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DOTT.SSA VALENTINA COLUCCI
PSICOLOGA, MEDIATRICE FAMILIARE, PSICOTERAPEUTA ( AD
ORIENTAMENTO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE)
La competenza emotiva in ambito
educativo
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Il concetto di intelligenza
I vecchi concetti di Q.I. sono imperniati su una gamma ristretta di abilità linguistiche - matematiche. Gardner per primo cerca di ‘allargare’ il concetto per poter predire in modo più corretto le probabilità di successo in ambienti diversi da quello scolastico
Sternberg e Salovey estendono queste abilità a 5 ambiti principali:
•Conoscenza delle proprie emozioni: cioè la capacità di riconoscere un
sentimento nel momento in cui si presenta
•Controllo delle emozioni: la capacità di controllare i sentimenti in modo che
siano appropriati si fonda sull’autoconsapevolezza : capacità di calmarsi, di
liberarsi dall’ansia, dalla tristezza, dall’irritabilità ecc.
•Motivazione di sé stessi: la capacità di dominare le emozioni per raggiungere
un obiettivo permette di: concentrare l’attenzione, trovare motivazione,
controllo di sé, essere creativi. La capacità di ritardare la gratificazione e di
controllare gli impulsi è alla base di qualunque tipo di realizzazione.
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•Riconoscimento delle emozioni altrui: empatia ‘provare dentro’. La mancanza
di empatia ha un elevato costo sociale.
•Gestione delle relazioni: capacità di dominare le proprie e le emozioni altrui.
La capacità di continuare a ‘pensare’ anche in situazioni di turbolenza prodotta
dalle emozioni degli altri.
Il nostro livello di capacità ha una base neurale, però il cervello è plastico e
impegnato costantemente in processi di apprendimento
Le eventuali carenze nelle capacità empatiche possono essere ‘corrette’
secondo questi autori. In America si sono preparati piani di intervento nelle
comunità, di ‘educazione emozionale’; viene anche citata l’attività
psicoterapeutica come strumento efficace.
I LIVELLO: LE RISPOSTE FISIOLOGICHE
L’aspetto più importante delle risposte
emotive è quello fisiologico; i cambiamenti
più netti e noti sono quelli che
accompagnano il sentimento della paura.
Le reazioni fisiologiche a uno stimolo che
incute paura sono il risultato del sistema
nervoso simpatico e di un ormone:
l’epinefrina.
II LIVELLO: IL COMPORTAMENTO ESPRESSIVO
Darwin (1872) pubblicò un libro in cui
descriveva in dettaglio le espressioni
facciali delle emozioni degli animali e degli
esseri umani con lo scopo di dimostrare
che le espressioni facciali dell’uomo erano
innate, universali e che traevano origine da
quelle animali.
II LIVELLO: IL COMPORTAMENTO ESPRESSIVO
A Darwin ad oggi sono state proposte molte ricerche sull’universalità delle emozioni
facciali. Ekman e Friesen (1968) mostrarono con i loro studi come molte espressioni
potevano essere riconosciute in ogni cultura.
Vi sono altri comportamenti espressivi che possono palesare le emozioni: la postura, i
gesti, la voce, il trasalimento o i comportamenti volontari.
III LIVELLO: LE RAPPRESENTAZIONI COGNITIVE
Le emozioni trovano rappresentazione
anche nella consapevolezza o coscienza
soggettiva.
Comunicare le proprie emozioni
caratterizza il III livello perché prevede una
rappresentazione mentale di quello che si
sta provando
LE EMOZIONI: LIVELLO FISIOLOGICO,
ESPRESSIVO E COGNITIVO
Le 3 componenti delle emozioni sono così intimamente associate che una qualunque di
loro può innescare tutte le altre.
Se il cuore batte forte e il viso è contratto in una smorfia e i pugni sono serrati è probabile
che proviate rabbia, proprio come la rabbia provoca queste reazioni.
Es. attacco di panico
LE EMOZIONI
Come tutte le interpretazioni, le valutazioni non sono precostituite, ma flessibili. Il nostro modo di valutare gli eventi può
essere influenzato da molti fattori, tra cui il contesto, i pensieri accessibili e gli umori
passeggeri. Inoltre, come sempre, le reazioni altrui giocano un ruolo importante
nelle nostre valutazioni.
LE EMOZIONI
Quando le altre persone sembrano ritenere
che una situazione autorizzi un emozione,
spesso ci adeguiamo al loro giudizio e
proviamo le medesime emozioni (Schachter e
Singer, 1962).
L’emozione è
un costrutto ipotetico
cioè
un’entità non direttamente osservabile
ma inferibile
dai diversi indicatori emozionali e dalla loro interazione
Con il termine emozione si indica
un processo che comporta
cambiamenti piuttosto ampi e interrelati
in vari sottosistemi dell’organismo
e
che si verifica in risposta ad un evento scatenante,
che ha un significato fondamentale per l’individuo
in termini di sopravvivenza biologica o psicologica
l’emozione, pertanto, si configura come
un processo dinamico e adattivo
di risposta ad una situazione di crisi
Le emozioni discrete basilari o primarie
sono:
secondo Campos:
-felicità
-paura
-tristezza
-collera
-interesse
secondo Argyle:
-felicità
-tristezza
-sorpresa
-disgusto/disprezzo
-paura
-interesse
-vergogna
-senso di colpa
Comunicazione
.
Emozione
Relazione
Apprendimento
Emozione e cognizione
EMOZIONI PRIMARIE
LA RABBIA
Rappresenta la tipica reazione alla frustrazione e
alla costrizione, sia fisica che psicologica
Ancor più delle circostanze concrete del danno, quello che
più pesa nell’attivare la rabbia sembra essere la volontà
che si attribuisce all’altro di ferire e l’eventuale possibilità
di evitare l’evento o situazione frustrante.
Come per tutte le emozioni, la rabbia è accompagnata da
mutamenti di pensiero, di comportamento e di
funzionamento fisico.
RABBIA
L’emozione della rabbia può essere definita come la reazione che consegue ad una precisa sequenza di eventi:
Stato di bisogno
Oggetto che si oppone alla realizzazione di tale bisogno
Attribuzione a tale oggetto dell’intenzionalità di opporsi
Azione di aggressione che si realizza mediante l’attacco
DESTINATARI FINALI FONDAMENTALI DELLA
NOSTRA RABBIA:
Oggetto che provoca la frustrazione
Un oggetto diverso rispetto a quello che
provoca la frustrazione (spostamento
dell’obiettivo originale)
Verso se stessi, trasformandosi in
autolesionismo ed autoaggressione.
MANIFESTAZIONI DELLA RABBIA
Tutta la muscolatura del corpo può estendersi fino all’immobilità.
Le sensazioni soggettive più frequenti possono essere:
1. paura di perdere il controllo,
2.l’irrigidimento della muscolatura,
3. l’irrequietezza ed il calore.
Pensieri: “gli altri sono fonte di minaccia o dolore”, “le regole sono
state violate”, gli altri mi trattano ingiustamente.
L’organismo si prepara all’azione, all’attacco e all’aggressione.
Variazioni psicofisiologiche: attivazione del sistema nervoso
autonomo simpatico: accelerazione del battito cardiaco,
aumento della pressione arteriosa
LE EMOZIONI PRIMARIE
LA PAURA
Con questo termine si identificano stati di diversa intensità emotiva che vanno da una polarità fisiologica come il timore, l’apprensione, la preoccupazione, l’inquietudine, sino ad una polarità patologica come l’ansia, il terrore, la fobia e il panico.
Esperienza soggettiva: senso di forte spiacevolezza, intenso desiderio di evitamento nei confronti di un oggetto o situazione giudicata
pericolosa.
Pensieri: sopravvalutazione del pericolo, sottovalutazione delle proprie capacità nell’affrontarlo, sottovalutazione dell’aiuto a disposizione,
preoccupazione e pensieri catastrofici.
Fuga Evitamento
SVILUPPARE LA COMPETENZA
EMOTIVA IN AMBITO EDUCATIVO
“ Insegnare l’alfabeto delle emozioni è un processo simile a quello in cui si impara a leggere, poiché comporta la promozione della capacità di leggere e comprendere
le proprie ed altrui emozioni e l’utilizzo di tali abilità per comprendere meglio se
stessi e gli altri ”.
(Kindlon e Thompson, 2000 – Intelligenza emotiva per
un bambino che diventerà uomo)
LE DIMENSIONI DELLA COMPETENZA EMOTIVA
(Denham, 1998)
• L’ESPRESSIONE EMOTIVA = utilizzare i gesti per esprimere messaggi emotivi non verbali, dimostrare coinvolgimento empatico, manifestare emozioni sociali, essere consapevoli che è possibile controllare l’espressione manifesta di emozioni socialmente disapprovate.
• LA COMPRENSIONE EMOTIVA = discernere i propri stati emotivi, discernere gli stati emotivi altrui, utilizzare il vocabolario emotivo.
• LA REGOLAZIONE EMOTIVA = fronteggiare le emozioni negative e quelle positive o le situazioni che le suscitano,
“sovraregolare” strategicamente l’esperienza e l’espressione delle emozioni.
LA COMPETENZA EMOTIVA
Si è diffusa nelle scuole negli ultimi 20 anni (soprattutto in USA).
Si tratta di una tipologia di intervento educativo
volto a promuovere il benessere socio-emozionale dell’individuo, attraverso l’insegnamento delle abilità definite nel costrutto di Competenza emotiva :
Identificare e denominare le emozioni Esprimere le emozioni Valutare l’intensità delle emozioni Gestire le emozioni Aumentare la resistenza allo stress Conoscere la differenza tra emozioni e azioni.
INSEGNARE LA COMPETENZA EMOTIVA A SCUOLA
L’approccio scolastico tradizionale oppone lo sviluppo intellettuale a quello emozionale, ma l’educazione alla competenza emotiva è fondamentale per l’apprendimento e può essere insegnata e implementata.
Promuovere la competenza emotiva favorisce:
La motivazione e lo svolgimento di processi cognitivi importanti per il rendimento scolastico (attenzione e memoria)
L’apprendimento di abilità interpersonali per essere competenti socialmente, prendere decisioni corrette, avere successo con coetanei ed insegnanti e stare bene a scuola.
CONOSCERE LE EMOZIONI COME CONOSCENZA
DELLA MENTE ALTRUI
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Affrontare le emozioni
Il saper controllare le proprie emozioni penose è la chiave del benessere
psicologico e i sentimenti estremi minano la nostra stabilità ed equilibrio. E’
importante che ci sia un equilibrio fra momenti positivi e negativi, perché la
sofferenza non superi la capacità della mente di tollerarla (stress).
Quando il cervello emozionale sta scatenando una forte reazione, l’empatia
è scarsa o addirittura assente. Per essere empatico, il soggetto deve essere
abbastanza calmo e recettivo da poter ricevere i sottili segnali emozionali
emessi dall’altra persona e mimarli nel proprio cervello emozionale.
ALCUNI PERCORSI DI POTENZIAMENTO DELLA COMPETENZA
EMOTIVA
Possiamo sviluppare la competenza emotiva attraverso
l’educazione emotiva.-razionale (DiPietro)
L’accostamento dei due termini “razionale” ed “ emotiva”
sta indicare il superamento del dualismo mente-emozioni e
l’adesione a un modello olistico che vede la dimensione
emotiva e la dimensione cognitiva strettamente
interdipendenti e influenzantesi a vicenda.
Educazione razionale emotiva significa aiutare il bambino a
sviluppare un modo di pensare costruttivo al fine di gestire
meglio forti emozioni negative quali rabbia, disperazione,
ansia.
In breve, si tratta di aiutare il bambino ad apprendere
come mettere la mente al servizio del cuore.
Competenza emotiva
COMPETENZA EMOTIVA
FASE 1 Riconoscimento e identificazione
delle emozioni
FASE 2 Identificazione del rapporto tra
pensieri ed emozioni
FASE 3 Riconoscimento e trasformazione
dei pensieri disfunzionali
FASE 4 Messa in pratica di nuovi modi di
pensare di sentirsi e di comportarsi
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE
Caratteristiche delle emozioni infantili
Sono intense
Compaiono con frequenza
Sono transitorie
Varia la modalità di espressione
L’intensità cambia con la crescita
Sono facilmente deducibili
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE
LINGUA ITALIANA
Saper riconoscere e dare un nome alle emozioni. Individuare in un testo scritto le parti che connotano l’emozione. Saper descrivere per iscritto episodi emotivi.
SCIENZE
Riconoscere i segnali del corpo che preannunciano l’insorgere di una reazione emotiva. Imparare a individuare i correlati neurovegetativi delle emozioni Praticare la consapevolezza dei pensieri collegati a stati emozionali (abilità meta-emotive).
MUSICA Individuare e riconoscere suoni e rumori della natura e
dell’ambiente che suscitano emozioni. Analizzare le emozioni suscitate dall’ascolto di brani musicali. Analizzare emozioni provocate da particolari ritmi, toni, intensità. Produrre suoni, rumori, capaci di indurre particolari stati d’animo.
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE
ARTE Saper riconoscere gli elementi che in un’immagine denotano le
emozioni. Saper cogliere le emozioni in un’immagine partendo dalle composizioni cromatiche. Saper esprimere operativamente in modo creativo e personale emozioni, mediante: tecniche particolari di stesura del colore; utilizzo di materiali vari; attività di manipolazione e di modellaggio.
EDUCAZIONE MOTORIA Individuare posture e mimiche in relazioni a particolari stati
emotivi. Esprimere con il corpo stati d’animo. Approccio e tecniche di rilassamento come mezzo per attenuare le reazioni negative connesse a forti emozioni.
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE
L’UTILIZZO DELLE FIABE
Fiabe psicologicamente orientate che permettono al bambino di immedesimarsi nel protagonista ed accedere alle proprie difficoltà emotive in maniera indiretta.
Es. “Uno scricciolo di nome Nonimporta”
Aiuta i bambini che hanno difficoltà ad esprimere le proprie emozioni
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE
MESSAGGI DELLA FIABA
Reprimere i sentimenti che fanno male non significa farli sparire, anzi solitamente diventano più grandi e forti
Le emozioni represse possono cancellare tutte le gioie della vita
Quando le emozioni non vengono condivise ci si può sentire molto soli e spaventati
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE
MESSAGGI DELLA FIABA
Quando si raccontano le proprie emozioni negative, sembrano poi meno gigantesche, spaventose e dolorose
Cercare aiuto negli altri le emozioni represse riemergono sotto varie forme (agitazione, ansia, comportamenti compulsivi, scoppi d’ira ingiustificati, enuresi notturna, fobie, ossessioni, iperattività…)
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE :
A PESCA DI EMOZIONI
Racconta un
episodio in cui di
sei sentito ……..
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE
A PESCA DI EMOZIONI: IL MIMO
Fai una faccia _____
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE
Si propone ai bambini di monitorare al mattino
il proprio stato d’animo scegliendo un viso che
descriva l’emozione. Si invitano i bambini a
scegliere un altro viso quando durante il giorno
cambia il loro stato d’animo.
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE :
IL TERMOMETRO DELLE EMOZIONI
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE :
IL COLORE DELLE EMOZIONI
RICONOSCIMENTO E IDENTIFICAZIONE :
IL BINGO DELLE EMOZIONI
EMOZIONE E COGNIZIONE
Oggi l’opinione prevalente è che le emozioni siano causate da valutazioni cognitive di un oggetto o di un evento rilevante per il sé (Arnold, 1960; Frijda, 1986;
Weiner, 1985).
Una valutazione cognitiva è l’interpretazione di un evento comprendente sia le cause dell’evento sia
l’influenza che questo ha sul sé. Differenti valutazioni della stessa situazione possono
produrre emozioni diverse.
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
L’EDUCAZIONE RAZIONALE-EMOTIVA
Nasce in America negli anni ’70 come percorso derivato dall’estensione in ambito educativo della RET (Rational-Emotive Therapy). Si sviluppa in Italia negli anni ‘90 grazie allo psicoterapeuta Mario Di Pietro .
Insegna al bambino “l’ABC delle emozioni”, secondo il modello RET: A B C Evento attivante Pensieri Reazione emotivo-comport.
Le emozioni non derivano direttamente dalle situazioni vissute, ma
dal modo in cui ciascuno valuta le situazioni.
Non deve essere modificata l’emozione, ma i PENSIERI IRRAZIONALI, che provocano eccessiva sofferenza emozionale o ostacolano il raggiungimento di obiettivi.
ESERCITIAMOCI
evento
pensiero
emozione
comportamento
Immaginate una situazione in cui non vi siete sentiti efficaci come insegnanti
MODELLO ABC
B sistema di convinzioni (interpretazioni, valutazioni)
A evento attivante
C conseguenze
(emotive e comportamentali)
FATTORI COGNITIVI E COMPORTAMENTO
Ipotesi: la sofferenza emotiva è causata
dalle modalità di codifica e
interpretazione degli eventi piuttosto che
dalle caratteristiche oggettive della
situazione.
Tutti ce l’hanno con me,
nessuno vuole essere mio
amico
Non me ne va mai
bene una
I miei insegnanti
se la prendono
sempre con me
Tutti gli immigrati
sono violenti
Per ogni mio problema,
devo trovare sempre
la soluzione perfetta”
Devo essere io il primo a
proteggermi , perché gli
altri sono pronti a
saltarmi addosso
Il circolo vizioso dell’ansia Il circolo vizioso della collera
Domani c’è l’esame
APPRENSIONE
PREOCCUPAZIONE
ANSIA COLLERA
IRRITAZIONE
FRUSTRAZIONE
Ho difficoltà a parlare
chiaramente
Penseranno che sono poco
intelligente
Sono i soliti prepotenti
Non mi hanno lasciato parlare
L’incontro è stato un disastro
I NOSTRI PENSIERI
PENSIERI IRRAZIONALI
Descrivono in modo non
realistico gli eventi
distorcendoli
Sono pensieri esagerati,
assolutistici
Non aiutano a raggiungere i
propri scopi
Portano a reazioni emotive
eccessive
«Sono negato per la
matematica»
«E’ inutile che studi…tanto
non ce la faccio»
«E’ tremendo prendere un
brutto voto»
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
PENSIERI IRRAZIONALI
INDISPENSABILITÀ, BISOGNI ASSOLUTI. É un modo di pensare che ci porta erroneamente a considerare indispensabile ciò che è desiderabile, auspicabile, utile, ma di cui possiamo anche fare a meno, pur con qualche inconveniente. É come se dicessimo "Posso essere felice solo se avrò questo", In molti casi ciò che consideriamo indispensabile sono l’approvazione, la stima, l’affetto, l’amicizia.
Ad esempio: "E’ indispensabile essere apprezzato da tutti i miei amici", "Non potrei andare avanti se non avessi l’affetto di certe persone", "É indispensabile che i miei insegnanti riconoscano e apprezzino il lavoro fatto".
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
ENSIERI IRRAZIONALI P
INTOLLERANZA, INSOPPORTABILITÁ. Si tratta di pensieri che denotano una bassa tolleranza alla frustrazione. Consistono nel ritenere che certi eventi obiettivamente spiacevoli non possono essere sopportati, ad esempio: "Non posso sopportare di fare quello che non mi piace", "É insopportabile avere così tanti compiti da fare", "Non posso tollerare di essere preso in giro".
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
ENSIERI IRRAZIONALI
SVALUTAZIONE GLOBALE DI SÉ O DEGLI ALTRI. Consiste nel ritenere che poiché non si è riusciti bene in qualcosa, allora siamo un fallimento totale. Oppure la svalutazione globale può essere rivolta agli altri, ritenendo che poiché uno o più aspetti del comportamento di una persona sono negativi, allora l’intera persona è negativa. Esempi di entrambi i tipi di svalutazione globale potrebbero essere: "Sono così stupido e incompetente", "Sono un elemento senza speranza", "É una vera carogna", "La mia insegnante è completamente pazza".
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
GENERALIZZAZIONE: consiste nel pensare che tutti pensano nel mio stesso modo e non possono esserci opinioni divergenti
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
ENSIERI IRRAZIONALI
PENSIERO CATASTROFICO: Si è portati a pensare che qualsiasi cosa accada di negativa nella mia vita è una tragedia cui non si può porre alcun rimedio
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
INTERPRETAZIONI SBAGLIATE: consiste nel percepire qualsiasi informazione in maniera pessimistica e negativa
PENSIERI IRRAZIONALI
Doverizzazioni su se stessi ("Io devo agire bene ed essere approvato da tutte le persone per me significative, altrimenti sono completamente un incapace e ciò è terribile"); Doverizzazioni sugli altri ("Gli altri devono trattarmi bene ed agire come io penso che debbano assolutamente agire, altrimenti sono delle carogne, dei mascalzoni e meritano di pagarla"); Doverizzazioni sulle condizioni di vita ("Le cose che mi succedono devono essere proprio come io pretendo che siano e tutto deve essere facile e gradevole, altrimenti la vita è insopportabile").
Sono frutto di apprendimento
Esperienze ripetute nel
tempo
Esperienze emotivamente
forti
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
Applicazione del modello ABC
I bambini apprendo a individuare quali sono i
pensieri che compaiono nella loro mente in
seguito al verificarsi di un evento spiacevole.
Continua l’ esercitazione : quale pensiero
abbiamo?
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI :
COMPETENZA EMOTIVA
Non sono gli eventi a creare sofferenza emotiva, ma il
significato che diamo a tali eventi
Ho preso 5 in
matematica.
non rimedierò
mai
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
Ricostruire l’episodio emotivo
Formulare domande evocative
Favorire un cambiamento nel modo di
considerare l’evento attivante
Dare un riscontro non punitivo
Riassumere l’esperienza acquisita
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
Non voglio che tu ti
sieda vicino a me
Cosa potrebbe
pensare Marco?
IDENTIFICAZIONE DEL RAPPORTO TRA
PENSIERI ED EMOZIONI
L’autoregolazione emotiva risiede nella mente
Evento attivante
Risposta emotiva e comportamentale
Convinzioni
Interpretazioni
Valutazioni
Cambiamento
Gli strumenti che ciascuno di noi sviluppa al fine di modificare gli schemi di risposta. L’educazione razionale emotiva (ERE) fornisce un modello per il cambiamento delle strutture cognitive agendo sugli elementi cognitivi che mediano l’evento attivante consentendo di conseguire risposte emotive e comportamentali adattive.
diretto
etico
focalizzato
coraggioso
Abilità di autocontrollo
Abilità di modificare i pensieri negativi
LA TRASFORMAZIONE DEI PENSIERI
IRRAZIONALI
Riconoscere i pensieri negativi
Attaccare i pensieri negativi
Sostituirli con pensieri positivi
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Ristrutturazione Cognitiva
E’ il processo attraverso cui l’individuo impara a
trasformare quei modi di pensare che portano
a reazioni emotive disfunzionali sostituendoli
con pensieri costruttivi
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Mettere alla prova il pensiero
“Invece di dare per scontato che il tuo pensiero
sia vero, cerca le prove che possono dimostrare
che è vero oppure che è falso”
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Mettere alla prova il pensiero
Cerca le prove che dimostrino che quello che pensi è vero:
“Cosa ti convince che il tuo pensiero è al 100%vero?”
Cerca le prove contrarie:
“Quali fatti possono renderti meno sicuro riguardo alle tue conclusioni?”
Esplorazione di alternative
“C’è un altro modo di considerare questa cosa??”
Costruisci dei pensieri basati sui fatti e su altre
possibili spiegazioni alternative
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Decatastrofizzazione
Pensa a una situazione su cui hai
“catastrofizzato” e immagina la peggiore delle
conseguenze. Descrivi la situazione:
Adesso completa la tua tabella di
Conseguenza
peggiore
Conseguenza migliore Conseguenza
verosimile
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
MESSA IN DISCUSSIONE DELLE
CONVINZIONI IRRAZIONALI
Porre le seguenti domande
Questo pensiero dice cose vere?
Perché...................................
..............................................
Questo pensiero ti aiuta a sentirti bene?
Perché...................................
.............................................
Questo pensiero ti aiuta a ottenere quello
che vorresti?
Perché?.................................
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Convinzioni irrazionali
• Io devo piacere a tutti; se
a qualcuno non piaccio
significa che non valgo
niente.
• Un amico è qualcuno che
fa sempre quello che voglio
io.
• Gli altri sono cattivi; se la
prendono tutti con me
Convinzioni razionali
• Io valgo anche se a
qualcuno non piace ciò
che faccio
• Si può essere amici
anche quando non si
vuole fare le stesse cose
• Alcuni bambini sono
gentili con me; altri
invece a volte si
comportano male
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Dopo aver messo alla prova un pensiero
nocivo, questo viene sostituito con un nuovo
pensiero utile (pensiero razionale).
COMPLETIAMO LA NOSTRA ESERCITAZIONE
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
IN SINTESI
1. Riconosci quel briciolo di verità che c'è,
ammesso che ci sia, nel pensiero negativo,
ma senza farlo più grande di quello che è!
2. Trova le prove che dimostrano che il pensiero
è falso.
3. Cerca di trovare un pensiero più realistico e
utile, o un modo alternativo per considerare la
situazione
I veleni della mente
Obiettivo: Far acquisire ai bambini la
capacità di distinguere i pensieri utili
dai pensieri dannosi e di ricorrere ai
pensieri utili in situazioni difficili
Materiali: Quaderno di lavoro, scheda
“Pensieri dannosi e pensieri utili”,
cartoncini
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
ATTIVITA’:
Procedura:
● chiedere ai bambini di indicare a turno una
cosa spiacevole che è loro capitata di recente
in seguito alla quale hanno provato
un’emozione spiacevole, come rabbia,
tristezza o paura
● distribuire la scheda dei pensieri
utili e dei pensieri dannosi e
chiedere si riconoscono tra i
pensieri dannosi un pensiero che
assomiglia a quello che hanno
avuto nell’episodio raccontato
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
● leggere insieme la vignetta delle stelline e far
notare come cambiando il pensiero l’emozione
possa cambiare
● chiedere ai bambini di disegnare una stellina
con il loro pensiero dannoso e a fianco una
stellina con il pensiero utile, in modo simile alla
vignetta
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Spunti per la discussione:
● chiedere ai bambini perché certi
pensieri sono dannosi
● sollecitare la constatazione che i
pensieri dannosi portano a emozioni
molto spiacevoli e a comportamenti
negativi
● far notare che i modi di pensare
diventano delle abitudini, come tante altre
cose che facciamo
● spiegare che le abitudini possono
essere cambiate se si insiste nel fare
qualcosa di diverso
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Sviluppi dell’attività:
● chiedere ai bambini di scegliere un
pensiero dannoso che capita loro di avere più
spesso
● invitarli a scrivere su un cartoncino
colorato il pensiero utile alternativo a
quello dannoso
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Le carte del sentire
Le carte del fare
Le carte del pensare
METODO SOCRATICO
Limitare l’esposizione del proprio punto di
vista
Evitare affermazioni perentorie
Porre il più possibile domande
Evitare riscontri punitivi
Favorire la partecipazione di tutto il
gruppo
Riassumere quanto emerge dalla
discussione
RICONOSCIMENTO E TRASFORMAZIONE
DEI PENSIERI DISFUNZIONALI
Come consolidare abilità di
autoregolazione emotiva
1.Collegare il più possibile i contenuti di un
percorso di educazione socio-affettiva alle esperienze di vita
quotidiana dei bambini
2.Integrare i contenuti del programma di
educazione socio-affettiva con i programmi curricolari
3.Portare avanti il programma di educazione
soci-affettiva per un periodo di tempo prolungato
adattandolo alle diverse età
MESSA IN PRATICA DI NUOVI MODI DI
PENSARE DI SENTIRSI E DI COMPORTARSI
MESSA IN PRATICA DI NUOVI MODI DI
PENSARE DI SENTIRSI E DI COMPORTARSI
Perchè promuovere la competenza emotiva nella scuola?
Nelle classi dove si applica efficacemente la competenza emotiva gli alunni risultano:
• Più partecipativi e ben inseriti nella classe
• Più impegnarti nell’apprendimento
• Più motivati
• Più predisposti a comportarsi in modo più appropriato
Meno propensi a manifestare comportamenti problematici
• Più in grado di ottenere risultati positivi
I bambini che hanno acquisito una
buona competenza emotiva:
• Tollerano meglio le
frustrazioni
• Sono meno litigiosi
• Manifestano meno
comportamenti distruttivi
• Si ammalano meno
• Sono meno soli
• Sono meno impulsivi
• Sono più concentrati
• Hanno migliori risultati scolastici
MESSA IN PRATICA DI NUOVI MODI DI
PENSARE DI SENTIRSI E DI COMPORTARSI
INTERVENTO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE
Il caso di Pietro, un bambino di 9 anni con un QI DI
155 che manifesta a scuola sintomi di
disattenzione, iperattività e scoppi d’ira furiosi nei
confronti dei compagni e delle insegnanti a scuola.
Il lavoro con Pietro ha previsto la terapia razionale
emotiva di Di Pietro che mira ad offrire al bambino
una serie di autoistruzioni verbali per la gestione
della bassa tolleranza alla frustrazione.
INTERVENTO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE SCHEMA RELATIVO ALL’ INSOPPORTABILITA’
… E’ inutile ripetere più volte la stessa cosa. Quel tempo è sprecato. Sai
quante cose potrei imparare invece di star lì a sentire cose già
spiegate?? Pietro 9 anni
…Posso utilizzare la mia comprensione delle cose per aiutare i miei
compagni che sono in difficoltà.
ARRABBIARSI NON RISOLVE LE COSE….
INTERVENTO COGNITIVO-COMPORTAMENTALE SCHEMA RELATIVO ALLA SVALUTAZIONE DEGLI ALTRI E DI SE’
Io non riesco a capire perché gli altri hanno queste difficoltà; non mi
riconosco nei loro problemi; mi sento diverso; loro non capiscono me e
sono superficiali”.
Ognuno ha pregi e difetti
Io posso insegnare ai miei amici a capire di più ciò che dice la maestra
e loro mi insegnano a fare meglio le capriole..
“… Ovviamente nessun percorso è una risposta al problema. Ma data la crisi che i bambini si trovano a fronteggiare, e data la
speranza alimentata dai percorsi di alfabetizzazione emozionale, non
dovremmo, ora più che mai, insegnare ad ogni bambino queste abilità, che sono
essenziali per la vita? E se non ora, quando? ”
(Goleman, 1996)
….Grazie per l’attenzione
BIBLIOGRAFIA
Di Pietro M., L’educazione razionale emotiva,
Erickson
Di Pietro M., L’ABC delle mie emozioni, Erickson
Di Pietro M., Dacomo M., Giochi e attività sulle
emozioni