la guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · la guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75...

23
La guerra è sempre la stessa 1945 – 2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni delle classi terze IC MONTICELLO CONTE OTTO – scuola secondaria di primo grado –

Upload: others

Post on 17-Aug-2021

2 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

La guerra è sempre la stessa1945 – 2020

75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale…

Ricordi ed emozioni

a cura degli alunni delle classi terze

IC MONTICELLO CONTE OTTO

– scuola secondaria di primo grado –

Page 2: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Abitavo ai piedi della collina di Monte Berico, proprio sotto il Santuario, nella zona chiamata “Valletta del silenzio”. Allo scoppio della guerra ero una bambina di nove anni e avevo sette fratelli, cinque più grandi e due più piccoli. Con i primi bombardamenti gli uomini del paese iniziarono a costruire dei lunghi e profondi fossati nel terreno che al bisogno venivano coperti da frasche per nascondere la gente. Ben presto però si rivelarono poco sicuri e si preferì scappare nelle grotte del monte usate, in tempo di pace, come ghiacciaie. Un suono di sirena allertava le persone a raggiungere quei rifugi e di notte si rimaneva sempre vestiti per essere pronti a fuggire in caso di bombardamenti improvvisi. La paura era tanta e mio fratello piccolo piangeva spesso nel silenzio del rifugio tanto che le persone presenti, in preda alla paura, dicevano a mia madre di “ucciderlo”.

I bombardamenti si intensificarono da parte dell’aviazione alleata che mirava a distruggere obiettivi strategici come la stazione, i ponti, le fabbriche. La chiesa di Monte Berico fortunatamente non venne mai colpita. La nostra casa prese fuoco durante un bombardamento effettuato dagli americani con ordigni a mano chiamati “spezzoni”, allora fu appena possibile recuperare un po’ di cibo e gli oggetti più importanti, per un paio di notti dormimmo tra le rocce, nelle stalle e nei covoni di fieno.

Nel 1945 arrivarono gli americani che aiutarono gli alleati a scacciare i tedeschi e a liberare il popolo italiano, passavano con i loro camion per le strade dei paesi ormai distrutti e regalavano alla gente, in preda alla fame, stecche di cioccolato e qualche pacchetto di sigarette. Anche gli anni del dopo guerra sono stati difficili, c’era pochissimo cibo e poco lavoro . Quando ebbi sedici anni fui assunta a lavorare in uno stabilimento dove guadagnavo 30 lire al mese.

Gastaldon Davide dà voce ai ricordi della nonna Maria Anna Balbi (1931)

Page 3: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

La mia casa, vicino alla montagna, fu usata per ospitare un amico ferito che nascondemmo in cantina.Avevamo molto timore perché i soldati occupanti, che attraversavano l’Albania per poi recarsi acombattere in Grecia, spesso venivano a controllare se c’erano nemici nascosti e quando li trovavano nonesitavano ad ammazzarli. Per fortuna il mio amico non fu mai trovato. Io a diciott’anni andai inmontagna a combattere e alla fine della guerra, quando furono costruite nuove scuole, andai araccontare agli studenti le mie esperienze durante il periodo della guerra.

Baskhurti Kaltra dà voce ai ricordi del bisnonno Regep Goga (74 anni)

A Bolzano vicentino i tedeschi fecero cadere delle bombe su un treno merci carico di zucchero, moltepersone corsero a prenderlo ma venivano allontanate dai soldati che ad un certo punto spararono su diloro. Io non fui ferito ma una mia amica rimase uccisa.

Boschin Elia dà voce alla bisnonna Livia Pacagnella (1913) con la storia raccontata dalla nonna Giovanna

Fui fatto prigioniero dai tedeschi, la fame era tanta e quando si poteva rubavamo le bucce di patatedate in pasto agli animali, per poi mangiarle. Tornai nella casa di Bolzano vicentino a guerra finita,percorrendo il viaggio a piedi dalla Germania.

Boschin Elia dà voce al bisnonno Gelindo Perin (1912) con la storia raccontata dalla nonna Giovanna

Page 4: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

La mia famiglia era stata sfollata a Monte Crocetta, in provincia di Vicenza, due mesi prima che la

guerra terminasse. Quando fu dichiarata la fine del conflitto, i tedeschi, passando nel borgo, vennero colpiti dal lancio di sassi di alcuni ragazzi. Offesi da quel gesto reagirono con ferocia costringendo alcuni giovani uomini a mettersi al muro per essere fucilati. Mio fratello Pino fu tra quelli e per colpa di quella vendetta crudele persero la vita.

Castillo Leone dà voce alla bisnonna Albertina Rossi con la storia raccontata dalla mamma Angela

I tedeschi bombardarono la frontiera russa nel luglio del 1941 e iniziò la guerra anche per me. I combattimenti continuarono per tre anni. A Stalingrado, durante una battaglia, una bomba sollevò così tanta terra che fui sepolto e liberato poi da un amico appena in tempo per essere salvo. Nel 1944 fui catturato e portato in Austria, in un campo per prigionieri militari dove rimasi fino al 1946 nonostante la guerra fosse finita. Tornai a casa, in Russia, a piedi seppur ferito ad una gamba e in seguito ricevetti una medaglia d’onore.

Ceroni Sofia e Davide danno voce al nonno Arhip Eriomin con la storia raccontata dalla mamma Laryssa

Page 5: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Era il ’44, i bombardamenti su Vicenza si erano intensificati e come tante persone si correva verso i rifugi per trovare riparo. Durante uno di questi momenti di grande paura e confusione scivolai a terra mentre mia madre mi teneva sottobraccio ma prontamente e con grande forza mi risollevò in fretta e continuò a correre verso il rifugio.

Concion Noemi e Matteo Zorzato danno voce ai ricordi del nonno Otello Zorzato (77 anni)

Si combatteva per non morire di fame, si era molto poveri. Quando passavano gli aerei a bombardare si correva nel bunker costruito sotto le abitazioni e si rimaneva lì ad aspettare per molte ore.

D’Elia Maria Rosa dà voce ai ricordi della bisnonna Rosina Mulè (94 anni)

Sono nata nel 1941 e cresciuta in un piccolo paese di campagna del veronese. Mio padre aveva figli troppo piccoli e non venne chiamato alle armi. Nascondeva però alcuni partigiani nel fienile quando erano di passaggio pur sapendo del rischio che correva tutta la famiglia. In seguito la casa venne occupata da una truppa tedesca. L’ufficiale, che era ferito si sistemò nel tinello mentre i soldati si accamparono nel fienile e quando mi intrufolavo per curiosare mi offrivano biscotti e sorrisi. Ricordo quando un aereo volò a bassa quota mentre giocavo in giardino e iniziò una scarica di proiettili con la mitraglietta che mi immobilizzò dalla paura. Mia madre venne a prendermi nonostante gli spari ininterrotti e mi portò al rifugio.

Da Soghe Lara lucia dà voce ai ricordi della nonna Scolaro Gabriella (1941)

Page 6: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

A Milano si soffriva molto la fame, molte persone sopravvivevano grazie al contrabbando di cibo e merci. Vivevo vicino a Porta Magenta e un giorno venne bombardato il magazzino di materassi della ditta di famiglia provocando un grande incendio che distrusse lana e crine. Allora i miei genitori decisero di mandare me e mia sorella presso alcuni parenti che abitavano a Monza mentre gli altri quattro miei fratelli rimasero a Milano. In quei giorni, poco lontano da casa, in piazzale Baracea, era avvenuto uno scontro tra fascisti e partigiani con la morte di sei persone.

Da Soghe Lara Lucia dà voce ai ricordi del nonno materno Pierangelo Casiraghi (1941)

Sentivo i caccia bombardieri sorvolare le abitazioni di sera e le persone, dentro le loro case, stavano con le luci spente per paura che le bombe colpissero le case. Di giorno se l’allarme partiva si correva veloci al rifugio. Una volta finiti i bombardamenti si riprendeva l’attività di sempre, quasi con normalità.

Ferraro Beatrice dà voce ai ricordi del nonno Angelo Barcaro

Era il 1943, avevo diciassette anni, il Ghana era ancora dominato dagli inglesi e molti militari passavano per i villaggi, cercavano giovani di buona corporatura da arruolare come combattenti nell’esercito britannico in Europa. Per paura di essere preso mi nascondevo tutto il giorno nei boschi insieme a mio fratello e alcuni amici. Tornavamo a casa solo di sera quando i militari inglesi se ne andavano dal paese. Un giorno mio fratello maggiore fu preso e portato in Europa. Fortunatamente sopravvissuto alla guerra è riuscito a ritornare a casa.

Folajin Jennifer dà voce ai ricordi del nonno James Folajin (93 anni)

Page 7: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Ci nascondevamo in cantina per sfuggire ai tedeschi, io ero incinta e arrivò il giorno del parto proprio quando ero nel rifugio. Mio padre anche se c’era il coprifuoco dovette andare in cerca della levatrice. Nacque Aurora che sopravvisse con fatica solo fino al nono mese di vita a causa delle sue deboli condizioni di salute, la carenza di cibo e le scarse condizioni igieniche.

Fusco Raffaella dà voce alla nonna della vicina di casa Stefania

Mi trovavo in Kosovo, giovanissimo fui imprigionato dagli italiani senza tuttavia rischiare la vita. Con loro imparai la lingua e feci anche amicizia. Fu una fortuna essere prigioniero degli italiani. A differenza dei tedeschi che uccidevano tante persone, mi presero a cuore e mi salvai. Continuai a parlare italiano anche dopo la fine della guerra.

Jovanovic Luka dà voce al bisnonno Rista Lopacanin (1912-2012) con la storia raccontata dal papà Radosav

Ero un bambino e ricordo ciò che mio padre mi raccontò della fine della guerra. I carrarmati degli americani passavano per Vicenza, i tedeschi durante la ritirata si fermavano a mangiare nelle case dei contadini, mia madre stessa diede loro da mangiare quel poco che aveva. Durante i giorni della ritirata venimmo a sapere che nella fattoria dei vicini furono uccisi dei tedeschi per vendetta.

Levio Riccardo dà voce ai ricordi del nonno Gianni Levio (1942)

Page 8: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Le ronde delle camice nere, che con modi aggressivi e violenti passavano al setaccio il paese per

trovare i partigiani, mettevano molta paura. Il suono delle sirene annunciava l’inizio dei bombardamenti e un giorno poco lontana da casa la ferrovia fu presa come obiettivo. Le truppe tedesche allestirono un commando proprio in centro al paese e mia mamma dovette andare a lavorare nelle loro cucine, insieme ad altre donne, così facendo riusciva a procurare un po’ di cibo per la famiglia. I treni erano spesso carichi di munizioni, cannoni e soldati tedeschi. Mi capitò anche di veder passare un treno con carrozze sigillate e sentivo al loro interno persone che parlavano e bambini che piangevano. Arrivarono molte persone sfollate dai loro paesi, traumatizzate da quello che i fascisti e i tedeschi avevano fatto alla gente. Arrivarono anche gli americani che stabilirono un loro commando. I partigiani scendevano dalle colline per aiutare gli alleati a catturare le persone che avevano collaborato con i tedeschi. Le donne che si erano macchiate di collaborazionismo venivano umiliate con il taglio dei capelli.

Micheli Lucia dà voce ai ricordi della nonna

In paese girava una vettura “Topolino” diretta a Villa Curti occupata dai tedeschi quando un aereo americano iniziò a mitragliarla. I militari tedeschi abbandonarono l’automobile e si rifugiarono a casa nostra fuggendo poi dal retro verso i campi. Noi ci proteggemmo sotto il tavolo perché gli americani continuavano a mitragliare e mio padre Mario che voleva uscire per capire cosa stesse succedendo fu trattenuto per il braccio da mia madre. La casa venne colpita pesantemente e rimase per molto tempo piena di buchi.

Morello Alessandro dà voce ai ricordi della nonna Rosina Savio (1939)

Page 9: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Svolgevo il ruolo di soldato semplice, trasportatore di acqua, durante le guerre che coinvolsero l’Italia in Etiopia ed Eritrea. Era un lavoro molto pericoloso visto il bene prezioso che trasportavo e rischiavo la vita ogni giorno. Sono stato lontano dalla famiglia per sette anni.

Oliver Linda dà voce al bisnonno Giustino (1916-1967) con la storia raccontata da nonno Santino

Dopo l’armistizio dell’8 settembre fuggii dai tedeschi e percorsi la strada a piedi rifugiandomi nelle case che mi offrivano ospitalità, fino a raggiungere la mia famiglia a Frosinone.

Oliver Linda dà voce al bisnonno Amerigo (1914-1993) con la storia raccontata da nonna Rosetta

Pochi mesi dopo il mio matrimonio mi arruolai nella cavalleria di Pinerolo. Un giorno fui fatto salire con l’inganno su un treno, insieme ai miei commilitoni, che pareva dovesse portarci in un nuovo campo militare ma dopo alcune giornate di viaggio ci si accorse che il treno era diretto in Germania. Giungemmo in un campo di lavoro dove ci fu chiesto di scegliere se servire l’esercito tedesco oppure lavorare come prigionieri e la maggior parte di noi scelse la prigionia. Per non cedere alla disperazione iniziai a scrivere un diario dove annotavo quello che facevamo durante il giorno e lo scrissi per tutti e tre gli anni in cui fui prigioniero.

Petrella Lorenzo dà voce al bisnonno Sirio Quaranta con la storia scritta nel suo diario di guerra

Nel ’43, a Cuneo, durante la mia permanenza nell’esercito scrissi a casa numerose missive per mantenere i contatti con i miei cari ma in famiglia molte di quelle lettere non arrivarono mai e le notizie che giunsero furono spesso incerte. Secondo alcune testimonianze fui deportato e in un tentativo di fuga, fucilato dai tedeschi.

Petrella Lorenzo dà voce alla storia scritta nelle lettere alla famiglia del bisnonno Di Gregorio

Page 10: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

La città di Vicenza all’arrivo degli alleati era distrutta in molte zone, soprattutto lungo la ferrovia e l’aeroporto, a causa dei continui bombardamenti. Numerose persone furono colpite durante le incursioni aeree e tra queste un caro amico e compagno di giochi. Le giornate erano molto difficili, bisognava trovare cibo per mangiare, i giovani si nascondevano per non essere catturati dai tedeschi e deportati in Germania a lavorare, molte famiglie erano costrette ad abbandonare le proprie case e rifugiarsi in campagna contando sull’ospitalità di parenti e amici.

Piemonte Viola dà voce alla bisnonna Maria (1929) con la storia raccontata dalla mamma Silvia Boscolo

Ero destinato alle camere a gas, prigioniero in un campo tra la Germania e la Polonia. Un soldato tedesco doveva decidere la mia sorte e mi interrogò chiedendomi perché portassi i baffi. Sapendo che prima o poi dovevo morire gli risposi che volevo assomigliare a Hitler e questa frase mi salvò. Fui mandato a lavorare nelle cucine. Finita la guerra tornai a casa e tenni i baffi per tutta la mia esistenza.

Riello Giovanni dà voce ad Alfredo Nizzetto con la storia raccontata dalla nonna Iole Cibotto

Mio figlio Hanz faceva parte delle SS, l’esercito nazista tedesco. Un giorno tornò a casa e non trovando pronta la cena mi costrinse a mettermi sotto il materasso, poi inizio a saltare sopra di esso con io sotto che gridavo. Un altro giorno entrò in casa lanciando un acido come se volesse fare un esperimento. Non lo riconoscevo più, non era mia stato così aggressivo, la guerra lo aveva molto cambiato.

Riello Thomas dà voce ai ricordi della bisnonna Olga Veronesi

Page 11: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Nel ’40 avevo sette anni, ricordo che mio zio era in guerra e tutta la famiglia era in pena per lui. Si ascoltava la radio per avere notizie, attraverso lettera potevamo invece comunicare con lo zio anche se la destinazione d’arrivo non era certa. Il suono della sirena fischiava in continuazione per avvisare la popolazione che presto sarebbero iniziati i bombardamenti, allora tutti scappavano nei rifugi costruiti appositamente per nasconderci e proteggerci.

Rodrigues Isabella dà voce ai ricordi del nonno Mario Bonetto (87 anni)

Abitavo a Vicenza in contrà S. Lucia, ero piccola quando vedevo gli aerei sorvolare il cielo e lanciare “caramelle”, così’ chiamavo le bombe. Un giorno gli aerei stavano passavano, ne contai almeno sei, quando qualcuno mi strattonò e mi costrinse a correre verso il rifugio antiaereo. Un’altra volta, in piazza Matteotti davanti al museo civico, vidi alcuni uomini con le mani legate dietro la schiena e il volto insanguinato, mia madre mi coprì gli occhi perché non voleva che vedessi tutto ciò. Alla fine della guerra gli americani lanciavano vere caramelle, cioccolato e gomme da masticare a noi bambini. Mio padre faceva parte del movimento anarchico, era antifascista e venne mandato al campo di concentramento di Dachau nel 1942 come prigioniero politico.

Francesco Zausa dà voce ai ricordi della nonna Maria Vezzara (1941)

Page 12: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Durante la seconda guerra mondiale ero molto piccola, abitavo con la famiglia a Grumolo delle

Abadesse e ricordo che la padrona di casa ci chiese di cederla ai tedeschi così da costringere tutti noi ad abitare per un po’ di tempo presso i nonni. Mio papà possedeva una bottega da fabbro e fu costretto, per colpa dei tedeschi, a chiuderla. Quando il commando tedesco cambiò postazione tutta la famiglia riuscì a rientrare nella casa. Con l’arrivo degli americani mia mamma lavava per loro i panni e in cambio otteneva zucchero, caffè e cioccolata. La paura era tanta ma c’era anche tanta miseria.

Arnaldi Federico dà voce ai ricordi della nonna Carraro Liana (1941)

Avevo appena cinque anni quando una notte mi svegliai di soprassalto, spaventato da un forte rumore e da una forte scossa, quasi come ci fosse un terremoto. Uscito di casa con tutta la famiglia per capire cosa stesse succedendo, fui meravigliato nel vedere che la città di Vicenza era in fiamme. Anche nella stazione ferroviaria del paese scoppiò una bomba lanciata sui vagoni colmi di benzina e petrolio. Presa dal panico la gente correva verso i campi che separano Cavazzale da Vigardolo e Monticello e noi fummo accolti in casa da alcuni contadini conoscenti, dove erano ospitati anche dei partigiani. In altre situazioni mi trovai molte volte a poca distanza dalle bombe farfalla, ordigni pericolosissimi sempre pronti ad esplodere.

Benvegnù Elisa dà voce ai ricordi del nonno Mirto Lubian (1938)

Page 13: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

La mia casa era spaziosa e agiata, il primo piano venne occupato dai tedeschi con grande sgomento iniziale di tutta la famiglia che presto imparò a convivere con loro. In particolare vi era un soldato tedesco che mi aveva preso in simpatia perché gli ricordavo la figlioletta che da troppo tempo non vedeva a causa della guerra. Un giorno stavo per essere investita da un automezzo militare e fui tratta in salvo proprio da lui che in quell’azione rimase ferito al piede. Quando gli americani iniziarono ad arrivare per liberarci, con molto dolore, zoppicando, si diede alla fuga ma fu presto catturato e ucciso a Bolzano Vicentino da un presunto partigiano.

Bonollo Alessandro dà voce alla nonna Bianca Gianna Guglielmi (82 anni) con la storia raccontata dalla mamma Annadora Fioravanzo

Era il 1945, avevo sei anni e abitavo a Bolzano Vicentino. Un giorno i tedeschi entrarono in casa minacciando di morte la mia famiglia se non avessero ottenuto ospitalità. La sera c’era molta paura al passaggio di un aeroplano denominato “Pippo”, che bombardava le abitazioni dalle quali filtrava la luce. Il parroco di Bolzano nelle preghiere esortava i partigiani a non colpire i tedeschi per paura di rappresaglie e di altre feroci reazioni nei confronti della popolazione.

Cattelan Alessandro dà voce ai ricordi della nonna Maria Sandini (1939)

Si aveva poco da mangiare e per ricevere un poco di cibo serviva una tessera. Quando suonava la sirena tutti uscivano dalle case per rifugiarsi nel bunker o nel campanile della chiesa; i soldati passavano per le strade e i bambini avevano molta paura quando bussavano alle porte delle abitazioni e chiedevano di fermarsi a dormire. In paese era presente un commando di tedeschi alloggiato dove c’era il teatro Roi e il comandante nazista del plotone un giorno passò con il treno nella stazione di Cavazzale.

Cervato Nicola dà voce alla storia raccontata da Ceron Josè Maria

Page 14: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Vivevo a Vicenza con i genitori e le sorelle, quando iniziarono i bombardamenti ci rifugiammo a piedi a Vivaro in casa di parenti dove dormivamo tutti insieme su materassi riposti sopra il pavimento del salotto. Lavoravo già all’età di tredici anni e mi spostavo da Vivaro a Vicenza con la “vaccamora” che a volte veniva presa a tiro dalle mitragliatrici. Non c’era molto cibo e mangiavo spesso patate cotte sulla cenere o quel poco che l’orto produceva. Avevo un fidanzato con il quale spesso mi interrogavo sul futuro e la possibilità di sposarsi, purtroppo morì giovane a causa di una malattia ai reni. Uno dei bombardamenti più terribili fu quello di S. Bortolo, di notte, mentre ero a casa della nonna. L’indomani ci fu una strage causata dalle bombe a spillo buttate dagli americani e in seguito, quando i tedeschi mandarono molti lavoranti a chiudere le buche ci fu un nuovo bombardamento che causò altri numerosi morti. Durante la permanenza a casa dei parenti di Vivaro la mamma si preoccupava di allattare anche i bambini neonati non suoi che avevano bisogno di nutrimento. Trai tanti accadimenti terribili però ce ne fu uno bello: la nascita della sorellina Silvana.

Coltro Giorgia dà voce ai ricordi della prozia Lina (1923)

Passeggiavo con mio figlio Eugenio durante un pomeriggio dei “sabato fascista” per il quale veniva richiesto il saluto romano quando si incontrava qualcuno. Essendo io socialista non gradivo scambiare i miei saluti con quella regola preferendo fare provocatoriamente il gesto “dell’ombrellino”. I carabinieri presenti sulla strada mi videro e ritennero quel saluto offensivo tanto che fui portato in caserma. Dovetti in qualche modo giustificarmi per non essere arrestato perciò dissi che durante un combattimento nella I guerra avevo perso la mano destra e che riuscivo a porgere i miei saluti solo in quel modo. I carabinieri mi lasciarono andare.

Coltro Giorgia dà voce al bisnonno Anselmo con la storia raccontata dal papà Davide Coltro (52 anni)

Stavo tornando da scuola quando, lungo la strada di S. Bortolo vidi numerose persone a terra, morte a causa delle bombe a spillo lanciate dagli americani. Quelle immagini mi fecero pedalare molto velocemente verso casa. Avevo 14 anni e mi trovavo per strada con la bici quando incontrai i tedeschi che volevano prendermi e mandarmi a chiudere le buche create dallo scoppio delle bombe cadute lungo la strada dell’aeroporto. Ai loro richiami feci finta di non sentire e quella volta pedalai più veloce che potevo verso casa.

Coltro Giorgia dà voce ai ricordi del nonno Eugenio Coltro (1930)

Page 15: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

La mia casa, una piccola fattoria in campagna, si trovava a Montebello, nel quartiere Selva. Avevamo mucche, galline e altri animali da cui si poteva ricavare cibo per tutta la famiglia e, in caso di bisogno, aiutare anche altre famiglie. Una parte del raccolto bisognava tuttavia cederla allo stato e ai tedeschi. Mia mamma possedeva una macchina da cucire di marca tedesca “Singer” che fu nascosta dal papà in una buca scavata nel terreno per non permettere ai tedeschi di requisirla. In quel periodo di guerra veniva richiesto molto coraggio e a volte mi veniva da piangere.

Dal Monte Samantha dà voce ai ricordi della bisnonna Maria Fattori (1925)

La guerra fu un’esperienza terribile, la mia era una famiglia numerosa, eravamo in otto fratelli e sorelle e anche se mio padre aveva un paio di campi la fame era sempre tanta. Con la resa dell’8 settembre la situazione fu anche peggio, molti soldati furono fatti prigionieri e mandati in Germania, molti uomini abili al lavoro furono reclutati e i fascisti facevano continue retate in cerca di giovani adatti alle armi. Mio fratello Vittorio, che lavorava al campo di aviazione di Vicenza per chiudere le buche dopo i bombardamenti, si trovò nel mezzo di una nuova incursione aerea degli alleati che causò centinaia di vittime, lui si salvò buttandosi nel Bacchiglione. Un giorno d’estate del ’44 i fascisti piombarono a casa e presero mio fratello Bortolo. Lungo la strada, mentre si fermarono per rinfrescarsi, Bortolo chiese di poter bere dell’acqua nella casa vicina riuscendo a fuggire nei campi retrostanti. I fascisti tornarono da noi minacciando di bruciare tutto per rappresaglia. Mia madre, con molto coraggio, disse che la colpa era loro se Bortolo era scappato poi, sentendosi minacciata, corse a mettere in salvo il raccolto di frumento. I fascisti non tornarono, mio fratello rimase nascosto nei pagliai di alcune case sicure e in seguito si nascose in un buco profondo vicino al Tesina scavato insieme ad altri amici. Non fu mai denunciato.

Di Prima Sofia dà voce ai ricordi della nonna Rosina Menin (1928)

Page 16: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

A casa c’era la paura che il papà potesse andare in guerra ma visto che era un tecnico fu utilizzato per lavorare in una fabbrica che produceva materiale per l’esercito tedesco. Vicino alla stazione di Cavazzale ci fu uno scontro tra aerei nemici e quello tedesco fu abbattuto. Fu bombardato anche un treno che trasportava zucchero e tutti, con il martello in mano, correvano a prendersi un po’ di quello che rimaneva, quasi tutto bruciato. Mia sorella riuscì a prenderne alcuni chili, non era certamente buono ma poteva servire, la gente si accontentava di poco. Nei giorni della ritirata i tedeschi passavano, erano tanti, anche a bordo di camionette mentre quelli che erano accampati dietro il teatro Roi diedero fuoco ai motori dei carri armati.

Ferrando Arianna dà voce ai ricordi del nonno Giuseppe Zanella (80 anni)

Ero una “giovane italiana”, dovevo obbedire a mio padre e partecipare al “sabato fascista” insieme a molte ragazze e molti ragazzi in divisa da balilla. Si ballava e si facevano vari tipi di concorsi.

Ferrando Arianna dà voce alla nonna Adele Capponi con la storia raccontata dal papà Daniele (55 anni)

Spesso suonava l’allarme e tutti dovevano nascondersi sotto un cumulo di paglia alto tre, quattro metri. Facevo il pane in casa, lo mettevo in un cesto appeso ai ganci del soffitto, quando arrivavano i tedeschi non si poteva parlare, non si riusciva a intuire cosa chiedessero e si offriva loro il pane per paura che ci facessero del male.

Frasson Sara dà voce ai ricordi della nonna Anna Maria Tezza (1939)

Page 17: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Quando suonava l’allarme i genitori gridavano - forza Francesco, sta arrivando Pippo, dobbiamo nasconderci -. O ogni due tre case c’era un rifugio, una specie di bunker nel quale ci si trovava in tanti e si aspettava in silenzio che Pippo sorvolasse la zona, spesso si sentivano le bombe cadere anche molto vicino.

Frasson Sara dà voce ai ricordi del nonno Francesco Frasson (1939)

Insegnavo come maestra, per riscaldare la classe c’erano stufe di cotto e ogni alunno al mattino portava da casa un pezzo di legna da ardere; salivo sul monte in bicicletta, ci mettevo qualche ora, tutti i giorni, con qualsiasi tempo.

Frasson Sara dà voce alla bisnonna Tosca (1921) con la storia raccontata dalla nonna Piera Coero

Si viveva alla giornata, abitavo con i genitori e altri quattro fratelli vicino alla caserma e spesso vedevo i soldati illuminare il cielo anche di notte per controllare se vi fossero aerei nemici. Mio padre aveva passato due guerre. Si era sposato giovane e abitava insieme a tanti fratelli e sorelle in una casa molto piccola, c’era poco cibo , pochi soldi, molta paura. Per proteggersi dalle bombe lanciate dal caccia bombardiere Pippo era stato costruito un bunker e tutti si rifugiavano lì. Un giorno durante un fuggi fuggi al rifugio, il fratellino ultimo nato era rimasto nel lettino e fu ritrovato incolume dopo lo scampato pericolo.

Lain Alma Linda dà voce ai ricordi della nonna Leda Merlo

Nel ’43 vicino alla stazione arrivò un treno carico di militari tedeschi che si fermarono tre giorni. Davano soldi a noi bambini per avere del vino e ci minacciavano con la pistola. Un giorno durante l’appello mancava un tedesco e tutta la famiglia fu minacciata di morte, rinchiusa dentro casa con del fieno attorno pronto per essere acceso. Fortunatamente un tedesco riuscì a trovare quello che sembrava disperso ma che in realtà era ubriaco sotto un treno. Anche i fascisti facevano paura perché continuavano a cercare tra le case chi poteva nascondersi come partigiano.

Lain Alma dà voce a Adelina Cavaggion (1937) con la storia raccontata dalla nonna

Page 18: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Durante la fase finale della seconda guerra mondiale combattevo nella lotta di liberazione insieme alla mia fidanzata che poi divenne mia moglie. Ho sempre cercato di proteggerla perché avevo paura che potesse succederle qualcosa di terribile.

Loviso Valentina dà voce ai ricordi del bisnonno Vincenzo Briscese con la storia raccontata dal nonno Antonio

Era una delle tante sere in cui si sentiva la solita sirena che annunciava l’arrivo di Pippo l’aereo bombardiere e tutti correvano al rifugio.

Manuzzato Andrea dà voce ai ricordi della nonna Catterina Magnaguagno

Quando si sentiva il rumore degli aerei avanzare la gente correva a nascondersi nella stalla, lì si pregava affinché non succedesse niente e quando sembrava che tutto fosse passato si tornava dentro le proprie case ringraziando Dio. Un giorno alcuni vicini di casa catturarono un giovane soldato tedesco di circa vent’anni. Lo tennero legato nella stalla, indecisi se liberarlo oppure ucciderlo. La mamma che era molto religiosa propose di liberarlo con la speranza che riuscisse a ritornare salvo al suo paese.

Pezza Giorgia, dà voce alla bisnonna Angela Sartori (1898) con la storia raccontata dalla mamma EmmalisaMeneghello

Page 19: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Abitavo a pochi chilometri dalla stazione di Cologna Veneta e quando fu bombardata la mia famiglia si nascose per due notti nel rifugio costruito sotto terra. I bombardamenti erano numerosi e due cugine rimasero ferite gravemente dalle schegge al braccio e al fianco. Durante il giorno si vedevano passare truppe di soldati tedeschi e un anziano parente purtroppo fu spettatore di una fucilazione nella quale due persone morirono con spasmi atroci. La vita era dura, si dormiva tutti insieme in una stanza, anche sul pavimento, con le pareti coperte da sacchi di granaglia per evitare che arrivassero schegge.

Ranzan Desirè dà voce ai ricordi della zia Teresa Muraro (1938)

Ricordo che nella campagna vicino alla casa arrivò un cecoslovacco per nascondersi tra i campi e le famiglie gli diedero protezione. I fascisti cercavano i disertori dal servizio militare e in uno di questi rastrellamenti portarono via mio padre che fortunatamente venne rilasciato il giorno dopo perché vecchio. Nel ’43 il fratello Angelo che aveva 17 anni fu costretto ad arruolarsi riuscendo a tenere la corrispondenza con la madre. Un giorno fuggì e si nascose per molto tempo da parenti a Sossano. Durante la ritirata le truppe di tedeschi obbligavano le famiglie a dar loro ospitalità, il bovaro che lavorava in famiglia fu costretto a trascinare i loro camion con i buoi fino a Noventa.

Ranzan Desirè dà voce ai ricordi dello zio Tarcisio Valente (1935)

In famiglia si nascondevano cereali e biancheria perché non fossero sequestrati dai soldati tedeschi, dietro casa mio padre aveva scavato una trincea come riparo dai bombardamenti notturni, durante il coprifuoco ma anche come nascondiglio per evitare di essere reclutato per il TODT. Si aiutavano i partigiani di passaggio dando del cibo. Da piccolo ero un balilla, vestivo con casacca nera, pantaloncini verdi, copricapo e fascia, durante le sfilate fasciste avevo anche un fucile di legno, a scuola erano frequenti le adunate nelle quali parlava il segretario comunale del fascio.

Ranzan Desirè dà voce ai ricordi dello zio Ferdinando Valente (1933)

Page 20: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Ricordo che ospitammo quattro ebrei per un breve periodo e successivamente fummo informati della loro uccisione; anche quattro paracadutisti inglesi si nascosero in casa nostra e si unirono poi ai partigiani. Lo zio invece fu mandato a combattere in Russia.

Ranzan Desirè dà voce ai ricordi della zia Idelma Salvi (1937)

Durante la guerra un soldato nemico mi sparò in testa ma poichè portavo un cappello molto grande il proiettile non mi ferì, la mano invece fu colpita da una baionetta. Ai tedeschi servivano molti uomini per farli lavorare. Io insieme ad altri fui salvato dagli americani poco prima di essere deportato nelle camere a gas.

Spagnolo Ilaria dà voce al bisnonno Silvano De Mas Micheluto (1924) con la storia raccontata da Naomi e Natascia Spagnolo

All’epoca della seconda guerra ero una ragazzina e non andavo a scuola, frequentavo un corso di cucito e durante gli spostamenti in bicicletta, quando passavano gli aerei che bombardavano, dovevo buttarmi nel fosso più vicino per trovare protezione. Spesso arrivavano soldati tedeschi in ispezione, erano cordiali e gentili e capitava che aiutassero i civili al bisogno. In particolare un soldato giovane che passava sovente a casa raccontava a noi di quanto gli mancasse la sua famiglia e della voglia che aveva di ritornare al suo paese. Mia sorella un giorno non stava bene, aveva l’occhio gonfio e non riusciva a vedere bene, i tedeschi l’hanno medicata presso l’ infermeria che si trovava alla scuola elementare occupata da loro.

Vadalà Noemi dà voce ai ricordi della nonna Iride Borgoglio (1927)

Page 21: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Alla fine della strada dove vivevo era allestito un accampamento dei tedeschi che, oltre ad essere una base logistica, serviva anche per il controllo dei pedoni e dei mezzi di trasporto. Ero un bambino di corporatura esile e probabilmente destavo tenerezza, ogni volta che passavo dalle parti dell’accampamento i soldati mi davano da mangiare ed io, che ero sempre affamato, non rifiutavo ciò che mi offrivano.

Guerra Tommaso dà voce al nonno Menin Pio (1935) con la storia raccontata dalla mamma Daniela

Con i ragazzi del paese andavo di notte, di nascosto, a prendere dei rami per far fuoco, scaldarsi o cucinare qualcosa. Quando fu bombardata Vicenza mi trovavo con alcuni amici lungo la ferrovia della linea Vicenza-Treviso, dove sostavano i convogli tedeschi, col tentativo di recuperare cibo e vestiti. Quella notte, durante il bombardamento dell’aeroporto di Vicenza, alcuni di noi stavano proprio sopra un vagone e riuscirono fortunatamente ad abbandonarlo appena in tempo mettendosi in salvo prima che fosse bombardato e distrutto.

Guerra Tommaso dà voce ai al nonno paterno Guerra Bruno (1931) con la storia raccontata dalla mamma Daniela

Nella fase di ritirata i tedeschi cercavano disperatamente cibo e vestiti civili. Un giorno tutte le donne e i bambini del paese si rifugiarono in un magazzino che serviva da rifugio. Poco dopo furono presi in ostaggio dai soldati che tuttavia, impietositi di fronte alla loro paura, li lasciarono andare. Le ristrettezze economiche erano pesanti e il cibo sempre molto scarso.

GuerraTommaso dà voce ai ricordi della nonna Bortolaso Pina (1932)

Page 22: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

Al tempo della guerra c’era molta miseria, la mia era una famiglia di contadini, avevamo campi e animali da stalla, in questo modo c’era cibo sufficiente per tutti. Mio padre fu arruolato e mandato a combattere in Russia dove fu preso prigioniero, trascorrendo sette lunghi anni in quel paese anche a guerra finita. Ricordo che i tedeschi durante la ritirata si impossessarono di mucche, cavalli, maiali e presero tutto ciò che potevano dai campi.

Ziggiotto Sofia dà voce ai ricordi della nonna Elda Meneghello (75 anni)

Durante tutto il tempo della guerra si soffriva la fame, il cibo era povero, mancava lo zucchero, il caffè, che veniva sostituito con frumento macinato. Si ascoltava Radio Londra che trasmetteva notizie degli alleati ma bisognava stare attendi a non farsi scoprire.

Ziggiotto Sofia dà voce ai ricordi del vicino di casa Pasinato Giuseppe (80 anni)

Guerra in Cecenia 1992 -1993

Si passò improvvisamente da una vita tranquilla a giornate “nere”, nessuna fabbrica produceva più, solo i forni del pane lavoravano per cibare le persone, i ragazzi giovani partirono per la guerra e molte famiglie furono costrette a lasciare le proprie abitazioni per il pericolo costante delle incursioni dei soldati che arrivavano e saccheggiavano ogni cosa. Un giorno mi trovavo all’aperto con i miei amici a giocare quando una trentina di razzi iniziarono a cadere ed esplodere poco lontano. Scappai subito a casa dove era stato costruito un rifugio nascosto e sicuro. I soldati ceceni erano i più temuti per la loro mancanza di umanità infatti uccidevano chiunque senza pietà. Insieme ai vicini di casa organizzammo una fuga con il gommone ma essendo in troppi fu deciso di mandare prima le donne e bambini, io salii insieme a mia sorella di quindici anni, a mio fratello di un anno e alla nonna mentre i miei genitori rimasero al paese. Vennero catturati dai soldati e costretti a cedere soldi e averi in cambio della vita. Dopo due mesi furono liberati in cambio di soldi e beni preziosi che altri parenti avevano mandato. Nel settembre del ’93 quando ormai pensavamo che i nostri genitori fossero morti riuscimmo a capire che potevamo ritornare a casa e riabbracciarli.

Kvaratskhelia Sofia dà voce alla storia raccontata dal papà Jhon (37 anni)

Page 23: La guerra è sempre la stessa · 2020. 5. 28. · La guerra è sempre la stessa 1945 –2020 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale… Ricordi ed emozioni a cura degli alunni

La guerra è sempre la stessa

Si ringraziano tutte le studentesse e gli studenti delle classi terze

che con la loro preziosa ricerca hanno reso possibile la raccolta

e la verbalizzazione delle testimonianze realizzate attraverso

l’intervista di nonni, bisnonni, parenti e amici.

Mantenere viva la memoria di chi ormai appartiene

alla generazione passata o magari non c’è più,

custodirne il valore…

diventano così un

bene collettivo irrinunciabile

IC MONTICELLO CONTE OTTO

– scuola secondaria di primo grado –

a.s. 2019 - 2020