la bronchite infettiva aviare: patogenesi, immunologia e ... · il sistema respiratorio ma anche...
TRANSCRIPT
Rivista di Medicina Veterinaria, vol. 48, n. 1, 2013
La Bronchite Infettiva Aviare: patogenesi, immunologia e protezione
A. Meini - Servizio Tecnico Ceva Salute Animale
RIASSUNTO
Il Coronavirus, agente responsabile della Bronchite Infettiva del
pollo (IBV), rappresenta una delle principali cause di perdite eco-
nomiche per l’industria avicola, pregiudicano le performance dei
soggetti da carne e delle ovaiole in produzione.
Il virus è in grado di replicarsi in tutti gli epiteli con conseguenze
patogenetiche caratteristiche. Un’analisi della patogenesi del virus
consente di comprendere meglio le successive risposte immunita-
rie specifiche di organo e, di conseguenza, la protezione.
Per effetto della stimolazione specifica da IBV il pollo sviluppa
un’attiva immunità sia umorale sia mucosale locale sia cellulo-me-
diata. Per impostare una corretta strategia di protezione in campo
è necessario mettere in atto sia misure di profilassi diretta che di
profilassi vaccinale.
SUMMARY
The Coronavirus, responsible of Infectious Bronchitis of poultry
(IBV), represents one of the main causes of economic loss in poul-
try industry causing poor performances both in broiler and in hens
in production.
The virus is able to replicate in all the epithelia inducing characte-
ristic consequences. Virus pathogenesis allows to understand bet-
ter the following organ specific immunomechanism and therefore
protection.
The specific stimulation from IBV induces in the birds not only an
active humoral, but also a cell-mediated and a mucosal immunity.
For an effective protection, it is necessary to carry out both direct
prophylaxis measures and vaccinal prophylaxis.
INTRODUZIONE
La particolare struttura anatomica degli uccelli (presenza dei sac-
chi aerei, assenza del diaframma) spiega perché le infezioni respi-
ratorie possono coinvolgere, talora in modo imponente, gli organi
addominali e possono essere così strettamente collegate a proble-
mi a livello peritoneale (9, 12).
Il sistema immunitario respiratorio dei volatili ha sviluppato strut-
ture specifiche che giocano un ruolo particolare nella risposta im-
munitaria a livello del sito di ingresso degli agenti patogeni non-
ché in altri organi correlati: le ghiandole di Harder (paraoculari),
i tessuti linfoidi congiuntivali e le strutture linfoidi paranasali, più
note come Nasal Associated Limphoyd Tissue (NALT) (9).
LA BRONCHITE INFETTIVA
La Bronchite Infettiva del pollo (IB) è una vera sindrome siste-
mica: il tropismo del virus IB (IBV) per tutti gli epiteli (4, 12) con-
traddistingue infatti la patogenesi che può interessare non solo
il sistema respiratorio ma anche l’apparato riproduttore,
quello urinario, quello enterico, gli organi linfatici e la struttura
muscolo-scheletrica (3, 12). Le manifestazioni cliniche si espri-
mono, a seconda del ceppo di IBV e del tipo e dell’età dei soggetti
colpiti, con forme respiratorie, nefriti-nefrosi, miopatie, cali di ovo-
deposizione e alterazioni della qualità dell’uovo e del guscio (10,
11, 12).
L’infezione è caratterizzata da incubazione molto breve (18-36
ore), elevata morbilità (R0 = 20) e rapida diffusione nei capannoni
adiacenti e nel territorio. La mortalità è variabile, condizionata dal
patotipo IBV e dalla gravità delle infezioni secondarie.
Il virus responsabile della malattia è un Coronavirus con geno-
ma RNA a singolo filamento; delle tre proteine strutturali (S degli
spikes, M di membrana e N del nucleocapside) la S, estremamente
variabile, è quella responsabile della mutabilità in campo del virus
(17, 3). E’ sufficiente una mutazione di pochi aminoacidi a livello
degli epitopi stimolanti la riposta anticorpale neutralizzante per
creare una variante sierologica dell’IBV (17, 3).
La ricorrente comparsa di nuovi sierotipi non richiede lo svilup-
po di vaccini specifici: nella maggior parte dei casi infatti i vaccini
già disponibili possono proteggere adeguatamente contro ceppi
sierologicamente non correlati ma verso cui possiedono affinità
antigenica (4, 5, 6,18, 20), in quanto esiste una buona protezione
crociata fra sierotipi, molto più allargata di quanto possano sugge-
rire le indagini sierologiche (5, 6, 11, 20) (5, 11).
A. Meini
Nel caso di ceppi vaccinali a protezione crociata allargata è preferi-bile ricorrere alla definizione di immunotipi o protettotipi (ossia di varianti sierologiche virali a forte immunogenicità) piuttosto che a quella di vaccini a variante sierologica (5, 6, 15, 18).
Epidemiologia in Italia
L’analisi dei ceppi IBV isolati in Italia negli ultimi 30 anni mostra una
costante alternanza di varianti sierologiche. Attualmente i princi-
pali ceppi di IBV segnalati in campo sono i ceppi 793/B e quelli ad
essi correlati; i ceppi QX-like; il ceppo IT 02 – Forlì; e il ceppo Q1
appartenete al medesimo cluster dei ceppi 624/I e Fornino. (Dati
IZSLER, 2012)
Patogenesi e Istopatologia
La patogenesi dell’infezione da IBV è influenzata da “fattori intrise-
ci”, quali età e razza dei polli, e da “fattori estrinseci”, quali territorio,
tipo di allevamento, management, biosicurezze ed eventuali infe-
zioni concomitanti (18).
L’infezione si verifica per via respiratoria: il virus inizia a replicarsi
nell’epitelio ciliato e nelle cellule mucipare delle prime vie respira-
torie, dove raggiunge la massima concentrazione in un arco tem-
porale di 5-10 giorni (4, 18). In questa fase si manifestano sintomi
respiratori caratteristici ma non patognomonici. La fase viremica,
durante la quale il virus si distribuisce nell’organismo e raggiunge
gli altri organi bersaglio e i loro epiteli, ha luogo nel periodo tem-
porale immediatamente successivo (9). La malattia si manifesta in
forme differenti nei polli da carne o in soggetti a vita lunga quali
ovaiole e/o riproduttori.
Tutti gli IB virus presentano tropismo renale e talvolta anche gli
agenti tipicamente respiratori possono indurre danni renali (12).
Più spesso però la nefropatogenicità è associata a ceppi IBV spe-
cifici (Australian T, Grant, B1648, QX-like) (12) che, penetrati attra-
verso il sistema respiratorio, si replicano più attivamente a livello
degli epiteli dei tubuli renali inducendo forme di nefriti tubulo-in-
terstiziali. In questi casi i soggetti maschi risultano due volte più
suscettibili delle femmine (12, 11).
Patogenesi del sistema respiratorio
In un pollo infettato con IBV la prima reazione a carico della muco-
sa epiteliale del sistema respiratorio si manifesta dopo circa 15 ore
dall’infezione, ancora prima che compaiano i sintomi respiratori.
La scomparsa delle cilia vibratili si manifesta a partire da 24 ore
dopo l’infezione, contemporaneamente ai primi sintomi respira-
tori, e progredisce in senso cranio-caudale: nell’arco di tempo di
48-60 ore tutto l’epitelio ciliato compreso tra laringe e i primi rami
bronchiali viene distrutto (Figura 1) mentre le condizioni generali
del soggetto peggiorano velocemente (4, 6, 11).
FIGURA 1Fotografia da microscopio elettronico a scansione: epitelio tracheale di broiler non vaccinati, 6 giorni dopo infezione sperimentale. Si notano la totale scomparsa dell’epitelio ciliato, la presenza di vaste zone di erosione, adesione di batteri e granuli di muco. Microscopio elettronico a scan-sione (SEM), ingrandimenti 800 x. (Foto Calogero Terregino, per gentile
concessione IZSVe.)
Se non si verificano gravi infezioni batteriche secondarie (peraltro
assai comuni), 8 giorni dopo l’infezione lo stato generale dei sog-
getti migliora: a livello microscopico si notano i primi segni di ri-
generazione del bordo ciliato delle cellule epiteliali. In questa fase
si possono distinguere aree ciliate e aree ancora completamente
nude: la rigenerazione non inizia da una regione specifica della
mucosa ma può avvenire ovunque (9). Nei 14-15 giorni successivi
scompaiono tutti i sintomi respiratori e si verifica la restitutio ad
integrum della mucosa respiratoria (12, 18).
L’intero ciclo dura circa due settimane, durante le quali è necessa-
rio intervenire con trattamenti antibiotici allo scopo di controllare
i batteri di irruzione secondaria.
Patogenesi del sistema riproduttore
Le pollastre hanno una sensibilità particolare ai virus IB: l’infezione
precoce, entro i primi 10 giorni di vita in soggetti non protetti da
un adeguato livello di anticorpi materni passivi e da uno specifico
schema vaccinale, può indurre danni permanenti soprattutto a ca-
rico delle cellule dell’ovidutto con degenerazione, desquamazione
e organizzazione delle cellule epiteliali con ostruzione del lume.
Al raggiungimento della maturità sessuale le lesioni a livello del si-
stema riproduttore possono essere imponenti. L’ovaio è attivo ma
il lume della salpinge e dell’ovidutto risulta ridotto o addirittura
ostruito. (Figura 2) Le strutture non sono in grado di accogliere né
tanto meno di far progredire l’ovulo (14). Di conseguenza la dei-
scenza del follicolo viene bloccata creando un ingorgo di ovuli
maturi che, nel tempo, porta ad atrofia dell’ovaio. I soggetti colpiti
sono comunemente chiamati “false ovaiole” (11, 14, 18, 16, 1).
Rivista di Medicina Veterinaria, vol. 48, n. 1, 2013
FIGURA 2 Strozzamento dell’ovidutto in gallina “falsa ovaiola” (foto Claudio Zan-
grandi)
In alcuni casi gli ovidutti alterati possono divenire cistici, mo-strando una marcata e imponente dilatazione del magnum con ostruzione a livello dell’istmo e assottigliamento della parete fino a diventare trasparente (Figura 3). Le cisti possono essere anche di dimensioni molto imponenti (fino a 1,5 lt.) e raccogliere un liquido sieroso trasudato dal lume stesso.
FIGURA 3Ovidutto cistico con ingorgo di ovuli a livello ovarico in gallina “falsa ova-iola” (foto Claudio Zangrandi)
I virus IB responsabili di questa patologia sono alcuni ceppi Massa-
chusetts, il ceppo Australian T e i ceppi QX-like (1, 2, 10, 16).
Dopo la maturità sessuale l’infezione dell’ovidotto induce altera-
zioni delle cellule epiteliali frammiste ad aree con epitelio integro,
particolarmente nella zona di infundibulo e magnum. Le cellule
degenerate presentano minore densità ciliare, mentre in alcune
si nota una copertura conica a forma di pennello composta dalle
cilia agglutinate fra loro (18). Altre cellule mostrano protrusioni lin-
guiformi sulla loro superficie laterale mentre l’intero epitelio può
apparire atrofico, ad eccezione della cloaca. Nelle aree della por-
zione tubulare dell’infundibulo e del magno si evidenziano cellule
epiteliali totalmente alterate, mentre si notano aree di desquama-
zione della mucosa nel magno e nell’istmo (16).
Queste massive alterazioni della mucosa sono direttamente re-
sponsabili di alterazioni del guscio e dello scadimento di qualità
dell’uovo nonché dei cali di ovodeposizione del gruppo colpito
(12, 18).
Patogenesi del sistema urinario
A livello renale il virus IB provoca una nefrite interstiziale (Figura
4) con conseguente poliuria e polidipsia; istologicamente il virus
induce degenerazione e desquamazione dell’epitelio dei dotti e
dei tubuli renali coinvolti (18, 12).
FIGURA 4 nefrite nefrosi in pollo da carne (foto Claudio Zangrandi)
Patogenesi del sistema muscolo-scheletrico
Il virus IB ceppo 793/B di campo è causa indiretta di una sindrome
riscontrata nei cosiddetti “riproduttori pesanti” e denominata “mio-
patia dei muscoli pettorali”. La sindrome colpisce bilateralmente
i muscoli pettorali superficiali e profondi che appaiono pallidi e
talvolta presentano emorragie con edema superficiale di aspetto
e consistenza gelatinosa. Le lesioni sembrano essere ascrivibili alla
presenza di depositi di immunocomplessi fra le fibre muscolari (12).
A. Meini
L’IMMUNITÀ ACQUISITA
In seguito alla stimolazione specifica da IBV (sia per infezioni di campo sia per pratiche vaccinali) il pollo sviluppa un’attiva immu-nità di tipo umorale, locale e cellulo-mediata. La risposta immunitaria umorale è rilevabile già una settimana dopo il contatto con l’agente virale. I titoli anticorpali massimi re-lativi alla frazione IgM si raggiungono entro le prime 3 settimane, dopodiché declinano; i titoli anticorpali delle IgG, per contro, rag-giungono il picco massimo dopo le prime 3 settimane e si man-tengono elevati per tempi molto maggiori. L’immunità umorale è facilmente rilevabile in laboratorio con tecnica ELISA o anche con il ricorso al test di inibizione dell’emoagglutinazione (HI) o di virus neutralizzazione (VN). Tuttavia, a differenza di quanto normalmen-te ritenuto, è necessario sottolineare che non esiste una correla-zione diretta fra i titoli degli anticorpi circolanti e la resistenza all’in-fezione. Infatti, anche se gli anticorpi umorali giocano un ruolo essenziale nella guarigione dall’infezione da IB, per la protezione nei confronti della malattia sono coinvolti maggiormente gli altri due meccanismi immunologici (9, 8, 4, 11, 18).L’immunità locale, che si manifesta a livello di tutti gli epiteli (respi-ratorio, tubulo-renale, oviduttale), è di fondamentale rilievo nella protezione da IBV. Le IgG e soprattutto le IgA e IgAS hanno il com-pito di bloccare l’ingresso dei virus nelle cellule della mucosa e di prevenire la reinfezione (9, 8, 4, 11, 18). La reazione immunitaria cellulo-mediata, che consegue alla sti-molazione antigenica dei virus IB, completa il quadro protettivo: tra le altre cose, l’immunità cellulo-mediata limita la replicazione virale e risulta fondamentale per la clearance degli agenti virali sia a livello respiratorio che renale (9, 8, 4, 11, 18).
Sistema respiratorioL’immunità locale mucosale, sostenuta principalmente da IgA e IgAS, è fondamentale per proteggere il pollo dalle infezioni da IBV. Le IgA si distribuiscono sulla superficie della mucosa come un velo protettivo a costituire la principale barriera contro la penetrazione dei virus nelle cellule e nei tessuti e sono particolarmente impor-tanti per prevenire il passaggio dei virus nel sistema circolatorio e la successiva diffusione nell’organismo (18, 4).Inoltre le IgA, sintetizzate da cellule che si localizzano nella mem-brana basale dell’epitelio, possiedono un meccanismo di neutra-lizzazione virale intracellulare: infatti quando grazie a processi di transcitosi le vescicole che contengono e trasportano le IgA passa-no dalla superficie basale delle cellule (dove sono state prodotte) a quella apicale (per essere poi immesse nel lume) si trovano a inte-ragire con le vescicole che contengono i virus dei quali provocano la neutralizzazione (18, 19). La secrezione di immunoglobuline locali nel tratto respiratorio dei polli si verifica soprattutto dopo vaccinazione IB tramite impiego
di dispositivi spray: inizialmente le secrezioni mucose contengono prevalentemente IgA, in seguito diventano predominanti le IgG che sono in grado di inibire la replicazione in trachea dei virus per 4 settimane (4). Queste immunoglobuline vengono secrete atti-vamente nella mucosa tracheale ma “trasudano” anche dal circolo sanguigno (9), fenomeno che potrebbe essere favorito dalla pre-senza di processi infiammatori. E’ cosa nota che l’applicazione topi-ca di IBV induce la ghiandola di Harder a secernere anticorpi locali specifici con capacità neutralizzanti. Ulteriori dimostrazioni di una immunità locale attiva si basano sull’impossibilità di reisolare, in polli vaccinati, virus IB di challenge a distanza di 1 settimana dall’in-fezione, quantunque i livelli di anticorpi umorali risultino ridotti se non nulli (2, 4, 17).L’immunità cellulare è mediata dalle cellule T denominate Avian Respiratory Phagocites (ARP) che si trovano numerose nel tessuto connettivo sottoepiteliale e migrano nel lume in seguito a uno sti-molo antigenico. Il loro intervento è fondamentale nel limitare la replicazione virale e nella clearance generale dei virus (9).
Sistema riproduttoreLa protezione è correlata contemporaneamente a una buona im-munità, umorale e cellulo-mediata, conseguibile con il ricorso a schemi vaccinali che prevedano l’impiego di vaccini vivi e di un “booster” con vaccino inattivato. A livello di ovidutto si ha una pro-duzione locale di IgA (di breve durata) e di IgG (di maggiore per-sistenza) virus-specifiche. Inoltre anticorpi possono “trasudare” dal circolo sanguigno (10, 11, 14).L’immunità cellulo-mediata gioca un ruolo fondamentale nel limi-tare la replicazione virale e nella clearance dell’infezione (9).
Sistema urinarioDal momento che gli IBV sono virus epiteliotropi, le cellule bersa-
glio nel rene sono quelle epiteliali. L’immunità mucosale e quel-
la cellulo-mediata sono determinanti non solo per la protezione
dell’organo ma anche perché diminuiscono drasticamente l’escre-
zione virale post infezione. Nei soggetti non protetti è infatti il rene,
e l’epitelio tubulare in particolare, il sito ideale per la persistenza di
IBV nell’organismo (4, 18).
PERSISTENZA DEI VIRUS IB
I virus IB possono persistere in latenza nelle tonsille ciecali e so-
prattutto nell’epitelio dei tubuli renali. Ciò sembra poter essere
messo in relazione all’età in cui avviene l’infezione: pulcini infettati
nei primi giorni di vita potrebbero essere “portatori” del virus IB e
divenire diffusori in occasione di un evento stressante come l’en-
trata in deposizione (12).
La riescrezione non è accompagnata da sintomi clinici nei sogget-
ti escretori ma potrebbe sia giocare un ruolo epidemiologico nei
Rivista di Medicina Veterinaria, vol. 48, n. 1, 2013
polli suscettibili sia rivestire una certa importanza nell’evoluzione dei ceppi IBV varianti (4,12).
QUALITÀ DELLE VACCINAZIONI E CONTROLLO DELLA MALATTIA
Le misure di profilassi diretta sono il primo passo per il controllo
della malattia: igiene, biosicurezza e management (a rischio mag-
giore gli allevamenti multi-età) (18). Ruolo fondamentale è giocato
dal corredo di anticorpi materni passivi nella progenie. A rischio
potrebbero essere le schiuse di “importazione” per le quali non si
conosce la storia sanitaria dei riproduttori né tanto meno gli sche-
mi vaccinali.
Importantissima è la profilassi vaccinale: sono infatti fondamentali
la scelta dei ceppi di vaccino e gli schemi vaccinali più appropriati
ma soprattutto le buone tecniche di vaccinazione (5, 18).
Controlli diretti effettuati in numerosi allevamenti e prove di cam-
po appositamente programmate hanno dimostrato che le corrette
tecniche di vaccinazione giocano un ruolo basilare. Troppo spes-
so gli operatori e i veterinari in campo sottovalutano l’importan-
za delle modalità di somministrazione del vaccino. Moltissimi dei
problemi riferiti a “ rottura di immunità” non sono dovuti a scarsa
efficacia dei vaccini ma a somministrazioni mal eseguite. Da molti
anni si effettuano, purtroppo con risultati scoraggianti, verifiche
in campo allo scopo di valutare la corretta somministrazione dei
vaccini: la consapevolezza degli operatori è decisamente scarsa.
La maggior parte di loro infatti è convinta di somministrare corret-
tamente il vaccino. Al contrario, controlli scientificamente condotti
dimostrano che nelle condizioni di campo l’assunzione dei vaccini
è estremamente variabile e va dallo 0 al 100%. Da prove effettuate
in campo si è osservato che broiler dello stesso allevamento (vac-
cinati quindi nello stesso modo) ma allevati in capannoni differen-
ti non presentano il medesimo livello di protezione. In un alleva-
mento è stato infatti rilevato un livello di assunzione del vaccino
dello 0% nel primo capannone e del 50% nel secondo. In un’altra
prova era stato vaccinato il 10% dei polli in un capannone e l’85%
in un altro, mentre in un terzo esperimento si sono registrati va-
lori percentuali del 37% e del 73%. Questi dati dimostrano che in
campo si possono verificare interferenze anche piccole, nemmeno
considerate dall’operatore che sta effettuando le vaccinazioni, che
però hanno un’influenza assai rilevante sulle qualità della vaccina-
zione e sul risultato finale. (Dati interni non pubblicati).
Dopo una vaccinazione, la natura della risposta immunitaria locale e la modalità di reazione dell’organo bersaglio sono in-fluenzati non solo dall’uso di vaccini vivi (4, 18) e dalla concen-trazione per dose di virus vaccinale ma anche dalle caratte-ristiche antigeniche del virus e dalla persistenza, nonostante l’attenuazione, degli epitopi necessari allo stimolo di una prote-
zione specifica (4, 15).
CONSIDERAZIONI PRATICHE FINALI: COME CONTROLLARE I PROBLEMI DI IBV Vaccinazioni • Migliorare l’efficacia delle vaccinazioni, facendo sì che venga
fornita tutta la protezione prevista e che si riducano i fenomeni
di “rottura di immunità.”.
• Standardizzareeincrementarelaqualitàdellasomministrazio-
ne, permettendo così di dover registrare un minor numero di
“rolling reactions” in campo.
• Allestireprogrammidivaccinazionepiùsemplicimapiùeffi-
caci al fine di minimizzare le possibili interferenze.
• Sfruttareappieno lepotenzialitàdeivaccinigiàdisponibilial
fine di diminuire l’esigenza di nuovi ceppi vaccinali.
Come riportato in letteratura, i primi studi di protezione crociata
nei confronti di numerosi virus varianti isolati in Italia risalgono ai
primi anni ‘90 e mostrano un’ottima protezione in laboratorio e in
campo (5, 20).
Broiler
Lo schema vaccinale dovrebbe prevedere una vaccinazione di base
con un ceppo classico M41 (Massachusetts tipo IB H120) eventual-
mente, se le condizioni epidemiologiche lo richiedono, associato
ad un ceppo IBV variante tipo 793/B e ceppi correlati, sommini-
strata spray in incubatoio. Questa pratica consente di ampliare la
protezione verso la maggior parte dei sierotipi IBV presente attual-
mente in campo, anche se antigenicamente non direttamente
correlati (4, 5, 6, 11, 15, 18, 20) e di evitare i problemi relativi ad una
scorretta somministrazione di vacccino in allevamento.
Pollastre
Lo schema vaccinale nelle pollastre ha uno scopo molteplice:
• proteggereisoggettineiprimigiornidivitadainfezionipreco-
cissime (QX-like, ecc.) che potrebbero danneggiare il sistema
riproduttivo (in questo coadiuvato da un adeguato livello di
anticorpi materni passivi (10, 14);
• proteggerenelleprimesettimanedivitadaproblemirespi-
ratori;
• fornireunadeguatoprimingperirichiamiconvacciniviviin
campo e per il/i booster con vaccini inattivati.
CONCLUSIONI
I vaccini vivi attenuati, stabili e ad alta concentrazione antigenica,
sono la base di una buona protezione verso la Bronchite Infettiva.
Per evitare il più possibile stress e rolling reactions, si devono sem-
pre somministrare vaccini IB a dose piena, stabili e con buona at-
tenuazione.
L’immunità mucosale locale da IgA e IgAS e quella cellulo-mediata
giocano un ruolo fondamentale nella protezione della specie pol-
lo da infezioni da IBV.
A. Meini
L’immunità umorale, molto importante per la protezione degli or-gani interni (soprattutto l’apparato riproduttore e quello urinario), gioca un ruolo meno importante nella protezione del sistema re-spiratorio ma è essenziale nella clearance dall’infezione da IB.Il concetto di protettotipo sostiene che per ogni nuovo sierotipo non è necessario un nuovo vaccino e che la protezione crociata spesso è molto più estesa di quanto possano indicare i semplici esami sierologici. Con un opportuno schema vaccinale si possono proteggere i broiler e le pollastre in campo da un grande numero di varianti IBV.Le buone pratiche di vaccinazione sono fondamentali per fornire una buona protezione e impedire la comparsa di “rolling reactions”.Anche le norme di biosicurezza devono intervenire nel controllo della malattia.
BIBLIOGRAFIA
1. Beato M.S., De Battisti C., Terregino C., Drago A., Capua I., Ortali G. – Evidence of circulation of a Chinese strain of infectious bron-
chitis virus (QXIBV) in Italy - Veterinary Record (2005), 28 156(22): 720
2. Benyeda Z., Matò T., Suveges T., Szabò E., Kardi V., Abonyi-Toth Z., Rusvai M., Palya V. – Comparison of the pathogenicity of QX-
like, M41 and 793/B infectious bronchitis strains from different
pathological conditions - Avian Pathology (2009) 38(6), 449-4563. Cavanagh D. - Coronaviruses in poultry and other birds – Avian
Pathology (2005) 34(6), 439 - 4484. Cavanagh D. – Severe acute respiratory syndrome vaccine de-
velopment: experiences of vaccination against avian infectious
bronchitis coronavirus – Avian Pathology (2003) 32(6), 567 – 582 5. Cook J. – Bronchite infettiva: sierotipi italiani e problemi di cam-
po– Atti del convegno “Bronchite Infettiva: un problema in evolu-
zione” – Bologna 1995.6. Cook J., Orbell S., Woods M., Huggins M. – Breadth of protection
of the respiratory tract provided by different live attenuated in-
fectious bronchitis vaccines against challenge with infectious
bronchitis viruses of heterologous serotypes – Avian Pathology (1999) 28, 477-485
7. Cook J., Orbell S., Woods M., Huggins M. – A survey of the pre-
sence of a new infectious bronchitis virus designed 4/91 (793/B)
– The Veterinary Record (1996), 138: 178-180. 8. Cook J.et al. Proceedings of the International Symposium on In-
fectious Bronchitis and Pneumovirus Infections, Rauischholzhau-
sen, Giessen, 19989. Davison F., Kaspers B., Shat K.A. – The avian respiratory immune
system - Avian Immunology (2008) 273-288 Academic Press 10. De Wit J.J., Nieuwenhuisen van Wilgen J., Hoogkamer A., van
de Sande H. Zuidam G.j., Fabri T. – Induction of cystic oviducts
and protection against early challenge with infectious bronchitis
virus serotype D388 (genotype QX) by maternally derived antibo-
dies and by early vaccination – Avian Pathology (2011) 40(5), 463-471
11. De Wit J.J., Cook j., van der Heijden H. – Infectious bronchitis
virus variants: a review of the history, current situation and control
measures – Avian Pathology (2011) 40(3), 223 - 23512. Dhinakar RajG., Jones R.C. – Infectious bronchitis virus: immuno-
pathogenesis of infection in the chicken - Avian Pathology (1997) 26, 677-706
13. Gough R.E., Cox W., Welchman D., Worthington K., Jones R.C. – Chinese QX strain of infectious bronchitis virus isolated in the UK
- The Veterinary Record (2008), 162, 99-10014. Landman W. J. M., Dwars R.E.M., de Wit J.J. – High incidence of
false layers in (re)production hens supposedly attributed to a ju-
venile infectious bronchitis virus infection – Proceedings of 54th
Western Poultry Disease Conference (2005) Vancouver, Canada.15. Malo A., Orbell S., Huggins M., Woods M., Cook J. – Cross pro-
tection studies after the use of live attenuated IBV vaccines IB 4-91
and IB Ma5 (Massachusetts type) – VSD Newsletter (1998) n.1716. Massi P. – Epidemiologia della Bronchite Infettiva in Italia – Atti
del convegno “Malattie virali e problemi di produzione” Bologna 2006
17. Pascucci S.. – Alcune considerazioni sulla bronchite infettiva e la
sua evoluzione in Italia – Atti del convegno “Bronchite Infettiva: un
problema in evoluzione” – Bologna 1995.18. Pascucci S. – Bronchite infettiva aviare - (1998), Brescia, 7° corso
di formazione specialistica per veterinari in patologia aviare.19. Pascucci S. – Patogenesi delle malattie dell’apparato respiratorio
nei volatili da cortile - (2002), Brescia, 1° corso d’aggiornamento per veterinari ispettori nei macelli avicoli.
20. Terregino C., Toffan A., Beato M.S., De Nardi R., Vascellari M., Meini A., Ortali G., Mancin M., Capua I. – Pathogenicity of a QX
strain of infectious bronchitis virus in specific pathogen free and
commercial broiler chickens and evaluation of protection indu-
ced by a vaccination programme based on the Ma5 and 4/91 se-
rotypes – Avian Pathology ( 2008) 37(5), 487_493