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LA’ DOVE COMINCIA IL CAMBIAMENTO Affinché non avvenga “che tutto cambi perché tutto rimanga come prima”

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Page 1: LA DOVE COMINCIA IL CAMBIAMENTO Affinché non avvenga che tutto cambi perché tutto rimanga come prima

LA’ DOVE COMINCIA IL CAMBIAMENTO

Affinché non avvenga “che tutto cambi perché tutto

rimanga come prima”

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• Durante un Corso AICQ per le Scuole, sfida dei docenti all’esperto Qualità :

-nella scuola l’individualismo prevale-nella scuola quindi la Q. “non è cosa”!

• Sfida dell’esperto: è un’ ipotesi; Qualità dice: va verificata

INSIEME (il termine sintetizza uno dei concetti centrali della Q.T,)

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Verifica della disponibilità docente a lavorare insieme

• Si forma un gruppo di lavoro comprendente docenti di quattro istituti superiori

• Utilizzando opportuni strumenti e principi della Qualità, esso progetta il percorso di verifica e le modalità operative

• L’obiettivo di verifica viene articolato in sottobiettivi molteplici, tali da consentire un’ampia rappresentazione delle posizioni

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Strumenti utilizzati e principi

• Un questionario elaborato dal gruppo, con item che coprono in dettaglio i sottobiettivi concordati

• Strumenti statistici per la lettura dei dati raccolti

• Modalità operative: concordate e comuni in tutti gli Istituti dei partecipanti

• Trasparenza e coinvolgimento negli stessi

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RISULTATOdella verifica

• L’ipotesi del gruppo risulta totalmente errata• Emerge invece:

il desiderio di lavorare insieme il rammarico degli ostacoli che lo

impediscono la consapevolezza di quali essi

siano e di quale natura

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REAZIONE del GRUPPO: progetto di contenimento di una delle criticità individuate

• Visto ciò, il gruppo decise di dare seguito all’iniziativa• Tra le cause impedenti dichiarate selezionò la

“incapacità a stabilire rapporti collaborativi “

• Procedendo secondo i dettami della Qualità esso pervenne all’ attivazione, negli Istituti coinvolti, nei due anni successivi,di un Corso di aggiornamento sul tema, tenuto da esperti selezionati dal gruppo su indagine di mercato

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CAMBIAMENTI realizzati in corso d’opera:

• Piccoli, ma basilari.

– Nei partecipanti: cambiamento di opinione e di disposizione

– Nelle Scuole: la modifica di utilizzo del piano di aggiornamento d’Istituto, finalizzandolo a soddisfare bisogni reali, sentiti e migliorativi (criterio allora assente e non richiesto dall’Istituzione).

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Fattori del cambiamento

• Nelle persone:• L’obbligo di aggiornamento imposto dal

Ministero ai docenti ha rappresentato lo sprone

• La curiosità verso il nuovo (tale all’epoca era la Q. per i più nella scuola) ha consentito l’incontro con la cultura della Qualità

• Lo spirito di sfida e la retrostante disponibilità hanno fatto il resto

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Fattori del cambiamento

• Relativi alle “virtù del metodo”– La capacità di traino delle esperienze

“sorprendenti”, che aprono a nuove possibilità e nuovi orizzonti

– L’aver utilizzato sequenze operative lineari, chiare, empiricamente finalizzate, prima semplice applicazione del classico MISURA,VALUTA,DECIDI

– Il potere “unificante” del metodo (cause -e non colpe-, dati di fatto, trasparenza, coinvolgimento, valorizzazione…)

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Invito alla META-LETTURA dell’esperienza presentata.

• Perché la scelta di una così modesta esperienza, in questo contesto e in questo momento

storico, in cui VALES e SNV pongono quesiti Qualità di ben più alti livelli e ampia portata?

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Altra esperienza

• Contesto:

Un progetto di sensibilizzazione alla Qualità, promosso da un Provveditorato agli studi ,rivolto a tutto il personale scolastico, docente e non, di due Istituti (un Liceo e una Scuola Media).

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Gruppo di lavoro dei bidelli della S.M.

• Situazione: • da parte degli ATA, individuazione dei clienti

dei propri processi lavorativi, della loro percezione sul servizio ricevuto e quindi delle loro aspettative .

• Erogato un questionario, emerge lo scontento sulla pulizia di alcuni ambienti comuni da parte degli alunni.

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Analisi sulla possibilità di miglioramento del servizio.

• Stilato un elenco compiti/tempi richiesti (primo momento dell’analisi di fattibilità),risulta impossibile incrementare il servizio.

Ci sono possibilità di altra natura?( Vedi il dettame Qualità: usare non solo tecnica

ma anche fantasia ed inventiva; guardarsi all’intorno ).

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Colpo di genio ATA

• Si decide che il problema verrà portato agli alunni, già coinvolti nell’esperienza tramite i questionari di customer satisfaction

• Essi vengono messi al corrente degli esiti dell’indagine conoscitiva, della criticità più rilevante tra quelle emerse e, conti fatti alla mano (dati di fatto), della impossibilità per parte ATA di soddisfare le attese in merito.

• Si propone loro di partecipare alla individuazione di possibili soluzioni.

• Gli alunni accettano, e subito comprendono che essi stessi rappresentano la risorsa mancante per la pianificazione di un' attività di miglioramento

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Ancora: INSIEME

Gli alunni individuano il che cosa spetti loro fare

I bidelli insegnano loro alcuni strumenti Qualità per progettare e pianificare l’attività di miglioramento

Dopo un mese, la situazione “pulizia delle parti comuni” è decisamente migliorata.

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CAMBIAMENTI prodotti nel corso di questa esperienza

• Gli alunni sono passati dalla categoria “clienti” a quella di “cofornitori di un servizio”– da utilizzatori esigenti (e talvolta irrispettosi) degli

ambienti, a soggetti responsabili e fieri dei loro successi

• Hanno inoltre appreso i primi rudimenti di un metodo, per disciplinare e strutturare la loro partecipazione ad un’attività condivisa

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Altri esiti dell’analisi ATA

• Nell’esame dei propri processi lavorativi, i bidelli selezionarono una criticità di grande rilevanza: le modalità di gestione, da parte loro, della quantità di informazioni da essi acquisite sugli alunni, sia mediante osservazione dei loro comportamenti fuori aula, sia per confidenze ricevute nei momenti liberi della vita d’Istituto.

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Modalità di gestione dei dati informali

• Interessantissimo il confronto tra gli ATA a tale proposito: stadio pre - brainstorming e Focus -grup: poco strutturato, ma ricco in forza di verità e senso di responsabilità.

- L’analisi successiva strutturò una ipotesi di percorso: gli Ata avrebbero dovuto fare propri i contenuti dei documenti di indirizzo educativo e comportamentale dell’Istituto e ad essi conformare i requisiti dei propri comportamenti e delle proprie parole, onde evitare soggettivismi svianti e contraddicenti.

- I’attività non poté però essere pianificata, per scadenza dei tempi contrattati.

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Cambiamenti nei bidelli

• Da insoddisfatti e frustrati, marginali e scollegati nei confronti dell’Istituzione,

• a integrati, consapevoli dell’importanza del loro ruolo (anche sotto l’aspetto educativo, quali cofornitori del servizio educativo); valorizzati, ma consapevoli della differenza dei ruoli e delle relative responsabilità.

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Ipotizzabili fattori del cambiamento

• L’incontro tra l’insoddisfazione dei protagonisti e le virtù insite nel metodo Qualità.

• La disponibilità intellettuale dei partecipanti

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Torniamo al titolo“Là dove comincia il cambiamento”

LA’: indica un luogo fisico(la città delle esperienze), indica una distanza cronologica (le esperienze presentate risalgono al 1995): ha quindi valore di riferimento storico

Indica però anche un luogo interiore, e un modo di operare volto a cercare e coinvolgere “quel”luogo.

Tale modo di operare produce quella che in AICQ scuola chiamiamo Qualità reale e sostanziale, tangibile ,pur nella loro modestia, nelle esperienze presentate

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“Il futuro ha un cuore antico”

• Una rilettura, alla luce del presente, di quelle e di altre esperienze analoghe, ci pone degli interrogativi e consente alcuni suggerimenti:

• In accompagnamento ai grandi impegni evolutivi che gli Organi Istituzionali stanno chiedendo alla scuola italiana nei prossimi anni

• non sarebbe opportuno incrementare e favorire, nella quotidianità lavorativa di tutti gli operatori scolastici, quei micro-cambiamenti resi possibili dall’esercizio della qualità?

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VANTAGGI ipotizzabili

• Stante la Qualità come cultura di riferimento dei cambiamenti in atto e in progetto da parte dell’Istituzione

• il suo diffondersi, se pure in maniera modesta, ma rigorosa, sentita e vitale, nella pratica delle varie professionalità scolastiche, consentirebbe negli Istituti:- - una sua interiorizzazione nei singoli soggetti– una salutare osmosi tra micro e macro

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Visione visionaria?

Occorreranno anni (ma il processo potrebbe venir accelerato ) affinchè la qualità nella Scuola divenga CULTURA, cioè un sistema di pensiero creduto con interiore convincimento, presente in ogni ambito del vivere, ampiamente condiviso:

pensare, decidere, agire come indica la Qualità sarà però davvero cultura solo quando diverrà usuale, spontaneo, quasi inconsapevole.

Ed è nostro convincimento che anche la Scuola, come ogni altro organismo sociale, potrà cambiare in meglio solo se il CAMBIAMENTO sarà di tipo CULTURALE.

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MISSION AICQdiffondere e sviluppare la cultura della qualità

• SVILUPPARE : andare oltre quanto già sperimentato ed assodato

• Spostare i “confini” della Qualità• Sondare campi nuovi e ideare nuove modalità

operative• Sperimentarne la rispondenza a bisogni

quanto più affinati

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Anna Ruggeri

• AICQ Piemonte

• Membro eletto del Consiglio direttivo del Settore AICQ Nazionale Education

• Tel 347-1399465• [email protected]