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Osservatorio Smart Manufacturing La digitalizzazione dell'industria: Italia, Work in Progress Giugno 2016

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Osservatorio Smart ManufacturingLa digitalizzazione dell'industria: Italia, Work in Progress

Giugno 2016

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Introduzione 3 di Alessandro Perego, Andrea Sianesi e Marco Taisch

LA RICERCA

Executive Summary 9 di Marco Macchi, Giovanni Miragliotta e Sergio Terzi

I Rapporti 43

La Nota Metodologica 45

Il Gruppo di Lavoro 53

IL CONVEGNO

L’Agenda del Convegno 57

I Relatori 59

La Selezione di Slide 63

GLI ATTORI

La School of Management 85

I Sostenitori della Ricerca 93

Indice

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Le riprese dell’evento sono disponibili in video on demand su www.osservatori.net

La digitalizzazione dell’industria: Italia, Work in ProgressCopyright © Politecnico di Milano | Dipartimento di Ingegneria Gestionale

Sempre più spesso si sentono usare espressioni come Industry 4.0, Factory of the Future, Digital Manufacturing, Industrial Internet, ecc. Conferenze, workshop e seminari si susse-guono, con titoli fotocopia, in cui fanno capolino i termini di cui sopra, talvolta anche con evidenti forzature. In molti prospettano l’avvento di una “nuova rivoluzione industriale”, la quarta, ed anche le istituzioni, sia a livello centrale sia regionale si stanno interrogando su tali neologismi. Ma di cosa stiamo in realtà parlando? Questi termini cosa sottendono con-cretamente?

Come ricercatori ci siamo posti in primis l’obiettivo di fare chiarezza, per offrire a tutti – dal pubblico degli esperti a quello più popolare – una visione organica. Lo abbiamo fatto già nella prima edizione di questo Osservatorio e ne sentiamo l’esigenza ancor di più in questa seconda edizione, perché è necessario offrire modelli interpretativi e quantitativi dei feno-meni in atto, che siano liberi da inutili forzature.

Diciamolo con chiarezza: questi nuovi inglesismi sono l’apice comunicativo di iniziative politico-industriali, promosse a seguito della crisi economica in Paesi industrialmente avan-zati, Germania in primis e Stati Uniti in parallelo, e poi molti altri al seguito. Il postulato di queste iniziative è sempre lo stesso: l’importanza del manufacturing per lo sviluppo e il pro-gresso umano. Il leit motiv è parimenti comune: le moderne tecnologie digitali (dal software all’automazione) sono oggi da un lato in grado di dare un’enorme spinta alla produttività umana, dall’altro possono trasformare i tradizionali modelli aziendali di tayloristica me-moria in archetipi più customer-driven (ultra-personalizzazione dei prodotti, monitoring a

Introduzione

di Alessandro Perego, Andrea Sianesi e Marco Taisch

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Introduzione

distanza, servitizzazione, ecc.). Tra queste diverse iniziative ci sono pure alcune differenze, sia nei modelli di governance (pubblici e privati), sia nei contenuti (una maggiore conside-razione delle tecnologie Internet-of-Things, piuttosto che delle nuove frontiere dell’Additive Manufacturing), ma il tratto comune, ovvero l’importanza della digitalizzazione dell’indu-stria, è ben più forte.

Quale che sia la denominazione, è evidente come la repentina evoluzione delle tecnologie digitali stia oggigiorno ponendo tutti di fronte ad un potenziale cambio di paradigma, che permetterà anche alle aziende manifatturiere di realizzare una maggiore inter-connessione e cooperazione tra le proprie risorse (impianti, persone e informazioni, sia interne alla fabbrica sia distribuite lungo la catena del valore), fornendo la chiave per migliorare – anche drastica-mente – l’efficienza dei propri sistemi e, più in generale, la competitività. La progressiva auto-mazione degli impianti produttivi ridurrà l’impatto del costo della manodopera, aumentando al contempo la richiesta di capitale umano sempre più qualificato. Le aziende creative ed inno-vative potranno arricchire i propri prodotti e i servizi con funzionalità distintive, realizzabili con tecnologie ed infrastrutture digitali. Dopo decenni di de-industrializzazione il vento pare cambiato, e sentiamo quasi prossimi i segnali di una ripresa e una rinascita produttiva che per-metterà di tornare a far valere le vocazioni industriali italiane, riconosciute in tutto il mondo per come esprimono e alimentano genialità, cultura, design, qualità di vita e benessere.

Certo, non bastano i documenti politici e le buone intenzioni per spingere le imprese alla digitalizzazione. Non bastano le belle parole per mettere in pratica i progetti. Ma se è vero che il vento è cambiato – per noi è vero – forse c’è spazio per prendere l’onda giusta: le tecno-logie esistono, le competenze non mancano in Italia, le esperienze di successo cominciano ad apparire all’orizzonte. Se è vero che il vento è cambiato, ora bisogna scegliere la vela giusta e la rotta giusta per sfruttarlo.

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Introduzione

Parimenti – pensando a chi leggerà queste parole – sta a noi affrontare il peso della respon-sabilità. Più che in passato, per promuovere e sviluppare le opportunità di questa evoluzione e rivoluzione digitale, abbiamo la responsabilità di preparare la prossima generazione di tecnici, manager e imprenditori, in modo che siano in grado di trarre vantaggio dalle nuove tecnologie a favore di imprese sempre più competitive, più creative e umane. Per preparare gli altri occorre conoscere, avere la curiosità del nuovo, il rigore della Ricerca, l’entusiasmo dell’applicarsi, oltre a non avere paura della forza della propria visione. Per questo, siamo pie-namente convinti che sia importante evitare di importare etichette e fare un puro marketing del cambiamento promesso dalle tecnologie digitali; al contrario, è necessario comprendere come le nuove tecnologie si potranno innestare nel tessuto industriale con le specificità del nostro Sistema Paese e, di conseguenza, concepire nuovi modelli industriali capaci di coglie-re tutte le potenzialità del cambiamento che, come manifattura italiana, possiamo auspicare di raggiungere.

Marco TaischAlessandro Perego Andrea Sianesi

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La Ricerca

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Smart Manufacturing: definizione, tecnologie e dominio applicativo

L’espressione Smart Manufacturing esprime una visione del futuro secondo cui, grazie alle tecnologie digitali, le imprese industriali e manifatturiere aumenteranno la propria competitività ed efficienza tramite l’interconnessione e la cooperazione delle proprie ri-sorse (impianti, persone, informazioni), sia interne alla Fabbrica sia distribuite lungo la catena del valore.

Lo Smart Manufacturing è un paradigma ancora in via di maturazione: esso esprime una visione del futuro, e un percorso di trasformazione verso quel futuro. Se è vero che molti fattori stanno agendo sul comparto manifatturiero (sostenibilità e circular economy, nanotecnologie, nuovi materiali, problematiche sociali, solo per menzionarne alcune), al centro dello Smart Manufacturing vi sono però le tecnologie digitali, le stesse che, nell’ul-timo decennio, hanno trasformato in modo dirompente il comparto terziario e ora ci stanno sospingendo verso la cosiddetta Quarta Rivoluzione Industriale, dopo la prima, innescata dalla macchina a vapore (fine 1700), la seconda, innescata dal paradigma dell’e-lettricità e dalla produzione di massa (inizi del 1900) e la terza, innescata dall’avvento della prima informatizzazione (1960-1970).

Alla base dello Smart Manufacturing vi è un insieme eterogeneo di tecnologie digitali innovative, che spaziano dall’Information Technology all’Operational Technology; le tec-nologie però sono solo il mezzo, non il fine, di questa rivoluzione.

Lo Smart Manufacturing si concretizza nell’adozione di alcune tecnologie digitali in-

Executive Summary

di Marco Macchi, Giovanni Miragliotta e Sergio Terzi

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Executive Summary

novative, che chiameremo Smart Manufacturing Technologies, che si possono ricondurre a due grandi insiemi: il primo, più coeso e vicino all’Information Technology (IT), che include Industrial Internet (of Things), Industrial Analytics e Cloud Manufacturing; il secondo, più eterogeneo e vicino allo strato delle Operational Technologies (OT), rappre-sentato da Advanced Automation, Advanced Human Machine Interface ed Additive Ma-nufacturing1. Pur nella loro eterogeneità, queste tecnologie hanno un fondamentale tratto comune: quello di abilitare una forte interconnessione tra le risorse utilizzate nei processi operativi. Nel futuro immaginato dallo Smart Manufacturing, dunque, gli impianti, i la-voratori, i materiali in input e i prodotti finiti saranno dotati di sensori che li identificano e ne rilevano costantemente posizione, stato e attività; i dati raccolti saranno analizzati per migliorare la capacità produttiva, l’efficienza, la sicurezza e la continuità operativa; gli operatori verranno facilitati nelle loro mansioni grazie a robot collaborativi e a nuove interfacce uomo-macchina che ne potenzieranno sia la capacità esecutiva sia quella deci-sionale. Infine, tutta la fabbrica sarà connessa al resto del sistema logistico-produttivo e ai clienti tramite piattaforme cloud e i dati relativi all’utilizzo dei prodotti saranno utilizzati per facilitare l’assistenza post-vendita, lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, oltre che per abilitare nativamente nuovi modelli di business.

Questi esempi sono utili anche per sottolineare un aspetto fondante: Smart Manufacturing non significa adottare isolatamente questa o quella tecnologia innovativa, quanto mettere a fuoco il meccanismo complessivo attraverso cui la maggiore integrazione delle risorse genera del valore addizionale, riducendo le inefficienze, valorizzando la conoscenza, e mi-gliorando la capacità di pianificare e reagire.

1 Si veda Box 1, Le Smart Manufacturing

Technologies.

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Executive Summary

Le Smart Manufacturing Technologies

Industrial Internet (of Things): rappresenta un percorso evolutivo della rete internet attraverso la quale ogni oggetto fisico acquisisce una sua contropartita nel mondo digitale; alla base dell’IoT vi sono oggetti intelligenti (capaci cioè di identificazione, localizzazione, diagnosi di stato, acquisizione di dati, elaborazione, attuazione e comunicazione) e reti intelligenti (aperte, standard e multifunzionali). Le applicazioni IoT al mondo industriale sono anche note con l’espressione “Industrial Internet” o, con una accezione più ampia e recente, ricomprese sotto il paradigma dei “Cyber-Physical Systems”.

Industrial Analytics: metodologie e strumenti per il trattamento e l’elaborazione di Big Data prove-nienti da sistemi IoT connessi al layer manifatturiero oppure dallo scambio dati tra sistemi IT a sup-porto della pianificazione e sincronizzazione dei flussi produttivi e logistici. Concretamente, nell’Indu-strial Analytics si ricomprendono le applicazioni di nuove tecniche e strumenti di Business Intelligence, Visualization, Simulation e Forecasting, Data Analytics, per porre in evidenza l’informazione celata nei dati e la capacità di utilizzarla per supportare decisioni rapide.

Cloud Manufacturing: applicazione in ambito manifatturiero del paradigma del cloud computing. Abilita, tramite la rete internet, l’accesso diffuso, agevole e on demand a un insieme virtualizzato, con-diviso e configurabile di risorse a supporto di processi produttivi e di gestione della supply chain. Le risorse possono andare dal livello infrastrutturale (IaaS, per macchine virtuali, storage, etc.) al livello di piattaforma (PaaS, ad esempio ambienti già dotati di funzionalità di smart device management, DBMS, data analytics, etc.) fino al livello applicativo (SaaS, in cui anche le applicazioni e i dati sono ospitati online). Sempre più spesso l’espressione Cloud Manufacturing viene utilizzata anche per indicare la virtualizzazione di risorse produttive (Maas, Manufacturing as a Service), abilitata da piattaforme in cui caricare le specifiche di produzione di un bene (disegni, requisiti qualitativi, volumi, target di costo, etc.) e da cui ottenere direttamente le parti realizzate.

Box 1

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Executive Summary

Advanced Automation: fa riferimento ai più recenti sviluppi nei sistemi di produzione automatizzati, caratterizzati da elevata capacità cognitiva, interazione e adattamento al contesto, auto-apprendimento e riconfigurabilità. L’esempio più evidente di questa famiglia di tecnologie sono i robot collaborativi (co-bots), che sono progettati per operare in mezzo e al fianco degli operatori.

Advanced Human Machine Interface (Advanced HMI): fa riferimento ai recenti sviluppi nel campo dei dispositivi wearable e delle nuove interfacce uomo/macchina per l’acquisizione e/o la veicolazione di informazioni in formato vocale, visuale e tattile. Questi dispositivi includono sistemi ormai con-solidati, come i display touch o gli scanner 3D per l’acquisizione del movimento gestuale, mentre stanno maturando soluzioni più innovative e bidirezionali, come i visori per la realtà aumentata (vi-sione sovrapposta e periferica) o come i Performance Support System o i Manuali tecnici interattivi, soluzioni a supporto delle attività operative e della formazione degli operatori.

Additive Manufacturing: anche nota come Stampa 3D, ribalta l’approccio dei processi produtti-vi classici (asportazione o deformazione plastica di materiale) creando un oggetto attraverso la sua “stampa” strato per strato. Nata nella prima metà degli anni ’80, negli ultimi anni ha avuto un forte sviluppo, allargando il novero dei processi tecnologici di base (Selective Laser Sintering, Electron Beam Melting, Fused Deposition Modeling, ecc.) e dei materiali trattabili (plastiche e metalli) con buone prestazioni di finitura e resistenza meccanica. Trova applicazione in 4 ambiti: Rapid Prototyping (nel processo di sviluppo prodotto), Rapid Manufacturing (realizzazione di prodotti vendibili), Rapid Maintenance & Repair (riparazione di parti danneggiate o usurate); Rapid Tooling (realizzazione di stampi, etc).

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Executive Summary

Senza una matura adozione delle tradizionali soluzioni informatiche a supporto dei pro-cessi operativi viene a mancare la base da cui far ripartire l’innovazione, grazie alle possi-bilità delle nuove Smart Manufacturing Technologies.

Pur riconoscendo la centralità delle Smart Manufacturing Technologies, è fondamentale ricordare che, nel corso del tempo, è già stato sviluppato e perfezionato un vasto insieme di soluzioni informatiche a supporto dei processi industriali. Queste soluzioni “tradizionali” hanno sostenuto i fabbisogni informativi nel processo di sviluppo prodotto e nella gestio-ne del dato tecnico2, hanno ottimizzato la pianificazione della produzione e dei fabbisogni di materiali, coordinando i processi di supporto (dalla manutenzione alla gestione della si-curezza) ed hanno reso possibile gestire la crescente complessità legata all’evoluzione dello scenario competitivo. Uno dei tratti distintivi di questa Ricerca è dunque la convinzione che esista una forte correlazione tra la maturità nell’adozione delle soluzioni informatiche tradizionali e la capacità di adottare con facilità e con successo le nuove tecnologie; questa chiave di lettura guida l’interpretazione che diamo del fenomeno Smart Manufacturing, e sarà discussa in dettaglio a seguire3.

2 Si veda Box 2, Le Soluzioni Tradizionali.

3 Si veda “Smart Manufacturing: la situazione italiana” e “Le potenzialità di alcune Smart Technologies”.

Le Soluzioni Tradizionali

Le soluzioni IT tradizionali per la produzione e la logistica: sistemi CAD/CAM, strumenti di ana-lisi ingegneristica (Computational Fluid Dynamics – CFD, Finite Element Method – FEM), sistemi di Product Data Management (PDM) per la gestione e conservazione dei dati tecnici, sistemi di Product Lifecycle Management (PLM) tramite cui condividere i dati nei processi di sviluppo, progettazione, ingegnerizzazione, nonché nelle successive fasi del ciclo di vita di prodotto.

Box 2

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Executive Summary

Ciclo di vita del prodotto, Supply Chain, Fabbrica: sono i tre ambiti in cui le nuove tecno-logie digitali connettono le risorse, innovano i processi e portano intelligenza.

Le Smart Manufacturing Technologies trovano applicazione praticamente in tutti i pro-cessi di un’azienda industriale e manifatturiera. Per inquadrare meglio il discorso, tuttavia, è utile ricorrere a uno schema articolato in tre aree. La prima, Smart Lifecycle, include il pro-cesso di sviluppo di un nuovo prodotto, la gestione del ciclo di vita del prodotto e la gestione dei fornitori coinvolti in queste fasi. La seconda, Smart Supply Chain, include la pianificazio-ne dei flussi fisici e finanziari nel sistema logistico-produttivo allargato. Infine, la terza area, Smart Factory, include i processi che rappresentano il cuore della manifattura: produzione, logistica interna ed esterna, manutenzione, qualità, sicurezza e rispetto delle norme.

Smart Manufacturing: la situazione italiana

Per misurare la conoscenza e la diffusione dello Smart Manufacturing nella manifattura italiana è stata condotta una survey indirizzata ai COO/Direttori di produzione e CIO/Re-

Per i risultati completi della Ricerca si veda

il rapporto “Smart Manufacturing in Italia:

stato dell’arte e stima di mercato”

Le soluzioni IT tradizionali per lo sviluppo di prodotto e l’ingegneria: sistemi di gestione dei ma-gazzini (WMS), sistemi di controllo avanzamento produzione, sistemi Manufacturing Execution System (MES) per la gestione integrata delle operazioni di fabbrica, strumenti di analisi ingegneristi-ca (simulatori ad eventi discreti), sistemi avanzati di supporto alle decisioni di pianificazione e sche-dulazione (Advanced Planning Systems, APS) e della manutenzione (Computerized Maintenance Management Systems, CMMS), ed infine sistemi di monitoraggio della compliance normativa e delle procedure di gestione del rischio (Governace Risk and Compliance, GRC).

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Executive Summary

sponsabili IT, cui hanno partecipato 307 imprese, di cui 210 grandi e 97 piccole e medie, se-lezionate in modo da coprire 9 settori di grande rilevanza per il tessuto industriale italiano4.

Oltre un terzo dei rispondenti alla survey dichiara di non conoscere i temi dello Smart Manufacturing, mentre nel resto dei casi il tema viene percepito a cavallo tra le tecnologie di produzione (OT, 44%) e le tecnologie informative a supporto dei processi (IT, 46%).

Il 38% delle imprese dichiara di non conoscere il tema Smart Manufacturing/Industry 4.0 (rispettivamente 32% nelle grandi imprese, 48% nelle PMI), con grandi disparità per settore: se, ad esempio, nei settori Automotive, Alimentare e Macchinari la percentuale degli intervistati che conosce il tema è prossima al 70%, in altri settori il numero di co-loro che dichiara di non conoscere la materia è prossimo o addirittura superiore al 50%. Approfondendo la conoscenza delle singole Smart Manufacturing Technologies, emerge un grado di non conoscenza, per ciascuna tecnologia, prossimo al 40%, che arriverebbe al 70% se si considerasse come requisito l’aver condotto almeno un’analisi preliminare di applicabilità, dunque non limitandosi a letture o considerazioni decontestualizzate. Tra tutte, le capacità offerte dalla Advanced Automation (robot cognitivi e collaborativi) e da soluzioni di Advanced HMI di tipo software (es. soluzioni a supporto delle performance operatore) sono le meno conosciute.

A coloro che hanno dichiarato di conoscere il tema è stato chiesto di menzionare una o più parole chiave che meglio lo caratterizzano. Lo spettro delle risposte evidenzia un dualismo tra una visione più centrata sulle tecnologie di produzione (44%, distribuito su Automazione di fabbrica e Sensoristica su processo) e una più centrata sulle tecnolo-gie informative (46%, distribuito su Strumenti software avanzati, CAD/CAM e Portali di collaborazione). Tale dualismo si ritrova anche nelle due letture paradigmatiche del pro-

4 Si veda Nota Metodologica.

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Executive Summary

cesso di digitalizzazione della manifattura, quella tedesca (Industrie 4.0) e quella america-na (Advanced Manufacturing).

La limitata diffusione delle soluzioni tradizionali rappresenta un limite nella “matu-rità digitale” dei processi, che rende difficoltosa l’applicazione di nuove e più avanzate tecnologie. La quarta rivoluzione industriale poggia le sue basi nella terza!

L’innovazione digitale abilitata dalle Smart Technologies affonda le sue radici nella pre-senza di soluzioni tradizionali per la gestione dei processi operativi, ed in Italia emerge qualche limite al riguardo. Partendo da un set articolato di soluzioni tradizionali, è sta-to indagato il loro grado di adozione, al variare della dimensione e del settore aziendale. Mentre soluzioni più standard, come CAD, PDM e sistemi di controllo produzione sono, nel 70% delle imprese, almeno parzialmente implementate, le soluzioni che supportano i proces-si di gestione più articolati e complessi (e.g. Product Lifecycle Management, Manufacturing Execution System e Computerized Maintenance Management System) trovano piena appli-cazione in meno del 30% dei casi; questi valori confermano quanto emerso anche in altre ricerche più specifiche5 e sono sintomatici dell’immaturità delle pratiche gestionali ed or-ganizzative sottostanti (ad esempio nella pianificazione della supply chain o nella gestio-ne della manutenzione). La situazione, ovviamente, è molto eterogenea tra i diversi settori: i comparti Automotive e Macchinari, ad esempio, presentano un tasso di adozione netta-mente superiore agli altri, confermando così la loro maggiore maturità rispetto alla genera-lità del campione. Negli altri comparti, compresi quelli in cui si posizionano alcune eccel-lenze del Paese, c’è ancora molto da fare.

600 applicazioni, 30% delle aziende con tre o più applicazioni all’attivo: le imprese ita-liane non stanno con le mani in mano! Le tecnologie più diffuse sono Industrial IoT &

5 Osservatorio GeCo, edizione

2014; Osservatorio TESEM, edizione 2015, Politecnico di Milano.

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Executive Summary

Analytics a supporto delle attività esecutive, con alcune interessanti novità, come la cre-scita dell’Industrial Analytics nei processi di planning.

Le 307 aziende partecipanti alla survey hanno dichiarato di avere all’attivo circa 600 ap-plicazioni di Smart Manufacturing Technologies; il 30% delle imprese ha dichiarato 3 o più applicazioni, distribuite in diversi ambiti applicativi. Questo criterio di selezione aiuta ad in-dividuare aziende particolarmente attive nel percorso di “digitalizzazione”, a conferma del fat-to che, a fianco di imprese che sono passive o all’oscuro del tema, ve ne sono altre che stanno iniziando a “connettere i puntini”. Dunque un buon segnale.

Le applicazioni più diffuse sono quelle a supporto delle attività esecutive (produzione e logi-stica) e, tra esse, Industrial IoT e Industrial Analytics, con valori di adozione prossimi al 20% del campione; sempre in ambito execution, è degno di nota il progresso del Cloud Manufacturing e dell’Advanced HMI (circa il 15% del campione), con la seconda però spesso confinata allo stadio di progetto pilota. Nel processo di pianificazione trovano buona diffusione le soluzioni di Indu-strial Analytics (15% del campione, utilizzate sia su dati provenienti da applicazioni IoT, sia su dati acquisiti dai sistemi transazionali e gestionali), un valore più elevato rispetto al quadro qua-litativo tracciato nella precedente edizione della Ricerca, e molto positivo alla luce del supporto decisionale che queste soluzioni possono dare. Leggermente meno diffuse le altre tecnologie IT (IoT e Cloud, circa 10%), a conferma delle storiche difficoltà di diffusione di alcune soluzioni (come RFId nella filiera logistica), e del livello ancora embrionale di altre, come le piattaforme cloud per l’integrazione di filiera e la pianificazione collaborativa.

Infine, nel processo di Sviluppo Nuovo Prodotto trovano applicazione – tra l’8% ed il 10% – sia soluzioni IT (IoT e Analytics per acquisire ed elaborare dati utili al miglioramento della progettazione, Cloud per la progettazione collaborativa o l’utilizzo di ambienti di progetta-zione as a Service), sia OT (HMI e soprattutto Additive Manufacturing, con una punta di adozione del 20%, per le consolidate funzionalità di Rapid Prototyping).

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Executive Summary

La carenza di dati ufficiali relativi ad altri Paesi non consente di fare un confronto strut-turato con l’estero in merito a queste percentuali di diffusione. Nel complesso, crediamo che il quadro italiano sia da leggersi in chiave positiva, considerando l’innovatività del paradigma (il concetto stesso di Quarta Rivoluzione Industriale è nato meno di 5 anni fa), l’immaturità di alcune tecnologie e la complessità di implementazione, nonché la grave situazione di crisi economica e finanziaria degli ultimi anni.

L’adozione di Smart Manufacturing Technologies è motivata, secondo le aziende, dalla ricerca di benefici tangibili, di costo e di servizio.

Approfondendo quale sia stata la principale motivazione all’adozione di tecnologie di Smart Manufacturing, emerge, dalle risposte, come le 307 aziende interpellate ricerchino soprattutto benefici tangibili e monetizzabili: per tutti i rispondenti, le ragioni prevalenti sono state la ridu-zione dei costi e l’incremento del servizio (in primis attraverso la riduzione dei tempi di rispo-sta). Motivazioni più soft come “migliorare l’immagine aziendale” o “accrescere la visibilità sui processi” non sono state indicate, a dimostrazione dell’approccio molto pragmatico dei decisori. Nelle risposte emerge una certa diversità al variare della tecnologia e del processo di adozione. Ad esempio, per l’Additive Manufacturing, il driver prevalente è la riduzione dei tempi di rispo-sta; per l’Industrial IoT è invece la riduzione dei costi, nel caso dei processi di Smart Factory, mentre prevale la riduzione dei tempi quando applicato nei processi di Smart Supply Chain.

Le barriere allo Smart Manufacturing in Italia sono molteplici: fattori contestuali e infrastrutturali, impianti datati, limiti culturali ed organizzativi. Le imprese chiedono al Governo azioni mirate a favore di investimenti in impianti e tecnologie, e in formazione.

Per il 60% delle aziende rispondenti, l’età media dichiarata del parco macchine supera i 10 anni, e addirittura i 20 anni in quasi il 15% dei casi; tuttavia il 70% del campione ha

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Executive Summary

dichiarato di aver effettuato investimenti per connettere in rete alcuni degli impianti prin-cipali, ed il 30% del campione ha connesso in rete tutti gli impianti principali, per poter così scambiare dati con altri sistemi informativi di fabbrica: età del macchinario e digita-lizzazione, pertanto, non sono necessariamente in antitesi, ma possono essere riconciliate ricorrendo a posteriori a soluzioni di riqualificazione e modernizzazione. Relativamente agli interventi che le imprese si attendono dal Governo, esse pongono al primo posto (con oltre il 50% dei rispondenti, sia grandi imprese sia PMI) lo stanziamento di incentivi per l’ammodernamento delle reti o per nuovi sistemi informativi. Per le PMI vi è poi al secon-do posto la richiesta di incentivi per l’ammodernamento dei macchinari (46%), mentre le grandi imprese chiedono incentivi a favore di corsi di formazione (38%).

La rivoluzione digitale richiede competenze specifiche di cui raramente le aziende ve-rificano la disponibilità in modo sistematico: quando lo fanno, in oltre il 60% dei casi vengono individuati importanti gap che richiederebbero specifiche azioni di correzione.

Come sopra accennato, le imprese dimostrano sensibilità sul tema delle competenze digitali, sia a livello di management sia dei dipendenti. All’interno della survey è stato chiesto se in azienda fosse stata effettuata un’analisi delle competenze, quale ne fosse sta-to l’esito e se si stessero pianificando delle azioni di correzione. Solo il 29% delle grandi imprese ha esplicitamente affrontato il tema, numero che crolla al 13% per le imprese medio-piccole; inoltre, quasi mai la valutazione è stata condotta affidandosi ad un ente terzo esterno, situazione che espone a rischi di autoreferenzialità. Laddove tale analisi è stata effettivamente condotta, nel 62% dei casi sono state individuate lacune significative, che richiedono azioni specifiche a correzione; nel 32% dei casi le competenze, seppur con-centrate su specifiche figure, sono invece presenti; occorre ancora però darsi da fare per diffonderle fra il personale. Solo nel restante 6% dei casi le aziende si giudicano pronte e

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preparate a tutti i livelli per affrontare le sfide del digitale. La combinazione di questi due fattori conferma la rilevanza di questa barriera, ed enfatizza il ruolo che imprese specia-lizzate, università ed associazioni possono avere in tal senso.

Smart Manufacturing: la prospettiva applicativa

Per tracciare un quadro completo delle applicazioni di Smart Manufacturing, integrando la prospettiva nazionale con quella internazionale, in questa edizione della Ricerca sono state utilizzate numerose fonti6 allargando il campione di riferimento a 930 applicazioni; le consi-derazioni relative ai diversi ambiti applicativi beneficiano, in termini di confidenza, dell’am-piezza di questa base campionaria. Tuttavia i tassi di crescita sono stati calcolati a parità di perimetro (solo fonti utilizzate nella ricerca 2015).

Il numero delle applicazioni Smart Manufacturing in Italia cresce del 30% rispetto al 2015.Lo sviluppo applicativo, in Italia, è avvenuto in modo molto omogeneo rispetto a tutte le tec-

nologie e ai processi, confermando così i temi caldi emersi nella Ricerca della passata edizione, così come l’estrema vitalità della progettualità Smart Manufacturing in questa fase anche se, come emerso dal confronto con l’ecosistema dell’offerta7, non di rado la progettualità delle aziende italiane fa fatica ad uscire dalla fase di progetto pilota e a passare allo stato esecutivo. Con riferimento all’estero, sono state individuate quest’anno 154 applicazioni, rispetto alle 59 osservate nella precedente edizione; rispetto all’Italia la principale differenza sta nella forte concentrazione nelle aree dell’Additive Manufacturing e Advanced Automation (46% delle ap-plicazioni all’estero, 18% in Italia), un dato che va interpretato alla luce delle fonti utilizzate (analisi indiretta) e della rilevanza mediatica che caratterizza questa categoria di soluzioni.

Per i risultati completi della Ricerca si veda

il rapporto “Smart Manufacturing:

tecnologie e quadro applicativo”

6 Survey Italia con 307 aziende rispondenti, 13

studi di caso italiani, review delle fonti

pubbliche accessibili sul web (white paper,

success histories pubblicate da vendor e testate specializzate).

Si veda la Nota metodologica per ulteriori dettagli.

7 Si veda “Il mercato Smart Manufacturing”.

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Dal punto di vista dei processi, è la fabbrica il centro della trasformazione digitale, con applicazioni in tutti i principali ambiti. La gestione del ciclo di vita del prodotto appare anch’essa molto vitale, con l’adozione di diverse soluzioni, soprattutto orientate alla colla-borazione. Rispetto allo scorso anno, risulta più ricco il quadro applicativo in area supply chain, sebbene ancora lontano dal suo potenziale.

Costruendo un quadro completo delle applicazioni riscontrate, l’area della Smart Factory rappresenta quella più sviluppata, con diverse soluzioni mature (e.g. sensoristica per effi-cienza energetica e per controllo e monitoraggio dei parametri ambientali, monitoraggio in tempo reale dell’avanzamento della produzione con tecnologie IoT e Analytics, spesso adottate in modo sinergico, tracciabilità dei prodotti all’interno della fabbrica attraverso tag RFId) ed altre in pieno sviluppo (e.g. introduzione dei robot collaborativi sulle linee sia per la produzione che per il controllo qualità, sperimentazione di augmented operator con Advan-ced HMI all’interno dei magazzini – e.g. Wilko ltd – o di smart glasses – e.g. Airbus – da utilizzare sulla linea di assemblaggio, piuttosto che a supporto del processo di manutenzione da remoto – e.g. Lee Co. e KSP Steel). Anche in ambito Smart Lifecycle si osserva una buona dinamica applicativa, soprattutto parlando di tecnologie cloud applicate a vantaggio della collaborazione (sviluppo prodotto e relazione con i fornitori). Parliamo ad esempio di piat-taforme utilizzate per monitorare e raccogliere dati e informazioni durante l’intero ciclo di vita dei prodotti, sistemi di tracciabilità e tecnologie IoT che permettono la raccolta dati sulle modalità di utilizzo dei prodotti, al fine di migliorarne la progettazione.

L’area Smart Supply Chain è meno ricca dal punto di vista delle tecnologie utilizzate, e con applicazioni che si concentrano sull’utilizzo di Analytics per l’ottimizzazione dei processi di pianificazione: piattaforme intelligenti “decidono”, in base all’analisi dei dati relativi ai flussi di vendita dei prodotti, come inviare gli ordini alle linee di produzione, anche a quelle delo-

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calizzate, e come organizzare le scorte di magazzino – e.g. Benetton e Calzedonia. Rispetto allo scorso anno, dunque, il quadro applicativo appare in evoluzione, anche se crediamo che esso debba ancora esprimere il suo vero potenziale: una volta che le Smart Manufacturing Technologies avranno permeato il processo manifatturiero e di sviluppo prodotto, allora l’innovazione delle relative logiche di pianificazione sarà quasi inevitabile.

Dal punto di vista delle tecnologie, l’Industrial Internet (of Things) cresce in termini di applicazioni (+46% tra Italia e estero) e porta consistentemente con sé progettualità «in-dotta» anche in area Industrial Analytics e Cloud. Grande interesse, nel mondo OT, per collaborative robot e HMI.

Dal punto di vista tecnologico, l’Industrial Internet (of Things) rafforza la sua posizione di tecnologia pivotale, con una crescita nel numero di applicazioni (a pari perimetro di fonti), del 46%; il suo successo trascina la triade delle Smart Technologies IT (Industrial Internet, Analytics e Cloud) che, beneficiando della sinergia che le lega nonché di una crescita autono-ma delle soluzioni Cloud Manufacturing (+58%)8, segna un +50% complessivo. Sul lato delle OT, se l’Advanced HMI continua ad attirare molto interesse, che si traduce concretamente in diversi progetti pilota (e.g. formazione o assistenza sul campo in area manutenzione e logistica), la corona della crescita quest’anno va all’Advanced Automation, in particolare al tema dei collaborative robot che, forse favorito dall’enfasi mediatica, registra un +169% sui progetti intercettati. Non meno vivace è stata anche la dinamica delle applicazioni Additi-ve Manufacturing, che in alcune nicchie applicative è diventata una tecnologia dominante (aeronautica e difesa, medicale), mentre è ancora in fase di sperimentazione in altri compar-ti, sempre limitatamente a determinati campi di utilizzo (piccole serie, ricambi, produzioni speciali).

8 Si veda “Le potenzialità di alcune Smart Technologies”.

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Fare Smart Manufacturing non significa però adottare isolatamente una certa tecnologia in un dato processo, ma saper orchestrare l’innovazione digitale per reinventare il meccanismo di creazio-ne del valore in seno al mondo industriale. E, prima di tutto, va reinventato il ruolo del lavoratore.

Dal quadro applicativo completo emergono due importanti indicazioni. La prima, già accennata in esordio, è che l’innovazione digitale nella manifattura non va letta come una sorta di “battaglia navale” in cui, qui e là in modo disarticolato, si adottano alcune tecnologie in alcuni processi (e.g. smart meter in produzione, HMI in manutenzione, etc.). L’adozione di queste tecnologie non deve essere confinata verticalmente ai processi, dove pure esse possono portare significativi benefici di efficienza e di efficacia, ma deve essere orchestrata orizzontalmente, perché quella interconnessio-ne di risorse (impianti, persone, informazioni) di cui abbiamo parlato passi dalla teoria alla pratica.

In secondo luogo, di tutte le aree che dovranno necessariamente reinventarsi alla luce delle nuo-ve tecnologie, la principale è proprio quella relativa al ruolo del lavoratore. Qui assistiamo a forti spinte in direzioni solo apparentemente contraddittorie: da un lato, l’automazione intelligente e gli analytics tendono a “svuotare” alcune mansioni la cui ripetitività (a livello manuale o di concetto) le rende facilmente rimpiazzabili con le nuove capacità offerte dalle tecnologie digitali; dall’altro, le stesse tecnologie sono usate per arricchire il ruolo dell’operatore, chiedendogli maggiore auto-nomia e competenza a livello decisionale e rafforzandone di fatto la centralità per il buon funzio-namento del processo.

Il numero delle startup finanziate cresce, per il terzo anno di fila, del 15%. Industrial Analytics si conferma il cluster tecnologico più importante, sia per numero sia per finanzia-menti ricevuti. Gli USA sono la patria delle nuove avventure imprenditoriali, con un valore medio di finanziamento cinque volte superiore a quello osservato in Europa, dove pure non mancano (anche in Italia) casi interessanti.

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La Ricerca conferma il trend crescente già individuato nella scorsa edizione: anche nel 20149 il numero di startup finanziate è aumentato di oltre il 15%, ed il finanziamento totale è salito ad oltre 1,5 miliardi di dollari. Due terzi delle iniziative imprenditoriali rilevate sono legate ai cluster tecnologici più vicini al mondo dell’Information Technology, ovvero Industrial IoT, Industrial Analytics e Cloud Manufacturing; il 39% del finanziamento totale è stato raccolto in particolare da startup appartenenti al cluster di Industrial Analytics, con un finanziamento medio di 12,5 mln di dollari. Le soluzioni proposte consistono principalmente in strumenti di analytics a supporto della pianificazione (“Smart Supply Chain”) e per l’elaborazione di dati raccolti in seno ai processi di produzione e logistica (“Smart Factory”).

Delle 173 startup individuate, il 60% ha sede in Nord America e solo il 30% in Europa: più che il numero delle imprese, il fattore che più nettamente distingue il Nord America dall’Europa è il finanziamento medio, di quasi 4 volte superiore (rispettivamente 10 e 2,7 milioni di dollari). Nonostante questo handicap, in Europa non mancano casi interessanti, e nemmeno in Italia. Nel nostro Paese sono state censite 20 startup (finanziate e non) che spaziano dall’Industrial IoT (“l’Internet of Things Plug and Play” di Alleantia) a soluzioni di Advanced HMI (Experenti Srl) fino all’Additive Manufacturing (Kentstrapper). A differenza del caso nordamericano, nel nostro Paese le startup legate al Cloud Manufacturing sono quelle più capaci di attrarre finan-ziamenti (e.g. 3,6 milioni di euro Eco4Cloud, 8,1 milioni di euro New Vision Spa).

Il mercato Smart Manufacturing

Per apprezzare quantitativamente il progresso nel percorso di trasformazione digitale dell’in-dustria italiana, questa edizione della Ricerca ha incluso nei propri obiettivi la stima del merca-to Smart Manufacturing 2015, misurato come il valore (al netto di IVA) dei progetti di Smart

9 I database completi relativi ai round di

finanziamento si fermano al 2014.

Per i risultati completi della Ricerca si veda

il rapporto “Smart Manufacturing in Italia:

stato dell’arte e stima di mercato”

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Manufacturing realizzati da imprese italiane presso imprese manifatturiere ed industriali, sia italiane sia estere. Nel perimetro della stima, in questa prima edizione, sono state incluse solo le tre Smart Technologies più vicine al mondo IT, ovvero Industrial Internet (of Things), Industrial Analytics e Cloud Manufacturing: queste tecnologie oggi rappresentano un insie-me tecnologico coeso e più facilmente misurabile e, in accordo con le evidenze della survey e con le fonti indirette già presentate, abilitano la maggioranza delle applicazioni. Nel prosieguo dell’esposizione si è considerata anche la quota di mercato relativa all’export, in considerazione della rilevanza dell’Italia come paese produttore ed esportatore di macchinari e tecnologie di produzione.

I progetti Smart Manufacturing nel 2015 valgono circa 1,2 miliardi di euro; a questo valore può essere aggiunto un ulteriore 20% di progettualità “tradizionale” addizionale da essi indotta.

Il mercato di progetti Smart Manufacturing ha raggiunto nel 2015, secondo una stima pru-dente, il valore di 1,2 miliardi di euro, di cui l’81% realizzato verso imprese italiane e la ri-manente quota come export di progettualità, prodotti e servizi. Oltre all’attività progettuale specifica, i fornitori storici del mondo operations, imprese che hanno nel proprio portafoglio sia soluzioni tradizionali sia tecnologie digitali innovative, stimano un ulteriore 20% di attivi-tà “tradizionale” generato in seno ad un progetto di innovazione digitale, di solito in attività come servizi di consulenza e formazione, ma anche aggiornamento e predisposizione delle infrastrutture, ed in generale di rafforzamento della “digital backbone10” aziendale.

Questo valore, nel suo complesso, appare molto interessante per diverse ragioni: in pri-mo luogo, il totale degli investimenti industriali da parte di imprese italiane, nel medesimo periodo, si può stimare in circa 10-12 miliardi di euro11 dunque la quota di progettualità Smart Manufacturing interna (no export) rappresenta già poco meno del 10% del totale degli

10 Si veda “Digital readiness del manufacturing”.11 Secondo il rapporto Assinform / NetConsulting, nel 2014 il mercato IT del comparto industriale manifatturiero ammonta a 6,8 mld €; secondo il rapporto ANIE Automazione, gli investimenti in beni industriali nel 2015 ammontano a circa 4,1 mld €.

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investimenti; in secondo luogo, il numero sopra riportato non include tre classi tecnolo-giche (Additive Manufacturing, Advanced automation, Advanced HMI) che pure stanno contribuendo al percorso di rinnovamento digitale dell’industria; infine, molta progettualità è ancora allo stadio di progetto pilota, e non di rado erogata in ottica di co-investimento da parte del fornitore.

Il 66% del mercato è oggi legato a progetti di Industrial Internet e, in questa fase ancora sbilanciata sulla progettualità pilota, è significativo il peso della system integration. Sono le grandi aziende di Macchinari e Automotive a trainare i progetti, mentre le PMI sono ancora poco attive.

L’area applicativa più importante è rappresentata dalla Industrial IoT, che nel 2015 ha pe-sato circa il 66% del mercato totale con 790 mln €, seguito dai 270 mln € degli Industrial Analytics (23%) e 120 mln € di Cloud Manufacturing (10%). Questi numeri sembrano sug-gerire che, almeno in questa fase, le imprese stiano ancora investendo prevalentemente nella costruzione dello strato di acquisizione dati e probabilmente solo più avanti l’enfasi si spo-sterà sul dato raccolto e sulla sua valorizzazione, completando così l’evoluzione della catena del valore.

Analizzando come si distribuisce il mercato secondo le diverse componenti di valore, emer-ge un altro dato interessante: il 30% di esso è legato alla componente di System Integration, mentre il 28% copre l’acquisto di Hardware (sensoristica, sistemi IT, etc.), il 22% di Software (programmi e licenze) e solo il 20% è legato a Servizi (consulenza, servizi cloud, etc.). La forte incidenza della voce di System Integration è un segno, forse il più tangibile, dello stato ancora embrionale della progettualità Smart Manufacturing. È lecito attendersi che, al passaggio da piccoli progetti pilota a grandi implementazioni in produzione, il peso di questa componente

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vada a ridursi. Le percentuali medie sopra riportate possono modificarsi apprezzabilmente in funzione del progetto specifico che si va a considerare: per l’Industrial IoT gli elementi di maggior rilievo sono Hardware e System Integration (rispettivamente 35% e 34%); diversa-mente, per un progetto di Industrial Analytics sono Software e System Integration ad avere il peso maggiore (36% e 32%).

I settori più attivi risultano essere i produttori di Macchinari, il comparto Automotive e, più staccato, Aeronautica e Difesa. Per quanto riguarda la dimensione delle aziende, il mercato dei progetti è oggi principalmente sostenuto da grandi imprese.

Uscita dalla fase sperimentale, espansione verso le PMI e definizione di un programma na-zionale che indirizzi e incentivi la trasformazione dell’industria italiana: ecco le tre direzioni verso cui guardare per accelerare la crescita.

Le imprese dell’offerta stimano un tasso di crescita del 20% nel 2016: un tasso buono ma insufficiente per recuperare alcuni anni di ritardo rispetto alle più mature esperienze interna-zionali. Quali potrebbero essere, dunque, le direzioni di lavoro per accelerare questo sviluppo?

In primo luogo, come già accennato, il mercato italiano è ora sostenuto principalmente da progetti pilota: secondo le imprese dell’offerta coinvolte nella ricerca, soprattutto quelle con attività anche all’estero, questa è una delle caratteristiche che più distingue – non in termini positivi – la progettualità delle nostre imprese. Esse si avvicinano all’innovazione, ne valutano positivamente i ritorni, ma poi non hanno risorse e piani di roll-out per diffonderla al pro-prio interno (dallo sviluppo prodotto, alla fabbrica, fino all’intera supply chain). Uscire dalle sperimentazioni e passare all’applicazione diffusa è la prima direzione da percorrere. Una seconda direzione è rappresentata dall’estensione verso altri settori, oggi meno attivi, ma non

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meno rappresentativi del Made in Italy (come quello alimentare, il legno-arredamento ed il settore moda) e quindi verso le imprese medio-piccole, che rappresentano il cuore pulsante del tessuto industriale italiano. Un terzo elemento è la definizione di un programma nazio-nale di trasformazione digitale dell’industria italiana, sulla falsariga dei programmi nazionali già promossi da altri Paesi. Oltre agli effetti indiretti che ne potrebbero discendere (azioni di comunicazione e sensibilizzazione, marketing della capacità industriale nazionale), un tale programma dovrebbe prevedere delle azioni dirette (come la defiscalizzazione di investimenti o altri incentivi alla modernizzazione dei processi) da orientare a sostegno di progetti imple-mentativi (non dunque a finanziare piccoli ed isolati progetti pilota) e iniziando a coinvolgere in questa trasformazione le medie imprese12.

Digital readiness del manufacturing

Per investire nelle nuove tecnologie digitali è necessario conoscere lo status quo in azien-da: la maturità delle pratiche nel manufacturing è un punto di partenza per pianificare scelte di (ri)assetto tecnologico capaci di portare un valore aggiunto realmente significativo.

È evidente che l’investimento in nuove tecnologie genera un impatto sullo status quo delle operations dell’azienda manifatturiera: perciò, oltre che comprendere le caratteristiche delle tecnologie, è opportuno valutare come l’azienda si presenta al momento di investire; può essere più o meno preparata alla sfida del cambiamento e, per effetto del diverso livello di preparazione – in seguito denominato con il termine di readiness –, può essere capace di cogliere più o meno agevolmente, e con diversi livelli di soddisfazione rispetto ai propri obiettivi, quanto viene promesso.

Nell’ambito della ricerca è stato quindi sviluppato un metodo di maturity assessment della

12 Si veda “La via italiana alla Quarta Rivoluzione

industriale”.

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digital readiness del manifatturiero (in breve, digital maturity assessment) per conoscere lo stato di maturità delle pratiche di una azienda manifatturiera, come punto di partenza per pianificare scelte di (ri)assetto tecnologico.

L’obiettivo del modello è misurare la maturità delle pratiche nei processi “chiave” della Fabbrica e nella Digital Backbone quale strumento di abilitazione dell’interscambio dei dati e delle informazioni.

Quanto sono pronte oggi le imprese manifatturiere a diventare digitali? Quanto sono pronti i processi, le strutture organizzative e le tecnologie utilizzate, per giovarsi appieno della trasformazione promessa dalla quarta rivoluzione industriale? Queste sono le doman-de che hanno guidato nell’impostazione del metodo di digital maturity assessement.

Il risultato della Ricerca è, prima di tutto, un modello di maturità che si fonda sulle scelte di seguito illustrate:

• Il modello di maturità serve per l’analisi e la valutazione dei livelli di maturità digitale dei processi di un’azienda manifatturiera, a partire da una scala che norma i livelli di maturità stessi13 (in breve denominati: iniziale, gestito, definito, integrato e orientato alla digitalizzazione).

• Le aree aziendali scelte per la valutazione sono strategiche per il cambiamento digitale nel manufacturing; la scelta è frutto della focalizzazione sulla Fabbrica come unità di analisi principale, avendo come trait d’union la catena di attività che generano valore attraverso il ciclo di gestione del prodotto-processo-impianto.

• I processi aziendali sono scomposti in cinque aree: Design and Engineering, Production, Quality, Maintenance e Logistics; ciascuna area racchiude i singoli processi che è neces-sario considerare quando si vogliono analizzare le pratiche e le capacità di un’azienda manifatturiera.

13 Come fondamento metodologico, si è deciso di adottare quello del Capability Maturity Model Integration (CMMI), a partire dal lavoro di Paulk e Mark del 1993 – Paulk, Mark. Capability maturity model for software. John Wiley & Sons, Inc., 1993.

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• Trasversalmente a queste aree, come strumento di abilitazione e di facilitazione degli scambi di dati e informazioni tra le stesse, si interpone l’area che denominiamo Digital Backbone; rappresenta un elemento importante della trasformazione digitale, poiché è qui che risiedono processi e strutture in cui sono racchiuse le basi per sviluppare le po-tenzialità della digitalizzazione nelle altre aree.

Il metodo di digital maturity assessement è oggi in fase di sperimentazione presso alcune aziende selezionate. L’obiettivo è di verificare non solo la bontà e la comprensione della misu-ra di digital readiness, ma si vuole anche testare le potenzialità del metodo come strumento di tipo strategico, utile ad aiutare l’azienda nell’identificare i ritardi in termini di readiness digitale e nel riflettere sulle aree prioritarie di intervento.

Le potenzialità di alcune Smart Technologies

In questa seconda edizione della Ricerca abbiamo approfondito le potenzialità che pos-sono derivare dai Cyber Physical Systems e dal Cloud Manufacturing. Sono, queste, due declinazioni affascinanti del paradigma Smart Manufacturing: la prima è (forse) la più sofisticata ipotesi di composizione delle singole Smart Technologies, la seconda è una so-luzione già concretamente adottata in molti processi, ma che ha ancora un forte potenziale innovativo.

I Cyber-Physical SystemsI Cyber Physical Systems (CPS) sono tra le tecnologie che più si stanno mettendo in eviden-

za nella Quarta Rivoluzione Industriale, ma la loro stessa definizione è in divenire.

Per i risultati completi della Ricerca si veda

il rapporto “Cyber Physical Systems e

Cloud Manufacturing: benefici e modelli di

adozione”

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I Sistemi Cyber Fisici o Cyber Physical Systems (CPS) sono considerati una delle in-novazioni chiave della quarta rivoluzione industriale. La stessa concezione alla base dei CPS permette di collocarli in primo piano per le potenzialità che promettono ai fini della creazione di valore lungo le tre dimensioni principali della digitalizzazione del manufac-turing: lo smart product, lo smart manufacturing e i cambiamenti nei business model delle aziende.

Ma cosa sono i CPS? Esistono diverse definizioni, anche per effetto delle prospettive e rica-dute applicative che essi possono avere. Dandone una breve illustrazione, un CPS è definibile come un sistema in cui si richiede che gli oggetti fisici possano essere integrati con elementi dotati di capacità di calcolo, memorizzazione e comunicazione, supportati da attuatori e in-fine collegati in rete tra loro. Il termine Physical si riferisce all’oggetto così come è percepito dai nostri cinque sensi, mentre il termine Cyber fa riferimento all’immagine virtuale (detta anche Digital Twin, gemello digitale) che rispecchia il mondo a cui appartiene l’oggetto re-ale, fornendo nel contempo ulteriori informazioni riguardo ad esso. L’immagine virtuale risiede nel mondo dell’Information & Communication Technology (ICT), e si sviluppa attra-verso nuove tecnologie dirompenti quali, ad esempio, l’Internet of Things, la realtà aumenta-ta o il cloud computing, tecnologie in grado di abilitare, e potenziare (rispetto alle soluzioni tradizionali), la capacità di rappresentare i componenti fisici/reali, i loro stati attuali e le loro interazioni reciproche.

I CPS permettono di avvicinare il mondo fisico con quello virtuale / digitale e consentono di prendere decisioni in modo più rapido e intelligente.

Grazie alle capacità di cui il CPS dispone nella sua sfera virtuale, il singolo componente fisico è in grado di supportare decisioni in maniera autonoma e di comunicarle direttamen-

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te agli altri componenti fisici. In tale maniera, disponendo di una duplice visione (quella reale e quella virtuale/digitale), e disponendo di un’intelligenza decentrata (i.e. embedded systems), i CPS sono in grado di valutare autonomamente situazioni in cui si trovano ad operare e supportare la conseguente presa di decisioni, nonché di provvedere affinché gli altri sistemi cyber-fisici svolgano correttamente delle azioni, essendo in grado di adattarsi autonomamente. Ne consegue, in accordo alla visione dei CPS, che il mondo fisico si avvi-cina, e di molto, a quello virtuale: la compresenza di fisico e virtuale diventa fondamentale per garantire la migliore capacità di risposta alle esigenze che il sensing “fisico” permette di identificare; si passa quindi per il livello cyber che – facendo da tramite – potenzia la condivisione di informazioni, rendendo da ultimo più efficace la chiusura dell’“anello di controllo” sul sistema fisico con la “classica” attuazione. Per meglio comprendere l’impor-tanza della compresenza di fisico e virtuale, è utile citare la visione di qualche autore che usa la metafora di un social network che, parimenti al caso delle persone, è fondata sul concetto di digital twin di un reale: il digital twin risiede nella rete sociale, ma non può prescindere – ne è invece in stretta connessione – con il reale. Questa metafora varrebbe anche per gli oggetti fisici, che beneficerebbero della maggiore capacità di comunicazione essendo nel contempo capaci di prendere decisioni più intelligenti, e quindi più efficaci, nel reale. Perciò, il cyber level non è solamente decentralizzato, bensì si realizza anche attraver-so tecnologie che permettono la disponibilità di information hub centralizzati (esempio, il cloud): è anche a questo livello che le informazioni si muovono, determinando un’ulteriore e formidabile possibilità di connessione tra gli oggetti fisici tramite la loro immagine vir-tuale. È naturalmente connaturata alle caratteristiche del CPS – derivate dalla distribuzio-ne dell’intelligenza in embedded systems e dalla centralizzazione in information hub – la necessità di gestire grandi quantità di dati, utili per estrarre informazioni per il supporto delle decisioni.

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I benefici promessi dai CPS sono numerosi. La Ricerca ne ha identificato 6 categorie principali: New data driven services and business models (con riferimento a nuove oppor-tunità di business che consentono, ad esempio, all’azienda di essere più vicina ai bisogni dei clienti con l’offerta di servizi ad alto valore aggiunto); Data-based improved products (per ottenere feedback in tempo reale da parte dei clienti e, con la maggiore visibilità, creare servizi ad hoc e realizzare prodotti su misura); Closed-loop manufacturing (con impatto sui diversi attori del value network, come fornitori e clienti); Cyberized plant / “Plug & Produce” (per una piena flessibilità e riconfigurabilità del sistema produttivo e per facilitare l’ottimizzazione della gestione delle operations); Next step production efficiency (con i vantaggi di una migliore gestione degli asset in fabbrica); Digital ergonomics (con diverse ricadute per l’operatore: un più veloce processo di trasferimento delle conoscenze, il miglioramento del worker experience e del supporto al lavoro, la riduzione della com-plessità operativa).

Il Cloud ManufacturingIl paradigma cloud offre molteplici punti di contatto con il mondo manifatturiero: oltre ai

benefici classici che discendono della virtualizzazione delle risorse, nella sua accezione più innovativa (MaaS, Manufacturing as a Service) il cloud promette anche un cambiamento radicale nella catena del valore. Ma quanto è prossimo questo cambiamento?

Le aziende industriali e manifatturiere sono, già adesso, tra le più attive nell’utilizzo delle architetture cloud computing: su un campione di 270 aziende manifatturiere, il 60% di esse ha dichiarato14 di adottare con convinzione soluzioni cloud, sia di tipo infrastrutturale (sto-rage, macchine virtuali) sia di tipo applicativo (office automation, enterprise collaboration, etc.). Il comparto manifatturiero italiano, pertanto, è molto sensibile alle possibilità aper-te dal cloud e alle sue applicazioni specifiche in seno ai processi manifatturieri, ovvero al

14 Fonte: Osservatorio Cloud Computing del Politecnico di Milano, ed. 2015.

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Cloud Manufacturing. A tal proposito, se ne possono considerare due accezioni: una prima, più consolidata, che fa ancora riferimento alle tradizionali architetture cloud computing ma specificatamente applicate a supporto dei processi di fabbrica e di supply chain, e una secon-da, ancora in fase sperimentale, che fa riferimento alla possibilità di avere accesso diffuso e on demand (tramite la rete) ad un insieme virtualizzato, condiviso e configurabile di risorse produttive.

Alla prima area afferiscono le applicazioni di Cloud Manufacturing nei tre tradiziona-li livelli di IaaS, PaaS e SaaS15. Al livello IaaS appartengono, ad esempio, quelle soluzio-ni di simulazione e sperimentazione (Computer Aided Engineering) che per loro natura richiederebbero pesanti investimenti infrastrutturali, soprattutto in termini di capacità computazionale: il principale beneficio del cloud in questo senso è quello di favorire la “de-mocratizzazione” di pratiche di analisi e di sperimentazione altrimenti molto costose dal punto di vista della dotazione hardware. Al livello di PaaS appartengono, ad esempio, le piattaforme IoT (ne sono attive oltre 70 a livello globale16) che offrono ambienti e strumen-ti per la gestione dei dispostivi fisici e per la gestione dei dati da essi raccolti: il cloud – in questo caso – contribuisce a ridurre enormemente tempi e costi di sviluppo, permettendo all’azienda di concentrarsi sullo strato fisico (e.g. sensorizzazione macchinari) e applica-tivo (e.g. gestione energetica) che rappresentano il cuore del progetto di innovazione. Al terzo livello appartengono quelle piattaforme applicative che, accessibili in modalità SaaS, abilitano nuovi livelli di collaborazione all’interno della Value Chain. Nella Ricerca di quest’anno ne sono state identificate circa 370, attive a livello globale; esse consentono, senza sostenere investimenti ex novo, di aprire i propri processi operativi a monte e a valle, creando nuove architetture applicative in cui, ad un solido backend interno, si connetto-no di volta in volta i migliori applicativi disponibili per la previsione della domanda, la

15 Infrastructure as a Service (IaaS), Platform

as a Service (PaaS), Software as a Service

(SaaS).

16 Fonte: Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano,

ed. 2016.

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gestione della forza vendita, la pianificazione integrata, la gestione dei trasporti, solo per menzionarne alcuni.

Alla seconda area applicativa afferisce invece il quarto e ultimo livello: Manufacturing as a Service (MaaS). Questa rilettura del cloud è più innovativa: essa fa riferimento ad un nuovo paradigma che postula la virtualizzazione e condivisione delle risorse produttive. In questo modo chiunque (privato o impresa) voglia realizzare un prodotto può accedere alle risorse offerte da una piattaforma cloud e acquistare parti a disegno e lavorazioni così come oggi si acquistano risorse di storage o servizi di mailing. La tecnologia Additive Manufacturing sembra ad oggi quella più matura per supportare il modello MaaS (si vedano ad esempio le piattaforme MakerCloud e Sculpteo); ma alcune iniziative imprenditoriali stan-no già rivolgendo la loro attenzione a tecnologie tradizionali (che operano per asportazione). In quest’ultimo caso i benefici del cloud sono da ricercarsi non tanto in ottica tattica o operativa, quanto in ottica strategica: lato domanda, ad esempio, la possibilità di abilitare scenari in cui l’utente diventa anche piccolo produttore; lato offerta, la possibilità, per chi gestisce la piattaforma, di posizionarsi come attore chiave dell’ecosistema manifatturiero (mutatis mutandis, come Amazon o meglio ancora Alibaba hanno saputo fare nel com-mercio).

Se i benefici del cloud manufacturing sono notevoli e ben quantificabili (riduzione dei costi, flessibilità, scalabilità, velocità di implementazione, ubiquità di accesso), la Ricerca ha evidenziato come gli aspetti legati alla maturità della tecnologia, alla percezione di perdita del controllo sui dati, ai problemi legati alla security sono ancora assai critici. Si tratta di questioni aperte, sulle quali si deve ancora lavorare, sia migliorando l’offerta, sia aiutando la domanda a sviluppare la necessaria consapevolezza.

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Lo scenario internazionale

Lo scenario internazionale è in piena evoluzione: sotto la spinta di decisioni politiche e degli interessi di vari stakeholder sono nati diversi piani di azione di sviluppo nazionale.

Per capire prima e per sfruttare poi i vantaggi derivanti dallo sviluppo e dall’imple-mentazione delle tecnologie di Smart Manufacturing, diversi governi a livello mondiale hanno messo in campo vari interventi diretti, sotto forma di piani di azione di sviluppo nazionale.

Il governo tedesco è stato il primo ad aver definito una strategia nazionale (Industrie 4.0, nel 2011) a sostegno della digitalizzazione del comparto manifatturiero, riportando così di fatto il tema in primo piano negli obiettivi del Paese e creando un effetto epidemico nei confronti di tutti gli altri. Questo programma, frutto della collaborazione del governo federale, delle imprese e associazioni di settore con le università e i centri di ricerca nazionali, ha promosso politiche di lungo termine per la digitalizzazione del settore manifatturiero con l’obiettivo di rafforzare la competitività tedesca. Un anno dopo (nel 2012), grazie allo stanziamento di 700 milioni di euro, prende vita anche un analogo piano (Advanced Manufacturing) oltreoceano, con l’obiettivo di far tornare in USA i centri di produzione delle aziende statunitensi (strate-gia di re-shoring). La Danimarca (2012) con il piano Made, il Belgio (2013) con il program-ma Made Different, l’Inghilterra con Catapult – High Value Manufacturing e l’Olanda con Smart Industry (2014) hanno messo in campo a seguire piani e azioni volti a stimolare l’in-novazione e la trasformazione (Danimarca e Inghilterra), a dare prova della fattibilità e della sostenibilità delle fabbriche del futuro (Belgio) e a sensibilizzare governo, industria e centri di ricerca sulla rilevanza del tema (Olanda). Fanno infine capo al 2015 i piani e le iniziative di Cina (Made in China), Giappone (Industrial Value Chain Initiative), India (Make in India),

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Canada (Centre for Smart Manufacturing), Corea del Sud (Innovation in Manufacturing 3.0) e Francia (Industrie du Futur), e i vari centri di ricerca e di innovazione industriale e forum a cui questi hanno dato origine.

I piani di sviluppo indirizzano un vasto spettro di attività del manifatturiero a partire dalla fabbrica, passando per la supply chain, per terminare coi servizi.

A partire dallo studio e dall’analisi dei piani di sviluppo censiti, è possibile fare alcune considerazioni di sintesi. La prima considerazione riguarda il confronto tra il modello di sviluppo tedesco e quello statunitense. Entrambi i paradigmi di sviluppo puntano sull’in-tegrazione tra macchine, oggetti e persone (con queste ultime nella veste di lavoratori e di consumatori), all’insegna del nuovo concetto di sistema cyber-fisico che pervade la fabbrica e l’intera supply chain. Tuttavia, sono necessari dei distinguo. Mentre la Germania si propo-ne di ottimizzare soprattutto il settore manifatturiero, nel caso statunitense gli obiettivi di ricerca puntano a migliorare anche, e soprattutto, le attività dei servizi. Inoltre, il modello europeo preferisce uno standard comune a cui tutte le imprese possano fare riferimento per sviluppare tecnologie adeguate, mentre il modello statunitense definisce piattaforme pensate per consentire l’interconnessione degli oggetti in modo aperto e adattabile. La seconda con-siderazione riguarda un aspetto che accomuna tutti i piani analizzati: l’utilizzo di sempre più cospicue quantità di dati e informazioni e l’uso sempre più pervasivo di tecnologie digitali per interconnettere e far cooperare le risorse operanti all’interno della fabbrica e, più in ge-nerale, nell’intera catena del valore.

Non esiste un’unica “ricetta”, bensì tante modalità di promozione dello Smart Manufacturing.

Le azioni concrete a cui i diversi piani di sviluppo danno vita sono varie ed eterogenee:

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definizione di strategie e roadmap di implementazione, costituzione di gruppi di lavoro e centri di ricerca nazionali, creazione di forum e, più in generale, azioni di informazione e sensibilizzazione, iniziative dirette a facilitare ed attrarre gli investimenti, sviluppo di piatta-forme tecnologiche “aperte”, focus specifico su grandi imprese piuttosto che su PMI.

Vediamo alcuni esempi:• Il gruppo di lavoro Industrie 4.0, coordinato da Acatech, ha formulato una strategia con-

creta di innovazione e una roadmap di implementazione che fa leva su cinque Gruppi di Lavoro: i) Architettura di riferimento e standardizzazione; ii) Ricerca e innovazione; iii) Sicurezza dei sistemi di network; iv) Quadro legale, v) Lavoro, tutti aventi come focus le tecnologie che abilitano la piena integrazione lungo la catena del valore.

• L’iniziativa inglese ha portato alla realizzazione di 7 centri di ricerca di innovazione in-dustriale avviati sul territorio nazionale nelle principali università inglesi con l’obiettivo di offrire a tutte le aziende accesso a strutture, stabilimenti e competenze a supporto di processi manifatturieri ad alto valore aggiunto.

• Le azioni chiave messe in campo dal Giappone vedono la creazione di un forum in cui le grandi aziende nazionali formano, sensibilizzano e veicolano gli sforzi dell’industria nazionale nell’unica direzione del miglioramento dei processi produttivi e di business.

• Gli sforzi messi in campo dal piano statunitense vanno oltre la sensibilizzazione delle aziende e mirano, come già accennato, alla creazione di una piattaforma cloud-based in grado di generare previsioni sullo stato futuro della fabbrica, e di effettuare simulazioni al fine di prendere decisioni di business in tempo reale.

• Il piano sviluppato in Corea del Sud dà invece priorità allo sviluppo e alla standardiz-zazione di tecnologie indigene a supporto delle PMI, al fine di diffondere tecnologie di fabbrica intelligenti nazionali soprattutto tra le aziende di piccola taglia.

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La via italiana alla Quarta Rivoluzione industriale

Quello che serve all’Italia: una attenta riflessione sulle caratteristiche, su pregi e difetti del proprio comparto industriale, da cui discenda un piano di lavoro che guarda al futuro, ma che sia consapevole del presente.

Per tracciare le linee lungo cui debba strutturarsi il programma di rinnovamento dell’in-dustria italiana è necessario compiere una valutazione attenta dei punti di forza e di de-bolezza del nostro tessuto industriale, delle sue caratteristiche dimensionali ed anche ter-ritoriali, delle nostre imprese di servizi e di alcune eccellenze dell’ecosistema nazionale (imprese manifatturiere, produttori di macchinari, enti di ricerca). Nelle pagine precedenti abbiamo già posto in evidenza numerosi elementi: la scarsa conoscenza del fenomeno Smart Manufacturing (ignoto a un terzo delle imprese interpellate), la difficoltà rappresentata dalla dimensione tipica delle nostre aziende, la parziale diffusione delle tradizionali soluzioni di digitalizzazione dei processi (alla base della quarta rivoluzione), la debolezza rispetto alle principali competenze digitali ed il permanere allo stadio pilota della progettualità finora avviata, solo per ricordare i principali. Altri ne vanno considerati per arricchire la prospet-tiva di analisi, sia in positivo (la qualità della formazione e della ricerca accademica e indu-striale, alcuni grandi brand, la forza di alcuni territori), sia in negativo (la debolezza delle in-frastrutture, l’assenza di un “campione” nazionale nel comparto software, lo sbilanciamento verso la componentistica rispetto al prodotto finito). Appare evidente dunque la necessità di reinterpretare i modelli esistenti nel definire la nostra via alla quarta rivoluzione industriale.

Creare il contesto adatto, diffondere consapevolezza, sostenere le imprese che intrapren-dono il cambiamento: queste le tre linee di lavoro su cui l’Italia deve mettersi al lavoro, coordinate dalla regia di un documento programmatico centrale.

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Sono tre, a nostro avviso, le linee di lavoro che dovrebbero essere coordinate dalla regia di un documento programmatico centrale.

La prima, un’Agenda Digitale per una Industria Digitale, opera per rileggere le iniziative già in atto sul tema (reti a banda larga, security e sostegno alla nuova imprenditorialità tra tutte) alla luce delle esigenze dell’ecosistema industriale italiano che, lo ripetiamo, è il vero motore del nostro Paese. Per usare un’immagine chiara e forte, la banda larga, prima che in centro città per vedere la Tv on demand, serve nelle zone industriali per fare cloud manufacturing.

La seconda, Consapevolezza dell’Industria Digitale, deve affrontare quella mancanza di conoscenza che abbiamo noi stessi misurato, promuovendo azioni di sensibilizzazione delle imprese (e.g. comunicazione diffusa nei media e nei canali specializzati, formazione mirata, costituzione di dimostratori sul territorio), sviluppando e disseminando modelli per la valu-tazione della maturità, la misura dei benefici, per rafforzare anche la capacità delle banche e dei prestatori di capitale di comprendere (e supportare) la trasformazione in atto. In questo senso, l’Italia dovrà giocare la sua partita anche coordinandosi con le roadmap di trasforma-zione promosse dall’Europa.

La terza, Realizzare l’Industria Digitale, deve raccogliere le iniziative concrete di supporto alla trasformazione: incentivo alla crescita dimensionale, defiscalizzazione degli investi-menti, accesso al credito, sviluppo di programmi di coordinamento. Queste sono le azioni in cui si dovrà mostrare di saper leggere con intelligenza il contesto italiano, per sperare nella necessaria efficacia. Ad esempio, alla luce dei limiti prima richiamati, sarà inutile prevedere azioni di defiscalizzazione degli investimenti se essi andassero a finanziare pic-coli e isolati progetti pilota, invece che estese implementazioni; allo stesso modo, è inutile

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immaginare fondi a sostegno della modernizzazione degli impianti, senza riservare parte dell’investimento a sostegno alla trasformazione (culturale e gestionale) che quella macchi-na moderna e connessa può portare; simili considerazioni si possono fare riguardo ai target dimensionali delle imprese, ai settori e mirando soprattutto a coinvolgere le aziende a capo di alcune filiere strategiche per la nostra industria, e così via.

Come si evince, più che l’originalità in termini di “cosa fare”, la vera differenza starà nel “come fare”, ovvero nella capacità di progettare azioni pensate per il contesto italiano, e metterle in atto poi con estrema rapidità.

Infine due ulteriori considerazioni abilitanti delle tre linee di lavoro precedenti: l’ammon-tare e la continuità delle risorse stanziate nel tempo, e la capacità di fare marketing del nostro Paese.

La prima considerazione è relativa all’ammontare di finanziamenti stanziati e soprattutto alla loro persistenza temporale: prendendo a riferimento soltanto i valori resi pubblici (che forse non rappresentano la totalità degli investimenti), la trasformazione digitale dell’indu-stria impegna gli Stati promotori con programmi da centinaia di milioni di euro, inseriti in un piano di lavoro pluriennale che include cicli di sviluppo e trasferimento. L’Italia non potrà fare la quarta rivoluzione industriale “a saldo zero”: sono troppi anni che il nostro Paese non investe in innovazione, ed i risultati in termini di incremento della produttività sono sotto gli occhi di tutti. Il secondo aspetto, anch’esso comune ai programmi tedesco e americano e via via agli altri, è saper approfittare della discontinuità rappresentata dalla quarta rivoluzione industriale per lanciare un’incisiva campagna di “marketing”, interna ed esterna ai confini nazionali, della capacità manifatturiera del nostro Paese. Industrie 4.0 e Advanced Manufacturing sono infatti, prima di tutto, dei “marchi commerciali” dei

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rispettivi Paesi. Anche l’Italia riteniamo debba costruire il suo ‘brand’ che aiuti l’interna-zionalizzazione del proprio sistema manifatturiero e dei propri fornitori ed esportatori di tecnologie manifatturiere.

Sergio TerziMarco Macchi Giovanni Miragliotta

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I Rapporti con i risultati completi della Ricerca scaricabili da www.osservatori.net

Smart Manufacturing: tecnologie e quadro applicativoIl Report fornisce un’analisi dell’evoluzione delle Smart Technologies e del loro scenario applicativo. Analizzando quindi la situazione e il quadro applicativo attuale, facendo un confronto con quanto rilevato nella passata edizione e proponendo alcuni casi di successo, il Report vuole fornire un quadro ragionato dello Smart Manufacturing e dei trend per i prossimi anni.

Temi correlati: manufacturing, industry, logistica e operation, supply chain.

Smart Manufacturing in Italia: stato dell’arte e stima di mercatoIl Report presenta lo scenario italiano e riporta i risultati di una survey che ha coinvolgo oltre 300 aziende manifatturiere, misurando la conoscenza e la diffusione del tema Smart Manufacturing nelle imprese Italiane. Dalla prospettiva dell’offerta, viene elaborata una stima del mercato nazionale di progetti Smart Manufacturing nel 2015, con riferimento alle applicazioni Industrial Internet (of Things), Industrial Analytics e Cloud Manufacturing.

Temi correlati: manufacturing, big data analytics and business intelligence, cloud and ict as a service, internet of things.

Cyber Physical Systems e Cloud Manufacturing: benefici e modelli di adozioneIl Report presenta due affascinanti realizzazioni del paradigma Smart Manufacturing, una più orientata al futuro (i Cyber Physical Systems) ed una dalle prospettive applicative più immediate (Cloud Manufacturing). Approfondendone la prospettiva tecnologica, il report aiuta a comprenderne le possibili applicazioni (attuali e prospettiche) articolando le aree di impatto e supportando l’analisi dei benefici.

Temi correlati: manufacturing, industry, cloud and ict as a service, internet of things.

I Rapporti

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La Nota Metodologica

Gli obiettivi della Ricerca 2015-2016

L’Osservatorio Smart Manufacturing, alla sua seconda edizione, nasce con l’obiettivo di ana-lizzare e comprendere le principali innovazioni digitali che stanno trasformando il comparto industriale e manifatturiero. Il fine è quello di rendere fruibile la conoscenza sul tema, con-dividere le pratiche di eccellenza e creare una comunità italiana attiva e aperta al confronto.

Nel suo secondo anno di attività, l’Osservatorio si è concentrato sui seguenti obiettivi:• Analizzare l’evoluzione delle Smart Manufacturing Technologies e del loro scenario ap-

plicativo, in Italia e all’estero;• Approfondire il livello di diffusione del tema all’interno delle aziende italiane e confron-

tarlo con le migliori esperienze estere;• Fornire una stima del mercato 2015 dei progetti Smart Manufacturing in Italia;• Analizzare i settori industriali maggiormente coinvolti dalla trasformazione digitale e

comprendere l’impatto dello Smart Manufacturing sulla competitività aziendale;• Analizzare le nuove competenze digitali che sono necessarie per una corretta implemen-

tazione del paradigma Smart Manufacturing in Italia;• Costruire un modello di valutazione della maturità dei fattori abilitanti del percorso di

digitalizzazione di un’impresa manifatturiera / industriale;• Approfondire, su specifici ambiti applicativi, i benefici di efficienza e di efficacia che de-

rivano dalla corretta implementazione di queste tecnologie;• Indagare il mondo startup italiano ed internazionale, comprenderne la dinamica e i mo-

delli di business.

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La Nota Metodologica

Le metodologie di Ricerca adottate

Per raggiungere gli obiettivi di cui sopra, le attività dell’Osservatorio sono state declinate in 9 differenti filoni di Ricerca, che hanno richiesto l’adozione di specifiche metodologie: analisi delle tecnologie e degli ambiti applicativi, sviluppo di due questionari per approfondire il li-vello di diffusione e la stima di mercato in Italia dello Smart Manufacturing, benchmark con i programmi esteri e le principali esperienze di successo, monitoraggio delle startup nascenti sul tema, comprensione dell’impatto delle Smart Technologies sulla competitività aziendale, sviluppo del modello di valutazione della perché non maturity delle aziende ed infine la crea-zione di un framework dei benefici derivanti dall’utilizzo di Cyber Physical Systems e Cloud Manufacturing1.

Smart Manufacturing: quadro applicativo, diffusione e mercatoAnalisi delle tecnologie e dei processi. È stata condotta un’analisi approfondita dello stato

dell’arte e degli sviluppi attesi delle tecnologie digitali utilizzate nel mondo operations, distin-guendo tra l’insieme delle “Traditional Solutions” e delle “Smart Technologies” (cfr. Executive Summary). L’analisi delle tecnologie è stata svolta con il supporto degli Osservatori Gestione Progettazione e PLM (GECO), Osservatorio Tecnologie e Servizi per la Manutenzione (TESEM), Osservatorio Internet of Things, Osservatorio Cloud & ICT as a Service, Osservatorio Big Data.

In questa edizione della Ricerca sono state utilizzate numerose fonti per tracciare un qua-dro completo delle applicazioni di Smart Manufacturing, sia a livello nazionale sia interna-zionale. Il campione di riferimento sale così a 930 applicazioni; le considerazioni relative alla maturità dei diversi ambiti applicativi beneficiano, in termini di confidenza, dell’ampiezza di questa base campionaria.

17 Si veda “Le potenzialità di alcune Smart Technologies”

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La Nota Metodologica

Delle 930 applicazioni totali, 330 sono le applicazioni nazionali e internazionali che de-rivano da fonti analoghe a quelle utilizzate nella precedente edizione: studi di caso e rac-colta informazioni da fonti pubbliche accessibili sul web (white paper, success histories pubblicate da vendor e testate specializzate). Le restanti 600 applicazioni derivano dalla survey (vedi sotto) lanciata a livello nazionale e alla quale hanno partecipato 307 aziende manifatturiere.

Studi di caso. Sono stati analizzati in profondità – tramite interviste e sopralluoghi – 13 aziende manifatturiere con sede in Italia al fine di raccogliere informazioni circa progetti e applicazioni attive in azienda sul tema Smart Manufacturing. È stato così possibile ot-tenere dati e informazioni su benefici conseguibili, criticità riscontrate, organizzazione e attori coinvolti nel progetto, oltre che l’impatto derivante dall’implementazione delle Smart Technologies sulle principali variabili competitive aziendali.

Survey per la stima della diffusione dello Smart Manufacturing. Per misurare la co-noscenza e la diffusione dello Smart Manufacturing nella manifattura italiana è stata con-dotta una survey indirizzata ai COO / Direttori di produzione e CIO / Responsabili IT, cui hanno partecipato 307 imprese, di cui 210 grandi e 97 piccole e medie, selezionate in modo da coprire 9 settori di grande rilevanza per il tessuto industriale italiano: Aeronau-tica e Difesa, Automotive, Chimica e Farmaceutica, Elettrodomestici, Fashion, Industria alimentare, Legno e Arredo, Macchinari, Metallurgia e prodotti in metallo, oltre a Altra produzione per parti e Altra produzione per processo. La survey è stata erogata tramite questionario online (diviso in 7 sezioni2), rafforzato da una campagna di interviste tele-foniche mirate ad assicurare una chiara comprensione dei quesiti e la completezza nella compilazione degli stessi.

18 Le 7 sezioni della survey: Contesto, Conoscenza del tema, Attori coinvolti, Traditional Solutions, Smart Technologies, Competenze digitali, Misure di governo/incentivi.

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Modello di stima del mercato Smart Manufacturing. È stato sviluppato un modello di stima del mercato Smart Manufacturing basato su informazioni e dati quantitativi raccolti attraverso 19 interviste realizzate sulla base di un questionario strutturato. Le aziende in-tervistate sono importanti attori della filiera dell’offerta (software house, system integrator, venditori di hardware e/o altri servizi a valore aggiunto).

Il modello stima il fatturato a cliente finale (esclusa IVA) registrato da imprese con sede in Italia per la realizzazione di progetti Smart Manufacturing presso imprese manifatturiere ed industriali, distinguendo il fatturato rivolto ad imprese italiane (81%) da quello estero, durante l’anno solare 2015.

Nel perimetro della stima, in questa edizione, sono state incluse solo le tre Smart Technologies più vicine a mondo IT, ovvero Industrial Internet (of Things), Industrial Analytics e Cloud Manufacturing: queste tecnologie oggi abilitano la maggioranza delle ap-plicazioni e rappresentano un insieme tecnologico coeso e più facilmente misurabile.

Tra i dati e le informazioni raccolte attraverso queste interviste ritroviamo l’incidenza dei progetti di Smart Manufacturing sul fatturato totale aziendale, distinguendo tra fatturato nazionale ed export, e suddividendo lo stesso fatturato sulle singole Smart Technologies. Inoltre, il valore progettuale dichiarato per ciascuna tipologia di progetto Smart Manufactu-ring è stato scomposto in 4 componenti, al fine di apprezzarne il peso (hardware, software, system integration e servizi a valore aggiunto).

Un’altra informazione raccolta, di grande rilevanza, è stato il valore di fatturato “indot-to” da progetti Smart Manufacturing sulla vendita di soluzioni tradizionali: un progetto di innovazione digitale della manifattura, infatti, è spesso affiancato, in questa fase di avvio del mercato, da importanti attività di aggiornamento e predisposizione delle infrastrutture, analisi della razionalità applicativa e rafforzamento della “digital backbone” aziendale.

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La Nota Metodologica

A partire dai dati primitivi raccolti, è stato selezionato un database di aziende (fonte AIDA) con un profilo confrontabile alle 19 intervistate, inclusivo sia dei grandi player del mercato digitale sia di medie imprese di servizi. Da questo database abbiamo selezionato solo quei profili che, nel proprio sito istituzionale e nelle loro referenze, si dimostravano attivi sia sul settore manifatturiero / industriale sia nello specifico su tematiche di Smart Manufacturing, ne è stato stimato il fatturato derivante da progetti Smart Manufacturing (sulla base dei dati di incidenza raccolti nel campione direttamente intervistato) ed infine, per eliminare il rischio di double counting, ne è stato considerato il VAL (valore aggiunto) per stimare il valore di mercato complessivo. I risultati ottenuti sono stati confrontati con altri valori di-sponibili (stime di mercato degli Osservatori Big Data Analytics, Cloud Computing, Internet of Things) e ulteriormente validati nel confronto con le aziende partner della ricerca.

Smart Manufacturing: Digital readiness e beneficiModello di valutazione della maturità digitale. Lo sviluppo del modello di maturità di-

gitale è stato condotto seguendo una metodologia composta da quattro fasi principali. Nella prima, quella di Scope, è stato definito il focus del modello, ovvero il dominio in cui esso verrà applicato. L’obiettivo fissato al termine di questa fase è stato quello di capire qual è il livello di maturità digitale dei vari processi (di Smart Manufacturing) di un’azienda manifatturiera. A questa è seguita una seconda fase, quella di Design, in cui sono stati considerati ed elaborati i bisogni dell’audience a cui il modello si rivolge, oltre a definire come questi bisogni devono essere soddisfatti. Qui è stato necessario trovare risposte coerenti a domande quali “Chi deve essere coinvolto nell’applicazione del modello? Cosa può essere ottenuto attraverso l’applica-zione del modello? Come il modello può essere applicato alle diverse strutture organizzative?”. Nella terza fase, quella di Populate, è stato necessario determinare Cosa e Come deve essere misurato nella valutazione della maturità. Sono state quindi definite le dimensioni di analisi e

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La Nota Metodologica

5 livelli di maturità crescenti delle pratiche di un’azienda manifatturiera utilizzando il CMMI3 come riferimento metodologico alla base dello sviluppo. L’output ha visto la creazione di un questionario esteso e strutturato da indirizzare alle aziende manifatturiere per capire quanto sono pronti i processi, le strutture organizzative e le tecnologie utilizzate per la grande trasfor-mazione verso il digitale. Infine, nell’ultima fase, il questionario è stato testato con esperti acca-demici prima e industriali poi per capirne il suo grado di comprensione e di completezza; per questa seconda edizione dell’Osservatorio sono stati pianificati (ad oggi) 5 casi di applicazione, in altrettante aziende manifatturiere.

Modello di valutazione dei benefici dei Cyber-Physical Systems. Per analizzare lo scenario attuale e prevedere come esso verrà trasformato dall’introduzione dei Cyber-Physical Systems (CPS), è stato necessario coinvolgere esperti e key stakeholders per questo campo. A tal propo-sito, grazie all’aiuto del team di lavoro del progetto sCorPiuS4 – European Roadmap for Cyber-Physical Systems in manufacturing – è stato possibile identificare un numero di esperti che, grazie al proprio background, sono coinvolti e influenzano direttamente l’adozione dei CPS in varie industrie manifatturiere, giocando un ruolo centrale nell’evoluzione del settore, nell’ado-zione delle tecnologie ICT e nell’approccio strategico. Sono state quindi svolte 21 interviste e 4 Knowledge Capture Events in cui è stato possibile raccogliere pareri, nozioni e vision legati ai benefici potenziali che ci si aspetta di ottenere introducendo i CPS nell’industria manifatturiera.

Smart Manufacturing e startupAnalisi delle startup nello scenario nazionale e internazionale. Sono state condotte in

parallelo due analisi specifiche sulle startup legate all’universo Smart Manufacturing, una a livello nazionale ed una a livello internazionale. Nel complesso sono state individuate 173 startup (nate a partire dal 2010), di cui 20 italiane.

19 CMMI: Capability Maturity Model

Integration.

20 Per maggiori informazioni visitare

www.scorpius-project.eu

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La Nota Metodologica

Le informazioni raccolte sulle startup analizzate derivano principalmente dai siti istituzio-nali in cui vengono presentate le principali tecnologie offerte, mentre i dati sui finanziamenti sono stati raccolti a partire dal database online CrunchBase, grazie al quale è possibile co-gliere anche informazioni su fondatori, investitori, evoluzione temporale ed eventi di busi-ness rilevanti (i.e. acquisizioni o cessioni). Le informazioni relative al 2015 sono ancora in aggiornamento.

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Il Gruppo di Lavoro

Alessandro Perego Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation

Andrea SianesiResponsabile Scientifico

Marco MacchiDirettore

Marco TaischResponsabile Scientifico

Giovanni MiragliottaDirettore

Sergio TerziDirettore

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Il Gruppo di Lavoro

Si ringraziano anche:Gaia Ripamonti, Nicolò Graffeo, Damiano Frosi, Efrem Terraneo, Emanuela Pala, Valeria Portale, Federico Fornaroli, Ilaria Iannibelli, Nicolò Freghieri, Petar Jevtic, Alice Viscardi.

Per richiesta di informazioni: [email protected]

Elisa ConvertiniRicercatore

Anna De CarolisRicercatore

Gianluca TedaldiRicercatore

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Osservatorio Smart Manufacturing La digitalizzazione dell’industria: Italia, Work in Progress

Il Convegno

Giugno 2016

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9 00 Registrazione

9 30 Saluto di benvenuto di Assolombarda

9 35 Introduce e presiede

Alessandro Perego Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation

9 45 Smart Manufacturing: quadro applicativo, di usione e mercato

Presentano:

Marco MacchiDirettore dell’Osservatorio Smart Manufacturing

Giovanni MiragliottaDirettore dell’Osservatorio Smart Manufacturing

Sergio Terzi Direttore dell’Osservatorio Smart Manufacturing

10 10 Ospite esterno

10 25 L’esperienza di Luxottica

Mattia Pilosio Process Engineering Manager, Luxottica

10 35 Discutono i risultati della Ricerca

Lucy Lombardi Responsabile Innovation & Industry Relations, TIM

Filippo Mantegazza CEO, EFESO Consulting

Giuseppe Marengon South EMEA Manufacturing Practice Principal, HPE

Guido Porro AD, Dassault Systèmes Italia

Moderano:

Andrea Sianesi Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Manufacturing

Marco Taisch Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Manufacturing

11 15 Smart Manufacturing: quadro internazionale, applicazioni e digital readiness

Presentano:

Marco MacchiDirettore dell’Osservatorio Smart Manufacturing

Giovanni MiragliottaDirettore dell’Osservatorio Smart Manufacturing

L’Agenda del Convegno 21 Giugno 2016

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L’Agenda del Convegno

Sergio Terzi Direttore dell’Osservatorio Smart Manufacturing

11 40 Ospite esterno

11 55 L’esperienza di Tenaris Italia

Maurizio Rondi Maintenance & Services Manager, Tenaris Italia

12 05 Discutono i risultati della Ricerca

Sophie Borgne Direttore Marketing Industry Business Unit, Schneider Electric

Giampaolo Codeluppi Partner, Key2people Executive Search

Fabio Massimo Marchetti Business Development, Sales & Marketing, Sirio Speed Automazione – Var Group

Alessandro Trojan Partner, KPMG Advisory

Moderano:

Andrea Sianesi Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Manufacturing

Marco Taisch Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Manufacturing

Sul sito www osservatori net è possibile rivedere le riprese integrali del Convegno “La digitalizzazione dell’industria: Italia, Work in Progress”

visita www osservatori net e seguici sui nostri social network

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I Relatori

Da Giugno del 2014, Sophie Borgne è responsabile dei prodotti e soluzioni di automazione indu-striale presso Schneider Electric Italia spa. Sophie si laurea in ingegneria a Parigi nel 2001, successi-vamente frequenta un Master in Business Administration. Sophie entra nel gruppo Schneider Electric in 2001 con l’incarico di Business Development per l’Africa. Nel 2004 si transferisce in Cina prendendo la responsabilità del Marketing per i prodotti di controllo industriale. Nel 2009 torna in Francia presso la sede di Carros con la responsabilità della gestione del processo di qualità, valida-zione prodotti e supporto tecnico.

Sophie Borgne

Direttore Marketing Industry Business Unit, Schneider Electric

Dal 2014 Partner di Key2people, è Practice Leader per i settori Transportation, Beni Industriali, Energy&Utilities e Industry 4.0/Industrial Internet. Dopo la Laurea in Ingegneria, inizia l’attività professionale nel 1991 in D’Appolonia, primaria società di consulenza ingegneristica. Dopo l’MBA, dal 1996 al 2004 ricopre vari ruoli fino ad essere nominato Partner e Vice President in società di consulenza strategica: Value Partners, Booz Allen & Hamilton, Roland Berger e Cap Gemini. Nel 2005 entra in Trenitalia come Direttore Territoriale per il Nord-Est. Nel 2008 è in ATM Milano come

Direttore della Pianificazione Strategica. Dal 2009 al 2015 è anche membro del Policy Board di UITP e Chairman della Commissione Economia dei Trasporti di UITP.

Giampaolo Codeluppi

Partner, Key2people Executive Search

Laureata in Fisica nel 1991. Dopo esperienze lavorative alla European Space Agency ESTEC ed in Tecsiel, nel 1996 entra in TIM, CTO Office, iniziando la sua carriera nelle Telecomunicazioni. Nel 2000 accetta la sfida della start-up Blu assumendo responsabilità del Network Planning prima e Service Development poi. Nel 2003 ritorna in TIM nella funzione commerciale alla guida di svariate iniziative tra le quali nuovi servizi, architetture di roaming e opportunità commerciali. Nell’ottobre del 2014 diventa responsabile della funzione Innovation & Industry Relations, sua posizione attuale,

dove è a capo di un gruppo di più di 150 persone. È membro del Comitato Scientifico della Fondazione TIM, del Board of the Women Telecom Network e del GSMA PSMC. Lucy è sposata e ha 2 figli.

Lucy Lombardi

Responsabile Innovation & Industry Relations, TIM

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I Relatori

Filippo Mantegazza, nato a Milano, con laurea in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano e un MIT in Production Planning, è amministratore di EFESO Consulting, una Società di Consulenza internazionale con 27 uffici nel mondo, fondata nel 1979. Dopo diversi anni di collaborazione con esperti internazionali (Fuji Consulting, JIPM e Richard J. Schonberger, guru del World Class Manufacturing) ha implementato il WCOMTM (World Class Operations Management), un sistema globale focalizzato sull’Operations performance improvement. Il WCOMTM, basato sul metodo

giapponese ma con un approccio occidentale legato al coinvolgimento delle dinamiche strategiche e delle dinamiche umane, ha portato diverse grandi aziende occidentali alla vincita di premi esclusivi tra i quali il Quality Award, il JIPM Award, l’EFQM Award e il Supply Chain Excellence Award.

Filippo Mantegazza

CEO, EFESO Consulting

Esperto di sistemi ed architetture innovative per la gestione della produzione, per il monitoraggio delle performance produttive, per la tracciabilità dei prodotti ed il controllo dei processi esecutivi. La sua esperienza si estende ai nuovi paradigmi di Industria 4.0 e comprende l’utilizzo delle nuove tec-nologie, come l’IoT, per supportare le aziende in progetti operativi e nella definizione di nuovi mo-delli di business che fanno leva sugli stessi. È stato coideatore dell’architettura Internet of Factory ™. Tra le sue aree di competenza: Industry 4.0 e IoT, Manufacturing, Automazione, Energy, Start up, Innovation advisory, Research & Development Projects, Project Management.

Fabio Massimo Marchetti

Business Development, Sales & Marketing,

Sirio Speed Automazione Var Group

Più di 27 anni di esperienza operativa e consulenziale nell’industria manifatturiera, derivanti dall’a-ver coperto diverse posizioni in aziende internazionali provider di soluzioni di Information and Communication Technology (ICT).• Ha guidato con successo molti progetti sfidanti in ambito Manufacturing e Retail;• Responsabile di tutta la strategia e la governance del settore Automotive per il Product Life Cycle Management, il Supply Chain Management, and il Manufacturing;

• Ha gestito la crescita del Product Representation Program (PRP) di HP, il sistema Master BOM usato dalle principali aziende globali nel settore Automotive Industrial Component.

Giuseppe Marengon

South EMEA Manufacturing Practice

Principal, HPE

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I Relatori

Mattia Pilosio, laureato in Ingegneria dell’Automazione presso il Politecnico di Milano. Nutre parti-colare interesse per la sicurezza informatica e la tecnologia. Ha iniziato il suo percorso professionale, in ambito engineering, presso Brembo. Divenendo rapidamente punto di riferimento per la defini-zione e la gestione delle soluzioni robotizzate ed impianti industriali ad alta automazione. Esperto in robot collaborativi per assemblaggio e sistemi di visione artificiale. Dal 2013, forte dell’esperienza nell’automazione, è Process Engineer Manager in Luxottica.

Mattia Pilosio

Process Engineering Manager, Luxottica

Guido Porro come Managing Director ha il compito di guidare l’organizzazione EuroMed (Italia, Turchia, Israele, Romania, Balcani, Grecia) utilizzando le risorse e le competenze necessarie a con-fermare la leadership dell’azienda e della piattaforma 3DEXPERIENCE nei settori industriali di rife-rimento, oltre a rappresentare una guida all’interno dell’organizzazione e per gli influencer di merca-to dei Paesi di competenza, in stretto accordo con le strategie globali di Dassault Systèmes. Guido Porro proviene da Oracle, dove ha ricoperto i ruoli di Director, Industry Strategy & Insight e succes-

sivamente di Senior Director per i mercati di Russia, Balcani, Turchia, Grecia, Polonia ed ex-CSI. In precedenza ha lavorato in Boston Consulting Group e Accenture occupandosi di organizzazione e gestione del cambiamento.

Guido Porro

AD, Dassault Systèmes Italia

Maurizio Rondi è attualmente Maintenance & Services Manager Tenaris Italia e responsabile della manutenzione degli stabilimenti di TenarisDalmine. È stato Responsabile dello stabilimento TenarisDonasid ROMANIA, occupandosi anche del takeover, revamping degli impianti e successive fasi di avviamento della produzione; Responsabile di produzione dell’acciaieria di Dalmine, con re-sponsabilità di produzione, qualità e manutenzione; Responsabile della manutenzione di acciaieria di Dalmine, con responsabilità di gestione degli investimenti di revamping del forno elettrico, LF e colate continue.

Maurizio Rondi

Maintenance & Services Manager, Tenaris Italia

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I Relatori

Da oltre 25 anni in KPMG, ha maturato importanti competenze soprattutto nell’ambito di progetti di business modelling e planning, definizione dei piani strategici, analisi di settore, analisi di posizio-namento competitivo, BPR e cost reduction. La sua pluriennale esperienza si è focalizzata in parti-colare su tematiche di Operational Strategy rispetto alle quali è un punto di riferimento nello svilup-po di soluzioni ‘’buy side and sell side’’ per favorire i processi di trasformazione e innovazione del settore Manufacturing facendo leva sui Digital Technology Enablers offerti dal mercato e sulle mi-

gliori esperienze internazionali maturate dal Network KPMG.

Alessandro Trojan

Partner, KPMG Advisory

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Gli Attori

Giugno 2016

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La School of Management

La School of Management del Politecnico di Milano

La School of Management del Politecnico di Milano, costituita nel 2003, accoglie le mol-teplici attività di ricerca, formazione e alta consulenza, nel campo dell’economia, del mana-gement e dell’industrial engineering, che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili.

La Scuola ha ricevuto, nel 2007, il prestigioso accreditamento EQUIS. Dal 2009 è nella clas-sifica del Financial Times delle migliori Business School d’Europa. Nel Marzo 2013 ha ot-tenuto il prestigioso accreditamento internazionale da AMBA (Association of MBAs) per i programmi MBA e Executive MBA. La Scuola può contare su un corpo docente di più di due-cento tra professori, ricercatori, tutor e staff e ogni anno vede oltre seicento matricole entra-re nel programma undergraduate. Dal 2014, la Scuola è membro di UniCON (International University Consortium for Executive Education), PRME (Principles for Responsible Management Education) e Cladea (Consejo Latinoamericano de Escuela de Administración).

Fanno parte della Scuola: il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e MIP Graduate School of Business che, in particolare, si focalizza sulla formazione executive e sui programmi Master.

Le attività della School of Management legate all’Innovazione Digitale si articolano in:• Osservatori Digital Innovation, che fanno capo per le attività di ricerca al Dipartimento

di Ingegneria Gestionale;• Formazione executive e programmi Master, erogati dal MIP.

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La School of Management

Gli Osservatori Digital Innovation

Gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano nascono nel 1999 con l’obiettivo di fare cultura in tutti i principali ambiti di Innovazione Digitale per favorire lo sviluppo del Paese.

La Vision che guida gli Osservatori è che l’Innovazione Digitale sia un fattore essenziale per lo sviluppo del Paese.

La Mission degli Osservatori è produrre e diffondere conoscenza sulle opportunità e gli impatti che le tecnologie digitali hanno su imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini, tramite modelli interpretativi basati su solide evidenze empiriche e spazi di confronto in-dipendenti, pre-competitivi e duraturi nel tempo, che aggregano la domanda e l’offerta di innovazione digitale in Italia.

Gli Osservatori sono oggi un punto di riferimento qualificato sull’innovazione digitale in Italia che integra attività di Ricerca, Comunicazione, Formazione e una Community sem-pre più ampia di professionisti.

I fattori distintivi I fattori distintivi che caratterizzano le attività degli Osservatori Digital Innovation sono

i se guenti:1. la Ricerca sui temi chiave dell’innovazione digitale, basata su solide metodologie (stu-

di di caso, survey, censimenti, quantificazioni di mercato, analisi bibliografiche, ...);

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La School of Management

2. la Community, composta da decisori e C-Level della domanda, dell’offerta e delle Isti-tuzioni, che collabora e sviluppa relazioni concrete nelle numerose occasioni di intera-zione;

3. la Comunicazione, finalizzata a raggiungere, attraverso Convegni, Media e Pubblica-zioni, il più ampio numero di persone, per diffondere buone pratiche, esperienze e cul-tura legata all’innovazione digitale;

4. la Formazione, che attraverso pubblicazioni, webinar e workshop premium del sito Os-servatori.net, rappresenta un canale unico per l’aggiornamento professionale sui temi chiave dell’innovazione digitale.

Gli Osservatori Digital Innovation (2015-2016)Gli Osservatori Digital Innovation sono classificabili in 3 macro categorie:1. Digital Trasformation, che include gli Osservatori che analizzano in modo trasver-

sale i processi di innovazione digitale che stanno profondamente trasformando il nostro Paese;

2. Digital Solutions, che raggruppa gli Osservatori che studiano in modo approfondi-to specifici ambiti applicativi e infrastrutturali relativi alle nuove tecnologie digi-tali;

3. Verticals, che comprende gli Osservatori che analizzano l’innovazione digitale in specifici settori o processi.

Digital Transformation: • Agenda Digitale• Digital Innovation Academy

• Startup Hi-tech• Startup Intelligence

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I risultati completi della Ricerca sono consultabili su www.osservatori.net

La digitalizzazione dell’industria: Italia, Work in ProgressCopyright © Politecnico di Milano | Dipartimento di Ingegneria Gestionale

La School of Management

Digital Solutions:• Big Data Analytics

& Business Intelligence • Cloud & ICT as a Service• eCommerce B2c • Enterprise Application

Governance

• Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione

• Gestione Progettazione e PLM (GeCo)

• Information Security & Privacy

• Internet of Things • Mobile B2c Strategy• Mobile Payment

& Commerce• Smart Working

Verticals:• Cloud nella PA • Digital Finance• Digital Innovation in

Arts & Cultural Heritage • Digital Insurance• eGovernment• Export • Gioco Online

• HR Innovation Practice• Innovazione Digitale

nel Retail• Innovazione Digitale

in Sanità• Innovazione Digitale

nel Turismo• Internet Media

• Mobile Banking• Professionisti e

Innovazione Digitale• Smart Manufacturing• Supply Chain Finance

Riportiamo di seguito alcuni Osservatori in parte correlati all’Osservatorio Smart Manufacturing:

• Big Data Analytics & Business Intelligence

• Cloud & ICT as a Service

• Gestione Progettazione e PLM (GeCo)• Internet of Things

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Le riprese dell’evento sono disponibili in video on demand su www.osservatori.net

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La School of Management

I numeri chiave del 2015• Formazione: 200 pubblicazioni con i risultati delle ricerche; 150 workshop e webinar;

archivio di 800 Pubblicazioni e 200 Eventi on demand.• Ricerca: 31 Osservatori; 5.000 casi; 80 Professori/Ricercatori/Analisti.• Network: 250 partner e sponsor; 145.000 contatti; 7.000 contatti C-Level; 15.000 parte-

cipanti agli Eventi.• Comunicazione: 200 Eventi; 4.000 Uscite stampa; 20.000 Report cartacei distribuiti;

25 Pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

Per maggiori informazioni si veda il sito www osservatori netSeguici anche su:

Startup BoostingGli Osservatori, con il progetto Startup Boosting, intendono giocare un ruolo sempre più

attivo nello stimolare la nascita e lo sviluppo di nuove avventure imprenditoriali in ambito di-gitale in Italia basate sull’innovazione nella convinzione che ciò rappresenti un ingrediente fondamentale per il rilancio della nostra economia.

Startup Boosting si pone l’obiettivo, nei diversi settori digitali, di identificare le idee di business e i progetti imprenditoriali più innovativi, che saranno supportati e seguiti nel loro sviluppo dalla School of Management del Politecnico di Milano.

Ogni mese vengono valutate le proposte pervenute.

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I risultati completi della Ricerca sono consultabili su www.osservatori.net

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La School of Management

MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business

Gli Osservatori Digital Innovation sono fortemente integrati con le attività formative della Scuola: nel senso che rappresentano un’importante sorgente per la produzione di materiale di insegnamento e di discussione per i corsi e traggono anche spesso linfa vitale dalle espe-rienze di coloro che partecipano ai corsi (in particolare a quelli post-universitari erogati dal MIP) o vi hanno partecipato nel passato.

In sinergia con gli Osservatori, il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business ha lanciato diverse iniziative nell’ambito Digital Innovation:

• Master Executive MBA con possibilità di scegliere il corso elective in ICT & Digital Business Transformation;

• Percorso Executive in Gestione Strategica dell’Innovazione Digitale;• Corsi brevi Digital Innovation.

Per maggiori informazioni si veda il sito www mip polimi it

Startup ProgramLo Startup Program è una delle iniziative dell’Entrepreneurship Academy, il programma

culturale del MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, volto a supportare startupper, imprenditori ed executive nello sviluppo di progetti imprenditoriali.

Il Corso si rivolge ad imprenditori di aziende appena nate (startup) e aspiranti imprenditori (startupper) ed è indicato anche per sviluppatori fortemente motivati all’attività imprenditoriale.

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Le riprese dell’evento sono disponibili in video on demand su www.osservatori.net

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La School of Management

Il programma ha l’obiettivo di supportare i partecipanti nella messa a punto del proprio progetto imprenditoriale, attraverso un alternarsi di lezioni in presenza, assignement da svol-gere a distanza, analisi di casi reali e testimonianze; contribuire allo sviluppo e al potenzia-mento delle “soft skill” rilevanti nel percorso imprenditoriale (innovazione, leadership, ne-goziazione e gestione dei conflitti, capacità di comunicazione e motivazione, empowerment, ecc.) attraverso specifiche attività di coaching; fornire un insieme di strumenti e metodolo-gie che possano aiutare lo startupper o l’imprenditore nell’analisi e nella gestione del proprio progetto imprenditoriale.

Per maggiori informazioni si veda il sito www mip polimi it

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Le riprese dell’evento sono disponibili in video on demand su www.osservatori.net

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I Sostenitori della Ricerca

Con il patrocinio di• Assolombarda

Partner• Dassault Systèmes• EFESO Consulting• HPE + Intel• Key2people + Intermedia Selection

• KPMG Advisory• Schneider Electric• Sirio & Speed Automazione + Var Group• TIM

Sponsor• 3 Italia • ABB• Advantech Europe BV• Decisyon• Gruppo sedApta• Holonix

• Innovative Digital eXperience• Moog• Olivetti• Siemens• TESISQUARE®

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www.osservatori.netI Sostenitori della Ricerca PARTNER

Dassault Systèmeswww.3ds.com/it

Dassault Systèmes, the 3DEXPERIENCE Company, mette a disposizione di aziende e persone universi virtuali nei quali immaginare innovazioni sostenibili.

L’azienda propone soluzioni evolute capaci di trasformare il modo in cui i prodotti vengono progettati, realizzati e gestiti.

Le soluzioni collaborative di Dassault Systèmes promuovono la “Social Innovation”, aumentando le possibilità che il mondo virtuale possa contribuire al miglioramento del mondo reale.

Il gruppo offre valore a oltre 200.000 aziende di tutte le dimensioni e in tutti i settori industriali, in oltre 140 Paesi.

CATIA, SOLIDWORKS, ENOVIA, DELMIA, SIMULIA, GEOVIA, EXALEAD, 3D VIA, 3DSWYM, BIOVIA e NETVIBES sono marchi di Dassault Systèmes per fornire applicazioni di business in 12 diverse industries.

Dassault Systèmes è dal 1999 leader mondiale del mercato Product Lifecycle Management ("PLM") (Progettazione, simulazione, produzione, collaborazione).

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Le riprese dell’evento sono disponibili in video on demand su www.osservatori.net

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Fondata nel 1980, EFESO Consulting è una società internazionale di consulenza manageriale specializzata in strategia ed orientata all’efficacia organizzativa e delle Operations.

Più di 900 programmi di trasformazione e miglioramento di grandi aziende vengono supportati con un esclusivo approccio “in tandem” da circa 400 consulenti, che operano da 27 uffici, attivi in più di 75 Paesi e di 40 nazionalità diverse.

“Migliorare i risultati di oggi e garantire i risultati di domani” è il nostro motto; la domanda principale è quanto velocemente si può progredire e come farlo al meglio e prima dei concorrenti, ma soprattutto come rendere il miglioramento sostenibile, attraverso lo sviluppo dell’organizzazione, in termini di competenze, leadership e coinvolgimento.

“Migliorare i risultati di oggi e garantire i risultati di domani” è possibile solo affrontando simultaneamente le tre dinamiche principali che condizionano il progredire: Value dynamics, Asset & Flow dynamics e Human dynamics.

• Le dinamiche di valore – Favorire la flessibilità, mantenen-do un chiaro legame tra le azioni e la prospettiva strategica;

• Le dinamiche operative – Implementare azioni specifiche per migliorare la performance in modo sostenibile, dando la spinta necessaria a progredire nelle Operations in termi-ni di efficacia di flussi ed efficienza delle risorse;

• Le dinamiche umane – Favorire in modo sistematico un approccio di lavoro in tandem al fine di creare le compe-tenze necessarie e garantire l’adesione alle nuove mentalità e comportamenti da parte di tutti.

Organizzati a livello mondiale attorno a una rete di esperti, i nostri consulenti uniscono esperienza pratica e competenze che abbracciano un’ampia varietà di settori.

Attraverso team di professionisti delle aree funzionali e di specialisti di settore, i clienti possono accedere e beneficiare di queste molteplici ed approfondite competenze multidisciplinari con ampio respiro internazionale, che assicurano risultati tangibili sia di breve che di lungo termine.

EFESO Consulting può vantare più del 90% di fidelizzazione dei clienti.

“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo” – Henry Ford.

EFESO Consulting ha la propria sede centrale in Francia, mentre la sede di Milano è in Via V.Monti, 47.

EFESO Consultingwww.efeso.com

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www.osservatori.netI Sostenitori della Ricerca PARTNER

HPE + Intelwww.hpe.com/it

Hewlett Packard Enterprise è un’azienda leader nel settore delle soluzioni tecnologiche che rende possibile ai clienti arrivare più lontano più velocemente.

Grazie al più completo portafoglio di offerta del settore, con soluzioni che spaziano dal cloud al data center fino alle applicazioni per il lavoro in mobilità, la nostra tecnologia e i nostri servizi aiutano clienti di tutto il mondo a rendere l'IT più efficiente, più produttivo e più sicuro.

Intel, leader mondiale nell'innovazione del computing, progetta e sviluppa le tecnologie essenziali alla base dei dispositivi informatici di tutto il mondo. Conosciuta dal grande pubblico principalmente per la produzione di microprocessori, l’azienda fa molto di più, innovando ai confini della tecnologia per consentire esperienze straordinarie sia oggi che in futuro, per tutti i settori del business e per ogni persona sulla terra.

Fondata nel 1968 per produrre dispositivi di memoria a semiconduttore, nel 1971 Intel ha introdotto il primo microprocessore del mondo. Grazie alla sua lunga storia, l’azienda continua ad ampliare il proprio campo d’azione, influenzando e potenziando il computing per migliorare la vita quotidiana di ogni persona. Con più di 100.000 dipendenti in 63 Paesi e clienti in oltre

120 Paesi, i prodotti e i servizi Intel creano le basi per invenzioni senza limiti.

Oggi Intel si è trasformata da un'azienda che serviva principalmente il settore dei PC ad una che potenzia anche la maggior parte dei data center di tutto il mondo, connettendo centinaia di milioni di dispositivi mobili e dell’Internet delle cose, ma anche contribuendo a mettere in sicurezza e proteggere i sistemi IT delle imprese e della pubblica amministrazione. In aggiunta, le ultime innovazioni stanno portando a dispositivi, oggetti e ambienti la capacità di comunicare, così come la percezione visiva, del tocco e della profondità, per renderli ancora più intelligenti e connessi. Oltre a produrre componenti essenziali per i dispositivi più apprezzati dagli utenti, Intel sfrutta la capacità del cloud e dell’Internet delle cose per innovare in interi settori e risolvere le sfide globali, come quelle nel campo dell’assistenza sanitaria, dell'agricoltura e del commercio.

Con un fatturato 2015 di 55,4 miliardi di dollari e più di 100mila dipendenti nel mondo, Intel ha investito dal 2001 ad oggi più di 100 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo. Gli Intel Labs, che si occupano delle attività di R&D di Intel, sono costituiti da oltre 7mila ricercatori e scienziati operanti in strutture situate in diversi paesi nel mondo.

In qualità di leader nell'ambito della responsabilità aziendale e della sostenibilità, Intel produce i primi microprocessori commercialmente disponibili al mondo che non impiegano minerali provenienti da zone di conflitto.

Ulteriori informazioni su Intel sono disponibili su newsroom.intel.it e blogs.intel.com; per informazioni sulle iniziative di Intel in merito all'utilizzo di materie prime non legate a conflitti è possibile consultare la pagina conflictfree.intel.com.

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Le riprese dell’evento sono disponibili in video on demand su www.osservatori.net

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Key2people Executive Search è stata fondata nel 2001. Rapidamente è divenuta la prima società italiana indipendente del settore; da alcuni anni è tra le prime tre società al vertice della ricerca executive in Italia.

Con oltre 40 professionisti, tra cui 10 partner e altrettanti consulenti, tre sedi, Milano, Roma e Padova, oggi key2people è riconosciuta come interlocutore autorevole sia dalle grandi multinazionali italiane e straniere, sia dalle medie aziende imprenditoriali.

Il nostro Gruppo si è arricchito nel 2002 di una società specializzata nella ricerca di middle management, Intermedia Selection che si avvale a sua volta di oltre 40 collaboratori tra consulenti e ricercatori.

Le nostre competenze distintive sono rappresentate:• Da un approccio alla ricerca e alla valutazione delle risor-

se fortemente guidato dalle strategie e priorità di business, con un’organizzazione per practice industriali, che valoriz-

za le competenze interne di settore;• Dall’appartenenza a un network internazionale, IIC

Partners, tra i primi otto al mondo, con una presenza in oltre 30 paesi in tutti i continenti, particolarmente quali-ficata nelle regioni in forte crescita (Asia e Sud America), i cui partner sono imprenditori molto integrati nelle cul-ture locali.

• Dall’offerta completa di servizi di: ‒ Assessment delle risorse interne dell’azienda ed eventua-le benchmarking con i profili più qualificati del mercato, attraverso una metodologia innovativa frutto anche di partnership internazionali;

‒ Ricerca integrata, comprendente anche il middle mana-gement, realizzata con l’approccio della ricerca diretta e specializzazione per settori industriali e per funzioni aziendali;

‒ Supporto alla Digital Transformation, con metodologie innovative proprietarie per la valutazione delle compe-tenze e del potenziale manageriale e digitale, per misurare la capacità di guidare il cambiamento digitale in azienda.

Key2people + Intermedia Selectionwww.key2people.com

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KPMG Advisorywww.kpmg.com/it

KPMG è una realtà multidisciplinare leader a livello globale nei servizi professionali alle imprese, Audit, Advisory e Tax & Legal, e attiva in 155 paesi del mondo, con oltre 174 mila professionisti.

In Italia da oltre 50 anni il Network KPMG accompagna i processi di crescita delle imprese del Paese. Oggi, con circa 3.500 professionisti, 26 sedi sull’intero territorio nazionale, oltre 5.000 clienti ed un portafoglio completo di servizi, che risponde alle necessità del mercato nazionale e internazionale, KPMG è la più importante ‘piattaforma’ di servizi professionali attiva nel Paese. Grazie ad un modello operativo integrato, il Network italiano di KPMG può contare sulla capacità di mobilitare in tempo reale il pensiero e le competenze disponibili su scala globale, operando in piena autonomia strategica e gestionale sul mercato nazionale.

KPMG Advisory, con 1.350 professionisti, è la società del Network KPMG leader di mercato in Italia nella consulenza direzionale alle imprese. La sua mission è trasformare la complessità in occasione di miglioramento e innovazione per il business delle imprese.

KPMG Advisory è una realtà profondamente compenetrata e attiva all’interno del tessuto economico nazionale, dall’Industria ai Servizi, dalla Finanza alla Pubblica Amministrazione, e focalizzata sui principali vettori del cambiamento: strategie, finanza straordinaria, processi e modelli organizzativi, piattaforme tecnologiche, gestione dei rischi e change management.

KPMG è al fianco delle aziende del settore manifatturiero sia nei percorsi di crescita sia nella ricerca continua di efficienza delle Operations con un approccio basato non solo sul cost cutting ma anche sull’innovazione e sul ricorso alle migliori tecnologie disponibili sul mercato.

Centri di Eccellenza nazionali e internazionali, metodologie e strumenti innovativi per migliorare le performance, conoscenza dei principali settori produttivi, modelli per prevenire e ottimizzare i rischi, strategie e soluzioni per avviare percorsi di crescita, approcci integrati per la digital transformation. I professionisti di KPMG Advisory fanno leva su competenze specialistiche di un Network multidisciplinare per supportare le imprese nell’assunzione di decisioni consapevoli, fornendo soluzioni ‘su misura’ secondo standard d’eccellenza omogenei su scala globale.

KPMG si propone anche di trasformare la conoscenza in valore per i clienti e per tutti gli altri stakeholder, le community di riferimento e i mercati finanziari. Per questo promuove, a livello nazionale ed internazionale, un’intensa attività di studi, ricerche ed analisi sui principali trend e sulle tematiche più innovative in ambito industriale, finanziario e nel settore pubblico.

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Schneider Electric è lo specialista globale nella gestione dell’energia e nell’automazione, con una presenza in oltre 100 paesi del mondo. Offre soluzioni integrate in diversi segmenti di mercato, con una posizione di leadership nei settori Building residenziale e non residenziale, industria e produttori di macchine, utility e infrastrutture, data center e reti. Il Gruppo, specializzato nel rendere l’energia sicura, affidabile, efficiente, produttiva e sostenibile, conta 160.000 dipendenti e nel 2015 ha raggiunto un fatturato di 26,6 miliardi di euro, grazie al suo impegno attivo nell’aiutare persone ed organizzazioni ad ottenere il massimo della propria energia.

Negli ultimi 10 anni il mondo dell’automazione ha attraversato grandi cambiamenti. L’aspetto più eclatante è legato all’evoluzione tecnologica. Mobility, cloud, Internet of Things, collaboration sono tutti fenomeni che 10 anni fa non esistevano o erano allo stato nascente, mentre oggi sono alla base di nuove soluzioni e architetture che hanno trasformato non solo le modalità operative, ma anche i modelli organizzativi e di business sia delle aziende dal lato dell’offerta – i costruttori di macchine, ma anche i player globali del settore come noi

– sia dal lato della domanda di automazione da parte delle industrie dei diversi settori.

Abbiamo affrontato questa evoluzione come una sfida da affidare alle nostre strutture di Ricerca e Sviluppo, ed anche come una sfida di mercato che ci ha condotto a rafforzare alleanze con i player del settore IT più importanti e a compiere scelte – quali l’acquisizione di Invensys nel 2014 – tali da consentirci di arricchire la nostra capacità di eccellenza in ambito industriale con tutti gli elementi necessari a proporre ai nostri clienti soluzioni che già oggi vedono protagonisti componenti connessi alla rete e connessi fra di loro: componenti intelligenti che ad esempio trasformano il modo di fare manutenzione negli impianti, o di tracciare i processi produttivi.

Le nostre soluzioni ci permettono di accompagnare i nostri clienti nella transizione verso la fabbrica del futuro, mettendo la tecnologia al servizio dell’efficienza e delle capacità operative.

Queste soluzioni si basano su tecnologie Internet standard ed aperte che consentono al sistema di controllo di accedere in modo sicuro a tutti gli elementi dell’impianto ed alle informazioni. È questa la premessa per sfruttare le potenzialità dei big data, degli analytics, della mobility e del cloud per ottenere i massimi risultati. L’intelligenza integrata nativamente nelle macchine e negli impianti permette alle aziende di ottenere vantaggi tangibili grazie a maggiore efficienza e profittabilità, cybersecurity più solida, capacità di innovazione, migliore gestione della sicurezza, delle performance e dell’impatto ambientale.

Schneider Electricwww.schneider-electric.it

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Sirio & Speed Automazione + Var Groupwww.vargroup.it

Var Group aiuta le imprese a disegnare l’evoluzione del proprio business. Realizziamo con i nostri clienti soluzioni che li rendono più competitivi. Il nostro valore sono le competenze, la capacità di modellarle, questo permette alle aziende di raggiungere i propri obiettivi. Le imprese si trovano di fronte a sfide sempre più complesse: devono poter contare su soluzioni innovative e specializzate. L’offerta Var Group trae la sua forza dall’integrazione di più elementi che si arricchiscono e si integrano reciprocamente, frutto del lavoro dei centri di competenza che operano in team per permettere agli imprenditori di innovare processi e strategie organizzative nelle aree: ERP, soluzioni di settore, analytics e intelligenza del dato, digital experience, soluzioni tecnologhe, networking, servizi gestiti, mobility, cloud computing, security, outsourcing, internet of things. Con un fatturato di 190 milioni di € al 30 aprile 2015, 750 dipendenti e una presenza su tutto il territorio italiano grazie a 23 sedi capillarmente distribuite, Var Group è uno dei principali partner per l’innovazione del settore ICT.

Sirio & Speed Automazione è l’Azienda di Var Group che con le sue competenze maturate in anni di esperienza nell’industria

propone soluzioni complete finalizzate ad incrementare l'efficienza dell'azienda grazie al conseguimento della completa integrazione del livello di automazione (macchine e sistemi produttivi) con il livello di gestione esecutiva dei processi di fabbrica (MES).

La proposta include il monitoraggio delle perfomance produttive attraverso la realizzazione di sistemi che permettono il calcolo di indicatori come: OEE, MME, produttività, disponibilità, analisi fermate e causali. L’approccio proposto mira all’acquisizione di dati e stati mediante l’integrazione diretta con i sistemi di automazione di bordo macchina riducendo al minimo le interazioni necessarie con gli operatori di linea. Avendo un’altissima propensione all' innovazione nelle soluzioni proposte possono essere incluse tecnologie abilitanti di nuova generazione tra le quali l’identificazione wireless (RFID attivi e passivi) ed il real time positioning (WiFi, BLE, …).

Per supportare i propri clienti ad affrontare la revisione dei loro processi ai fini dell’adozione dei nuovi paradigmi operativi introdotti con Industria 4.0 è stato reso disponibile un framework di proposta identificato Internet of Factory TM (brand registrato di SSA). Attraverso quest’architettura è possibile integrare dispositivi e macchinari dotati di tecnologie di generazione attuale o passata nei nuovi contesti creando in parallelo un ambiente per la realizzazione di “app” verticali a copertura dei diversi requisiti di business ed aprendo la porta a soluzioni estese utilizzanti l’IoT ed il cloud.

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Il Gruppo è la maggiore realtà ICT del Paese e partner tecnologico dell’Italia digitale. All’estero il punto di forza è il Brasile dove TIM Brasil è fra i principali player del mercato.

TIM, brand unico per l’offerta di servizi di comunicazione fissa e mobile, internet, contenuti digitali, servizi cloud, piattaforme e soluzioni digitali, mette a disposizione di tutti, consumatori, imprese e istituzioni, gli strumenti semplici e sicuri della nuova vita digitale.

Per lo sviluppo infrastrutturale e la digitalizzazione del Paese l’azienda continua ad investire prevedendo per il triennio 2016-2018 circa 6,7 miliardi di euro dedicati alle tecnologie innovative.

Obiettivo: portare in circa l’84% delle case l’ultrabroadband fisso (Fibra, NGN) e al 98% della popolazione quello mobile (4G, LTE). A marzo 2016, fibra e LTE raggiungono già rispettivamente il 45% delle case e il 92% della popolazione, la più estesa copertura nel Paese.

Per essere connessi, sempre, dovunque e da qualsiasi mezzo un portafoglio di servizi e contenuti digitali innovativi ed una ampia scelta di device e applicazioni: smartphone, tablet, decoder, apps e cloud. E di contenuti: musica, libri, giochi, video e molti altri contenuti premium, a partire dai grandi eventi sportivi, in costante aggiornamento. A semplificare la vita quotidiana nuove soluzioni: sistemi di pagamento elettronici, domotica, cartella clinica digitale e posta elettronica certificata per facilitare i rapporti con la sanità e la pubblica amministrazione, per la scuola lavagne multimediali e ambienti didattici web-based.

Per le imprese, soluzioni modulari e personalizzabili: piani tariffari convergenti, connettività ad alta velocità, un ampio set di applicazioni dalla gestione dati al controllo dei consumi energetici, piattaforme e soluzioni cloud evolute per la virtualizzazione di infrastrutture e applicazioni IT. Per professionisti e piccole imprese TIM Impresa Semplice ha sviluppato soluzioni avanzate che comprendono la Posta Elettronica certificata, la Firma Digitale, servizi per la “dematerializzazione” attraverso l’Archiviazione Documentale e la Fatturazione elettronica, insieme ad un’offerta di soluzioni IT incentrate sui servizi Cloud di Nuvola Store.

TIM Brasil conta 67,3 milioni di clienti ed una quota di mercato sulle linee del 26,1%. Anche in Brasile il focus è sullo sviluppo delle infrastrutture di nuova generazione, con investimenti sino a 14 miliardi di reais entro il 2018.

TIMwww.tim.it

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Internet of Things, Services and People: la visione di ABBMolte delle tecnologie di ABB di automazione avanzate

(dal controllo di impianto al Service remoto per il controllo di robot, dalla building automation alla raccolta dati per le reti elettriche) rientrano nell’ambito dell’Internet of Things (IoT).

Questa evoluzione è definita da ABB “Internet of Things, Services and People” (IoTSP), una concezione integrata dell’industria, fondata su tre elementi chiave.

Gli oggetti (Things), dotati di sensori e capacità di elaborazione informatica, in grado di comunicare tra loro. Questi dispositivi sono i componenti della “intranet industriale” che oggi, grazie alle nuove tecnologie di comunicazione e cloud computing, si sta trasformando nell’Internet industriale. I servizi (Services) diventeranno sempre più avanzati grazie alla migliore capacità di analisi dei dati, offrendo nuove possibilità di ottimizzare l’operatività. L’IoTSP è un’opportunità per introdurre nuovi modelli di servizio da definire insieme ai clienti, in un’ottica di miglioramento continuo. Le persone (People) manterranno il pieno controllo dei processi: avranno il potere decisionale, programmeranno e controlleranno tutte le attività eseguite dagli oggetti.

ABBnew.abb.com/it

3 Italia www.tre.it

3 Italia offre con il marchio “3” servizi di comunicazione, Internet veloce e TV in mobilità a più di 10 milioni di clienti. Da sempre l’azienda è all’avanguardia nello sviluppo delle tecnologie mobili di nuova generazione: “3” ha lanciato i primi servizi UMTS al mondo nel 2003 e ha sempre puntato sul mobile broadband come driver di crescita. Con un investimento di 15 miliardi di euro in innovazione, 3 Italia sta contribuendo allo sviluppo del Paese e alla riduzione del digital divide. L’azienda ha infatti portato la propria rete Internet veloce al 97% della popolazione e ha creato più di 10 mila posti di lavoro.

3 Italia è anche operatore televisivo digitale nazionale con La3, il canale TV in onda sul canale 163 di Sky, su la3tv.it, smartphone e tablet. Con un fatturato di quasi 2 miliardi di euro, 3 Italia fa parte del Gruppo CK Hutchison, compagnia tra le prime 500 nella classifica Fortune e una delle più grandi imprese quotate alla Borsa di Hong Kong. Attiva in diversi settori, dai porti al real estate, dalle infrastrutture all’energia, fino alla grande distribuzione e alle telecomunicazioni, CK Hutchison è presente in più di 50 Paesi con oltre 270 mila dipendenti e circa 50 miliardi di dollari di fatturato.

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Advantech Europe BVwww.advantech.it

Nata nel 1983, Advantech è un'azienda leader nell'offerta di prodotti e soluzioni per l'automazione industriale. Per realizzare la propria missione aziendale riassunta nel motto "Enabling an Intelligent Planet", Advantech collabora strettamente coi suoi partner tecnologici, tra cui Microsoft, Intel, 3S (Codesys) e Hilscher, realizzando così soluzioni per l’Industry 4.0 innovative e al tempo stesso affidabili.

Nel 2016 Advantech lancia il programma ARP (Application Ready Platform), la risposta concreta all’esigenza di avere un unico fornitore capace di offrire hardware di ultima generazione e sistemi software HMI (declinato in SCADA, Small HMI Interface, Real Time Control). Advantech ha chiamato queste soluzioni “WebAccess”.

In particolare la divisione Industrial IoT di Advantech, quale pioniere delle tecnologie di automazione industriale, focalizza la propria ricerca e sviluppo sulla risoluzione delle problematiche dei clienti, garantendo soluzioni efficaci e innovative.

Advantech offre una totale integrazione di sistemi, hardware, software e servizi di progettazione customizzati, assistenza logistica e supporto tecnico in tutto il mondo. Advantech è da sempre leader nello sviluppo e nella produzione di piattaforme caratterizzate da qualità e prestazioni elevate.

Decisyonwww.decisyon.com

Decisyon, Inc. è tra i principali fornitori di soluzioni analitiche per l'Industrial IoT. In particolare, offre ad aziende, produttori e brand di tutto il mondo l’unica piattaforma capace di costruire rapidamente applicazioni unificate intelligenti per l'Internet of Everything, collegando macchine, processi e persone in modo collaborativo.

Fondata nel 2005 a Latina, Decisyon ha raccolto 40 milioni di $ di finanziamenti da fondi di private equity Americani, l'investimento più elevato da oltreoceano verso una startup IT Italiana. Oggi Decisyon è basata a San Francisco, CA, e vende le proprie soluzioni negli USA e in Europa.

La piattaforma Decisyon è oggi utilizzata da più di 200 aziende a livello globale in svariati settori, dal farmaceutico al bancario, dall'energetico alle telecomunicazioni. Nel marzo del 2015 ha aderito all'Industrial Internet Consortium (IIC), organizzazione fondata da AT&T, Cisco, General Electric, IBM e Intel.

Decisyon è lo strumento più rapido per costruire sofisticate applicazioni analitiche in ambito Industria 4.0, che combinano funzionalità big data, cloud e collaborative fornendo all’utente un’esperienza unificata e rafforzando la capacità delle persone di prendere decisioni ed eseguire task e processi complessi.

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HOLONIX è uno dei 21 spin-off ufficiali del Politecnico di Milano e si occupa di efficientamento ed ottimizzazione dei processi produttivi.

L’obiettivo di Holonix è quello di supportare le aziende nell’innovare i loro prodotti, processi e servizi (produzione, logistica, manutenzione, assistenza etc.), implementando un approccio Internet of Things che liberi valore aggiunto nella conoscenza del ciclo di vita del prodotto.

HOLONIX offre ai clienti un’attività di consulenza e analisi di alto livello volta a mappare i processi produttivi, rilevando eventuali sacche di inefficienza e aree di miglioramento organizzativo.

Essenziale per Holonix l’attività di consulenza affinchè l’innovazione approntata sia a misura d’azienda nei tempi e nei modi da essa indicata.

L’innovazione apportata da Holonix abbraccia tutti i settori: dalla nautica, alla produzione industriale, dall’alimentare al chimico, dal manifatturiero all’automotive.

Holonixwww.holonix.it

sedApta è un Gruppo internazionale nato dall'aggregazione di aziende presenti in Italia, Germania, USA e Brasile con oltre 25 anni di esperienza nel Manufacturing IT. Più di 400 clienti distribuiti in 10 settori industriali si affidano a sedApta per ottimizzare la Supply Chain. La strategia di posizionamento di sedApta consiste nella costruzione di una rete di Value Adding Resellers che supporta sedApta ad indirizzare la Suite sedApta su nuovi mercati.

La Suite sedApta è una innovativa piattaforma S&OP che supporta il Change Management nei processi tipici di una Supply Chain evoluta:

• Previsione della domanda• Dimensionamento scorte• Pianificazione a capacità finita della produzione• Schedulazione e ottimizzazione sequenze di produzione• Raccolta dati di produzione, calcolo in tempo reale di KPsedApta ha fondato e incubato tre start-up:• Skillaware: supporto alla forza-lavoro durante l’inserimen-

to di nuove piattaforme e processi IT• Aryosa: orchestrazione, analisi, collaborazione ed esecu-

zione dei processi• Novigo: studio di algoritmi avanzati per l’ottimizzazione

della supply chain

Gruppo sedAptawww.sedapta.com/it

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Innovative Digital eXperiencewww.idxitaly.com

Internet delle Cose, Realtà Aumentata, Wearables: le nuove tecnologie di cui sentiamo parlare quasi ogni giorno, per contribuire al successo aziendale, devono integrarsi nelle infrastrutture digitali esistenti e sfruttare l’inestimabile bagaglio di informazioni accumulato dalle imprese nel corso del tempo.

Da questo assunto, deriva la mission di IDX – Innovative Digital eXperience: siamo una start up innovativa nata a Trieste nel 2014 per offrire soluzioni mobile industriali alle aziende manifatturiere. Ci siamo specializzati nello sviluppo di applicazioni che sfruttano realtà aumentata ed IoT per semplificare l’accesso alle informazioni e automatizzare i processi, con l’obiettivo di accrescere la produttività delle imprese.

Con un team dinamico, preparato e con anni di esperienza nella system integration, supportiamo le aziende nell’intraprendere percorsi di digital transformation che includono nuove tecnologie dirompenti e, grazie anche a partnership con player primari del settore IT, proponiamo soluzioni software avanzate e multipiattaforma dedicate a Field Service e Smart Manufacturing.

Moogwww.moog.it

Moog è un’azienda multinazionale che si occupa della progettazione, produzione e integrazione dei componenti e sistemi per il controllo di precisione del movimento.

Fondata nel 1951 negli USA oggi Moog conta ca. 11.000 dipendenti e ha sedi in 26 Paesi operando prevalentemente in cinque segmenti di mercato: Aeronautica, Aerospaziale, Medicale, Industriale e Difesa.

Nel 2015 ha raggiunto un fatturato di ca. 2,6 miliardi di dollari. L’Industrial Group di Moog progetta e costruisce soluzioni di controllo del movimento altamente performanti utilizzando tecnologie elettriche, idrauliche e ibride in vari settori, quali ad esempio le materie plastiche, la formatura dei metalli, la produzione di energia, i collaudi, i simulatori di volo, i sistemi di prova e il motorsport.

Moog è presente in Italia dal 1975 e si avvale di tre siti: due produttivi a Casella (GE) e a Bergamo e uno dedicato a R&D e supporto tecnico-commerciale alla clientela a Malnate (VA) che è anche la sede direzionale. La strategia di Moog è fornire soluzioni di motion control resistenti e affidabili, personalizzate per ogni singolo cliente.

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Siemenswww.siemens.com

Siemens PLM Software, business unit di Siemens Digital Factory Division, è leader nella fornitura di software, sistemi e servizi per la gestione del ciclo di vita dei prodotti (PLM) e la gestione delle attività produttive (MOM), con oltre nove milioni di licenze e più di 77.000 clienti in tutto il mondo. Con sede centrale a Plano, Texas, Siemens PLM Software collabora con i propri clienti per fornire soluzioni software industriali che aiutano le aziende a conseguire un vantaggio competitivo sostenibile sviluppando innovazioni reali e concrete.

In un mondo di prodotti intelligenti e connessi, in cui interi mercati possono svanire a causa di una singola innovazione, i produttori devono adottare un nuovo approccio al proprio business. Alcuni cercano di anticipare le tendenze raccogliendo dati sull'utilizzo dei prodotti e riutilizzandoli per la concezione di altri prodotti. Tuttavia, anche se l'obiettivo è chiaro, non è sempre facile da raggiungere. Proprio per questo la produzione, la fase di realizzazione dell'innovazione, costituisce un aspetto vitale in questa nuova era.

Riteniamo che i produttori debbano intrecciare digitalmente le fasi di concezione, realizzazione e utilizzo. Informatizzare non basta, poiché l'informatizzazione si limita a riprodurre i processi in forma digitale per consentire un miglioramento incrementale. I produttori devono digitalizzare. Con la digitalizzazione, il tessuto di conoscenze digitali si trasforma in un agente proattivo per la promozione del business. Con un'impresa digitale completamente automatizzata, i produttori hanno tutto ciò che serve per avviare o rispondere a un'innovazione rivoluzionaria.

Per realizzare prodotti innovativi e di successo, Siemens PLM Software fornisce soluzioni software per vari settori industriali, aerospaziale e difesa, automobilistico e dei trasporti, biomedicale e farmaceutico, elettronica e semiconduttori, energia e utilities, macchinari industriali, navale e prodotti di consumo, aiutando le aziende a raggiungere un vantaggio competitivo sostenibile, creando reale innovazione.

Olivettiwww.olivetti.it

Olivetti: il polo Digital del Gruppo Telecom Italia

Il Gruppo Olivetti è un marchio storico dell’industria italiana e anche una realtà rinnovata e in evoluzione. Alla fine di un percorso di ristrutturazione che ha rafforzato le competenze digitali della società e grazie alla presenza, al proprio interno, di realtà di eccellenza nell’ICT security quali “Telsy Elettronica e Telecomunicazioni” e “Trust Technology”, è oggi il polo Digital di Telecom Italia.

Olivetti si propone come Solution Provider con soluzioni chiavi in mano in grado di automatizzare processi e attività aziendali. Grazie al know how nei settori Machine to Machine, Internet of Things, Cloud Computing e multicanalità evoluta, presenta un posizionamento distintivo di competenze nei campi dell’innovazione digitale, operando in differenti settori strategici quali Smart Enterprise, Smart Retail, Smart Industrial, Digital School, Automotive e ICT Security. In questo modo contribuisce attivamente al processo di trasformazione digitale in atto nelle diverse industry.

Nel 2015 entrano a far parte del gruppo Olivetti due società leader dell’editoria didattica digitale e dell’Intelligent Transport System: Alfabook e W.A.Y.

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TESISQUARE®www.tesisquare.com

TESISQUARE® – where IT happens -, strategic vision di TESI SpA, è la piazza delle soluzioni software di tipo collaborativo. L’azienda è protagonista da 20 anni nel mondo dell’Information Technology, con oltre 250 persone impiegate ed un sistema d’offerta che copre le aree più critiche della gestione di diversi settori aziendali. TESISQUARE® offre consolidate soluzioni per la supply chain e per il transportation, che intercettano il nuovo paradigma della visibilità e collaborazione tra le imprese e tra i processi aziendali connessi. Oltre al presidio completo della supply chain, TESISQUARE® propone soluzioni per la gestione dei rischi aziendali e dei processi relativi alle risorse umane e servizi di Application Management. Punto di leadership aziendale è poi la visione integrata della dematerializzazione del ciclo ordine-pagamento e della digitalizzazione dei processi di business, con servizi EDI e soluzioni per la fatturazione e conservazione elettronica. TESISQUARE® ha inoltre sviluppato la prima piattaforma cloud “molti a molti”, il portale a servizio che consente di creare efficienza e valore attraverso la condivisione in tempo reale di informazioni e documenti.

TESISQUARE RETAIL, in ultimo, è la proposta dedicata al mondo della distribuzione, pensata per creare una reale collaborazione tra fornitori, distributori e consumatori, per crescere ed innovare insieme. L’esperienza ventennale nel settore ci ha permesso di acquisire competenze distintive, che ci hanno reso un partner affidabile nel tempo per i nostri clienti.

La sede storica dell’azienda è a Bra (CN), con altre unità operative a Milano, Roma, Torino e Padova. Attraverso l’apertura delle sedi di Amsterdam e Parigi, TESISQUARE® ha inoltre concretizzato il processo di espansione a livello internazionale.

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Assolombardawww.assolombarda.it

Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza è l’associazione delle imprese industriali e del terziario che operano nelle province di Milano, Lodi e Monza e Brianza.

È una delle organizzazioni imprenditoriali più antiche d’Italia e, per dimensioni, la più rappresentativa del sistema Confindustria.

Conta circa 6 mila imprese associate, nazionali e internazionali, piccole medie e grandi, produttrici di beni e servizi in tutti i settori, per un totale di oltre 320 mila dipendenti sul territorio di competenza.

Scopo dell’Associazione è lo sviluppo dell’industria e dell’imprenditorialità sul territorio.

A questo fine, favorisce la collaborazione tra le aziende associate e svolge un’azione di tutela e rappresentanza degli interessi delle imprese nei confronti delle Istituzioni, della Pubblica Amministrazione, del mondo politico e sindacale e della società in generale.

Si pone come punto di riferimento per i propri associati, fornendo inoltre un servizio di informazione e assistenza su tutti gli aspetti strategici e gestionali della vita aziendale.

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Copyright 2016 © Politecnico di Milano – Dipartimento di Ingegneria Gestionale Grafica: Osservatori Digital InnovationRealizzazione: Danilo Galasso, Emanuela Micello e Stefano ErbaStampa: Tipografia Litografia A. Scotti | www.ascotti.it

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