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  • ROSANTONIETTA SCRAMAGLIA

    LA CASA:SPAZI, COSE, PERSONE

    EDITORE ULRICO HOEPLI MILANO

  • Copyright Ulrico Hoepli Editore S.p.A. 2012via Hoepli 5, 20121 Milano (Italy)tel. +39 02 864871 fax +39 02 8052886e-mail [email protected]

    Seguici su Twitter: @Hoepli_1870

    www.hoepli.itTutti i diritti sono riservati a norma di leggee a norma delle convenzioni internazionali

    ISBN EBOOK 978-88-203-5537-1

    Copertina: mncg S.r.l., MilanoRealizzazione digitale: Promedia, Torino

  • SOMMARIO1. CASA1.1.RIFUGIO1.2 SPAZIO DEL VIVERE

    2. PERSONE2.1.CONDIVISIONE2.2.UOMINI E DONNE2.3.FASI DI VITA

    2.3.1.DA SINGLE A COPPIE2.3.2.VITE DI COPPIA2.3.3.GLI ANZIANI

    3. COSE3.1.SIGNIFICATO3.2.PERDITA

    3.2.1.CASE VIOLATE3.2.2.PROVVEDIMENTI3.2.3.REAZIONI3.2.4.BENI PREZIOSI3.2.5.EMOZIONI3.2.5.CONSEGUENZE

    3.3.ARREDAMENTO E IMMAGINE SOCIALE3.4.INDICATORI DI STATUS

    3.4.1.GLI USA ANNI 303.4.2.LITALIA ANNI 80

    4. SPAZI DOMESTICI4.1.INFLUENZE CULTURALI4.2.SUDDIVISIONE4.3.DAL GRANDE AL SANO

  • 4.4.MIDDLETOWN4.5.DAGLI ANNI 60 A OGGI

    4.5.1.GLI ANNI 604.5.2.GLI ANNI 704.5.3.GLI ANNI 804.5.4.GLI ANNI 904.5.5.IL TERZO MILLENNIO

    5. NUOVE FORME DELLABITARE5.1.LABITARE SOCIALE

    5.1.1.IL PASSATO5.1.2.LE ASPIRAZIONI

    5.2.LA REALT ITALIANA5.2.1.ABITAZIONI5.2.2.FAMIGLIE5.2.3.NUOVE ESIGENZE

    5.3.IL SOCIAL HOUSING5.4.IL COHOUSING

    5.4.1.DEFINIZIONE5.4.2.GLI INIZI

    5.5.AUTOCOSTRUZIONE E AUTORECUPERO5.6.SOSTENIBILIT

    5.6.1.SOSTENIBILIT SOCIALE5.6.2.RESPONSABILIT AMBIENTALE

    5.7.LE REALIZZAZIONI IN ITALIA5.7.1.URBAN VILLAGE BOVISA5.7.2.COSYCOH5.7.3.TERRACIELO5.7.4.COHTTAGE

    5.8.BILANCIBIBLIOGRAFIA

  • 1.CASA

    1.1.RIFUGIONella maggior parte delle civilt del passato, le citt erano chiuse. Le mura che []circondano [la citt] stanno a significare il confine fra il mondo esteriore e quellointeriore; le porte sono i sensi o le facolt che collegano linterno con lesterno;lintelletto [] esamina tutti quelli che si avvicinano alla porta, distinguendo gli amicidai nemici, e il libero volere protegge la sicurezza della citt. In essa zampillanofontane; al riparo delle sue mura si adagiano i giardini, e al centro, dove il suo cuore,sta il Santuario1.Oggi, invece, le citt sono completamente aperte allesterno e propongono continuiscambi con le loro periferie attraverso metropolitane, strade, ferrovie. Da quandohanno perduto quel senso di inaccessibilit e di protezione, mostrano anche unestremapovert semiologica. Tutto uniforme e anonimo. La citt di oggi non pi qualcosache protegge, ma uno spazio dellavere, cio lo spazio della conquista e deldominio2. La citt che ha perso le mura e le porte, non d pi un senso di sicurezza aisuoi cittadini. Perci essi ricreano le porte e le mura nelle loro abitazioni private chediventano sempre pi chiuse, vicine le une alle altre, pur senza comunicare. Cos, lavita dei cittadini, una volta arrivati a casa propria, diventa impermeabile agli stimoliche provengono da fuori.Giacomo Devoto, nel suo dizionario della lingua italiana, infatti, con la casa designasoprattutto il luogo dove ci si pu celare, riparare, nascondere dal mondo esterno,visto come fonte di pericolo.La casa ha quindi un altro ruolo fondamentale. Deve costituire un rifugio stabile, unluogo privato, intimo, dove vivere sicuri. Pi lessere umano si sente fragile, pinecessita di un involucro che lo rassicuri e la casa una grande culla, un nido, unguscio, un luogo dove costruire, fermarsi, essere.Il nostro mondo sempre pi instabile, gli altri vi sono percepiti come estranei e larealt diventa incomprensibile e inafferrabile, tanta la rapidit con cui muta. Diventaperci pi importante per ognuno di noi contrapporre al mondo esterno quellorassicurante della propria casa e della famiglia, disporre di un luogo chiuso dovepotersi sentire padroni di gestire il nostro tempo, i nostri spazi, le nostre azioni.Quando si forma una coppia, il mondo che ci circonda sembra bello e amico, e il luogodove amarsi indifferente, tanto che si dice: due cuori e una capanna. Ma poi, con ilconsolidarsi dellamore, si ha bisogno di fondare una propria casa, di costruire unareggia per lamato o lamata. Soprattutto la donna vive labitazione come lestensione

  • del suo corpo e, prendendosene cura, oggettiva lamore che nutre per il suo compagno3.Per questo, quando vi entrano senza consenso degli estranei, la percepisce come uncorpo violentato. Di colpo, la casa non appare pi a chi vi abita un rifugio sicuro,intimo, privato. Ha perso la sua funzione.Tuttavia, anche se un luogo chiuso, nella casa si stabilisce una dialettica fra il fuori eil dentro. La casa un corpo di immagini che danno alluomo delle ragioni o delleillusioni di stabilit 4 il richiamo a una coscienza di centralit, dialettica di un giocoinsopprimibile di interno/esterno sempre reversibile e di cui la porta cardinemobile, guardiana ed evocatrice al tempo stesso di ogni tentazione di evadere o diripiegarsi su di s. Il suo poter essere socchiusa apre lo spazio della seduzione tra ilgioco delle spinte ad aprirsi allesterno.A questo proposito, fra la citt antica e quella moderna vi sono grandi differenze cherivelano un diverso modo di concepire il vissuto sociale. Nella citt antica, esisteva unmodo di socializzare fluido dove non vi era interruzione tra la casa e la strada e dovele piazze erano importanti centri di aggregazione. Oggi, invece, la citt, con la suatipologia geometrica, sembra fatta di container. Sono container gli appartamenti, lemacchine o le vetture dei trasporti pubblici, i luoghi di lavoro. E si vive soprattuttoallinterno dei propri appartamenti secondo un ideale che stato definito talvoltanarcisistico e onnipotente, illudendosi di poter essere autonomi e autosufficienti. Equesto, paradossalmente, proprio quando dipendiamo come non mai nella storia datutta una serie di servizi centralizzati (luce, acqua, gas, strade, ecc.) di cui nonsapremmo fare a meno. Abitazioni nelle quali si parla come non mai di privacy, ma chesono, loro malgrado, continuamente e sempre pi invase dal mondo esterno, dallaradio, dalla TV, dalla rete, dai vicini, dal rumore del traffico, dallinquinamento.Cos, ai tentativi di recidere ogni tipo di rapporti sociali, si contrappone lirruzione,talvolta violenta, della citt, del mondo.

    1.2 SPAZIO DEL VIVERESecondo Bruno Taut labitazione pi intimamente vicina ad ogni singolo essereumano della sua stessa camicia [...] Per questo motivo la casa deve adattarsi a chi viabita come un vestito di buona fattura, deve vestirlo allo stesso modo. Pertanto,poich luomo stesso a dover plasmare lambiente, non ha molto senso educarloattraverso modelli di appartamenti pubblicizzati. Teniamo conto che Taut scrive nel19275.Tuttavia, il rapporto stabilito dallindividuo con la propria casa non va solo in unadirezione. Non solo egli oggettiva in essa le proprie esigenze psicologiche e pratiche, evi proietta la propria immagine e lo stile di vita che ha o che intende avere, ma anche il

  • tipo di casa in cui vive influenza i suoi comportamenti, non diversamente da quello chetraspare dagli esperimenti ormai classici che gli etologi hanno condotto sulle cavie. Inumerosi studi svolti sugli effetti del sovraffollamento delle gabbie hanno dimostratoche esiste un rapporto molto stretto tra spazi affollati e laggressivit degli animali.Avviene la stessa cosa nelle persone. Infatti, confrontando i conflitti dei coniugi olaggressivit dei bambini con il tipo di abitazione nella quale vivono si riscontratoche uno spazio angusto porta al rigetto dellaltro, rigetto espresso con la litigiosit.Fra i vari significati attribuiti allabitazione analizzata dagli psicoanalisti come spaziodel S, Jung afferma che, linterno della casa rappresenta linteriorit oggettivata evista da noi stessi. il S che osserva se stesso. Ma anche il S visto dagli altri chevi entrano, dagli invitati. il nostro modo di apparire, la maschera sociale.La contrapposizione tra spazio dellintimit proprio dellabitare, e spazio pubblico,sociale, riflette anche la contrapposizione che da sempre sembra essersi istituita tra idue modi di concepire lo spazio: quello proprio al femminile (centripeto, immobile,astorico, uterino nella sua riproposizione di topologie circolari e concluse) e quelloinvece maschile (centrifugo, geometrico, aperto).Da qui si arriva a teorizzare i due modi di concepire lo spazio, obbedienti a dueopposti sistemi concettuali: quello della percezione immediata e dellevidenza delsensibile, e quello dellastrazione e della razionalizzazione.Nel primo, lIo si pone centralmente e guarda il mondo ponendosi dentro le cose eprendendo a misura e modello dello spazio il proprio corpo e i sensi.Nel secondo, la misura dello spazio, illimitato, data da un osservatore posto fuori diesso. La sua comprensione e la sua rappresentazione necessitano di un sistema astrattoe simbolizzante.Il primo viene definito lo spazio del vivere: cio lo spazio che insieme visivo,acustico, tattile, olfattivo e cinetico; lo spazio inteso fenomenologicamente; lo spazioabitato.Il secondo lo spazio geometrico di derivazione euclidea, con cui luomo avrebbecercato di razionalizzare e ordinare il caos del creato.Questi due tipi di spazio, oltre a riflettere due possibili concezioni storiche edestetiche della costruzione dello spazio (luna pi espressione astratta di unidea,laltra, impronta di un vissuto), sarebbero anche e soprattutto, rivelatori di un diversomodo di vivere e di immaginare lo spazio: quello proprio al maschile, che si riconoscenella categoria frommiana dellavere, ed quello femminile, che si manifestanellessere.6

  • 1 T. Burckhardt, Siena, citt della Vergine, Arch, Milano 1978, p. 73.2 P. Coppola Pignatelli, Spazio e immaginario, Officina, Roma 1982., p. 53 e p. 63.3 C. G. Jung, Ricordi, sogni, riflessioni, Rizzoli, Milano, 1984.3 F.Alberoni, Ti amo, Rizzoli, Milano 1996.4 G. Bachelard, La potique de lespace, PUF, Parigi, 1967. Trad. it. Poetica dello spazio, Dedalo Libri, Bari,

    1977, p. 34-35.5 B. Taut, Una casa di abitazione, Angeli, Milano, 1991, p. 15 e p. 77.6 Ciampi M., Forme dell'abitare. Un'analisi sociologica dello spazio borghese, Rubbettino, Soveria Mannelli

    2011.

  • 2.PERSONE

    2.1.CONDIVISIONECostruire sempre un gesto epico perch si richiama a valori universali e ad archetipiancestrali.7 Heidegger pone in relazione il termine costruire, che in tedesco si dicebauen, con essere (ich bin). E deduce che essere mortali sulla terra, essere uomini,significa abitare. Significa esserci, essere sul mondo, e non essere gettati nel mondo. Ese il termine wohnen (abitare) affine allantica parola gotica che significa essere inpace, anche nelle altre lingue i termini dimora, magione, maison, maniero e stanza,hanno lo stesso significato.Ma abitare una casa, per Heidegger, non significa solo stare in pace. Significasoprattutto condividerla con qualcuno, con chi si condivide lesistenza8.Durante il processo di scelta riguardante il proprio appartamento si susseguono varietappe verso lautorealizzazione che si ottiene soddisfando le proprie esigenze easpirazioni o contrattando fra i membri della famiglia. Il risultato dipendedallintersezione di sette dimensioni concettuali: la famiglia e le relazioniinterpersonali, lidea di privacy, lattivit che si intende svolgere nellabitazione, isignificati attribuiti agli spazi, la loro organizzazione, laffollamento e ladattamento.9

    2.2.UOMINI E DONNENella scelta della casa hanno un grande peso anche i significati che le si attribuiscono,significati che sono diversi per uomini e per donne.Una delle prime ricerche che testimoniano tali differenze si svolta a Chicago nel1957, quando, in un quartiere residenziale dei dintorni della citt, il costruttore si eratrovato a dover vendere rapidamente mille abitazioni e si era rivolto a unagenziaperch svolgesse una ricerca in profondit atta a esplorare il mercato potenziale.Questa, per scoprire il meccanismo psicologico che avrebbe indotto pi facilmente iclienti a comprare la casa, decise di consultare degli psicologi che evidenziaronolesistenza di una complicazione derivante dal diverso significato che gli uomini e ledonne davano ad essa. Infatti, emerso che Nella casa luomo vede una Madresimbolica, un tranquillo rifugio dopo una giornata sfibrante trascorsa nel mondoesterno, dove regnano la lotta e la competizione, dove spesso si devono sopportare gliordini di un padrone. Egli spera ardentemente di trovare, nella idealizzazione della suacasa, quel sollievo e quel conforto che, da bambino, gli dava la presenza della madre

  • al suo fianco. Daltra parte le donne, che gi sono per proprio conto Madri simboliche,hanno della casa una concezione completamente diversa. Una donna vede nella casaunespressione di se stessa, e spesso, letteralmente, una estensione della propriapersonalit. In una nuova casa essa pu mettere radici e crescere, ricreare se stessa,esprimersi in piena libert.10In seguito a tali risultati, si decise di lanciare una pubblicit specifica per gli uomini, esi realizz un manifesto dove la casa veniva rappresentata da due braccia femminilinellatto di stringere con calore: un abbraccio materno, quello era il significato dellacasa da vendere.Studi successivi hanno confermato le differenze fra i due generi e aggiunto chenelluomo il desiderio di costruirsi una casa si manifesta anche come desiderio ditornare nei luoghi dei primi incontri che, a poco a poco, diventano carichi disignificato, consacrati al loro amore. Nella donna, come desiderio di avere una casaper loro due soli, qualcosa di bello, un nido. Probabilmente perch la donna che,nella nostra civilt, ha pensato pi a lungo allamore come convivenza, ha pensato pia lungo, fin da bambina, come dovr essere la sua casa. La casa il suo stesso corpooggettivato. Il suo corpo accogliente.

    2.3.FASI DI VITAIl significato attribuito alla casa, agli oggetti domestici e allarredamento, non dipendesolo dal genere a cui appartiene lindividuo, ma varia anche nei diversi momenti delciclo della vita. perci diverso in un bambino, in una giovane coppia o in un adultomaturo. Delle semplici sedie da cucina, per un bambino possono significareunoccasione di gioco, per una giovane coppia il coronamento di un sogno seguito atanti sacrifici per acquistarle, per un adulto maturo il ricordo di tanti momenti delpassato, quando vi teneva i bambini in braccio. 11

    2.3.1.DA SINGLE A COPPIE

    Un individuo che viva solo, ad esempio, pu considerare la casa come un guscio ecome il luogo privato, esclusivo. Una coppia la considera piuttosto un nido dove illuogo dellio diventa territorio del noi. Dove scegliere significa condividere lescelte e vivere significa condividere gli spazi e gli oggetti contenuti in esso. Diconseguenza, ogni oggetto pu servire alla coppia come strumento di comunicazione ecome mezzo per mantenere i ricordi quando sono lontani.In effetti, analizzando le fasi di vita di una coppia innamorata, possiamo vedere che,allinizio, lambiente conta poco. Conta solo la persona amata, tutto il resto

  • inessenziale. Gli innamorati si incontrano dove e quando possono, in una stazioneferroviaria, in un cinema, in un ristorante. Tutto il mondo la loro patria, ogni anfrattola loro casa. Gli innamorati sono come gli uomini nellinfanzia della civilt: deiraccoglitori, dei nomadi.Poi, sentono il bisogno di un ambiente pi adatto, che siaproprio, che indichi il loro posto nella comunit. Per compiere questo passaggio,dalla fase nomade a quella stanziale, la coppia ha bisogno di un periodo di vita incomune e lo studio attento di ci che serve. Questo comporta un cambiamento diatteggiamento mentale per entrambi: ciascuno deve far posto allaltro prima di tuttonella propria mente. Deve cominciare a pensare al plurale. Ciascuno pensando a cosacomprare per la casa da condividere con lamato, deve dire: Ci servir... E non Miservir... Nella coppia questa fase prematrimoniale corrisponde alla riscoperta delbello.12Dopo la partenza dal tetto paterno, fino ad allora considerato la propria casa, dove, daadolescente si era ritagliato la propria stanza a suo uso e a suo gusto, il giovane viveun momento fondamentale della vita. Talvolta, lo stacco graduale; il nuovo alloggioviene utilizzato solo qualche giorno alla settimana e si torna a casa per procurarsiqualche piatto cucinato o per far lavare la biancheria. In questo caso, il senso dellanuova sistemazione semplicemente quello di una scatola da abitare, caratterizzata pida elementi decorativi che non da veri e propri mobili. La presenza di borse sparsenellappartamento denota lesitazione a uscire dalla provvisoriet, e mostra anche unimpegno limitato a costruirsi una casa propria, stabile.Mentre la casa del single caratterizzata da piccoli spazi che hanno funzioniparticolari, scarsamente integrati fra di loro, la casa delle giovani coppie molto picurata, pi ordinata, niente casuale, tutto deve essere armonico ed equilibrato. Unacoppia, che inizia a vivere insieme, diventa una macchina per laccumulazionequotidiana di oggetti, di abitudini e di nuovi riferimenti comuni. Gli stessi mobili e glielettrodomestici incrementano lintegrazione fra le attivit dei due partner, li spingonoa prendere decisioni su chi deve fare cosa. Nella casa della coppia si sperimentano iruoli domestici e si costruiscono nuove abitudini. Operazioni semplici, apparentementebanali, come il lavare la biancheria, richiedono unorganizzazione di spazi e di ruoli.Secondo Jean-Claude Kaufmann, che ha svolto unanalisi sociologica su questaproblematica, la storia dellevoluzione di una coppia pu essere colta analizzando glioggetti nella sua casa. Il processo di accumulazione avviene attraverso beni recuperatidalle famiglie di origine, poi quelli acquistati da soli, seguono gli elettrodomestici, imobili e gli altri oggetti scelti insieme. Ma tutto ha importanza, perch nella casa tuttoparla, e tutto parla della coppia che vi abita.13Cos, dopo la prima fase contemplativa vissuta dai due innamorati, segue un processoche caratterizza la fase pragmatica, stanziale che d una identit sociale alla coppia.Identit che, con il passar degli anni, va a rafforzarla, in modo proporzionale a ci che

  • i partner sono diventati. Ma alcuni, quelli che non sanno rinnovarsi, rinascere, possonoentrare nella fase della decadenza. Non cambiano nulla nella loro casa, non larinnovano. Anzi, si attaccano con ostinazione a tutto ci che hanno oggettivato nelpassato: forme, colori. Tutto deve restare comera nellepoca degli inizi. E per questastagnazione hanno un alibi inattaccabile: ogni oggetto dicono carico di ricordifelici.14

    2.3.2. VITE DI COPPIA

    Per meglio illustrare quanto detto finora, riportiamo alcuni stralci tratti dalle intervistefatte a due coppie che rappresentano in modo emblematico le due concezioni oppostedel rapporto amoroso e che, di conseguenza, gestiscono diversamente il proprio tempolibero, incluso quello trascorso in casa.15Come vedremo, Ada e Mario hanno una totale comunione di interessi e di attivit, leloro vite sono diventate una cosa sola che arriva ad escludere il mondo esterno. Anna eGiorgio, invece, pur amandosi, non hanno subito uno dei processi tipicidellinnamoramento che Alberoni definisce storicizzazione. Soprattutto Giorgio,infatti, non ha messo in discussione il proprio passato, divenendo una nuova personaplasmata secondo le esigenze della vita di coppia, per cui continua a gestire la propriavita come faceva prima lasciando poco tempo libero per la sua compagna.Ada e Mario vivono il tempo quotidiano trascorso in casa in sintonia e la stessasintonia la ritroviamo nel ripercorrere i ricordi del passato.Effettivamente, spiega Mario, abbiamo centinaia di foto, fatte nei vari viaggi,che, ogni tanto, ci divertiamo a sfogliare seduti sul divano. un tuffo nel passatoche ci fa sentire ancora pi uniti perch ci ricordiamo le tante belle cose cheabbiamo fatto e visto insieme. Ma non rimaniamo solo attaccati ai bei ricordi dellevacanze, ci divertiamo anche a progettare quelle del futuro. Ogni tanto ci mettiamoin Internet e iniziamo a navigare o a cercare dove andare in vacanza. Ada si divertemolto a fare questo. (Mario)La stessa sintonia la ritroviamo per quello che riguarda il possesso degli oggettiquotidianiPer il fatto che tutti e due ci occupiamo dei lavori domestici, non c pi la vecchiadistinzione tra gli oggetti per la donna (le stoviglie, le pentole, glielettrodomestici) e quelli per luomo (martelli, pinze,.). Per noi tutto di tutti edue e usare queste cose serve per rendere la nostra vita di coppia migliore.(Mario)Per entrambi sono importanti i momenti speciali vissuti in coppia che richiedono unaserie di riti.

  • Per le occasioni speciali, spiega Mario, facciamo delle cenette a lume dicandela che sono molto romantiche. (Nel caso non labbia capito, sono unromanticone). Ada si veste e si prepara e io mi rendo utile andando allagastronomia a prendere quello che mangeremo. So le cose che le piacciono e socome conquistarla anche a tavola. Due candele, una tavola ben apparecchiata, unabottiglia di champagne (magari proprio la marca di quello bevuto nel nostro primoincontro) una musica ad hoc e poi, lei. Bellissima, esce dalla camera e io, sempre misento emozionato come la prima sera, e le corro incontro, le do un bacio e iniziamola cena In questi momenti come se vivessimo in una favola e il tempo sempretroppo corto. (Mario)Un bel momento nella nostra vita di coppia, racconta Ada, quando ci sonodegli anniversari e facciamo delle cenette. Compriamo le cose da mangiare allagastronomia, qui vicino a casa, perch non abbiamo tempo, n tanta voglia dimetterci a cucinare dopo dieci ore di ufficio. La cosa bella come prepariamo latavola. Di solito lui prende fuori la tovaglia bella, io il servizio bello di piatti,bicchieri e posate e apparecchiamo. Mettiamo sempre le candele (che fannoatmosfera) e una bella musica soft. Quando facciamo le nostre cenette, la primacosa che facciamo quella di spegnere i telefonini e di staccare il telefono perchnon vogliamo essere disturbati. Stiamo poco insieme e, quando riusciamo a stareinsieme, non vogliamo che il mondo di fuori ci disturbi. In questo la nostra casa come un rifugio dal mondo fuori s, come uno spazio e un tempo speciale. Ilnostro. (Ada)Nella coppia di Ada e Mario, la fusione fra i partner totale e ognuno dei due si inuna certa sorta riplasmato ad immagine dellaltro proprio come avviene quando ci siinnamora veramente. I processi di fusione e al tempo stesso di forteindividualizzazione che riscontriamo nella loro voglia di realizzarsi costruendoqualcosa anche nel tempo libero, sono propri dello stato nascente amoroso che, comedimostra questa coppia, pu essere mantenuto vivo anche con il passare degli anni.Ada riuscita a tal punto a cambiare Mario da rendere la suocera ancora incredula eda ottenere da lui anche ci per cui proprio negato, come la stiratura. Ma non tutte lecoppie sono come quella di Ada e Mario, altre, come la coppia di Giorgio e Anna dicui parleremo, anche se formate da meno anni, sono tenute insieme solo da alcuni deglielementi costitutivi dellamore. Ad esempio, lerotismo e lintesa sessuale.Inoltre, Ada e Mario hanno formato una coppia chiusa dove non trovano posto non sologli amici ma anche le piante e gli animali visti come sottrazione del poco tempo liberoinsieme a disposizione. La casa, di conseguenza, il nido e il rifugio dal mondoesterno, talvolta minacciato dal telefono.Ada e Mario sono due persone che Fernando Dogana definirebbe familicentriche,persone cio che vivono la casa come luogo di riparo dal mondo esterno e dove

  • condividono spazi, tempi e attivit e beni.Altri, invece, sono egocentrici e cercano nella loro casa spazi dove isolarsi dalpartner, dove svolgere delle attivit in pace. Infine, ci sono le persone sociocentricheche desiderano avere la loro casa e la loro vita privata aperta al mondo16.Quando vi un partner sociocentrico e uno egocentrico o familiocentrico, possonosorgere dei problemi nei rapporti di coppia come avviene nella seconda coppiaesaminata, quella di Giorgio e Anna.Giorgio ha 35 anni e lavora in una casa farmaceutica, Anna ha trentanni ed insegnante in un liceo. Vivono insieme ormai da quattro anni e la loro convivenza staper sfociare in un matrimonio previsto fra pochi mesi. La differenza nellattivitlavorativa dei partner e il minore impegno fuori casa di Anna creano una distribuzionedei compiti domestici disuguale allinterno della coppia. Ma non solo, Giorgio si innamorato di Anna perch lha vista brillante in compagnia e vorrebbe che le loro viteruotassero ancora attorno al mondo degli amici e dei compagni di sport con i quali luitrascorre tutto il suo tempo libero. Nulla per Giorgio deve essere esclusivo dellacoppia. Non concepisce una vita privata che riguardi solo lui e Anna ma, con ildisappunto della sua compagna, tutto ci che fanno lo rende di dominio pubblico.Anna, invece, che vorrebbe trovare in Giorgio anche un amico intimo, passa il tempolibero sola in casa, non riceve dal compagno nemmeno sostegno morale quando ne habisogno, non condivide con lui alcuna attivit o svago, non guardano neppure la TVinsieme che una delle cose preferite dalle altre coppie.Ma sentiamo come scorre la loro vita attraverso uno stralcio delle interviste. ParlaGiorgio:Il tempo che passo in casa non tanto perch sono in giro per lavoro tutti il giornoe, di sera, sono abituato a uscire con i miei amici. () Se sono a casa mi piaceguardare la televisione. Mi metto comodo comodo sul divano di sala e guardo i mieiprogrammi preferiti. Da quando ho Stream mi becco tutti gli appuntamenti sportiviche ci sono davvero tutta unaltra storia, rispetto alla RaiNon faccio altrecose in casa nel tempo libero. Arrivo a casa stanco morto dal lavoro. Anna me lorinfaccia sempre che non laiuto (non mi aiuti mai, ti fai sempre i *** tuoi, cosacredi, che io sia la tua serva?!), ma come pu pretendere che mi metta a lavare o afare da mangiare Lei torna a casa da scuola alle due e poi non ha pi niente dafareIo sono presissimo. ()Il tempo libero quello in cui faccio le cose che mi piacciono: quando vado a pesca,quando vado a vedere una partita. In casa quando, dopo una dura giornata dilavoro, mi sdraio sul mio divano e mi guardo in pace quello che voglio. (). Annadice che sono un fanatico, che sbatto via tempo a guardare cose che non servono aniente invece di aiutarla e di stare con lei.. non lo faccio perch non le voglio bene,ma, dopo una giornata dentro-e-fuori dagli studi medici e dagli ambulatori, capirai

  • che ho voglia anchio di rilassarmi! (). Non lo tolgo mai lorologio, lo tengo suanche di notte, anche in vacanza. Lunica volta che lo tolgo quando sono a lettocon la Anna e quando vado a pescare, perch in questi momenti non ho bisogno ditenere sotto controllo il tempo che passa. ().La metafora che userei per la mia casa, la prenderei dalla pesca: come una rete dapesca che impiglia i pesci e dipende solo dal pescatore decidere quale sar la lorosorte. ()Una cenetta romantica si pu fare anche fuoribasta che ci sia il dopo-cena, che,da quando viviamo insieme, sempre a casa. Non che ne facciamo tante di cenetteromantiche ( lei che ci tiene), per me si pu passare subito al dopo. ()Non mi piace conservare i bigliettini, le lettere, nemmeno gli SMS, perch non socosa farmene, non servono a niente. Le foto dei nostri viaggi le guardiamo quandofacciamo le serate con gli amici, dove proiettiamo le foto che abbiamo fatto tuttidurante le vacanze. A settembre, quando siamo tornati tutti dalle vacanze, facciamouna spaghettata e qui ci sbizzarriamo a far vedere come abbiamo passato le vacanzea quelli che non cerano (). (Giorgio)Diversa la vita di Ada:Il tempo libero che mi resta (), spiega lei stessa, non pi di un quarto dora algiorno () lo passo a letto, poco prima di addormentarmi, intanto che Giorgio ancora davanti alla televisione. (). Quando esco con Giorgio e i nostri amici almercoled o al sabato, per me non tempo libero un tempo dedicato agli amici, airapporti con loro e non libero. libero se lo dedico a me e non agli altri. (). Ditempo libero passato con Giorgio, non ne ho poi tanto da raccontare in questoultimo mese. venuto una volta al cinema da solo con me ma sarebbe stato meglioche se ne fosse rimasto a casa perch non ha fatto che lamentarsi, rovinandomi ilfilm ()A Giorgio non toccategli la sua Tv e il suo divano. Lui il re della sala, quando clui detta legge sia perch si sdraia sul divano e non lascia sedere nessun altro, siaperch decide solo lui le cose da vedere. ()Di metafore per la nostra casa, non saprei quale scegliere, dipende dallumore chemi sento ora come ora direi una gabbia (se penso che devo ancora fare il bucato estirare venti camicie e le lenzuola), ma se me lo avesse chiesto ieri avrei risposto unnido. ()Unaltra cosa di cui sono molto gelosa sono le pochissime cose che Giorgio miscrive: il bigliettino per gli auguri a Natale e al compleanno lui si arrabbia e diceche non capisce cosa vuol dire tenere tutte quelle scartoffie (). (Anna)Come si pu osservare leggendo solo un breve stralcio delle interviste di Giorgio eAnna, il loro modo ideale di vivere la casa e di trascorrere il tempo libero opposto.Il loro rapporto ruota attorno alle esigenze di lui (riposarsi, guardare la TV, praticare

  • gli sport, vedere gli amici). Nulla cambiato apparentemente nella sua vita dopo che andato a vivere con Anna. Mentre Anna, veramente innamorata di lui, cerca di adattarsialle sue esigenze e di valorizzare al massimo quello che trae dalla convivenza (il ritodella tisana che lui le prepara alla sera). Anche se in certi momenti finisce perdetestare la casa che associa alla solitudine in cui , suo malgrado, immersa, e ailavori domestici che costretta a fare, non ha dubbi sullopportunit di sposare prestoGiorgio. E, nei momenti di solitudine e di sconforto, trova la forza di continuareriattivando la memoria di ci che di bello laccomuna al partner attraverso gli oggettiche trova in casa, prendendo i ricordi dai cassetti e sfogliando gli album delle foto cheli ritraggono in vacanza felici insieme.Ciononostante, la casa finisce per essere vista in modo negativo da entrambi, anche seper motivi diversi, e la coppia, solidificata attraverso un rapporto eroticosoddisfacente, cerca fuori casa le occasioni pi adatte per celebrare gli eventiimportanti e per progettare il proprio futuro come avviene quando con amici o invacanza.

    2.3.3. GLI ANZIANI

    Quando una coppia invecchia invecchiano con lei anche la sua casa, gli oggetti che haattorno, gli amici. I figli stessi di un ottantenne o un novantenne sono anche loro anzianie non sempre autonomi o in grado di fornire sostegno ai genitori. Cos, la decadenzadel mondo che circonda chi avanti negli anni diventa lo specchio del suo stessodecadimento.E, come stato osservato, poich noi siamo quello che abbiamo, quando le nostre cosemuoiono moriamo anche noi.Quando, poi, si deve lasciare labitazione dove si ha vissuto fino ad allora, la nostrapersonalit sociale si distrugge. Il ricovero in una casa di riposo una sorta di mortecivile. Tutte le suppellettili, i mobili, i ricordi della propria vita vanno perduti. Solopochi, qualche volta, si conservano perch sono tenuti dai figli. La consegna dellechiavi e la rinuncia alla gestione del danaro hanno un significato simbolico. Dora inavanti, qualcuno decider per lanziano. la perdita del passato e della responsabilitdel presente e del futuro. Per questo motivo si cerca ultimamente di fare in modo diassicurare il pi possibile la sua permanenza nella propria casa attraverso interventinon solo di ordine medico volti ad assicurarne la salute fisica, ma anche di tipo socialemiranti a creare intorno allanziano una fitta rete di rapporti e di attivit cheallontanino il pi possibile linvecchiamento psichico, la depressione e la solitudine.Ai vedovi o alle vedove ogni parte della casa ricorda il coniuge scomparso e gliepisodi della loro vita assieme.

  • Eugenio Montale, ricordando la moglie scomparsa, scrive: Ho sceso, dandoti ilbraccio, almeno un milione di scale \ e ora che non ci sei il vuoto ad ogni gradino17Secondo una ricerca sui consumi degli anziani svolta nel 2000 presso lUniversitIULM, per ben l88% degli anziani era necessario avere la casa ma lo era quasi nellastessa misura proteggerla con la porta blindata e con lantifurto anche se, ad averequestultimo, erano in meno di un terzo.Poco posseduti e ritenuti invece poco necessari sono beni come la seconda casa, lariacondizionata, il collegamento a Internet, lantenna satellitare e la vasca adidromassaggio.Pi dell80% degli anziani riteneva necessaria lauto, sebbene la possieda meno dimet delle donne e il 69% degli uomini.Anche il computer, considerato utile dal 56% degli anziani, senza distinzione di sesso, posseduto solo dal 26%. Di conseguenza, c una parte di anziani a cuiprobabilmente mancano questi due beni e che sono dei potenziali futuri acquirenti.Non c frustrazione, invece, riguardo alla lavastoviglie, al cellulare e al forno amicroonde. La percentuale di chi li possiede non molto diversa da quella di chi loritiene una necessit.Il videoregistratore, infine, presente nelle case di pi di met degli anziani, era ritenutonecessario solo dal 37% degli uomini e dal 23% delle donne.Tutti i dati riportati qui sopra supportano limmagine degli anziani che siamo andatidelineando: attivi, amanti dei viaggi, desiderosi di indipendenza, che pensano diottenere anche grazie allauto. Ma, al tempo stesso, preoccupati della sicurezza e dellastabilit, rappresentate dalla casa e dai mezzi per proteggerla.Per niente inibiti di fronte agli elettrodomestici pi avanzati e ai nuovi mezziinformatici, li possiedono o vorrebbero averli confermando la volont di aggiornarsi edi adeguarsi ai consumi dei giovani anche se occorre fare ancora molta strada perraggiungerli. Pi interessati al computer e al cellulare che al videoregistratore, simostrano pi disposti ad aprirsi verso gli altri pi che a immergersi nella fictiontelevisiva.

    7 J. Rykwert, La casa di Adamo in Paradiso, Adelphi, Milano, 1974.8 M. Heiddeger, Bauen, Wohnen, Denken, in Vortrge und Aufstze, Neske, Pfullingen, 1967, trad. it. Saggi e

    discorsi, Mursia, Milano, 1991; Essere e tempo, Longanesi, Milano, 1974.9 A. Gasparini, La sociologia degli spazi. Luoghi, citt, societ, Carocci Ed., Roma, 2000, pp. 118 e segg.10 V. Packard,The Hidden Persuaders, David McKay Company, New York 1958, trad. It. I persuasori occulti,

    Einaudi, Torino, 1959.

  • 11 M. Csikszentmihalyi E. Rochberg-Halton, The Meaning of Things, Domestic Symbols and the Self,Cambridge University Press, Cambridge, 1981, p. 60; trad. it. Il significato degli oggetti: i simbolinellabitazione e il s, Kappa, Roma, 1986.

    12 F.Alberoni, Ti amo,Rizzoli, Milano, 1996, p. 212.13 J. Kaufmann, La Trame conjugale, Analyse du couple par son linge, Nathan, Paris, 1992, trad. It. Trame

    coniugali, Dedalo, Bari, 1995, pp 68, 85, 98; J. Kaufmann La vita a due, Il Mulino, Bologna 1996 p. 85.14 F. Alberoni, Ti amo, cit., pp 211-212.15 R. Scramaglia, Il tempo libero delle giovani coppie senza figli, in Egeria Di Nallo, Giampaolo Fabris (ed.),

    Lesperienza del tempo di consumo tra pratiche e fruizione sociale, FrancoAngeli, Milano, 2004, pp. 129-165.16 Fernando Dogana, Psicopatologia dei consumi quotidiani, Angeli, Milano, 1987, p16817 E. Montale, Ho sceso milioni di scale, Satura, 1971, Sezione Xenia, Mondadori, Milano, 1984.

  • 3.COSE

    3.1.SIGNIFICATOLe abitazioni sono il ricettacolo principale degli oggetti che rappresentano il nostro sesteso, quelli che ci ricordano il nostro passato o che ci preparano al futuro. Nelle casedelle giovani coppie, ad esempio, gli oggetti favoriti da queste, perch ritenuti piimportanti, sono quelli che riflettono i progetti futuri. Nelle case delle coppie anziane,invece, gli oggetti pi preziosi riguardano le esperienze passate insieme. Fra glianziani ritirati nelle case di riposo, dove non sempre vengono portati con s i benipersonali, stato riscontrato che chi li possiede pi felice degli altri.Entrando allinterno delle case, larredamento, gli oggetti e la loro organizzazione,anche quando sembrano posti per svolgere le attivit quotidiane, non hanno mai solo unvalore funzionale. Al di l delluso immediato, essi servono a designare i bisogni e leaspirazioni di chi li possiede attraverso la loro disposizione e leccesso di presenza.Ogni oggetto si trasforma da strumento per in immagine di.Il carattere funzionale dei pezzi di arredamento costituisce solo una piccola parte dellemotivazioni per le quali i mobili vengono ritenuti importanti. E se, alla prima personache incontriamo per strada, chiediamo: a che cosa serve una sedia?, ci rispondercon ogni probabilit, per sedersi, ovviamente!. Ebbene, come sociologo saretemolto contenti di informarla che si sbagliata alla grande.18

    3.2.PERDITA19

    3.2.1. CASE VIOLATE

    Ma se la nostra casa diventa sempre pi il luogo del privato, e rifugio nostro e deinostri oggetti pi cari, che cosa succede quando dallesterno si introduce un visitatorenon invitato e inatteso che, non solo varca il confine tra esterno e interno ma che invadeanche il nostro spazio privato sottraendo, rovinando e sporcando tutto ci che essocustodisce?Stiamo parlando della violazione del nostro domicilio, del furto in casa.In questo paragrafo riportiamo i risultati di una ricerca empirica sulle vittime di unfurto in casa, che si proponeva come scopo di rispondere alle questioni seguenti.Possiamo stabilire una separazione netta tra i reati contro la persona e quelli contro ilpatrimonio o gli oggetti? Rubando un bene ad un individuo non si colpisce forse

  • direttamente anche il suo proprietario? Di conseguenza, ha senso quantificare la gravitdi un furto in termini economici come si fa di solito, oppure occorrerebbero altriparametri che tenessero conto dellimportanza che loggetto rivestiva per la vittima edel legame che si era creato tra i due? Infine, quando i furti avvengono nelle abitazioni,quali sono le aggravanti di cui tener conto, visto che provocano sui proprietari ulterioriconseguenze che spesso vengono sottovalutate?Le vittime di furti in casa che hanno partecipato alla ricerca, nei casi pi traumatici,erano presenti quando i ladri sono entrati in casa. Una coppia stata addormentata,unaltra minacciata con le armi.Una volta entrati, lo spazio pi violato la camera da letto. Cos, proprio il localeritenuto pi intimo della casa e per questo il luogo privilegiato per contenervi i benipi preziosi, i ricordi, i segreti, anche quello pi profanato.Quasi sempre viene rubato qualcosa, ma pi di met dei ladri, per, danneggia osporca.Appena scoperto il furto, la prima cosa che le vittime controllano ci che hanno dipi caro o che ritengono pi prezioso. Non si tratta, di solito, degli oggetti di maggiorvalore commerciale, ma soprattutto dei beni personali: le collezioni, i ricordi e le cosein genere a ognuno pi care: pellicce e gioielli per le donne, CD, stereo, computer, TV,moto per gli uomini.

    3.2.2. PROVVEDIMENTI

    In seguito al furto, si pu reagire in modo attivo prendendo provvedimenti affinch cinon accada pi, o in modo passivo lasciandosi prendere dallo scoraggiamento o dalfatalismo. Nel primo caso, pi di met dei derubati prende ulteriori misure disicurezza. Installa soprattutto allarmi, antifurti, fermi, ganci, blocchi, inferriate, grate,casseforti, cancelli, tapparelle o doppie serrature. Ma non per tutti ci sufficiente, siricorre allora allastuzia e ad un comportamento pi vigile. Alcuni lasciano peresempio la luce accesa quando escono o spiegano: ho cominciato ad appenderemestoli dappertutto per poter colpire eventuali ladri, altri scrivono il simbolo dellacasa con niente da rubare, altri ancora acquistano pastori tedeschi. Nonostante questo,met delle vittime non si sente ugualmente sicura, soprattutto le donne.Chi, invece, non ha preso misure supplementari, di solito non lo ha fatto perch avevagi antifurti e precauzioni sufficienti o perch rinforzarle avrebbe voluto dire affrontareuna spesa insostenibile. Ma alcuni non lo fanno presi dallo sconforto o dal fatalismo.Osservano che ormai tanto non c nulla da rubare, mi hanno rubato quello che dipi caro avevo, altri si sono resi conto che, con o senza antifurti, se i ladri voglionoentrare ci riescono lo stesso. Un derubato ottimista e afferma che bisogna comunque

  • avere fiducia nel prossimo. Per altri, invece, la paura tale che, dopo questo evento,hanno cambiato casa. Le persone sole e anziane si trasferiscono dai figli. Infine, alcunisi rifiutano di vivere con le sbarre alle finestre e le porte blindate come in carcere.

    3.2.3. REAZIONI

    La prima sensazione provata dopo il furto per molti lo stupore e lincredulit perchsono di solito delle cose che capitano agli altri, e lo sconcerto: non ci potevocredere. Poi, scattano dei meccanismi persecutivi che spingono le vittime a scaricareverso lesterno odio e rabbia e che li rendono aggressivi verso i ladri, gli estranei, leistituzioni; e dei meccanismi depressivi che li portano ad introiettare laggressivit e acrearsi sensi di colpa. Subentrano langoscia, la paura, lodio, la frustrazione,limpotenza, il dolore, il disagio e la voglia di piangere, la desolazione, latristezza, il rimpianto, il senso di disgusto e di ingiustizia. Molti capiscono chedai peso e ti impegni tanto per ottenere qualcosa e non ci vuole niente a perderla.Per di pi, per gli oggetti rubati non si prova lo stesso rammarico che si vivrebbe seloggetto fosse stato perso o danneggiato accidentalmente. Soprattutto gli uomini sonoquelli che si sentono pi offesi dalla modalit in cui avvenuta la perdita e sentonoscatenarsi pi aggressivit e senso di colpa per non essere stati in grado di difendere lacasa e i propri familiari: mi sento in colpa per non essere riuscito a proteggerli.Alcuni provano il rimorso per non aver messo in banca ci che stato rubato, perlincapacit di salvaguardare gli oggetti cari. Altri si tormentano perch non hannoavuto sufficiente cautela: pensava che fosse colpa sua, e io lo stesso, perch eroandato via e non ero rimasto a casa. Altri si rinchiudono in se stessi: lui era uscitoper pochi minuti e, dopo il furto, non ha parlato per una settimana, si sentiva in colpaper non avere chiuso anche le persiane della cucina.La rabbia e il dispiacere sono le emozioni pi forti provate da entrambi, ma soprattuttodalle donne. Queste vivono pi intensamente degli uomini anche il disagio, la paura, laripugnanza, la depressione.

    3.2.4. BENI PREZIOSI

    Fra gli oggetti rubati, quelli per cui le vittime provano pi dispiacere non sempre sonoi pi preziosi. Si tratta soprattutto di anelli di fidanzamento e fedi nuziali, ma capitaanche che la perdita che provochi pi dolore sia quella di un pupazzo, di un giocattoloo di un Crocifisso. Un ragazzo rimpiange soprattutto il maglione di Valentino che miaveva regalato a Natale unamica speciale e una signora il vestito del mio primoballo in societ.

  • Ben pochi lo provano a causa del valore economico o della loro bellezza in sensogenerale. Di solito, ne sottolineano limportanza affettiva e lunicit.Quando gli oggetti segnano una continuit familiare, perderli significa tagliare leproprie radici o impedire la perpetuazione delle proprie tradizioni in futuro perch labisnonna regal alla nonna a 18 anni, cos fece la nonna alla madre e la madre conme.Ma si prova dolore anche per il furto di oggetti che rappresentano il proprio passatopersonale, tanto desiderati e finalmente comprati, oppure comprati con un po disacrifici. Se stato rubato il computer nuovo, si ha soprattutto dispiacere per tutti idati sottratti, circa due mesi di lavoro. Altre volte, spiace perdere anche gli oggettipi banali della vita quotidiana perch ormai ci si sente legati affettivamente ad essi,si abituati a vederli e a usarli e diventano la propria compagnia mentre si lavora.Oltre a recidere i legami con il proprio passato, la perdita di un oggetto pu anchedistruggere un progetto futuro, come la sottrazione di arnesi da lavoro con i quali sisarebbe voluto svolgere meglio delle attivit, per esempio una motosega o la macchinada cucire.

    3.2.5.EMOZIONI

    3.2.5.1. verso gli oggetti rubati

    Verso loggetto rubato scatta il meccanismo della perdita. Dopo che qualcosa vienerubato, il suo valore agli occhi del proprietario aumenta. Pi di tre quarti delle vittime,infatti, ritiene di essersi reso veramente conto del valore delloggetto solo dopo la suaperdita delloggetto. Uno di loro osserva: forse prima erano oggetti insignificanti, poiho dato loro un grande valore. Un altro: solo adesso che non li ho pi mi accorgo cheerano importanti per me, che facevano parte di me come le mani o i piedi. Nessuno, alcontrario, afferma che loggetto ha perso per loro valore dopo la sua scomparsa.Con la perdita degli oggetti che ci hanno accompagnato durante alcuni momenti dellanostra vita svaniscono anche le tracce di questi dalla nostra memoria. Alcuniaffermano: mi hanno portato via trentanni di vita, un pezzo di storia di casa mia stato cancellato, mi hanno tolto un pezzo del mio passato, ci siamo sentite derubatedi una parte della nostra vita felice. E questo crea un senso di impotenza per nonpoter pi ricordare i momenti lontani e la sensazione di perdere ancora una partedella mia vita, mi mancava un pezzettino di amore.Come si pu notare dalle espressioni riportate, il passato che fino ad allora venivamantenuto vivo negli oggetti rubati, viene rappresentato come qualcosa di concreto che parte integrante della persona stessa. Un uomo che ha subito il furto in casa da

  • piccolo e, in particolare, del trenino donatogli dal nonno, dice: per me stato come sesi rompesse il cuore con il mio trenino. Un altro che stato rapinato spiega: intantoche mettevo in due borse tutta quella roba mi sembrava di morire: ogni cosa chemettevo dentro era una pugnalata .

    3.2.5.2. verso la casa

    Nonostante il dispiacere causato dalla perdita degli oggetti sia grande, quasi tutticoncordano nellaffermare che pi brutta la sensazione che entri un estraneo incasa. Infatti, il derubato vive sempre un grande senso di profanazione di fronte aidanni subiti.Spesso, i ladri rompono, strappano, infangano, schiacciano, calpestano, rovesciano,tagliano, mettono in disordine ci che trovano. Un intervistato ricorda con dolore iltrenino che i ladri hanno distrutto schiacciandolo e rompendolo durante un furtosubito nella sua infanzia. Una donna ha sempre davanti agli occhi limmagine dellelenzuola a terra nella camera da letto. Molti provano disgusto ricordando i cibirovesciati, gli avanzi di ci che i ladri hanno mangiato e bevuto, le tracce di orina suglioggetti e le scritte ingiuriose alle pareti.Il furto viene vissuto anche come una perdita della privacy. Quello che provanomolti soprattutto il fastidio al pensiero che qualcuno avesse messo le mani nella miaprivatezza, lidea che tu non sei padrone delle cose che ti sei conquistato, consempre la possibilit di trovare qualcuno che fruga tra le mie cose. Cos, con lasofferenza, cresce anche la paura che il fatto si ripeta. Molti, dopo lepisodio, nonriescono pi a vivere nella stessa casa. Non mi sentivo pi padrona, afferma unasignora. stato uno schiaffo morale, racconta un derubato, non mi sentivo pipadrone della mia casa. La nostra casa non pi quella di prima: come se leavessero tolto quello che la rendeva la nostra casa e questo nessuno ce lo puridare!, ci sentivamo offesi nella nostra intimit, per quello abbiamo deciso dicambiare casa, dopo il furto, mi sono trasferito perch non sopportavo pi lidea chequalcuno mi avesse frugato in casa e che potesse ritornare a fare male a mia moglie oal bambino.La casa, dopo che ci sono stati i ladri, viene percepita pi fredda, macchiata,sempre sporca e con puzza di pip, contaminata, violentata, come svuotata ditutto, diversa, estranea, profanata, in disordine, come se fosse infettata dallAIDS,come un piatto di pasta dove ci mangia un altro, come se un estraneo ci avessemesso le zampe, un luogo non pi solo mio. Un uomo afferma che come quandouna donna che viene disonorata, si sente sporca. Pi di una signora racconta che, dopoil furto, ha lavato tutto con la candeggina e con lalcool: ci abbiamo messo 15 giorni

  • per rimettere tutto a posto, e tante cose le ho buttate via: mi faceva schifo pensare chele avevano toccate quelli. Adesso la casa mi sembra sempre sporca e lavo i pavimenti,le maniglie, i mobili, anche due o tre volte alla settimana.Allinizio - raccontano delle vittime - la vedevo come quando qualcuno entra in unachiesa e la viola, come se mi avessero portato via lanima, come quando unuccello vede qualcuno che gli ha toccato il nido, mi sento violata nel mio intimo, nelmio io, perch la casa tutto per una persona, per un po di anni la vedevo come senon avesse n porte n finestre, come una casa senza pi niente da rubare, vuota.Infine, oltre che estranea, sporca e vuota, la casa diventa anche indifesa, rischiosa,vulnerabile e pericolosa. Ogni spazio pu nascondere insidie: con troppi angoli dovesi possono nascondere i ladri, un luogo non sicuro dove ero obbligata ad abitare,un posto dove non posso pi mettere le cose care anche se di poco valore.

    3.2.5.3. verso il ladro

    Non solo il fatto di aver perso un oggetto che d dispiacere ai derubati, ma il modoin cui questa perdita avvenuta. Ci appare molto chiaro quando essi spiegano perchnon avrebbero provato lo stesso rammarico se quelloggetto fosse stato perso odistrutto da loro stessi. Innanzitutto, il furto vissuto come una prova senza appello incui si ha il senso di perdita definitiva. Non lascia loro alcuna speranza di poterrimediare in qualche modo alla sottrazione delloggetto. Se fosse stato distrutto,invece, rispondono: lavrei aggiustato, lavrei potuto sistemare, potevo farloriparare. Con il furto, non sanno a chi sia andato in mano.Come si pu notare, la sofferenza per la perdita di un oggetto non derivasemplicemente da motivazioni di tipo funzionale. Non solo la mancanza delloggettoche provoca dispiacere, ma subentrano emozioni legate allimpossibilit di trovare ilcolpevole, alla frustrazione per aver subito una violenza da un estraneo senza potersivendicare o ottenere giustizia e, infine, alla rabbia nel pensare che proprio il colpevolene stia godendo i frutti facendosi beffe di loro. Di solito, si sospetta di sbandati epoveri disperati, drogati, zingari o extracomunitari.

    3.2.5.CONSEGUENZE

    Dopo aver subito un furto, le vittime cambiano anche il rapporto con le persone.Quello che si riscontra dopo che si stati derubati la diffidenza nei confronti dellagente, anche quella che conoscevo. Sono diventato pi diffidente verso tutte lepersone che vengono in casa, molto pi diffidente e aggressivo nei confronti degliestranei (accattoni, poveri, extracomunitari, zingari, giovani sbandati).

  • Altri provano unansia continua di recuperare la refurtiva, non si rassegnano ad averperduto la loro roba e, quando escono, affermano: sono molto pi nervosa e quandovado ai mercatini cerco sempre la mia parure perch tanti hanno ritrovato l quello chegli avevano rubato.Il mutamento pi vistoso nel comportamento degli individui derubati riguarda il loroatteggiamento verso gli oggetti che ritengono preziosi: aumenta la paura di perderli e laprudenza nel custodirli, gli altri gioielli ora li ho nascosti in un posto pi sicuro. Imiei giochi pi cari li nascondevo sotto il letto.Un altro modo di evitare un eventuale futuro dolore conseguente alla perdita quello dinon sostituire pi gli oggetti che potrebbero diventare preziosi, ai quali poi sirischierebbe di affezionarsi: non ho pi voluto pellicce, odiavo le biciclette e nonle ho pi volute.Nei comportamenti abituali, si prova pi insicurezza, si usa pi prudenza e si piansiosi di fronte a tutto e a tutti. Anche in casa si diventa pi guardinghi, pidiffidenti, pi paurosi, si ha una vigilanza continua, spiegano le vittime:specialmente se sono a casa da solo, prima quando entravo a casa io ero tranquillo,ora mi guardo attorno e controllo sempre se entrato qualcuno, chiudo sempre echiedo almeno dieci volte se hanno messo lallarme. Vengono generalmentecontrollati meglio tutti gli ingressi, le finestre, le porte, la casa viene ispezionata concura: prima di andare a letto faccio il giro delle porte e delle finestre, guardosempre che sia tutto in ordine e non ci sia nessuno in casa. Altri diventano timorosiverso gli estranei, non apro pi a nessuno e alcuni dicono: nascondo le cose, o mele porto quando esco.Lansia e il senso di insicurezza allinterno della propria casa aumentanospecialmente nel buio, ogni rumore fa sussultare e la notte il momento pi difficileda superare. Molti prima di andare a letto, passano in tutte le camere, guardano sotto illetto, e di notte si alzano a ispezionare porte e finestre al minimo rumore.Le donne derubate hanno sofferto pi degli uomini non solo perch erano pi legateaffettivamente a molti degli oggetti rubati, ma soprattutto per la violazione dellapropria casa. E pi degli uomini subiscono dei traumi e mutano i loro comportamentiabituali.Facendo il bilancio sullaccaduto, le vittime giungono a diverse considerazioni: Inquesto furto mi dispiaciuto non tanto per gli oggetti, ma per la sensazione dimancanza di protezione, il tuo territorio non inviolabile e non puoi pi decidereveramente chi far entrare e chi no; il furto mi ha fatto capire il vero valore che non nelloggetto ma nei sacrifici, nellaffetto, nella storia che gli sta dietro; La casa deveessere per vivere, non per difendersi. Non si pu e non si deve vivere con il terrore,Dalle poche parole dei derubati riportate sopra possibile trarre le risposte agliinterrogativi che ci siamo posti con la nostra ricerca e concludere che, contrariamente

  • alla consuetudine che reputa i furti come reati non gravi, emerge che questi colpisconole persone non meno di altri atti di violenza fisica. Infatti, rubando gli oggetti a cui iproprietari sono legati affettivamente, i ladri sottraggono a questi una parte di lorostessi, del loro passato e dei loro sogni. Entrando nelle case delle vittime, poi,compiono una sorta di violenza vissuta in modo traumatico soprattutto dalle donne, etolgono allabitazione il suo carattere di rifugio, sicuro e privato, indispensabile ancheagli uomini. Per di pi, le vittime non si sentono in alcun modo riconosciute tali,protette e confortate nemmeno dalle forze dellordine alle quali si rivolgono perottenere giustizia. Per cui, la rabbia e laggressivit provate verso i colpevoli o siorientano contro gli estranei in generale e le istituzioni o si introiettano creandodepressioni e frustrazioni. In entrambi i casi, da un danno considerato privato ne derivauno sociale altrettanto grave.

    3.3.ARREDAMENTO E IMMAGINE SOCIALEDa un lato, la nostra abitazione ci offre la possibilit di esprimerci, e dallaltro essa dominata da canoni relativamente rigidi rispetto alle relazioni famigliari e di classe.La sensazione che labitante vuole dare allospite che entra in casa sua, varia conlepoca. Oggi, si cerca di solito di offrire calore e accoglienza. Nel passato, stata oralimmagine di sontuosit e di decoro, ora quella di igiene e di funzionalit.Quando un americano degli anni 50 decideva di acquistare un oggetto darredamento,la pubblicit cercava di condizionare la sua scelta puntando su varie strategiepubblicitarie.Una di queste faceva leva sulla sua ricerca di grandezza nel bene acquistato esullassunto che, per il consumatore, pi le cose sono grosse tanto pi sono migliori,almeno per far colpo sul prossimo.Per esempio, i tentativi compiuti da unindustria, di rendere pi funzionali i pianidappoggio di una cucina, guadagnando sullo spazio e riducendo le dimensioni deimobili, non hanno dato buoni frutti, perch non era quello che in realt i consumatoricercavano. Essi sognavano di avere una cucina grande che facesse un effetto miglioresui vicini di casa. Siamo nel periodo in cui la grandezza e limponenza svolgono unruolo fondamentale anche nella scelta dellautomobile.Nel 1956, George Nelson, architetto e arredatore, afferma che, nellarredare la casa, lamoglie-tipo si preoccupa pi di suscitare unimpressione particolare piuttosto che dirisolvere i problemi logistici in modo intelligente.20In effetti, anche in altre epoche, larredo dellabitazione, e in particolare quello delsalotto o soggiorno, diventa soprattutto il palcoscenico delle relazioni della famigliacon vari interlocutori esterni. Questo palcoscenico solitamente composto da mobili

  • appartenuti alla famiglia da generazioni, riutilizzati e riposizionati secondo schemiinnovativi o conservativi. Questa disposizione di parata influenzata sia dalle modesia dalla propria identit.Esiste infatti un doppio rapporto tra il mobile e chi lo fruisce, e tra il mobile e coloroai quali il fruitore lo mostra. Questi ultimi scorgono in esso lo status symbol di chi lopossiede. In questo caso, leccesso di presenza svolge soprattutto una funzione diostentazione.Quanto agli oggetti di status, dopo i bombardamenti di Rotterdam del 1940 e 1941,negli inventari degli uffici statali si sono trovati i documenti redatti dalle famigliedanneggiate al fine di ottenere un risarcimento. E ne derivato che l85% di essepossedevano un pianoforte. Quella enorme diffusione non pare fosse dovuta a un amoreparticolare per la musica, ma alla convinzione che imparare a suonare il piano per unaragazza fosse il passaggio necessario per ottenere il matrimonio con un uomo dicondizione adeguata.21 Il pianoforte in salotto era legato al desiderio di scalata socialee alla volont di dimostrare lappartenenza a un ceto talvolta pi elevato di quelloeffettivo.Ma gli oggetti di arredamento, non indicano solamente lo status del loro proprietarioagli altri, trasmettono anche a questi limpressione di essere partecipe dellaraffinatezza e del gusto di cui questoggetto portatore. E, attraverso gli oggetti elarredamento, il proprietario vuole suscitare delle suggestioni negli altri, finisce altempo stesso con il compiere unoperazione creativa che lo porta allo sviluppo dinuovi sensi.

    3.4.INDICATORI DI STATUS3.4.1.GLI USA ANNI 30

    Se una delle motivazioni che ci spingono a compiere un certo tipo di scelta in materiadi abitazione di carattere sociale e arrediamo le case anche per dare agli altri unacerta immagine di noi e per ottenere quindi una certa posizione sociale, uno status, anche vero che si pu partire dallanalisi dellarredamento di una casa per definire lostatus di chi vi abita. Gi negli anni 30, al fine di misurare lo status sociale dellefamiglie americane, Frances Stuart Chapin ha messo a punto una scala basatasullanalisi dellarredamento del soggiorno. In essa, lautore oltre a tener conto dellapresenza di beni nel locale, riportava, quantificandole, anche le impressionidellosservatore riguardo la pulizia, lordine, le condizioni dellarredamento e il gustodimostrato dal proprietario.Per poter creare la scala, Chapin era partito dalla premessa che lo status sociale si

  • possa misurare mediante quattro indicatori: la consistenza delle entrate economiche, ilprestigio delloccupazione, il livello di istruzione dei genitori e il grado dipartecipazione sociale.In questo modo, il ricercatore aveva potuto calcolare la frequenza con la quale alcunielementi erano presenti nelle case degli appartenenti ai diversi ceti sociali. Ma,essendo tali elementi legati alle diverse epoche e mode del momento, gi unaquindicina di anni dopo la sua prima applicazione, la scala viene ritoccata.Le stesse rilevazioni dei Lynd fatte nelle case delle diverse classi sociali noncorrispondono ai criteri usati da Chapin per identificarle. Per esempio, la presenzadella macchina da cucire, utilizzata da Chapin come indicatore di status, viene rilevatadai Lynd nei soggiorni o nelle sale da pranzo degli operai pi agiati, e non compare,invece, nelle classi pi elevate. Eppure, siamo nellAmerica dello stesso periodo. Cirende lidea della difficolt di reperire degli indicatori validi in generale quando sicompie un tale tipo di studi.Nel 1946, Chapin pubblica, infatti, i perfezionamenti che Louis Guttman ha apportatoalla sua scala, che comprendeva diciassette oggetti darredamento di solito presenti inun salotto. A essi Chapin aveva assegnato un peso proporzionato a quello che potevanorivestire nellindicare lo status del proprietario. Guttman aveva alzato da 8 a 34,6 ilpeso attribuito da Chapin nel 1935 alla presenza del caminetto con pi di 3 utensili nelsalotto, e da 8 a 24,4 quello del telefono. Lanalisi fattoriale, compiuta dallo studioso,aveva infatti rivelato che, al momento della rilevazione, la presenza di questi dueoggetti era un indicatore pi significativo delle differenze sociali, rispetto agli altriindici di status elencati nella scala22.

    3.4.2.LITALIA ANNI 80

    Nel 1987, mezzo secolo dopo la prima ricerca di Chapin, ne viene condotta una similein Italia. Anche in questo caso, lanalisi circoscritta al salotto perch in questaparte della casa che si mostrano le maggiori strategie ostentative della famiglia. Eviene scelto larredamento in quanto, trattandosi di un bene durevole e a basso tasso disostituzione, esprime meglio le motivazioni e le aspirazioni del consumatore.La ricerca empirica incontra per la difficolt di individuare che cosa si intenda perconsumo vistoso o ostentazione che, secondo la teoria dello stesso Veblen, nonsignifica spreco di beni in senso negativo, ma finalizzato allesibizione di ricchezza. Insecondo luogo, lostentazione di beni vistosi non si esaurisce solo nellesibizione di unoggetto costoso, misurabile attraverso il prezzo, ma va considerato anche il modo incui loggetto darredo viene esposto e utilizzato o consumato.In una situazione di consumismo avanzato, un bilancio degli oggetti presenti in una

  • stanza poco utile per denotare il gusto dei vari strati sociali, occorre inveceunanalisi della distribuzione di questi su alcuni continuum, come la centralit-eccentricit, la simmetria-asimmetria, la gerarchia-devianza, la promiscuit-distanza.23Partendo perci da una realt sociale diversa da quella di Chapin, per analizzare ilrapporto tra lo status della famiglia e le sue strategie organizzative dellambientedomestico, occorre distinguere tre livelli di analisi: il primo inerente gli oggetti stessi,il secondo riguardante la loro posizione e il terzo sulle modalit duso. Nelle nostreabitazioni vi sono, infatti, oggetti acquistati per essere utilizzati soprattutto per lorofunzione, altri che hanno preminentemente un ruolo di segno e un valore di scambio.Gli ambienti domestici, poi, possono essere personalizzati in modo pi o menoaccentuato, possono essere ordinati secondo certi canoni prestabiliti o esprimere undisordine funzionale. E gli oggetti che essi contengono possono essere disposti,seguendo la simmetria o in modo asimmetrico.Superato lo scoglio riguardante gli indicatori utili a definire il consumo vistoso, siincorre in un altro problema metodologico legato al concetto di status. Anche in questocaso, le cose sono cambiate nel mezzo secolo trascorso dallanalisi di Chapin e iricercatori lo scompongono lo status in economico, sociale e culturale.Una volta superati questi ostacoli, stata trovata una correlazione tra il grado diistruzione e il criterio seguito nellarredamento: pi si istruiti meno si organizza lospazio in modo convenzionale. Non stata invece rilevata una relazione positiva fra ilreddito o il livello di istruzione e la ricchezza dellarredamento. Infine, emerso chechi ha uno status congruente, cio con un livello culturale, economico e socialeequilibrati fra loro, sembra aver meno bisogno di consumi vistosi24.

    18 P. Corrigan, The Sociology of Consumption, an Introduction, Sage Publications, London, Thousand Oaks, NewDehli, 1997, trad. it., La sociologia dei consumi, Angeli, Milano 1999, p.167.

    19 Il capitolo riprende brani del testo di R. Scramaglia, Vittimologia e investigazione, in F. Sidoti (a cura di),Investigazione come scienza, Colacchi, LAquila, 2004.

    20 Vance Packard, I persuasori occulti, Einaudi, Torino, 1989, p. 119-121.21 G. Pyatt, Priority Patterns and the Demand for Houseold Durable Goods, Cambridge University Press,

    Cambridge, 1966, p. 88.22 F. S. Chapin, A Measurement of Social Status. In Contemporary American Institution, Harper & Bravars,

    chap. 19, New York, London, 1935. F. S. Chapin, Experimental Designs, in Sociological Research, Harper &Bravars, New York London, 1947, pp. 162 e segg.

    23 Questa teoria stata poi testata empiricamente da uno studio di Yvonne Bernard Michel Jambu Jean-PierreFnelon, riportata in Analyse du contenu, Codage et Analyse Des Donnes, in Consommation, n. 4, 1978, pp.23-63.

    24 E. Amaturo S. Costaiola G. Ragone, Arredamento e attributi di status: uno studio sociologico del salotto. In

  • Sociologia e ricerca sociale, n. 22, 1987, pp. 115-129.

  • 4.SPAZI DOMESTICI

    4.1.INFLUENZE CULTURALIIn un breve schizzo intitolato Philosophy of Forniture, gi nel 1840, Edgard Allan Poeiniziava cos la trattazione: C una ragione, si dice, nellarrostire le uova e c unafilosofia anche nellarredamento.25 Cos, laffermazione che qualsiasi oggetto, sestudiato correttamente, si trascina dietro lintera societ si pu ritenere vera non soloper beni relativi al vestiario, agli accessori o ai beni di uso comune, ma si rivela veraanche per la scelta della propria abitazione e per il suo arredamento.26Poich, come abbiamo visto, il singolo individuo non esiste in senso astratto, ma sempre un essere sociale radicato nella cultura del proprio tempo e del proprio paese,possiamo spiegare la sua domandadi beni per la casa, tipici di ogni epoca e di ognicontesto sociale, solo se pensiamo che essi gli servano soprattutto per comunicare edare senso alla realt intorno a lui.Labitazione, infatti, anche se fa parte della sfera privata dellindividuo ed lo spaziodella privacy per eccellenza, appartiene tuttavia anche alla comunit, vi si sovrappone,secondo un tipo che muta nel tempo. Labitazione, insomma, tuttaltro che uncontenitore amorfo che svolge in modo neutrale il compito di fornire un tetto, riparo eprotezione, a chi vi abita: labitazione trasuda ideologia da tutti i pori.27Essa lespressione di sentimenti e delle esigenze collettive. un vero e proprioprodotto culturale, i cui significati mutano con la societ stessa. E, come vedremo piavanti, si pu notare il cambiamento del gusto domestico e della cultura dellabitareosservando il passaggio dalle case in stile, fino agli anni 60, a quelle coordinate, tragli anni 60 e linizio degli anni 70, a quelle ostentative e segnaletiche negli anni 80,fino ad arrivare alle abitazioni eclettiche e personalissime degli ultimi anni.Una prova evidente dellinfluenza esercitata dai valori socialmente riconosciuti, nelleprime scelte operate nel costruire una casa, si riscontra nel fatto che la maggior partedelle abitazioni oggi siano degli appartamenti costruiti per una famiglia standard,sconosciuta allarchitetto. E questi, a seconda delle epoche e dei luoghi, privilegia orai giardini o i terrazzi, ora una certa esposizione alla luce o un orientamentodellappartamento. Oppure, attribuisce alle varie parti della casa ora una funzione oraunaltra, allarga o riduce gli spazi dedicati alle cucine, ai bagni, agli ingressi,privilegia limmagine di prestigio o la comodit.I singoli spazi, in cui viene suddivisa labitazione, assumono cos significati differentia seconda delle varie culture28, in Italia la sedimentazione, da cui sono nate edelaborate le civilt e al tempo stesso da cui si consolidata leternit dei ritmi della

  • vita quotidiana, ha distribuito, per i differenti spazi dellabitazione, dei significati unicio condivisi: la cucina significa calore e piacere per lunione famigliare e il rispetto peril radicamento alla tradizione, il soggiorno/salotto significa lapertura alluomonuovo esterno e alle relative appartenenze, la camera da letto significa la libert nellafantasia per la progettazione, il giardino esprime archetipi e abitudini dei tempi in cuigli adulti attuali vivevano spesso in case rurali.29In Giappone, per esempio, i mobili non sono appoggiati alle pareti in modopermanente, ma sono disposti in mezzo alle stanze per poter essere spostati a secondadelle necessit.Anche le differenze fra alcune espressioni comuni usate in Occidente e quelle di altreculture aiutano a comprendere che esistono diverse concezioni di spazio. Per esempio,quando non riusciamo pi a trovare la via di casa, noi diciamo: mi sono perso, unInuit direbbe: La casa persa. Nella sua concezione, lui sempre al centro del suospazio, non pu perdere se stesso. come i giapponesi che nelle stanze costruiscono illoro spazio, mentre noi ci sentiamo dentro il contenitore dello spazio come quandoarrediamo una stanza che consideriamo come una scatola che ci contiene.

    4.2. SUDDIVISIONELa divisione funzionale degli spazi della casa molto recente. solo dal XVIII secoloche si parla di living room, dining room o salle--manger. sempre in questepocache si separano gli spazi abitati dai signori da quelli dei servi, fino ad allorapromiscui. E, quando labitazione non pi abbinata al laboratorio, al negozio, allabottega o allofficina, si inizia a parlare di domesticit e di privacy.Se prendiamo ad esempio le vicende storiche della camera da letto, a partire dalla finedel Medioevo, chi poteva permetterselo comincia a sostituire i grandi letti comuni conletti singoli. Il primo investimento finanziario di un nuovo nucleo famigliare riguardavalarredamento. E, per prima cosa, un vero letto matrimoniale, spesso acquistato dalpadre dello sposo. Divenuto mobile fondamentale e prestigioso, il letto inizia adapparire sia negli inventari, sia nei quadri. Vero monumento, pu raggiungere i tremetri di larghezza, aumentare la sua superficie, unendosi a delle cassepanche poste aisuoi lati. E divenire sontuoso, dotandolo di pesanti copriletto, tendaggi e drappeggi.Dagli angoli della stanza, i letti si trasferirono, prima per comodit e poi perabitudine, al centro; l si alzarono, al pari del livello sociale, e si imposero.Lagiatezza si espresse attraverso questi letti da esibizione e implic una comodit chenon si limitava alla morbidezza della piuma, ma che derivava dallisolamento siasociale sia materiale dallesterno.Nelle case dei nobili, la camera da letto da parata, serviva anche alla padrona di

  • casa ad accogliere personalit di pari importanza o di rango superiore. Inoltre,simbolo del successo sociale, mobile sontuoso, il letto a colonne era una sorta dimausoleo anticipato.Attorno alla met del XVIII secolo, la camera da letto limita le sue funzioni a quelleattuali e prende il nome di chambre coucher, camera per dormire.Nel 1891, Charles Garnier, larchitetto dellOpra di Parigi, divide lappartamento indue zone distinte: la prima comprende i locali da ricevimento e le camere da letto; laseconda la sala da pranzo, la cucina e i locali di servizio. Ed era la prima zona chedoveva ostentare tutta la magnificenza dellalloggio. Larte della camera consistevanel disporre il letto in modo che il visitatore vi si trovasse frontalmente e controluce,mentre chi vi era coricato restava in piena luce.30Quando nel XIX secolo, lindustria del mobile si sviluppa, larredamento non pisimbolo di ricchezza, ma diventa una semplice raccolta di oggetti belli e utili. Latappezzeria, da enorme affresco delle grandi residenze, quando entra nelle caseborghesi, si trasforma in carta con motivi ripetuti, pi semplice e pi facilmenteriproducibile a prezzi inferiori. Ma nei locali non di rappresentanza che, fra il XIX eil XX secolo, si trasforma pi rapidamente larredamento, grazie soprattutto aiprogressi tecnologici nel riscaldamento e nel sistema idraulico, che hanno avuto deiprofondi effetti sulle scelte di sistemazione negli appartamenti.A partire dal 1880, le stanze da toilette, adiacenti alla camera da letto, vengonotrasformate in stanze da bagno. E diventano il luogo dellintimit rigorosamenteprivato, per cui si arredano con oggetti fino ad allora inesistenti, dal porta asciugamaniallappendiabiti e agli altri accessori, che sostituiscono la presenza indiscreta delladomestica.

    4.3.DAL GRANDE AL SANOPer buona parte dellOttocento - spiega Giovanna Franco Repellini - il bello,nellarredamento delle abitazioni, consiste nellimitazione di tutti gli stili della storia.Le nuove classi agiate, i neo-ricchi, sentono il desiderio di possedere il pi possibile,di avere nelle loro case quello che fino ad allora era stato appannaggio esclusivo degliaristocratici. E, quando riescono ad acquistarlo, sono fieri di poter esporre e mostraretutto quello che fino ad allora non si erano potuti permettere: oggetti darte, arredi,suppellettili di ogni epoca e stile.Alla fine del secolo, per, stanchi di copiare il passato e di riempirsi le case,trasformano il concetto di bello. Ora, il bello corrisponde a tutto ci che veritiero,non imitato. E i nuovi arredi riproducono in modo originale le forme ispirate dallanatura e seguono modelli innovativi. Siamo nel periodo dellart nouveau, del

  • modernismo. E gli stili del passato non piacciono pi.Nel Novecento, la borghesia ha ormai abbandonato il desiderio di imitare la vitaaristocratica e il bello diventa il confortevole, il luminoso e il pulito: si afferm con unnuovo stile, semplificato, funzionale, svincolato dal naturalismo.31Con la prima guerra mondiale, la societ occidentale subisce molti mutamenti socialifra cui la sparizione delle classi che vivevano di rendita e che trascorrevano la vita fracrociere, palace e ville di campagna dove soggiornavano per lunghi periodi dellannoe suntuosi palazzi dove lavoravano intere famiglie con varie mansioni, camerieri,cuochi, maggiordomi, cocchieri, giardinieri, ecc. Fra i nuovi problemi dellaconduzione famigliare vi quello del caro prezzo della servit. Di conseguenza, inInghilterra si costruiscono, per esempio, delle villette a dimensioni ridotte e senzascale, pi facili da pulire e senza spazi appositi per i domestici. Ma i borghesiesitavano a trasferirvisi, per cui un osservatore del 1919 doveva rassicurare i suoilettori, scrivendo che non avrebbero perso di status, se avessero traslocato in una casapi piccola. Limportante era che fossero sane e quindi immerse nel verde. Cos, alvalore sociale della grandiosit degli interni, se ne sostituivano altri32.Nelle case popolari dellepoca la disposizione interna prevedeva una living-roomprincipale, dove era impossibile chiudersi per un uso completamente privato, perchspesso utilizzata come una zona di passaggio alle altre stanze. Ci enfatizzava a suoavviso lalto valore che i designer mettevano nel rinforzare il senso di comunitpersino allinterno del gruppo familiare.33Parallelamente allapertura del soggiorno, si assisteva alla trasformazione dellacamera in un luogo intimo. Nel 1930, si consigliava di non avere: Nessun letto in vistae, per quanto possibile, nessun armadio a specchio. In questo momento, la funzionalitdoveva prevalere sul decoro. lepoca in cui si cerca di combattere microbi,tubercolosi, sifilide e parassiti, per cui ligiene diventa la finalit dellarredamento edellarchitettura. Finch si arriva ad una standardizzazione degli appartamenti e astabilire per legge i minimi di altezza e di cubatura per la camera da letto. Intanto,paradossalmente, aumenta lo spazio dedicato a locali considerati, una volta, di servizioe di uso privato, mentre si va restringendo quello dedicato ai locali di rappresentanza,compresa la camera da letto.

    4.4.MIDDLETOWNI coniugi Lynd decidono nel 1924 di analizzare la vita nelle piccole citt americanedando unimmagine realistica delle piccole comunit urbane allora mitizzate dagliabitanti delle metropoli come il luogo in cui sopravviveva ancora lo spirito dellavecchia America. Essi descrivono la vita della gente di Middletown, una cittadina non

  • specificata, con una popolazione composta per il 43% da lavoratori e per il rimanente57% di persone che trascorrevano la loro vita per lo pi a casa (casalinghe, bambini,anziani). Casa che nell86% dei casi costituita da una villetta unifamiliareoriginariamente circondata da un terreno non edificato che, con il passare del tempo, siandava restringendo sempre pi a causa della costruzione di nuove case attorno aquella pi vecchia.Il pezzetto di terra dietro la casa non pi un piccolo campo con erba, pergola ealberi da frutta in cui la massaia siede e pela le patate per la cena e in cui a famigliapassa i pomeriggi domenicali intorno allamaca. Per molte famiglie della classeoperaia gli appezzamenti pi piccoli e la maggiore vicinanza hanno ridotto il terrenosul retro a un deposito confuso di oggetti, in tempi in cui le case sono senza attico,ripostigli o granai.Si tratta di costruzioni dalla durata media di trenta-cinquantanni, che vengono lasciatelibere dagli occupanti appena migliorano la loro condizione economica e sonooccupate dai nuovi venuti che le lasceranno, a loro volta, a persone meno abbientiquando si saranno ulteriormente deteriorate.Con il passare del tempo e con il mutare delle persone che le abitano e del significatosociale che assumono per loro, cambia anche laspetto delle case.La scomparsa delle case decorate degli anni 70 e 80 [del XIX secolo], adorne dicomplicate volute e di lavori ornamentali di cattivo gusto, a favore delle pi sempliciabitazioni attuali in cui la massima importanza attribuita a ogni sorta di comoditinterne nel bagno e altrove, riflette probabilmente, tra le altre cose, una tendenzacomunemente osservabile nella cultura umana: in periodi in cui i progressi nellutilitdi uno strumento segnano il passo, lingegnosit umana si applica a decorare lostrumento, mentre in periodi di evoluzione dellefficacia sostanziale dello strumentolornamentazione passa in secondo piano. La casa di Middletown degli anni 80 eraancora semplicemente una scatola divisa in stanze, con mutamenti relativamente scarsinel suo adattamento come luogo in cui vivere confortevolmente. Lavvento delle stanzeda bagno, unampia serie di apparecchi elettrici, il riscaldamento centrale ed altreinvenzioni concentrano oggi lattenzione su vaste possibilit di mutamentinellabitabilit interna, con un corrispondente declino nellornamentazione esterna.Oltre alle modifiche dovute allintroduzione di nuovi elettrodomestici, vi sono anchecambiamenti nella disposizione interna delle abitazioni legate alle mutate esigenze deiloro abitanti.La scomparsa della camera da letto per gli ospiti in questi tempi di elevati costidelledilizia non probabilmente priva di rapporti con la crescente tendenza [] deigenitori anziani a non andare ad abitare presso i figli. Analogamente, la tendenza ariunire la sala e il salotto di una volta in modo da formare un grande soggiorno apertoagli estranei, rendendo cos impossibile alla figlia e al suo pretendente di trovarsi da

  • soli nel salotto, pu essere messa in rapporto con il fatto che ora la ragazza esce dicasa con il ragazzo per sottrarsi alla famiglia e trova lintimit nellanonimit enelloscurit del cinema o dellautomobile. Ci si riflette, a sua volta, nella maggiorefrequenza delle serate in cui i figli sono fuori di casa durante la settimana come fonte didisaccordo tra figli e genitori.Dallosservazione delle case possibile ricavare una tipologia costituita da cinqueclassi sociali caratterizzate da diverse scelte di arredamento dettate da un certo budgeta disposizione e da uno specifico gusto nellarredare. La classe pi bassa quella incui:Loperaio pi povero tornando a casa dopo nove ore e mezza di lavoro, percorre lastrada per lo pi non asfaltata, svolta in uno spoglio cortile nel quale sono sparsegomme per auto consumate, apre una porta pendente ed entra la casa: la cucina conla tavola e le pareti coperte di mosche e spesso cosparsa con croste di pane, bucce diarancia, carta stracciata e pezzi di cartone o di legna; le camere da letto con sporche epesanti coltri Tutte le stanze sono impregnate dellodore stantio Un bambino inabiti sporchi e bagnati striscia sul nudo pavimento tra i pochi mobili.Ci sono poi, rispettivamente, la classe composte dagli operai specializzati le cui casecontengono cuscini ricamati e ceramiche con i motti religiosi, quella degli insegnanti edegli impiegati che pongono pi attenzione e investono pi denaro per leducazione deifigli e che hanno abitazioni pi semplici, segue la classe dei piccoli uomini daffari instile moderno e con mobili importanti per i quali, probabilmente la casa deve costituireuno status symbol, e, infine, la classe pi agiata le cui case sono cos descritte:Quando il padre di una di queste famiglie torna a casa dallufficio o dalla banca edentra negli ampi salotti e nella biblioteca del vecchio tipo di casa o nellampio lungosoggiorno di nuovo tipo, egli accolto da unatmosfera di quiete e di spazio. Le ampiestanze, le tende delicate, il vecchio mogano, tappeti a un colore o tappeti orientali daicolori intensi, il piano a coda, il camino, fiori freschi, librerie aperte alle pareti,riproduzioni tutto ci si combina eventualmente con un tocco personale, latappezzeria sui muri, un quadro che non si vede in altre abitazioni, un vaso cineseblu.34

    4.5.DAGLI ANNI 60 A OGGI4.5.1.GLI ANNI 60

    Negli anni 60, allidea del consumo di case si associa anche il valore dellademocrazia, dellidentit nazionale e dello status. Secondo Toms Maldonado, ladiffusione del comfort di massa non stata accidentale, ma ha svolto, sin dallinizio,

  • un ruolo fondamentale nel compito di disciplinare il tessuto sociale della nascentesociet capitalista.35Si anche parlato di mutazione antropologica dellitaliano medio. Infatti, lediliziapopolare costruita per isolare e per limitare al massimo occasioni di socialit, disolidariet o anche semplice contatto con gli altri; deputata a rappresentare ilperbenismo, il decoro e lo status della famiglia; a privatizzare sistemi di bisogni chepotrebbero avere una pi soddisfacente soluzione nel sociale e nel collettivo; asottrarre ai giovani spazi e autonomia; a codificare nella famiglia gerarchie, arinsaldare rapporti di autorit e ad imbalsamare i ruoli.36NellItalia degli anni 50 e 60, nello spazio centrale della casa, quello cio dedicatoalla convivialit, si costruisce una sorta di altare domestico legato al culto deltelevisore che, appoggiato su un mobiletto con un tappetino o un centrino di pizzo,contornato da vasi e con sopra una luce, diventa il fulcro della casa, e sostituisce ifocolari o i camini, attorno ai quali, fino ad allora, si radunavano le famiglie alla sera.Ricostruendo la storia italiana di quegli anni, con le parole di Giovanna Franco-Repellini, possiamo dire che negli anni cinquanta e sessanta, durante il boomeconomico, la popolazione, cresciuta numericamente, migrata dal sud al nord, dallacampagna alla citt, chiedeva abitazioni, mobilio, oggetti darredamento e, seculturalmente evoluta, voleva quadri per il salotto, divani e librerie, cucine e bagni esoprattutto status. [...] Nelle campagne la gente buttava via vecchie credenze,cassapanche, armadi in noce, per la gioia degli antiquari e dei raccoglitori; in cambiovoleva mobilio impiallacciato, in laminato plastico, televisori ed elettrodomestici: lamodernit era piombata sulla vecchia penisola. Il Nuovo, per potersi affermare,doveva distruggere il Vecchio. [...] Nel complesso prevalse il cattivo gusto che inquegli anni non era pi limitazione povera di modelli aristocratici totalmentescomparsi, ma un fai-da-te senza alcun riferimento estetico preciso. La cultura disinistra vedeva nelle aspirazioni ad una casa individuale, ad unemancipazione socialecompiuta anche attraverso il salotto buono, un atteggiamento piccolo-borghese ispiratoal consumismo e basato sul desiderio di possesso. Gli ambienti pi pragmatici e menoideologizzati ne videro solo un buon terreno di guadagno, cos le ruspe devastavano ilpaesaggio, mentre nelluniversit si discuteva di Utopia e Citt Futura.37

    4.5.2.GLI ANNI 70

    Negli anni 70, la critica ai consumi viene mossa in ambito politico. Inizia lanti-consumismo, e allo status symbol si contrappone il recupero dellusato, del vecchio. Odi tutto ci che usurato o stinto, cio vissuto. La casa si apre agli amici perriceverli in modo informale. Il locale con il salotto buono, da luogo riservato agli

  • ospiti della domenica, diventa il salone sempre aperto e adibito a diverse funzioni. Allampadario centrale, che aveva una certa solennit, si sostituiscono pi punti di lucecorrispondenti alle varie zone di attivit.Ma riprendiamo ancora le parole di Giovanna Franco-Repellini attraverso le qualilautrice sintetizza i mutamenti pi significativi dellepoca: Le planimetrie delleabitazioni condominiali o delle vecchie case apparivano sorpassate: corridoispropositati, piccoli bagni, salotti defilati da tenere per belli con le poltrone semprericoperte di fodere, cucine lontane, confinate nella zona notte, luogo dove cameriere,ormai inesistenti, avrebbero dovuto cucinare. La classe media intellettuale,consumatrice e produttrice di beni si era arricchita, aveva conquistato unidentittrasformandosi in committenza. Ora si volevano abitazioni meno rigide, conplanimetrie aperte, costruite a propria immagine e somiglianza. Via allora leanticamere e i corridoi, tutto lo spazio doveva essere dedicato al soggiorno, luminoso,libero, bianco, allegro e privo di ninnoli, al massimo con ricordi di viaggio, ceramicheMaya, pitture di Bali, quadri astratti. Riapparvero i mobili vecchi, soprattutto credenzeLiberty (proprio quelle gettate via pochi anni prima e ora rimesse in circolazione neimercatini di antiquariato, tavoli rustici con le gambe a cipolla, madie per la farina. [...]Le piante dappartamento diventarono foreste, occupando intere zone dellabitazione.[...] La cabina-armadio [...] lultima moda in fatto di ripostigli, appena arrivatadallAmerica. Gli amici che venivano in visita, trovavano un appartamento che eraesattamente quanto sognavano ed erano disposti a tutto pur di averlo simile.38Nel XX secolo, la cucina acquista maggiore dignit e viene a far parte delle stanzeprincipali. Ridimensionato il ruolo svolto dalla servit in ambito domestico, spuntinirapidi consumati in cucina si sostituiscono sempre pi spesso al pasto tradizionaleservito alla tavola della sala da pranzo, utilizzata ora solo in alcune occasioniparticolari. La cucina diventa il territorio dei padroni di casa. L cucinano, pranzano evivono parte del loro tempo. Ma il cambiamento che ha subito la cucina rispecchiaanche un mutamento dei valori. Mentre nel XIX secolo, infatti, prevalevano le virtmoralizzatrici della bellezza espresse dal salotto, ora appare pi importante perseguireil benessere fisico e lefficienza del proprio corpo prestando cura alla nutrizione.Inoltre, in seguito allinvenzione degli elettrodomestici, la cucina diventata il centrodi attenzione per i consumi legati ad essa. E, per di pi, rappresenta gi da decenni ilterreno dellemancipazione femminile, movimento che ha avuto i suoi inizi negli StatiUniti. Sono soprattutto gli elettrodomestici il simbolo con il quale le donne hannopotuto appropriarsi del tempo da dedicare a s, mentre prima era consumato quasi tuttoper sbrigare le faccende domestiche. interessante notare come, negli anni 60, anchenegli elettrodomestici veniva ricercata limmagine sociale, che questi potevanoassumere al di l della loro funzione. E su questa ricerca puntava soprattutto lapubblicit, la quale ben sapeva che, per vendere un prodotto doveva carpire gli ideali

  • dellacquirente a cui si rivolgeva. Uno slogan della Candy Bimatic diceva: pratica,sicura ed elegante Ed un altro: Grazie, Candy !.

    4.5.3.GLI ANNI 80

    Con gli anni 80, il potere comunicativo degli oggetti si fa pi complesso. Attraversodi essi non si trasmette pi solo un simbolismo legato allo status economico, ma ancheun orientamento esistenziale e socio-culturale. Come gi affermava Ennio Flaiano nel1941, in voga [...] addobbarsi la casa in malafede [sintende chi pu] con lidea dichiarire al prossimo la propria curiosa intelligenza e tutte le proprie letture. Succedeche molte case vi appaiono come negozi, e si capisce al volo quello che vi si vuolvendere [].39 E, mentre da noi risuonavano gli ultimi spari delle brigate rosse,dallAmerica arrivava J.R., arrogante e cattivo, con un messaggio di ostentazione e diricchezza, che tra donne ingioiellate e case sontuose avrebbe fatto molti proselitinellItalia degli anni ottanta.Le case si riempiono di icone private. lepoca dei loft, la creazione di spazi diventapi creativa, gioco, stile, glamour, fashion design, over-design, post-modern, edaltro. Con lo sgretolarsi di molte famiglie e con laumento della precariet nel mondodel lavoro, lalloggio diventa un habitat provvisorio di passaggio, molto malleabile eperde il valore di monumento della famiglia o di casa per la vita. Cos, agli oggettidi arredamento di valore e di durata, che costituivano un vero e proprio investimento,si sostituiscono i mobili componibili e quelli usa e getta.Negli anni 80, il soggiorno ha sostituito ai compiti di rappresentanza e di standingquelli di comfort, di vivibilit e di espressivit personale/familiare. In pochi decenni diventato il luogo della convivialit, ma anche quello dove lavorare o coltivare ipassatempi. Un luogo aperto ma anche caldo, personalizzato, intimo. E lintimit, che il contrario della pura ripetizione meccanica di regole,40 non d