolo, perché il popolo faceva risuonare grida di grande acclamazione e il suono si sentiva lontano.

4 1Quando i nemici di Giuda e di Beniamino vennero a sapere che gli esuli

rimpatriati stavano costruendo un tempio al Signore, Dio d’Israele, 2si presentarono a Zorobabele e ai capi di casato e dissero: «Vogliamo costruire anche noi insieme con voi, perché anche noi, come voi, cerchiamo il vostro Dio; a lui noi facciamo sacrifici dal tempo di Assarhàddon, re d’Assiria, che ci ha fatto salire qui». 3Ma Zorobabele, Giosuè e gli altri capi di casato d’Israele dissero loro: «Non conviene che costruiamo insieme una casa al nostro Dio; noi soltanto la costruiremo al Signore, Dio d’Israele, come Ciro, re di Persia, ci ha ordinato». 4Allora la popolazione locale si mise a scoraggiare il popolo dei Giudei e a intimorirlo perché non costruisse. 5Inoltre con denaro misero contro di loro alcuni funzionari, per far fallire il loro piano; e ciò per tutto il tempo di Ciro, re di Persia, fino al regno di Dario, re di Persia.

6Durante il regno di Serse, al principio del suo regno, essi presentarono una denuncia contro gli abitanti di Giuda e di Gerusalemme. 7Poi al tempo di Artaserse, Bislam, Mitridate, Tabeèl e gli altri loro colleghi scrissero ad Artaserse re di Persia: il testo del documento era in caratteri aramaici e tradotto in aramaico. 8Recum, governatore, e Simsài, scriba, scrissero al re Artaserse contro Gerusalemme la lettera seguente: 9«Da parte di Recum, governatore, e Simsài, scriba, e gli altri loro colleghi giudici e prefetti, uomini di Tarpel, di Persia, di Uruc, di Babilonia e di Susa, cioè di Elam, 10e altri popoli che il grande e illustre Asnappàr deportò e stabilì nella città di Samaria e nel resto della regione dell’Oltrefiume…».

11Questa è la copia della lettera che gli mandarono: «Al re Artaserse i tuoi servi, uomini della regione dell’Oltrefiume. 12Sia noto al

re che i Giudei che sono partiti da te e sono venuti presso di noi, a Gerusalemme, stanno ricostruendo la città ribelle e malvagia: hanno terminato le mura e riparato

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le fondamenta. 13Ora sia noto al re che, se quella città è ricostruita e le mura sono riparate, tributi, imposte e tasse non saranno più pagati e questo danneggerà i re. 14Ora, poiché noi mangiamo il sale della reggia e per noi non è decoroso stare a guardare la spoliazione del re, mandiamo informazioni al re, 15perché si facciano ricerche nel libro delle memorie dei tuoi padri: tu troverai nel libro delle memorie e constaterai che quella città è una città ribelle, causa di guai per re e province, e vi hanno fatto sedizioni fin dai tempi antichi. Per questo quella città è stata distrutta. 16Noi informiamo il re che, se quella città è ricostruita e le mura sono riparate, non avrai più possedimenti nella regione dell’Oltrefiume».

17Il re inviò questa risposta: «A Recum, governatore, e Simsài, scriba, e agli altri loro colleghi, che

risiedono in Samaria e nel resto della regione dell’Oltrefiume, salute! Ora, 18la lettera che ci avete mandato è stata letta davanti a me accuratamente. 19Dietro mio ordine si sono fatte ricerche, e si è trovato che quella città fin dai tempi antichi si è sollevata contro i re e in essa sono avvenute rivolte e sedizioni. 20A Gerusalemme vi furono re potenti che comandavano su tutto il territorio dell’Oltrefiume: a loro si pagavano tributi, imposte e tasse. 21Date perciò ordine di fermare quegli uomini, e quella città non sia ricostruita, fino a mio ordine nuovo. 22Badate di non essere negligenti in questo, perché non aumenti il danno arrecato al re».

23Appena la copia della lettera del re Artaserse fu letta davanti a Recum e a Simsài, scriba, e ai loro colleghi, questi andarono in gran fretta a Gerusalemme dai Giudei e li fecero smettere con la forza e con la violenza. 24Così cessò il lavoro per il tempio di Dio che è a Gerusalemme e rimase fermo fino all’anno secondo del regno di Dario, re di Persia.

5 1Ma i profeti, cioè il profeta Aggeo e Zaccaria, figlio di Iddo, profetarono ai Giudei che erano in Giuda e a Gerusalemme, nel nome del Dio d’Israele, che era con loro. 2Allora Zorobabele, figlio di Sealtièl, e Giosuè, figlio di Iosadàk, si levarono e ripresero a costruire il tempio di Dio che è a Gerusalemme; con essi c’erano i profeti di Dio, che li sostenevano. 3In quel tempo Tattènai, governatore della regione dell’Oltrefiume, Setar-Boznài e i loro colleghi vennero da loro e dissero: «Chi vi ha dato ordine di costruire questo tempio e di preparare questo legname? 4Chi sono e come si chiamano gli uomini che costruiscono questo edificio?». 5Ma l’occhio vigile del loro Dio era sugli anziani dei Giudei: quelli perciò non li fecero smettere, in attesa che pervenisse a Dario una relazione e poi fosse rimandato un rescritto su questo affare.

6Ecco la copia della lettera che Tattènai, governatore dell’Oltrefiume, Setar-Boznài e i suoi colleghi, funzionari dell’Oltrefiume, mandarono al re Dario. 7Gli mandarono un rapporto in cui era scritto:

«Al re Dario salute perfetta! 8Sia noto al re che siamo andati nella provincia della Giudea, al tempio del grande Dio. Esso viene costruito con pietre squadrate e si mette legno alle pareti; quel lavoro viene fatto con diligenza e progredisce nelle loro mani. 9Allora abbiamo interrogato quegli anziani e abbiamo detto loro: “Chi vi ha dato ordine di costruire questo tempio e di preparare questo legname?”. 10Inoltre abbiamo domandato i loro nomi, per farteli conoscere, scrivendo il nome degli uomini che stanno loro a capo. 11Essi hanno risposto: “Noi siamo servitori del Dio del cielo e della terra e ricostruiamo il tempio che fu edificato molti anni fa. Un

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grande re d’Israele lo ha costruito e lo ha portato a termine. 12Ma poiché i nostri padri hanno provocato all’ira il Dio del cielo, egli li ha messi nelle mani di Nabucodònosor, re di Babilonia, il Caldeo, che distrusse questo tempio e deportò a Babilonia il popolo. 13Ma nel primo anno di Ciro, re di Babilonia, il re Ciro ha dato ordine di costruire questo tempio di Dio; 14inoltre i vasi del tempio di Dio, d’oro e d’argento, che Nabucodònosor aveva portato via dal tempio di Gerusalemme e trasferito al tempio di Babilonia, il re Ciro li ha fatti togliere dal tempio di Babilonia e li ha fatti consegnare a un tale di nome Sesbassàr, che egli aveva costituito governatore. 15Gli disse: Prendi questi vasi e va' a deporli nel tempio che è a Gerusalemme e il tempio di Dio sia costruito al suo posto. 16Allora quel Sesbassàr venne, gettò le fondamenta del tempio di Dio che è a Gerusalemme e da allora fino ad oggi esso è in costruzione, ma non è ancora finito”. 17Ora, se piace al re, si cerchi negli archivi del re a Babilonia se risulta che dal re Ciro sia stato emanato un decreto di costruire quel tempio di Dio a Gerusalemme, e ci venga inviata la decisione del re a questo proposito».

6 1Allora il re Dario ordinò che si facessero ricerche nell’archivio, là dove si

depongono i tesori a Babilonia, 2e a Ecbàtana, la fortezza che è nella provincia di Media, si trovò un rotolo in cui era scritta la seguente annotazione:

3«Nell’anno primo del suo regno, il re Ciro prese questa decisione riguardo al tempio di Dio a Gerusalemme: il tempio sia ricostruito come luogo in cui si facciano sacrifici; le sue fondamenta siano salde, la sua altezza sia di sessanta cubiti, la sua larghezza di sessanta cubiti. 4Vi siano nei muri tre ordini di pietre squadrate e un ordine di legno. La spesa sia sostenuta dalla reggia. 5E anche i vasi del tempio di Dio, d’oro e d’argento, che Nabucodònosor portò via dal tempio che è a Gerusalemme e trasferì a Babilonia, siano restituiti e vadano al tempio che è a Gerusalemme, al loro posto, e siano deposti nel tempio di Dio».

6«Quindi, Tattènai, governatore dell’Oltrefiume, Setar-Boznài e voi, loro colleghi, funzionari dell’Oltrefiume, tenetevi in disparte. 7Lasciate che lavorino a quel tempio di Dio. Il governatore dei Giudei e i loro anziani costruiscano quel tempio di Dio al suo posto. 8Ed ecco il mio ordine circa quello che dovrete fare con quegli anziani dei Giudei per la costruzione di quel tempio di Dio: con il denaro del re, quello delle tasse dell’Oltrefiume, siano integralmente sostenute le spese di quegli uomini, perché non vi siano interruzioni. 9Ciò che loro occorre, giovenchi, arieti e agnelli, per gli olocausti al Dio del cielo, grano, sale, vino e olio siano loro forniti ogni giorno senza negligenza, secondo le indicazioni dei sacerdoti di Gerusalemme, 10perché facciano offerte di profumo gradito al Dio del cielo e preghino per la vita del re e dei suoi figli. 11E ordino che se qualcuno trasgredirà questo decreto, sia estratta una trave dalla sua casa e venga innalzata perché vi sia appeso e la sua casa sia ridotta a letamaio per questo motivo. 12Il Dio che ha fatto abitare lì il suo nome, rovesci qualsiasi re o popolo che osi stendere la propria mano per trasgredire e distruggere quel tempio di Dio che è a Gerusalemme. Io, Dario, ho emanato quest’ordine: sia eseguito integralmente».

13Allora Tattènai, governatore dell’Oltrefiume, Setar-Boznài e i loro colleghi, fecero integralmente come il re Dario aveva comandato. 14Gli anziani dei Giudei continuarono a costruire e fecero progressi, grazie alla profezia del profeta Aggeo e di Zaccaria, figlio di Iddo. Portarono a compimento la costruzione per ordine del

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Dio d’Israele e per ordine di Ciro, di Dario e di Artaserse, re di Persia. 15Si terminò questo tempio per il giorno tre del mese di Adar, nell’anno sesto del regno del re Dario. 16Gli Israeliti, i sacerdoti, i leviti e gli altri rimpatriati celebrarono con gioia la dedicazione di questo tempio di Dio; 17offrirono per la dedicazione di questo tempio di Dio cento tori, duecento arieti, quattrocento agnelli e dodici capri come sacrifici espiatori per tutto Israele, secondo il numero delle tribù d’Israele. 18Stabilirono i sacerdoti secondo le loro classi e i leviti secondo i loro turni per il servizio di Dio a Gerusalemme, come è scritto nel libro di Mosè.

19I rimpatriati celebrarono la Pasqua il quattordici del primo mese. 20Infatti i sacerdoti e i leviti si erano purificati tutti insieme, come un sol uomo: tutti erano puri. Così immolarono la Pasqua per tutti i rimpatriati, per i loro fratelli sacerdoti e per se stessi. 21Ne mangiarono gli Israeliti che erano tornati dall’esilio e quanti si erano separati dalla contaminazione del popolo del paese, unendosi a loro per cercare il Signore, Dio d’Israele. 22Celebrarono con gioia la festa degli Azzimi per sette giorni, poiché il Signore li aveva colmati di gioia, avendo piegato a loro favore il cuore del re d’Assiria, per rafforzare le loro mani nel lavoro per il tempio di Dio, il Dio d’Israele.

7 1Dopo questi avvenimenti, sotto il regno di Artaserse, re di Persia, Esdra,

figlio di Seraià, figlio di Azaria, figlio di Chelkia, 2figlio di Sallum, figlio di Sadoc, figlio di Achitùb, 3figlio di Amaria, figlio di Azaria, figlio di Meraiòt, 4figlio di Zerachia, figlio di Uzzì, figlio di Bukkì, 5figlio di Abisùa, figlio di Fineès, figlio di Eleàzaro, figlio di Aronne, sommo sacerdote, 6Esdra dunque partì da Babilonia. Egli era uno scriba esperto nella legge di Mosè, data dal Signore, Dio d’Israele. Poiché la mano del Signore, suo Dio, era su di lui, il re aveva esaudito ogni sua richiesta. 7Partirono per Gerusalemme alcuni Israeliti, sacerdoti, leviti, cantori, portieri e oblati, nel settimo anno del re Artaserse. 8Egli arrivò a Gerusalemme nel quinto mese: era l’anno settimo del re. 9Egli aveva fissato la partenza da Babilonia per il primo giorno del primo mese, e il primo del quinto mese arrivò a Gerusalemme, poiché la mano benevola del suo Dio era su di lui. 10Infatti Esdra si era dedicato con tutto il cuore a studiare la legge del Signore e a praticarla e a insegnare in Israele le leggi e le norme.

11Questa è la copia del documento che il re Artaserse consegnò a Esdra, sacerdote, scriba ed esperto nei comandamenti del Signore e nelle leggi date a Israele:

12«Artaserse, re dei re, al sacerdote Esdra, scriba della legge del Dio del cielo, salute perfetta. Ora, 13io ordino che, nel mio regno, chiunque del popolo d’Israele, dei suoi sacerdoti e dei leviti vuole venire a Gerusalemme, venga pure con te; 14infatti da parte del re e dei suoi sette consiglieri tu sei inviato a fare inchiesta in Giudea e a Gerusalemme riguardo alla legge del tuo Dio che è nelle tue mani, 15e a portare l’argento e l’oro che il re e i suoi consiglieri inviano come offerta spontanea al Dio d’Israele che abita a Gerusalemme, 16e tutto l’argento e l’oro che troverai in tutta la provincia di Babilonia, insieme con le offerte spontanee che il popolo e i sacerdoti offriranno per il tempio del loro Dio a Gerusalemme. 17Perciò con questo argento ti prenderai cura di acquistare tori, arieti, agnelli, con le loro oblazioni e le loro libagioni, e li offrirai sull’altare del tempio del vostro Dio che è a Gerusalemme. 18Con il resto dell’argento e dell’oro farete quello che sembrerà bene

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Esdra

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fare a te e ai tuoi fratelli, secondo la volontà del vostro Dio. 19I vasi, che ti sono stati dati per il culto del tempio del tuo Dio, rendili al Dio di Gerusalemme. 20Il resto di quanto occorre per il tempio del tuo Dio, e che spetta a te procurare, lo procurerai a spese del tesoro del re.

21Io, il re Artaserse, ordino a tutti i tesorieri dell’Oltrefiume: Tutto ciò che Esdra, sacerdote e scriba della legge del Dio del cielo, vi domanderà, sia fatto integralmente, 22fino a cento talenti d’argento, cento kor di grano, cento bat di vino, cento bat di olio e sale a volontà. 23Quanto è prescritto dal Dio del cielo sia fatto con diligenza per il tempio del Dio del cielo, perché non venga l’ira sul regno del re e dei suoi figli. 24E vi comunichiamo che nessuno può imporre tasse, tributi o imposte a tutti i sacerdoti, leviti, cantori, portieri, oblati e inservienti di questo tempio.

25Quanto a te, Esdra, secondo la sapienza del tuo Dio, che tu possiedi, stabilisci magistrati e giudici che giudichino tutto il popolo dell’Oltrefiume, cioè tutti coloro che conoscono le leggi del tuo Dio, e voi dovrete istruire chi non le conosce. 26Contro chiunque non osserverà la legge del tuo Dio e la legge del re, si faccia con sollecitudine un processo e lo si punisca con la morte o una pena corporale o un’ammenda in denaro o il carcere».

27Benedetto il Signore, Dio dei padri nostri, che ha disposto così il cuore del re a glorificare il tempio del Signore che è a Gerusalemme 28e si è volto verso di me con amore di fronte al re, ai suoi consiglieri e a tutti i comandanti del re. Allora io mi sono sentito incoraggiato, perché la mano del Signore, mio Dio, era su di me e ho radunato alcuni capi da Israele, perché salissero con me.

8 1Questi sono, con le loro indicazioni genealogiche, i capi di casato che sono partiti con me da Babilonia, sotto il regno del re Artaserse:

2dei figli di Fineès: Ghersom; dei figli di Itamàr: Daniele; dei figli di Davide: Cattus, 3figlio di Secania; dei figli di Paros: Zaccaria, e con lui furono registrati centocinquanta maschi; 4dei figli di Pacat-Moab: Elioenài, figlio di Zerachia, e con lui duecento

maschi; 5dei figli di Zattu: Secania, figlio di Iacazièl, e con lui trecento maschi; 6dei figli di Adin: Ebed, figlio di Giònata, e con lui cinquanta maschi; 7dei figli di Elam: Isaia, figlio di Atalia, e con lui settanta maschi; 8dei figli di Sefatia: Zebadia, figlio di Michele, e con lui ottanta maschi; 9dei figli di Ioab: Abdia, figlio di Iechièl, e con lui duecentodiciotto maschi; 10dei figli di Banì: Selomìt, figlio di Iosifia, e con lui centosessanta maschi; 11dei figli di Bebài: Zaccaria, figlio di Bebài, e con lui ventotto maschi; 12dei figli di Azgad: Giovanni, figlio di Akkatàn, e con lui centodieci maschi; 13dei figli di Adonikàm: gli ultimi, di cui ecco i nomi: Elifèlet, Ieièl e Semaià, e

con loro sessanta maschi; 14dei figli di Bigvài: Utài e Zabbud, e con loro settanta maschi.

15Io li ho radunati presso il fiume che scorre verso Aavà. Là siamo stati accampati per tre giorni. Ho fatto una rassegna tra il popolo e i sacerdoti e non vi

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Esdra

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ho trovato nessun levita. 16Allora ho mandato a chiamare i capi Elièzer, Arièl, Semaià, Elnatàn, Iarib, Elnatàn, Natan, Zaccaria, Mesullàm e gli istruttori Ioiarìb ed Elnatàn, 17e li ho mandati da Iddo, capo nella località di Casifià, e ho messo loro in bocca le parole da dire a Iddo e ai suoi fratelli oblati nella località di Casifià, perché ci mandassero dei ministri per il tempio del nostro Dio. 18Poiché la mano benefica del nostro Dio era su di noi, ci hanno mandato un uomo assennato, dei figli di Maclì, figlio di Levi, figlio d’Israele, cioè Serebia, con i suoi figli e fratelli: diciotto persone; 19inoltre Casabia e con lui Isaia, dei figli di Merarì, i suoi fratelli e i loro figli: venti persone, 20e infine degli oblati, che Davide e i capi avevano assegnato al servizio dei leviti: duecentoventi oblati. Tutti furono registrati per nome. 21Là, presso il fiume Aavà, ho indetto un digiuno, per umiliarci davanti al nostro Dio e implorare da lui un felice viaggio per noi, i nostri bambini e tutti i nostri averi. 22Avevo infatti vergogna di domandare al re soldati e cavalieri per difenderci lungo il cammino da un eventuale nemico, poiché avevamo detto al re: «La mano del nostro Dio è su quanti lo cercano, per il loro bene; ma la sua potenza e la sua ira su quanti lo abbandonano». 23Così abbiamo digiunato e implorato Dio per questo ed egli ci ha esaudito.

24Quindi ho scelto dodici tra i capi dei sacerdoti: Serebia e Casabia e con loro dieci loro fratelli; 25ho pesato per loro l’argento, l’oro e i vasi, l’offerta per il tempio del nostro Dio fatta dal re, dai suoi consiglieri, dai suoi capi e da tutti gli Israeliti che si trovavano da quelle parti. 26Ho pesato dunque nelle loro mani seicentocinquanta talenti d’argento, vasi d’argento per cento talenti, cento talenti d’oro, 27e inoltre venti coppe d’oro per mille dàrici e due vasi di bronzo pregiato e lucente, preziosi come l’oro. 28Ho detto loro: «Voi siete consacrati al Signore e i vasi sono cosa sacra; l’argento e l’oro sono offerta spontanea al Signore, Dio dei nostri padri. 29Abbiatene cura e custoditeli, finché non li peserete davanti ai preposti dei sacerdoti e dei leviti e ai preposti di casato d’Israele a Gerusalemme, nelle stanze del tempio del Signore». 30Allora i sacerdoti e i leviti presero in consegna il carico dell’argento e dell’oro e dei vasi, per portarli a Gerusalemme nel tempio del nostro Dio.

31Il dodici del primo mese siamo partiti dal fiume Aavà per andare a Gerusalemme e la mano del nostro Dio era su di noi: egli ci ha liberato dagli assalti dei nemici e dei briganti lungo il cammino. 32Siamo arrivati a Gerusalemme e ci siamo rimasti tre giorni. 33Il quarto giorno è stato pesato l’argento, l’oro e i vasi nel tempio del nostro Dio nelle mani del sacerdote Meremòt, figlio di Uria, e con lui vi era Eleàzaro, figlio di Fineès, e con loro i leviti Iozabàd, figlio di Giosuè, e Noadia, figlio di Binnùi; 34il numero e il peso corrispondeva in tutto e il peso totale fu registrato in quel momento.

35Quelli che venivano dall’esilio, i deportati, offrirono olocausti al Dio d’Israele: dodici tori per tutto Israele, novantasei arieti, settantasette agnelli, dodici capri per il peccato, tutto come olocausto al Signore.

36Quindi consegnarono i decreti del re ai satrapi del re e ai governatori dell’Oltrefiume, i quali iniziarono a proteggere il popolo e il tempio di Dio.

9 1Terminate queste cose, sono venuti da me i preposti per dirmi: «Il popolo d’Israele, i sacerdoti e i leviti non si sono separati dalle popolazioni locali, per quanto riguarda i loro abomini, cioè da Cananei, Ittiti, Perizziti, Gebusei,

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Ammoniti, Moabiti, Egiziani, Amorrei, 2ma hanno preso in moglie le loro figlie per sé e per i loro figli: così hanno mescolato la stirpe santa con le popolazioni locali, e la mano dei preposti e dei governatori è stata la prima in questa prevaricazione». 3All’udire questa parola, stracciai il mio vestito e il mio mantello, mi strappai i capelli del capo e la barba e mi sedetti costernato. 4Quanti tremavano per i giudizi del Dio d’Israele su questa prevaricazione dei rimpatriati, si radunarono presso di me. Ma io sedevo costernato, fino all’offerta della sera. 5All’offerta della sera mi alzai dal mio stato di prostrazione e, con il vestito e il mantello laceri, caddi in ginocchio e stesi le mani al Signore, mio Dio, e 6dissi:

«Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpa è grande fino al cielo. 7Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli, e per le nostre colpe noi, i nostri re, i nostri sacerdoti siamo stati messi in potere di re stranieri, in preda alla spada, alla prigionia, alla rapina, al disonore, come avviene oggi. 8Ma ora, per un po’ di tempo, il Signore, nostro Dio, ci ha fatto una grazia: di lasciarci un resto e darci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un po’ di sollievo nella nostra schiavitù. 9Infatti noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia, per conservarci la vita ed erigere il tempio del nostro Dio e restaurare le sue rovine, e darci un riparo in Giuda e a Gerusalemme. 10Ma ora, o nostro Dio, che cosa possiamo dire dopo questo? Infatti abbiamo abbandonato i tuoi comandamenti, 11che tu avevi dato per mezzo dei tuoi servi, i profeti, dicendo: “La terra che voi andate a prendere in eredità è una terra contaminata, a causa delle contaminazioni dei popoli indigeni, e delle loro nefandezze, che l’hanno colmata da un capo all’altro con le loro impurità. 12E allora non dovete dare le vostre figlie ai loro figli, né prendere le loro figlie per i vostri figli; non dovrete mai contribuire alla loro prosperità e al loro benessere, così diventerete forti voi e potrete mangiare i beni della terra e lasciare un’eredità ai vostri figli per sempre”. 13Dopo ciò che è venuto su di noi a causa delle nostre cattive azioni e per le nostre grandi mancanze, benché tu, nostro Dio, sia stato indulgente nonostante la nostra colpa e ci abbia dato superstiti come questi, 14potremmo forse noi tornare a violare i tuoi comandamenti e a imparentarci con questi popoli abominevoli? Non ti adireresti contro di noi fino a sterminarci, senza lasciare né resto né superstite? 15Signore, Dio d’Israele, tu sei giusto, poiché ci è stato lasciato un resto, come oggi: eccoci davanti a te con le nostre mancanze, anche se per questo non potremmo reggere davanti a te!».

10 1Mentre Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo, prostrato davanti al tempio di Dio, si riunì intorno a lui un’assemblea molto numerosa d’Israeliti: uomini, donne e fanciulli; e il popolo piangeva a dirotto. 2Allora Secania, figlio di Iechièl, uno dei figli di Elam, prese la parola e disse a Esdra: «Abbiamo prevaricato contro il nostro Dio, sposando donne straniere, prese dalle popolazioni del luogo. Orbene, a questo riguardo c’è ancora una speranza per Israele. 3Facciamo dunque un patto con il nostro Dio, impegnandoci a rimandare tutte le donne e i figli nati da loro, secondo la volontà del mio signore e rispettando il comando del nostro Dio. Si farà secondo la legge! 4Àlzati, perché a te è affidato questo compito. Noi saremo con te; sii forte e mettiti all’opera!». 5Allora Esdra si

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Esdra

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alzò e fece giurare ai capi dei sacerdoti e dei leviti e a tutto Israele che avrebbero agito secondo quelle parole; essi giurarono. 6Esdra quindi si alzò da dove si trovava, davanti al tempio di Dio, e andò nella camera di Giovanni, figlio di Eliasìb, e vi andò senza prendere cibo né bere acqua, perché era in lutto a causa della prevaricazione dei rimpatriati. 7Poi in Giuda e a Gerusalemme si comunicò a tutti i rimpatriati di radunarsi a Gerusalemme: 8se qualcuno non fosse venuto entro tre giorni, secondo la disposizione dei preposti e degli anziani, sarebbero stati votati allo sterminio tutti i suoi beni ed egli stesso sarebbe stato escluso dalla comunità dei rimpatriati. 9Allora tutti gli uomini di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme entro tre giorni; si era al nono mese, il venti del mese. Tutto il popolo stava nella piazza del tempio di Dio, tremante per questo evento e per la gran pioggia.

10Allora il sacerdote Esdra si levò e disse loro: «Voi avete prevaricato sposando donne straniere: così avete accresciuto le mancanze d’Israele. 11Ma ora rendete lode al Signore, Dio dei vostri padri, e fate la sua volontà, separandovi dalle popolazioni del paese e dalle donne straniere». 12Tutta l’assemblea rispose a gran voce: «Sì! Dobbiamo fare come tu ci hai detto. 13Ma il popolo è numeroso e siamo al tempo delle piogge; non è possibile restare all’aperto. D’altra parte non è lavoro di un giorno o di due, perché siamo in molti ad aver peccato in questa materia. 14I nostri preposti stiano a rappresentare tutta l’assemblea; e tutti quelli delle nostre città che hanno sposato donne straniere vengano in date determinate e con gli anziani della città, ogni città con i suoi giudici, finché non sia allontanata da noi l’ira ardente del nostro Dio, causata da questa situazione».

15Soltanto Gionata, figlio di Asaèl, e Iaczia, figlio di Tikva, si opposero, appoggiati da Mesullàm e dal levita Sabbetài. 16I rimpatriati fecero come si era detto. Furono scelti il sacerdote Esdra e alcuni capi di casato, secondo il loro casato, tutti designati per nome. Essi iniziarono le sedute il primo giorno del decimo mese per esaminare la questione 17e terminarono con tutti gli uomini che avevano sposato donne straniere il primo giorno del primo mese.

18Tra i figli dei sacerdoti, che avevano sposato donne straniere, si trovarono:

dei figli di Giosuè, figlio di Iosadàk, e tra i suoi fratelli: Maasia, Elièzer, Iarib e Godolia; 19essi si impegnarono a rimandare le loro donne e offrirono un ariete come sacrificio di riparazione per le loro mancanze;

20dei figli di Immer: Anàni e Zebadia; 21dei figli di Carim: Maasia, Elia, Semaià, Iechièl e Ozia; 22dei figli di Pascur: Elioenài, Maasia, Ismaele, Natanèl, Iozabàd ed Eleasà; 23dei leviti: Iozabàd, Simei, Kelaià, chiamato anche Kelità, Petachia, Giuda ed

Elièzer; 24dei cantori: Eliasìb; dei portieri: Sallum, Telem e Urì. 25Quanto agli Israeliti: dei figli di Paros: Ramia, Izzia, Malchia, Miamìn, Eleàzaro, Malchia e Benaià; 26dei figli di Elam: Mattania, Zaccaria, Iechièl, Abdì, Ieremòt ed Elia; 27dei figli di Zattu: Elioenài, Eliasìb, Mattania, Ieremòt, Zabad e Azizà; 28dei figli di Bebài: Giovanni, Anania, Zabbài e Atlài; 29dei figli di Banì: Mesullàm, Malluc, Adaià, Iasub, Seal e Ieramòt;

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Esdra

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30dei figli di Pacat-Moab: Adna, Chelal, Benaià, Maasia, Mattania, Besalèl, Binnùi e Manasse;

31dei figli di Carim: Elièzer, Issia, Malchia, Semaià, Simeone, 32Beniamino, Malluc, Semaria; 33dei figli di Casum: Mattenài, Mattattà, Zabad, Elifèlet, Ieremài, Manasse e

Simei; 34dei figli di Banì: Maadài, Amram, Uèl, 35Benaià, Bedia, Cheluu, 36Vania,

Meremòt, Eliasìb, 37Mattania, Mattenài e Iaasài; 38dei figli di Binnùi: Simei, 39Selemia, Natan, Adaià, 40Macnadbài, Sasài, Sarài,41Azarèl, Selemia, Semaria, 42Sallum, Amaria, Giuseppe; 43dei figli di Nebo: Ieièl, Mattitia, Zabad, Zebinà, Iaddài, Gioele, Benaià. 44Tutti questi avevano sposato donne straniere e rimandarono le donne

insieme con i figli.

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Neemia

Bibbia CEI 2008 1/18

La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

NEEMIA

1 1Parole di Neemia, figlio di Acalia. Nel mese di Chisleu dell’anno ventesimo,

mentre ero nella cittadella di Susa, 2Anàni, uno dei miei fratelli, e alcuni altri uomini arrivarono dalla Giudea. Li interrogai riguardo ai Giudei, i superstiti che erano scampati alla deportazione, e riguardo a Gerusalemme. 3Essi mi dissero: «I superstiti che sono scampati alla deportazione sono là, nella provincia, in grande miseria e desolazione; le mura di Gerusalemme sono devastate e le sue porte consumate dal fuoco». 4Udite queste parole, mi sedetti e piansi; feci lutto per parecchi giorni, digiunando e pregando davanti al Dio del cielo. 5E dissi: «O Signore, Dio del cielo, Dio grande e tremendo, che mantieni l’alleanza e la fedeltà con quelli che ti amano e osservano i tuoi comandi, 6sia il tuo orecchio attento, i tuoi occhi aperti per ascoltare la preghiera del tuo servo; io prego ora davanti a te giorno e notte per gli Israeliti, tuoi servi, confessando i peccati che noi Israeliti abbiamo commesso contro di te; anch’io e la casa di mio padre abbiamo peccato. 7Abbiamo gravemente peccato contro di te e non abbiamo osservato i comandi, le leggi e le norme che tu hai dato a Mosè, tuo servo. 8Ricòrdati della parola che hai affidato a Mosè, tuo servo: “Se sarete infedeli, io vi disperderò fra i popoli; 9ma se tornerete a me e osserverete i miei comandi e li eseguirete, anche se i vostri esiliati si trovassero all’estremità dell’orizzonte, io di là li raccoglierò e li ricondurrò al luogo che ho scelto per farvi dimorare il mio nome”. 10Ora questi sono tuoi servi e tuo popolo, che hai redento con la tua grande forza e con la tua mano potente. 11O Signore, sia il tuo orecchio attento alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che desiderano temere il tuo nome; concedi oggi buon successo al tuo servo e fa' che trovi compassione presso quest’uomo».

Io allora ero coppiere del re.

2 1Nel mese di Nisan dell’anno ventesimo del re Artaserse, appena il vino fu pronto davanti al re, io presi il vino e glielo diedi. Non ero mai stato triste davanti a lui. 2Ma il re mi disse: «Perché hai l’aspetto triste? Eppure non sei malato; non può essere altro che un’afflizione del cuore». Allora io ebbi grande timore 3e dissi al re: «Viva il re per sempre! Come potrebbe il mio aspetto non essere triste, quando la città dove sono i sepolcri dei miei padri è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco?». 4Il re mi disse: «Che cosa domandi?». Allora io pregai il Dio del cielo 5e poi risposi al re: «Se piace al re e se il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi, mandami in Giudea, nella città dove sono i sepolcri dei miei padri, perché io possa ricostruirla». 6Il re, che aveva la regina seduta al suo fianco, mi disse: «Quanto durerà il tuo viaggio? Quando ritornerai?». Dunque la cosa non spiaceva al re, che

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Neemia

Bibbia CEI 2008 2/18

mi lasciava andare, e io gli indicai la data. 7Poi dissi al re: «Se piace al re, mi si diano le lettere per i governatori dell’Oltrefiume, perché mi lascino passare fino ad arrivare in Giudea, 8e una lettera per Asaf, guardiano del parco del re, perché mi dia il legname per munire di travi le porte della cittadella del tempio, per le mura della città e la casa dove andrò ad abitare». Il re mi diede le lettere, perché la mano benefica del mio Dio era su di me.

9Giunsi presso i governatori dell’Oltrefiume e diedi loro le lettere del re. Il re aveva mandato con me una scorta di capi dell’esercito e di cavalieri. 10Ma lo vennero a sapere Sanballàt, il Coronita, e Tobia, lo schiavo ammonita, e furono molto contrariati per il fatto che fosse venuto un uomo a procurare il bene degli Israeliti.

11Giunto a Gerusalemme, vi rimasi tre giorni. 12Poi mi alzai di notte, io e pochi uomini che erano con me, senza parlare a nessuno di quello che Dio mi aveva messo in cuore di fare per Gerusalemme e non avendo altro giumento oltre quello che io cavalcavo. 13Uscii di notte per la porta della Valle e andai verso la fonte del Drago e alla porta del Letame, osservando le mura di Gerusalemme, che erano diroccate, mentre le sue porte erano consumate dal fuoco. 14Mi spinsi verso la porta della Fonte e la piscina del Re, ma non vi era posto per cui potesse passare il giumento che cavalcavo. 15Allora risalii di notte lungo il torrente, sempre osservando le mura; poi, rientrato per la porta della Valle, me ne ritornai.

16I magistrati non sapevano né dove io fossi andato né che cosa facessi. Fino a quel momento non avevo detto nulla, né ai Giudei né ai sacerdoti né ai notabili né ai magistrati né agli altri che si dovevano occupare del lavoro. 17Allora io dissi loro: «Voi vedete la miseria nella quale ci troviamo, poiché Gerusalemme è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco. Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme e non saremo più insultati!». 18Narrai loro della mano del mio Dio, che era benefica su di me, e riferii anche le parole che il re mi aveva riferite. Quelli dissero: «Su, costruiamo!». E misero mano vigorosamente alla buona impresa.

19Ma quando Sanballàt, il Coronita, e Tobia, lo schiavo ammonita, e Ghesem, l’Arabo, seppero la cosa, ci schernirono e ci derisero dicendo: «Che state facendo? Volete forse ribellarvi al re?». 20Allora io risposi loro: «Il Dio del cielo ci darà successo. Noi, suoi servi, ci metteremo a costruire. Ma voi non avrete né parte né diritto né ricordo in Gerusalemme».

3 1Eliasìb, sommo sacerdote, con i suoi fratelli sacerdoti si misero a costruire la porta delle Pecore. La consacrarono e vi misero i battenti; la consacrarono fino alla torre dei Cento e fino alla torre di Cananèl. 2Accanto a lui costruirono gli uomini di Gerico e accanto a lui costruì Zaccur, figlio di Imrì. 3I figli di Senaà costruirono la porta dei Pesci, la munirono di travi e vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. 4Accanto a loro lavorò al restauro Meremòt, figlio di Uria, figlio di Akkos; accanto a loro lavorò al restauro Mesullàm, figlio di Berechia, figlio di Mesezabèl; accanto a loro lavorò al restauro Sadoc, figlio di Baanà. 5Accanto a loro lavorarono al restauro quelli di Tekòa, ma i loro notabili non piegarono il collo a lavorare all’opera del loro Signore. 6Ioiadà, figlio di Pasèach, e Mesullàm, figlio di Besodia, restaurarono la porta Vecchia, la munirono di travi e vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. 7Accanto a loro lavorarono al restauro Melatia di Gàbaon, Iadon di Meronòt e gli uomini di Gàbaon e di Mispa, alle dipendenze della sede del

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Neemia

Bibbia CEI 2008 3/18

governatore dell’Oltrefiume. 8Accanto a loro lavorò al restauro Uzzièl, figlio di Caraià, uno degli orefici, e accanto a lui lavorò al restauro Anania, uno dei profumieri. Essi ricostruirono Gerusalemme fino al muro largo. 9Accanto a loro lavorò al restauro Refaià, figlio di Cur, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 10Accanto a loro lavorò al restauro, di fronte alla sua casa, Iedaià, figlio di Carumàf, e accanto a lui lavorò al restauro Cattus, figlio di Casabnia. 11Malchia, figlio di Carim, e Cassub, figlio di Pacat-Moab, restaurarono la parte seguente e la torre dei Forni. 12Accanto a loro lavorò al restauro, insieme con le figlie, Sallum, figlio di Allochès, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 13Canun e gli abitanti di Zanòach restaurarono la porta della Valle; la costruirono, vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. Fecero inoltre mille cubiti di muro fino alla porta del Letame. 14Malchia, figlio di Recab, capo del distretto di Bet-Cherem, restaurò la porta del Letame; la costruì, vi pose i battenti, le serrature e le sbarre. 15Sallum, figlio di Col-Cozè, preposto del distretto di Mispa, restaurò la porta della Fonte; la ricostruì, la munì di tetto, vi pose i battenti, le serrature e le sbarre. Fece inoltre il muro della piscina di Sìloe, presso il giardino del re, fino alla scalinata per cui si scende dalla Città di Davide. 16Dopo di lui Neemia, figlio di Azbuk, preposto della metà del distretto di Bet-Sur, lavorò al restauro fin davanti alle tombe di Davide, fino alla piscina artificiale e fino alla casa dei prodi. 17Dopo di lui lavorarono al restauro i leviti, con Recum, figlio di Banì, e accanto a lui lavorò al restauro, per il suo distretto, Casabia, preposto della metà del distretto di Keila. 18Dopo di lui lavorarono al restauro i loro fratelli, Binnùi, figlio di Chenadàd, preposto dell’altra metà del distretto di Keila. 19Accanto a lui Ezer, figlio di Giosuè, preposto di Mispa, restaurò un’altra parte, di fronte alla salita dell’arsenale, sul Cantone. 20Dopo di lui Baruc, figlio di Zabbài, restaurò con impegno un’altra parte, dal Cantone fino alla porta della casa di Eliasìb, sommo sacerdote. 21Dopo di lui Meremòt, figlio di Uria, figlio di Akkos, restaurò un’altra parte, dalla porta della casa di Eliasìb fino all’estremità della casa di Eliasìb. 22Dopo di lui lavorarono al restauro i sacerdoti che abitavano la periferia. 23Dopo di loro Beniamino e Cassub lavorarono al restauro di fronte alla loro casa. Dopo di loro Azaria, figlio di Maasia, figlio di Anania, lavorò al restauro presso la sua casa. 24Dopo di lui Binnùi, figlio di Chenadàd, restaurò un’altra parte delle mura, dalla casa di Azaria fino al Cantone e fino all’angolo. 25Palal, figlio di Uzài, lavorò al restauro di fronte al Cantone e alla torre sporgente dalla parte superiore della reggia, che dà sul cortile della prigione. Dopo di lui Pedaià, figlio di Paros, 26e gli oblati che abitavano sull’Ofel lavorarono al restauro fin davanti alla porta delle Acque, verso oriente, e alla torre sporgente. 27Dopo di loro quelli di Tekòa restaurarono un’altra parte, di fronte alla grande torre sporgente e fino al muro dell’Ofel. 28I sacerdoti lavorarono al restauro sopra la porta dei Cavalli, ciascuno di fronte alla propria casa. 29Dopo di loro lavorò al restauro Sadoc, figlio di Immer, di fronte alla sua casa, e dopo di lui Semaià, figlio di Secania, custode della porta Orientale. 30Dopo di lui Anania, figlio di Selemia, e Canun, sesto figlio di Salaf, restaurarono un’altra parte. Dopo di loro Mesullàm, figlio di Berechia, lavorò al restauro di fronte alla propria stanza. 31Dopo di lui Malchia, uno degli orefici, lavorò al restauro fino alla casa degli oblati e dei mercanti, di fronte alla porta della Rassegna e fino al vano superiore dell’angolo. 32Gli orefici e i mercanti lavorarono al restauro fra il vano superiore dell’angolo e la porta delle Pecore.

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Neemia

Bibbia CEI 2008 4/18

33Sanballàt, quando sentì che noi riedificavamo le mura, si adirò, si indignò molto, si fece beffe dei Giudei 34e disse in presenza dei suoi fratelli e dei soldati di Samaria: «Che vogliono fare questi miserabili Giudei? Dobbiamo lasciarli fare? Offriranno sacrifici? Finiranno in un sol giorno? Vogliono far rivivere da mucchi di polvere delle pietre già consumate dal fuoco?». 35Tobia l’Ammonita, che gli stava accanto, disse: «Edifichino pure! Se una volpe vi salta sopra, farà crollare il loro muro di pietra!».

36Ascolta, o nostro Dio, come siamo disprezzati! Fa’ ricadere sul loro capo l’insulto e abbandonali al saccheggio in un paese di schiavitù! 37Non coprire la loro colpa e non sia cancellato dalla tua vista il loro peccato, perché hanno offeso i costruttori.

38Noi dunque ricostruimmo le mura, che furono ben consolidate fino a metà altezza, e al popolo stava a cuore il lavoro.

4 1Ma quando Sanballàt, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdoditi sentirono che il restauro delle mura di Gerusalemme progrediva e che le brecce cominciavano a venir chiuse, si adirarono molto 2e tutti insieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e crearvi confusione.

3Allora noi pregammo il nostro Dio e contro di loro mettemmo sentinelle di giorno e di notte per difenderci da loro. 4Quelli di Giuda dicevano: «Le forze dei portatori vengono meno e le macerie sono molte; noi non potremo ricostruire le mura!». 5I nostri avversari dicevano: «Senza che s’accorgano di nulla, noi piomberemo in mezzo a loro, li uccideremo e faremo cessare i lavori». 6Poiché i Giudei che dimoravano vicino a loro vennero a riferirci dieci volte: «Da tutti i luoghi dove vi volgete saranno contro di noi», 7io, in luoghi bassi oltre le mura, nei punti scoperti, disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance, i loro archi. 8Dopo aver considerato la cosa, mi alzai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: «Non li temete! Ricordatevi del Signore grande e tremendo; combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e le vostre figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!». 9Quando i nostri nemici sentirono che eravamo informati della cosa, Dio fece fallire il loro disegno e noi tutti tornammo alle mura, ognuno al suo lavoro.

10Da quel giorno la metà dei miei giovani lavorava e l’altra metà stava armata di lance, di scudi, di archi, di corazze; i preposti stavano dietro a tutta la casa di Giuda. 11Quelli che ricostruivano le mura e quelli che portavano o caricavano i pesi con una mano lavoravano e con l’altra tenevano la loro arma; 12tutti i costruttori, lavorando, portavano ciascuno la spada cinta ai fianchi. Il suonatore di corno stava accanto a me. 13Dissi allora ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: «L’opera è grande ed estesa e noi siamo sparsi sulle mura e distanti l’uno dall’altro. 14Dovunque udrete il suono del corno, raccoglietevi presso di noi; il nostro Dio combatterà per noi». 15Così continuavamo i lavori, mentre la metà di loro teneva impugnata la lancia, dal sorgere dell’alba allo spuntare delle stelle. 16Anche in quell’occasione dissi al popolo: «Ognuno con il suo aiutante passi la notte dentro Gerusalemme, così saranno per noi una guardia di notte e mano d’opera di giorno». 17Io, poi, i miei fratelli, i miei servi e gli uomini di guardia che mi seguivano non ci togliemmo mai le vesti; ognuno teneva l’arma a portata di mano.

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Neemia

Bibbia CEI 2008 5/18

5 1Si alzò un gran lamento da parte della gente del popolo e delle loro mogli

contro i loro fratelli Giudei. 2Alcuni dicevano: «I nostri figli e le nostre figlie sono numerosi; prendiamoci del grano per mangiare e vivere!». 3Altri dicevano: «Dobbiamo impegnare i nostri campi, le nostre vigne e le nostre case per assicurarci il grano durante la carestia!». 4Altri ancora dicevano: «Abbiamo preso denaro a prestito sui nostri campi e sulle nostre vigne per pagare il tributo del re. 5La nostra carne è come la carne dei nostri fratelli, i nostri figli sono come i loro figli; ecco, dobbiamo sottoporre i nostri figli e le nostre figlie alla schiavitù, e alcune delle nostre figlie sono già state ridotte schiave, e non possiamo fare nulla, perché i nostri campi e le nostre vigne sono in mano d’altri».

6Quando udii i loro lamenti e queste parole, ne fui molto indignato. 7Dopo aver riflettuto dentro di me, accusai i notabili e i magistrati e dissi loro: «Voi esigete dunque un interesse tra fratelli?». Convocai contro di loro una grande assemblea 8e dissi loro: «Noi, secondo la nostra possibilità, abbiamo riscattato i nostri fratelli Giudei che si erano venduti agli stranieri, e ora proprio voi vendete i vostri fratelli perché siano rivenduti a noi?». Allora quelli tacquero e non seppero che cosa rispondere. 9Io dissi: «Quello che voi fate non va bene. Non dovreste voi camminare nel timore del nostro Dio per non essere scherniti dagli stranieri, nostri nemici? 10Ma anch’io, i miei fratelli e i miei servi abbiamo dato loro in prestito denaro e grano. Condoniamo questo debito! 11Rendete loro oggi stesso i loro campi, le loro vigne, i loro oliveti e le loro case e l’interesse del denaro del grano, del vino e dell’olio, che voi esigete da loro». 12Quelli risposero: «Restituiremo e non esigeremo più nulla da loro; faremo come tu dici». Allora chiamai i sacerdoti e li feci giurare di attenersi a questa parola. 13Poi scossi la piega anteriore del mio mantello e dissi: «Così Dio scuota dalla sua casa e dai suoi beni chiunque non manterrà questa parola e così sia egli scosso e svuotato di tutto!». Tutta l’assemblea disse: «Amen» e lodarono il Signore. Il popolo si attenne a questa parola.

14Inoltre, da quando il re mi aveva stabilito loro governatore nel paese di Giuda, dal ventesimo anno fino al trentaduesimo anno del re Artaserse, durante dodici anni, né io né i miei fratelli mangiammo la provvista assegnata al governatore. 15I governatori che mi avevano preceduto avevano gravato il popolo, ricevendone pane e vino, oltre a quaranta sicli d’argento; perfino i loro servi angariavano il popolo, ma io non ho fatto così, per timore di Dio. 16Anzi ho messo mano ai lavori di restauro di queste mura e non abbiamo comprato alcun podere. Tutti i miei giovani erano raccolti là a lavorare. 17Avevo alla mia tavola centocinquanta uomini, Giudei e magistrati, oltre a quelli che venivano a noi dalle nazioni vicine. 18Quello che si preparava ogni giorno, un bue, sei capi scelti di bestiame minuto e uccelli, veniva preparato a mie spese. Ogni dieci giorni vino per tutti in abbondanza. Tuttavia non ho mai chiesto la provvista assegnata al governatore, perché il popolo era già gravato abbastanza a causa dei lavori. 19Mio Dio, ricòrdati in mio favore di quanto ho fatto a questo popolo.

6 1Quando Sanballàt, Tobia e Ghesem, l’Arabo, e gli altri nostri nemici sentirono che io avevo edificato le mura e che non vi era più rimasta alcuna breccia, sebbene a quel momento ancora non avessi messo i battenti alle porte,

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Neemia

Bibbia CEI 2008 6/18

2Sanballàt e Ghesem mi mandarono a dire: «Vieni, incontriamoci a Chefirìm, nella valle di Ono». Essi pensavano di farmi del male. 3Ma io inviai loro messaggeri a dire: «Sto facendo un gran lavoro e non posso scendere: perché dovrebbe interrompersi il lavoro, mentre io lo lascio per scendere da voi?». 4Essi mandarono quattro volte a dirmi la stessa cosa e io risposi nello stesso modo.

5Allora Sanballàt, per la quinta volta, mi mandò a dire la stessa cosa per mezzo del suo servo, che aveva in mano una lettera aperta, 6nella quale stava scritto: «Si sente dire fra queste nazioni, e Gasmu lo afferma, che tu e i Giudei meditate di ribellarvi e perciò tu costruisci le mura e, secondo queste voci, tu diventeresti loro re 7e avresti inoltre stabilito profeti, perché proclamino di te a Gerusalemme: “Vi è un re in Giuda!”. Ora questi discorsi saranno riferiti al re. Vieni dunque e consultiamoci insieme». 8Ma io gli feci rispondere: «Non è come tu dici. Tu inventi!». 9Tutta quella gente infatti ci voleva impaurire e diceva: «Le loro mani desisteranno e il lavoro non si farà». Io invece irrobustii le mie mani!

10Io andai a casa di Semaià, figlio di Delaià, figlio di Meetabèl, perché era impedito; egli disse: «Troviamoci insieme nel tempio, dentro il santuario, e chiudiamo le porte del santuario, perché verranno ad ucciderti; di notte verranno ad ucciderti». 11Ma io risposi: «Un uomo come me può darsi alla fuga? E chi nella mia condizione entrerebbe nel santuario per salvare la vita? No, non entrerò». 12Compresi che non era mandato da Dio, ma aveva pronunciato quella profezia a mio danno, perché Tobia e Sanballàt l’avevano pagato. 13Era stato pagato per impaurirmi e indurmi ad agire in quel modo e a peccare, così avrebbero avuto un capo di accusa per screditarmi. 14Mio Dio, ricòrdati di Tobia e di Sanballàt, per queste loro opere, e anche della profetessa Noadia e degli altri profeti che cercavano di spaventarmi!

15Le mura furono condotte a termine il venticinquesimo giorno di Elul, in cinquantadue giorni. 16Quando lo seppero, tutti i nostri nemici ebbero paura, tutte le nazioni che stavano intorno a noi si sentirono molto umiliate e dovettero riconoscere che quest’opera si era compiuta per l’intervento del nostro Dio. 17In quei giorni i notabili di Giuda mandavano frequenti lettere a Tobia e da Tobia ne ricevevano; 18infatti molti in Giuda erano suoi alleati, perché egli era genero di Secania, figlio di Arach, e suo figlio Giovanni aveva sposato la figlia di Mesullàm, figlio di Berechia. 19Anche in mia presenza parlavano bene di lui e gli riferivano le mie parole, mentre Tobia mandava lettere per intimorirmi.

7 1Quando le mura furono riedificate e io ebbi messo a posto le porte, e i

portieri, i cantori e i leviti furono stabiliti nei loro uffici, 2affidai il governo di Gerusalemme a Anàni, mio fratello, e ad Anania, comandante della cittadella, perché era un uomo fedele e temeva Dio più di tanti altri. 3Ordinai loro: «Le porte di Gerusalemme non si aprano finché il sole non cominci a scaldare e si chiudano e si sbarrino i battenti mentre gli abitanti sono ancora in piedi; si stabiliscano delle guardie prese fra gli abitanti di Gerusalemme, ognuno al suo turno e ognuno davanti alla propria casa».

4La città era spaziosa e grande; ma dentro vi era poca gente e non c’erano case costruite. 5Il mio Dio mi ispirò di radunare i notabili, i magistrati e il popolo, per farne il censimento.

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Trovai il registro genealogico di quelli che erano tornati dall’esilio la prima volta e vi trovai scritto: 6Questi sono gli abitanti della provincia che ritornarono dall’esilio, quelli che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato e che tornarono a Gerusalemme e in Giudea, ognuno nella sua città; 7essi vennero con Zorobabele, Giosuè, Neemia, Azaria, Raamia, Nacamanì, Mardocheo, Bilsan, Mispèret, Bigvài, Necum e Baanà.

Questa è la lista degli uomini del popolo d’Israele.

8Figli di Paros: duemilacentosettantadue. 9Figli di Sefatia: trecentosettantadue. 10Figli di Arach: seicentocinquantadue. 11Figli di Pacat-Moab, cioè figli di Giosuè e di Ioab: duemilaottocentodiciotto. 12Figli di Elam: milleduecentocinquantaquattro. 13Figli di Zattu: ottocentoquarantacinque. 14Figli di Zaccài: settecentosessanta. 15Figli di Binnùi: seicentoquarantotto. 16Figli di Bebài: seicentoventotto. 17Figli di Azgad: duemilatrecentoventidue. 18Figli di Adonikàm: seicentosessantasette. 19Figli di Bigvài: duemilasessantasette. 20Figli di Adin: seicentocinquantacinque. 21Figli di Ater, cioè di Ezechia: novantotto. 22Figli di Casum: trecentoventotto. 23Figli di Besài: trecentoventiquattro. 24Figli di Carif: centododici. 25Figli di Gàbaon: novantacinque. 26Uomini di Betlemme e di Netofà: centoottantotto. 27Uomini di Anatòt: centoventotto. 28Uomini di Bet-Azmàvet: quarantadue. 29Uomini di Kiriat-Iearìm, di Chefirà e di Beeròt: settecentoquarantatré. 30Uomini di Rama e di Gheba: seicentoventuno. 31Uomini di Micmas: centoventidue. 32Uomini di Betel e di Ai: centoventitré. 33Uomini di un altro Nebo: cinquantadue. 34Figli di un altro Elam: milleduecentocinquantaquattro. 35Figli di Carim: trecentoventi. 36Figli di Gerico: trecentoquarantacinque. 37Figli di Lod, di Adid e di Ono: settecentoventuno. 38Figli di Senaà: tremilanovecentotrenta. 39Sacerdoti: figli di Iedaià della casa di Giosuè: novecentosettantatré. 40Figli di Immer: millecinquantadue. 41Figli di Pascur: milleduecentoquarantasette. 42Figli di Carim: millediciassette. 43Leviti: figli di Giosuè, cioè di Kadmièl, figli di Odva: settantaquattro. 44Cantori: figli di Asaf: centoquarantotto. 45Portieri: figli di Sallum, figli di Ater, figli di Talmon, figli di Akkub, figli di

Catità, figli di Sobài: centotrentotto.

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46Oblati: figli di Sica, figli di Casufà, figli di Tabbaòt, 47figli di Keros, figli di Sià, figli di Padon, 48figli di Lebanà, figli di Agabà, figli di Salmài, 49figli di Canan, figli di Ghiddel, figli di Gacar, 50figli di Reaià, figli di Resin, figli di Nekodà, 51figli di Gazzam, figli di Uzzà, figli di Pasèach, 52figli di Besài, figli dei Meuniti, figli dei Nefisesiti, 53figli di Bakbuk, figli di Akufà, figli di Carcur, 54figli di Baslìt, figli di Mechidà, figli di Carsa, 55figli di Barkos, figli di Sìsara, figli di Temach, 56figli di Nesìach, figli di Catifà. 57Figli degli schiavi di Salomone: figli di Sotài, figli di Sofèret, figli di Peridà,

58figli di Iala, figli di Darkon, figli di Ghiddel, 59figli di Sefatia, figli di Cattil, figli di Pocheret-Assebàim, figli di Amon.

60Totale degli oblati e dei figli degli schiavi di Salomone: trecentonovantadue.

61Questi sono coloro che ritornarono da Tel-Melach, Tel-Carsa, Cherub-Addon e Immer, ma non avevano potuto dichiarare se il loro casato e la loro discendenza fossero d’Israele: 62i figli di Delaià, i figli di Tobia, i figli di Nekodà: seicentoquarantadue; 63tra i sacerdoti: i figli di Cobaià, i figli di Akkos, i figli di Barzillài, il quale aveva preso in moglie una delle figlie di Barzillài, il Galaadita, e veniva chiamato con il loro nome. 64Costoro cercarono il loro registro genealogico, ma non lo trovarono e furono quindi esclusi dal sacerdozio. 65Il governatore disse loro che non potevano mangiare le cose santissime, finché non si presentasse un sacerdote con urìm e tummìm.

66Tutta la comunità nel suo insieme era di quarantaduemilatrecentosessanta persone, 67oltre i loro schiavi e le loro schiave in numero di settemilatrecentotrentasette; avevano anche duecentoquarantacinque cantori e cantatrici.

68Avevano quattrocentotrentacinque cammelli, seimilasettecentoventi asini. 69Alcuni capi di casato fecero offerta alla fabbrica. Il governatore diede al tesoro mille dracme d’oro, cinquanta vasi per l’aspersione, cinquecentotrenta tuniche sacerdotali. 70Alcuni capi di casato diedero al tesoro della fabbrica ventimila dracme d’oro e duemiladuecento mine d’argento. 71Ciò che il resto del popolo diede era ventimila dracme d’oro, duemila mine d’argento e sessantasette tuniche sacerdotali.

72Poi i sacerdoti, i leviti, i portieri, i cantori, alcuni del popolo, gli oblati e tutti gli Israeliti si stabilirono nelle loro città.

Giunse il settimo mese e gli Israeliti stavano nelle loro città.

8 1Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse allo scriba Esdra di portare il libro della legge di Mosè, che il Signore aveva dato a Israele. 2Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote

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Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.

3Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. 4Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza, e accanto a lui stavano a destra Mattitia, Sema, Anaià, Uria, Chelkia e Maasia, e a sinistra Pedaià, Misaele, Malchia, Casum, Casbaddana, Zaccaria e Mesullàm.

5Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. 6Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. 7Giosuè, Banì, Serebia, Iamin, Akkub, Sabbetài, Odia, Maasia, Kelità, Azaria, Iozabàd, Canan, Pelaià e i leviti spiegavano la legge al popolo e il popolo stava in piedi.

8Essi leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. 9Neemia, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. 10Poi Neemia disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza». 11I leviti calmavano tutto il popolo dicendo: «Tacete, perché questo giorno è santo; non vi rattristate!». 12Tutto il popolo andò a mangiare, a bere, a mandare porzioni e a esultare con grande gioia, perché avevano compreso le parole che erano state loro proclamate.

13Il secondo giorno i capi di casato di tutto il popolo, i sacerdoti e i leviti si radunarono presso lo scriba Esdra per esaminare le parole della legge. 14Trovarono scritto nella legge data dal Signore per mezzo di Mosè che gli Israeliti dovevano dimorare in capanne durante la festa del settimo mese 15e dovevano proclamare e far passare questa voce in tutte le loro città e a Gerusalemme: «Uscite verso la montagna e portate rami di ulivo, rami di olivastro, rami di mirto, rami di palme e rami di alberi ombrosi, per fare capanne, come sta scritto». 16Allora il popolo uscì, portò l’occorrente e si fecero capanne, ciascuno sul tetto della propria casa, nei loro cortili, nei cortili di Dio, sulla piazza della porta delle Acque e sulla piazza della porta di Èfraim. 17Così tutta la comunità di coloro che erano tornati dalla deportazione si fece capanne e dimorò nelle capanne. Dal tempo di Giosuè, figlio di Nun, gli Israeliti non avevano fatto così fino a quel giorno. Vi fu gioia molto grande. 18Si lesse il libro della legge di Dio ogni giorno, dal primo giorno fino all’ultimo giorno. Fecero festa per sette giorni e all’ottavo giorno si tenne una solenne assemblea, com’è prescritto.

9 1Il ventiquattro dello stesso mese, gli Israeliti si radunarono per un digiuno,

vestiti di sacchi e coperti di polvere. 2I discendenti d’Israele si separarono da tutti gli stranieri e in piedi confessarono i loro peccati e le colpe dei loro padri. 3Si alzarono in piedi e lessero il libro della legge del Signore, loro Dio, per un quarto della giornata; per un altro quarto essi confessarono i peccati e si prostrarono

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davanti al Signore, loro Dio. 4Giosuè, Banì, Kadmièl, Sebania, Bunnì, Serebia, Banì e Chenanì salirono sulla pedana dei leviti e invocarono a gran voce il Signore, loro Dio. 5I leviti Giosuè, Kadmièl, Banì, Casabnia, Serebia, Odia, Sebania e Petachia dissero:

«Alzatevi e benedite il Signore, vostro Dio, da sempre e per sempre! Benedicano il tuo nome glorioso, esaltato al di sopra di ogni benedizione e di ogni lode! 6Tu, tu solo sei il Signore, tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e quanto sta su di essa, i mari e quanto è in essi; tu fai vivere tutte queste cose e l’esercito dei cieli ti adora. 7Tu sei il Signore Dio, che hai scelto Abram, lo hai fatto uscire da Ur dei Caldei e lo hai chiamato Abramo. 8Tu hai trovato il suo cuore fedele davanti a te e hai stabilito con lui un’alleanza, promettendo di dare la terra dei Cananei, degli Ittiti, degli Amorrei, dei Perizziti, dei Gebusei e dei Gergesei, di darla a lui e alla sua discendenza; hai mantenuto la tua parola, perché sei giusto. 9Tu hai visto l’afflizione dei nostri padri in Egitto e hai ascoltato il loro grido presso il Mar Rosso; 10hai operato segni e prodigi contro il faraone, contro tutti i suoi servi, contro tutto il popolo della sua terra, perché sapevi che li avevano trattati con durezza, e ti sei fatto un nome che dura ancora oggi. 11Hai aperto il mare davanti a loro ed essi sono passati in mezzo al mare sull’asciutto; quelli che li inseguivano hai precipitato nell’abisso, come una pietra in acque impetuose. 12Li hai guidati di giorno con una colonna di nube e di notte con una colonna di fuoco, per rischiarare loro la strada su cui camminare. 13Sei sceso sul monte Sinai e hai parlato con loro dal cielo, e hai dato loro norme giuste e leggi sicure, statuti e comandi buoni; 14hai fatto loro conoscere il tuo santo sabato e hai dato loro comandi, statuti e una legge per mezzo di Mosè, tuo servo. 15Hai dato loro

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Bibbia CEI 2008 11/18

pane del cielo per la loro fame e hai fatto scaturire acqua dalla rupe per la loro sete, e hai detto loro di andare a prendere in possesso la terra che avevi giurato di dare loro. 16Ma essi, i nostri padri, si sono comportati con superbia, hanno indurito la loro cervice e non hanno obbedito ai tuoi comandi. 17Si sono rifiutati di obbedire e non si sono ricordati dei tuoi prodigi, che tu avevi operato in loro favore; hanno indurito la loro cervice e nella loro ribellione si sono dati un capo per tornare alla loro schiavitù. Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e non li hai abbandonati. 18Anche quando si sono fatti un vitello di metallo fuso e hanno detto: “Ecco il tuo Dio che ti ha fatto uscire dall’Egitto!”, e ti hanno insultato gravemente, 19tu nella tua grande misericordia, non li hai abbandonati nel deserto, non hai ritirato da loro la colonna di nube di giorno, per guidarli nel cammino, né la colonna di fuoco di notte, per rischiarare loro la strada su cui camminare. 20Hai concesso loro il tuo spirito buono per istruirli e non hai rifiutato la tua manna alle loro bocche e hai dato loro l’acqua per la loro sete. 21Per quarant’anni li hai nutriti nel deserto e non è mancato loro nulla; le loro vesti non si sono logorate e i loro piedi non si sono gonfiati. 22Poi hai dato loro regni e popoli e li hai divisi definendone i confini; essi hanno posseduto la terra di Sicon e la terra del re di Chesbon e la terra di Og, re di Basan. 23Hai moltiplicato i loro figli come le stelle del cielo e li hai introdotti nella terra nella quale avevi comandato ai loro padri di entrare per prenderne possesso. 24I figli sono entrati e hanno preso in possesso la terra; tu hai umiliato dinanzi a loro

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gli abitanti della terra, i Cananei, e li hai messi nelle loro mani con i loro re e con i popoli della terra, perché ne disponessero a loro piacere. 25Essi si sono impadroniti di città fortificate e di una terra grassa e hanno posseduto case piene di ogni bene, cisterne scavate, vigne, oliveti, alberi da frutto in abbondanza; hanno mangiato e si sono saziati e si sono ingrassati e sono vissuti nelle delizie per la tua grande bontà. 26Ma poi hanno disobbedito, si sono ribellati contro di te, si sono gettati la tua legge dietro le spalle, hanno ucciso i tuoi profeti, che li ammonivano per farli tornare a te, e ti hanno insultato gravemente. 27Perciò tu li hai messi nelle mani dei loro nemici, che li hanno oppressi. Ma nel tempo della loro angoscia essi hanno gridato a te e tu hai ascoltato dal cielo e, nella tua grande misericordia, tu hai dato loro salvatori, che li hanno salvati dalle mani dei loro nemici. 28Ma quando avevano pace, ritornavano a fare il male dinanzi a te, perciò tu li abbandonavi nelle mani dei loro nemici, che li opprimevano; poi quando ricominciavano a gridare a te, tu ascoltavi dal cielo. Così nella tua misericordia più volte li hai liberati. 29Tu li ammonivi per farli tornare alla tua legge, ma essi si mostravano superbi e non obbedivano ai tuoi comandi; peccavano contro i tuoi decreti, che fanno vivere chi li mette in pratica, offrivano spalle ribelli, indurivano la loro cervice e non obbedivano. 30Hai pazientato con loro molti anni e li hai ammoniti con il tuo spirito per mezzo dei tuoi profeti; ma essi non hanno voluto prestare orecchio. Allora li hai messi nelle mani dei popoli di terre straniere.

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Bibbia CEI 2008 13/18

31Però, nella tua grande compassione, tu non li hai sterminati del tutto e non li hai abbandonati, perché sei un Dio misericordioso e pietoso. 32Ora, o nostro Dio, Dio grande, potente e tremendo, che mantieni l’alleanza e la benevolenza, non sembri poca cosa ai tuoi occhi tutta la sventura che è piombata su di noi, sui nostri re, sui nostri capi, sui nostri sacerdoti, sui nostri profeti, sui nostri padri, su tutto il tuo popolo, dal tempo dei re d’Assiria fino ad oggi. 33Tu sei giusto per tutto quello che ci è accaduto, poiché tu hai agito fedelmente, mentre noi ci siamo comportati da malvagi. 34I nostri re, i nostri capi, i nostri sacerdoti, i nostri padri non hanno messo in pratica la tua legge e non hanno obbedito né ai comandi né agli ammonimenti con i quali tu li ammonivi. 35Essi, mentre godevano del loro regno, del grande benessere che tu largivi loro e della terra vasta e fertile che tu avevi messo a loro disposizione, non ti hanno servito e non hanno abbandonato le loro azioni malvagie. 36Oggi, eccoci schiavi; e quanto alla terra che tu hai concesso ai nostri padri, perché ne mangiassero i frutti e i beni, ecco, in essa siamo schiavi. 37I suoi prodotti abbondanti sono per i re, che hai posto su di noi a causa dei nostri peccati e dispongono dei nostri corpi e del nostro bestiame a loro piacimento, e noi siamo in grande angoscia.

10 1Tuttavia noi vogliamo sancire un patto e lo mettiamo per iscritto. Sul documento sigillato figurino i nostri capi, i nostri leviti e i nostri sacerdoti».

2Sui documenti sigillati figuravano Neemia, il governatore, figlio di Acalia, e Sedecia, 3Seraià, Azaria, Geremia, 4Pascur, Amaria, Malchia, 5Cattus, Sebania, Malluc, 6Carim, Meremòt, Abdia, 7Daniele, Ghinnetòn, Baruc, 8Mesullàm, Abia, Miamìn, 9Maazia, Bilgài, Semaià; questi erano i sacerdoti. 10Leviti: Giosuè, figlio di Azania, Binnùi dei figli di Chenadàd, Kadmièl 11e i loro fratelli Sebania, Odia, Kelità, Pelaià, Canan, 12Mica, Recob, Casabia, 13Zaccur, Serebia, Sebania, 14Odia, Banì, Beninu. 15Capi del popolo: Paros, Pacat-Moab, Elam, Zattu, Banì, 16Bunnì, Azgad, Bebài, 17Adonia, Bigvài, Adin, 18Ater, Ezechia, Azzur, 19Odia, Casum, Besài, 20Carif, Anatòt, Nebài, 21Magpiàs, Mesullàm, Chezir, 22Mesezabèl, Sadoc, Iaddua,

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23Pelatia, Canan, Anaià, 24Osea, Anania, Cassub, 25Allochès, Pilca, Sobek, 26Recum, Casabna, Maasia, 27Achia, Canan, Anan, 28Malluc, Carim, Baanà.

29Il resto del popolo, i sacerdoti, i leviti, i portieri, i cantori, gli oblati e quanti si erano separati dai popoli di terre straniere per aderire alla legge di Dio, le loro mogli, i loro figli e le loro figlie, quanti potevano intendere, 30si unirono ai loro fratelli più ragguardevoli e fecero un patto e un giuramento di camminare nella legge di Dio, data per mezzo di Mosè, servo di Dio, promettendo di osservare e mettere in pratica tutti i comandi del Signore, il Signore nostro, le sue norme e le sue leggi. 31E così non daremo le nostre figlie ai popoli della regione e non prenderemo le loro figlie per i nostri figli. 32Dai popoli della regione, che portano le mercanzie e ogni genere di grano in giorno di sabato per venderli, non faremo acquisti di sabato o in un giorno santo. Lasceremo in riposo la terra ogni settimo anno e condoneremo ogni debito. 33Ci siamo imposti per legge di dare ogni anno il terzo di un siclo per il servizio del tempio del nostro Dio: 34per i pani dell’offerta, per l’oblazione perenne, per l’olocausto perenne, nei sabati, nei noviluni, nelle feste, per le cose sacre, per i sacrifici per il peccato in vista dell’espiazione in favore d’Israele, e per ogni attività del tempio del nostro Dio. 35Sacerdoti, leviti e popolo, abbiamo tirato a sorte per l’offerta della legna da portare al tempio del nostro Dio, secondo i nostri casati, a tempi fissi, anno per anno, per bruciarla sull’altare del Signore, nostro Dio, come sta scritto nella legge, 36e per portare ogni anno al tempio del Signore le primizie del nostro suolo e le primizie di ogni frutto di qualunque pianta, 37come anche i primogeniti dei nostri figli e del nostro bestiame, secondo quanto sta scritto nella legge, e i primi parti del nostro bestiame grosso e minuto, per portarli al tempio del nostro Dio e ai sacerdoti che prestano servizio nel tempio del nostro Dio. 38Porteremo ai sacerdoti nelle stanze del tempio del nostro Dio le primizie della nostra farina, le nostre offerte, i frutti di qualunque albero, il vino e l’olio, e porteremo la decima del nostro suolo ai leviti. I leviti stessi preleveranno le decime in tutte le città del nostro lavoro. 39Un sacerdote, figlio di Aronne, sarà con i leviti quando i leviti preleveranno le decime e i leviti porteranno la decima della decima al tempio del nostro Dio nelle stanze del tesoro, 40perché in quelle stanze i figli d’Israele e i figli di Levi devono portare l’offerta prelevata sul frumento, sul vino e sull’olio; in quel luogo stanno gli utensili del santuario, i sacerdoti che prestano il servizio, i portieri e i cantori. Non trascureremo il tempio del nostro Dio.

11 1I capi del popolo si stabilirono a Gerusalemme; il resto del popolo tirò a sorte per far venire uno su dieci ad abitare a Gerusalemme, la città santa, e nove nelle altre città. 2Il popolo benedisse quanti si erano offerti spontaneamente per abitare a Gerusalemme. 3Questi sono i capi della provincia che si stabilirono a Gerusalemme, mentre nelle città di Giuda si stabilirono nelle rispettive città, ognuno nella sua proprietà, Israeliti, sacerdoti, leviti, oblati e i figli degli schiavi di Salomone.

4A Gerusalemme si stabilirono figli di Giuda e figli di Beniamino. Dei figli di Giuda: Ataià, figlio di Ozia, figlio di Zaccaria, figlio di Amaria,

figlio di Sefatia, figlio di Maalalèl, dei figli di Peres; 5Maasia, figlio di Baruc, figlio di Col-Cozè, figlio di Cazaià, figlio di Adaià, figlio di Ioiarìb, figlio di Zaccaria, figlio

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del Silonita. 6Totale dei figli di Peres che si stabilirono a Gerusalemme: quattrocentosessantotto, uomini valorosi.

7Questi sono i figli di Beniamino: Sallu, figlio di Mesullàm, figlio di Ioed, figlio di Pedaià, figlio di Kolaià, figlio di Maasia, figlio di Itièl, figlio di Isaia 8e, dopo di lui, Gabbài, Sallài: novecentoventotto. 9Gioele, figlio di Zicrì, era prefetto su di loro e Giuda, figlio di Assenuà, era il secondo sulla città.

10Dei sacerdoti: Iedaià, figlio di Ioiarìb, Iachin, 11Seraià, figlio di Chelkia, figlio di Mesullàm, figlio di Sadoc, figlio di Meraiòt, figlio di Achitùb, preposto del tempio di Dio, 12e i loro fratelli addetti al lavoro del tempio, in numero di ottocentoventidue; Adaià, figlio di Ierocàm, figlio di Pelalia, figlio di Amsì, figlio di Zaccaria, figlio di Pascur, figlio di Malchia, 13e i suoi fratelli, preposti di casato, in numero di duecentoquarantadue; Amassài, figlio di Azarèl, figlio di Aczài, figlio di Mesillemòt, figlio di Immer, 14e i loro fratelli, uomini valorosi, in numero di centoventotto; Zabdièl, figlio di Ghedolìm, era prefetto su di loro.

15Dei leviti: Semaià, figlio di Cassub, figlio di Azrikàm, figlio di Casabia, figlio di Bunnì; 16Sabbetài e Iozabàd al servizio esterno del tempio, fra i capi dei leviti; 17Mattania, figlio di Mica, figlio di Zabdì, figlio di Asaf, il capo che iniziava intonando la preghiera, e Bakbukia, secondo tra i suoi fratelli; Abda, figlio di Sammùa, figlio di Galal, figlio di Iedutùn. 18Totale dei leviti nella città santa: duecentoottantaquattro.

19Portieri: Akkub, Talmon e i loro fratelli, custodi delle porte: centosettantadue.

20Il resto d’Israele, dei sacerdoti e dei leviti si stabilì in tutte le città di Giuda, ognuno nella sua eredità.

21Gli oblati si stabilirono sull’Ofel, con Sica e Ghispa alla testa degli oblati. 22Il prefetto dei leviti a Gerusalemme era Uzzì, figlio di Banì, figlio di Casabia, figlio di Mattania, figlio di Mica, dei figli di Asaf, i cantori per il servizio del tempio di Dio; 23vi era infatti una disposizione del re a loro riguardo e un ordine per i cantori, prescrizione per ogni giorno.

24Petachia, figlio di Mesezabèl, dei figli di Zerach, figlio di Giuda, suppliva il re per tutti gli affari del popolo.

25Nei villaggi delle campagne, alcuni figli di Giuda si stabilirono a Kiriat-Arbà e nelle sue dipendenze, a Dibon e nelle sue dipendenze, a Iekabseèl e nei suoi villaggi, 26a Iesua, a Moladà, a Bet-Pelet, 27a Casar-Sual, a Bersabea e nelle sue dipendenze, 28a Siklag, a Meconà e nelle sue dipendenze, 29a En-Rimmon, a Sorea, a Iarmut, 30a Zanòach, ad Adullàm e nei loro villaggi, a Lachis e nelle sue campagne, ad Azekà e nelle sue dipendenze. Si insediarono da Bersabea fino alla valle di Innòm.

31I figli di Beniamino si stabilirono a Gheba, Micmas, Aià, Betel e sue dipendenze, 32ad Anatòt, Nob, Anania, 33Asor, Rama, Ghittàim, 34Adid, Seboìm, Neballat, 35Lod e Ono, nella valle degli Artigiani.

36Dei leviti parte si stabilì con Giuda, parte con Beniamino.

12 1Questi sono i sacerdoti e i leviti che tornarono con Zorobabele, figlio di

Sealtièl, e con Giosuè: Seraià, Geremia, Esdra, 2Amaria, Malluc, Cattus, 3Secania, Recum, Meremòt, 4Iddo, Ghinnetòn, Abia, 5Miamìn, Maadia, Bilga, 6Semaià,

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Ioiarìb, Iedaià, 7Sallu, Amok, Chelkia, Iedaià. Questi erano i capi dei sacerdoti e dei loro fratelli al tempo di Giosuè.

8Leviti: Giosuè, Binnùi, Kadmièl, Serebia, Giuda, Mattania, che era preposto agli inni con i suoi fratelli. 9Bakbukia e Unnì, loro fratelli, si alternavano con loro secondo gli incarichi.

10Giosuè generò Ioiakìm, Ioiakìm generò Eliasìb, Eliasìb generò Ioiadà, 11Ioiadà generò Giònata, Giònata generò Iaddua.

12Al tempo di Ioiakìm i sacerdoti capi di casato erano: del casato di Seraià, Meraià; di quello di Geremia, Anania; 13di quello di Esdra, Mesullàm; di quello di Amaria, Giovanni; 14di quello di Melikù, Giònata; di quello di Sebania, Giuseppe; 15di quello di Carim, Adna; di quello di Meraiòt, Chelkài; 16di quello di Iddo, Zaccaria; di quello di Ghinnetòn, Mesullàm; 17di quello di Abia, Zicrì; di quello di Miniamìn, …; di quello di Moadia, Piltài; 18di quello di Bilga, Sammùa; di quello di Semaià, Giònata; 19di quello di Ioiarìb, Mattenài; di quello di Iedaià, Uzzì; 20di quello di Sallu, Kallài; di quello di Amok, Eber; 21di quello di Chelkia, Casabia; di quello di Iedaià, Netanèl.

22I leviti furono registrati, quanto ai capi di casato, al tempo di Eliasìb, di Ioiadà, di Giovanni e di Iaddua; e i sacerdoti sotto il regno di Dario, il Persiano.

23I leviti capi di casato furono registrati nel libro delle Cronache fino al tempo di Giovanni, figlio di Eliasìb.

24I capi dei leviti Casabia, Serebia, Giosuè, figlio di Kadmièl, e i loro fratelli si alternavano con loro per lodare e ringraziare, secondo l’ordine di Davide, uomo di Dio, turno per turno. 25Mattania, Bakbukia, Abdia, Mesullàm, Talmon, Akkub erano portieri e facevano la guardia ai magazzini delle porte. 26Questi vivevano al tempo di Ioiakìm, figlio di Giosuè, figlio di Iosadàk, e al tempo di Neemia, il governatore, e di Esdra, sacerdote e scriba.

27Per la dedicazione delle mura di Gerusalemme si mandarono a cercare i leviti da tutti i luoghi dove si trovavano, per farli venire a Gerusalemme, per celebrare la dedicazione con gioia, con azioni di grazie, con il canto, con cimbali, arpe e cetre. 28I cantori si radunarono dal distretto intorno a Gerusalemme, dai villaggi dei Netofatiti, 29da Bet-Gàlgala e dal territorio di Gheba e di Azmàvet, poiché i cantori si erano edificati villaggi nei dintorni di Gerusalemme. 30I sacerdoti e i leviti si purificarono e purificarono il popolo, le porte e le mura. 31Allora io feci salire sulle mura i capi di Giuda e formai due grandi cori. Il primo s’incamminò dal lato destro, sulle mura, verso la porta del Letame; 32dietro a loro camminavano Osea, metà dei capi di Giuda, 33Azaria, Esdra, Mesullàm, 34Giuda, Beniamino, Semaià, Geremia, 35e dei sacerdoti con le trombe Zaccaria, figlio di Gionata, figlio di Semaià, figlio di Mattania, figlio di Michea, figlio di Zaccur, figlio di Asaf, 36e i suoi fratelli Semaià, Azarèl, Milalài, Ghilalài, Maài, Netanèl, Giuda, Anàni, con gli strumenti musicali di Davide, uomo di Dio; lo scriba Esdra era davanti a loro. 37E alla porta della Fonte e davanti a loro salirono per le scale della Città di Davide lungo la salita del muro, oltre la casa di Davide, fino alla porta delle Acque, a oriente. 38Il secondo coro si incamminò a sinistra e io lo seguivo, con l’altra metà del popolo, sopra le mura, dalla torre dei Forni e fino al muro largo, 39e dalla porta di Èfraim alla porta Vecchia e alla porta dei Pesci, alla torre di Cananèl e alla torre dei Cento, fino alla porta delle Pecore, e si fermarono alla porta della Prigione. 40I due cori si fermarono nel tempio di Dio; così feci io, con la metà dei magistrati che

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si trovavano con me 41e i sacerdoti Eliakìm, Maasia, Miniamìn, Michea, Elioenài, Zaccaria, Anania con le trombe, 42e Maasia, Semaià, Eleàzaro, Uzzì, Giovanni, Malchia, Elam, Ezer. I cantori facevano sentire la voce e Izrachia ne era il direttore. 43In quel giorno il popolo offrì numerosi sacrifici e si rallegrò, perché Dio gli aveva concesso una grande gioia. Anche le donne e i fanciulli si rallegrarono e la gioia di Gerusalemme si sentiva di lontano.

44In quel giorno, alcuni uomini furono preposti alle stanze dei magazzini delle offerte, delle primizie e delle decime, per raccogliervi, dalle campagne di ogni località, le parti assegnate dalla legge ai sacerdoti e ai leviti, poiché i Giudei gioivano per i sacerdoti e i leviti intenti alle funzioni: 45essi svolgevano il servizio del loro Dio e il servizio della purificazione, come i cantori e i portieri, secondo l’ordine di Davide e di Salomone, suo figlio. 46Infatti, al tempo di Davide e di Asaf, in antico, vi erano capi cantori e canti di lode e di ringraziamento a Dio. 47E tutto Israele, al tempo di Zorobabele e al tempo di Neemia, ogni giorno forniva le porzioni prescritte ai cantori e ai portieri e quelle consacrate ai leviti, i quali le davano ai figli di Aronne.

13 1In quel giorno si lesse in presenza del popolo il libro di Mosè e vi si trovò scritto che l’Ammonita e il Moabita non dovevano mai entrare nella comunità di Dio, 2perché non erano venuti incontro agli Israeliti con il pane e l’acqua e perché, contro di loro, avevano pagato Balaam per maledirli, sebbene il nostro Dio avesse mutato la maledizione in benedizione. 3Quando ebbero udito la legge, separarono da Israele tutti gli stranieri.

4Prima di questo il sacerdote Eliasìb, assegnato alle stanze del tempio del nostro Dio, parente di Tobia, 5aveva preparato per lui una camera grande dove, prima di allora, si riponevano le offerte, l’incenso, gli utensili, la decima del grano, del vino e dell’olio, spettanza di legge dei leviti, dei cantori, dei portieri, e il tributo per i sacerdoti. 6Quando si faceva tutto questo, io non ero a Gerusalemme, perché nell’anno trentaduesimo di Artaserse, re di Babilonia, ero andato dal re; ma dopo qualche tempo, chiesi di congedarmi dal re, 7venni a Gerusalemme e mi accorsi del male che Eliasìb aveva fatto in favore di Tobia, preparando per lui una stanza nei cortili del tempio di Dio. 8La cosa mi dispiacque molto e feci gettare fuori dalla stanza tutti gli oggetti della casa di Tobia; 9poi ordinai che si purificassero quelle camere e vi feci tornare gli utensili del tempio di Dio, le offerte e l’incenso.

10Seppi anche che le porzioni fissate per i leviti non erano state consegnate e che i leviti e i cantori, che prestavano il servizio, erano fuggiti ognuno al suo paese. 11Allora rimproverai i magistrati e dissi loro: «Perché il tempio di Dio è stato abbandonato?». Poi li radunai e li ristabilii nei loro uffici. 12Allora tutto Giuda portò ai magazzini la decima del frumento, del vino e dell’olio; 13incaricai dei magazzini il sacerdote Selemia, lo scriba Sadoc, Pedaià, uno dei leviti, e al loro fianco Canan, figlio di Zaccur, figlio di Mattania, perché erano reputati uomini fedeli. Così stava a loro fare le parti per i loro fratelli.

14Ricòrdati per questo di me, o mio Dio, e non cancellare la fedeltà con cui ho agito per il tempio del mio Dio e per il suo servizio!

15In quei giorni osservai in Giuda alcuni che pigiavano nei tini durante il sabato, altri che trasportavano i covoni e li caricavano sugli asini, e anche vino, uva, fichi e ogni sorta di carichi, e li portavano a Gerusalemme in giorno di sabato;

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io protestai a motivo del giorno in cui vendevano le derrate. 16C’erano anche alcuni di Tiro stabiliti in città che portavano pesce e ogni sorta di merci e le vendevano durante il sabato ai figli di Giuda e a Gerusalemme. 17Allora io rimproverai i notabili di Giuda e dissi loro: «Che cosa è mai questo male che fate, profanando il giorno del sabato? 18I nostri padri non hanno fatto così? Il nostro Dio per questo ha fatto cadere su noi e su questa città tutti questi mali. Voi accrescete l’ira contro Israele, profanando il sabato!». 19Non appena le porte di Gerusalemme comiciavano a essere nell’ombra, prima del sabato, io ordinai che le porte fossero chiuse e che non si riaprissero fin dopo il sabato; collocai alcuni miei uomini alle porte: non doveva entrare nessun carico durante il sabato. 20Così i mercanti e i venditori di ogni merce una o due volte passarono la notte fuori di Gerusalemme. 21Allora io protestai contro di loro e dissi: «Perché passate la notte davanti alle mura? Se lo farete un’altra volta, stenderò la mano contro di voi». Da quel momento non vennero più durante il sabato. 22Ordinai ai leviti di purificarsi e di venire a custodire le porte per santificare il giorno del sabato.

Anche per questo ricòrdati di me, mio Dio, e abbi pietà di me secondo il tuo grande amore!

23In quei giorni vidi anche che alcuni Giudei si erano ammogliati con donne di Asdod, di Ammon e di Moab; 24la metà dei loro figli parlava l’asdodeo, nessuno di loro sapeva parlare giudaico, ma solo la lingua di un popolo o dell’altro. 25Io li rimproverai, li maledissi, ne picchiai alcuni, strappai loro i capelli e li feci giurare su Dio: «Non darete le vostre figlie ai loro figli e non prenderete le loro figlie per i vostri figli o per voi stessi. 26Salomone, re d’Israele, non ha forse peccato appunto in questo? Certo, fra le molte nazioni non ci fu un re simile a lui: era amato dal suo Dio e Dio l’aveva fatto re di tutto Israele; eppure le donne straniere fecero peccare anche lui. 27Dovremmo dunque ascoltare voi e fare tutto questo grande male e prevaricare contro il nostro Dio sposando donne straniere?». 28Uno dei figli di Ioiadà, figlio di Eliasìb, il sommo sacerdote, era genero di Sanballàt, il Coronita; io lo cacciai via da me. 29Ricòrdati di loro, mio Dio, poiché hanno profanato il sacerdozio e l’alleanza dei sacerdoti e dei leviti. 30Così li purificai da ogni elemento straniero e ristabilii gli incarichi dei sacerdoti e dei leviti, ognuno al suo compito, 31quelli dell’offerta della legna ai tempi stabiliti, e delle primizie.

Ricòrdati di me in bene, mio Dio!

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Tobia

Bibbia CEI 2008 1/15

La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

TOBIA∗

1 1Libro della storia di Tobi, figlio di Tobièl, figlio di Ananièl, figlio di Aduèl, figlio di Gabaèl, figlio di Raffaele, figlio di Raguele, della discendenza di Asièl, della tribù di Nèftali. 2Al tempo di Salmanàssar, re degli Assiri, egli fu deportato dalla città di Tisbe, che sta a sud di Kedes di Nèftali, nell’alta Galilea, sopra Asor, verso occidente, a nord di Sefet.

3Io, Tobi, passavo tutti i giorni della mia vita seguendo le vie della verità e della giustizia. Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine. 4Mi trovavo ancora al mio paese, la terra d’Israele, ed ero ancora giovane, quando la tribù del mio antenato Nèftali abbandonò la casa di Davide e si staccò da Gerusalemme, la sola città fra tutte le tribù d’Israele scelta per i sacrifici. In essa era stato consacrato il tempio, dove abita Dio, ed era stato edificato per tutte le generazioni future. 5Tutti i miei fratelli e quelli della tribù del mio antenato Nèftali facevano sacrifici su tutti i monti della Galilea al vitello che Geroboamo, re d’Israele, aveva fabbricato a Dan. 6Io ero il solo che spesso mi recavo a Gerusalemme nelle feste, per obbedienza a una legge perenne prescritta a tutto Israele. Correvo a Gerusalemme con le primizie dei frutti e degli animali, con le decime del bestiame e con la prima lana che tosavo alle mie pecore. 7Consegnavo tutto ai sacerdoti, figli di Aronne, per l’altare. Davo anche ai leviti, che prestavano servizio a Gerusalemme, le decime del grano, del vino, dell’olio, delle melagrane, dei fichi e degli altri frutti. Per sei anni consecutivi convertivo in denaro la seconda decima ogni anno e andavo a spenderla a Gerusalemme. 8La terza decima poi era per gli orfani, le vedove e i forestieri che si trovavano con gli Israeliti. La portavo loro ogni tre anni e la si consumava insieme, come vuole la legge di Mosè e secondo le raccomandazioni di Dèbora, moglie di Ananièl, la madre di nostro padre, poiché mio padre, morendo, mi aveva lasciato orfano. 9Quando divenni adulto, sposai Anna, una donna della mia parentela, e da essa ebbi un figlio che chiamai Tobia. 10Dopo la deportazione in Assiria, quando fui condotto prigioniero e arrivai a Ninive, tutti i miei fratelli e quelli della mia gente mangiavano i cibi dei pagani; 11ma io mi guardai bene dal farlo. 12Poiché restai fedele a Dio con tutto il cuore, 13l’Altissimo mi fece trovare il favore di Salmanàssar, del quale presi a trattare gli affari. 14Venni così nella Media, dove, finché egli visse, conclusi affari per conto

In questo apparato sono riportate le principali varianti che caratterizzano la Nova Vulgata (NVg) rispetto al testo critico seguito nella presente traduzione. Viene indicato il versetto, o la parte di esso, che differisce per cambiamento del testo

(invece), o aggiunta (aggiunge). Le parole comprese tra i due segni ..... sono variate come indicato in nota; il segno ⊥ indica invece il luogo dell’inserimento delle parole trascritte in nota.

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Bibbia CEI 2008 2/15

suo. Fu allora che a Rage di Media, presso Gabaèl, fratello di Gabri, depositai in sacchetti la somma di dieci talenti d’argento.

15Quando Salmanàssar morì, gli successe il figlio Sennàcherib. Allora le strade della Media divennero impraticabili e non potei più tornarvi. 16Al tempo di Salmanàssar facevo spesso l’elemosina a quelli della mia gente; 17davo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo. 18Seppellii anche quelli che aveva ucciso Sennàcherib, quando tornò fuggendo dalla Giudea, al tempo del castigo mandato dal re del cielo sui bestemmiatori. Nella sua collera egli uccise molti Israeliti; io sottraevo i loro corpi per la sepoltura e Sennàcherib invano li cercava. 19Ma un cittadino di Ninive andò a informare il re che io li seppellivo di nascosto. Quando seppi che il re conosceva il fatto e che mi si cercava per essere messo a morte, colto da paura mi diedi alla fuga. 20I miei beni furono confiscati e passarono tutti al tesoro del re. Mi restò solo la moglie, Anna, con il figlio Tobia. 21Neanche quaranta giorni dopo, il re fu ucciso da due suoi figli, i quali poi fuggirono sui monti dell’Araràt. Gli successe allora il figlio Assarhàddon. Egli diede ad Achikàr, figlio di mio fratello Anaèl, l’incarico della contabilità del regno: egli ebbe così la direzione generale degli affari. 22Allora Achikàr prese a cuore la mia causa e potei così ritornare a Ninive. Al tempo di Sennàcherib, re degli Assiri, Achikàr era stato gran coppiere, ministro della giustizia, amministratore e sovrintendente della contabilità e Assarhàddon l’aveva mantenuto in carica. Egli era mio nipote e uno della mia parentela.

2 1Sotto il regno di Assarhàddon ritornai dunque a casa mia e mi fu restituita la compagnia di mia moglie Anna e del figlio Tobia. Per la nostra festa di Pentecoste, cioè la festa delle Settimane, avevo fatto preparare un buon pranzo e mi posi a tavola: 2la tavola era imbandita di molte vivande. Dissi al figlio Tobia: «Figlio mio, va’, e se trovi tra i nostri fratelli deportati a Ninive qualche povero, che sia però di cuore fedele, portalo a pranzo insieme con noi. Io resto ad aspettare che tu ritorni, figlio mio». 3Tobia uscì in cerca di un povero tra i nostri fratelli. Di ritorno disse: «Padre!». Gli risposi: «Ebbene, figlio mio?». «Padre – riprese – uno della nostra gente è stato ucciso e gettato nella piazza; l’hanno strangolato un momento fa». 4Io allora mi alzai, lasciando intatto il pranzo; tolsi l’uomo dalla piazza e lo posi in una camera in attesa del tramonto del sole, per poterlo seppellire. 5Ritornai, mi lavai e mangiai con tristezza, 6ricordando le parole del profeta Amos su Betel:

«Si cambieranno le vostre feste in lutto, tutti i vostri canti in lamento».

7E piansi. Quando poi calò il sole, andai a scavare una fossa e ve lo seppellii. 8I miei vicini mi deridevano dicendo: «Non ha più paura! Proprio per questo motivo lo hanno già ricercato per ucciderlo. È dovuto fuggire e ora eccolo di nuovo a seppellire i morti». 9Quella notte, dopo aver seppellito il morto, mi lavai, entrai nel mio cortile e mi addormentai sotto il muro del cortile. Per il caldo che c’era tenevo la faccia scoperta, 10ignorando che sopra di me, nel muro, stavano dei passeri. Caddero sui miei occhi i loro escrementi ancora caldi, che mi produssero macchie bianche, e dovetti andare dai medici per la cura. Più essi però mi applicavano farmaci, più mi si oscuravano gli occhi, a causa delle macchie bianche, finché

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Tobia

Bibbia CEI 2008 3/15

divenni cieco del tutto. Per quattro anni rimasi cieco e ne soffrirono tutti i miei fratelli. Achikàr, nei due anni che precedettero la sua partenza per l’Elimàide, provvide al mio sostentamento.

11In quel tempo mia moglie Anna lavorava a domicilio, 12tessendo la lana che rimandava poi ai padroni, ricevendone la paga. Ora nel settimo giorno del mese di Distro, quando tagliò il pezzo che aveva tessuto e lo mandò ai padroni, essi, oltre la mercede completa, le fecero dono di un capretto da mangiare. 13Quando il capretto entrò in casa mia, si mise a belare. Chiamai allora mia moglie e le dissi: «Da dove viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, poiché non abbiamo nessun diritto di mangiare una cosa rubata». 14Ella mi disse: «Mi è stato dato in più del salario». Ma io non le credevo e le ripetevo di restituirlo ai padroni e per questo mi vergognavo di lei. Allora per tutta risposta mi disse: «Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!».

3 1Con l’animo affranto dal dolore, sospirai e piansi. Poi iniziai questa preghiera

di lamento: 2«Tu sei giusto, Signore, e giuste sono tutte le tue opere. Ogni tua via è misericordia e verità. Tu sei il giudice del mondo. 3Ora, Signore, ricòrdati di me e guardami. Non punirmi per i miei peccati e per gli errori miei e dei miei padri. 4Violando i tuoi comandamenti, abbiamo peccato davanti a te. Ci hai consegnato al saccheggio; ci hai abbandonato alla prigionia, alla morte e ad essere la favola, lo scherno, il disprezzo di tutte le genti, tra le quali ci hai dispersi. 5Ora, quando mi tratti secondo le colpe mie e dei miei padri, veri sono tutti i tuoi giudizi, perché non abbiamo osservato i tuoi comandamenti, camminando davanti a te nella verità. 6Agisci pure ora come meglio ti piace; da’ ordine che venga presa la mia vita, in modo che io sia tolto dalla terra e divenga terra, poiché per me è preferibile la morte alla vita. Gli insulti bugiardi che mi tocca sentire destano in me grande dolore. Signore, comanda che sia liberato da questa prova; fa’ che io parta verso la dimora eterna. Signore, non distogliere da me il tuo volto. Per me infatti è meglio morire che vedermi davanti questa grande angoscia, e così non sentirmi più insultare!».

7Nello stesso giorno a Sara, figlia di Raguele, abitante di Ecbàtana, nella Media, capitò di sentirsi insultare da parte di una serva di suo padre, 8poiché lei era stata data in moglie a sette uomini, ma Asmodeo, il cattivo demonio, glieli aveva uccisi, prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. A lei appunto disse la serva: «Sei proprio tu che uccidi i tuoi mariti. Ecco, sei già stata data a sette mariti e neppure di uno hai potuto portare il nome. 9Perché vorresti colpire noi, se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro e che da te non dobbiamo mai vedere né figlio né figlia». 10In quel giorno dunque ella soffrì molto, pianse e salì nella stanza del padre con l’intenzione di impiccarsi. Ma, tornando a riflettere, pensava: «Che non insultino mio padre e non gli dicano: “La sola figlia che avevi, a te assai cara, si è impiccata per le sue sventure”. Così farei precipitare con angoscia la vecchiaia di mio padre negli inferi. Meglio per me che non mi impicchi, ma supplichi il Signore di farmi morire per non sentire più insulti nella mia vita». 11In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: «Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto è il tuo nome nei secoli. Ti benedicano tutte le tue opere per sempre. 12Ora a te innalzo il mio volto e i miei occhi. 13Comanda che io sia

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tolta dalla terra, perché non debba sentire più insulti. 14Tu sai, Signore, che sono pura da ogni contatto con un uomo 15e che non ho disonorato il mio nome né quello di mio padre nella terra dell’esilio. Io sono l’unica figlia di mio padre. Egli non ha altri figli che possano ereditare, né un fratello vicino né un parente per il quale io possa serbarmi come sposa. Già sette mariti ho perduto: perché dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi che io muoia, guarda a me con benevolenza: che io non senta più insulti».

16In quel medesimo momento la preghiera di ambedue fu accolta davanti alla gloria di Dio 17e fu mandato Raffaele a guarire tutti e due: a togliere le macchie bianche dagli occhi di Tobi, perché con gli occhi vedesse la luce di Dio, e a dare Sara, figlia di Raguele, in sposa a Tobia, figlio di Tobi, e così scacciare da lei il cattivo demonio Asmodeo. Di diritto, infatti, spettava a Tobia prenderla in sposa, prima che a tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava in casa dal cortile e Sara, figlia di Raguele, stava scendendo dalla camera.

4 1In quel giorno Tobi si ricordò del denaro che aveva depositato presso Gabaèl

a Rage di Media 2e disse in cuor suo: «Ecco che io ho invocato la morte: perché dunque non dovrei chiamare mio figlio Tobia e informarlo, prima di morire, di questa somma di denaro?». 3Chiamò il figlio e gli disse: «Figlio, quando morirò, dovrai darmi una sepoltura decorosa; onora tua madre e non abbandonarla per tutti i giorni della sua vita; fa’ ciò che è di suo gradimento e non procurarle nessun motivo di tristezza. 4Ricòrdati, figlio, che ha corso tanti pericoli per te, quando eri nel suo seno. Quando morirà, dovrai darle sepoltura presso di me, in una medesima tomba.

5Ogni giorno, o figlio, ricòrdati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandamenti. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la strada dell’ingiustizia. 6Perché se agirai con rettitudine, avrai fortuna nelle tue azioni. 7A tutti quelli che praticano la giustizia fa’ elemosina con i tuoi beni e, nel fare elemosina, il tuo occhio non abbia rimpianti. Non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo. 8In proporzione a quanto possiedi fa’ elemosina, secondo le tue disponibilità; se hai poco, non esitare a fare elemosina secondo quel poco. 9Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, 10poiché l’elemosina libera dalla morte e impedisce di entrare nelle tenebre. 11Infatti per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo.

12Guàrdati, o figlio, da ogni sorta di fornicazione; prenditi anzitutto una moglie dalla stirpe dei tuoi padri, non prendere una donna straniera, che cioè non sia della stirpe di tuo padre, perché noi siamo figli di profeti. Ricòrdati di Noè, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nostri padri fin da principio. Essi sposarono tutti una donna della loro parentela e furono benedetti nei loro figli e la loro discendenza avrà in eredità la terra. 13E ora, figlio, ama i tuoi fratelli; nel tuo cuore non concepire disprezzo per i tuoi fratelli, e per i figli e le figlie del tuo popolo, e tra loro scegliti la moglie. L’orgoglio infatti è causa di rovina e di grande inquietudine. Nella pigrizia vi è povertà e miseria, perché la pigrizia è madre della fame. 14Non trattenere presso di te la paga di chi lavora per te, ma a lui consegnala subito; se così avrai servito Dio, ti sarà data la ricompensa. Poni attenzione, o figlio, a tutto ciò che fai e sii ben educato in ogni tuo comportamento.

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15Non fare a nessuno ciò che non piace a te. Non bere vino fino all’ebbrezza e non avere per compagna del tuo viaggio l’ubriachezza. 16Da’ del tuo pane a chi ha fame e fa’ parte dei tuoi vestiti agli ignudi. Da’ in elemosina quanto ti avanza e quando fai elemosina il tuo occhio non abbia rimpianti. 17Deponi il tuo pane sulla tomba dei giusti, non darne invece ai peccatori. 18Chiedi consiglio a ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio. 19In ogni circostanza benedici il Signore Dio e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine, poiché nessun popolo possiede la saggezza, ma è il Signore che elargisce ogni bene e abbassa chi vuole fino al profondo degli inferi. E ora, figlio, ricòrdati di questi comandamenti, non lasciare che si cancellino dal tuo cuore.

20Ora, figlio, ti comunico che ho depositato dieci talenti d’argento presso Gabaèl, figlio di Gabri, a Rage di Media. 21Non temere, figlio, se siamo diventati poveri. Tu hai una grande ricchezza se avrai il timore di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore, tuo Dio».

5 1Allora Tobia rispose al padre: «Quanto mi hai comandato io farò, o padre. 2Ma come potrò riprendere la somma, dal momento che lui non conosce me, né io conosco lui? Che segno posso dargli, perché mi riconosca, mi creda e mi consegni il denaro? Inoltre non sono pratico delle strade da prendere per andare in Media». 3Rispose Tobi a suo figlio Tobia: «Mi ha dato un documento autografo e anch’io gli ho apposto il mio autografo: lo divisi in due parti e ne prendemmo ciascuno una parte; la sua parte la lasciai presso di lui con il denaro. Sono ora vent’anni da quando ho depositato quella somma. Cércati dunque, o figlio, un uomo di fiducia che si metta in viaggio con te. Lo pagheremo per tutto il tempo fino al tuo ritorno. Va’ dunque da Gabaèl a ritirare il denaro».

4Uscì Tobia in cerca di qualcuno pratico della strada, che lo accompagnasse nella Media. Uscì e si trovò davanti l’angelo Raffaele, non sospettando minimamente che fosse un angelo di Dio. 5Gli disse: «Di dove sei, o giovane?». Rispose: «Sono uno dei tuoi fratelli Israeliti, e sono venuto qui a cercare lavoro». Riprese Tobia: «Conosci la strada per andare nella Media?». 6Gli disse: «Certo, parecchie volte sono stato là e conosco bene tutte le strade. Spesso sono andato nella Media e ho alloggiato presso Gabaèl, un nostro fratello che abita a Rage di Media. Ci sono due giorni di cammino da Ecbàtana a Rage. Rage è sulle montagne ed Ecbàtana è nella pianura». 7Allora Tobia gli disse: «Aspetta, o giovane, che vada ad avvertire mio padre. Ho bisogno che tu venga con me e ti pagherò il tuo salario». 8Gli rispose: «Ecco, ti attendo; però non tardare».

9Tobia andò ad informare suo padre Tobi dicendogli: «Ecco, ho trovato un uomo tra i nostri fratelli Israeliti». Gli rispose: «Chiamalo, perché io sappia di che famiglia e di che tribù è e se è persona fidata per venire con te, o figlio». 10Tobia uscì a chiamarlo e gli disse: «O giovane, mio padre ti chiama». Entrò da lui. Tobi lo salutò per primo e l’altro gli disse: «Possa tu avere molta gioia!». Tobi rispose: «Che gioia posso ancora avere? Sono un uomo menomato negli occhi; non vedo la luce del cielo, ma mi trovo nell’oscurità come i morti che non contemplano più la luce. Pur vivendo, mi sento tra i morti; avverto la voce degli uomini, ma non li vedo». Gli rispose: «Fatti coraggio, Dio non tarderà a guarirti; fatti coraggio!». E Tobi: «Mio figlio Tobia vuole andare nella Media. Non potresti andare con lui e

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fargli da guida? Io ti pagherò, fratello!». Rispose: «Sì, posso accompagnarlo; conosco tutte le strade. Mi sono recato spesso nella Media. Ho attraversato tutte le sue pianure e i suoi monti e ne conosco tutte le strade». 11Tobi gli disse: «Fratello, di che famiglia e di che tribù sei? Dimmelo, fratello». 12Ed egli: «Che t’importa la tribù?». L’altro gli disse: «Voglio sapere con verità, fratello, di chi tu sei figlio e il tuo vero nome». 13Rispose: «Sono Azaria, figlio di Anania il grande, uno dei tuoi fratelli». 14Gli disse allora: «Sii benvenuto e in buona salute, o fratello! Non avertene a male, fratello, se ho voluto sapere la verità sulla tua famiglia. Tu dunque sei mio parente, di buona e distinta discendenza! Conoscevo Anania e Natan, i due figli di Semeia il grande. Venivano con me a Gerusalemme e là facevano adorazione insieme con me; non hanno abbandonato la retta via. I tuoi fratelli sono brava gente; tu sei di buona radice: sii benvenuto!». 15Continuò: «Ti do come ricompensa una dracma al giorno, e per quanto riguarda il tuo mantenimento lo stesso che a mio figlio. 16Fa’ dunque il viaggio con mio figlio e poi ti darò ancora qualcosa di più». 17Gli disse: «Farò il viaggio con lui. Non temere: partiremo sani, e sani ritorneremo da te, perché la strada è sicura». Tobi gli disse: «Sia con te la benedizione, o fratello!». Si rivolse poi al figlio e gli disse: «Figlio, prepara quanto occorre per il viaggio e parti con questo tuo fratello. Dio, che è nei cieli, vi conservi sani fin là e vi restituisca a me sani e salvi; il suo angelo vi accompagni e vi conduca a salvezza, o figlio!».

Tobia uscì per mettersi in cammino e baciò il padre e la madre. E Tobi gli disse: «Fa’ buon viaggio!». 18Allora la madre si mise a piangere e disse a Tobi: «Perché hai voluto che mio figlio partisse? Non è lui il bastone della nostra mano, che è sempre stato in casa con noi? 19Non temere di aggiungere denaro a denaro; esso non vale nulla in confronto a nostro figlio. 20Quello che per vivere ci è stato dato dal Signore è sufficiente per noi». 21Le disse: «Non stare in pensiero: nostro figlio farà buon viaggio e tornerà in buona salute da noi. I tuoi occhi lo vedranno il giorno in cui tornerà sano e salvo da te. 22Non stare in pensiero, non temere per loro, o sorella. Un angelo buono infatti lo accompagnerà, il suo viaggio andrà bene e tornerà sano e salvo». 23Ed ella cessò di piangere.

6 1Il giovane partì insieme con l’angelo, e anche il cane li seguì e s’avviò con loro. Camminarono insieme finché li sorprese la prima sera; allora si fermarono a passare la notte sul fiume Tigri. 2Il giovane scese nel fiume per lavarsi i piedi, quand’ecco un grosso pesce balzando dall’acqua tentò di divorare il piede del ragazzo, che si mise a gridare. 3Ma l’angelo gli disse: «Afferra il pesce e non lasciarlo fuggire». Il ragazzo riuscì ad afferrare il pesce e a tirarlo a riva. 4Gli disse allora l’angelo: «Apri il pesce e togline il fiele, il cuore e il fegato; mettili in disparte ma getta via gli intestini. Infatti il suo fiele, il cuore e il fegato possono essere utili medicamenti». 5Il ragazzo squartò il pesce, ne tolse il fiele, il cuore e il fegato. Arrostì una porzione del pesce e la mangiò; l’altra parte la mise in serbo dopo averla salata. 6Poi ambedue ripresero il viaggio, finché non furono vicini alla Media. 7Allora il ragazzo rivolse all’angelo questa domanda: «Azaria, fratello, che rimedio può esserci nel cuore, nel fegato e nel fiele del pesce?». 8Gli rispose: «Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo, e cesserà da lei ogni vessazione e non ne resterà più traccia alcuna. 9Il fiele invece serve per spalmarlo

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sugli occhi di chi è affetto da macchie bianche; si soffia su quelle macchie e gli occhi guariscono».

10Erano entrati nella Media e già erano vicini a Ecbàtana, 11quando Raffaele disse al ragazzo: «Fratello Tobia!». Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Questa notte dobbiamo alloggiare presso Raguele, che è tuo parente. Egli ha una figlia chiamata Sara 12e all’infuori di Sara non ha altro figlio o figlia. A te, come parente più stretto, spetta il diritto di sposarla più di qualunque altro uomo e di avere in eredità i beni di suo padre. È una ragazza saggia, coraggiosa, molto graziosa e suo padre è una brava persona». 13E aggiunse: «Tu hai il diritto di sposarla. Ascoltami, fratello: io parlerò della fanciulla al padre questa sera, per serbartela come fidanzata. Quando torneremo dalla città di Rage, celebreremo le sue nozze. So che Raguele non potrà rifiutarla a te o prometterla ad altri; egli incorrerebbe nella morte secondo la prescrizione della legge di Mosè, poiché egli sa che prima di ogni altro spetta a te avere sua figlia. Ascoltami, dunque, fratello. Questa sera parleremo della fanciulla e ne domanderemo la mano. Al nostro ritorno dalla città di Rage la prenderemo e la condurremo con noi a casa tua». 14Allora Tobia rispose a Raffaele: «Fratello Azaria, ho sentito dire che ella è già stata data in moglie a sette uomini ed essi sono morti nella stanza nuziale la notte stessa in cui dovevano unirsi a lei. Inoltre ho sentito dire che un demonio le uccide i mariti. 15Per questo ho paura; il demonio a lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole accostare, egli lo uccide. Io sono l’unico figlio di mio padre. Ho paura di morire e di condurre così alla tomba la vita di mio padre e di mia madre per l’angoscia della mia perdita. Non hanno un altro figlio che possa seppellirli». 16Ma quello gli disse: «Hai forse dimenticato i moniti di tuo padre, che ti ha raccomandato di prendere in moglie una donna del tuo casato? Ascoltami, dunque, o fratello: non preoccuparti di questo demonio e sposala. Sono certo che questa sera ti verrà data in moglie. 17Quando però entri nella camera nuziale, prendi il cuore e il fegato del pesce e mettine un poco sulla brace degli incensi. L’odore si spanderà, il demonio lo dovrà annusare e fuggirà per non farsi più vedere in eterno intorno a lei. 18Poi, prima di unirti con lei, alzatevi tutti e due a pregare. Supplicate il Signore del cielo perché venga su di voi la sua grazia e la sua salvezza. Non temere: ella ti è stata destinata fin dall’eternità. Sarai tu a salvarla. Ella verrà con te e penso che da lei avrai figli che saranno per te come fratelli. Non stare in pensiero». 19Quando Tobia sentì le parole di Raffaele e seppe che Sara era sua parente, della stirpe della famiglia di suo padre, l’amò molto senza poter più distogliere il suo cuore da lei.

7 1Quando fu entrato in Ecbàtana, Tobia disse: «Fratello Azaria, conducimi diritto dal nostro fratello Raguele». Egli lo condusse alla casa di Raguele, che trovarono seduto presso la porta del cortile. Lo salutarono per primi ed egli rispose: «Salute, fratelli, siate i benvenuti!». Li fece entrare in casa. 2Disse a sua moglie Edna: «Quanto somiglia questo giovane a mio fratello Tobi!». 3Edna domandò loro: «Di dove siete, fratelli?», ed essi risposero: «Siamo dei figli di Nèftali, deportati a Ninive». 4Disse allora: «Conoscete nostro fratello Tobi?». Le dissero: «Lo conosciamo». 5Riprese: «Sta bene?». Risposero: «Sta bene e vive». E Tobia aggiunse: «È mio padre».

6Raguele allora balzò in piedi, l’abbracciò e pianse. Poi gli disse: «Sii benedetto, o figlio! Hai un ottimo padre. Che sventura per un uomo giusto e

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generoso nel fare elemosine essere diventato cieco!». Si gettò al collo del parente Tobia e pianse. 7Pianse anche sua moglie Edna e pianse anche la loro figlia Sara. 8Poi egli macellò un montone del gregge e fece loro una festosa accoglienza.

9Si lavarono, fecero le abluzioni e, quando si furono messi a tavola, Tobia disse a Raffaele: «Fratello Azaria, domanda a Raguele che mi dia in moglie mia cugina Sara». 10Raguele udì queste parole e disse al giovane: «Mangia, bevi e sta’ allegro per questa sera, poiché nessuno all’infuori di te, mio parente, ha il diritto di prendere mia figlia Sara, come del resto neppure io ho la facoltà di darla a un altro uomo all’infuori di te, poiché tu sei il mio parente più stretto. Però, figlio, voglio dirti con franchezza la verità. 11L’ho data a sette mariti, scelti tra i nostri fratelli, e tutti sono morti la notte in cui entravano da lei. Ora, figlio, mangia e bevi; il Signore sarà con voi». 12Ma Tobia disse: «Non mangerò affatto né berrò, prima che tu abbia preso una decisione a mio riguardo». Rispose Raguele: «Lo farò! Ella ti viene data secondo il decreto del libro di Mosè e come dal cielo è stato stabilito che ti sia data. Abbi cura di lei, d’ora in poi tu sei suo fratello e lei tua sorella. Ti viene concessa da oggi per sempre. Il Signore del cielo vi assista questa notte, o figlio, e vi conceda la sua misericordia e la sua pace».

13Raguele chiamò sua figlia Sara e, quando venne, la prese per mano e l’affidò a Tobia con queste parole: «Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro di Mosè lei ti viene concessa in moglie. Tienila e, sana e salva, conducila da tuo padre. Il Dio del cielo vi conceda un buon viaggio e pace». 14Chiamò poi la madre di lei e le disse di portare un foglio e stese l’atto di matrimonio, secondo il quale concedeva in moglie a Tobia la propria figlia, in base al decreto della legge di Mosè. Dopo di ciò cominciarono a mangiare e a bere. 15Poi Raguele chiamò sua moglie Edna e le disse: «Sorella mia, prepara l’altra camera e conducila dentro». 16Quella andò a preparare il letto della camera, come le aveva ordinato, e vi condusse la figlia. Pianse per lei, poi si asciugò le lacrime e le disse: 17«Coraggio, figlia, il Signore del cielo cambi in gioia il tuo dolore. Coraggio, figlia!». E uscì.

8 1Quando ebbero finito di mangiare e di bere, decisero di andare a dormire.

Accompagnarono il giovane e lo introdussero nella camera da letto. 2Tobia allora si ricordò delle parole di Raffaele: prese dal suo sacco il fegato e il cuore del pesce e li pose sulla brace dell’incenso. 3L’odore del pesce respinse il demonio, che fuggì verso le regioni dell’alto Egitto. Raffaele vi si recò all’istante e in quel luogo lo incatenò e lo mise in ceppi. 4Gli altri intanto erano usciti e avevano chiuso la porta della camera. Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, àlzati! Preghiamo e domandiamo al Signore nostro che ci dia grazia e salvezza». 5Lei si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! 6Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: “Non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui”. 7Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con animo retto. Dégnati di avere misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia». 8E dissero insieme: «Amen, amen!». 9Poi dormirono per tutta la notte.

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10Ma Raguele si alzò; chiamò i suoi servi e andarono a scavare una fossa. Diceva infatti: «Se mai morisse, non diventeremo così motivo di scherno e di vergogna». 11Quando ebbero terminato di scavare la fossa, Raguele tornò in casa; chiamò sua moglie 12e le disse: «Manda una delle serve a vedere se è vivo; così, se è morto, lo seppelliremo senza che nessuno lo sappia». 13Mandarono quella serva, accesero la lampada e aprirono la porta; quella entrò e trovò che dormivano insieme, immersi nel sonno. 14La serva uscì e riferì loro che era vivo e che non era successo nulla di male. 15Resero lode al Dio del cielo e dissero: «Tu sei benedetto, o Dio, degno di ogni benedizione perfetta. ⊥ Ti benedicano per tutti i secoli! 16Tu sei benedetto, perché mi hai ricolmato di gioia e non è avvenuto ciò che temevo, ma ci hai trattato secondo la tua grande misericordia. 17Tu sei benedetto, perché hai avuto compassione dei due figli unici. Concedi loro, Signore, grazia e salvezza e falli giungere fino al termine della loro vita in mezzo alla gioia e alla grazia». 18Allora ordinò ai servi di riempire la fossa prima che si facesse giorno.

19Raguele ordinò alla moglie di fare pane in abbondanza; andò a prendere dalla mandria due vitelli e quattro montoni, li fece macellare e cominciarono così a preparare il banchetto. 20Poi chiamò Tobia e gli disse: «Per quattordici giorni non te ne andrai di qui, ma ti fermerai da me a mangiare e a bere e così allieterai l’anima già tanto afflitta di mia figlia. 21Di quanto possiedo prenditi la metà e torna sano e salvo da tuo padre. Quando io e mia moglie saremo morti, anche l’altra metà sarà vostra. Coraggio, figlio! Io sono tuo padre ed Edna è tua madre; noi apparteniamo a te come a questa tua sorella, da ora per sempre. Coraggio, figlio!».

9 1Allora Tobia chiamò Raffaele e gli disse: 2«Fratello Azaria, prendi con te

quattro servi e due cammelli e mettiti in viaggio per Rage. 3Va’ da Gabaèl, consegnagli il documento, riporta il denaro e conducilo con te alle feste nuziali. 4Tu sai infatti che mio padre starà a contare i giorni e, se tarderò anche di un solo giorno, lo farò soffrire troppo. Vedi bene che cosa ha giurato Raguele e io non posso trasgredire il suo giuramento». 5Partì dunque Raffaele con quattro servi e due cammelli per Rage di Media, dove presero alloggio da Gabaèl. Raffaele gli presentò il documento e nello stesso tempo lo informò che Tobia, figlio di Tobi, aveva preso moglie e lo invitava alle nozze. Gabaèl andò subito a prendere i sacchetti, ancora sigillati, e li contò in sua presenza; poi li caricarono. 6Partirono insieme di buon mattino per andare alle nozze. Giunti da Raguele, trovarono Tobia adagiato a tavola. Egli si alzò in piedi a salutarlo e Gabaèl pianse e lo benedisse dicendogli: «Figlio ottimo di ottimo padre, giusto e generoso in elemosine, conceda il Signore la benedizione del cielo a te, a tua moglie, al padre e alla madre di tua moglie. Benedetto Dio, poiché ho visto mio cugino Tobi, vedendo te che tanto gli somigli!».

10 1Frattanto ogni giorno Tobi contava le giornate, quante erano necessarie all’andata e quante al ritorno. Quando poi i giorni furono al termine e il figlio non era ancora tornato, 2pensò: «Che sia stato trattenuto là? O che sia morto Gabaèl e non c’è nessuno che gli dia il denaro?». 3E cominciò a rattristarsi. 4Sua moglie

8,15 NVg aggiunge: Ti benedicano tutti i tuoi santi e ogni tua creatura; e tutti i tuoi angeli e i tuoi eletti.

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Anna diceva: «Mio figlio è morto e non è più tra i vivi». E cominciò a piangere e a lamentarsi sul proprio figlio, dicendo: 5«Ahimè, figlio, ti ho lasciato partire, tu che eri la luce dei miei occhi!». 6Le rispondeva Tobi: «Taci, non stare in pensiero, sorella; egli sta bene. Certo li trattiene là qualche fatto imprevisto. Del resto l’uomo che lo accompagnava è sicuro ed è uno dei nostri fratelli. Non affliggerti per lui, sorella; tra poco sarà qui». 7Ma lei replicava: «Lasciami stare e non ingannarmi! Mio figlio è morto». E subito usciva e osservava la strada per la quale era partito suo figlio; così faceva ogni giorno e non si fidava di nessuno. Quando il sole era tramontato, rientrava a piangere e a lamentarsi per tutta la notte e non prendeva sonno.

8Compiuti i quattordici giorni delle feste nuziali, quelli che Raguele con giuramento aveva stabilito di organizzare per la propria figlia, Tobia andò da lui e gli disse: «Lasciami partire. Sono certo che mio padre e mia madre non hanno più speranza di rivedermi. Ti prego dunque, o padre, di volermi congedare, perché possa tornare da mio padre. Già ti ho spiegato in quale condizione l’ho lasciato». 9Rispose Raguele a Tobia: «Resta, figlio, resta con me. Manderò messaggeri a tuo padre Tobi, perché gli portino tue notizie». Ma egli disse: «No, ti prego di lasciarmi andare da mio padre». 10Allora Raguele, alzatosi, consegnò a Tobia la sposa Sara con metà dei suoi beni, servi e serve, buoi e pecore, asini e cammelli, vesti, denaro e suppellettili.

11Li congedò in buona salute. A lui poi rivolse questo saluto: «Sta’ sano, figlio, e fa’ buon viaggio! Il Signore del cielo vi assista, te e tua moglie Sara, e possa io vedere i vostri figli prima di morire». 12Poi disse a Sara sua figlia: «Va’ dai tuoi suoceri, poiché da questo momento essi sono i tuoi genitori, come coloro che ti hanno dato la vita. Va’ in pace, figlia, e possa sentire buone notizie a tuo riguardo, finché sarò in vita». Dopo averli salutati, li congedò. 13Edna disse a Tobia: «Figlio e fratello carissimo, il Signore ti riconduca a casa e possa io vedere i figli tuoi e di Sara, mia figlia, prima di morire. Davanti al Signore ti affido mia figlia in custodia. Non farla soffrire in nessun giorno della tua vita. Figlio, va’ in pace. D’ora in avanti io sono tua madre e Sara è tua sorella. Possiamo tutti insieme avere buona fortuna per tutti i giorni della nostra vita». Li baciò tutti e due e li congedò sani e salvi. 14Allora Tobia partì da Raguele in buona salute e lieto, benedicendo il Signore del cielo e della terra, il re dell’universo, perché aveva dato buon esito al suo viaggio.

Raguele gli disse: «Possa tu avere la fortuna di onorare i tuoi genitori tutti i giorni della loro vita».

11 1Quando furono nei pressi di Kaserìn, di fronte a Ninive, Raffaele disse: 2«Tu

sai in quale condizione abbiamo lasciato tuo padre. 3Corriamo avanti, prima di tua moglie, e prepariamo la casa, mentre gli altri vengono». 4E s’incamminarono tutti e due insieme. Poi Raffaele gli disse: «Prendi in mano il fiele». Il cane, che aveva accompagnato lui e Tobia, li seguiva. 5Anna intanto sedeva scrutando la strada per la quale era partito il figlio. 6Quando si accorse che stava arrivando, disse al padre di lui: «Ecco, sta tornando tuo figlio con l’uomo che l’accompagnava». 7Raffaele disse a Tobia, prima che si avvicinasse al padre: «Io so che i suoi occhi si apriranno. 8Spalma il fiele del pesce sui suoi occhi; il farmaco intaccherà e asporterà come scaglie le macchie bianche dai suoi occhi. Così tuo padre riavrà la

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vista e vedrà la luce». 9Anna corse avanti e si gettò al collo di suo figlio dicendogli: «Ti rivedo, o figlio. Ora posso morire!». E si mise a piangere.

10Tobi si alzò e, incespicando, uscì dalla porta del cortile. 11Tobia gli andò incontro, tenendo in mano il fiele del pesce. Soffiò sui suoi occhi e lo trasse vicino, dicendo: «Coraggio, padre!». Gli applicò il farmaco e lo lasciò agire, 12poi distaccò con le mani le scaglie bianche dai margini degli occhi. 13Tobi gli si buttò al collo e pianse, dicendo: «Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!». 14E aggiunse: «Benedetto Dio! Benedetto il suo grande nome! Benedetti tutti i suoi angeli santi! Sia il suo santo nome su di noi e siano benedetti i suoi angeli per tutti i secoli. Perché egli mi ha colpito, ma ora io contemplo mio figlio Tobia». 15Tobia entrò in casa lieto, benedicendo Dio con tutta la voce che aveva. Poi Tobia informò suo padre del viaggio che aveva compiuto felicemente, del denaro che aveva riportato, di Sara, figlia di Raguele, che aveva preso in moglie e che stava venendo e si trovava ormai vicina alla porta di Ninive.

16Allora Tobi uscì verso la porta di Ninive incontro alla sposa di lui, lieto e benedicendo Dio. La gente di Ninive, vedendolo passare e camminare con tutto il vigore di un tempo, senza che alcuno lo conducesse per mano, fu presa da meraviglia. Tobi proclamava davanti a loro che Dio aveva avuto pietà di lui e che gli aveva aperto gli occhi. 17Tobi si avvicinò poi a Sara, la sposa di suo figlio Tobia, e la benedisse dicendole: «Sii la benvenuta, figlia! Benedetto sia il tuo Dio, che ti ha condotto da noi, figlia! Benedetto sia tuo padre, benedetto mio figlio Tobia e benedetta tu, o figlia! Entra nella casa, che è tua, sana e salva, nella benedizione e nella gioia; entra, o figlia!». 18Quel giorno fu grande festa per tutti i Giudei di Ninive. 19Anche Achikàr e Nadab, suoi cugini, vennero a congratularsi con Tobi.⊥

12 1Terminate le feste nuziali, Tobi chiamò suo figlio Tobia e gli disse: «Figlio mio, pensa a dare la ricompensa dovuta a colui che ti ha accompagnato e ad aggiungere qualcos’altro alla somma pattuita». 2Gli disse Tobia: «Padre, quanto dovrò dargli come compenso? Anche se gli dessi la metà dei beni che egli ha portato con me, non ci perderei nulla. 3Egli mi ha condotto sano e salvo, ha guarito mia moglie, ha portato con me il denaro, infine ha guarito anche te! Quanto ancora posso dargli come compenso?». 4Tobi rispose: «Figlio, è giusto che egli riceva la metà di tutti i beni che ha riportato».

5Fece dunque venire l’angelo e gli disse: «Prendi come tuo compenso la metà di tutti i beni che hai riportato e va’ in pace». 6Allora Raffaele li chiamò tutti e due in disparte e disse loro: «Benedite Dio e proclamate davanti a tutti i viventi il bene che vi ha fatto, perché sia benedetto e celebrato il suo nome. Fate conoscere a tutti gli uomini le opere di Dio, come è giusto, e non esitate a ringraziarlo. 7È bene tenere nascosto il segreto del re, ma è motivo di onore manifestare e lodare le opere di Dio. Fate ciò che è bene e non vi colpirà alcun male. 8È meglio la preghiera con il digiuno e l’elemosina con la giustizia, che la ricchezza con l’ingiustizia. Meglio praticare l’elemosina che accumulare oro. 9L’elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l’elemosina godranno lunga vita. 10Coloro che commettono il peccato e l’ingiustizia sono nemici di se stessi. 11Voglio dirvi tutta la verità, senza nulla nascondervi: vi ho già insegnato che è bene

11,19 NVg (11,18) aggiunge: E si celebrarono le nozze per sette giorni, e gli furono offerti molti doni.

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Tobia

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nascondere il segreto del re, mentre è motivo d’onore manifestare le opere di Dio. 12Ebbene, quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l’attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore. Così anche quando tu seppellivi i morti. 13Quando poi tu non hai esitato ad alzarti e ad abbandonare il tuo pranzo e sei andato a seppellire quel morto, allora io sono stato inviato per metterti alla prova. 14Ma, al tempo stesso, Dio mi ha inviato per guarire te e Sara, tua nuora. 15Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore».

16Allora furono presi da grande timore tutti e due; si prostrarono con la faccia a terra ed ebbero una grande paura. 17Ma l’angelo disse loro: «Non temete: la pace sia con voi. Benedite Dio per tutti i secoli. 18Quando ero con voi, io stavo con voi non per bontà mia, ma per la volontà di Dio: lui dovete benedire sempre, a lui cantate inni. 19Quando voi mi vedevate mangiare, io non mangiavo affatto: ciò che vedevate era solo apparenza. 20Ora benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a Dio. Ecco, io ritorno a colui che mi ha mandato. Scrivete tutte queste cose che vi sono accadute». E salì in alto. 21Essi si rialzarono, ma non poterono più vederlo. 22Allora andavano benedicendo e celebrando Dio e lo ringraziavano per queste grandi opere, perché era loro apparso l’angelo di Dio.

13 1Allora Tobi disse:

2«Benedetto Dio che vive in eterno, benedetto il suo regno; egli castiga e ha compassione, fa scendere agli inferi, nelle profondità della terra, e fa risalire dalla grande perdizione: nessuno sfugge alla sua mano. 3Lodatelo, figli d’Israele, davanti alle nazioni, perché in mezzo ad esse egli vi ha disperso 4e qui vi ha fatto vedere la sua grandezza; date gloria a lui davanti a ogni vivente, poiché è lui il nostro Signore, il nostro Dio, lui il nostro Padre, Dio per tutti i secoli. 5Vi castiga per le vostre iniquità, ma avrà compassione di tutti voi e vi radunerà da tutte le nazioni, fra le quali siete stati dispersi. 6Quando vi sarete convertiti a lui con tutto il cuore e con tutta l’anima per fare ciò che è giusto davanti a lui, allora egli ritornerà a voi e non vi nasconderà più il suo volto. 7Ora guardate quello che ha fatto per voi e ringraziatelo con tutta la voce; benedite il Signore che è giusto e date gloria al re dei secoli. 8Io gli do lode nel paese del mio esilio e manifesto la sua forza e la sua grandezza

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a un popolo di peccatori. Convertitevi, o peccatori, e fate ciò che è giusto davanti a lui; chissà che non torni ad amarvi e ad avere compassione di voi. 9Io esalto il mio Dio, l'anima mia celebra il re del cielo ed esulta per la sua grandezza. 10Tutti ne parlino e diano lode a lui in Gerusalemme. Gerusalemme, città santa, egli ti castiga per le opere dei tuoi figli, ma avrà ancora pietà per i figli dei giusti. 11Da’ lode degnamente al Signore e benedici il re dei secoli; egli ricostruirà in te il suo tempio con gioia, 12per allietare in te tutti i deportati e per amare in te tutti gli sventurati, per tutte le generazioni future. 13Una luce splendida brillerà sino ai confini della terra: nazioni numerose verranno a te da lontano, gli abitanti di tutti i confini della terra verranno verso la dimora del tuo santo nome, portando in mano i doni per il re del cielo. Generazioni e generazioni esprimeranno in te l’esultanza e il nome della città eletta durerà per le generazioni future. 14Maledetti tutti quelli che ti insultano! Maledetti tutti quelli che ti distruggono, che demoliscono le tue mura, rovinano le tue torri e incendiano le tue abitazioni! Ma benedetti per sempre tutti quelli che ti temono. 15Sorgi ed esulta per i figli dei giusti, tutti presso di te si raduneranno e benediranno il Signore dei secoli. Beati coloro che ti amano, beati coloro che esulteranno per la tua pace. 16Beati coloro che avranno pianto per le tue sventure: gioiranno per te e vedranno tutta la tua gioia per sempre. Anima mia, benedici il Signore, il grande re, 17perché Gerusalemme sarà ricostruita come città della sua dimora per sempre. Beato sarò io, se rimarrà un resto della mia discendenza per vedere la tua gloria e dare lode al re del cielo. Le porte di Gerusalemme saranno ricostruite con zaffiro e con smeraldo e tutte le sue mura con pietre preziose.

13,10ab NVg (13,8) invece: Benedite il Signore, tutti voi eletti, / e voi tutti lodate la sua maestà. / Trascorrete giorni di gioia e date gloria a lui.

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Tobia

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Le torri di Gerusalemme saranno ricostruite con oro e i loro baluardi con oro purissimo. Le strade di Gerusalemme saranno lastricate con turchese e pietra di Ofir. 18Le porte di Gerusalemme risuoneranno di canti di esultanza, e in tutte le sue case canteranno: “Alleluia! Benedetto il Dio d’Israele e benedetti coloro che benedicono il suo santo nome nei secoli e per sempre!”».

14 1Così Tobi terminò il suo canto di ringraziamento. 2Tobi morì in pace all’età di centododici anni e fu sepolto con onore a Ninive.

Egli aveva sessantadue anni quando divenne cieco; dopo la sua guarigione visse nella prosperità, praticò l’elemosina e continuò sempre a benedire Dio e a celebrare la sua grandezza.

3Quando stava per morire, chiamò il figlio Tobia e gli diede queste istruzioni: 4«Figlio, porta via i tuoi figli e rifùgiati in Media, perché io credo alla parola di Dio che Naum ha pronunciato su Ninive. Tutto dovrà accadere, tutto si realizzerà sull’Assiria e su Ninive, come hanno predetto i profeti d’Israele, inviati da Dio; non una delle loro parole andrà a vuoto. Ogni cosa si realizzerà a suo tempo. Vi sarà maggior sicurezza in Media che in Assiria o in Babilonia. Perché io so e credo che quanto Dio ha detto si compirà e avverrà, e non andrà a vuoto alcuna delle sue parole. I nostri fratelli che abitano il paese d’Israele saranno tutti dispersi e deportati lontano dalla loro amata terra e tutto il paese d’Israele sarà ridotto a un deserto. Anche Samaria e Gerusalemme diventeranno un deserto e il tempio di Dio sarà nell’afflizione e resterà bruciato fino a un certo tempo. 5Poi di nuovo Dio avrà pietà di loro e li ricondurrà nella terra d’Israele. Essi ricostruiranno il tempio, ma non uguale al primo, fino al momento in cui si compirà il tempo stabilito. Dopo, torneranno tutti dall’esilio e ricostruiranno Gerusalemme nella sua magnificenza, e il tempio di Dio sarà ricostruito, come hanno preannunciato i profeti d’Israele. 6Tutte le nazioni che si trovano su tutta la terra si convertiranno e temeranno Dio nella verità. Tutti abbandoneranno i loro idoli, che li hanno fatti errare nella menzogna, e benediranno il Dio dei secoli nella giustizia. 7Tutti gli Israeliti che saranno scampati in quei giorni e si ricorderanno di Dio con sincerità, si raduneranno e verranno a Gerusalemme, e per sempre abiteranno tranquilli la terra di Abramo, che sarà data loro in possesso. Coloro che amano Dio nella verità gioiranno; coloro invece che commettono il peccato e l’ingiustizia spariranno da tutta la terra.

8Ora, figli, vi raccomando: servite Dio nella verità e fate ciò che a lui piace. Anche ai vostri figli insegnate a fare la giustizia e l’elemosina, a ricordarsi di Dio, a benedire il suo nome in ogni tempo, nella verità e con tutte le forze. 9Tu dunque, figlio, parti da Ninive, non restare più qui. Dopo aver sepolto tua madre vicino a me, quel giorno stesso non devi più restare entro i confini di Ninive. Vedo infatti trionfare in essa molta ingiustizia e grande perfidia, e nessuno se ne vergogna. 10Vedi, figlio, quanto ha fatto Nadab al padre adottivo Achikàr. Non è stato egli costretto a scendere ancora vivo sotto terra? Ma Dio ha rigettato l’infamia in faccia al colpevole: Achikàr ritornò alla luce, mentre Nadab entrò nelle tenebre eterne, perché aveva cercato di uccidere Achikàr. Per aver praticato l’elemosina, Achikàr

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Tobia

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sfuggì al laccio mortale che gli aveva teso Nadab; Nadab invece cadde in quel laccio, che lo fece perire. 11Così, figli miei, vedete dove conduce l’elemosina e dove conduce l’iniquità: essa conduce alla morte. Ma ecco, mi manca il respiro!». Essi lo distesero sul letto; morì e fu sepolto con onore.

12Quando morì la madre, Tobia la seppellì vicino al padre, poi partì per la Media con la moglie e i figli. Abitò a Ecbàtana, presso Raguele suo suocero. 13Curò con onore i suoceri nella loro vecchiaia e li seppellì a Ecbàtana in Media. Tobia ereditò il patrimonio di Raguele e quello del padre Tobi. 14Morì all’età di centodiciassette anni onorato da tutti. 15Prima di morire sentì parlare della rovina di Ninive e vide i prigionieri che venivano deportati in Media per opera di Achikàr, re della Media. Allora benedisse Dio per quanto aveva fatto nei confronti degli abitanti di Ninive e dell’Assiria. Prima di morire poté dunque gioire della sorte di Ninive e benedisse il Signore Dio nei secoli dei secoli.

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Giuditta

Bibbia CEI 2008 1/18

La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

GIUDITTA*

1 1Nell’anno dodicesimo del regno di Nabucodònosor, che era il re degli Assiri

nella grande città di Ninive, Arfacsàd regnava sui Medi a Ecbàtana. 2Questi edificò intorno a Ecbàtana mura con pietre tagliate della misura di tre cubiti di larghezza e sei cubiti di lunghezza, portando l’altezza del muro a settanta cubiti e la larghezza a cinquanta cubiti. 3Alle porte della città costruì le torri murali alte cento cubiti e larghe alla base sessanta cubiti; 4costruì le porte portandole fino all’altezza di settanta cubiti: la larghezza di ciascuna era di quaranta cubiti, per il passaggio del suo esercito e l’uscita in parata dei suoi fanti.

5In quel tempo il re Nabucodònosor mosse guerra al re Arfacsàd nella grande pianura, cioè nella piana che si trova nel territorio di Ragàu. 6A fianco di costui si schierarono tutti gli abitanti delle montagne e quelli della zona dell’Eufrate, del Tigri e dell’Idaspe e gli abitanti della pianura soggetta ad Arioc, re degli Elamiti. Così molte genti si trovarono adunate in aiuto dei figli di Cheleùd.

7Allora Nabucodònosor, re degli Assiri, spedì messaggeri a tutti gli abitanti della Persia e a tutti gli abitanti delle regioni occidentali: a quelli della Cilicia e di Damasco, del Libano e dell’Antilibano, a tutti gli abitanti della fascia litoranea 8e a quelli che appartenevano alle popolazioni del Carmelo e di Gàlaad, della Galilea superiore e della grande pianura di Èsdrelon, 9a tutti gli abitanti della Samaria e delle sue città, a quelli che stavano oltre il Giordano fino a Gerusalemme, Batane, Chelus, Kades e al torrente d’Egitto, nonché a Tafni, a Ramesse e a tutto il paese di Gessen, 10sino alla regione al di sopra di Tanis e Menfi, e a tutti gli abitanti dell’Egitto sino ai confini dell’Etiopia.

11Ma gli abitanti di tutte queste regioni disprezzarono l’invito di Nabucodònosor, re degli Assiri, e non volevano seguirlo nella guerra, perché non avevano alcun timore di lui, che agli occhi loro era come un uomo qualunque. Essi rimandarono i suoi messaggeri a mani vuote e con disonore. 12Allora Nabucodònosor si accese di sdegno terribile contro tutte queste regioni e giurò per il suo trono e per il suo regno che si sarebbe vendicato, devastando con la spada i paesi della Cilicia, di Damasco e della Siria, tutte le popolazioni della terra di Moab, gli Ammoniti, tutta la Giudea e tutti gli abitanti dell’Egitto fino al limite dei due mari.

13Quindi marciò con l’esercito contro il re Arfacsàd nel diciassettesimo anno, e prevalse su di lui in battaglia, travolgendo l’esercito di Arfacsàd con tutta la sua cavalleria e tutti i suoi carri. 14S’impadronì delle sue città, giunse fino a Ecbàtana e

In questo apparato sono riportate le principali varianti che caratterizzano la Nova Vulgata (NVg) rispetto al testo critico seguito nella presente traduzione. Viene indicato il versetto, o la parte di esso, che differisce per cambiamento del testo

(invece). Le parole comprese tra i due segni ..... sono variate come indicato in nota.

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Giuditta

Bibbia CEI 2008 2/18

ne espugnò le torri, ne saccheggiò le piazze e ridusse il suo splendore in ludibrio. 15Poi sorprese Arfacsàd sui monti di Ragàu, lo trafisse con le sue lance e lo tolse di mezzo per sempre. 16Fece quindi ritorno a Ninive con tutto l’insieme delle sue truppe, che era una moltitudine infinita di guerrieri, e si fermò là, egli e il suo esercito, oziando e banchettando per centoventi giorni.

2 1Nell’anno diciottesimo, il giorno ventidue del primo mese, corse voce nel palazzo di Nabucodònosor, re degli Assiri, che egli avrebbe fatto vendetta contro tutte quelle regioni, come aveva detto. 2Radunò tutti i suoi ministri e tutti i dignitari, tenne con loro consiglio segreto e decise egli stesso la distruzione totale di quelle regioni. 3Essi decisero di sterminare tutti quelli che non si erano allineati con l’ordine da lui emanato.

4Quando ebbe finito la consultazione, Nabucodònosor, re degli Assiri, chiamò Oloferne, generale supremo del suo esercito, che teneva il secondo posto dopo di lui, e gli disse: 5«Questo dice il grande re, il signore di tutta la terra: “Ecco, partito dalla mia presenza, tu prenderai con te uomini di indiscusso valore: centoventimila fanti e un contingente di dodicimila cavalli con i loro cavalieri; 6quindi marcerai contro tutti i paesi di occidente, perché quelle regioni hanno disobbedito al mio comando. 7A costoro comanderai di preparare terra e acqua, perché con collera io piomberò su di loro e coprirò tutta la faccia della terra con i piedi del mio esercito e li darò in suo potere per il saccheggio. 8Quelli di loro che cadranno colpiti riempiranno le loro valli, e ogni torrente e fiume sarà pieno dei loro cadaveri fino a straripare; 9i loro prigionieri li condurrò fino agli estremi confini della terra. 10Tu dunque va’ e occupa per me tutto il loro paese e, quando si saranno arresi a te, li terrai a mia disposizione fino al giorno del loro castigo. 11Quanto ai ribelli, il tuo occhio non li risparmierà dalla morte e dalla devastazione in tutto il territorio. 12Come è vero che vivo io e vive la potenza del mio regno, questo ho detto e questo farò di mia mano. 13E tu non trasgredire parola alcuna del tuo signore, ma porta a compimento con ogni cura ciò che ti ho comandato e non indugiare a eseguire queste cose”».

14Partito dalla presenza del suo signore, Oloferne convocò tutti i comandanti, gli strateghi e gli ufficiali dell’esercito assiro; 15quindi, come gli aveva ordinato il suo signore, contò gli uomini che aveva scelto per la spedizione in numero di centoventimila, più dodicimila arcieri a cavallo, 16e li dispose come si usa schierare la truppa per la guerra. 17Prese poi cammelli e asini e muli in dotazione alle truppe, in numero grandissimo, e ancora pecore e buoi e capre, in quantità innumerevole per il loro vettovagliamento. 18Provvide ancora razioni in abbondanza per ciascun uomo e gran rifornimento d’oro e d’argento dal tesoro del re. 19Poi lui e tutte le sue truppe si misero in marcia, per precedere il re Nabucodònosor e coprire tutta la faccia della terra di occidente con i loro carri, i cavalieri e la fanteria scelta. 20Con loro si mise in cammino una moltitudine varia, numerosa come le cavallette e come la polvere del suolo, che non si poteva contare per la grande quantità.

21Partirono da Ninive camminando tre giorni in direzione della pianura di Bectilèt, e da Bectilèt andarono ad accamparsi vicino al monte che sta sulla sinistra della Cilicia superiore. 22Di là, con tutto il suo esercito, fanti e cavalli e carri, Oloferne si diresse verso la montagna. 23Devastò Fud e Lud, e depredò tutti i figli di Rassìs e gli Ismaeliti, che abitavano di fronte al deserto, a sud di Cheleòn. 24Passò

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l’Eufrate, attraversò la Mesopotamia e demolì tutte le città che s’innalzavano sul torrente Abronà, giungendo fino al mare. 25Invase i paesi della Cilicia, sterminò quanti gli si opponevano e arrivò ai confini meridionali di Iafet, di fronte all’Arabia. 26Accerchiò anche tutti i Madianiti, appiccò il fuoco alle loro tende e depredò il loro bestiame. 27Scese verso la pianura di Damasco nei giorni della mietitura del grano, diede fuoco a tutti i loro campi e votò allo sterminio le loro greggi e gli armenti, saccheggiò le loro città, devastò le loro campagne e passò a fil di spada tutti i loro giovani. 28Allora la paura e il terrore di lui si diffusero fra tutti gli abitanti della costa, quelli che si trovavano a Sidone e a Tiro, gli abitanti di Sur e di Okinà e tutti quelli di Iàmnia; anche gli abitanti di Azoto e di Àscalon furono presi da grande terrore.

3 1Gli inviarono perciò messaggeri con proposte di pace: 2«Ecco, noi, servi del grande re Nabucodònosor, ci mettiamo davanti a te; fa’ di noi quanto ti piacerà. 3Ecco, le nostre case e tutto il nostro territorio e tutti i campi di grano, le greggi e gli armenti e tutto il bestiame delle nostre tende sono a tua disposizione, perché te ne serva come a te piace. 4Anche le nostre città e i loro abitanti sono tuoi servi; vieni e trattale come ti è gradito».

5Si presentarono dunque a Oloferne quegli uomini e si espressero con lui in questo tono. 6Egli scese allora con il suo esercito lungo la costa e pose presìdi nelle città fortificate, poi prelevò da esse uomini scelti come ausiliari. 7Quelle popolazioni con tutto il paese circostante lo accolsero con corone e danze e suono di tamburelli. 8Ma egli demolì tutti i loro templi e tagliò i boschi sacri, perché aveva ordine di distruggere tutti gli dèi della terra, in modo che tutti i popoli adorassero solo Nabucodònosor e tutte le lingue e le tribù lo invocassero come dio.

9Poi giunse in vista di Èsdrelon, vicino a Dotàim, che è di fronte alle grandi montagne della Giudea. 10Si accamparono fra Gebe e Scitòpoli e Oloferne rimase là un mese intero, per raccogliere tutto il bottino delle sue truppe.

4 1Quando gli Israeliti che abitavano in tutta la Giudea appresero quello che Oloferne, il comandante supremo di Nabucodònosor, aveva fatto agli altri popoli e come aveva messo a sacco tutti i loro templi e li aveva votati allo sterminio, 2furono presi da indicibile terrore di fronte a lui e trepidarono per Gerusalemme e per il tempio del Signore, loro Dio. 3Essi erano tornati da poco dall’esilio e di recente tutto il popolo si era radunato in Giudea; gli arredi sacri e l’altare e il tempio erano stati consacrati dopo la profanazione.

4Perciò mandarono messaggeri in tutto il territorio della Samaria, a Cona, a Bet-Oron, a Belmàin, a Gerico, a Coba, ad Aisorà e nella valle di Salem, 5e disposero di occupare in anticipo tutte le cime dei monti più alti, di circondare di mura i villaggi di quelle zone e di raccogliere vettovaglie in preparazione alla guerra, poiché nelle loro campagne era appena terminata la mietitura. 6Inoltre Ioakìm, sommo sacerdote a Gerusalemme in quel tempo, scrisse agli abitanti di Betùlia e di Betomestàim, situata di fronte a Èsdrelon, all’imbocco della pianura che si estende vicino a Dotàim, 7ordinando loro di occupare i valichi dei monti, perché di là si apriva la via d’ingresso alla Giudea e sarebbe stato facile arrestarli al

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Giuditta

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valico, dove per la strettezza del passaggio tutti erano obbligati a procedere a due a due.

8Gli Israeliti fecero come avevano loro ordinato il sommo sacerdote Ioakìm e il consiglio degli anziani di tutto il popolo d’Israele, che si trovava a Gerusalemme. 9E ogni Israelita levò il suo grido a Dio con fervida insistenza e tutti si umiliarono con grande zelo. 10Essi con le mogli e i bambini, i loro armenti e ogni forestiero e mercenario e i loro schiavi si cinsero di sacco i fianchi. 11Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano a Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore. 12Ricoprirono di sacco anche l’altare e alzarono il loro grido al Dio d’Israele, tutti insieme senza interruzione, supplicando che i loro figli non fossero destinati al bottino, le loro mogli alla schiavitù, le città di loro eredità alla distruzione, il santuario alla profanazione e al ludibrio in mano alle genti.

13Il Signore ascoltò il loro grido e volse lo sguardo alla loro tribolazione, mentre il popolo digiunava da molti giorni in tutta la Giudea e a Gerusalemme, davanti al santuario del Signore onnipotente. 14Il sommo sacerdote Ioakìm e tutti gli altri sacerdoti che stavano davanti al Signore e tutti i ministri del culto divino, con i fianchi cinti di sacco, offrivano l’olocausto perenne, i sacrifici votivi e le offerte spontanee del popolo. 15Avevano cosparso di cenere i loro turbanti e invocavano intensamente il Signore, perché provvedesse benignamente a tutta la casa d’Israele.

5 1Frattanto a Oloferne, comandante supremo dell’esercito di Assur, fu riferito che gli Israeliti si preparavano alla guerra e avevano bloccato i valichi montani, avevano costruito fortificazioni sulle cime dei monti e avevano posto ostacoli nelle pianure. 2Egli andò su tutte le furie e convocò tutti i capi di Moab e gli strateghi di Ammon e tutti i satrapi delle regioni marittime, 3e disse loro: «Spiegatemi un po’, voi figli di Canaan, che popolo è questo che dimora sui monti e come sono le città che abita, quanti sono gli effettivi del suo esercito, dove risiede la loro forza e il loro vigore, chi si è messo alla loro testa come re e condottiero del loro esercito 4e perché hanno rifiutato di venire incontro a me, a differenza di tutte le popolazioni dell’occidente».

5Gli rispose Achiòr, condottiero di tutti gli Ammoniti: «Ascolti bene il mio signore la risposta dalle labbra del tuo servo: io dirò la verità sul conto di questo popolo, che sta su queste montagne, vicino al luogo ove tu risiedi, né uscirà menzogna dalla bocca del tuo servo.

6Questo è un popolo che discende dai Caldei. 7Essi dapprima soggiornarono nella Mesopotamia, perché non vollero seguire gli dèi dei loro padri che si trovavano nel paese dei Caldei. 8Abbandonata la via dei loro antenati, adorarono il Dio del cielo, quel Dio che essi avevano riconosciuto; perciò quelli li scacciarono dalla presenza dei loro dèi ed essi fuggirono in Mesopotamia e là soggiornarono per molto tempo. 9Ma il loro Dio comandò loro di uscire dal paese che li ospitava e di andare nel paese di Canaan. Qui infatti si stabilirono e si arricchirono di oro e di argento e di molto bestiame.

10Poi scesero in Egitto, perché la fame aveva invaso tutto il paese di Canaan, e vi soggiornarono finché trovarono da vivere. Là divennero anche una grande moltitudine, tanto che non si poteva contare la loro discendenza. 11Ma contro di

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loro si levò il re d’Egitto, che con astuzia li costrinse a fabbricare mattoni. Li umiliarono e li trattarono come schiavi.

12Essi alzarono suppliche al loro Dio ed egli percosse tutto il paese d’Egitto con piaghe per le quali non c’era rimedio. Perciò gli Egiziani li cacciarono via dal loro cospetto. 13Dio prosciugò il Mar Rosso davanti a loro 14e li condusse sulla via del Sinai e di Kades Barne. Essi sgominarono tutti quelli che risiedevano nel deserto, 15dimorarono nel paese degli Amorrei e con la loro potenza sterminarono tutti gli abitanti di Chesbon; quindi, attraversato il Giordano, si impadronirono di tutta la regione montuosa. 16Cacciarono lontano da sé il Cananeo, il Perizzita, il Gebuseo, Sichem e tutti i Gergesei, e abitarono nel loro territorio per molti anni.

17Finché non peccarono contro il loro Dio erano nella prosperità, perché un Dio che odia il male è in mezzo a loro. 18Quando invece si allontanarono dalla via che egli aveva disposto per loro, furono terribilmente sconfitti in molte guerre e condotti prigionieri in paese straniero; il tempio del loro Dio fu raso al suolo e le loro città furono conquistate dai loro nemici.

19Ma ora, convertìti al loro Dio, hanno fatto ritorno dai luoghi dove erano stati dispersi, hanno ripreso possesso di Gerusalemme, dove è il loro santuario, e si sono stabiliti sulle montagne, che prima erano deserte. 20Ora, mio sovrano e signore, se vi è qualche colpa in questo popolo perché hanno peccato contro il loro Dio, se cioè ci accorgiamo che c’è in loro questo impedimento, avanziamo e diamo loro battaglia. 21Se invece non c’è alcuna iniquità nella loro gente, il mio signore passi oltre, perché il loro Signore e il loro Dio non si faccia scudo per loro e noi diveniamo oggetto di scherno davanti a tutta la terra».

22Quando Achiòr cessò di pronunciare queste parole, tutta la folla che circondava la tenda e stazionava intorno alzò un mormorio, mentre gli ufficiali di Oloferne e tutti gli abitanti della costa e i Moabiti proponevano di ucciderlo. 23«Non avremo certo paura degli Israeliti – dicevano – perché è un popolo che non possiede né esercito né forze per un valido schieramento. 24Dunque avanziamo, ed essi diventeranno un pasto per tutto il tuo esercito, o sovrano Oloferne».

6 1Cessata l’agitazione della gente radunata attorno al consiglio militare, parlò Oloferne, comandante supremo dell’esercito di Assur, rivolgendosi ad Achiòr, alla presenza di tutta quella folla di stranieri, e a tutti i Moabiti: 2«Chi sei tu, o Achiòr, e voi, mercenari di Èfraim, per profetare in mezzo a noi come hai fatto oggi e suggerire di non combattere il popolo d’Israele, perché il loro Dio li proteggerà dall’alto? E chi è dio se non Nabucodònosor? Questi manderà il suo esercito e li sterminerà dalla faccia della terra, né il loro Dio potrà liberarli. 3Saremo noi suoi servi a spazzarli via come un sol uomo, perché non potranno sostenere l’impeto dei nostri cavalli. 4Li bruceremo in casa loro, i loro monti si inebrieranno del loro sangue, i loro campi si colmeranno dei loro cadaveri, né potrà resistere la pianta dei loro piedi davanti a noi, ma saranno completamente distrutti. Questo dice Nabucodònosor, il signore di tutta la terra: così ha parlato e le sue parole non potranno essere smentite.

5Quanto a te, Achiòr, mercenario di Ammon, che hai pronunciato queste parole nel giorno della tua sventura, non vedrai più la mia faccia, da oggi fino a quando farò vendetta di questa razza che viene dall’Egitto. 6Allora il ferro dei miei soldati e la numerosa schiera dei miei ministri trapasserà i tuoi fianchi, e tu cadrai

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Giuditta

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fra i loro cadaveri quando io tornerò a vederti. 7I miei servi ora ti esporranno sulla montagna e ti lasceranno in una delle città delle alture; 8non morirai finché non sarai sterminato con quella gente. 9Ma se in cuor tuo speri davvero che costoro non saranno catturati, non c’è bisogno che il tuo aspetto sia così depresso. Ho parlato: nessuna mia parola andrà a vuoto».

10Allora Oloferne diede ordine ai suoi servi, che erano di turno nella sua tenda, di prendere Achiòr, di condurlo vicino a Betùlia e di abbandonarlo nelle mani degli Israeliti. 11I suoi servi lo presero e lo condussero fuori dell’accampamento verso la pianura, poi dalla pianura lo spinsero verso la montagna e arrivarono alle fonti che erano sotto Betùlia. 12Quando gli uomini della città li scorsero sulla cresta del monte, presero le armi e uscirono dalla città dirigendosi verso la cima del monte. Tutti i frombolieri occuparono la via di accesso e si misero a lanciare pietre su di loro. 13Ridiscesi al riparo del monte, legarono Achiòr e lo abbandonarono, gettandolo a terra alle falde del monte; quindi fecero ritorno dal loro signore.

14Scesi dalla loro città, gli Israeliti si avvicinarono a lui, lo slegarono, lo condussero a Betùlia e lo presentarono ai capi della loro città, 15che in quel tempo erano Ozia, figlio di Mica, della tribù di Simeone, Cabrì, figlio di Gotonièl, e Carmì, figlio di Melchièl. 16Radunarono subito tutti gli anziani della città, e tutti i giovani e le donne accorsero al luogo del raduno. Posero Achiòr in mezzo a tutto il popolo e Ozia lo interrogò sull’accaduto. 17In risposta riferì loro le parole del consiglio militare di Oloferne, tutto il discorso che Oloferne aveva pronunciato in mezzo ai capi degli Assiri e quello che con arroganza aveva detto contro la casa d’Israele.

18Allora tutto il popolo si prostrò ad adorare Dio e alzò questa supplica: 19«Signore, Dio del cielo, guarda la loro superbia, abbi pietà dell’umiliazione della nostra stirpe e guarda benigno in questo giorno il volto di coloro che sono consacrati a te». 20Poi confortarono Achiòr e gli rivolsero parole di grande lode. 21Ozia, da parte sua, dopo il raduno lo accolse nella sua casa e offrì un banchetto a tutti gli anziani, e per tutta quella notte invocarono l’aiuto del Dio d’Israele.

7 1Il giorno dopo, Oloferne diede ordine a tutto il suo esercito e a tutta la moltitudine di coloro che erano venuti come suoi alleati di mettersi in marcia contro Betùlia, di occupare le vie d’accesso alla montagna e di attaccare battaglia contro gli Israeliti. 2In quel giorno ogni uomo valido fra loro si mise in marcia. Il loro esercito si componeva di centosettantamila fanti e dodicimila cavalieri, senza contare gli addetti ai servizi e gli altri che erano a piedi con loro, una moltitudine immensa. 3Essi si accamparono nella valle vicino a Betùlia, oltre la sorgente, allargandosi dalla zona sopra Dotàim fino a Belbàim ed estendendosi da Betùlia fino a Kiamòn, che è di fronte a Èsdrelon. 4Gli Israeliti, quando videro la loro moltitudine, rimasero molto costernati e si dicevano l’un l’altro: «Ora costoro inghiottiranno la faccia di tutta la terra e neppure i monti più alti né le valli né i colli potranno resistere al loro urto». 5Ognuno prese la sua armatura e, dopo aver acceso fuochi sulle torri, stettero in guardia tutta quella notte.

6Il giorno seguente Oloferne fece uscire tutta la cavalleria contro il fronte degli Israeliti che erano a Betùlia, 7controllò le vie di accesso alla loro città, ispezionò le sorgenti d’acqua e le occupò e, dopo avervi posto attorno guarnigioni di uomini armati, fece ritorno tra i suoi.

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8Allora gli si avvicinarono tutti i capi dei figli di Esaù e tutti i capi del popolo di Moab e gli strateghi della costa e gli dissero: 9«Il nostro signore voglia ascoltare una parola, per evitare che il tuo esercito vada in rotta. 10Questo popolo degli Israeliti non si affida alle sue lance, ma all’altezza dei monti sui quali essi vivono, e certo non è facile arrivare alle cime dei loro monti. 11Quindi, signore, non attaccare costoro come si usa nella battaglia campale e così non cadrà un solo uomo del tuo esercito. 12Rimani fermo nel tuo accampamento, avendo buona cura di ogni uomo del tuo esercito; invece i tuoi gregari vadano a occupare la sorgente dell’acqua che sgorga alla radice del monte, 13perché di là attingono tutti gli abitanti di Betùlia. La sete li farà morire e consegneranno la loro città. Noi e la nostra gente saliremo sulle vicine alture dei monti e ci apposteremo su di esse per sorvegliare che nessuno possa uscire dalla città. 14Così cadranno sfiniti dalla fame essi, le loro donne, i loro figli e, prima che la spada arrivi su di loro, saranno stesi sulle piazze fra le loro case. 15Avrai così reso loro un terribile contraccambio, perché si sono ribellati e non hanno voluto venire incontro a te con intenzioni pacifiche».

16Piacque questo discorso a Oloferne e a tutti i suoi ministri e diede ordine che si facesse come avevano proposto. 17Si mosse quindi un distaccamento di Ammoniti e con essi cinquemila Assiri si accamparono nella vallata e occuparono gli acquedotti e le sorgenti d’acqua degli Israeliti. 18A loro volta i figli di Esaù e gli Ammoniti salirono e si appostarono sulla montagna di fronte a Dotàim. Spinsero altri loro uomini a meridione e a oriente di fronte a Egrebèl, che si trova vicino a Cus, nei pressi del torrente Mocmur. Il resto dell’esercito degli Assiri si accampò nella pianura, ricoprendo tutta l’estensione del terreno. Le tende e gli equipaggiamenti costituivano una massa imponente, perché in realtà essi erano una turba immensa.

19Allora gli Israeliti alzarono suppliche al Signore, loro Dio, con l’animo in preda all’abbattimento, perché da ogni parte i nemici li avevano circondati e non c’era via di scampo. 20Il campo degli Assiri al completo, fanti, carri e cavalieri, rimase fermo tutt’intorno per trentaquattro giorni e venne a mancare a tutti gli abitanti di Betùlia ogni riserva d’acqua. 21Anche le cisterne erano vuote e non potevano più bere a sazietà neppure per un giorno, perché davano da bere in quantità razionata. 22Incominciarono a cadere sfiniti i loro bambini; le donne e i giovani venivano meno per la sete e cadevano nelle piazze della città e nei passaggi delle porte, e ormai non rimaneva più in loro alcuna energia.

23Allora tutto il popolo si radunò intorno a Ozia e ai capi della città, con giovani, donne e fanciulli, e alzando grida dissero davanti a tutti gli anziani: 24«Sia giudice il Signore tra voi e noi, perché voi ci avete recato un grave danno rifiutando di proporre la pace agli Assiri. 25Ora non c’è più nessuno che ci possa aiutare, perché Dio ci ha venduti nelle loro mani per essere abbattuti davanti a loro dalla sete e da terribili mali. 26Ormai chiamateli e consegnate l’intera città al popolo di Oloferne e a tutto il suo esercito perché la saccheggino. 27È meglio per noi essere loro preda; diventeremo certo loro schiavi, ma almeno avremo salva la vita e non vedremo con i nostri occhi la morte dei nostri bambini, né le donne e i nostri figli esalare l’ultimo respiro. 28Chiamiamo a testimone contro di voi il cielo e la terra e il nostro Dio, il Signore dei nostri padri, che ci punisce per la nostra iniquità e per le colpe dei nostri padri, perché non ci lasci più in una situazione come quella in cui siamo oggi».

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29Vi fu allora un pianto generale in mezzo all’assemblea e a gran voce gridarono suppliche al Signore Dio. 30Ozia rispose loro: «Coraggio, fratelli, resistiamo ancora cinque giorni e in questo tempo il Signore, nostro Dio, rivolgerà di nuovo la sua misericordia su di noi; non è possibile che egli ci abbandoni fino all’ultimo. 31Ma se proprio passeranno questi giorni e non ci arriverà alcun aiuto, farò come avete detto voi». 32Così rimandò il popolo, ciascuno al proprio posto di difesa, ed essi tornarono sulle mura e sulle torri della città e rimandarono le donne e i figli alle loro case; ma tutti nella città erano in grande costernazione.

8 1In quei giorni Giuditta venne a conoscenza di questi fatti. Era figlia di Merarì, figlio di Os, figlio di Giuseppe, figlio di Ozièl, figlio di Chelkia, figlio di Anania, figlio di Gedeone, figlio di Rafaìn, figlio di Achitòb, figlio di Elia, figlio di Chelkia, figlio di Eliàb, figlio di Natanaèl, figlio di Salamièl, figlio di Sarasadài, figlio di Israele. 2Suo marito era stato Manasse, della stessa tribù e famiglia di lei; egli era morto al tempo della mietitura dell’orzo. 3Mentre stava sorvegliando quelli che legavano i covoni nella campagna, fu colpito da insolazione. Dovette mettersi a letto e morì a Betùlia, sua città, e lo seppellirono insieme ai suoi padri nel campo che sta tra Dotàim e Balamòn. 4Giuditta era rimasta nella sua casa in stato di vedovanza ed erano passati già tre anni e quattro mesi. 5Si era fatta preparare una tenda sul terrazzo della sua casa, si era cinta i fianchi di sacco e portava le vesti della sua vedovanza. 6Da quando era vedova digiunava tutti i giorni, eccetto le vigilie dei sabati e i sabati, le vigilie dei noviluni e i noviluni, le feste e i giorni di gioia per Israele. 7Era bella d’aspetto e molto avvenente nella persona; inoltre suo marito Manasse le aveva lasciato oro e argento, schiavi e schiave, armenti e terreni che ora continuava ad amministrare. 8Né alcuno poteva dire una parola maligna a suo riguardo, perché aveva grande timore di Dio.

9Venne dunque a conoscenza delle parole esasperate che il popolo aveva rivolto al capo della città, perché erano demoralizzati a causa della mancanza d’acqua, e Giuditta seppe anche di tutte le risposte che aveva dato loro Ozia e come avesse giurato loro di consegnare la città agli Assiri dopo cinque giorni. 10Subito mandò la sua ancella che aveva in cura tutte le sue sostanze a chiamare Cabrì e Carmì, che erano gli anziani della sua città.

11Vennero da lei ed ella disse loro: «Ascoltatemi, capi dei cittadini di Betùlia. Non è un discorso giusto quello che oggi avete tenuto al popolo, e quel giuramento che avete pronunciato e interposto tra voi e Dio, di mettere la città in mano ai nostri nemici, se nel frattempo il Signore non verrà in vostro aiuto. 12Chi siete voi dunque che avete tentato Dio in questo giorno e vi siete posti al di sopra di lui in mezzo ai figli degli uomini? 13Certo, voi volete mettere alla prova il Signore onnipotente, ma non comprenderete niente, né ora né mai. 14Se non siete capaci di scrutare il profondo del cuore dell’uomo né di afferrare i pensieri della sua mente, come potrete scrutare il Signore, che ha fatto tutte queste cose, e conoscere i suoi pensieri e comprendere i suoi disegni?

No, fratelli, non provocate l’ira del Signore, nostro Dio. 15Se non vorrà aiutarci in questi cinque giorni, egli ha pieno potere di difenderci nei giorni che vuole o anche di farci distruggere dai nostri nemici. 16E voi non pretendete di ipotecare i piani del Signore, nostro Dio, perché Dio non è come un uomo a cui si possano fare minacce, né un figlio d’uomo su cui si possano esercitare pressioni. 17Perciò

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attendiamo fiduciosi la salvezza che viene da lui, supplichiamolo che venga in nostro aiuto e ascolterà il nostro grido, se a lui piacerà.

18In realtà in questa nostra generazione non c’è mai stata né esiste oggi una tribù o famiglia o popolo o città tra noi, che adori gli dèi fatti da mano d’uomo, come è avvenuto nei tempi passati, 19ed è per questo che i nostri padri furono abbandonati alla spada e alla devastazione e caddero rovinosamente davanti ai loro nemici. 20Noi invece non riconosciamo altro Dio fuori di lui, e per questo speriamo che egli non trascurerà noi e neppure la nostra nazione. 21Perché se noi saremo presi, resterà presa anche tutta la Giudea e saranno saccheggiate le nostre cose sante e Dio ci chiederà conto col nostro sangue di quella profanazione. 22L’uccisione dei nostri fratelli, l’asservimento della patria, la devastazione della nostra eredità Dio le farà ricadere sul nostro capo in mezzo ai popoli tra i quali saremo schiavi, e saremo così motivo di scandalo e di disprezzo di fronte ai nostri padroni. 23La nostra schiavitù non ci procurerà alcun favore; il Signore, nostro Dio, la volgerà a nostro disonore.

24Dunque, fratelli, dimostriamo ai nostri fratelli che la loro vita dipende da noi, che le nostre cose sante, il tempio e l’altare, poggiano su di noi. 25Per tutti questi motivi ringraziamo il Signore, nostro Dio, che ci mette alla prova, come ha già fatto con i nostri padri. 26Ricordatevi quanto ha fatto con Abramo, quali prove ha fatto passare a Isacco e quanto è avvenuto a Giacobbe in Mesopotamia di Siria, quando pascolava le greggi di Làbano, suo zio materno. 27Certo, come ha passato al crogiuolo costoro con il solo scopo di saggiare il loro cuore, così ora non vuol fare vendetta di noi, ma è a scopo di correzione che il Signore castiga quelli che gli stanno vicino».

28Allora Ozia le rispose: «Quello che hai detto, l’hai proferito con cuore retto e nessuno può contraddire alle tue parole. 29Non da oggi infatti è manifesta la tua saggezza, ma dall’inizio dei tuoi giorni tutto il popolo conosce la tua prudenza, come pure l’ottima indole del tuo cuore. 30Però il popolo sta soffrendo duramente la sete e ci ha costretti a comportarci come avevamo detto loro e a impegnarci in un giuramento che non potremo trasgredire. 31Piuttosto prega per noi, tu che sei donna pia, e il Signore invierà la pioggia a riempire le nostre cisterne e così non moriremo di sete».

32Giuditta rispose loro: «Ascoltatemi! Voglio compiere un’impresa che verrà ricordata di generazione in generazione ai figli del nostro popolo. 33Voi starete di guardia alla porta della città questa notte; io uscirò con la mia ancella ed entro quei giorni, dopo i quali avete deciso di consegnare la città ai nostri nemici, il Signore per mano mia salverà Israele. 34Voi però non fate domande sul mio progetto: non vi dirò nulla finché non sarà compiuto ciò che sto per fare».

35Le risposero Ozia e i capi: «Va’ in pace e il Signore Dio sia con te per far vendetta dei nostri nemici». 36Se ne andarono quindi dalla sua tenda e si recarono ai loro posti.

9 1Allora Giuditta cadde con la faccia a terra, sparse cenere sul capo, mise allo scoperto il cilicio di cui era rivestita e, nell’ora in cui nel tempio di Dio a Gerusalemme veniva offerto l’incenso della sera, supplicò a gran voce il Signore: 2«Signore, Dio del padre mio Simeone, tu hai messo nella sua mano una spada per fare vendetta degli stranieri, che avevano sciolto la cintura d’una vergine per

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Bibbia CEI 2008 10/18

contaminarla, ne avevano denudato i fianchi a sua vergogna e ne avevano contaminato il grembo per disonorarla. Tu avevi detto: “Questo non si deve fare!”. Ma essi l’hanno fatto. 3Per questo hai consegnato alla morte i loro capi e quel giaciglio, usato con l’inganno, con l’inganno fu bagnato del loro sangue; hai abbattuto gli schiavi insieme ai loro capi e i capi sui loro troni. 4Hai destinato le loro mogli alla preda, le loro figlie alla schiavitù, tutte le loro spoglie alla divisione tra i figli da te prediletti, perché costoro, accesi del tuo zelo, erano rimasti inorriditi della profanazione del loro sangue e ti avevano chiamato in aiuto. O Dio, mio Dio, ascolta anche me che sono vedova.

5Tu hai fatto ciò che precedette quelle vicende, le vicende stesse e ciò che seguì. Tu hai stabilito le cose presenti e le future e quello che tu hai progettato si è compiuto. 6Le cose da te deliberate si sono presentate e hanno detto: “Eccoci!”. Perché tutte le tue vie sono preparate in anticipo e i tuoi giudizi sono preordinati. 7Ecco, infatti, gli Assiri si sono esaltati nella loro potenza, vanno in superbia per i loro cavalli e i cavalieri, si vantano della forza dei loro fanti, poggiano la loro speranza sugli scudi e sulle lance, sugli archi e sulle fionde, e non sanno che tu sei il Signore, che stronchi le guerre. 8Signore è il tuo nome. Abbatti la loro forza con la tua potenza e rovescia la loro violenza con la tua ira: hanno deciso di profanare il tuo santuario, di contaminare la Dimora dove riposa il tuo nome glorioso, di abbattere con il ferro i corni del tuo altare. 9Guarda la loro superbia, fa’ scendere la tua ira sulle loro teste, metti nella mia mano di vedova la forza di fare quello che ho pensato. 10Con la lusinga delle mie labbra abbatti lo schiavo con il suo padrone e il padrone con il suo servo; spezza la loro alterigia per mezzo di una donna. 11La tua forza, infatti, non sta nel numero, né sui forti si regge il tuo regno: tu sei invece il Dio degli umili, sei il soccorritore dei piccoli, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati. 12Sì, sì, Dio di mio padre, Dio dell’eredità d’Israele, Signore dei cieli e della terra, creatore delle acque, re di tutte le tue creature, ascolta la mia preghiera! 13Fa’ che la mia parola lusinghiera diventi piaga e flagello di costoro, che fanno progetti crudeli contro la tua alleanza e il tuo tempio consacrato, contro la vetta di Sion e la sede dei tuoi figli. 14Da’ a tutto il tuo popolo e a ogni tribù la prova che sei tu il Signore, il Dio di ogni potere e di ogni forza, e non c’è altri, all’infuori di te, che possa proteggere la stirpe d’Israele».

10 1Quando Giuditta ebbe cessato di supplicare il Dio d’Israele ed ebbe

terminato di pronunciare tutte queste parole, 2si alzò da terra, chiamò la sua ancella e scese nella casa dove usava passare i giorni dei sabati e le feste. 3Qui si tolse il cilicio di cui era rivestita, depose le vesti della sua vedovanza, si lavò il corpo con acqua e lo unse con profumo denso; spartì i capelli del capo e vi impose il diadema. Poi indossò gli abiti da festa, che aveva usato quando era vivo suo marito Manasse. 4Si mise i sandali ai piedi, cinse le collane e infilò i braccialetti, gli anelli e gli orecchini e ogni altro ornamento che aveva e si rese molto bella, tanto da sedurre qualunque uomo l’avesse vista.

5Poi affidò alla sua ancella un otre di vino e un’ampolla d’olio; riempì anche una bisaccia di farina tostata, di fichi secchi e di pani puri e, fatto un involto di tutte queste provviste, glielo mise sulle spalle. 6Allora uscirono verso la porta della città di Betùlia e trovarono lì presenti Ozia e gli anziani della città, Cabrì e Carmì. 7Costoro, quando la videro trasformata nell’aspetto e con gli abiti mutati, rimasero

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molto ammirati della sua bellezza e le dissero: 8«Il Dio dei padri nostri ti conceda di trovar favore e di portare a termine quello che hai stabilito di fare, a gloria degli Israeliti e ad esaltazione di Gerusalemme». 9Essa si chinò ad adorare Dio e rispose loro: «Fatemi aprire la porta della città e io uscirò per dare compimento alle parole che mi avete rivolto». Quelli diedero ordine ai giovani di guardia di aprirle come aveva chiesto. 10Così fecero e Giuditta uscì: lei sola e l’ancella che aveva con sé. Dalla città gli uomini la seguirono con gli sguardi mentre scendeva dal monte, finché attraversò la vallata e non poterono più scorgerla.

11Esse andavano avanti diritte per la valle, quando si fecero loro incontro le sentinelle assire. 12La fermarono e la interrogarono: «Di quale popolo sei, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Sono figlia degli Ebrei e fuggo da loro, perché stanno per esservi consegnati per essere divorati. 13Io quindi vengo alla presenza di Oloferne, comandante supremo dei vostri eserciti, per dargli delle informazioni sicure e mettergli sotto gli occhi la strada per cui potrà passare e impadronirsi di tutti questi monti senza che perisca uno solo dei suoi uomini». 14Quegli uomini, quando sentirono queste parole e considerarono l’aspetto di lei, che appariva loro come un miracolo di bellezza, le dissero: 15«Hai messo in salvo la tua vita, affrettandoti a scendere alla presenza del nostro signore. Vieni dunque alla tenda di lui; alcuni di noi ti accompagneranno, finché non ti abbiano affidato alle sue mani. 16Quando poi sarai alla sua presenza, non temere in cuor tuo, ma riferisci a lui quanto ci hai detto ed egli ti tratterà bene».

17Scelsero pertanto cento uomini tra loro, i quali si affiancarono a lei e alla sua ancella e le condussero alla tenda di Oloferne. 18In tutto il campo ci fu un grande accorrere, essendosi sparsa la voce del suo arrivo tra gli attendamenti. Una volta sopraggiunti, la circondarono in massa mentre era fuori della tenda di Oloferne, in attesa di essere annunciata a lui. 19Erano ammirati della sua bellezza e ammirati degli Israeliti a causa di lei e si dicevano l’un l’altro: «Chi disprezzerà un popolo che possiede tali donne? Sarà bene non lasciarne sopravvivere neppure uno, perché se fossero risparmiati sarebbero capaci di ingannare tutto il mondo».

20Vennero fuori le guardie del corpo di Oloferne e tutti gli ufficiali e la introdussero nella sua tenda. 21Oloferne era adagiato sul suo letto, che era posto dentro una cortina intessuta di porpora ricamata d’oro, di smeraldo e di pietre preziose. 22Gli annunciarono la presenza di lei ed egli uscì sull’ingresso della tenda, preceduto da fiaccole d’argento. 23Quando Giuditta avanzò alla presenza di lui e dei suoi ufficiali, tutti stupirono per la bellezza del suo aspetto. Ella si prostrò con la faccia a terra per riverirlo, ma i servi la fecero rialzare.

11 1Allora Oloferne le disse: «Sta’ tranquilla, o donna, non temere in cuor tuo, perché io non ho mai fatto male a nessuno che abbia accettato di servire Nabucodònosor, re di tutta la terra. 2Quanto al tuo popolo che abita su questi monti, se non mi avesse disprezzato, non avrei levato la lancia contro di loro; ma da se stessi si sono procurati tutto questo. 3E ora dimmi per quale motivo sei fuggita da loro e sei venuta da noi. Certamente sei venuta per trovare salvezza. Fatti animo: resterai viva questa notte e in avvenire. 4Nessuno ti farà torto, ma sarai trattata bene, come si fa con i servi del mio signore, il re Nabucodònosor».

5Giuditta gli rispose: «Accogli le parole della tua serva e possa la tua ancella parlare alla tua presenza. Io non dirò il falso al mio signore in questa notte. 6Certo,

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Bibbia CEI 2008 12/18

se vorrai seguire le parole della tua ancella, Dio condurrà a buon fine la tua impresa, e il mio signore non fallirà nei suoi progetti. 7Viva Nabucodònosor, re di tutta la terra, e viva la potenza di colui che ti ha inviato a rimettere sul giusto cammino ogni essere vivente; per mezzo tuo infatti non solo gli uomini lo servono, ma in grazia della tua forza anche le bestie selvatiche, gli armenti e gli uccelli del cielo vivranno per Nabucodònosor e tutta la sua casa. 8Abbiamo già conosciuto per fama la tua saggezza e l’abilità del tuo genio, ed è risaputo in tutta la terra che tu sei il migliore in tutto il regno, eccellente nel sapere e meraviglioso nelle imprese militari. 9Circa il discorso tenuto da Achiòr nel tuo consiglio, noi ne abbiamo udito il contenuto, perché gli uomini di Betùlia l’hanno risparmiato ed egli ha rivelato loro quanto aveva detto davanti a te.

10Perciò, signore sovrano, non trascurare le sue parole, ma conservale nel tuo cuore perché sono vere: realmente il nostro popolo non è punito e la spada non prevale contro di esso se non quando ha peccato contro il suo Dio. 11Ora, perché il mio signore non venga sconfitto senza poter fare nulla, la morte si avventerà contro di loro: infatti si è impossessato di loro il peccato, con il quale provocano l’ira del loro Dio ogni volta che compiono ciò che non è lecito fare. 12Siccome sono venuti a mancare loro i viveri e tutta l’acqua è stata consumata, hanno deciso di mettere le mani sul loro bestiame e hanno deliberato di cibarsi di quello che Dio con le sue leggi ha vietato loro di mangiare. 13Hanno perfino decretato di dare fondo alle primizie del frumento e alle decime del vino e dell’olio, che conservavano come diritto sacro dei sacerdoti che stanno a Gerusalemme e prestano servizio alla presenza del nostro Dio: tutte cose che a nessuno del popolo era permesso neppure toccare con la mano. 14Perciò hanno mandato a Gerusalemme, dove anche quelli che vi risiedono hanno fatto altrettanto, dei messaggeri incaricati di portare loro il permesso da parte del consiglio degli anziani. 15Ma, quando riceveranno la risposta e la eseguiranno, in quel giorno saranno consegnati in tuo potere per l’estrema rovina.

16Per questo io, tua serva, consapevole di tutte queste cose, sono fuggita da loro e Dio mi ha mandato a compiere con te un’impresa che farà stupire tutta la terra, quanti ne sentiranno parlare. 17La tua serva teme Dio e serve notte e giorno il Dio del cielo. Ora io rimarrò presso di te, mio signore, ma di notte la tua serva uscirà nella valle; io pregherò il mio Dio ed egli mi rivelerà quando essi avranno commesso i loro peccati. 18Allora verrò a riferirti e tu uscirai con tutto l’esercito e nessuno di loro potrà opporti resistenza. 19Io ti guiderò attraverso la Giudea, finché giungerò davanti a Gerusalemme e in mezzo vi porrò il tuo seggio. Tu li condurrai via come pecore senza pastore e nemmeno un cane abbaierà davanti a te. Queste cose mi sono state dette secondo la mia preveggenza, mi sono state annunciate e ho ricevuto l’incarico di comunicarle a te».

20Le parole di lei piacquero a Oloferne e ai suoi ufficiali, i quali tutti ammirarono la sua sapienza e dissero: 21«Da un capo all’altro della terra non esiste donna simile, per la bellezza dell’aspetto e la saggezza delle parole». 22E Oloferne le disse: «Bene ha fatto Dio a mandarti avanti al tuo popolo, perché la forza resti nelle nostre mani e coloro che hanno disprezzato il mio signore vadano in rovina. 23Tu sei graziosa d’aspetto e abile nelle tue parole; se farai come hai detto, il tuo Dio sarà il mio Dio e tu dimorerai nel palazzo del re Nabucodònosor e sarai famosa in tutto il mondo».

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Giuditta

Bibbia CEI 2008 13/18

12 1Poi Oloferne ordinò che la conducessero dove erano riposte le sue argenterie e prescrisse pure che le dessero da mangiare dei suoi cibi e le dessero da bere del suo vino. 2Ma disse Giuditta: «Io non toccherò questi cibi, perché non me ne derivi un’occasione di caduta, ma mi saranno serviti quelli che ho portato con me». 3Oloferne le disse: «Quando verrà a mancare quello che hai con te, dove ci riforniremo di cibi simili per darteli? In mezzo a noi non c’è nessuno della tua gente». 4Giuditta gli rispose: «Per la tua vita, mio signore, ti assicuro che io, tua serva, non finirò le riserve che ho con me, prima che il Signore abbia compiuto per mano mia quello che ha stabilito». 5Poi gli ufficiali di Oloferne la condussero alla tenda ed ella dormì fino a mezzanotte; poi si alzò all’alba, al cambio della guardia del mattino. 6Mandò a dire a Oloferne: «Comandi il mio signore che lascino uscire la tua serva per la preghiera». 7Oloferne ordinò alle guardie del corpo di non impedirla.

Rimase così al campo tre giorni: usciva di notte nella valle di Betùlia e si lavava nella zona dell’accampamento alla sorgente d’acqua. 8Quando risaliva, pregava il Signore, Dio d’Israele, di dirigere la sua impresa per rialzare le sorti dei figli del suo popolo. 9Rientrando purificata, rimaneva nella sua tenda, finché verso sera non le si portava il cibo.

10Ed ecco, al quarto giorno, Oloferne fece preparare un banchetto riservato ai suoi servi, senza invitare nessuno dei suoi funzionari. 11Disse a Bagoa, l’eunuco sovrintendente a tutti i suoi affari: «Va’ e persuadi la donna ebrea che è presso di te a venire con noi, per mangiare e bere con noi. 12Sarebbe disonorevole per la nostra reputazione trascurare una donna simile senza godere della sua compagnia; perché se non la corteggiamo, si farà beffe di noi». 13Bagoa, uscito dalla presenza di Oloferne, andò da lei e disse: «Non esiti questa bella fanciulla a venire dal mio signore, per essere onorata alla sua presenza e bere con noi il vino in allegria e diventare oggi come una delle donne assire, che stanno nel palazzo di Nabucodònosor». 14Giuditta gli rispose: «Chi sono io per contraddire il mio signore? Quanto sarà gradito ai suoi occhi, mi affretterò a compierlo e sarà per me motivo di gioia fino al giorno della mia morte».

15Subito si alzò e si adornò delle vesti e d’ogni altro ornamento femminile; la sua ancella l’aveva preceduta e aveva steso a terra per lei davanti ad Oloferne le pellicce che aveva avuto da Bagoa per suo uso quotidiano, per adagiarvisi sopra e prendere cibo. 16Giuditta entrò e si distese. Il cuore di Oloferne ne rimase incantato, si turbò il suo spirito e molto intenso era il suo desiderio di unirsi a lei: dal giorno in cui l’aveva vista, cercava l’occasione di sedurla. 17Le disse pertanto Oloferne: «Bevi e divertiti con noi». 18Giuditta rispose: «Sì, signore, berrò perché sento che la mia vita è oggi onorata come non mai dal giorno della mia nascita». 19Incominciò quindi a mangiare e a bere davanti a lui ciò che le aveva preparato l’ancella. 20Oloferne si deliziò della presenza di lei e bevve abbondantemente tanto vino quanto non ne aveva mai bevuto in un solo giorno da quando era al mondo.

13 1Quando si fece buio, i suoi servi si affrettarono a ritirarsi. Bagoa chiuse la tenda dall’esterno e allontanò le guardie dalla vista del suo signore e ognuno andò a dormire; in realtà erano tutti estenuati, perché avevano bevuto troppo. 2Giuditta fu lasciata nella tenda e Oloferne era sprofondato sul suo letto, ubriaco fradicio.

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Giuditta

Bibbia CEI 2008 14/18

3Allora Giuditta ordinò all’ancella di stare fuori della camera da letto e di aspettare che uscisse, come aveva fatto ogni giorno; aveva detto infatti che sarebbe uscita per la sua preghiera, e anche con Bagoa aveva parlato in questi termini. 4Si erano allontanati tutti dalla loro presenza e nessuno, dal più piccolo al più grande, era rimasto nella camera da letto. Giuditta, fermatasi presso il letto di lui, disse in cuor suo: «Signore, Dio d’ogni potenza, guarda propizio in quest’ora all’opera delle mie mani per l’esaltazione di Gerusalemme. 5È venuto il momento di pensare alla tua eredità e di far riuscire il mio progetto per la rovina dei nemici che sono insorti contro di noi».

6Avvicinatasi alla sponda del letto che era dalla parte del capo di Oloferne, staccò la scimitarra di lui; 7poi, accostatasi al letto, afferrò la testa di lui per la chioma e disse: «Dammi forza, Signore, Dio d’Israele, in questo giorno». 8E con tutta la sua forza lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa. 9Indi fece rotolare il corpo giù dal giaciglio e strappò via la cortina dai sostegni. Poco dopo uscì e consegnò la testa di Oloferne alla sua ancella, 10la quale la mise nella bisaccia dei viveri e uscirono tutt’e due, secondo il loro uso, per la preghiera. Attraversato l’accampamento, fecero il giro della valle, salirono il monte di Betùlia e arrivarono alle sue porte.

11Giuditta gridò da lontano al corpo di guardia delle porte: «Aprite, aprite subito la porta: è con noi Dio, il nostro Dio, per esercitare ancora la sua forza in Israele e la sua potenza contro i nemici, come ha fatto oggi».

12Appena gli uomini della sua città sentirono la sua voce, corsero giù in fretta alla porta della città e chiamarono gli anziani. 13Corsero tutti, dal più piccolo al più grande, perché non si aspettavano il suo arrivo; aprirono dunque la porta, le accolsero dentro e, acceso il fuoco per fare luce, si strinsero attorno a loro. 14Giuditta disse loro a gran voce: «Lodate Dio, lodatelo; lodate Dio, perché non ha allontanato la sua misericordia dalla casa d’Israele, ma in questa notte per mano mia ha colpito i nostri nemici».

15Allora tirò fuori la testa dalla bisaccia e la mise in mostra dicendo loro: «Ecco la testa di Oloferne, comandante supremo dell’esercito assiro, ed ecco la cortina sotto la quale giaceva ubriaco; il Signore l’ha colpito per mano di una donna. 16Viva dunque il Signore, che mi ha protetto nella mia impresa, perché costui si è lasciato ingannare dal mio volto a sua rovina, ma non ha commesso peccato con me, a mia contaminazione e vergogna».

17Tutto il popolo si stupì profondamente e tutti si chinarono ad adorare Dio, esclamando in coro: «Benedetto sei tu, nostro Dio, che hai annientato in questo giorno i nemici del tuo popolo». 18Ozia a sua volta le disse: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra, e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici. 19Davvero il coraggio che ti ha sostenuto non sarà dimenticato dagli uomini, che ricorderanno per sempre la potenza di Dio. 20Dio compia per te queste cose a tua perenne esaltazione, ricolmandoti di beni, in riconoscimento della prontezza con cui hai esposto la vita di fronte all’umiliazione della nostra stirpe, e ti sei opposta alla nostra rovina, comportandoti rettamente davanti al nostro Dio». E tutto il popolo esclamò: «Amen! Amen!».

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Giuditta

Bibbia CEI 2008 15/18

14 1Giuditta rispose loro: «Ascoltatemi, fratelli: prendete questa testa e

appendetela sugli spalti delle vostre mura. 2Quando apparirà la luce del mattino e il sole sorgerà sulla terra, prenderete ciascuno le vostre armature da guerra e ogni uomo valido uscirà dalla città. Quindi date inizio all’azione contro di loro come se voleste scendere in pianura contro le prime difese degli Assiri, ma non scenderete. 3Quelli prenderanno le loro armi e correranno nel loro accampamento a svegliare i capi dell’esercito assiro. Poi si raduneranno insieme davanti alla tenda di Oloferne, ma non lo troveranno e così si lasceranno prendere dal terrore e fuggiranno davanti a voi. 4Allora inseguiteli voi e quanti abitano l’intero territorio d’Israele e abbatteteli nella loro fuga. 5Ma, prima di far questo, chiamatemi Achiòr l’Ammonita, perché venga a vedere e riconoscere colui che ha disprezzato la casa d’Israele e che lo ha inviato qui tra noi come per destinarlo alla morte».

6Chiamarono subito Achiòr dalla casa di Ozia ed egli, appena giunse e vide la testa di Oloferne in mano ad un uomo in mezzo al popolo radunato, cadde a terra e rimase senza respiro. 7Quando l’ebbero sollevato, si gettò ai piedi di Giuditta pieno di riverenza per la sua persona e disse: «Benedetta sei tu in ogni tenda di Giuda e tra tutti i popoli: quanti udranno il tuo nome saranno presi da terrore. 8Ed ora raccontami tutto quello che hai fatto in questi giorni». E Giuditta in mezzo al popolo gli narrò quanto aveva compiuto dal giorno in cui era partita fino al momento in cui parlava loro. 9Quando finì di parlare, il popolo scoppiò in alte grida di giubilo e riempì la città di voci festose. 10Allora Achiòr, vedendo quello che il Dio d’Israele aveva fatto, credette fermamente in Dio, si fece circoncidere e fu accolto nella casa d’Israele fino ad oggi.

11Quando spuntò il mattino, appesero la testa di Oloferne alle mura; poi ogni uomo prese le sue armi e scesero lungo i sentieri del monte, divisi in manipoli. 12Appena li videro, gli Assiri mandarono a informare i loro capi e questi corsero dagli strateghi, dai chiliarchi e da tutti i loro comandanti. 13Poi si radunarono davanti alla tenda di Oloferne e dissero al suo attendente: «Sveglia il nostro signore, perché quegli schiavi hanno osato scendere per darci battaglia e così distruggerci completamente». 14Bagoa entrò e bussò alla parete della tenda, poiché pensava che egli dormisse con Giuditta. 15Ma siccome nessuno rispondeva, aprì ed entrò nella camera da letto e lo trovò morto, steso a terra vicino all’ingresso, con la testa tagliata via dal tronco. 16Allora diede in alte grida di dolore e di lamento, urlando con tutte le forze e stracciandosi le vesti. 17Poi si precipitò nella tenda dove era alloggiata Giuditta e non la trovò. Allora corse fuori davanti al popolo e gridò: 18«Gli schiavi ci hanno traditi! Una sola donna ebrea ha gettato la vergogna sulla casa del re Nabucodònosor! Oloferne eccolo a terra, ed è privo della testa».

19I comandanti dell’esercito assiro, appena udirono questo annuncio, si stracciarono i mantelli e rimasero terribilmente sconvolti nel loro animo; entro l’accampamento si elevarono altissime le loro grida e le urla di dolore.

15 1Tutti quelli che erano nelle tende, appena seppero dell’accaduto, restarono

allibiti 2e furono presi da paura e terrore, e nessuno volle più restare a fianco dell’altro, ma tutti insieme, disperdendosi, fuggivano per ogni sentiero della pianura e della montagna. 3Anche quelli accampati sulle montagne intorno a Betùlia si diedero alla fuga. A questo punto gli Israeliti, cioè quanti tra loro erano

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Giuditta

Bibbia CEI 2008 16/18

abili alle armi, si buttarono su di loro. 4Ozia mandò subito a Betomestàim, a Bebài, a Coba, a Cola e in tutti i territori d’Israele messaggeri ad annunciare l’accaduto e a invitare tutti a gettarsi sui nemici per sterminarli.

5Appena gli Israeliti udirono ciò, tutti compatti piombarono su di loro e li fecero a pezzi arrivando fino a Coba. Scesero in campo anche quelli di Gerusalemme e di tutta la zona montuosa, perché anche a loro avevano riferito quello che era accaduto nell’accampamento dei loro nemici. Quelli che abitavano in Gàlaad e nella Galilea li accerchiarono colpendoli terribilmente, finché giunsero a Damasco e nel suo territorio. 6Gli altri che erano rimasti a Betùlia si gettarono sul campo degli Assiri, si impadronirono delle loro spoglie e si arricchirono grandemente. 7Gli Israeliti tornati dalla strage si impadronirono del resto e le borgate e i villaggi del monte e del piano vennero in possesso di grande bottino, poiché ve n’era in grandissima quantità.

8Allora il sommo sacerdote Ioakìm e il consiglio degli anziani degli Israeliti, che abitavano a Gerusalemme, vennero a vedere i benefìci che il Signore aveva operato per Israele e anche per incontrare Giuditta e salutarla. 9Appena furono entrati in casa sua, tutti insieme le rivolsero parole di benedizione ed esclamarono verso di lei: «Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente. 10Compiendo tutto questo con la tua mano, hai operato per Israele nobili cose: di esse Dio si è compiaciuto. Sii per sempre benedetta dal Signore onnipotente». Tutto il popolo soggiunse: «Amen!».

11Per trenta giorni tutto il popolo continuò a saccheggiare l’accampamento. A Giuditta diedero la tenda di Oloferne, tutte le argenterie, i letti, i vasi e tutti gli arredi di lui. Ella prese tutto in consegna e caricò la sua mula; poi aggiogò anche i suoi carri e vi accatastò sopra tutte quelle cose. 12Tutte le donne d’Israele si radunarono per vederla e la colmarono di elogi e composero tra loro una danza in suo onore. Ella prese in mano dei tirsi e li distribuì alle donne che erano con lei. 13Insieme con loro si incoronò di fronde di ulivo: si mise in testa a tutto il popolo, guidando la danza di tutte le donne, mentre seguivano, armati, tutti gli uomini d’Israele, portando corone e inneggiando con le loro labbra.

14Allora Giuditta intonò questo canto di riconoscenza in mezzo a tutto Israele e tutto il popolo accompagnava a gran voce questa lode.

16 1Giuditta disse:

«Intonate un inno al mio Dio con i tamburelli, cantate al Signore con i cimbali, componete per lui un salmo di lode; esaltate e invocate il suo nome! 2Poiché il Signore è il Dio che stronca le guerre; ha posto il suo accampamento in mezzo al popolo, mi ha salvata dalle mani dei miei persecutori. 3Assur venne dai monti, giù da settentrione, venne con migliaia dei suoi armati; la loro moltitudine ostruì i torrenti, i loro cavalli coprirono i colli. 4Disse che avrebbe bruciato il mio paese,

16,1d NVg invece: componete per lui un salmo nuovo;

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Giuditta

Bibbia CEI 2008 17/18

stroncato i miei giovani con la spada e schiacciato al suolo i miei lattanti, che avrebbe preso in ostaggio i miei fanciulli, e rapito le mie vergini. 5Il Signore onnipotente li ha respinti con la mano di una donna! 6Infatti il loro capo non fu colpito da giovani, né lo percossero figli di titani, né alti giganti l’oppressero, ma Giuditta, figlia di Merarì, lo fiaccò con la bellezza del suo volto. 7Ella depose la veste di vedova per sollievo degli afflitti in Israele, si unse il volto con aromi, 8cinse i suoi capelli con un diadema e indossò una veste di lino per sedurlo. 9I suoi sandali rapirono i suoi occhi, la sua bellezza avvinse il suo cuore e la scimitarra gli troncò il collo. 10I Persiani rabbrividirono per il suo coraggio, per la sua forza fremettero i Medi. 11Allora i miei poveri alzarono il grido di guerra e quelli si spaventarono, i miei deboli gridarono forte, e quelli furono sconvolti; gettarono alte grida, e quelli volsero in fuga. 12Figli di giovani donne li trafissero, li trapassarono come disertori, perirono nella battaglia del mio Signore. 13Canterò al mio Dio un canto nuovo: Signore, grande sei tu e glorioso, mirabile nella potenza e invincibile. 14Ti sia sottomessa ogni tua creatura: perché tu hai detto e tutte le cose furono fatte, hai mandato il tuo spirito e furono costruite, nessuno resisterà alla tua voce. 15I monti sulle loro basi sussulteranno insieme con le acque, davanti a te le rocce si scioglieranno come cera; ma a coloro che ti temono tu sarai sempre propizio. 16Poca cosa è per te ogni sacrificio di soave odore, e meno ancora ogni grasso offerto a te in olocausto; ma chi teme il Signore è sempre grande. 17Guai alle genti che insorgono contro il mio popolo: il Signore onnipotente li punirà nel giorno del giudizio, metterà fuoco e vermi nelle loro carni, e piangeranno nel tormento per sempre».

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Giuditta

Bibbia CEI 2008 18/18

18Quando giunsero a Gerusalemme, si prostrarono ad adorare Dio e, appena il popolo fu purificato, offrirono i loro olocausti, le offerte spontanee e i doni. 19Giuditta offrì in voto a Dio tutti gli oggetti di Oloferne che il popolo le aveva dato, e anche la cortina che aveva preso direttamente dalla camera da letto di lui. 20Il popolo continuò a far festa a Gerusalemme vicino al tempio per tre mesi e Giuditta rimase con loro.

21Dopo quei giorni ognuno tornò nella propria dimora, e anche Giuditta tornò a Betùlia e rimase nella sua proprietà. Per il resto della sua vita fu famosa in tutta la terra. 22Molti se ne invaghirono, ma nessun uomo la conobbe per tutti i giorni della sua vita, da quando suo marito Manasse morì e fu riunito al suo popolo. 23Ella andò molto avanti negli anni, protraendo la vecchiaia nella casa del marito fino a centocinque anni. Concesse pure la libertà alla sua ancella preferita. Quando morì a Betùlia, la seppellirono nella grotta sepolcrale del marito Manasse 24e la casa d’Israele la pianse sette giorni. Prima di morire aveva diviso i suoi beni tra i parenti più stretti di Manasse, suo marito, e tra i parenti più stretti della sua famiglia.

25Non vi fu più nessuno che incutesse timore agli Israeliti finché visse Giuditta e per lungo tempo dopo la sua morte.

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Ester

Bibbia CEI 2008 1/22

La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

ESTER

Nota introduttiva Il libro di Ester è stato tramandato in due forme diverse: una più breve, presente nel testo ebraico, l’altra più lunga nella versione greca dei LXX. Oltre che per la diversa estensione, le due forme si differenziano anche nei nomi, nei numeri, nelle date e soprattutto nella sensibilità religiosa. Prima di san Girolamo la Chiesa cattolica di lingua latina usava la forma testuale greca: e così hanno fatto sempre, fino ad oggi, la Chiesa greco-cattolica e la Chiesa ortodossa. San Girolamo tradusse invece il testo ebraico di Ester, ponendo in appendice sei ampie sezioni proprie del testo greco. Con la diffusione della Vulgata, il libro di Ester venne accolto in questa forma da tutta la Chiesa cattolica latina, fino al Concilio ecumenico Vaticano II. In diverse edizioni bibliche recenti, le sei aggiunte di Ester greco, che san Girolamo collocava in appendice, sono state trasferite nel loro contesto logico. Anche le prime due edizioni della Bibbia a cura della Conferenza Episcopale Italiana (1971; 1974) seguono questa forma. La soluzione adottata, tuttavia, non ha soddisfatto gli studiosi, soprattutto perché dà origine a molte incoerenze nel racconto. In questa terza edizione della traduzione della Bibbia a cura della C.E.I. viene offerta la versione integrale del testo greco. Ma poiché è convinzione generale della Chiesa che tutte e due le forme testuali del libro di Ester, la greca e l’ebraica, sono ispirate, è parso opportuno conservare, assieme al testo greco, quello ebraico, conosciuto e letto con amore dai fedeli per tanti secoli fino ad oggi. Il testo greco di Ester è stampato nella parte superiore della pagina per segnalare la sua preminenza nella liturgia della Chiesa cattolica latina.

Testo greco∗

1 1aNel secondo anno di regno del grande re Artaserse, il giorno primo di Nisan, Mardocheo, figlio di Giàiro, figlio di Simei, figlio di Kis, della tribù di Beniamino, ebbe in sogno una visione. 1bEgli era un Giudeo che abitava nella città di Susa, un uomo ragguardevole, che prestava servizio alla corte del re 1ce proveniva dal gruppo degli esuli che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato da Gerusalemme con Ieconia, re della Giudea.

1dQuesto fu il suo sogno: ecco, grida e tumulto, tuoni e terremoto, sconvolgimenti sulla terra. 1eEd ecco: due enormi draghi avanzarono, tutti e due

In questo apparato sono riportate le principali varianti che caratterizzano la Nova Vulgata (NVg) rispetto al testo critico (greco) seguito nella presente traduzione. Viene indicato il versetto, o la parte di esso, che differisce per cambiamento del testo (invece), omissione (omette), aggiunta (aggiunge). Le parole comprese tra i due segni ..... sono variate o omesse come indicato in nota; il segno ⊥ indica invece il luogo dell’inserimento delle parole trascritte in nota. 1c NVg omette.

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Ester

Bibbia CEI 2008 2/22

pronti alla lotta, e risuonò potente il loro grido. 1fAl loro grido ogni nazione si preparò alla guerra, per combattere contro il popolo dei giusti. 1gEcco, un giorno di tenebre e di caligine! Tribolazione e angustia, afflizione e grandi sconvolgimenti sulla terra! 1hTutta la nazione dei giusti rimase sconvolta: essi, temendo la propria rovina, si prepararono a morire e levarono a Dio il loro grido. 1iMa dal loro grido, come da una piccola fonte, sorse un grande fiume con acque abbondanti. 1kApparvero la luce e il sole: gli umili furono esaltati e divorarono i superbi.

1lMardocheo allora si svegliò: aveva visto questo sogno e quello che Dio aveva deciso di fare; in cuor suo continuava a ripensarvi fino a notte, cercando di comprenderlo in ogni suo particolare.

1mMardocheo alloggiava alla corte con Gabatà e Tarra, i due eunuchi del re che custodivano la corte. 1nIntese i loro ragionamenti, indagò sui loro disegni e venne a sapere che quelli si preparavano a mettere le mani sul re Artaserse. Allora ne avvertì il re. 1oIl re sottopose i due eunuchi a un interrogatorio: essi confessarono e furono tolti di mezzo.

1pPoi il re fece scrivere questi fatti nelle cronache e anche Mardocheo li mise per iscritto. 1qIl re costituì Mardocheo funzionario della corte e gli fece regali in compenso di queste cose.

1rMa vi era anche Aman, figlio di Amadàta, il Bugeo, che era molto stimato presso il re e cercò il modo di fare del male a Mardocheo e al suo popolo, per questa faccenda che riguardava i due eunuchi del re.

1Dopo queste cose, al tempo di Artaserse – quell’Artaserse che regnava dall’India sopra centoventisette province –, 2proprio in quel tempo il re Artaserse, che regnava nella città di Susa, 3l’anno terzo del suo regno fece un banchetto per gli amici e per quelli delle altre nazionalità, per i nobili dei Persiani e i dei Medi e per i prefetti delle province. 4Dopo aver mostrato loro le ricchezze del suo regno e il fasto attraente della sua ricchezza per centoottanta giorni, 5quando si compirono i giorni delle nozze, il re fece un banchetto per i rappresentanti delle nazioni che si trovavano nella città, per sei giorni, nella sala della reggia. 6La sala era adornata con drappi di lino delicato e pregiato, appesi a cordoni di lino color porpora, fissati a ganci d’oro e d’argento, su colonne di marmo pario e di pietra. I divani erano d’oro e d’argento, sopra un pavimento di pietra verde smeraldo e di madreperla e di marmo pario; vi erano inoltre tappeti con ricami variegati e rose disposte in circolo. 7Per bere c’erano coppe d’oro e d’argento, come pure un piccolo calice di turchese, del valore di trentamila talenti. Il vino era abbondante e dolce e lo stesso re ne beveva. 8Si poteva bere senza limiti: così infatti aveva voluto il re, ordinando ai camerieri di soddisfare il desiderio suo e degli altri.

9Anche Vasti, la regina, tenne un banchetto per le donne nella stessa reggia di Artaserse. 10Il settimo giorno il re, euforico per il vino, ordinò ad Aman, Bazan, Tarra, Borazè, Zatoltà, Abatazà, Tarabà, i sette eunuchi che erano al servizio del re Artaserse, 11di far venire davanti a lui la regina per intronizzarla, ponendole sul capo il diadema, e per mostrare ai prìncipi e alle nazioni la sua bellezza: era infatti molto bella. 12Ma la regina Vasti rifiutò di andare con gli eunuchi. Il re ne fu addolorato e irritato 13e disse ai suoi amici: «Così e così ha parlato Vasti: giudicate,

1,1e NVg (1d) omette. 1,1f NVg (1e) invece: ed essi scatenarono una grande battaglia, e stavano vincendo, e si radunarono le nazioni. 1,1h NVg (1g) invece: Ed essi temettero la rovina 1,1m-r NVg omette.

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Ester

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dunque, secondo la legge e il diritto». 14Si fecero avanti Archeseo e Sarsateo e Maleseàr, prìncipi dei Persiani e dei Medi, che erano più vicini al re e che, primi, sedevano accanto al re, 15e gli espressero il proprio parere su che cosa si dovesse fare alla regina Vasti, secondo le leggi, perché non aveva eseguito l’ordine datole dal re Artaserse per mezzo degli eunuchi.

16Mucheo disse in presenza del re e dei prìncipi: «La regina Vasti ha mancato non solo nei confronti del re, ma anche nei confronti di tutti i prìncipi e i capi del re 17– infatti costui aveva riferito loro le parole della regina e come ella aveva risposto al re – e, come ella ha risposto al re Artaserse, 18così oggi le altre principesse dei capi dei Persiani e dei Medi, avendo udito ciò che ella ha detto al re, oseranno disprezzare allo stesso modo i loro mariti. 19Se dunque sembra bene al re, sia emanato un decreto reale, scritto secondo le leggi dei Medi e dei Persiani e irrevocabile, secondo il quale la regina non possa più comparire davanti a lui, e il re conferisca la dignità a una donna migliore di lei. 20E l’editto emanato dal re sia fatto conoscere nel suo regno e così tutte le donne rispetteranno i loro mariti, dal più povero al più ricco». 21La proposta piacque al re e ai prìncipi. Il re fece come aveva detto Mucheo: 22mandò lettere a tutto il regno, a ogni provincia secondo la sua lingua, in modo che i mariti fossero rispettati nelle loro case.

2 1Dopo questi fatti, l’ira del re si placò ed egli non si ricordò più di Vasti, avendo presente quello che lei aveva detto e come egli l’aveva ormai condannata. 2Dissero allora i servi del re: «Si cerchino per il re fanciulle incorrotte e belle. 3E in tutte le province del suo regno il re dia incarico ai governatori locali perché siano scelte fanciulle vergini e belle; siano portate nella città di Susa, nell’harem, e siano consegnate all’eunuco del re che è il custode delle donne e siano dati loro unguenti e ogni altra cosa necessaria, 4e la donna che piacerà al re diventi regina al posto di Vasti». La proposta piacque al re, e così si fece.

5Nella città di Susa c’era un Giudeo di nome Mardocheo, figlio di Giàiro, figlio di Simei, figlio di Kis, della tribù di Beniamino, 6il quale era stato deportato da Gerusalemme quando fu ridotta in schiavitù da Nabucodònosor, re di Babilonia. 7Egli aveva una figlia adottiva, figlia di Aminadàb, fratello di suo padre, che si chiamava Ester. Quando erano morti i suoi genitori, egli l’aveva allevata per prenderla in moglie. La fanciulla era bella d’aspetto. 8E quando il decreto del re fu pubblicato, molte fanciulle furono raccolte nella città di Susa sotto la sorveglianza di Gai; anche Ester fu condotta da Gai, custode delle donne.

9La fanciulla gli piacque e trovò grazia presso di lui, ed egli si preoccupò di darle gli unguenti e la sua porzione di cibo, oltre alle sette fanciulle assegnate a lei dalla reggia, e usò verso di lei e le sue ancelle un trattamento di favore nell’harem. 10Ester non disse nulla né del suo popolo né della sua stirpe, perché Mardocheo le aveva ordinato di non dirlo. 11Mardocheo passeggiava ogni giorno lungo il cortile dell’harem, per vedere che cosa fosse accaduto a Ester.

12Il momento di andare dal re giungeva per una fanciulla alla fine di dodici mesi, quando terminavano i giorni della preparazione. Il periodo della preparazione si svolgeva così: sei mesi per essere unta con olio di mirra e sei con spezie e unguenti femminili. 13Allora veniva introdotta dal re, e quello che chiedeva le veniva dato per portarlo con sé dall’harem alla reggia. 14Vi andava la sera e la mattina seguente passava nel secondo harem, dove Gai, l’eunuco del re, custodiva

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Ester

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le donne; nessuna di loro poteva rientrare dal re, se non veniva chiamata per nome.

15Quando per Ester, figlia di Aminadàb, fratello del padre di Mardocheo, si compì il tempo di entrare dal re, ella nulla tralasciò di quello che le aveva ordinato l’eunuco, il custode delle donne; Ester infatti trovava grazia presso tutti quelli che la vedevano. 16Ester entrò dal re Artaserse nel dodicesimo mese, chiamato Adar, l’anno settimo del suo regno. 17Il re si innamorò di Ester: ella trovò grazia più di tutte le fanciulle e perciò egli pose su di lei la corona regale. 18Poi il re fece un banchetto per tutti i suoi amici e i potenti per sette giorni, volendo solennizzare così le nozze di Ester; condonò pure i debiti a tutti quelli che erano sotto il suo dominio.

19Mardocheo prestava servizio nel palazzo. 20Ester non palesò la sua stirpe: Mardocheo infatti le aveva raccomandato di avere il timore di Dio e di osservare i suoi comandamenti, come quando stava con lui. Ester non cambiò il suo modo di vivere.

21I due eunuchi del re, capi delle guardie del corpo, si rattristarono perché Mardocheo era stato promosso, e cercavano di uccidere il re Artaserse. 22La cosa fu resa nota a Mardocheo, ed egli la fece conoscere ad Ester; ella rivelò al re la notizia della congiura. 23Allora il re fece indagare riguardo ai due eunuchi e li impiccò; il re ordinò di prenderne nota negli archivi reali, in memoria e a lode dei buoni uffici di Mardocheo.

3 1Dopo questi avvenimenti, il re Artaserse onorò grandemente Aman, figlio di Amadàta, il Bugeo. Lo elevò in dignità e, fra tutti i suoi amici, lo faceva sedere al primo posto. 2Tutti quelli che stavano al palazzo si prostravano davanti a lui, poiché il re aveva ordinato di fare così. Ma Mardocheo non si prostrava davanti a lui. 3Allora quelli che stavano nel palazzo dissero a Mardocheo: «Mardocheo, perché non ascolti i comandi del re?». 4Essi glielo dicevano giorno dopo giorno, ma egli non li ascoltava. Allora fecero presente ad Aman che Mardocheo trasgrediva gli ordini del re. Mardocheo inoltre aveva rivelato loro di essere un Giudeo. 5Ma Aman, accortosi che Mardocheo non si prostrava davanti a lui, si indignò grandemente 6e decise di sterminare tutti i Giudei che si trovavano sotto il dominio di Artaserse.

7Fece un editto nell’anno dodicesimo del regno di Artaserse; tirò a sorte il giorno e il mese, per sterminare in un solo giorno il popolo di Mardocheo. La sorte cadde sul quattordicesimo giorno del mese di Adar. 8Allora disse al re Artaserse: «C’è un popolo disperso tra le nazioni in tutto il tuo regno, le cui leggi differiscono da quelle di tutte le altre nazioni; essi disobbediscono alle leggi del re e non è conveniente che il re glielo permetta. 9Se piace al re, dia ordine di ucciderli, e io assegnerò al tesoro del re diecimila talenti d’argento». 10Il re, preso il suo anello, lo dette in mano ad Aman, per mettere il sigillo sui decreti contro i Giudei. 11Il re disse ad Aman: «Tieni pure il denaro, e tratta questo popolo come vuoi tu». 12Nel tredicesimo giorno del primo mese furono chiamati gli scribi e, come aveva ordinato Aman, scrissero ai capi e ai governatori di ogni provincia, dall’India fino all’Etiopia, a centoventisette province, e ai capi delle nazioni, secondo la loro lingua, a nome del re Artaserse. 13Le lettere furono mandate per mezzo di corrieri

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nel regno di Artaserse, perché in un solo giorno del dodicesimo mese, chiamato Adar, fosse sterminata la stirpe dei Giudei e si saccheggiassero i loro beni.

13aQuesta è la copia della lettera: «Il grande re Artaserse ai governatori delle centoventisette province,

dall’India all’Etiopia, e ai funzionari loro subordinati scrive quanto segue: 13bEssendo io al comando di molte nazioni e avendo il dominio di tutto il mondo, non volendo abusare della grandezza del potere, ma volendo governare sempre con moderazione e con dolcezza, mi sono proposto di rendere quieta la vita dei sudditi e di assicurare un regno tranquillo e percorribile fino alle frontiere, per far rifiorire la pace sospirata da tutti gli uomini.

13cDopo aver chiesto ai miei consiglieri come si potesse attuare tutto questo, Aman, distinto presso di noi per prudenza, eccellente per inalterata devozione e sicura fedeltà ed elevato alla seconda dignità del regno, 13dci ha avvertiti che in mezzo a tutte le razze che vi sono nel mondo si è mescolato un popolo ostile il quale, vivendo con leggi diverse da quelle di ogni altra nazione, trascura sempre i decreti del re, così da compromettere la pace delle nazioni da noi consolidata.

13eConsiderando dunque che questa nazione è l’unica ad essere in continuo contrasto con ogni essere umano, differenziandosi per uno strano regime di leggi, e che, ostile ai nostri interessi, compie le peggiori malvagità e ostacola la stabilità del regno, 13fabbiamo ordinato che le persone a voi segnalate nei rapporti scritti da Aman, incaricato dei nostri affari pubblici e da noi trattato come un secondo padre, tutte, con le mogli e i figli, siano radicalmente sterminate con la spada dei loro avversari, senz’alcuna pietà né perdono, il quattordici del dodicesimo mese dell’anno corrente, cioè Adar, 13gcosicché questi nostri oppositori di ieri e di oggi, precipitando violentemente negli inferi in un solo giorno, ci assicurino definitivamente per l’avvenire un governo stabile e tranquillo⊥».

14Le copie delle lettere furono pubblicate in ogni provincia e a tutte le nazioni fu ordinato di stare pronti per quel giorno. 15L’applicazione fu sollecitata anche nella città di Susa e, mentre il re e Aman si davano a bere smodatamente, la città era costernata.⊥

4 1Quando Mardocheo seppe quello che era accaduto, si stracciò le vesti, indossò un sacco e si cosparse di cenere. Precipitatosi nella piazza della città, gridava a gran voce: «Viene distrutto un popolo che non ha fatto nulla di male». 2Venne fino alla porta del re e si fermò; infatti non gli era consentito entrare nel palazzo portando sacco e cenere. 3In ogni provincia in cui erano state pubblicate le

3,13g NVg (3,13h) aggiunge: 13h Chi poi volesse tenere nascosta la loro stirpe, non potrà più abitare tra gli uomini, e neppure tra gli uccelli, e sarà bruciato col fuoco sacro. I loro averi saranno incamerati dal regno. Saluti.

3,15 NVg (3,15a-i) aggiunge: 15aE tutte le nazioni fecero banchetto. Entrati nella reggia, il re e Aman si davano ai piaceri

insieme agli amici. 15bPresso tutti i Giudei, dunque, era grande il pianto e il lamento nei luoghi dove veniva esposta copia

della lettera. 15cI Giudei invocavano il Dio dei loro padri e dicevano: 15d«Signore Dio, tu solo sei Dio lassù nel cielo e non

v’è altro Dio all’infuori di te. 15eSe in realtà avessimo adempiuto la tua legge e i tuoi precetti, saremmo vissuti in pace e

sicurezza tutto il tempo della nostra vita; 15fma poiché non abbiamo adempiuto i tuoi precetti, adesso è giunta su di noi

questa grande sciagura. 15gTu sei giusto, misericordioso, eccelso e grande, o Signore, e tutte le tue vie sono giuste. 15hAdesso, però, Signore, tu che sei stato benevolo con noi dall’Egitto fino ad oggi, non permettere che i tuoi figli siano

fatti prigionieri e le nostre mogli siano violentate e uccise. 15iAbbi pietà di coloro che costituiscono la parte che ti sei scelta e non dare all’infamia la tua eredità, perché i nostri nemici non abbiano a prevalere su di noi».

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lettere, c’erano grida e lamenti e grande afflizione tra i Giudei, i quali si stendevano sul sacco e sulla cenere. 4Entrarono le ancelle e gli eunuchi della regina e le parlarono. All’udire quel che era accaduto, rimase sconvolta e mandò a vestire Mardocheo e a togliergli il sacco; ma egli non acconsentì. 5Allora Ester chiamò il suo eunuco Acrateo, che stava al suo servizio, e lo mandò a chiedere informazioni precise a Mardocheo. [6Atac si recò da Mardocheo sulla piazza della città, davanti alla porta del re.] 7Mardocheo gli fece conoscere quel che era accaduto e la promessa che Aman aveva fatto al re riguardo ai diecimila talenti per il tesoro, allo scopo di sterminare i Giudei. 8E gli diede la copia dell’editto promulgato nella città di Susa e riguardante la loro distruzione, perché la mostrasse a Ester; gli disse di ordinarle di entrare dal re, per domandargli grazia e intercedere a favore del popolo. «Ricòrdati – aggiunse – dei giorni in cui eri povera, quando eri nutrita dalle mie mani, giacché Aman, il quale ha avuto il secondo posto dopo il re, ha parlato contro di noi per farci morire. Invoca il Signore e parla al re in favore nostro, perché ci liberi dalla morte».

9Acrateo entrò e le riferì tutte queste parole. 10Ed Ester disse ad Acrateo: «Va’ da Mardocheo e digli: 11“Tutte le nazioni dell’impero sanno che chiunque, uomo o donna, entri dal re, nel palazzo interno, senza essere chiamato, non avrà scampo; solo colui sul quale il re avrà steso il suo scettro d’oro sarà salvo. E io non sono più stata chiamata a entrare dal re già da trenta giorni”». 12Acrateo riferì a Mardocheo tutte queste parole di Ester. 13Mardocheo disse ad Acrateo: «Va’ a dirle: “Ester, non dire a te stessa che tu sola potrai salvarti nel regno, fra tutti i Giudei. 14Perché se tu ti rifiuti in questa circostanza, da un’altra parte verranno aiuto e protezione per i Giudei. Tu e la casa di tuo padre perirete. Chi sa che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?”».

15Ester mandò da Mardocheo l’uomo che era venuto da lei e gli fece dire: 16«Va’ e raduna i Giudei che abitano a Susa e digiunate per me: per tre giorni e tre notti non mangiate e non bevete. Anch’io e le mie ancelle digiuneremo. Allora, contravvenendo alla legge, entrerò dal re, anche se dovessi morire». 17Mardocheo andò e fece tutto quello che Ester gli aveva ordinato.

17aPoi pregò il Signore, ricordando tutte le gesta del Signore, e disse: 17b«Signore, Signore, re che domini l’universo, tutte le cose sono sottoposte al

tuo potere e non c’è nessuno che possa opporsi a te nella tua volontà di salvare Israele. 17cTu hai fatto il cielo e la terra e tutte le meraviglie che si trovano sotto il firmamento. Tu sei il Signore di tutte le cose e non c’è nessuno che possa resistere a te, Signore.

17dTu conosci tutto; tu sai, Signore, che non per orgoglio, non per superbia né per vanagloria ho fatto questo gesto, di non prostrarmi davanti al superbo Aman, perché avrei anche baciato la pianta dei suoi piedi per la salvezza d’Israele. 17eMa ho fatto questo per non porre la gloria di un uomo al di sopra della gloria di Dio; non mi prostrerò mai davanti a nessuno se non davanti a te, che sei il mio Signore, e non farò così per superbia.

4,17a NVg (4,17a-b) invece: 17aPoi Mardocheo si strappò le vesti, stese il cilicio sotto di sé e cadde con la faccia a terra, e

(così fecero) gli anziani del popolo, da mattina a sera, 17be disse: «Tu sei benedetto, Dio di Abramo e Dio di Isacco e Dio di Giacobbe.

4,17d-e NVg (4,17f-h) invece: 17fTu sai, Signore, che per la salvezza d’Israele io mi sarei prostrato volentieri davanti alla

pianta dei piedi di Aman; 17gma non l’ho fatto per non porre la gloria dell’uomo al di sopra della gloria di Dio. E non mi

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17fOra, Signore Dio, re, Dio di Abramo⊥, risparmia il tuo popolo! Perché guardano a noi per distruggerci e desiderano ardentemente far perire quella che è la tua eredità dai tempi antichi. 17gNon trascurare il tuo possesso che hai redento per te dal paese d’Egitto. 17hAscolta la mia preghiera e sii propizio alla tua eredità; cambia il nostro lutto in gioia, perché, vivi, possiamo cantare inni al tuo nome, Signore, e non far scomparire quelli che ti lodano con la loro bocca».

17iTutti gli Israeliti gridavano con tutte le loro forze, perché la morte stava davanti ai loro occhi.

17kAnche la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un’angoscia mortale. Si tolse le vesti di lusso e indossò gli abiti di miseria e di lutto; invece dei superbi profumi si riempì la testa di ceneri e di immondizie. Umiliò duramente ⊥il suo corpo e, con i capelli sconvolti, coprì ogni sua parte che prima soleva ornare a festa. Poi supplicò il Signore e disse:

17l«Mio Signore, nostro re, tu sei l’unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, perché un grande pericolo mi sovrasta.

17mIo ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai preso Israele tra tutte le nazioni e i nostri padri tra tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto per loro tutto quello che avevi promesso. 17nMa ora abbiamo peccato contro di te e ci hai consegnato nelle mani dei nostri nemici, perché abbiamo dato gloria ai loro dèi. Tu sei giusto, Signore!

17oMa ora non si sono accontentati dell’amarezza della nostra schiavitù: hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli, giurando di abolire il decreto della tua bocca, di sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare, 17pdi aprire invece la bocca delle nazioni per lodare gli idoli vani e proclamare per sempre la propria ammirazione per un re mortale.

17qNon consegnare, Signore, il tuo scettro a quelli che neppure esistono. Non permettere che ridano della nostra caduta; ma volgi contro di loro questi loro progetti e colpisci con un castigo esemplare chi è a capo dei nostri persecutori.

17rRicòrdati, Signore, manifèstati nel giorno della nostra afflizione e da’ a me coraggio, o re degli dèi e dominatore di ogni potere. 17sMetti nella mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone e volgi il suo cuore all’odio contro colui che ci combatte, per lo sterminio suo e di coloro che sono d’accordo con lui. 17tQuanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore!

17uTu hai conoscenza di tutto e sai che io odio la gloria degli empi e detesto il letto dei non circoncisi e di qualunque straniero. 17vTu sai che mi trovo nella necessità e che detesto l’insegna della mia alta carica, che cinge il mio capo nei giorni in cui devo comparire in pubblico; la detesto come un panno immondo e non la porto nei giorni in cui mi tengo appartata. 17xLa tua serva non ha mangiato alla tavola di Aman; non ha onorato il banchetto del re né ha bevuto il vino delle

prostrerò mai, se non davanti a te, Signore, mio Dio! 17hQueste cose poi le faccio non per arroganza, né per desiderio di gloria, Signore. Rivélati, Signore; fatti conoscere, Signore! 4,17f NVg (4,17i) aggiunge: e Dio di Isacco e Dio di Giacobbe

omette: dai tempi antichi 4,17k NVg (4,17o-p) omette: e di immondizie

aggiunge: con digiuni invece: e si prostrò a terra con le sue ancelle da mattina a sera e disse:

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libagioni. 17yLa tua serva, da quando ha cambiato condizione fino ad oggi, non ha gioito, se non in te, Signore, Dio di Abramo.

17zO Dio, che su tutti eserciti la forza, ascolta la voce dei disperati, liberaci dalla mano dei malvagi e libera me dalla mia angoscia!».

5 1Il terzo giorno, quando ebbe finito di pregare, ella si tolse gli abiti servili e si rivestì di quelli sontuosi.

1aFattasi splendida, invocò quel Dio che su tutti veglia e tutti salva, e prese con

sé due ancelle. Su di una si appoggiava con apparente mollezza, mentre l’altra la seguiva sollevando il manto di lei. 1bEra rosea nel fiore della sua bellezza: il suo viso era lieto, come ispirato a benevolenza, ma il suo cuore era oppresso dalla paura. 1cAttraversate tutte le porte, si fermò davanti al re. Egli stava seduto sul suo trono regale e rivestiva i suoi ornamenti ufficiali: era tutto splendente di oro e di pietre preziose e aveva un aspetto che incuteva paura⊥. 1dAlzato il viso, che la sua maestà rendeva fiammeggiante, al culmine della collera la guardò. La regina cadde a terra, in un attimo di svenimento, mutò colore e si curvò sulla testa dell’ancella che l’accompagnava. 1eDio volse a dolcezza l’animo del re: ansioso, balzò dal trono, la prese tra le braccia, fino a quando ella non si fu rialzata, e la confortava con parole rassicuranti, dicendole: 1f«Che c’è, Ester? Io sono tuo fratello; coraggio, tu non morirai, perché il nostro decreto è solo per la gente comune. Avvicìnati!».

2Alzato lo scettro d’oro, lo posò sul collo di lei, la baciò e le disse: «Parlami!». 2aGli disse: «Ti ho visto, signore, come un angelo di Dio e il mio cuore è

rimasto sconvolto per timore della tua gloria: tu sei ammirevole, signore, e il tuo

4,17 l-z NVg (4,17q-kk) invece: 17p 17q«Tu sei benedetto, Dio di Abramo e Dio di Isacco e Dio di Giacobbe! Vieni in aiuto

a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te, o Signore, 17rperché un grande pericolo mi sovrasta. 17sIo ho

sentito dai libri dei miei antenati, o Signore, che tu hai salvato Noè nelle acque del diluvio. 17tIo ho sentito dai libri dei

miei antenati, o Signore, che tu con l’aiuto di trecentodiciotto uomini hai consegnato ad Abramo nove re. 17uIo ho sentito

dai libri dei miei antenati, o Signore, che tu hai liberato Giona dal ventre del cetaceo. 17vIo ho sentito dai libri dei miei

antenati, o Signore, che tu hai liberato Anania, Azaria e Misaele dalla fornace di fuoco. 17xIo ho sentito dai libri dei miei

antenati, o Signore, che tu hai tratto fuori Daniele dalla fossa dei leoni. 17yIo ho sentito dai libri dei miei antenati, o Signore, che tu hai avuto compassione di Ezechia, re dei Giudei, che ormai vicino alla morte supplicava di poter vivere

ancora, e gli hai concesso altri quindici anni di vita. 17zIo ho sentito dai libri dei miei antenati, o Signore, che tu hai

concesso ad Anna, che lo chiedeva ardentemente, di generare un figlio. 17aaIo ho sentito dai libri dei miei antenati, o

Signore, che tu liberi sempre tutti coloro che compiono la tua volontà. 17bbOra, Signore, mio Dio, aiuta me che sono sola

e non ho nessuno all’infuori di te. 17ccTu sai che la tua serva ha detestato il letto degli incirconcisi. 17ddTu sai, o Dio, che

non ho mangiato cibi esecrabili, né bevuto vino delle loro libagioni. 17eeTu sai che dal giorno del mio trasferimento nella

reggia non ho gioito se non in te.17ffTu sai, o Dio, che da quando sul mio capo c’è questo indumento, io lo detesto come

un panno immondo e nei giorni a me propizi non l’ho mai indossato. 17ggMa ora vieni in soccorso a me, che sono orfana, e poni sulle mie labbra una parola opportuna davanti al leone, e rendimi gradita a lui. Cambia il suo cuore in odio contro

chi ci combatte, a rovina sua e di quanti sono d’accordo con lui. 17hhLiberaci dalla mano dei nostri nemici, cambia il

nostro lutto in gioia e le nostre sofferenze in salvezza. 17iiE quelli che si ergono contro coloro che ti sei scelto, o Dio,

puniscili con un castigo esemplare. 17kkRivélati, Signore; fatti conoscere, Signore!». 5,1c NVg (5,2e) aggiunge: e teneva in mano uno scettro d’oro 5,1d NVg (5,2f) invece: la guardò come un toro nell’impeto della sua ira e, temendo di rovinarla, gridò in tono ambiguo: «Chi ha osato entrare all’interno del palazzo senza essere chiamato?». 5,1e NVg (5,2g) invece: Il Dio dei Giudei e Signore di tutto il creato 5,1f NVg (5,2h) invece: Che c’è regina Ester, sorella mia e associata al regno?

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volto è pieno d’incanto». 2bMentre parlava, cadde svenuta; il re si turbò e tutti i suoi servi cercavano di rincuorarla.

3Allora il re le disse: «Che cosa vuoi, Ester, e qual è la tua richiesta? Fosse pure metà del mio regno, sarà tua». 4Ester rispose: «Oggi è un giorno speciale per me: se così piace al re, venga egli con Aman al banchetto che oggi io darò». 5Disse il re: «Fate venire presto Aman, per compiere quello che Ester ha detto».

E ambedue vennero al banchetto di cui aveva parlato Ester. 6Mentre si beveva, il re rivolto a Ester disse: «Che cosa c’è, regina Ester? Ti sarà concesso tutto quello che chiedi». 7Rispose: «Ecco la mia domanda e la mia richiesta: 8se ho trovato grazia davanti al re, venga anche domani con Aman al banchetto che io darò per loro, e domani farò come ho fatto oggi».

9Aman era uscito dal re, contento, euforico; ma quando nel cortile della reggia vide Mardocheo, il Giudeo, si adirò fortemente. 10Tornato a casa sua, chiamò gli amici e Zosara, sua moglie. 11Mostrò loro le sue ricchezze e il potere del quale il re l’aveva investito: gli aveva dato il primo posto e il governo del regno. 12Disse Aman: «Al banchetto la regina non ha invitato altri che me insieme al re, e io sono invitato per domani. 13Ma questo non mi piace, fin quando vedrò Mardocheo, il Giudeo, nel cortile della reggia». 14Zosara, sua moglie, e gli amici gli dissero: «Fa’ preparare un palo alto cinquanta cubiti e domani mattina dì al re di farvi impiccare Mardocheo; poi tu va’ al banchetto con il re e stai allegro». La cosa piacque ad Aman, e si preparò il palo.

6 1Quella notte il Signore tolse il sonno al re, che perciò disse al suo precettore

di portargli il libro delle memorie, le cronache, e di dargliene lettura. 2Egli vi trovò scritto, riguardo a Mardocheo, che egli aveva riferito al re che due eunuchi del re, nel fare la guardia, avevano cercato di aggredire Artaserse. 3Disse allora il re: «Quale onore o favore abbiamo fatto a Mardocheo?». I servi del re risposero: «Non hai fatto nulla per lui». 4Mentre il re veniva informato circa la benevolenza di Mardocheo, ecco Aman nel cortile della reggia. Allora il re disse: «Chi c’è nel cortile?». Aman era venuto per dire al re di fare impiccare Mardocheo al palo che egli aveva preparato per lui. 5I servi del re dissero: «Ecco, Aman è nel cortile della reggia». E il re replicò: «Chiamatelo!». 6Allora il re disse ad Aman: «Che cosa dovrò fare per l’uomo che io voglio onorare?». Aman disse in cuor suo: «Chi il re vuole onorare se non me?». 7E rispose al re: «Per l’uomo che il re vuole onorare, 8i servi del re portino una veste di lino che viene indossata dal re e un cavallo che il re suole cavalcare: 9siano dati a uno degli amici del re, fra i nobili, e questi ne rivesta l’uomo che il re ama; poi lo faccia salire sul cavallo e si annunci nella piazza della città: “Così sarà per ogni uomo che il re intende onorare”». 10Il re disse ad Aman: «Come hai detto, così fai a Mardocheo, il Giudeo, che si trova nel cortile della reggia, e non trascurare nulla di quello che hai detto».

11Aman prese la veste e il cavallo, rivestì Mardocheo e lo fece salire sul cavallo, passò per la piazza della città annunciando: «Così sarà per ogni uomo che il re intende onorare». 12Mardocheo ritornò nel cortile della reggia, e Aman tornò a casa sua afflitto e con il capo coperto.

13Poi Aman raccontò a Zosara, sua moglie, e ai suoi amici quello che era accaduto. Allora gli amici e la moglie si rivolsero a lui con queste parole: «Se Mardocheo è della stirpe dei Giudei, comincia ad abbassarti davanti a lui, cadendo

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ai suoi piedi: tu non potrai resistergli, perché il Dio vivente è con lui». 14Essi stavano ancora parlando, quando giunsero gli eunuchi e in fretta portarono Aman al banchetto che Ester aveva preparato.

7 1Il re e Aman andarono a banchettare con la regina. 2Il secondo giorno che si beveva, il re disse a Ester: «Che c’è, regina Ester? Qual è la tua domanda e quale la tua richiesta? Fosse anche la metà del mio regno, ti sarà data». 3Rispose: «Se ho trovato grazia davanti al re, sia risparmiata la vita a me, secondo la mia domanda, e al mio popolo, secondo la mia richiesta. 4Infatti siamo stati venduti, io e il mio popolo, siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi e fatti schiavi, noi e i nostri figli, per diventare servi e serve; ma io finsi di non udire, perché quel calunniatore non è degno del palazzo del re». 5Disse il re: «Chi è costui, che ha osato fare queste cose?». 6Ester rispose: «Un nemico: Aman è quel malvagio». Aman fu preso da terrore in presenza del re e della regina.

7Allora il re si alzò dal banchetto per andare nel giardino: Aman si mise a supplicare la regina perché avvertiva di essere nei guai. 8Il re ritornò dal giardino, e intanto Aman si era lasciato cadere sul divano supplicando la regina. Allora il re disse: «Vuole anche fare violenza a mia moglie in casa mia?». Appena ebbe sentito, Aman mutò d’aspetto. 9Bugatàn, uno degli eunuchi, disse al re: «Ecco, Aman ha preparato anche un palo per Mardocheo, il quale aveva parlato in favore del re, un palo alto cinquanta cubiti, eretto nella proprietà di Aman». Disse il re: «Sia impiccato su quel palo». 10Allora Aman fu appeso al palo che aveva preparato per Mardocheo. E l’ira del re si placò.

8 1Lo stesso giorno, il re Artaserse donò a Ester la proprietà di Aman, il calunniatore, e Mardocheo fu chiamato dal re, perché Ester aveva rivelato che egli era legato da parentela con lei. 2Allora il re prese l’anello che aveva fatto ritirare ad Aman e lo diede a Mardocheo, ed Ester stabilì Mardocheo su tutte le proprietà di Aman.

3Ester parlò di nuovo al re, cadde ai suoi piedi e lo pregava di rimuovere il male fatto da Aman, tutto quello che aveva fatto contro i Giudei. 4Il re stese lo scettro d’oro verso Ester ed Ester si alzò per stare accanto al re. 5Disse Ester: «Se piace a te e ho trovato grazia, si ordini di revocare le lettere inviate da Aman, quelle che erano state scritte per sterminare i Giudei che si trovano nel tuo regno. 6Come potrei infatti sopportare la vista dei mali del mio popolo e come potrei sopravvivere allo sterminio della mia stirpe?».

7Il re rispose a Ester: «Se ti ho dato tutti i beni di Aman e ti ho concesso la mia grazia, se l’ho fatto appendere a un palo perché aveva messo le mani sui Giudei, che cosa chiedi ancora? 8Potete scrivere voi a mio nome, come vi sembra, e sigillate con il mio anello: infatti tutto quello che è stato scritto su comando del re ed è stato sigillato con il mio anello reale non può essere revocato». 9Il ventitré del primo mese, quello di Nisan, dello stesso anno, furono convocati i segretari e fu scritto ai Giudei tutto quello che era stato comandato ai governatori e ai capi dei satrapi, dall’India fino all’Etiopia, centoventisette satrapie, provincia per provincia, secondo le loro lingue. 10Fu scritto a nome del re e fu posto il sigillo del suo anello, e le lettere furono mandate per mezzo di corrieri: 11si prescriveva loro di seguire le

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loro leggi in qualunque città, sia per difendersi che per trattare come volevano i loro nemici e i loro avversari, 12e ciò in un solo giorno: il tredici del dodicesimo mese, quello di Adar, in tutto il regno di Artaserse.⊥

12aQuanto segue è la copia della lettera: 12b«Il grande re Artaserse ai governatori delle centoventisette satrapie,

dall’India all’Etiopia, e a quelli che hanno a cuore i nostri interessi, salute. 12cMolti uomini, quanto più spesso vengono onorati dalla più munifica

generosità dei benefattori, tanto più s’inorgogliscono e non solo cercano di fare il male ai nostri sudditi, ma, incapaci di frenare la loro superbia, tramano insidie anche contro i loro benefattori. 12dNon solo cancellano la riconoscenza dal cuore degli uomini, ma, esaltati dallo strepito spavaldo di chi ignora il bene, si lusingano di sfuggire a Dio, che tutto vede, e alla sua giustizia che odia il male. 12eSpesso poi molti di coloro che sono costituiti in autorità, per aver affidato a certi amici la responsabilità degli affari pubblici e per aver subìto la loro influenza, divennero con essi responsabili del sangue innocente e furono travolti in disgrazie irreparabili, 12fperché i falsi ragionamenti di nature perverse avevano sviato l’incontaminata buona fede dei governanti. 12gQuesto si può vedere non tanto nelle storie più antiche a cui abbiamo accennato, quanto piuttosto badando alle iniquità perpetrate dal comportamento corrotto di coloro che indegnamente esercitano il potere. 12hProvvederemo per l’avvenire ad assicurare a tutti gli uomini un regno indisturbato e pacifico, 12ioperando cambiamenti opportuni e giudicando sempre con la più equa fermezza gli affari che ci vengono posti sotto gli occhi.

12kQuesto è il caso di Aman, figlio di Amadàta, il Macèdone, il quale estraneo, per la verità, al sangue persiano e ben lontano dalla nostra bontà, essendo stato accolto come ospite presso di noi, 12laveva tanto approfittato dell’umanità che professiamo verso qualunque nazione, da essere proclamato nostro padre e da ottenere il secondo rango presso il trono regale, venendo da tutti onorato con la prostrazione. 12mMa non reggendo al peso della sua superbia, egli si adoperò per privare noi del potere e della vita 12ne, con falsi e tortuosi argomenti, richiese la pena di morte per il nostro salvatore e strenuo benefattore Mardocheo, per l’irreprensibile consorte del nostro regno Ester e per tutto il loro popolo. 12oEgli infatti, avendoci messo in una condizione di isolamento, pensava di trasferire l’impero dei Persiani ai Macèdoni.

12pOra, noi troviamo che questi Giudei, destinati da quell’uomo tre volte scellerato allo sterminio, non sono malfattori, ma sono governati da leggi giustissime, 12qsono figli del Dio altissimo, massimo, vivente, il quale in favore nostro e dei nostri antenati dirige il regno nel migliore dei modi. 12rFarete dunque bene a non tenere conto delle lettere mandate da Aman, figlio di Amadàta, perché costui, che ha perpetrato tali cose, è stato impiccato a un palo con tutta la sua famiglia alle porte di Susa, giusto castigo datogli rapidamente da Dio, dominatore di tutti gli eventi. 12sEsposta invece una copia della presente lettera in ogni luogo, permettete ai Giudei di valersi con tutta sicurezza delle loro leggi e prestate loro man forte per respingere coloro che volessero assalirli al momento della persecuzione, in quello stesso giorno, cioè il tredici del dodicesimo mese,

8,12 NVg (8,12a-b) aggiunge: 12a

Come prescrisse loro di seguire le proprie leggi in ogni città, di difendersi e di trattare

come volevano i loro nemici e avversari in un solo giorno, 12b

in tutto il regno di Artaserse, il quattordici del dodicesimo mese, cioè Adar. 8,12s NVg (8,12y) invece: quattordici

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chiamato Adar. 12tInfatti questo giorno, invece di segnare la rovina della stirpe eletta, Dio, dominatore di ogni cosa, lo ha cambiato per loro in giorno di gioia.

12uQuanto a voi, dunque, tra le vostre feste commemorative celebrate questo giorno insigne con ogni sorta di banchetti, perché, ora e in avvenire, sia salvezza per noi e per gli amici dei Persiani, ma per quelli che ci insidiano sia ricordo della loro perdizione. 12vOgni città e, in generale, ogni località che non agirà secondo queste disposizioni, sarà inesorabilmente messa a ferro e fuoco; non soltanto agli uomini sarà resa inaccessibile, ma anche alle fiere e agli uccelli diventerà orribile per tutti i tempi.⊥

13Le copie della lettera siano esposte in chiara evidenza in tutto il regno e in quel giorno i Giudei siano pronti a combattere contro i loro nemici».

14Allora i cavalieri partirono in fretta per eseguire gli ordini del re, mentre il decreto fu promulgato anche a Susa.

15Mardocheo uscì indossando la veste regale e portando una corona d’oro e un diadema di lino purpureo. Al vederlo gli abitanti di Susa se ne rallegrarono. 16Per i Giudei vi era luce e letizia; 17in ogni città e provincia dove era stato pubblicato l’editto, dovunque era stato esposto il decreto, vi erano per i Giudei gioia ed esultanza, festa e allegria. E molti pagani si fecero circoncidere e, per paura dei Giudei, si fecero Giudei.

9 1Il dodicesimo mese, il tredici del mese di Adar, le lettere scritte dal re erano

giunte. 2In quel giorno i nemici dei Giudei perirono; nessuno resistette per paura di loro. 3Infatti i capi dei satrapi, i prìncipi e gli scribi del re onoravano i Giudei, poiché la paura di Mardocheo si era impadronita di loro. 4In effetti l’editto del re imponeva che egli fosse onorato in tutto il regno. [5I Giudei dunque colpirono tutti i nemici, passandoli a fil di spada, uccidendoli e sterminandoli; fecero dei nemici quello che vollero.] 6Nella città di Susa i Giudei uccisero cinquecento uomini: 7Farsannestàin, Delfo, Fasga, 8Fardata, Barea, Sarbacà, 9Marmasimà, Arufeo, Arseo, Zabuteo, 10i dieci figli di Aman, figlio di Amadàta, il Bugeo, nemico dei Giudei, e fecero saccheggio. 11In quello stesso giorno il numero di quelli che perirono a Susa fu reso noto al re.

12Allora il re disse a Ester: «I Giudei hanno fatto perire cinquecento uomini nella città di Susa, e come pensi si siano comportati nel resto del paese? Che cosa chiedi ancora? Ti sarà dato». 13Ester disse al re: «Sia concesso ai Giudei di comportarsi allo stesso modo domani, fino a quando saranno impiccati i dieci figli di Aman». 14Ed egli permise che così si facesse e consegnò ai Giudei della città i corpi dei figli di Aman per essere appesi. 15I Giudei si radunarono nella città di Susa il quattordicesimo giorno del mese di Adar e uccisero trecento uomini, ma non fecero alcun saccheggio.16Il resto dei Giudei che si erano radunati nel regno, si aiutarono a vicenda ed ebbero tregua dai loro nemici: infatti ne sterminarono quindicimila nel tredicesimo giorno del mese di Adar, ma non fecero alcun saccheggio. 17Il quattordicesimo giorno dello stesso mese si riposarono e trascorsero quel giorno di riposo con gioia ed esultanza. 18Invece nella città di Susa i Giudei che si erano radunati anche il quattordicesimo giorno, ma senza riposarsi, trascorsero nella gioia e nell’esultanza anche il quindicesimo giorno. 19È per questo

8,12v NVg (8,12cc) aggiunge: Saluti.

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dunque che i Giudei sparsi in ogni provincia straniera celebrano con gioia il quattordicesimo giorno del mese di Adar come giorno di festa, mandando ciascuno regali al suo prossimo. Coloro che risiedono invece nelle città principali celebrano con gioia anche il quindicesimo giorno del mese di Adar come giorno di festa, mandando ciascuno regali al suo prossimo.⊥

20Mardocheo scrisse queste cose su un libro e lo mandò ai Giudei che vivevano nel regno di Artaserse vicini e lontani, 21per stabilire questi giorni come festivi, da celebrare il quattordici e il quindici del mese di Adar. 22In quei giorni infatti i Giudei ebbero tregua dai loro nemici, e quello fu il mese, Adar, nel quale essi passarono dal pianto alla gioia e dal dolore a un giorno di festa; perciò esso deve essere considerato tutto quanto come un periodo di giorni festivi, di nozze ed esultanza, in cui si inviano doni agli amici e ai poveri.

23I Giudei approvarono il racconto che aveva scritto loro Mardocheo: 24come Aman, figlio di Amadàta, il Macèdone, li aveva combattuti, come egli aveva emesso il decreto e aveva tirato le sorti per farli scomparire 25e come egli era andato dal re dicendogli di impiccare Mardocheo; ma tutti i mali che egli aveva cercato di far cadere sopra i Giudei erano venuti sopra di lui, ed era stato impiccato lui e i suoi figli.

26Perciò quei giorni furono chiamati Purìm a motivo delle sorti, poiché nella loro lingua esse sono chiamate Purìm, e a motivo delle parole di questa lettera, che ricordava tutto quello che avevano sofferto e che era loro capitato. 27Mardocheo stabilì e i Giudei approvarono per sé, per i loro discendenti e per quelli che si fossero uniti a loro, che non si sarebbero comportati in modo diverso: questi giorni dovevano essere un memoriale da osservare di generazione in generazione, in ogni città, famiglia e provincia. 28Questi giorni dei Purìm saranno celebrati in ogni tempo, e il loro ricordo non sia lasciato cadere dai loro discendenti. 29La regina Ester, figlia di Aminadàb, e Mardocheo, il Giudeo, scrissero tutto quello che avevano fatto e confermarono la lettera dei Purìm.

31Mardocheo e la regina Ester stabilirono per sé privatamente di digiunare; imposero allora la loro volontà contro la loro salute. 32Ester lo stabilì con un ordine che fu scritto come memoriale.

10 1Il re impose tributi a tutto il regno sia per terra che per mare. 2La sua potenza e il suo valore, la ricchezza e la gloria del suo regno, tutto sta scritto nel libro del re dei Persiani e dei Medi, a memoria. 3Mardocheo era secondo rispetto al re Artaserse, era grande nel regno ed era onorato dai Giudei; trascorse la sua vita amato da tutta la sua nazione.

3aE Mardocheo disse: «Queste cose sono avvenute per volere di Dio. 3bMi ricordo infatti del sogno che ebbi circa le cose di cui sto parlando: neppure un loro dettaglio è stato tralasciato. 3cLa piccola sorgente che divenne un fiume, la luce che spuntò, il sole e l’acqua copiosa: questo fiume è Ester, che il re ha sposato e

9,19 NVg (9,19a) aggiunge: I satrapi delle province e i prìncipi e i segretari del re glorificavano Dio, perché era piombata su di loro la paura di Mardocheo. Era accaduto infatti che in tutto il regno si parlasse del decreto del re. 9,31-32 NVg (9,30-32) invece: 30Mandarono a tutti i Giudei che si trovavano nelle centoventisette province del re Assuero, parole di pace e di verità, 31per fissare i giorni di Purìm nelle loro date, come avevano stabilito Mardocheo ed Ester, così come avevano disposto per se stessi e per i loro discendenti, precetti di digiuno e di lamento. 32E la disposizione di Ester stabilì gli ordinamenti di Purìm e fu scritta in un libro. 10,3a-b NVg invece: E Mardocheo disse a tutti: «Dio ha fatto tutte queste cose». Mardocheo si ricordò infatti del sogno che aveva fatto e che preannunciava queste stesse cose: nessuna di esse restò inadempiuta.

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costituito regina. 3dI due draghi siamo io e Aman. 3eLe nazioni sono quelle che si coalizzarono per distruggere il nome dei Giudei. 3fLa mia nazione è Israele, quelli che elevarono le loro grida a Dio e furono salvati. Sì, il Signore ha salvato il suo popolo, ci ha liberati da tutti questi mali; Dio ha operato segni e prodigi grandi, quali non sono accaduti mai tra le nazioni. 3gCosì egli gettò due sorti: una per il popolo di Dio e una per tutte le nazioni. 3hQueste due sorti si sono realizzate nell’ora, nel momento opportuno, nel giorno del giudizio al cospetto di Dio e in tutte le nazioni. 3iDio allora si ricordò del suo popolo e rese giustizia alla sua eredità. 3kQuesti giorni del mese di Adar, il quattordici e il quindici dello stesso mese, saranno celebrati con riunioni, gioia e letizia davanti a Dio, di generazione in generazione, per sempre, nel suo popolo Israele».

3lNell’anno quarto del re Tolomeo e di Cleopatra, Dositeo, che diceva di essere sacerdote e levita, e Tolomeo, suo figlio, portarono in Egitto la presente lettera sui Purìm, e dissero che si trattava della lettera autentica tradotta da Lisìmaco, figlio di Tolomeo, residente a Gerusalemme.

Testo ebraico

1 1Al tempo di Assuero, di quell’Assuero che regnava dall’India fino all’Etiopia

sopra centoventisette province, 2in quel tempo, dunque, il re Assuero, che sedeva sul trono del suo regno nella cittadella di Susa, 3l’anno terzo del suo regno fece un banchetto a tutti i suoi prìncipi e ai suoi ministri. I capi dell'esercito di Persia e di Media, i nobili e i governatori delle province furono riuniti alla sua presenza. 4Dopo aver mostrato loro le ricchezze e la gloria del suo regno e il fasto magnifico della sua grandezza per molti giorni, centoottanta giorni, 5passati questi giorni il re fece un altro banchetto di sette giorni, nel cortile del giardino della reggia, per tutto il popolo che si trovava nella cittadella di Susa, dal più grande al più piccolo. 6Vi erano cortine di lino fine e di porpora viola, sospese con cordoni di bisso e di porpora rossa ad anelli d’argento e a colonne di marmo bianco; vi erano inoltre divani d’oro e d’argento sopra un pavimento di marmo verde, bianco e di madreperla e di pietre a colori.

7Si porgeva da bere in vasi d’oro di forme svariate e il vino del re era abbondante, grazie alla liberalità del re. 8Vi era l’ordine di non forzare alcuno a bere, poiché il re aveva prescritto a tutti i maggiordomi che lasciassero fare a ciascuno secondo la propria volontà.

9Anche la regina Vasti offrì un banchetto alle donne nella reggia del re Assuero. 10Il settimo giorno, il re, che aveva il cuore allegro per il vino, ordinò a Meumàn, Bizzetà, Carbonà, Bigta, Abagtà, Zetar e Carcas, i sette eunuchi che erano adibiti al servizio del re Assuero, 11che conducessero davanti a lui la regina Vasti con la corona regale, per mostrare ai popoli e ai capi la sua bellezza; ella infatti era di aspetto avvenente. 12Ma la regina Vasti rifiutò di venire, contro l’ordine che il re aveva dato per mezzo degli eunuchi; il re ne fu assai irritato e la collera si accese dentro di lui. 13Allora il re interrogò i sapienti, conoscitori dei tempi – poiché gli

10,3l NVg omette.

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affari del re si trattavano così, alla presenza di quanti conoscevano la legge e il diritto, 14e i più vicini a lui erano Carsenà, Setar, Admàta, Tarsis, Meres, Marsenà e Memucàn, sette capi della Persia e della Media che erano ammessi alla sua presenza e sedevano ai primi posti nel regno –, 15e domandò dunque: «Secondo la legge, che cosa si deve fare alla regina Vasti che non ha eseguito l’ordine che le ha dato il re Assuero per mezzo degli eunuchi?».

16Memucàn rispose alla presenza del re e dei prìncipi: «La regina Vasti ha mancato non solo verso il re, ma anche verso tutti i capi e tutti i popoli che sono nelle province del re Assuero. 17Perché quello che la regina ha fatto sarà noto a tutte le donne e le indurrà a disprezzare i propri mariti. Esse diranno: “Il re Assuero aveva ordinato che si conducesse alla sua presenza la regina Vasti e lei non vi è andata”. 18D’ora innanzi le principesse di Persia e di Media che verranno a conoscere la condotta della regina, ne parleranno a tutti i prìncipi del re e ne nascerà gran disprezzo e collera. 19Se così sembra bene al re, venga da lui emanato un editto reale da scriversi fra le leggi di Persia e di Media, e sia irrevocabile, per il quale Vasti non potrà più comparire alla presenza del re Assuero, e il re conferisca la dignità di regina a un’altra migliore di lei. 20Quando l’editto emanato dal re sarà conosciuto nell'intero suo regno, per quanto vasto, tutte le donne renderanno onore ai loro mariti, dal più grande al più piccolo». 21La cosa parve buona al re e ai prìncipi. Il re fece come aveva detto Memucàn: 22mandò lettere a tutte le province del regno, a ogni provincia secondo il suo modo di scrivere e a ogni popolo secondo la sua lingua, perché ogni marito fosse padrone in casa sua e potesse esprimersi nella lingua del suo popolo.

2 1Dopo questi fatti, quando la collera del re si fu calmata, egli si ricordò di

Vasti, di ciò che lei aveva fatto e di quanto era stato deciso a suo riguardo. 2Allora i giovani che stavano al servizio del re dissero: «Si cerchino per il re fanciulle vergini e d’aspetto avvenente; 3stabilisca il re in tutte le province del suo regno commissari, i quali radunino tutte le fanciulle vergini e d’aspetto avvenente nella cittadella di Susa, nell’harem, sotto la sorveglianza di Egài, eunuco del re e guardiano delle donne, il quale darà loro i cosmetici necessari. 4La fanciulla che piacerà al re diventerà regina al posto di Vasti». La proposta piacque al re e così si fece.

5Ora nella cittadella di Susa c’era un Giudeo chiamato Mardocheo, figlio di Giàiro, figlio di Simei, figlio di Kis, un Beniaminita, 6che era stato deportato da Gerusalemme fra quelli condotti in esilio con Ieconia, re di Giuda, da Nabucodònosor, re di Babilonia. 7Egli aveva allevato Adàssa, cioè Ester, figlia di un suo zio, perché lei era orfana di padre e di madre. La ragazza era di bella presenza e di aspetto avvenente; alla morte del padre e della madre, Mardocheo l’aveva presa come propria figlia. 8Quando l’ordine del re e il suo editto furono divulgati e un gran numero di fanciulle vennero radunate nella cittadella di Susa sotto la sorveglianza di Egài, anche Ester fu presa nella reggia, sotto la sorveglianza di Egài, guardiano delle donne.

9La fanciulla piacque a Egài e conquistò il suo favore: egli si preoccupò di darle i cosmetici e il vitto; le diede sette ancelle scelte nella reggia e assegnò a lei e alle sue ancelle l’alloggio migliore nell’harem. 10Ester non aveva rivelato nulla né del suo popolo né della sua stirpe, perché Mardocheo le aveva proibito di parlarne.

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11Mardocheo tutti i giorni passeggiava davanti al cortile dell’harem per sapere se Ester stava bene e come la trattavano.

12Quando veniva il turno per una fanciulla di andare dal re Assuero alla fine dei dodici mesi prescritti alle donne per i loro preparativi, sei mesi per profumarsi con olio di mirra e sei mesi con aromi e altri cosmetici usati dalle donne, 13la fanciulla andava dal re e tutto ciò che chiedeva le veniva dato per portarlo con sé dall’harem alla reggia. 14Vi andava la sera e la mattina seguente passava nel secondo harem, sotto la sorveglianza di Saasgàz, eunuco del re e guardiano delle concubine. Poi non tornava più dal re a meno che il re la desiderasse e lei fosse richiamata per nome.

15Quando per Ester, figlia di Abicàil, zio di Mardocheo, che l’aveva adottata per figlia, arrivò il turno di andare dal re, ella non chiese nulla tranne ciò che le era stato indicato da Egài, eunuco del re e guardiano delle donne; Ester attirava la simpatia di quanti la vedevano. 16Ester fu dunque condotta presso il re Assuero nella reggia il decimo mese, cioè il mese di Tebet, il settimo anno del suo regno. 17Il re amò Ester più di tutte le altre donne ed ella trovò grazia e favore agli occhi di lui più di tutte le altre vergini. Egli le pose sul capo la corona regale e la fece regina al posto di Vasti. 18Poi il re fece un gran banchetto, il banchetto di Ester, per tutti i prìncipi e i ministri; condonò i debiti delle province e fece doni con munificenza regale.

19Ora, la seconda volta che si radunavano le fanciulle, Mardocheo era seduto alla porta del re. 20Ester, secondo l'ordine che Mardocheo le aveva dato, non aveva rivelato nulla né della sua stirpe né del suo popolo, poiché lei faceva quello che Mardocheo le diceva, come quando era sotto la sua tutela. 21In quei giorni, quando Mardocheo sedeva alla porta del re, Bigtan e Teres, due degli eunuchi del re che custodivano la soglia, irritati contro il re Assuero, cercarono il modo di mettere le mani sulla persona del re. 22La cosa fu risaputa da Mardocheo, che avvertì la regina Ester, ed Ester ne parlò al re in nome di Mardocheo. 23Svolte le indagini e scoperto il fatto, i due eunuchi furono impiccati a un palo. E la cosa fu registrata nel libro delle cronache, alla presenza del re.

3 1Dopo questi fatti, il re Assuero rese grande Aman, figlio di Ammedàta, l’Agaghita, lo innalzò e pose il suo seggio al di sopra di tutti i prìncipi che erano con lui. 2Tutti i ministri del re, che stavano alla porta del re, si inginocchiavano e si prostravano davanti ad Aman, perché così aveva ordinato il re a suo riguardo. Ma Mardocheo non s’inginocchiava né si prostrava. 3I ministri del re, che stavano alla porta del re, dissero a Mardocheo: «Perché trasgredisci l’ordine del re?». 4Ma, sebbene glielo dicessero tutti i giorni, egli non dava loro ascolto. Allora quelli riferirono il fatto ad Aman, per vedere se Mardocheo avrebbe insistito nel suo atteggiamento; aveva detto loro, infatti, che era un Giudeo. 5Aman vide che Mardocheo non s’inginocchiava né si prostrava davanti a lui e fu pieno d’ira;

6ma gli sembrò poca cosa mettere le mani addosso a Mardocheo soltanto, poiché gli avevano detto a quale popolo Mardocheo apparteneva. Egli si propose di distruggere tutti i Giudei che si trovavano nel regno d’Assuero, cioè il popolo di Mardocheo.

7Il primo mese, cioè il mese di Nisan, il dodicesimo anno del re Assuero, si gettò il pur, cioè la sorte, alla presenza di Aman, per la scelta del giorno e del mese.

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La sorte cadde sul tredici del dodicesimo mese, chiamato Adar. 8Allora Aman disse al re Assuero: «Vi è un popolo disperso e segregato tra i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo e non osserva le leggi del re; non conviene quindi che il re lo lasci tranquillo. 9Se così piace al re, si ordini che esso sia distrutto; io verserò diecimila talenti d’argento agli amministratori del re, perché siano versati nel tesoro reale». 10Allora il re si tolse l’anello di mano e lo diede ad Aman, figlio di Ammedàta, l’Agaghita, nemico dei Giudei. 11Il re disse ad Aman: «Il denaro sia per te: al popolo fa’ pure quello che ti sembra opportuno». 12Il tredici del primo mese furono chiamati i segretari del re, e in conformità agli ordini di Aman, fu scritto ai satrapi del re, ai governatori di ogni provincia e ai capi di ogni popolo, a ogni provincia secondo il suo modo di scrivere e a ogni popolo secondo la sua lingua. Lo scritto fu redatto in nome del re Assuero e sigillato con l’anello reale. 13Questi documenti scritti furono spediti per mezzo di corrieri in tutte le province del re, perché si distruggessero, si uccidessero, si sterminassero tutti i Giudei, giovani e vecchi, bambini e donne, in un medesimo giorno, il tredici del dodicesimo mese, cioè il mese di Adar, e si saccheggiassero i loro beni.

14Una copia dell’editto, che doveva essere promulgato in ogni provincia, fu resa nota a tutti i popoli, perché si tenessero pronti per quel giorno. 15I corrieri partirono in tutta fretta per eseguire l’ordine del re e il decreto fu promulgato nella cittadella di Susa. Mentre il re e Aman stavano a gozzovigliare, la città di Susa era costernata.

4 1Quando Mardocheo seppe quello che era accaduto, si stracciò le vesti, si coprì di sacco e di cenere e uscì in mezzo alla città, emettendo alte e amare grida;

2giunse fin davanti alla porta del re, poiché a nessuno che fosse coperto di sacco era permesso entrare per la porta del re. 3In ogni provincia, dovunque venissero promulgati l’ordine e l’editto del re, ci fu grande desolazione fra i Giudei: digiuno, pianto, lutto e a molti facevano da letto il sacco e la cenere. 4Le ancelle di Ester e i suoi eunuchi vennero a riferire la cosa e la regina ne fu molto angustiata; mandò vesti a Mardocheo, perché se le mettesse e si togliesse di dosso il sacco, ma egli non le accettò. 5Allora Ester chiamò Atac, uno degli eunuchi che il re aveva messo al suo servizio, e lo incaricò di andare da Mardocheo per domandare che cosa era avvenuto e perché si comportasse così.

6Atac si recò da Mardocheo sulla piazza della città, davanti alla porta del re. 7Mardocheo gli narrò quello che gli era accaduto e gli indicò la somma di denaro che Aman aveva promesso di versare al tesoro reale per far distruggere i Giudei; 8gli diede anche una copia dell’editto promulgato a Susa per il loro sterminio, perché lo mostrasse a Ester, la informasse di tutto e le ordinasse di presentarsi al re, per chiedergli grazia e per intercedere in favore del suo popolo.

9Atac ritornò da Ester e le riferì le parole di Mardocheo. 10Ester ordinò ad Atac di dire a Mardocheo: 11«Tutti i ministri del re e il popolo delle sue province sanno che se qualcuno, uomo o donna, entra dal re nell’atrio interno, senza essere stato chiamato, in forza di una legge uguale per tutti, deve essere messo a morte, a meno che il re non stenda verso di lui il suo scettro d’oro, nel qual caso avrà salva la vita. Quanto a me, sono già trenta giorni che non sono stata chiamata per andare dal re». 12Le parole di Ester furono riferite a Mardocheo 13e Mardocheo fece dare

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questa risposta a Ester: «Non pensare di salvarti tu sola, fra tutti i Giudei, per il fatto che ti trovi nella reggia. 14Perché se tu in questo momento taci, aiuto e liberazione sorgeranno per i Giudei da un altro luogo; ma tu perirai insieme con la casa di tuo padre. Chi sa che tu non sia stata elevata a regina proprio per una circostanza come questa?».

15Allora Ester fece rispondere a Mardocheo: 16«Va’, raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa: digiunate per me, non mangiate e non bevete per tre giorni, notte e giorno. Anche io, con le mie ancelle, digiunerò nello stesso modo; dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge e, se dovrò perire, perirò!». 17Mardocheo se ne andò e fece quanto Ester gli aveva ordinato.

5 1Il terzo giorno Ester indossò le sue vesti da regina e si presentò nel cortile interno della reggia, di fronte all’appartamento del re. Il re sedeva sul suo trono regale nella reggia, di fronte all’ingresso del palazzo. 2Appena il re vide la regina Ester che stava nel cortile, ella trovò grazia ai suoi occhi. Il re stese verso Ester lo scettro d’oro che teneva in mano: Ester si avvicinò e toccò la punta dello scettro. 3Allora il re le disse: «Che cosa ti accade, regina Ester? Qual è la tua richiesta? Fosse pure la metà del regno, l’avrai!». 4Ester rispose: «Se così piace al re, venga oggi il re con Aman al banchetto che gli ho preparato». 5Il re disse: «Convocate subito Aman, per fare ciò che Ester ha detto».

Il re andò dunque con Aman al banchetto che Ester aveva preparato. 6Il re

disse a Ester, mentre si beveva il vino: «Qual è la tua richiesta? Ti sarà concessa. Che desideri? Fosse anche la metà del regno, sarà fatto!». 7Ester rispose: «Ecco la mia richiesta e il mio desiderio: 8se ho trovato grazia agli occhi del re e se il re si degna di concedermi quello che chiedo e di soddisfare il mio desiderio, venga il re con Aman anche domani al banchetto che io preparerò loro e io risponderò alla domanda del re».

9Aman quel giorno uscì lieto e con il cuore contento, ma quando alla porta del re vide Mardocheo che non si alzava né si muoveva per lui, fu preso d'ira contro di lui. 10Tuttavia Aman si trattenne, andò a casa e mandò a chiamare i suoi amici e Zeres, sua moglie. 11Aman parlò loro della magnificenza delle sue ricchezze, del gran numero dei suoi figli, di quanto il re aveva fatto per renderlo grande e come l’aveva innalzato sopra i capi e i ministri del re. 12Disse ancora: «Inoltre la regina Ester, al banchetto che ha preparato, ha invitato soltanto me a fianco del re; anche per domani sono invitato da lei con il re. 13Ma tutto questo non mi basta, finché vedrò Mardocheo, il Giudeo, restar seduto alla porta del re». 14Allora sua moglie Zeres e tutti i suoi amici gli dissero: «Si prepari un palo alto cinquanta cubiti e tu domani mattina di’ al re che vi sia impiccato Mardocheo; poi va’ pure contento al banchetto con il re». La cosa piacque ad Aman, che fece preparare il palo.

6 1Quella notte il re non poteva prendere sonno. Allora ordinò che gli si portasse il libro delle memorie, le cronache, e ne fu fatta la lettura alla presenza del re. 2Vi si trovò scritto che Mardocheo aveva riferito a proposito di Bigtan e Teres, i due eunuchi del re tra i custodi della soglia, che avevano cercato di mettere le mani sulla persona del re Assuero. 3Allora il re chiese: «Che cosa si è fatto per dare a Mardocheo onore e grandezza in premio di questo?». I giovani che servivano il re

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risposero: «Non si è fatto nulla per lui». 4Il re disse: «Chi c’è nell’atrio?». Appunto Aman era venuto nell’atrio esterno della reggia per dire al re di impiccare Mardocheo al palo che egli aveva preparato per lui. 5I giovani servi del re gli risposero: «Ecco, c’è Aman nell’atrio». Il re disse: «Entri!». 6Aman entrò e il re gli disse: «Che cosa si deve fare a un uomo che il re voglia onorare?». Aman pensò: «Chi, se non me, il re desidera onorare?». 7Aman rispose al re: «Per l’uomo che il re vuole onorare, 8si prenda la veste regale che suole indossare il re e il cavallo che suole cavalcare il re e sulla sua testa sia posta una corona regale; 9si consegnino la veste e il cavallo a uno dei più nobili prìncipi del re, si rivesta di quella veste l'uomo che il re vuole onorare, gli si faccia percorrere a cavallo le vie della città e si gridi davanti a lui: “Così si fa all'uomo che il re vuole onorare”». 10Allora il re disse ad Aman: «Presto, prendi la veste e il cavallo, come hai detto, e fa’ così a Mardocheo, il Giudeo, che si trova alla porta del re; non tralasciare nulla di tutto quello che hai detto».

11Aman prese la veste e il cavallo, rivestì della veste Mardocheo, gli fece percorrere a cavallo le vie della città e gridava davanti a lui: «Così si fa all’uomo che il re vuole onorare». 12Poi Mardocheo tornò alla porta del re, ma Aman andò subito a casa, afflitto e con il capo velato.

13Aman raccontò a sua moglie Zeres e a tutti i suoi amici quello che gli era accaduto. I suoi consiglieri e sua moglie Zeres gli dissero: «Se Mardocheo, di fronte al quale tu hai cominciato a decadere, è della stirpe dei Giudei, tu non potrai nulla contro di lui, anzi soccomberai del tutto davanti a lui». 14Essi stavano ancora parlando con lui, quando giunsero gli eunuchi del re, i quali si affrettarono a condurre Aman al banchetto che Ester aveva preparato.

7 1Il re e Aman andarono dunque al banchetto con la regina Ester. 2Anche questo secondo giorno il re disse a Ester, mentre si beveva il vino: «Qual è la tua richiesta, regina Ester? Ti sarà concessa. Che cosa desideri? Fosse anche la metà del regno, sarà fatto!». 3Allora la regina Ester rispose: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, o re, e se così piace al re, la mia richiesta è che mi sia concessa la vita e il mio desiderio è che sia risparmiato il mio popolo. 4Perché io e il mio popolo siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi, sterminati. Ora, se fossimo stati venduti per diventare schiavi e schiave, avrei taciuto, perché questa nostra angustia non sarebbe stata un motivo sufficiente per infastidire il re». 5Subito il re Assuero disse alla regina Ester: «Chi è e dov’è colui che ha pensato di fare una cosa simile?». 6Ester rispose: «L’avversario, il nemico, è quel malvagio di Aman». Allora Aman fu preso da terrore alla presenza del re e della regina.

7Il re incollerito si alzò dal banchetto e uscì nel giardino della reggia, mentre Aman rimase per chiedere la grazia della vita alla regina Ester, perché vedeva bene che da parte del re la sua rovina era decisa. 8Poi il re tornò dal giardino della reggia nel luogo del banchetto; intanto Aman si era lasciato cadere sul divano sul quale si trovava Ester. Allora il re esclamò: «Vuole anche fare violenza alla regina, davanti a me, in casa mia?».

Non appena questa parola fu uscita dalla bocca del re, posero un velo sulla faccia di Aman. 9Carbonà, uno degli eunuchi, disse alla presenza del re: «Ecco, è stato perfino rizzato in casa di Aman un palo alto cinquanta cubiti, che Aman ha fatto preparare per Mardocheo, il quale aveva parlato per il bene del re». Il re

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disse: «Impiccatevi lui!». 10Così Aman fu impiccato al palo che egli aveva preparato per Mardocheo. E l’ira del re si calmò.

8 1In quello stesso giorno il re Assuero diede alla regina Ester la casa di Aman, il nemico dei Giudei. Mardocheo si presentò al re, al quale Ester aveva rivelato il rapporto di parentela che lo legava a lei. 2Il re si tolse l’anello che aveva fatto ritirare ad Aman e lo diede a Mardocheo. Ester affidò a Mardocheo l’amministrazione della casa che era stata di Aman.

3Poi Ester parlò di nuovo alla presenza del re, gli si gettò ai piedi e lo supplicò, con le lacrime agli occhi, d’impedire gli effetti della malvagità di Aman, l’Agaghita, e l'attuazione dei piani che aveva preparato contro i Giudei. 4Allora il re stese lo scettro d’oro verso Ester; Ester si alzò, rimase in piedi davanti al re 5e disse: «Se così piace al re, se io ho trovato grazia ai suoi occhi, se la cosa gli pare giusta e se io gli sono gradita, si scriva per revocare le lettere, frutto del disegno perverso di Aman, figlio di Ammedàta, l’Agaghita, che egli ha scritto per far perire i Giudei che sono in tutte le province del re. 6Perché come potrei io resistere al vedere la sventura che colpirebbe il mio popolo? Come potrei resistere al vedere la distruzione della mia stirpe?».

7Allora il re Assuero disse alla regina Ester e a Mardocheo, il Giudeo: «Ecco, ho dato a Ester la casa di Aman e questi è stato impiccato al palo, perché aveva alzato la mano contro i Giudei. 8Scrivete dunque a favore dei Giudei come vi parrà meglio, in nome del re, e sigillate con l'anello reale, perché ciò che è scritto in nome del re e sigillato con l'anello reale è irrevocabile». 9Il ventitré del terzo mese, cioè il mese di Sivan, furono chiamati i segretari del re e, in conformità agli ordini di Mardocheo, fu scritto ai Giudei, ai satrapi, ai governatori e ai capi delle centoventisette province, dall’India all’Etiopia, a ogni provincia secondo il suo modo di scrivere e a ogni popolo secondo la sua lingua, e ai Giudei secondo il loro modo di scrivere e secondo la loro lingua. 10Fu dunque scritto in nome del re Assuero, si sigillarono i documenti con l’anello reale e si mandarono per mezzo di corrieri a cavallo, che cavalcavano corsieri reali, figli di cavalle di razza. 11Così il re dava facoltà ai Giudei, in qualunque città si trovassero, di radunarsi e di difendere la loro vita, di distruggere, uccidere, sterminare, compresi i bambini e le donne, tutta la gente armata, di qualunque popolo e di qualunque provincia, che li assalisse, e di saccheggiare i loro beni; 12e ciò in un medesimo giorno in tutte le province del re Assuero: il tredici del dodicesimo mese, cioè il mese di Adar.

13Una copia dell’editto, che doveva essere promulgato come legge in ogni provincia, fu resa nota a tutti i popoli, perché i Giudei si tenessero pronti per quel giorno a vendicarsi dei loro nemici. 14Così i corrieri, che cavalcavano corsieri reali, partirono premurosi e stimolati dal comando del re, mentre il decreto veniva promulgato anche nella cittadella di Susa.

15Mardocheo si allontanò dal re con una veste regale di porpora viola e di lino bianco, con una grande corona d’oro e un manto di bisso e di porpora rossa; la città di Susa esultava di gioia ed era in festa. 16Per i Giudei vi era luce, letizia, esultanza, onore. 17In ogni provincia, in ogni città, dove giungevano l’ordine del re e il suo decreto, vi erano per i Giudei gioia ed esultanza, banchetti e feste. Fra i popoli della terra molti si fecero Giudei, perché il timore dei Giudei era piombato su di loro.

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9 1Nel dodicesimo mese, cioè il mese di Adar, il tredici del mese, quando l’ordine del re e il suo decreto dovevano essere eseguiti, il giorno in cui i nemici dei Giudei speravano di averli in loro potere, avvenne invece tutto il contrario, poiché i Giudei ebbero in mano i loro nemici. 2I Giudei si radunarono nelle loro città, in tutte le province del re Assuero, per stendere la mano contro quelli che cercavano di fare loro del male; nessuno poté resistere loro, perché il timore dei Giudei era piombato su tutti i popoli. 3Tutti i capi delle province, i satrapi, i governatori e quelli che curavano gli affari del re diedero man forte ai Giudei, perché il timore di Mardocheo era piombato su di loro. 4Mardocheo, infatti, era grande nella reggia e per tutte le province si diffondeva la sua fama; quest’uomo, Mardocheo, diventava sempre più potente. 5I Giudei dunque colpirono tutti i nemici, passandoli a fil di spada, uccidendoli e sterminandoli; fecero dei nemici quello che vollero. 6Nella cittadella di Susa i Giudei uccisero e sterminarono cinquecento uomini 7e misero a morte Parsandàta, Dalfòn, Aspàta, 8Poràta, Adalià, Aridàta, 9Parmàsta, Arisài, Aridài e Vaizàta, 10i dieci figli di Aman, figlio di Ammedàta, il nemico dei Giudei, ma non si diedero al saccheggio. 11Quel giorno stesso il numero di quelli che erano stati uccisi nella cittadella di Susa fu portato a conoscenza del re.

12Il re disse alla regina Ester: «Nella cittadella di Susa i Giudei hanno ucciso, hanno sterminato cinquecento uomini e i dieci figli di Aman; che cosa avranno mai fatto nelle altre province del re? Ora che cosa chiedi di più? Ti sarà dato. Che cos’altro desideri? Sarà fatto!». 13Allora Ester disse: «Se così piace al re, sia permesso ai Giudei che sono a Susa di fare anche domani quello che era stato decretato per oggi; siano impiccati al palo i dieci figli di Aman». 14Il re ordinò che così fosse fatto. Il decreto fu promulgato a Susa e i dieci figli di Aman furono appesi al palo. 15I Giudei che erano a Susa si radunarono ancora il quattordici del mese di Adar e uccisero a Susa trecento uomini, ma non si diedero al saccheggio. 16Anche gli altri Giudei che erano nelle province del re si radunarono, difesero la loro vita e si misero al sicuro dagli attacchi dei nemici; uccisero settantacinquemila tra quelli che li odiavano, ma non si diedero al saccheggio. 17Questo avvenne il tredici del mese di Adar; il quattordici si riposarono e ne fecero un giorno di banchetto e di gioia. 18I Giudei che erano a Susa si radunarono invece il tredici e il quattordici di quel mese; il quindici si riposarono e ne fecero un giorno di banchetto e di gioia. 19Perciò i Giudei della campagna, che abitano in città non circondate da mura, fanno del quattordici del mese di Adar un giorno di gioia, di banchetto e di festa, nel quale si mandano regali gli uni gli altri.

20Mardocheo mise per iscritto questi avvenimenti e mandò lettere a tutti i Giudei che erano in tutte le province del re Assuero, vicini e lontani, 21per stabilire loro che ogni anno celebrassero il quattordici e il quindici del mese di Adar, 22come giorni nei quali i Giudei ebbero tregua dai loro nemici e il mese in cui il loro dolore si mutò in gioia, il loro lutto in festa, e perché li trascorressero come giorni di banchetto e di gioia, scambiandosi regali e facendo doni ai poveri.

23I Giudei ratificarono quello che avevano già cominciato a fare e che Mardocheo aveva loro prescritto. 24Aman, infatti, il figlio di Ammedàta, l’Agaghita, il nemico di tutti i Giudei, aveva tramato contro i Giudei per distruggerli e aveva gettato il pur, cioè la sorte, per confonderli e farli perire. 25Ma quando Ester si fu presentata al re, questi ordinò con uno scritto che la scellerata trama di Aman

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contro i Giudei fosse fatta ricadere sul capo di lui e che egli e i suoi figli fossero impiccati al palo.

26Perciò quei giorni furono chiamati Purìm dalla parola pur. In conformità a tutto ciò che era contenuto in quella lettera, e in seguito a quanto avevano visto a questo proposito ed era loro accaduto, 27i Giudei stabilirono e accettarono per sé, per la loro stirpe e per quanti si fossero uniti a loro, di celebrare in modo irrevocabile ogni anno quei due giorni, secondo le disposizioni di quello scritto e alla data fissata. 28Questi giorni devono essere commemorati e celebrati di generazione in generazione, in ogni famiglia, in ogni provincia, in ogni città; questi giorni di Purìm non devono cessare mai di essere celebrati fra i Giudei e il loro ricordo non dovrà mai cancellarsi fra i loro discendenti. 29La regina Ester, figlia di Abicàil, e Mardocheo, il Giudeo, scrissero con piena autorità, per dare valore a questa loro seconda lettera relativa ai Purìm.

30Si mandarono lettere a tutti i Giudei nelle centoventisette province del regno di Assuero, con parole di pace e di fedeltà, 31per stabilire questi giorni di Purìm nelle loro date precise, come avevano stabilito loro Mardocheo, il Giudeo, e la regina Ester, e avevano disposto per sé e per i loro discendenti, in occasione del loro digiuno e del loro lamento. 32Così la disposizione di Ester stabilì gli ordinamenti di questi Purìm e fu scritta in un libro.

10 1Il re Assuero impose un tributo alla terra e alle isole del mare. 2Tutte le gesta potenti e valorose di Mardocheo, e i particolari che narrano della dignità a cui il re lo aveva elevato, non sono forse descritti nel libro delle Cronache dei re di Media e di Persia? 3Infatti Mardocheo, il Giudeo, era il secondo dopo il re Assuero, grande fra i Giudei e amato dalla moltitudine dei suoi fratelli; egli cercava il bene del suo popolo e si prendeva a cuore la prosperità di tutta la sua stirpe.

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1 Maccabei

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La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

1 MACCABEI

1 1Queste cose avvennero dopo che Alessandro il Macèdone, figlio di Filippo, uscito dalla regione dei Chittìm sconfisse Dario, re dei Persiani e dei Medi, e regnò al suo posto cominciando dalla Grecia. 2Egli intraprese molte guerre, si impadronì di fortezze e uccise i re della terra; 3arrivò sino ai confini della terra e raccolse le spoglie di molti popoli. La terra ammutolì davanti a lui; ma egli si esaltò e il suo cuore montò in superbia. 4Radunò forze ingenti e conquistò regioni, popoli e prìncipi, che divennero suoi tributari. 5Dopo questo cadde ammalato e comprese che stava per morire. 6Allora chiamò i suoi ufficiali più illustri, che erano stati educati con lui fin dalla giovinezza, e divise tra loro il suo regno mentre era ancora vivo. 7Alessandro dunque aveva regnato dodici anni quando morì. 8I suoi ufficiali assunsero il potere, ognuno nella sua regione; 9dopo la sua morte cinsero tutti il diadema e, dopo di loro, i loro figli per molti anni, moltiplicando i mali sulla terra. 10Uscì da loro una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco, che era stato ostaggio a Roma, e cominciò a regnare nell’anno centotrentasette del regno dei Greci.

11In quei giorni uscirono da Israele uomini scellerati, che persuasero molti dicendo: «Andiamo e facciamo alleanza con le nazioni che ci stanno attorno, perché, da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali». 12Parve buono ai loro occhi questo ragionamento. 13Quindi alcuni del popolo presero l’iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà d’introdurre le istituzioni delle nazioni. 14Costruirono un ginnasio a Gerusalemme secondo le usanze delle nazioni, 15cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza. Si unirono alle nazioni e si vendettero per fare il male.

16Quando il regno fu consolidato, Antioco volle conquistare l’Egitto per regnare sui due regni: 17entrò in Egitto con un esercito imponente, con carri ed elefanti, con la cavalleria e una grande flotta, 18e venne a battaglia con Tolomeo, re d’Egitto. Tolomeo fu travolto davanti a lui e dovette fuggire, e molti caddero colpiti a morte. 19Così espugnò le città fortificate dell’Egitto e fece bottino della terra d’Egitto.

20Antioco ritornò dopo aver sconfitto l’Egitto nell’anno centoquarantatré, mosse contro Israele e salì a Gerusalemme con un grande esercito. 21Entrò con arroganza nel santuario e ne asportò l’altare d’oro e il candelabro dei lumi con tutti i suoi arredi, 22la tavola dell’offerta e i vasi per le libagioni, le coppe e gli incensieri d’oro, il velo, le corone e i fregi d’oro della facciata del tempio e lo spogliò tutto; 23s’impadronì dell’argento e dell’oro e d’ogni oggetto pregiato e asportò i tesori nascosti che riuscì a trovare. 24Poi, raccolta ogni cosa, fece ritorno nella sua terra, dopo aver fatto una strage e aver parlato con grande arroganza.

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25Allora vi fu lutto grande per gli Israeliti in ogni loro regione. 26Gemettero i capi e gli anziani, le vergini e i giovani persero vigore e la bellezza delle donne svanì. 27Ogni sposo levò il suo lamento e la sposa nel talamo fu in lutto. 28Tremò la terra per i suoi abitanti e tutta la casa di Giacobbe si vestì di vergogna.

29Due anni dopo, il re mandò alle città di Giuda un sovrintendente ai tributi. Egli venne a Gerusalemme con un grande esercito 30e rivolse loro con perfidia parole di pace ed essi gli prestarono fede. Ma all’improvviso piombò sulla città, le inflisse colpi crudeli e mise a morte molta gente in Israele. 31Mise a sacco la città, la diede alle fiamme e distrusse le sue abitazioni e le mura di cinta. 32Trassero in schiavitù le donne e i bambini e s’impossessarono del bestiame. 33Poi costruirono attorno alla Città di Davide un muro grande e massiccio, con torri solidissime, e divenne per loro una cittadella. 34Vi stabilirono una razza perversa, uomini scellerati, che vi si fortificarono, 35vi collocarono armi e vettovaglie e, radunato il bottino di Gerusalemme, ve lo depositarono e divennero un grande tranello. 36Fu un’insidia per il santuario e un avversario maligno per Israele in ogni momento.

37Versarono sangue innocente intorno al santuario e profanarono il luogo santo. 38Fuggirono gli abitanti di Gerusalemme a causa loro e la città divenne abitazione di stranieri; divenne straniera alla sua gente e i suoi figli l’abbandonarono. 39Il suo santuario fu desolato come il deserto, le sue feste si mutarono in lutto, i suoi sabati in vergogna, il suo onore in disprezzo. 40Pari alla sua gloria fu il suo disonore e il suo splendore si cambiò in lutto.

41Poi il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo 42e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re. 43Anche molti Israeliti accettarono il suo culto, sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato. 44Il re spedì ancora decreti per mezzo di messaggeri a Gerusalemme e alle città di Giuda, ordinando di seguire usanze straniere al loro paese, 45di far cessare nel tempio olocausti, sacrifici e libagioni, di profanare sabati e feste 46e di contaminare il santuario e quanto è sacro, 47di costruire altari, recinti sacri ed edicole e sacrificare carni suine e animali immondi, 48di lasciare che i propri figli, non circoncisi, si contaminassero con ogni impurità e profanazione, 49così da dimenticare la legge e mutare ogni istituzione, 50pena la morte a chiunque non avesse agito secondo gli ordini del re. 51In questi termini scrisse a tutto il regno, stabilì ispettori su tutto il popolo e intimò alle città di Giuda di sacrificare città per città. 52Molti del popolo si unirono a loro, quanti avevano abbandonato la

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legge, commisero il male nel paese 53e costrinsero Israele a nascondersi in ogni possibile rifugio.

54Nell’anno centoquarantacinque, il quindici di Chisleu, il re innalzò sull’altare un abominio di devastazione. Anche nelle vicine città di Giuda eressero altari 55e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze. 56Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco. 57Se presso qualcuno veniva trovato il libro dell’alleanza e se qualcuno obbediva alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte. 58Trattavano con prepotenza quegli Israeliti che ogni mese venivano scoperti nella città, 59e specialmente al venticinque del mese, quando sacrificavano sull’ara che era sopra l’altare dei sacrifici. 60Mettevano a morte, secondo gli ordini, le donne che avevano fatto circoncidere i loro figli, 61con i bambini appesi al collo e con i familiari e quelli che li avevano circoncisi. 62Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi impuri 63e preferirono morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non disonorare la santa alleanza, e per questo appunto morirono. 64Grandissima fu l’ira sopra Israele.

2 1In quei giorni Mattatia, figlio di Giovanni, figlio di Simone, sacerdote della

stirpe di Ioarìb, partì da Gerusalemme e venne a stabilirsi a Modin. 2Egli aveva cinque figli: Giovanni chiamato anche Gaddì, 3Simone chiamato Tassì, 4Giuda chiamato Maccabeo, 5Eleàzaro chiamato Auaràn, Giònata chiamato Affus. 6Viste le azioni sacrileghe che si commettevano in Giuda e a Gerusalemme, 7disse: «Ohimè! Perché mai sono nato per vedere lo strazio del mio popolo e lo strazio della città santa e debbo starmene qui mentre essa è in balìa dei nemici e il santuario è in mano agli stranieri?

8Il suo tempio è diventato come un uomo ignobile, 9gli arredi della sua gloria sono stati portati via come preda, sono stati trucidati i suoi bambini nelle piazze e i fanciulli dalla spada nemica. 10Quale popolo non ha invaso il suo regno e non si è impadronito delle sue spoglie? 11Ogni ornamento le è stato strappato, da padrona è diventata schiava. 12Ecco, le nostre cose sante, la nostra bellezza, la nostra gloria sono state devastate, le hanno profanate le nazioni. 13Perché vivere ancora?».

14Mattatia e i suoi figli si stracciarono le vesti, si vestirono di sacco e fecero grande lutto.

15Ora i messaggeri del re, incaricati di costringere all’apostasia, vennero nella città di Modin per indurre a offrire sacrifici. 16Molti Israeliti andarono con loro; invece Mattatia e i suoi figli si raccolsero in disparte. 17I messaggeri del re si rivolsero a Mattatia e gli dissero: «Tu sei uomo autorevole, stimato e grande in questa città e sei sostenuto da figli e fratelli. 18Su, fatti avanti per primo e adempi il

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comando del re, come hanno fatto tutti i popoli e gli uomini di Giuda e quelli rimasti a Gerusalemme; così tu e i tuoi figli passerete nel numero degli amici del re e tu e i tuoi figli avrete in premio oro e argento e doni in quantità». 19Ma Mattatia rispose a gran voce: «Anche se tutti i popoli che sono sotto il dominio del re lo ascoltassero e ognuno abbandonasse la religione dei propri padri e volessero tutti aderire alle sue richieste, 20io, i miei figli e i miei fratelli cammineremo nell’alleanza dei nostri padri. 21Non sia mai che abbandoniamo la legge e le tradizioni. 22Non ascolteremo gli ordini del re per deviare dalla nostra religione a destra o a sinistra». 23Quando ebbe finito di pronunciare queste parole, si avvicinò un Giudeo alla vista di tutti per sacrificare sull’altare di Modin secondo il decreto del re. 24Ciò vedendo, Mattatia arse di zelo; fremettero le sue viscere e fu preso da una giusta collera. Fattosi avanti di corsa, lo uccise sull’altare; 25uccise nel medesimo tempo il messaggero del re, che costringeva a sacrificare, e distrusse l’altare. 26Egli agiva per zelo verso la legge, come aveva fatto Fineès con Zambrì, figlio di Salom. 27La voce di Mattatia tuonò nella città: «Chiunque ha zelo per la legge e vuole difendere l’alleanza mi segua!». 28Fuggì con i suoi figli tra i monti, abbandonando in città quanto possedevano.

29Allora molti che ricercavano la giustizia e il diritto scesero nel deserto, per stabilirvisi 30con i loro figli, le loro mogli e il bestiame, perché si erano inaspriti i mali sopra di loro. 31Fu riferito agli uomini del re e alle milizie che stavano a Gerusalemme, nella Città di Davide, che laggiù, in luoghi nascosti del deserto, si erano raccolti uomini che avevano infranto l’editto del re. 32Molti corsero a inseguirli, li raggiunsero, si accamparono di fronte a loro e si prepararono a dare battaglia in giorno di sabato. 33Dicevano loro: «Ora basta! Uscite, obbedite ai comandi del re e avrete salva la vita». 34Ma quelli risposero: «Non usciremo, né seguiremo gli ordini del re, profanando il giorno del sabato». 35Quelli si precipitarono all’assalto contro di loro. 36Ma essi non risposero loro, né lanciarono pietre, né ostruirono i nascondigli, 37dichiarando: «Moriamo tutti nella nostra innocenza. Ci sono testimoni il cielo e la terra che ci fate morire ingiustamente». 38Così quelli si lanciarono contro di loro in battaglia di sabato, ed essi morirono con le mogli e i figli e il loro bestiame, in numero di circa mille persone.

39Quando Mattatia e i suoi amici lo seppero, ne fecero grande pianto. 40Poi dissero tra loro: «Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, in breve ci faranno sparire dalla terra». 41Presero in quel giorno stesso questa decisione: «Combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di sabato e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli».

42Allora si unì a loro il gruppo degli Asidei, uomini di grande valore in Israele, tutti impegnati a difendere la legge; 43inoltre quanti fuggivano davanti alle sventure si univano a loro e divenivano loro rinforzo. 44Così organizzarono un contingente di forze e percossero con ira i peccatori e gli uomini perversi con furore; i restanti fuggirono tra i pagani per salvarsi. 45Mattatia, poi, e i suoi amici andarono in giro a demolire gli altari 46e fecero circoncidere a forza tutti i bambini non circoncisi che trovarono nel territorio d’Israele. 47Non diedero tregua ai superbi e l’impresa ebbe buona riuscita nelle loro mani; 48difesero la legge dalla prepotenza dei popoli e dei re e non la diedero vinta ai peccatori.

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49Intanto si avvicinava per Mattatia l’ora della morte ed egli disse ai figli: «Ora dominano superbia e ingiustizia, è il tempo della distruzione e dell’ira rabbiosa. 50Ora, figli, mostrate zelo per la legge e date la vostra vita per l’alleanza dei nostri padri. 51Ricordate le gesta compiute dai padri ai loro tempi e traetene gloria insigne e nome eterno. 52Abramo non fu trovato forse fedele nella tentazione e ciò non gli fu accreditato a giustizia? 53Giuseppe nell’ora dell’oppressione osservò il precetto e divenne signore dell’Egitto. 54Fineès, nostro padre, per lo zelo dimostrato conseguì l’alleanza del sacerdozio perenne. 55Giosuè, obbedendo alla divina parola, divenne giudice in Israele. 56Caleb, testimoniando nell’assemblea, ebbe in sorte parte del nostro paese. 57Davide per la sua pietà ottenne il trono del regno per sempre. 58Elia, poiché aveva dimostrato zelo ardente per la legge, fu assunto in cielo. 59Anania, Azaria e Misaele per la loro fede furono salvati dalla fiamma. 60Daniele nella sua innocenza fu sottratto alle fauci dei leoni. 61Così, di seguito, considerate di generazione in generazione: quanti hanno fiducia in lui non soccombono. 62Non abbiate paura delle parole del perverso, perché la sua gloria andrà a finire ai rifiuti e ai vermi; 63oggi è esaltato, domani non si trova più, perché ritorna alla polvere e i suoi progetti falliscono. 64Figli, siate valorosi e forti nella legge, perché in essa sarete glorificati. 65Ecco qui vostro fratello Simone; io so che è un uomo saggio: ascoltatelo sempre, egli sarà vostro padre. 66Giuda Maccabeo, forte guerriero dalla sua gioventù, sarà capo del vostro esercito e condurrà la battaglia contro i popoli. 67Radunate, dunque, intorno a voi quanti praticano la legge e vendicate il vostro popolo; 68rendete il meritato castigo ai pagani e attenetevi all’ordinamento della legge». 69Poi li benedisse e si riunì ai suoi padri. 70Morì nell’anno centoquarantasei e fu sepolto nella tomba dei suoi padri a Modin; tutto Israele fece grande pianto su di lui.

3 1Al suo posto sorse il figlio di lui, Giuda, chiamato Maccabeo; 2lo aiutavano tutti i suoi fratelli e quanti si erano legati al padre e conducevano la battaglia d’Israele con entusiasmo.

3Egli accrebbe la gloria del suo popolo, rivestì la corazza come gigante, cinse l’armatura di guerra e sostenne battaglie, difendendo il campo con la spada. 4Nelle sue gesta fu simile a leone, come leoncello ruggente sulla preda. 5Inseguì gli iniqui braccandoli, i perturbatori del popolo distrusse con il fuoco. 6Gli iniqui sbigottirono per paura di lui, tutti i malfattori furono confusi e la salvezza per mezzo di lui ebbe buon esito. 7Inflisse amarezze a molti re, rallegrò con le sue gesta Giacobbe; sempre la sua memoria sarà benedetta. 8Percorse le città di Giuda e vi sterminò i rinnegati

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e distolse l’ira da Israele. 9Divenne celebre fino all’estremità della terra e radunò coloro che erano dispersi.

10Apollònio radunò dei pagani e un forte esercito dalla Samaria per combattere Israele. 11Giuda lo seppe e avanzò contro di lui, lo sconfisse e lo uccise; molti caddero colpiti a morte e i superstiti fuggirono. 12Così s’impadronirono delle loro spoglie e Giuda si riservò la spada di Apollònio e l’adoperò in guerra per tutto il tempo della sua vita. 13Quando Seron, comandante delle forze di Siria, seppe che Giuda aveva radunato un contingente e c’era con lui uno stuolo di fedeli e uomini preparati alla guerra, 14disse: «Mi farò un nome e mi coprirò di gloria nel regno, combattendo Giuda e i suoi uomini che hanno disprezzato gli ordini del re». 15Fece i preparativi e si unì a lui un forte gruppo di rinnegati per aiutarlo a vendicarsi dei figli d’Israele. 16Si spinse fino alla salita di Bet-Oron e Giuda gli andò incontro con una piccola schiera. 17Ma quando videro lo schieramento avanzare contro di loro, dissero a Giuda: «Come faremo noi così pochi ad attaccare battaglia contro una moltitudine così forte? Oltre tutto, siamo rimasti oggi senza mangiare». 18Giuda rispose: «Non è impossibile che molti cadano in mano a pochi e non c’è differenza per il Cielo tra salvare per mezzo di molti e salvare per mezzo di pochi; 19perché la vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene la forza. 20Costoro vengono contro di noi pieni d’insolenza e d’iniquità per eliminare noi, le nostre mogli e i nostri figli e saccheggiarci; 21noi combattiamo per la nostra vita e le nostre leggi. 22Sarà lui a stritolarli davanti a noi. Voi dunque non temeteli». 23Quando ebbe finito di parlare, piombò su di loro all’improvviso e Seron con il suo schieramento fu sgominato davanti a lui. 24Lo inseguirono nella discesa di Bet-Oron fino alla pianura: caddero tra loro circa ottocento uomini, gli altri fuggirono nel territorio dei Filistei. 25Così cominciò a diffondersi il timore di Giuda e dei suoi fratelli e le genti intorno furono prese da terrore. 26La fama di lui giunse fino al re, e delle sue imprese militari parlavano le genti.

27Quando il re Antioco seppe queste cose, si adirò furiosamente e diede ordine di radunare tutte le forze militari del suo regno, un esercito molto potente. 28Aprì il suo tesoro e diede alle truppe il soldo per un anno, ordinando loro di stare pronti per ogni evenienza. 29Ma si accorse che non bastavano le riserve delle sue casse e che le entrate del paese erano poche, a causa delle rivolte e delle rovine che aveva provocato nella regione, per estirpare le tradizioni che erano in vigore dai tempi antichi; 30temette di non avere, come altre volte in passato, le risorse per le spese e i doni, che faceva con mano prodiga, superando i re precedenti. 31Ne fu grandemente angustiato e prese la decisione di invadere la Persia, per riscuotere i tributi di quelle province e ammassare molto denaro. 32Lasciò Lisia, uomo illustre e di stirpe regale, alla direzione degli affari del re, dall’Eufrate fino ai confini dell’Egitto, 33e con l’incarico di curare l’educazione del figlio Antioco fino al suo ritorno. 34A lui affidò metà dell’esercito e gli elefanti e gli diede istruzioni per tutte le cose che voleva fossero eseguite; riguardo agli abitanti della Giudea e di Gerusalemme 35gli ordinò di mandare contro di loro milizie, per distruggere ed eliminare le forze d’Israele e quanto restava a Gerusalemme e cancellare il loro ricordo dalla regione, 36di trasferire stranieri su tutti i loro monti e di distribuire le loro terre. 37Il re poi prese l’altra metà dell’esercito e partì da Antiòchia, la capitale

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del suo regno, nell’anno centoquarantasette; passò l’Eufrate e percorse le regioni settentrionali.

38Allora Lisia scelse Tolomeo, figlio di Dorimene, Nicànore e Gorgia, uomini potenti tra gli amici del re, 39e spedì ai loro ordini quarantamila fanti e settemila cavalieri nella terra di Giuda, per devastarla secondo il comando del re. 40Questi partirono con tutte le truppe e andarono ad accamparsi vicino a Èmmaus, nella pianura. 41I mercanti della regione ne ebbero notizia e si rifornirono in abbondanza d’oro e d’argento e di catene e vennero presso l’accampamento per acquistare come schiavi gli Israeliti. A loro si aggiunsero forze della Siria e del territorio dei Filistei. 42Giuda e i suoi fratelli videro che i mali si erano aggravati e che l’esercito era accampato nel loro territorio; vennero a conoscere quanto il re aveva ordinato di fare per la rovina e l’annientamento del loro popolo. 43Allora si dissero l’un l’altro: «Facciamo risorgere il popolo dalla sua rovina e combattiamo per il nostro popolo e per il luogo santo». 44Si radunò l’assemblea per prepararsi alla battaglia e per pregare e chiedere pietà e misericordia.

45Gerusalemme era disabitata come un deserto, nessuno dei suoi figli vi entrava o ne usciva, il santuario era calpestato, gli stranieri erano nella Cittadella, soggiorno dei pagani. La gioia era sparita da Giacobbe, erano scomparsi il flauto e la cetra.

46Si radunarono dunque e vennero a Masfa di fronte a Gerusalemme, perché nei tempi antichi a Masfa c’era un luogo di preghiera in Israele. 47In quel giorno digiunarono e si vestirono di sacco, si cosparsero di cenere il capo e si stracciarono le vesti. 48Aprirono il libro della legge per scoprirvi quanto i pagani cercavano di sapere dagli idoli dei loro dèi. 49Portarono le vesti sacerdotali, le primizie e le decime e fecero venire avanti i nazirei, che avevano terminato i giorni del loro voto, 50e alzarono la voce al Cielo gridando: «Che cosa faremo di costoro e dove li condurremo, 51mentre il tuo santuario è calpestato e profanato e i tuoi sacerdoti sono in lutto e desolazione? 52Ecco, i pagani si sono alleati contro di noi per distruggerci; tu sai quello che vanno macchinando contro di noi. 53Come potremo resistere di fronte a loro, se tu non ci aiuterai?». 54Diedero fiato alle trombe e gridarono a gran voce. 55Dopo questo, Giuda stabilì i condottieri del popolo, i comandanti di mille, di cento, di cinquanta e di dieci uomini. 56A coloro che costruivano case o che stavano per prendere moglie, a quelli che piantavano la vigna o che erano paurosi disse di tornare a casa loro, secondo la legge. 57Poi levò il campo e si disposero a mezzogiorno di Èmmaus. 58Giuda ordinò: «Cingetevi e siate forti e state preparati per l’alba di domani a dar battaglia a questi pagani, che si sono alleati per distruggere noi e il nostro santuario. 59Del resto è meglio per noi morire in battaglia, che vedere la rovina della nostra gente e del santuario. 60Però, qualunque sia la volontà del Cielo, così accadrà».

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4 1Gorgia prese allora cinquemila fanti e mille cavalieri scelti, e il campo si levò

di notte 2per sorprendere il campo dei Giudei e sconfiggerli all’improvviso; gli uomini della Cittadella gli facevano da guida. 3Ma Giuda lo venne a sapere e mosse anche lui con i suoi valorosi per sconfiggere le forze del re che sostavano a Èmmaus, 4mentre i soldati erano ancora dispersi fuori del campo. 5Gorgia giunse al campo di Giuda di notte e non vi trovò nessuno; li andava cercando sui monti dicendo: «Costoro fuggono davanti a noi». 6Fattosi giorno, Giuda apparve nella pianura con tremila uomini; non avevano però né corazze né spade, come avrebbero voluto. 7Videro l’accampamento dei pagani difeso e fortificato, con la cavalleria disposta intorno, tutti esperti nella guerra. 8Ma Giuda disse ai suoi uomini: «Non temete il loro numero, né abbiate paura dei loro assalti; 9ricordate come i nostri padri furono salvati nel Mar Rosso, quando il faraone li inseguiva con l’esercito. 10Alziamo la nostra voce al Cielo, perché ci usi benevolenza e si ricordi dell’alleanza con i nostri padri e voglia abbattere questo schieramento davanti a noi oggi. 11Allora tutte le nazioni sapranno che c’è chi riscatta e salva Israele». 12Gli stranieri alzarono gli occhi e li videro venire loro incontro; 13perciò uscirono dagli accampamenti per dare battaglia. Gli uomini di Giuda diedero fiato alle trombe 14e attaccarono. I pagani furono sconfitti e fuggirono verso la pianura, 15ma quelli che erano più indietro caddero tutti uccisi di spada. Li inseguirono fino a Ghezer e fino alle pianure dell’Idumea, di Azoto e di Iàmnia; ne caddero circa tremila.

16Quando Giuda e i suoi armati tornarono dal loro inseguimento, 17egli disse alla sua gente: «Non siate avidi delle spoglie, perché ci attende ancora la battaglia. 18Gorgia e il suo esercito sono sul monte vicino a noi. Ora voi state pronti a opporvi ai nemici e combattete contro di loro; poi farete tranquillamente bottino». 19Mentre Giuda ancora parlava, apparve un reparto che spiando dal monte 20vide che i loro erano stati messi in fuga e gli altri incendiavano il campo: il fumo che si scorgeva segnalava l’accaduto. 21A quello spettacolo si sgomentarono grandemente; vedendo inoltre giù nella pianura lo schieramento di Giuda pronto all’attacco, 22fuggirono tutti nel territorio dei Filistei. 23Allora Giuda ritornò a depredare il campo e raccolsero oro e argento in quantità e stoffe tinte di porpora viola e porpora marina e grandi ricchezze. 24Di ritorno cantavano e benedicevano il Cielo perché è buono, perché il suo amore è per sempre. 25Fu quello un giorno di grande liberazione per Israele.

26Quanti degli stranieri erano scampati, presentandosi a Lisia, gli narrarono tutto quello che era accaduto. 27Sentendo ciò, egli fu preso da turbamento e scoraggiamento, perché le cose in Israele non erano andate come egli voleva e l’esito non era stato conforme a quanto il re aveva comandato.

28Perciò l’anno dopo mise insieme sessantamila uomini scelti e cinquemila cavalieri per combattere contro di loro. 29Vennero nell’Idumea e si accamparono a Bet-Sur. Giuda mosse contro di loro con diecimila uomini. 30Quando vide l’imponente accampamento, innalzò questa preghiera: «Benedetto sei tu, o salvatore d’Israele, che hai fiaccato l’impeto del potente per mezzo del tuo servo Davide e hai fatto cadere l’esercito dei Filistei nelle mani di Giònata, figlio di Saul, e del suo scudiero; 31nello stesso modo fa’ cadere questo esercito nelle mani d’Israele, tuo popolo, e così siano svergognati nel loro esercito e nella loro cavalleria. 32Infondi in loro timore e spezza l’audacia della loro forza, siano travolti nella loro rovina. 33Abbattili con la spada dei tuoi devoti; ti lodino con canti tutti

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coloro che riconoscono il tuo nome». 34Poi sferrarono l’attacco da una parte e dall’altra, e caddero davanti ai Giudei circa cinquemila uomini del campo di Lisia. 35Vedendo Lisia lo scompiglio delle sue file, mentre nelle schiere di Giuda cresceva il coraggio ed erano pronti a vivere o a morire gloriosamente, se ne tornò in Antiòchia dove assoldò mercenari in maggior numero per venire di nuovo in Giudea.

36Giuda intanto e i suoi fratelli dissero: «Ecco, sono stati sconfitti i nostri nemici: andiamo a purificare il santuario e a riconsacrarlo». 37Così si radunò tutto l’esercito e salirono al monte Sion. 38Trovarono il santuario desolato, l’altare profanato, le porte arse e cresciute le erbe nei cortili, come in un luogo selvatico o montuoso, e le celle sacre in rovina. 39Allora si stracciarono le vesti, fecero grande lamento, si cosparsero di cenere, 40si prostrarono con la faccia a terra, fecero dare i segnali con le trombe e alzarono grida al Cielo. 41Giuda ordinò ai suoi uomini di tenere impegnati quelli della Cittadella, finché non avesse purificato il santuario. 42Poi scelse sacerdoti senza macchia, osservanti della legge, 43che purificarono il santuario e portarono le pietre profanate in luogo immondo. 44Tennero consiglio per decidere che cosa fare circa l’altare degli olocausti, che era stato profanato. 45Vennero nella felice determinazione di demolirlo, perché non fosse loro di vergogna, essendo stato profanato dai pagani. Demolirono dunque l’altare 46e riposero le pietre sul monte del tempio in luogo conveniente, finché fosse comparso un profeta a decidere di esse. 47Poi presero pietre grezze, secondo la legge, ed edificarono un altare nuovo, come quello di prima. 48Restaurarono il santuario e consacrarono l’interno del tempio e i cortili; 49rifecero gli arredi sacri e collocarono il candelabro e l’altare degli incensi e la tavola nel tempio. 50Poi bruciarono incenso sull’altare e accesero sul candelabro le lampade che splendettero nel tempio. 51Posero ancora i pani sulla tavola e stesero le cortine. Così portarono a termine tutte le opere intraprese.

52Si radunarono il mattino del venticinque del nono mese, cioè il mese di Chisleu, nell’anno centoquarantotto, 53e offrirono il sacrificio secondo la legge sul nuovo altare degli olocausti che avevano costruito. 54Nella stessa stagione e nello stesso giorno in cui l’avevano profanato i pagani, fu riconsacrato fra canti e suoni di cetre e arpe e cimbali. 55Tutto il popolo si prostrò con la faccia a terra, e adorarono e benedissero il Cielo che era stato loro propizio. 56Celebrarono la dedicazione dell’altare per otto giorni e offrirono olocausti con gioia e sacrificarono vittime di ringraziamento e di lode. 57Poi ornarono la facciata del tempio con corone d’oro e piccoli scudi. Rifecero i portoni e le celle sacre, munendole di porte. 58Grandissima fu la gioia del popolo, perché era stata cancellata l’onta dei pagani. 59Giuda, i suoi fratelli e tutta l’assemblea d’Israele, poi, stabilirono che si celebrassero i giorni della dedicazione dell’altare nella loro ricorrenza, ogni anno, per otto giorni, cominciando dal venticinque del mese di Chisleu, con gioia ed esultanza. 60In quel tempo edificarono pure, intorno al monte Sion, mura alte e torri solide, perché i pagani non tornassero a calpestarlo come avevano fatto prima. 61Vi stabilì un contingente per presidiarlo e fortificò Bet-Sur, perché il popolo avesse una difesa contro l’Idumea.

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5 1I popoli vicini, quando sentirono che era stato ricostruito l’altare e rinnovato

il santuario come prima, fremettero di rabbia 2e decisero di eliminare quelli della stirpe di Giacobbe che si trovavano in mezzo a loro, e cominciarono a uccidere e a sopprimere gente in mezzo al popolo. 3Allora Giuda mosse guerra ai figli di Esaù nell’Idumea e nell’Acrabattene, perché assediavano Israele; inflisse loro un grave colpo, li umiliò e s’impadronì delle loro spoglie. 4Si ricordò poi della perfidia dei figli di Bean, che erano stati di laccio e d’inciampo per il popolo, tendendo insidie nelle vie. 5Egli li rinchiuse nelle torri, si accampò contro di loro, li votò allo sterminio e diede fuoco alle torri con tutti coloro che vi erano dentro. 6Poi passò agli Ammoniti e vi trovò un forte contingente e un popolo numeroso al comando di Timòteo. 7Organizzò contro di loro molte azioni di guerra e furono sconfitti e annientati. 8Conquistò anche Iazer e le sue dipendenze e ritornò in Giudea.

9Anche i pagani di Gàlaad si coalizzarono contro gli Israeliti che erano nel loro territorio per eliminarli; ma questi fuggirono a Dàtema, nella fortezza, 10e inviarono questa lettera a Giuda e ai suoi fratelli: «Contro di noi si sono riuniti i pagani dei dintorni per eliminarci 11e si preparano a venire a espugnare la fortezza dove siamo rifugiati; Timòteo è a capo del loro esercito. 12Su, vieni a liberarci dalle mani di costoro, perché molti di noi sono caduti 13e tutti i nostri fratelli che erano nel territorio di Tubia sono stati messi a morte, sono state condotte in schiavitù le loro mogli con i figli e con i loro beni, e sono periti circa un migliaio di uomini».

14Stavano ancora leggendo la lettera, quand’ecco presentarsi altri messaggeri dalla Galilea con le vesti stracciate, che annunciavano le stesse cose. 15Dicevano: «Si sono uniti contro di noi gli abitanti di Tolemàide, Tiro e Sidone e tutta la Galilea degli stranieri per distruggerci». 16Quando Giuda e il popolo ebbero udito queste cose, si raccolse una grande assemblea per decidere che cosa fare per i loro fratelli posti nella tribolazione e attaccati dai nemici. 17Giuda disse a Simone, suo fratello: «Scegliti degli uomini e corri a liberare i tuoi fratelli della Galilea; io e mio fratello Giònata andremo nella regione di Gàlaad». 18Lasciò Giuseppe, figlio di Zaccaria, e Azaria, capo del popolo, con il resto delle forze a presidiare la Giudea, 19dando loro questa consegna: «Governate questo popolo, ma non attaccate battaglia contro i pagani fino al nostro ritorno». 20Furono assegnati a Simone tremila uomini per la spedizione in Galilea, a Giuda ottomila uomini per la regione di Gàlaad.

21Simone si recò in Galilea e sferrò molti attacchi contro i pagani, e questi rimasero sconfitti davanti a lui; 22egli li inseguì fino alle porte di Tolemàide. Caddero tra i pagani circa tremila uomini e Simone portò via le loro spoglie. 23Prese poi gli Israeliti che erano in Galilea e in Arbatta con le donne, i figli e tutti i loro averi, e li condusse in Giudea con grande gioia.

24Da parte loro Giuda Maccabeo e il fratello Giònata passarono il Giordano e camminarono per tre giorni nel deserto. 25S’imbatterono nei Nabatei, che vennero loro incontro pacificamente e narrarono tutte le vicende dei loro fratelli nella regione di Gàlaad: 26che molti di loro erano assediati a Bosra e Bosor, ad Àlema, a Casfo, a Maked e Karnàin, tutte città fortificate e grandi, 27che altri erano rinchiusi nelle altre città di Gàlaad, che per il giorno dopo era stabilito di dare l’assalto alle fortezze, di espugnarle e di eliminare tutti in un solo giorno. 28Allora Giuda con il suo esercito tornò subito indietro per la via del deserto verso Bosra; prese la città e passò ogni maschio a fil di spada, s’impadronì di tutte le loro spoglie e incendiò la

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città. 29Nella notte partì di là e marciarono fino alla fortezza. 30Verso il mattino alzarono gli occhi ed ecco una folla innumerevole che issava scale e macchine per espugnare la fortezza e stava attaccando. 31Giuda, vedendo che la battaglia era già incominciata e che le grida della città arrivavano al cielo, per il suono delle trombe e le urla altissime, 32disse ai suoi soldati: «Combattete oggi per i vostri fratelli». 33Irruppero in tre schiere alle loro spalle, diedero fiato alle trombe e innalzarono grida e invocazioni. 34L’esercito di Timòteo venne a sapere che c’era il Maccabeo; fuggirono davanti a lui, che inflisse loro una grave sconfitta; ne rimasero uccisi in quel giorno circa ottomila. 35Poi piegò su Àlema, l’assalì e la prese; ne uccise tutti i maschi, la saccheggiò e appiccò il fuoco. 36Tolse il campo di là e conquistò Casfo, Maked e Bosor e le altre città di Gàlaad.

37Dopo questi fatti Timòteo raccolse un altro esercito e si accampò di fronte a Rafon, al di là del torrente. 38Giuda mandò a esplorare il campo e gli riferirono: «Sono radunati con lui tutti i pagani che ci circondano: sono un esercito imponente. 39Anche gli Arabi sono assoldati come suoi ausiliari; sono accampati al di là del torrente e sono pronti a venire a battaglia con te». Giuda si mosse per affrontarli. 40Timòteo disse ai comandanti del suo esercito, mentre Giuda e il suo esercito si avvicinavano al torrente: «Se passerà per primo contro di noi, non potremo resistergli, perché certamente ci vincerà. 41Se invece si mostrerà titubante e porrà il campo al di là del fiume, andremo noi contro di lui e avremo la meglio». 42Quando Giuda si fu avvicinato al corso d’acqua, dispose gli scribi del popolo lungo il torrente e comandò loro: «Non permettete che alcuno si fermi, ma vengano tutti a combattere». 43Passò per primo contro i nemici e tutto il popolo dietro di lui. I pagani furono tutti travolti davanti a lui, gettarono le armi e fuggirono nel tempio di Karnàin. 44Conquistarono la città e appiccarono il fuoco al tempio con quanti vi erano dentro. Così Karnàin fu vinta e non poté più resistere di fronte a Giuda.

45Giuda poi radunò tutti gli Israeliti che erano in Gàlaad, dal più piccolo al più grande, con le donne, i figli e i loro beni, una carovana molto grande, per andare nella Giudea. 46Arrivarono a Efron, grande città posta sul percorso, particolarmente fortificata, che non era possibile evitare da nessuna parte e bisognava passarvi in mezzo. 47Gli abitanti della città avevano chiuso loro il passaggio barricando le porte con pietre. 48Giuda mandò a far loro proposte pacifiche dicendo: «Attraverseremo il vostro paese solo per tornare al nostro; nessuno vi farà del male, non faremo altro che passare a piedi». Ma non vollero aprirgli. 49Giuda fece annunciare a tutta la truppa che ciascuno si accampasse dov’era. 50I soldati si fermarono e diedero l’assalto alla città, tutto quel giorno e tutta la notte, e la città si consegnò nelle sue mani. 51Giuda passò tutti i maschi a fil di spada, la distrusse totalmente, ne prese le spoglie e attraversò la città passando sopra i cadaveri. 52Poi attraversarono il Giordano verso la grande pianura di fronte a Bet-Sean. 53Giuda sollecitava quelli che rimanevano indietro e confortava il popolo durante tutto il viaggio, finché giunsero nella Giudea. 54Salirono il monte Sion in letizia ed esultanza e offrirono olocausti, perché nessuno di loro era caduto, fino al loro ritorno in pace.

55Nel tempo in cui Giuda e Giònata erano rimasti in Gàlaad, e Simone, loro fratello, in Galilea di fronte a Tolemàide, 56Giuseppe, figlio di Zaccaria, e Azaria, comandanti dell’esercito, vennero a sapere delle imprese gloriose e delle battaglie che avevano compiute 57e dissero: «Facciamoci onore anche noi e usciamo a

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combattere contro i pagani che sono intorno a noi». 58Diedero ordine ai soldati che erano con loro e si diressero a Iàmnia. 59Ma Gorgia uscì dalla città con i suoi uomini incontro a loro per attaccarli. 60Giuseppe e Azaria furono vinti e inseguiti fin nel territorio della Giudea, e in quel giorno caddero circa duemila uomini del popolo d’Israele. 61Toccò questa grave sconfitta al popolo, perché non avevano ascoltato Giuda e i suoi fratelli, pensando di compiere gesta eroiche. 62Costoro non erano della stirpe di quegli uomini, alle cui mani era stata affidata la salvezza d’Israele.

63Il prode Giuda e i suoi fratelli crebbero in grande fama presso tutto Israele e presso tutti i popoli ai quali giungeva notizia del loro nome. 64Tutti si adunavano attorno a loro per acclamarli.

65Giuda con i suoi fratelli uscì ancora per combattere contro i figli di Esaù nella regione meridionale e colpì Ebron e le sue dipendenze, distrusse le sue fortezze e diede fuoco tutt’intorno alle sue torri. 66Poi levò il campo per andare nel paese dei Filistei e attraversò Maresà. 67In quel giorno caddero in battaglia alcuni sacerdoti i quali, smaniosi di eroismi, erano usciti a combattere sconsideratamente. 68Giuda piegò su Azoto, terra dei Filistei: distrusse i loro altari, bruciò le statue dei loro dèi, mise a sacco la loro città e fece ritorno in Giudea.

6 1Mentre il re Antioco percorreva le regioni settentrionali, sentì che c’era in

Persia la città di Elimàide, famosa per ricchezza, argento e oro; 2che c’era un tempio ricchissimo, dove si trovavano armature d’oro, corazze e armi, lasciate là da Alessandro, figlio di Filippo, il re macèdone che aveva regnato per primo sui Greci. 3Allora vi si recò e cercava di impadronirsi della città e di depredarla, ma non vi riuscì, perché il suo piano fu risaputo dagli abitanti della città, 4che si opposero a lui con le armi; egli fu messo in fuga e dovette ritirarsi con grande tristezza e tornare a Babilonia. 5Venne poi un messaggero in Persia ad annunciargli che erano state sconfitte le truppe inviate contro Giuda. 6Lisia si era mosso con un esercito tra i più agguerriti, ma era stato messo in fuga dai nemici, i quali si erano rinforzati con armi e truppe e ingenti spoglie, tolte alle truppe che avevano sconfitto, 7e inoltre avevano demolito l’abominio da lui innalzato sull’altare a Gerusalemme, avevano cinto di alte mura, come prima, il santuario e Bet-Sur, che era una sua città. 8Il re, sentendo queste notizie, rimase sbigottito e scosso terribilmente; si mise a letto e cadde ammalato per la tristezza, perché non era avvenuto secondo quanto aveva desiderato. 9Rimase così molti giorni, perché si rinnovava in lui una forte depressione e credeva di morire. 10Chiamò tutti i suoi amici e disse loro: «Se ne va il sonno dai miei occhi e l’animo è oppresso dai dispiaceri. 11Ho detto in cuor mio: in quale tribolazione sono giunto, in quale terribile agitazione sono caduto, io che ero così fortunato e benvoluto sul mio trono! 12Ora mi ricordo dei mali che ho commesso a Gerusalemme, portando via tutti gli arredi d’oro e d’argento che vi si trovavano e mandando a sopprimere gli abitanti di Giuda senza ragione. 13Riconosco che a causa di tali cose mi colpiscono questi mali; ed ecco, muoio nella più profonda tristezza in paese straniero». 14Poi chiamò Filippo, uno dei suoi amici, lo costituì reggente su tutto il suo regno 15e gli diede il diadema, la sua veste e l’anello, con l’incarico di guidare Antioco, suo figlio, e di educarlo a regnare. 16Il re Antioco morì in quel luogo l’anno centoquarantanove. 17Lisia fu informato che il re

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era morto e dispose che regnasse Antioco, suo figlio, che egli aveva educato fin da piccolo, e lo chiamò Eupàtore.

18Ora coloro che risiedevano nella Cittadella impedivano il passaggio degli Israeliti intorno al tempio e cercavano di molestarli continuamente e di sostenere i pagani. 19Giuda si propose di eliminarli e radunò in assemblea tutto il popolo per stringerli d’assedio. 20Si organizzarono dunque e posero l’assedio attorno alla Cittadella nell’anno centocinquanta, e Giuda fece costruire terrapieni e macchine. 21Ma alcuni di loro sfuggirono all’assedio; a essi si unirono alcuni rinnegati d’Israele 22e insieme andarono dal re e gli dissero: «Fino a quando non farai giustizia e vendetta dei nostri fratelli? 23Noi siamo stati lieti di servire tuo padre, di comportarci secondo i suoi comandi e di obbedire ai suoi editti. 24Per questo i figli del nostro popolo hanno posto assedio alla fortezza e si sono estraniati da noi; inoltre uccidono quanti di noi capitano nelle loro mani e si dividono i nostri averi. 25E non soltanto contro di noi stendono le mani, ma anche su tutto il tuo territorio. 26Ed ecco, ora hanno posto il campo contro la Cittadella, a Gerusalemme, per espugnarla e hanno fortificato il santuario e Bet-Sur. 27Se tu non sarai sollecito nel prevenirli, faranno di peggio e non li potrai più arrestare».

28Quando ebbe sentito tutto questo, il re si adirò e radunò tutti i suoi amici, comandanti dell’esercito e della cavalleria. 29Anche dagli altri regni e dalle isole del mare gli giunsero truppe mercenarie. 30Gli effettivi del suo esercito assommavano a centomila fanti, ventimila cavalieri e trentadue elefanti addestrati alla guerra. 31Passarono per l’Idumea e posero il campo contro Bet-Sur; attaccarono per molti giorni e allestirono macchine, ma quelli uscivano, le incendiavano e contrattaccavano con valore. 32Giuda allora levò il campo dalla Cittadella e lo trasferì a Bet-Zaccaria, di fronte al campo del re. 33Ma il re si mosse alle prime luci dell’alba e trasferì lo schieramento con mossa fulminea lungo la strada di Bet-Zaccaria; le truppe si disposero a battaglia e suonarono le trombe. 34Posero innanzi agli elefanti succo d’uva e di more per stimolarli al combattimento. 35Distribuirono le bestie tra le falangi e affiancarono a ciascun elefante mille uomini, protetti da corazze a maglia e da elmi di bronzo in testa, e cinquecento cavalieri scelti, disposti in ordine intorno a ciascuna bestia: 36questi in ogni caso si tenevano ai lati della bestia e, quando si spostava, si spostavano insieme senza allontanarsi da essa. 37Sopra ogni elefante vi erano solide torrette di legno, ben protette dagli attacchi, legate con appositi congegni, e su ogni torretta stavano quattro soldati, che di là bersagliavano, e un conducente indiano. 38Il resto della cavalleria si dispose di qua e di là sui due fianchi dello schieramento, per terrorizzare i nemici e proteggere le falangi. 39Quando il sole brillava sugli scudi d’oro e di bronzo, ne risplendevano per quei riflessi i monti e brillavano come fiaccole ardenti. 40Un distaccamento delle truppe del re si dispose sulle cime dei monti, un altro nella pianura e avanzavano sicuri e ordinati. 41Tremavano quanti sentivano il frastuono di quella moltitudine e la marcia di tanta gente e il cozzo delle armi: era veramente un esercito immenso e forte. 42Giuda con le sue truppe si avvicinò per attaccare lo schieramento e caddero nel campo del re seicento uomini. 43Eleàzaro, chiamato Auaràn, vide uno degli elefanti, protetto da corazze regie, sopravanzare tutte le altre bestie e pensò che sopra ci fosse il re; 44volle allora sacrificarsi per salvare il suo popolo e procurarsi nome eterno. 45Corse dunque verso l’animale con coraggio, attraverso la falange, e colpiva a morte a destra e a sinistra, mentre i nemici si dividevano davanti a lui,

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ritirandosi sui due lati. 46S’introdusse sotto l’elefante, lo infilzò con la spada e lo uccise; quello cadde a terra sopra di lui, che morì all’istante. 47Ma vedendo la potenza delle forze del re e l’impeto delle milizie, i Giudei si ritirarono.

48Allora i reparti dell’esercito del re salirono per attaccarli a Gerusalemme e il re si accampò contro la Giudea e il monte Sion. 49Fece pace con quelli che erano a Bet-Sur, i quali uscirono dalla città, non avendo più vettovaglie per sostenere l’assedio: la terra infatti era nel riposo dell’anno sabbatico. 50Il re s’impadronì di Bet-Sur e vi pose un presidio a guardia. 51Si accampò presso il santuario per molto tempo e allestì terrapieni e macchine, ordigni incendiari e baliste, scorpioni per lanciare frecce, e fionde. 52Anche i difensori opposero macchine alle loro macchine e i combattimenti durarono molti giorni. 53Ma non c’erano più viveri nei depositi, poiché era in corso l’anno sabbatico e coloro che erano arrivati in Giudea per sfuggire ai pagani avevano consumato il resto delle provviste. 54Furono allora lasciati pochi uomini nel santuario, poiché li aveva sorpresi la fame, e si dispersero ciascuno nel suo paese.

55Lisia poi venne a sapere che Filippo, al quale il re Antioco, ancora in vita, aveva affidato l’incarico di educare Antioco, suo figlio, destinato al regno, 56era tornato dalla Persia e dalla Media; era con lui l’esercito partito con il re e cercava di prendere in mano il governo. 57Allora in fretta fece cenno di voler partire e disse al re e ai comandanti dell’esercito e ai soldati: «Noi ci esauriamo di giorno in giorno: il cibo è scarso e il luogo che assediamo è ben munito, mentre gli affari del regno incombono su di noi. 58Ora dunque offriamo la destra a questi uomini e facciamo pace con loro e con tutto il loro popolo 59e permettiamo loro di seguire le loro tradizioni, come prima; proprio per queste tradizioni, che noi abbiamo cercato di distruggere, essi si sono irritati e hanno provocato tutto questo». 60La proposta piacque al re e a tutti i capi; mandò a negoziare la pace con loro, ed essi accettarono. 61Il re e i capi giurarono davanti a loro, ed essi a tali patti uscirono dalla fortezza. 62Ma quando il re fece l’ingresso sul monte Sion e vide le fortificazioni del luogo, violò il giuramento che aveva fatto e impose la distruzione delle mura di cinta. 63Poi partì in fretta e fece ritorno ad Antiòchia; vi trovò Filippo padrone della città, gli fece guerra e s’impadronì della città con la forza.

7 1Nell’anno centocinquantuno Demetrio, figlio di Seleuco, partì da Roma e

sbarcò con pochi uomini in una città della costa, dove si proclamò re. 2Quando rientrò nella reggia dei suoi padri, l’esercito catturò Antioco e Lisia per consegnarglieli. 3Informato della cosa, disse: «Non mostratemi la loro faccia». 4Perciò i soldati li uccisero e Demetrio sedette sul trono del suo regno.

5Allora andarono da lui tutti gli uomini iniqui e rinnegati d’Israele, guidati da Àlcimo, che aspirava al sommo sacerdozio. 6Essi accusarono il popolo davanti al re, dicendo: «Giuda con i suoi fratelli ha sterminato tutti i tuoi amici e ci ha strappato dal nostro paese. 7Ora manda un uomo fidato che venga e prenda visione della rovina generale procurata da lui a noi e ai domìni del re e provveda a punire quella famiglia e tutti i suoi sostenitori». 8Il re designò Bàcchide, uno degli amici del re, preposto alla regione dell’Oltrefiume, potente nel regno e fedele al re, 9e lo inviò con il rinnegato Àlcimo; attribuì a questi il sommo sacerdozio e gli diede ordine di fare vendetta contro gli Israeliti. 10Così partirono e giunsero in Giudea con forze

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numerose. Bàcchide mandò messaggeri a Giuda e ai suoi fratelli, per portare con inganno parole di pace. 11Ma essi non credettero alle loro parole: avevano infatti saputo che erano giunti con un forte esercito. 12Un gruppo di scribi si radunò tuttavia presso Àlcimo e Bàcchide, per chiedere il riconoscimento dei diritti. 13Gli Asidei furono i primi tra gli Israeliti a chiedere loro la pace. 14Dicevano infatti: «Un sacerdote della stirpe di Aronne è venuto con i soldati, non ci farà certo del male». 15Egli usò con loro parole di pace e giurò loro: «Non faremo alcun male né a voi né ai vostri amici». 16E quelli gli credettero. Ma egli prese sessanta di loro e li uccise in un solo giorno, proprio secondo la parola che sta scritta:

17«Le carni dei tuoi fedeli e il loro sangue hanno versato intorno a Gerusalemme e nessuno li seppelliva».

18Allora la paura e il terrore si sparsero per tutto il popolo, perché dicevano: «Non c’è in loro verità né giustizia, perché hanno trasgredito il patto e il giuramento prestato». 19Bàcchide poi levò il campo da Gerusalemme e si accampò a Bet-Zait; mandò ad arrestare molti degli uomini che erano passati dalla sua parte e alcuni del popolo, e li fece uccidere e gettare in un grande pozzo. 20Affidò il paese ad Àlcimo e gli lasciò soldati che lo sostenessero; quindi Bàcchide fece ritorno dal re. 21Àlcimo lottava per il sommo sacerdozio; 22i perturbatori del popolo si unirono tutti a lui, si impadronirono della Giudea e procurarono grandi sventure a Israele. 23Giuda vide tutti i mali che Àlcimo e i suoi fautori facevano agli Israeliti, peggio dei pagani; 24uscì allora nelle regioni intorno alla Giudea, fece vendetta degli uomini che avevano disertato e impedì loro di fare scorrerie nella regione. 25Quando Àlcimo vide che Giuda e i suoi si erano rinforzati e che non avrebbe potuto resistere loro, ritornò presso il re e li accusò di cose malvagie.

26Allora il re mandò Nicànore, uno dei suoi capi più illustri, che nutriva odio e inimicizia per Israele, e gli ordinò di sterminare il popolo. 27Nicànore venne a Gerusalemme con truppe ingenti e mandò messaggeri a Giuda e ai suoi fratelli, a far queste proposte ingannevoli di pace: 28«Non ci sia battaglia tra me e voi. Verrò con pochi uomini, per incontrarmi con voi pacificamente». 29Venne da Giuda e si salutarono a vicenda con segni di pace: ma i nemici stavano pronti per metter le mani su Giuda. 30Quando Giuda fu informato che quello era venuto da lui con inganno, ebbe timore di lui e non volle più vedere la sua faccia. 31Nicànore allora, come vide che il suo piano era stato scoperto, uscì all’attacco contro Giuda verso Cafarsalamà, 32e caddero dalla parte di Nicànore circa cinquecento uomini. Poi ripararono nella Città di Davide.

33Dopo questi fatti Nicànore salì al monte Sion e gli vennero incontro dal santuario alcuni sacerdoti e anziani del popolo, per salutarlo con espressioni di pace e mostrargli l’olocausto offerto per il re. 34Ma egli li schernì, li derise, anzi li oltraggiò e parlò con arroganza; 35giurò incollerito: «Se non sarà consegnato subito Giuda e il suo esercito nelle mie mani, quando tornerò a guerra finita, darò alle fiamme questo tempio». E se ne andò tutto furioso. 36I sacerdoti rientrarono e stando davanti all’altare e al tempio dissero piangendo: 37«Tu hai scelto questo tempio, perché su di esso fosse invocato il tuo nome e fosse casa di orazione e di supplica per il tuo popolo. 38Fa’ vendetta di quest’uomo e delle sue schiere; siano trafitti di spada. Ricòrdati delle loro bestemmie: non lasciarli sopravvivere».

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39Nicànore uscì da Gerusalemme, si accampò a Bet-Oron e l’esercito della Siria gli andò incontro. 40Giuda pose il campo in Adasà con tremila uomini e pregò: 41«Quando gli ufficiali del re assiro lanciarono bestemmie, venne il tuo angelo e ne abbatté centoottantacinquemila: 42abbatti allo stesso modo questo esercito davanti a noi oggi; sappiano gli altri che egli ha parlato empiamente contro il tuo santuario e giudicalo secondo la sua malvagità». 43Si scontrarono gli eserciti in combattimento il tredici del mese di Adar e fu sconfitto l’esercito di Nicànore, anzi egli cadde in battaglia per primo. 44Quando i suoi soldati videro che Nicànore era caduto, gettarono le armi e fuggirono. 45Li inseguirono per una giornata di cammino, da Adasà fino a Ghezer, suonando le trombe dietro a loro per dare l’allarme. 46Uscirono allora uomini da tutti i villaggi circostanti della Giudea e li accerchiarono; essi si voltavano gli uni contro gli altri e caddero tutti di spada: non ne scampò neppure uno. 47I Giudei presero le spoglie e il bottino, mozzarono la testa di Nicànore e la sua destra, che aveva steso con arroganza, e le portarono nei pressi di Gerusalemme, dove le esposero. 48Il popolo fece gran festa e trascorse quel giorno come un solenne giorno di gioia. 49Stabilirono di celebrare ogni anno questo giorno il tredici di Adar. 50Così la Giudea rimase tranquilla per un po’ di tempo.

8 1Giuda venne a conoscere la fama dei Romani: che essi erano molto potenti e favorivano tutti quelli che simpatizzavano per loro e accordavano amicizia a quanti si rivolgevano a loro e che erano forti e potenti. 2Gli furono narrate le loro guerre e le loro imprese gloriose compiute tra i Galli e come li avessero vinti e resi tributari; 3quanto avevano compiuto nella Spagna per impadronirsi delle miniere d’oro e d’argento che vi sono, 4e come avevano sottomesso tutta la regione con la loro saggezza e costanza, benché il paese fosse assai lontano da loro. Avevano vinto i re che erano venuti contro di loro dall’estremità della terra: li avevano sconfitti e avevano inflitto loro gravi colpi, mentre gli altri pagavano loro il tributo ogni anno. 5Avevano poi sconfitto in guerra e sottomesso Filippo e Perseo, re dei Chittìm, e quanti si erano sollevati contro di loro. 6Antioco, il grande re dell’Asia, era sceso in guerra contro di loro con centoventi elefanti, cavalleria, carri e un esercito immenso, ma era stato sconfitto da loro, 7lo avevano preso vivo e gli avevano imposto di pagare, lui e i suoi successori, un tributo ingente, di dare ostaggi e cedere 8la regione dell’India, la Media, la Lidia, tra le migliori loro province; ed essi, dopo averle tolte a lui, le avevano consegnate al re Eumene. 9I Greci avevano deciso di affrontarli e distruggerli, 10ma la cosa era stata da loro risaputa, e avevano mandato contro di loro un solo generale, erano venuti a battaglia con loro e molti caddero uccisi; avevano condotto in schiavitù le loro mogli e i loro figli e avevano saccheggiato i loro beni, avevano conquistato il paese, avevano abbattuto le loro fortezze e li avevano resi soggetti fino ad oggi. 11Avevano distrutto e soggiogato gli altri regni e le isole e quanti per avventura si erano opposti a loro. Con i loro amici invece e con quanti si appoggiavano a loro avevano mantenuto amicizia. 12Avevano assoggettato i re vicini e quelli lontani, e quanti sentivano il loro nome ne avevano timore. 13Quelli che essi vogliono aiutare e far regnare, regnano; quelli che essi vogliono, li depongono, tanto si sono levati in alto. 14Con tutti questi successi nessuno di loro si è imposto il diadema né si è rivestito di porpora per fregiarsene.

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15Essi hanno costituito un consiglio e ogni giorno trecentoventi consiglieri si consultano continuamente riguardo al popolo, perché sia ben governato. 16Affidano il comando e il governo di tutti i loro domìni a uno di loro per un anno e tutti obbediscono a quello solo e non c’è in loro invidia né gelosia.

17Giuda pertanto scelse Eupòlemo, figlio di Giovanni, figlio di Acco, e Giasone, figlio di Eleàzaro, e li inviò a Roma a stringere amicizia e alleanza, 18per liberarsi dal giogo, perché vedevano che il regno dei Greci riduceva Israele in schiavitù. 19Andarono fino a Roma con viaggio lunghissimo, entrarono nel Senato e incominciarono a dire: 20«Giuda, chiamato anche Maccabeo, e i suoi fratelli e il popolo dei Giudei ci hanno inviati a voi, per concludere con voi alleanza e pace e per essere iscritti tra i vostri alleati e amici». 21Piacque loro la proposta. 22Questa è la copia della lettera che trascrissero su tavolette di bronzo e inviarono a Gerusalemme, perché vi rimanesse come documento di pace e alleanza per i Giudei:

23«Ai Romani e alla nazione dei Giudei, prosperità per mare e per terra, sempre! Lontano da loro la spada nemica! 24Se verrà mossa guerra, contro Roma anzitutto, o contro uno qualsiasi dei suoi alleati in tutto il suo dominio, 25la nazione dei Giudei combatterà al loro fianco con piena lealtà, come permetteranno loro le circostanze; 26ai nemici non forniranno né procureranno grano, armi, denaro, navi, secondo quanto ha stabilito Roma, e osserveranno i loro impegni senza compenso. 27Allo stesso modo, se capiterà prima una guerra alla nazione dei Giudei, combatteranno con loro i Romani con tutto l’animo, come permetteranno loro le circostanze; 28ai nemici non forniranno grano, armi, denaro, navi, secondo quanto ha stabilito Roma, e osserveranno questi impegni senza inganno. 29In questi termini i Romani hanno stabilito un’alleanza con il popolo dei Giudei. 30Se dopo queste decisioni vorranno gli uni o gli altri aggiungere o togliere qualche cosa, lo faranno di comune accordo e quanto avranno aggiunto o tolto sarà vincolante. 31Riguardo poi ai mali che il re Demetrio compie ai loro danni, gli abbiamo scritto: “Perché aggravi il giogo sui Giudei, nostri amici e alleati? 32Se dunque si appelleranno contro di te, difenderemo i loro diritti e ti faremo guerra per mare e per terra”».

9 1Quando Demetrio seppe che era morto Nicànore ed era stato distrutto il suo esercito in combattimento, decise di mandare di nuovo Bàcchide e Àlcimo in Giudea e l’ala destra dell’esercito con loro. 2Seguirono la via di Gàlgala e si accamparono sopra Mesalòt in Arbela; la occuparono e vi fecero morire molti uomini. 3Nel primo mese dell’anno centocinquantadue posero il campo contro Gerusalemme. 4Poi lo tolsero e si portarono a Berea con ventimila fanti e duemila cavalieri. 5Giuda era accampato a Elasà con tremila uomini scelti. 6Quando videro la massa di un esercito così numeroso, ne rimasero sgomenti e molti si dileguarono dal campo e non restarono che ottocento uomini. 7Giuda vide che il suo esercito si disgregava mentre la battaglia incalzava; si sentì venire meno il cuore, perché non aveva possibilità di radunare i suoi, 8e tutto affranto disse ai superstiti: «Alziamoci e andiamo contro i nostri avversari, nella speranza di poterli debellare». 9Ma lo dissuadevano dicendo: «Per il momento non riusciremo a fare altro che metterci in salvo, ma torneremo poi con i nostri fratelli e combatteremo contro di loro; da soli

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siamo troppo pochi». 10Giuda disse: «Non faremo mai una cosa simile: fuggire da loro! Se è giunta la nostra ora, moriamo da eroi per i nostri fratelli e non lasciamo ombra alla nostra gloria». 11L’esercito nemico uscì dal campo, schierandosi contro i Giudei: la cavalleria si divise in due ali e i frombolieri e gli arcieri precedevano lo schieramento; i più validi erano tutti in prima fila e Bàcchide stava all’ala destra. 12La falange si mosse avanzando ai due lati, al suono delle trombe; anche dalla parte di Giuda si diede fiato alle trombe. 13La terra fu scossa dal fragore degli eserciti. Si scatenò la battaglia che durò dal mattino fino a sera. 14Giuda notò che Bàcchide e la parte più forte dell’esercito erano a destra: allora si unirono a lui tutti i più coraggiosi 15e fu travolta l’ala destra dal loro urto ed egli la inseguì fino al monte di Azoto. 16Ma quelli dell’ala sinistra, vedendo che era stata sconfitta l’ala destra, si volsero sugli stessi passi di Giuda e dei suoi uomini assalendoli alle spalle. 17Così si accese la battaglia e caddero molti feriti a morte, da una parte e dall’altra; 18cadde anche Giuda e gli altri fuggirono.

19Giònata e Simone raccolsero Giuda, loro fratello, e lo seppellirono nel sepolcro dei suoi padri, a Modin. 20Tutto Israele lo pianse: furono in gran lutto e fecero lamenti per molti giorni, esclamando: 21«Come è potuto cadere l’eroe che salvava Israele?». 22Il resto delle imprese di Giuda e delle battaglie, degli eroismi di cui diede prova e dei suoi titoli di gloria non è stato scritto, perché troppo grande era il loro numero.

23Dopo la morte di Giuda riapparvero gli iniqui in tutto il territorio d’Israele e risorsero tutti gli operatori d’ingiustizia. 24In quei giorni sopravvenne una terribile carestia e gli stessi abitanti della regione passarono dalla loro parte. 25Bàcchide scelse uomini rinnegati e li fece padroni della regione. 26Si diedero a ricercare e braccare gli amici di Giuda e li conducevano da Bàcchide, che si vendicava di loro e li scherniva. 27Ci fu grande tribolazione in Israele, come non si verificava dal giorno in cui non era più apparso un profeta in mezzo a loro. 28Allora tutti gli amici di Giuda si radunarono e dissero a Giònata: 29«Da quando è morto tuo fratello Giuda, non c’è uomo simile a lui per condurre l’azione contro i nemici e Bàcchide, e contro gli avversari della nostra nazione. 30Ora noi oggi eleggiamo te nostro capo e condottiero al suo posto, per combattere le nostre battaglie». 31Giònata assunse il comando in quella occasione e prese il posto di Giuda, suo fratello.

32Bàcchide, avutane notizia, cercava di ucciderlo. 33Ma Giònata e Simone, suo fratello, con tutti i loro seguaci, lo seppero e fuggirono nel deserto di Tekòa e si accamparono presso la cisterna di Asfar. 34Bàcchide però lo venne a sapere in giorno di sabato e si portò anche lui con tutto il suo esercito al di là del Giordano. 35Giònata inviò suo fratello, capo della turba, a chiedere ai Nabatei, suoi amici, di poter deporre presso di loro i propri equipaggiamenti, che erano abbondanti. 36Ma i figli di Iambrì, che abitavano a Màdaba, fecero una razzia e catturarono Giovanni con tutte le cose che aveva e portarono via tutto. 37Dopo questo fatto riferirono a Giònata e a Simone, suo fratello: «I figli di Iambrì celebrano una grande festa di nozze e da Nadabàt conducono la sposa, figlia di uno dei grandi magnati di Canaan, con corteo solenne». 38Si ricordarono allora del sangue del loro fratello Giovanni, perciò si mossero e si appostarono in un antro del monte. 39Ed ecco, alzando gli occhi, videro un corteo numeroso e festante e lo sposo con gli amici e i fratelli, che avanzava incontro al corteo, con tamburelli e strumenti musicali e grande apparato. 40Balzando sopra di loro dall’appostamento in cui si trovavano, li

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trucidarono; molti caddero colpiti a morte mentre gli altri ripararono sul monte, ed essi presero le loro spoglie. 41Le nozze furono mutate in lutto e i suoni delle loro musiche in lamento. 42Così vendicarono il sangue del loro fratello e ritornarono nelle paludi del Giordano.

43Bàcchide ne ebbe notizia e venne in giorno di sabato fin sulle sponde del Giordano con un numeroso esercito. 44Giònata disse ai suoi: «Alziamoci e combattiamo per la nostra vita, perché oggi non è come ieri e l’altro ieri. 45Ecco, abbiamo i nemici di fronte a noi e alle spalle, dall’uno e dall’altro lato abbiamo l’acqua del Giordano, la palude e la boscaglia: non c’è possibilità di scampo. 46Alzate perciò ora le vostre grida al Cielo, perché possiate salvarvi dalla mano dei vostri nemici». 47E si attaccò battaglia. Giònata stese la mano per colpire Bàcchide, ma questi lo scansò e si tirò indietro. 48Allora Giònata e i suoi uomini si gettarono nel Giordano e raggiunsero a nuoto l’altra sponda; ma gli altri non passarono il Giordano per inseguirli. 49Dalla parte di Bàcchide caddero in quella giornata circa mille uomini. 50Bàcchide poi tornò a Gerusalemme ed edificò fortezze in tutta la Giudea: le fortezze di Gerico, Èmmaus, Bet-Oron, Betel, Tamnata, Piratòn e Tefon, con mura alte, porte e sbarre, e 51vi pose un presidio per molestare Israele. 52Fortificò anche la città di Bet-Sur, Ghezer e la Cittadella e vi stabilì milizie e vettovaglie. 53Prese come ostaggi i figli dei capi della regione e li pose come prigionieri nella Cittadella a Gerusalemme.

54Nell’anno centocinquantatré, nel secondo mese, Àlcimo ordinò di demolire il muro del cortile interno del santuario; distrusse così l’opera dei profeti. Si incominciò dunque a demolire. 55Ma in quel tempo Àlcimo ebbe un grave malore e la sua opera fu interrotta. La sua bocca rimase impedita e paralizzata, e non poteva più parlare né dare disposizioni per la sua casa. 56Àlcimo morì in quel tempo con grande tormento. 57Bàcchide, vedendo che Àlcimo era morto, se ne tornò presso il re, e la Giudea rimase tranquilla per due anni.

58Tutti gli iniqui tennero questo consiglio: «Ecco, Giònata e i suoi vivono tranquilli e sicuri. Noi dunque faremo venire Bàcchide, che li catturerà tutti in una sola notte». 59Andarono e tennero consiglio da lui. 60Egli si mosse per venire con un esercito numeroso e mandò di nascosto lettere a tutti i suoi fautori nella Giudea, perché s’impadronissero di Giònata e dei suoi. Ma non vi riuscirono, perché era stata svelata la loro trama. 61Anzi, questi presero una cinquantina di uomini, tra i promotori di tale scelleratezza nel paese, e li misero a morte. 62Poi Giònata e Simone con i loro uomini si ritirarono a Bet-Basì nel deserto, ricostruirono le sue rovine e la fortificarono. 63Lo seppe Bàcchide; radunò la sua gente e avvisò quelli della Giudea. 64Quindi andò ad accamparsi presso Bet-Basì e l’attaccò per molti giorni allestendo anche macchine. 65Giònata lasciò Simone, suo fratello, nella città e uscì nella regione, percorrendola con un drappello di armati. 66Batté Odomerà con i suoi fratelli e i figli di Fasiròn nel loro attendamento. Cominciarono così a battersi e aumentarono di forze. 67Simone, a sua volta, e i suoi fecero una sortita dalla città e incendiarono le macchine. 68Poi attaccarono Bàcchide, che fu da loro sconfitto, e lo posero in grande angustia, perché il suo piano e la sua impresa erano andati a vuoto. 69Si rivolse con rabbia contro quegli iniqui, che l’avevano consigliato di venire in quella regione, e ne mandò a morte molti; poi decise di ritornare nella sua terra. 70Giònata lo seppe e gli mandò messaggeri per concludere la pace e scambiare i prigionieri. 71Quegli accettò e fece secondo le sue proposte,

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giurandogli che non gli avrebbe recato alcun male per il resto dei suoi giorni; 72gli restituì i prigionieri che prima aveva catturato nella Giudea e, messosi sulla via del ritorno, se ne andò nella sua terra e non volle più tornare nel loro territorio. 73Così si riposò la spada in Israele. Giònata si stabilì a Micmas. Incominciò a governare il popolo e fece sparire i rinnegati da Israele.

10 1Nell’anno centosessanta Alessandro Epìfane, figlio di Antioco, s’imbarcò e

occupò Tolemàide, dove fu ben accolto e cominciò a regnare. 2Quando lo seppe, il re Demetrio radunò un esercito molto grande e gli mosse contro per fargli guerra. 3Demetrio mandò anche lettere a Giònata, con espressioni di amicizia per esaltarlo. 4Diceva infatti tra sé: «Affrettiamoci a far pace con Giònata, prima che lui la faccia con Alessandro contro di noi. 5Si ricorderà certo di tutti i mali che abbiamo causato a lui, ai suoi fratelli e al suo popolo». 6Gli concesse facoltà di raccogliere milizie, di preparare armi e considerarsi suo alleato, e gli fece restituire gli ostaggi che erano nella Cittadella. 7Giònata venne a Gerusalemme e lesse le lettere davanti a tutto il popolo e a quelli della Cittadella, 8i quali ebbero grande timore quando sentirono che il re gli aveva concesso facoltà di arruolare milizie. 9Quelli della Cittadella perciò restituirono gli ostaggi a Giònata, che li rese ai loro genitori. 10Giònata allora pose la residenza a Gerusalemme e incominciò a ricostruire e rinnovare la città. 11Ordinò ai costruttori di edificare le mura e la cinta muraria del monte Sion con pietre quadrate per fortificazione, e così fecero. 12Gli stranieri che stavano nelle fortezze edificate da Bàcchide fuggirono, 13abbandonando ciascuno la sua posizione e tornando alla propria terra; 14solo a Bet-Sur rimasero alcuni traditori della legge e dei comandamenti, e fu quello il loro rifugio.

15Il re Alessandro seppe dell’ambasciata che Demetrio aveva mandato a Giònata; gli narrarono anche le battaglie e gli atti di valore che egli e i suoi fratelli avevano compiuto e le fatiche sopportate. 16Allora disse: «Troveremo un altro come lui? Facciamocelo amico e nostro alleato». 17Scrisse e spedì a lui questa lettera:

18«Il re Alessandro al fratello Giònata, salute! 19Abbiamo sentito dire di te che sei uomo forte e potente e disposto a essere nostro amico. 20Noi dunque ti nominiamo oggi sommo sacerdote del tuo popolo e amico del re – gli aveva inviato anche la porpora e la corona d’oro – perché tu favorisca la nostra causa e mantenga amicizia con noi». 21Giònata indossò le vesti sacre nel settimo mese dell’anno centosessanta, nella festa delle Capanne, arruolò soldati e fece preparare molte armi.

22Demetrio venne a sapere queste cose e rattristato disse: 23«Perché abbiamo lasciato che Alessandro ci prevenisse nell’accaparrarsi l’amicizia dei Giudei a suo sostegno? 24Scriverò anch’io parole d’invito con proposte di onori e di doni, perché mi siano di aiuto». 25Scrisse loro in questi termini: «Il re Demetrio alla nazione dei Giudei, salute! 26Avete osservato le nostre alleanze, siete rimasti nella nostra amicizia e non siete passati ai nostri nemici: l’abbiamo saputo e ce ne siamo rallegrati. 27Continuate dunque a mantenerci la vostra fedeltà e ricambieremo con favori quello che farete per noi. 28Vi concederemo ampie immunità e vi invieremo doni. 29Fin da ora dispenso voi ed esonero tutti i Giudei dal tributo e dalla tassa del sale e dalle corone. 30Rinuncio anche da oggi in poi a riscuotere dalla Giudea e dai tre distretti che le sono annessi, dalla Samaria e dalla Galilea, la terza parte del

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grano e la metà dei frutti degli alberi che mi spetta, da oggi per sempre. 31Gerusalemme con il suo distretto sia santa ed esente dalle decime e dai tributi. 32Rinuncio al potere sulla Cittadella di Gerusalemme e la cedo al sommo sacerdote, perché vi stabilisca uomini da lui scelti a presidiarla. 33Rimetto in libertà senza compenso ogni persona giudea, fatta prigioniera fuori del paese di Giuda in tutti i miei domìni; tutti siano esonerati dai tributi, anche da quelli del bestiame. 34Tutte le feste, i sabati, i noviluni, i giorni stabiliti, il triduo prima e il triduo dopo la festa, siano tutti giorni di esenzione e di immunità per tutti i Giudei che sono nel mio regno; 35nessuno avrà il potere di intentare causa contro di loro o di disturbarli per alcun motivo. 36Si arruoleranno nell’esercito del re fino a trentamila uomini e sarà dato loro il soldo, come spetta a tutte le forze del re. 37Sarà posto di stanza qualcuno di loro nelle più grandi fortezze del re e alcuni di loro saranno preposti agli affari di fiducia del regno; i loro superiori e i comandanti saranno scelti tra di loro e potranno regolarsi secondo le loro leggi, come ha prescritto il re anche per la Giudea. 38I tre distretti assegnati alla Giudea, detraendoli dalla regione della Samaria, saranno riconosciuti alla Giudea e considerati come sottoposti a uno solo e non dipendenti da altra autorità che non sia quella del sommo sacerdote. 39Assegno Tolemàide e le sue dipendenze come dono al tempio di Gerusalemme, per le spese necessarie al santuario. 40Dai diritti del re sulle località di mia spettanza, io ogni anno assegno quindicimila sicli d’argento. 41Gli ulteriori contributi, che non sono stati versati dagli incaricati come negli anni precedenti, d’ora in poi saranno corrisposti per le opere del tempio. 42Oltre a ciò, i cinquemila sicli che venivano prelevati dall’ammontare delle entrate annuali del tempio, sono condonati anch’essi, perché appartengono ai sacerdoti che vi prestano servizio. 43Chiunque si rifugerà nel tempio di Gerusalemme e nella sua zona, con debiti da rendere al re o per qualunque motivo, sarà dichiarato libero con quanto gli appartiene nel mio regno. 44Per le costruzioni e i restauri nel tempio le spese saranno sostenute dalla cassa del re. 45Anche per la costruzione delle mura e delle fortificazioni intorno a Gerusalemme le spese saranno sostenute dall’erario del re e così per la costruzione di mura nella Giudea».

46Quando Giònata e il popolo intesero simili espressioni, non vi prestarono fede e non le accettarono, ricordando le grandi iniquità da lui compiute contro Israele e quanto li avesse fatti soffrire. 47Invece preferirono Alessandro, perché questi era stato il primo ad avviare trattative di pace, e gli furono sempre alleati.

48Il re Alessandro raccolse grandi forze e uscì in campo contro Demetrio. 49I due re attaccarono battaglia e l’esercito di Demetrio fu messo in fuga; Alessandro lo inseguì ed ebbe la meglio sulle sue truppe. 50La battaglia infuriò fino al tramonto del sole e Demetrio cadde ucciso in quel giorno. 51Alessandro mandò allora ambasciatori a Tolomeo, re d’Egitto, con questo messaggio: 52«Ecco, sono rientrato nel mio regno e mi sono seduto sul trono dei miei padri; ho ripreso il comando e ho sconfitto Demetrio e mi sono impadronito della nostra regione. 53Infatti gli ho mosso guerra ed egli e il suo esercito sono stati sconfitti da noi, sicché ci siamo seduti sul trono del suo regno. 54Ora, perciò, concludiamo tra noi un patto di amicizia; tu concedimi in sposa tua figlia, io sarò tuo genero e offrirò a te e a lei doni degni di te».

55Il re Tolomeo rispose: «Felice il giorno in cui sei tornato nella terra dei tuoi padri e ti sei seduto sul trono del loro regno. 56Io farò quanto hai proposto, ma tu

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vienimi incontro fino a Tolemàide, perché possiamo vederci l’un l’altro, e io diventerò tuo suocero, come hai chiesto».

57Tolomeo partì dall’Egitto con la figlia Cleopatra e si recò a Tolemàide nell’anno centosessantadue. 58Gli andò incontro il re Alessandro: Tolomeo gli diede sua figlia Cleopatra e celebrò le sue nozze a Tolemàide, secondo lo stile dei re, in grande sfarzo.

59Il re Alessandro scrisse a Giònata di venirgli incontro. 60Egli andò con grande sfarzo a Tolemàide e s’incontrò con i due re; offrì a loro e ai loro amici oro e argento e molti doni, e si guadagnò il loro favore. 61Si accordarono però contro di lui uomini pestiferi d’Israele, traditori della legge, per deporre contro di lui, ma il re non prestò loro ascolto. 62Il re invece diede ordine di far deporre a Giònata le sue vesti e di rivestirlo della porpora, e l’ordine fu eseguito. 63Il re lo fece sedere accanto a sé e disse ai suoi ufficiali: «Attraversate con lui la città e proclamate che nessuno porti accuse contro di lui, per qualunque motivo, e nessuno gli rechi molestia in alcun modo». 64Ora, quando i suoi accusatori videro gli onori che riceveva, come proclamava il banditore, e che era stato rivestito di porpora, si dileguarono tutti. 65Il re gli conferì onori e lo ascrisse tra i suoi primi amici e lo costituì stratega e governatore della provincia. 66Così Giònata tornò a Gerusalemme in pace e gioia.

67Nell’anno centosessantacinque Demetrio, figlio di Demetrio, venne da Creta nella terra dei suoi padri. 68Il re Alessandro, quando lo seppe, ne fu assai preoccupato e tornò ad Antiòchia. 69Demetrio affidò il governo della Celesiria ad Apollònio, il quale, radunato un grande esercito, si accampò presso Iàmnia e inviò al sommo sacerdote Giònata questo messaggio:

70«Soltanto tu ti sei alzato contro di noi e io sono diventato oggetto di derisione e di scherno a causa tua. Perché ti fai forte contro di noi stando sui monti? 71Ora, se sei tanto sicuro delle tue forze, scendi contro di noi nella pianura e qui misuriamoci, perché con me c’è la forza delle città. 72Infórmati e sappi chi sono io e chi sono gli altri che ci aiutano. Ti diranno: “Non potete tenere saldo il piede davanti a noi, perché già due volte sono stati da noi respinti i tuoi padri nella loro terra”. 73Così ora non potrai resistere alla cavalleria e a un esercito come il nostro in pianura, ove non c’è roccia né scoglio né luogo in cui rifugiarsi». 74Quando Giònata intese le parole di Apollònio, ne ebbe l’animo irritato; scelse diecimila uomini e uscì da Gerusalemme. Suo fratello Simone gli venne incontro per aiutarlo. 75Si accampò presso Giaffa, ma gli abitanti avevano chiuso la città, perché a Giaffa c’era un presidio di Apollònio. Le diedero l’assalto 76e i cittadini, spaventati, aprirono. Così Giònata divenne padrone di Giaffa. 77Apollònio lo seppe e mise in campo tremila cavalieri e molte truppe e si mosse verso Azoto, come se intendesse fare quel percorso; ma subito si spinse nella pianura, poiché aveva una cavalleria numerosa, sulla quale contava. 78Giònata lo inseguì alle spalle in direzione di Azoto e gli eserciti attaccarono battaglia. 79Apollònio aveva lasciato un migliaio di cavalieri nascosti dietro di loro; 80Giònata però si era accorto che c’era un appostamento dietro di lui. Quelli circondarono il suo schieramento e lanciarono frecce contro le truppe dal mattino alla sera. 81Ma le truppe tennero fermo, come aveva ordinato Giònata, mentre i cavalli di quelli si stancarono. 82Allora Simone fece uscire le sue riserve e attaccò la falange e, poiché la cavalleria ormai era esausta, quelli furono da lui travolti e si diedero alla fuga; 83i cavalieri si dispersero nella pianura: fuggirono verso Azoto ed entrarono in Bet-Dagon, il tempio del loro

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idolo, in cerca di scampo. 84Giònata allora incendiò Azoto e le città dei dintorni, prese le loro spoglie e diede alle fiamme anche il tempio di Dagon con quanti vi si erano rifugiati. 85Gli uccisi di spada e i morti tra le fiamme assommarono a circa ottomila uomini. 86Poi Giònata tolse il campo di là e si accampò di fronte ad Àscalon, e i cittadini gli vennero incontro con grandi onori. 87Così Giònata tornò a Gerusalemme con i suoi uomini carichi di bottino. 88Il re Alessandro, udendo queste notizie, aumentò gli onori a Giònata; 89gli inviò la fibbia d’oro, che si usa donare ai parenti del re, e gli diede in possesso Ekron e tutto il suo territorio.

11 1Il re d’Egitto raccolse forze numerose come la sabbia che è lungo il lido del mare e molte navi, cercando d’impadronirsi con inganno del regno di Alessandro per annetterlo al proprio regno. 2Venne in Siria con dimostrazioni pacifiche, e tutte le città gli aprivano le porte e gli andavano incontro, perché era ordine del re Alessandro di andargli incontro, essendo suo suocero. 3Ma quando Tolomeo entrava nelle città, stabiliva in ognuna di esse le sue truppe di guarnigione. 4Quando giunse ad Azoto, gli mostrarono il tempio di Dagon bruciato e Azoto e i villaggi intorno distrutti, i cadaveri buttati qua e là e quelli carbonizzati, che Giònata aveva bruciato nella guerra: li avevano appunto accumulati lungo il suo percorso. 5Raccontarono al re quanto aveva fatto Giònata, per metterlo in cattiva luce, ma il re tacque. 6Giònata andò incontro al re a Giaffa con sfarzo e si salutarono scambievolmente e vi passarono la notte. 7Giònata accompagnò poi il re fino al fiume chiamato Elèutero e fece ritorno a Gerusalemme. 8Il re Tolomeo si impadronì di tutte le città della costa fino a Selèucia marittima e covava piani iniqui riguardo ad Alessandro. 9Mandò ambasciatori a dire al re Demetrio: «Su, concludiamo un’alleanza fra noi: io ti darò mia figlia che Alessandro ha in moglie, e regnerai nel regno di tuo padre. 10Mi sono pentito di avergli dato mia figlia, perché ha cercato di uccidermi». 11In realtà lo calunniava, perché egli aspirava al suo regno. 12Quindi, toltagli la figlia, la diede a Demetrio e cambiò atteggiamento verso Alessandro e così divenne manifesta la loro inimicizia. 13Tolomeo entrò in Antiòchia e cinse la corona dell’Asia; si pose in capo due corone, quella dell’Egitto e quella dell’Asia. 14Il re Alessandro in quel frattempo era in Cilicia, perché si erano sollevati gli abitanti di quelle province. 15Appena seppe la cosa, Alessandro venne contro di lui per combatterlo. Tolomeo condusse l’esercito contro di lui, gli andò incontro con forze ingenti e lo sconfisse. 16Alessandro fuggì in Arabia per trovarvi scampo e il re Tolomeo trionfò. 17L’arabo Zabdièl tagliò la testa ad Alessandro e la mandò a Tolomeo. 18Ma anche il re Tolomeo morì al terzo giorno, e coloro che si trovavano nelle sue fortezze furono sopraffatti da quelli che già erano di stanza nelle fortezze. 19Così Demetrio divenne re nell’anno centosessantasette.

20In quei giorni Giònata radunò gli uomini della Giudea per espugnare la Cittadella di Gerusalemme e allestì molte macchine contro di essa. 21Allora alcuni nemici del popolo, uomini iniqui, che odiavano la propria gente, corsero dal re ad annunciare che Giònata assediava la Cittadella. 22Sentendo la cosa, quegli si adirò; quando ne ebbe conferma, si mise subito in viaggio, venne a Tolemàide e scrisse a Giònata di sospendere l’assedio e di andargli incontro a Tolemàide al più presto per un colloquio. 23Quando Giònata ricevette il messaggio, ordinò di continuare l’assedio e, scelti alcuni anziani e sacerdoti, decise di esporre se stesso al pericolo;

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24prese con sé argento e oro, vesti e molti altri doni, e si recò dal re a Tolemàide e trovò favore presso di lui. 25C’erano però alcuni rinnegati del suo popolo a deporre contro di lui, 26ma il re lo trattò come lo avevano trattato i suoi predecessori e lo esaltò davanti a tutti i suoi amici, 27lo confermò nella dignità di sommo sacerdote e in tutti gli onori che aveva prima e stabilì che fosse annoverato tra i primi suoi amici. 28Giònata poi chiese che il re dichiarasse la Giudea esente dai tributi, insieme alle tre toparchie e alla Samaria, e gli promise trecento talenti. 29Il re acconsentì e scrisse a Giònata, a proposito di tutto questo, lettere del seguente tenore:

30«Il re Demetrio al fratello Giònata e alla nazione dei Giudei, salute! 31Rimettiamo anche a voi copia della lettera che abbiamo scritto a Làstene, nostro parente, intorno a voi, perché ne prendiate conoscenza. 32“Re Demetrio a Làstene, suo padre, salute! 33Abbiamo deciso di beneficare la nazione dei Giudei, nostri amici e rispettosi dei nostri diritti, per la loro benevolenza nei nostri riguardi. 34Abbiamo assegnato loro il territorio della Giudea e i tre distretti di Afèrema, Lod e Ramatàim; restano trasferiti dalla Samaria alla Giudea con le loro dipendenze in favore di quanti offrono sacrifici a Gerusalemme, in compenso dei diritti che il re prelevava in passato ogni anno da loro sui frutti della terra e degli alberi. 35D’ora innanzi tutte le altre nostre competenze delle decime e delle tasse a noi dovute e le saline e le corone a noi spettanti, tutto condoniamo loro. 36Nessuna di queste disposizioni sarà mai revocata da oggi e per sempre. 37Sia dunque vostra cura preparare una copia della presente e rimetterla a Giònata, perché sia esposta sul monte santo in luogo visibile”».

38Il re Demetrio, vedendo che il paese rimaneva tranquillo sotto di lui e nessuno gli faceva resistenza, congedò tutte le sue truppe perché ognuno tornasse a casa sua, eccetto le forze straniere che aveva assoldate dalle isole dei pagani. Allora gli si inimicarono tutte le milizie dei suoi padri. 39Trifone, che prima stava con quelli di Alessandro, come vide che tutte le milizie mormoravano contro Demetrio, andò presso l’arabo Imalcuè, che allevava il piccolo Antioco, figlio di Alessandro, 40e insisteva perché glielo cedesse per farlo regnare al posto di suo padre. Gli riferì quanto aveva detto Demetrio e l’ostilità che avevano per lui i soldati e rimase là molti giorni. 41Giònata intanto mandò a chiedere al re Demetrio che richiamasse da Gerusalemme gli occupanti della Cittadella e quelli delle altre fortezze, perché erano sempre in lotta con Israele. 42Demetrio fece rispondere a Giònata: «Non solo questo farò per te e per la tua nazione, ma colmerò te e la tua nazione di onori appena ne avrò l’opportunità. 43Ora però farai bene a inviarmi uomini che combattano con me, perché si sono ritirate le mie truppe». 44Giònata gli inviò ad Antiòchia tremila uomini tra i più forti; essi si recarono presso il re e il re si rallegrò della loro venuta. 45I cittadini si radunarono al centro della città in numero di circa centoventimila e volevano eliminare il re. 46Il re si rifugiò nel palazzo, i cittadini occuparono le vie della città e incominciarono a combattere. 47Il re chiamò in aiuto i Giudei, i quali accorsero tutti presso di lui, poi si sparsero per la città e ne uccisero in quel giorno circa centomila; 48quindi incendiarono la città, fecero in quel giorno gran bottino e salvarono il re. 49I cittadini videro che i Giudei si erano impadroniti della città a loro piacere, si persero d’animo e gridarono al re con voce supplichevole: 50«Dacci la mano destra e desistano i Giudei dal combattere noi e la città». 51Gettarono le armi e fecero la pace. Così i Giudei si coprirono di gloria davanti al re e presso quanti erano nel suo regno, e fecero

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ritorno a Gerusalemme portando grande bottino. 52Demetrio rimase sul trono del suo regno, e il paese rimase tranquillo sotto di lui. 53Ma rinnegò quanto aveva detto, cambiò rapporti con Giònata e non corrispose alla benevolenza che gli aveva dimostrata e lo fece soffrire molto.

54Dopo questi fatti, Trifone ritornò con Antioco ancora adolescente, il quale cominciò a regnare e cinse la corona. 55Si raccolsero presso di lui tutte le milizie che Demetrio aveva congedato; combatterono contro costui, il quale fuggì e rimase sconfitto. 56Trifone catturò gli elefanti e si impadronì di Antiòchia. 57Allora il giovane Antioco scrisse a Giònata: «Ti confermo il sommo sacerdozio, ti faccio capo dei quattro distretti e ti concedo di essere tra gli amici del re». 58Gli inviò vasi d’oro e un servizio da tavola, con la facoltà di bere in vasi d’oro, di vestire la porpora e portare la fibbia d’oro. 59Nominò anche Simone, suo fratello, comandante dalla Scala di Tiro fino ai confini dell’Egitto. 60Giònata poi si diede a percorrere la regione dell’Oltrefiume e le varie città e accorse a lui, come alleato, tutto l’esercito della Siria. Andò ad Àscalon e i cittadini gli uscirono incontro a rendergli omaggio. 61Di là passò a Gaza, ma gli abitanti di Gaza gli chiusero le porte; egli la cinse d’assedio e incendiò i sobborghi e li saccheggiò. 62Allora quelli di Gaza supplicarono Giònata, il quale diede loro la destra, prelevando i figli dei loro capi come ostaggi e inviandoli a Gerusalemme; poi percorse la regione fino a Damasco. 63Giònata venne a sapere che i capi di Demetrio si trovavano presso Kedes di Galilea con un numeroso esercito, con l’intenzione di distoglierlo dall’impresa. 64Egli si mosse contro di loro, lasciando il fratello Simone nel paese. 65Simone si accampò contro Bet-Sur e l’assalì per molti giorni assediandola. 66Allora supplicarono che desse loro la destra ed egli la diede, ma li fece sloggiare di là, occupò la città e vi pose una guarnigione. 67Giònata, a sua volta, e il suo esercito si erano accampati presso il lago di Gennèsaret e raggiunsero di buon mattino la pianura di Asor. 68Ed ecco l’esercito degli stranieri avanzare contro di lui nella pianura, dopo aver disposto un’imboscata contro di lui sui monti. Essi avanzavano di fronte, 69quando quelli che erano appostati sbucarono dalle loro posizioni e attaccarono battaglia. 70Tutti gli uomini di Giònata fuggirono, nessuno di loro rimase, se non Mattatia, figlio di Assalonne, e Giuda, figlio di Calfì, comandanti di contingenti dell’esercito. 71Allora Giònata si stracciò le vesti, si cosparse il capo di polvere e si prostrò a pregare. 72Poi ritornò a combattere contro di loro, li sconfisse e li costrinse alla fuga. 73I suoi che erano fuggiti, quando videro ciò, ritornarono a lui e con lui si diedero all’inseguimento fino a Kedes, dov’era il loro accampamento, e là anche loro si accamparono. 74Gli stranieri caduti in quel giorno furono circa tremila. Giònata tornò poi a Gerusalemme.

12 1Giònata, vedendo che le circostanze gli erano propizie, scelse alcuni uomini e

li inviò a Roma per ristabilire e rinnovare l’amicizia con i Romani. 2Anche presso gli Spartani e in altre località inviò lettere sullo stesso argomento. 3Partirono dunque per Roma, entrarono nel Senato e dissero: «Giònata, sommo sacerdote, e la nazione dei Giudei ci hanno inviati a rinnovare l’amicizia e l’alleanza con loro come prima». 4E i Romani diedero loro delle lettere per le autorità dei vari luoghi, perché favorissero il loro ritorno pacifico in Giudea.

5Questa è invece la copia della lettera che Giònata scrisse agli Spartani:

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6«Giònata, sommo sacerdote, e il consiglio degli anziani della nazione, i sacerdoti e il resto del popolo dei Giudei, agli Spartani, loro fratelli, salute! 7Già in passato era stata spedita una lettera a Onia, sommo sacerdote, da parte di Areo, che regnava fra di voi, con l’attestazione che siete nostri fratelli, come risulta dalla copia annessa. 8Onia aveva accolto con onore l’inviato e aveva accettato la lettera, nella quale erano dichiarazioni di alleanza e di amicizia. 9Noi dunque, pur non avendone bisogno, avendo a conforto le scritture sacre che sono nelle nostre mani, 10ci siamo indotti a questa missione per rinnovare la fratellanza e l’amicizia con voi, in modo da non diventare per voi degli estranei; molti anni infatti sono passati da quando mandaste messaggeri a noi. 11Noi dunque fedelmente, in tutte le feste e negli altri giorni prescritti, ci ricordiamo di voi nei sacrifici che offriamo e nelle nostre invocazioni, com’è doveroso e conveniente ricordarsi dei fratelli. 12Ci rallegriamo della vostra gloria. 13Noi invece siamo stati stretti da tante oppressioni e molte guerre: ci hanno combattuto i re dei paesi vicini, 14ma non abbiamo voluto disturbare né voi né gli altri nostri alleati e amici in queste lotte; 15abbiamo infatti dal Cielo un valido aiuto, per il quale siamo stati liberati dai nostri nemici, mentre essi sono stati umiliati. 16Ora abbiamo designato Numenio, figlio di Antioco, e Antìpatro, figlio di Giasone, e li abbiamo inviati presso i Romani a rinnovare la precedente amicizia e alleanza con loro. 17Abbiamo quindi dato loro disposizioni di passare anche da voi, per salutarvi e consegnarvi la nostra lettera, riguardante la ripresa dei nostri rapporti e la nostra fratellanza. 18Voi dunque farete cosa ottima, comunicandoci una risposta al riguardo».

19E questa è la copia della lettera che essi avevano inviato a Onia: 20«Areo, re degli Spartani, a Onia, grande sacerdote, salute! 21Si è trovato in

una scrittura, riguardante gli Spartani e i Giudei, che essi sono fratelli e che discendono dalla stirpe di Abramo. 22Ora, dal momento che siamo venuti a conoscenza di questo fatto, ci farete cosa gradita, scrivendoci sui vostri sentimenti di amicizia. 23Noi intanto vi rispondiamo: “Il vostro bestiame e i vostri averi ci appartengono e i nostri appartengono a voi”. Abbiamo quindi ordinato che vi sia riferito in questo senso».

24Giònata ebbe notizia che i generali di Demetrio erano ritornati con forze più numerose di prima, per ritentare la guerra contro di lui. 25Egli si mosse da Gerusalemme e andò loro incontro nella regione di Amat, perché non volle dare loro il tempo di penetrare nella sua regione. 26Mandò nel loro campo delle spie, le quali tornarono annunciando che essi stavano disponendosi per dare loro l’assalto di notte. 27Quando fu il tramonto, Giònata comandò ai suoi di vegliare tutta la notte e di stare con le armi pronte per la battaglia, e dispose sentinelle intorno al campo. 28Ma anche gli avversari seppero che Giònata e i suoi uomini stavano pronti per la battaglia; furon presi da timore, si persero d’animo, accesero fuochi nel loro campo e fuggirono. 29Giònata e i suoi uomini non si accorsero di nulla fino al mattino, perché continuavano a vedere il bagliore dei fuochi. 30Giònata allora si diede a inseguirli, ma non poté raggiungerli, perché avevano passato il fiume Elèutero. 31Giònata allora piegò sugli Arabi chiamati Zabadei, li assalì e si impadronì delle loro spoglie. 32Poi ripartì e andò a Damasco, e si diede a percorrere tutto il paese. 33Anche Simone fece una spedizione, marciando fino ad Àscalon e ai vicini posti di guarnigione, poi piegò su Giaffa e la conquistò: 34aveva sentito infatti che avevano intenzione di consegnare la fortezza ai partigiani di Demetrio; perciò vi pose una guarnigione per presidiarla.

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35Quando Giònata fu di ritorno, radunò in assemblea gli anziani del popolo e deliberò con loro di costruire fortezze in Giudea, 36di sopraelevare le mura di Gerusalemme e di alzare una grande barriera tra la città e la Cittadella per separare questa dalla città, affinché fosse isolata, così che non potessero più né comperare né vendere. 37Si organizzarono dunque per ricostruire la città e, poiché era rovinata parte del muro sul torrente dal lato orientale, Giònata allestì il cosiddetto Cafenatà. 38Simone a sua volta ricostruì Adidà nella Sefela, fortificandola e applicandovi porte e sbarre.

39Intanto Trifone cercava di diventare re dell’Asia, cingere la corona e stendere la mano contro il re Antioco, 40ma sospettava che Giònata glielo impedisse e, nel caso, gli muovesse guerra. Perciò cercava di averlo nelle mani e di eliminarlo; si mosse dunque e venne a Bet-Sean. 41Giònata gli uscì incontro con quarantamila uomini scelti e inquadrati e venne a Bet-Sean. 42Trifone, vedendo che era venuto con un numeroso esercito, si guardò bene dal mettergli le mani addosso. 43Anzi lo ricevette con molti onori, lo presentò a tutti i suoi amici, gli offrì doni e ordinò ai suoi amici e alle sue truppe di obbedirgli come a lui stesso. 44Disse a Giònata: «Perché mai hai disturbato tutta questa gente, non essendoci guerra tra noi? 45Su, rimandali alle loro case; scegliti pochi uomini che ti accompagnino e vieni con me a Tolemàide. Io te la consegnerò insieme con le altre fortezze e il resto dell’esercito e tutti i funzionari, poi tornerò indietro e partirò: sono venuto appunto per questo». 46Giònata si fidò di lui, fece quanto aveva detto e rimandò le truppe che tornarono nella Giudea. 47Trattenne con sé tremila uomini, di cui duemila li lasciò in Galilea e mille andarono con lui. 48Ma appena Giònata fu entrato in Tolemàide, i cittadini chiusero le porte, lo catturarono e passarono a fil di spada quanti erano entrati con lui. 49Trifone mandò poi truppe e cavalleria in Galilea e nella grande pianura per sterminare tutti gli uomini di Giònata. 50Ma costoro, avendo saputo che era stato catturato e che era ormai perduto insieme a quelli che erano con lui, incoraggiatisi l’un l’altro, si presentarono inquadrati, pronti alla battaglia. 51Gli inseguitori li videro decisi a difendere la loro vita e tornarono indietro. 52Così tutti giunsero senza molestie in Giudea; piansero per Giònata e per quelli della sua scorta e furono presi da grande timore. Tutto Israele si immerse in un lutto profondo. 53Tutte le nazioni intorno a loro cercarono subito di sterminarli, dicendo appunto: «Non hanno più né capo né sostegno: scendiamo ora in guerra contro di loro e così cancelleremo dagli uomini il loro ricordo».

13 1Simone seppe che Trifone stava radunando un numeroso esercito per venire

in Giudea a devastarla. 2Vedendo che il popolo era tremante e impaurito, andò a Gerusalemme e radunò il popolo; 3li confortò e disse loro: «Voi sapete bene quanto io e i miei fratelli e la casa di mio padre abbiamo fatto per le leggi e per il santuario, e le guerre e le difficoltà che abbiamo sostenuto. 4È per questo che i miei fratelli sono morti tutti per la causa d’Israele e sono restato io solo. 5Ebbene, mai risparmierò la vita di fronte a qualunque tribolazione, perché io non sono più importante dei miei fratelli. 6Anzi, io vendicherò la mia nazione, il santuario, le vostre mogli e i vostri figli, poiché tutti i pagani, spinti dall’odio, si sono radunati per sterminarci». 7Lo spirito del popolo si infiammò all’udire queste parole; 8perciò risposero gridando a gran voce: «Tu sei il nostro condottiero al posto di Giuda e di

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Giònata, tuo fratello; 9combatti la nostra guerra e quanto ci comanderai noi lo faremo». 10Egli allora radunò tutti gli uomini idonei alle armi e accelerò il completamento delle mura di Gerusalemme e la fortificò tutt’intorno. 11Poi inviò Giònata, figlio di Assalonne, con un forte esercito a Giaffa; ne scacciò gli occupanti e vi si stabilì.

12Intanto Trifone si mosse da Tolemàide con ingenti forze per venire in Giudea e con lui Giònata prigioniero. 13Simone a sua volta si accampò ad Adidà, di fronte alla pianura. 14Trifone venne a sapere che Simone era succeduto a Giònata, suo fratello, e che si accingeva a muovergli guerra; perciò gli mandò messaggeri a proporgli: 15«Giònata, tuo fratello, lo tratteniamo a causa del denaro che doveva al tesoro del re per gli affari che amministrava. 16Ora, mandaci cento talenti d’argento e due dei suoi figli in ostaggio, perché, una volta liberato, non si allontani per ribellarsi a noi. Con questo lo rimetteremo in libertà». 17Simone si rese conto che gli parlavano con inganno, ma mandò ugualmente a prendere l’argento e i figli, per non attirarsi forte inimicizia da parte del popolo, 18che poteva commentare: «È morto perché non gli hai mandato l’argento né i figli». 19Perciò gli mandò i cento talenti e i figli; ma quello non mantenne la parola e non liberò Giònata. 20Fatto questo, Trifone si mosse per entrare nel paese e devastarlo, girando per la via che conduce ad Adorà. Ma Simone con le sue truppe ne seguiva le mosse, puntando su tutti i luoghi dove quegli si dirigeva. 21Quelli della Cittadella intanto inviarono messaggeri a Trifone, sollecitandolo a venire da loro attraverso il deserto e a inviare loro vettovaglie. 22Trifone allestì tutta la sua cavalleria per andare, ma in quella notte cadde neve abbondantissima e così a causa della neve non poté andare. Perciò si mosse e andò in Gàlaad. 23Quando fu vicino a Bascamà, uccise Giònata e lo seppellì sul posto. 24Poi tornò e partì per la sua regione.

25Simone mandò a prendere le ossa di Giònata, suo fratello, e lo seppellì a Modin, città dei suoi padri. 26Tutto Israele lo pianse con un grande lamento e fece lutto su di lui per molti giorni. 27Simone sopraelevò il sepolcro del padre e dei fratelli e lo pose bene in vista, con pietre levigate, dietro e davanti. 28Poi dispose sette piramidi, l’una di fronte all’altra, per il padre, per la madre e per i quattro fratelli. 29Le completò con una struttura architettonica, ponendovi attorno grandi colonne; pose sulle colonne trofei di armi a perenne memoria e presso i trofei navi scolpite, che si potessero osservare da quanti erano in navigazione sul mare. 30Tale è il mausoleo che eresse a Modin e che esiste ancora.

31Trifone agiva con perfidia verso Antioco, il re ancora giovane, e lo uccise. 32Si fece re al suo posto, si mise in capo la corona dell’Asia e procurò grandi rovine al paese. 33Simone intanto completò le fortezze della Giudea, le cinse di torri elevate e di mura solide con portoni e sbarre e rifornì le fortezze di viveri. 34Poi Simone scelse alcuni uomini e li inviò al re Demetrio per ottenere esenzioni al paese, perché tutti gli atti di Trifone erano stati delle rapine.

35Il re Demetrio lo assicurò in questo senso, poi gli rispose per iscritto inviandogli la seguente lettera:

36«Il re Demetrio a Simone, sommo sacerdote e amico del re, agli anziani e alla nazione dei Giudei, salute! 37Abbiamo ricevuto la corona d’oro e la palma che ci avete inviato e siamo pronti a concludere con voi una pace solenne e a scrivere ai sovrintendenti agli affari di concedervi le esenzioni; 38quanto stabilimmo con voi resta stabilito e le fortezze che avete costruito restino di vostra proprietà. 39Vi

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condoniamo le mancanze e le colpe commesse fino ad oggi e la corona che ci dovete; se altro si riscuoteva a Gerusalemme, non sia più riscosso. 40Se alcuni di voi sono idonei a essere arruolati nella nostra guardia del corpo, siano iscritti e regni la pace tra noi».

41Nell’anno centosettanta fu tolto il giogo dei pagani da Israele 42e il popolo cominciò a scrivere negli atti pubblici e nei contratti: «Anno primo di Simone, sommo sacerdote insigne, stratega e capo dei Giudei».

43In quei giorni Simone pose il campo contro Ghezer, la circondò di accampamenti, fece allestire una torre mobile, la spinse contro la città e abbatté una torre e la conquistò. 44I soldati della torre mobile si lanciarono nella città e si produsse in città un grande trambusto. 45I cittadini salirono sulle mura insieme con le mogli e i bambini, stracciandosi le vesti, e supplicavano a gran voce, chiedendo a Simone di dare loro la destra, 46e dicevano: «Non trattarci secondo le nostre iniquità, ma secondo la tua clemenza». 47Simone venne a patti con loro e non combatté oltre contro di loro; ma li scacciò dalla città, purificò le case nelle quali c’erano idoli, e così entrò in città con canti di lode e di ringraziamento. 48Eliminò da essa ogni impurità e vi stabilì uomini osservanti della legge; poi la fortificò e vi costruì un’abitazione per sé.

49Ora quelli della Cittadella di Gerusalemme, messi nell’impossibilità di uscire e venire nel paese a comprare e vendere, erano molto affamati e una parte di essi moriva di fame. 50Allora supplicarono Simone perché desse loro la destra, e Simone la diede; ma li sloggiò di là e purificò la Cittadella da tutte le contaminazioni. 51Fecero ingresso in quel luogo il ventitré del secondo mese dell’anno centosettantuno, con canti di lode e con palme, con suoni di cetre, cimbali e arpe e con inni e canti, perché era stato eliminato un grande nemico da Israele. 52Simone stabilì di celebrare ogni anno questo giorno di festa. Intanto completò la fortificazione del monte del tempio vicino alla Cittadella e vi si stabilì con i suoi. 53Vedendo poi che suo figlio Giovanni era ormai uomo, Simone lo fece capo di tutte le milizie e questi pose la sua residenza a Ghezer.

14 1Nell’anno centosettantadue il re Demetrio radunò le sue milizie e partì per la

Media, per raccogliere rinforzi e combattere Trifone. 2Ma Arsace, re della Persia e della Media, appena seppe che Demetrio era entrato nel suo territorio, mandò uno dei suoi generali per catturarlo vivo. 3Costui venne, batté l’esercito di Demetrio, lo catturò e lo condusse ad Arsace e questi lo mise in carcere.

4Rimase tranquilla la terra di Giuda per tutta la vita di Simone; egli cercò il bene della sua gente e a loro fu gradito il suo potere e la sua gloria per tutti i suoi giorni. 5In aggiunta a tutte le sue glorie egli prese Giaffa per farne un porto e aprì un accesso alle isole del mare. 6Ampliò i confini del suo popolo e riconquistò la regione. 7Raccolse una turba di prigionieri e si impadronì di Ghezer, di Bet-Sur e della Cittadella;

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spazzò via da essa le impurità, e nessuno gli si oppose. 8In pace si diedero a coltivare la loro terra; il suolo dava i suoi prodotti e gli alberi della campagna i loro frutti. 9I vecchi sedevano nelle piazze, tutti deliberavano sugli interessi comuni, i giovani indossavano splendide vesti e armature di guerra. 10Alle città fornì vettovaglie, e le munì con mezzi di difesa; così divenne celebre il suo nome e la sua gloria fino all’estremità della terra. 11Fece regnare sul paese la pace e Israele gioì di grande letizia. 12Ognuno sedeva sotto la sua vite e sotto il suo fico e nessuno incuteva loro timore. 13Scomparve dal paese chi li avversava e i re andarono in rovina in quei giorni. 14Confortò tutti i derelitti nel suo popolo; ricercò la legge ed eliminò ogni iniquo e maligno. 15Diede splendore al tempio e lo arricchì dei suoi arredi.

16Si sparse fino a Roma e a Sparta la notizia che era morto Giònata e se ne rattristarono molto. 17Tuttavia, quando seppero che Simone, suo fratello, era divenuto sommo sacerdote al suo posto e continuava a mantenere il potere sulla regione e sulle città, 18gli scrissero su tavolette di bronzo per rinnovare con lui l’amicizia e l’alleanza che avevano concluso con Giuda e Giònata, suoi fratelli. 19I messaggi furono letti davanti all’assemblea a Gerusalemme. 20Questa è la copia della lettera che inviarono gli Spartani:

«Le autorità e la cittadinanza degli Spartani a Simone, grande sacerdote, agli anziani, ai sacerdoti e al resto del popolo dei Giudei, loro fratelli, salute! 21I messaggeri inviati al nostro popolo ci hanno riferito intorno alla vostra gloria e al vostro onore e noi ci siamo rallegrati per il loro arrivo. 22Abbiamo registrato le loro dichiarazioni negli atti pubblici, in questi termini: “Numenio, figlio di Antioco, e Antìpatro, figlio di Giasone, messaggeri dei Giudei, sono giunti presso di noi per rinnovare l’amicizia con noi. 23È piaciuto al popolo di ricevere questi uomini con ogni onore e inserire la copia del loro discorso nei registri a disposizione del pubblico, perché il popolo degli Spartani ne mantenga il ricordo. Ne è stata scritta una copia per Simone, il sommo sacerdote”».

24Successivamente Simone mandò a Roma Numenio con un grande scudo d’oro, del peso di mille mine, per confermare l’alleanza con loro.

25Quando il popolo seppe queste cose, si disse: «Quale contraccambio daremo a Simone e ai suoi figli? 26Egli infatti e i suoi fratelli e la casa di suo padre sono stati saldi e hanno ricacciato da sé con le armi i nemici d’Israele e gli hanno restituito la libertà». Incisero perciò un’iscrizione su tavole di bronzo e l’apposero su colonne sul monte Sion. 27Questa è la copia dell’iscrizione:

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«Il diciotto di Elul dell’anno centosettantadue, che è il terzo anno di Simone, sommo sacerdote, in Asaramèl, 28nella grande assemblea dei sacerdoti e del popolo, dei capi della nazione e degli anziani della regione, ci è stato reso noto: 29Poiché più volte erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero incolumi il santuario e la legge, procurando gloria grande al loro popolo. 30Giònata diede unità alla nazione, ne divenne sommo sacerdote e poi fu riunito al suo popolo. 31I loro nemici volevano invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. 32Simone allora si oppose e si batté per la sua nazione, spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e pagò loro il salario. 33Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Sur nel territorio della Giudea, dove prima c’era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati giudei. 34Fortificò anche Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Azoto, nelle quali prima risiedevano i nemici; vi fece abitare dei Giudei e le rifornì di quanto era necessario al loro sostentamento. 35Il popolo vide la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare alla sua nazione; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che egli aveva conservato al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare il suo popolo. 36Nei suoi giorni si riuscì felicemente, per suo mezzo, a scacciare dal paese le nazioni e quelli che erano nella Città di Davide e a Gerusalemme, che si erano edificati la Cittadella e ne uscivano profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. 37Egli vi insediò soldati giudei, la fortificò per la sicurezza della regione e della città ed elevò le mura di Gerusalemme. 38Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio, 39lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. 40Seppe infatti che i Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai messaggeri di Simone con segni di onore, 41che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché non sorgesse un profeta fedele, 42che fosse loro stratega e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai lavori, al paese, agli armamenti e alle fortezze, 43che si prendesse cura del santuario, fosse da tutti obbedito e si scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d’oro. 44Non dovrà essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza il suo consenso e vestire di porpora e ornarsi della fibbia d’oro; 45chiunque agirà contro questi decreti o ne respingerà qualcuno, sarà ritenuto colpevole. 46Piacque a tutto il popolo sancire che Simone si comportasse secondo questi decreti. 47Simone da parte sua accettò e gradì di esercitare il sommo sacerdozio, di essere anche stratega ed etnarca dei Giudei e dei sacerdoti e capo di tutti».

48Disposero che questa iscrizione fosse riportata su tavole di bronzo, da collocarsi nel recinto del santuario in luogo visibile, 49e che se ne depositasse copia nel tesoro, perché fosse a disposizione di Simone e dei suoi figli.

15 1Antioco, figlio del re Demetrio, inviò lettere dalle isole del mare a Simone,

sacerdote ed etnarca dei Giudei, e a tutta la nazione; 2il loro contenuto era del seguente tenore:

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«Il re Antioco a Simone, grande sacerdote ed etnarca, e al popolo dei Giudei, salute! 3Poiché alcuni uomini pestiferi si sono impadroniti del regno dei nostri padri, voglio rivendicare i miei diritti sul regno, per ricostruirlo com’era prima; ho reclutato un esercito ingente di mercenari e allestito navi da guerra. 4È mia volontà sbarcare nella regione, per punire coloro che hanno rovinato il nostro paese e desolato molte città nel mio regno. 5Ora ti confermo tutte le esenzioni, che ti hanno concesso i re miei predecessori, e tutte le altre dispense dai doni. 6Ti concedo di battere moneta propria con corso legale al tuo paese. 7Gerusalemme e il suo santuario siano liberi; tutti gli armamenti, che hai preparato, e le fortezze che hai costruito e occupi, restino in tuo possesso. 8Quanto devi al re e i debiti che potrai avere verso il re in avvenire da ora e per sempre, ti sono rimessi. 9Quando poi avremo preso possesso del nostro regno, onoreremo te, la tua nazione e il tempio con grandi onori, così da rendere manifesta la vostra gloria in tutta la terra».

10Nell’anno centosettantaquattro Antioco partì per la terra dei suoi padri e si schierarono con lui tutte le milizie, di modo che pochi rimasero con Trifone. 11Antioco si diede ad inseguirlo e quello, fuggendo, giunse fino a Dora sul mare, 12perché vedeva che i mali si addensavano su di lui, mentre le truppe lo abbandonavano. 13Antioco pose il campo contro Dora, avendo con sé centoventimila armati e ottomila cavalieri. 14Egli circondò la città, mentre le navi attaccavano dal mare; fece pressione contro la città dalla terra e dal mare, non lasciando più entrare né uscire alcuno.

15Intanto arrivarono da Roma Numenio e i suoi compagni, portando lettere per i re dei vari paesi. Esse dicevano:

16«Lucio, console dei Romani, al re Tolomeo, salute! 17Gli ambasciatori dei Giudei sono giunti a noi come nostri amici e alleati, per rinnovare l’antica amicizia e alleanza, inviati da Simone, sommo sacerdote, e dal popolo dei Giudei. 18Hanno portato uno scudo d’oro di mille mine. 19Ci è sembrato bene perciò scrivere ai re dei vari paesi, perché non facciano loro del male, né facciano guerra alle loro città o alla loro regione, né combattano insieme a chi entri in guerra con loro. 20Ci è parso bene accettare da loro lo scudo. 21Se pertanto uomini pestiferi sono fuggiti dalla loro regione presso di voi, consegnateli a Simone, sommo sacerdote, perché ne faccia giustizia secondo la loro legge».

22Uguali espressioni scrissero al re Demetrio, ad Àttalo, ad Ariarate e Arsace 23e a tutti i paesi: a Sampsame, agli Spartani, a Delo, a Mindo, a Sicione, alla Caria, a Samo, alla Panfìlia, alla Licia, ad Alicarnasso, a Rodi, a Fasèlide, a Coo, a Side, ad Arado, a Gòrtina, a Cnido, a Cipro e a Cirene. 24Copia di queste lettere scrissero per Simone, sommo sacerdote.

25Il re Antioco, dunque, teneva il campo contro Dora da due giorni, lanciando continuamente contro di essa le schiere e costruendo macchine; così aveva precluso a Trifone ogni possibilità di uscire ed entrare. 26Simone gli inviò duemila uomini scelti, per combattere al suo fianco, oltre ad argento, oro e molti equipaggiamenti. 27Ma Antioco non volle accettare nulla, anzi ritirò quanto aveva prima concesso a Simone e si mostrò ostile con lui. 28Poi gli inviò Atenòbio, uno dei suoi amici, a trattare con lui in questi termini: «Voi occupate Giaffa, Ghezer e la Cittadella di Gerusalemme, tutte città del mio regno. 29Avete devastato il loro territorio e avete causato rovina grande nel paese e vi siete impadroniti di molte località nel mio regno. 30Ora, perciò, consegnate le città che avete occupato, insieme con i tributi delle località di cui vi siete impadroniti fuori del territorio

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della Giudea, 31oppure dateci in cambio cinquecento talenti d’argento e, in compenso dei danni arrecati e dei tributi delle città, altri cinquecento talenti; altrimenti verremo e vi muoveremo guerra». 32Atenòbio, l’amico del re, si recò a Gerusalemme e vide la gloria di Simone, il vasellame con lavori in oro e argento e il suo grande fasto e ne rimase meravigliato. Gli riferì le parole del re, 33ma Simone gli rispose: «Non abbiamo occupato terra straniera né ci siamo impossessati di beni altrui, ma dell’eredità dei nostri padri, che fu occupata un tempo dai nostri nemici senza alcun diritto. 34Noi, avendone avuta l’opportunità, abbiamo recuperato l’eredità dei nostri padri. 35Quanto a Giaffa e a Ghezer, che tu reclami, esse causavano un grave danno tra il popolo e nella nostra regione: per esse vi daremo cento talenti». 36Atenòbio non rispose nulla, ma indispettito tornò presso il re, al quale riferì quelle parole, la gloria di Simone e quanto aveva visto. Il re si adirò grandemente.

37Trifone intanto, salito su una nave, fuggì a Ortosìa. 38Il re allora nominò Cendebeo primo stratega della zona litoranea e mise al suo comando forze di fanteria e cavalleria. 39Poi gli ordinò di accamparsi in vista della Giudea e gli ordinò di ricostruire Cedron, rinforzandone le porte, e di iniziare la guerra contro il popolo. Il re intanto continuò la caccia a Trifone. 40Cendebeo si recò a Iàmnia e cominciò a molestare il popolo, a invadere la Giudea, a fare prigionieri tra il popolo e a metterli a morte. 41Ricostruì Cedron e vi dispose la cavalleria e le truppe, perché potessero uscire e battere le strade della Giudea, come gli aveva ordinato il re.

16 1Allora Giovanni salì da Ghezer e riferì a Simone, suo padre, quanto faceva

Cendebeo. 2Simone chiamò i suoi due figli maggiori, Giuda e Giovanni, e disse loro: «Io e i miei fratelli e la casa di mio padre abbiamo combattuto le battaglie d’Israele dalla gioventù fino ad oggi, e riuscì nelle nostre mani l’impresa di salvare Israele più volte. 3Ora io sono vecchio e voi, per misericordia del Cielo, avete l’età adatta; prendete il posto mio e di mio fratello e fatevi avanti a combattere per il vostro popolo. L’aiuto del Cielo sia con voi». 4Giovanni arruolò nella regione ventimila uomini esperti nelle armi e cavalieri; partirono contro Cendebeo e passarono la notte a Modin. 5Alzatisi il mattino, proseguirono per la pianura ed ecco venire incontro a loro un esercito ingente, fanti e cavalleria; ma un torrente li separava. 6Giovanni con la sua gente pose il campo di fronte a loro, ma vedendo che la gente esitava ad attraversare il torrente, passò per primo. Lo videro i suoi uomini e passarono dopo di lui. 7Quindi divise la gente e pose i cavalieri in mezzo ai fanti, perché la cavalleria degli avversari era molto numerosa. 8Poi diedero fiato alle trombe: Cendebeo e il suo schieramento furono respinti; molti della loro parte caddero colpiti a morte e i superstiti si rifugiarono nella fortezza. 9Fu ferito allora anche Giuda, fratello di Giovanni. Giovanni invece li inseguì, finché giunse a Cedron, che Cendebeo aveva ricostruito; 10si rifugiarono nelle torri esistenti nelle campagne di Azoto, ma egli vi appiccò il fuoco. Restarono sul campo circa duemila nemici. Poi Giovanni ritornò in Giudea in pace.

11Tolomeo, figlio di Abubo, era stato costituito stratega della pianura di Gerico. Egli possedeva molto argento e oro, 12poiché era il genero del sommo sacerdote. 13Il suo cuore si inorgoglì e si propose di impadronirsi del paese e covava perfidi disegni contro Simone e i suoi figli per eliminarli. 14Simone era in visita alle città della regione e si interessava delle loro necessità. Venne allora a Gerico

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insieme con Mattatia e Giuda, suoi figli, nell’anno centosettantasette, nell’undicesimo mese, cioè il mese di Sebat. 15Il figlio di Abubo, che covava il tradimento, li ricevette nella cittadella, chiamata Dok, che egli aveva costruito, e servì loro un grande banchetto, nascondendo lì degli uomini armati. 16Quando Simone e i figli furono ubriachi, Tolomeo e i suoi uomini si alzarono, impugnarono le armi, si scagliarono contro Simone nella sala del banchetto e trucidarono lui, i due figli e alcuni suoi servi. 17Così commise un’enorme perfidia e rese male per bene.

18Tolomeo poi scrisse un rapporto di queste cose e lo inviò al re, perché gli mandasse milizie in aiuto e gli desse in consegna la loro regione e le città. 19Inviò altri uomini a Ghezer per eliminare Giovanni e spedì lettere ai suoi comandanti, che venissero da lui, perché voleva dare loro argento, oro e doni; 20altri infine inviò a occupare Gerusalemme e il monte del tempio. 21Ma qualcuno corse avanti e informò Giovanni, a Ghezer, che suo padre e i suoi fratelli erano morti, aggiungendo: «Ha inviato uomini per uccidere anche te». 22Udendo ciò, Giovanni rimase profondamente costernato; catturò gli uomini inviati per sopprimerlo, e li mise a morte. Aveva infatti saputo che cercavano di ucciderlo.

23Le altre azioni di Giovanni, le sue battaglie e gli atti di valore da lui compiuti, la ricostruzione delle mura da lui eseguita e le sue imprese, 24ecco tutto questo sta scritto negli annali del suo sommo sacerdozio, da quando divenne sommo sacerdote dopo la morte di suo padre.

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La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

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1 1Ai fratelli Giudei dimoranti in Egitto, salute! I fratelli Giudei che sono a

Gerusalemme e nella regione della Giudea augurano una pace sincera. 2Dio voglia concedervi i suoi benefici e ricordarsi della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe, suoi servi fedeli. 3Doni a tutti voi un cuore per adorarlo e per compiere i suoi voleri con spirito generoso e animo pronto. 4Vi apra il cuore alla sua legge e ai suoi precetti e vi conceda pace. 5Esaudisca le vostre preghiere, si riconcili con voi e vi sia propizio e non vi abbandoni nell’ora dell’avversità. 6Così ora noi qui preghiamo per voi.

7Sotto il regno di Demetrio, nell’anno centosessantanove, noi Giudei vi abbiamo scritto: «Nelle calamità e nell’angustia che si è abbattuta su di noi in questi anni, da quando Giasone e i suoi partigiani hanno tradito la terra santa e il regno, 8incendiando il portale e versando sangue innocente, noi abbiamo pregato il Signore e siamo stati esauditi; abbiamo offerto un sacrificio e del fior di farina, abbiamo acceso le lampade e presentato i pani». 9Vi scriviamo per esortarvi a celebrare i giorni delle Capanne nel mese di Chisleu. L’anno centoottantotto.

10I Giudei che sono a Gerusalemme e nella Giudea, il consiglio degli anziani e Giuda, ad Aristòbulo, maestro del re Tolomeo, appartenente alla stirpe dei sacerdoti consacrati con l’unzione, e ai Giudei dell’Egitto salute e prosperità.

11Da grandi pericoli salvati da Dio, lo ringraziamo molto, in quanto abbiamo potuto schierarci contro il re. 12In realtà è lui che ha respinto quanti si erano schierati contro la santa città. 13Infatti il loro capo, recatosi in Persia con il suo esercito creduto invincibile, fu fatto a pezzi nel tempio della dea Nanea, grazie a un tranello tesogli dai sacerdoti di Nanea. 14Con il pretesto di celebrare le nozze con lei, Antioco con i suoi amici si era recato sul posto per prelevarne le immense ricchezze a titolo di dote. 15Dopo che i sacerdoti del tempio di Nanea gliele ebbero mostrate, egli entrò con pochi nel recinto sacro e quelli, chiuso il tempio alle spalle di Antioco 16e aperta una porta segreta nel soffitto, scagliarono pietre e fulminarono il condottiero e i suoi. Poi, fattili a pezzi e tagliate le loro teste, le gettarono a quelli di fuori. 17In tutto sia benedetto il nostro Dio, che ha consegnato alla morte i sacrileghi.

18Apprestandoci a celebrare la purificazione del tempio il venticinque di Chisleu, abbiamo creduto necessario darvi qualche spiegazione, perché anche voi celebriate la festa delle Capanne e del fuoco, apparso quando Neemia offrì sacrifici dopo la ricostruzione del tempio e dell’altare. 19Infatti, quando i nostri padri furono deportati in Persia, i pii sacerdoti di allora, preso il fuoco dall’altare, lo nascosero con cautela nella cavità di un pozzo che aveva il fondo asciutto e là lo misero al sicuro, in modo che il luogo rimanesse ignoto a tutti. 20Dopo un buon numero di

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anni, quando piacque a Dio, Neemia, inviato dal re di Persia, mandò i discendenti di quei sacerdoti, che avevano nascosto il fuoco, a farne ricerca; quando però ci riferirono che non avevano trovato il fuoco, ma un’acqua spessa, comandò loro di attingerne e portarne. 21Poi, quando furono pronte le offerte per i sacrifici, Neemia comandò ai sacerdoti di aspergere con quell’acqua la legna e quanto vi era sopra. 22Appena questo avvenne e fu trascorso un po’ di tempo, il sole, che prima era coperto da nubi, cominciò a risplendere e si accese un gran rogo, con grande meraviglia di tutti.

23Mentre il sacrificio veniva consumato, i sacerdoti facevano la preghiera e con loro tutti gli altri: Giònata intonava, gli altri continuavano in coro insieme a Neemia. 24La preghiera era formulata in questo modo: «Signore, Signore Dio, creatore di tutto, tremendo e potente, giusto e misericordioso, tu solo re e buono, 25tu solo generoso, tu solo giusto e onnipotente ed eterno, che salvi Israele da ogni male, che hai fatto i nostri padri oggetto di elezione e santificazione, 26accetta il sacrificio offerto per tutto Israele, tuo popolo, custodisci la tua porzione e santificala. 27Riunisci i nostri dispersi, libera quelli che sono schiavi in mano alle nazioni, guarda benigno i disprezzati e gli oltraggiati; sappiano così le nazioni che tu sei il nostro Dio. 28Punisci quelli che ci opprimono e ci ingiuriano con superbia. 29Trapianta il tuo popolo nel tuo luogo santo, come ha detto Mosè».

30I sacerdoti a loro volta cantavano inni. 31Poi, quando le vittime furono consumate, Neemia ordinò che il resto dell’acqua venisse versato sulle pietre più grosse. 32Fatto questo, si accese una fiamma, la quale tuttavia fu assorbita dal bagliore del fuoco acceso sull’altare. 33Quando il fatto fu divulgato e al re dei Persiani fu annunciato che, nel luogo dove i sacerdoti deportati avevano nascosto il fuoco, era comparsa acqua, con la quale poi i compagni di Neemia avevano purificato le cose necessarie al sacrificio, 34il re fece cingere il luogo e lo dichiarò sacro, dopo aver accertato il fatto. 35Il re ricevette molti doni da quelli che aveva favorito e ne diede loro a sua volta. 36I compagni di Neemia chiamarono questo liquido neftar, che significa purificazione; ma i più lo chiamano nafta.

2 1Si trova scritto nei documenti che il profeta Geremia ordinò ai deportati di

prendere del fuoco, come si è detto, 2e che il medesimo profeta, dando agli stessi deportati la legge, raccomandò loro di non dimenticarsi dei precetti del Signore e di non lasciarsi traviare nei loro pensieri, vedendo i simulacri d’oro e d’argento e il fasto di cui erano circondati, 3e che con altre simili espressioni li esortava a non ripudiare la legge nel loro cuore. 4Si diceva anche nello scritto che il profeta, avuto un oracolo, ordinò che lo seguissero con la tenda e l’arca. Quando giunse presso il monte, dove Mosè era salito e aveva contemplato l’eredità di Dio, 5Geremia salì e trovò un vano a forma di caverna e vi introdusse la tenda, l’arca e l’altare dell’incenso e sbarrò l’ingresso. 6Alcuni di quelli che lo seguivano tornarono poi per segnare la strada, ma non riuscirono a trovarla. 7Geremia, quando venne a saperlo, li rimproverò dicendo: «Il luogo deve restare ignoto, finché Dio non avrà riunito la totalità del popolo e si sarà mostrato propizio. 8Allora il Signore mostrerà queste cose e si rivelerà la gloria del Signore e la nube, come appariva sopra Mosè, come già avvenne quando Salomone chiese che il luogo fosse solennemente santificato».

9Si narrava anche come questi, dotato di sapienza, offrì il sacrificio per la dedicazione e il compimento del tempio. 10E come Mosè aveva pregato il Signore ed

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era sceso il fuoco dal cielo a consumare le vittime immolate, così anche Salomone pregò e il fuoco sceso dal cielo consumò gli olocausti. 11Mosè aveva detto: «Poiché non è stata mangiata la vittima offerta per il peccato, essa è stata consumata». 12Allo stesso modo anche Salomone celebrò gli otto giorni.

13Si descrivevano le stesse cose nei documenti e nelle memorie di Neemia e come egli, fondata una biblioteca, avesse curato la raccolta dei libri dei re, dei profeti e di Davide e le lettere dei re relative alle offerte. 14Anche Giuda ha raccolto tutti i libri andati dispersi per la guerra che abbiamo avuto e ora si trovano presso di noi. 15Se ne avete bisogno, mandate qualcuno che ve li porti.

16Vi abbiamo scritto mentre stiamo per celebrare la purificazione; farete ottima cosa se celebrerete anche voi questi giorni. 17Poiché Dio ha salvato tutto il suo popolo e ha concesso a tutti l’eredità e il regno e il sacerdozio e la santificazione, 18come ha promesso mediante la legge, noi poniamo in Dio la speranza che egli ci usi presto misericordia e ci raduni nel luogo santo, da ogni regione posta sotto il cielo; egli infatti ci ha liberati da grandi mali e ha purificato questo luogo.

19I fatti riguardanti Giuda Maccabeo e i suoi fratelli, la purificazione del grande tempio e la dedicazione dell’altare, 20come anche le guerre contro Antioco Epìfane e il figlio di lui Eupàtore, 21le manifestazioni venute dal cielo sopra coloro che si erano battuti con valore per il giudaismo, riuscendo in pochi a impadronirsi di tutta la regione e a scacciare una moltitudine di barbari, 22a riconquistare il tempio famoso in tutto il mondo, a liberare la città e a ristabilire le leggi che stavano per essere soppresse, quando il Signore si rese loro propizio con ogni benevolenza: 23questi fatti, narrati da Giasone di Cirene nel corso di cinque libri, cercheremo di riassumerli in uno solo. 24Considerando infatti la caterva delle cifre e l’effettiva difficoltà per chi desidera inoltrarsi nei meandri delle narrazioni storiche, a causa della vastità della materia, 25ci siamo preoccupati di offrire diletto a coloro che amano leggere, facilità a quanti intendono fissare nella memoria, utilità a tutti gli eventuali lettori. 26Per noi, certo, che ci siamo sobbarcati la fatica di questo riassunto, l’impresa non si presenta facile: ci vorranno sudori e veglie, 27così come non è facile preparare un banchetto e accontentare le esigenze altrui. Allo stesso modo per fare cosa gradita a molti, ci sarà dolce sopportare la fatica, 28lasciando all’autore la completa esposizione dei particolari, preoccupandoci invece di procedere secondo le linee essenziali di un riassunto. 29Come infatti l’architetto di una casa nuova deve pensare a tutta la costruzione, mentre chi è incaricato di decorarla con pitture a encausto deve badare solo all’ornamentazione, così, penso, è per noi. 30Certo, l’addentrarsi a spaziare nei fatti, investigandone i particolari, spetta all’ideatore dell’opera storica; 31ma a chi ne fa un riassunto si deve concedere di guardare alla brevità del discorso e di trascurare la completezza della trattazione. 32Di qui dunque cominceremo la narrazione, senza nulla aggiungere a ciò che già abbiamo detto: sarebbe certo sciocco abbondare nei preamboli e abbreviare poi la narrazione storica.

3 1Nel periodo in cui la città santa godeva completa pace e le leggi erano osservate perfettamente per la pietà del sommo sacerdote Onia e la sua avversione al male, 2gli stessi re avevano preso a onorare il luogo santo e a glorificare il tempio con doni insigni, 3al punto che anche Seleuco, re dell’Asia, provvedeva con le

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proprie entrate a tutte le spese riguardanti il servizio dei sacrifici. 4Ma un certo Simone, della tribù di Bilga, nominato sovrintendente del tempio, venne a trovarsi in contrasto con il sommo sacerdote intorno all’amministrazione della città. 5Non riuscendo a prevalere su Onia, si recò da Apollònio di Tarso, che in quel periodo era governatore della Celesiria e della Fenicia, 6e gli riferì che il tesoro di Gerusalemme era colmo di ricchezze immense, tanto che l’ammontare delle somme era incalcolabile e non serviva per le spese dei sacrifici; era quindi possibile trasferire tutto in potere del re.

7Apollònio si incontrò con il re e gli riferì delle ricchezze a lui denunciate; quegli designò Eliodoro, l’incaricato d’affari, e lo inviò con l’ordine di effettuare la confisca delle suddette ricchezze. 8Eliodoro si mise subito in viaggio, in apparenza per visitare le città della Celesiria e della Fenicia, in realtà per eseguire l’incarico del re. 9Giunto a Gerusalemme e accolto con deferenza dal sommo sacerdote della città, espose l’informazione ricevuta e disse chiaro il motivo per cui era venuto; domandava poi se le cose stessero realmente così. 10Il sommo sacerdote gli spiegò che i depositi erano delle vedove e degli orfani, 11che una parte era anche di Ircano, figlio di Tobia, persona di condizione assai elevata, che l’empio Simone andava denunciando la cosa a suo modo, ma complessivamente si trattava di quattrocento talenti d’argento e duecento d’oro e 12che era assolutamente impossibile permettere che fossero ingannati coloro che si erano fidati della santità del luogo e del carattere sacro e inviolabile di un tempio venerato in tutto il mondo.

13Ma Eliodoro, in forza degli ordini ricevuti dal re, rispose recisamente che quelle ricchezze dovevano essere trasferite nell’erario del re. 14Venne, in un giorno da lui stabilito, per farne un inventario, mentre tutta la città era in grande agitazione. 15I sacerdoti, rivestiti degli abiti sacerdotali, si erano prostrati davanti all’altare ed elevavano suppliche al Cielo che aveva sancito la legge dei depositi, perché conservasse intatti questi beni a coloro che li avevano depositati. 16Chi guardava l’aspetto del sommo sacerdote sentiva uno strazio al cuore, poiché il volto e il cambiamento di colore ne mostravano l’intimo tormento. 17Tutta la sua persona era pervasa da paura e da un tremito del corpo, da cui appariva manifesta, a chi osservava, l’angoscia che aveva in cuore. 18Dalle case uscivano in folla per una pubblica supplica, perché il luogo santo stava per essere violato. 19Le donne, cinto sotto il petto il cilicio, riempivano le strade; anche le fanciulle, di solito ritirate, in parte accorrevano alle porte, in parte sulle mura, altre si sporgevano dalle finestre. 20Tutte, con le mani protese verso il Cielo, moltiplicavano le suppliche. 21Muoveva a compassione il pianto confuso della moltitudine e l’ansia tormentosa del sommo sacerdote. 22Supplicavano il Signore onnipotente che volesse conservare intatti, in piena sicurezza, i depositi per coloro che li avevano consegnati.

23Eliodoro però metteva ugualmente in esecuzione il suo programma. 24Ma appena fu arrivato sul posto con gli armati, presso il tesoro, il Signore degli spiriti e di ogni potere si manifestò con un’apparizione così grande, che tutti i temerari che avevano osato entrare, colpiti dalla potenza di Dio, si trovarono stremati e atterriti. 25Infatti apparve loro un cavallo, montato da un cavaliere terribile e rivestito di splendida bardatura, il quale si spinse con impeto contro Eliodoro e lo percosse con gli zoccoli anteriori, mentre il cavaliere appariva rivestito di armatura d’oro. 26Davanti a lui comparvero, inoltre, altri due giovani dotati di grande forza, splendidi per bellezza e meravigliosi nell’abbigliamento, i quali, postisi ai due lati, lo flagellavano senza posa, infliggendogli numerose percosse. 27In un attimo fu

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gettato a terra e si trovò immerso in una fitta oscurità. Allora i suoi lo afferrarono e lo misero su una barella. 28Egli, che era entrato poco prima nella suddetta camera del tesoro con numeroso seguito e con tutta la guardia, fu portato via impotente ad aiutarsi, dopo aver sperimentato nel modo più evidente la potenza di Dio. 29Così, mentre egli, prostrato dalla forza divina, giaceva senza voce e privo d’ogni speranza di salvezza, 30gli altri benedicevano il Signore, che aveva glorificato il suo luogo santo. Il tempio, che poco prima era pieno di trepidazione e confusione, dopo che il Signore onnipotente si fu manifestato, si riempì di gioia e letizia. 31Subito alcuni compagni di Eliodoro pregarono Onia che supplicasse l’Altissimo e impetrasse la grazia della vita a costui che stava irrimediabilmente esalando l’ultimo respiro. 32Il sommo sacerdote, temendo che il re avrebbe potuto sospettare che i Giudei avessero teso un tranello a Eliodoro, offrì un sacrificio per la salute di costui. 33Mentre il sommo sacerdote compiva il rito propiziatorio, apparvero di nuovo a Eliodoro gli stessi giovani adorni delle stesse vesti, i quali, restando in piedi, dissero: «Ringrazia ampiamente il sommo sacerdote Onia, per merito del quale il Signore ti ridà la vita. 34Tu poi, che hai sperimentato i flagelli del Cielo, annuncia a tutti la grande potenza di Dio». Dette queste parole, disparvero. 35Eliodoro offrì un sacrificio al Signore e innalzò grandi preghiere a colui che gli aveva restituito la vita, poi si congedò da Onia e fece ritorno con il suo seguito dal re. 36Egli testimoniava a tutti le opere del Dio grandissimo, che aveva visto con i suoi occhi. 37Quando poi il re domandava a Eliodoro chi fosse adatto a essere inviato ancora una volta a Gerusalemme, rispondeva: 38«Se hai qualcuno che ti è nemico o insidia il tuo governo, mandalo là e l’avrai indietro flagellato per bene, se pure ne uscirà salvo, perché in quel luogo c’è veramente una potenza divina. 39Colui che ha la sua dimora nei cieli è custode e difensore di quel luogo, ed è pronto a percuotere e abbattere coloro che vi accedono con cattiva intenzione». 40Così dunque si sono svolti i fatti relativi a Eliodoro e alla difesa del tesoro.

4 1Il suddetto Simone, che si era fatto delatore dei beni e della patria, diffamava Onia, come se avesse percosso Eliodoro e fosse stato l’organizzatore dei disordini;

2osava definire nemico della cosa pubblica il benefattore della città, il protettore dei cittadini, il difensore delle leggi. 3L’odio era giunto a tal punto che si compirono omicidi da parte di uno dei gregari di Simone; 4allora Onia, vedendo l’aggravarsi della rivalità e che Apollònio, figlio di Menesteo, governatore della Celesiria e della Fenicia, aizzava la perfidia di Simone, 5si recò dal re, non per fare la parte di accusatore dei suoi concittadini, ma per provvedere al bene comune del popolo e di ciascuno in particolare. 6Vedeva infatti che, senza un provvedimento del re, era impossibile ristabilire la pace nella vita pubblica e che Simone non avrebbe messo freno alla sua pazzia.

7Ma, essendo passato all’altra vita Seleuco e avendo preso le redini del governo Antioco, chiamato anche Epìfane, Giasone, fratello di Onia, volle procurarsi con la corruzione il sommo sacerdozio 8e, in un incontro con il re, gli promise trecentosessanta talenti d’argento e altri ottanta talenti riscossi con un’altra entrata. 9Oltre a questi prometteva di versargli altri centocinquanta talenti, se gli fosse stato concesso di erigere di sua autorità un ginnasio e un’efebìa e di costituire una corporazione di Antiocheni a Gerusalemme. 10Avendo il re acconsentito, egli, ottenuto il potere, fece subito assumere ai suoi connazionali uno

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stile di vita greco, 11annullando i favori concessi dai re ai Giudei per opera di Giovanni, padre di quell’Eupòlemo che compì l’ambasciata presso i Romani per negoziare il patto di amicizia e di alleanza; quindi, abolite le istituzioni legittime, instaurò usanze perverse. 12Intraprese con zelo a costruire un ginnasio, proprio ai piedi dell’acropoli, e indusse i giovani più distinti a portare il pètaso. 13Ciò significava raggiungere il colmo dell’ellenizzazione e passare completamente alla moda straniera, per l’eccessiva corruzione di Giasone, empio e non sommo sacerdote. 14Perciò i sacerdoti non erano più premurosi del servizio all’altare, ma, disprezzando il tempio e trascurando i sacrifici, si affrettavano a partecipare agli spettacoli contrari alla legge nella palestra, appena dato il segnale del lancio del disco. 15Così, tenendo in poco conto l’onore ricevuto in eredità dai loro padri, stimavano nobilissime le glorie elleniche. 16Ma appunto per questo li sorprese una grave situazione ed ebbero quali avversari e punitori proprio coloro le cui istituzioni seguivano con zelo e ai quali cercavano di rassomigliare in tutto. 17Non resta impunito il comportarsi empiamente contro le leggi divine, come dimostrerà chiaramente il successivo periodo storico.

18Celebrandosi a Tiro i giochi quinquennali con l’intervento del re, 19lo scellerato Giasone inviò come rappresentanti alcuni Antiocheni di Gerusalemme, i quali portavano con sé trecento dracme d’argento per il sacrificio a Ercole; ma coloro che le portavano ritennero non conveniente usarle per il sacrificio, bensì impiegarle per altra spesa. 20Così il denaro destinato al sacrificio a Ercole da parte del mandante, servì, per iniziativa dei latori, alla costruzione delle triremi.

21Antioco, avendo mandato Apollònio, figlio di Menesteo, in Egitto per l’intronizzazione del re Filomètore, venne a sapere che costui era diventato contrario al suo governo e quindi si preoccupò della sua sicurezza. Perciò si recò a Giaffa, poi mosse alla volta di Gerusalemme. 22Fu accolto magnificamente da Giasone e dalla città e fu ricevuto con un corteo di fiaccole e acclamazioni. Così riprese la marcia militare verso la Fenicia.

23Tre anni dopo, Giasone mandò Menelao, fratello del già menzionato Simone, a portare al re del denaro e a presentargli un memoriale su alcuni affari importanti. 24Ma quello, fattosi presentare al re e avendolo ossequiato con un portamento da persona autorevole, si accaparrò il sommo sacerdozio, superando l’offerta di Giasone di trecento talenti d’argento. 25Munito delle disposizioni del re, si presentò al ritorno senza avere nulla con sé che fosse degno del sommo sacerdozio, ma soltanto le manie di un tiranno unite alla ferocia di una belva. 26Così Giasone, che aveva tradito il proprio fratello, fu tradito a sua volta da un altro e fu costretto a fuggire nel paese dell’Ammanìtide. 27Menelao si impadronì del potere, ma non s’interessò più del denaro promesso al re, 28sebbene gliene avesse fatto richiesta Sòstrato, comandante dell’acropoli; questi infatti aveva l’incarico della riscossione dei tributi. Per questo motivo tutti e due furono convocati dal re. 29Menelao lasciò come sostituto nel sommo sacerdozio Lisìmaco, suo fratello; Sòstrato lasciò Cratete, capo dei Ciprioti.

30Mentre così stavano le cose, le città di Tarso e di Mallo si ribellarono, perché erano state date in dono ad Antiòchide, concubina del re. 31Il re partì in fretta per riportare all’ordine la situazione, lasciando come luogotenente Andrònico, uno dei suoi dignitari. 32Menelao allora, pensando di aver trovato l’occasione buona, sottrasse alcuni oggetti d’oro del tempio e ne fece omaggio ad Andrònico; altri poi riuscì a venderli a Tiro e nelle città vicine. 33Ma Onia lo biasimò, dopo essersi

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accertato della cosa ed essersi rifugiato in una località inviolabile a Dafne, situata presso Antiòchia. 34Per questo Menelao, incontratosi in segreto con Andrònico, lo sollecitò a sopprimere Onia. Quello, recatosi da Onia e ottenutane con inganno la fiducia, dandogli la destra con giuramento lo persuase, sebbene non avesse allontanato ogni sospetto, a uscire dall’asilo e subito lo uccise senza alcun rispetto per la giustizia. 35Per questo fatto non solo i Giudei, ma anche molti di altre nazioni restarono indignati e afflitti per l’empia uccisione di quell’uomo. 36Quando il re tornò dalle località della Cilicia, si presentarono a lui i Giudei della città, insieme con i Greci che condividevano l’esecrazione per l’uccisione arbitraria di Onia. 37Antioco fu profondamente rattristato e, preso da compassione, pianse per la saggezza e la grande prudenza del defunto. 38Poi, acceso di sdegno, tolse subito la porpora ad Andrònico, ne stracciò le vesti e lo condusse attraverso tutta la città proprio fino al luogo dove egli aveva sacrilegamente ucciso Onia e lì stesso eliminò dal mondo quell’assassino. Così il Signore gli rese il meritato castigo.

39Intanto, poiché erano avvenuti molti furti sacrileghi in città da parte di Lisìmaco, d’accordo con Menelao, e se ne era sparsa la voce al di fuori, il popolo si ribellò a Lisìmaco, quando già molti oggetti d’oro erano stati portati via. 40La folla era eccitata e piena di furore. Lisìmaco allora, armati circa tremila uomini, diede inizio ad atti di violenza, sotto la guida di un certo Aurano, già avanzato in età e non meno in stoltezza. 41Ma quelli, appena si accorsero dell’aggressione di Lisìmaco, alcuni afferrarono pietre, altri grossi bastoni, altri ancora raccolsero a manciate la polvere sul posto e si gettarono contro quelli di Lisìmaco. 42A questo modo ne ferirono molti, ne abbatterono alcuni, costrinsero tutti alla fuga, misero a morte lo stesso saccheggiatore del tempio presso la camera del tesoro.

43Per questi fatti fu intentato un processo contro Menelao. 44Venuto il re a Tiro, i tre uomini mandati dal consiglio degli anziani esposero davanti a lui l’atto di accusa. 45Menelao, ormai sul punto di essere abbandonato, promise una buona quantità di denaro a Tolomeo, figlio di Dorimene, perché persuadesse il re. 46Tolomeo invitò il re sotto un portico, come per fargli prendere il fresco, e gli fece mutare parere. 47Così il re prosciolse dalle accuse Menelao, causa di tutto il male, e contro quegli infelici che, se avessero discusso la causa anche presso gli Sciti sarebbero stati prosciolti come innocenti, decretò la pena di morte. 48Così senza dilazione subirono l’ingiusta pena coloro che avevano difeso la città, il popolo e le suppellettili sacre. 49Gli stessi cittadini di Tiro, indignati per questo fatto, provvidero generosamente quanto occorreva per la loro sepoltura. 50Menelao invece, per la cupidigia dei potenti, rimase al potere, crescendo in malvagità e facendosi grande traditore dei concittadini.

5 1In questo tempo Antioco decise la seconda spedizione in Egitto. 2Accadde allora che sopra tutta la città, per circa quaranta giorni, si vedessero cavalieri che correvano per l’aria con vesti d’oro, armati di lance roteanti e di spade sguainate,

3schiere di cavalieri disposti a battaglia, attacchi e scontri vicendevoli, trambusto di scudi, selve di aste, lanci di frecce, bagliori di bardature d’oro e corazze d’ogni specie. 4Tutti, perciò, pregavano perché l’apparizione fosse di buon augurio.5Essendosi poi diffusa la falsa notizia che Antioco era passato all’altra vita, Giasone, prendendo con sé non meno di mille uomini, all’improvviso sferrò un assalto alla città. Si accese la lotta sulle mura e, quando la città era ormai presa,

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Menelao si rifugiò nell’acropoli. 6Giasone fece strage dei propri concittadini senza pietà, non considerando che un successo contro i propri connazionali era il massimo insuccesso, credendo invece di riportare trionfi sui nemici e non sulla propria gente. 7Non riuscì però a impadronirsi del potere e alla fine, conscio della vergogna del tradimento, corse di nuovo a rifugiarsi nell’Ammanìtide. 8Alla fine incontrò una pessima sorte. Accusato presso Areta, re degli Arabi, fuggendo di città in città, perseguitato da tutti e odiato come traditore delle leggi, considerato con orrore come carnefice della patria e dei concittadini, andò a finire in Egitto. 9Colui che aveva mandato in esilio numerosi figli della sua patria morì poi presso gli Spartani, fra i quali si era ridotto quasi a cercare riparo in nome della comunanza di stirpe. 10E ancora, colui che aveva lasciato insepolta una moltitudine di gente, finì non pianto da alcuno, privo di esequie ed escluso dal sepolcro dei suoi padri.

11Quando il re venne a conoscenza di questi fatti, concluse che la Giudea stava ribellandosi. Perciò, tornando dall’Egitto, furioso come una belva, prese la città con le armi 12e diede ordine ai soldati di colpire senza pietà quanti incontravano e di trucidare quelli che si rifugiavano nelle case. 13Vi fu massacro di giovani e di vecchi, sterminio di uomini, di donne e di fanciulli, stragi di fanciulle e di bambini. 14In tutti quei tre giorni vi furono ottantamila vittime: quarantamila nel corso della lotta, e non meno degli uccisi furono quelli venduti schiavi. 15Non sazio di questo, Antioco osò entrare nel tempio più santo di tutta la terra, avendo a guida quel Menelao che si era fatto traditore delle leggi e della patria; 16afferrò con mani impure gli arredi sacri, e saccheggiò con le sue mani sacrileghe quanto dagli altri re era stato deposto per l’abbellimento e lo splendore del luogo e per segno d’onore.

17Antioco si inorgoglì, non comprendendo che il Signore si era sdegnato per breve tempo a causa dei peccati degli abitanti della città e perciò quel luogo era stato abbandonato. 18Se essi non si fossero trovati implicati in molti peccati, come era avvenuto per Eliodoro, mandato dal re Seleuco a ispezionare la camera del tesoro, anche egli, appena giunto, sarebbe stato subito flagellato e distolto dalla sua audacia. 19Ma il Signore aveva eletto non già il popolo a causa di quel luogo, ma quel luogo a causa del popolo. 20Perciò anche il luogo, dopo essere stato coinvolto nelle sventure piombate sul popolo, da ultimo ne condivise i benefici; esso, che per l’ira dell’Onnipotente aveva sperimentato l’abbandono, per la riconciliazione del grande Sovrano fu ripristinato in tutta la sua gloria.

21Antioco dunque, portando via dal tempio milleottocento talenti d’argento, fece ritorno in fretta ad Antiòchia, convinto nella sua superbia di aver reso navigabile la terra e transitabile il mare, per effetto del suo orgoglio. 22Egli lasciò sovrintendenti per opprimere la stirpe: a Gerusalemme Filippo, frigio di origine, ma nei modi più barbaro di colui che l’aveva istituito nella carica, 23e sul Garizìm Andrònico; oltre a loro Menelao, il quale più degli altri era altezzoso con i concittadini, nutrendo un’ostilità dichiarata contro i Giudei. 24Mandò poi il misarca Apollònio, con un esercito di ventiduemila uomini, con l’ordine di uccidere quanti erano in età adulta e di vendere le donne e i fanciulli. 25Costui, giunto a Gerusalemme e fingendo intenzioni pacifiche, si tenne quieto fino al giorno sacro del sabato. Allora, sorpresi i Giudei in riposo, comandò ai suoi una parata militare 26e trucidò quanti uscivano per assistere alla festa; poi, irrompendo con gli armati in città, mise a morte un gran numero di persone.

27Ma Giuda, detto anche Maccabeo, che faceva parte di un gruppo di dieci, si ritirò nel deserto, vivendo tra le montagne alla maniera delle fiere insieme a quelli

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che erano con lui; cibandosi di erbe, resistevano per non aver parte nella contaminazione.

6 1Non molto tempo dopo, il re inviò un vecchio ateniese per costringere i Giudei ad allontanarsi dalle leggi dei padri e a non governarsi più secondo le leggi di Dio, 2e inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicare questo a Giove Olimpio e quello sul Garizìm a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo. 3Grave e intollerabile per tutti era il dilagare del male. 4Il tempio infatti era pieno delle dissolutezze e delle gozzoviglie dei pagani, che si divertivano con le prostitute ed entro i sacri portici si univano a donne, introducendovi pratiche sconvenienti. 5L’altare era colmo di cose detestabili, vietate dalle leggi. 6Non era più possibile né osservare il sabato né celebrare le feste dei padri né semplicemente dichiarare di essere giudeo. 7Si era trascinati con aspra violenza ogni mese, nel giorno natalizio del re, ad assistere al sacrificio e, quando giungevano le feste dionisiache, si era costretti a sfilare in onore di Diòniso coronati di edera. 8Su istigazione dei cittadini di Tolemàide, fu poi emanato un decreto per le vicine città ellenistiche, perché anch’esse seguissero le stesse disposizioni contro i Giudei, li costringessero a mangiare le carni dei sacrifici 9e mettessero a morte quanti non accettavano di aderire alle usanze greche. Si poteva allora capire quale tribolazione incombesse. 10Furono denunciate, per esempio, due donne che avevano circonciso i figli: appesero i bambini alle loro mammelle, e dopo averle condotte in giro pubblicamente per la città, le precipitarono dalle mura. 11Altri che si erano raccolti insieme nelle vicine caverne per celebrare il sabato, denunciati a Filippo, vi furono bruciati dentro, perché essi avevano riluttanza a difendersi per il rispetto di quel giorno santissimo.

12Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di pensare che i castighi non vengono per la distruzione, ma per la correzione del nostro popolo. 13Quindi è veramente segno di grande benevolenza il fatto che agli empi non è data libertà per molto tempo, ma subito incappano nei castighi. 14Poiché il Signore non si propone di agire con noi come fa con le altre nazioni, attendendo pazientemente il tempo di punirle, quando siano giunte al colmo dei loro peccati; 15e questo per non doverci punire alla fine, quando fossimo giunti all’estremo delle nostre colpe. 16Perciò egli non ci toglie mai la sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo. 17Ciò sia detto da noi solo per ricordare questa verità. Dobbiamo ora tornare alla narrazione.

18Un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo già avanti negli anni e molto dignitoso nell’aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e a ingoiare carne suina. 19Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s’incamminò volontariamente al supplizio, 20sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per attaccamento alla vita. 21Quelli che erano incaricati dell’illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarità di antica data che avevano con quest’uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare le carni sacrificate imposte dal re, 22perché, agendo a questo modo, sarebbe sfuggito alla morte e avrebbe trovato umanità in nome dell’antica amicizia che aveva con loro.

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23Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia, della raggiunta veneranda canizie e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, ma specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero pure alla morte. 24«Poiché – egli diceva – non è affatto degno della nostra età fingere, con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant’anni Eleàzaro sia passato alle usanze straniere, 25a loro volta, per colpa della mia finzione, per appena un po’ più di vita, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. 26Infatti, anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire, né da vivo né da morto, alle mani dell’Onnipotente. 27Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età 28e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi». Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio. 29Quelli che ve lo trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima in avversione, ritenendo che le parole da lui pronunciate fossero una pazzia. 30Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: «Il Signore, che possiede una santa scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell’anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui». 31In tal modo egli morì, lasciando la sua morte come esempio di nobiltà e ricordo di virtù non solo ai giovani, ma anche alla grande maggioranza della nazione.

7 1Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono

costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. 2Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri». 3Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco teglie e caldaie. 4Appena queste divennero roventi, il re comandò di tagliare la lingua a quello che si era fatto loro portavoce, di scorticarlo e tagliargli le estremità, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre. 5Dopo averlo mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo quando ancora respirava. Mentre il vapore si spandeva largamente tutto intorno alla teglia, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, dicendo: 6«Il Signore Dio ci vede dall’alto e certamente avrà pietà di noi, come dichiarò Mosè nel canto che protesta apertamente con queste parole: “E dei suoi servi avrà compassione”».

7Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: «Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?». 8Egli, rispondendo nella lingua dei padri, protestava: «No». Perciò anch’egli subì gli stessi tormenti del primo. 9Giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».

10Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, 11dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». 12Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.

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13Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. 14Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».

15Subito dopo condussero il quinto e lo torturarono. 16Ma egli, guardando il re, diceva: «Tu hai potere sugli uomini e, sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio. 17Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza».

18Dopo di lui presero il sesto che, mentre stava per morire, disse: «Non illuderti stoltamente. Noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia. 19Ma tu non credere di andare impunito, dopo aver osato combattere contro Dio».

20Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. 21Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: 22«Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. 23Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi stessi».

24Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quel linguaggio fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo; e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice, se avesse abbandonato le tradizioni dei padri, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato alti incarichi. 25Ma poiché il giovane non badava per nulla a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo. 26Esortata a lungo, ella accettò di persuadere il figlio; 27chinatasi su di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua dei padri: «Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. 28Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. 29Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia».

30Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: «Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. 31Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio. 32Noi, in realtà, soffriamo per i nostri peccati. 33Se ora per nostro castigo e correzione il Signore vivente per breve tempo si è adirato con noi, di nuovo si riconcilierà con i suoi servi. 34Ma tu, o sacrilego e il più scellerato di tutti gli uomini, non esaltarti invano, alimentando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo, 35perché non sei ancora al sicuro dal giudizio del Dio onnipotente che vede tutto. 36Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato un breve tormento, per una vita eterna sono entrati in alleanza con Dio. Tu invece subirai nel giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. 37Anch’io, come già i miei fratelli, offro il corpo e la vita per le leggi dei padri, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e flagelli, debba

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confessare che egli solo è Dio; 38con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe».

39Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. 40Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore. 41Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.

42Ma sia sufficiente quanto abbiamo esposto circa i pasti sacrificali e le eccessive crudeltà.

8 1Intanto Giuda Maccabeo e i suoi compagni, passando di nascosto nei villaggi, chiamavano a sé i loro congiunti e, raccolti quanti erano rimasti fedeli al giudaismo, misero insieme circa seimila uomini. 2Alzarono allora suppliche al Signore, perché volgesse lo sguardo al popolo da tutti calpestato, avesse pietà del tempio profanato da uomini empi, 3usasse misericordia alla città devastata e prossima a essere rasa al suolo, porgesse orecchio al sangue che gridava al suo cospetto, 4non dimenticasse l’iniquo sterminio di fanciulli innocenti e le bestemmie pronunciate contro il suo nome e mostrasse il suo sdegno contro la malvagità. 5Il Maccabeo, postosi a capo del gruppo, divenne ormai invincibile per le nazioni, mentre l’ira del Signore si volgeva in misericordia. 6Piombando all’improvviso su città e villaggi, li incendiava e, impadronendosi delle posizioni più opportune, metteva in fuga non pochi nemici, 7scegliendo di preferenza la notte come tempo favorevole a queste incursioni. La fama del suo valore risuonava dovunque.

8Filippo, osservando che quest’uomo a poco a poco otteneva successi e progrediva continuamente, scrisse a Tolomeo, stratega della Celesiria e della Fenicia, perché intervenisse a favore degli interessi del re. 9Quello incaricò subito Nicànore, figlio di Pàtroclo, uno dei primi amici del re, e, affidando ai suoi ordini truppe di uomini di ogni nazione in numero non inferiore a ventimila, lo inviò a sterminare totalmente la stirpe dei Giudei. Gli associò anche Gorgia, un generale di professione, esperto in tattica militare. 10Nicànore si propose di pagare il tributo che il re doveva ai Romani, che era di duemila talenti, con la vendita degli schiavi giudei. 11Anzi, spedì senz’altro alle città della costa l’invito ad acquistare schiavi giudei, promettendo di barattare novanta prigionieri per un talento; non immaginava che la vendetta dell’Onnipotente stava per piombare su di lui.

12Giuda fu informato della spedizione di Nicànore e annunciò ai suoi uomini l’avvicinarsi dell’esercito. 13Allora i paurosi e quanti non confidavano nella giustizia di Dio fuggirono, portandosi lontano dalla zona. 14Altri vendevano tutte le cose che erano loro rimaste e insieme pregavano il Signore di salvare coloro che l’empio Nicànore aveva venduto prima ancora dello scontro: 15questo, se non per loro merito, almeno per l’alleanza con i loro padri e per riguardo al suo augusto e glorioso nome invocato sopra di loro. 16Il Maccabeo poi, radunati i suoi uomini in numero di seimila, li esortava a non scoraggiarsi davanti ai nemici, né a lasciarsi prendere da timore di fronte alla moltitudine delle nazioni venute ingiustamente contro di loro, ma a combattere da forti, 17tenendo davanti agli occhi le violenze che quelli avevano iniquamente perpetrato contro il luogo santo, lo strazio della città vilipesa e ancora la soppressione dell’ordinamento politico degli antenati. 18«Costoro – disse – confidano nelle armi e così pure nel loro ardire; noi confidiamo nel Dio onnipotente, capace di abbattere quanti vengono contro di lui e

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il mondo intero con un solo cenno». 19Ricordò loro distintamente gli interventi a favore dei loro antenati, quello contro Sennàcherib, quando morirono centoottantacinquemila uomini, 20e quello avvenuto in Babilonia nella battaglia contro i Gàlati, quando tutti si trovarono in necessità, ottomila insieme con quattromila Macèdoni: mentre i Macèdoni soccombevano, gli ottomila sterminarono centoventimila uomini con l’aiuto venuto loro dal Cielo, ricevendone un grande vantaggio.

21Con queste parole li rese coraggiosi e pronti a morire per le leggi e per la patria. Poi divise in qualche modo l’esercito in quattro parti 22e mise al comando di ogni schieramento i suoi fratelli Simone, Giuseppe e Giònata, affidando a ciascuno millecinquecento uomini. 23Vi aggiunse Eleàzaro, lesse poi in pubblico il libro sacro e, data la parola d’ordine «Aiuto di Dio», si pose lui stesso a capo del primo reparto e attaccò Nicànore. 24L’Onnipotente si fece loro alleato ed essi uccisero più di novemila nemici, ferirono e mutilarono nelle membra la maggior parte dell’esercito di Nicànore e costrinsero tutti a fuggire. 25Si impadronirono dei beni di quanti erano convenuti per il loro acquisto; inseguirono poi i nemici per un lungo tratto, ma impediti dall’ora tarda tornarono indietro. 26Era la vigilia del sabato e per questa ragione non protrassero l’inseguimento. 27Raccolte le armi dei nemici e tolte loro le spoglie, passarono il sabato benedicendo incessantemente e ringraziando il Signore che li aveva salvati in quel giorno, cominciando ad aver misericordia per loro. 28Dopo il sabato distribuirono parte delle spoglie ai danneggiati, alle vedove, agli orfani; il resto se lo divisero tra loro e i loro figli. 29Compiute queste cose, fecero una supplica in comune, scongiurando il Signore misericordioso di riconciliarsi pienamente con i suoi servi.

30Poi, si scontrarono anche con gli uomini di Timòteo e Bàcchide e ne uccisero più di ventimila, si impadronirono saldamente di alte fortezze e divisero l’abbondante bottino in parti uguali tra loro, i danneggiati, gli orfani, le vedove e anche i vecchi. 31Raccolte le loro armi, con molta cura riposero il tutto in luoghi opportuni e portarono il resto del bottino a Gerusalemme. 32Uccisero anche l’ufficiale preposto alle guardie di Timòteo, uomo scelleratissimo, che aveva fatto soffrire molto i Giudei. 33Mentre si celebrava la vittoria in patria, bruciarono coloro che avevano incendiato le sacre porte, compreso Callìstene, che si era rifugiato in una casupola; ricevette così una degna ricompensa per la sua empietà.

34Il tristissimo Nicànore, colui che aveva convocato mille mercanti per la vendita dei Giudei, 35umiliato, con l’aiuto del Signore, da coloro che erano da lui ritenuti insignificanti, deposta la splendida veste, fuggiasco come uno schiavo attraverso la campagna e ormai privo di tutto, arrivò ad Antiòchia, già troppo fortunato per essere sopravvissuto alla rovina dell’esercito. 36Così, chi si riprometteva di assicurare il tributo per i Romani con la vendita dei prigionieri a Gerusalemme, confessava ora che i Giudei avevano un difensore e che i Giudei per questa ragione erano invincibili, perché obbedivano alle leggi da lui stabilite.

9 1In quel periodo Antioco ritornò con disonore dalle regioni della Persia. 2Infatti egli era giunto nella città chiamata Persèpoli e si era accinto a depredare il tempio e a impadronirsi della città; ma i cittadini, ricorsi in massa all’aiuto delle armi, lo respinsero e accadde così che Antioco, messo in fuga dagli abitanti, dovette ritirarsi vergognosamente. 3Mentre si trovava presso Ecbàtana, gli giunse

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notizia di ciò che era accaduto a Nicànore e agli uomini di Timòteo. 4Mosso da gran furore, pensava di sfogarsi sui Giudei anche per lo smacco inflittogli da coloro che lo avevano messo in fuga. Perciò diede ordine al cocchiere di compiere il viaggio spingendo i cavalli senza sosta; ma incombeva ormai su di lui il giudizio del Cielo. Così diceva nella sua superbia: «Farò di Gerusalemme un cimitero di Giudei, appena vi sarò giunto». 5Ma il Signore che tutto vede, il Dio d’Israele, lo colpì con piaga insanabile e invisibile. Aveva appena terminato quella frase, quando lo colpì un insopportabile dolore alle viscere e terribili spasimi intestinali, 6ben meritati da colui che aveva straziato le viscere altrui con molti e strani generi di torture. 7Ma egli non desisteva affatto dalla sua alterigia, anzi era pieno ancora di superbia, spirando fuoco d’ira contro i Giudei, e comandando di accelerare la corsa. Gli capitò perciò di cadere dal carro in corsa tumultuosa e di rovinarsi tutte le membra del corpo nella violenta caduta. 8Colui che poco prima, nella sua sovrumana arroganza, pensava di comandare ai flutti del mare, e credeva di pesare sulla bilancia le cime dei monti, ora, gettato a terra, doveva farsi portare in lettiga, rendendo a tutti manifesta la potenza di Dio, 9a tal punto che nel corpo di quell’empio si formavano i vermi e, mentre era ancora vivo, le sue carni, fra spasimi e dolori, cadevano a brandelli e l’esercito era tutto nauseato dal fetore e dal marciume di lui. 10Colui che poco prima credeva di toccare gli astri del cielo, ora nessuno poteva sopportarlo per l’intollerabile intensità del fetore.

11Allora finalmente, malconcio a quel modo, incominciò a deporre gran parte della sua superbia e ad avviarsi al ravvedimento per effetto del divino flagello, mentre senza tregua era lacerato dai dolori. 12Non potendo più sopportare il suo proprio fetore, disse: «È giusto sottomettersi a Dio e non pretendere di essere uguale a Dio, quando si è mortali!». 13Quindi quello scellerato si mise a pregare quel Signore che ormai non avrebbe più avuto misericordia di lui, e diceva 14che avrebbe dichiarato libera la città santa, che prima si affrettava a raggiungere per raderla al suolo e farne un cimitero. 15Diceva inoltre che avrebbe reso pari agli Ateniesi tutti i Giudei, che prima aveva stabilito di non degnare neppure della sepoltura, ma di gettare in pasto alle fiere insieme con i loro bambini, 16e che avrebbe adornato con magnifici doni votivi il sacro tempio, che prima aveva saccheggiato, e avrebbe restituito in numero ancora più grande tutti gli arredi sacri e avrebbe provveduto con le proprie entrate ai contributi fissati per i sacrifici. 17Prometteva, infine, che si sarebbe fatto Giudeo e si sarebbe recato in ogni luogo abitato per annunciare la potenza di Dio.

18Ma poiché i dolori non diminuivano per nulla – era arrivato infatti su di lui il giusto giudizio di Dio – e disperando ormai di sé, scrisse ai Giudei la lettera riportata qui sotto, nello stile di una supplica, così concepita:

19«Ai Giudei, ottimi cittadini, il re e condottiero Antioco augura perfetta salute, benessere e prosperità. 20Se voi state bene e i figli e le vostre cose procedono secondo il vostro pensiero, io, riponendo la mia speranza nel Cielo, 21mi ricordo con tenerezza del vostro onore e della vostra benevolenza. Ritornando dalle province della Persia e trovandomi colpito da una malattia insopportabile, ho creduto necessario pensare alla comune sicurezza di tutti. 22Non dispero del mio stato, avendo molta fiducia di scampare alla malattia. 23Considerando d’altra parte che anche mio padre, quando aveva intrapreso spedizioni nelle province settentrionali, designava il successore, 24perché, se fosse accaduto qualche cosa di inaspettato o si fosse diffusa la notizia di qualche grave incidente, gli abitanti del

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paese, sapendo in mano a chi era stato lasciato il governo, non si agitassero, 25e oltre a questo, constatando che i sovrani vicini e confinanti con il nostro regno spiano il momento opportuno e attendono gli eventi, ho designato come re mio figlio Antioco, che già più volte, quando intraprendevo i viaggi nei distretti settentrionali, ho raccomandato e affidato a moltissimi di voi. A lui indirizzo la lettera qui unita. 26Vi prego dunque e vi scongiuro di ricordarvi dei benefici ricevuti, pubblicamente o privatamente, e prego ciascuno di conservare la vostra benevolenza verso di me e mio figlio. 27Ho fiducia che egli, seguendo le mie direttive, si comporterà con voi con moderazione e umanità».

28Quest’omicida e bestemmiatore, dunque, soffrendo crudeli tormenti, come li aveva fatti subire agli altri, finì così la sua vita con miserabile morte in terra straniera, sui monti. 29Curò il trasporto della salma Filippo, suo compagno d’infanzia, il quale poi, diffidando del figlio di Antioco, si ritirò in Egitto presso Tolomeo Filomètore.

10 1Intanto il Maccabeo e i suoi uomini, guidati dal Signore, rioccuparono il

tempio e la città 2e distrussero gli altari innalzati dagli stranieri sulle piazze e i recinti sacri. 3Purificarono il tempio e vi costruirono un altro altare; poi, facendo scintille con le pietre, ne trassero il fuoco e offrirono sacrifici, dopo un’interruzione di due anni e prepararono l’altare degli incensi, le lampade e l’offerta dei pani. 4Fatto ciò, prostrati a terra, supplicarono il Signore di non farli più incorrere in quei mali ma, qualora peccassero di nuovo, di venire da lui corretti con clemenza, e non abbandonati in mano a un popolo di barbari e bestemmiatori. 5La purificazione del tempio avvenne nello stesso giorno in cui gli stranieri l’avevano profanato, il venticinque dello stesso mese, cioè di Chisleu. 6Con gioia passarono otto giorni come nella festa delle Capanne, ricordando come poco tempo prima avevano passato la festa delle Capanne dispersi sui monti e nelle caverne come animali selvatici. 7Perciò, tenendo in mano bastoni ornati, rami verdi e palme, innalzavano inni a colui che li aveva felicemente condotti alla purificazione del suo proprio tempio. 8Poi con pubblico editto, confermato da una deliberazione comune, decretarono che tutta la nazione dei Giudei celebrasse ogni anno questi giorni.

9Tali furono le vicende riguardanti la morte di Antioco, chiamato Epìfane. 10Ora invece esporremo le cose accadute sotto Antioco Eupàtore, figlio di quell’empio, sintetizzando le principali sventure causate dalle guerre. 11Costui, dunque, succeduto nel regno, nominò incaricato degli affari un certo Lisia, governatore generale della Celesiria e della Fenicia. 12Infatti Tolomeo, chiamato Macrone, che aveva cominciato a praticare la giustizia verso i Giudei, a causa dei torti che erano stati fatti loro, cercava di trattare con loro pacificamente. 13Per questo motivo fu accusato dagli amici presso l’Eupàtore. Sentendosi poi chiamare spesso traditore per aver abbandonato Cipro, a lui affidata dal Filomètore, ed essere passato dalla parte di Antioco Epìfane, non potendo esercitare con onore la carica, datosi il veleno, pose fine alla propria vita.

14Gorgia, divenuto stratega della regione, assoldava stranieri e manteneva viva la guerra contro i Giudei. 15Insieme con lui anche gli Idumei, che occupavano fortezze importanti, lottavano contro i Giudei e, dando asilo a tutti i fuorusciti da Gerusalemme, cominciarono a fomentare la guerra. 16Gli uomini del Maccabeo

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pertanto, dopo aver innalzato preghiere e supplicato Dio che si facesse loro alleato, mossero contro le fortezze degli Idumei 17e, attaccandole con energia, si impadronirono delle posizioni, respinsero tutti quelli che combattevano sulle mura e trucidarono quanti erano venuti a tiro; ne uccisero così non meno di ventimila. 18Non meno di novemila tuttavia fuggirono in due torri saldamente fortificate e fornite di tutto l’occorrente per sostenere l’assedio. 19Allora il Maccabeo, lasciando Simone e Giuseppe, Zaccheo e i suoi uomini, sufficienti per quell’assedio, si recò in zone più critiche. 20Ma gli uomini di Simone, vinti dalla prospettiva del guadagno, si lasciarono persuadere per denaro da alcuni che erano nelle torri e, ricevute settantamila dracme, ne lasciarono fuggire alcuni. 21Quando fu riferito al Maccabeo l’accaduto, radunati i capi del popolo, li accusò di aver venduto per denaro i loro fratelli, mettendo in libertà i loro nemici. 22Fece giustiziare coloro che si erano resi colpevoli di tradimento e senza indugio espugnò le due torri. 23Essendo riuscito in ogni impresa con le armi in mano, mise a morte nelle due fortezze più di ventimila uomini.

24Timòteo, che prima era stato battuto dai Giudei, assoldò forze straniere in grande numero, radunò buona parte della cavalleria dell’Asia e avanzò con l’intenzione di soggiogare la Giudea con le armi. 25Gli uomini del Maccabeo, al suo avvicinarsi, si cosparsero il capo di polvere per la preghiera a Dio e, con i fianchi cinti di sacco, 26si prostrarono davanti all’altare e supplicarono Dio di mostrarsi loro propizio e di farsi nemico dei loro nemici e avversario dei loro avversari, come attesta la legge. 27Terminata la preghiera, presero le armi e uscirono dalla città per un bel tratto. Quando furono vicini ai nemici, si fermarono. 28Appena spuntata la luce del mattino, iniziò l’attacco dalle due parti, gli uni avendo a garanzia del successo e della vittoria gloriosa la fiducia nel Signore, gli altri assumendo come guida nel conflitto il loro ardire. 29Si era accesa una lotta durissima, apparvero dal cielo ai nemici cinque uomini splendidi su cavalli dalle briglie d’oro, che si misero alla guida dei Giudei. 30Essi presero in mezzo il Maccabeo e, riparandolo con le loro armature, lo rendevano invulnerabile; scagliavano invece dardi e folgori contro gli avversari i quali, confusi e accecati, si dispersero in preda al disordine. 31Ne furono uccisi ventimilacinquecento e seicento cavalieri. 32Timòteo si rifugiò in una fortezza chiamata Ghezer, saldamente difesa, dove era comandante Cherea. 33Ma i soldati del Maccabeo assediarono con entusiasmo la fortezza per quattro giorni. 34Gli assediati, fidando nelle fortificazioni del luogo, bestemmiavano in modo orribile e lanciavano orrende frasi. 35Alle prime luci del quinto giorno, venti giovani del Maccabeo, accesi di sdegno per le bestemmie, presero d’assalto le mura coraggiosamente e, con selvaggio furore, travolsero chiunque trovavano. 36Anche altri, attaccando con una manovra di aggiramento, incendiarono le torri e, accesi dei fuochi, bruciarono vivi i bestemmiatori; altri ancora sfondarono le porte e, fatto entrare il resto dell’esercito, affrettarono la presa della città. 37Trucidarono Timòteo che si era nascosto in una cisterna, suo fratello Cherea e Apollòfane. 38Compiuta l’impresa, con canti e inni di lode benedicevano il Signore, che aveva tanto favorito Israele e concesso loro la vittoria.

11 1Poco tempo dopo, Lisia, tutore e parente del re e incaricato degli affari di

stato, mal sopportando l’accaduto, 2raccolti circa ottantamila uomini e tutta la cavalleria, mosse contro i Giudei, contando di ridurre la città a residenza dei Greci,

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3di imporre tasse al tempio come agli altri edifici di culto delle nazioni e di mettere in vendita ogni anno il sommo sacerdozio. 4Egli non teneva in nessun conto la potenza di Dio, ma confidava soltanto nelle sue miriadi di fanti, nelle migliaia di cavalieri e negli ottanta elefanti. 5Entrato nella Giudea e avvicinatosi a Bet-Sur, che era una posizione fortificata distante da Gerusalemme circa venti miglia, la cinse d’assedio. 6Quando gli uomini del Maccabeo vennero a sapere che quello assediava le fortezze, tra gemiti e lacrime supplicarono con tutto il popolo il Signore che inviasse l’angelo buono a salvare Israele. 7Lo stesso Maccabeo, cingendo per primo le armi, esortò gli altri a esporsi con lui al pericolo per andare in aiuto dei loro fratelli: tutti insieme partirono con coraggio. 8Mentre si trovavano ancora vicino a Gerusalemme, apparve come condottiero davanti a loro un cavaliere in sella, vestito di bianco, che brandiva armi d’oro. 9Tutti insieme benedissero Dio misericordioso e si sentirono rincuorati, pronti ad assalire non solo gli uomini ma anche le bestie più feroci e mura di ferro. 10Procedevano in ordine, con un alleato venuto dal cielo, per la misericordia che il Signore aveva avuto di loro. 11Gettatisi come leoni sui nemici, stesero al suolo undicimila fanti e milleseicento cavalieri e costrinsero tutti a fuggire. 12Costoro in gran parte riuscirono a salvarsi feriti e spogliati. E lo stesso Lisia si salvò fuggendo vergognosamente.

13Ma, non privo di intelligenza, pensando alla sconfitta subita e constatando che gli Ebrei erano invincibili, perché il Dio potente combatteva al loro fianco, 14mandò a proporre un accordo su tutto ciò che fosse giusto, assicurando che a questo scopo avrebbe persuaso il re, facendo pressione su di lui perché diventasse loro amico. 15Il Maccabeo, badando a ciò che più conveniva, acconsentì a tutto quanto Lisia chiedeva. Infatti, quanto il Maccabeo aveva presentato a Lisia per iscritto riguardo ai Giudei, il re lo accordò.

16Il contenuto della lettera scritta da Lisia ai Giudei era del seguente tenore: 17«Lisia al popolo dei Giudei, salute! Giovanni e Assalonne, inviati da voi, ci

hanno consegnato il documento sotto riportato e hanno chiesto la ratifica dei punti in esso contenuti. 18Quanto era necessario riferire anche al re, gliel’ho esposto ed egli ha accordato quanto era accettabile. 19Se dunque continuerete a essere favorevoli agli interessi del regno, cercherò anche in avvenire di procurarvi dei favori. 20Su questi punti e sui particolari ho dato ordine ai vostri e ai miei incaricati di trattare con voi. 21State bene. L’anno centoquarantotto, il ventiquattro del mese di Dioscorinzio».

22La lettera del re si esprimeva così: «Il re Antioco al fratello Lisia, salute! 23Dopo che nostro padre è passato tra

gli dèi, vogliamo che i cittadini del regno possano tranquillamente attendere ai loro interessi. 24Avendo sentito che i Giudei non intendono accettare l’ellenizzazione voluta da nostro padre, ma, attaccati al loro sistema di vita, chiedono di attenersi alle proprie leggi, 25volendo perciò che anche questa nazione sia libera da turbamenti, decretiamo che il tempio sia loro restituito e si governino secondo le tradizioni dei loro antenati. 26Farai bene, dunque, a inviare loro messaggeri e a dare loro la destra, perché, conosciuta la nostra decisione, si sentano rincuorati e riprendano a loro agio la cura delle proprie cose».

27La lettera del re indirizzata alla nazione era così concepita: «Il re Antioco al consiglio degli anziani dei Giudei e agli altri Giudei, salute!

28Se state bene, è appunto come noi vogliamo; anche noi godiamo ottima salute. 29Menelao ci ha rivelato che voi volete tornare a vivere nelle vostre sedi. 30A quelli

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che si metteranno in viaggio entro i trenta giorni del mese di Xàntico sarà garantita sicurezza e facoltà 31di usare, come Giudei, delle loro regole alimentari e delle loro leggi, come prima, e nessuno di loro potrà essere molestato da alcuno per le mancanze commesse per ignoranza. 32Ho anche mandato Menelao per rassicurarvi. 33State bene. L’anno centoquarantotto, il quindici del mese di Xàntico».

34Anche i Romani inviarono loro questa lettera: «Quinto Memmio e Tito Manio, legati dei Romani, al popolo dei Giudei,

salute! 35Riguardo a ciò che Lisia, parente del re, vi ha concesso, anche noi siamo d’accordo. 36Riguardo invece a quei punti che egli ha giudicato dover riferire al re, mandate subito qualcuno, dopo averli esaminati, perché possiamo riferire le cose in modo conveniente per voi. Noi siamo in viaggio per Antiòchia. 37Mandate dunque in fretta dei messaggeri per farci conoscere di quale parere siete. 38State bene. L’anno centoquarantotto, il quindici del mese di Xàntico».

12 1Conclusi questi accordi, Lisia ritornò presso il re; i Giudei invece si diedero a

coltivare la terra. 2Ma alcuni dei comandanti dei distretti, e precisamente Timòteo e Apollònio, figlio di Genneo, Girolamo e Demofonte e, oltre questi, Nicànore, il comandante dei mercenari di Cipro, non li lasciavano tranquilli né vivere in pace. 3Gli abitanti di Giaffa perpetrarono un’empietà di questo genere: invitarono i Giudei che abitavano con loro a salire con le mogli e con i figli su barche allestite da loro, come se non ci fosse alcuna cattiva intenzione a loro riguardo, 4ma fosse un’iniziativa di tutta la cittadinanza. Essi accettarono, desiderosi di rinsaldare la pace, e lontani da ogni sospetto. Ma quando furono al largo, li fecero affondare in numero non inferiore a duecento. 5Quando Giuda fu informato di questa crudeltà compiuta contro i suoi connazionali, diede ordini ai suoi uomini 6e, invocando Dio, giusto giudice, mosse contro gli assassini dei suoi fratelli e nella notte incendiò il porto, bruciò le navi e uccise di spada quanti vi si erano rifugiati. 7Poi, dato che il luogo era sbarrato, abbandonò l’impresa con l’idea di tornare un’altra volta e di estirpare tutta la cittadinanza di Giaffa. 8Avendo poi appreso che anche i cittadini di Iàmnia volevano usare lo stesso sistema con i Giudei che abitavano con loro, 9piombando di notte sui cittadini di Iàmnia, incendiò il porto con la flotta, così che si vedeva il bagliore delle fiamme fino a Gerusalemme, che è distante duecentoquaranta stadi.

10Quando si furono allontanati di là per nove stadi, mentre marciavano contro Timòteo, non meno di cinquemila Arabi con cinquecento cavalieri irruppero contro Giuda. 11Ne nacque una zuffa furiosa, ma gli uomini di Giuda, con l’aiuto di Dio, ebbero la meglio. I nomadi invece, sopraffatti, supplicarono Giuda che desse loro la destra, promettendo di cedergli bestiame e di aiutarlo in tutto il resto. 12Giuda, prevedendo che gli sarebbero stati veramente utili in molte cose, acconsentì a fare la pace con loro ed essi, strette le destre, tornarono alle loro tende.

13Attaccò anche una città difesa da contrafforti, circondata da mura e abitata da gente d’ogni stirpe, chiamata Casfin. 14Quelli di dentro, sicuri della solidità delle mura e delle riserve di viveri, si mostravano insolenti con gli uomini di Giuda, insultandoli e anche bestemmiando e pronunciando frasi che non è lecito riferire. 15Ma gli uomini di Giuda, invocato il grande Signore dell’universo, il quale senza arieti e senza macchine ingegnose aveva fatto cadere Gerico al tempo di Giosuè,

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assalirono furiosamente le mura. 16Presa la città per volere di Dio, fecero innumerevoli stragi, cosicché il lago adiacente, largo due stadi, sembrava pieno del sangue che vi colava dentro.

17Allontanatisi di là settecentocinquanta stadi, giunsero a Càraca, presso i Giudei chiamati Tubiani; 18da quelle parti però non trovarono Timòteo, il quale era già partito dalla zona, senza avere intrapreso alcuna azione, ma lasciando in un certo luogo un presidio molto forte. 19Dositeo e Sosìpatro, due capitani del Maccabeo, in una sortita sterminarono gli uomini di Timòteo lasciati nella fortezza, che erano più di diecimila. 20Il Maccabeo ordinò il suo esercito dividendolo in reparti, pose costoro al comando dei reparti e mosse contro Timòteo, il quale aveva con sé centoventimila fanti e duemilacinquecento cavalieri. 21Quando Timòteo seppe dell’arrivo di Giuda, mandò avanti le donne, i fanciulli e tutto il bagaglio nel luogo chiamato Kàrnion: era questa una posizione inespugnabile e inaccessibile per la strettezza di tutti i passaggi. 22All’apparire del primo reparto di Giuda, si diffuse tra i nemici il panico e il terrore, perché si verificò contro di loro l’apparizione di colui che dall’alto tutto vede, e perciò cominciarono a fuggire precipitandosi chi da una parte chi dall’altra, cosicché spesso erano colpiti dai propri compagni e trafitti dalle punte delle loro spade. 23Giuda li inseguì con ogni energia, trafiggendo quegli scellerati e uccidendone circa trentamila. 24Lo stesso Timòteo, caduto in mano agli uomini di Dositeo e Sosìpatro, supplicava con molta astuzia di essere rilasciato sano e salvo, perché tratteneva come ostaggi i genitori di molti di loro e di altri i fratelli, ai quali sarebbe capitato di essere trattati senza riguardo. 25Avendo egli con molti discorsi prestato solenne promessa di restituire incolumi gli ostaggi, lo lasciarono libero per la salvezza dei propri fratelli.

26Giuda mosse poi contro Kàrnion e l’Atargatèo e uccise venticinquemila uomini. 27Dopo la sconfitta e lo sterminio di questi, marciò contro la fortezza di Efron, nella quale si trovava Lisia con una moltitudine di gente di ogni razza. Davanti alle mura erano schierati i giovani più forti, che combattevano vigorosamente, mentre nella città stavano pronte molte riserve di macchine e di proiettili. 28Ma, invocato il Signore che con potenza distrugge le forze dei nemici, fecero cadere la città nelle proprie mani e uccisero venticinquemila di coloro che vi stavano dentro. 29Partiti di là, mossero contro Scitòpoli, che dista seicento stadi da Gerusalemme. 30Ma poiché i Giudei che vi abitavano testimoniarono che i cittadini di Scitòpoli avevano dimostrato loro benevolenza e buona comprensione nel tempo della sventura, 31li ringraziarono e li esortarono a essere ben disposti anche in seguito verso il loro popolo. Poi raggiunsero Gerusalemme; era già vicina la festa delle Settimane.

32Dopo questa festa, chiamata Pentecoste, mossero contro Gorgia, stratega dell’Idumea. 33Questi avanzò con tremila fanti e quattrocento cavalieri. 34Si schierarono in combattimento; cadde però un piccolo numero di Giudei. 35Un certo Dositeo, valoroso cavaliere degli uomini di Bacènore, aveva afferrato Gorgia e lo teneva per il mantello, mentre lo trascinava con forza, poiché voleva prendere vivo quello scellerato; uno dei cavalieri traci si gettò su di lui tagliandogli il braccio e Gorgia poté fuggire a Maresà. 36Poiché gli uomini di Esdrin combattevano da lungo tempo ed erano stanchi, Giuda supplicò il Signore che si mostrasse loro alleato e guida nella battaglia. 37Poi, intonato nella lingua dei padri il grido di guerra

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accompagnato da inni, diede un assalto improvviso alle truppe di Gorgia e le mise in fuga.

38Giuda poi radunò l’esercito e venne alla città di Odollàm; poiché stava per iniziare il settimo giorno, si purificarono secondo l’uso e vi passarono il sabato. 39Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri dei caduti per deporli con i loro parenti nei sepolcri dei loro padri. 40Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iàmnia, che la legge proibisce ai Giudei. Così fu a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. 41Perciò tutti, benedicendo Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, 42si misero a pregare, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto a causa del peccato di quelli che erano caduti. 43Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dracme d’argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio per il peccato, compiendo così un’azione molto buona e nobile, suggerita dal pensiero della risurrezione. 44Perché, se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. 45Ma se egli pensava alla magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.

13 1Nell’anno centoquarantanove giunse notizia agli uomini di Giuda che

Antioco Eupàtore muoveva contro la Giudea con numerose truppe; 2era con lui Lisia, suo tutore e incaricato d’affari, che aveva con sé un esercito greco di centodiecimila fanti, cinquemilatrecento cavalieri, ventidue elefanti e trecento carri falcati. 3A costoro si era unito anche Menelao, il quale incoraggiava con molta astuzia Antioco, non per la salvezza della patria, ma per la speranza di tornare al potere. 4Ma il re dei re eccitò l’ira di Antioco contro quello scellerato e, avendogli Lisia dimostrato che era causa di tutti i mali, ordinò che fosse condotto a Berea e messo a morte secondo l’usanza del luogo. 5Vi è là una torre di cinquanta cubiti piena di cenere, dotata di un ordigno girevole che da ogni lato pende a precipizio sulla cenere. 6Di lassù tutti possono spingere verso la morte chi è reo di sacrilegio o chi ha raggiunto il colmo di altri delitti. 7In tal modo morì Menelao, che non ebbe in sorte nemmeno la terra per la sepoltura. 8Giusto castigo poiché, dopo aver commesso molti delitti attorno all’altare, il cui fuoco è sacro quanto la cenere, nella cenere trovò la sua morte.

9Il re avanzava con barbari sentimenti e con l’intenzione di far provare ai Giudei trattamenti peggiori di quelli che avevano subìto sotto suo padre. 10Quando Giuda seppe queste cose, ordinò al popolo di pregare il Signore giorno e notte perché, come altre volte, così anche ora aiutasse coloro che correvano il rischio di essere privati della legge, della patria e del tempio santo 11e non permettesse che il popolo, che aveva appena goduto di un breve respiro, cadesse in mano a quelle nazioni infami. 12Quando tutti insieme ebbero fatto ciò, supplicando il Signore misericordioso con gemiti e digiuni e prostrazioni per tre giorni consecutivi, Giuda li esortò e comandò loro di tenersi pronti. 13Quindi, incontratosi da solo con gli anziani, decise che con l’aiuto di Dio si doveva risolvere la situazione uscendo a

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battaglia prima che l’esercito del re entrasse nella Giudea e si impadronisse della città. 14Affidando poi ogni cura al Creatore dell’universo, esortò i suoi a combattere da prodi fino alla morte per le leggi, il tempio, la città, la patria, le loro istituzioni, e pose il campo vicino a Modin. 15Data ai suoi uomini la parola d’ordine «Vittoria di Dio», con giovani, scelti tra i più valorosi, piombò di notte sulla tenda del re nell’accampamento, uccise circa duemila uomini e trafisse il più grosso degli elefanti insieme con l’uomo che era nella torretta. 16Alla fine, riempito il campo di terrore e confusione, se ne tornarono soddisfatti per il successo ottenuto. 17Quando già spuntava il giorno, l’impresa era compiuta, per la protezione del Signore che aveva assistito Giuda.

18Il re, avuto questo saggio dell’audacia dei Giudei, tentò di prendere con astuzia quei luoghi. 19Marciò contro Bet-Sur, una ben munita fortezza dei Giudei, ma fu respinto, ostacolato e battuto, 20poiché Giuda fece giungere il necessario agli assediati. 21Intanto un certo Ròdoco, dell’esercito dei Giudei, aveva rivelato i segreti ai nemici: fu ricercato, catturato e tolto di mezzo. 22Il re tornò a trattare con quelli che erano a Bet-Sur, diede e ricevette la destra e se ne andò. Assalì gli uomini di Giuda, ma ebbe la peggio. 23Venne poi a sapere che Filippo, lasciato ad Antiòchia come incaricato d’affari, era uscito di senno. Costernato, invitò i Giudei a trattare, si sottomise, si obbligò con giuramento a rispettare tutte le giuste condizioni, ristabilì l’accordo e offrì un sacrificio, onorò il tempio e beneficò il luogo santo. 24Poi ricevette il Maccabeo e lasciò Egemònide come stratega da Tolemàide fino al paese dei Gerreni. 25Venne a Tolemàide, ma i cittadini di Tolemàide si mostrarono malcontenti per quegli accordi; erano irritati contro coloro che avevano voluto abolire i loro privilegi. 26Lisia allora salì sulla tribuna, fece la sua difesa meglio che poté, li persuase, li calmò, li rese ragionevoli; poi tornò ad Antiòchia. Così si svolsero i fatti relativi alla spedizione del re e alla sua ritirata.

14 1Dopo un periodo di tre anni, giunse notizia agli uomini di Giuda che Demetrio, figlio di Seleuco, sbarcato nel porto di Trìpoli con un grande esercito e la flotta, 2si era impadronito del paese, eliminando Antioco e il suo tutore Lisia. 3Un certo Àlcimo, che era stato prima sommo sacerdote, ma che si era volontariamente contaminato al tempo della rivolta, avendo capito che non si apriva a lui in alcun modo una via di salvezza e non vi era più la possibilità di accedere al sacro altare, 4andò dal re Demetrio verso l’anno centocinquantuno, offrendogli una corona d’oro e una palma, oltre ai tradizionali ramoscelli di ulivo del tempio. Per quel giorno restò tranquillo. 5Ma colta l’occasione favorevole alla sua follia, quando da Demetrio fu convocato a consiglio e interrogato su quali fossero lo stato d’animo e le intenzioni dei Giudei, rispose: 6«I Giudei che si dicono Asidei, a capo dei quali sta Giuda il Maccabeo, alimentano guerre e ribellioni e non lasciano che il regno trovi la calma. 7Per questo anch’io, privato della dignità ereditaria, intendo dire del sommo sacerdozio, sono venuto qui, 8spinto anzitutto da schietta premura per gli interessi del re, ma in secondo luogo mirando anche ai miei concittadini, perché, a causa dell’irragionevolezza di dette persone, tutto il nostro popolo si va impoverendo non poco. 9Ora che conosci bene ognuna di queste cose, tu, o re, provvedi al paese e alla nostra stirpe che va decadendo, con quella cortese benevolenza che hai con tutti. 10Fin quando Giuda è vivo, è impossibile che la situazione torni pacifica». 11Dopo queste sue parole, gli altri amici, irritati per i

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successi di Giuda, si affrettarono a infiammare Demetrio. 12Questi, designato subito Nicànore, che era a capo degli elefanti, e nominatolo stratega della Giudea, ve lo inviò 13con l’ordine di eliminare Giuda, di disperdere i suoi uomini e di costituire Àlcimo sommo sacerdote del tempio massimo. 14Allora le nazioni della Giudea, che erano fuggite davanti a Giuda, si unirono in massa a Nicànore, pensando che le sfortune e le calamità dei Giudei sarebbero state apportatrici di fortuna per loro.

15Quando seppero della venuta di Nicànore e dell’aggressione delle nazioni, i Giudei, cosparsi di polvere, elevarono suppliche a colui che ha costituito il suo popolo per sempre e che con segni palesi protegge sempre coloro che sono la sua porzione. 16Poi, dati gli ordini, il capo mosse rapidamente di là e si scontrò con loro presso il villaggio di Dessau. 17Simone, fratello di Giuda, aveva già attaccato Nicànore, ma per l’improvvisa comparsa dei nemici, lentamente aveva dovuto cedere. 18Tuttavia Nicànore, conosciuto il valore che avevano gli uomini di Giuda e il loro entusiasmo nelle lotte per la patria, non osava decidere la questione con spargimento di sangue. 19Per questo mandò Posidonio e Teodoto e Mattatia a dare e ricevere la destra. 20La cosa fu discussa lungamente e, quando il comandante ne diede comunicazione alle truppe, il parere risultò unanime e accettarono gli accordi. 21Fissarono il giorno nel quale sarebbero venuti a un incontro privato. Dall’una e dall’altra parte avanzò un carro e collocarono dei seggi. 22Giuda tuttavia dispose degli uomini armati nei luoghi opportuni, per paura che si verificasse d’improvviso qualche tradimento da parte dei nemici. Così in buon accordo conclusero l’incontro. 23Nicànore si trattenne a Gerusalemme e non fece alcun male; anzi licenziò le turbe raccogliticce che a lui si erano unite. 24Aveva sempre Giuda con sé e nutriva un intimo affetto per lui. 25Lo esortò a sposarsi e ad avere figli; si sposò, se ne stette tranquillo e visse normalmente la sua vita.

26Ma Àlcimo, vedendo la loro reciproca simpatia e procuratosi copia degli accordi intercorsi, andò da Demetrio e gli disse che Nicànore seguiva una linea contraria agli interessi dello stato: aveva infatti nominato suo successore Giuda, il sobillatore del regno. 27Il re, contrariato e acceso di sdegno per le calunnie di quel genio malefico, scrisse a Nicànore, dichiarandogli di essere scontento delle alleanze concluse e ordinandogli che gli mandasse subito ad Antiòchia il Maccabeo in catene. 28Nicànore, quando gli giunse quest’ordine, rimase sconcertato ed era riluttante a rompere i patti senza che quell’uomo avesse commesso alcuna colpa. 29Ma, poiché non gli era possibile agire contro la volontà del re, cercava l’occasione per effettuare la cosa con qualche stratagemma. 30Il Maccabeo, notando che Nicànore era più freddo nei suoi confronti e aspro nei consueti incontri, arguendo che questa freddezza non presagiva niente di buono, raccolti non pochi dei suoi, non si fece più vedere da Nicànore. 31Questi, accortosi di essere stato giocato abilmente da Giuda, salì al massimo e santo tempio, mentre i sacerdoti stavano compiendo i sacrifici prescritti, e ordinò che gli fosse consegnato quell’uomo. 32I sacerdoti dichiararono con giuramento che non sapevano dove fosse il ricercato. 33Allora egli, stendendo la destra contro il tempio, giurò: «Se non mi consegnerete Giuda in catene, spianerò questa dimora di Dio, abbatterò dalle fondamenta l’altare e innalzerò qui uno splendido tempio a Diòniso». 34Detto questo, se ne andò. I sacerdoti, alzando le mani al cielo, invocarono il protettore sempre vigile del nostro popolo, dicendo: 35«Tu, Signore, che di nulla hai bisogno, ti sei compiaciuto di porre il tempio della tua abitazione in mezzo a noi. 36Ora, Signore,

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santo di ogni santità, custodisci per sempre incontaminata questa tua casa, che da poco è stata purificata».

37Fu denunciato a Nicànore un certo Razìs, degli anziani di Gerusalemme, uomo pieno di amore per la città, che godeva grandissima fama, chiamato padre dei Giudei per la sua benevolenza. 38Egli infatti, nei giorni precedenti la rivolta, si era attirato l’accusa di giudaismo e realmente per il giudaismo aveva impegnato corpo e anima con piena generosità. 39Volendo Nicànore far nota a tutti l’ostilità che aveva verso i Giudei, mandò più di cinquecento soldati per arrestarlo; 40pensava infatti che, prendendo costui, avrebbe arrecato loro un grave colpo. 41Ma, quando quella truppa stava per occupare la torre e tentava di forzare la porta del cortile, dando ordine di portare il fuoco e di appiccarlo alle porte, egli, accerchiato da ogni lato, rivolse la spada contro se stesso, 42preferendo morire nobilmente piuttosto che divenire schiavo degli scellerati e subire insulti indegni della sua nobiltà. 43Non avendo però portato a segno il colpo per la fretta della lotta, mentre la folla premeva fuori delle porte, salì arditamente sulle mura e si gettò giù coraggiosamente sulla folla. 44Questa, subito indietreggiando, fece largo e così egli cadde in mezzo allo spazio vuoto. 45Poiché respirava ancora, con l’animo infiammato, si alzò, mentre il sangue gli usciva a fiotti e le ferite lo straziavano, di corsa passò in mezzo alla folla, salì su di un tratto di roccia 46e, ormai completamente esangue, si strappò gli intestini e prendendoli con le mani li gettò contro la folla. Morì in tal modo, invocando il Signore della vita e dello spirito perché di nuovo glieli restituisse.

15 1Nicànore, avendo saputo che gli uomini di Giuda si trovavano nella regione

della Samaria, decise di assalirli a colpo sicuro nel giorno del riposo. 2Poiché i Giudei che l’avevano seguito per necessità gli dicevano: «Assolutamente non devi ucciderli in modo così crudele e barbaro; piuttosto rispetta il giorno che è stato onorato e santificato da colui che tutto vede», 3quell’uomo tre volte scellerato chiese se c’era in cielo un Signore che aveva comandato di celebrare il giorno del sabato. 4Essi risposero: «C’è il Signore vivente; egli è il sovrano del cielo, che ha comandato di celebrare il settimo giorno». 5L’altro ribatté: «E io sono sovrano sulla terra, che comando di prendere le armi e di eseguire le disposizioni del re». Tuttavia non riuscì a mandare a effetto il suo crudele intento.

6Nicànore, dunque, che si era montato la testa con tutta la sua arroganza, aveva deciso di erigere un pubblico trofeo per la vittoria sugli uomini di Giuda. 7Il Maccabeo invece era fermamente convinto e sperava pienamente di ottenere protezione dal Signore. 8Esortava perciò i suoi uomini a non temere l’attacco delle nazioni, ma a tenere impressi nella mente gli aiuti che in passato erano venuti loro dal Cielo e ad aspettare ora la vittoria che sarebbe stata loro concessa dall’Onnipotente. 9Confortandoli così con le parole della legge e dei profeti e ricordando loro le lotte che avevano già condotto a termine, li rese più coraggiosi. 10Avendo così rinfrancato i loro sentimenti, espose e denunciò la malafede delle nazioni e la loro violazione dei giuramenti. 11Dopo aver armato ciascuno di loro non tanto con la sicurezza degli scudi e delle lance quanto con il conforto di quelle efficaci parole, li riempì di gioia, narrando loro un sogno degno di fede, anzi una vera visione. 12La sua visione era questa: Onia, che era stato sommo sacerdote, uomo onesto e buono, modesto nel portamento, mite nel contegno, spedito ed

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elegante nel parlare, occupato fin dalla fanciullezza in tutto ciò che è proprio della virtù, con le mani protese pregava per tutta la comunità dei Giudei. 13Poi, allo stesso modo, era apparso un uomo distinto per età senile e maestà, circonfuso di dignità meravigliosa e piena di magnificenza. 14Presa la parola, Onia disse: «Questi è l’amico dei suoi fratelli, che prega molto per il popolo e per la città santa, Geremia, il profeta di Dio». 15E Geremia stendendo la destra consegnò a Giuda una spada d’oro, pronunciando queste parole nel porgerla: 16«Prendi la spada sacra come dono di Dio; con questa abbatterai i nemici».

17Incoraggiati dalle parole di Giuda, molto belle e tali da spingere all’eroismo e da rendere virile anche l’animo dei giovani, stabilirono di non restare nel campo, ma di intervenire coraggiosamente e decidere la sorte attaccando battaglia con tutto il coraggio, perché la città e le cose sante e il tempio erano in pericolo. 18Minore era il loro timore per le donne e i figli come pure per i fratelli e i parenti, poiché la prima e principale preoccupazione era per il tempio consacrato. 19Anche per quelli rimasti in città non era piccola l’angoscia, essendo tutti turbati per l’ansia del combattimento in campo aperto. 20Tutti ormai attendevano la prova imminente, poiché i nemici già avevano cominciato ad attaccare e l’esercito era in ordine di battaglia, gli elefanti erano piazzati in posizione opportuna e la cavalleria schierata ai lati. 21Il Maccabeo, dopo aver osservato la moltitudine dei presenti, la varietà delle armi pronte e la ferocia delle bestie, alzò le mani al cielo e invocò il Signore che compie prodigi, convinto che non è possibile vincere con le armi, ma che egli concede la vittoria a coloro che ne sono degni, secondo il suo giudizio. 22Nel pregare il Signore, si esprimeva in questo modo: «Tu, Signore, inviasti il tuo angelo al tempo di Ezechia, re della Giudea, ed egli fece perire nel campo di Sennàcherib centoottantacinquemila uomini. 23Anche ora, sovrano del cielo, manda un angelo buono davanti a noi per incutere paura e tremore. 24Siano atterriti dalla potenza del tuo braccio coloro che bestemmiando sono venuti qui contro il tuo popolo santo». Con queste parole egli terminò.

25Gli uomini di Nicànore avanzavano al suono delle trombe e degli inni di guerra. 26Gli uomini di Giuda invece si gettarono nella mischia contro i nemici tra invocazioni e preghiere. 27In tal modo, combattendo con le mani, ma pregando Dio con il cuore, travolsero non meno di trentacinquemila uomini, rallegrandosi grandemente per la manifesta presenza di Dio. 28Terminata la battaglia, mentre facevano ritorno pieni di gioia, riconobbero Nicànore caduto con tutte le sue armi. 29Levarono alte grida dandosi all’entusiasmo, mentre benedicevano l’Onnipotente nella lingua dei padri. 30Quindi colui che era stato sempre il primo a combattere per i suoi concittadini con anima e corpo, colui che aveva conservato l’affetto dell’età giovanile verso i suoi connazionali, comandò che tagliassero la testa di Nicànore e la sua mano con il braccio e li portassero a Gerusalemme. 31Quando vi giunse, convocati tutti i connazionali e collocati i sacerdoti davanti all’altare, mandò a chiamare quelli della Cittadella 32e mostrò loro la testa dello scellerato Nicànore e la mano che quel bestemmiatore aveva steso contro la sacra dimora dell’Onnipotente, pronunciando parole arroganti. 33Tagliata poi la lingua del sacrilego Nicànore, la fece gettare a pezzi agli uccelli e ordinò di appendere davanti al tempio la ricompensa della sua follia.

34Tutti allora, rivolti verso il cielo, benedissero il Signore glorioso dicendo: «Benedetto colui che ha conservato la sua dimora inviolata». 35Fece poi appendere la testa di Nicànore alla Cittadella alla vista di tutti, perché fosse segno manifesto

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2 Maccabei

Bibbia CEI 2008 25/25

dell’aiuto di Dio. 36Quindi deliberarono tutti insieme, con voto pubblico, di non lasciar passare inosservato quel giorno, ma di commemorarlo il tredici del dodicesimo mese – che in lingua aramaica si chiama Adar – il giorno precedente la festa di Mardocheo.

37Così andarono le cose riguardo a Nicànore e, poiché da quel tempo la città è rimasta in mano agli Ebrei, anch’io chiudo qui la mia narrazione. 38Se essa è riuscita ben ordinata, era quello che volevo; se invece è di poco conto e mediocre, questo solo ho potuto fare. 39Come il bere solo vino o bere solo acqua è nocivo, mentre vino mescolato con acqua è amabile e procura un delizioso piacere, così un discorso ben elaborato delizia gli orecchi di coloro che leggono la narrazione. E qui sia la fine.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 1/49

La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

GIOBBE

1 1Viveva nella terra di Us un uomo chiamato Giobbe, integro e retto, timorato

di Dio e lontano dal male. 2Gli erano nati sette figli e tre figlie; 3possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande fra tutti i figli d’oriente.

4I suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. 5Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti per ognuno di loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno maledetto Dio nel loro cuore». Così era solito fare Giobbe ogni volta.

6Ora, un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. 7Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». 8Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male». 9Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? 10Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. 11Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!». 12Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui». Satana si ritirò dalla presenza del Signore.

13Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, 14un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. 15I Sabei hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

16Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

17Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

18Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, 19quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».

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Giobbe

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20Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò 21e disse:

«Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!». 22In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.

2 1Accadde, un giorno, che i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, e

anche Satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore. 2Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». 3Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. Egli è ancora saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui per rovinarlo, senza ragione». 4Satana rispose al Signore: «Pelle per pelle; tutto quello che possiede, l’uomo è pronto a darlo per la sua vita. 5Ma stendi un poco la mano e colpiscilo nelle ossa e nella carne e vedrai come ti maledirà apertamente!». 6Il Signore disse a Satana: «Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita».

7Satana si ritirò dalla presenza del Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. 8Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. 9Allora sua moglie disse: «Rimani ancora saldo nella tua integrità? Maledici Dio e muori!». 10Ma egli le rispose: «Tu parli come parlerebbe una stolta! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?».

In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra. 11Tre amici di Giobbe vennero a sapere di tutte le disgrazie che si erano

abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Sofar di Naamà, e si accordarono per andare a condividere il suo dolore e a consolarlo. 12Alzarono gli occhi da lontano, ma non lo riconobbero. Levarono la loro voce e si misero a piangere. Ognuno si stracciò il mantello e lanciò polvere verso il cielo sul proprio capo. 13Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti. Nessuno gli rivolgeva una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.

3 1Allora Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno. 2Prese a dire:

3«Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: “È stato concepito un maschio!”. 4Quel giorno divenga tenebra, non se ne curi Dio dall’alto, né brilli mai su di esso la luce. 5Lo rivendichino la tenebra e l’ombra della morte, gli si stenda sopra una nube e lo renda spaventoso l’oscurarsi del giorno! 6Quella notte se la prenda il buio,

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 3/49

non si aggiunga ai giorni dell’anno, non entri nel conto dei mesi. 7Ecco, quella notte sia sterile, e non entri giubilo in essa. 8La maledicano quelli che imprecano il giorno, che sono pronti a evocare Leviatàn. 9Si oscurino le stelle della sua alba, aspetti la luce e non venga né veda le palpebre dell’aurora, 10poiché non mi chiuse il varco del grembo materno, e non nascose l’affanno agli occhi miei! 11Perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo? 12Perché due ginocchia mi hanno accolto, e due mammelle mi allattarono? 13Così, ora giacerei e avrei pace, dormirei e troverei riposo 14con i re e i governanti della terra, che ricostruiscono per sé le rovine, 15e con i prìncipi, che posseggono oro e riempiono le case d’argento. 16Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bambini che non hanno visto la luce. 17Là i malvagi cessano di agitarsi, e chi è sfinito trova riposo. 18Anche i prigionieri hanno pace, non odono più la voce dell’aguzzino. 19Il piccolo e il grande là sono uguali, e lo schiavo è libero dai suoi padroni. 20Perché dare la luce a un infelice e la vita a chi ha amarezza nel cuore, 21a quelli che aspettano la morte e non viene, che la cercano più di un tesoro, 22che godono fino a esultare e gioiscono quando trovano una tomba, 23a un uomo, la cui via è nascosta e che Dio ha sbarrato da ogni parte? 24Perché al posto del pane viene la mia sofferenza e si riversa come acqua il mio grido, 25perché ciò che temevo mi è sopraggiunto, quello che mi spaventava è venuto su di me. 26Non ho tranquillità, non ho requie, non ho riposo ed è venuto il tormento!».

4 1Elifaz di Teman prese a dire:

2«Se uno tenta di parlare, ti sarà gravoso?

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Giobbe

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Ma chi può trattenere le parole? 3Ecco, sei stato maestro di molti e a mani stanche hai ridato vigore; 4le tue parole hanno sorretto chi vacillava e le ginocchia che si piegavano hai rafforzato. 5Ma ora che questo accade a te, ti è gravoso; capita a te e ne sei sconvolto. 6La tua pietà non era forse la tua fiducia, e la tua condotta integra la tua speranza? 7Ricordalo: quale innocente è mai perito e quando mai uomini retti furono distrutti? 8Per quanto io ho visto, chi ara iniquità e semina affanni, li raccoglie. 9A un soffio di Dio periscono e dallo sfogo della sua ira sono annientati. 10Ruggisce il leone, urla la belva, e i denti dei leoncelli si frantumano; 11il leone perisce per mancanza di preda, e i figli della leonessa si disperdono. 12A me fu recata, furtiva, una parola e il mio orecchio ne percepì il lieve sussurro. 13Negli incubi delle visioni notturne, quando il torpore grava sugli uomini, 14terrore mi prese e spavento, che tutte le ossa mi fece tremare; 15un vento mi passò sulla faccia, sulla pelle mi si drizzarono i peli. 16Stava là uno, ma non ne riconobbi l'aspetto, una figura era davanti ai miei occhi. Poi udii una voce sommessa: 17“Può l’uomo essere più retto di Dio, o il mortale più puro del suo creatore? 18Ecco, dei suoi servi egli non si fida e nei suoi angeli trova difetti, 19quanto più in coloro che abitano case di fango, che nella polvere hanno il loro fondamento! Come tarlo sono schiacciati, 20sono annientati fra il mattino e la sera, senza che nessuno ci badi, periscono per sempre. 21Non viene forse strappata la corda della loro tenda, sicché essi muoiono, ma senza sapienza?”.

5 1Grida pure! Ti risponderà forse qualcuno? E a chi fra i santi ti rivolgerai? 2Poiché la collera uccide lo stolto e l’invidia fa morire lo sciocco. 3Ho visto lo stolto mettere radici

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Giobbe

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e subito ho dichiarato maledetta la sua dimora. 4I suoi figli non sono mai al sicuro, e in tribunale sono oppressi, senza difensore; 5l’affamato ne divora la messe, anche se ridotta a spine, la porterà via e gente assetata agognerà le sue sostanze. 6Non esce certo dal suolo la sventura né germoglia dalla terra il dolore, 7ma è l’uomo che genera pene, come le scintille volano in alto. 8Io, invece, mi rivolgerei a Dio e a Dio esporrei la mia causa: 9a lui, che fa cose tanto grandi da non potersi indagare, meraviglie da non potersi contare, 10che dà la pioggia alla terra e manda l’acqua sulle campagne. 11Egli esalta gli umili e solleva a prosperità gli afflitti; 12è lui che rende vani i pensieri degli scaltri, perché le loro mani non abbiano successo. 13Egli sorprende i saccenti nella loro astuzia e fa crollare il progetto degli scaltri. 14Di giorno incappano nel buio, in pieno sole brancolano come di notte. 15Egli invece salva il povero dalla spada della loro bocca e dalla mano del violento. 16C’è speranza per il misero, ma chi fa l’ingiustizia deve chiudere la bocca. 17Perciò, beato l’uomo che è corretto da Dio: non sdegnare la correzione dell’Onnipotente, 18perché egli ferisce e fascia la piaga, colpisce e la sua mano risana. 19Da sei tribolazioni ti libererà e alla settima il male non ti toccherà; 20nella carestia ti libererà dalla morte e in guerra dal colpo della spada, 21sarai al riparo dal flagello della lingua, né temerai quando giunge la rovina. 22Della rovina e della fame riderai né temerai le bestie selvatiche; 23con le pietre del campo avrai un patto e le bestie selvatiche saranno in pace con te. 24Vedrai che sarà prospera la tua tenda, visiterai la tua proprietà e non sarai deluso. 25Vedrai che sarà numerosa la tua prole, i tuoi rampolli come l’erba dei prati. 26Te ne andrai alla tomba in piena maturità, come un covone raccolto a suo tempo.

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Giobbe

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27Ecco, questo l’abbiamo studiato a fondo, ed è vero. Ascoltalo e imparalo per il tuo bene».

6 1Giobbe prese a dire:

2«Se ben si pesasse la mia angoscia e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura, 3certo sarebbe più pesante della sabbia del mare! Per questo le mie parole sono così avventate, 4perché le saette dell’Onnipotente mi stanno infitte, sicché il mio spirito ne beve il veleno e i terrori di Dio mi si schierano contro! 5Raglia forse l’asino selvatico con l’erba davanti o muggisce il bue sopra il suo foraggio? 6Si mangia forse un cibo insipido, senza sale? O che gusto c’è nel succo di malva? 7Ciò che io ricusavo di toccare ora è il mio cibo nauseante! 8Oh, mi accadesse quello che invoco e Dio mi concedesse quello che spero! 9Volesse Dio schiacciarmi, stendere la mano e sopprimermi! 10Questo sarebbe il mio conforto, e io gioirei, pur nell’angoscia senza pietà, perché non ho rinnegato i decreti del Santo. 11Qual è la mia forza, perché io possa aspettare, o qual è la mia fine, perché io debba pazientare? 12La mia forza è forse quella dei macigni? E la mia carne è forse di bronzo? 13Nulla c’è in me che mi sia di aiuto? Ogni successo mi è precluso? 14A chi è sfinito dal dolore è dovuto l’affetto degli amici, anche se ha abbandonato il timore di Dio. 15I miei fratelli sono incostanti come un torrente, come l’alveo dei torrenti che scompaiono: 16sono torbidi per il disgelo, si gonfiano allo sciogliersi della neve, 17ma al tempo della siccità svaniscono e all’arsura scompaiono dai loro letti. 18Le carovane deviano dalle loro piste, avanzano nel deserto e vi si perdono; 19le carovane di Tema li cercano con lo sguardo, i viandanti di Saba sperano in essi: 20ma rimangono delusi d’aver sperato, giunti fin là, ne restano confusi. 21Così ora voi non valete niente: vedete una cosa che fa paura e vi spaventate.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 7/49

22Vi ho detto forse: “Datemi qualcosa”, o “Con i vostri beni pagate il mio riscatto”, 23o “Liberatemi dalle mani di un nemico”, o “Salvatemi dalle mani dei violenti”? 24Istruitemi e allora io tacerò, fatemi capire in che cosa ho sbagliato. 25Che hanno di offensivo le mie sincere parole e che cosa dimostrano le vostre accuse? 26Voi pretendete di confutare le mie ragioni, e buttate al vento i detti di un disperato. 27Persino su un orfano gettereste la sorte e fareste affari a spese di un vostro amico. 28Ma ora degnatevi di volgervi verso di me: davanti a voi non mentirò. 29Su, ricredetevi: non siate ingiusti! Ricredetevi: io sono nel giusto! 30C’è forse iniquità sulla mia lingua o il mio palato non sa distinguere il male?

7 1L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario? 2Come lo schiavo sospira l’ombra e come il mercenario aspetta il suo salario, 3così a me sono toccati mesi d’illusione e notti di affanno mi sono state assegnate. 4Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”. La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba. 5Ricoperta di vermi e di croste polverose è la mia carne, raggrinzita è la mia pelle e si dissolve. 6I miei giorni scorrono più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza. 7Ricòrdati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene. 8Non mi scorgerà più l’occhio di chi mi vede: i tuoi occhi mi cercheranno, ma io più non sarò. 9Una nube svanisce e se ne va, così chi scende al regno dei morti più non risale; 10non tornerà più nella sua casa, né più lo riconoscerà la sua dimora. 11Ma io non terrò chiusa la mia bocca, parlerò nell’angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore! 12Sono io forse il mare oppure un mostro marino, perché tu metta sopra di me una guardia? 13Quando io dico: “Il mio giaciglio mi darà sollievo, il mio letto allevierà il mio lamento”, 14tu allora mi spaventi con sogni

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Giobbe

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e con fantasmi tu mi atterrisci. 15Preferirei morire soffocato, la morte piuttosto che vivere in queste mie ossa. 16Mi sto consumando, non vivrò più a lungo. Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni. 17Che cosa è l’uomo perché tu lo consideri grande e a lui rivolga la tua attenzione 18e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metta alla prova? 19Fino a quando da me non toglierai lo sguardo e non mi lascerai inghiottire la saliva? 20Se ho peccato, che cosa ho fatto a te, o custode dell’uomo? Perché mi hai preso a bersaglio e sono diventato un peso per me? 21Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia colpa? Ben presto giacerò nella polvere e, se mi cercherai, io non ci sarò!».

8 1Bildad di Suach prese a dire:

2«Fino a quando dirai queste cose e vento impetuoso saranno le parole della tua bocca? 3Può forse Dio sovvertire il diritto o l’Onnipotente sovvertire la giustizia? 4Se i tuoi figli hanno peccato contro di lui, li ha abbandonati in balìa delle loro colpe. 5Se tu cercherai Dio e implorerai l’Onnipotente, 6se puro e integro tu sarai, allora egli veglierà su di te e renderà prospera la dimora della tua giustizia; 7anzi, piccola cosa sarà la tua condizione di prima e quella futura sarà molto più grande. 8Chiedilo infatti alle generazioni passate, considera l’esperienza dei loro padri, 9perché noi siamo di ieri e nulla sappiamo, un’ombra sono i nostri giorni sulla terra. 10Non ti istruiranno e non ti parleranno traendo dal cuore le loro parole? 11Cresce forse il papiro fuori della palude e si sviluppa forse il giunco senz’acqua? 12Ancora verde, non buono per tagliarlo, inaridirebbe prima di ogni altra erba. 13Tale è la sorte di chi dimentica Dio, così svanisce la speranza dell’empio; 14la sua fiducia è come un filo

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 9/49

e una tela di ragno è la sua sicurezza: 15se si appoggia alla sua casa, essa non resiste, se vi si aggrappa, essa non regge. 16Rigoglioso si mostra in faccia al sole e sopra il giardino si spandono i suoi rami, 17sul terreno sassoso s’intrecciano le sue radici e tra le pietre si abbarbica. 18Ma se lo si strappa dal suo luogo, questo lo rinnega: “Non ti ho mai visto!”. 19Ecco la gioia del suo destino e dalla terra altri rispuntano. 20Dunque, Dio non rigetta l’uomo integro e non sostiene la mano dei malfattori. 21Colmerà di nuovo la tua bocca di sorriso e le tue labbra di gioia. 22I tuoi nemici saranno coperti di vergogna, la tenda degli empi più non sarà».

9 1Giobbe prese a dire:

2«In verità io so che è così: e come può un uomo aver ragione dinanzi a Dio? 3Se uno volesse disputare con lui, non sarebbe in grado di rispondere una volta su mille. 4Egli è saggio di mente, potente di forza: chi si è opposto a lui ed è rimasto salvo? 5Egli sposta le montagne ed esse non lo sanno, nella sua ira egli le sconvolge. 6Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano. 7Comanda al sole ed esso non sorge e mette sotto sigillo le stelle. 8Lui solo dispiega i cieli e cammina sulle onde del mare. 9Crea l’Orsa e l’Orione, le Plèiadi e le costellazioni del cielo australe. 10Fa cose tanto grandi che non si possono indagare, meraviglie che non si possono contare. 11Se mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non mi accorgo. 12Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire? Chi gli può dire: “Cosa fai?”. 13Dio non ritira la sua collera: sotto di lui sono fiaccati i sostenitori di Raab. 14Tanto meno potrei rispondergli io, scegliendo le parole da dirgli; 15io, anche se avessi ragione, non potrei rispondergli,

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al mio giudice dovrei domandare pietà. 16Se lo chiamassi e mi rispondesse, non credo che darebbe ascolto alla mia voce. 17Egli con una tempesta mi schiaccia, moltiplica le mie piaghe senza ragione, 18non mi lascia riprendere il fiato, anzi mi sazia di amarezze. 19Se si tratta di forza, è lui il potente; se di giustizia, chi potrà citarlo in giudizio? 20Se avessi ragione, la mia bocca mi condannerebbe; se fossi innocente, egli mi dichiarerebbe colpevole. 21Benché innocente, non mi curo di me stesso, detesto la mia vita! 22Per questo io dico che è la stessa cosa: egli fa perire l’innocente e il reo! 23Se un flagello uccide all’improvviso, della sciagura degli innocenti egli ride. 24La terra è lasciata in balìa del malfattore: egli vela il volto dei giudici; chi, se non lui, può fare questo? 25I miei giorni passano più veloci d’un corriere, fuggono senza godere alcun bene, 26volano come barche di papiro, come aquila che piomba sulla preda. 27Se dico: “Voglio dimenticare il mio gemito, cambiare il mio volto e rasserenarmi”, 28mi spavento per tutti i miei dolori; so bene che non mi dichiarerai innocente. 29Se sono colpevole, perché affaticarmi invano? 30Anche se mi lavassi con la neve e pulissi con la soda le mie mani, 31allora tu mi tufferesti in un pantano e in orrore mi avrebbero le mie vesti. 32Poiché non è uomo come me, al quale io possa replicare: “Presentiamoci alla pari in giudizio”. 33Non c’è fra noi due un arbitro che ponga la mano su di noi. 34Allontani da me la sua verga, che non mi spaventi il suo terrore: 35allora parlerei senza aver paura di lui; poiché così non è, mi ritrovo con me solo.

10 1Io sono stanco della mia vita! Darò libero sfogo al mio lamento, parlerò nell’amarezza del mio cuore. 2Dirò a Dio: “Non condannarmi!

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 11/49

Fammi sapere di che cosa mi accusi. 3È forse bene per te opprimermi, disprezzare l’opera delle tue mani e favorire i progetti dei malvagi? 4Hai tu forse occhi di carne o anche tu vedi come vede l’uomo? 5Sono forse i tuoi giorni come quelli di un uomo, i tuoi anni come quelli di un mortale, 6perché tu debba scrutare la mia colpa ed esaminare il mio peccato, 7pur sapendo che io non sono colpevole e che nessuno mi può liberare dalla tua mano? 8Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto integro in ogni parte: e ora vorresti distruggermi? 9Ricòrdati che come argilla mi hai plasmato; alla polvere vorresti farmi tornare? 10Non mi hai colato come latte e fatto cagliare come formaggio? 11Di pelle e di carne mi hai rivestito, di ossa e di nervi mi hai intessuto. 12Vita e benevolenza tu mi hai concesso e la tua premura ha custodito il mio spirito. 13Eppure, questo nascondevi nel cuore, so che questo era nei tuoi disegni! 14Se pecco, tu mi sorvegli e non mi lasci impunito per la mia colpa. 15Se sono colpevole, guai a me! Ma anche se sono giusto, non oso sollevare il capo, sazio d’ignominia, come sono, ed ebbro di miseria. 16Se lo sollevo, tu come un leone mi dai la caccia e torni a compiere le tue prodezze contro di me, 17rinnovi contro di me i tuoi testimoni, contro di me aumenti la tua ira e truppe sempre nuove mi stanno addosso. 18Perché tu mi hai tratto dal seno materno? Sarei morto e nessun occhio mi avrebbe mai visto! 19Sarei come uno che non è mai esistito; dal ventre sarei stato portato alla tomba! 20Non sono poca cosa i miei giorni? Lasciami, che io possa respirare un poco 21prima che me ne vada, senza ritorno, verso la terra delle tenebre e dell’ombra di morte, 22terra di oscurità e di disordine, dove la luce è come le tenebre”».

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 12/49

11 1Sofar di Naamà prese a dire:

2«A tante parole non si dovrà forse dare risposta? O il loquace dovrà avere ragione? 3I tuoi sproloqui faranno tacere la gente? Ti farai beffe, senza che alcuno ti svergogni? 4Tu dici: “Pura è la mia condotta, io sono irreprensibile agli occhi tuoi”. 5Tuttavia, volesse Dio parlare e aprire le labbra contro di te, 6per manifestarti i segreti della sapienza, che sono così difficili all’intelletto, allora sapresti che Dio ti condona parte della tua colpa. 7Credi tu di poter scrutare l’intimo di Dio o penetrare la perfezione dell’Onnipotente? 8È più alta del cielo: che cosa puoi fare? È più profonda del regno dei morti: che cosa ne sai? 9Più lunga della terra ne è la dimensione, più vasta del mare. 10Se egli assale e imprigiona e chiama in giudizio, chi glielo può impedire? 11Egli conosce gli uomini fallaci; quando scorge l’iniquità, non dovrebbe tenerne conto? 12L’uomo stolto diventerà giudizioso? E un puledro di asino selvatico sarà generato uomo? 13Ora, se tu a Dio dirigerai il cuore e tenderai a lui le tue palme, 14se allontanerai l’iniquità che è nella tua mano e non farai abitare l’ingiustizia nelle tue tende, 15allora potrai alzare il capo senza macchia, sarai saldo e non avrai timori, 16perché dimenticherai l’affanno e te ne ricorderai come di acqua passata. 17Più del sole meridiano splenderà la tua vita, l’oscurità sarà per te come l’aurora. 18Avrai fiducia perché c’è speranza e, guardandoti attorno, riposerai tranquillo. 19Ti coricherai e nessuno ti metterà paura; anzi, molti cercheranno i tuoi favori. 20Ma gli occhi dei malvagi languiranno, ogni scampo è loro precluso, unica loro speranza è l’ultimo respiro!».

12 1Giobbe prese a dire:

2«Certo, voi rappresentate un popolo; con voi morirà la sapienza!

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 13/49

3Anch’io però ho senno come voi, e non sono da meno di voi; chi non sa cose simili? 4Sono diventato il sarcasmo dei miei amici, io che grido a Dio perché mi risponda; sarcasmo, io che sono il giusto, l’integro! 5“Allo sventurato spetta il disprezzo”, pensa la gente nella prosperità, “spinte a colui che ha il piede tremante”. 6Le tende dei ladri sono tranquille, c’è sicurezza per chi provoca Dio, per chi riduce Dio in suo potere. 7Interroga pure le bestie e ti insegneranno, gli uccelli del cielo e ti informeranno; 8i rettili della terra e ti istruiranno, i pesci del mare e ti racconteranno. 9Chi non sa, fra tutti costoro, che la mano del Signore ha fatto questo? 10Egli ha in mano l’anima di ogni vivente e il soffio di ogni essere umano. 11L’orecchio non distingue forse le parole e il palato non assapora i cibi? 12Nei canuti sta la saggezza e in chi ha vita lunga la prudenza. 13In lui risiedono sapienza e forza, a lui appartengono consiglio e prudenza! 14Ecco, se egli demolisce, non si può ricostruire, se imprigiona qualcuno, non c’è chi possa liberarlo. 15Se trattiene le acque, vi è siccità, se le lascia andare, devastano la terra. 16In lui risiedono potenza e sagacia, da lui dipendono l’ingannato e l’ingannatore. 17Fa andare scalzi i consiglieri della terra, rende stolti i giudici; 18slaccia la cintura dei re e cinge i loro fianchi d’una corda. 19Fa andare scalzi i sacerdoti e rovescia i potenti. 20Toglie la parola a chi si crede sicuro e priva del senno i vegliardi. 21Sui potenti getta il disprezzo e allenta la cintura dei forti. 22Strappa dalle tenebre i segreti e porta alla luce le ombre della morte. 23Rende grandi i popoli e li fa perire, fa largo ad altri popoli e li guida. 24Toglie la ragione ai capi di un paese e li fa vagare nel vuoto, senza strade,

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 14/49

25vanno a tastoni in un buio senza luce, e barcollano come ubriachi.

13 1Ecco, tutto questo ha visto il mio occhio, l’ha udito il mio orecchio e l’ha compreso. 2Quel che sapete voi, lo so anch’io; non sono da meno di voi. 3Ma io all’Onnipotente voglio parlare, con Dio desidero contendere. 4Voi imbrattate di menzogne, siete tutti medici da nulla. 5Magari taceste del tutto: sarebbe per voi un atto di sapienza! 6Ascoltate dunque la mia replica e alle argomentazioni delle mie labbra fate attenzione. 7Vorreste forse dire il falso in difesa di Dio e in suo favore parlare con inganno? 8Vorreste prendere le parti di Dio e farvi suoi avvocati? 9Sarebbe bene per voi se egli vi scrutasse? Credete di ingannarlo, come s’inganna un uomo? 10Severamente vi redarguirà, se in segreto sarete parziali. 11La sua maestà non vi incute spavento e il terrore di lui non vi assale? 12Sentenze di cenere sono i vostri moniti, baluardi di argilla sono i vostri baluardi. 13Tacete, state lontani da me: parlerò io, qualunque cosa possa accadermi. 14Prenderò la mia carne con i denti e la mia vita porrò sulle mie palme. 15Mi uccida pure, io non aspetterò, ma la mia condotta davanti a lui difenderò! 16Già questo sarebbe la mia salvezza, perché davanti a lui l’empio non può presentarsi. 17Ascoltate bene le mie parole e il mio discorso entri nei vostri orecchi. 18Ecco, espongo la mia causa, sono convinto che sarò dichiarato innocente. 19Chi vuole contendere con me? Perché allora tacerei e morirei. 20Fammi solo due cose e allora non mi sottrarrò alla tua presenza: 21allontana da me la tua mano e il tuo terrore più non mi spaventi. 22Interrogami pure e io risponderò, oppure parlerò io e tu ribatterai.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 15/49

23Quante sono le mie colpe e i miei peccati? Fammi conoscere il mio delitto e il mio peccato. 24Perché mi nascondi la tua faccia e mi consideri come un nemico? 25Vuoi spaventare una foglia dispersa dal vento e dare la caccia a una paglia secca? 26Tu scrivi infatti contro di me sentenze amare e su di me fai ricadere i miei errori giovanili; 27tu poni in ceppi i miei piedi, vai spiando tutti i miei passi e rilevi le orme dei miei piedi. 28Intanto l’uomo si consuma come legno tarlato o come un vestito corroso da tignola.

14 1L’uomo, nato da donna, ha vita breve e piena d’inquietudine; 2come un fiore spunta e avvizzisce, fugge come l’ombra e mai si ferma. 3Tu, sopra di lui tieni aperti i tuoi occhi, e lo chiami a giudizio dinanzi a te? 4Chi può trarre il puro dall’immondo? Nessuno. 5Se i suoi giorni sono contati, il numero dei suoi mesi dipende da te, hai fissato un termine che non può oltrepassare. 6Distogli lo sguardo da lui perché trovi pace e compia, come un salariato, la sua giornata! 7È vero, per l’albero c’è speranza: se viene tagliato, ancora si rinnova, e i suoi germogli non cessano di crescere; 8se sotto terra invecchia la sua radice e al suolo muore il suo tronco, 9al sentire l’acqua rifiorisce e mette rami come giovane pianta. 10Invece l’uomo, se muore, giace inerte; quando il mortale spira, dov’è mai? 11Potranno sparire le acque dal mare e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi, 12ma l’uomo che giace non si alzerà più, finché durano i cieli non si sveglierà né più si desterà dal suo sonno. 13Oh, se tu volessi nascondermi nel regno dei morti, occultarmi, finché sia passata la tua ira, fissarmi un termine e poi ricordarti di me! 14L’uomo che muore può forse rivivere? Aspetterei tutti i giorni del mio duro servizio, finché arrivi per me l’ora del cambio! 15Mi chiameresti e io risponderei,

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 16/49

l’opera delle tue mani tu brameresti. 16Mentre ora tu conti i miei passi, non spieresti più il mio peccato: 17in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio delitto e tu ricopriresti la mia colpa. 18E invece, come un monte che cade si sfalda e come una rupe si stacca dal suo posto, 19e le acque consumano le pietre, le alluvioni portano via il terreno: così tu annienti la speranza dell’uomo. 20Tu lo abbatti per sempre ed egli se ne va, tu sfiguri il suo volto e lo scacci. 21Siano pure onorati i suoi figli, non lo sa; siano disprezzati, lo ignora! 22Solo la sua carne su di lui è dolorante, e la sua anima su di lui fa lamento».

15 1Elifaz di Teman prese a dire:

2«Potrebbe il saggio rispondere con ragioni campate in aria e riempirsi il ventre del vento d’oriente? 3Si difende egli con parole inutili e con discorsi inconcludenti? 4Ma tu distruggi la religione e abolisci la preghiera innanzi a Dio. 5Infatti la tua malizia istruisce la tua bocca e scegli il linguaggio degli astuti. 6Non io, ma la tua bocca ti condanna e le tue labbra attestano contro di te. 7Sei forse tu il primo uomo che è nato, o prima dei monti sei stato generato? 8Hai tu avuto accesso ai segreti consigli di Dio e ti sei appropriato tu solo della sapienza? 9Che cosa sai tu, che noi non sappiamo? Che cosa capisci, che non sia chiaro anche a noi? 10Sia il vecchio che il canuto sono fra di noi, carichi di anni più di tuo padre. 11Poca cosa sono per te le consolazioni di Dio e una parola moderata rivolta a te? 12Perché il tuo cuore ti stravolge, perché ammiccano i tuoi occhi, 13quando volgi contro Dio il tuo animo e fai uscire tali parole dalla tua bocca? 14Che cos’è l’uomo perché si ritenga puro, perché si dica giusto un nato da donna? 15Ecco, neppure nei suoi santi egli ha fiducia e i cieli non sono puri ai suoi occhi,

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Bibbia CEI 2008 17/49

16tanto meno un essere abominevole e corrotto, l’uomo che beve l’iniquità come acqua. 17Voglio spiegartelo, ascoltami, ti racconterò quel che ho visto, 18quello che i saggi hanno riferito, che non hanno celato ad essi i loro padri; 19solo a loro fu concessa questa terra, né straniero alcuno era passato in mezzo a loro. 20Per tutti i giorni della vita il malvagio si tormenta; sono contati gli anni riservati al violento. 21Voci di spavento gli risuonano agli orecchi e in piena pace si vede assalito dal predone. 22Non crede di potersi sottrarre alle tenebre, egli si sente destinato alla spada. 23Abbandonato in pasto ai falchi, sa che gli è preparata la rovina. Un giorno tenebroso 24lo spaventa, la miseria e l’angoscia l’assalgono come un re pronto all’attacco, 25perché ha steso contro Dio la sua mano, ha osato farsi forte contro l’Onnipotente; 26correva contro di lui a testa alta, al riparo del curvo spessore del suo scudo, 27poiché aveva la faccia coperta di grasso e pinguedine intorno ai suoi fianchi. 28Avrà dimora in città diroccate, in case dove non si abita più, destinate a diventare macerie. 29Non si arricchirà, non durerà la sua fortuna, le sue proprietà non si estenderanno sulla terra. 30Alle tenebre non sfuggirà, il fuoco seccherà i suoi germogli e il vento porterà via i suoi fiori. 31Non si affidi alla vanità che è fallace, perché vanità sarà la sua ricompensa. 32Prima del tempo saranno disseccati, i suoi rami non rinverdiranno più. 33Sarà spogliato come vigna della sua uva ancora acerba e getterà via come ulivo i suoi fiori, 34poiché la stirpe dell’empio è sterile e il fuoco divora le tende dell’uomo venale. 35Concepisce malizia e genera sventura e nel suo seno alleva l’inganno».

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Bibbia CEI 2008 18/49

16 1Giobbe prese a dire:

2«Ne ho udite già molte di cose simili! Siete tutti consolatori molesti. 3Non avranno termine le parole campate in aria? O che cosa ti spinge a rispondere? 4Anch’io sarei capace di parlare come voi, se voi foste al mio posto: comporrei con eleganza parole contro di voi e scuoterei il mio capo su di voi. 5Vi potrei incoraggiare con la bocca e il movimento delle mie labbra potrebbe darvi sollievo. 6Ma se parlo, non si placa il mio dolore; se taccio, che cosa lo allontana da me? 7Ora però egli mi toglie le forze, ha distrutto tutti i miei congiunti 8e mi opprime. Si è costituito testimone ed è insorto contro di me: il mio calunniatore mi accusa in faccia. 9La sua collera mi dilania e mi perseguita; digrigna i denti contro di me, il mio nemico su di me aguzza gli occhi. 10Spalancano la bocca contro di me, mi schiaffeggiano con insulti, insieme si alleano contro di me. 11Dio mi consegna come preda all’empio, e mi getta nelle mani dei malvagi. 12Me ne stavo tranquillo ed egli mi ha scosso, mi ha afferrato per il collo e mi ha stritolato; ha fatto di me il suo bersaglio. 13I suoi arcieri mi circondano; mi trafigge le reni senza pietà, versa a terra il mio fiele, 14mi apre ferita su ferita, mi si avventa contro come un guerriero. 15Ho cucito un sacco sulla mia pelle e ho prostrato la fronte nella polvere. 16La mia faccia è rossa per il pianto e un’ombra mortale mi vela le palpebre, 17benché non ci sia violenza nelle mie mani e sia pura la mia preghiera. 18O terra, non coprire il mio sangue né un luogo segreto trattenga il mio grido! 19Ecco, fin d’ora il mio testimone è nei cieli, il mio difensore è lassù. 20I miei amici mi scherniscono, rivolto a Dio, versa lacrime il mio occhio, 21perché egli stesso sia arbitro fra l’uomo e Dio, come tra un figlio dell’uomo e il suo prossimo;

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Bibbia CEI 2008 19/49

22poiché passano i miei anni che sono contati e me ne vado per una via senza ritorno.

17 1Il mio respiro è affannoso, i miei giorni si spengono; non c’è che la tomba per me! 2Non sono con me i beffardi? Fra i loro insulti veglia il mio occhio. 3Poni, ti prego, la mia cauzione presso di te; chi altri, se no, mi stringerebbe la mano? 4Poiché hai tolto il senno alla loro mente, per questo non li farai trionfare. 5Come chi invita a pranzo gli amici, mentre gli occhi dei suoi figli languiscono. 6Mi ha fatto diventare la favola dei popoli, sono oggetto di scherno davanti a loro. 7Si offusca per il dolore il mio occhio e le mie membra non sono che ombra. 8Gli onesti ne rimangono stupiti e l’innocente si sdegna contro l’empio. 9Ma il giusto si conferma nella sua condotta e chi ha le mani pure raddoppia gli sforzi. 10Su, venite tutti di nuovo: io non troverò un saggio fra voi. 11I miei giorni sono passati, svaniti i miei progetti, i desideri del mio cuore. 12Essi cambiano la notte in giorno: “La luce – dicono – è più vicina delle tenebre”. 13Se posso sperare qualche cosa, il regno dei morti è la mia casa, nelle tenebre distendo il mio giaciglio. 14Al sepolcro io grido: “Padre mio sei tu!” e ai vermi: “Madre mia, sorella mia voi siete!”. 15Dov’è, dunque, la mia speranza? Il mio bene chi lo vedrà? 16Caleranno le porte del regno dei morti, e insieme nella polvere sprofonderemo?».

18 1Bildad di Suach prese a dire:

2«Quando porrai fine alle tue chiacchiere? Rifletti bene e poi parleremo. 3Perché ci consideri come bestie, ci fai passare per idioti ai tuoi occhi? 4Tu che ti rodi l’anima nel tuo furore, forse per causa tua sarà abbandonata la terra e le rupi si staccheranno dal loro posto?

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 20/49

5Certamente la luce del malvagio si spegnerà e più non brillerà la fiamma del suo focolare. 6La luce si offuscherà nella sua tenda e la lucerna si estinguerà sopra di lui. 7Il suo energico passo si accorcerà e i suoi progetti lo faranno precipitare, 8perché con i suoi piedi incapperà in una rete e tra le maglie camminerà. 9Un laccio l’afferrerà per il calcagno, un nodo scorsoio lo stringerà. 10Gli è nascosta per terra una fune e gli è tesa una trappola sul sentiero. 11Terrori lo spaventano da tutte le parti e gli stanno alle calcagna. 12Diventerà carestia la sua opulenza e la rovina è ritta al suo fianco. 13Un malanno divorerà la sua pelle, il primogenito della morte roderà le sue membra. 14Sarà tolto dalla tenda in cui fidava, per essere trascinato davanti al re dei terrori! 15Potresti abitare nella tenda che non è più sua; sulla sua dimora si spargerà zolfo. 16Al di sotto, le sue radici si seccheranno, sopra, appassiranno i suoi rami. 17Il suo ricordo sparirà dalla terra e il suo nome più non si udrà per la contrada. 18Lo getteranno dalla luce nel buio e dal mondo lo stermineranno. 19Non famiglia, non discendenza avrà nel suo popolo, non superstiti nei luoghi della sua residenza. 20Della sua fine stupirà l’occidente e l’oriente ne avrà orrore. 21Ecco qual è la sorte dell’iniquo: questa è la dimora di chi non riconosce Dio».

19 1Giobbe prese a dire: 2«Fino a quando mi tormenterete e mi opprimerete con le vostre parole? 3Sono dieci volte che mi insultate e mi maltrattate in modo sfacciato. 4È poi vero che io abbia sbagliato e che persista nel mio errore? 5Davvero voi pensate di prevalere su di me, rinfacciandomi la mia vergogna? 6Sappiate dunque che Dio mi ha schiacciato e mi ha avvolto nella sua rete.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 21/49

7Ecco, grido: “Violenza!”, ma non ho risposta, chiedo aiuto, ma non c’è giustizia! 8Mi ha sbarrato la strada perché io non passi e sui miei sentieri ha disteso le tenebre. 9Mi ha spogliato della mia gloria e mi ha tolto dal capo la corona. 10Mi ha distrutto da ogni parte e io sparisco, ha strappato, come un albero, la mia speranza. 11Ha acceso contro di me la sua ira e mi considera come suo nemico. 12Insieme sono accorse le sue schiere e si sono tracciate la strada contro di me; si sono accampate intorno alla mia tenda. 13I miei fratelli si sono allontanati da me, persino i miei familiari mi sono diventati estranei. 14Sono scomparsi vicini e conoscenti, mi hanno dimenticato 15gli ospiti di casa; da estraneo mi trattano le mie ancelle, sono un forestiero ai loro occhi. 16Chiamo il mio servo ed egli non risponde, devo supplicarlo con la mia bocca. 17Il mio fiato è ripugnante per mia moglie e faccio ribrezzo ai figli del mio grembo. 18Anche i ragazzi mi disprezzano: se tento di alzarmi, mi coprono di insulti. 19Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti: quelli che amavo si rivoltano contro di me. 20Alla pelle si attaccano le mie ossa e non mi resta che la pelle dei miei denti. 21Pietà, pietà di me, almeno voi, amici miei, perché la mano di Dio mi ha percosso! 22Perché vi accanite contro di me, come Dio, e non siete mai sazi della mia carne? 23Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, 24fossero impresse con stilo di ferro e con piombo, per sempre s’incidessero sulla roccia! 25Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! 26Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. 27Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro. Languisco dentro di me. 28Voi che dite: “Come lo perseguitiamo noi, se la radice del suo danno è in lui?”, 29temete per voi la spada, perché è la spada che punisce l’iniquità,

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Bibbia CEI 2008 22/49

e saprete che c’è un giudice».

20 1Sofar di Naamà prese a dire:

2«Per questo i miei pensieri mi spingono a rispondere e c’è fretta dentro di me. 3Ho ascoltato un rimprovero per me offensivo, ma uno spirito, dal mio interno, mi spinge a replicare. 4Non sai tu che da sempre, da quando l’uomo fu posto sulla terra, 5il trionfo degli empi è breve e la gioia del perverso è di un istante? 6Anche se si innalzasse fino al cielo la sua statura e il suo capo toccasse le nubi, 7come il suo sterco sarebbe spazzato via per sempre e chi lo aveva visto direbbe: “Dov’è?”. 8Svanirà come un sogno, e non lo si troverà più, si dileguerà come visione notturna. 9L’occhio avvezzo a vederlo più non lo vedrà né più lo scorgerà la sua casa. 10I suoi figli dovranno risarcire i poveri e le sue stesse mani restituiranno le sue ricchezze. 11Le sue ossa erano piene di vigore giovanile, con lui ora giacciono nella polvere. 12Se alla sua bocca fu dolce il male, se lo teneva nascosto sotto la sua lingua, 13assaporandolo senza inghiottirlo, se lo tratteneva in mezzo al suo palato, 14il suo cibo gli si guasterà nelle viscere, gli si trasformerà in veleno di vipere. 15I beni che ha divorato, dovrà vomitarli, Dio glieli caccerà fuori dal ventre. 16Veleno di vipere ha succhiato, una lingua di aspide lo ucciderà. 17Non vedrà più ruscelli d’olio, fiumi di miele e fior di panna; 18darà ad altri il frutto della sua fatica senza mangiarne, come non godrà del frutto del suo commercio, 19perché ha oppresso e abbandonato i miseri, ha rubato case invece di costruirle; 20perché non ha saputo calmare il suo ventre, con i suoi tesori non si salverà. 21Nulla è sfuggito alla sua voracità, per questo non durerà il suo benessere. 22Nel colmo della sua abbondanza si troverà in miseria; ogni sorta di sciagura piomberà su di lui. 23Quando starà per riempire il suo ventre,

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Bibbia CEI 2008 23/49

Dio scaglierà su di lui la fiamma del suo sdegno e gli farà piovere addosso brace. 24Se sfuggirà all’arma di ferro, lo trafiggerà l’arco di bronzo. 25Se estrarrà la freccia dalla schiena, una spada lucente gli squarcerà il fegato. Lo assaliranno i terrori; 26le tenebre più fitte gli saranno riservate. Lo divorerà un fuoco non attizzato da uomo, esso consumerà quanto è rimasto nella sua tenda. 27Riveleranno i cieli la sua iniquità e la terra si alzerà contro di lui. 28Sparirà il raccolto della sua casa, tutto sarà disperso nel giorno della sua ira. 29Questa è la sorte che Dio riserva all’uomo malvagio, l’eredità che Dio gli ha decretato».

21 1Giobbe prese a dire:

2«Ascoltate bene la mia parola e sia questo almeno il conforto che mi date. 3Tollerate che io parli e, dopo che avrò parlato, deridetemi pure. 4Mi lamento forse di un uomo? E perché non dovrei perdere la pazienza? 5Statemi attenti e resterete stupiti, mettetevi la mano sulla bocca. 6Se io ci penso, rimango turbato e la mia carne è presa da un brivido. 7Perché i malvagi continuano a vivere, e invecchiando diventano più forti e più ricchi? 8La loro prole prospera insieme con loro, i loro rampolli crescono sotto i loro occhi. 9Le loro case sono tranquille e senza timori; il bastone di Dio non pesa su di loro. 10Il loro toro monta senza mai fallire, la mucca partorisce senza abortire. 11Mandano fuori, come un gregge, i loro ragazzi e i loro figli danzano in festa. 12Cantano al ritmo di tamburelli e di cetre, si divertono al suono dei flauti. 13Finiscono nel benessere i loro giorni e scendono tranquilli nel regno dei morti. 14Eppure dicevano a Dio: “Allontànati da noi, non vogliamo conoscere le tue vie. 15Chi è l’Onnipotente, perché dobbiamo servirlo? E che giova pregarlo?”.

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Bibbia CEI 2008 24/49

16Essi hanno in mano il loro benessere e il consiglio degli empi è lontano da lui. 17Quante volte si spegne la lucerna degli empi, e la sventura piomba su di loro, e infligge loro castighi con ira? 18Sono essi come paglia sollevata al vento o come pula in preda all’uragano? 19“Dio – si dirà – riserva il castigo per i figli dell’empio”. No, lo subisca e lo senta lui il castigo! 20Veda con i suoi occhi la sua rovina e beva dell’ira dell’Onnipotente! 21Che cosa gli importa infatti della sua casa quando è morto, quando il numero dei suoi mesi è finito? 22S’insegna forse la scienza a Dio, a lui che giudica gli esseri celesti? 23Uno muore in piena salute, tutto tranquillo e prospero; 24i suoi fianchi sono coperti di grasso e il midollo delle sue ossa è ben nutrito. 25Un altro muore con l’amarezza in cuore, senza aver mai assaporato la gioia. 26Eppure entrambi giacciono insieme nella polvere e i vermi li ricoprono. 27Ecco, io conosco bene i vostri pensieri e i progetti che tramate contro di me! 28Infatti voi dite: “Dov’è la casa del nobile, dove sono le tende degli empi?”. 29Perché non avete chiesto a chi ha viaggiato e non avete considerato attentamente le loro prove? 30Cioè che nel giorno della sciagura è risparmiato il malvagio e nel giorno dell’ira egli trova scampo? 31Chi gli rimprovera in faccia la sua condotta e di quel che ha fatto chi lo ripaga? 32Egli sarà portato al sepolcro, sul suo tumulo si veglia 33e gli sono lievi le zolle della valle. Camminano dietro a lui tutti gli uomini e innanzi a sé ha una folla senza numero. 34E voi vorreste consolarmi con argomenti vani! Nelle vostre risposte non c’è altro che inganno».

22 1Elifaz di Teman prese a dire:

2«Può forse l’uomo giovare a Dio, dato che il saggio può giovare solo a se stesso? 3Quale interesse ne viene all’Onnipotente che tu sia giusto, o che vantaggio ha, se tieni una condotta integra?

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 25/49

4È forse per la tua pietà che ti punisce e ti convoca in giudizio? 5O non piuttosto per la tua grande malvagità e per le tue iniquità senza limite? 6Senza motivo infatti hai angariato i tuoi fratelli e delle vesti hai spogliato gli ignudi. 7Non hai dato da bere all’assetato e all’affamato hai rifiutato il pane. 8Ai prepotenti davi la terra e vi abitavano solo i tuoi favoriti. 9Le vedove rimandavi a mani vuote e spezzavi le braccia degli orfani. 10Ecco perché intorno a te ci sono lacci e un improvviso spavento ti sorprende, 11oppure l’oscurità ti impedisce di vedere e la piena delle acque ti sommerge. 12Ma Dio non è nell’alto dei cieli? Guarda quanto è lontano il vertice delle stelle! 13E tu dici: “Che cosa ne sa Dio? Come può giudicare attraverso l’oscurità delle nubi? 14Le nubi gli fanno velo e non vede quando passeggia sulla volta dei cieli”. 15Vuoi tu seguire il sentiero di un tempo, già battuto da persone perverse, 16che prematuramente furono portate via, quando un fiume si era riversato sulle loro fondamenta? 17Dicevano a Dio: “Allontànati da noi! Che cosa può fare a noi l’Onnipotente?”. 18Eppure è lui che ha riempito le loro case di beni, mentre il consiglio dei malvagi è lontano da lui! 19I giusti vedranno e ne gioiranno e l’innocente riderà di loro: 20“Finalmente sono annientati i loro averi e il fuoco ha divorato la loro opulenza!”. 21Su, riconcìliati con lui e tornerai felice, e avrai nuovamente il tuo benessere. 22Accogli la legge dalla sua bocca e poni le sue parole nel tuo cuore. 23Se ti rivolgerai all’Onnipotente, verrai ristabilito. Se allontanerai l’iniquità dalla tua tenda, 24se stimerai come polvere l’oro e come ciottoli dei fiumi l’oro di Ofir, 25allora l’Onnipotente sarà il tuo oro, sarà per te come mucchi d’argento. 26Allora sì, nell’Onnipotente ti delizierai e a Dio alzerai il tuo volto. 27Lo supplicherai ed egli ti esaudirà, e tu scioglierai i tuoi voti.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 26/49

28Quando deciderai una cosa, ti riuscirà e sul tuo cammino brillerà la luce, 29perché egli umilia l’alterigia del superbo, ma soccorre chi ha lo sguardo dimesso. 30Egli libera chi è innocente, e tu sarai liberato per la purezza delle tue mani».

23 1Giobbe prese a dire:

2«Anche oggi il mio lamento è amaro e la sua mano pesa sopra i miei gemiti. 3Oh, potessi sapere dove trovarlo, potessi giungere fin dove risiede! 4Davanti a lui esporrei la mia causa e avrei piene le labbra di ragioni. 5Conoscerei le parole con le quali mi risponde e capirei che cosa mi deve dire. 6Dovrebbe forse con sfoggio di potenza contendere con me? Gli basterebbe solo ascoltarmi! 7Allora un giusto discuterebbe con lui e io per sempre sarei assolto dal mio giudice. 8Ma se vado a oriente, egli non c’è, se vado a occidente, non lo sento. 9A settentrione lo cerco e non lo scorgo, mi volgo a mezzogiorno e non lo vedo. 10Poiché egli conosce la mia condotta, se mi mette alla prova, come oro puro io ne esco. 11Alle sue orme si è attaccato il mio piede, al suo cammino mi sono attenuto e non ho deviato; 12dai comandi delle sue labbra non mi sono allontanato, ho riposto nel cuore i detti della sua bocca. 13Se egli decide, chi lo farà cambiare? Ciò che desidera egli lo fa. 14Egli esegue il decreto contro di me come pure i molti altri che ha in mente. 15Per questo davanti a lui io allibisco, al solo pensarci mi viene paura. 16Dio ha fiaccato il mio cuore, l’Onnipotente mi ha frastornato; 17ma non è a causa della tenebra che io perisco, né a causa dell’oscurità che ricopre il mio volto.

24 1Perché all’Onnipotente non restano nascosti i tempi, mentre i suoi fedeli non vedono i suoi giorni? 2I malvagi spostano i confini, rubano le greggi e le conducono al pascolo;

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 27/49

3portano via l’asino degli orfani, prendono in pegno il bue della vedova. 4Spingono i poveri fuori strada, tutti i miseri del paese devono nascondersi. 5Ecco, come asini selvatici nel deserto escono per il loro lavoro; di buon mattino vanno in cerca di cibo, la steppa offre pane per i loro figli. 6Mietono nel campo non loro, racimolano la vigna del malvagio. 7Nudi passano la notte, senza vestiti, non hanno da coprirsi contro il freddo. 8Dagli acquazzoni dei monti sono bagnati, per mancanza di rifugi si aggrappano alle rocce. 9Strappano l’orfano dal seno della madre e prendono in pegno il mantello del povero. 10Nudi se ne vanno, senza vestiti, e sopportando la fame portano i covoni. 11Sulle terrazze delle vigne frangono le olive, pigiano l’uva e soffrono la sete. 12Dalla città si alza il gemito dei moribondi e l’anima dei feriti grida aiuto, ma Dio non bada a queste suppliche. 13Vi sono di quelli che avversano la luce, non conoscono le sue vie né dimorano nei suoi sentieri. 14Quando non c’è luce si alza l’omicida per uccidere il misero e il povero; nella notte va in giro come un ladro. 15L’occhio dell’adultero attende il buio e pensa: “Nessun occhio mi osserva!”, e si pone un velo sul volto. 16Nelle tenebre forzano le case, mentre di giorno se ne stanno nascosti: non vogliono saperne della luce; 17infatti per loro l’alba è come spettro di morte, poiché sono abituati ai terrori del buio fondo. 18Fuggono veloci sul filo dell'acqua; maledetta è la loro porzione di campo sulla terra, non si incamminano più per la strada delle vigne. 19Come siccità e calore assorbono le acque nevose, così il regno dei morti il peccatore. 20Lo dimenticherà il seno materno, i vermi lo gusteranno, non sarà più ricordato e l’iniquità sarà spezzata come un albero. 21Maltratta la sterile che non genera, alla vedova non fa alcun bene.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 28/49

22Con la sua forza egli trascina i potenti, risorge quando già disperava della vita. 23Dio gli concede sicurezza ed egli vi si appoggia, ma i suoi occhi sono sopra la sua condotta. 24Salgono in alto per un poco, poi non sono più, sono abbattuti, come tutti sono troncati via, falciati come la testa di una spiga. 25Non è forse così? Chi può smentirmi e ridurre a nulla le mie parole?».

25 1Bildad di Suach prese a dire:

2«Dominio e terrore sono con lui, che impone la pace nell’alto dei cieli. 3Si possono forse contare le sue schiere? E su chi non sorge la sua luce? 4Come può essere giusto un uomo davanti a Dio e come può essere puro un nato da donna? 5Ecco, la luna stessa manca di chiarore e le stelle non sono pure ai suoi occhi: 6tanto meno l’uomo, che è un verme, l’essere umano, che è una larva».

26 1Giobbe prese a dire:

2«Che aiuto hai dato al debole e che soccorso hai prestato al braccio senza forza! 3Quanti consigli hai dato all’ignorante, e con quanta abbondanza hai manifestato la saggezza! 4A chi hai rivolto le tue parole e l’ispirazione da chi ti è venuta? 5Le ombre dei morti tremano sotto le acque e i loro abitanti. 6Davanti a lui nudo è il regno dei morti e senza velo è l’abisso. 7Egli distende il cielo sopra il vuoto, sospende la terra sopra il nulla. 8Rinchiude le acque dentro le nubi e la nuvola non si squarcia sotto il loro peso. 9Copre la vista del suo trono stendendovi sopra la sua nuvola. 10Ha tracciato un cerchio sulle acque, sino al confine tra la luce e le tenebre. 11Le colonne del cielo si scuotono, alla sua minaccia sono prese da terrore. 12Con forza agita il mare e con astuzia abbatte Raab.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 29/49

13Al suo soffio si rasserenano i cieli, la sua mano trafigge il serpente tortuoso. 14Ecco, questi sono solo i contorni delle sue opere; quanto lieve è il sussurro che ne percepiamo! Ma il tuono della sua potenza chi può comprenderlo?».

27 1Giobbe continuò il suo discorso dicendo:

2«Per la vita di Dio, che mi ha privato del mio diritto, per l’Onnipotente che mi ha amareggiato l’animo, 3finché ci sarà in me un soffio di vita, e l’alito di Dio nelle mie narici, 4mai le mie labbra diranno falsità e mai la mia lingua mormorerà menzogna! 5Lontano da me darvi ragione; fino alla morte non rinuncerò alla mia integrità. 6Mi terrò saldo nella mia giustizia senza cedere, la mia coscienza non mi rimprovera nessuno dei miei giorni. 7Sia trattato come reo il mio nemico e il mio avversario come un ingiusto. 8Che cosa infatti può sperare l’empio, quando finirà, quando Dio gli toglierà la vita? 9Ascolterà forse Dio il suo grido, quando la sventura piomberà su di lui? 10Troverà forse il suo conforto nell’Onnipotente? Potrà invocare Dio in ogni momento? 11Io vi istruirò sul potere di Dio, non vi nasconderò i pensieri dell’Onnipotente. 12Ecco, voi tutti lo vedete bene: perché dunque vi perdete in cose vane? 13Questa è la sorte che Dio riserva all’uomo malvagio, l’eredità che i violenti ricevono dall’Onnipotente. 14Se ha molti figli, saranno destinati alla spada e i suoi discendenti non avranno pane da sfamarsi; 15i suoi superstiti saranno sepolti dalla peste e le loro vedove non potranno fare lamento. 16Se ammassa argento come la polvere e ammucchia vestiti come fango, 17egli li prepara, ma il giusto li indosserà, e l’argento lo erediterà l’innocente. 18Ha costruito la casa come una tela di ragno e come una capanna fatta da un guardiano. 19Si corica ricco, ma per l’ultima volta, quando apre gli occhi, non avrà più nulla. 20Come acque il terrore lo assale, di notte se lo rapisce l’uragano; 21il vento d’oriente lo solleva e se ne va,

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Bibbia CEI 2008 30/49

lo sradica dalla sua dimora, 22lo bersaglia senza pietà ed egli tenterà di sfuggire alla sua presa. 23Si battono le mani contro di lui e si fischia di scherno su di lui ovunque si trovi.

28 1Certo, l’argento ha le sue miniere e l’oro un luogo dove si raffina. 2Il ferro lo si estrae dal suolo, il rame si libera fondendo le rocce. 3L’uomo pone un termine alle tenebre e fruga fino all’estremo limite, fino alle rocce nel buio più fondo. 4In luoghi remoti scavano gallerie dimenticate dai passanti; penzolano sospesi lontano dagli uomini. 5La terra, da cui si trae pane, di sotto è sconvolta come dal fuoco. 6Sede di zaffìri sono le sue pietre e vi si trova polvere d’oro. 7L’uccello rapace ne ignora il sentiero, non lo scorge neppure l’occhio del falco, 8non lo calpestano le bestie feroci, non passa su di esso il leone. 9Contro la selce l’uomo stende la mano, sconvolge i monti fin dalle radici. 10Nelle rocce scava canali e su quanto è prezioso posa l’occhio. 11Scandaglia il fondo dei fiumi e quel che vi è nascosto porta alla luce. 12Ma la sapienza da dove si estrae? E il luogo dell’intelligenza dov’è? 13L’uomo non ne conosce la via, essa non si trova sulla terra dei viventi. 14L’oceano dice: “Non è in me!” e il mare dice: “Neppure presso di me!”. 15Non si scambia con l’oro migliore né per comprarla si pesa l’argento. 16Non si acquista con l’oro di Ofir né con l’ònice prezioso o con lo zaffìro. 17Non la eguagliano l’oro e il cristallo né si permuta con vasi di oro fino. 18Coralli e perle non meritano menzione: l’acquisto della sapienza non si fa con le gemme. 19Non la eguaglia il topazio d’Etiopia, con l’oro puro non si può acquistare. 20Ma da dove viene la sapienza?

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Bibbia CEI 2008 31/49

E il luogo dell’intelligenza dov’è? 21È nascosta agli occhi di ogni vivente, è ignota agli uccelli del cielo. 22L’abisso e la morte dicono: “Con i nostri orecchi ne udimmo la fama”. 23Dio solo ne discerne la via, lui solo sa dove si trovi, 24perché lui solo volge lo sguardo fino alle estremità della terra, vede tutto ciò che è sotto la volta del cielo. 25Quando diede al vento un peso e delimitò le acque con la misura, 26quando stabilì una legge alla pioggia e una via al lampo tonante, 27allora la vide e la misurò, la fondò e la scrutò appieno, 28e disse all’uomo: “Ecco, il timore del Signore, questo è sapienza, evitare il male, questo è intelligenza”».

29 1Giobbe continuò il suo discorso dicendo:

2«Potessi tornare com’ero ai mesi andati, ai giorni in cui Dio vegliava su di me, 3quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre; 4com’ero nei giorni del mio rigoglio, quando Dio proteggeva la mia tenda, 5quando l’Onnipotente stava ancora con me e i miei giovani mi circondavano, 6quando mi lavavo i piedi nella panna e la roccia mi versava ruscelli d’olio! 7Quando uscivo verso la porta della città e sulla piazza ponevo il mio seggio, 8vedendomi, i giovani si ritiravano e i vecchi si alzavano in piedi, 9i notabili sospendevano i loro discorsi e si mettevano la mano alla bocca, 10la voce dei capi si smorzava e la loro lingua restava fissa al palato; 11infatti con gli orecchi ascoltavano e mi dicevano felice, con gli occhi vedevano e mi rendevano testimonianza, 12perché soccorrevo il povero che chiedeva aiuto e l’orfano che ne era privo. 13La benedizione del disperato scendeva su di me e al cuore della vedova infondevo la gioia. 14Ero rivestito di giustizia come di un abito,

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Bibbia CEI 2008 32/49

come mantello e turbante era la mia equità. 15Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo. 16Padre io ero per i poveri ed esaminavo la causa dello sconosciuto, 17spezzavo le mascelle al perverso e dai suoi denti strappavo la preda. 18Pensavo: “Spirerò nel mio nido e moltiplicherò i miei giorni come la fenice. 19Le mie radici si estenderanno fino all’acqua e la rugiada di notte si poserà sul mio ramo. 20La mia gloria si rinnoverà in me e il mio arco si rinforzerà nella mia mano”. 21Mi ascoltavano in attesa fiduciosa e tacevano per udire il mio consiglio. 22Dopo le mie parole non replicavano, e su di loro stillava il mio dire. 23Le attendevano come si attende la pioggia e aprivano la bocca come ad acqua primaverile. 24Se a loro sorridevo, non osavano crederlo, non si lasciavano sfuggire la benevolenza del mio volto. 25Indicavo loro la via da seguire e sedevo come capo, e vi rimanevo come un re fra le sue schiere o come un consolatore di afflitti.

30 1Ora, invece, si burlano di me i più giovani di me in età, i cui padri non avrei degnato di mettere tra i cani del mio gregge. 2Anche la forza delle loro mani a che mi giova? Hanno perduto ogni vigore; 3disfatti dall’indigenza e dalla fame, brucano per l’arido deserto, 4da lungo tempo regione desolata, raccogliendo erbe amare accanto ai cespugli e radici di ginestra per loro cibo. 5Espulsi dalla società, si grida dietro a loro come al ladro; 6dimorano perciò in orrendi dirupi, nelle grotte della terra e nelle rupi. 7In mezzo alle macchie urlano accalcandosi sotto i roveti, 8razza ignobile, razza senza nome, cacciati via dalla terra. 9Ora, invece, io sono la loro canzone, sono diventato la loro favola! 10Hanno orrore di me e mi schivano

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né si trattengono dallo sputarmi in faccia! 11Egli infatti ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto, ed essi di fronte a me hanno rotto ogni freno. 12A destra insorge la plebaglia, per far inciampare i miei piedi e tracciare contro di me la strada dello sterminio. 13Hanno sconvolto il mio sentiero, cospirando per la mia rovina, e nessuno si oppone a loro. 14Irrompono come da una larga breccia, sbucano in mezzo alle macerie. 15I terrori si sono volti contro di me; si è dileguata, come vento, la mia dignità e come nube è svanita la mia felicità. 16Ed ora mi consumo, mi hanno colto giorni funesti. 17Di notte mi sento trafiggere le ossa e i dolori che mi rodono non mi danno riposo. 18A gran forza egli mi afferra per la veste, mi stringe come il collo della mia tunica. 19Mi ha gettato nel fango: sono diventato come polvere e cenere. 20Io grido a te, ma tu non mi rispondi, insisto, ma tu non mi dai retta. 21Sei diventato crudele con me e con la forza delle tue mani mi perseguiti; 22mi sollevi e mi poni a cavallo del vento e mi fai sballottare dalla bufera. 23So bene che mi conduci alla morte, alla casa dove convengono tutti i viventi. 24Nella disgrazia non si tendono forse le braccia e non si invoca aiuto nella sventura? 25Non ho forse pianto con chi aveva una vita dura e non mi sono afflitto per chi era povero? 26Speravo il bene ed è venuto il male, aspettavo la luce ed è venuto il buio. 27Le mie viscere ribollono senza posa e giorni d’affanno mi hanno raggiunto. 28Avanzo con il volto scuro, senza conforto, nell’assemblea mi alzo per invocare aiuto. 29Sono divenuto fratello degli sciacalli e compagno degli struzzi. 30La mia pelle annerita si stacca, le mie ossa bruciano per la febbre. 31La mia cetra accompagna lamenti e il mio flauto la voce di chi piange.

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31 1Ho stretto un patto con i miei occhi, di non fissare lo sguardo su una vergine. 2E invece, quale sorte mi assegna Dio di lassù e quale eredità mi riserva l’Onnipotente dall’alto? 3Non è forse la rovina riservata all’iniquo e la sventura per chi compie il male? 4Non vede egli la mia condotta e non conta tutti i miei passi? 5Se ho agito con falsità e il mio piede si è affrettato verso la frode, 6mi pesi pure sulla bilancia della giustizia e Dio riconosca la mia integrità. 7Se il mio passo è andato fuori strada e il mio cuore ha seguìto i miei occhi, se la mia mano si è macchiata, 8io semini e un altro ne mangi il frutto e siano sradicati i miei germogli. 9Se il mio cuore si lasciò sedurre da una donna e sono stato in agguato alla porta del mio prossimo, 10mia moglie macini per un estraneo e altri si corichino con lei; 11difatti quella è un’infamia, un delitto da denunciare, 12quello è un fuoco che divora fino alla distruzione e avrebbe consumato tutto il mio raccolto. 13Se ho negato i diritti del mio schiavo e della schiava in lite con me, 14che cosa farei, quando Dio si alzasse per giudicare, e che cosa risponderei, quando aprisse l’inquisitoria? 15Chi ha fatto me nel ventre materno, non ha fatto anche lui? Non fu lo stesso a formarci nel grembo? 16Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano, se ho lasciato languire gli occhi della vedova, 17se da solo ho mangiato il mio tozzo di pane, senza che ne mangiasse anche l’orfano 18– poiché fin dall'infanzia come un padre io l’ho allevato e, appena generato, gli ho fatto da guida –, 19se mai ho visto un misero senza vestito o un indigente che non aveva di che coprirsi, 20se non mi hanno benedetto i suoi fianchi, riscaldàti con la lana dei miei agnelli, 21se contro l’orfano ho alzato la mano, perché avevo in tribunale chi mi favoriva, 22mi si stacchi la scapola dalla spalla e si rompa al gomito il mio braccio, 23perché mi incute timore il castigo di Dio e davanti alla sua maestà non posso resistere.

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Bibbia CEI 2008 35/49

24Se ho riposto la mia speranza nell’oro e all’oro fino ho detto: “Tu sei la mia fiducia”, 25se ho goduto perché grandi erano i miei beni e guadagnava molto la mia mano, 26se, vedendo il sole risplendere e la luna avanzare smagliante, 27si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore e con la mano alla bocca ho mandato un bacio, 28anche questo sarebbe stato un delitto da denunciare, perché avrei rinnegato Dio, che sta in alto. 29Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico? Ho esultato perché lo colpiva la sventura? 30Ho permesso alla mia lingua di peccare, augurandogli la morte con imprecazioni? 31La gente della mia tenda esclamava: “A chi non ha dato le sue carni per saziarsi?”. 32All’aperto non passava la notte il forestiero e al viandante aprivo le mie porte. 33Non ho nascosto come uomo la mia colpa, tenendo celato nel mio petto il mio delitto, 34come se temessi molto la folla e il disprezzo delle famiglie mi spaventasse, tanto da starmene zitto, senza uscire di casa. 38Se contro di me grida la mia terra e i suoi solchi piangono a una sola voce, 39se ho mangiato il suo frutto senza pagare e ho fatto sospirare i suoi coltivatori, 40ain luogo di frumento mi crescano spini ed erbaccia al posto dell’orzo. 35Oh, avessi uno che mi ascoltasse! Ecco qui la mia firma! L’Onnipotente mi risponda! Il documento scritto dal mio avversario 36vorrei certo portarlo sulle mie spalle e cingerlo come mio diadema! 37Gli renderò conto di tutti i miei passi, mi presenterei a lui come un principe».

40bSono finite le parole di Giobbe.

32 1Quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe, perché egli si riteneva

giusto. 2Allora si accese lo sdegno di Eliu, figlio di Barachele, il Buzita, della tribù di Ram. Si accese di sdegno contro Giobbe, perché si considerava giusto di fronte a Dio; 3si accese di sdegno anche contro i suoi tre amici, perché non avevano trovato di che rispondere, sebbene avessero dichiarato Giobbe colpevole. 4Eliu aveva aspettato, mentre essi parlavano con Giobbe, perché erano più vecchi di lui in età. 5Quando vide che sulla bocca di questi tre uomini non vi era più alcuna risposta, Eliu si accese di sdegno.

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Bibbia CEI 2008 36/49

6Eliu, figlio di Barachele, il Buzita, prese a dire:

«Giovane io sono di anni e voi siete già canuti; per questo ho esitato, per rispetto, a manifestarvi il mio sapere. 7Pensavo: “Parlerà l’età e gli anni numerosi insegneranno la sapienza”. 8Ma è lo spirito che è nell’uomo, è il soffio dell’Onnipotente che lo fa intelligente. 9Essere anziani non significa essere sapienti, essere vecchi non significa saper giudicare. 10Per questo io oso dire: “Ascoltatemi; esporrò anch’io il mio parere”. 11Ecco, ho atteso le vostre parole, ho teso l’orecchio ai vostri ragionamenti. Finché andavate in cerca di argomenti, 12su di voi fissai l’attenzione. Ma ecco, nessuno ha potuto confutare Giobbe, nessuno tra voi ha risposto ai suoi detti. 13Non venite a dire: “Abbiamo trovato noi la sapienza, Dio solo può vincerlo, non un uomo!”. 14Egli non ha rivolto a me le sue parole, e io non gli risponderò con i vostri argomenti. 15Sono sconcertati, non rispondono più, mancano loro le parole. 16Ho atteso, ma poiché non parlano più, poiché stanno lì senza risposta, 17risponderò anch’io per la mia parte, esporrò anch’io il mio parere; 18mi sento infatti pieno di parole, mi preme lo spirito che è nel mio ventre. 19Ecco, il mio ventre è come vino senza aria di sfogo, come otri nuovi sta per scoppiare. 20Parlerò e avrò un po’ d’aria, aprirò le labbra e risponderò. 21Non guarderò in faccia ad alcuno, e non adulerò nessuno, 22perché io non so adulare: altrimenti il mio creatore in breve mi annienterebbe.

33 1Ascolta dunque, Giobbe, i miei discorsi, porgi l’orecchio ad ogni mia parola. 2Ecco, io apro la bocca, parla la mia lingua entro il mio palato. 3Il mio cuore dirà parole schiette e le mie labbra parleranno con chiarezza.

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4Lo spirito di Dio mi ha creato e il soffio dell’Onnipotente mi fa vivere. 5Se puoi, rispondimi, prepàrati, tieniti pronto davanti a me. 6Ecco, io sono come te di fronte a Dio, anch’io sono stato formato dal fango: 7ecco, nulla hai da temere da me, non farò pesare su di te la mia mano. 8Tu hai detto in mia presenza e il suono delle tue parole ho udito: 9“Puro sono io, senza peccato, io sono pulito, non ho colpa; 10ma lui contro di me trova pretesti e mi considera suo nemico, 11pone in ceppi i miei piedi e spia tutti i miei passi!”. 12Ecco, in questo non hai ragione, ti rispondo: Dio, infatti, è più grande dell’uomo. 13Perché vuoi contendere con lui, se egli non rende conto di tutte le sue parole? 14Dio può parlare in un modo o in un altro, ma non vi si presta attenzione. 15Nel sogno, nella visione notturna, quando cade il torpore sugli uomini, nel sonno sul giaciglio, 16allora apre l’orecchio degli uomini e per la loro correzione li spaventa, 17per distogliere l’uomo dal suo operato e tenerlo lontano dall’orgoglio, 18per preservare la sua anima dalla fossa e la sua vita dal canale infernale. 19Talvolta egli lo corregge con dolori nel suo letto e con la tortura continua delle ossa. 20Il pane gli provoca nausea, gli ripugnano anche i cibi più squisiti, 21dimagrisce a vista d’occhio e le ossa, che prima non si vedevano, spuntano fuori, 22la sua anima si avvicina alla fossa e la sua vita a coloro che infliggono la morte. 23Ma se vi è un angelo sopra di lui, un mediatore solo fra mille, che mostri all’uomo il suo dovere, 24che abbia pietà di lui e implori: “Scampalo dallo scendere nella fossa, io gli ho trovato un riscatto”, 25allora la sua carne sarà più florida che in gioventù, ed egli tornerà ai giorni della sua adolescenza. 26Supplicherà Dio e questi gli userà benevolenza,

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gli mostrerà con giubilo il suo volto, e di nuovo lo riconoscerà giusto. 27Egli si rivolgerà agli uomini e dirà: “Avevo peccato e violato la giustizia, ma egli non mi ha ripagato per quel che meritavo; 28mi ha scampato dal passare per la fossa e la mia vita contempla la luce”. 29Ecco, tutto questo Dio fa, due, tre volte per l’uomo, 30per far ritornare la sua anima dalla fossa e illuminarla con la luce dei viventi. 31Porgi l’orecchio, Giobbe, ascoltami, sta’ in silenzio e parlerò io; 32ma se hai qualcosa da dire, rispondimi, parla, perché io desidero darti ragione. 33Altrimenti, ascoltami, sta’ in silenzio e io ti insegnerò la sapienza».

34 1Eliu prese a dire:

2«Ascoltate, saggi, le mie parole e voi, dotti, porgetemi l’orecchio, 3perché come l’orecchio distingue le parole e il palato assapora i cibi, 4così noi esploriamo ciò che è giusto, indaghiamo tra noi ciò che è bene. 5Giobbe ha detto: “Io sono giusto, ma Dio mi nega il mio diritto; 6contro il mio diritto passo per menzognero, inguaribile è la mia piaga, benché senza colpa”. 7Quale uomo è come Giobbe che beve, come l’acqua, l’insulto, 8che cammina in compagnia dei malfattori, andando con uomini iniqui? 9Infatti egli ha detto: “Non giova all’uomo essere gradito a Dio”. 10Perciò ascoltatemi, voi che siete uomini di senno: lontano da Dio l’iniquità e dall’Onnipotente l’ingiustizia! 11Egli infatti ricompensa l’uomo secondo le sue opere, retribuisce ciascuno secondo la sua condotta. 12In verità, Dio non agisce da ingiusto e l’Onnipotente non sovverte il diritto! 13Chi mai gli ha affidato la terra? Chi gli ha assegnato l’universo? 14Se egli pensasse solo a se stesso e a sé ritraesse il suo spirito e il suo soffio,

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Giobbe

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15ogni carne morirebbe all’istante e l’uomo ritornerebbe in polvere. 16Se sei intelligente, ascolta bene questo, porgi l’orecchio al suono delle mie parole. 17Può mai governare chi è nemico del diritto? E tu osi condannare il Giusto supremo? 18Lui che dice a un re: “Iniquo!” e ai prìncipi: “Malvagi!”, 19lui che non usa parzialità con i potenti e non preferisce il ricco al povero, perché tutti sono opera delle sue mani. 20In un istante muoiono e nel cuore della notte sono colpiti i potenti e periscono. Senza sforzo egli rimuove i tiranni, 21perché tiene gli occhi sulla condotta dell’uomo e vede tutti i suoi passi. 22Non vi è tenebra, non densa oscurità, dove possano nascondersi i malfattori. 23Poiché non si fissa una data all’uomo per comparire davanti a Dio in giudizio: 24egli abbatte i potenti, senza fare indagini, e colloca altri al loro posto. 25Perché conosce le loro opere, li travolge nella notte e sono schiacciati. 26Come malvagi li percuote, li colpisce alla vista di tutti, 27perché si sono allontanati da lui e di tutte le sue vie non vollero saperne, 28facendo salire fino a lui il grido degli oppressi, ed egli udì perciò il lamento dei poveri. 29Se egli rimane inattivo, chi può condannarlo? Se nasconde il suo volto, chi può vederlo? Ma sulle nazioni e sugli individui egli veglia, 30perché non regni un uomo perverso, e il popolo non venga ostacolato. 31A Dio si può dire questo: “Mi sono ingannato, non farò più del male. 32Al di là di quello che vedo, istruiscimi tu. Se ho commesso iniquità, non persisterò”. 33Forse dovrebbe ricompensare secondo il tuo modo di vedere, perché tu rifiuti il suo giudizio? Sei tu che devi scegliere, non io, di’, dunque, quello che sai. 34Gli uomini di senno mi diranno insieme a ogni saggio che mi ascolta: 35“Giobbe non parla con sapienza e le sue parole sono prive di senso”. 36Bene, Giobbe sia esaminato fino in fondo,

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Giobbe

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per le sue risposte da uomo empio, 37perché al suo peccato aggiunge la ribellione, getta scherno su di noi e moltiplica le sue parole contro Dio».

35 1Eliu prese a dire: 2«Ti pare di aver pensato correttamente, quando dicesti: “Sono giusto davanti a Dio”? 3Tu dici infatti: “A che serve? Quale guadagno ho a non peccare?”. 4Voglio replicare a te e ai tuoi amici insieme con te. 5Contempla il cielo e osserva, considera le nubi, come sono più alte di te. 6Se pecchi, che cosa gli fai? Se aumenti i tuoi delitti, che danno gli arrechi? 7Se tu sei giusto, che cosa gli dai o che cosa riceve dalla tua mano? 8Su un uomo come te ricade la tua malizia, su un figlio d’uomo la tua giustizia! 9Si grida sotto il peso dell’oppressione, si invoca aiuto contro il braccio dei potenti, 10ma non si dice: “Dov’è quel Dio che mi ha creato, che ispira nella notte canti di gioia, 11che ci rende più istruiti delle bestie selvatiche, che ci fa più saggi degli uccelli del cielo?”. 12Si grida, allora, ma egli non risponde a causa della superbia dei malvagi. 13È inutile: Dio non ascolta e l’Onnipotente non vi presta attenzione; 14ancor meno quando tu dici che non lo vedi, che la tua causa sta innanzi a lui e tu in lui speri, 15e così pure quando dici che la sua ira non punisce né si cura molto dell’iniquità. 16Giobbe dunque apre a vuoto la sua bocca e accumula chiacchiere senza senso».

36 1Eliu continuò a dire: 2«Abbi un po’ di pazienza e io ti istruirò, perché c’è altro da dire in difesa di Dio. 3Prenderò da lontano il mio sapere e renderò giustizia al mio creatore. 4Non è certo menzogna il mio parlare: è qui con te un uomo dalla scienza perfetta.

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Giobbe

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5Ecco, Dio è grande e non disprezza nessuno, egli è grande per la fermezza delle sue decisioni. 6Non lascia vivere l’iniquo e rende giustizia ai miseri. 7Non stacca gli occhi dai giusti, li fa sedere sui troni dei re e li esalta per sempre. 8Se sono avvinti in catene, o sono stretti dai lacci dell’afflizione, 9Dio mostra loro gli errori e i misfatti che hanno commesso per orgoglio. 10Apre loro gli orecchi alla correzione e li esorta ad allontanarsi dal male. 11Se ascoltano e si sottomettono, termineranno i loro giorni nel benessere e i loro anni fra le delizie. 12Ma se non ascoltano, passeranno attraverso il canale infernale e spireranno senza rendersene conto. 13I perversi di cuore si abbandonano all’ira, non invocano aiuto, quando Dio li incatena. 14Si spegne in gioventù la loro vita, la loro esistenza come quella dei prostituti. 15Ma Dio libera il povero mediante l'afflizione, e con la sofferenza gli apre l’orecchio. 16Egli trarrà anche te dalle fauci dell’angustia verso un luogo spazioso, non ristretto, e la tua tavola sarà colma di cibi succulenti. 17Ma se di giudizio iniquo sei pieno, giudizio e condanna ti seguiranno. 18Fa’ che l’ira non ti spinga allo scherno, e che il prezzo eccessivo del riscatto non ti faccia deviare. 19Varrà forse davanti a lui il tuo grido d’aiuto nell’angustia o tutte le tue risorse di energia? 20Non desiderare che venga quella notte nella quale i popoli sono sradicati dalla loro sede. 21Bada di non volgerti all’iniquità, poiché per questo sei stato provato dalla miseria. 22Ecco, Dio è sublime nella sua potenza; quale maestro è come lui? 23Chi mai gli ha imposto il suo modo d’agire o chi mai ha potuto dirgli: “Hai agito male?”. 24Ricòrdati di lodarlo per le sue opere, che l’umanità ha cantato. 25Tutti le contemplano, i mortali le ammirano da lontano. 26Ecco, Dio è così grande che non lo comprendiamo, è incalcolabile il numero dei suoi anni.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 42/49

27Egli attrae in alto le gocce d’acqua e scioglie in pioggia i suoi vapori 28che le nubi rovesciano, grondano sull’uomo in quantità. 29Chi può calcolare la distesa delle nubi e i fragori della sua dimora? 30Ecco, egli vi diffonde la sua luce e ricopre le profondità del mare. 31In tal modo alimenta i popoli e offre loro cibo in abbondanza. 32Con le mani afferra la folgore e la scaglia contro il bersaglio. 33Il suo fragore lo annuncia, la sua ira si accende contro l’iniquità.

37 1Per questo mi batte forte il cuore e mi balza fuori dal petto. 2Udite attentamente il rumore della sua voce, il fragore che esce dalla sua bocca. 3Egli lo diffonde per tutto il cielo e la sua folgore giunge ai lembi della terra; 4dietro di essa ruggisce una voce, egli tuona con la sua voce maestosa: nulla può arrestare il lampo appena si ode la sua voce. 5Dio tuona mirabilmente con la sua voce, opera meraviglie che non comprendiamo! 6Egli infatti dice alla neve: “Cadi sulla terra” e alle piogge torrenziali: “Siate violente”. 7Nella mano di ogni uomo pone un sigillo, perché tutti riconoscano la sua opera. 8Le belve si ritirano nei loro nascondigli e si accovacciano nelle loro tane. 9Dalla regione australe avanza l’uragano e il gelo dal settentrione. 10Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e le distese d’acqua si congelano. 11Carica di umidità le nuvole e le nubi ne diffondono le folgori. 12Egli le fa vagare dappertutto secondo i suoi ordini, perché eseguano quanto comanda loro su tutta la faccia della terra. 13Egli le manda o per castigo del mondo o in segno di bontà. 14Porgi l’orecchio a questo, Giobbe, férmati e considera le meraviglie di Dio.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 43/49

15Sai tu come Dio le governa e come fa brillare il lampo dalle nubi? 16Conosci tu come le nuvole si muovono in aria? Sono i prodigi di colui che ha una scienza perfetta. 17Sai tu perché le tue vesti sono roventi, quando la terra è in letargo sotto il soffio dello scirocco? 18Hai tu forse disteso con lui il firmamento, solido come specchio di metallo fuso? 19Facci sapere che cosa possiamo dirgli! Noi non siamo in grado di esprimerci perché avvolti nelle tenebre. 20Gli viene forse riferito se io parlo, o, se uno parla, ne viene informato? 21All’improvviso la luce diventa invisibile, oscurata dalle nubi: poi soffia il vento e le spazza via. 22Dal settentrione giunge un aureo chiarore, intorno a Dio è tremenda maestà. 23L’Onnipotente noi non possiamo raggiungerlo, sublime in potenza e rettitudine, grande per giustizia: egli non opprime. 24Perciò lo temono tutti gli uomini, ma egli non considera quelli che si credono sapienti!».

38 1Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano: 2«Chi è mai costui che oscura il mio piano con discorsi da ignorante? 3Cingiti i fianchi come un prode: io t’interrogherò e tu mi istruirai! 4Quando ponevo le fondamenta della terra, tu dov’eri? Dimmelo, se sei tanto intelligente! 5Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la corda per misurare? 6Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, 7mentre gioivano in coro le stelle del mattino e acclamavano tutti i figli di Dio? 8Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando usciva impetuoso dal seno materno, 9quando io lo vestivo di nubi e lo fasciavo di una nuvola oscura, 10quando gli ho fissato un limite, e gli ho messo chiavistello e due porte 11dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”? 12Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all’aurora,

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Giobbe

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13perché afferri la terra per i lembi e ne scuota via i malvagi, 14ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo e si tinga come un vestito, 15e sia negata ai malvagi la loro luce e sia spezzato il braccio che si alza a colpire? 16Sei mai giunto alle sorgenti del mare e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato? 17Ti sono state svelate le porte della morte e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa? 18Hai tu considerato quanto si estende la terra? Dillo, se sai tutto questo! 19Qual è la strada dove abita la luce e dove dimorano le tenebre, 20perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini e sappia insegnare loro la via di casa? 21Certo, tu lo sai, perché allora eri già nato e il numero dei tuoi giorni è assai grande! 22Sei mai giunto fino ai depositi della neve, hai mai visto i serbatoi della grandine, 23che io riserbo per l’ora della sciagura, per il giorno della guerra e della battaglia? 24Per quali vie si diffonde la luce, da dove il vento d’oriente invade la terra? 25Chi ha scavato canali agli acquazzoni e una via al lampo tonante, 26per far piovere anche sopra una terra spopolata, su un deserto dove non abita nessuno, 27per dissetare regioni desolate e squallide e far sbocciare germogli verdeggianti? 28Ha forse un padre la pioggia? O chi fa nascere le gocce della rugiada? 29Dal qual grembo esce il ghiaccio e la brina del cielo chi la genera, 30quando come pietra le acque si induriscono e la faccia dell’abisso si raggela? 31Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi o sciogliere i vincoli di Orione? 32Puoi tu far spuntare a suo tempo le costellazioni o guidare l’Orsa insieme con i suoi figli? 33Conosci tu le leggi del cielo o ne applichi le norme sulla terra? 34Puoi tu alzare la voce fino alle nubi per farti inondare da una massa d’acqua? 35Scagli tu i fulmini ed essi partono dicendoti: “Eccoci!”? 36Chi mai ha elargito all’ibis la sapienza o chi ha dato al gallo intelligenza?

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Giobbe

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37Chi mai è in grado di contare con esattezza le nubi e chi può riversare gli otri del cielo, 38quando la polvere del suolo diventa fango e le zolle si attaccano insieme? 39Sei forse tu che vai a caccia di preda per la leonessa e sazi la fame dei leoncelli, 40quando sono accovacciati nelle tane o stanno in agguato nei nascondigli? 41Chi prepara al corvo il suo pasto, quando i suoi piccoli gridano verso Dio e vagano qua e là per mancanza di cibo?

39 1Sai tu quando figliano i camosci o assisti alle doglie delle cerve? 2Conti tu i mesi della loro gravidanza e sai tu quando devono partorire? 3Si curvano e si sgravano dei loro parti, espellono i loro feti. 4Robusti sono i loro figli, crescono all’aperto, se ne vanno e non tornano più da esse. 5Chi lascia libero l’asino selvatico e chi ne scioglie i legami? 6Io gli ho dato come casa il deserto e per dimora la terra salmastra. 7Dei rumori della città se ne ride e non ode le urla dei guardiani. 8Gira per le montagne, sua pastura, e va in cerca di quanto è verde. 9Forse il bufalo acconsente a servirti o a passare la notte presso la tua greppia? 10Puoi forse legare il bufalo al solco con le corde, o fargli arare le valli dietro a te? 11Ti puoi fidare di lui, perché la sua forza è grande, e puoi scaricare su di lui le tue fatiche? 12Conteresti su di lui, perché torni e raduni la tua messe sull’aia? 13Lo struzzo batte festosamente le ali, come se fossero penne di cicogna e di falco. 14Depone infatti sulla terra le uova e nella sabbia le lascia riscaldare. 15Non pensa che un piede può schiacciarle, una bestia selvatica calpestarle. 16Tratta duramente i figli, come se non fossero suoi, della sua inutile fatica non si preoccupa, 17perché Dio gli ha negato la saggezza e non gli ha dato in sorte l’intelligenza. 18Ma quando balza in alto,

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si beffa del cavallo e del suo cavaliere. 19Puoi dare la forza al cavallo e rivestire di criniera il suo collo? 20Puoi farlo saltare come una cavalletta, con il suo nitrito maestoso e terrificante? 21Scalpita nella valle baldanzoso e con impeto va incontro alle armi. 22Sprezza la paura, non teme, né retrocede davanti alla spada. 23Su di lui tintinna la faretra, luccica la lancia e il giavellotto. 24Con eccitazione e furore divora lo spazio e al suono del corno più non si tiene. 25Al primo suono nitrisce: “Ah!” e da lontano fiuta la battaglia, gli urli dei capi e il grido di guerra. 26È forse per il tuo ingegno che spicca il volo lo sparviero e distende le ali verso il meridione? 27O al tuo comando l’aquila s’innalza e costruisce il suo nido sulle alture? 28Vive e passa la notte fra le rocce, sugli spuntoni delle rocce o sui picchi. 29Di lassù spia la preda e da lontano la scorgono i suoi occhi. 30I suoi piccoli succhiano il sangue e dove sono cadaveri, là essa si trova».

40 1Il Signore prese a dire a Giobbe:

2«Il censore vuole ancora contendere con l’Onnipotente? L’accusatore di Dio risponda!».

3Giobbe prese a dire al Signore:

4«Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca. 5Ho parlato una volta, ma non replicherò, due volte ho parlato, ma non continuerò».

6Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:

7«Cingiti i fianchi come un prode: io t’interrogherò e tu mi istruirai! 8Oseresti tu cancellare il mio giudizio, dare a me il torto per avere tu la ragione? 9Hai tu un braccio come quello di Dio e puoi tuonare con voce pari alla sua? 10Su, órnati pure di maestà e di grandezza, rivèstiti di splendore e di gloria!

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 47/49

11Effondi pure i furori della tua collera, guarda ogni superbo e abbattilo, 12guarda ogni superbo e umilialo, schiaccia i malvagi ovunque si trovino; 13sprofondali nella polvere tutti insieme e rinchiudi i loro volti nel buio! 14Allora anch’io ti loderò, perché hai trionfato con la tua destra. 15Ecco, l’ippopotamo che io ho creato al pari di te, si nutre di erba come il bue. 16Guarda, la sua forza è nei fianchi e il suo vigore nel ventre. 17Rizza la coda come un cedro, i nervi delle sue cosce s’intrecciano saldi, 18le sue vertebre sono tubi di bronzo, le sue ossa come spranghe di ferro. 19Esso è la prima delle opere di Dio; solo il suo creatore può minacciarlo con la spada. 20Gli portano in cibo i prodotti dei monti, mentre tutte le bestie della campagna si trastullano attorno a lui. 21Sotto le piante di loto si sdraia, nel folto del canneto e della palude. 22Lo ricoprono d’ombra le piante di loto, lo circondano i salici del torrente. 23Ecco, se il fiume si ingrossa, egli non si agita, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca, resta calmo. 24Chi mai può afferrarlo per gli occhi, o forargli le narici con un uncino? 25Puoi tu pescare il Leviatàn con l’amo e tenere ferma la sua lingua con una corda, 26ficcargli un giunco nelle narici e forargli la mascella con un gancio? 27Ti rivolgerà forse molte suppliche o ti dirà dolci parole? 28Stipulerà forse con te un’alleanza, perché tu lo assuma come servo per sempre? 29Scherzerai con lui come un passero, legandolo per le tue bambine? 30Faranno affari con lui gli addetti alla pesca, e lo spartiranno tra i rivenditori? 31Crivellerai tu di dardi la sua pelle e con la fiocina la sua testa? 32Prova a mettere su di lui la tua mano: al solo ricordo della lotta, non ci riproverai!

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 48/49

41 1Ecco, davanti a lui ogni sicurezza viene meno, al solo vederlo si resta abbattuti. 2Nessuno è tanto audace da poterlo sfidare: chi mai può resistergli? 3Chi mai lo ha assalito e ne è uscito illeso? Nessuno sotto ogni cielo. 4Non passerò sotto silenzio la forza delle sue membra, né la sua potenza né la sua imponente struttura. 5Chi mai ha aperto il suo manto di pelle e nella sua doppia corazza chi è penetrato? 6Chi mai ha aperto i battenti della sua bocca, attorno ai suoi denti terrificanti? 7Il suo dorso è formato da file di squame, saldate con tenace suggello: 8l’una è così unita con l’altra che l’aria fra di esse non passa; 9ciascuna aderisce a quella vicina, sono compatte e non possono staccarsi. 10Il suo starnuto irradia luce, i suoi occhi sono come le palpebre dell’aurora. 11Dalla sua bocca erompono vampate, sprizzano scintille di fuoco. 12Dalle sue narici esce fumo come da caldaia infuocata e bollente. 13Il suo fiato incendia carboni e dalla bocca gli escono fiamme. 14Nel suo collo risiede la forza e innanzi a lui corre il terrore. 15Compatta è la massa della sua carne, ben salda su di lui e non si muove. 16Il suo cuore è duro come pietra, duro come la macina inferiore. 17Quando si alza si spaventano gli dèi e per il terrore restano smarriti. 18La spada che lo affronta non penetra, né lancia né freccia né dardo. 19Il ferro per lui è come paglia, il bronzo come legno tarlato. 20Non lo mette in fuga la freccia, per lui le pietre della fionda sono come stoppia. 21Come stoppia è la mazza per lui e si fa beffe del sibilo del giavellotto. 22La sua pancia è fatta di cocci aguzzi e striscia sul fango come trebbia. 23Fa ribollire come pentola il fondo marino, fa gorgogliare il mare come un vaso caldo di unguenti. 24Dietro di sé produce una scia lucente e l’abisso appare canuto.

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Giobbe

Bibbia CEI 2008 49/49

25Nessuno sulla terra è pari a lui, creato per non aver paura. 26Egli domina tutto ciò che superbo s’innalza, è sovrano su tutte le bestie feroci».

42 1Giobbe prese a dire al Signore:

2«Comprendo che tu puoi tutto e che nessun progetto per te è impossibile. 3Chi è colui che, da ignorante, può oscurare il tuo piano? Davvero ho esposto cose che non capisco, cose troppo meravigliose per me, che non comprendo. 4Ascoltami e io parlerò, io t’interrogherò e tu mi istruirai! 5Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. 6Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere».

7Dopo che il Signore ebbe rivolto queste parole a Giobbe, disse a Elifaz di Teman: «La mia ira si è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe. 8Prendete dunque sette giovenchi e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi e io, per riguardo a lui, non punirò la vostra stoltezza, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe».

9Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Sofar di Naamà andarono e fecero come aveva detto loro il Signore e il Signore ebbe riguardo di Giobbe.

10Il Signore ristabilì la sorte di Giobbe, dopo che egli ebbe pregato per i suoi amici. Infatti il Signore raddoppiò quanto Giobbe aveva posseduto. 11Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo; banchettarono con lui in casa sua, condivisero il suo dolore e lo consolarono di tutto il male che il Signore aveva mandato su di lui, e ognuno gli regalò una somma di denaro e un anello d’oro.

12Il Signore benedisse il futuro di Giobbe più del suo passato. Così possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. 13Ebbe anche sette figli e tre figlie. 14Alla prima mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Argentea. 15In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli.

16Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant’anni e vide figli e nipoti per quattro generazioni. 17Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 1/193

La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

LIBRO DEI SALMI

Salmo 1 1 Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti,

2 ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. 3 È come albero piantato lungo corsi d’acqua,

che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. 4 Non così, non così i malvagi,

ma come pula che il vento disperde;

5 perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio

né i peccatori nell’assemblea dei giusti, 6 poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina.

Salmo 2 1 Perché le genti sono in tumulto e i popoli cospirano invano? 2 Insorgono i re della terra e i prìncipi congiurano insieme contro il Signore e il suo consacrato: 3 «Spezziamo le loro catene, gettiamo via da noi il loro giogo!».

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Salmi

Bibbia CEI 2008 2/193

4 Ride colui che sta nei cieli, il Signore si fa beffe di loro. 5 Egli parla nella sua ira,

li spaventa con la sua collera: 6 «Io stesso ho stabilito il mio sovrano sul Sion, mia santa montagna». 7 Voglio annunciare il decreto del Signore. Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. 8 Chiedimi e ti darò in eredità le genti e in tuo dominio le terre più lontane. 9

Le spezzerai con scettro di ferro, come vaso di argilla le frantumerai». 10

E ora siate saggi, o sovrani; lasciatevi correggere, o giudici della terra; 11

servite il Signore con timore e rallegratevi con tremore. 12 Imparate la disciplina, perché non si adiri e voi perdiate la via: in un attimo divampa la sua ira. Beato chi in lui si rifugia.

Salmo 3 1 Salmo. Di Davide. Quando fuggiva davanti al figlio Assalonne. 2 Signore, quanti sono i miei avversari! Molti contro di me insorgono. 3 Molti dicono della mia vita: «Per lui non c’è salvezza in Dio!». 4 Ma tu sei mio scudo, Signore, sei la mia gloria e tieni alta la mia testa. 5 A gran voce grido al Signore

ed egli mi risponde dalla sua santa montagna.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 3/193

6 Io mi corico, mi addormento e mi risveglio:

il Signore mi sostiene. 7 Non temo la folla numerosa che intorno a me si è accampata. 8 Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio!

Tu hai colpito alla mascella tutti i miei nemici, hai spezzato i denti dei malvagi. 9 La salvezza viene dal Signore: sul tuo popolo la tua benedizione.

Salmo 4 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Davide. 2 Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!

Nell’angoscia mi hai dato sollievo; pietà di me, ascolta la mia preghiera. 3 Fino a quando, voi uomini, calpesterete il mio onore, amerete cose vane e cercherete la menzogna?

4 Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;

il Signore mi ascolta quando lo invoco. 5 Tremate e più non peccate,

nel silenzio, sul vostro letto, esaminate il vostro cuore. 6 Offrite sacrifici legittimi e confidate nel Signore. 7 Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,

se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?». 8 Hai messo più gioia nel mio cuore di quanta ne diano a loro grano e vino in abbondanza. 9 In pace mi corico e subito mi addormento,

perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 4/193

Salmo 5 1 Al maestro del coro. Per flauti. Salmo. Di Davide. 2 Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole: intendi il mio lamento. 3 Sii attento alla voce del mio grido,

o mio re e mio Dio, perché a te, Signore, rivolgo la mia preghiera. 4 Al mattino ascolta la mia voce; al mattino ti espongo la mia richiesta e resto in attesa. 5 Tu non sei un Dio che gode del male, non è tuo ospite il malvagio; 6 gli stolti non resistono al tuo sguardo. Tu hai in odio tutti i malfattori, 7 tu distruggi chi dice menzogne.

Sanguinari e ingannatori, il Signore li detesta. 8 Io, invece, per il tuo grande amore, entro nella tua casa; mi prostro verso il tuo tempio santo nel tuo timore. 9 Guidami, Signore, nella tua giustizia a causa dei miei nemici; spiana davanti a me la tua strada. 10

Non c’è sincerità sulla loro bocca, è pieno di perfidia il loro cuore; la loro gola è un sepolcro aperto, la loro lingua seduce. 11

Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame, per i tanti loro delitti disperdili, perché a te si sono ribellati. 12

Gioiscano quanti in te si rifugiano, esultino senza fine. Proteggili, perché in te si allietino quanti amano il tuo nome,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 5/193

13

poiché tu benedici il giusto, Signore, come scudo lo circondi di benevolenza.

Salmo 6 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull’ottava. Salmo. Di Davide.

2 Signore, non punirmi nella tua ira,

non castigarmi nel tuo furore. 3 Pietà di me, Signore, sono sfinito; guariscimi, Signore: tremano le mie ossa. 4 Trema tutta l’anima mia.

Ma tu, Signore, fino a quando? 5 Ritorna, Signore, libera la mia vita, salvami per la tua misericordia. 6 Nessuno tra i morti ti ricorda.

Chi negli inferi canta le tue lodi? 7 Sono stremato dai miei lamenti, ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio, bagno di lacrime il mio letto. 8 I miei occhi nel dolore si consumano,

invecchiano fra tante mie afflizioni. 9 Via da me, voi tutti che fate il male: il Signore ascolta la voce del mio pianto. 10

Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera. 11 Si vergognino e tremino molto tutti i miei nemici, tornino indietro e si vergognino all’istante.

Page 199: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 6/193

Salmo 7 1 Lamento che Davide cantò al Signore a causa delle parole di Cus, il Beniaminita. 2 Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio: salvami da chi mi perseguita e liberami, 3 perché non mi sbrani come un leone,

dilaniandomi senza che alcuno mi liberi. 4 Signore, mio Dio, se così ho agito, se c’è ingiustizia nelle mie mani, 5 se ho ripagato il mio amico con il male,

se ho spogliato i miei avversari senza motivo, 6 il nemico mi insegua e mi raggiunga, calpesti a terra la mia vita e getti nella polvere il mio onore. 7 Sorgi, Signore, nella tua ira,

àlzati contro la furia dei miei avversari, svégliati, mio Dio, emetti un giudizio! 8 L’assemblea dei popoli ti circonda: ritorna dall’alto a dominarla! 9 Il Signore giudica i popoli.

Giudicami, Signore, secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza che è in me.

10

Cessi la cattiveria dei malvagi. Rendi saldo il giusto, tu che scruti mente e cuore, o Dio giusto. 11 Il mio scudo è in Dio: egli salva i retti di cuore. 12

Dio è giudice giusto, Dio si sdegna ogni giorno. 13

Non torna forse ad affilare la spada, a tendere, a puntare il suo arco? 14 Si prepara strumenti di morte, arroventa le sue frecce.

Page 200: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 7/193

15

Ecco, il malvagio concepisce ingiustizia, è gravido di cattiveria, partorisce menzogna. 16 Egli scava un pozzo profondo e cade nella fossa che ha fatto; 17

la sua cattiveria ricade sul suo capo, la sua violenza gli piomba sulla testa.

18 Renderò grazie al Signore per la sua giustizia e canterò il nome di Dio, l’Altissimo.

Salmo 8 1 Al maestro del coro. Su «I torchi». Salmo. Di Davide.

2 O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza, 3 con la bocca di bambini e di lattanti:

hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. 4 Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,

la luna e le stelle che tu hai fissato, 5 che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? 6 Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,

di gloria e di onore lo hai coronato.

7 Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,

tutto hai posto sotto i suoi piedi: 8 tutte le greggi e gli armenti e anche le bestie della campagna,

9 gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

ogni essere che percorre le vie dei mari. 10 O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Page 201: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 8/193

Salmo 9

1 Al maestro del coro. Su «La morte del figlio». Salmo. Di Davide.

Alef 2 Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, annuncerò tutte le tue meraviglie. 3 Gioirò ed esulterò in te,

canterò inni al tuo nome, o Altissimo,

Bet 4 mentre i miei nemici tornano indietro, davanti a te inciampano e scompaiono, 5 perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa:

ti sei seduto in trono come giudice giusto.

Ghimel 6 Hai minacciato le nazioni, hai sterminato il malvagio, il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre. 7 Il nemico è battuto, ridotto a rovine per sempre.

È scomparso il ricordo delle città che hai distrutto.

He 8 Ma il Signore siede in eterno, stabilisce il suo trono per il giudizio: 9 governerà il mondo con giustizia, giudicherà i popoli con rettitudine.

Vau 10

Il Signore sarà un rifugio per l’oppresso, un rifugio nei momenti di angoscia. 11 Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore.

Zain 12

Cantate inni al Signore, che abita in Sion, narrate le sue imprese tra i popoli, 13 perché egli chiede conto del sangue versato, se ne ricorda, non dimentica il grido dei poveri.

Het 14

Abbi pietà di me, Signore, vedi la mia miseria, opera dei miei nemici, tu che mi fai risalire dalle porte della morte, 15 perché io possa annunciare tutte le tue lodi; alle porte della figlia di Sion

Page 202: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 9/193

esulterò per la tua salvezza.

Tet 16 Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato, nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede. 17 Il Signore si è fatto conoscere, ha reso giustizia; il malvagio è caduto nella rete, opera delle sue mani.

Iod 18

Tornino i malvagi negli inferi, tutte le genti che dimenticano Dio.

Caf 19 Perché il misero non sarà mai dimenticato, la speranza dei poveri non sarà mai delusa. 20

Sorgi, Signore, non prevalga l’uomo: davanti a te siano giudicate le genti. 21 Riempile di spavento, Signore, riconoscano le genti di essere mortali.

Salmo 10 (9)

Lamed 1 (9,22)

Perché, Signore, ti tieni lontano, nei momenti di pericolo ti nascondi? 2 (9,23)

Con arroganza il malvagio perseguita il povero: cadano nelle insidie che hanno tramato! 3 (9,24) Il malvagio si vanta dei suoi desideri, l’avido benedice se stesso. 4 (9,25)

Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore: «Dio non ne chiede conto, non esiste!»; questo è tutto il suo pensiero. 5 (9,26) Le sue vie vanno sempre a buon fine, troppo in alto per lui sono i tuoi giudizi: con un soffio spazza via i suoi avversari. 6 (9,27) Egli pensa: «Non sarò mai scosso, vivrò sempre senza sventure».

Pe 7 (9,28) Di spergiuri, di frodi e d’inganni ha piena la bocca, sulla sua lingua sono cattiveria e prepotenza.

Page 203: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 10/193

8 (9,29) Sta in agguato dietro le siepi, dai nascondigli uccide l’innocente.

Ain I suoi occhi spiano il misero, 9 (9,30) sta in agguato di nascosto come un leone nel covo. Sta in agguato per ghermire il povero, ghermisce il povero attirandolo nella rete. 10 (9,31)

Si piega e si acquatta, cadono i miseri sotto i suoi artigli. 11 (9,32) Egli pensa: «Dio dimentica, nasconde il volto, non vede più nulla».

Kof 12 (9,33)

Sorgi, Signore Dio, alza la tua mano, non dimenticare i poveri. 13 (9,34) Perché il malvagio disprezza Dio e pensa: «Non ne chiederai conto»?

Res 14 (9,35)

Eppure tu vedi l’affanno e il dolore, li guardi e li prendi nelle tue mani. A te si abbandona il misero, dell’orfano tu sei l’aiuto.

Sin 15 (9,36) Spezza il braccio del malvagio e dell’empio, cercherai il suo peccato e più non lo troverai. 16 (9,37)

Il Signore è re in eterno, per sempre: dalla sua terra sono scomparse le genti.

Tau 17 (9,38)

Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri, rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio, 18 (9,39) perché sia fatta giustizia all’orfano e all’oppresso, e non continui più a spargere terrore l’uomo fatto di terra.

Salmo 11 (10) 1 Al maestro del coro. Di Davide.

Nel Signore mi sono rifugiato. Come potete dirmi: «Fuggi come un passero verso il monte»?

Page 204: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 11/193

2 Ecco, i malvagi tendono l’arco, aggiustano la freccia sulla corda per colpire nell’ombra i retti di cuore. 3 Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare? 4 Ma il Signore sta nel suo tempio santo,

il Signore ha il trono nei cieli. I suoi occhi osservano attenti, le sue pupille scrutano l’uomo. 5 Il Signore scruta giusti e malvagi,

egli odia chi ama la violenza. 6 Brace, fuoco e zolfo farà piovere sui malvagi; vento bruciante toccherà loro in sorte. 7 Giusto è il Signore, ama le cose giuste; gli uomini retti contempleranno il suo volto.

Salmo 12 (11) 1 Al maestro del coro. Sull’ottava. Salmo. Di Davide.

2 Salvami, Signore! Non c’è più un uomo giusto;

sono scomparsi i fedeli tra i figli dell’uomo. 3 Si dicono menzogne l’uno all’altro, labbra adulatrici parlano con cuore doppio. 4 Recida il Signore le labbra adulatrici,

la lingua che vanta imprese grandiose, 5 quanti dicono: «Con la nostra lingua siamo forti, le nostre labbra sono con noi: chi sarà il nostro padrone?». 6 «Per l’oppressione dei miseri e il gemito dei poveri,

ecco, mi alzerò – dice il Signore –; metterò in salvo chi è disprezzato». 7 Le parole del Signore sono parole pure, argento separato dalle scorie nel crogiuolo, raffinato sette volte.

Page 205: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 12/193

8 Tu, o Signore, le manterrai,

ci proteggerai da questa gente, per sempre, 9 anche se attorno si aggirano i malvagi e cresce la corruzione in mezzo agli uomini.

Salmo 13 (12) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2 Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?

Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? 3 Fino a quando nell’anima mia addenserò pensieri, tristezza nel mio cuore tutto il giorno? Fino a quando su di me prevarrà il mio nemico? 4 Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,

conserva la luce ai miei occhi, perché non mi sorprenda il sonno della morte, 5 perché il mio nemico non dica: «L’ho vinto!»

e non esultino i miei avversari se io vacillo. 6 Ma io nella tua fedeltà ho confidato;

esulterà il mio cuore nella tua salvezza, canterò al Signore, che mi ha beneficato.

Salmo 14 (13) 1 Al maestro del coro. Di Davide. Lo stolto pensa: «Dio non c’è». Sono corrotti, fanno cose abominevoli: non c’è chi agisca bene. 2 Il Signore dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio, uno che cerchi Dio. 3 Sono tutti traviati, tutti corrotti; non c’è chi agisca bene, neppure uno.

Page 206: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 13/193

4 Non impareranno dunque tutti i malfattori, che divorano il mio popolo come il pane e non invocano il Signore?

5 Ecco, hanno tremato di spavento, perché Dio è con la stirpe del giusto. 6 Voi volete umiliare le speranze del povero, ma il Signore è il suo rifugio. 7 Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele?

Quando il Signore ristabilirà la sorte del suo popolo, esulterà Giacobbe e gioirà Israele.

Salmo 15 (14)

1 Salmo. Di Davide. Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sulla tua santa montagna? 2 Colui che cammina senza colpa,

pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore, 3 non sparge calunnie con la sua lingua,

non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino. 4 Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. Anche se ha giurato a proprio danno, mantiene la parola;

5 non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l’innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre.

Salmo 16 (15) 1 Miktam. Di Davide. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 14/193

2 Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,

solo in te è il mio bene». 3 Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore. 4 Moltiplicano le loro pene

quelli che corrono dietro a un dio straniero. Io non spanderò le loro libagioni di sangue, né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi. 5 Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:

nelle tue mani è la mia vita. 6 Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda. 7 Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce. 8 Io pongo sempre davanti a me il Signore,

sta alla mia destra, non potrò vacillare.

9 Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, 10

perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. 11 Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.

Salmo 17 (16) 1 Preghiera. Di Davide.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa, sii attento al mio grido. Porgi l’orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c’è inganno. 2 Dal tuo volto venga per me il giudizio,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 15/193

i tuoi occhi vedano la giustizia. 3 Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte, provami al fuoco: non troverai malizia. La mia bocca non si è resa colpevole, 4 secondo l’agire degli uomini;

seguendo la parola delle tue labbra, ho evitato i sentieri del violento. 5 Tieni saldi i miei passi sulle tue vie e i miei piedi non vacilleranno. 6 Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;

tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole, 7 mostrami i prodigi della tua misericordia, tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.

8 Custodiscimi come pupilla degli occhi,

all’ombra delle tue ali nascondimi, 9 di fronte ai malvagi che mi opprimono,

ai nemici mortali che mi accerchiano. 10 Il loro animo è insensibile, le loro bocche parlano con arroganza. 11

Eccoli: avanzano, mi circondano, puntano gli occhi per gettarmi a terra, 12 simili a un leone che brama la preda, a un leoncello che si apposta in agguato.

13

Àlzati, Signore, affrontalo, abbattilo; con la tua spada liberami dal malvagio, 14 con la tua mano, Signore, dai mortali, dai mortali del mondo, la cui sorte è in questa vita. Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre, se ne sazino anche i figli e ne avanzi per i loro bambini. 15

Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua immagine.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 16/193

Salmo 18 (17) 1 Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici

e dalla mano di Saul. 2Disse dunque: Ti amo, Signore, mia forza, 3 Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,

mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. 4 Invoco il Signore, degno di lode,

e sarò salvato dai miei nemici. 5 Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti infernali; 6 già mi avvolgevano i lacci degli inferi, già mi stringevano agguati mortali. 7 Nell’angoscia invocai il Signore,

nell’angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido. 8 La terra tremò e si scosse;

vacillarono le fondamenta dei monti, si scossero perché egli era adirato. 9 Dalle sue narici saliva fumo, dalla sua bocca un fuoco divorante; da lui sprizzavano carboni ardenti. 10

Abbassò i cieli e discese, una nube oscura sotto i suoi piedi. 11 Cavalcava un cherubino e volava, si librava sulle ali del vento. 12

Si avvolgeva di tenebre come di un velo, di acque oscure e di nubi come di una tenda. 13 Davanti al suo fulgore passarono le nubi, con grandine e carboni ardenti.

14

Il Signore tuonò dal cielo,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 17/193

l’Altissimo fece udire la sua voce: grandine e carboni ardenti. 15 Scagliò saette e li disperse, fulminò con folgori e li sconfisse. 16

Allora apparve il fondo del mare, si scoprirono le fondamenta del mondo, per la tua minaccia, Signore, per lo spirare del tuo furore. 17 Stese la mano dall’alto e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque,

18

mi liberò da nemici potenti, da coloro che mi odiavano ed erano più forti di me. 19

Mi assalirono nel giorno della mia sventura, ma il Signore fu il mio sostegno; 20mi portò al largo, mi liberò perché mi vuol bene. 21

Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani, 22

perché ho custodito le vie del Signore, non ho abbandonato come un empio il mio Dio. 23I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, non ho respinto da me la sua legge; 24

ma integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa. 25Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi. 26

Con l’uomo buono tu sei buono, con l’uomo integro tu sei integro, 27

con l’uomo puro tu sei puro e dal perverso non ti fai ingannare. 28Perché tu salvi il popolo dei poveri, ma abbassi gli occhi dei superbi.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 18/193

29

Signore, tu dai luce alla mia lampada; il mio Dio rischiara le mie tenebre. 30Con te mi getterò nella mischia, con il mio Dio scavalcherò le mura. 31

La via di Dio è perfetta, la parola del Signore è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. 32Infatti, chi è Dio, se non il Signore? O chi è roccia, se non il nostro Dio? 33

Il Dio che mi ha cinto di vigore e ha reso integro il mio cammino, 34mi ha dato agilità come di cerve e sulle alture mi ha fatto stare saldo, 35

ha addestrato le mie mani alla battaglia, le mie braccia a tendere l’arco di bronzo. 36Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, la tua destra mi ha sostenuto, mi hai esaudito e mi hai fatto crescere. 37

Hai spianato la via ai miei passi, i miei piedi non hanno vacillato. 38Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti, non sono tornato senza averli annientati. 39

Li ho colpiti e non si sono rialzati, sono caduti sotto i miei piedi. 40

Tu mi hai cinto di forza per la guerra, hai piegato sotto di me gli avversari. 41 Dei nemici mi hai mostrato le spalle: quelli che mi odiavano, li ho distrutti. 42

Hanno gridato e nessuno li ha salvati, hanno gridato al Signore, ma non ha risposto. 43Come polvere al vento li ho dispersi, calpestati come fango delle strade.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 19/193

44

Mi hai scampato dal popolo in rivolta, mi hai posto a capo di nazioni. Un popolo che non conoscevo mi ha servito; 45all’udirmi, subito mi obbedivano, stranieri cercavano il mio favore, 46

impallidivano uomini stranieri e uscivano tremanti dai loro nascondigli.

47Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza. 48

Dio, tu mi accordi la rivincita e sottometti i popoli al mio giogo, 49mi salvi dai nemici furenti, dei miei avversari mi fai trionfare e mi liberi dall’uomo violento. 50

Per questo, Signore, ti loderò tra le genti e canterò inni al tuo nome. 51 Egli concede al suo re grandi vittorie, si mostra fedele al suo consacrato, a Davide e alla sua discendenza per sempre.

Salmo 19 (18) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.

2 I cieli narrano la gloria di Dio,

l’opera delle sue mani annuncia il firmamento. 3 Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia. 4 Senza linguaggio, senza parole,

senza che si oda la loro voce, 5 per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio. Là pose una tenda per il sole

Page 213: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 20/193

6 che esce come sposo dalla stanza nuziale: esulta come un prode che percorre la via. 7 Sorge da un estremo del cielo

e la sua orbita raggiunge l’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore. 8 La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice.

9 I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi. 10 Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti, 11 più preziosi dell’oro,

di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.

12 Anche il tuo servo ne è illuminato, per chi li osserva è grande il profitto. 13

Le inavvertenze, chi le discerne? Assolvimi dai peccati nascosti. 14

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo perché su di me non abbia potere; allora sarò irreprensibile, sarò puro da grave peccato. 15

Ti siano gradite le parole della mia bocca; davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore, mia roccia e mio redentore.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 21/193

Salmo 20 (19) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2 Ti risponda il Signore nel giorno dell’angoscia,

ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. 3 Ti mandi l’aiuto dal suo santuario e dall’alto di Sion ti sostenga. 4 Si ricordi di tutte le tue offerte

e gradisca i tuoi olocausti. 5 Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera, adempia ogni tuo progetto. 6 Esulteremo per la tua vittoria,

nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli: adempia il Signore tutte le tue richieste. 7 Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato; gli risponde dal suo cielo santo con la forza vittoriosa della sua destra. 8 Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli:

noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio. 9 Quelli si piegano e cadono,

ma noi restiamo in piedi e siamo saldi. 10 Da’ al re la vittoria, Signore; rispondici, quando t’invochiamo.

Salmo 21 (20) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.

2 Signore, il re gioisce della tua potenza!

Quanto esulta per la tua vittoria! 3 Hai esaudito il desiderio del suo cuore, non hai respinto la richiesta delle sue labbra. 4 Gli vieni incontro con larghe benedizioni,

Page 215: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 22/193

gli poni sul capo una corona di oro puro. 5 Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa, lunghi giorni in eterno, per sempre. 6 Grande è la sua gloria per la tua vittoria, lo ricopri di maestà e di onore, 7 poiché gli accordi benedizioni per sempre,

lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. 8 Perché il re confida nel Signore: per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso. 9 La tua mano raggiungerà tutti i nemici,

la tua destra raggiungerà quelli che ti odiano. 10 Gettali in una fornace ardente nel giorno in cui ti mostrerai; nella sua ira li inghiottirà il Signore, li divorerà il fuoco.

11 Eliminerai dalla terra il loro frutto, la loro stirpe di mezzo agli uomini. 12 Perché hanno riversato su di te il male, hanno tramato insidie; ma non avranno successo. 13 Hai fatto loro voltare la schiena, quando contro di loro puntavi il tuo arco. 14

Àlzati, Signore, in tutta la tua forza: canteremo e inneggeremo alla tua potenza.

Salmo 22 (21)

1 Al maestro del coro. Su «Cerva dell’aurora». Salmo. Di Davide. 2 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido! 3 Mio Dio, grido di giorno e non rispondi;

di notte, e non c’è tregua per me. 4 Eppure tu sei il Santo,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 23/193

tu siedi in trono fra le lodi d’Israele. 5 In te confidarono i nostri padri, confidarono e tu li liberasti; 6 a te gridarono e furono salvati, in te confidarono e non rimasero delusi. 7 Ma io sono un verme e non un uomo,

rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente. 8 Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: 9 «Si rivolga al Signore; lui lo liberi,

lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

10 Sei proprio tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai affidato al seno di mia madre. 11 Al mio nascere, a te fui consegnato; dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio. 12

Non stare lontano da me, perché l’angoscia è vicina e non c’è chi mi aiuti. 13

Mi circondano tori numerosi, mi accerchiano grossi tori di Basan. 14 Spalancano contro di me le loro fauci: un leone che sbrana e ruggisce. 15

Io sono come acqua versata, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si scioglie in mezzo alle mie viscere. 16

Arido come un coccio è il mio vigore, la mia lingua si è incollata al palato, mi deponi su polvere di morte. 17

Un branco di cani mi circonda, mi accerchia una banda di malfattori; hanno scavato le mie mani e i miei piedi. 18 Posso contare tutte le mie ossa. Essi stanno a guardare e mi osservano:

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Salmi

Bibbia CEI 2008 24/193

19 si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. 20

Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto. 21 Libera dalla spada la mia vita, dalle zampe del cane l’unico mio bene. 22

Salvami dalle fauci del leone e dalle corna dei bufali. Tu mi hai risposto! 23Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea. 24

Lodate il Signore, voi suoi fedeli, gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe, lo tema tutta la discendenza d’Israele; 25perché egli non ha disprezzato né disdegnato l’afflizione del povero, il proprio volto non gli ha nascosto ma ha ascoltato il suo grido di aiuto. 26Da te la mia lode nella grande assemblea; scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli. 27

I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano; il vostro cuore viva per sempre! 28

Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra; davanti a te si prostreranno tutte le famiglie dei popoli. 29Perché del Signore è il regno: è lui che domina sui popoli! 30

A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere; ma io vivrò per lui,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 25/193

31 lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; 32

annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l’opera del Signore!».

Salmo 23 (22)

1 Salmo. Di Davide. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. 2 Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. 3 Rinfranca l’anima mia,

mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. 4 Anche se vado per una valle oscura,

non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. 5 Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. 6 Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni.

Salmo 24 (23) 1 Di Davide. Salmo.

Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. 2 È lui che l’ha fondato sui mari

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Salmi

Bibbia CEI 2008 26/193

e sui fiumi l’ha stabilito. 3 Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? 4 Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli, chi non giura con inganno. 5 Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. 6 Ecco la generazione che lo cerca,

che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. 7 Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. 8 Chi è questo re della gloria?

Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia. 9 Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. 10

Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Salmo 25 (24) 1 Di Davide.

Alef A te, Signore, innalzo l’anima mia,

Bet 2 mio Dio, in te confido:

che io non resti deluso! Non trionfino su di me i miei nemici!

Ghimel 3 Chiunque in te spera non resti deluso; sia deluso chi tradisce senza motivo.

Dalet 4 Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 27/193

He 5 Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza; Vau io spero in te tutto il giorno.

Zain 6 Ricòrdati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre.

Het 7 I peccati della mia giovinezza

e le mie ribellioni, non li ricordare: ricòrdati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore.

Tet 8

Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta;

Iod 9 guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via.

Caf 10

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.

Lamed 11

Per il tuo nome, Signore, perdona la mia colpa, anche se è grande.

Mem 12 C’è un uomo che teme il Signore? Gli indicherà la via da scegliere.

Nun 13

Egli riposerà nel benessere, la sua discendenza possederà la terra.

Samec 14 Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza.

Ain 15

I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, è lui che fa uscire dalla rete il mio piede.

Pe 16

Volgiti a me e abbi pietà, perché sono povero e solo.

Sade 17 Allarga il mio cuore angosciato, liberami dagli affanni. 18 Vedi la mia povertà e la mia fatica e perdona tutti i miei peccati.

Res 19

Guarda i miei nemici: sono molti,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 28/193

e mi detestano con odio violento.

Sin 20 Proteggimi, portami in salvo; che io non resti deluso, perché in te mi sono rifugiato.

Tau 21

Mi proteggano integrità e rettitudine, perché in te ho sperato. 22 O Dio, libera Israele da tutte le sue angosce.

Salmo 26 (25) 1 Di Davide. Fammi giustizia, Signore: nell’integrità ho camminato, confido nel Signore, non potrò vacillare. 2 Scrutami, Signore, e mettimi alla prova, raffinami al fuoco il cuore e la mente. 3 La tua bontà è davanti ai miei occhi,

nella tua verità ho camminato. 4 Non siedo con gli uomini falsi e non vado con gli ipocriti; 5 odio la banda dei malfattori

e non siedo con i malvagi. 6 Lavo nell’innocenza le mie mani e giro attorno al tuo altare, o Signore, 7 per far risuonare voci di lode

e narrare tutte le tue meraviglie. 8 Signore, amo la casa dove tu dimori e il luogo dove abita la tua gloria. 9 Non associare me ai peccatori

né la mia vita agli uomini di sangue, 10 perché vi è delitto nelle loro mani,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 29/193

di corruzione è piena la loro destra. 11 Ma io cammino nella mia integrità; riscattami e abbi pietà di me. 12 Il mio piede sta su terra piana; nelle assemblee benedirò il Signore.

Salmo 27 (26) 1 Di Davide.

Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? 2 Quando mi assalgono i malvagi

per divorarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. 3 Se contro di me si accampa un esercito,

il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia. 4 Una cosa ho chiesto al Signore,

questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. 5 Nella sua dimora mi offre riparo nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza. 6 E ora rialzo la testa

sui nemici che mi circondano. Immolerò nella sua tenda sacrifici di vittoria, inni di gioia canterò al Signore. 7 Ascolta, Signore, la mia voce.

Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!

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Salmi

Bibbia CEI 2008 30/193

8 Il mio cuore ripete il tuo invito:

«Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. 9 Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. 10 Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. 11

Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie. 12 Non gettarmi in preda ai miei avversari. Contro di me si sono alzàti falsi testimoni che soffiano violenza. 13 Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. 14

Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Salmo 28 (27) 1 Di Davide.

A te grido, Signore, mia roccia, con me non tacere: se tu non mi parli, sono come chi scende nella fossa. 2 Ascolta la voce della mia supplica, quando a te grido aiuto, quando alzo le mie mani verso il tuo santo tempio. 3 Non trascinarmi via con malvagi e malfattori, che parlano di pace al loro prossimo, ma hanno la malizia nel cuore. 4 Ripagali secondo il loro agire,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 31/193

secondo la malvagità delle loro azioni; secondo le opere delle loro mani, rendi loro quanto meritano. 5 Non hanno compreso l’agire del Signore

e l’opera delle sue mani: egli li demolirà, senza più riedificarli. 6 Sia benedetto il Signore,

che ha dato ascolto alla voce della mia supplica. 7 Il Signore è mia forza e mio scudo, in lui ha confidato il mio cuore. Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore, con il mio canto voglio rendergli grazie. 8 Forza è il Signore per il suo popolo, rifugio di salvezza per il suo consacrato. 9 Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità,

sii loro pastore e sostegno per sempre.

Salmo 29 (28) 1 Salmo. Di Davide. Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. 2 Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore nel suo atrio santo. 3 La voce del Signore è sopra le acque, tuona il Dio della gloria, il Signore sulle grandi acque. 4 La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza. 5 La voce del Signore schianta i cedri, schianta il Signore i cedri del Libano. 6 Fa balzare come un vitello il Libano,

e il monte Sirion come un giovane bufalo.

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Bibbia CEI 2008 32/193

7 La voce del Signore saetta fiamme di fuoco, 8 la voce del Signore scuote il deserto,

scuote il Signore il deserto di Kades. 9 La voce del Signore provoca le doglie alle cerve e affretta il parto delle capre. Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!». 10

Il Signore è seduto sull’oceano del cielo, il Signore siede re per sempre. 11 Il Signore darà potenza al suo popolo, il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

Salmo 30 (29) 1 Salmo. Canto per la dedicazione del tempio. Di Davide.

2 Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,

non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. 3 Signore, mio Dio, a te ho gridato e mi hai guarito. 4 Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,

mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. 5 Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, 6 perché la sua collera dura un istante,

la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia. 7 Ho detto, nella mia sicurezza:

«Mai potrò vacillare!». 8 Nella tua bontà, o Signore,

mi avevi posto sul mio monte sicuro; il tuo volto hai nascosto e lo spavento mi ha preso. 9 A te grido, Signore,

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Bibbia CEI 2008 33/193

al Signore chiedo pietà: 10 «Quale guadagno dalla mia morte, dalla mia discesa nella fossa? Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà? 11 Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto!». 12 Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia, 13

perché ti canti il mio cuore, senza tacere; Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Salmo 31 (30) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2 In te, Signore, mi sono rifugiato,

mai sarò deluso; difendimi per la tua giustizia. 3 Tendi a me il tuo orecchio, vieni presto a liberarmi. Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. 4 Perché mia rupe e mia fortezza tu sei, per il tuo nome guidami e conducimi. 5 Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. 6 Alle tue mani affido il mio spirito;

tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. 7 Tu hai in odio chi serve idoli falsi, io invece confido nel Signore. 8 Esulterò e gioirò per la tua grazia,

perché hai guardato alla mia miseria, hai conosciuto le angosce della mia vita;

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Salmi

Bibbia CEI 2008 34/193

9 non mi hai consegnato nelle mani del nemico,

hai posto i miei piedi in un luogo spazioso. 10 Abbi pietà di me, Signore, sono nell’affanno; per il pianto si consumano i miei occhi, la mia gola e le mie viscere. 11

Si logora nel dolore la mia vita, i miei anni passano nel gemito; inaridisce per la pena il mio vigore e si consumano le mie ossa. 12

Sono il rifiuto dei miei nemici e persino dei miei vicini, il terrore dei miei conoscenti; chi mi vede per strada mi sfugge. 13

Sono come un morto, lontano dal cuore; sono come un coccio da gettare. 14 Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!», quando insieme contro di me congiurano, tramano per togliermi la vita. 15

Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, 16 i miei giorni sono nelle tue mani». Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori: 17

sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto, salvami per la tua misericordia. 18 Signore, che io non debba vergognarmi per averti invocato; si vergognino i malvagi, siano ridotti al silenzio negli inferi. 19 Tacciano le labbra bugiarde, che dicono insolenze contro il giusto con orgoglio e disprezzo. 20

Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono, la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,

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Bibbia CEI 2008 35/193

a chi in te si rifugia. 21 Tu li nascondi al riparo del tuo volto, lontano dagli intrighi degli uomini; li metti al sicuro nella tua tenda, lontano dai litigi delle lingue. 22Benedetto il Signore, che per me ha fatto meraviglie di grazia in una città fortificata. 23Io dicevo, nel mio sgomento: «Sono escluso dalla tua presenza». Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera quando a te gridavo aiuto. 24Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli; il Signore protegge chi ha fiducia in lui e ripaga in abbondanza chi opera con superbia. 25Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore.

Salmo 32 (31) 1 Di Davide. Maskil. Beato l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. 2 Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno. 3 Tacevo e si logoravano le mie ossa,

mentre ruggivo tutto il giorno. 4 Giorno e notte pesava su di me la tua mano, come nell’arsura estiva si inaridiva il mio vigore. 5 Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. 6 Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell’angoscia;

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Bibbia CEI 2008 36/193

quando irromperanno grandi acque non potranno raggiungerlo. 7 Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia, mi circondi di canti di liberazione: 8 «Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire;

con gli occhi su di te, ti darò consiglio. 9 Non siate privi d’intelligenza come il cavallo e come il mulo: la loro foga si piega con il morso e le briglie, se no, a te non si avvicinano». 10

Molti saranno i dolori del malvagio, ma l’amore circonda chi confida nel Signore. 11 Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

Salmo 33 (32) 1 Esultate, o giusti, nel Signore;

per gli uomini retti è bella la lode. 2 Lodate il Signore con la cetra,

con l’arpa a dieci corde a lui cantate. 3 Cantate al Signore un canto nuovo, con arte suonate la cetra e acclamate, 4 perché retta è la parola del Signore

e fedele ogni sua opera. 5 Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore del Signore è piena la terra. 6 Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,

dal soffio della sua bocca ogni loro schiera. 7 Come in un otre raccoglie le acque del mare, chiude in riserve gli abissi. 8 Tema il Signore tutta la terra, tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,

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Bibbia CEI 2008 37/193

9 perché egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto. 10

Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli. 11 Ma il disegno del Signore sussiste per sempre, i progetti del suo cuore per tutte le generazioni. 12

Beata la nazione che ha il Signore come Dio, il popolo che egli ha scelto come sua eredità. 13 Il Signore guarda dal cielo: egli vede tutti gli uomini; 14

dal trono dove siede scruta tutti gli abitanti della terra, 15 lui, che di ognuno ha plasmato il cuore e ne comprende tutte le opere. 16

Il re non si salva per un grande esercito né un prode scampa per il suo grande vigore. 17 Un’illusione è il cavallo per la vittoria, e neppure un grande esercito può dare salvezza. 18

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, 19 per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame. 20 L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. 21

È in lui che gioisce il nostro cuore, nel suo santo nome noi confidiamo. 22Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 38/193

Salmo 34 (33) 1 Di Davide. Quando si finse pazzo in presenza di Abimèlec, tanto che questi lo scacciò ed egli se ne andò.

Alef 2 Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.

Bet 3 Io mi glorio nel Signore:

i poveri ascoltino e si rallegrino.

Ghimel 4 Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.

Dalet 5 Ho cercato il Signore: mi ha risposto

e da ogni mia paura mi ha liberato.

He 6 Guardate a lui e sarete raggianti, i vostri volti non dovranno arrossire.

Zain 7 Questo povero grida e il Signore lo ascolta,

lo salva da tutte le sue angosce.

Het 8 L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera.

Tet 9 Gustate e vedete com’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia.

Iod 10

Temete il Signore, suoi santi: nulla manca a coloro che lo temono.

Caf 11 I leoni sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.

Lamed 12

Venite, figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore.

Mem 13 Chi è l’uomo che desidera la vita e ama i giorni in cui vedere il bene?

Nun 14

Custodisci la lingua dal male, le labbra da parole di menzogna.

Samec 15 Sta’ lontano dal male e fa’ il bene, cerca e persegui la pace.

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Bibbia CEI 2008 39/193

Ain 16 Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto.

Pe 17

Il volto del Signore contro i malfattori, per eliminarne dalla terra il ricordo.

Sade 18 Gridano e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce.

Kof 19

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti.

Res 20 Molti sono i mali del giusto, ma da tutti lo libera il Signore.

Sin 21

Custodisce tutte le sue ossa: neppure uno sarà spezzato.

Tau 22 Il male fa morire il malvagio e chi odia il giusto sarà condannato. 23

Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia.

Salmo 35 (34) 1 Di Davide.

Signore, accusa chi mi accusa, combatti chi mi combatte. 2 Afferra scudo e corazza

e sorgi in mio aiuto. 3 Impugna lancia e scure contro chi mi insegue; dimmi: «Sono io la tua salvezza». 4 Siano svergognati e confusi

quanti attentano alla mia vita; retrocedano e siano umiliati quanti tramano la mia sventura. 5 Siano come pula al vento e l’angelo del Signore li disperda;

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Salmi

Bibbia CEI 2008 40/193

6 la loro strada sia buia e scivolosa quando l’angelo del Signore li insegue. 7 Poiché senza motivo mi hanno teso una rete,

senza motivo mi hanno scavato una fossa. 8 Li colga una rovina improvvisa, li catturi la rete che hanno teso e nella rovina siano travolti. 9 Ma l’anima mia esulterà nel Signore e gioirà per la sua salvezza. 10

Tutte le mie ossa dicano: «Chi è come te, Signore, che liberi il povero dal più forte, il povero e il misero da chi li rapina?». 11 Sorgevano testimoni violenti, mi interrogavano su ciò che ignoravo, 12

mi rendevano male per bene: una desolazione per l’anima mia. 13 Ma io, quand’erano malati, vestivo di sacco, mi affliggevo col digiuno, la mia preghiera riecheggiava nel mio petto. 14

Accorrevo come per un amico, come per un mio fratello, mi prostravo nel dolore come in lutto per la madre. 15 Ma essi godono della mia caduta, si radunano, si radunano contro di me per colpirmi di sorpresa. Mi dilaniano di continuo, 16 mi mettono alla prova, mi coprono di scherni; contro di me digrignano i loro denti. 17

Fino a quando, Signore, starai a guardare? Libera la mia vita dalla loro violenza, dalle zanne dei leoni l’unico mio bene. 18

Ti renderò grazie nella grande assemblea, ti loderò in mezzo a un popolo numeroso. 19 Non esultino su di me i nemici bugiardi, non strizzino l’occhio quelli che, senza motivo, mi odiano.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 41/193

20

Poiché essi non parlano di pace; contro gente pacifica tramano inganni. 21 Spalancano contro di me la loro bocca; dicono: «Bene! I nostri occhi hanno visto!». 22

Signore, tu hai visto, non tacere; Signore, da me non stare lontano. 23Déstati, svégliati per il mio giudizio, per la mia causa, mio Dio e Signore! 24

Giudicami secondo la tua giustizia, Signore, mio Dio, perché di me non debbano gioire. 25Non pensino in cuor loro: «È ciò che volevamo!». Non dicano: «Lo abbiamo divorato!». 26Sia svergognato e confuso chi gode della mia rovina, sia coperto di vergogna e disonore chi mi insulta. 27

Esulti e gioisca chi ama il mio diritto, dica sempre: «Grande è il Signore, che vuole la pace del suo servo». 28La mia lingua mediterà la tua giustizia, canterà la tua lode per sempre.

Salmo 36 (35) 1 Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore.

2 Oracolo del peccato nel cuore del malvagio: non c’è paura di Dio davanti ai suoi occhi; 3 perché egli s’illude con se stesso, davanti ai suoi occhi,

nel non trovare la sua colpa e odiarla. 4 Le sue parole sono cattiveria e inganno,

rifiuta di capire, di compiere il bene. 5 Trama cattiveria nel suo letto, si ostina su vie non buone, non respinge il male.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 42/193

6 Signore, il tuo amore è nel cielo,

la tua fedeltà fino alle nubi, 7 la tua giustizia è come le più alte montagne, il tuo giudizio come l’abisso profondo: uomini e bestie tu salvi, Signore. 8 Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio!

Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali, 9 si saziano dell’abbondanza della tua casa: tu li disseti al torrente delle tue delizie. 10

È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. 11 Riversa il tuo amore su chi ti riconosce, la tua giustizia sui retti di cuore. 12

Non mi raggiunga il piede dei superbi e non mi scacci la mano dei malvagi. 13 Ecco, sono caduti i malfattori: abbattuti, non possono rialzarsi.

Salmo 37 (36) 1 Di Davide.

Alef Non irritarti a causa dei malvagi, non invidiare i malfattori. 2 Come l’erba presto appassiranno; come il verde del prato avvizziranno.

Bet 3 Confida nel Signore e fa’ il bene:

abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza. 4 Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore.

Ghimel 5 Affida al Signore la tua via, confida in lui ed egli agirà:

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Salmi

Bibbia CEI 2008 43/193

6 farà brillare come luce la tua giustizia, il tuo diritto come il mezzogiorno.

Dalet 7 Sta’ in silenzio davanti al Signore e spera in lui;

non irritarti per chi ha successo, per l’uomo che trama insidie.

He 8 Desisti dall’ira e deponi lo sdegno,

non irritarti: non ne verrebbe che male; 9 perché i malvagi saranno eliminati, ma chi spera nel Signore avrà in eredità la terra.

Vau 10

Ancora un poco e il malvagio scompare: cerchi il suo posto, ma lui non c’è più. 11 I poveri invece avranno in eredità la terra e godranno di una grande pace.

Zain 12 Il malvagio trama contro il giusto, contro di lui digrigna i denti. 13

Ma il Signore ride di lui, perché vede arrivare il suo giorno.

Het 14 I malvagi sfoderano la spada e tendono l’arco per abbattere il povero e il misero, per uccidere chi cammina onestamente. 15

Ma la loro spada penetrerà nel loro cuore e i loro archi saranno spezzati.

Tet 16 È meglio il poco del giusto che la grande abbondanza dei malvagi; 17

le braccia dei malvagi saranno spezzate, ma il Signore è il sostegno dei giusti.

Iod 18 Il Signore conosce i giorni degli uomini integri: la loro eredità durerà per sempre. 19

Non si vergogneranno nel tempo della sventura e nei giorni di carestia saranno saziati.

Caf 20 I malvagi infatti periranno, i nemici del Signore svaniranno; come lo splendore dei prati,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 44/193

in fumo svaniranno.

Lamed 21 Il malvagio prende in prestito e non restituisce, ma il giusto ha compassione e dà in dono. 22 Quelli che sono benedetti dal Signore avranno in eredità la terra, ma quelli che sono da lui maledetti saranno eliminati.

Mem 23

Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo e si compiace della sua via. 24 Se egli cade, non rimane a terra, perché il Signore sostiene la sua mano.

Nun 25

Sono stato fanciullo e ora sono vecchio: non ho mai visto il giusto abbandonato né i suoi figli mendicare il pane; 26 ogni giorno egli ha compassione e dà in prestito, e la sua stirpe sarà benedetta.

Samec 27

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene e avrai sempre una casa. 28 Perché il Signore ama il diritto e non abbandona i suoi fedeli.

Ain Gli ingiusti saranno distrutti per sempre e la stirpe dei malvagi sarà eliminata. 29 I giusti avranno in eredità la terra e vi abiteranno per sempre.

Pe 30

La bocca del giusto medita la sapienza e la sua lingua esprime il diritto; 31 la legge del suo Dio è nel suo cuore: i suoi passi non vacilleranno.

Sade 32

Il malvagio spia il giusto e cerca di farlo morire. 33

Ma il Signore non lo abbandona alla sua mano, nel giudizio non lo lascia condannare.

Kof 34 Spera nel Signore e custodisci la sua via: egli t’innalzerà perché tu erediti la terra; tu vedrai eliminati i malvagi.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 45/193

Res 35

Ho visto un malvagio trionfante, gagliardo come cedro verdeggiante; 36 sono ripassato ed ecco non c’era più, l’ho cercato e non si è più trovato.

Sin 37

Osserva l’integro, guarda l’uomo retto: perché avrà una discendenza l’uomo di pace. 38 Ma i peccatori tutti insieme saranno eliminati, la discendenza dei malvagi sarà sterminata.

Tau 39

La salvezza dei giusti viene dal Signore: nel tempo dell’angoscia è loro fortezza. 40 Il Signore li aiuta e li libera, li libera dai malvagi e li salva, perché in lui si sono rifugiati.

Salmo 38 (37) 1 Salmo. Di Davide. Per fare memoria.

2 Signore, non punirmi nella tua collera,

non castigarmi nel tuo furore. 3 Le tue frecce mi hanno trafitto, la tua mano mi schiaccia. 4 Per il tuo sdegno, nella mia carne non c’è nulla di sano,

nulla è intatto nelle mie ossa per il mio peccato. 5 Le mie colpe hanno superato il mio capo, sono un carico per me troppo pesante. 6 Fetide e purulente sono le mie piaghe

a causa della mia stoltezza. 7 Sono tutto curvo e accasciato,

triste mi aggiro tutto il giorno. 8 Sono tutti infiammati i miei fianchi, nella mia carne non c’è più nulla di sano.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 46/193

9 Sfinito e avvilito all’estremo, ruggisco per il fremito del mio cuore. 10

Signore, è davanti a te ogni mio desiderio e il mio gemito non ti è nascosto. 11 Palpita il mio cuore, le forze mi abbandonano, non mi resta neppure la luce degli occhi. 12

I miei amici e i miei compagni si scostano dalle mie piaghe, i miei vicini stanno a distanza. 13

Tendono agguati quelli che attentano alla mia vita, quelli che cercano la mia rovina tramano insidie e tutto il giorno studiano inganni. 14 Io come un sordo non ascolto e come un muto non apro la bocca; 15

sono come un uomo che non sente e non vuole rispondere. 16 Perché io attendo te, Signore; tu risponderai, Signore, mio Dio. 17 Avevo detto: «Non ridano di me! Quando il mio piede vacilla, non si facciano grandi su di me!». 18 Ecco, io sto per cadere e ho sempre dinanzi la mia pena. 19

Ecco, io confesso la mia colpa, sono in ansia per il mio peccato. 20

I miei nemici sono vivi e forti, troppi mi odiano senza motivo: 21 mi rendono male per bene, mi accusano perché cerco il bene. 22

Non abbandonarmi, Signore, Dio mio, da me non stare lontano; 23vieni presto in mio aiuto, Signore, mia salvezza.

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Bibbia CEI 2008 47/193

Salmo 39 (38) 1 Al maestro del coro. A Iedutùn. Salmo. Di Davide.

2 Ho detto: «Vigilerò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; metterò il morso alla mia bocca finché ho davanti il malvagio». 3 Ammutolito, in silenzio,

tacevo, ma a nulla serviva, e più acuta si faceva la mia sofferenza.

4 Mi ardeva il cuore nel petto;

al ripensarci è divampato il fuoco. Allora ho lasciato parlare la mia lingua: 5 «Fammi conoscere, Signore, la mia fine, quale sia la misura dei miei giorni, e saprò quanto fragile io sono». 6 Ecco, di pochi palmi hai fatto i miei giorni, è un nulla per te la durata della mia vita. Sì, è solo un soffio ogni uomo che vive. 7 Sì, è come un’ombra l’uomo che passa.

Sì, come un soffio si affanna, accumula e non sa chi raccolga. 8 Ora, che potrei attendere, Signore? È in te la mia speranza. 9 Liberami da tutte le mie iniquità,

non fare di me lo scherno dello stolto. 10 Ammutolito, non apro bocca, perché sei tu che agisci. 11

Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della tua mano. 12 Castigando le sue colpe tu correggi l’uomo, corrodi come un tarlo i suoi tesori.

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Bibbia CEI 2008 48/193

Sì, ogni uomo non è che un soffio. 13 Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l’orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime, perché presso di te io sono forestiero, ospite come tutti i miei padri. 14

Distogli da me il tuo sguardo: che io possa respirare, prima che me ne vada e di me non resti più nulla.

Salmo 40 (39) 1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.

2 Ho sperato, ho sperato nel Signore,

ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. 3 Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose,

dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. 4 Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,

una lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. 5 Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. 6 Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati. 7 Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.

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Bibbia CEI 2008 49/193

8 Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto 9 di fare la tua volontà:

mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo». 10

Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. 11 Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. Non ho celato il tuo amore e la tua fedeltà alla grande assemblea. 12 Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia; il tuo amore e la tua fedeltà mi proteggano sempre, 13 perché mi circondano mali senza numero, le mie colpe mi opprimono e non riesco più a vedere: sono più dei capelli del mio capo, il mio cuore viene meno. 14 Dégnati, Signore, di liberarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto. 15

Siano svergognati e confusi quanti cercano di togliermi la vita. Retrocedano, coperti d’infamia, quanti godono della mia rovina. 16

Se ne tornino indietro pieni di vergogna quelli che mi dicono: «Ti sta bene!». 17

Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: «Il Signore è grande!» quelli che amano la tua salvezza. 18

Ma io sono povero e bisognoso: di me ha cura il Signore. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: mio Dio, non tardare.

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Bibbia CEI 2008 50/193

Salmo 41 (40) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2 Beato l’uomo che ha cura del debole: nel giorno della sventura il Signore lo libera. 3 Il Signore veglierà su di lui,

lo farà vivere beato sulla terra, non lo abbandonerà in preda ai nemici. 4 Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore; tu lo assisti quando giace ammalato. 5 Io ho detto: «Pietà di me, Signore,

guariscimi: contro di te ho peccato». 6 I miei nemici mi augurano il male: «Quando morirà e perirà il suo nome?». 7 Chi viene a visitarmi dice il falso,

il suo cuore cova cattiveria e, uscito fuori, sparla. 8 Tutti insieme, quelli che mi odiano contro di me tramano malefìci, hanno per me pensieri maligni: 9 «Lo ha colpito una malattia infernale;

dal letto dove è steso non potrà più rialzarsi». 10 Anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede. 11 Ma tu, Signore, abbi pietà, rialzami, che io li possa ripagare. 12

Da questo saprò che tu mi vuoi bene: se non trionfa su di me il mio nemico. 13

Per la mia integrità tu mi sostieni e mi fai stare alla tua presenza per sempre. 14 Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre. Amen, amen.

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Bibbia CEI 2008 51/193

Salmo 42 (41) 1 Al maestro del coro. Maskil. Dei figli di Core.

2 Come la cerva anela

ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. 3 L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? 4 Le lacrime sono il mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?».

5 Questo io ricordo e l’anima mia si strugge:

avanzavo tra la folla, la precedevo fino alla casa di Dio, fra canti di gioia e di lode di una moltitudine in festa. 6 Perché ti rattristi, anima mia,

perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. 7 In me si rattrista l’anima mia; perciò di te mi ricordo dalla terra del Giordano e dell’Ermon, dal monte Misar. 8 Un abisso chiama l’abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. 9 Di giorno il Signore mi dona il suo amore e di notte il suo canto è con me, preghiera al Dio della mia vita. 10

Dirò a Dio: «Mia roccia!

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Bibbia CEI 2008 52/193

Perché mi hai dimenticato? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?». 11

Mi insultano i miei avversari quando rompono le mie ossa, mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?». 12 Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio.

Salmo 43 (42) 1 Fammi giustizia, o Dio, difendi la mia causa contro gente spietata; liberami dall’uomo perfido e perverso. 2 Tu sei il Dio della mia difesa:

perché mi respingi? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico? 3 Manda la tua luce e la tua verità: siano esse a guidarmi, mi conducano alla tua santa montagna, alla tua dimora. 4 Verrò all’altare di Dio, a Dio, mia gioiosa esultanza. A te canterò sulla cetra, Dio, Dio mio. 5 Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio.

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Bibbia CEI 2008 53/193

Salmo 44 (43) 1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Maskil. 2 Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, i nostri padri ci hanno raccontato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, nei tempi antichi. 3 Tu, per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti, per farli prosperare hai distrutto i popoli. 4 Non con la spada, infatti, conquistarono la terra,

né fu il loro braccio a salvarli; ma la tua destra e il tuo braccio e la luce del tuo volto, perché tu li amavi. 5 Sei tu il mio re, Dio mio, che decidi vittorie per Giacobbe. 6 Per te abbiamo respinto i nostri avversari,

nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori. 7 Nel mio arco infatti non ho confidato, la mia spada non mi ha salvato, 8 ma tu ci hai salvati dai nostri avversari,

hai confuso i nostri nemici. 9 In Dio ci gloriamo ogni giorno e lodiamo per sempre il tuo nome. 10

Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, e più non esci con le nostre schiere. 11 Ci hai fatto fuggire di fronte agli avversari e quelli che ci odiano ci hanno depredato. 12

Ci hai consegnati come pecore da macello, ci hai dispersi in mezzo alle genti. 13

Hai svenduto il tuo popolo per una miseria, sul loro prezzo non hai guadagnato. 14 Hai fatto di noi il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.

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Bibbia CEI 2008 54/193

15 Ci hai resi la favola delle genti, su di noi i popoli scuotono il capo. 16

Il mio disonore mi sta sempre davanti e la vergogna copre il mio volto, 17 per la voce di chi insulta e bestemmia davanti al nemico e al vendicatore. 18

Tutto questo ci è accaduto e non ti avevamo dimenticato, non avevamo rinnegato la tua alleanza. 19

Non si era vòlto indietro il nostro cuore, i nostri passi non avevano abbandonato il tuo sentiero; 20ma tu ci hai stritolati in un luogo di sciacalli e ci hai avvolti nell’ombra di morte. 21 Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio e teso le mani verso un dio straniero, 22

forse che Dio non lo avrebbe scoperto, lui che conosce i segreti del cuore? 23Per te ogni giorno siamo messi a morte, stimati come pecore da macello. 24

Svégliati! Perché dormi, Signore? Déstati, non respingerci per sempre! 25Perché nascondi il tuo volto, dimentichi la nostra miseria e oppressione? 26La nostra gola è immersa nella polvere, il nostro ventre è incollato al suolo. 27

Àlzati, vieni in nostro aiuto! Salvaci per la tua misericordia!

Salmo 45 (44) 1 Al maestro del coro. Su «I gigli». Dei figli di Core. Maskil. Canto d’amore. 2 Liete parole mi sgorgano dal cuore:

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Bibbia CEI 2008 55/193

io proclamo al re il mio poema, la mia lingua è come stilo di scriba veloce. 3 Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, perciò Dio ti ha benedetto per sempre. 4 O prode, cingiti al fianco la spada, tua gloria e tuo vanto, 5 e avanza trionfante. Cavalca per la causa della verità, della mitezza e della giustizia. La tua destra ti mostri prodigi. 6 Le tue frecce sono acute – sotto di te cadono i popoli –, colpiscono al cuore i nemici del re. 7 Il tuo trono, o Dio, dura per sempre;

scettro di rettitudine è il tuo scettro regale. 8 Ami la giustizia e la malvagità detesti: Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni. 9 Di mirra, àloe e cassia

profumano tutte le tue vesti; da palazzi d’avorio ti rallegri il suono di strumenti a corda. 10

Figlie di re fra le tue predilette; alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir. 11 Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio: dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; 12

il re è invaghito della tua bellezza. È lui il tuo signore: rendigli omaggio. 13 Gli abitanti di Tiro portano doni, i più ricchi del popolo cercano il tuo favore. 14

Entra la figlia del re: è tutta splendore, tessuto d’oro è il suo vestito. 15 È condotta al re in broccati preziosi;

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Bibbia CEI 2008 56/193

dietro a lei le vergini, sue compagne, a te sono presentate; 16 condotte in gioia ed esultanza, sono presentate nel palazzo del re. 17

Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai prìncipi di tutta la terra. 18 Il tuo nome voglio far ricordare per tutte le generazioni; così i popoli ti loderanno in eterno, per sempre.

Salmo 46 (45) 1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Per voci di soprano. Canto. 2 Dio è per noi rifugio e fortezza,

aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce. 3 Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare. 4 Fremano, si gonfino le sue acque,

si scuotano i monti per i suoi flutti. 5 Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,

la più santa delle dimore dell’Altissimo. 6 Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell’alba. 7 Fremettero le genti, vacillarono i regni;

egli tuonò: si sgretolò la terra. 8 Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe. 9 Venite, vedete le opere del Signore,

egli ha fatto cose tremende sulla terra. 10

Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, romperà gli archi e spezzerà le lance, brucerà nel fuoco gli scudi. 11

Fermatevi! Sappiate che io sono Dio,

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Bibbia CEI 2008 57/193

eccelso tra le genti, eccelso sulla terra. 12 Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.

Salmo 47 (46) 1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo. 2 Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia, 3 perché terribile è il Signore, l’Altissimo,

grande re su tutta la terra. 4 Egli ci ha sottomesso i popoli, sotto i nostri piedi ha posto le nazioni. 5 Ha scelto per noi la nostra eredità,

orgoglio di Giacobbe che egli ama. 6 Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. 7 Cantate inni a Dio, cantate inni,

cantate inni al nostro re, cantate inni; 8 perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte. 9 Dio regna sulle genti,

Dio siede sul suo trono santo. 10 I capi dei popoli si sono raccolti come popolo del Dio di Abramo. Sì, a Dio appartengono i poteri della terra: egli è eccelso.

Salmo 48 (47) 1 Cantico. Salmo. Dei figli di Core.

2 Grande è il Signore e degno di ogni lode

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Bibbia CEI 2008 58/193

nella città del nostro Dio.

La tua santa montagna, 3altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. Il monte Sion, vera dimora divina, è la capitale del grande re.

4 Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato. 5 Ecco, i re si erano alleati,

avanzavano insieme. 6 Essi hanno visto: atterriti, presi dal panico, sono fuggiti. 7 Là uno sgomento li ha colti,

doglie come di partoriente, 8 simile al vento orientale, che squarcia le navi di Tarsis. 9 Come avevamo udito, così abbiamo visto

nella città del Signore degli eserciti, nella città del nostro Dio; Dio l’ha fondata per sempre. 10 O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio. 11

Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino all’estremità della terra; di giustizia è piena la tua destra. 12

Gioisca il monte Sion, esultino i villaggi di Giuda a causa dei tuoi giudizi. 13 Circondate Sion, giratele intorno, contate le sue torri, 14

osservate le sue mura, passate in rassegna le sue fortezze, per narrare alla generazione futura: 15 questo è Dio,

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Bibbia CEI 2008 59/193

il nostro Dio in eterno e per sempre; egli è colui che ci guida in ogni tempo.

Salmo 49 (48) 1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.

2 Ascoltate questo, popoli tutti, porgete l’orecchio, voi tutti abitanti del mondo,

3 voi, gente del popolo e nobili,

ricchi e poveri insieme. 4 La mia bocca dice cose sapienti, il mio cuore medita con discernimento. 5 Porgerò l’orecchio a un proverbio,

esporrò sulla cetra il mio enigma. 6 Perché dovrò temere nei giorni del male,

quando mi circonda la malizia di quelli che mi fanno inciampare? 7 Essi confidano nella loro forza,

si vantano della loro grande ricchezza. 8 Certo, l’uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo. 9 Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita:

non sarà mai sufficiente 10 per vivere senza fine e non vedere la fossa. 11 Vedrai infatti morire i sapienti; periranno insieme lo stolto e l’insensato e lasceranno ad altri le loro ricchezze. 12

Il sepolcro sarà loro eterna dimora, loro tenda di generazione in generazione: eppure a terre hanno dato il proprio nome. 13

Ma nella prosperità l’uomo non dura: è simile alle bestie che muoiono.

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Bibbia CEI 2008 60/193

14

Questa è la via di chi confida in se stesso, la fine di chi si compiace dei propri discorsi. 15 Come pecore sono destinati agli inferi, sarà loro pastore la morte; scenderanno a precipizio nel sepolcro, svanirà di loro ogni traccia, gli inferi saranno la loro dimora. 16 Certo, Dio riscatterà la mia vita, mi strapperà dalla mano degli inferi. 17

Non temere se un uomo arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa. 18 Quando muore, infatti, con sé non porta nulla né scende con lui la sua gloria. 19

Anche se da vivo benediceva se stesso: «Si congratuleranno, perché ti è andata bene», 20

andrà con la generazione dei suoi padri, che non vedranno mai più la luce. 21 Nella prosperità l’uomo non comprende, è simile alle bestie che muoiono.

Salmo 50 (49) 1 Salmo. Di Asaf.

Parla il Signore, Dio degli dèi, convoca la terra da oriente a occidente. 2 Da Sion, bellezza perfetta,

Dio risplende. 3 Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; davanti a lui un fuoco divorante, intorno a lui si scatena la tempesta. 4 Convoca il cielo dall’alto

e la terra per giudicare il suo popolo:

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Bibbia CEI 2008 61/193

5 «Davanti a me riunite i miei fedeli, che hanno stabilito con me l’alleanza offrendo un sacrificio». 6 I cieli annunciano la sua giustizia: è Dio che giudica. 7 «Ascolta, popolo mio, voglio parlare,

testimonierò contro di te, Israele! Io sono Dio, il tuo Dio! 8 Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici, i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. 9 Non prenderò vitelli dalla tua casa

né capri dai tuoi ovili. 10 Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti. 11

Conosco tutti gli uccelli del cielo, è mio ciò che si muove nella campagna. 12 Se avessi fame, non te lo direi: mio è il mondo e quanto contiene. 13 Mangerò forse la carne dei tori? Berrò forse il sangue dei capri? 14

Offri a Dio come sacrificio la lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti; 15 invocami nel giorno dell’angoscia: ti libererò e tu mi darai gloria». 16

Al malvagio Dio dice: «Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, 17 tu che hai in odio la disciplina e le mie parole ti getti alle spalle? 18

Se vedi un ladro, corri con lui e degli adùlteri ti fai compagno. 19 Abbandoni la tua bocca al male e la tua lingua trama inganni.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 62/193

20

Ti siedi, parli contro il tuo fratello, getti fango contro il figlio di tua madre. 21 Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi come te! Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa. 22

Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché non vi afferri per sbranarvi e nessuno vi salvi. 23

Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora; a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio».

Salmo 51 (50) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2 Quando il profeta Natan andò da lui, che era andato con Betsabea. 3 Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;

nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. 4 Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. 5 Sì, le mie iniquità io le riconosco,

il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 6 Contro di te, contro te solo ho peccato,

quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. 7 Ecco, nella colpa io sono nato,

nel peccato mi ha concepito mia madre. 8 Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza. 9 Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro;

lavami e sarò più bianco della neve.

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Bibbia CEI 2008 63/193

10 Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. 11

Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. 12 Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. 13

Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. 14 Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. 15

Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. 16 Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza: la mia lingua esalterà la tua giustizia. 17

Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode. 18 Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. 19

Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. 20Nella tua bontà fa’ grazia a Sion, ricostruisci le mura di Gerusalemme. 21 Allora gradirai i sacrifici legittimi, l’olocausto e l’intera oblazione; allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.

Salmo 52 (51) 1 Al maestro del coro. Maskil. Di Davide.

2 Quando l’idumeo Doeg andò da Saul

per informarlo e dirgli: «Davide è entrato in casa di Achimèlec». 3 Perché ti vanti del male, o prepotente? Dio è fedele ogni giorno.

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Bibbia CEI 2008 64/193

4 Tu escogiti insidie; la tua lingua è come lama affilata, o artefice d’inganni! 5 Tu ami il male invece del bene, la menzogna invece della giustizia. 6 Tu ami ogni parola che distrugge,

o lingua d’inganno. 7 Perciò Dio ti demolirà per sempre, ti spezzerà e ti strapperà dalla tenda e ti sradicherà dalla terra dei viventi. 8 I giusti vedranno e avranno timore

e di lui rideranno: 9 «Ecco l’uomo che non ha posto Dio come sua fortezza, ma ha confidato nella sua grande ricchezza e si è fatto forte delle sue insidie». 10

Ma io, come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre. 11 Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato; spero nel tuo nome, perché è buono, davanti ai tuoi fedeli.

Salmo 53 (52) 1 Al maestro del coro. Su «Macalàt». Maskil. Di Davide. 2 Lo stolto pensa: «Dio non c’è». Sono corrotti, fanno cose abominevoli: non c’è chi agisca bene. 3 Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio, uno che cerchi Dio. 4 Sono tutti traviati, tutti corrotti;

non c’è chi agisca bene, neppure uno.

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Bibbia CEI 2008 65/193

5 Non impareranno dunque tutti i malfattori che divorano il mio popolo come il pane e non invocano Dio? 6 Ecco, hanno tremato di spavento là dove non c’era da tremare. Sì, Dio ha disperso le ossa degli aggressori, sono confusi perché Dio li ha respinti. 7 Chi manderà da Sion la salvezza d’Israele? Quando Dio ristabilirà la sorte del suo popolo, esulterà Giacobbe e gioirà Israele.

Salmo 54 (53)

1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide.

2 Dopo che gli

abitanti di Zif andarono da Saul a dirgli: «Ecco, Davide se ne sta nascosto presso di noi». 3 Dio, per il tuo nome salvami,

per la tua potenza rendimi giustizia. 4 Dio, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca, 5 poiché stranieri contro di me sono insorti

e prepotenti insidiano la mia vita; non pongono Dio davanti ai loro occhi. 6 Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita. 7 Ricada il male sui miei nemici,

nella tua fedeltà annientali. 8 Ti offrirò un sacrificio spontaneo, loderò il tuo nome, Signore, perché è buono; 9 da ogni angoscia egli mi ha liberato e il mio occhio ha guardato dall’alto i miei nemici.

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Bibbia CEI 2008 66/193

Salmo 55 (54) 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide. 2 Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera, non nasconderti di fronte alla mia supplica. 3 Dammi ascolto e rispondimi;

mi agito ansioso e sono sconvolto 4 dalle grida del nemico, dall’oppressione del malvagio.

Mi rovesciano addosso cattiveria e con ira mi aggrediscono. 5 Dentro di me si stringe il mio cuore,

piombano su di me terrori di morte. 6 Mi invadono timore e tremore e mi ricopre lo sgomento. 7 Dico: «Chi mi darà ali come di colomba

per volare e trovare riposo? 8 Ecco, errando, fuggirei lontano, abiterei nel deserto. 9 In fretta raggiungerei un riparo dalla furia del vento, dalla bufera». 10

Disperdili, Signore, confondi le loro lingue. Ho visto nella città violenza e discordia: 11 giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura; in mezzo ad essa cattiveria e dolore, 12 in mezzo ad essa insidia, e non cessano nelle sue piazze sopruso e inganno. 13

Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. 14

Ma tu, mio compagno, mio intimo amico, 15 legato a me da dolce confidenza! Camminavamo concordi verso la casa di Dio.

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Bibbia CEI 2008 67/193

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Li sorprenda improvvisa la morte, scendano vivi negli inferi, perché il male è nelle loro case e nel loro cuore. 17 Io invoco Dio e il Signore mi salva. 18

Di sera, al mattino, a mezzogiorno vivo nell’ansia e sospiro, ma egli ascolta la mia voce; 19

in pace riscatta la mia vita da quelli che mi combattono: sono tanti i miei avversari. 20Dio ascolterà e li umilierà, egli che domina da sempre; essi non cambiano e non temono Dio. 21

Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici, violando i suoi patti. 22Più untuosa del burro è la sua bocca, ma nel cuore ha la guerra; più fluide dell’olio le sue parole, ma sono pugnali sguainati. 23Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà, mai permetterà che il giusto vacilli. 24

Tu, o Dio, li sprofonderai nella fossa profonda, questi uomini sanguinari e fraudolenti: essi non giungeranno alla metà dei loro giorni. Ma io, Signore, in te confido.

Salmo 56 (55) 1 Al maestro del coro. Su «Colomba dei terebinti lontani». Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo tenevano prigioniero a Gat. 2 Pietà di me, o Dio, perché un uomo mi perseguita,

un aggressore tutto il giorno mi opprime.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 68/193

3 Tutto il giorno mi perseguitano i miei nemici, numerosi sono quelli che dall’alto mi combattono. 4 Nell’ora della paura

io in te confido. 5 In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un essere di carne? 6 Travisano tutto il giorno le mie parole, ogni loro progetto su di me è per il male. 7 Congiurano, tendono insidie,

spiano i miei passi, per attentare alla mia vita. 8 Ripagali per tanta cattiveria! Nella tua ira abbatti i popoli, o Dio. 9 I passi del mio vagare tu li hai contati, nel tuo otre raccogli le mie lacrime: non sono forse scritte nel tuo libro? 10 Allora si ritireranno i miei nemici, nel giorno in cui ti avrò invocato; questo io so: che Dio è per me. 11

In Dio, di cui lodo la parola, nel Signore, di cui lodo la parola, 12 in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo? 13

Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto: ti renderò azioni di grazie, 14

perché hai liberato la mia vita dalla morte, i miei piedi dalla caduta, per camminare davanti a Dio nella luce dei viventi.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 69/193

Salmo 57 (56) 1 Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. Quando fuggì da Saul nella caverna. 2 Pietà di me, pietà di me, o Dio, in te si rifugia l’anima mia; all’ombra delle tue ali mi rifugio finché l’insidia sia passata. 3 Invocherò Dio, l’Altissimo, Dio che fa tutto per me. 4 Mandi dal cielo a salvarmi,

confonda chi vuole inghiottirmi; Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà. 5 In mezzo a leoni devo coricarmi, infiammàti di rabbia contro gli uomini! I loro denti sono lance e frecce, la loro lingua è spada affilata. 6 Innàlzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria. 7 Hanno teso una rete ai miei piedi,

hanno piegato il mio collo, hanno scavato davanti a me una fossa, ma dentro vi sono caduti. 8 Saldo è il mio cuore, o Dio,

saldo è il mio cuore. Voglio cantare, voglio inneggiare: 9 svégliati, mio cuore, svegliatevi, arpa e cetra, voglio svegliare l’aurora. 10

Ti loderò fra i popoli, Signore, a te canterò inni fra le nazioni: 11 grande fino ai cieli è il tuo amore e fino alle nubi la tua fedeltà. 12

Innàlzati sopra il cielo, o Dio, su tutta la terra la tua gloria.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 70/193

Salmo 58 (57) 1 Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. 2 Rendete veramente giustizia, o potenti, giudicate con equità gli uomini? 3 No! Voi commettete iniquità con il cuore,

sulla terra le vostre mani soppesano violenza. 4 Sono traviati i malvagi fin dal seno materno, sono pervertiti dalla nascita i mentitori. 5 Sono velenosi come un serpente,

come una vipera sorda che si tura le orecchie, 6 che non segue la voce degli incantatori, del mago abile nei sortilegi. 7 Spezzagli, o Dio, i denti nella bocca, rompi, o Signore, le zanne dei leoni. 8 Si dissolvano come acqua che scorre,

come erba calpestata inaridiscano. 9 Passino come bava di lumaca che si scioglie, come aborto di donna non vedano il sole! 10

Prima che producano spine come il rovo, siano bruciati vivi, la collera li travolga. 11 Il giusto godrà nel vedere la vendetta, laverà i piedi nel sangue dei malvagi. 12 Gli uomini diranno: «C’è un guadagno per il giusto, c’è un Dio che fa giustizia sulla terra!».

Salmo 59 (58) 1 Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Di Davide. Miktam. Quando Saul

mandò uomini a sorvegliare la casa e a ucciderlo. 2 Liberami dai nemici, mio Dio, difendimi dai miei aggressori.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 71/193

3 Liberami da chi fa il male, salvami da chi sparge sangue. 4 Ecco, insidiano la mia vita,

contro di me congiurano i potenti. Non c’è delitto in me, non c’è peccato, Signore; 5 senza mia colpa accorrono e si schierano.

Svégliati, vienimi incontro e guarda. 6 Tu, Signore, Dio degli eserciti, Dio d’Israele, àlzati a punire tutte le genti; non avere pietà dei perfidi traditori. 7 Ritornano a sera e ringhiano come cani,

si aggirano per la città. 8 Eccoli, la bava alla bocca; le loro labbra sono spade. Dicono: «Chi ci ascolta?». 9 Ma tu, Signore, ridi di loro,

ti fai beffe di tutte le genti. 10 Io veglio per te, mia forza, perché Dio è la mia difesa. 11

Il mio Dio mi preceda con il suo amore; Dio mi farà guardare dall’alto i miei nemici. 12 Non ucciderli, perché il mio popolo non dimentichi; disperdili con la tua potenza e abbattili, Signore, nostro scudo. 13

Peccato della loro bocca è la parola delle loro labbra; essi cadono nel laccio del loro orgoglio, per le bestemmie e le menzogne che pronunciano. 14

Annientali con furore, annientali e più non esistano, e sappiano che Dio governa in Giacobbe, sino ai confini della terra. 15 Ritornano a sera e ringhiano come cani, si aggirano per la città; 16

ecco, vagano in cerca di cibo,

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Bibbia CEI 2008 72/193

ringhiano se non possono saziarsi. 17 Ma io canterò la tua forza, esalterò la tua fedeltà al mattino, perché sei stato mia difesa, mio rifugio nel giorno della mia angoscia. 18 O mia forza, a te voglio cantare, poiché tu sei, o Dio, la mia difesa, Dio della mia fedeltà.

Salmo 60 (59) 1 Al maestro del coro. Su «Il giglio della testimonianza». Miktam. Di Davide. Da

insegnare.2 Quando uscì contro Aram Naharàim e contro Aram Soba e quando Ioab, nel ritorno, sconfisse gli Edomiti nella valle del Sale: dodicimila uomini. 3 Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta,

ti sei sdegnato: ritorna a noi. 4 Hai fatto tremare la terra, l’hai squarciata: risana le sue crepe, perché essa vacilla. 5 Hai messo a dura prova il tuo popolo,

ci hai fatto bere vino che stordisce. 6 Hai dato un segnale a quelli che ti temono, perché fuggano lontano dagli archi. 7 Perché siano liberati i tuoi amici,

salvaci con la tua destra e rispondici! 8 Dio ha parlato nel suo santuario:

«Esulto e divido Sichem, spartisco la valle di Succot. 9 Mio è Gàlaad, mio è Manasse,

Èfraim è l’elmo del mio capo, Giuda lo scettro del mio comando. 10 Moab è il catino per lavarmi, su Edom getterò i miei sandali, il mio grido di vittoria sulla Filistea!». 11 Chi mi condurrà alla città fortificata,

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Bibbia CEI 2008 73/193

chi potrà guidarmi fino al paese di Edom, 12 se non tu, o Dio, che ci hai respinti e più non esci, o Dio, con le nostre schiere? 13 Nell’oppressione vieni in nostro aiuto, perché vana è la salvezza dell’uomo. 14

Con Dio noi faremo prodezze, egli calpesterà i nostri nemici.

Salmo 61 (60) 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Di Davide. 2 Ascolta, o Dio, il mio grido, sii attento alla mia preghiera. 3 Sull’orlo dell’abisso io t’invoco,

mentre sento che il cuore mi manca: guidami tu sulla rupe per me troppo alta. 4 Per me sei diventato un rifugio,

una torre fortificata davanti al nemico. 5 Vorrei abitare nella tua tenda per sempre,

vorrei rifugiarmi all’ombra delle tue ali. 6 Tu, o Dio, hai accolto i miei voti, mi hai dato l’eredità di chi teme il tuo nome. 7 Ai giorni del re aggiungi altri giorni,

per molte generazioni siano i suoi anni! 8 Regni per sempre sotto gli occhi di Dio; comanda che amore e fedeltà lo custodiscano. 9 Così canterò inni al tuo nome per sempre,

adempiendo i miei voti giorno per giorno.

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Bibbia CEI 2008 74/193

Salmo 62 (61) 1 Al maestro del coro. Su «Iedutùn». Salmo. Di Davide. 2 Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia salvezza. 3 Lui solo è mia roccia e mia salvezza,

mia difesa: mai potrò vacillare. 4 Fino a quando vi scaglierete contro un uomo, per abbatterlo tutti insieme come un muro cadente, come un recinto che crolla? 5 Tramano solo di precipitarlo dall’alto, godono della menzogna. Con la bocca benedicono, nel loro intimo maledicono. 6 Solo in Dio riposa l’anima mia:

da lui la mia speranza. 7 Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare. 8 In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;

il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio. 9 Confida in lui, o popolo, in ogni tempo; davanti a lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio. 10

Sì, sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini: tutti insieme, posti sulla bilancia, sono più lievi di un soffio. 11

Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore. 12

Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: la forza appartiene a Dio,

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Bibbia CEI 2008 75/193

13 tua è la fedeltà, Signore; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo.

Salmo 63 (62) 1 Salmo. Di Davide, quando era nel deserto di Giuda.

2 O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua. 3 Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria. 4 Poiché il tuo amore vale più della vita,

le mie labbra canteranno la tua lode. 5 Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani. 6 Come saziato dai cibi migliori,

con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. 7 Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, 8 a te che sei stato il mio aiuto,

esulto di gioia all’ombra delle tue ali. 9 A te si stringe l’anima mia:

la tua destra mi sostiene. 10 Ma quelli che cercano di rovinarmi sprofondino sotto terra, 11

siano consegnati in mano alla spada, divengano preda di sciacalli. 12 Il re troverà in Dio la sua gioia; si glorierà chi giura per lui, perché ai mentitori verrà chiusa la bocca.

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Bibbia CEI 2008 76/193

Salmo 64 (63) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.

2 Ascolta, o Dio, la voce del mio lamento,

dal terrore del nemico proteggi la mia vita. 3 Tienimi lontano dal complotto dei malvagi, dal tumulto di chi opera il male. 4 Affilano la loro lingua come spada,

scagliano come frecce parole amare 5 per colpire di nascosto l’innocente; lo colpiscono all’improvviso e non hanno timore. 6 Si ostinano a fare il male, progettano di nascondere tranelli; dicono: «Chi potrà vederli?». 7 Tramano delitti,

attuano le trame che hanno ordito; l’intimo dell’uomo e il suo cuore: un abisso! 8 Ma Dio li colpisce con le sue frecce:

all’improvviso sono feriti, 9 la loro stessa lingua li manderà in rovina, chiunque, al vederli, scuoterà la testa. 10

Allora ognuno sarà preso da timore, annuncerà le opere di Dio e saprà discernere il suo agire. 11 Il giusto gioirà nel Signore e riporrà in lui la sua speranza: si glorieranno tutti i retti di cuore.

Salmo 65 (64) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. Canto.

2 Per te il silenzio è lode, o Dio, in Sion,

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Bibbia CEI 2008 77/193

a te si sciolgono i voti. 3 A te, che ascolti la preghiera, viene ogni mortale. 4 Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri delitti. 5 Beato chi hai scelto perché ti stia vicino:

abiterà nei tuoi atri. Ci sazieremo dei beni della tua casa, delle cose sacre del tuo tempio. 6 Con i prodigi della tua giustizia,

tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza, fiducia degli estremi confini della terra e dei mari più lontani. 7 Tu rendi saldi i monti con la tua forza,

cinto di potenza. 8 Tu plachi il fragore del mare, il fragore dei suoi flutti, il tumulto dei popoli. 9 Gli abitanti degli estremi confini

sono presi da timore davanti ai tuoi segni: tu fai gridare di gioia le soglie dell’oriente e dell’occidente. 10

Tu visiti la terra e la disseti, la ricolmi di ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu prepari il frumento per gli uomini. Così prepari la terra: 11

ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. 12 Coroni l’anno con i tuoi benefici, i tuoi solchi stillano abbondanza. 13 Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. 14

I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di messi:

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Salmi

Bibbia CEI 2008 78/193

gridano e cantano di gioia!

Salmo 66 (65) 1 Al maestro del coro. Canto. Salmo.

Acclamate Dio, voi tutti della terra, 2 cantate la gloria del suo nome, dategli gloria con la lode. 3 Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!

Per la grandezza della tua potenza ti lusingano i tuoi nemici. 4 A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome». 5 Venite e vedete le opere di Dio,

terribile nel suo agire sugli uomini. 6 Egli cambiò il mare in terraferma; passarono a piedi il fiume: per questo in lui esultiamo di gioia. 7 Con la sua forza domina in eterno,

il suo occhio scruta le genti; contro di lui non si sollevino i ribelli. 8 Popoli, benedite il nostro Dio,

fate risuonare la voce della sua lode; 9 è lui che ci mantiene fra i viventi

e non ha lasciato vacillare i nostri piedi. 10 O Dio, tu ci hai messi alla prova; ci hai purificati come si purifica l’argento. 11

Ci hai fatto cadere in un agguato, hai stretto i nostri fianchi in una morsa. 12 Hai fatto cavalcare uomini sopra le nostre teste; siamo passati per il fuoco e per l’acqua, poi ci hai fatto uscire verso l’abbondanza. 13 Entrerò nella tua casa con olocausti,

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Bibbia CEI 2008 79/193

a te scioglierò i miei voti, 14 pronunciati dalle mie labbra, promessi dalla mia bocca nel momento dell’angoscia. 15

Ti offrirò grassi animali in olocausto con il fumo odoroso di arieti, ti immolerò tori e capri. 16 Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio, e narrerò quanto per me ha fatto. 17

A lui gridai con la mia bocca, lo esaltai con la mia lingua. 18 Se nel mio cuore avessi cercato il male, il Signore non mi avrebbe ascoltato. 19

Ma Dio ha ascoltato, si è fatto attento alla voce della mia preghiera. 20

Sia benedetto Dio, che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia.

Salmo 67 (66) 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Canto.

2 Dio abbia pietà di noi e ci benedica,

su di noi faccia splendere il suo volto; 3 perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti. 4 Ti lodino i popoli, o Dio,

ti lodino i popoli tutti. 5 Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. 6 Ti lodino i popoli, o Dio,

ti lodino i popoli tutti.

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Bibbia CEI 2008 80/193

7 La terra ha dato il suo frutto.

Ci benedica Dio, il nostro Dio, 8 ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra.

Salmo 68 (67) 1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Canto. 2 Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici

e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano. 3 Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi; come si scioglie la cera di fronte al fuoco, periscono i malvagi davanti a Dio. 4 I giusti invece si rallegrano,

esultano davanti a Dio e cantano di gioia. 5 Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,

appianate la strada a colui che cavalca le nubi: Signore è il suo nome, esultate davanti a lui. 6 Padre degli orfani e difensore delle vedove è Dio nella sua santa dimora. 7 A chi è solo, Dio fa abitare una casa,

fa uscire con gioia i prigionieri. Solo i ribelli dimorano in arida terra. 8 O Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, quando camminavi per il deserto, 9 tremò la terra, i cieli stillarono

davanti a Dio, quello del Sinai, davanti a Dio, il Dio d’Israele. 10

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio, la tua esausta eredità tu hai consolidato 11 e in essa ha abitato il tuo popolo,

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Bibbia CEI 2008 81/193

in quella che, nella tua bontà, hai reso sicura per il povero, o Dio. 12 Il Signore annuncia una notizia, grande schiera sono le messaggere di vittoria: 13

«Fuggono, fuggono i re degli eserciti! Nel campo, presso la casa, ci si divide la preda. 14 Non restate a dormire nei recinti! Splendono d’argento le ali della colomba, di riflessi d’oro le sue piume». 15

Quando l’Onnipotente là disperdeva i re, allora nevicava sul Salmon. 16 Montagna eccelsa è il monte di Basan, montagna dalle alte cime è il monte di Basan. 17

Perché invidiate, montagne dalle alte cime, la montagna che Dio ha desiderato per sua dimora? Il Signore l’abiterà per sempre. 18 I carri di Dio sono miriadi, migliaia gli arcieri: il Signore è tra loro, sul Sinai, in santità. 19

Sei salito in alto e hai fatto prigionieri – dagli uomini hai ricevuto tributi e anche dai ribelli –, perché là tu dimori, Signore Dio! 20

Di giorno in giorno benedetto il Signore: a noi Dio porta la salvezza. 21

Il nostro Dio è un Dio che salva; al Signore Dio appartengono le porte della morte.

22Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici,

la testa dai lunghi capelli di chi percorre la via del delitto. 23Ha detto il Signore: «Da Basan li farò tornare, li farò tornare dagli abissi del mare, 24

perché il tuo piede si bagni nel sangue e la lingua dei tuoi cani riceva la sua parte tra i nemici». 25Appare il tuo corteo, Dio,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 82/193

il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario. 26Precedono i cantori, seguono i suonatori di cetra, insieme a fanciulle che suonano tamburelli. 27 «Benedite Dio nelle vostre assemblee, benedite il Signore, voi della comunità d’Israele». 28

Ecco Beniamino, un piccolo che guida i capi di Giuda, la loro schiera, i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali. 29

Mostra, o Dio, la tua forza, conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi! 30Per il tuo tempio, in Gerusalemme, i re ti porteranno doni. 31 Minaccia la bestia del canneto, quel branco di bufali, quell’esercito di tori, che si prostrano a idoli d’argento; disperdi i popoli che amano la guerra! 32Verranno i grandi dall’Egitto, l’Etiopia tenderà le mani a Dio. 33

Regni della terra, cantate a Dio, cantate inni al Signore, 34a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni. Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente! 35

Riconoscete a Dio la sua potenza, la sua maestà sopra Israele, la sua potenza sopra le nubi. 36Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario. È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo. Sia benedetto Dio!

Salmo 69 (68) 1 Al maestro del coro. Su «I gigli». Di Davide.

2 Salvami, o Dio:

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Salmi

Bibbia CEI 2008 83/193

l’acqua mi giunge alla gola. 3 Affondo in un abisso di fango, non ho nessun sostegno; sono caduto in acque profonde e la corrente mi travolge. 4 Sono sfinito dal gridare, la mia gola è riarsa; i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio. 5 Sono più numerosi dei capelli del mio capo

quelli che mi odiano senza ragione. Sono potenti quelli che mi vogliono distruggere, i miei nemici bugiardi: quanto non ho rubato, dovrei forse restituirlo? 6 Dio, tu conosci la mia stoltezza

e i miei errori non ti sono nascosti. 7 Chi spera in te, per colpa mia non sia confuso, Signore, Dio degli eserciti; per causa mia non si vergogni chi ti cerca, Dio d’Israele. 8 Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia; 9 sono diventato un estraneo ai miei fratelli,

uno straniero per i figli di mia madre. 10 Perché mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. 11 Piangevo su di me nel digiuno, ma sono stato insultato. 12

Ho indossato come vestito un sacco e sono diventato per loro oggetto di scherno. 13 Sparlavano di me quanti sedevano alla porta, gli ubriachi mi deridevano. 14

Ma io rivolgo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della benevolenza. O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 84/193

nella fedeltà della tua salvezza. 15 Liberami dal fango, perché io non affondi, che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profonde. 16 Non mi travolga la corrente, l’abisso non mi sommerga, la fossa non chiuda su di me la sua bocca. 17 Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore; volgiti a me nella tua grande tenerezza. 18

Non nascondere il volto al tuo servo; sono nell’angoscia: presto, rispondimi! 19 Avvicìnati a me, riscattami, liberami a causa dei miei nemici. 20Tu sai quanto sono stato insultato: quanto disonore, quanta vergogna! Sono tutti davanti a te i miei avversari. 21

L’insulto ha spezzato il mio cuore e mi sento venir meno. Mi aspettavo compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati. 22

Mi hanno messo veleno nel cibo e quando avevo sete mi hanno dato aceto. 23La loro tavola sia per loro una trappola, un’insidia i loro banchetti. 24

Si offuschino i loro occhi e più non vedano: sfibra i loro fianchi per sempre. 25Riversa su di loro il tuo sdegno, li raggiunga la tua ira ardente. 26

Il loro accampamento sia desolato, senza abitanti la loro tenda; 27

perché inseguono colui che hai percosso, aggiungono dolore a chi tu hai ferito. 28Aggiungi per loro colpa su colpa e non possano appellarsi alla tua giustizia.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 85/193

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Dal libro dei viventi siano cancellati e non siano iscritti tra i giusti. 30Io sono povero e sofferente: la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro. 31

Loderò il nome di Dio con un canto, lo magnificherò con un ringraziamento, 32che per il Signore è meglio di un toro, di un torello con corna e zoccoli. 33

Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio, 34perché il Signore ascolta i miseri e non disprezza i suoi che sono prigionieri. 35A lui cantino lode i cieli e la terra, i mari e quanto brulica in essi. 36

Perché Dio salverà Sion, ricostruirà le città di Giuda: vi abiteranno e ne riavranno il possesso. 37 La stirpe dei suoi servi ne sarà erede e chi ama il suo nome vi porrà dimora.

Salmo 70 (69) 1 Al maestro del coro. Di Davide. Per fare memoria.

2 O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto. 3 Siano svergognati e confusi

quanti attentano alla mia vita. Retrocedano, coperti d’infamia, quanti godono della mia rovina. 4 Se ne tornino indietro pieni di vergogna quelli che mi dicono: «Ti sta bene!». 5 Esultino e gioiscano in te

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Salmi

Bibbia CEI 2008 86/193

quelli che ti cercano; dicano sempre: «Dio è grande!» quelli che amano la tua salvezza. 6 Ma io sono povero e bisognoso:

Dio, affréttati verso di me. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: Signore, non tardare.

Salmo 71 (70) 1 In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso. 2 Per la tua giustizia, liberami e difendimi, tendi a me il tuo orecchio e salvami. 3 Sii tu la mia roccia,

una dimora sempre accessibile; hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! 4 Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio,

dal pugno dell’uomo violento e perverso. 5 Sei tu, mio Signore, la mia speranza, la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza. 6 Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,

dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno: a te la mia lode senza fine. 7 Per molti ero un prodigio, ma eri tu il mio rifugio sicuro. 8 Della tua lode è piena la mia bocca:

tutto il giorno canto il tuo splendore. 9 Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia, non abbandonarmi quando declinano le mie forze. 10

Contro di me parlano i miei nemici, coloro che mi spiano congiurano insieme 11 e dicono: «Dio lo ha abbandonato,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 87/193

inseguitelo, prendetelo: nessuno lo libera!». 12 O Dio, da me non stare lontano: Dio mio, vieni presto in mio aiuto. 13 Siano svergognati e annientati quanti mi accusano, siano coperti di insulti e d’infamia quanti cercano la mia rovina. 14 Io, invece, continuo a sperare; moltiplicherò le tue lodi. 15

La mia bocca racconterà la tua giustizia, ogni giorno la tua salvezza, che io non so misurare. 16 Verrò a cantare le imprese del Signore Dio: farò memoria della tua giustizia, di te solo. 17

Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. 18

Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi, o Dio, non abbandonarmi, fino a che io annunci la tua potenza, a tutte le generazioni le tue imprese. 19

La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo. Tu hai fatto cose grandi: chi è come te, o Dio? 20Molte angosce e sventure mi hai fatto vedere: tu mi darai ancora vita, mi farai risalire dagli abissi della terra, 21

accrescerai il mio onore e tornerai a consolarmi. 22Allora io ti renderò grazie al suono dell’arpa, per la tua fedeltà, o mio Dio, a te canterò sulla cetra, o Santo d’Israele. 23Cantando le tue lodi esulteranno le mie labbra e la mia vita, che tu hai riscattato. 24Allora la mia lingua tutto il giorno mediterà la tua giustizia. Sì, saranno svergognati e confusi

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quelli che cercano la mia rovina.

Salmo 72 (71) 1 Di Salomone.

O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; 2 egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia

e i tuoi poveri secondo il diritto. 3 Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia. 4 Ai poveri del popolo renda giustizia,

salvi i figli del misero e abbatta l’oppressore. 5 Ti faccia durare quanto il sole, come la luna, di generazione in generazione. 6 Scenda come pioggia sull’erba,

come acqua che irrora la terra. 7 Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. 8 E dòmini da mare a mare,

dal fiume sino ai confini della terra. 9 A lui si pieghino le tribù del deserto, mordano la polvere i suoi nemici. 10

I re di Tarsis e delle isole portino tributi, i re di Saba e di Seba offrano doni. 11 Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti. 12

Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto. 13 Abbia pietà del debole e del misero

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e salvi la vita dei miseri. 14 Li riscatti dalla violenza e dal sopruso, sia prezioso ai suoi occhi il loro sangue. 15 Viva e gli sia dato oro di Arabia, si preghi sempre per lui, sia benedetto ogni giorno. 16 Abbondi il frumento nel paese, ondeggi sulle cime dei monti; il suo frutto fiorisca come il Libano, la sua messe come l’erba dei campi. 17

Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato. 18

Benedetto il Signore, Dio d’Israele: egli solo compie meraviglie. 19 E benedetto il suo nome glorioso per sempre: della sua gloria sia piena tutta la terra. Amen, amen. 20

Qui finiscono le preghiere di Davide, figlio di Iesse.

Salmo 73 (72) 1 Salmo. Di Asaf. Quanto è buono Dio con gli uomini retti, Dio con i puri di cuore! 2 Ma io per poco non inciampavo,

quasi vacillavano i miei passi, 3 perché ho invidiato i prepotenti, vedendo il successo dei malvagi. 4 Fino alla morte infatti non hanno sofferenze

e ben pasciuto è il loro ventre. 5 Non si trovano mai nell’affanno dei mortali

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e non sono colpiti come gli altri uomini. 6 Dell’orgoglio si fanno una collana e indossano come abito la violenza. 7 I loro occhi sporgono dal grasso, dal loro cuore escono follie. 8 Scherniscono e parlano con malizia,

parlano dall’alto con prepotenza. 9 Aprono la loro bocca fino al cielo e la loro lingua percorre la terra. 10

Perciò il loro popolo li segue e beve la loro acqua in abbondanza. 11 E dicono: «Dio, come può saperlo? L’Altissimo, come può conoscerlo?». 12

Ecco, così sono i malvagi: sempre al sicuro, ammassano ricchezze. 13 Invano dunque ho conservato puro il mio cuore, e ho lavato nell’innocenza le mie mani! 14 Perché sono colpito tutto il giorno e fin dal mattino sono castigato? 15

Se avessi detto: «Parlerò come loro», avrei tradito la generazione dei tuoi figli. 16 Riflettevo per comprendere questo ma fu una fatica ai miei occhi, 17

finché non entrai nel santuario di Dio e compresi quale sarà la loro fine. 18 Ecco, li poni in luoghi scivolosi, li fai cadere in rovina. 19

Sono distrutti in un istante! Sono finiti, consumati dai terrori! 20Come un sogno al risveglio, Signore, così, quando sorgi, fai svanire la loro immagine.

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21 Quando era amareggiato il mio cuore e i miei reni trafitti dal dolore, 22

io ero insensato e non capivo, stavo davanti a te come una bestia. 23Ma io sono sempre con te: tu mi hai preso per la mano destra. 24

Mi guiderai secondo i tuoi disegni e poi mi accoglierai nella gloria. 25Chi avrò per me nel cielo? Con te non desidero nulla sulla terra. 26

Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma Dio è roccia del mio cuore, mia parte per sempre. 27 Ecco, si perderà chi da te si allontana; tu distruggi chiunque ti è infedele. 28

Per me, il mio bene è stare vicino a Dio; nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere.

Salmo 74 (73) 1 Maskil. Di Asaf. O Dio, perché ci respingi per sempre, fumante di collera contro il gregge del tuo pascolo? 2 Ricòrdati della comunità che ti sei acquistata nei tempi antichi. Hai riscattato la tribù che è tua proprietà, il monte Sion, dove hai preso dimora. 3 Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne: il nemico ha devastato tutto nel santuario. 4 Ruggirono i tuoi avversari nella tua assemblea,

issarono le loro bandiere come insegna.

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5 Come gente che s’apre un varco verso l’alto

con la scure nel folto della selva, 6 con l’ascia e con le mazze frantumavano le sue porte. 7 Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,

hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome; 8 pensavano: «Distruggiamoli tutti». Hanno incendiato nel paese tutte le dimore di Dio. 9 Non vediamo più le nostre bandiere,

non ci sono più profeti e tra noi nessuno sa fino a quando. 10 Fino a quando, o Dio, insulterà l’avversario? Il nemico disprezzerà per sempre il tuo nome? 11

Perché ritiri la tua mano e trattieni in seno la tua destra? 12 Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi, ha operato la salvezza nella nostra terra. 13 Tu con potenza hai diviso il mare, hai spezzato la testa dei draghi sulle acque. 14

Tu hai frantumato le teste di Leviatàn, lo hai dato in pasto a un branco di belve. 15 Tu hai fatto scaturire fonti e torrenti, tu hai inaridito fiumi perenni. 16

Tuo è il giorno e tua è la notte, tu hai fissato la luna e il sole; 17 tu hai stabilito i confini della terra, l’estate e l’inverno tu li hai plasmati. 18

Ricòrdati di questo: il nemico ha insultato il Signore, un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome. 19 Non abbandonare ai rapaci la vita della tua tortora, non dimenticare per sempre la vita dei tuoi poveri.

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20

Volgi lo sguardo alla tua alleanza; gli angoli della terra sono covi di violenza. 21 L’oppresso non ritorni confuso, il povero e il misero lodino il tuo nome. 22

Àlzati, o Dio, difendi la mia causa, ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno. 23Non dimenticare il clamore dei tuoi nemici; il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.

Salmo 75 (74) 1 Al maestro del coro. Su «Non distruggere». Salmo. Di Asaf. Canto. 2 Noi ti rendiamo grazie, o Dio, ti rendiamo grazie:

invocando il tuo nome, raccontiamo le tue meraviglie. 3 Sì, nel tempo da me stabilito

io giudicherò con rettitudine. 4 Tremi pure la terra con i suoi abitanti: io tengo salde le sue colonne. 5 Dico a chi si vanta: «Non vantatevi!»,

e ai malvagi: «Non alzate la fronte!». 6 Non alzate la fronte contro il cielo, non parlate con aria insolente. 7 Né dall’oriente né dall’occidente

né dal deserto viene l’esaltazione, 8 perché Dio è giudice: è lui che abbatte l’uno ed esalta l’altro. 9 Il Signore infatti tiene in mano una coppa,

colma di vino drogato. Egli ne versa: fino alla feccia lo dovranno sorbire, ne berranno tutti i malvagi della terra. 10 Ma io ne parlerò per sempre, canterò inni al Dio di Giacobbe.

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11

Piegherò la fronte dei malvagi, s’innalzerà la fronte dei giusti.

Salmo 76 (75) 1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo. Di Asaf. Canto.

2 Dio si è fatto conoscere in Giuda, in Israele è grande il suo nome. 3 È in Salem la sua tenda,

in Sion la sua dimora. 4 Là spezzò le saette dell’arco, lo scudo, la spada, la guerra. 5 Splendido tu sei,

magnifico su montagne di preda. 6 Furono spogliati i valorosi,

furono colti dal sonno, nessun prode ritrovava la sua mano. 7 Dio di Giacobbe, alla tua minaccia

si paralizzano carri e cavalli. 8 Tu sei davvero terribile; chi ti resiste quando si scatena la tua ira? 9 Dal cielo hai fatto udire la sentenza:

sbigottita tace la terra, 10 quando Dio si alza per giudicare, per salvare tutti i poveri della terra. 11

Persino la collera dell’uomo ti dà gloria; gli scampati dalla collera ti fanno festa. 12

Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli, quanti lo circondano portino doni al Terribile, 13 a lui che toglie il respiro ai potenti, che è terribile per i re della terra.

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Salmo 77 (76)

1 Al maestro del coro. Su «Iedutùn». Di Asaf. Salmo. 2 La mia voce verso Dio: io grido aiuto! La mia voce verso Dio, perché mi ascolti. 3 Nel giorno della mia angoscia io cerco il Signore,

nella notte le mie mani sono tese e non si stancano; l’anima mia rifiuta di calmarsi. 4 Mi ricordo di Dio e gemo,

medito e viene meno il mio spirito. 5 Tu trattieni dal sonno i miei occhi, sono turbato e incapace di parlare. 6 Ripenso ai giorni passati, ricordo gli anni lontani. 7 Un canto nella notte mi ritorna nel cuore:

medito e il mio spirito si va interrogando. 8 Forse il Signore ci respingerà per sempre, non sarà mai più benevolo con noi? 9 È forse cessato per sempre il suo amore,

è finita la sua promessa per sempre? 10 Può Dio aver dimenticato la pietà, aver chiuso nell’ira la sua misericordia? 11

E ho detto: «Questo è il mio tormento: è mutata la destra dell’Altissimo». 12

Ricordo i prodigi del Signore, sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo. 13 Vado considerando le tue opere, medito tutte le tue prodezze. 14

O Dio, santa è la tua via; quale dio è grande come il nostro Dio? 15 Tu sei il Dio che opera meraviglie, manifesti la tua forza fra i popoli.

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16

Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio, i figli di Giacobbe e di Giuseppe. 17 Ti videro le acque, o Dio, ti videro le acque e ne furono sconvolte; sussultarono anche gli abissi. 18

Le nubi rovesciavano acqua, scoppiava il tuono nel cielo; le tue saette guizzavano. 19

Il boato dei tuoi tuoni nel turbine, le tue folgori rischiaravano il mondo; tremava e si scuoteva la terra. 20Sul mare la tua via, i tuoi sentieri sulle grandi acque, ma le tue orme non furono riconosciute. 21

Guidasti come un gregge il tuo popolo per mano di Mosè e di Aronne.

Salmo 78 (77) 1 Maskil. Di Asaf. Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. 2 Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. 3 Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato 4 non lo terremo nascosto ai nostri figli,

raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto. 5 Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe,

ha posto una legge in Israele, che ha comandato ai nostri padri di far conoscere ai loro figli,

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6 perché la conosca la generazione futura, i figli che nasceranno. Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli, 7 perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio, ma custodiscano i suoi comandi. 8 Non siano come i loro padri,

generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio. 9 I figli di Èfraim, arcieri valorosi,

voltarono le spalle nel giorno della battaglia. 10 Non osservarono l’alleanza di Dio e si rifiutarono di camminare nella sua legge. 11

Dimenticarono le sue opere, le meraviglie che aveva loro mostrato. 12

Cose meravigliose aveva fatto davanti ai loro padri nel paese d’Egitto, nella regione di Tanis. 13 Divise il mare e li fece passare, e fermò le acque come un argine. 14

Li guidò con una nube di giorno e tutta la notte con un bagliore di fuoco. 15 Spaccò rocce nel deserto e diede loro da bere come dal grande abisso. 16

Fece sgorgare ruscelli dalla rupe e scorrere l’acqua a fiumi. 17 Eppure continuarono a peccare contro di lui, a ribellarsi all’Altissimo in luoghi aridi. 18

Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per la loro gola. 19 Parlarono contro Dio, dicendo: «Sarà capace Dio di preparare una tavola nel deserto?».

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20Certo! Egli percosse la rupe e ne scaturì acqua e strariparono torrenti. «Saprà dare anche pane o procurare carne al suo popolo?». 21 Perciò il Signore udì e ne fu adirato; un fuoco divampò contro Giacobbe e la sua ira si levò contro Israele, 22perché non ebbero fede in Dio e non confidarono nella sua salvezza. 23

Diede ordine alle nubi dall’alto e aprì le porte del cielo; 24fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo: 25l’uomo mangiò il pane dei forti; diede loro cibo in abbondanza. 26

Scatenò nel cielo il vento orientale, con la sua forza fece soffiare il vento australe; 27 su di loro fece piovere carne come polvere e uccelli come sabbia del mare, 28

li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti, tutt’intorno alle loro tende. 29Mangiarono fino a saziarsi ed egli appagò il loro desiderio. 30

Il loro desiderio non era ancora scomparso, avevano ancora il cibo in bocca, 31

quando l’ira di Dio si levò contro di loro, uccise i più robusti e abbatté i migliori d’Israele. 32Con tutto questo, peccarono ancora e non ebbero fede nelle sue meraviglie. 33

Allora consumò in un soffio i loro giorni e i loro anni nel terrore. 34Quando li uccideva, lo cercavano e tornavano a rivolgersi a lui,

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35

ricordavano che Dio è la loro roccia e Dio, l’Altissimo, il loro redentore; 36lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua: 37

il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza. 38Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore; 39ricordava che essi sono di carne, un soffio che va e non ritorna. 40Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, lo rattristarono in quei luoghi solitari! 41

Ritornarono a tentare Dio, a esasperare il Santo d’Israele. 42Non si ricordarono più della sua mano, del giorno in cui li aveva riscattati dall’oppressione, 43

quando operò in Egitto i suoi segni, i suoi prodigi nella regione di Tanis. 44Egli mutò in sangue i loro fiumi e i loro ruscelli, perché non bevessero. 45

Mandò contro di loro tafani a divorarli e rane a distruggerli. 46

Diede ai bruchi il loro raccolto, alle locuste la loro fatica. 47Devastò le loro vigne con la grandine, i loro sicomòri con la brina. 48

Consegnò alla peste il loro bestiame, ai fulmini le loro greggi. 49Scatenò contro di loro l’ardore della sua ira, la collera, lo sdegno, la tribolazione,

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e inviò messaggeri di sventure. 50Spianò la strada alla sua ira: non li risparmiò dalla morte e diede in preda alla peste la loro vita. 51

Colpì ogni primogenito in Egitto, nelle tende di Cam la primizia del loro vigore. 52Fece partire come pecore il suo popolo e li condusse come greggi nel deserto. 53

Li guidò con sicurezza e non ebbero paura, ma i loro nemici li sommerse il mare.

54Li fece entrare nei confini del suo santuario, questo monte che la sua destra si è acquistato. 55

Scacciò davanti a loro le genti e sulla loro eredità gettò la sorte, facendo abitare nelle loro tende le tribù d’Israele. 56

Ma essi lo tentarono, si ribellarono a Dio, l’Altissimo, e non osservarono i suoi insegnamenti. 57 Deviarono e tradirono come i loro padri, fallirono come un arco allentato. 58

Lo provocarono con le loro alture sacre e con i loro idoli lo resero geloso. 59Dio udì e s’infiammò, e respinse duramente Israele. 60

Abbandonò la dimora di Silo, la tenda che abitava tra gli uomini; 61 ridusse in schiavitù la sua forza, il suo splendore in potere del nemico. 62

Diede il suo popolo in preda alla spada e s’infiammò contro la sua eredità. 63Il fuoco divorò i suoi giovani migliori, le sue fanciulle non ebbero canti nuziali.

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64

I suoi sacerdoti caddero di spada e le loro vedove non fecero il lamento. 65Ma poi il Signore si destò come da un sonno, come un eroe assopito dal vino. 66

Colpì alle spalle i suoi avversari, inflisse loro una vergogna eterna. 67Rifiutò la tenda di Giuseppe, non scelse la tribù di Èfraim, 68

ma scelse la tribù di Giuda, il monte Sion che egli ama. 69Costruì il suo tempio alto come il cielo, e come la terra, fondata per sempre. 70Egli scelse Davide suo servo e lo prese dagli ovili delle pecore. 71

Lo allontanò dalle pecore madri per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo, d’Israele, sua eredità. 72 Fu per loro un pastore dal cuore integro e li guidò con mano intelligente.

Salmo 79 (78) 1 Salmo. Di Asaf.

O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti: hanno profanato il tuo santo tempio, hanno ridotto Gerusalemme in macerie. 2 Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi

in pasto agli uccelli del cielo, la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici. 3 Hanno versato il loro sangue come acqua

intorno a Gerusalemme e nessuno seppelliva.

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Bibbia CEI 2008 102/193

4 Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno. 5 Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?

Arderà come fuoco la tua gelosia? 6 Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono e sui regni che non invocano il tuo nome, 7 perché hanno divorato Giacobbe,

hanno devastato la sua dimora. 8 Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati: presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri! 9 Aiutaci, o Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati a motivo del tuo nome. 10

Perché le genti dovrebbero dire: «Dov’è il loro Dio?». Si conosca tra le genti, sotto i nostri occhi, la vendetta per il sangue versato dei tuoi servi. 11

Giunga fino a te il gemito dei prigionieri; con la grandezza del tuo braccio salva i condannati a morte. 12 Fa’ ricadere sette volte sui nostri vicini, dentro di loro, l’insulto con cui ti hanno insultato, Signore. 13

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo, ti renderemo grazie per sempre; di generazione in generazione narreremo la tua lode.

Salmo 80 (79) 1 Al maestro del coro. Su «Il giglio della testimonianza». Di Asaf. Salmo. 2 Tu, pastore d’Israele, ascolta,

tu che guidi Giuseppe come un gregge. Seduto sui cherubini, risplendi

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Bibbia CEI 2008 103/193

3 davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. 4 O Dio, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. 5 Signore, Dio degli eserciti,

fino a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo? 6 Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza. 7 Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini

e i nostri nemici ridono di noi. 8 Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. 9 Hai sradicato una vite dall’Egitto,

hai scacciato le genti e l’hai trapiantata. 10 Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici ed essa ha riempito la terra. 11

La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i cedri più alti. 12 Ha esteso i suoi tralci fino al mare, arrivavano al fiume i suoi germogli. 13

Perché hai aperto brecce nella sua cinta e ne fa vendemmia ogni passante? 14

La devasta il cinghiale del bosco e vi pascolano le bestie della campagna. 15 Dio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, 16 proteggi quello che la tua destra ha piantato, il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. 17

È stata data alle fiamme, è stata recisa:

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Bibbia CEI 2008 104/193

essi periranno alla minaccia del tuo volto. 18 Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte. 19 Da te mai più ci allontaneremo, facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. 20

Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Salmo 81 (80) 1 Al maestro del coro. Su «I torchi». Di Asaf. 2 Esultate in Dio, nostra forza, acclamate il Dio di Giacobbe! 3 Intonate il canto e suonate il tamburello,

la cetra melodiosa con l’arpa. 4 Suonate il corno nel novilunio, nel plenilunio, nostro giorno di festa. 5 Questo è un decreto per Israele,

un giudizio del Dio di Giacobbe, 6 una testimonianza data a Giuseppe, quando usciva dal paese d’Egitto. Un linguaggio mai inteso io sento:

7 «Ho liberato dal peso la sua spalla,

le sue mani hanno deposto la cesta. 8 Hai gridato a me nell’angoscia e io ti ho liberato; nascosto nei tuoni ti ho dato risposta, ti ho messo alla prova alle acque di Merìba. 9 Ascolta, popolo mio: contro di te voglio testimoniare. Israele, se tu mi ascoltassi! 10

Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo e non prostrarti a un dio straniero.

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Bibbia CEI 2008 105/193

11

Sono io il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto: apri la tua bocca, la voglio riempire. 12 Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito: 13

l’ho abbandonato alla durezza del suo cuore. Seguano pure i loro progetti! 14 Se il mio popolo mi ascoltasse! Se Israele camminasse per le mie vie! 15

Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari volgerei la mia mano; 16 quelli che odiano il Signore gli sarebbero sottomessi e la loro sorte sarebbe segnata per sempre. 17

Lo nutrirei con fiore di frumento, lo sazierei con miele dalla roccia».

Salmo 82 (81) 1 Salmo. Di Asaf.

Dio presiede l’assemblea divina, giudica in mezzo agli dèi: 2 «Fino a quando emetterete sentenze ingiuste

e sosterrete la parte dei malvagi? 3 Difendete il debole e l’orfano, al povero e al misero fate giustizia! 4 Salvate il debole e l’indigente,

liberatelo dalla mano dei malvagi!». 5 Non capiscono, non vogliono intendere, camminano nelle tenebre; vacillano tutte le fondamenta della terra. 6 Io ho detto: «Voi siete dèi,

siete tutti figli dell’Altissimo,

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Bibbia CEI 2008 106/193

7 ma certo morirete come ogni uomo,

cadrete come tutti i potenti». 8 Àlzati, o Dio, a giudicare la terra, perché a te appartengono tutte le genti!

Salmo 83 (82) 1 Canto. Salmo. Di Asaf. 2 Dio, non startene muto,

non restare in silenzio e inerte, o Dio. 3 Vedi: i tuoi nemici sono in tumulto e quelli che ti odiano alzano la testa. 4 Contro il tuo popolo tramano congiure

e cospirano contro i tuoi protetti. 5 Hanno detto: «Venite, cancelliamoli come popolo

e più non si ricordi il nome d’Israele». 6 Hanno tramato insieme concordi, contro di te hanno concluso un patto: 7 le tende di Edom e gli Ismaeliti,

Moab e gli Agareni, 8 Gebal, Ammon e Amalèk, la Filistea con gli abitanti di Tiro. 9 Anche l’Assiria è loro alleata

e dà man forte ai figli di Lot. 10 Trattali come Madian, come Sìsara, come Iabin al torrente Kison: 11

essi furono distrutti a Endor, divennero concime dei campi. 12 Rendi i loro prìncipi come Oreb e Zeeb, e come Zebach e come Salmunnà tutti i loro capi; 13

essi dicevano:

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Bibbia CEI 2008 107/193

«I pascoli di Dio conquistiamoli per noi». 14 Mio Dio, rendili come un vortice, come paglia che il vento disperde. 15 Come fuoco che incendia la macchia e come fiamma che divampa sui monti, 16

così tu incalzali con la tua bufera e sgomentali con il tuo uragano. 17 Copri di vergogna i loro volti perché cerchino il tuo nome, Signore. 18

Siano svergognati e tremanti per sempre, siano confusi e distrutti; 19 sappiano che il tuo nome è «Signore»: tu solo l’Altissimo su tutta la terra.

Salmo 84 (83) 1 Al maestro del coro. Su «I torchi». Dei figli di Core. Salmo.

2 Quanto sono amabili le tue dimore,

Signore degli eserciti! 3 L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente. 4 Anche il passero trova una casa

e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio. 5 Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi. 6 Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio

e ha le tue vie nel suo cuore.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 108/193

7 Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente; anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni. 8 Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion. 9 Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera,

porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe. 10 Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo, guarda il volto del tuo consacrato. 11

Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa; stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende dei malvagi. 12

Perché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina nell’integrità. 13

Signore degli eserciti, beato l’uomo che in te confida.

Salmo 85 (84) 1 Al maestro del coro. Dei figli di Core. Salmo.

2 Sei stato buono, Signore, con la tua terra,

hai ristabilito la sorte di Giacobbe. 3 Hai perdonato la colpa del tuo popolo, hai coperto ogni loro peccato. 4 Hai posto fine a tutta la tua collera,

ti sei distolto dalla tua ira ardente. 5 Ritorna a noi, Dio nostra salvezza, e placa il tuo sdegno verso di noi. 6 Forse per sempre sarai adirato con noi,

di generazione in generazione riverserai la tua ira?

Page 302: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Salmi

Bibbia CEI 2008 109/193

7 Non tornerai tu a ridarci la vita,

perché in te gioisca il tuo popolo? 8 Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. 9 Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:

egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con fiducia. 10

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. 11 Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. 12 Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. 13

Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; 14 giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino.

Salmo 86 (85) 1 Supplica. Di Davide.

Signore, tendi l’orecchio, rispondimi, perché io sono povero e misero. 2 Custodiscimi perché sono fedele; tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te confida. 3 Pietà di me, Signore,

a te grido tutto il giorno. 4 Rallegra la vita del tuo servo, perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia. 5 Tu sei buono, Signore, e perdoni,

sei pieno di misericordia con chi t’invoca.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 110/193

6 Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera

e sii attento alla voce delle mie suppliche. 7 Nel giorno dell’angoscia alzo a te il mio grido perché tu mi rispondi. 8 Fra gli dèi nessuno è come te, Signore,

e non c’è nulla come le tue opere. 9 Tutte le genti che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, Signore, per dare gloria al tuo nome. 10

Grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio. 11 Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini; tieni unito il mio cuore, perché tema il tuo nome. 12

Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore e darò gloria al tuo nome per sempre, 13 perché grande con me è la tua misericordia: hai liberato la mia vita dal profondo degli inferi. 14

O Dio, gli arroganti contro di me sono insorti e una banda di prepotenti insidia la mia vita, non pongono te davanti ai loro occhi. 15

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, 16 volgiti a me e abbi pietà: dona al tuo servo la tua forza, salva il figlio della tua serva. 17

Dammi un segno di bontà; vedano quelli che mi odiano e si vergognino, perché tu, Signore, mi aiuti e mi consoli.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 111/193

Salmo 87 (86) 1 Dei figli di Core. Salmo. Canto. Sui monti santi egli l’ha fondata; 2 il Signore ama le porte di Sion più di tutte le dimore di Giacobbe. 3 Di te si dicono cose gloriose,

città di Dio!

4 Iscriverò Raab e Babilonia fra quelli che mi riconoscono; ecco Filistea, Tiro ed Etiopia: là costui è nato. 5 Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in essa sono nati e lui, l’Altissimo, la mantiene salda». 6 Il Signore registrerà nel libro dei popoli:

«Là costui è nato». 7 E danzando canteranno: «Sono in te tutte le mie sorgenti».

Salmo 88 (87) 1 Canto. Salmo. Dei figli di Core. Al maestro del coro. Sull’aria di «Macalàt

leannòt». Maskil. Di Eman, l’Ezraita. 2 Signore, Dio della mia salvezza,

davanti a te grido giorno e notte. 3 Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l’orecchio alla mia supplica. 4 Io sono sazio di sventure,

la mia vita è sull’orlo degli inferi. 5 Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa, sono come un uomo ormai senza forze. 6 Sono libero, ma tra i morti,

come gli uccisi stesi nel sepolcro,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 112/193

dei quali non conservi più il ricordo, recisi dalla tua mano. 7 Mi hai gettato nella fossa più profonda, negli abissi tenebrosi. 8 Pesa su di me il tuo furore

e mi opprimi con tutti i tuoi flutti. 9 Hai allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore. Sono prigioniero senza scampo, 10

si consumano i miei occhi nel patire. Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani. 11 Compi forse prodigi per i morti? O si alzano le ombre a darti lode? 12

Si narra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà nel regno della morte? 13 Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi, la tua giustizia nella terra dell’oblio? 14

Ma io, Signore, a te grido aiuto e al mattino viene incontro a te la mia preghiera. 15 Perché, Signore, mi respingi? Perché mi nascondi il tuo volto? 16

Sin dall’infanzia sono povero e vicino alla morte, sfinito sotto il peso dei tuoi terrori. 17 Sopra di me è passata la tua collera, i tuoi spaventi mi hanno annientato, 18

mi circondano come acqua tutto il giorno, tutti insieme mi avvolgono. 19

Hai allontanato da me amici e conoscenti, mi fanno compagnia soltanto le tenebre.

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Bibbia CEI 2008 113/193

Salmo 89 (88) 1 Maskil. Di Etan, l’Ezraita. 2 Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, 3 perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;

nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». 4 «Ho stretto un’alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo. 5 Stabilirò per sempre la tua discendenza,

di generazione in generazione edificherò il tuo trono». 6 I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, la tua fedeltà nell’assemblea dei santi. 7 Chi sulle nubi è uguale al Signore,

chi è simile al Signore tra i figli degli dèi? 8 Dio è tremendo nel consiglio dei santi, grande e terribile tra quanti lo circondano. 9 Chi è come te, Signore, Dio degli eserciti? Potente Signore, la tua fedeltà ti circonda. 10

Tu domini l’orgoglio del mare, tu plachi le sue onde tempestose. 11 Tu hai ferito e calpestato Raab, con braccio potente hai disperso i tuoi nemici. 12

Tuoi sono i cieli, tua è la terra, tu hai fondato il mondo e quanto contiene; 13 il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, il Tabor e l’Ermon cantano il tuo nome. 14

Tu hai un braccio potente, forte è la tua mano, alta la tua destra. 15 Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, amore e fedeltà precedono il tuo volto.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 114/193

16 Beato il popolo che ti sa acclamare: camminerà, Signore, alla luce del tuo volto; 17

esulta tutto il giorno nel tuo nome, si esalta nella tua giustizia. 18 Perché tu sei lo splendore della sua forza e con il tuo favore innalzi la nostra fronte. 19

Perché del Signore è il nostro scudo, il nostro re, del Santo d’Israele. 20Un tempo parlasti in visione ai tuoi fedeli, dicendo: «Ho portato aiuto a un prode, ho esaltato un eletto tra il mio popolo. 21 Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l’ho consacrato; 22la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza. 23

Su di lui non trionferà il nemico né l’opprimerà l’uomo perverso. 24Annienterò davanti a lui i suoi nemici e colpirò quelli che lo odiano. 25

La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui e nel mio nome s’innalzerà la sua fronte. 26Farò estendere sul mare la sua mano e sui fiumi la sua destra. 27 Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza”. 28

Io farò di lui il mio primogenito, il più alto fra i re della terra. 29Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele. 30

Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cielo.

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Bibbia CEI 2008 115/193

31 Se i suoi figli abbandoneranno la mia legge e non seguiranno i miei decreti, 32

se violeranno i miei statuti e non osserveranno i miei comandi, 33punirò con la verga la loro ribellione e con flagelli la loro colpa. 34

Ma non annullerò il mio amore e alla mia fedeltà non verrò mai meno. 35Non profanerò la mia alleanza, non muterò la mia promessa. 36

Sulla mia santità ho giurato una volta per sempre: certo non mentirò a Davide. 37 In eterno durerà la sua discendenza, il suo trono davanti a me quanto il sole, 38

sempre saldo come la luna, testimone fedele nel cielo». 39Ma tu lo hai respinto e disonorato, ti sei adirato contro il tuo consacrato; 40

hai infranto l’alleanza con il tuo servo, hai profanato nel fango la sua corona. 41 Hai aperto brecce in tutte le sue mura e ridotto in rovine le sue fortezze; 42tutti i passanti lo hanno depredato, è divenuto lo scherno dei suoi vicini. 43

Hai esaltato la destra dei suoi rivali, hai fatto esultare tutti i suoi nemici. 44Hai smussato il filo della sua spada e non l’hai sostenuto nella battaglia. 45

Hai posto fine al suo splendore, hai rovesciato a terra il suo trono. 46

Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza

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Bibbia CEI 2008 116/193

e lo hai coperto di vergogna. 47Fino a quando, Signore, ti terrai nascosto: per sempre? Arderà come fuoco la tua collera? 48Ricorda quanto è breve la mia vita: invano forse hai creato ogni uomo? 49

Chi è l’uomo che vive e non vede la morte? Chi potrà sfuggire alla mano degli inferi? 50Dov’è, Signore, il tuo amore di un tempo, che per la tua fedeltà hai giurato a Davide? 51

Ricorda, Signore, l’oltraggio fatto ai tuoi servi: porto nel cuore le ingiurie di molti popoli, 52con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, insultano i passi del tuo consacrato. 53

Benedetto il Signore in eterno. Amen, amen.

Salmo 90 (89) 1 Preghiera. Di Mosè, uomo di Dio.

Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. 2 Prima che nascessero i monti

e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, o Dio. 3 Tu fai ritornare l’uomo in polvere, quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo». 4 Mille anni, ai tuoi occhi,

sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte. 5 Tu li sommergi:

sono come un sogno al mattino, come l’erba che germoglia;

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Salmi

Bibbia CEI 2008 117/193

6 al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca. 7 Sì, siamo distrutti dalla tua ira,

atterriti dal tuo furore! 8 Davanti a te poni le nostre colpe, i nostri segreti alla luce del tuo volto. 9 Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera,

consumiamo i nostri anni come un soffio. 10 Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e il loro agitarsi è fatica e delusione; passano presto e noi voliamo via. 11 Chi conosce l’impeto della tua ira e, nel timore di te, la tua collera? 12

Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. 13 Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! 14 Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. 15

Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui abbiamo visto il male. 16 Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e il tuo splendore ai loro figli. 17

Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda.

Salmo 91 (90) 1 Chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente. 2 Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,

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Bibbia CEI 2008 118/193

mio Dio in cui confido». 3 Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge. 4 Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio; la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. 5 Non temerai il terrore della notte né la freccia che vola di giorno, 6 la peste che vaga nelle tenebre,

lo sterminio che devasta a mezzogiorno. 7 Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire. 8 Basterà che tu apra gli occhi

e vedrai la ricompensa dei malvagi! 9 «Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!».

Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora: 10 non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. 11

Egli per te darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. 12 Sulle mani essi ti porteranno, perché il tuo piede non inciampi nella pietra. 13

Calpesterai leoni e vipere, schiaccerai leoncelli e draghi. 14 «Lo libererò, perché a me si è legato, lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome. 15

Mi invocherà e io gli darò risposta; nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso. 16 Lo sazierò di lunghi giorni e gli farò vedere la mia salvezza».

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Bibbia CEI 2008 119/193

Salmo 92 (91)

1 Salmo. Canto. Per il giorno del sabato. 2 È bello rendere grazie al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo, 3 annunciare al mattino il tuo amore,

la tua fedeltà lungo la notte, 4 sulle dieci corde e sull’arpa, con arie sulla cetra. 5 Perché mi dai gioia, Signore, con le tue meraviglie,

esulto per l’opera delle tue mani. 6 Come sono grandi le tue opere, Signore, quanto profondi i tuoi pensieri! 7 L’uomo insensato non li conosce

e lo stolto non li capisce: 8 se i malvagi spuntano come l’erba e fioriscono tutti i malfattori, è solo per la loro eterna rovina, 9 ma tu, o Signore, sei l’eccelso per sempre.

10

Ecco, i tuoi nemici, o Signore, i tuoi nemici, ecco, periranno, saranno dispersi tutti i malfattori. 11

Tu mi doni la forza di un bufalo, mi hai cosparso di olio splendente. 12

I miei occhi disprezzeranno i miei nemici e, contro quelli che mi assalgono, i miei orecchi udranno sventure. 13

Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; 14 piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio. 15

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 120/193

saranno verdi e rigogliosi, 16 per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia: in lui non c’è malvagità.

Salmo 93 (92) 1 Il Signore regna, si riveste di maestà: si riveste il Signore, si cinge di forza. È stabile il mondo, non potrà vacillare. 2 Stabile è il tuo trono da sempre,

dall’eternità tu sei. 3 Alzarono i fiumi, Signore, alzarono i fiumi la loro voce, alzarono i fiumi il loro fragore. 4 Più del fragore di acque impetuose, più potente dei flutti del mare, potente nell’alto è il Signore. 5 Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!

La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore.

Salmo 94 (93) 1 Dio vendicatore, Signore, Dio vendicatore, risplendi! 2 Àlzati, giudice della terra,

rendi ai superbi quello che si meritano! 3 Fino a quando i malvagi, Signore, fino a quando i malvagi trionferanno? 4 Sparleranno, diranno insolenze, si vanteranno tutti i malfattori? 5 Calpestano il tuo popolo, Signore,

opprimono la tua eredità.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 121/193

6 Uccidono la vedova e il forestiero, massacrano gli orfani. 7 E dicono: «Il Signore non vede,

il Dio di Giacobbe non intende». 8 Intendete, ignoranti del popolo: stolti, quando diventerete saggi? 9 Chi ha formato l’orecchio, forse non sente?

Chi ha plasmato l’occhio, forse non vede? 10 Colui che castiga le genti, forse non punisce, lui che insegna all’uomo il sapere? 11

Il Signore conosce i pensieri dell’uomo: non sono che un soffio. 12 Beato l’uomo che tu castighi, Signore, e a cui insegni la tua legge, 13

per dargli riposo nei giorni di sventura, finché al malvagio sia scavata la fossa; 14 poiché il Signore non respinge il suo popolo e non abbandona la sua eredità, 15

il giudizio ritornerà a essere giusto e lo seguiranno tutti i retti di cuore. 16 Chi sorgerà per me contro i malvagi? Chi si alzerà con me contro i malfattori? 17 Se il Signore non fosse stato il mio aiuto, in breve avrei abitato nel regno del silenzio. 18

Quando dicevo: «Il mio piede vacilla», la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto. 19 Nel mio intimo, fra molte preoccupazioni, il tuo conforto mi ha allietato. 20

Può essere tuo alleato un tribunale iniquo, che in nome della legge provoca oppressioni? 21

Si avventano contro la vita del giusto

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Bibbia CEI 2008 122/193

e condannano il sangue innocente. 22Ma il Signore è il mio baluardo, roccia del mio rifugio è il mio Dio. 23Su di loro farà ricadere la loro malizia, li annienterà per la loro perfidia, li annienterà il Signore, nostro Dio.

Salmo 95 (94)

1 Venite, cantiamo al Signore,

acclamiamo la roccia della nostra salvezza. 2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia. 3 Perché grande Dio è il Signore,

grande re sopra tutti gli dèi. 4 Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. 5 Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;

le sue mani hanno plasmato la terra. 6 Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. 7 È lui il nostro Dio

e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. Se ascoltaste oggi la sua voce! 8 «Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, 9 dove mi tentarono i vostri padri:

mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere. 10

Per quarant’anni mi disgustò quella generazione e dissi: “Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie”.

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Bibbia CEI 2008 123/193

11 Perciò ho giurato nella mia ira: “Non entreranno nel luogo del mio riposo”».

Salmo 96 (95) 1 Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. 2 Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. 3 In mezzo alle genti narrate la sua gloria,

a tutti i popoli dite le sue meraviglie. 4 Grande è il Signore e degno di ogni lode, terribile sopra tutti gli dèi. 5 Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,

il Signore invece ha fatto i cieli. 6 Maestà e onore sono davanti a lui,

forza e splendore nel suo santuario. 7 Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, 8 date al Signore la gloria del suo nome.

Portate offerte ed entrate nei suoi atri, 9 prostratevi al Signore nel suo atrio santo. Tremi davanti a lui tutta la terra. 10

Dite tra le genti: «Il Signore regna!». È stabile il mondo, non potrà vacillare! Egli giudica i popoli con rettitudine. 11

Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude; 12

sia in festa la campagna e quanto contiene, acclamino tutti gli alberi della foresta 13 davanti al Signore che viene: sì, egli viene a giudicare la terra; giudicherà il mondo con giustizia

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Salmi

Bibbia CEI 2008 124/193

e nella sua fedeltà i popoli.

Salmo 97 (96) 1 Il Signore regna: esulti la terra,

gioiscano le isole tutte. 2 Nubi e tenebre lo avvolgono, giustizia e diritto sostengono il suo trono. 3 Un fuoco cammina davanti a lui

e brucia tutt’intorno i suoi nemici. 4 Le sue folgori rischiarano il mondo: vede e trema la terra. 5 I monti fondono come cera davanti al Signore,

davanti al Signore di tutta la terra. 6 Annunciano i cieli la sua giustizia, e tutti i popoli vedono la sua gloria. 7 Si vergognino tutti gli adoratori di statue

e chi si vanta del nulla degli idoli. A lui si prostrino tutti gli dèi! 8 Ascolti Sion e ne gioisca, esultino i villaggi di Giuda a causa dei tuoi giudizi, Signore. 9 Perché tu, Signore,

sei l’Altissimo su tutta la terra, eccelso su tutti gli dèi. 10 Odiate il male, voi che amate il Signore: egli custodisce la vita dei suoi fedeli, li libererà dalle mani dei malvagi. 11 Una luce è spuntata per il giusto, una gioia per i retti di cuore. 12

Gioite, giusti, nel Signore, della sua santità celebrate il ricordo.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 125/193

Salmo 98 (97) 1 Salmo. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. 2 Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. 3 Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele. Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. 4 Acclami il Signore tutta la terra,

gridate, esultate, cantate inni! 5 Cantate inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di strumenti a corde; 6 con le trombe e al suono del corno

acclamate davanti al re, il Signore. 7 Risuoni il mare e quanto racchiude,

il mondo e i suoi abitanti. 8 I fiumi battano le mani, esultino insieme le montagne 9 davanti al Signore che viene a giudicare la terra:

giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine.

Salmo 99 (98) 1 Il Signore regna: tremino i popoli. Siede in trono sui cherubini: si scuota la terra. 2 Grande è il Signore in Sion,

eccelso sopra tutti i popoli. 3 Lodino il tuo nome grande e terribile.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 126/193

Egli è santo! 4 Forza del re è amare il diritto. Tu hai stabilito ciò che è retto; diritto e giustizia hai operato in Giacobbe. 5 Esaltate il Signore, nostro Dio,

prostratevi allo sgabello dei suoi piedi. Egli è santo! 6 Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti, Samuele tra quanti invocavano il suo nome: invocavano il Signore ed egli rispondeva. 7 Parlava loro da una colonna di nubi:

custodivano i suoi insegnamenti e il precetto che aveva loro dato. 8 Signore, nostro Dio, tu li esaudivi,

eri per loro un Dio che perdona, pur castigando i loro peccati. 9 Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi davanti alla sua santa montagna, perché santo è il Signore, nostro Dio!

Salmo 100 (99) 1 Salmo. Per il rendimento di grazie.

2 Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza. 3 Riconoscete che solo il Signore è Dio:

egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. 4 Varcate le sue porte con inni di grazie, i suoi atri con canti di lode, lodatelo, benedite il suo nome; 5 perché buono è il Signore,

il suo amore è per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 127/193

Salmo 101 (100)

1 Di Davide. Salmo. Amore e giustizia io voglio cantare, voglio cantare inni a te, Signore. 2 Agirò con saggezza nella via dell’innocenza:

quando a me verrai? Camminerò con cuore innocente dentro la mia casa. 3 Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie,

detesto chi compie delitti: non mi starà vicino. 4 Lontano da me il cuore perverso, il malvagio non lo voglio conoscere. 5 Chi calunnia in segreto il suo prossimo

io lo ridurrò al silenzio; chi ha occhio altero e cuore superbo non lo potrò sopportare. 6 I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese

perché restino accanto a me: chi cammina nella via dell’innocenza, costui sarà al mio servizio. 7 Non abiterà dentro la mia casa

chi agisce con inganno, chi dice menzogne non starà alla mia presenza. 8 Ridurrò al silenzio ogni mattino tutti i malvagi del paese, per estirpare dalla città del Signore quanti operano il male.

Salmo 102 (101) 1 Preghiera di un povero che è sfinito ed effonde davanti al Signore il suo lamento. 2 Signore, ascolta la mia preghiera,

a te giunga il mio grido di aiuto.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 128/193

3 Non nascondermi il tuo volto

nel giorno in cui sono nell’angoscia. Tendi verso di me l’orecchio, quando t’invoco, presto, rispondimi! 4 Svaniscono in fumo i miei giorni

e come brace ardono le mie ossa. 5 Falciato come erba, inaridisce il mio cuore; dimentico di mangiare il mio pane. 6 A forza di gridare il mio lamento

mi si attacca la pelle alle ossa. 7 Sono come la civetta del deserto, sono come il gufo delle rovine. 8 Resto a vegliare: sono come un passero solitario sopra il tetto. 9 Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,

furenti imprecano contro di me. 10 Cenere mangio come fosse pane, alla mia bevanda mescolo il pianto; 11

per il tuo sdegno e la tua collera mi hai sollevato e scagliato lontano. 12 I miei giorni declinano come ombra e io come erba inaridisco. 13

Ma tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo di generazione in generazione. 14 Ti alzerai e avrai compassione di Sion: è tempo di averne pietà, l’ora è venuta! 15

Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre e li muove a pietà la sua polvere. 16 Le genti temeranno il nome del Signore e tutti i re della terra la tua gloria, 17

quando il Signore avrà ricostruito Sion

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Salmi

Bibbia CEI 2008 129/193

e sarà apparso in tutto il suo splendore. 18 Egli si volge alla preghiera dei derelitti, non disprezza la loro preghiera. 19 Questo si scriva per la generazione futura e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore: 20

«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario, dal cielo ha guardato la terra, 21 per ascoltare il sospiro del prigioniero, per liberare i condannati a morte, 22

perché si proclami in Sion il nome del Signore e la sua lode in Gerusalemme, 23quando si raduneranno insieme i popoli e i regni per servire il Signore». 24

Lungo il cammino mi ha tolto le forze, ha abbreviato i miei giorni. 25Io dico: mio Dio, non rapirmi a metà dei miei giorni; i tuoi anni durano di generazione in generazione. 26In principio tu hai fondato la terra, i cieli sono opera delle tue mani. 27

Essi periranno, tu rimani; si logorano tutti come un vestito, come un abito tu li muterai ed essi svaniranno. 28

Ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non hanno fine. 29

I figli dei tuoi servi avranno una dimora, la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza.

Salmo 103 (102) 1 Di Davide. Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome.

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Bibbia CEI 2008 130/193

2 Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare tutti i suoi benefici. 3 Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, 4 salva dalla fossa la tua vita,

ti circonda di bontà e misericordia, 5 sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza. 6 Il Signore compie cose giuste,

difende i diritti di tutti gli oppressi. 7 Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele. 8 Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. 9 Non è in lite per sempre,

non rimane adirato in eterno. 10 Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. 11

Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; 12 quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. 13 Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono, 14

perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere. 15 L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni! Come un fiore di campo, così egli fiorisce. 16

Se un vento lo investe, non è più, né più lo riconosce la sua dimora.

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Bibbia CEI 2008 131/193

17 Ma l’amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono, e la sua giustizia per i figli dei figli, 18 per quelli che custodiscono la sua alleanza e ricordano i suoi precetti per osservarli. 19

Il Signore ha posto il suo trono nei cieli e il suo regno domina l’universo. 20Benedite il Signore, angeli suoi, potenti esecutori dei suoi comandi, attenti alla voce della sua parola. 21

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà. 22Benedite il Signore, voi tutte opere sue, in tutti i luoghi del suo dominio. Benedici il Signore, anima mia.

Salmo 104 (103) 1 Benedici il Signore, anima mia!

Sei tanto grande, Signore, mio Dio! Sei rivestito di maestà e di splendore, 2 avvolto di luce come di un manto, tu che distendi i cieli come una tenda, 3 costruisci sulle acque le tue alte dimore,

fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento, 4 fai dei venti i tuoi messaggeri e dei fulmini i tuoi ministri. 5 Egli fondò la terra sulle sue basi:

non potrà mai vacillare. 6 Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste; al di sopra dei monti stavano le acque. 7 Al tuo rimprovero esse fuggirono,

al fragore del tuo tuono si ritrassero atterrite.

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Bibbia CEI 2008 132/193

8 Salirono sui monti, discesero nelle valli,

verso il luogo che avevi loro assegnato; 9 hai fissato loro un confine da non oltrepassare, perché non tornino a coprire la terra. 10

Tu mandi nelle valli acque sorgive perché scorrano tra i monti, 11 dissetino tutte le bestie dei campi e gli asini selvatici estinguano la loro sete. 12

In alto abitano gli uccelli del cielo e cantano tra le fronde. 13 Dalle tue dimore tu irrighi i monti, e con il frutto delle tue opere si sazia la terra. 14 Tu fai crescere l’erba per il bestiame e le piante che l’uomo coltiva per trarre cibo dalla terra, 15 vino che allieta il cuore dell’uomo, olio che fa brillare il suo volto e pane che sostiene il suo cuore. 16

Sono sazi gli alberi del Signore, i cedri del Libano da lui piantati. 17 Là gli uccelli fanno il loro nido e sui cipressi la cicogna ha la sua casa; 18

le alte montagne per le capre selvatiche, le rocce rifugio per gli iràci. 19

Hai fatto la luna per segnare i tempi e il sole che sa l’ora del tramonto. 20Stendi le tenebre e viene la notte: in essa si aggirano tutte le bestie della foresta; 21

ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda e chiedono a Dio il loro cibo. 22Sorge il sole: si ritirano e si accovacciano nelle loro tane.

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Bibbia CEI 2008 133/193

23

Allora l’uomo esce per il suo lavoro, per la sua fatica fino a sera. 24Quante sono le tue opere, Signore! Le hai fatte tutte con saggezza; la terra è piena delle tue creature. 25

Ecco il mare spazioso e vasto: là rettili e pesci senza numero, animali piccoli e grandi; 26

lo solcano le navi e il Leviatàn che tu hai plasmato per giocare con lui. 27 Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo a tempo opportuno. 28

Tu lo provvedi, essi lo raccolgono; apri la tua mano, si saziano di beni. 29

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore; togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere. 30

Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. 31 Sia per sempre la gloria del Signore; gioisca il Signore delle sue opere. 32

Egli guarda la terra ed essa trema, tocca i monti ed essi fumano. 33Voglio cantare al Signore finché ho vita, cantare inni al mio Dio finché esisto. 34

A lui sia gradito il mio canto, io gioirò nel Signore. 35

Scompaiano i peccatori dalla terra e i malvagi non esistano più. Benedici il Signore, anima mia. Alleluia.

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Bibbia CEI 2008 134/193

Salmo 105 (104) 1 Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere. 2 A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie. 3 Gloriatevi del suo santo nome:

gioisca il cuore di chi cerca il Signore. 4 Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto. 5 Ricordate le meraviglie che ha compiuto,

i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca, 6 voi, stirpe di Abramo, suo servo, figli di Giacobbe, suo eletto. 7 È lui il Signore, nostro Dio:

su tutta la terra i suoi giudizi. 8 Si è sempre ricordato della sua alleanza, parola data per mille generazioni, 9 dell’alleanza stabilita con Abramo e del suo giuramento a Isacco. 10

L’ha stabilita per Giacobbe come decreto, per Israele come alleanza eterna, 11 quando disse: «Ti darò il paese di Canaan come parte della vostra eredità». 12

Quando erano in piccolo numero, pochi e stranieri in quel luogo, 13 e se ne andavano di nazione in nazione, da un regno a un altro popolo, 14

non permise che alcuno li opprimesse e castigò i re per causa loro: 15 «Non toccate i miei consacrati, non fate alcun male ai miei profeti».

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Bibbia CEI 2008 135/193

16 Chiamò la carestia su quella terra, togliendo il sostegno del pane. 17

Davanti a loro mandò un uomo, Giuseppe, venduto come schiavo. 18 Gli strinsero i piedi con ceppi, il ferro gli serrò la gola, 19

finché non si avverò la sua parola e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza. 20Il re mandò a scioglierlo, il capo dei popoli lo fece liberare; 21

lo costituì signore del suo palazzo, capo di tutti i suoi averi, 22per istruire i prìncipi secondo il suo giudizio e insegnare la saggezza agli anziani. 23

E Israele venne in Egitto, Giacobbe emigrò nel paese di Cam. 24Ma Dio rese molto fecondo il suo popolo, lo rese più forte dei suoi oppressori. 25

Cambiò il loro cuore perché odiassero il suo popolo e agissero con inganno contro i suoi servi. 26Mandò Mosè, suo servo, e Aronne, che si era scelto: 27 misero in atto contro di loro i suoi segni e i suoi prodigi nella terra di Cam. 28

Mandò le tenebre e si fece buio, ma essi resistettero alle sue parole. 29Cambiò le loro acque in sangue e fece morire i pesci. 30

La loro terra brulicò di rane fino alle stanze regali. 31

Parlò e vennero tafani,

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Bibbia CEI 2008 136/193

zanzare in tutto il territorio. 32Invece di piogge diede loro la grandine, vampe di fuoco sulla loro terra. 33Colpì le loro vigne e i loro fichi, schiantò gli alberi del territorio. 34

Parlò e vennero le locuste e bruchi senza numero: 35divorarono tutta l’erba della loro terra, divorarono il frutto del loro suolo. 36

Colpì ogni primogenito nella loro terra, la primizia di ogni loro vigore. 37 Allora li fece uscire con argento e oro; nelle tribù nessuno vacillava. 38

Quando uscirono, gioì l’Egitto, che era stato colpito dal loro terrore. 39Distese una nube per proteggerli e un fuoco per illuminarli di notte. 40Alla loro richiesta fece venire le quaglie e li saziò con il pane del cielo. 41

Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque: scorrevano come fiumi nel deserto. 42Così si è ricordato della sua parola santa, data ad Abramo suo servo. 43

Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza, i suoi eletti con canti di gioia. 44Ha dato loro le terre delle nazioni e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli, 45

perché osservassero i suoi decreti e custodissero le sue leggi. Alleluia.

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Bibbia CEI 2008 137/193

Salmo 106 (105)

1 Alleluia. Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre. 2 Chi può narrare le prodezze del Signore,

far risuonare tutta la sua lode? 3 Beati coloro che osservano il diritto e agiscono con giustizia in ogni tempo. 4 Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo,

visitami con la tua salvezza, 5 perché io veda il bene dei tuoi eletti, gioisca della gioia del tuo popolo, mi vanti della tua eredità. 6 Abbiamo peccato con i nostri padri, delitti e malvagità abbiamo commesso. 7 I nostri padri, in Egitto,

non compresero le tue meraviglie, non si ricordarono della grandezza del tuo amore e si ribellarono presso il mare, presso il Mar Rosso. 8 Ma Dio li salvò per il suo nome, per far conoscere la sua potenza. 9 Minacciò il Mar Rosso e fu prosciugato,

li fece camminare negli abissi come nel deserto. 10 Li salvò dalla mano di chi li odiava, li riscattò dalla mano del nemico. 11

L’acqua sommerse i loro avversari, non ne sopravvisse neppure uno. 12 Allora credettero alle sue parole e cantarono la sua lode. 13 Presto dimenticarono le sue opere, non ebbero fiducia nel suo progetto,

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Bibbia CEI 2008 138/193

14 arsero di desiderio nel deserto e tentarono Dio nella steppa. 15

Concesse loro quanto chiedevano e li saziò fino alla nausea. 16 Divennero gelosi di Mosè nell’accampamento e di Aronne, il consacrato del Signore. 17

Allora si spalancò la terra e inghiottì Datan e ricoprì la gente di Abiràm. 18 Un fuoco divorò quella gente e una fiamma consumò quei malvagi. 19

Si fabbricarono un vitello sull’Oreb, si prostrarono a una statua di metallo; 20scambiarono la loro gloria con la figura di un toro che mangia erba. 21

Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi, 22meraviglie nella terra di Cam, cose terribili presso il Mar Rosso. 23

Ed egli li avrebbe sterminati, se Mosè, il suo eletto, non si fosse posto sulla breccia davanti a lui per impedire alla sua collera di distruggerli. 24Rifiutarono una terra di delizie, non credettero alla sua parola. 25

Mormorarono nelle loro tende, non ascoltarono la voce del Signore. 26Allora egli alzò la mano contro di loro, giurando di abbatterli nel deserto, 27

di disperdere la loro discendenza tra le nazioni e disseminarli nelle loro terre. 28Adorarono Baal-Peor e mangiarono i sacrifici dei morti.

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Bibbia CEI 2008 139/193

29Lo provocarono con tali azioni, e tra loro scoppiò la peste. 30

Ma Fineès si alzò per fare giustizia: allora la peste cessò. 31 Ciò fu considerato per lui un atto di giustizia di generazione in generazione, per sempre. 32

Lo irritarono anche alle acque di Merìba e Mosè fu punito per causa loro: 33poiché avevano amareggiato il suo spirito ed egli aveva parlato senza riflettere. 34

Non sterminarono i popoli come aveva ordinato il Signore, 35ma si mescolarono con le genti e impararono ad agire come loro. 36

Servirono i loro idoli e questi furono per loro un tranello. 37 Immolarono i loro figli e le loro figlie ai falsi dèi. 38

Versarono sangue innocente, il sangue dei loro figli e delle loro figlie, sacrificàti agli idoli di Canaan, e la terra fu profanata dal sangue. 39Si contaminarono con le loro opere, si prostituirono con le loro azioni. 40

L’ira del Signore si accese contro il suo popolo ed egli ebbe in orrore la sua eredità. 41 Li consegnò in mano alle genti, li dominarono quelli che li odiavano. 42

Li oppressero i loro nemici: essi dovettero piegarsi sotto la loro mano. 43Molte volte li aveva liberati, eppure si ostinarono nei loro progetti e furono abbattuti per le loro colpe;

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Bibbia CEI 2008 140/193

44

ma egli vide la loro angustia, quando udì il loro grido. 45Si ricordò della sua alleanza con loro e si mosse a compassione, per il suo grande amore. 46

Li affidò alla misericordia di quelli che li avevano deportati. 47Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci dalle genti, perché ringraziamo il tuo nome santo: lodarti sarà la nostra gloria. 48Benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre. Tutto il popolo dica: Amen. Alleluia.

Salmo 107 (106) 1 Rendete grazie al Signore perché è buono,

perché il suo amore è per sempre. 2 Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato, che ha riscattato dalla mano dell’oppressore 3 e ha radunato da terre diverse,

dall’oriente e dall’occidente, dal settentrione e dal mezzogiorno. 4 Alcuni vagavano nel deserto su strade perdute, senza trovare una città in cui abitare. 5 Erano affamati e assetati,

veniva meno la loro vita. 6 Nell’angustia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angosce. 7 Li guidò per una strada sicura,

perché andassero verso una città in cui abitare.

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Bibbia CEI 2008 141/193

8 Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini, 9 perché ha saziato un animo assetato,

un animo affamato ha ricolmato di bene. 10 Altri abitavano nelle tenebre e nell’ombra di morte, prigionieri della miseria e dei ferri, 11

perché si erano ribellati alle parole di Dio e avevano disprezzato il progetto dell’Altissimo. 12 Egli umiliò il loro cuore con le fatiche: cadevano e nessuno li aiutava. 13

Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li salvò dalle loro angosce. 14 Li fece uscire dalle tenebre e dall’ombra di morte e spezzò le loro catene. 15

Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini, 16 perché ha infranto le porte di bronzo e ha spezzato le sbarre di ferro. 17

Altri, stolti per la loro condotta ribelle, soffrivano per le loro colpe; 18 rifiutavano ogni sorta di cibo e già toccavano le soglie della morte. 19 Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li salvò dalle loro angosce. 20

Mandò la sua parola, li fece guarire e li salvò dalla fossa. 21 Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini. 22

Offrano a lui sacrifici di ringraziamento, narrino le sue opere con canti di gioia. 23

Altri, che scendevano in mare sulle navi

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Bibbia CEI 2008 142/193

e commerciavano sulle grandi acque, 24videro le opere del Signore e le sue meraviglie nel mare profondo. 25Egli parlò e scatenò un vento burrascoso, che fece alzare le onde: 26

salivano fino al cielo, scendevano negli abissi; si sentivano venir meno nel pericolo. 27 Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi: tutta la loro abilità era svanita. 28

Nell’angustia gridarono al Signore, ed egli li fece uscire dalle loro angosce. 29La tempesta fu ridotta al silenzio, tacquero le onde del mare. 30

Al vedere la bonaccia essi gioirono, ed egli li condusse al porto sospirato. 31 Ringrazino il Signore per il suo amore, per le sue meraviglie a favore degli uomini. 32Lo esaltino nell’assemblea del popolo, lo lodino nell’adunanza degli anziani. 33

Cambiò i fiumi in deserto, in luoghi aridi le fonti d’acqua 34e la terra fertile in palude, per la malvagità dei suoi abitanti. 35

Poi cambiò il deserto in distese d’acqua e la terra arida in sorgenti d’acqua. 36Là fece abitare gli affamati, ed essi fondarono una città in cui abitare. 37

Seminarono campi e piantarono vigne, che produssero frutti abbondanti. 38Li benedisse e si moltiplicarono, e non lasciò diminuire il loro bestiame.

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Bibbia CEI 2008 143/193

39Poi diminuirono e furono abbattuti dall’oppressione, dal male e dal dolore. 40

Colui che getta il disprezzo sui potenti li fece vagare nel vuoto, senza strade. 41 Ma risollevò il povero dalla miseria e moltiplicò le sue famiglie come greggi. 42

Vedano i giusti e ne gioiscano, e ogni malvagio chiuda la bocca. 43Chi è saggio osservi queste cose e comprenderà l’amore del Signore.

Salmo 108 (107) 1 Canto. Salmo. Di Davide.

2 Saldo è il mio cuore, o Dio,

saldo è il mio cuore. Voglio cantare, voglio inneggiare: svégliati, mio cuore, 3 svegliatevi, arpa e cetra,

voglio svegliare l’aurora. 4 Ti loderò fra i popoli, Signore, a te canterò inni fra le nazioni: 5 grande fino ai cieli è il tuo amore

e la tua fedeltà fino alle nubi. 6 Innàlzati sopra il cielo, o Dio; su tutta la terra la tua gloria! 7 Perché siano liberati i tuoi amici,

salvaci con la tua destra e rispondici. 8 Dio ha parlato nel suo santuario:

«Esulto e divido Sichem, spartisco la valle di Succot. 9 Mio è Gàlaad, mio è Manasse, Èfraim è l’elmo del mio capo,

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Bibbia CEI 2008 144/193

Giuda lo scettro del mio comando. 10 Moab è il catino per lavarmi, su Edom getterò i miei sandali, sulla Filistea canterò vittoria». 11

Chi mi condurrà alla città fortificata, chi potrà guidarmi fino al paese di Edom, 12 se non tu, o Dio, che ci hai respinti e più non esci, o Dio, con le nostre schiere? 13

Nell’oppressione vieni in nostro aiuto, perché vana è la salvezza dell’uomo. 14 Con Dio noi faremo prodezze, egli calpesterà i nostri nemici.

Salmo 109 (108) 1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Dio della mia lode, non tacere, 2 perché contro di me si sono aperte

la bocca malvagia e la bocca ingannatrice, e mi parlano con lingua bugiarda. 3 Parole di odio mi circondano, mi aggrediscono senza motivo. 4 In cambio del mio amore mi muovono accuse,

io invece sono in preghiera. 5 Mi rendono male per bene e odio in cambio del mio amore. 6 Suscita un malvagio contro di lui

e un accusatore stia alla sua destra! 7 Citato in giudizio, ne esca colpevole e la sua preghiera si trasformi in peccato. 8 Pochi siano i suoi giorni e il suo posto l’occupi un altro.

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Bibbia CEI 2008 145/193

9 I suoi figli rimangano orfani e vedova sua moglie. 10

Vadano raminghi i suoi figli, mendicando, rovistino fra le loro rovine. 11 L’usuraio divori tutti i suoi averi e gli estranei saccheggino il frutto delle sue fatiche. 12

Nessuno gli dimostri clemenza, nessuno abbia pietà dei suoi orfani. 13 La sua discendenza sia votata allo sterminio, nella generazione che segue sia cancellato il suo nome. 14

La colpa dei suoi padri sia ricordata al Signore, il peccato di sua madre non sia mai cancellato: 15 siano sempre davanti al Signore ed egli elimini dalla terra il loro ricordo. 16

Perché non si è ricordato di usare clemenza e ha perseguitato un uomo povero e misero, con il cuore affranto, per farlo morire. 17 Ha amato la maledizione: ricada su di lui! Non ha voluto la benedizione: da lui si allontani! 18

Si è avvolto di maledizione come di una veste: è penetrata come acqua nel suo intimo e come olio nelle sue ossa. 19 Sia per lui come vestito che lo avvolge, come cintura che sempre lo cinge. 20

Sia questa da parte del Signore la ricompensa per chi mi accusa, per chi parla male contro la mia vita. 21 Ma tu, Signore Dio, trattami come si addice al tuo nome: liberami, perché buona è la tua grazia. 22Io sono povero e misero, dentro di me il mio cuore è ferito. 23

Come ombra che declina me ne vado,

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Bibbia CEI 2008 146/193

scacciato via come una locusta. 24Le mie ginocchia vacillano per il digiuno, scarno è il mio corpo e dimagrito. 25Sono diventato per loro oggetto di scherno: quando mi vedono, scuotono il capo. 26

Aiutami, Signore mio Dio, salvami per il tuo amore. 27 Sappiano che qui c’è la tua mano: sei tu, Signore, che hai fatto questo. 28

Essi maledicano pure, ma tu benedici! Insorgano, ma siano svergognati e il tuo servo sia nella gioia. 29Si coprano d’infamia i miei accusatori, siano avvolti di vergogna come di un mantello. 30

A piena voce ringrazierò il Signore, in mezzo alla folla canterò la sua lode, 31 perché si è messo alla destra del misero per salvarlo da quelli che lo condannano.

Salmo 110 (109) 1 Di Davide. Salmo.

Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». 2 Lo scettro del tuo potere

stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici! 3 A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell’aurora, come rugiada, io ti ho generato.

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Bibbia CEI 2008 147/193

4 Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek». 5 Il Signore è alla tua destra! Egli abbatterà i re nel giorno della sua ira, 6 sarà giudice fra le genti,

ammucchierà cadaveri, abbatterà teste su vasta terra; 7 lungo il cammino si disseta al torrente, perciò solleva alta la testa.

Salmo 111 (110) 1 Alleluia.

Alef Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, Bet tra gli uomini retti riuniti in assemblea.

Ghimel 2 Grandi sono le opere del Signore:

Dalet le ricerchino coloro che le amano.

He 3

Il suo agire è splendido e maestoso, Vau la sua giustizia rimane per sempre.

Zain 4 Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie: Het misericordioso e pietoso è il Signore.

Tet 5 Egli dà il cibo a chi lo teme,

Iod si ricorda sempre della sua alleanza.

Caf 6 Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere, Lamed gli diede l’eredità delle genti.

Mem 7 Le opere delle sue mani sono verità e diritto,

Nun stabili sono tutti i suoi comandi,

Samec 8 immutabili nei secoli, per sempre, Ain da eseguire con verità e rettitudine.

Pe 9 Mandò a liberare il suo popolo,

Sade stabilì la sua alleanza per sempre. Kof Santo e terribile è il suo nome.

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Bibbia CEI 2008 148/193

Res 10

Principio della sapienza è il timore del Signore: Sin rende saggio chi ne esegue i precetti. Tau La lode del Signore rimane per sempre.

Salmo 112 (111) 1 Alleluia.

Alef Beato l’uomo che teme il Signore Bet e nei suoi precetti trova grande gioia.

Ghimel 2 Potente sulla terra sarà la sua stirpe, Dalet la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

He 3

Prosperità e ricchezza nella sua casa, Vau la sua giustizia rimane per sempre.

Zain 4 Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti: Het misericordioso, pietoso e giusto.

Tet 5 Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,

Iod amministra i suoi beni con giustizia.

Caf 6 Egli non vacillerà in eterno:

Lamed eterno sarà il ricordo del giusto.

Mem 7 Cattive notizie non avrà da temere, Nun saldo è il suo cuore, confida nel Signore.

Samec 8 Sicuro è il suo cuore, non teme,

Ain finché non vedrà la rovina dei suoi nemici.

Pe 9 Egli dona largamente ai poveri, Sade la sua giustizia rimane per sempre, Kof la sua fronte s’innalza nella gloria.

Res 10

Il malvagio vede e va in collera, Sin digrigna i denti e si consuma. Tau Ma il desiderio dei malvagi va in rovina.

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Bibbia CEI 2008 149/193

Salmo 113 (112) 1 Alleluia. Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore. 2 Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre. 3 Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. 4 Su tutte le genti eccelso è il Signore,

più alta dei cieli è la sua gloria. 5 Chi è come il Signore, nostro Dio, che siede nell’alto 6 e si china a guardare

sui cieli e sulla terra? 7 Solleva dalla polvere il debole,

dall’immondizia rialza il povero, 8 per farlo sedere tra i prìncipi, tra i prìncipi del suo popolo. 9 Fa abitare nella casa la sterile,

come madre gioiosa di figli. Alleluia.

Salmo 114 (113A) 1 Quando Israele uscì dall’Egitto,

la casa di Giacobbe da un popolo barbaro, 2 Giuda divenne il suo santuario, Israele il suo dominio. 3 Il mare vide e si ritrasse,

il Giordano si volse indietro, 4 le montagne saltellarono come arieti,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 150/193

le colline come agnelli di un gregge. 5 Che hai tu, mare, per fuggire, e tu, Giordano, per volgerti indietro? 6 Perché voi, montagne, saltellate come arieti e voi, colline, come agnelli di un gregge? 7 Trema, o terra, davanti al Signore,

davanti al Dio di Giacobbe, 8 che muta la rupe in un lago, la roccia in sorgenti d’acqua.

Salmo 115 (113B)

1 (113,9) Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria, per il tuo amore, per la tua fedeltà. 2 (113,10)

Perché le genti dovrebbero dire: «Dov’è il loro Dio?». 3 (113,11) Il nostro Dio è nei cieli: tutto ciò che vuole, egli lo compie. 4 (113,12)

I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. 5 (113,13) Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, 6 (113,14) hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. 7 (113,15)

Le loro mani non palpano, i loro piedi non camminano; dalla loro gola non escono suoni! 8 (113,16)

Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida! 9 (113,17) Israele, confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 151/193

10 (113,18) Casa di Aronne, confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. 11 (113,19)

Voi che temete il Signore, confidate nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. 12 (113,20) Il Signore si ricorda di noi, ci benedice: benedice la casa d’Israele, benedice la casa di Aronne. 13 (113,21) Benedice quelli che temono il Signore, i piccoli e i grandi. 14 (113,22)

Vi renda numerosi il Signore, voi e i vostri figli. 15 (113,23) Siate benedetti dal Signore, che ha fatto cielo e terra. 16 (113,24) I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo. 17 (113,25)

Non i morti lodano il Signore né quelli che scendono nel silenzio, 18 (113,26) ma noi benediciamo il Signore da ora e per sempre. Alleluia.

Salmo 116 (114-115) 1 Amo il Signore, perché ascolta

il grido della mia preghiera. 2 Verso di me ha teso l’orecchio nel giorno in cui lo invocavo. 3 Mi stringevano funi di morte,

ero preso nei lacci degli inferi, ero preso da tristezza e angoscia. 4 Allora ho invocato il nome del Signore: «Ti prego, liberami, Signore».

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Bibbia CEI 2008 152/193

5 Pietoso e giusto è il Signore, il nostro Dio è misericordioso. 6 Il Signore protegge i piccoli:

ero misero ed egli mi ha salvato. 7 Ritorna, anima mia, al tuo riposo, perché il Signore ti ha beneficato. 8 Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,

i miei occhi dalle lacrime, i miei piedi dalla caduta. 9 Io camminerò alla presenza del Signore

nella terra dei viventi. 10 (115,1) Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice». 11 (115,2) Ho detto con sgomento: «Ogni uomo è bugiardo». 12 (115,3)

Che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto? 13 (115,4) Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. 14 (115,5)

Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo. 15 (115,6) Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli. 16 (115,7) Ti prego, Signore, perché sono tuo servo; io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene. 17 (115,8) A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore. 18 (115,9)

Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, 19 (115,10) negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme.

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Bibbia CEI 2008 153/193

Alleluia.

Salmo 117 (116) 1 Genti tutte, lodate il Signore,

popoli tutti, cantate la sua lode, 2 perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura per sempre. Alleluia.

Salmo 118 (117) 1 Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. 2 Dica Israele:

«Il suo amore è per sempre». 3 Dica la casa di Aronne:

«Il suo amore è per sempre». 4 Dicano quelli che temono il Signore: «Il suo amore è per sempre». 5 Nel pericolo ho gridato al Signore:

mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo. 6 Il Signore è per me, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo? 7 Il Signore è per me, è il mio aiuto,

e io guarderò dall’alto i miei nemici.

8 È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. 9 È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti. 10

Tutte le nazioni mi hanno circondato, ma nel nome del Signore le ho distrutte.

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Bibbia CEI 2008 154/193

11

Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, ma nel nome del Signore le ho distrutte. 12 Mi hanno circondato come api, come fuoco che divampa tra i rovi, ma nel nome del Signore le ho distrutte. 13

Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto. 14 Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. 15

Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto prodezze, 16 la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. 17

Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. 18 Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. 19

Apritemi le porte della giustizia: vi entrerò per ringraziare il Signore. 20È questa la porta del Signore: per essa entrano i giusti. 21

Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza. 22

La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. 23Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. 24

Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo! 25Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza! Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria!

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Bibbia CEI 2008 155/193

26

Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. 27 Il Signore è Dio, egli ci illumina. Formate il corteo con rami frondosi fino agli angoli dell’altare. 28

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto. 29Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre.

Salmo 119 (118)

Alef 1 Beato chi è integro nella sua via

e cammina nella legge del Signore. 2 Beato chi custodisce i suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore. 3 Non commette certo ingiustizie

e cammina nelle sue vie. 4 Tu hai promulgato i tuoi precetti perché siano osservati interamente. 5 Siano stabili le mie vie

nel custodire i tuoi decreti. 6 Non dovrò allora vergognarmi,

se avrò considerato tutti i tuoi comandi. 7 Ti loderò con cuore sincero, quando avrò appreso i tuoi giusti giudizi. 8 Voglio osservare i tuoi decreti:

non abbandonarmi mai.

Bet 9 Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Osservando la tua parola. 10

Con tutto il mio cuore ti cerco:

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Bibbia CEI 2008 156/193

non lasciarmi deviare dai tuoi comandi. 11 Ripongo nel cuore la tua promessa per non peccare contro di te. 12 Benedetto sei tu, Signore: insegnami i tuoi decreti. 13

Con le mie labbra ho raccontato tutti i giudizi della tua bocca. 14 Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze. 15

Voglio meditare i tuoi precetti, considerare le tue vie. 16 Nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua parola.

Ghimel 17

Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita, osserverò la tua parola. 18 Aprimi gli occhi perché io consideri le meraviglie della tua legge. 19 Forestiero sono qui sulla terra: non nascondermi i tuoi comandi. 20

Io mi consumo nel desiderio dei tuoi giudizi in ogni momento. 21 Tu minacci gli orgogliosi, i maledetti, che deviano dai tuoi comandi. 22

Allontana da me vergogna e disprezzo, perché ho custodito i tuoi insegnamenti. 23 Anche se i potenti siedono e mi calunniano, il tuo servo medita i tuoi decreti. 24

I tuoi insegnamenti sono la mia delizia: sono essi i miei consiglieri.

Dalet 25 La mia vita è incollata alla polvere: fammi vivere secondo la tua parola.

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Bibbia CEI 2008 157/193

26 Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto; insegnami i tuoi decreti. 27

Fammi conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò le tue meraviglie. 28 Io piango lacrime di tristezza; fammi rialzare secondo la tua parola. 29

Tieni lontana da me la via della menzogna, donami la grazia della tua legge. 30 Ho scelto la via della fedeltà, mi sono proposto i tuoi giudizi. 31

Ho aderito ai tuoi insegnamenti: Signore, che io non debba vergognarmi. 32 Corro sulla via dei tuoi comandi, perché hai allargato il mio cuore.

He 33

Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine. 34 Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore. 35

Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, perché in essi è la mia felicità. 36 Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti e non verso il guadagno. 37 Distogli i miei occhi dal guardare cose vane, fammi vivere nella tua via. 38

Con il tuo servo mantieni la tua promessa, perché di te si abbia timore. 39 Allontana l’insulto che mi sgomenta, poiché i tuoi giudizi sono buoni. 40

Ecco, desidero i tuoi precetti: fammi vivere nella tua giustizia.

Vau 41

Venga a me, Signore, il tuo amore,

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Bibbia CEI 2008 158/193

la tua salvezza secondo la tua promessa. 42 A chi mi insulta darò una risposta, perché ho fiducia nella tua parola. 43 Non togliere dalla mia bocca la parola vera, perché spero nei tuoi giudizi. 44

Osserverò continuamente la tua legge, in eterno, per sempre. 45 Camminerò in un luogo spazioso, perché ho ricercato i tuoi precetti. 46

Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti e non dovrò vergognarmi. 47 La mia delizia sarà nei tuoi comandi, che io amo. 48

Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo, mediterò i tuoi decreti.

Zain 49 Ricòrdati della parola detta al tuo servo, con la quale mi hai dato speranza. 50 Questo mi consola nella mia miseria: la tua promessa mi fa vivere. 51

Gli orgogliosi mi insultano aspramente, ma io non mi allontano dalla tua legge. 52 Ricordo i tuoi eterni giudizi, o Signore, e ne sono consolato. 53

Mi ha invaso il furore contro i malvagi che abbandonano la tua legge. 54 I tuoi decreti sono il mio canto nella dimora del mio esilio. 55

Nella notte ricordo il tuo nome, Signore, e osservo la tua legge. 56 Tutto questo mi accade perché ho custodito i tuoi precetti.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 159/193

Het 57 La mia parte è il Signore: ho deciso di osservare le tue parole. 58

Con tutto il cuore ho placato il tuo volto: abbi pietà di me secondo la tua promessa. 59 Ho esaminato le mie vie, ho rivolto i miei piedi verso i tuoi insegnamenti. 60

Mi affretto e non voglio tardare a osservare i tuoi comandi. 61 I lacci dei malvagi mi hanno avvolto: non ho dimenticato la tua legge. 62

Nel cuore della notte mi alzo a renderti grazie per i tuoi giusti giudizi. 63 Sono amico di coloro che ti temono e osservano i tuoi precetti. 64

Del tuo amore, Signore, è piena la terra; insegnami i tuoi decreti.

Tet 65 Hai fatto del bene al tuo servo, secondo la tua parola, Signore. 66

Insegnami il gusto del bene e la conoscenza, perché ho fiducia nei tuoi comandi. 67 Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua promessa. 68 Tu sei buono e fai il bene: insegnami i tuoi decreti. 69

Gli orgogliosi mi hanno coperto di menzogne, ma io con tutto il cuore custodisco i tuoi precetti. 70 Insensibile come il grasso è il loro cuore: nella tua legge io trovo la mia delizia. 71

Bene per me se sono stato umiliato, perché impari i tuoi decreti. 72

Bene per me è la legge della tua bocca,

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Bibbia CEI 2008 160/193

più di mille pezzi d’oro e d’argento.

Iod 73 Le tue mani mi hanno fatto e plasmato: fammi capire e imparerò i tuoi comandi. 74 Quelli che ti temono al vedermi avranno gioia, perché spero nella tua parola. 75

Signore, io so che i tuoi giudizi sono giusti e con ragione mi hai umiliato. 76 Il tuo amore sia la mia consolazione, secondo la promessa fatta al tuo servo. 77

Venga a me la tua misericordia e io avrò vita, perché la tua legge è la mia delizia.

78 Si vergognino gli orgogliosi che mi opprimono con menzogne: io mediterò i tuoi precetti. 79

Si volgano a me quelli che ti temono e che conoscono i tuoi insegnamenti. 80 Sia integro il mio cuore nei tuoi decreti, perché non debba vergognarmi.

Caf 81 Mi consumo nell’attesa della tua salvezza, spero nella tua parola. 82

Si consumano i miei occhi per la tua promessa, dicendo: «Quando mi darai conforto?». 83 Io sono come un otre esposto al fumo, non dimentico i tuoi decreti. 84

Quanti saranno i giorni del tuo servo? Quando terrai il giudizio contro i miei persecutori? 85 Mi hanno scavato fosse gli orgogliosi, che non seguono la tua legge. 86

Fedeli sono tutti i tuoi comandi. A torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto! 87 Per poco non mi hanno fatto sparire dalla terra, ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.

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Bibbia CEI 2008 161/193

88 Secondo il tuo amore fammi vivere e osserverò l’insegnamento della tua bocca.

Lamed 89

Per sempre, o Signore, la tua parola è stabile nei cieli. 90 La tua fedeltà di generazione in generazione; hai fondato la terra ed essa è salda. 91

Per i tuoi giudizi tutto è stabile fino ad oggi, perché ogni cosa è al tuo servizio. 92 Se la tua legge non fosse la mia delizia, davvero morirei nella mia miseria. 93

Mai dimenticherò i tuoi precetti, perché con essi tu mi fai vivere. 94 Io sono tuo: salvami, perché ho ricercato i tuoi precetti. 95

I malvagi sperano di rovinarmi; io presto attenzione ai tuoi insegnamenti. 96 Di ogni cosa perfetta ho visto il confine: l’ampiezza dei tuoi comandi è infinita.

Mem 97

Quanto amo la tua legge! La medito tutto il giorno. 98 Il tuo comando mi fa più saggio dei miei nemici, perché esso è sempre con me. 99 Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti. 100

Ho più intelligenza degli anziani, perché custodisco i tuoi precetti. 101 Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero, per osservare la tua parola. 102

Non mi allontano dai tuoi giudizi, perché sei tu a istruirmi. 103

Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse,

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Bibbia CEI 2008 162/193

più del miele per la mia bocca. 104 I tuoi precetti mi danno intelligenza, perciò odio ogni falso sentiero.

Nun 105 Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. 106

Ho giurato, e lo confermo, di osservare i tuoi giusti giudizi. 107 Sono tanto umiliato, Signore: dammi vita secondo la tua parola. 108

Signore, gradisci le offerte delle mie labbra, insegnami i tuoi giudizi. 109 La mia vita è sempre in pericolo, ma non dimentico la tua legge. 110

I malvagi mi hanno teso un tranello, ma io non ho deviato dai tuoi precetti. 111 Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, perché sono essi la gioia del mio cuore. 112 Ho piegato il mio cuore a compiere i tuoi decreti, in eterno, senza fine.

Samec 113

Odio chi ha il cuore diviso; io invece amo la tua legge. 114 Tu sei mio rifugio e mio scudo: spero nella tua parola. 115

Allontanatevi da me, o malvagi: voglio custodire i comandi del mio Dio. 116 Sostienimi secondo la tua promessa e avrò vita, non deludere la mia speranza. 117

Aiutami e sarò salvo, non perderò mai di vista i tuoi decreti. 118 Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti, perché menzogne sono i suoi pensieri.

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Bibbia CEI 2008 163/193

119 Tu consideri scorie tutti i malvagi della terra, perciò amo i tuoi insegnamenti. 120

Per paura di te la mia pelle rabbrividisce: io temo i tuoi giudizi.

Ain 121 Ho agito secondo giudizio e giustizia; non abbandonarmi ai miei oppressori. 122

Assicura il bene al tuo servo; non mi opprimano gli orgogliosi. 123 I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza e per la promessa della tua giustizia. 124

Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore e insegnami i tuoi decreti. 125 Io sono tuo servo: fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti. 126

È tempo che tu agisca, Signore: hanno infranto la tua legge. 127 Perciò amo i tuoi comandi, più dell’oro, dell’oro più fino. 128

Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti e odio ogni falso sentiero.

Pe 129 Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: per questo li custodisco. 130 La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici. 131

Apro anelante la mia bocca, perché ho sete dei tuoi comandi. 132 Volgiti a me e abbi pietà, con il giudizio che riservi a chi ama il tuo nome. 133

Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa e non permettere che mi domini alcun male. 134

Riscattami dall’oppressione dell’uomo

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Salmi

Bibbia CEI 2008 164/193

e osserverò i tuoi precetti. 135 Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo e insegnami i tuoi decreti. 136 Torrenti di lacrime scorrono dai miei occhi, perché non si osserva la tua legge.

Sade 137

Tu sei giusto, Signore, e retto nei tuoi giudizi. 138 Con giustizia hai promulgato i tuoi insegnamenti e con grande fedeltà. 139

Uno zelo ardente mi consuma, perché i miei avversari dimenticano le tue parole. 140 Limpida e pura è la tua promessa e il tuo servo la ama. 141

Io sono piccolo e disprezzato: non dimentico i tuoi precetti. 142 La tua giustizia è giustizia eterna e la tua legge è verità. 143 Angoscia e affanno mi hanno colto: i tuoi comandi sono la mia delizia. 144

Giustizia eterna sono i tuoi insegnamenti: fammi comprendere e avrò la vita.

Kof 145 Invoco con tutto il cuore: Signore, rispondimi; custodirò i tuoi decreti. 146

Io t’invoco: salvami e osserverò i tuoi insegnamenti. 147 Precedo l’aurora e grido aiuto, spero nelle tue parole. 148

I miei occhi precedono il mattino, per meditare sulla tua promessa. 149 Ascolta la mia voce, secondo il tuo amore; Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.

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Bibbia CEI 2008 165/193

150 Si avvicinano quelli che seguono il male: sono lontani dalla tua legge. 151

Tu, Signore, sei vicino; tutti i tuoi comandi sono verità. 152 Da tempo lo so: i tuoi insegnamenti li hai stabiliti per sempre.

Res 153

Vedi la mia miseria e liberami, perché non ho dimenticato la tua legge. 154 Difendi la mia causa e riscattami, secondo la tua promessa fammi vivere. 155

Lontana dai malvagi è la salvezza, perché essi non ricercano i tuoi decreti. 156 Grande è la tua tenerezza, Signore: fammi vivere secondo i tuoi giudizi. 157

Molti mi perseguitano e mi affliggono, ma io non abbandono i tuoi insegnamenti. 158 Ho visto i traditori e ne ho provato ribrezzo, perché non osservano la tua promessa. 159

Vedi che io amo i tuoi precetti: Signore, secondo il tuo amore dammi vita. 160 La verità è fondamento della tua parola, ogni tuo giusto giudizio dura in eterno.

Sin 161 I potenti mi perseguitano senza motivo, ma il mio cuore teme solo le tue parole. 162

Io gioisco per la tua promessa, come chi trova un grande bottino. 163 Odio la menzogna e la detesto, amo la tua legge. 164

Sette volte al giorno io ti lodo, per i tuoi giusti giudizi. 165

Grande pace per chi ama la tua legge:

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Salmi

Bibbia CEI 2008 166/193

nel suo cammino non trova inciampo. 166 Aspetto da te la salvezza, Signore, e metto in pratica i tuoi comandi. 167 Io osservo i tuoi insegnamenti e li amo intensamente. 168

Osservo i tuoi precetti e i tuoi insegnamenti: davanti a te sono tutte le mie vie.

Tau 169 Giunga il mio grido davanti a te, Signore, fammi comprendere secondo la tua parola. 170

Venga davanti a te la mia supplica, liberami secondo la tua promessa. 171 Sgorghi dalle mie labbra la tua lode, perché mi insegni i tuoi decreti. 172

La mia lingua canti la tua promessa, perché tutti i tuoi comandi sono giustizia. 173 Mi venga in aiuto la tua mano, perché ho scelto i tuoi precetti. 174 Desidero la tua salvezza, Signore, e la tua legge è la mia delizia. 175

Che io possa vivere e darti lode: mi aiutino i tuoi giudizi. 176 Mi sono perso come pecora smarrita; cerca il tuo servo: non ho dimenticato i tuoi comandi.

Salmo 120 (119) 1 Canto delle salite.

Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto. 2 Signore, libera la mia vita dalle labbra bugiarde, dalla lingua ingannatrice.

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Bibbia CEI 2008 167/193

3 Che cosa ti darà,

come ti ripagherà, o lingua ingannatrice? 4 Frecce acute di un prode con braci ardenti di ginestra! 5 Ahimè, io abito straniero in Mesec,

dimoro fra le tende di Kedar! 6 Troppo tempo ho abitato con chi detesta la pace. 7 Io sono per la pace,

ma essi, appena parlo, sono per la guerra.

Salmo 121 (120) 1 Canto delle salite. Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? 2 Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. 3 Non lascerà vacillare il tuo piede,

non si addormenterà il tuo custode. 4 Non si addormenterà, non prenderà sonno

il custode d’Israele. 5 Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra. 6 Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. 7 Il Signore ti custodirà da ogni male:

egli custodirà la tua vita. 8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 168/193

da ora e per sempre.

Salmo 122 (121) 1 Canto delle salite. Di Davide.

Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!». 2 Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme! 3 Gerusalemme è costruita come città unita e compatta. 4 È là che salgono le tribù,

le tribù del Signore, secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore. 5 Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide. 6 Chiedete pace per Gerusalemme:

vivano sicuri quelli che ti amano; 7 sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi. 8 Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: «Su te sia pace!». 9 Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene.

Salmo 123 (122) 1 Canto delle salite. Di Davide. A te alzo i miei occhi, a te che siedi nei cieli. 2 Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni,

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Bibbia CEI 2008 169/193

come gli occhi di una schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi. 3 Pietà di noi, Signore, pietà di noi,

siamo già troppo sazi di disprezzo, 4 troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti,

del disprezzo dei superbi.

Salmo 124 (123) 1 Canto delle salite. Di Davide.

Se il Signore non fosse stato per noi – lo dica Israele –, 2 se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, 3 allora ci avrebbero inghiottiti vivi,

quando divampò contro di noi la loro collera. 4 Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi; 5 allora ci avrebbero sommersi

acque impetuose. 6 Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti. 7 Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. 8 Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra.

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Bibbia CEI 2008 170/193

Salmo 125 (124) 1 Canto delle salite. Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre. 2 I monti circondano Gerusalemme: il Signore circonda il suo popolo, da ora e per sempre. 3 Non resterà lo scettro dei malvagi sull’eredità dei giusti, perché i giusti non tendano le mani a compiere il male. 4 Sii buono, Signore, con i buoni e con i retti di cuore. 5 Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi

il Signore li associ ai malfattori. Pace su Israele!

Salmo 126 (125) 1 Canto delle salite. Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. 2 Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». 3 Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. 4 Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,

come i torrenti del Negheb. 5 Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. 6 Nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 171/193

ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni.

Salmo 127 (126) 1 Canto delle salite. Di Salomone. Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella. 2 Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno. 3 Ecco, eredità del Signore sono i figli, è sua ricompensa il frutto del grembo. 4 Come frecce in mano a un guerriero

sono i figli avuti in giovinezza. 5 Beato l’uomo che ne ha piena la faretra: non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta a trattare con i propri nemici.

Salmo 128 (127) 1 Canto delle salite.

Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie. 2 Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene. 3 La tua sposa come vite feconda

nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. 4 Ecco com’è benedetto

l’uomo che teme il Signore.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 172/193

5 Ti benedica il Signore da Sion.

Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita! 6 Possa tu vedere i figli dei tuoi figli! Pace su Israele!

Salmo 129 (128) 1 Canto delle salite.

Quanto mi hanno perseguitato fin dalla giovinezza – lo dica Israele –, 2 quanto mi hanno perseguitato fin dalla giovinezza,

ma su di me non hanno prevalso! 3 Sul mio dorso hanno arato gli aratori, hanno scavato lunghi solchi. 4 Il Signore è giusto:

ha spezzato le funi dei malvagi. 5 Si vergognino e volgano le spalle

tutti quelli che odiano Sion. 6 Siano come l’erba dei tetti: prima che sia strappata, è già secca; 7 non riempie la mano al mietitore

né il grembo a chi raccoglie covoni. 8 I passanti non possono dire: «La benedizione del Signore sia su di voi, 9 vi benediciamo nel nome del Signore».

Salmo 130 (129) 1 Canto delle salite.

Dal profondo a te grido, o Signore;

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Salmi

Bibbia CEI 2008 173/193

2 Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. 3 Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? 4 Ma con te è il perdono:

così avremo il tuo timore. 5 Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. 6 L’anima mia è rivolta al Signore

più che le sentinelle all’aurora. Più che le sentinelle l’aurora, 7 Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. 8 Egli redimerà Israele

da tutte le sue colpe.

Salmo 131 (130) 1 Canto delle salite. Di Davide. Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. 2 Io invece resto quieto e sereno:

come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. 3 Israele attenda il Signore, da ora e per sempre.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 174/193

Salmo 132 (131) 1 Canto delle salite. Ricòrdati, Signore, di Davide, di tutte le sue fatiche, 2 quando giurò al Signore, al Potente di Giacobbe fece voto: 3 «Non entrerò nella tenda in cui abito, non mi stenderò sul letto del mio riposo, 4 non concederò sonno ai miei occhi

né riposo alle mie palpebre, 5 finché non avrò trovato un luogo per il Signore, una dimora per il Potente di Giacobbe». 6 Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,

l’abbiamo trovata nei campi di Iaar. 7 Entriamo nella sua dimora,

prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. 8 Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo, tu e l’arca della tua potenza. 9 I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia

ed esultino i tuoi fedeli. 10 Per amore di Davide, tuo servo, non respingere il volto del tuo consacrato. 11

Il Signore ha giurato a Davide, promessa da cui non torna indietro: «Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono! 12

Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza e i precetti che insegnerò loro, anche i loro figli per sempre siederanno sul tuo trono». 13 Sì, il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza:

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Salmi

Bibbia CEI 2008 175/193

14 «Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre: qui risiederò, perché l’ho voluto. 15

Benedirò tutti i suoi raccolti, sazierò di pane i suoi poveri. 16 Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, i suoi fedeli esulteranno di gioia. 17

Là farò germogliare una potenza per Davide, preparerò una lampada per il mio consacrato. 18 Rivestirò di vergogna i suoi nemici, mentre su di lui fiorirà la sua corona».

Salmo 133 (132) 1 Canto delle salite. Di Davide.

Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme! 2 È come olio prezioso versato sul capo,

che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste. 3 È come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre.

Salmo 134 (133) 1 Canto delle salite.

Ecco, benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore; voi che state nella casa del Signore durante la notte. 2 Alzate le mani verso il santuario e benedite il Signore. 3 Il Signore ti benedica da Sion:

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Salmi

Bibbia CEI 2008 176/193

egli ha fatto cielo e terra.

Salmo 135 (134) 1 Alleluia.

Lodate il nome del Signore, lodatelo, servi del Signore, 2 voi che state nella casa del Signore,

negli atri della casa del nostro Dio. 3 Lodate il Signore, perché il Signore è buono; cantate inni al suo nome, perché è amabile. 4 Il Signore si è scelto Giacobbe,

Israele come sua proprietà. 5 Sì, riconosco che il Signore è grande, il Signore nostro più di tutti gli dèi. 6 Tutto ciò che vuole

il Signore lo compie in cielo e sulla terra, nei mari e in tutti gli abissi. 7 Fa salire le nubi dall’estremità della terra, produce le folgori per la pioggia, dalle sue riserve libera il vento. 8 Egli colpì i primogeniti d’Egitto,

dagli uomini fino al bestiame. 9 Mandò segni e prodigi in mezzo a te, Egitto, contro il faraone e tutti i suoi ministri. 10

Colpì numerose nazioni e uccise sovrani potenti: 11 Sicon, re degli Amorrei, Og, re di Basan, e tutti i regni di Canaan. 12

Diede in eredità la loro terra, in eredità a Israele suo popolo.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 177/193

13

Signore, il tuo nome è per sempre; Signore, il tuo ricordo di generazione in generazione. 14 Sì, il Signore fa giustizia al suo popolo e dei suoi servi ha compassione. 15

Gli idoli delle nazioni sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. 16 Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, 17

hanno orecchi e non odono; no, non c’è respiro nella loro bocca. 18 Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida. 19 Benedici il Signore, casa d’Israele; benedici il Signore, casa di Aronne; 20

benedici il Signore, casa di Levi; voi che temete il Signore, benedite il Signore. 21 Da Sion, benedetto il Signore, che abita in Gerusalemme! Alleluia.

Salmo 136 (135) 1 Rendete grazie al Signore perché è buono,

perché il suo amore è per sempre. 2 Rendete grazie al Dio degli dèi, perché il suo amore è per sempre. 3 Rendete grazie al Signore dei signori,

perché il suo amore è per sempre. 4 Lui solo ha compiuto grandi meraviglie, perché il suo amore è per sempre. 5 Ha creato i cieli con sapienza,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 178/193

perché il suo amore è per sempre. 6 Ha disteso la terra sulle acque, perché il suo amore è per sempre. 7 Ha fatto le grandi luci, perché il suo amore è per sempre. 8 Il sole, per governare il giorno,

perché il suo amore è per sempre. 9 La luna e le stelle, per governare la notte, perché il suo amore è per sempre. 10

Colpì l’Egitto nei suoi primogeniti, perché il suo amore è per sempre. 11 Da quella terra fece uscire Israele, perché il suo amore è per sempre. 12

Con mano potente e braccio teso, perché il suo amore è per sempre. 13 Divise il Mar Rosso in due parti, perché il suo amore è per sempre. 14 In mezzo fece passare Israele, perché il suo amore è per sempre. 15

Vi travolse il faraone e il suo esercito, perché il suo amore è per sempre. 16 Guidò il suo popolo nel deserto, perché il suo amore è per sempre. 17

Colpì grandi sovrani, perché il suo amore è per sempre. 18 Uccise sovrani potenti, perché il suo amore è per sempre. 19

Sicon, re degli Amorrei, perché il suo amore è per sempre. 20Og, re di Basan, perché il suo amore è per sempre.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 179/193

21 Diede in eredità la loro terra, perché il suo amore è per sempre. 22

In eredità a Israele suo servo, perché il suo amore è per sempre. 23Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi, perché il suo amore è per sempre. 24

Ci ha liberati dai nostri avversari, perché il suo amore è per sempre. 25Egli dà il cibo a ogni vivente, perché il suo amore è per sempre. 26

Rendete grazie al Dio del cielo, perché il suo amore è per sempre.

Salmo 137 (136) 1 Lungo i fiumi di Babilonia,

là sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion. 2 Ai salici di quella terra

appendemmo le nostre cetre, 3 perché là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, allegre canzoni, i nostri oppressori: «Cantateci canti di Sion!». 4 Come cantare i canti del Signore

in terra straniera? 5 Se mi dimentico di te, Gerusalemme, si dimentichi di me la mia destra; 6 mi si attacchi la lingua al palato

se lascio cadere il tuo ricordo, se non innalzo Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia. 7 Ricòrdati, Signore, dei figli di Edom,

che, nel giorno di Gerusalemme,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 180/193

dicevano: «Spogliatela, spogliatela fino alle sue fondamenta!». 8 Figlia di Babilonia devastatrice, beato chi ti renderà quanto ci hai fatto. 9 Beato chi afferrerà i tuoi piccoli

e li sfracellerà contro la pietra.

Salmo 138 (137) 1 Di Davide.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: hai ascoltato le parole della mia bocca. Non agli dèi, ma a te voglio cantare, 2 mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà: hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. 3 Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,

hai accresciuto in me la forza. 4 Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra, quando ascolteranno le parole della tua bocca. 5 Canteranno le vie del Signore:

grande è la gloria del Signore! 6 Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile; il superbo invece lo riconosce da lontano. 7 Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano e la tua destra mi salva. 8 Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 181/193

Salmo 139 (138) 1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Signore, tu mi scruti e mi conosci, 2 tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, 3 osservi il mio cammino e il mio riposo,

ti sono note tutte le mie vie. 4 La mia parola non è ancora sulla lingua ed ecco, Signore, già la conosci tutta. 5 Alle spalle e di fronte mi circondi

e poni su di me la tua mano. 6 Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile. 7 Dove andare lontano dal tuo spirito?

Dove fuggire dalla tua presenza? 8 Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. 9 Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, 10

anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. 11 Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte», 12

nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno; per te le tenebre sono come luce. 13 Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. 14

Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 182/193

15 Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, ricamato nelle profondità della terra. 16 Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi; erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati quando ancora non ne esisteva uno. 17

Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio! 18 Se volessi contarli, sono più della sabbia. Mi risveglio e sono ancora con te. 19

Se tu, Dio, uccidessi i malvagi! Allontanatevi da me, uomini sanguinari! 20Essi parlano contro di te con inganno, contro di te si alzano invano. 21

Quanto odio, Signore, quelli che ti odiano! Quanto detesto quelli che si oppongono a te! 22Li odio con odio implacabile, li considero miei nemici. 23Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri; 24

vedi se percorro una via di dolore e guidami per una via di eternità.

Salmo 140 (139) 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. 2 Liberami, Signore, dall’uomo malvagio,

proteggimi dall’uomo violento, 3 da quelli che tramano cose malvagie nel cuore

e ogni giorno scatenano guerre. 4 Aguzzano la lingua come serpenti, veleno di vipera è sotto le loro labbra.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 183/193

5 Proteggimi, Signore, dalle mani dei malvagi, salvami dall’uomo violento: essi tramano per farmi cadere. 6 I superbi hanno nascosto lacci e funi, hanno teso una rete sul mio sentiero e contro di me hanno preparato agguati. 7 Io dico al Signore: tu sei il mio Dio;

ascolta, Signore, la voce della mia supplica. 8 Signore Dio, forza che mi salva, proteggi il mio capo nel giorno della lotta. 9 Non soddisfare, Signore, i desideri dei malvagi,

non favorire le loro trame.

Alzano 10 la testa quelli che mi circondano; ma la malizia delle loro labbra li sommerga! 11

Piovano su di loro carboni ardenti; gettali nella fossa e più non si rialzino. 12 L’uomo maldicente non duri sulla terra, il male insegua l’uomo violento fino alla rovina. 13 So che il Signore difende la causa dei poveri, il diritto dei bisognosi. 14

Sì, i giusti loderanno il tuo nome, gli uomini retti abiteranno alla tua presenza.

Salmo 141 (140) 1 Salmo. Di Davide. Signore, a te grido, accorri in mio aiuto; porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco. 2 La mia preghiera stia davanti a te come incenso, le mie mani alzate come sacrificio della sera. 3 Poni, Signore, una guardia alla mia bocca, sorveglia la porta delle mie labbra.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 184/193

4 Non piegare il mio cuore al male, a compiere azioni criminose con i malfattori: che io non gusti i loro cibi deliziosi. 5 Mi percuota il giusto e il fedele mi corregga, l’olio del malvagio non profumi la mia testa, tra le loro malvagità continui la mia preghiera. 6 Siano scaraventati sulle rocce i loro capi

e sentano quanto sono dolci le mie parole: 7 «Come si lavora e si dissoda la terra, le loro ossa siano disperse alla bocca degli inferi». 8 A te, Signore Dio, sono rivolti i miei occhi;

in te mi rifugio, non lasciarmi indifeso. 9 Proteggimi dal laccio che mi tendono, dalle trappole dei malfattori. 10

I malvagi cadano insieme nelle loro reti, mentre io, incolume, passerò oltre.

Salmo 142 (141) 1 Maskil. Di Davide. Quando era nella caverna. Preghiera.

2 Con la mia voce grido al Signore, con la mia voce supplico il Signore; 3 davanti a lui sfogo il mio lamento,

davanti a lui espongo la mia angoscia, 4 mentre il mio spirito viene meno. Tu conosci la mia via: nel sentiero dove cammino mi hanno teso un laccio. 5 Guarda a destra e vedi:

nessuno mi riconosce. Non c’è per me via di scampo, nessuno ha cura della mia vita. 6 Io grido a te, Signore!

Dico: «Sei tu il mio rifugio,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 185/193

sei tu la mia eredità nella terra dei viventi». 7 Ascolta la mia supplica perché sono così misero! Liberami dai miei persecutori perché sono più forti di me. 8 Fa’ uscire dal carcere la mia vita, perché io renda grazie al tuo nome; i giusti mi faranno corona quando tu mi avrai colmato di beni.

Salmo 143 (142) 1 Salmo. Di Davide. Signore, ascolta la mia preghiera! Per la tua fedeltà, porgi l’orecchio alle mie suppliche e per la tua giustizia rispondimi. 2 Non entrare in giudizio con il tuo servo:

davanti a te nessun vivente è giusto. 3 Il nemico mi perseguita, calpesta a terra la mia vita; mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi come i morti da gran tempo. 4 In me viene meno il respiro,

dentro di me si raggela il mio cuore. 5 Ricordo i giorni passati, ripenso a tutte le tue azioni, medito sulle opere delle tue mani. 6 A te protendo le mie mani, sono davanti a te come terra assetata. 7 Rispondimi presto, Signore:

mi viene a mancare il respiro. Non nascondermi il tuo volto: che io non sia come chi scende nella fossa. 8 Al mattino fammi sentire il tuo amore, perché in te confido. Fammi conoscere la strada da percorrere,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 186/193

perché a te s’innalza l’anima mia. 9 Liberami dai miei nemici, Signore, in te mi rifugio. 10 Insegnami a fare la tua volontà, perché sei tu il mio Dio. Il tuo spirito buono mi guidi in una terra piana. 11 Per il tuo nome, Signore, fammi vivere; per la tua giustizia, liberami dall’angoscia. 12

Per la tua fedeltà stermina i miei nemici, distruggi quelli che opprimono la mia vita, perché io sono tuo servo.

Salmo 144 (143) 1 Di Davide. Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia, 2 mio alleato e mia fortezza, mio rifugio e mio liberatore, mio scudo in cui confido, colui che sottomette i popoli al mio giogo. 3 Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore? Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero? 4 L’uomo è come un soffio,

i suoi giorni come ombra che passa. 5 Signore, abbassa il tuo cielo e discendi, tocca i monti ed essi fumeranno. 6 Lancia folgori e disperdili, scaglia le tue saette e sconfiggili. 7 Stendi dall’alto la tua mano,

scampami e liberami dalle grandi acque, dalla mano degli stranieri.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 187/193

8 La loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna. 9 O Dio, ti canterò un canto nuovo,

inneggerò a te con l’arpa a dieci corde, 10 a te, che dai vittoria ai re, che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua. 11

Scampami e liberami dalla mano degli stranieri: la loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna. 12

I nostri figli siano come piante, cresciute bene fin dalla loro giovinezza; le nostre figlie come colonne d’angolo, scolpite per adornare un palazzo. 13 I nostri granai siano pieni, traboccanti di frutti d’ogni specie. Siano a migliaia le nostre greggi, a miriadi nelle nostre campagne; 14 siano carichi i nostri buoi. Nessuna breccia, nessuna fuga, nessun gemito nelle nostre piazze. 15

Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo che ha il Signore come Dio.

Salmo 145 (144) 1 Lode. Di Davide.

Alef O Dio, mio re, voglio esaltarti e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.

Bet 2 Ti voglio benedire ogni giorno, lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Ghimel 3 Grande è il Signore e degno di ogni lode; senza fine è la sua grandezza.

Dalet 4 Una generazione narra all’altra le tue opere,

annuncia le tue imprese.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 188/193

He 5 Il glorioso splendore della tua maestà

e le tue meraviglie voglio meditare.

Vau 6 Parlino della tua terribile potenza: anch’io voglio raccontare la tua grandezza.

Zain 7 Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,

acclamino la tua giustizia.

Het 8 Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore.

Tet 9 Buono è il Signore verso tutti,

la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Iod 10 Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli.

Caf 11 Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza,

Lamed 12

per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno.

Mem 13 Il tuo regno è un regno eterno, il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Nun Fedele è il Signore in tutte le sue parole

e buono in tutte le sue opere.

Samec 14 Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto.

Ain 15

Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.

Pe 16 Tu apri la tua mano e sazi il desiderio di ogni vivente.

Sade 17

Giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere.

Kof 18 Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità.

Res 19

Appaga il desiderio di quelli che lo temono,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 189/193

ascolta il loro grido e li salva.

Sin 20 Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano, ma distrugge tutti i malvagi.

Tau 21 Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre.

Salmo 146 (145) 1 Alleluia.

Loda il Signore, anima mia: 2 loderò il Signore finché ho vita,

canterò inni al mio Dio finché esisto. 3 Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare. 4 Esala lo spirito e ritorna alla terra:

in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni. 5 Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:

la sua speranza è nel Signore suo Dio, 6 che ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene, che rimane fedele per sempre, 7 rende giustizia agli oppressi,

dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri, 8 il Signore ridona la vista ai ciechi,

il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, 9 il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. 10

Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 190/193

Alleluia.

Salmo 147 (146-147) 1 Alleluia. È bello cantare inni al nostro Dio, è dolce innalzare la lode. 2 Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d’Israele; 3 risana i cuori affranti

e fascia le loro ferite. 4 Egli conta il numero delle stelle

e chiama ciascuna per nome. 5 Grande è il Signore nostro, grande nella sua potenza; la sua sapienza non si può calcolare. 6 Il Signore sostiene i poveri,

ma abbassa fino a terra i malvagi. 7 Intonate al Signore un canto di grazie, sulla cetra cantate inni al nostro Dio. 8 Egli copre il cielo di nubi,

prepara la pioggia per la terra, fa germogliare l’erba sui monti, 9 provvede il cibo al bestiame, ai piccoli del corvo che gridano. 10

Non apprezza il vigore del cavallo, non gradisce la corsa dell’uomo. 11 Al Signore è gradito chi lo teme, chi spera nel suo amore. 12 (147,1)

Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 191/193

13 (147,2) perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. 14 (147,3)

Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. 15 (147,4) Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce. 16 (147,5)

Fa scendere la neve come lana, come polvere sparge la brina, 17 (147,6) getta come briciole la grandine: di fronte al suo gelo chi resiste? 18 (147,7)

Manda la sua parola ed ecco le scioglie, fa soffiare il suo vento e scorrono le acque. 19 (147,8) Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. 20 (147,9)

Così non ha fatto con nessun’altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. Alleluia.

Salmo 148 1 Alleluia. Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. 2 Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. 3 Lodatelo, sole e luna,

lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. 4 Lodatelo, cieli dei cieli, voi, acque al di sopra dei cieli. 5 Lodino il nome del Signore, perché al suo comando sono stati creati.

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Salmi

Bibbia CEI 2008 192/193

6 Li ha resi stabili nei secoli per sempre; ha fissato un decreto che non passerà. 7 Lodate il Signore dalla terra,

mostri marini e voi tutti, abissi, 8 fuoco e grandine, neve e nebbia, vento di bufera che esegue la sua parola, 9 monti e voi tutte, colline,

alberi da frutto e voi tutti, cedri, 10 voi, bestie e animali domestici, rettili e uccelli alati. 11

I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, 12 i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini 13

lodino il nome del Signore, perché solo il suo nome è sublime: la sua maestà sovrasta la terra e i cieli. 14 Ha accresciuto la potenza del suo popolo. Egli è la lode per tutti i suoi fedeli, per i figli d’Israele, popolo a lui vicino. Alleluia.

Salmo 149 1 Alleluia. Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli. 2 Gioisca Israele nel suo creatore, esultino nel loro re i figli di Sion. 3 Lodino il suo nome con danze,

con tamburelli e cetre gli cantino inni. 4 Il Signore ama il suo popolo,

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Salmi

Bibbia CEI 2008 193/193

incorona i poveri di vittoria. 5 Esultino i fedeli nella gloria, facciano festa sui loro giacigli. 6 Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani, 7 per compiere la vendetta fra le nazioni

e punire i popoli, 8 per stringere in catene i loro sovrani, i loro nobili in ceppi di ferro, 9 per eseguire su di loro la sentenza già scritta.

Questo è un onore per tutti i suoi fedeli. Alleluia.

Salmo 150 1 Alleluia.

Lodate Dio nel suo santuario, lodatelo nel suo maestoso firmamento. 2 Lodatelo per le sue imprese, lodatelo per la sua immensa grandezza. 3 Lodatelo con il suono del corno,

lodatelo con l’arpa e la cetra. 4 Lodatelo con tamburelli e danze, lodatelo sulle corde e con i flauti. 5 Lodatelo con cimbali sonori,

lodatelo con cimbali squillanti. 6 Ogni vivente dia lode al Signore.

Alleluia.

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Proverbi

Bibbia CEI 2008 1/41

La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

PROVERBI

1 1Proverbi di Salomone, figlio di Davide, re d’Israele, 2per conoscere la sapienza e l’istruzione, per capire i detti intelligenti, 3per acquistare una saggia educazione, equità, giustizia e rettitudine, 4per rendere accorti gli inesperti e dare ai giovani conoscenza e riflessione. 5Il saggio ascolti e accrescerà il sapere, e chi è avveduto acquisterà destrezza, 6per comprendere proverbi e allegorie, le massime dei saggi e i loro enigmi. 7Il timore del Signore è principio della scienza; gli stolti disprezzano la sapienza e l’istruzione. 8Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre, 9perché saranno corona graziosa sul tuo capo e monili per il tuo collo. 10Figlio mio, se i malvagi ti vogliono sedurre, tu non acconsentire! 11Se ti dicono: «Vieni con noi, complottiamo per spargere sangue, insidiamo senza motivo l’innocente, 12inghiottiamoli vivi come fa il regno dei morti, interi, come coloro che scendono nella fossa; 13troveremo ogni specie di beni preziosi, riempiremo di bottino le nostre case, 14tu tirerai a sorte la tua parte insieme con noi, una sola borsa avremo in comune», 15figlio mio, non andare per la loro strada, tieniti lontano dai loro sentieri! 16I loro passi infatti corrono verso il male e si affrettano a spargere sangue. 17Invano si tende la rete sotto gli occhi di ogni sorta di uccelli. 18Ma costoro complottano contro il proprio sangue, pongono agguati contro se stessi. 19Tale è la fine di chi è avido di guadagno;

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Proverbi

Bibbia CEI 2008 2/41

la cupidigia toglie di mezzo colui che ne è dominato. 20La sapienza grida per le strade, nelle piazze fa udire la voce; 21nei clamori della città essa chiama, pronuncia i suoi detti alle porte della città: 22«Fino a quando, o inesperti, amerete l’inesperienza e gli spavaldi si compiaceranno delle loro spavalderie e gli stolti avranno in odio la scienza? 23Tornate alle mie esortazioni: ecco, io effonderò il mio spirito su di voi e vi manifesterò le mie parole. 24Perché vi ho chiamati ma avete rifiutato, ho steso la mano e nessuno se ne è accorto. 25Avete trascurato ogni mio consiglio e i miei rimproveri non li avete accolti; 26anch’io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando su di voi verrà la paura, 27quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore, quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano, quando vi colpiranno angoscia e tribolazione. 28Allora mi invocheranno, ma io non risponderò, mi cercheranno, ma non mi troveranno. 29Perché hanno odiato la sapienza e non hanno preferito il timore del Signore, 30non hanno accettato il mio consiglio e hanno disprezzato ogni mio rimprovero; 31mangeranno perciò il frutto della loro condotta e si sazieranno delle loro trame. 32Sì, lo smarrimento degli inesperti li ucciderà e la spensieratezza degli sciocchi li farà perire; 33ma chi ascolta me vivrà in pace e sarà sicuro senza temere alcun male».

2 1Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, 2tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, 3se appunto invocherai l’intelligenza e rivolgerai la tua voce alla prudenza, 4se la ricercherai come l’argento e per averla scaverai come per i tesori, 5allora comprenderai il timore del Signore e troverai la conoscenza di Dio, 6perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca escono scienza e prudenza. 7Egli riserva ai giusti il successo, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,

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Bibbia CEI 2008 3/41

8vegliando sui sentieri della giustizia e proteggendo le vie dei suoi fedeli. 9Allora comprenderai l’equità e la giustizia, la rettitudine e tutte le vie del bene, 10perché la sapienza entrerà nel tuo cuore e la scienza delizierà il tuo animo. 11La riflessione ti custodirà e la prudenza veglierà su di te, 12per salvarti dalla via del male, dall’uomo che parla di propositi perversi, 13da coloro che abbandonano i retti sentieri per camminare nelle vie delle tenebre, 14che godono nel fare il male e gioiscono dei loro propositi perversi, 15i cui sentieri sono tortuosi e le cui strade sono distorte; 16per salvarti dalla donna straniera, dalla sconosciuta che ha parole seducenti, 17che abbandona il compagno della sua giovinezza e dimentica l’alleanza con il suo Dio. 18La sua casa conduce verso la morte e verso il regno delle ombre i suoi sentieri. 19Quanti vanno da lei non fanno ritorno, non raggiungono i sentieri della vita. 20In tal modo tu camminerai sulla strada dei buoni e rimarrai nei sentieri dei giusti, 21perché gli uomini retti abiteranno nel paese e gli integri vi resteranno, 22i malvagi invece saranno sterminati dalla terra e i perfidi ne saranno sradicati.

3 1Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore custodisca i miei precetti, 2perché lunghi giorni e anni di vita e tanta pace ti apporteranno. 3Bontà e fedeltà non ti abbandonino: légale attorno al tuo collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore, 4e otterrai favore e buon successo agli occhi di Dio e degli uomini. 5Confida nel Signore con tutto il tuo cuore e non affidarti alla tua intelligenza; 6riconoscilo in tutti i tuoi passi ed egli appianerà i tuoi sentieri. 7Non crederti saggio ai tuoi occhi, temi il Signore e sta’ lontano dal male: 8sarà tutta salute per il tuo corpo

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e refrigerio per le tue ossa. 9Onora il Signore con i tuoi averi e con le primizie di tutti i tuoi raccolti; 10i tuoi granai si riempiranno oltre misura e i tuoi tini traboccheranno di mosto. 11Figlio mio, non disprezzare l’istruzione del Signore e non aver a noia la sua correzione, 12perché il Signore corregge chi ama, come un padre il figlio prediletto. 13Beato l’uomo che ha trovato la sapienza, l’uomo che ottiene il discernimento: 14è una rendita che vale più dell’argento e un provento superiore a quello dell’oro. 15La sapienza è più preziosa di ogni perla e quanto puoi desiderare non l’eguaglia. 16Lunghi giorni sono nella sua destra e nella sua sinistra ricchezza e onore; 17le sue vie sono vie deliziose e tutti i suoi sentieri conducono al benessere. 18È un albero di vita per chi l’afferra, e chi ad essa si stringe è beato. 19Il Signore ha fondato la terra con sapienza, ha consolidato i cieli con intelligenza; 20con la sua scienza si aprirono gli abissi e le nubi stillano rugiada. 21Figlio mio, custodisci il consiglio e la riflessione né mai si allontanino dai tuoi occhi: 22saranno vita per te e ornamento per il tuo collo. 23Allora camminerai sicuro per la tua strada e il tuo piede non inciamperà. 24Quando ti coricherai, non avrai paura; ti coricherai e il tuo sonno sarà dolce. 25Non temerai per uno spavento improvviso, né per la rovina degli empi quando essa verrà, 26perché il Signore sarà la tua sicurezza e preserverà il tuo piede dal laccio. 27Non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilità di farlo. 28Non dire al tuo prossimo: «Va’, ripassa, te lo darò domani», se tu possiedi ciò che ti chiede. 29Non tramare il male contro il tuo prossimo, mentre egli dimora fiducioso presso di te. 30Non litigare senza motivo con nessuno, se non ti ha fatto nulla di male. 31Non invidiare l’uomo violento e non irritarti per tutti i suoi successi,

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Bibbia CEI 2008 5/41

32perché il Signore ha in orrore il perverso, mentre la sua amicizia è per i giusti. 33La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio, mentre egli benedice la dimora dei giusti. 34Dei beffardi egli si fa beffe e agli umili concede la sua benevolenza. 35I saggi erediteranno onore, gli stolti invece riceveranno disprezzo.

4 1Ascoltate, o figli, l’istruzione di un padre e fate attenzione a sviluppare l’intelligenza, 2poiché io vi do una buona dottrina; non abbandonate il mio insegnamento. 3Anch’io sono stato un figlio per mio padre, tenero e caro agli occhi di mia madre. 4Egli mi istruiva e mi diceva: «Il tuo cuore ritenga le mie parole; custodisci i miei precetti e vivrai. 5Acquista la sapienza, acquista l’intelligenza; non dimenticare le parole della mia bocca e non allontanartene mai. 6Non abbandonarla ed essa ti custodirà, amala e veglierà su di te. 7Principio della sapienza: acquista la sapienza; a costo di tutto ciò che possiedi, acquista l’intelligenza. 8Stimala ed essa ti esalterà, sarà la tua gloria, se l’abbraccerai. 9Una corona graziosa porrà sul tuo capo, un diadema splendido ti elargirà». 10Ascolta, figlio mio, e accogli le mie parole e si moltiplicheranno gli anni della tua vita. 11Ti indico la via della sapienza, ti guido per i sentieri della rettitudine. 12Quando camminerai non saranno intralciati i tuoi passi, e se correrai, non inciamperai. 13Attieniti alla disciplina, non lasciarla, custodiscila, perché essa è la tua vita. 14Non entrare nella strada degli empi e non procedere per la via dei malvagi. 15Evita quella strada, non passarvi, sta’ lontano e passa oltre. 16Essi non dormono, se non fanno del male, non si lasciano prendere dal sonno; se non fanno cadere qualcuno; 17mangiano il pane dell’empietà e bevono il vino della violenza. 18La strada dei giusti è come la luce dell’alba,

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Proverbi

Bibbia CEI 2008 6/41

che aumenta lo splendore fino al meriggio. 19La via degli empi è come l’oscurità: non sanno dove saranno spinti a cadere. 20Figlio mio, fa’ attenzione alle mie parole, porgi l’orecchio ai miei detti; 21non perderli di vista, custodiscili dentro il tuo cuore, 22perché essi sono vita per chi li trova e guarigione per tutto il suo corpo. 23Più di ogni cosa degna di cura custodisci il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita. 24Tieni lontano da te la bocca bugiarda e allontana da te le labbra perverse. 25I tuoi occhi guardino sempre in avanti e le tue pupille mirino diritto davanti a te. 26Bada alla strada dove metti il piede e tutte le tue vie siano sicure. 27Non deviare né a destra né a sinistra, tieni lontano dal male il tuo piede.

5 1Figlio mio, fa’ attenzione alla mia sapienza e porgi l’orecchio alla mia intelligenza, 2perché tu possa conservare le mie riflessioni e le tue labbra custodiscano la scienza. 3Veramente le labbra di una straniera stillano miele, e più viscida dell’olio è la sua bocca; 4ma alla fine ella è amara come assenzio, pungente come spada a doppio taglio. 5I suoi piedi scendono verso la morte, i suoi passi conducono al regno dei morti, 6perché ella non bada alla via della vita, i suoi sentieri si smarriscono e non se ne rende conto. 7Ora, figli, ascoltatemi e non allontanatevi dalle parole della mia bocca. 8Tieni lontano da lei il tuo cammino e non avvicinarti alla porta della sua casa, 9per non mettere in balìa di altri il tuo onore e i tuoi anni alla mercé di un uomo crudele, 10perché non si sazino dei tuoi beni gli estranei, e le tue fatiche non finiscano in casa di uno sconosciuto 11e tu non debba gemere alla fine, quando deperiranno il tuo corpo e la tua carne, 12e tu debba dire: «Perché mai ho odiato l’istruzione e il mio cuore ha disprezzato la correzione? 13Non ho ascoltato la voce dei miei maestri, non ho prestato orecchio a chi m’istruiva. 14Per poco non mi sono trovato nel colmo dei mali

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in mezzo alla folla e all’assemblea». 15Bevi l’acqua della tua cisterna e quella che zampilla dal tuo pozzo, 16perché non si effondano al di fuori le tue sorgenti e nelle piazze i tuoi ruscelli, 17ed essi siano per te solo e non per degli estranei che sono con te. 18Sia benedetta la tua sorgente, e tu trova gioia nella donna della tua giovinezza: 19cerva amabile, gazzella graziosa, i suoi seni ti inebrino sempre, sii sempre invaghito del suo amore! 20Perché, figlio mio, perderti per la straniera e stringerti al petto di una sconosciuta? 21Poiché sono davanti agli occhi del Signore le vie dell’uomo, egli bada a tutti i suoi sentieri. 22L’empio è preda delle sue iniquità, è tenuto stretto dalle funi del suo peccato. 23Egli morirà per mancanza d’istruzione, si perderà per la sua grande stoltezza.

6 1Figlio mio, se hai garantito per il tuo prossimo, se hai dato la tua mano per un estraneo, 2se ti sei legato con ciò che hai detto e ti sei lasciato prendere dalle parole della tua bocca, 3figlio mio, fa’ così per liberartene: poiché sei caduto nelle mani del tuo prossimo, va’, gèttati ai suoi piedi, importuna il tuo prossimo; 4non concedere sonno ai tuoi occhi né riposo alle tue palpebre, 5così potrai liberartene come la gazzella dal laccio, come un uccello dalle mani del cacciatore. 6Va’ dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio. 7Essa non ha né capo né sorvegliante né padrone, 8eppure d’estate si procura il vitto, al tempo della mietitura accumula il cibo. 9Fino a quando, pigro, te ne starai a dormire? Quando ti scuoterai dal sonno? 10Un po’ dormi, un po’ sonnecchi, un po’ incroci le braccia per riposare, 11e intanto arriva a te la povertà, come un vagabondo, e l’indigenza, come se tu fossi un accattone. 12Il perverso, uomo iniquo, cammina pronunciando parole tortuose, 13ammicca con gli occhi, stropiccia i piedi

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Bibbia CEI 2008 8/41

e fa cenni con le dita. 14Nel suo cuore il malvagio trama cose perverse, in ogni tempo suscita liti. 15Per questo improvvisa verrà la sua rovina, ed egli, in un attimo, crollerà senza rimedio. 16Sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in orrore: 17occhi alteri, lingua bugiarda, mani che versano sangue innocente, 18cuore che trama iniqui progetti, piedi che corrono rapidi verso il male, 19falso testimone che diffonde menzogne e chi provoca litigi tra fratelli. 20Figlio mio, osserva il comando di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre. 21Fissali sempre nel tuo cuore, appendili al collo. 22Quando cammini ti guideranno, quando riposi veglieranno su di te, quando ti desti ti parleranno, 23perché il comando è una lampada e l’insegnamento una luce e un sentiero di vita l’istruzione che ti ammonisce: 24ti proteggeranno dalla donna altrui, dalle parole seducenti della donna sconosciuta. 25Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza, non lasciarti adescare dai suoi sguardi, 26poiché, se la prostituta cerca il pane, la donna sposata ambisce una vita preziosa. 27Si può portare il fuoco sul petto senza bruciarsi i vestiti, 28o camminare sulle braci senza scottarsi i piedi? 29Così chi si accosta alla donna altrui: chi la tocca non resterà impunito. 30Non si disapprova un ladro, se ruba per soddisfare l’appetito quando ha fame; 31eppure, se è preso, dovrà restituire sette volte e consegnare tutti i beni della sua casa. 32Chi commette adulterio è un insensato, agendo in tal modo rovina se stesso. 33Incontrerà percosse e disonore, la sua vergogna non sarà cancellata, 34poiché la gelosia accende l’ira del marito, che non avrà pietà nel giorno della vendetta. 35Egli non accetterà compenso alcuno, rifiuterà ogni dono, anche se grande.

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Bibbia CEI 2008 9/41

7 1Figlio mio, custodisci le mie parole e fa’ tesoro dei miei precetti. 2Osserva i miei precetti e vivrai, il mio insegnamento sia come la pupilla dei tuoi occhi. 3Légali alle tue dita, scrivili sulla tavola del tuo cuore. 4Di’ alla sapienza: «Tu sei mia sorella», e chiama amica l’intelligenza, 5perché ti protegga dalla donna straniera, dalla sconosciuta che ha parole seducenti. 6Mentre dalla finestra della mia casa stavo osservando dietro le inferriate, 7ecco, io vidi dei giovani inesperti, e tra loro scorsi un adolescente dissennato. 8Passava per la piazza, rasente all’angolo, e s’incamminava verso la casa di lei, 9all’imbrunire, al declinare del giorno, all’apparire della notte e del buio. 10Ed ecco, gli si fa incontro una donna in vesti di prostituta, che intende sedurlo. 11Ella è irrequieta e insolente, non sa tenere i piedi in casa sua. 12Ora è per la strada, ora per le piazze, ad ogni angolo sta in agguato. 13Lo afferra, lo bacia e con sfacciataggine gli dice: 14«Dovevo offrire sacrifici di comunione: oggi ho sciolto i miei voti; 15per questo sono uscita incontro a te desiderosa di vederti, e ti ho trovato. 16Ho messo coperte soffici sul mio letto, lenzuola ricamate di lino d’Egitto; 17ho profumato il mio giaciglio di mirra, di àloe e di cinnamòmo. 18Vieni, inebriamoci d’amore fino al mattino, godiamoci insieme amorosi piaceri, 19poiché mio marito non è in casa, è partito per un lungo viaggio, 20ha portato con sé il sacchetto del denaro, tornerà a casa il giorno del plenilunio». 21Lo lusinga con tante moine, lo seduce con labbra allettanti; 22egli incauto la segue, come un bue condotto al macello, come cervo adescato con un laccio, 23finché una freccia non gli trafigge il fegato, come un uccello che si precipita nella rete

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Bibbia CEI 2008 10/41

e non sa che la sua vita è in pericolo. 24Ora, figli, ascoltatemi e fate attenzione alle parole della mia bocca. 25Il tuo cuore non si volga verso le sue vie, non vagare per i suoi sentieri, 26perché molti ne ha fatti cadere trafitti ed erano vigorose tutte le sue vittime. 27Strada del regno dei morti è la sua casa, che scende nelle dimore della morte.

8 1La sapienza forse non chiama e l’intelligenza non fa udire la sua voce? 2In cima alle alture, lungo la via, nei crocicchi delle strade si apposta, 3presso le porte, all’ingresso della città, sulle soglie degli usci essa grida: 4«A voi, uomini, io mi rivolgo, ai figli dell’uomo è diretta la mia voce. 5Imparate, inesperti, la prudenza e voi, stolti, fatevi assennati. 6Ascoltate, perché dirò cose rilevanti, dalle mie labbra usciranno sentenze giuste, 7perché la mia bocca proclama la verità e l’empietà è orrore per le mie labbra. 8Tutte le parole della mia bocca sono giuste, niente in esse è tortuoso o perverso; 9sono tutte chiare per chi le comprende e rette per chi possiede la scienza. 10Accettate la mia istruzione e non l’argento, la scienza anziché l’oro fino, 11perché la sapienza vale più delle perle e quanto si può desiderare non l’eguaglia. 12Io, la sapienza, abito con la prudenza e possiedo scienza e riflessione. 13Temere il Signore è odiare il male: io detesto la superbia e l’arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa. 14A me appartengono consiglio e successo, mia è l’intelligenza, mia è la potenza. 15Per mezzo mio regnano i re e i prìncipi promulgano giusti decreti; 16per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia. 17Io amo coloro che mi amano, e quelli che mi cercano mi trovano. 18Ricchezza e onore sono con me, sicuro benessere e giustizia.

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Bibbia CEI 2008 11/41

19Il mio frutto è migliore dell’oro più fino, il mio prodotto è migliore dell’argento pregiato. 20Sulla via della giustizia io cammino e per i sentieri dell’equità, 21per dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro tesori. 22Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. 23Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra. 24Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; 25prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata, 26quando ancora non aveva fatto la terra e i campi né le prime zolle del mondo. 27Quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso, 28quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso, 29quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva le fondamenta della terra, 30io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, 31giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo. 32Ora, figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie! 33Ascoltate l’esortazione e siate saggi, non trascuratela! 34Beato l’uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire gli stipiti della mia soglia. 35Infatti, chi trova me trova la vita e ottiene il favore del Signore; 36ma chi pecca contro di me fa male a se stesso; quanti mi odiano amano la morte».

9 1La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne. 2Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola. 3Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città: 4«Chi è inesperto venga qui!».

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Bibbia CEI 2008 12/41

A chi è privo di senno ella dice: 5«Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato. 6Abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza». 7Chi corregge lo spavaldo ne riceve disprezzo e chi riprende il malvagio ne riceve oltraggio. 8Non rimproverare lo spavaldo per non farti odiare; rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. 9Da’ consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere. 10Principio della sapienza è il timore del Signore, e conoscere il Santo è intelligenza. 11Per mezzo mio si moltiplicheranno i tuoi giorni, ti saranno aumentati gli anni di vita. 12Se sei sapiente, lo sei a tuo vantaggio, se sei spavaldo, tu solo ne porterai la pena. 13Donna follia è irrequieta, sciocca e ignorante. 14Sta seduta alla porta di casa, su un trono, in un luogo alto della città, 15per invitare i passanti che vanno diritti per la loro strada: 16«Chi è inesperto venga qui!». E a chi è privo di senno ella dice: 17«Le acque furtive sono dolci, il pane preso di nascosto è gustoso». 18Egli non si accorge che là ci sono le ombre e i suoi invitati scendono nel profondo del regno dei morti.

10 1Proverbi di Salomone.

Il figlio saggio allieta il padre, il figlio stolto contrista sua madre. 2I tesori male acquistati non giovano, ma la giustizia libera dalla morte. 3Il Signore non lascia che il giusto soffra la fame, ma respinge la cupidigia dei perfidi. 4La mano pigra rende poveri, la mano operosa arricchisce. 5Chi raccoglie d’estate è previdente e chi dorme al tempo della mietitura è uno svergognato. 6Le benedizioni del Signore sul capo del giusto, la bocca degli empi nasconde violenza. 7La memoria del giusto è in benedizione, il nome degli empi marcisce. 8Chi è saggio di cuore accetta i precetti,

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Bibbia CEI 2008 13/41

chi è stolto di labbra va in rovina. 9Chi cammina nell’integrità va sicuro, chi tiene vie tortuose sarà smascherato. 10Chi chiude un occhio causa dolore, chi riprende a viso aperto procura pace.

11Fonte di vita è la bocca del giusto, la bocca degli empi nasconde violenza. 12L’odio suscita litigi, l’amore ricopre ogni colpa. 13Sulle labbra dell’intelligente si trova la sapienza, ma il bastone è per la schiena dello stolto. 14I saggi fanno tesoro della scienza, ma la bocca dello stolto è una rovina imminente. 15I beni del ricco sono la sua roccaforte, la rovina dei poveri è la loro miseria. 16Il salario del giusto serve per la vita, il guadagno dell’empio è per i vizi. 17Cammina verso la vita chi accetta la correzione, chi trascura il rimprovero si smarrisce. 18Dissimulano l’odio le labbra bugiarde, chi diffonde calunnie è uno stolto. 19Nel molto parlare non manca la colpa, chi frena le labbra è saggio. 20Argento pregiato è la lingua del giusto, il cuore degli empi vale ben poco. 21Le labbra del giusto nutrono molti, gli stolti invece muoiono per la loro stoltezza. 22La benedizione del Signore arricchisce, non vi aggiunge nulla la fatica.

23Per lo stolto compiere il male è un divertimento, così coltivare la sapienza per l’uomo prudente. 24Al malvagio sopraggiunge il male che teme, il desiderio dei giusti invece è soddisfatto. 25Passa la bufera e l’empio non c’è più, il giusto invece resta saldo per sempre. 26Come l’aceto ai denti e il fumo agli occhi, così è il pigro per chi gli affida una missione. 27Il timore del Signore prolunga i giorni, ma gli anni dei malvagi sono accorciati. 28L’attesa dei giusti è gioia, ma la speranza degli empi svanirà. 29La via del Signore è una fortezza per l’uomo integro, ma è una rovina per i malfattori. 30Il giusto non vacillerà mai, ma gli empi non dureranno sulla terra. 31La bocca del giusto espande sapienza, la lingua perversa sarà tagliata. 32Le labbra del giusto conoscono benevolenza,

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Proverbi

Bibbia CEI 2008 14/41

la bocca degli empi cose perverse.

11 1Il Signore aborrisce la bilancia falsa, ma del peso esatto egli si compiace. 2Dove c’è insolenza c’è anche disonore, ma la sapienza sta con gli umili. 3L’integrità guida gli uomini retti, la malvagità è la rovina dei perfidi. 4Non giova la ricchezza nel giorno della collera, ma la giustizia libera dalla morte. 5La giustizia dell’uomo onesto gli spiana la via, per la sua cattiveria cade il cattivo. 6La giustizia salva gli onesti, nella cupidigia restano presi i perfidi. 7Con la morte del malvagio svanisce ogni sua speranza, l’attesa dei ricchi scompare. 8Il giusto è liberato dall’angoscia, al suo posto subentra il malvagio. 9Con la sua bocca il bugiardo rovina l’amico, i giusti con la loro scienza si salvano. 10Della prosperità dei giusti la città si rallegra, per la rovina dei malvagi si fa festa. 11La benedizione degli uomini retti fa prosperare una città, le parole dei malvagi la distruggono. 12Disprezza il suo prossimo chi è privo di senno, ma l’uomo prudente tace. 13Chi va in giro sparlando svela il segreto, ma l’uomo fidato tiene nascosto ciò che sa. 14Dove manca una guida il popolo va in rovina; la salvezza dipende dal numero dei consiglieri. 15Chi garantisce per un estraneo si troverà male, chi rifiuta garanzie vive tranquillo. 16La donna avvenente ottiene onore, gli uomini laboriosi ottengono ricchezze. 17Benefica se stesso chi è buono, il crudele invece tormenta la sua carne. 18L’empio realizza opere fallaci, per chi semina giustizia il salario è assicurato. 19Chi pratica la giustizia si procura la vita, chi persegue il male va verso la morte. 20Un cuore perverso il Signore lo detesta: egli si compiace di chi ha una condotta integra. 21Certamente non resterà impunito il malvagio, ma la discendenza dei giusti sarà salva. 22Un anello d’oro al naso di un maiale, tale è la donna bella ma senza cervello. 23La brama dei giusti è solo il bene,

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Bibbia CEI 2008 15/41

la speranza degli empi è la collera. 24C’è chi largheggia e la sua ricchezza aumenta, c’è chi risparmia oltre misura e finisce nella miseria. 25La persona benefica prospererà e chi disseta sarà dissetato. 26Chi accaparra il grano è maledetto dal popolo, la benedizione sta sul capo di chi lo vende. 27Chi è sollecito del bene incontra favore e chi cerca il male, male gli accadrà. 28Chi confida nella propria ricchezza cadrà, i giusti invece rinverdiranno come foglie. 29Chi crea disordine in casa erediterà vento e lo stolto sarà schiavo dell’uomo di senno. 30Il frutto del giusto è un albero di vita, il saggio conquista i cuori. 31Ecco, il giusto è ripagato sulla terra: tanto più l’empio e il peccatore.

12 1Chi ama la correzione ama la scienza,

chi odia il rimprovero è uno stupido. 2Chi è buono ottiene il favore del Signore, il quale condanna il malintenzionato. 3Non si consolida l’uomo con la malvagità, ma la radice dei giusti non sarà smossa. 4Una donna forte è la corona del marito, ma quella svergognata è come carie nelle sue ossa. 5I pensieri dei giusti sono equità, i propositi degli empi sono frode. 6Le parole degli empi sono insidie mortali, ma la bocca degli uomini retti li salverà. 7Gli empi, una volta abbattuti, più non sono, ma la casa dei giusti resta salda. 8Un uomo è lodato in proporzione alla sua intelligenza, ma chi ha il cuore perverso è disprezzato. 9Un uomo di poco conto che ha un servitore vale più di uno che si vanta, a cui manca il pane. 10Il giusto si prende cura del suo bestiame, ma i sentimenti degli empi sono spietati. 11Chi coltiva la sua terra si sazia di pane, chi insegue chimere è proprio uno stolto. 12Le brame dell’empio sono una rete di mali, la radice dei giusti dà molto frutto. 13Nel peccato delle sue labbra si impiglia il malvagio, ma il giusto sfugge a tale angoscia. 14Con il frutto della bocca ci si sazia di beni; ciascuno sarà ripagato secondo le sue opere. 15La via del malvagio è retta ai propri occhi,

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Bibbia CEI 2008 16/41

il saggio, invece, ascolta il consiglio. 16Lo stolto manifesta subito la sua collera, ma chi è avveduto dissimula l’offesa. 17Chi dice la verità proclama la giustizia, chi testimonia il falso favorisce l’inganno. 18C’è chi chiacchierando è come una spada tagliente, ma la lingua dei saggi risana. 19Il labbro veritiero resta saldo per sempre, quello bugiardo per un istante solo. 20L’inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove la pace. 21Al giusto non può accadere alcun male, i malvagi invece sono pieni di guai. 22Le labbra bugiarde sono un obbrobrio per il Signore: egli si compiace di chiunque fa la verità. 23Chi è avveduto nasconde quello che sa, il cuore degli stolti proclama stoltezze. 24La mano operosa ottiene il comando, quella pigra invece è destinata a servire. 25L’afflizione deprime il cuore dell’uomo, una parola buona lo allieta. 26Il giusto è guida sicura per il suo prossimo, ma la via dei malvagi li porta fuori strada. 27Il pigro non troverà selvaggina, ma la persona industriosa possiede una fortuna. 28Sui sentieri della giustizia si trova la vita, la sua strada non va mai alla morte.

13 1Il figlio saggio ama la correzione del padre, lo spavaldo non ascolta il rimprovero. 2Con il frutto della bocca ci si nutre di beni, ma l’appetito dei perfidi si ciba di violenza. 3Chi sorveglia la bocca preserva la sua vita, chi spalanca le sue labbra va incontro alla rovina. 4Il pigro brama, ma non c’è nulla per il suo appetito, mentre l’appetito dei laboriosi sarà soddisfatto. 5Il giusto odia la parola falsa, l’empio disonora e diffama. 6La giustizia custodisce chi ha una condotta integra, la malvagità manda in rovina il peccatore. 7C’è chi fa il ricco e non ha nulla, c’è chi fa il povero e possiede molti beni. 8Riscatto della vita d’un uomo è la sua ricchezza, ma il povero non avverte la minaccia. 9La luce dei giusti porta gioia, la lampada dei malvagi si spegne. 10L’insolenza provoca litigi,

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Bibbia CEI 2008 17/41

ma la sapienza sta con chi accetta consigli. 11La ricchezza venuta dal nulla diminuisce, chi la accumula a poco a poco, la fa aumentare. 12Un’attesa troppo prolungata fa male al cuore, un desiderio soddisfatto è albero di vita. 13Chi disprezza la parola si rende debitore, chi rispetta un ordine viene ricompensato. 14L’insegnamento del saggio è fonte di vita per sfuggire ai lacci della morte. 15Il senno procura favore, ma il contegno dei perfidi porta alla rovina. 16La persona avveduta prima di agire riflette, lo stolto mette in mostra la sua stupidità. 17Un cattivo messaggero causa sciagure, un inviato fedele porta salute. 18Povertà e ignominia a chi rifiuta la correzione, chi tiene conto del rimprovero sarà onorato. 19Desiderio appagato è dolcezza per l’anima; fa orrore agli stolti evitare il male. 20Va’ con i saggi e saggio diventerai, chi pratica gli stolti ne subirà danno. 21La sventura insegue i peccatori, il bene è la ricompensa dei giusti. 22L’uomo buono lascia eredi i figli dei figli, è riservata al giusto la ricchezza del peccatore. 23Vi è cibo in abbondanza nei campi dei poveri, ma può essere sottratto per mancanza di giustizia. 24Chi risparmia il bastone odia suo figlio, chi lo ama è pronto a correggerlo. 25Il giusto mangia fino a saziarsi, ma il ventre dei malvagi resta vuoto.

14 1La donna saggia costruisce la sua casa,

quella stolta la demolisce con le proprie mani. 2Cammina nella propria giustizia chi teme il Signore, ma chi è traviato nelle proprie vie lo disprezza. 3Nella bocca dello stolto c’è il germoglio della superbia, ma le labbra dei saggi sono la loro salvaguardia. 4Se non ci sono buoi la greppia è vuota, l’abbondanza del raccolto sta nel vigore del toro. 5Il testimone sincero non mentisce, chi proferisce menzogne è testimone falso. 6Lo spavaldo ricerca la sapienza ma invano, la scienza è cosa facile per l’intelligente. 7Stai lontano dall’uomo stolto: in lui non troverai labbra sapienti. 8Il sapiente avveduto conosce la sua strada,

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Bibbia CEI 2008 18/41

ma la stoltezza degli sciocchi è inganno. 9Tra gli stolti risiede la colpa, tra i giusti dimora la benevolenza. 10Il cuore conosce la propria amarezza e alla sua gioia non partecipa l’estraneo. 11La casa degli empi sarà abbattuta, ma la tenda dei giusti prospererà. 12C’è una via che sembra diritta per l’uomo, ma alla fine conduce su sentieri di morte. 13Anche nel riso il cuore prova dolore e la gioia può finire in pena. 14Il perverso si sazia della sua condotta, l’uomo buono delle sue opere. 15L’ingenuo crede a ogni parola, ma chi è avveduto controlla i propri passi. 16Il saggio teme e sta lontano dal male, lo stolto invece è impulsivo e si sente sicuro. 17Chi è pronto all’ira commette sciocchezze, il malintenzionato si rende odioso. 18Gli inesperti ereditano la stoltezza, gli accorti si coronano di scienza. 19I cattivi si inchinano davanti ai buoni, i malvagi davanti alle porte del giusto. 20Il povero è odioso anche a chi gli è pari, ma numerosi sono gli amici del ricco. 21Chi disprezza il prossimo pecca, beato chi ha pietà degli umili. 22Non errano forse quelli che compiono il male? Amore e fedeltà per quanti compiono il bene. 23In ogni fatica c’è un vantaggio, ma le chiacchiere portano solo miseria. 24Corona dei saggi è la loro ricchezza, la follia degli stolti produce solo follia. 25È salvezza per molti il testimone veritiero, ma chi proferisce menzogne è un impostore. 26Nel timore del Signore sta la fiducia del forte; anche per i suoi figli egli sarà un rifugio. 27Il timore del Signore è fonte di vita per sfuggire ai lacci della morte. 28Un popolo numeroso è la gloria del re, ma la scarsità di gente è la rovina del principe. 29Chi è paziente ha grande prudenza, chi è iracondo mostra stoltezza. 30Un cuore tranquillo è la vita del corpo, l’invidia è la carie delle ossa. 31Chi opprime il povero offende il suo creatore, chi ha pietà del misero lo onora. 32Dalla propria cattiveria è travolto il malvagio,

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Bibbia CEI 2008 19/41

anche nella morte il giusto trova rifugio. 33In un cuore intelligente risiede la sapienza, ma in mezzo agli stolti verrà riconosciuta? 34La giustizia esalta una nazione, ma il peccato è la vergogna dei popoli. 35Il favore del re è per il ministro intelligente, la sua ira è per l’indegno.

15 1Una risposta gentile calma la collera,

una parola pungente eccita l’ira. 2Le parole dei saggi fanno gustare la scienza, mentre la bocca degli stolti esprime sciocchezze. 3Gli occhi del Signore arrivano dappertutto, scrutano i malvagi e i buoni. 4Una parola buona è un albero di vita, quella malevola è una ferita al cuore. 5Lo stolto disprezza la correzione di suo padre, chi tiene conto del rimprovero diventa prudente. 6Nella casa del giusto c’è abbondanza di beni, sul guadagno dell’empio incombe il dissesto. 7Le labbra dei saggi diffondono la scienza, non così il cuore degli stolti. 8Il sacrificio dei malvagi è un orrore per il Signore, la preghiera dei buoni gli è gradita. 9Il Signore ha in orrore la condotta dei perversi, egli ama chi pratica la giustizia. 10Correzione severa per chi abbandona il retto sentiero; chi rifiuta i rimproveri morirà! 11Abisso e regno dei morti sono palesi davanti al Signore, quanto più i cuori degli uomini! 12Lo spavaldo non vuole essere corretto, egli non va in compagnia dei saggi. 13Un cuore lieto dà serenità al volto, ma quando il cuore è triste, lo spirito è depresso. 14Un cuore intelligente desidera imparare, la bocca dello stolto si pasce della sua ignoranza. 15Tutti i giorni sono brutti per il povero, per un cuore felice è sempre festa. 16È meglio aver poco con il timore di Dio che un grande tesoro con l’inquietudine. 17È meglio un piatto di verdura con l’amore che un bue grasso con l’odio. 18Chi è collerico suscita contese, chi è paziente calma le liti. 19La strada del pigro è come una siepe di spine, il sentiero dei retti è scorrevole. 20Il figlio saggio allieta il padre,

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Bibbia CEI 2008 20/41

il figlio stolto disprezza sua madre. 21La stoltezza è una gioia per chi è privo di senno; chi è prudente cammina diritto. 22Falliscono le decisioni prese senza consultazione, riescono quelle suggerite da molti consiglieri. 23È una gioia saper dare una risposta; una parola detta al momento giusto è gradita! 24Per l’uomo assennato la strada della vita è verso l’alto, per salvarlo dal regno dei morti che è in basso. 25Il Signore abbatte la casa dei superbi, ma consolida il confine della vedova. 26Il Signore aborrisce i pensieri malvagi, ma le parole benevole gli sono gradite. 27Sconvolge la sua casa chi è avido di guadagni disonesti, ma chi detesta i regali vivrà. 28La mente del giusto riflette prima di rispondere, ma la bocca dei malvagi esprime cattiveria. 29Il Signore è lontano dai malvagi, ma ascolta la preghiera dei giusti. 30Uno sguardo luminoso dà gioia al cuore, una notizia lieta rinvigorisce le ossa. 31Chi ascolta un rimprovero salutare potrà stare in mezzo ai saggi. 32Chi rifiuta la correzione disprezza se stesso, ma chi ascolta il rimprovero acquista senno. 33Il timore di Dio è scuola di sapienza, prima della gloria c’è l’umiltà.

16 1All’uomo appartengono i progetti del cuore, ma dal Signore viene la risposta della lingua. 2Agli occhi dell’uomo tutte le sue opere sembrano pure, ma chi scruta gli spiriti è il Signore. 3Affida al Signore le tue opere e i tuoi progetti avranno efficacia. 4Il Signore ha fatto ogni cosa per il suo fine e anche il malvagio per il giorno della sventura.

5Il Signore ha in orrore ogni cuore superbo, certamente non resterà impunito. 6Con la bontà e la fedeltà si espia la colpa, ma con il timore del Signore si evita il male. 7Se il Signore si compiace della condotta di un uomo, lo riconcilia anche con i suoi nemici. 8È meglio avere poco con onestà che molte rendite senza giustizia. 9Il cuore dell’uomo elabora progetti, ma è il Signore che rende saldi i suoi passi. 10L’oracolo è sulle labbra del re,

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Bibbia CEI 2008 21/41

in giudizio la sua bocca non sbaglia. 11La stadera e le bilance giuste appartengono al Signore, sono opera sua tutti i pesi del sacchetto. 12È un orrore per i re commettere un’azione iniqua, poiché il trono sta saldo con la giustizia. 13Il re si compiace di chi dice la verità, egli ama chi parla con rettitudine. 14L’ira del re è messaggera di morte, ma il saggio la placherà. 15Se il volto del re è luminoso, c’è la vita: il suo favore è come pioggia di primavera. 16Possedere la sapienza è molto meglio dell’oro, acquisire l’intelligenza è preferibile all’argento. 17La strada degli uomini retti è evitare il male; conserva la vita chi controlla la sua condotta. 18Prima della rovina viene l’orgoglio e prima della caduta c’è l’arroganza. 19È meglio essere umili con i poveri che spartire la preda con i superbi. 20Chi è prudente nel parlare troverà il bene, ma chi confida nel Signore è beato. 21Chi è saggio di cuore è ritenuto intelligente; il linguaggio dolce aumenta la dottrina. 22Fonte di vita è il senno per chi lo possiede, ma castigo degli stolti è la stoltezza. 23Il cuore del saggio rende assennata la sua bocca e sulle sue labbra fa crescere la dottrina. 24Favo di miele sono le parole gentili, dolce per il palato e medicina per le ossa. 25C’è una via che sembra diritta per l’uomo, ma alla fine conduce su sentieri di morte. 26La brama fa lavorare chi lavora, è la sua bocca che lo sprona. 27L’uomo iniquo ordisce la sciagura, sulle sue labbra c’è come un fuoco ardente. 28L’uomo perverso provoca litigi, chi calunnia divide gli amici. 29L’uomo violento inganna il prossimo e lo spinge per una via non buona. 30Chi socchiude gli occhi medita inganni, chi stringe le labbra ha già commesso il male. 31Diadema splendido è la canizie, ed essa si trova sulla via della giustizia. 32È meglio la pazienza che la forza di un eroe, chi domina se stesso vale più di chi conquista una città. 33Nel cavo della veste si getta la sorte, ma la decisione dipende tutta dal Signore.

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Bibbia CEI 2008 22/41

17 1Meglio un tozzo di pane secco con tranquillità che una casa piena di banchetti con discordia. 2Lo schiavo intelligente prevarrà su un figlio disonorato e avrà parte con i fratelli all’eredità. 3Il crogiuolo è per l’argento e il forno per l’oro, ma chi prova i cuori è il Signore. 4Il malfattore presta attenzione a un labbro maldicente, il bugiardo ascolta una lingua nociva. 5Chi deride il povero offende il suo creatore, chi gioisce per colui che va in rovina non resterà impunito. 6Corona dei vecchi sono i figli dei figli, onore dei figli i loro padri. 7Non s’addice all’insensato un linguaggio elevato, ancor meno al principe un linguaggio falso. 8Il regalo di corruzione è come un talismano per chi lo possiede: dovunque egli si volga ottiene successo. 9Chi copre la colpa cerca l’amicizia, ma chi la divulga divide gli amici. 10Fa più effetto un rimprovero all’assennato che cento percosse allo stolto. 11Il malvagio non cerca altro che la ribellione, ma gli sarà mandato contro un messaggero senza pietà. 12Meglio incontrare un’orsa privata dei figli che uno stolto in preda alla follia. 13A chi rende male per bene non si allontanerà la sventura dalla sua casa. 14Iniziare un litigio è come aprire una diga; prima che la lite si esasperi, troncala. 15Assolvere il reo e condannare il giusto: ecco due cose che il Signore ha in orrore. 16A che serve il denaro in mano allo stolto? Per comprare la sapienza, se non ha senno? 17Un amico vuol bene sempre, è nato per essere un fratello nella sventura. 18È privo di senno l’uomo che dà la sua mano e si fa garante per il suo prossimo. 19Chi ama la rissa ama il delitto, chi ingrandisce la sua porta cerca la rovina. 20Chi ha un cuore perverso non troverà mai felicità e chi ha la lingua tortuosa cadrà in rovina. 21Chi genera uno stolto ne avrà afflizione; non gioirà il padre di uno sciocco. 22Un cuore lieto fa bene al corpo, uno spirito depresso inaridisce le ossa. 23L’iniquo accetta regali sotto banco per deviare il corso della giustizia. 24L’uomo prudente ha la sapienza davanti a sé,

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Bibbia CEI 2008 23/41

ma gli occhi dello stolto vagano in capo al mondo. 25Un figlio stolto è un tormento per il padre e un’amarezza per colei che lo ha partorito. 26Certo non è bene punire chi ha ragione, colpire gente perbene è contro la giustizia. 27Chi è parco di parole possiede la scienza e chi è di spirito calmo è un uomo prudente. 28Anche lo stolto, se tace, passa per saggio, e per intelligente se tiene chiuse le labbra.

18 1Chi si tiene appartato cerca il suo piacere e con ogni stratagemma attacca brighe. 2Lo stolto non ama la prudenza, ma vuole solo far mostra dei suoi sentimenti. 3Con la malvagità viene il disprezzo, con il disonore anche l’ignominia. 4Le parole della bocca dell’uomo sono acqua profonda, la fonte della sapienza è un torrente che straripa. 5Non è bene usare riguardi al malvagio per far torto al giusto in un giudizio. 6Le labbra dello stolto suscitano liti e la sua bocca gli provoca percosse. 7La bocca dello stolto è la sua rovina e le sue labbra sono una trappola per la sua vita. 8Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi che scendono fin nel più intimo. 9Chi è già indolente nel suo lavoro è fratello del dissipatore. 10Torre fortificata è il nome del Signore: il giusto vi si rifugia ed è al sicuro. 11I beni del ricco sono la sua roccaforte, sono come un’alta muraglia nella sua immaginazione. 12Prima della caduta il cuore dell’uomo si esalta, prima della gloria c’è l’umiltà. 13Chi risponde prima di avere ascoltato, mostra stoltezza e ne avrà vergogna. 14Lo spirito dell’uomo lo sostiene nella malattia, ma uno spirito depresso chi lo solleverà? 15Il cuore intelligente acquista la scienza, l’orecchio dei saggi ricerca il sapere. 16Il dono che l’uomo fa gli spiana la via e lo introduce alla presenza dei grandi. 17Il primo a parlare in una lite sembra aver ragione, ma viene il suo avversario e lo confuta. 18La sorte fa cessare le contese e decide fra i potenti. 19Un fratello offeso è più inespugnabile d’una roccaforte,

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Bibbia CEI 2008 24/41

le liti sono come le sbarre di un castello. 20Con il frutto della bocca ci si sazia il ventre, ognuno si sazia con il prodotto delle sue labbra. 21Morte e vita sono in potere della lingua e chi ne fa buon uso ne mangerà i frutti. 22Chi trova una moglie trova una fortuna e ottiene il favore del Signore. 23Il povero parla con suppliche, il ricco risponde con durezza. 24Ci sono compagni che si rovinano a vicenda, ma anche amici più affezionati di un fratello.

19 1Meglio un povero dalla condotta integra di uno dalle labbra perverse e che è stolto. 2Il desiderio ansioso senza riflessione non è cosa buona, e chi va a passi frettolosi sbaglia strada. 3La stoltezza dell’uomo rovina la sua via, ma poi egli si adira contro il Signore. 4Le ricchezze moltiplicano gli amici, ma il povero è abbandonato dall’amico che ha. 5Il falso testimone non resterà impunito, chi diffonde menzogne non avrà scampo. 6Molti sono gli adulatori dell’uomo generoso, e tutti sono amici di chi fa doni. 7Il povero è disprezzato dai suoi stessi fratelli, tanto più si allontanano da lui i suoi amici. Egli va in cerca di parole, ma non ci sono. 8Chi acquista senno ama se stesso e chi conserva la prudenza trova fortuna. 9Il falso testimone non resterà impunito, chi diffonde menzogne perirà. 10Allo stolto non conviene una vita agiata, ancor meno a un servo comandare ai prìncipi. 11È segno d’intelligenza per l’uomo trattenere la collera, ed è sua gloria passare sopra alle offese. 12L’ira del re è come ruggito di leone, come rugiada sull’erba è la sua benevolenza. 13Un figlio stolto è una disgrazia per il padre e i litigi della moglie sono come stillicidio incessante. 14La casa e il patrimonio si ereditano dal padre, ma una moglie assennata è dono del Signore. 15La pigrizia fa cadere in torpore, e chi è indolente patirà la fame. 16Chi custodisce il precetto custodisce se stesso, chi trascura la propria condotta morirà. 17Chi ha pietà del povero fa un prestito al Signore, che gli darà la sua ricompensa.

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Bibbia CEI 2008 25/41

18Correggi tuo figlio, perché c’è speranza, ma non lasciarti andare fino a farlo morire. 19L’iracondo deve essere punito; se lo risparmi, lo diventerà ancora di più. 20Ascolta il consiglio e accetta la correzione, per essere saggio fino al termine della tua vita. 21Molti sono i progetti nel cuore dell’uomo, ma solo i disegni del Signore si compiono. 22Il pregio dell’uomo è la sua bontà; meglio un povero che un bugiardo. 23Il timore di Dio conduce alla vita e chi ne è pieno dorme tranquillo senza essere raggiunto dalla

sventura. 24Il pigro immerge la mano nel piatto, ma non è capace di riportarla alla bocca. 25Percuoti lo spavaldo e l’inesperto diventerà accorto, rimprovera il prudente e imparerà la lezione. 26Rovina il padre e fa fuggire la madre un figlio disonorato e infame. 27Figlio mio, cessa di accogliere l’istruzione se vuoi allontanarti dalle parole della sapienza. 28Il testimone iniquo si beffa della giustizia e la bocca dei malvagi ingoia l’iniquità. 29Per gli spavaldi sono pronte le punizioni e le percosse per la schiena degli stolti.

20 1Il vino è beffardo, il liquore è tumultuoso; chiunque si perde dietro ad esso non è saggio. 2La collera del re è come ruggito di leone; chiunque lo irrita rischia la vita. 3È una gloria evitare le contese, attaccar briga è proprio degli stolti. 4Il pigro non ara d’autunno: alla mietitura cerca, ma non trova nulla. 5Acque profonde sono i consigli nel cuore umano, l’uomo accorto le sa attingere. 6Molti proclamano la propria bontà, ma una persona fidata chi la trova? 7Chi cammina nella sua integrità è giusto; beati i figli che lascia dietro di sé! 8Il re che siede in tribunale con il suo sguardo dissipa ogni male. 9Chi può dire: «Ho la coscienza pulita, sono puro dal mio peccato?». 10Doppio peso e doppia misura sono due cose che il Signore aborrisce. 11Già con le sue azioni il fanciullo rivela

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Bibbia CEI 2008 26/41

se è puro e retto il suo comportamento. 12L’orecchio che ascolta e l’occhio che vede: l’uno e l’altro li ha fatti il Signore. 13Non amare il sonno per non diventare povero, tieni gli occhi aperti e avrai pane a sazietà. 14«Robaccia, robaccia» dice chi compra, ma quando se ne va, allora se ne vanta. 15C’è possesso di oro e moltitudine di perle, ma la cosa più preziosa sono le labbra sapienti. 16Prendigli il vestito perché si è fatto garante per un estraneo e tienilo in pegno per uno sconosciuto. 17È piacevole il pane procurato con frode, ma poi la bocca sarà piena di granelli di sabbia. 18Pondera bene la tua strategia, consìgliati, e fa’ la guerra con molta riflessione. 19Chi va in giro sparlando svela il segreto; non associarti a chi ha sempre aperte le labbra. 20Chi maledice il padre e la madre vedrà spegnersi la sua lampada nel cuore delle tenebre. 21Un’eredità accumulata in fretta all’inizio non sarà benedetta alla fine. 22Non dire: «Renderò male per male»; confida nel Signore ed egli ti libererà. 23Il Signore ha in orrore il doppio peso, la bilancia falsa non è cosa buona. 24Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo: come può l’essere umano conoscere la sua strada? 25È una trappola esclamare subito: «Sacro!» e riflettere solo dopo aver fatto il voto. 26Un re saggio disperde i malvagi e con la ruota li stritola come paglia. 27Lampada del Signore è lo spirito dell’uomo: essa scruta dentro, fin nell’intimo. 28Bontà e fedeltà vegliano sul re, sulla giustizia è basato il suo trono. 29Vanto dei giovani è la loro forza, ornamento dei vecchi è la canizie. 30Le ferite sanguinanti leniscono il male, le percosse purificano fin nell’intimo.

21 1Il cuore del re è un corso d’acqua in mano al Signore: lo dirige dovunque egli vuole. 2Agli occhi dell’uomo ogni sua via sembra diritta, ma chi scruta i cuori è il Signore. 3Praticare la giustizia e l’equità per il Signore vale più di un sacrificio. 4Occhi alteri e cuore superbo,

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Bibbia CEI 2008 27/41

lucerna dei malvagi è il peccato. 5I progetti di chi è diligente si risolvono in profitto, ma chi ha troppa fretta va verso l’indigenza. 6Accumulare tesori a forza di menzogne è futilità effimera di chi cerca la morte. 7La violenza dei malvagi li travolge, perché rifiutano di praticare la giustizia. 8La via di un uomo colpevole è tortuosa, ma l’innocente è retto nel suo agire. 9È meglio abitare su un angolo del tetto che avere casa in comune con una moglie litigiosa. 10L’anima del malvagio desidera fare il male, ai suoi occhi il prossimo non trova pietà. 11Quando lo spavaldo viene punito, l’inesperto diventa saggio; egli acquista scienza quando il saggio viene istruito. 12Il giusto osserva la casa del malvagio e precipita i malvagi nella sventura. 13Chi chiude l’orecchio al grido del povero invocherà a sua volta e non otterrà risposta. 14Un dono fatto in segreto calma la collera, un regalo di nascosto placa il furore violento. 15È una gioia per il giusto quando è fatta giustizia, mentre è un terrore per i malfattori. 16L’uomo che si scosta dalla via della saggezza, riposerà nell’assemblea delle ombre dei morti. 17Diventerà indigente chi ama i piaceri, chi ama vino e profumi non si arricchirà. 18Il malvagio serve da riscatto per il giusto e il perfido per gli uomini retti. 19Meglio abitare in un deserto che con una moglie litigiosa e irritabile. 20Tesori preziosi e profumi sono nella dimora del saggio, ma l’uomo stolto dilapida tutto. 21Chi ricerca la giustizia e l’amore troverà vita e gloria. 22Il saggio assale una città di guerrieri e abbatte la fortezza in cui essa confidava. 23Chi custodisce la bocca e la lingua preserva se stesso dalle afflizioni. 24Il superbo arrogante si chiama spavaldo, egli agisce nell’eccesso dell’insolenza. 25Il desiderio del pigro lo porta alla morte, perché le sue mani rifiutano di lavorare. 26L’empio indulge tutto il giorno alla cupidigia, mentre il giusto dona senza risparmiare. 27Il sacrificio dei malvagi è un orrore, tanto più se offerto con cattiva intenzione. 28Il falso testimone perirà,

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Bibbia CEI 2008 28/41

ma chi ascolta potrà parlare sempre. 29Il malvagio assume un’aria sfrontata, l’uomo retto controlla la propria condotta. 30Non c’è sapienza, non c’è prudenza, non c’è consiglio di fronte al Signore. 31Il cavallo è pronto per il giorno della battaglia, ma al Signore appartiene la vittoria.

22 1Un buon nome è preferibile a grandi ricchezze e la benevolenza altrui vale più dell’argento e dell’oro. 2Il ricco e il povero s’incontrano in questo: il Signore ha creato l’uno e l’altro. 3L’accorto vede il pericolo e si nasconde, gli inesperti vanno avanti e la pagano. 4Frutti dell’umiltà sono il timore di Dio, la ricchezza, l’onore e la vita. 5Spine e tranelli sono sulla via del perverso; chi ha cura di se stesso se ne tiene lontano. 6Indirizza il giovane sulla via da seguire; neppure da vecchio se ne allontanerà. 7Il ricco domina sul povero e chi riceve prestiti è schiavo del suo creditore. 8Chi semina ingiustizia raccoglie miseria e il bastone che usa nella sua collera svanirà. 9Chi è generoso sarà benedetto, perché egli dona del suo pane al povero. 10Scaccia lo spavaldo e la discordia se ne andrà: cesseranno i litigi e gli insulti. 11Chi ama la schiettezza del cuore e la benevolenza sulle labbra, sarà amico del re. 12Gli occhi del Signore custodiscono la scienza: in tal modo egli confonde le parole del perfido. 13Il pigro dice: «C’è un leone là fuori: potrei essere ucciso in mezzo alla strada». 14La bocca delle straniere è una fossa profonda: vi cade colui che è in ira al Signore. 15La stoltezza è legata al cuore del fanciullo, ma il bastone della correzione l’allontana da lui. 16Chi opprime il povero non fa che arricchirlo, chi dà a un ricco non fa che impoverirsi. 17Porgi l’orecchio e ascolta le parole dei sapienti, applica la tua mente alla mia istruzione: 18ti saranno piacevoli se le custodirai nel tuo intimo, se le terrai pronte sulle tue labbra. 19Perché sia riposta nel Signore la tua fiducia, oggi le faccio conoscere a te. 20Ecco, ho scritto per te trenta massime,

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in materia di consigli e di saggezza, 21perché tu sappia riferire in modo conveniente parole di verità e possa riportarle a quelli che ti mandano. 22Non depredare il povero perché egli è povero, e non affliggere il misero in tribunale, 23perché il Signore difenderà la loro causa e spoglierà della vita coloro che li hanno spogliati. 24Non ti associare a un collerico e non praticare un uomo iracondo, 25per non abituarti alle sue maniere e procurarti una trappola per la tua vita. 26Non essere di quelli che danno la mano e si fanno garanti dei debiti altrui, 27perché, se poi non avrai da pagare, si dovrebbe togliere il letto di sotto a te. 28Non spostare il confine antico, che è stato posto dai tuoi padri. 29Hai visto un uomo sollecito nel lavoro? Egli starà al servizio del re e non al servizio di gente oscura!

23 1Quando siedi a mangiare con uno che ha autorità, bada bene a ciò che ti è messo davanti; 2mettiti un coltello alla gola, se hai molto appetito. 3Non bramare le sue ghiottonerie, perché sono un cibo fallace. 4Non affannarti per accumulare ricchezze, sii intelligente e rinuncia. 5Su di esse volano i tuoi occhi ma già non ci sono più: perché mettono ali come aquila e volano verso il cielo. 6Non mangiare il pane dell’avaro e non bramare le sue ghiottonerie, 7perché, come uno che pensa solo a se stesso, ti dirà: «Mangia e bevi», ma il suo cuore non è con te. 8Vomiterai il boccone che hai mangiato e rovinerai le tue parole gentili. 9Non parlare agli orecchi di uno stolto, perché egli disprezzerà le tue sagge parole. 10Non spostare il confine antico, e non invadere il campo degli orfani, 11perché il loro vendicatore è forte e difenderà la loro causa contro di te. 12Apri il tuo cuore alla correzione e il tuo orecchio ai discorsi sapienti.

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13Non risparmiare al fanciullo la correzione, perché se lo percuoti con il bastone non morirà; 14anzi, se lo percuoti con il bastone, lo salverai dal regno dei morti. 15Figlio mio, se il tuo cuore sarà saggio, anche il mio sarà colmo di gioia. 16Esulterò dentro di me, quando le tue labbra diranno parole rette. 17Non invidiare in cuor tuo i peccatori, ma resta sempre nel timore del Signore, 18perché così avrai un avvenire e la tua speranza non sarà stroncata. 19Ascolta, figlio mio, e sii saggio e indirizza il tuo cuore sulla via retta. 20Non essere fra quelli che s’inebriano di vino né fra coloro che sono ingordi di carne, 21perché l’ubriacone e l’ingordo impoveriranno e di stracci li rivestirà la sonnolenza. 22Ascolta tuo padre che ti ha generato, non disprezzare tua madre quando è vecchia. 23Acquista la verità e non rivenderla, la sapienza, l’educazione e la prudenza. 24Il padre del giusto gioirà pienamente, e chi ha generato un saggio se ne compiacerà. 25Gioiscano tuo padre e tua madre e si rallegri colei che ti ha generato. 26Fa’ bene attenzione a me, figlio mio, e piacciano ai tuoi occhi le mie vie: 27una fossa profonda è la prostituta, e un pozzo stretto la straniera. 28Ella si apposta come un ladro e fra gli uomini fa crescere il numero dei traditori. 29Per chi i guai? Per chi i lamenti? Per chi i litigi? Per chi i gemiti? A chi le percosse per futili motivi? A chi gli occhi torbidi? 30Per quelli che si perdono dietro al vino, per quelli che assaporano bevande inebrianti. 31Non guardare il vino come rosseggia, come scintilla nella coppa e come scorre morbidamente; 32finirà per morderti come un serpente e pungerti come una vipera. 33Allora i tuoi occhi vedranno cose strane e la tua mente dirà cose sconnesse. 34Ti parrà di giacere in alto mare o di giacere in cima all’albero maestro. 35«Mi hanno picchiato, ma non sento male.

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Bibbia CEI 2008 31/41

Mi hanno bastonato, ma non me ne sono accorto. Quando mi sveglierò? Ne chiederò dell’altro!».

24 1Non invidiare le persone malvagie, non desiderare di stare con loro, 2poiché il loro cuore trama rovine e le loro labbra non esprimono che malanni. 3Con la sapienza si costruisce una casa e con la prudenza la si rende salda; 4con la scienza si riempiono le sue stanze di tutti i beni preziosi e deliziosi. 5Il saggio cresce in potenza e chi è esperto aumenta di forza. 6Perché con le strategie si fa la guerra e la vittoria dipende dal numero dei consiglieri. 7È troppo alta la sapienza per lo stolto, alla porta della città egli non potrà aprire bocca. 8Chi trama per fare il male si chiama mestatore. 9Il proposito dello stolto è il peccato e lo spavaldo è aborrito da tutti. 10Se te ne stai indolente nel giorno della sventura, ben poca è la tua forza. 11Libera quelli che sono condotti alla morte e salva quelli che sono trascinati al supplizio. 12Se tu dicessi: «Io non lo sapevo», credi che non l’intenda colui che pesa i cuori? Colui che veglia sulla tua vita lo sa; egli renderà a ciascuno secondo le sue opere. 13Mangia il miele, figlio mio, perché è buono e il favo è dolce al tuo palato. 14Sappi che tale è la sapienza per te; se la trovi, avrai un avvenire e la tua speranza non sarà stroncata. 15Non insidiare, come un malvagio, la dimora del giusto, non distruggere la sua abitazione, 16perché se il giusto cade sette volte, egli si rialza, ma i malvagi soccombono nella sventura. 17Non ti rallegrare per la caduta del tuo nemico e non gioisca il tuo cuore, quando egli soccombe, 18perché il Signore non veda e se ne dispiaccia e allontani da lui la sua collera. 19Non irritarti per i malfattori e non invidiare i malvagi, 20perché non ci sarà avvenire per il cattivo e la lampada dei malvagi si spegnerà. 21Figlio mio, temi il Signore e il re,

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Bibbia CEI 2008 32/41

e con i ribelli non immischiarti, 22perché improvviso sorgerà il loro castigo e la rovina mandata da entrambi chi la conosce? 23Anche queste sono parole dei saggi. Avere preferenze personali in giudizio non è bene. 24Chi dice al malvagio: «Tu sei innocente», i popoli lo malediranno, le genti lo detesteranno; 25a chi invece lo punisce tutto andrà bene, su di lui si riverserà la benedizione. 26Dà un bacio sulle labbra chi risponde con parole giuste. 27Cura prima il tuo lavoro di fuori e prepàratelo nel tuo campo, e poi costruisciti la casa. 28Non testimoniare senza motivo contro il tuo prossimo, non ingannare con le labbra. 29Non dire: «Come ha fatto a me così io farò a lui, renderò a ciascuno come si merita». 30Sono passato vicino al campo di un pigro, alla vigna di un uomo insensato: 31ecco, ovunque erano cresciute le erbacce, il terreno era coperto di cardi e il recinto di pietre era in rovina. 32Ho osservato e ho riflettuto, ho visto e ho tratto questa lezione: 33un po’ dormi, un po’ sonnecchi, un po’ incroci le braccia per riposare, 34e intanto arriva a te la povertà, come un vagabondo, e l’indigenza, come se tu fossi un accattone.

25 1Anche questi sono proverbi di Salomone, raccolti dagli uomini di

Ezechia, re di Giuda.

2È gloria di Dio nascondere le cose, è gloria dei re investigarle. 3I cieli per la loro altezza, la terra per la sua profondità e il cuore dei re sono inesplorabili. 4Togli le scorie dall’argento e l’orafo ne farà un bel vaso; 5togli il malvagio dalla presenza del re e il suo trono si stabilirà sulla giustizia. 6Non darti arie davanti al re e non metterti al posto dei grandi, 7perché è meglio sentirsi dire: «Sali quassù», piuttosto che essere umiliato davanti a uno più importante. Ciò che i tuoi occhi hanno visto, 8non esibirlo troppo in fretta in un processo;

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altrimenti che farai alla fine, quando il tuo prossimo ti svergognerà? 9La tua causa discutila con il tuo vicino, ma non rivelare il segreto altrui, 10perché chi ti ascolta non ti biasimi e il tuo discredito sarebbe irreparabile. 11Come mele d’oro su vassoio d’argento cesellato, è una parola detta a suo tempo. 12Come anello d’oro e collana preziosa è un saggio che ammonisce un orecchio attento. 13Come il fresco di neve al tempo della mietitura è un messaggero fedele per chi lo manda: egli rinfranca l’animo del suo signore. 14Nuvole e vento, ma senza pioggia, tale è l’uomo che si vanta di regali che non fa. 15Con la pazienza il giudice si lascia persuadere, una lingua dolce spezza le ossa. 16Se hai trovato il miele, mangiane quanto ti basta, per non esserne nauseato e poi vomitarlo. 17Metti di rado il piede in casa del tuo vicino, perché, stanco di te, non ti prenda in odio. 18Mazza, spada e freccia acuta è colui che depone il falso contro il suo prossimo. 19Quale dente cariato e quale piede slogato, tale è l’appoggio del perfido nel giorno della sventura. 20Come chi toglie il mantello in un giorno di freddo e come chi versa aceto su una piaga viva, tale è colui che canta canzoni a un cuore afflitto. 21Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere, 22perché così ammasserai carboni ardenti sul suo capo e il Signore ti ricompenserà. 23La tramontana porta la pioggia, la lingua maldicente provoca lo sdegno sul volto. 24È meglio abitare su un angolo del tetto, che avere casa in comune con una moglie litigiosa. 25Come acqua fresca per una gola riarsa è una buona notizia da un paese lontano. 26Fontana torbida e sorgente inquinata, tale è il giusto che vacilla di fronte al malvagio. 27Mangiare troppo miele non è bene, né cercare onori eccessivi. 28Una città smantellata, senza mura, tale è chi non sa dominare se stesso.

26 1Come neve d’estate e pioggia alla mietitura, così l’onore non conviene allo stolto.

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2Come passero che svolazza, come rondine che volteggia, così una maledizione immotivata non ha effetto. 3La frusta per il cavallo, la cavezza per l’asino e il bastone per la schiena degli stolti. 4Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza, per non divenire anche tu simile a lui. 5Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza, perché egli non si creda saggio. 6Si taglia i piedi e beve amarezze chi invia messaggi per mezzo di uno stolto. 7Come pendono le gambe da uno zoppo, così una massima sulla bocca dello stolto. 8Come chi lega una pietra alla fionda, così chi attribuisce onori a uno stolto. 9Come ramo spinoso in mano a un ubriaco, così una massima sulla bocca dello stolto. 10È come un arciere che colpisce a caso chi paga lo stolto o stipendia il primo che passa. 11Come il cane torna al suo vomito, così lo stolto ripete le sue stoltezze. 12Hai visto un uomo che è saggio ai suoi occhi? C’è più da sperare da uno stolto che da lui. 13Il pigro dice: «C’è una belva per la strada, un leone si aggira per le piazze». 14La porta gira sui cardini, così il pigro sul suo letto. 15Il pigro immerge la mano nel piatto, ma dura fatica a riportarla alla bocca. 16Il pigro si crede più saggio di sette persone che rispondono con senno. 17È simile a chi prende un cane per le orecchie un passante che si intromette nella lite di un altro. 18Come un pazzo che scaglia tizzoni e frecce di morte, 19così è colui che inganna il suo prossimo e poi dice: «Ma sì, è stato uno scherzo!». 20Per mancanza di legna il fuoco si spegne; se non c’è il calunniatore, il litigio si calma. 21Mantice per il carbone e legna per il fuoco, tale è l’attaccabrighe per attizzare le liti. 22Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi, che scendono fin nell’intimo. 23Come patina d’argento su un coccio di creta sono le labbra lusinghiere con un cuore maligno. 24Chi odia si maschera con le labbra, ma nel suo intimo cova inganni; 25anche se usa espressioni melliflue, non credergli, perché nel cuore egli ha sette obbrobri.

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26Chi odia si nasconde con astuzia, ma la sua malizia apparirà pubblicamente. 27Chi scava una fossa vi cadrà dentro e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso. 28Una lingua bugiarda fa molti danni, una bocca adulatrice produce rovina.

27 1Non vantarti del domani, perché non sai neppure che cosa genera l’oggi. 2Ti lodi un estraneo e non la tua bocca, uno sconosciuto e non le tue labbra. 3La pietra è greve, la sabbia è pesante, ma più d’entrambi la collera dello stolto. 4L’ira è crudele, il furore è impetuoso, ma alla gelosia chi può resistere? 5Meglio un rimprovero aperto che un amore nascosto. 6Leali sono le ferite di un amico, ingannevoli i baci di un nemico. 7Lo stomaco sazio disprezza il miele, per lo stomaco affamato anche l’amaro è dolce. 8Come un uccello che vola lontano dal nido, così è l’uomo che va errando lontano da casa. 9Profumo e incenso allietano il cuore e il consiglio dell’amico addolcisce l’animo. 10Non abbandonare il tuo amico né quello di tuo padre, non entrare nella casa di tuo fratello nel giorno della tua disgrazia. Meglio un amico vicino che un fratello lontano. 11Sii saggio, figlio mio, e allieterai il mio cuore; così avrò di che rispondere a colui che mi insulta. 12L’accorto vede il pericolo e si nasconde, gli inesperti vanno avanti e la pagano. 13Prendigli il vestito perché si è fatto garante per un estraneo, e tienilo in pegno per uno sconosciuto. 14Chi benedice il prossimo di buon mattino ad alta voce, sarà considerato come se lo maledicesse. 15Lo stillicidio incessante in tempo di pioggia e una moglie litigiosa si rassomigliano: 16chi vuole trattenerla, trattiene il vento e raccoglie l’olio con la mano destra. 17Il ferro si aguzza con il ferro e l’uomo aguzza l’ingegno del suo compagno. 18Chi custodisce un fico ne mangia i frutti, chi ha cura del suo padrone ne riceverà onori. 19Come nell’acqua un volto riflette un volto, così il cuore dell’uomo si riflette nell’altro. 20Come il regno dei morti e l’abisso non si saziano mai,

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così non si saziano mai gli occhi dell’uomo. 21Come il crogiuolo è per l’argento e il forno è per l’oro, così l’uomo rispetto alla bocca di chi lo loda. 22Anche se tu pestassi lo stolto nel mortaio tra i grani con il pestello, non si allontanerebbe da lui la sua stoltezza. 23Preòccupati dello stato del tuo gregge, abbi cura delle tue mandrie, 24perché le ricchezze non sono eterne e una corona non dura per sempre. 25Tolto il fieno, ricresce l’erba nuova e si raccolgono i foraggi sui monti; 26gli agnelli ti danno le vesti e i capretti il prezzo per comprare un campo, 27le capre ti danno latte abbondante per nutrire te, per nutrire la tua famiglia e mantenere le tue domestiche.

28 1Il malvagio fugge anche se nessuno lo insegue, mentre il giusto è sicuro come un giovane leone. 2Quando un paese è in subbuglio sono molti i suoi capi, ma con un uomo intelligente e saggio l’ordine si mantiene. 3Un povero che opprime i miseri è come pioggia torrenziale che non porta pane. 4Quelli che trasgrediscono la legge lodano il malvagio, quelli che la osservano gli si mettono contro. 5I malvagi non comprendono la giustizia, ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto. 6Meglio un povero dalla condotta integra che uno dai costumi perversi, anche se ricco. 7Osserva la legge il figlio intelligente, chi frequenta gli ingordi disonora suo padre. 8Chi accresce il patrimonio con l’usura e l’interesse, lo accumula per chi ha pietà dei miseri. 9Chi allontana l’orecchio per non ascoltare la legge, persino la sua preghiera è spregevole. 10Chi fa deviare i giusti per la via del male, nel suo tranello lui stesso cadrà, mentre gli integri erediteranno il bene. 11Il ricco si crede saggio, ma il povero intelligente lo valuta per quello che è. 12Grande è l’onore quando esultano i giusti, ma se prevalgono gli empi ognuno si dilegua. 13Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo, chi le confessa e le abbandona troverà misericordia. 14Beato l’uomo che sempre teme, ma chi indurisce il cuore cadrà nel male. 15Leone ruggente e orso affamato,

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tale è un cattivo governatore su un popolo povero. 16Un principe privo di senno moltiplica le angherie, ma chi odia il lucro prolungherà i suoi giorni. 17Un uomo che è perseguito per omicidio fuggirà fino alla tomba: non lo si trattenga! 18Chi procede con rettitudine sarà salvato, chi va per vie tortuose cadrà all’improvviso. 19Chi coltiva la sua terra si sazia di pane, chi insegue chimere si sazia di miseria. 20L’uomo leale sarà colmo di benedizioni, chi ha fretta di arricchirsi non sarà esente da colpa. 21Non è bene essere parziali, ma per un tozzo di pane si può prevaricare. 22L’avaro è impaziente di arricchire, ma non pensa che gli piomberà addosso la miseria. 23Chi corregge un altro troverà alla fine più favore di chi ha una lingua adulatrice. 24Chi deruba il padre o la madre e dice: «Non è peccato», è simile a un assassino. 25L’avido suscita litigi, ma chi confida nel Signore sarà arricchito. 26Chi confida nel suo senno è uno stolto, chi cammina nella saggezza sarà salvato. 27Per chi dona al povero non c’è indigenza, ma chi chiude gli occhi avrà grandi maledizioni. 28Se prevalgono i malvagi, tutti si nascondono; se essi periscono, dominano i giusti.

29 1Chi disprezza i rimproveri con ostinazione sarà rovinato all’improvviso, senza rimedio. 2Quando dominano i giusti, il popolo gioisce, quando governano i malvagi, il popolo geme. 3Chi ama la sapienza allieta il padre, ma chi frequenta prostitute dissipa il patrimonio. 4Il re con la giustizia rende prospero il paese, quello che aggrava le imposte lo rovina. 5L’uomo che adula il suo prossimo gli tende una rete davanti ai piedi. 6Con la sua trasgressione l’iniquo si prepara un trabocchetto, mentre il giusto giubila e si rallegra. 7Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione. 8Gli uomini senza scrupoli sovvertono una città, mentre i saggi placano la collera. 9Se un saggio entra in causa con uno stolto, si agiti o rida, non troverà riposo. 10Gli uomini sanguinari odiano l’onesto,

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Bibbia CEI 2008 38/41

mentre i giusti hanno cura di lui. 11Lo stolto dà sfogo a tutto il suo malanimo, il saggio alla fine lo sa calmare. 12Se un principe dà ascolto alle menzogne, tutti i suoi ministri sono malvagi. 13Il povero e l’oppressore s’incontrano in questo: è il Signore che illumina gli occhi di tutti e due. 14Se un re giudica i poveri con equità, il suo trono è saldo per sempre. 15La verga e la correzione danno sapienza, ma il giovane lasciato a se stesso disonora sua madre. 16Quando dominano i malvagi, dominano anche i delitti, ma i giusti ne vedranno la rovina. 17Correggi tuo figlio e ti darà riposo e ti procurerà consolazioni. 18Quando non c’è visione profetica, il popolo è sfrenato; beato invece chi osserva la legge. 19Lo schiavo non si corregge a parole: comprende, infatti, ma non obbedisce. 20Hai visto un uomo precipitoso nel parlare? C’è più da sperare da uno stolto che da lui. 21Chi accarezza lo schiavo fin dall’infanzia, alla fine se lo vedrà contro. 22Un uomo collerico suscita litigi e l’iracondo commette molte colpe. 23L’orgoglio dell’uomo ne provoca l’umiliazione, l’umile di cuore ottiene onori. 24Chi spartisce con un ladro odia se stesso: egli sente la maledizione, ma non rivela nulla. 25Chi teme gli uomini si mette in una trappola, ma chi confida nel Signore è al sicuro. 26Molti ricercano il favore di chi comanda, ma è il Signore che giudica ognuno. 27L’iniquo è un orrore per i giusti e gli uomini retti sono un orrore per i malvagi.

30 1Detti di Agur, figlio di Iakè, da Massa.

Dice quest’uomo: Sono stanco, o Dio, sono stanco, o Dio, e vengo meno, 2perché io sono il più stupido degli uomini e non ho intelligenza umana; 3non ho imparato la sapienza e la scienza del Santo non l’ho conosciuta. 4Chi è salito al cielo e ne è sceso? Chi ha raccolto il vento nel suo pugno? Chi ha racchiuso le acque nel suo mantello?

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Bibbia CEI 2008 39/41

Chi ha fissato tutti i confini della terra? Come si chiama? Qual è il nome di suo figlio, se lo sai? 5Ogni parola di Dio è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. 6Non aggiungere nulla alle sue parole, perché non ti riprenda e tu sia trovato bugiardo. 7Io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: 8tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il mio pezzo di pane, 9perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: «Chi è il Signore?», oppure, ridotto all’indigenza, non rubi e abusi del nome del mio Dio. 10Non calunniare lo schiavo presso il padrone, perché egli non ti maledica e tu non venga punito. 11C’è gente che maledice suo padre e non benedice sua madre. 12C’è gente che si crede pura, ma non si è lavata della sua lordura. 13C’è gente dagli occhi così alteri e dalle ciglia così altezzose! 14C’è gente i cui denti sono spade e le cui mascelle sono coltelli, per divorare gli umili eliminandoli dalla terra e togliere i poveri di mezzo agli uomini. 15La sanguisuga ha due figlie: «Dammi! Dammi!». Tre cose non si saziano mai, anzi quattro non dicono mai: «Basta!»: 16il regno dei morti, il grembo sterile, la terra mai sazia d’acqua e il fuoco che mai dice: «Basta!». 17L’occhio che guarda con scherno il padre e si rifiuta di ubbidire alla madre sia cavato dai corvi della valle e divorato dagli aquilotti. 18Tre cose sono troppo ardue per me, anzi quattro, che non comprendo affatto: 19la via dell’aquila nel cielo, la via del serpente sulla roccia, la via della nave in alto mare, la via dell’uomo in una giovane donna. 20Così si comporta la donna adultera: mangia e si pulisce la bocca e dice: «Non ho fatto nulla di male!». 21Per tre cose freme la terra, anzi quattro non può sopportare:

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Proverbi

Bibbia CEI 2008 40/41

22uno schiavo che diventa re e uno stolto che si sazia di pane, 23una donna già trascurata da tutti che trova marito e una schiava che prende il posto della padrona. 24Quattro esseri sono fra le cose più piccole della terra, eppure sono più saggi dei saggi: 25le formiche sono un popolo senza forza, eppure si provvedono il cibo durante l’estate; 26gli iràci sono un popolo imbelle, eppure hanno la tana sulle rupi; 27le cavallette non hanno un re, eppure marciano tutte ben schierate; 28la lucertola si può prendere con le mani, eppure penetra anche nei palazzi dei re. 29Tre cose hanno un portamento magnifico, anzi quattro hanno un’andatura maestosa: 30il leone, il più forte degli animali, che non indietreggia davanti a nessuno; 31il gallo pettoruto e il caprone e un re alla testa del suo popolo. 32Se stoltamente ti sei esaltato e se poi hai riflettuto, mettiti una mano sulla bocca, 33poiché, sbattendo il latte ne esce la panna, premendo il naso ne esce il sangue e spremendo la collera ne esce la lite.

31 1Parole di Lemuèl, re di Massa, che apprese da sua madre.

2Che mai, figlio mio! Che mai, figlio del mio grembo! Che mai, figlio dei miei voti! 3Non concedere alle donne il tuo vigore, né i tuoi fianchi a quelle che corrompono i re. 4Non conviene ai re, Lemuèl, non conviene ai re bere il vino, né ai prìncipi desiderare bevande inebrianti, 5per paura che, bevendo, dimentichino ciò che hanno decretato e tradiscano il diritto di tutti gli infelici. 6Date bevande inebrianti a chi si sente venir meno e il vino a chi ha l’amarezza nel cuore: 7beva e dimentichi la sua povertà e non si ricordi più delle sue pene. 8Apri la bocca in favore del muto, in difesa di tutti gli sventurati. 9Apri la bocca e giudica con equità, rendi giustizia all’infelice e al povero.

Alef 10Una donna forte chi potrà trovarla?

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Proverbi

Bibbia CEI 2008 41/41

Ben superiore alle perle è il suo valore. Bet 11In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Ghimel 12Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Dalet 13Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. He 14È simile alle navi di un mercante, fa venire da lontano le provviste. Vau 15Si alza quando è ancora notte, distribuisce il cibo alla sua famiglia e dà ordini alle sue domestiche. Zain 16Pensa a un campo e lo acquista e con il frutto delle sue mani pianta una vigna. Het 17Si cinge forte i fianchi e rafforza le sue braccia. Tet 18È soddisfatta, perché i suoi affari vanno bene; neppure di notte si spegne la sua lampada. Iod 19Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso. Caf 20Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero. Lamed 21Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi familiari hanno doppio vestito. Mem 22Si è procurata delle coperte, di lino e di porpora sono le sue vesti. Nun 23Suo marito è stimato alle porte della città, quando siede in giudizio con gli anziani del luogo. Samec 24Confeziona tuniche e le vende e fornisce cinture al mercante. Ain 25Forza e decoro sono il suo vestito e fiduciosa va incontro all’avvenire. Pe 26Apre la bocca con saggezza e la sua lingua ha solo insegnamenti di bontà. Sade 27Sorveglia l’andamento della sua casa e non mangia il pane della pigrizia. Kof 28Sorgono i suoi figli e ne esaltano le doti, suo marito ne tesse l’elogio: Res 29«Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte!». Sin 30Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Tau 31Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani

e le sue opere la lodino alle porte della città.

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 1/11

La Sacra Bibbia (testo CEI 2008) Versione non commerciabile. E’ gradita invece la riproduzione a fine di evangelizzazione www.laparola.it

QOÈLET

1 1Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re a Gerusalemme.

2Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. 3Quale guadagno viene all’uomo per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole? 4Una generazione se ne va e un’altra arriva, ma la terra resta sempre la stessa. 5Il sole sorge, il sole tramonta e si affretta a tornare là dove rinasce. 6Il vento va verso sud e piega verso nord. Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento. 7Tutti i fiumi scorrono verso il mare, eppure il mare non è mai pieno: al luogo dove i fiumi scorrono, continuano a scorrere. 8Tutte le parole si esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo. Non si sazia l’occhio di guardare né l’orecchio è mai sazio di udire. 9Quel che è stato sarà e quel che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole. 10C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Ecco, questa è una novità»? Proprio questa è già avvenuta nei secoli che ci hanno preceduto. 11Nessun ricordo resta degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso quelli che verranno in seguito.

12Io, Qoèlet, fui re d’Israele a Gerusalemme. 13Mi sono proposto di ricercare ed esplorare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo. Questa è un’occupazione gravosa che Dio ha dato agli uomini, perché vi si affatichino. 14Ho visto tutte le opere che si fanno sotto il sole, ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento.

15Ciò che è storto non si può raddrizzare e quel che manca non si può contare.

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 2/11

16Pensavo e dicevo fra me: «Ecco, io sono cresciuto e avanzato in sapienza più

di quanti regnarono prima di me a Gerusalemme. La mia mente ha curato molto la sapienza e la scienza». 17Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, e ho capito che anche questo è un correre dietro al vento. 18Infatti:

molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere aumenta il dolore.

2 1Io dicevo fra me: «Vieni, dunque, voglio metterti alla prova con la gioia. Gusta il piacere!». Ma ecco, anche questo è vanità.

2Del riso ho detto: «Follia!» e della gioia: «A che giova?».

3Ho voluto fare un’esperienza: allietare il mio corpo con il vino e così afferrare la follia, pur dedicandomi con la mente alla sapienza. Volevo scoprire se c’è qualche bene per gli uomini che essi possano realizzare sotto il cielo durante i pochi giorni della loro vita. 4Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato vigneti. 5Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto d’ogni specie; 6mi sono fatto vasche per irrigare con l’acqua quelle piantagioni in crescita. 7Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa; ho posseduto anche armenti e greggi in gran numero, più di tutti i miei predecessori a Gerusalemme. 8Ho accumulato per me anche argento e oro, ricchezze di re e di province. Mi sono procurato cantori e cantatrici, insieme con molte donne, delizie degli uomini. 9Sono divenuto più ricco e più potente di tutti i miei predecessori a Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. 10Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d’ogni mia fatica: questa è stata la parte che ho ricavato da tutte le mie fatiche. 11Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo affrontato per realizzarle. Ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento. Non c’è alcun guadagno sotto il sole.

12Ho considerato che cos’è la sapienza, la stoltezza e la follia: «Che cosa farà il successore del re? Quello che hanno fatto prima di lui». 13Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è come il vantaggio della luce sulle tenebre:

14il saggio ha gli occhi in fronte, ma lo stolto cammina nel buio.

Eppure io so che un’unica sorte è riservata a tutti e due. 15Allora ho pensato: «Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Perché allora ho cercato d’essere saggio? Dov’è il vantaggio?». E ho concluso che anche questo è vanità. 16Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il saggio e lo stolto.

17Allora presi in odio la vita, perché mi era insopportabile quello che si fa sotto il sole. Tutto infatti è vanità e un correre dietro al vento. 18Ho preso in odio ogni lavoro che con fatica ho compiuto sotto il sole, perché dovrò lasciarlo al mio successore. 19E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di tutto

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 3/11

il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole. Anche questo è vanità! 20Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che avevo sostenuto sotto il sole, 21perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.

22Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? 23Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità! 24Non c’è di meglio per l’uomo che mangiare e bere e godersi il frutto delle sue fatiche; mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio. 25Difatti, chi può mangiare o godere senza di lui? 26Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre a chi fallisce dà la pena di raccogliere e di ammassare, per darlo poi a colui che è gradito a Dio. Ma anche questo è vanità e un correre dietro al vento!

3 1Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. 2C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato. 3Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. 4Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare. 5Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. 6Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via. 7Un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. 8Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. 9Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica? 10Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si

affatichino. 11Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine. 12Ho capito che per essi non c’è nulla di meglio che godere e procurarsi felicità durante la loro vita; 13e che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro, anche questo è dono di Dio. 14Riconosco che qualsiasi cosa Dio fa, dura per sempre; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere. Dio agisce così perché lo si tema. 15Quello che accade, già è stato; quello che sarà, già è avvenuto. Solo Dio può cercare ciò che ormai è scomparso.

16Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c’è l’iniquità e al posto della giustizia c’è l’iniquità. 17Ho pensato dentro di me: «Il giusto e il malvagio Dio li giudicherà, perché c’è un tempo per ogni cosa e per ogni azione».

18Poi, riguardo ai figli dell’uomo, mi sono detto che Dio vuole metterli alla prova e mostrare che essi di per sé sono bestie. 19Infatti la sorte degli uomini e

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 4/11

quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste, così muoiono quelli; c’è un solo soffio vitale per tutti. L’uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie, perché tutto è vanità. 20Tutti sono diretti verso il medesimo luogo:

tutto è venuto dalla polvere e nella polvere tutto ritorna.

21Chi sa se il soffio vitale dell’uomo sale in alto, mentre quello della bestia scende in basso, nella terra? 22Mi sono accorto che nulla c’è di meglio per l’uomo che godere delle sue opere, perché questa è la parte che gli spetta; e chi potrà condurlo a vedere ciò che accadrà dopo di lui?

4 1Tornai poi a considerare tutte le oppressioni che si fanno sotto il sole. Ecco le lacrime degli oppressi e non c’è chi li consoli; dalla parte dei loro oppressori sta la violenza, ma non c’è chi li consoli. 2Allora ho proclamato felici i morti, ormai trapassati, più dei viventi che sono ancora in vita; 3ma più felice degli uni e degli altri chi ancora non esiste, e non ha visto le azioni malvagie che si fanno sotto il sole.

4Ho osservato anche che ogni fatica e ogni successo ottenuto non sono che invidia dell’uno verso l’altro. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.

5Lo stolto incrocia le sue braccia e divora la sua carne. 6Meglio una manciata guadagnata con calma che due manciate con tormento e una corsa dietro al vento.

7E tornai a considerare quest’altra vanità sotto il sole: 8il caso di chi è solo e non ha nessuno, né figlio né fratello. Eppure non smette mai di faticare, né il suo occhio è mai sazio di ricchezza: «Per chi mi affatico e mi privo dei beni?». Anche questo è vanità e un’occupazione gravosa.

9Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. 10Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. 11Inoltre, se si dorme in due, si sta caldi; ma uno solo come fa a riscaldarsi? 12Se uno è aggredito, in due possono resistere: una corda a tre capi non si rompe tanto presto.

13Meglio un giovane povero ma accorto, che un re vecchio e stolto, che non sa più accettare consigli.

14Il giovane infatti può uscire di prigione ed essere fatto re, anche se, mentre quello regnava, era nato povero. 15Ho visto tutti i viventi che si muovono sotto il sole stare con quel giovane, che era subentrato al re. 16Era una folla immensa quella che gli stava davanti. Ma coloro che verranno dopo non si rallegreranno neppure di lui. Anche questo è vanità, un correre dietro al vento.

17Bada ai tuoi passi quando ti rechi alla casa di Dio. Avvicìnati per ascoltare piuttosto che offrire sacrifici, come fanno gli stolti, i quali non sanno di fare del male.

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 5/11

5 1Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a proferire parole davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; perciò siano poche le tue parole. 2Infatti

dalle molte preoccupazioni vengono i sogni, e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto.

3Quando hai fatto un voto a Dio, non tardare a soddisfarlo, perché a lui non piace il comportamento degli stolti: adempi quello che hai promesso. 4È meglio non fare voti che farli e poi non mantenerli. 5Non permettere alla tua bocca di renderti colpevole e davanti al suo messaggero non dire che è stata una inavvertenza, perché Dio non abbia ad adirarsi per le tue parole e distrugga l’opera delle tue mani. 6Poiché dai molti sogni provengono molte illusioni e tante parole. Tu, dunque, temi Dio!

7Se nella provincia vedi il povero oppresso e il diritto e la giustizia calpestati, non ti meravigliare di questo, poiché sopra un’autorità veglia un’altra superiore e sopra di loro un’altra ancora più alta. 8In ogni caso, la terra è a profitto di tutti, ma è il re a servirsi della campagna.

9Chi ama il denaro non è mai sazio di denaro e chi ama la ricchezza non ha mai entrate sufficienti. Anche questo è vanità. 10Con il crescere delle ricchezze aumentano i profittatori e quale soddisfazione ne riceve il padrone se non di vederle con gli occhi?

11Dolce è il sonno del lavoratore, poco o molto che mangi; ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire.

12Un altro brutto guaio ho visto sotto il sole: ricchezze custodite dal padrone a suo danno. 13Se ne vanno in fumo queste ricchezze per un cattivo affare e il figlio che gli è nato non ha nulla nelle mani. 14Come è uscito dal grembo di sua madre, nudo ancora se ne andrà come era venuto, e dalle sue fatiche non ricaverà nulla da portare con sé. 15Anche questo è un brutto guaio: che se ne vada proprio come è venuto. Quale profitto ricava dall’avere gettato le sue fatiche al vento? 16Tutti i giorni della sua vita li ha passati nell’oscurità, fra molti fastidi, malanni e crucci.

17Ecco quello che io ritengo buono e bello per l’uomo: è meglio mangiare e bere e godere dei beni per ogni fatica sopportata sotto il sole, nei pochi giorni di vita che Dio gli dà, perché questa è la sua parte. 18Inoltre ad ogni uomo, al quale Dio concede ricchezze e beni, egli dà facoltà di mangiarne, prendere la sua parte e godere della sua fatica: anche questo è dono di Dio. 19Egli infatti non penserà troppo ai giorni della sua vita, poiché Dio lo occupa con la gioia del suo cuore.

6 1Un altro male ho visto sotto il sole, che grava molto sugli uomini. 2A uno Dio ha concesso beni, ricchezze, onori e non gli manca niente di quanto desidera; ma Dio non gli concede di poterne godere, anzi sarà un estraneo a divorarli. Ciò è vanità e grave malanno.

3Se uno avesse cento figli e vivesse molti anni e molti fossero i giorni della sua vita, se egli non gode a sazietà dei suoi beni e non ha neppure una tomba, allora io dico che l’aborto è meglio di lui. 4Questi infatti viene come un soffio, se ne va nella tenebra e l’oscurità copre il suo nome, 5non vede neppure il sole, non sa niente;

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 6/11

così è nella quiete, a differenza dell’altro! 6Se quell’uomo vivesse anche due volte mille anni, senza godere dei suoi beni, non dovranno forse andare tutti e due nel medesimo luogo?

7Tutta la fatica dell’uomo è per la bocca, ma la sua fame non è mai sazia. 8Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Qual è il vantaggio del povero nel sapersi destreggiare nella vita?

9Meglio vedere con gli occhi che vagare con il desiderio. Anche questo è vanità e un correre dietro al vento. 10Ciò che esiste, da tempo ha avuto un nome, e si sa che cos’è un uomo: egli non può contendere in giudizio con chi è più forte di lui. 11Più aumentano le parole, più cresce il vuoto, e quale utilità c’è per l’uomo? 12Chi sa quel che è bene per l’uomo durante la sua vita, nei pochi giorni della sua vana esistenza, che passa via come un’ombra? Chi può indicare all’uomo che cosa avverrà dopo di lui sotto il sole?

7 1Un buon nome è preferibile all’unguento profumato e il giorno della morte al giorno della nascita. 2È meglio visitare una casa dove c’è lutto che visitare una casa dove si banchetta, perché quella è la fine d’ogni uomo e chi vive ci deve riflettere. 3È preferibile la mestizia al riso, perché con un volto triste il cuore diventa migliore. 4Il cuore dei saggi è in una casa in lutto e il cuore degli stolti in una casa in festa. 5Meglio ascoltare il rimprovero di un saggio che ascoltare la lode degli stolti: 6perché quale il crepitìo dei pruni sotto la pentola tale è il riso degli stolti. Ma anche questo è vanità. 7L’estorsione rende stolto il saggio e i regali corrompono il cuore. 8Meglio la fine di una cosa che il suo principio; è meglio un uomo paziente che uno presuntuoso.

9Non essere facile a irritarti in cuor tuo, perché la collera dimora in seno agli stolti. 10Non dire: «Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?», perché una domanda simile non è ispirata a saggezza. 11Buona cosa è la saggezza unita a un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole. 12Perché si sta all’ombra della saggezza come si sta all’ombra del denaro; ma vale di più il sapere, perché la saggezza fa vivere chi la possiede.

13Osserva l’opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo? 14Nel giorno lieto sta’ allegro e nel giorno triste rifletti: Dio ha fatto tanto l’uno quanto l’altro, cosicché l’uomo non riesce a scoprire ciò che verrà dopo di lui.

15Nei miei giorni vani ho visto di tutto: un giusto che va in rovina nonostante la sua giustizia, un malvagio che vive a lungo nonostante la sua iniquità.

16Non essere troppo giusto e non mostrarti saggio oltre misura:

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 7/11

perché vuoi rovinarti? 17Non essere troppo malvagio e non essere stolto. Perché vuoi morire prima del tempo?

18È bene che tu prenda una cosa senza lasciare l’altra: in verità chi teme Dio riesce bene in tutto.

19La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che sono nella città. 20Non c’è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non sbagli mai. 21Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, così non sentirai che il tuo servo ha detto male di te; 22infatti il tuo cuore sa che anche tu tante volte hai detto male degli altri.

23Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio diventare saggio!», ma la sapienza resta lontana da me! 24Rimane lontano ciò che accade: profondo, profondo! Chi può comprenderlo?

25Mi sono applicato a conoscere e indagare e cercare la sapienza e giungere a una conclusione, e a riconoscere che la malvagità è stoltezza e la stoltezza è follia. 26Trovo che amara più della morte è la donna: essa è tutta lacci, una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma chi fallisce ne resta preso.

27Vedi, questo ho scoperto, dice Qoèlet, confrontando a una a una le cose, per arrivare a una conclusione certa. 28Quello che io ancora sto cercando e non ho trovato è questo:

un uomo fra mille l’ho trovato, ma una donna fra tutte non l’ho trovata. 29Vedi, solo questo ho trovato: Dio ha creato gli esseri umani retti, ma essi vanno in cerca di infinite complicazioni.

8 1Chi è come il saggio? Chi conosce la spiegazione delle cose? La sapienza dell’uomo rischiara il suo volto, ne cambia la durezza del viso.

2Osserva gli ordini del re, per il giuramento fatto a Dio. 3Non allontanarti in fretta da lui; non persistere in un cattivo progetto, perché egli può fare ciò che vuole. 4Infatti, la parola del re è sovrana; chi può dirgli: «Che cosa fai?». 5Chi osserva il comando non va incontro ad alcun male; la mente del saggio conosce il tempo opportuno. 6Infatti, per ogni evento vi è un tempo opportuno, ma un male pesa gravemente sugli esseri umani. 7L’uomo infatti ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà? 8Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della morte. Non c’è scampo dalla lotta e neppure la malvagità può salvare colui che la compie.

9Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto il sole, quando un uomo domina sull’altro per rovinarlo. 10Frattanto ho visto malvagi condotti alla sepoltura; ritornando dal luogo santo, in città ci si dimentica del loro modo di agire. Anche questo è vanità. 11Poiché non si pronuncia una sentenza

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 8/11

immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore degli uomini è pieno di voglia di fare il male; 12infatti il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui, 13e non sarà felice l’empio e non allungherà come un’ombra i suoi giorni, perché egli non teme di fronte a Dio. 14Sulla terra c’è un’altra vanità: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dai malvagi con le loro opere, e vi sono malvagi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità.

15Perciò faccio l’elogio dell’allegria, perché l’uomo non ha altra felicità sotto il sole che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.

16Quando mi dedicai a conoscere la sapienza e a considerare le occupazioni per cui ci si affanna sulla terra – poiché l’uomo non conosce sonno né giorno né notte – 17ho visto che l’uomo non può scoprire tutta l’opera di Dio, tutto quello che si fa sotto il sole: per quanto l’uomo si affatichi a cercare, non scoprirà nulla. Anche se un sapiente dicesse di sapere, non potrà scoprire nulla.

9 1A tutto questo mi sono dedicato, ed ecco tutto ciò che ho verificato: i giusti e i sapienti e le loro fatiche sono nelle mani di Dio, anche l’amore e l’odio; l’uomo non conosce nulla di ciò che gli sta di fronte.

2Vi è una sorte unica per tutti: per il giusto e per il malvagio, per il puro e per l’impuro, per chi offre sacrifici e per chi non li offre, per chi è buono e per chi è cattivo, per chi giura e per chi teme di giurare.

3Questo è il male in tutto ciò che accade sotto il sole: una medesima sorte

tocca a tutti e per di più il cuore degli uomini è pieno di male e la stoltezza dimora in loro mentre sono in vita. Poi se ne vanno fra i morti. 4Certo, finché si resta uniti alla società dei viventi, c’è speranza: meglio un cane vivo che un leone morto. 5I vivi sanno che devono morire, ma i morti non sanno nulla; non c’è più salario per loro, è svanito il loro ricordo. 6Il loro amore, il loro odio e la loro invidia, tutto è ormai finito, non avranno più alcuna parte in tutto ciò che accade sotto il sole.

7Su, mangia con gioia il tuo pane e bevi il tuo vino con cuore lieto, perché Dio ha già gradito le tue opere. 8In ogni tempo siano candide le tue vesti e il profumo non manchi sul tuo capo.

9Godi la vita con la donna che ami per tutti i giorni della tua fugace esistenza che Dio ti concede sotto il sole, perché questa è la tua parte nella vita e nelle fatiche che sopporti sotto il sole. 10Tutto ciò che la tua mano è in grado di fare, fallo con tutta la tua forza, perché non ci sarà né attività né calcolo né scienza né sapienza nel regno dei morti, dove stai per andare.

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 9/11

11Tornai a considerare un’altra cosa sotto il sole: che non è degli agili la corsa né dei forti la guerra, e neppure dei sapienti il pane e degli accorti la ricchezza, e nemmeno degli intelligenti riscuotere stima, perché il tempo e il caso raggiungono tutti. 12Infatti l’uomo non conosce neppure la sua ora: simile ai pesci che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l’uomo è sorpreso dalla sventura che improvvisa si abbatte su di lui.

13Anche quest’altro esempio di sapienza ho visto sotto il sole e mi parve assai grave: 14c’era una piccola città con pochi abitanti. Un grande re si mosse contro di essa, l’assediò e costruì contro di essa grandi fortificazioni. 15Si trovava però in essa un uomo povero ma saggio, il quale con la sua sapienza salvò la città; eppure nessuno si ricordò di quest’uomo povero. 16Allora io dico:

«È meglio la sapienza che la forza, ma la sapienza del povero è disprezzata e le sue parole non sono ascoltate». 17Le parole pacate dei sapienti si ascoltano meglio delle urla di un comandante di folli. 18Vale più la sapienza che le armi da guerra, ma un solo errore può distruggere un bene immenso.

10 1Una mosca morta guasta l’unguento del profumiere: un po’ di follia ha più peso della sapienza e dell’onore. 2Il cuore del sapiente va alla sua destra, il cuore dello stolto alla sua sinistra.

3E anche quando lo stolto cammina per strada, il suo cuore è privo di senno e di ognuno dice: «Quello è un pazzo».

4Se l’ira di un potente si accende contro di te, non lasciare il tuo posto, perché la calma pone rimedio a errori anche gravi.

5C’è un male che io ho osservato sotto il sole, uno sbaglio commesso da un sovrano: 6la stoltezza viene collocata in posti elevati e i ricchi siedono in basso. 7Ho visto schiavi andare a cavallo e prìncipi camminare a piedi, per terra, come schiavi.

8Chi scava una fossa vi può cadere dentro e chi abbatte un muro può essere morso da una serpe. 9Chi spacca pietre può farsi male e chi taglia legna può correre pericoli.

10Se il ferro si ottunde e non se ne affila il taglio, bisogna raddoppiare gli sforzi: il guadagno sta nel saper usare la saggezza. 11Se il serpente morde prima d’essere incantato, non c’è profitto per l’incantatore.

12Le parole del saggio procurano stima, ma le labbra dello stolto lo mandano in rovina: 13l’esordio del suo parlare è sciocchezza, la fine del suo discorso pazzia funesta.

14L’insensato moltiplica le parole, ma l’uomo non sa quello che accadrà: chi può indicargli ciò che avverrà dopo di lui?

Page 437: La Bibbia - Antico Testamento II parte

Qoèlet

Bibbia CEI 2008 10/11

15Lo stolto si ammazza di fatica, ma non sa neppure andare in città. 16Povero te, o paese, che per re hai un ragazzo e i tuoi prìncipi banchettano fin dal mattino! 17Fortunato te, o paese, che per re hai un uomo libero e i tuoi prìncipi mangiano al tempo dovuto, per rinfrancarsi e non per gozzovigliare. 18Per negligenza il soffitto crolla e per l’inerzia delle mani piove in casa. 19Per stare lieti si fanno banchetti e il vino allieta la vita, ma il denaro risponde a ogni esigenza. 20Non dire male del re neppure con il pensiero e nella tua stanza da letto non dire male del potente, perché un uccello del cielo potrebbe trasportare la tua voce e un volatile riferire la tua parola.

11 1Getta il tuo pane sulle acque, perché con il tempo lo ritroverai. 2Fanne sette o otto parti, perché non sai quale sciagura potrà arrivare sulla terra.

3Se le nubi sono piene d’acqua, la rovesciano sopra la terra; se un albero cade verso meridione o verso settentrione, là dove cade rimane. 4Chi bada al vento non semina mai, e chi osserva le nuvole non miete.

5Come tu non conosci la via del soffio vitale né come si formino le membra nel grembo d’una donna incinta, così ignori l’opera di Dio che fa tutto.

6Fin dal mattino semina il tuo seme e a sera non dare riposo alle tue mani, perché non sai quale lavoro ti riuscirà meglio, se questo o quello, o se tutti e due andranno bene. 7Dolce è la luce e bello è per gli occhi vedere il sole. 8Anche se l’uomo vive molti anni, se li goda tutti, e pensi ai giorni tenebrosi, che saranno molti: tutto ciò che accade è vanità. 9Godi, o giovane, nella tua giovinezza, e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù. Segui pure le vie del tuo cuore e i desideri dei tuoi occhi. Sappi però che su tutto questo Dio ti convocherà in giudizio. 10Caccia la malinconia dal tuo cuore,

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Qoèlet

Bibbia CEI 2008 11/11

allontana dal tuo corpo il dolore, perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.

12 1Ricòrdati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni tristi e giungano gli anni di cui dovrai dire: «Non ci provo alcun gusto»; 2prima che si oscurino il sole, la luce, la luna e le stelle e tornino ancora le nubi dopo la pioggia; 3quando tremeranno i custodi della casa e si curveranno i gagliardi e cesseranno di lavorare le donne che macinano, perché rimaste poche, e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre 4e si chiuderanno i battenti sulla strada; quando si abbasserà il rumore della mola e si attenuerà il cinguettio degli uccelli e si affievoliranno tutti i toni del canto; 5quando si avrà paura delle alture e terrore si proverà nel cammino; quando fiorirà il mandorlo e la locusta si trascinerà a stento e il cappero non avrà più effetto, poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna e i piagnoni si aggirano per la strada; 6prima che si spezzi il filo d’argento e la lucerna d’oro s’infranga e si rompa l’anfora alla fonte e la carrucola cada nel pozzo, 7e ritorni la polvere alla terra, com’era prima, e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato. 8Vanità delle vanità, dice Qoèlet, tutto è vanità.

9Oltre a essere saggio, Qoèlet insegnò al popolo la scienza; ascoltò, meditò e compose un gran numero di massime.

10Qoèlet cercò di trovare parole piacevoli e scrisse con onestà parole veritiere. 11Le parole dei saggi sono come pungoli, e come chiodi piantati sono i detti delle collezioni: sono dati da un solo pastore. 12Ancora un avvertimento, figlio mio: non si finisce mai di scrivere libri e il molto studio affatica il corpo.

13Conclusione del discorso, dopo aver ascoltato tutto: temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché qui sta tutto l’uomo.

14Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, anche tutto ciò che è occulto, bene o male.