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LA COSTIERA AMALFITANAIL PATRIMONIO INTANGIBILE DI UN PAESAGGIO CULTURALE

THE AMALFI COASTTHE INTANGIBLE HERITAGE OF A CULTURAL LANDSCAPE

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LA COSTIERA AMALFITANAIL PATRIMONIO INTANGIBILE DI UN PAESAGGIO CULTURALE

THE AMALFI COASTTHE INTANGIBLE HERITAGE OF A CULTURAL LANDSCAPE

Carla Maurano

Provincia di SalernoFONDO VALORI

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Centro Universitario Europeo per i Beni CulturaliEuropean University Centre for Cultural HeritageVilla RufoloI - 84010 – RAVELLOTel +39 089 857669 – 089 858101Fax +39 089 [email protected]

Traduzione in ingleseTranslation in EnglishMarianna Di VietriFotografie / PhotographsArchivio Fotografico CUEBC:3, 4, 16, 17, 19, 21, 22, 23, 24, 25, 28 Raffaele Venturini:1, 2, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13,14, 15, 18, 20, 26, 27, 29Soprintendenza Archeologicadi Salerno: 5Grafica / GraphicsMenabò comunicazioneSalernoStampa / PrintingArti Grafiche Sud - Salerno

L'allegato CD è parte integrante del lavoro di ricerca sul patrimoniointangibile della Costad'AmalfiThe CD enclosed is integral part of theresearch on the intangiblecultural heritage of theAmalfi Coast.Ad esso hanno contribuitoContributorsPaolo ApolitoVincenzo Esposito Carla Maurano

Si ringraziano per la collaborazione le gentidella Costa d'Amalfi, vere ed uniche detentrici dei saperi qui descritti We thank for their collaboration the people from the Amalfi Coast, the true and only holder of the knowledge here described

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PRESENTAZIONE

All’interno della propria mission tesa alla sal-vaguardia ed alla valorizzazione del patri-monio culturale, negli ultimi anni il Centro

Universitario Europeo per i Beni Culturali ha foca-lizzato l’attenzione sul valore della cultura, mate-riale ed immateriale, quale leva dello sviluppolocale.La Provincia di Salerno ha convintamente inco-raggiato e sostenuto tale azione ritenendola piena-mente coerente al suo disegno programmatoriocon particolare riguardo alla sostenibilità.L’iscrizione della Costa d’Amalfi nella lista UNE-SCO del patrimonio mondiale dell’umanità, otte-nuta nel 1997, grazie al lavoro congiunto dellaComunità Montana Penisola Amalfitana e dellaSoprintendenza BAPPPSAE delle province diSalerno ed Avellino, affiancati dalla Provincia e dalCentro di Ravello, ha aperto la strada a questinuovi ambiti di ricerca e di indagine, al tempostesso finalizzati anche all’individuazione di veri epropri modelli di sviluppo socio-economico.Grazie al Fondo Valori dell’UNESCO è nato il pre-sente studio che ha visto la convergenza degli inte-ressi scientifici e metodologici internazionali conquelli dell’approfondimento dei valori culturaliintangibili e di una nuova lettura del patrimonio diun sito unico al mondo. L’impegno di un altro pre-stigioso partner, l’Università degli Studi di Salerno,attraverso il qualificato apporto del prof. PaoloApolito, si è rivelato sostanziale.

FOREWORD

Within its own mission aiming at the safe-guarding and enhancement of the cul-tural heritage, these last years the Euro-

pean University Centre for Cultural Heritage hasbeen focusing the attention on the value of cul-ture, both tangible and intangible, as a lever forlocal development.The Province of Salerno has strongly encouragedand supported that action persuaded that it isperfectly consistent with its programs, with spe-cial regard to sustainability.The inscription of the Amalfi Coast on theUNESCO World Heritage List in 1997, thanks tothe combined work of the ‘Comunità MontanaPenisola Amalfitana’1 and the Superintendence‘BAPPSAE’2 of the provinces of Salerno and Avel-lino, assisted by the Province of Salerno and theCentre of Ravello, paved the way for these newfields of research and survey whose aim is find-ing real models of socio-economic developmentas well. The present Report was made possible thanks tothe UNESCO Fund ‘Valori’. In this work theinternational scientific and methodological inter-ests meet an in-depth analysis of the intangiblecultural values and a new interpretation of theheritage belonging to a worldwide unique site.The commitment of another prestigious partner,the University of Salerno, through the remark-able contribution of Professor Paolo Apolito,

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La cultura della Costa d’Amalfi, descritta nellaricerca come espressione della millenaria identitàculturale della comunità locale, pur in forme e lin-guaggi, quelle del paesaggio, dell’architettura, deirituali, della danza, solo apparentemente lontani,viene ricomposta nella sua unitarietà.La metodologia applicata tende inoltre ad offrireuno strumento utile ad una corretta gestione delpatrimonio: in particolare, la conservazione e lavalorizzazione dei paesaggi culturali devono pun-tare al riconoscimento delle identità culturali eall’esaltazione del valore della diversità.Si realizza così un obiettivo di rilevanza strategi-ca che colloca il Centro di Ravello, grazie alla col-laborazione degli altri Enti ed Istituzioni cultura-li, in una dimensione di ulteriore utile servizio alterritorio.

Alfonso AndriaPresidente Centro Universitario Europeoper i Beni CulturaliDeputato al Parlamento Europeo

proved to be fundamental. The culture of the Amalfi Coast, described in theresearch as the expression of the local commu-nity ’s millenary cultural identity, through formsand languages of the landscape, the architecture,the rituals, the dance, which just seem to be dis-tant, is reassembled in its unitariness. Moreover, the methodology presented in thisReport is intended to offer a helpful instrument tothe correct management of the heritage: in partic-ular, the conservation and enhancement of thecultural landscapes must aim at the acknowledge-ment of the cultural identities and at the exaltationof diversity. This is the attainment of a strategic goal, puttingthe Centre of Ravello, thanks to the cooperationwith the other cultural Bodies and Institutionsconcerned, in a dimension of further usefulservice for the territory.

Alfonso AndriaPresident of the European University Centre for Cultural HeritageMember of the European Parliament

1 T. N.: Consortium of municipalities in the Amalfi Coast moun-tain area.2 T. N.: Superintendence for Landscape, Architectural, Historic,Artistic and Ethno-anthropological Heritage.

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The present Report is the fruit of a thoroughanalysis of the state of intangible culturalheritage on the Amalfi coast. UNESCO has

been closely associated with the work thanks to agenerous financial contribution from Mr GiancarloElia Valori, Goodwill Ambassador to UNESCO. The Organization considers that this type ofresearch work is of considerable practical use inthat it is helping to bring about a new approach tounderstanding of cultural heritage in the worldand to its relationship with tangible heritage. Thereport quite satisfactorily links the values of tangi-ble and intangible heritages.The example of the Amalfi Coast site is representa-tive of this most important link between the valuesof an already reecognized World Heritage site andthose of its very rich and diversified intangible cul-tural heritage. The same phenomenon can befound here and there around the globe, forinstance in the World Heritage historic city of Mar-rakech (Morocco) and its renowned Jemaa el-FnaSquare at the entrance to the Medina which hasbeen proclaimed as a Masterpiece of the Oral andIntangible Heritage of Humankind. Yet anotherexample may be found in the Philippines wherethe traditional Hudhud Chants of the Ifugao Com-munity are linked to the cultural landscape of theRice Terraces World Heritage Site.UNESCO is highly appreciative of the coordinationwork done by Ms Carla Maurano in drafting this

Il presente Rapporto è frutto di una dettagliataanalisi sullo stato del patrimonio culturaleintangibile della Costiera Amalfitana. L’UNE-

SCO ha garantito la sua stretta collaborazione allavoro grazie al generoso contributo finanziariodisposto dal proprio Ambasciatore di BuonaVolontà, dott. Giancarlo Elia Valori. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ritiene chetale lavoro di ricerca può avere una notevole appli-cazione pratica, in quanto consente di determina-re un modo nuovo di comprendere il patrimonioculturale a livello mondiale ed il suo rapporto conil patrimonio tangibile. Esso infatti crea nessi for-temente significativi tra i valori del patrimoniotangibile e quelli del patrimonio intangibile. L’esempio della Costiera Amalfitana è indicativodel fondamentale legame che sottende ai valori ditale sito, riconosciuto ormai Patrimonio Mondialedell’Umanità, e a quelli del suo patrimonio cultu-rale intangibile estremamente ricco e diversifica-to. Lo stesso fenomeno può riscontrarsi qua e làper il mondo: si pensi, ad esempio, alla storicacittà di Marrakech (Marocco), PatrimonioMondiale, ed alla sua rinomata Piazza Jemaa el-Fna all’ingresso della Medina dichiarataCapolavoro del Patrimonio Orale ed Intangibiledell’Umanità; o, ancora, alle Filippine, in cui i tra-dizionali “Canti” Hudhud della Comunità Ifugaosono legati al paesaggio culturale del Sito deiTerrazzi a Risaie, anche esso PatrimonioMondiale.

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Report which is a synthesis of the multidiscipli-nary research carried out in the Province of Saler-no by researchers from Salerno University interalia. The methodology presented here is quiteinnovative in the sense that it proposes an inte-grated vision for management of the intangibleheritage of a cultural landscape. This Report is the fruit of research into the rootsof that intangible heritage and the various influ-ences affecting this region of Italy which has,since prehistoric times, been the location of a con-tinuous exchange of trading and battling whichaccounts for the abundant cultural diversity of theinhabitants.The work is original too in that it has been done byscholars in close association with the communitiesconcerned. I personally attended two meetingswith the Mayors of the different towns of theCostiera Amalfitana in company with MrFrancesco Caruso, Italy’s Ambassador to UNESCO.

Mounir BouchenakiA.D.G. for Culture - l’UNESCO

L’UNESCO ha grandemente apprezzato il lavorodi coordinamento svolto dall’Architetto CarlaMaurano nella stesura del Rapporto, sintesi di unaricerca multidisciplinare condotta, inter alia,all’interno della Provincia di Salerno, da ricercato-ri dell’Università di Salerno. Non vi è dubbio chela metodologia adottata sia decisamente innovati-va giacché propone una visione integrata dellagestione del patrimonio intangibile di un paesag-gio culturale. Il Rapporto è il risultato di una ricerca condottaalle radici di quel determinato patrimonio intangi-bile e delle diverse forme di influenza cui è anda-ta soggetta quella parte d’Italia che, sin dalla prei-storia, è stata luogo di continui scambi commer-ciali e scontri che attestano la ricca diversità cul-turale dei suoi abitanti.Il lavoro risulta inoltre originale per essere statoeseguito da studenti universitari in stretto contattocon le comunità locali interessate. Ho partecipatoin prima persona a due incontri con i Sindaci didiversi centri della Costiera Amalfitana, affiancatodall’Ambasciatore d’Italia presso l’UNESCO, dott.Francesco Caruso.

Mounir BouchenakiA.D.G. per la Cultura presso l’UNESCO

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Nel 1997 la Costiera Amalfitana è stata iscrit-ta nella Lista del Patrimonio Mondialedell’UNESCO nella categoria dei paesaggi

culturali in base ai criteri C ii, iv, v. La motivazione ufficiale che giustifica l'iscrizione èche "la Costa di Amalfi è sito di grande bellezzafisica e diversità naturale. Intensivamente popolatafin dal Medio Evo, essa include città come Amalfi eRavello che conservano opere architettoniche edartistiche di grande rilevanza. La sua area ruraledimostra la versatilità dei suoi occupanti nell'usarei terreni sfruttandone la diversità, dai vigneti e frut-teti nei più bassi pendii terrazzati fino ai pascolidelle zone più alte."Questo luogo di eccezionale bellezza, caratterizza-to da un insieme di manufatti architettonici ed arti-stici e da un sistema agricolo terrazzato in equili-brio rispetto alle aree montane utilizzate per attivi-tà silvo-pastorali, è dimostrazione della capacitàdell'uomo di trasformare ed adattare il sito natura-le alle proprie esigenze. Esso necessita però di un approfondimento checontribuisca a penetrarne i processi di costruzione,ad evidenziarne l'identità culturale, ad acquisire,con la conoscenza, consapevolezza e capacità dicontrollo sui fenomeni in evoluzione. Elementiquesti tutti indispensabili per impostare processi digestione integrata del patrimonio che siano ad untempo compatibili e duraturi.Colui che distratto o poco attento visita la CostieraAmalfitana e che, dopo averla vista, la ricostruiscenella propria mente, lo fa pensando ad una terra a

In 1997, the Amalfi Coast was inscribed in the‘World Heritage List’, under the categorynamed cultural landscapes, according to crite-

ria Cii, iv, v.The official inscription explanation states that "TheAmalfi coastal strip is a site of great physical beau-ty and natural diversity. It has been intensively set-tled by human communities since the early MiddleAges. It includes a number of towns such asRavello and Amalfi which contain architectural andartistic works of great significance, and its ruralareas demonstrate the versatility of its occupants inadapting their utilization of the terrain to suit itsdiversity, from terraced vineyard and orchards onthe lower slopes to wide upland pastures."This site of outstanding value, characterized by aseries of architectural simple structures and artis-tical manufactured products and by a terracedagricultural system in balance with the mountainareas used for silviculture and grazing activities, isthe evidence of man ability to change and adapt anatural site to his own needs.However, it is necessary to study this site in depth,in order to better understand its origins andprocesses of evolution, to define its cultural identi-ty, to acquire, through knowledge, the awarenessand capacity of control events subject to evolution.All these elements are essential to try to set sus-tainable and enduring processes of the heritageintegrated management.Those who, after visiting the Amalfi Coast with acursory glance or in a careless way, try to “re-

IL PATRIMONIO INTANGIBILE DI UN PAESAGGIO CULTURALE

THE INTANGIBLE HERITAGE OF A CULTURAL LANDSCAPE

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picco sul mare fatta di muri a secco e di scale inpietra, di inusuali pergole di limoni e di viti, digiardini e di architetture dominate da cupole colo-rate, e comunque a un luogo in cui l'elemento"terra", fortemente contaminato dalla presenza edall'attività dell'uomo, si contrappone all'"acqua",che per lui è sempre e solo quel mare sempre pre-sente e in qualche modo "altro". Pochi in realtà riescono a cogliere la realtà di que-sto sito, di questa terra di mare e di terra, di questaterra che però tutta, terrazzi, pergole, architetture,giardini, è terra di acqua. Acqua di cui questo sitoè per sua natura ricchissimo, acqua da secoli cap-tata e irregimentata dall'attività costante dell'uo-mo. Acqua che disegna i canali, le vie, e che deter-mina dalla cime dei monti al mare l'intera struttu-ra territoriale della Costiera Amalfitana, definendola forma dei terrazzi ed i tipi colturali, la localizza-zione e lo sviluppo dei centri abitati, le forme dellearchitetture.Eppure, basterebbe semplicemente imparare aguardare per cogliere quello che è evidente. Tuttoqui parla di acqua e soprattutto della capacità del-l'uomo di gestirla sapientemente. Ne parlano letestimonianze archeologiche delle ville romane coimaestosi ninfei e con le terme, diffuse da Minori adAmalfi a Positano; le strade dei centri rivieraschi,che usualmente diventano canali per portare l'ac-qua piovana velocemente al mare tenendo al ripa-ro le strutture urbane; le cupole colorate, che si sta-gliano contro il cielo come una sorta di contraltarealle ipogee grandi cisterne collettive.E soprattutto parla di acqua e della sua sapientegestione la costruzione del sistema terrazzato. Ri-modellare i versanti collinari per asservirliall'agricoltura è pratica diffusa in tutto il mondo.Quello che caratterizza il sistema terrazzato dellaCostiera Amalfitana è che qui la costruzione delsistema irriguo pare precedere mentalmente quel-la dei terrazzi, la disciplina delle acque determinail sito, i suoi tipi colturali e l'uso della pergola, egenera l'eccezionale aspetto formale delle colline.Intere generazioni di abitanti della CostieraAmalfitana dimostrano di avere da una parte com-preso il funzionamento naturale del sito, dall'altro

build” it in their own minds, do it by thinking of aland, high up above the sea, made of dry-stonewalls and stone stairs, unusual lemon and vinepergolas, gardens and coloured and domed roofsof the architectural structures. In brief, peoplethink of a place where the element “land”, strong-ly influenced by the human presence and activity,is in contrast with “water” which is considered tobe, always and uniquely, the omnipresent sea, rep-resenting, somehow, “the other”.In all truth, just a few can grasp the reality of thissite, of this territory made of land and sea, of thisland which is, as a whole, i.e. terraces, pergolas,architectural structures, gardens, land of water.Water this site is naturally full of, which has beencollected and regimented by the constant humanaction for centuries. Water traces the canals andthe streets, marking all the territorial structure ofthe Amalfi Coast, from the mountain tops to thesea, shaping the terraces and the different kinds ofcultivation, the localization and development ofinhabited centres, the architectural shapes.However, people only have to learn how to look atthings to grasp what is evident. Everything herereminds us of water and, first of all, of the man’sability to manage it wisely: think about thearchaeological remains of the Roman villas, withtheir magnificent nymphaea and the thermalbaths in Minori, Amalfi and Positano; the streets ofthe coastal towns, which usually become canalsconveying rainwater quickly to the sea, keepingthe town structures safe from danger; the coloureddomes, which are silhouetted against the sky, likean opposite altar to the great common hypogeousreservoirs.Moreover, the functioning of the terraces remindsus of water and of its wise management. Re-shaping of hill sides for agricultural purposesis a very spread practice worldwide. What is pecu-liar to the Amalfi Coast terraces is that here theconstruction of the irrigation system seems to pre-cede mentally that of the terraces, the regimenta-tion of water marks the site, its kinds of cultivationand the use of the pergola, and gives origin to theexceptional shape of the hills. From generation to

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di essere stati capaci di operare modifiche ancheprofonde preservando però un corretto rapportotra esigenze umane e natura. Le sorgenti principali in questo sito sono general-mente a quote alte, e le più importanti ai fini di unuso agricolo si trovano comunque a livelli che nonsuperano generalmente gli ottocento metri. La natura impervia e la pendenza accentuata deiversanti fa sì che senza interventi umani l'acqua siincanali nei profondi e ripidi impluvi naturali, e diqui raggiunga rapidamente il mare.Ma l'acqua è bene troppo prezioso per essereperso o comunque per essere sfruttato solo nellefasce attigue agli impluvi naturali, aree comunqueconsiderate maggiormente instabili in caso di pre-cipitazioni atmosferiche e di piena. Per rendere utilizzabili tutti i versanti bisognaquindi operare in modo che l'acqua possa raggiun-gere le aree collinari lungo tutte le fasce che sidesidera coltivare ribaltando in qualche modo lalogica naturale e studiando degli artifici di com-pensazione sul sistema naturale modificato.L'acqua viene così incanalata alla sorgente e inna-turalmente deviata quasi in parallelo sui crinalisecondari. Di qui, come arterie sanguigne che dalcuore vanno ad irrorare le parti più lontane e peri-feriche del corpo, altri canali secondari assicuranosempre e solo per semplice gravità l'arrivo dell'ac-qua su tutte le superfici collinari. I terrazzamenti, dall'alto al basso, sono studiatisempre in funzione del sistema dei canali, condisegno e pendenze tali da agevolare l'uso in locoe il passaggio ordinato dell'acqua verso gli altriterrazzi ed il fondo valle.Non si chieda ai contadini chi organizza l'aperturae la chiusura dei rubinetti nelle singole proprietà:sarà risposto che "è così da sempre", che l'acqua"tocca a tal ora a uno e poi passa all'altro" in basea regole e diritti attentamente trascritti negli atti disuccessione e nei frazionamenti fondiari, maprima ancora facenti parte del patrimonio cultura-le orale, di quel "codice di leggi non scritte" che lacomunità rispetta riconoscendo, più o meno con-sciamente, che esso rappresenta la base della con-vivenza e l'elemento fondante il sistema territoria-

generation, the Amalfi Coast inhabitants haveshown on the one hand that they have understoodthe natural functioning of the site, on the otherhand that they have been able to make somechanges, even changeovers, however preserving arelation between human needs and nature. The main springs on this site are generally at a highaltitude: the most important ones, in agriculture,are at an altitude of generally little more than 800metres.The rough nature and the steep slope of the sides,without any human intervention, make the watergo to the natural deep and steep impluvia, reach-ing from that point the sea, very quickly. By the way, water is too precious a good to be lostor used just in those areas near the natural implu-via, which are mostly considered dangerous incase of precipitations and floods. To use all sides, it is necessary to act in such a wayas to let the water reach the areas on the hills,along all sides you wish to cultivate, thus revers-ing, somehow, the natural logic and studying allpossible devices capable of counterbalancing themodified natural system. In consequence, water iscanalized, right at the spring and unnaturallydiverted almost in parallel, along the secondaryridges. From this point, like blood arteries whichpermeate from the heart the most distant andperipheral parts of the body, some other second-ary canals continuously bring water to all surfaceson the hills, by simple force of gravity. From the top downwards, the terraces are alwaysconceived as based on the system of canals, follow-ing some patterns and slopes which make local useof water possible and let the water reach the otherterraces and the valley floor, in a proper way. Don’t ask the farmers who is responsible for theturning on and off of the taps: they will answer “ithas always been so”, water is conveyed “at a cer-tain time of the day to one and later to another”,according to some rules and rights carefully regis-tered in hereditary succession deeds and in thesubdivision of landed property but first of all, com-ing from the oral cultural heritage, known as “thecode of unwritten laws”, the community obeys, by

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le collettivo. Sistema di cui tutti beneficiano, a con-dizione però che esista rispetto, riconoscibilità,manutenzione, gestione, controllo, da parte del-l'intera collettività.Che la crisi di una delle singole parti del sistema,che eventi apparentemente isolati di frane o crollio danni idraulici possano avere effetti a catena suintere sezioni dei versanti collinari è consapevo-lezza tradizionalmente ben radicata nelle comuni-tà locali, così come lo è tradizionalmente la consa-pevolezza della relazione intima tra le modifica-zioni antropiche e gli ambienti naturali.Per questo motivo, particolare attenzione vieneposta da sempre alla prevenzione di eventi atmo-sferici eccezionali. I sentieri e le scale, che salgo-no dai centri abitati sul mare verso l'alto dellemontagne servendo le aree coltivate, se hanno daun lato i canali artificiali coperti sempre visibili edispezionabili, i canali artificiali necessari a porta-

recognizing, more or less fully aware of it, that it isthe basis of living together and the key element ofthe people’s territorial system. A system everyonebenefits from, provided that the all communitymanifests its respect, recognizability, routinemaintenance, management and control.Indeed, local communities are traditionally awareof the knock-on effects on some entire portions ofland of the hill sides which may derive from theloosening of just one link in the chain or fromseemingly isolated events such as landslides, col-lapses or hydraulic damage; however, they arealso traditionally aware of the close relationbetween changes deriving from the human actionand the natural environments. For this reason, a special attention has alwaysbeen paid to the prevention of exceptional atmos-pheric events. The paths and stairs, which go fromthe inhabited centres, located near the sea, to the

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re l'acqua dall'alto delle sorgenti verso il basso deiterrazzi, dei paesi e dei giardini, dall'altro, spessoprofondamente incisi nella roccia, sono disegnati,progettati, per trasformarsi essi stessi in canali acielo aperto in cui far velocemente defluire versoil mare, lontano da terrazzi e coltivi, le pericoloseacque delle piogge eccezionali. Perché qui come altrove l'eccesso d'acqua come lasua mancanza sono temute allo stesso modo e l'ac-qua, l'elemento che dà la vita e che come dettodetermina le forme del sito garantendone l'esisten-za stessa, è anche l'elemento che può più di ognialtro provocarne la distruzione. E così, mentre inbasso si provvede ad incanalarne i flussi incontrol-lati, in alto si preserva il bosco, il bosco che è lagaranzia prima dell'esistenza delle sorgenti. Al disopra della quota delle sorgenti finiscono le coltiva-zioni, ma il bosco non è comunque regno di Pan. In un sistema così attentamente antropizzato persecoli un'attenta strategia è stata posta in essereper evitare che il bosco sia distrutto, soprattutto acausa degli incendi, naturali o innescati dai pasto-ri. La strategia consiste in una pulizia attenta delbosco da tutta la vegetazione e dagli arbusti facil-mente infiammabili, rami secchi e sottobosco, cheil mondo contadino raccoglie e trasporta verso ilbasso a dorso di mulo e poi ri-utilizza per farneforaggio per gli animali e per intessere con essi lecoperture di protezione delle pergole sui terrazzi. Pergole alte, e per questo maggiormente soggetteagli effetti nocivi dei venti marini; pergole alte, aldi sotto delle quali l'acqua permette di coltivareortaggi e che il bosco, tramite i suoi arbusti, pro-tegge. Tutto questo mentre il lavoro dell'uomo, cheraccoglie i rami secchi e le piante spontanee delsottobosco e le intreccia con antico mestierefacendone coperture e canestri per la raccolta,salva il bosco dal fuoco e l'acqua dall'abbassamen-to delle sorgenti.Un'opera di creazione fatta di consapevolezza, diconoscenza, di equilibri, costruisce così il patri-monio collettivo di questa terra, la cui particolareidentità si esprime in forme tangibili ed intangibi-li nei suoi paesaggi culturali.La complessità e la consapevolezza del patrimo-

top of the mountains, thus serving the cultivatedareas, have a double function: on the one hand,they have the covered canals, always visible andunder control, bringing water from the springs onthe top downwards the terraces, the towns and thegardens; on the other hand, they are often deeplyengraved on the rock, drawn and planned tobecome themselves open canals, through which,the threatening abundant rainwater can quicklyreach the sea, keeping the distance from the ter-races and cultivated land. Here, as everywhere, people fear the abundance ofwater like its lack, as well: being water a source oflife and, as previously said, the shaper of the site,by supporting its existence, it is also the elementthat, more than others, can cause the destructionof the site itself. So, while down the uncontrolledwater flows are conveyed into canals, on the upperpart, the wood, which is the essential guarantee ofthe springs existence, is preserved.Higher up the springs, there is no more cultiva-tion, however the wood is not the Reign of Pan, forsure.In this system, where human action has carefullymanifested itself for centuries, a subtle strategyhas been used, in order to prevent the wood frombeing destroyed, because of natural fires or shep-herd-caused ones, in particular. The strategy con-sists in taking the wood very clean from vegetationand shrubs, which are easily inflammable, deadbranches and the underbrush, the farmers takeand carry, on a mule, downwards to be re-used forfoddering the animals or twisting the pergolas’protective covers on the terraces. High pergolas which are, for this reason, evenmore subject to the devastating effects of the seawinds. High enough that water can irrigate vegeta-bles cultivation under them protected by theshrubs of the wood. Meanwhile, man picks up thedead branches and the volunteers plants in theunderwood, by twisting them, according to anancient tradition thus producing protective coversand baskets for harvesting and picking and keepsthe wood safe from the fire and water safe fromthe springs’ subsidence.

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nio, nel Comune di Maiori, trova significativa rap-presentazione nell'area del Monte Falesio, a tuttinota non solo per i campi terrazzati e la produzio-ne di limoni ma anche per la presenza di un san-tuario dedicato alla Madonna Avvocata e del pelle-grinaggio, della processione e della festa ad essolegati.La costruzione del paesaggio culturale segue, quicome sugli altri versanti collinari della costa, leregole innanzi descritte. In alto, sulla sommitàdella montagna, svetta il santuario, costruito al disopra di una grotta e di una cisterna. Al di sotto delsantuario si sviluppa un'area boschiva semi-natu-rale che arriva a lambire le aree coltivate. Questesi sviluppano su terrazze poste immediatamenteal di sotto della quota di una importante sorgente,in località S. Maria, in prossimità della quale, ailimiti tra il bosco e i terrazzi, sorge un'altra chiesa. Il sistema della acque è severamente disciplinato,e mentre profonde incisioni naturali indicano gliimpluvi naturali, la fittissima rete di canali corre amezza costa e sui crinali, segna i versanti, riempiecisterne e peschiere, irriga i coltivi e disseta i paesidistricandosi in una rete che dall'unità della sor-gente si frammenta sul territorio a seconda dellenecessità dei singoli membri della comunità.Succede qui che una volta all'anno, in occasionedella Pentecoste, si svolga un pellegrinaggio.Succede che questo pellegrinaggio ricalchi inqualche modo il percorso delle acque, riproducen-dosi in un percorso, di tipo rituale, che è appro-priazione del paesaggio, acquisizione di conoscen-za delle relazioni tra l’uomo e le sue attività di tra-sformazione della natura, riconoscibilità del sin-golo individuo nella creazione collettiva, parteci-pazione alla gestione.Succede che il ripetersi periodico del pellegrinag-gio di fatto suggelli attraverso il rito il periodicorinnovarsi della consapevolezza di tutti quei pro-cessi, condivisi in seno alla comunità, che quisono alla base del rapporto tra uomo e natura, eche è necessario mantenere in modo corretto tra-mite anche l'intercessione della figura divina cheè qui la Madonna col suo ruolo di "Avvocata", dicolei che, appunto, intercede.

In consequence, this work of creation, based onthe awareness, the knowledge, the balances, givesbirth to this community’s heritage whose preciseidentity emerges in tangible and intangible formswithin its cultural landscapes. The complexity and awareness of the heritagefinds a significant representation in one of theareas within the Municipality of Maiori, i.e. MountFalesio, a place well-known not only for its ter-raced fields and lemon production but also for thepresence of a sanctuary dedicated to the“Madonna Avvocata” and of a pilgrimage, a pro-cession and a feast connected with that.The development of the cultural landscape, herelike on other hill sides of the coast, follows the pre-viously described rules. Up, on the top of themountain, rises the sanctuary, built over a caveand a reservoir. Beneath the sanctuary, there is asemi-natural woody area bordering the cultivatedareas. These ones develop on some terraces, rightbeneath the level of an important spring, in a placecalled ‘Santa Maria’, near which, on the bordersbetween the wood and the terraces anotherchurch is present. The water system is very carefully managed:while the natural deep engravings show the natu-ral impluvia, the very close network of canals runshalf the coast and, on the ridges, by marking thesides, filling the reservoirs and the ‘peschiere’(very big open reservoirs, used for irrigation), irri-gating the cultivated land and quenching thetowns’ thirst. So, from a single source, the spring,the network branches off on the territory, in differ-ent directions, according to the needs of the com-munity members. It happens here that, once in a year, on the occa-sion of Pentecost, a pilgrimage takes place. In a sense, the pilgrimage follows the watercourse, a kind of ritual course which representsthe appropriation of the landscape, the knowledge-building of the relations between man and hisactivities directed to change nature, the identifia-bility of each single member of the communitywith the common creation, the participation in themanagement.

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I singoli o i piccoli gruppi risalgono i versanti par-tendo dal basso dei paesi, e seguono isolati i diver-si sentieri-canali, in un percorso che come detto èappunto di conoscenza e consapevolezza dellarealtà del loro territorio. Si fermano ritualmente instazioni di preghiera poste non a caso sui crinalida dove, strategicamente, si domina la strutturadel sito, se ne comprende l'assetto idrogeologico,se ne penetra il funzionamento; luoghi da dove sidomina il sistema dei canali e si "controlla" ilsistema delle cisterne e quindi dei terrazzi; dadove si valuta lo stato delle coltivazioni e la periziadei singoli agricoltori; da dove i punti di crisi sonopiù evidenti. I pellegrini raggiungono quindi nella loro risalitala sorgente, meglio, la chiesa sulla sorgente, postaalla fine della prima parte di questo percorsorituale, in qualche modo ri-unificando le tante viedei sentieri e delle acque in prossimità della loroorigine.Passano poi attraverso il bosco, non coltivato manon selvaggio, attraverso sentieri tenuti per tradi-zione pulitissimi, vere barriere frangifuoco tra lavegetazione in primavera rigogliosa: il passaggionel bosco segna l’ultima parte di un duro percorsodi purificazione verso la divinità. Arrivano infine al santuario, in alto sulla monta-gna, santuario costruito su di una grotta e al disotto della cui cripta si cela una cisterna. Si direb-be che il santuario medi il rapporto col cielo da cuil'acqua arriva, che la incanali sotto di sé per resti-tuirla più in basso, attraverso la sorgente, agliuomini e alle terre sottratte alla natura. E si direb-be che la Madonna, Avvocata, intercedente, operiper garantire ai fedeli che il ciclo vitale dell'acqua,cielo terra mare cielo, si svolga in armonia, e chela divina costruzione dell'uomo sia protetta dalleforze pagane della natura.La comunità, che proviene da punti diversi ma chesi riconosce in una concettuale unitarietà, che èdebitrice della sua esistenza alla stessa fonte, siriunisce e si riconosce al vertice fisico del sistema.Dall'alto sacralizza l'acqua e il sistema artificialecostruito. La divinità, sorretta dai fedeli, si affacciaa benedire la terra dall'alto della sorgente di

It happens that the periodical pilgrimage embod-ies, through the rite, the renewal of the awarenessof all those processes, shared within the commu-nity, which are here the basis of the relationbetween man and nature which must be pre-served in a proper way, also by the intercession ofthe “Madonna” who plays the role of “Avvocata",the divine figure “who intercedes”. People climb the hill sides by small groups or indi-vidually, starting from down, from the towns andvillages: separately, they follow the various canal-paths, the course of knowledge and awareness oftheir territorial reality, as said. They ritually stopto pray at some “stations”, situated, not by chance,on the ridges, from where the structure of the siteis strategically dominated, its hydrogeologicalstructure and functioning become clear. Placesfrom where the system of canals is dominated andthat of the reservoirs and terraces is “under con-trol”; cultivation and farmers’ skill are evaluated;the critical points are clearly evident.Pilgrims reach the spring, or rather the churchover the spring, which represents the final stop ofthis first ritual course, re-unifying, in a sense, thevarious courses of paths and water near theirsource. Then, they go through the uncultivated butnot wild wood, through some paths “which havebeen traditionally kept very clean”, a kind of “fire-walls” for luxuriant vegetation in springtime. Thepassing through the wood seals the last part of ahard purification path towards the divinity.Finally, they arrive on the mountain top, at thesanctuary built over a cave, hiding a reservoirunder its crypt. It seems that the sanctuary “inter-cedes” with the sky from where water falls downthe earth, canalizes it beneath its structure, givingit, through the spring, lower down, to men andland taken away from nature. Following thisbelief, the “Madonna Avvocata”, the Intercessor,acts to guarantee the believers the vital watercycle, i.e. sky-land-sea-sky, in an harmoniousway, and to protect the man’s divine constructionfrom pagan forces of nature. The members of the community, coming from dif-ferent places, identify with a single community

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acqua: inizia la festa. Festa contadina, al suono ditammorre e nacchere, festa in cui si beve vino elimoncello, il tipico liquore fatto con le bucce dilimone che qui ha origine, festa in cui si consumaun pasto fatto di cibo di terra e di mare, pane for-maggi salumi ma anche alici marinate nel succodi limone. La danza ha una sua particolarità. Scandita dalritmo martellante delle tammorre, che non

whose existence depends on the same source; theygather and identify with each other, right on thephysical top of the system from where water andthe artificial system are sacralized. The divinity,carried by the believers, shows herself and blessesthe land from over the spring: the feast begins.It’s a country traditions’ feast, to the sound of the“tammorre” (the kid (leather) drums) and cas-tanets; people drink wine and “limoncello”, the

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accompagnano la musica di altri strumenti mache sono la musica e che vengono suonate da diecie anche più uomini insieme, in una sorta di esal-tazione collettiva, essa è soprattutto danza maschi-le, con un passo "ad intreccio" delle gambe chericorda, nella sua variante locale, le danze chemimano la lotta diffusissime nel bacino meridio-nale del Mediterraneo. Alla danza partecipano gli adulti, ma soprattuttovengono invitati a ballare i ragazzi e i bambini,impegnati a partecipare, ad imparare, a diventarefuturi protagonisti della festa. Non è raro vedere ilnonno intrecciare la gamba col nipotino nelladanza, con l'accondiscendenza affettuosa che legale diverse generazioni e l'impegno alla continuità. Tutto, poi, avviene senza falso folklore, gli abitisono quelli della gita, dell'escursione, scarpe datrekking e jeans e antiche e nuove bandane sotto-lineano la vitalità del rituale.Il ritorno a valle scende di nuovo lungo i sentieri-canali, il gruppo torna a dividersi come l'acqua, lafesta continua nel paese a valle sul mare. Qui grup-pi sparuti continuano a danzare fino a notte alta.L'ultima sosta è nelle piazze prossime al mare,attraversate anch'esse da canali artificiali tramite iquali, dall'alto dei monti, l'acqua raggiungerà di lìa poco il mare. Nell'attesa che dal mare le nuvole si alzino ancoraverso il cielo, e che il ciclo virtuoso dell'acqua edella vita ricominci. Nessuno, finora, aveva messo in relazione il pelle-grinaggio, la processione e la festa all'Avvocata,forse la più sentita e più viva manifestazione delpatrimonio intangibile della Costiera Amalfitana,con la struttura territoriale tangibile dell'interacostiera di cui essa si propone come immaginespeculare.In realtà non solo lo studio condotto dimostra checi troviamo di fronte a un "patrimonio" unitarioespresso in forme tangibili ed intangibili specula-ri, ma conferma, attraverso il contributo dato pro-prio dal patrimonio intangibile, la correttezzadella lettura fatta sulla costruzione del paesaggioculturale, sul valore fondamentale dell'acqua e dei

world-famous local liqueur extracted from lemonpeel, eat a meal made of soil and sea produce,some bread, cheese, salami as well as theanchovies marinated in lemon juice. Dancing has its own special characteristic: it isstressed by the beating rhythm of the “tammorre”which are not accompanied by the music of otherinstruments, since they are the music, played byten or even more men together, in a kind of collec-tive excitement. It’s a dance primarily performedby men who “twine their legs”, reminding us, inits local form, of the dances miming the wrestling,largely spread in the southern basin of theMediterranean Sea. Adults take part in the dance, but boys and chil-dren, in particular, are invited to dance: they areinitiated to take part, learn, become the future pro-tagonists of the feast. It is not unusual to see thegrandfather twining his leg with his grandson,with an affectionate amenability which “twines”different generations and the care of transmittingthese traditions to future generations.Everything here takes place without any false folk-lore: the dresses are those of the trip, of the excur-sion, that is a pair of trekking shoes and jeans, oldand new bandannas, underlining the vitality of theritual.People go back to the valley, following again the“canal-paths”; the group divides again, like water.The celebration goes on, down the valley, near thesea.There, a scant number of groups goes on danc-ing, all night long. The last stop is in the squares, near the sea, where,there too, there are the canals which convey, at theend, the water from the mountain top to the sea,hopefully waiting for the clouds to reach the skyfrom the sea and for the return of the virtuouscycle of water and life.Up to now, nobody had ever thought about a rela-tion between the pilgrimage, the procession andthe feast of the “Avvocata”, which is maybe one ofthe most deeply felt feast and lively celebration ofthe Amalfi Coast intangible heritage, and the tan-gible structure of the whole coast territory of

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sistemi di irrigazione. Conferma il sistema com-plesso di relazioni tra l'uomo e l'ambiente e lagestione collettiva del sito, simbolicamente esalta-to e celebrato intorno alla divinità. Come noto, i paesaggi culturali sono per definizio-ne la testimonianza del rapporto tra le attività ditrasformazione dell'uomo e gli ambienti naturali:parlando di conservazione e di gestione dei pae-saggi culturali, la cosa più importante è il mante-nimento dell'integrità proprio di questo rapporto.Infatti, se è evidente che le culture si modificanonel tempo per cause endogene ed esogene e che lanatura segue i suoi normali processi di evoluzio-

which it is a kind of reflected image. As a matter of fact, the research led on the site hasshown that we are in the presence of a unitary“heritage”, whose tangible and intangible formsare the reflected images of each other. Moreover, itconfirms, thanks to the contribution from theintangible heritage itself, that the reading of thecultural heritage construction, the key role ofwater and systems of irrigation was right; it alsoconfirms the complex system of links betweenman and nature and the site’s collective manage-ment, symbolically exalted and celebrated aroundthe divinity.

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ne, è altrettanto evidente che per conservare i pae-saggi culturali è necessario mettere in atto leopportune strategie affinché l'equilibrio dinamicoche si è artificialmente creato tra queste due com-ponenti anch’esse dinamiche si mantenga entrocriteri di stabilità.Il patrimonio intangibile, se correttamente indaga-to, può, come si è appena visto, essere consideratocome l'elemento che chiarisce proprio il rapportotra l'uomo e la natura, tra le culture e le cose pro-dotte ed usate, tra le manifestazioni mistiche e lerisorse primarie. In questo senso esso è strumentofondamentale da tener presente per l'elaborazionedi piani integrati di gestione del patrimonio,essendo del patrimonio tanto elemento costitutivoquanto indicatore strategico per la conoscenza e laconseguente realizzazione di politiche di sviluppocompatibile e duraturo.L'acquisizione di consapevolezza della realtà uni-taria del patrimonio apre quindi prospettive nuovealla gestione integrata del sito, fatto di cultura tan-gibile ed intangibile, e facilita la definizione e lavalorizzazione da un lato della sua identità e dal-l’altro della sua diversità culturale.Una riflessione a tal proposito viene qui riservataproprio al rituale che si celebra intorno allaMadonna dell'Avvocata, rituale sicuramente ascri-vibile alla cultura intangibile, ma come vistoindissolubilmente legato alla genesi, alla realtà ealla consapevolezza posta alla base dei processi dicostruzione, conservazione e gestione comunita-ria del patrimonio del paesaggio culturale dell'in-tera Costiera Amalfitana.Si tratta come detto di un rituale complesso, parti-colarmente vivo e partecipato dalle varie comuni-tà della Costiera Amalfitana, composto da un pel-legrinaggio, da una processione e da una vera epropria festa accompagnata da cibo, danza e musi-ca. Il valore di tale rituale composito, nella suainterezza ed unitarietà, al di là delle eccezionali epeculiari valenze antropologiche, va trovato anchenella funzione sociale, didascalica e di coesionecomunitaria che esso esercita sui suoi partecipan-ti, e di riflesso sull’intera comunità, relativamente

As everybody knows, the cultural landscapes are,by definition, the evidence of the link betweenman’s activities and natural environments. Thus,talking about cultural landscapes’ conservationand management, the main concern is the mainte-nance of the integrity of this relation. In fact, it isobvious that cultures can change, in time, becauseof endogenous and exogenous causes, and thatnature follows its normal evolution processes. It isobvious, as well, that to preserve cultural land-scapes it is necessary to work out adequate strate-gies in order to guarantee stability to the dynamicbalance which artificially took place betweenthese two dynamic components. Provided that the intangible heritage is carefullyexamined, it can be considered, as previously said,the element clarifying exactly the link betweenman and nature, between cultures and things pro-duced and used, between mystical manifestationsand primary resources. It therefore becomes aninstrument to be taken into consideration for thedrafting of the heritage management integratedplans, being the intangible heritage both a consti-tutive and a strategic element of the heritage forknowledge and the subsequent implementation ofsustainable and enduring development policies. So, the acquisition of awareness of the heritageunitary reality opens new prospects for the inte-grated management of the site made of tangibleand intangible culture, and makes the definitionand enhancement in value of both its identity andcultural diversity easier.With regard to this, a reflection is made exactly onthe “Madonna dell’Avvocata” ritual which surelybelongs to the intangible heritage but, as said, isstrictly linked with the origin, reality and aware-ness underpinning the construction, conservationand common management of the whole AmalfiCoast cultural landscape heritage.It is a very complex ritual, as defined before, theAmalfi Coast various communities take part in,being fully involved in it in a lively way. It is com-posed of a pilgrimage, a procession and a real feastaccompanied by food, dance and music. The value

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al mantenimento e alla trasmissione di processi diconsapevolezza e gestione del paesaggio culturale. Questo aspetto è, per chi si occupa di conservazio-ne e gestione dei siti, sicuramente l’aspetto piùinteressante.Anni fa, con la pretesa di valorizzare l'evento, erastata proposta la costruzione di un'imponentefunivia finalizzata a trasportare i fedeli dal paesesul mare direttamente al santuario sulla cimadella montagna. Ad esso si accompagnava l'inten-to di fornire ai turisti della fascia costiera unainfrastruttura necessaria per raggiungere il san-tuario di montagna e contribuire così alla valoriz-zazione dell'area interna.Simili proposte sono abbastanza diffuse in situa-zioni similari, non solo nella più vasta realtànazionale, e vengono appunto individuate comerisposte ad un uso e ad una valorizzazione soste-nibile del patrimonio culturale. Nello specifico,eliminato l'impegno e la fatica della risalita di cen-tinaia di scalini, meccanicamente e con la maggio-re velocità possibile, l’idea era che tutti potesserorisalire i versanti che portano all'Avvocata e parte-cipare alla processione ed al momento ludicodella festa, offrendo un’occasione di visita al san-tuario e di veduta delle terre coltivate. Il progetto, fortemente criticabile per costi edimpatto ambientale, fu fortunatamente bloccatodalle autorità competenti. E oggi, proprio grazie a studi come questo cheoltre alla conoscenza del rituale puntano alla indi-viduazione del legame tra patrimonio tangibile edintangibile e alla funzione che tale legame giocanei processi di consapevolezza e di partecipazionealla gestione comunitaria del sito, si hanno adisposizioni ulteriori criteri per la sua negativavalutazione. Appare chiaro infatti come una simile proposta,paventata come strumentale alla conoscenza evalorizzazione del patrimonio intangibile, nonsolo snatura il rituale stesso mutilandolo di unadelle sue parti costituenti, appunto il pellegrinag-gio, ma, peggio, eliminando il pellegrinaggio,interviene sulla secolare identificazione tra lacomunità locale e il sito. L’eliminazione del pelle-

of this composite ritual, in its entirety and unitari-ness, has to be found not only in the exceptionaland peculiar anthropological significance, but alsoin the social, didactic and community cohesionfunction it exerts on its participants, and, as a con-sequence, on the whole community, with regardto the keeping and transmission of the culturallandscape awareness and management processes.For people working on sites’ conservation andmanagement, this is for sure the most interestingaspect to take into consideration. Some years ago, on the pretence of “enhancing”the event attractiveness, the installation of a cable-way aiming at carrying the believers from the vil-lages and towns near the sea directly to the moun-tain top had been suggested. Moreover, with theintention of giving the tourists of the coastal area afacility necessary to reach the sanctuary on themountain, thus enhancing the attractiveness of theinterior. Such suggestions are not unusual in sim-ilar situations, not only at a national level: they arethought to be answers for a sustainable use andenhancement in value of the cultural heritage. With reference to our case, by the installation ofthe cableway, everybody would have reached the“Avvocata” in a very short time and would havetaken part in the procession and the ludic momentof the feast, appreciating the visit to the sanctuaryand the panorama of the cultivated land, withouthaving to face the tiredness and hard work ofclimbing hundreds of steps! The project, stronglycriticizable as for its costs and environmentalimpact, was not approved, fortunately, by the rele-vant authorities. Today, on the basis of this kind of study aiming atthe knowledge of the ritual and, more specifically,at the discovery of the relation between the tangi-ble and intangible heritage and at the function thatsuch relation plays in the processes of awarenessand participation in the common management ofthe site, we have further guide-lines to opposethose projects. It is evident, in fact, that such a proposal, whichfrightened us for having been used as an instru-ment for the knowledge and enhancement in

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grinaggio, conseguenza della meccanizzazione,avrebbe eliminato il legame antico di consapevo-lezza e di sua trasmissione orale tra i fedeli e l'ac-qua, tra i fedeli e gli elementi paesaggistico-cultu-rali. Ruolo a cui invece il pellegrinaggio assolveattraverso la faticosa risalita verso le vetta e levarie soste, occasione tradizionale per parlare delcom’è oggi e com’era prima, del come si faceva edel come si fa, di quello che era e del perché ogginon è, occasione tradizionale di trasmissione diconoscenze dagli anziani ai giovani. Un ruolo cheè tradizionalmente parte integrante dei processi diappartenenza, di conoscenza e di consapevolezzache contribuiscono alla gestione collettiva del sito. L’evento che si sviluppa intorno alla "Madonnadell'Avvocata" ha quindi nel pellegrinaggio unaparte culturalmente fondante e inalienabile, radi-cata nel rapporto tra comunità locali, trasforma-zione sostenibile degli ambienti naturali ed usoeconomico sostenibile delle risorse. La lezione che se ne ricava è che la gestione di unmondo, di una cultura, la cui forte e complessaidentità deve essere preservata, va condotta conattenzione al significato celato in eventi apparen-temente lontani, alla unitarietà del patrimonio,alla coincidenza di forme tangibili ed intangibili. La conservazione e la valorizzazione della struttu-ra terrazzata della Costiera Amalfitana e dei suoiboschi, di quel paesaggio culturale edificato neisecoli dalle comunità locali per rispondere a pre-cise esigenze di sopravvivenza e di sviluppo socioeconomico di terre legate fortemente ai trafficimarini, di quel paesaggio regolato da codici nonscritti ma sempre rispettati e da saperi che hannonel tempo mantenuto il giusto rapporto tra mare,architetture, terrazzi e boschi, necessita di rispostepuntuali, che sappiano re-interpretare il ruolo e lacultura di quei contadini, di quei pastori, di queinaviganti che questa terra hanno creato, e resti-tuirli a un mondo che ha bisogno dei valori dellaloro identità.Altre manifestazioni religiose, a metà tra pellegri-naggio e processione, sottolineano quanto inCostiera Amalfitana l'elaborazione rituale e lasacralizzazione di alcuni percorsi esaltino proprio

value of the intangible heritage, would havealtered the nature of the ritual, by depriving it ofone of its most remarkable features, the pilgrim-age and, what is worst is that, at that point, theage-long identification between the local commu-nity and the site would have been at risk. The elimination of the pilgrimage, as a conse-quence of the cableway installation, would haveeliminated the ancient link of awareness and itsoral transmission between believers and water,believers and cultural and landscape elements.That link is, on the contrary, preserved by the pil-grimage, through the hard work of climbing tothe mountaintop and stopping at the “stations”: atraditional occasion to talk about how it is andhow it was, how people do it now and how theydid it in the past, the meaning that had in the pastand the reason why it is no longer like that. A tra-ditional occasion for the transmission of knowl-edge from the elderly to the young people. Therole played by the pilgrimage is traditionally anessential part in the processes of belonging,knowledge and awareness which take part in thesite common management. The event taking place around the “Madonnadell’Avvocata” finds in the pilgrimage itself aninalienable and basic cultural meaning, that is therelation between local communities, sustainabletransformation of natural environments and sus-tainable economic use of resources. That teachesus that the management of a world, of a culture,whose strong and complex identity must be pre-served, must take into due consideration the hid-den meaning of seemingly distant events, the uni-tariness of the heritage, the correspondencebetween tangible and intangible forms. The conservation and enhancement in value ofthe Amalfi Coast terraced structure and woods, ofthat cultural landscape built during the centuriesby its local communities who answered the pre-cise needs for survival and socio-economic devel-opment on a territory strictly dependent on the seatrade, of that landscape ruled by unwritten codes,always observed, and by knowledge which havealways been capable of preserving a good relation

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quello che sta tra il basso e l'alto, tra il mare e lamontagna, e partecipino alla identificazione dellesingole comunità con la complessità del loro terri-torio e con l’acqua. Il riferimento è ai riti delVenerdì Santo ed alle visite a tutte le cappelle voti-ve sparse sul territorio ed in prossimità delle innu-merevoli sorgenti.In ogni momento dell’anno, d’altronde, basta unasemplice passeggiata dai borghi marini su per ipercorsi che risalgono i terrazzi a determinarel’incontro con un numero elevato di statuette,icone, lapidi, il più delle volte rappresentanti laMadonna, addobbate di fiori freschi, poste a variequote a controllo di ogni scala, fonte, sorgente.La necessità espressa anche attraverso questeimmagini è quella che i membri delle singolecomunità hanno di riconoscersi nelle strutture delpaesaggio culturale e di marcare il territorio sucui lavorano e di cui esercitano il controllo, invo-cando l’aiuto divino sulla artificiale costruzionedell’uomo.Il modello delle strutture dei paesaggi culturalidella Costiera Amalfitana segue ovunque lo sche-ma bosco/ terrazzi/ linea di costa/ mare innanziillustrato, schema generato come detto dalla pre-senza di sorgenti in quota e da analoghe esigenzesocio-economiche. Come visto, esso trova una suarappresentazione culturale di eccezionale valorenel pellegrinaggio e nella festa della Madonnadell'Avvocata. Ma proprio perchè all'interno del sistema CostieraAmalfitana strutture geomorfologiche simili eanaloghe situazioni socio-economiche-culturalicreano i presupposti per il ripetersi di simili strut-ture insediative e di gestione territoriale, ecco cheil sito nella sua interezza pare articolarsi in varisotto-sistemi, di cui quello di Maiori è solo un pre-gevole esempio. Sotto-sistemi strutturalmentesimili, determinati da sorgenti con altri nomi, conla stessa struttura di boschi, di terrazzamenti, diaperture verso il mare, accolgono paesi le cuicomunità, a loro volta, hanno infatti elaboratorituali simili e con simili finalità ad uso locale. Le confraternite che durante la Settimana Santavisitano con i fedeli le singole cappelle legate ai

among the sea, the architectural styles anddesigns, the terraces and the wood, need very pre-cise answers to reinterpret the role and culture ofthose farmers, shepherds, seafarers who createdthis land and to give them back to a world whichneeds the value of their identity. Some other religious celebrations, halfway betweena pilgrimage and a procession, underline how, onthe Amalfi Coast, the ritual and the sacralization ofsome paths enhance the importance of what is sit-uated between “up and down”, the sea and themountain and play an important role in the iden-tification process of every single communitieswith the complexity of their land and with water. Imean the Good Friday’s rites, for example, or eventhe visits to all votive chapels spread on the terri-tory and in the vicinity of the innumerablesprings.After all, at any time in the year, walking from thesea towns and villages towards the paths develop-ing on the terraces, the visitor can easily meet agreat number of statuettes, icons, memorialtablets, adorned with fresh flowers, representing,most of the time, the Madonna, located at differentaltitudes, taking under control each stair, fountainor spring. The members of the various local communitiesneed, even by those rituals, to identify with thestructures of the cultural landscape and to markthe territory on which they work and exert theircontrol, invoking the divine protection on the arti-ficial structure made by man. The pattern of the Amalfi Coast cultural land-scapes’ structure is everywhere made of wood-ter-races-coastline-sea, as mentioned before; a pat-tern generated by the presence of springs at a cer-tain altitude and similar socio-economic needs. Itfinds its cultural representation of exceptionalvalue in the pilgrimage and feast of the “Madonnadell’Avvocata”, for example. Within the Amalfi Coast system a similar geomor-phological structure and similar socio-economicand cultural aspects give place to the repetition ofsimilar characteristics in the structures of settlingand the territory management; for this reason, the

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singoli borghi recuperano ancora una volta, con lacomunità e nel nome della comunità, il rapportodi appartenenza alla stessa terra e alla stessa cul-tura. Lo fanno con i canti e la preghiera cheaccompagnano, ancora una volta, il loro ridiscen-dere e risalire rituale che è anche quello quotidia-no dei contadini e dell’acqua, con le sveglie all’al-ba e il ritirarsi al tramonto che accompagna la vitadei campi, con il legame antico che dai paesi sulmare li guida verso l’interno per poi al mare ritor-nare, legame antico che è l’identità di mare e diterra di questo tratto di Mediterraneo. Appare così ancora una volta chiaro che le strate-gie per salvaguardare il patrimonio intangibilenon possono essere separate dalla salvaguardiadel ben più vasto patrimonio che dà loro vita e chele motiva: non possiamo aprire un dibattito sullaconservazione dei valori del patrimonio orale edintangibile senza pensare al ripristino del sistemadelle acque e dei terrazzi, al mantenimento deisentieri-scale -canali, al rapporto col bosco e quin-di con la sorgente, col mare. È invece necessario che tale conoscenza comples-sa entri, meglio ri-entri, a far parte degli strumen-ti operativi dei nuovi gestori dei siti, che ri-diventiparte integrante, con forme adeguate, dei processieducativi, nelle scuole, contribuendo al recuperodella consapevolezza ed all’orgoglio delle proprieradici e costruzioni culturali. Da un punto di vista operativo, nel rispetto delconcetto stesso di evoluzione dei paesaggi cultu-rali, può essere aperto sì un dibattito su una mec-canizzazione diffusa, basata su tecnologie a scar-so impatto ambientale, che sia eventualmente uti-lizzabile anche in occasione della festa dellaMadonna Avvocata, ma essa deve essere eventual-mente finalizzata a supportare il mantenimentodel sistema paesaggistico, e pensata al serviziodell'agricoltura e delle tecniche tradizionali dicoltivazione. La presenza turistica nelle aree interne, che ovvia-mente non può in sé garantire la conservazione diun sistema territoriale che si basa sulla presenzaattiva di contadini garantiti nel loro lavoro dariscontri economici, deve trovare una sua ragione

whole site seems to be composed of subsystems ofwhich Maiori is just a remarkable example. Thestructure of those subsystems is similar: they orig-inate from springs with different names, with thesame structure of woods, terraces, openingtowards the sea. Subsystems which gather villageswhose communities, in their turn, have elaborat-ed similar rituals, for similar local use. The confraternities that, during the Holy Week,together with the believers, visit every singlechapel connected with every single small village,regain, once again, with the community and in thename of the community, the relation of belongingto the same land and culture. They do that bysongs and prayers which are with them, onceagain, when they ritually go up and down, as thefarmers and the water do every day, getting up atdawn and coming back at dusk, typical of countrylife. They follow the ancient relation bringing peo-ple from the sea to the inner part of the territoryand then to the sea, again. That ancient relationwhich is the identity of land and sea of this part ofthe Mediterranean. So, it is clear that we can not separate the strate-gies for the safeguard of the intangible heritagefrom the safeguard of that heritage which is evenmore important and give them life and meaning.We can not discuss the conservation of the oraland intangible heritage value without payingattention to the restoration of the water system andterraces, the upkeep of paths, stairs, canals, therelation with the wood, the spring, the sea.This complex knowledge must be, or better beagain, part of the operating instruments of thesites’ new managers; it must figure again, by ade-quate means, as an essential part of education atschool, to let people become aware and proud oftheir own origins and cultural expression.From an operational point of view, in full obedi-ence of the concept itself of cultural landscapesevolution, we could discuss a spread mechaniza-tion, based on non-devastating and practicallyinvisible environmental impact technologies,which might be used even on the occasion of the“Madonna Avvocata” feast. However, the mecha-

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d’essere non in un punto di arrivo finale, chiesa oterrazza panoramica o festa, da consumare in fret-ta e senza capire, ma piuttosto nella partecipazio-ne ad una costruzione culturale, nella consapevo-lezza del valore del paesaggio che sta tra il mare ela sommità della montagna, nella bellezza noncercata ma frutto dell’ingegno umano, nel parlarecon i contadini, nell'ammirare la maestria deipotatori in un ambiente unico ed eccezionale. E,anche, nel partecipare ad una faticosa risalitaverso la montagna a piedi in un giorno di inizioestate, con la stanchezza compensata dal suonomartellante delle tammorre e la coscienza diappartenere ad una cultura.Per lo stesso motivo di rispetto dei valori più pro-

nization should be conceived for the protection ofthe landscape, serving agriculture and the tradi-tional cultivation methods.It is sure that tourists in the inner part of theAmalfi Coast can not guarantee by themselves theconservation of the local system, based on thework of farmers who need to be paid for their job.Tourists must find their reason for existence not ina “finishing line”, the church or the view from theterraces, to be enjoyed in a hurry and in an insipidway. On the contrary, they should participate inthe culture-building, become aware of the value ofthe landscape between the sea and the mountain-top, discover the beauty not looked for but the fruitof human mind, talk with farmers, admire the skill

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fondi dei rituali andrebbe motivata e quindi frena-ta, lì dove essa è iniziata, la tendenza ad accorcia-re le processioni o a modificarne i tracciati soloper renderle più gradite ai turisti. Perché se nelleprocessioni del Venerdì delle Ceneri dei paesicostieri più fortemente turistici gli aspetti spetta-colari finiranno col prevalere sui contenuti piùprofondi e significativi per la comunità locale, sulvalore identitario unitario dei siti, scollegando larealtà dei paesi sul mare da quella dei borghi suimonti, avremo perso un altro piccolo ma impor-tante tassello della nostra cultura.

of workers pruning in the uniqueness of a land-scape of outstanding value and even take part inthe hard climbing up the mountain, on foot, at thebeginning of summer, with the tiredness relievedby the beating sound of the “tammorre” and theawareness of belonging to a culture.Moreover, on the basis of the respect for the strongvalue of rituals, the habit of shortening proces-sions or changing their courses just to make themmore pleasant to tourists should be restrained,where followed. Because if on the occasion ofGood Friday processions in the villages and townsof the coast with a stronger vocation for tourismperforming aspects prevail over the deepest con-tent and meaning of local community, over the

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I SAPERI TRADIZIONALIÈ proprio a questi saperi, trasmessi oralmente eattraverso l'imitazione gestuale, che si rivolge unaulteriore riflessione, ed in particolare a mestieritradizionali come quello dei costruttori delle per-gole e delle coperture intrecciate di protezionedelle pergole e dei potatori; quello dei canestrai edegli impagliatori; quello di chi sa impastare emettere in opera il coccio pesto e sa costruirecupole delle case e cisterne.La costruzione della pergola, e soprattutto dellapergola di limone, è sicuramente una particolaritàche connota fortemente la Costiera Amalfitana.L'esistenza delle pergole sui terrazzi è fortementecondizionato dal perdurare di saperi tradizionalimolto specializzati, in quanto non solo bisognacostruire la pergola ma renderla compatibile conil lavoro dei potatori (quelli della Costiera sonotradizionalmente riconosciuti tra i più abilidell'Italia meridionale, molto richiesti e ben paga-ti per le loro prestazioni), con le colture che nellevigne vengono eventualmente sottoposte ad essa,e con la necessità di posizionare stagionalmente lecoperture di protezione, anch'esse frutto, tradizio-nalmente, di lavoro artigianale. I materiali utiliz-zati per questo tipo di strutture provenivano adorso di mulo dal bosco, e questa operazione con-tribuiva, aggiunta alla presenza di pastori e allaraccolta di erba per gli animali allevati anche nellearee terrazzate, a mantenere pulito questo ambitoterritoriale.L'introduzione di metodologie moderne, di cuinon è stato correttamente valutato l'impattoambientale, stanno facendo diminuire il numerodei detentori di questi saperi legati all'agricolturadelle terrazze.Il primo dato evidente in chi risalga i terrazza-menti nei mesi freddi, è che le protezioni non ven-gono più generalmente fatte con rami e legni, macon enormi teli di plastica. Ovviamente, questorende inutile il lavoro di realizzazione di un certotipo di pergola e appunto la maestria nel lavoro diintreccio della copertura. In molte aree si comin-

value of the sites’ identity and unity, separating thereality of towns and villages near the sea from thatof small villages on the mountains, we risk losinganother small but significant piece of our culture.

TRADITIONAL KNOWLEDGEA second consideration is specifically addressed tothat knowledge transmitted orally and throughgestural imitation: the reference is, in particular,to traditional crafts including the pergola makers,people making twisted covers for protecting per-golas or those pruning, the basket makers andweavers of chair straw seats, people kneading andworking the “cocciopesto” and building domes forhouses and reservoirs.The making of the pergola, and more specificallythe making of the lemon pergola, is, for sure, a dis-tinctive feature of the Amalfi Coast. The pergolas’presence on the terraces is strongly linked to thepreservation of very specialized traditional knowl-edge: in fact, not only is it necessary to make thepergolas but it is also demanded to adapt them tothe work of people pruning who, on the AmalfiCoast, are traditionally considered some of themost skilled ones in Southern Italy, very muchsought-after and paid for their skill. Moreover, it isnecessary to consider the cultivation lying underthe pergolas and the seasonal need to put the pro-tective covers, which are, they too, the traditionalresult of craftwork know-how. All the materialused in the making of these structures was takenfrom the wood, and carried on a mule: by doingthat, thanks to the presence of shepherds and theuse of the grass for animals bred on the terraces aswell, the wood was kept very clean. The introduction of modern techniques whoseenvironmental impact has not been properlyassessed are causing a reduction in the number ofthe custodians of the know-how linked to agricul-ture on the terraces.

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cia a notare inoltre una progressiva sostituzionedella tecnica del limone e della vite a pergola alta,bisognosa del lavoro specializzato dei potatori, conquella ad alberello. Le coltivazioni ad ortaggio tra-dizionali, con biotipi selezionati nei secoli local-mente e l'ottimo gusto regalato ai cibi da coltureeseguite su terreni vulcanici, stanno anch'essescomparendo. Così, quello che per secoli è statoun lavoro qualificato e redditizio, insegnato dalpadre al figlio attraverso la trasmissione di gesti esaperi, è ormai patrimonio di poche persone, spes-so anziane, e rischia di andare del tutto perduto.Questo, oltre la già grave perdita di mestieri tradi-zionali, si riflette sulla gestione stessa del paesag-gio. L'acqua è diminuita. Da quando il lavoro degliartigiani dei terrazzi si è modificato, il bosco nonè più pulito e brucia continuamente. E non solo ilbosco non viene più utilizzato dagli agricoltori eper il foraggio agli animali domestici, ma gli stes-si pastori, per problemi di produzioni e di colloca-mento sui mercati, sono in calo. Trattandosi di unsistema fortemente antropizzato, lasciato a sé stes-so il bosco brucia, e la sua progressiva scomparsasi ripercuote sui livelli delle falde, e di qui con uncircolo vizioso sul sistema irriguo e le potenzialitàdi coltivazione. I piani che dovranno essere messiin essere dovranno essere più attenti ad un quadrodi riferimento integrato e rivalutare l’importanzadi professionalità e di equilibri tradizionalmenteaffidati alle comunità.

"ESSERE ARABI"Vale la pena a questo punto aprire una parentesisu un aspetto generalmente non considerato: ilcollegamento tra l'uso della pergola ed il sentirediffuso delle genti della costiera, tra questa prezio-sa tecnica e una affermazione culturale ricorrente. La Costiera Amalfitana professa una sua contami-nazione araba. Contaminazione per la verità pre-sente e attestata, come del resto lo è in tutta l’Italiameridionale.

The first evidence of it is that, for those climbingthe terraces in the wintertime, the protective cov-ers are no longer made of branches and pieces ofwood, in general, but they are big plastic covers. It goes without saying that all this makes the mak-ing of a certain kind of pergola and so the skill intwisting the cover pointless. In addition to that,there are many areas where the small tree tech-nique is replacing that of the lemon and vine cul-tivated on high pergolas, for which the skilledwork of people pruning is needed. The traditional vegetable cultivation, with biotypeswhich have been locally selected for centuries andthe very special flavour the produce of the volcanicsoil gives to food, is, it too, in danger of disappear-ing. Of course, that skilled and lucrative workwhich has been transmitted for centuries fromfather to son through gestures and knowledge, isnow the heritage of just few people, often the eld-erly, but we run the risk of losing it, completely. Itmeans that, what’s worst, we will lose the tradi-tional crafts and the traditional kind of landscapemanagement. Moreover, there has been a drop inwater quantity. Since the work of the craftsmen ofthe terraces has changed, the wood is no longerclean and fire is less and less unusual. The wood is no longer used by the farmers or forthe fodder it produces for animals; the number ofthe shepherds themselves is decreasing because ofsome problems in the production and the placingof the products on the markets. The wood is a system strongly based on thehuman presence: if it is left alone, the wood is sub-ject to fire and its progressive disappearance canhave consequences on the aquifers’ levels, and,with a dangerous chain reaction, on the irrigationsystem and the various types of cultivation. We need to conceive plans focusing primarily onthe integrated context and to revalue the impor-tance of that skill and equilibrium traditionallyconferred to the communities.

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L'atteggiamento più diffuso rispetto ai saraceninon è però in genere, nei limitrofi siti rivieraschidell'Italia meridionale, dei più positivi, essendoquesti popoli nell'immaginario collettivo collegatia razzie e ad attacchi dal mare. Invece in CostieraAmalfitana la contaminazione col mondo araboassume connotati positivi. Lo sviluppo delle pergole sui terrazzamenti, lega-to alla severa disciplina delle acque e ai mulini, eche permette forme di coltivazione in qualchemodo intensiva, è avvenuto in epoca medioevale edi esso si ignorano i meccanismi di introduzione.Eppure l'elemento positivo di "contaminazione"araba più significativo per le cultura della Costierapotrebbe essere proprio nell'importazione e nellaspecializzazione nella pergola, di una tecnologiapresente nel mondo arabo.Dell'uso degli affittuari arabi di impostare su per-gola le coltivazioni arboree in modo da coltivare aldi sotto delle pergole stesse esiste traccia docu-mentaria in atti medioevali spagnoli, là dove i pro-prietari terrieri locali lamentano che gli affittuariarabi sono capaci di guadagnare oltre misura conquesto metodo. Nota è inoltre la maestria tecnicanel controllo dell'acqua da parte del mondo arabo,importata non solo in Spagna ma anche in tuttal'Italia meridionale. Data l'abilità dei naviganti amalfitani nel commer-cio in Mediterraneo e considerata la loro capacitàdi importare il meglio dalle altre culture, è sicura-mente ipotizzabile che si debba a loro l’introduzio-ne di conoscenze e tecniche del modello e dellamanualità "arabi", rivelatisi elemento importantenella positiva evoluzione del sistema terrazzato. Diqui, forse, il riconoscersi in un modello culturalearabo con attribuzioni positive nella cultura dinaviganti-agricoltori.

I SAPERI DEL COSTRUIRE L'uso del coccio pesto in epoca antica è testimonia-to in Costiera Amalfitana nei locali termali e nei

"TO BE ARAB"It is now worth looking at an aspect generally notconsidered: the connection between the use of thepergola and the Amalfi Coast people’s commonfeeling, between this precious technique and arecurrent cultural characteristic. The Amalfi Coastprofesses the great Arab influence on it. In truth, this influence is present and documented,as it is in the rest of Southern Italy. Generally, in the neighbouring coastal sites ofSouthern Italy, the people’s position on theSaracens is not among the most favourable ones,being these peoples linked to looting and assaultsfrom the sea, according to the collective imagina-tion. On the Amalfi Coast, on the contrary, thatArab influence has been welcomed. The development of the pergolas on the terraces,connected with the strict water control and withthe mills, guarantees a kind of intensive farming.It took place in the Middle Ages, but we ignore themechanisms of its introduction. Nevertheless, themost significant favourable element of the Arab“influence” on the Amalfi Coast culture could beright the importation of and specialization in thepergola of an Arab-type technology.In fact, there are traces of that in some Hispanicmedieval documents telling the use of the Arabrenters of cultivating tree-like varieties on pergo-las thus using the land under them for other culti-vation. That brought the local land owners to com-plain about the Arab renters’ great profit throughthat method. Furthermore, the Arab technical skillin controlling water was well-known: it wasimported not only in Spain but also throughoutSouthern Italy. Given the Amalfi people natural bent for travelsand trade in the Mediterranean Area and giventheir ability to import the best from the other cul-tures, the introduction of the knowledge and tech-nics of the “Arab” model and manual skill can beeasily due to them. That introduction have had agreat influence on the evolution of the terraces’system. That is why, maybe, the Amalfi Coast peo-ple, both seafarers and farmers, identified with a

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ninfei delle Ville Romane della Costiera.Per secoli esso ha avuto una grandissima diffusionenel paesaggio e nell'architettura, per l'impermeabi-lizzazione delle grandi cisterne, delle "peschiere" edel sistema di canalizzazione, e nei centri urbani,ove ha rivestito altre cisterne e fontane.Gli artigiani abili in questa particolare tecnicasono parte integrante di quel corpo di maestranzealtamente specializzate abili nella costruzionedelle copertura a cupola, nei battuti di lapillo, enella realizzazione dei tipici intonaci a calce.Purtroppo negli ultimi anni l'uso del cementoarmato e l'importazione di tecniche industriali stafacendo diminuire sempre più il numero di questemaestranze.Eppure l'immagine della Costiera Amalfitana, esoprattutto il suo valore profondo, la capacità del-l'uomo di relazionarsi alla natura, deve molto alloro lavoro e alla loro sapienza. Le cupolette della case restano nel ricordo per laloro immagine formale, ma per gli abitanti dellacostiera vederle, specie in estate, significa pensarealla frescura dei loro ambienti.Infatti le cupolette in Costiera hanno due funzioni,quella di condizionare termicamente gli abitati equella di fungere da collettori per la raccolta del-l'acqua, trasferita dalle copertura nelle cisterneprivate. Sovente le cupole sono in relazione con lepergole, specie nelle architetture sparse, e l’inse-gnamento tradizionale parla della relazione traesterni ed interni, terrazzi e cisterne, nella costru-zione di condizioni microclimatiche di grandegradevolezza.I profili urbani incantati di Amalfi, Ravello,Positano, sono opera di maestranze abili nelcostruire piccole cupole leggere e funzionali egrandi cupole maestose e colorate che ai viaggia-tori provenienti dal mare regalano il fascino dellabellezza e propongono l'immagine di un popolodai grandi saperi.L'immaginario della Costiera restituisce così ilbianco delle case e i colori brillanti delle cerami-che colorate, case e cupole intonacate a calce edecorate con le classiche "riggiole", le tipiche pia-strelle di ceramica smaltate vietresi.

positive cultural Arab model.

HIGHLY SPECIALIZED WORKERS OF BUILDINGThe Roman Villas’ thermal baths and nymphaeaon the Amalfi Coast are the evidence of the use of“cocciopesto” in ancient times. For centuries people have largely used it in land-scape and architecture: to impermeabilize thegreat reservoirs, the “peschiere” and the system ofcanals, and in the town and village centres, to faceother reservoirs and fountains. The very skilled craftsmen of this special tech-nique are an integral part of that group of highlyspecialized workers able to build domed roofs,lapilli structures and to plaster walls traditionallywith lime. Unfortunately, in recent years, the number ofthese workers has been dropping more and morebecause of the use of reinforced concrete and theimportation of some industrial techniques.But the Amalfi Coast image, and particularly itsdeep value, the man’s ability to create his link withnature, is mostly dependent on their work andskill.The houses’ small domes are impressed on peo-ple’s minds for their formal shape, however theCoast inhabitants look at them, especially in thesummer, thinking about the cool and the possibil-ity to protect themselves from the sun.Actually, the small domes have a double functionon the Amalfi Coast: they insulate houses againstthe heat and serve as facilities collecting waterfrom the roof and pouring it into private reser-voirs. There is often a relation between the domesand the pergolas, especially in the spread architec-tural structures: the traditional teaching refers tothe relation between interior and exterior, terracesand reservoirs, to create the most favourablemicroclimatic conditions. The enchanting profiles of Amalfi, Ravello,

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Per evitare che l'immagine formale perda la suacorrispondenza con i significati e coi saperi chel'hanno costruita, per conservare l'identità stessadella Costiera, è importante che le tecnichecostruttive antiche, monopolio di pochi "maestri",vengano salvaguardate e diventino materia di stu-dio e di applicazione in apposite scuole. In questo modo sarà possibile da un lato utilizzaremano d'opera realmente specializzata per gliinterventi conservativi e di restauro delle architet-ture e dei centri rivieraschi, restituendo loro illegame tra i materiali presenti in loco e con le par-ticolari condizioni microclimatiche, e garantendola loro intima appartenenza alle forme del paesag-gio. Dall’altro, attraverso l’insegnamento da partedei vecchi detentori del sapere, assicurare ai gio-vani serie e durature opportunità occupazionali.

LA CUCINA E IL PAESAGGIO CULTURALELegata al paesaggio culturale è senza dubbio lacucina. Se piatti e cibi rituali rimandano all'ideadella commistione tra alto e basso, tra prodotti delmare e prodotti della terra, il discorso cade qui suquegli aspetti maggiormente legati alla cultura delluogo intesa nella sua fisicità. La prima evidenza è che in Costiera Amalfitana labase della cucina è il limone.Una delle specie tipiche di limone ha un frutto chearriva a pesare anche più di un chilo, una bucciamolto spessa e dolce, poco succo. Si mangiatagliandolo a fette, al naturale o, per i bambini, conun po’ di zucchero. I locali, i contadini, approfitta-no del suo alto contenuto di vitamine e potassio elo consumano come un vero pasto, specie durantele lunghe risalite verso le aree collinari.Il limone si beve. Sotto forma di succo, di granita,di sorbetto. Ma soprattutto come "limoncello". Illiquore è ormai prodotto anche su scala industria-le un po’ dappertutto in Italia, ma il vero limoncel-lo ha bisogno del preziosissimo limone dellacostiera. Essendo tradizionalmente usato come

Positano, are the results of skilled workers’ expert-ise in building small light domes and big function-al coloured ones offering the travellers comingfrom the sea the charm of beauty and showing theimage of a very skilled people.So the Amalfi Coast own image calls back to ourminds the white colour of the houses and the verybrilliant colours of the ceramics, those houses anddomes plastered with lime and decorated with thetypical "riggiole" (glazed tiles of ceramics) madein Vietri. In order to avoid the loss of connectionbetween the formal image and its functions andthe skilled craftsmen who built it, and to preservethe Amalfi Coast identity itself, it is important tosafeguard the ancient building techniques, theprivilege of few “maestri” (masters), and to letthem become a subject of study and training inspecial schools. This way, it will be possible to useconservation and restoration methods for archi-tectural structures and coastal villages and townsthrough real skilled labour. So, that link with thelocal material and the particular microclimaticconditions can be recreated and the structures canbelong again to the landscape’s forms. Moreover,thanks to the transmission of knowledge and skillsfrom their old custodians to the young generation,real and lasting job opportunities can arise.

FOOD, COOKING AND THE CULTURAL LANDSCAPECooking, on the Amalfi Coast, is for sure linked tothe cultural landscape. “Ritual” dishes and foodclearly refer to the idea of mixture of up and down,sea produce and soil produce. On the contrary, wediscuss, here, primarily, the aspects which aremostly connected with local culture from a physi-cal point of view. The first evidence is that lemon is the first-rateingredient of the Amalfi Coast cooking. One of the most known local species weighs evenmore than a kilogram and its skin is very thick

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rosolio ed offerto quindi nelle occasioni importan-ti, le ricette tradizionali prevedono nella prepara-zione la presenza di costose spezie come la can-nella, i chiodi di garofano, le bacchette di vaniglia,che testimoniano con la loro presenza i contatticommerciali della Repubblica Amalfitana col raf-finato mondo orientale ed il desiderio di nobilitarecosì il liquore contadino.Il limone dà gusto ai cibi. Tutto, dalle insalate aiformaggi, viene "condito" con l'olio locale e con illimone, con la sua buccia tritata, sostituendo lafunzione in altri luoghi svolta dall'aceto.Il limone serve per cucinare. Meglio, per "cuocere"a crudo i cibi. L'esempio più comune è quello delle"alici marinate". Piatto diffuso in Campania, si ese-gue col pesce crudo lasciato marinare nell'aceto.La variante amalfitana sostituisce l'aceto e lasciamarinare, i locali meglio dicono "cuocere", il pescenel limone.Sempre a proposito di cibo, vale la pena ricordareche la particolarità del gusto e dell'aspetto di alcu-ni piatti è data dal particolare tipo di vegetaleusato. In Costiera su alcuni terrazzi si coltivavanoe ancora si coltivano delle patate gustosissime,provenienti da colture eseguite su suoli vulcanici.I contadini vendevano quelle grandi, e tenevanoper sé le piccole. Le particolari qualità organoletti-che, la resa in cottura, ecc. cambiano se i pur sem-plici piatti contadini, le patate o le verdure, vengo-no preparati con materie prime di altra provenien-za e qualità.Ma non bisogna dimenticare che nelle zone alte laCostiera è anche terra di pastori. La pastorizia el'allevamento di bovini e di animali da soma, pra-tiche un tempo diffusissime in tutta la Costiera e lacui progressiva scomparsa provoca oggi tanti squi-libri nella gestione dei boschi, connotano ancora ilcibo della costiera, con una grande abbondanzasoprattutto di fiordilatte, nome dato alla mozzarel-la di mucca, e di formaggi.Un'ultima nota merita il "garum", l'antico condi-mento romano. È noto quanto esso fosse amato, equanta parte avesse come condimento nella dietadei marinai della flotta romana. Il suo uso si è con-servato in Costiera Amalfitana senza soluzione di

and sweet, with little juice in it. People eat it bycutting the fruit into slices, natural or, for children,with little sugar on it. Local people and farmersbenefit by its high content of vitamins and potassi-um: they eat lemon as their meal, especially whenthey climb the hill areas for hours. People drinklemon as well, as a juice, granita, sorbet. But evenmore as “limoncello”, the liqueur which is nowproduced on an industrial scale, quite everywherein Italy. The real one, however, needs the very pre-cious lemon from the Amalfi Coast. Being tradi-tionally used as rosolio, on very important occa-sions, the traditional receipts are made of expen-sive spices like cinnamon, cloves, sticks of vanillawhich are the evidence of the contacts with therefined Oriental culture and the desire to ennoblethe farmers’ liqueur. Lemon makes food tasty. Everything, from saladsto cheese is “seasoned” with local oil and lemonand its chopped skin, thus replacing the vinegar’sfunction.Lemon is used for cooking. Or better, “to cook”uncooked food. The most common examplecomes from the so-called “alici marinate”, that is afamous dish in Campania, consisting of uncookedfish marinated into vinegar. According to theAmalfi tradition, vinegar is replaced with lemonand the fish is marinated (local people say“cooked”) into it. Talking about food, it is worth remembering thatsome dishes’ special flavour and aspects dependon the kind of vegetables used. On the AmalfiCoast terraces farmers cultivated and still cultivatesome potatoes whose flavour is extremely tasty,coming from volcanic areas’ cultivation. Farmersused to sell the big potatoes keeping the smallones for their personal use. The organolepticproperties, the yield in cooking etc. could changeif the even simple dishes based on potatoes andvegetables, cooked and eaten by farmers, are pre-pared with basic products which differ in originand quality from those of the Coast. Do not forgetthat the Amalfi Coast on its hills is the shepherds’land, too. Sheep, cattle and beasts of burden farm-ing, very spread all over the Amalfi Coast in the

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continuità fino ai nostri giorni. In genere vienepreparato con le alici nei paesi di mare. Trova usotradizionale sulle gallette di pane duro con ipomodorini della costiera, ma è anche usata comecondimento per le paste di grano duro, lavorate dasecoli nell'area amalfitana.

ACQUA MULINI E CARTA DI AMALFIFin dal Medioevo, una serie di attività produttivenasce e si sviluppa grazie alla costruzione deimulini ad acqua. Il modello, in una terra ricchissi-ma di acque, pare influenzato da tecniche larga-mente diffuse in Mediterraneo, dalla Spagna allaSicilia, ed importate dal mondo arabo. La lavora-zione del grano, dell'olio, ecc. viene facilitata dallapresenza di un gran numero di mulini.L'industria più interessante legata alla presenza diacqua e mulini è quella della famosissima carta diAmalfi. Qui, in un paesaggio di suggestiva bellez-za che si sviluppa tra ruscelli e cascatelle, vengo-no costruite le cartiere che utilizzano come forzaenergetica quella idraulica. Da Amalfi, dal suoporto e dai suoi mercanti, la carta viene esportatae resa famosa nel Mediterraneo.La modifica degli ambienti naturali e l'abbandonoprogressivo dell'industria artigianale hanno vistodi recente diminuire la quantità di carta prodotta.Altra industria famosa legata alla presenza deimulini è quella della pasta. È strano e per moltiinspiegabile che una terra in cui non si coltiva ilgrano diventi famosa per questo tipo di prodottoalimentare, ma ancora una volta la valutazione delsistema di relazioni e l'uso delle risorse nel suoinsieme spiega questa apparente stranezza. Gliamalfitani scambiano le merci col grano, e tornatia casa, i mulini ad acqua ne permettono la facilemacinatura. Il pagamento ai mulini veniva poi tra-dizionalmente fatto in natura, in percentuale difarina. Le industriose popolazioni rivieraschepensarono di utilizzare le eccedenze di farina percreare un prodotto che, opportunamente essiccato

past, has been disappearing now, with after-effectson the woods management. However, the AmalfiCoast dishes are still prepared especially withfiordilatte, the name we give to the cow’s moz-zarella, and cheese in abundance, coming directlyfrom that farming. The final remark is for“garum”, an ancient Roman sauce. Everybodyknows the great importance it had and the wideuse the Roman Fleet’s seafarers made of it in theirdiet. People on the Amalfi Coast have been using itwithout solution of continuity up to now.Generally, it is prepared with anchovies in sea vil-lages and towns. It is traditionally used on ship’sbiscuit-shaped hard bread accompanied by somelocal small tomatoes or even like a sauce ondurum wheat pasta today which has been alwaysproduced on the Amalfi Coast.

WATER, MILLS AND THE AMALFI PAPERSince the Middle Ages, a series of production activ-ities had been emerging and developing thanks tothe construction of water mills. As it seemed, the model, in such a territory veryrich in water, had been influenced by those tech-niques widely spread in the Mediterranean Basin,from Spain to Sicily, inherited from the Arabworld. The great number of mills made the trans-formation processes of wheat, oil etc. less and lessheavy. However, the most interesting businessconnected with the presence of water and millswas that of the world-famous Amalfi paper. Here,the paper water mills emerged in an environmentof outstanding value made of streams and smallfalls. From Amalfi, its harbour and merchants, thepaper was exported thus becoming well-known inthe Mediterranean region.The changes occurred in the natural environ-ments and the crafts in danger of disappearinghave recently shown a drop in the quantity ofpaper produced. Another very famous business depending on the

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grazie al vento ed al sole, potesse essere rivendutoai mercati cittadini con un notevole valore aggiun-to. L'abilità degli artigiani, segretamente conser-vata per generazioni con le famose trafilature abronzo, garantisce ancora oggi una nicchia dimercato di qualità.

CREATIVITA' E FEMMINILITA':LA “MODA POSITANO”La signora Brunella è una donna del sud, unadonna della Costiera Amalfitana. Assistita dallafiglia e circondata da tantissime lavoranti, è oggi acapo di un vero e proprio impero, di una delleimportanti ditte che fa della "Moda Positano",famosa in tutto il mondo, una delle più importantiattività economiche della Costiera Amalfitana.Gli "stracci" di Positano, lanciati dalla moda hippydegli anni '60, si sono trasformati e sono oggi diven-tati un capitolo importante della moda italiana delmondo, un settore in continuo sviluppo aperto acontributi e contaminazioni culturali, ma ferma-mente legato ad una creatività e ad una imprendi-torialità locali, si badi bene tutta al femminile. Sono state infatti le donne della Costiera a iniziarela produzione di una serie di manufatti creati re-inventando capi di abbigliamento tradizionali.Sono state loro a re-interpretare le loro stesse crea-zioni, l'abbigliamento studiato per marinai e conta-dini, i pantaloni al di sopra della caviglia (per evi-tare che salendo o scendendo dalle barche inapprodi senza porti si bagnino), le camicie comodedel lavoro dei campi, le ampie tuniche femminili,le bandane corsare, e a tingere i tessuti con i blu, iverdi e il bianco della costiera. Sulla base dell'esperienza secolare della tessituradel lino e della canapa, del ricamo e dell'uncinetto,hanno conservato quanto appartenente alla tradi-zione e lo hanno trasferito nell'abbigliamentodando vita ad uno stile unico ed inimitabile pro-prio per la qualità delle lavorazioni e la naturalitàdei tessuti.

presence of mills was “pasta”. It is strange, andmany would say inexplicable, how that territorycould become famous for pasta produced on landwhere no wheat cultivation was present at all! Bythe way, once again, this outward singularity canbe explained through the evaluation of the relationsystem and the use of resources as a whole. TheAmalfi people started to exchange their goods forwheat, thus grinding it, once at home, thanks totheir water mills. Payment, at the water mills, wastraditionally done in kind, by a certain percentageof flour. The ingenious people living along thecoast thought they could use the surplus of flour tocreate a product which, after being properly driedin the wind and in the sun, could be sold on thetowns’ markets with a considerable added valueon it. The craftsmanship, secretly kept for genera-tions with the well-known “bronze-drawing”, isstill serving, today, a high-quality market niche.

“MODA POSITANO”: WOMEN BETWEENCREATIVENESS AND ENTREPRENEURSHIPMrs Brunella is a woman from the South, awoman from the Amalfi Coast. Assisted by herdaughter and surrounded by a great number offemale workers, she is today the manager of a realempire, of one of the important businesses pro-ducing “Moda Positano” (“Positano Fashion”),known all over the world, which represents one ofthe most profitable undertakings of the AmalfiCoast.Those “rags” of Positano, launched by the hippyfashion of the 1960s, have changed a lot: they arenow an essential part of the very famous Italianfashion in the world. This is a sector recording aconstant development, open to new cultural con-tribution and influence but strictly linked to a localcreativeness and entrepreneurship managedexclusively by female protagonists. As a matter of fact, local women themselves havestarted on the new business handwork enterprise

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I pochi ciabattini le hanno affiancate, dando vitaalla produzione dei famosi sandali di cuoio, confe-zionati al momento e su misura per i turisti diPositano.Nello stile della "Moda Positano" il sapere tradizio-nale, che si mantiene nella tessitura con gli antichitelai e con una fortissima manualità nella realiz-zazione dei capi di abbigliamento, ha un ruoloimportantissimo soprattutto nel momento dellacreazione delle collezioni, perché ad ogni stagio-ne, grazie alla creatività delle donne imprenditricidella Costiera Amalfitana, la tradizione è capace dirinnovarsi e di adeguarsi alle esigenze del merca-to locale ed internazionale senza mai snaturarsi.La moda, però, è solo una delle tante manifesta-zioni di quella che è la caratteristica principale delmondo femminile della Costiera, un femminilecreativo, vivace e avvezzo alla gestione economicae all'imprenditorialità. Da sempre la società della Costiera Amalfitanariconosce infatti un ruolo primario a donne dalcarattere forte, la cui presenza è una costante die-tro le grandi attività economiche e commercialidel luogo.

by reinventing the traditional articles of clothing.They have reinterpreted their own creations, theclothes prepared for seafarers and farmers, thetrousers over the ankles to avoid water when peo-ple get on and off the boats, in landing places withno harbours or ports, the loose-fitting shirts forworking in the fields, the female large tunics, thepirate bandannas. Moreover, they have dyed clothblue, green and white, the typical colours of theCoast.On the basis of the secular experience relating tothe linen and hemp weaving, to the embroideryand the crochet, they have preserved what the tra-dition has passed down from generation to gener-ation. These women have transferred that experi-ence to the clothing sector thus giving birth to aunique and inimitable style right for the quality ofthe making and the very natural fabric used. The few cobblers collaborate with them, produc-ing the famous leather sandals, made to measureand on the instant, for tourists visiting Positano.The traditional knowledge shining through the“Moda Positano” emerges from the weaving withold looms and the very impressive manual dexter-ity in the making of clothing. This knowledgeplays an important rôle especially in the creationof collections. In fact, each season, thanks to theAmalfi Coast female entrepreneurs’ creativeness,the tradition is capable of updating and meetinglocal and international markets’ requirements,never altering its own nature. However fashion is just one of those numerousmanifestations of the Amalfi Coast women’s maincharacteristic: they are creative, lively and used toeconomic management and entrepreneurship. In truth, from time immemorial, the Amalfi Coastsociety has been giving a leading rôle to womenwith a strong character. Their presence has alwaysbeen a constant in the great economic and com-mercial business of the area.

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Foto 1Terrazzamenti utilizzati per la limonicoltura in località Erchie (Maiori). Terracing used for lemon growing in Erchie (Maiori). Foto 2Cascata nella Valle delle Ferriere(Amalfi) Waterfalls in the Valle delle Ferriere(Amalfi)Foto 3Vasca per la raccolta delle acque meteoriche e di sorgente per l’utilizzoagricolo (Maiori)Basin for rain and spring water collection (Maiori)Foto 4Sistema di pergolato per la coltivazione della vite (Ravello) Pergola system for wine growing(Ravello)Foto 5Triclinio - ninfeo della Villa Romana di Minori Triclinium – nymphaeum of the RomanVilla, Minori Foto 6Sistema di terrazzamenti per la limonicoltura in localitàCannaverde (Maiori) Terracing system for lemon growing in Cannaverde (Maiori) Foto 7Santuario dedicato alla MadonnaAvvocata sul Monte Falesio (Maiori) Sanctuary dedicated to the MadonnaAvvocata on Mount Falesio (Maiori) Foto 8Veduta della Costa dal Monte Falesio View of the Coast from Mount FalesioFoto 9Strumenti della musica popolare espostied utilizzati durante la festa per laMadonna Avvocata sul Monte Falesio(Maiori)

Popular music instruments used duringthe Madonna Avvocata feast on MountFalesio (Maiori) Foto 10-11-12-13Momenti della festa al suono delle“Tammorre” sul Monte Falesio (Maiori)Some moments of the feast to the soundof the “Tammorre” on Mount Falesio(Maiori)Foto 14Processione della statua ligneadella Madonna Avvocata sul MonteFalesio (Maiori) Procession of the wooden statue ofMadonna Avvocata on Mount Falesio(Maiori)Foto 15Processione dei “Battenti” durante la notte del “Giovedì Santo” (Atrani) Procession of the “Battenti” on the nightof Holy Thursday (Atrani) Foto 16Sistema di pergolato per la coltivazionedella vite (Ravello) Pergola system for wine growing(Ravello)Foto 17Sistema di vasche per la raccolta delleacque meteoriche e di sorgente perl’utilizzo agricolo (Maiori) Basins system for rain and spring watercollection (Maiori) Foto 18Raccolta dell’uva Grape harvestFoto 19Sistemi di terrazzamenti in località Civita (Ravello) Terracing system in Civita (Ravello) Foto 20Esempi di sistemi di volte estradossateutilizzati per la copertura di ambienti(Ravello) Vault system for ceiling (Ravello)

Foto 21Sistema di terrazzamenti con casa a voltaestradossata (Ravello) Terracing system with vaulted house(Ravello)Foto 22Acquedotto di epoca medievale lungo il Monte Aureo (Scala) Medieval aqueduct on the Mount Aureo(Scala)Foto 23Canale per l’irrigazione lungo la Valle del Dragone (Ravello)Irrigation canal along the Dragone Valley(Ravello)Foto 24Cupola della collegiata diS. Maria a Mare (Maiori) Cupola of S. Maria a Mare collegiatechurch (Maiori)Foto 25Laboratorio di produzione di Limoncello Limoncello workshop.Foto 26Chiusa per l’acqua in una antica cartiera (Amalfi) Dam in an ancient paper water mill(Amalfi)Foto 27Ruota idraulica di azionamentodelle macchine in una antica cartiera(Amalfi)Idraulic wheel in an ancient paper water mill (Amalfi) Foto 28Moda Positano (Positano) Positano fashion (Positano) Foto 29Carta a mano (Amalfi)Hand paper (Amalfi)

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DIDASCALIE/CAPTIONS

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INDICE/INDEX

5 PresentazioneForeword

9 Il patrimonio intangibile di un paesaggio culturaleThe intangible heritage of a cultural landscape

50 BibliografiaBibliography

53 DidascalieCaptions

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