la famiglia galvani per o 150 del liceo galvani

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LA FAMIGLIA DEL GALVANI è l’associazione degli ex alunni e docenti del Liceo Ginnasio Luigi Galvani di Bologna, uno dei 10 licei più antichi d’Italia e con questa pubblicazione vuole ricordare le celebrazioni per la ricorrenza dei 150 anni dalla fondazione del liceo, avvenuta il 12 febbraio 1860

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Page 1: La Famiglia Galvani per o 150 del Liceo Galvani
Page 2: La Famiglia Galvani per o 150 del Liceo Galvani

Il Decreto Farini

Sommario

1. Il Decreto Farini

2. Guido Fanti, Socio Onorario

3. Gli Statutidella Famiglia del Galvani

4. Il Premio Biagi 2003 - 2010

5. Giorgio Napolitano:omaggio alle vittime

del terrorismo

6. Presentazione del libro “Solidarietà e utopia.

Bologna, gli Angeli del Fangoe le alluvioni del 1966”

LA FAMIGLIA DEL GALVANI è l ’as sociazione degli ex alunni e docenti del Liceo Ginnasio Luigi Galvani di Bologna, uno dei 10 licei più antichi d’Italia e con questa pubblicazione vuole ricordare le celebrazioni per la ricorrenza dei 150 anni dalla fondazione del l iceo, avvenuta i l 12 febbraio 1860.

La pagina del Decreto Farini è tratta da:“I Cento anni del Liceo Galvani”Cappelli Editore, 1961

Questa pubblicazione è stata curata da Enrico Bollino e Mario Pantano

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Nota biograficaGuido Fanti nasce a Bologna nel 1925, vive in città da sempre.Dopo la maturità classica nel 1943 al Liceo Galvani, partecipa come studen-

te universitario alla politica di ricostruzione con il gruppo dei giovani comunisti; quindi è nominato Segretario della Federazione provinciale del PCI.

Dal 1956 al 1970 viene eletto consigliere comunale per la città di Bologna ed è nominato Sindaco di Bologna nell’aprile del 1966, per sostituire il Sindaco della Liberazione Giuseppe Dozza dimessosi per motivi di salute, funzione che ricopre fino al 1970.

Attua il grande piano “progetto Bologna 2000”, per lo sviluppo della città di Bologna e del comprensorio, con il piano regolatore per il centro storico, l’edilizia

23 ottobre 2010Nomina del Senatore Guido Fanti a Socio Onorariodella Famiglia del Galvani

Fanti, sempre nel ’66, con Piero Bargellini nei giorni del-l’alluvione di Firenze

Fanti Presidente della Regione Emilia Romagnaeconomica e popolare, la salvaguardia della collina di immen-so valore naturale.Attua il decentramento introducendo i quartieri in collabora-zione con tutte le forze politiche.

Conferisce la cittadinanza onoraria al Cardinal Lercaro (nel novembre 1966, mese in cui partecipa come Sindaco con grandi contributi di uomini e mezzi ai soccorsi alla città di Firenze alluvionata).

Promuove il Fiera District con incarico all’architetto giap-ponese Kenzo Tange (che doveva vedere realizzate attorno alle torri nuove anche il fulcro della città universitaria) e propone Bologna come città di pace.

Nel luglio 1970 viene eletto Primo Presidente della neo-nata Regione Emilia-Romagna, per cui costruisce la struttura organizzativa e promuove sostanziali contenuti legislativi, tesi a una partecipazione dei cittadini sul territorio.

Viene eletto quindi dal 1976 al 1987 al Parlamento Nazionale per il PCI per i collegi di Bologna (dapprima alla Camera, dei Deputati, successivamente al Senato della Repubblica).

Dal 1979 al 1989 viene eletto per la circosrizione nordest al Parlamento Eu-ropeo, di cui diviene Vice Presidente nel 1984 e di cui è oggi Parlamentare ad honorem.

Attraverso il suo sito www.guidofanti.it propone interessanti progetti e stimoli al mondo politico e alla società civile bolognese, in particolare sui temi della città metropolitana e dello sviluppo sostenibile e delle infrastrutture regionali (es. il ba-cino del Po).

Per il libro “Solidarietà e utopia: Bologna, gli Angeli del Fango e le alluvioni del 1966” (Firenze e la Bassa Bolognese) Guido Fanti ha curato la prefazione e fornito materiale documentario originale di grande interesse.

Bologna, Liceo Ginnasio Lugi Galvani,23 0ttobre 2010 - 150° anniversario della Fondazione

Nel 1966 il sindaco Fanti conferisce la Cittadinanza Onoraria al Cardinale Lercaro

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Gli Statuti della Famiglia del Galvani

Sono qui riportati lo Statuto della Famiglia del Galvani del 1960 - le pagine sono tratte dal volume “I cento anni del Liceo Galvani” - e il relativo elenco dei soci.

Lo Statuto è stato poi aggiornato, nella forma oggi vigente, il 14 aprile 1989 presso il Notaio Luigi Malaguti (ex alunno) dai soci: Maria Rosa Buriani, Roberto Nannetti, Mario Pantano, Al-berto Piazzoli e Vittorio Prodi, che rilanciarono con nuova linfa l’Associazione, in collaborazione con l’allora Preside del Liceo prof. Giorgio Magnani.

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Queste pagine sono tratte da:“I Cento anni del Liceo Galvani”Cappelli Editore, 1961

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Bologna, 19 marzo 2002

Biagi MarcoDocente universitario, consulente del Ministero del Lavoro

Verso le 20.00 del 19 marzo 2002, Marco Biagi, arrivato alla stazione di Bolo-gna in treno da Modena, dove insegnava Diritto del Lavoro, prese la sua bicicletta per fare ritorno a casa. Giunto davanti al portone, fu ferito a morte da più colpi di arma da fuoco esplosigli contro da una delle almeno tre persone che lo attendevano nei pressi. Con una telefonata al “Resto del Carlino”, il delitto fu rivendicato dalle “Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente” (BR-PCC): la stessa sigla comparsa anni prima in occasione degli omicidi di Ezio Tarantelli, Lando Conti, Roberto Ruffilli e, nel 1999, in occasione dell’omicidio di Massimo D’Antona. Il prof. Biagi, consulente di diversi Ministri del Lavoro, era stato il “padre” del “Li-bro Bianco” sul lavoro del governo allora in carica e uno degli artefici, unitamente al prof. D’Antona, del “Patto sul lavoro” elaborato dai precedenti governi. Fu proprio il contributo offerto al dibattito sulle prospettive del mercato del lavoro nel nostro paese a fare del prof. Biagi un obiettivo privilegiato delle formazioni terroristiche che lo attaccarono come “autore e promotore delle linee e delle formulazioni legislative di un progetto di rimodellizzazione” del mercato del lavoro. Nel corso delle indagini emergerà che l’arma del delitto era stata usata anche nell’omicidio D’Antona. I pro-cessi accerteranno che l’omicidio era stato organizzato e compiuto da esponenti del gruppo terroristico che lo aveva rivendicato.

Nato a Bologna il 24 novembre 1950.Laureatosi in giurisprudenza, iniziò la carriera accademica nel 1974 quando diven-

tò contrattista di materie privatistiche presso la Facoltà di Giurisprudenza di Bologna e, in seguito, di Pisa e di Modena. Negli anni successivi, insegnò nell’Università della Calabria e nell’Università di Ferrara. Nel 1984 vinse il concorso a cattedra e fu chia-mato, come professore straordinario di Diritto del Lavoro e di Diritto Sindacale Ital-iano e Comparato, dall’Università di Modena. Nel 1987 divenne professore ordinario presso la medesima Università. All’inizio degli anni Novanta divenne consulente della Commissione Europea; dal 1994 fu Presidente dell’Associazione Italiana per lo Studio delle Relazioni Industriali e consulente dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Nel 1997 fu nominato Rappresentante del Governo nel Comitato per l’occupazione e il mercato del lavoro dell’Unione Europea, di cui, nel 1999, divenne Vice presidente. In quegli anni, fu Consigliere del Presidente del Consiglio Prodi e dei Ministri Treu, Bassolino e Piazza.

Dal 2001 fu consulente del Ministro del Welfare Maroni e del Presidente della Commissione Europea, Prodi.

Il brano su Marco Biagi e quello del Presidente della Repubblica (pagina a fianco) sono tratti da:“Per le vittime del terrorismo nell’Italia repubblicana”Ist. Poligrafico e Zecca dello Stato - Libreria dello Stato, 9 maggio 2008

Albo d’oro

2003Carlo Maria Oranges

2004Camilla Mazzanti

2005Sayuri Porelli

2006Federico Mazzacuva

2007Enrico Cantoni

2008Angelica Negrini

2009Erika Brini Raimondi

2010Caterina Moruzzi

LA FAMIGLIA DEL GALVANI ha istituito nel 2003 il Premio Marco Biagi, alunno del Galvani negli anni ’60, per onorarne la figura di scienziato e studioso impegnato per una società migliore.

Il Premio Biagi 2003 - 2010

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Nel riconoscere il 9 maggio, anniversario della barbara uccisione dell’onorevole Aldo Moro, quale “Giorno della memoria”, «al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice», il Parlamento italiano contemplava anche l’organizzazione di pubbliche cerimonie commemora-tive, di «momenti di ricordo dei fatti e di riflessione» (cito i passaggi essenziali del testo della legge istitutiva) che avessero per fine «di conservare, rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche».

È opportuno ricordare questo testo, scaturito da un ampio e approfondito di-battito e approvato quasi all’unanimità, nel momento in cui ci si accinge a dare inizio a un tale «momento di ricordo dei fatti e di riflessione».

Questa pubblicazione è solo un contributo parziale alla prima celebrazione del “Giorno della memoria” voluta dal Parlamento. Essa non abbraccia tutte le vicende e le figure cui intesero riferirsi i proponenti della legge istitutiva, e in particolare quelle degli italiani caduti all’estero nel corso di missioni volte a colpire il terrori-smo internazionale.

Ci siamo più specificamente proposti di colmare un vuoto, richiamando nomi e volti – purtroppo poco ricordati negli ultimi tempi e rimasti in larga parte sco-nosciuti ai più giovani – di vittime delle Brigate Rosse e di altre formazioni terro-ristiche, nel quadro di eventi tragici nella storia della nostra Repubblica, di cui le nuove generazioni non hanno memoria diretta. Ci siamo cioè proposti di rendere omaggio, nel modo più solenne, a tutti coloro – fossero essi semplici cittadini, umili e fedeli servitori dello Stato, o protagonisti della storia repubblicana, come lo fu l’onorevole Aldo Moro – che in quel contesto pagarono col sacrificio della loro vita i servigi resi alle istituzioni repubblicane.

Ci inchiniamo, più in generale, dinanzi ai caduti, in qualsiasi occasione, per la Patria, per la libertà e per la legalità democratica. Accomuniamo dunque nello stesso sentimento di riconoscenza le vittime dello stragismo, del terrorismo e della mafia, perché si tratta di persone che hanno tutte dato la vita per il bene della Repubblica. Noi non dimentichiamo, non vogliamo che venga mai dimenticato, il nostro debito nei loro confronti.

La battaglia contro la minaccia terroristica, da qualunque parte provenisse, fu vinta grazie al sacrificio – tra gli anni ‘60 e ‘80 dello scorso secolo – di coloro i cui nomi sono qui ricordati. Si è scelto il giorno dell’assassinio dell’onorevole Aldo Moro come il più emblematico di quella stagione di durissime prove. Sono rimaste impresse nel mio animo le tensioni di quelle sconvolgenti giornate, e innanzitutto le immagini degli uomini della scorta dell’onorevole Moro, che vennero trucidati nell’azione mirata al sequestro del Presidente della Democrazia Cristiana, perso-naggio chiave delle vicende politiche di quel tempo. Si è scelto il triste giorno del 9 maggio perché quella data, e quei tragici eventi del 1978, richiamano simbolica-mente anche il momento in cui tutte le forze politiche, senza eccezione alcuna, si unirono nella resistenza a quello che era e voleva essere un attentato “al cuore dello Stato”, come allora si disse.

Fu grazie a questo spirito unitario, alla coesione dimostrata di fronte alla sfida terroristica, che questa venne sconfitta. Lo stesso rapimento e infine l’uccisione di Aldo Moro segnarono il principio della fine delle Brigate Rosse, che si resero responsabili di quel crimine.

Ci auguriamo che questa pubblicazione risponda alle aspettative di tante fami-glie la cui vita venne spezzata e che meritano rispetto e solidarietà.

Il Presidente Napolitano rende omaggio alle vittime del terrorismo

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Comitato Bolognese angeli del [email protected]

c/o manager, viale oriani 52bologna - tel. 051.221232

la Famiglia del galvanivia castiglione 38 - 40124 bologna

presidenza@famigliadelgalvani. itwww.famigliadelgalvani. it

Maria IacuanielloEleonora Pantano

Enrico Bollino

Solidarietà e utopiaBologna, gli Angeli del Fango e le alluvioni del 1966

LA FAMIGLIA DEL GALVANI, associa-zione di ex alunni e docenti del Liceo Ginna-sio Luigi Galvani di Bologna, uno dei 10 licei più antichi d’Italia, con questo libro vuole ricordare e onorare tutti quegli studenti, tra cui anche il giovane Marco Biagi, che assieme ai loro insegnanti si impegnarono attivamen-te durante le alluvioni del 1966.

Con questo libro, edito da Clueb, il COMITATO BOLOGNESE ANGELI DEL FANGO, costituitosi nel 2006 per par-tecipare al Quarantennale dell’alluvione di Firenze e rinsaldare le amicizie nate in quel novembre del 1966, desidera ricordare ai gio-vani di oggi e alla città di Bologna una storia di grande solidarietà.

Migliaia di studenti e di cittadini bolognesi accorsero a Firenze e nella Bassa Bolognese sommerse dall’alluvione, per aiutare le popo-lazioni e contribuire a salvare dal fango uno dei patrimoni più importanti dell’umanità.

Vengono qui testimoniati, con una grafi-ca avvincente e una documentazione ricca e articolata, l’impegno generoso degli studenti, in particolare universitari, il coordinamento efficace dei soccorsi del loro organismo rap-presentativo (l’ORUB), lo sforzo solidale di Bologna manifestato da tutte le sue compo-nenti civili, militari, religiose, e la collabora-zione piena e costruttiva fra di esse, scevra da ogni polemica o voglia di primeggiare.

Lo spirito del tempo (terzo capitolo) com-pleta questo lavoro con saggi e contributi di notevole respiro e passione, che raccontano Bologna, i suoi giovani, la sua cultura efferve-scente, i valori, l’arte, la religione, le speranze e le utopie di quel periodo, intensamente vis-suto con e per gli altri.

Con saggi di:Carlo Monti, Fernando Bollino,Umberto Mazzone, Carlo Cassoli.

Coordinamento di Mario Pantanopromosso da

con i l contr ibuto di

con i l patrocinio di

Presentazione del libroSolidarietà e utopia.Bologna, gli Angeli del Fangoe le alluvioni del 1966

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