la leadership dell'anima: come divenire la miglior versione di te di francesco ferzini

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La Leadership dell'Anima Come divenire la miglior versione di te modificando le tue reazioni emotive e il tuo atteggiamento mentale. FRANCESCO FERZINI francescoferzini.ch

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La Leadership dell'AnimaCome divenire la miglior versione di te

modificando le tue reazioni emotive e il tuo atteggiamento mentale.

FRANCESCO FERZINI

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Essere non ha niente a che fare con la conoscenza. Non riguarda laconoscenza: non dovete conoscere. Non riguarda l'imparare: siete quiper disimparare, finche un giorno capirete di non sapere niente. Sapetesoltanto ciò in cui credete, ciò che avete imparato, e scoprite che non èla verità. Socrate, uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, ci mise tutta

la vita per arrivare a dire: "so di non sapere".

Don Miguel Ruiz

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La realtà artificiale Siamo sempre talmente di fretta che ci dimentichiamo anche di vivere. I nostripensieri, le immagini che passano per la nostra mente, e le nostre emozioni sonospesso fuori controllo.

Viviamo la vita in modo passivo e reattivo.

Talvolta, siamo come una barchetta in mezzo al mare, in mezzo ad una tempesta dipensieri ed emozioni.

Viviamo in una realtà artificiale e virtuale dominata da un sistema di credenzealtamente ramificato. Ci siamo allontanati da noi stessi e dalla nostra puraessenza, dalla nostra autenticità. Curiamo molto la nostra apparenza el'esteriorità, e indossiamo molte maschere, nascondendo il nostro vero volto dalpalcoscenico della nostra vita quotidiana.

La realtà artificiale è la nostra interpretazione della percezione della realtà. In altreparole, è quello che siamo soliti credere sia la realtà, una realtà dettata dalla nostrapersonalità condizionata. Dai nostri condizionamenti.

Oltre a ciò, ci distanziamo ancor più da noi stessi immergendoci quotidianamente inaltre dimensioni, come ad esempio, la realtà virtuale alla quale accediamo grazie atutta la tecnologia che abbiamo a disposizione ed ai nuovi media.

Paradossalmente, viviamo la nostra realtà in realtà poco reali. Poco autentiche.

Eppure, quando siamo nati godevamo della purezza della nostra autenticità, dellanostra unicità, della nostra individualità, della libera espressione di noi stessi.

Siamo nati liberi.

Siamo nati senza ego, senza condizionamenti, senza limiti, senza confini, e con unaillimitata capacità di imparare.

E adesso?

Dobbiamo essere sinceri con noi stessi: abbiamo seppellito la nostra unicità, il nostrovero volto, sotto una miriade di maschere sociali (che indossiamo all'occasione).Indossiamo talmente tante maschere da aver dimenticato chi siamo davvero e checosa vogliamo, in quanto ci siamo identificati in ciò che crediamo di essere.

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Ma cosa significa tutto questo?

Per meglio comprendere ciò, è utile partire dal principio: dalla nostra nascita. Anzi,ancor prima.

Vari studi e ricerche hanno confermato che siamo in grado di percepire le emozioni,le sensazioni, e gli stati d'animo della mamma e di chi la circonda ancor prima dellanascita, quando siamo nel grembo materno.

Percepiamo le preoccupazioni, i pensieri, le emozioni, gli stati d'animo della mammae di chi ci circonda.

Percepiamo…

Si formano in noi delle impressioni mnemoniche.

Se ci pensiamo, duemila anni fa, ai tempi di Gesù e degli Esseni, vi era una accuratapreparazione per l'arrivo delle nuove anime sulla Terra.

Oggigiorno, vi è diffusa ignoranza in tal senso.

Servono certificati, diplomi, lauree, master, e dottorati per fare qualsiasi mestiere manon quello più importante di tutti: quello dei genitori.

Il nutrimento che riceve il nascituro non deve essere visto solo in chiave alimentare efisica, ma anche da un punto di vista più sottile. Uno scorretto nutrimento in tal sensoè parimenti dannoso ad una alimentazione sconsigliata...

Tralasciando il fenomeno della metempsicosi (o reincarnazione), quandonasciamo, la nostra purezza ha praticamente già subito degli imprintingmnemonici (impressioni che abbiamo immagazzinato nel nostro inconscio) oltre alleeredità di informazioni genetiche che ci vengono tramandate e trasmesse.

Possiamo però dir che siamo in uno stato di purezza e di collegamento alla Fonte,anche se qualche piccola macchiolina comincia a manifestarsi in noi. La nascita, intal senso, può essere abbastanza traumatica per un'anima. Soprattutto nel caso diun rifiuto da parte di uno dei genitori, o entrambe ed altre casistiche affini.L'impreparazione e l'ignoranza delle dinamiche sottili può rendere davvero pocopiacevole "l'atterraggio" di una nuova anima nell'esistere della Terra!

Da quando veniamo al mondo, siamo praticamente inconscio sino all'età di 7 annicirca.

Siamo come una spugna che assorbe ogni cosa dall'ambiente circostante.

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Inizialmente, il mondo che conosciamo è piccolino e corrisponde ai nostri famigliari.Poi, ampliamo le nostre vedute.

Subentra quindi il nostro ego (che in greco antico significa "Io"). Piccini piccini, nonsapevamo nulla. Come se un velo fosse calato su di noi. Non sapevamo neanchecome ci chiamavamo se per questo. Poi iniziamo ad imparare…

Impariamo "mamma"… "papà"… e via di seguito. Impariamo come ci chiamiamo ediniziamo a sviluppare il nostro ego…

"Io mi chiamo Francesco"… "quello è mio"… "quello non è mio"…

In un processo di (sistematica) inculturazione, ci vengono trasmessi insegnamenti edinformazioni. Parallelamente, modelliamo gli altri (soprattutto le figure genitoriali equelle che rappresentano per noi un'autorità) per imparare.

Impariamo.

Impariamo tramite le informazioni di cui ci nutriamo. Queste in-formazioni non sonoperò mai neutre. Prendono forma dentro di noi.

Prendono la forma di pensieri, opinioni, idee, schemi di pensiero, credenze, econvinzioni che agiscono nella nostra interiorità.

Impariamo tramite un processo associativo (anche illogico!).

Impariamo attraverso un sistema di punizioni e ricompense.

Impariamo tramite dei rinforzi: se siamo stati bravi riceviamo una ricompensa, sesiamo stati cattivi veniamo puniti.

Impariamo che cosa significa essere bravi, o cattivi.

Impariamo i valori, le regole, e le credenze altrui.

Scopriamo presto che non possiamo essere davvero noi stessi. Dobbiamo esserecome vogliono gli altri. Ci viene insegnato ad essere, e quando non ci vieneinsegnato siamo noi che modelliamo qualcuno per imparare.

Nella maggior parte dei casi, scendiamo a compromesso con noi stessi. Un po' perpaura, un po' per il fatto che ci rendiamo conto che non possiamo essere autentici,un po' perché accettiamo ciò che ci viene detto e lo interiorizziamo, impariamo acompiacere gli altri e soffochiamo la nostra vera natura. Abbandoniamo la nostralibertà personale per essere conformi al panorama socio-culturale in cui cresciamo.

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All'età di circa 7 anni, periodo che coincide con l'inizio delle scuole dell'obbligo, sicrea poi quello che viene solitamente definito fattore critico. Non siamo piùsolamente inconscio, si crea una specie di barriera che separa la parte inconsciadella nostra mente, dalla parte conscia.

Con l'inizio delle scuole, ci viene richiesto di far lavorare maggiormente la nostraparte raziocinante. Iniziamo ad imparare la matematica, le poesie a memoria, lastoria, et cetera.

La nostra parte creativa viene soffocata dal raziocinio.

Continuiamo ad assorbire informazioni in modo passivo. Immettiamo dati. Liscarichiamo in noi, proprio come succede per un computer.

Di norma, crediamo a tutto ciò che ci viene proferito dai maestri, senza mettere maiin dubbio la validità dei contenuti che sorbiamo, né tantomeno l'autorità che ci in-forma. Crediamo ciecamente a ciò che ci viene insegnato e proferito.

Come da programma, veniamo imbottiti di dati spesso triviali e in-formazioni chenulla hanno a che vedere con le qualità che servono al giorno d'oggi come lacreatività, la fiducia in sé stessi, il coraggio, la leadership, la responsabilità, ilrispetto, et cetera.

A tal proposito, il sistema scolastico d'oggi ricorda le origini di una scuola impostatadal sistema industrial-speculativo, per cui serve imparare ad essere docili edobbedienti per andare a lavorare in fabbrica, non dei creativi e tantomeno dei ribellio, addirittura, delle teste pensanti.

La creatività è relegata ai poeti ed agli artisti.

Diventiamo sempre più razionali e indirizzati verso una certa corrente di pensiero odottrina.

Certo, oggi v'è da porsi un interrogativo: a cosa serve la scuola?

Viviamo in un mondo nuovo. L'economia è cambiata radicalmente, il modo dicomunicare fra esseri umani è stato totalmente rivoluzionato, et cetera, mentre… lascuola… continua ad offrire dei programmi ormai arcaici ed assolutamente obsoleti.

Se ti sta particolarmente a cuore questo argomento, consiglio vivamente di leggere ilmanifesto di Seth Godin che puoi scaricare qui nella versione tradotta in italiano:Non rubate i sogni: a cosa serve la scuola?.

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Tornando al fattore critico, l'inizio delle scuole coincide con la formazione di questametaforica barriere che separa la mente conscia dell'inconscio.

La parte conscia della nostra mente è la parte razionale, logica, che risolve iproblemi, che giudica. E' governata dall'emisfero sinistro del nostro cervello,principalmente verbale. L'inconscio invece, è governato dalla parte destra,prevalentemente visuale. E' un serbatoio di tutte le nostre esperienze, pensieri edemozioni e, non essendo limitato come la rigida parte razionale, è in grado dielaborare informazioni ad un livello più simbolico e metaforico. La parte inconscia èladdove risiedono i programmi basilari del nostro funzionamento, i nostri schemi, e lenostre abitudini.

Molti pensieri e idee che abbiamo convalidato si sono solidificati e cristallizzati in noi,e vanno a radicarsi al di là della barriera della nostra consapevolezza. Diventanoprocessi inconsci ed automatici. Delle reazioni meccaniche. La normalità dellanostra personalità condizionata.

Con la ripetizione, tutto si abitua, come gocce di pioggia quotidiane che formano unoceano inconscio.

Questo si verifica anche da adulti, sempre. Infatti siamo una specie moltoabitudinaria. Un pensiero o una immagine portano a delle azioni che, se ripetute neltempo, diventano abitudini o dipendenze.

Apprendiamo sempre allo stesso modo.

Anche da grandi, nel nostro processo di apprendimento, inizialmente siamoinconsciamente incompetenti, poi ci rendiamo conto di non sapere qualche cosa ediventiamo consciamente incompetenti. Imparando, diventiamo consciamentecompetenti nel fare qualche cosa, sino a giungere ad essere inconsciamentecompetenti.

Ciò, riguarda ogni cosa.

Possiamo essere inconsciamente competenti a guidare un autoveicolo, oppure agiocare a pallone, o ballare. Possiamo anche essere inconsciamente incompetenti, edei veri maestri, nel rivolgere i nostri pensieri e le nostre emozioni contro noi stessi,oppure a pensare che siamo una schiappa totale che non combinerà mai nulla nellanostra vita.

Il punto è proprio questo. Noi non siamo, noi pensiamo di essere e diventiamo ciò incui crediamo.

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"Io sono… poco intelligente", "Io sono… ignorante",

"Io sono… grassa", "Io sono… una nullità",

"Io sono…___________"

Tutto ciò, con la ripetizione, si trasforma in un processo inconscio ben radicato cheva al di là della nostra cosciente comprensione. Creiamo le nostre strutture mentalied emotive che solidifichiamo. Creiamo dei veri e propri programmi. Dei comandiinteriori che si rispecchiano nelle nostre abitudini, nelle nostre dipendenze.

Nelle nostre reazioni emotive, e nel nostro atteggiamento mentale.

Questa è la formula: un pensiero o immagine portano all'azione che, con laripetizione, si trasforma in abitudini e dipendenze. Queste abitudini e dipendenzesono ciò che fa scaturire le solite reazioni emotive e che governano il nostroatteggiamento mentale.

Nella vita non si finisce mai di imparare… ma noi pensiamo di sapere tutto (Socrateaveva capito che, al contrario, non sappiamo niente).

Abbiamo quindi la tendenza a cristallizzare ciò che abbiamo appreso. Convalidiamo inostri pensieri e li trasformiamo in credenze. Siamo disposti a difendere le nostreidee ed opinioni a spada tratta, contro tutti coloro che non la pensano come noi. Nonmettiamo mai in discussione le nostre convinzioni e le nostre credenze. Nonmettiamo mai in dubbio i nostri ideali, e le nostre idee…

È proprio per questo motivo che nascono i conflitti e le guerre: per una divergenza dicredenze. Anche se questa metafora non piace a molti, noi siamo davvero come uncomputer e continuiamo ad imparare attraverso il nostro processo associativo,associando ogni cosa (anche in modo totalmente illogico!) e scaricando informazioniin noi.

Informazioni in cui crediamo ciecamente; soprattutto se si allineano con i nostri puntidi riferimento e con ciò che abbiamo già solidificato nel nostro inconscio.Informazioni che rigettiamo e respingiamo se non sono allineate con i nostriprogrammi interiori.

Diamo forma alla nostra personalità. Modelliamo la nostra persona.

In questo processo, continuiamo ad inviare degli input al nostro encefalo. Il nostrocervello è, infatti, un potentissimo elaboratore di dati che governa (anche) il nostrosistema nervoso, ma che non ha però un controllo qualità come se fosse il nostrosistema digerente.

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Dovremmo essere noi i responsabili del filtro qualità ma non lo siamo, in quanto nonabbiamo installato quel programma nel nostro meraviglioso computer.

Come conseguenza, ci nutriamo mentalmente di ogni cosa.

Indistintamente. Spazzatura compresa!

Accettiamo, scendiamo a compromessi, accogliamo a braccia aperte tutto ciò ch'è inlinea con le nostre credenze, svendiamo noi stessi a ciò in cui scegliamo di credere.

Tutto ciò di cui ci nutriamo entra a far parte del nostro sistema di credenze, dellanostra personalità, che comprende un minestrone di programmi: programmifunzionali, programmi obsoleti, programmi disfunzionali, virus, malaware, et cetera.

Tutto ciò in cui crediamo l'abbiamo appreso. Imparato. Per la maggior parte dellepersone, non si tratta certamente di una ricerca molto elaborata. L'ottenimentopassivo di dati e informazioni forniti da altri è più che sufficiente per formare

Il problema è che diamo potere a tutto ciò e diventiamo ciò che crediamo di essere,attirando a noi tutto quel che entra in risonanza con le nostre credenze.

Indossiamo molte maschere.

Fingiamo di essere ciò che non siamo e addirittura ci dimentichiamo di chi siamoveramente.

Ci siamo totalmente identificati con la nostra personalità condizionata, tradendo lanostra autenticità.

Abbiamo confuso il guscio, con l'essenza.

Il Cogito ergo sum ("penso dunque sono") di Cartesio ci ha tratti in inganno, inquanto noi non siamo i nostri pensieri e, se per questo, neppure le nostre emozioni ola nostra personalità condizionata.

Proviamo a scrivere una lista di IO SONO che crediamo di essere in (specialmente)in negativo:

In negativo

IO SONO… ___una nullità___ (esempio) Io sono ____________, ____________, _____________,...

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…per poi domandarci se tutto ciò che abbiamo imparato ed in cui crediamociecamente è la verità.

È proprio vero che io sono _____________?

Cosa, esattamente, me lo fa credere? Quando, specificatamente, ho partorito questacredenza? O forse, me l'ha trasmessa qualcuno?

Stimolo - Risposta

In noi albergano e coesistono due menti. Giornalmente, ciò che facciamo èinterpretare la nostra percezione della realtà attraverso i nostri filtri mentali, in uncostante dialogo con noi stessi.

Un dialogo interiore confuso e condizionato.

Vi è una mente condizionata che dialoga costantemente con sé stessa in uncontinuo chiacchierio che non si ferma mai. Razionalizza tutto in termini di piacere edolore, profitto e perdita. Impara tramite un processo associativo (anche illogico) evive in un mondo concettuale.

Costruiamo così le abitudini di cui siamo dipendenti e ci auto-convinciamo che ilnostro modo di pensare sia la realtà.

La mente condizionata usa il passato come immutabile modello decisionale delpresente e soffoca le verità dell'altra nostra mente: quella superiore; ovvero, lanostra parte più saggia che sa perfettamente cosa è bene per noi.

La mente superiore non decide su dati pregressi e non procrastina. Essa è la nostraparte intuitiva, quella parte realmente connessa a ciò che viviamo nel momentopresente.

Non è condizionata, poiché percepisce ogni esperienza come unica.

Quindi, ciò che ostacola la realizzazione dei nostri obiettivi personali è l'aver datoinconsapevolmente pieno potere alla mente condizionata, che non ama ilcambiamento, anziché a quella superiore.

Il risultato di ciò é che continuiamo sempre a ripetere gli stessi vecchi schemi.

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La realtà che viviamo è un continuo scambio di stimoli e risposte, di energia edi informazioni, organizzato dalla nostra mente condizionata.

La nostra parte più intima, profonda, saggia, e superiore viene messa a tacere.

Abbiamo imparato a non ascoltarla.

Dialoghiamo superficialmente con noi stessi, non profondamente. Abbiamo dunquela forte tendenza di vivere la vita in modo passivo, in balia degli eventi, delle nostreabitudini e dipendenze di varia natura.

Agli eventi, REAGIAMO.

È davvero fondamentale comprendere che non sono mai gli eventi il nostroproblema, bensì come reagiamo agli stessi.

Ogni evento è neutro e dipende dal significato che attribuiamo ad esso, da unanostra personale interpretazione.

Nel nostro sviluppo, impariamo tramite le esperienze e creiamo dei punti diriferimento. Con la ripetizione, poi, ogni cosa si abitua. Costruiamo così molte partidella nostra personalità condizionata, che cristallizziamo. Sostanzialmente, si trattadi strategie che utilizziamo per navigare la vita, e che mettiamo in pratica in relazionea un determinato contesto in cui ci troviamo.

La nostra personalità emerge dal nostro modo di funzionare in un contestospecifico. La nostra personalità condizionata non siamo noi; bensì, un insieme distrategie che utilizziamo per navigare la vita. Maschere che indossiamoall'occorrenza e che sono strettamente connesse con le nostre ferite emotive e con ilnostro sistema di credenze.

In modalità passivo-reattiva, agli stimoli esterni rispondiamo e reagiamo in modoautomatico e condizionato dalla nostra interpretazione di ciò che chiamiamorealtà. Spesso, in modo incongruente e inadeguato al momento presente, e questocausa sofferenza e squilibrio.

Dare questo potere agli eventi esterni significa avere meno poterepersonale/decisionale sulla nostra vita.

Sì, perché non siamo noi a decidere, ma i nostri condizionamenti. Delle partidella nostra personalità che prendono il sopravvento e ci manovrano come deiburattini.

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Il problema principale è che noi ci siamo identificati con i nostri condizionamenti, edabbiamo rinnegato la nostra autentica essenza. La nostra preziosa e autenticaunicità.

Ci siamo dimenticati di chi siamo veramente.

Se analizziamo attentamente i nostri problemi, scopriremo che ciò che ci limita hasempre a che fare con delle parti della nostra personalità che abbiamo creato.

Il problema non siamo noi ma le nostre strategie e le nostre credenze.

Si tratta, infatti, di maschere che indossiamo per nascondere le nostre ferite emotiveo per sostenere delle credenze e delle convinzioni. Talvolta, siamo talmente abituatiad indossare queste maschere che ci siamo addirittura dimenticati dell'evento oesperienza che ci ha portati a questa creazione. Talmente abituati a indossare dellemaschere che abbiamo dimenticato il nostro vero volto…

Continuiamo nell'esercizio di porci delle domande:

È proprio vero tutto ciò in cui crediamo?

Corrisponde alla pura verità ciò che crediamo di essere?

Se continuiamo ad analizzare i nostri problemi e ci spingiamo un po' più inprofondità, scopriremo che ciò che ci limita ha sempre a che fare con la paura e coni suoi derivati.

Intimamente, tutti i nostri condizionamenti sono in qualche modo legati a delle paureoppure a qualche sub-prodotto della paura. Paura che, è necessario sottolinearlo,può presentarsi sotto molteplici forme.

A livello energetico, le reazioni emotive che ci prosciugano sono proprioquelle che nascono dalla paura.

La paura è un'emozione primaria molto intensa e può essere di due tipi: realeoppure concettuale.

Entrambe hanno lo stesso effetto su di noi.

La differenza è che una è reale… l'altra no.

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La nostra mente condizionata opera su un livello concettuale. Abbiamoimparato a vivere nel passato oppure nel futuro. Siamo raramente presenti anoi stessi. Viviamo in una scatola di credenze ed illusioni, ed è proprio perquesto che resistiamo al cambiamento.

Oggi, viviamo in un mondo sempre più complesso ed interconnesso. Un mondosempre più frenetico e colmo di nuove richieste. Siamo sempre di fretta, e la nostramente è zeppa di pensieri spesso casuali e disordinati.

Le nostre risorse più preziose sono la nostra energia ed il nostro focus. Ancorpiù preziose del tempo e del danaro.

Per giocare al gioco della vita abbiamo bisogno di energia. Senza le nostre energienon facciamo proprio nulla. Non ci alzeremmo neppure dal letto al mattino, se perquesto.

Le nostre energie sono importantissime ed è altrettanto fondamentale comprenderequesto principio basilare:

L'energia segue il pensiero.

Nella società moderna la facoltà cognitiva dell'attenzione è molto privilegiata. Nelmio libro Marketing PRopaganda: from Attention to the Meaning economy puoitrovare una analisi dettagliata della cosiddetta "economia dell'attenzione." Fatto èche tutti vogliono un po' della nostra attenzione.

Tutti.

I genitori, i figli, il partner, i vicini di casa, i politici, i venditori di aspirapolveri, gliamici, la televisione, la radio, facebook, et cetera et cetera.

L'energia segue il pensiero, veicolato dall'intenzione.

Il problema è che nella maggior parte dei casi non siamo responsabili del nostrofocus. Lo disgreghiamo, dedicando l'attenzione a tutto e tutti.

Ad esempio, quando cerchiamo di essere multitasking, non facciamo altro cheessere impegnati ad essere impegnati, ma non siamo né produttivi né efficaci.

Se dissipiamo tutte le nostre energie focalizzando la nostra attenzione qui e là econcedendone un po' a questo ed un po' a quello non avremo le energie sufficientida dedicare ai nostri progetti ed alle nostre aspirazioni fondamentali. Non avremo leenergie sufficienti per fronteggiare le richieste della nostra vita professionale eprovata. Questo, è il significato di stress.

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Un po' di stress è positivo, in quanto ci spinge a superare i nostri limiti ed a crescere.Troppo stress è assolutamente negativo e, se si protrae nel tempo, può trasformarsiin una miriade di problematiche, come ad esempio, nel suo esito patologico: burn-out.

Molti si lamentano del fatto di non avere sufficiente tempo a disposizione. Ilproblema non è mai il tempo, ma come si organizzano le proprie energie. Spesso, iltempo scandito dalle lancette dell'orologio sembra quasi un nemico.

Abbiamo la percezione di non avere mai il tempo necessario per fare ciò chevorremmo. Pensiamo che il nostro problema sia la mancanza di tempo. Eppure…

Il tempo non è reale, è una invenzione.

È un concetto che serve per confrontare mentalmente gli eventi che accadono lungola triade temporale: eventi che sono accaduti, eventi che stanno accadendo proprioadesso, e eventi che non sono ancora accaduti.

Solo il presente esiste, ed è reale.Passato e futuro sono prettamente concettuali.

Fondamentalmente, se fossimo in grado di vivere pienamente il presente con unocchio di riguardo al futuro ed aver trasformato le nostre memorie irrisolte delpassato in un insegnamento evolutivo, saremmo in possesso di un'ottima strategia diutilizzo del tempo. Una strategia che ci permette di mettere in sequenza le nostrepriorità, pianificare il domani e perderci nel tempo, nell'eterno presente, quandosiamo in compagnia dei nostri cari o quando abbiamo la necessità di esserefocalizzati e totalmente presenti.

Cogliere l'attimo, insomma.

Molto spesso, però, la nostra mente condizionata non ci premette di vivere una vitaequilibrata e centrata. Abbiamo costruito dei significati corrotti del concetto di tempoe, abitudinari come siamo, non ci rendiamo neppure conto che i programmi chedelineano la nostra operatività giornaliera sono disfunzionali. Ciò influisce sui nostrischemi di pensiero, le nostre emozioni, sul nostro stato d'animo, sul nostrocomportamento e può minare la nostra performance.

Non cogliamo l'attimo e, se per questo, neppure il giorno, continuando a posticiparela vita.

Non assaporiamo neanche la nostra vita, che ci scorre via dinnanzi, senza che ce neaccorgiamo.

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Questo, in quanto siamo totalmente persi nelle memorie di un passato che non c'èpiù o in qualche sogno ad occhi aperti di un futuro che non si è ancoramaterializzato.

In entrambe i casi, non viviamo nel presente.

Non siamo ben organizzati e le nostre energie non sono focalizzate sui nostriobiettivi e sulle nostre aspirazioni fondamentali. (Nota: si presuppone che si abbianodegli obiettivi e delle aspirazioni, altrimenti è assolutamente necessario fermarsi unattimo e scoprire il proprio "perché" o la propria missione/scopo di vita).

Siamo come ipnotizzati, immersi in una realtà concettuale distorta.

Che cosa vogliamo fare, dunque? Come scegliamo di vivere la nostra vita?Vogliamo cogliere l'attimo ed assaporare i frutti del presente, oppure perderci nellarealtà concettuale che ci propone la nostra mente condizionata?

Possiamo scegliere.

Possiamo decidere come vivere la vita e finalmente vivere il presente, senza portarciappresso la pesantezza di forme-pensiero del passato.

Possiamo scegliere dove ed a chi dedicare la nostra attenzione, le nostre energie,ed il nostro focus.

Possiamo scegliere di cambiare.

Non si tratta di sfuggire alla vita rintanandosi in un mondo concettuale, in qualchestramba disciplina o in improbabili vite passate. Si tratta di far luce sulle proprieombre e rendere consapevole l'inconscio, come professava Carl Gustav Jung.

Certo, perdersi ogni tanto in fantasticherie non è gravoso ma ciò ch'è necessario èaffrontare le sfide richieste dalla propria vita in maniera realistica e mantenere leproprie energie focalizzate sui propri scopi e sui propri obiettivi.

Cambiare però non è esattamente facile.

Come possiamo vedere, molti cercano di cambiare le proprie abitudini, uscire dalleproprie dipendenze, e modificare il proprio stile di vita con dei buoni propositi… cherimangono ciò che sono, delle vane speranze concettuali.

Cambiare risulta difficoltoso, in quanto noi siamo esattamente ciò che crediamo diessere e, identificati con la nostra personalità condizionata, troviamo molto difficilecambiare la prospettiva da cui guardiamo alla realtà.

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Si tratta di una trasformazione spirituale e di sostituire il proprio comportamentoreattivo con un atteggiamento proattivo, per diventare la causa dei propri desideri.

Fino a quando si vive in modalità reattiva, si è l'effetto, non la causa. Quandoreagiamo in modo automatico e meccanico perdiamo il nostro poterepersonale, le nostre energie.

Il cambiamento richiede leadership, audacia, coraggio, volontà, dedizione, soliditàmorale, fermezza di spirito e... azione.

Il peggior nemico di qualsivoglia cambiamento è l'inerzia.

L'inazione.

Ma per quale motivo, seppur vogliamo cambiare, non agiamo?

Cosa ci blocca dal raggiungere i nostri obiettivi, i nostri desideri, e le nostreaspirazioni fondamentali?

La risposta è semplice: il cambiamento fa paura!

"La paura scardina la forza di volontà, e così facendo penalizza la ragione; i pensierivengono dispersi in ogni direzione invece di essere concentrati su un obiettivo ben

definito."

John F.C. Fuller

La paura

La nostra mente, soprattutto quando si trova sotto stress, predilige affidarsi allenostre reazioni automatiche. Un evento (stimolo) può scatenare una determinatareazione (risposta) sulle basi dei nostri condizionamenti.

Ad ogni stimolo, corrisponde una risposta. Una risposta immediata, velocissima.Molto più veloce di un batter di ciglia.

Nella maggior parte dei casi si tratta di una risposta inconscia.

Automatica. Meccanica.

Reagiamo, senza pensare.

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Il nostro sistema si attiva velocemente. Molto velocemente. Non ha importanza chelo stimolo sia reale, o concettuale, oppure una nostra erronea interpretazione dellasituazione, o un'equazione corrotta che abbiamo costruito nel nostro castello disignificati mentali. Il meccanismo di reazione è sempre il medesimo.

La nostra mente ha il potere di rendere più che reali le nostre paure, i nostridubbi, le nostre pre-occupazioni.

Vengono dunque inviati dei segnali al nostro sistema nervoso che si allarma e,fulmineo, si attiva per fronteggiare qualsiasi istruzione, come fosse reale, ed intempo reale.

La nostra reattività è estremamente efficace e rapidissima. Si tratta di unmeccanismo che abbiamo in dotazione da tempi arcani. Un sistema quanto basicoquanto estremamente efficace nelle sue operazioni. In un lampo, siamo sulladifensiva. Massima all'erta del nostro metodo primordiale di autodifesa.

Un sistema energetico altamente raffinato.

Basta un segnale e siamo immediatamente in questo stato d'essere. Il sanguescorre veloce nelle vene, diretto nei muscoli, laddove è necessario. L'adrenalinaviene pompata nel sistema per una attivazione totale delle nostre difese.

È tempo di sopravvivere, non di pensare. È tempo di reagire...

La reazione è rapidissima. In un battibaleno, ci ritroviamo a combattere, oppure afuggire, oppure siamo totalmente immobilizzati.

Tutto ciò dipende dalle caratteristiche ben precise della nostra personalità e di comepreferiamo agire solitamente. In altri termini, da come abbiamo imparato a"funzionare". Siamo delle persone che affrontano gli stressors (agenti o stimolistressanti) di petto e, di norma, assumiamo un comportamento aggressivo nella vita;oppure, tendiamo ad evitare determinate situazioni quando confrontati con deglistimoli che portano a stress?

Come ci comportiamo solitamente, quando confrontati con situazioni per noistressanti?

Il fatto di rimaner congelati sembra essere una modalità di difesa acquisitadall'umanità in tempi remoti, per rendersi meno visibili ai predatori. Ciò, ricorda ilcomportamento di certi animali o insetti che, quando catturati da un predatore, sifingono morti cosicché l'attacco si ferma e hanno una ultima possibilità di fuga.

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In qualsiasi modo, in tutti i casi, la fonte è la medesima. Ci sentiamo minacciati ed inpericolo. Non abbiamo il totale controllo della situazione e reagiamo in manierapassiva oppure aggressiva.

Quando percepiamo un qualche pericolo, si scatenano rabbia e paura in modalitàquasi gemellare ed incontrollata. Le emozioni che più ci prosciugano e drenano alivello energetico sono proprio queste, quelle partorite dalla paura. Se incapacidi una gestione ottimale nella scelta delle nostre risposte, la nostra mentecondizionata reagirà come suo solito e non vi sarà alcuna assertività o equilibrio frale due polarità di comportamento passivo e aggressivo. Andremo in tilt. In cortocircuito.

Analizzando profondamente le nostre reazioni emotive ed i nostri blocchiscopriamo che dietro le quinte vi è sempre la paura. La paura ha paura delcambiamento e di ciò che non conosce. La paura è una risposta emotiva acircostanze che riteniamo essere per noi (in qualche modo) pericolose.

A tal proposito, la paura non è necessariamente negativa, ma può anche salvarci lavita in determinate occasioni. In altri casi, è la nostra incapacità di interpretare lapercezione di una situazione che ci sabota. Sono le nostre credenze e la nostraignoranza che remano contro di noi, e fan sì che rivolgiamo le nostre prezioseenergie contro noi stessi.

La nostra mente condizionata ama una sicurezza illusoria e predilige la zona diconforto alla quale siamo abituati. Eppure, se ci culliamo in una illusoria zona diconforto non potremo mai crescere ed evolvere (in quanto non superiamo i nostrilimiti).

Se da bambini non avessimo lasciato le gambe della mamma per imparare acamminare, vi saremo ancora appiccicati adesso…

Crescere in essere amplia la propria coscienza e consapevolezza e, perevolvere, è necessario e fondamentale superare i propri limiti.

Le nostre paure sono dunque da capire e da comprendere e trasformare. La loronatura è da ammaestrare, superando i nostri limiti, semmai.

Non da combattere.

Non vi deve però essere alcun compromesso a tal riguardo. I compromessi fasempre sì che una parte o l'altra non sia soddisfatta del risultato.

La paura fa paura, e la tendenza è quella di scappare, o evitare tutto ciò chetemiamo.

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La nostra mente condizionata trova quindi mille scuse per rimanere aggrappata allesue illusioni. Scuse e dubbi portano all'inerzia, a non fare nulla.

L'inazione è il peggior nemico del cambiamento.

Tutto ciò porta a non superare i propri limiti ed a vivere nello status quo di una ipnosidi massa e nella mediocrità. A non evolvere, a non vivere una vita straordinaria.

Pertanto, è fondamentale smetterla di cercare delle scuse ed uscire,finalmente, dalla propria zona di conforto.

La paura detiene il suo potere su di noi solo ed esclusivamente se noi loconcediamo.

Generalmente, siamo sintonizzati su una modalità passivo-reattiva, anzichéproattiva. Certo, questo termine è stato un po' bistrattato nel corso degli anni daaziende e sedicenti guru in ambito della crescita personale e sviluppo spirituale mala modalità proattiva è ciò che ci serve nella vita, intesa come la capacità di(re)agire agli eventi ed alle circostanze in modo responsabile, conconsapevolezza, senza lasciarsi condizionare dai propri automatismi e dallesituazioni esterne.

Pensiamo ad una mattina, quando non è suonata la sveglia e ci siamo destati tardi.Abbiamo paura (la paura ha mille e più volti) di arrivare in ritardo al lavoro. Pochiminuti per prepararci. Siamo in ritardo. In ritardassimo. Neanche il tempo di farecolazione. Ci prepariamo di super fretta, usciamo di casa ancor più di fretta e ciimmergiamo nel traffico. Arriveremo in ufficio in ritardo. Mille pensieri affollano lamente. I nostri pensieri non sono positivi.

Le nostre emozioni sono in subbuglio.

Non abbiamo il totale controllo di noi stessi… basta un nonnulla per farci esploderein una reazione…

Volti distorti dalla rabbia, gesti poco ortodossi, insulti, e addirittura scontri fisici nonsono così inusuali nella quotidianità della nostra vita (specialmente nel trafficocittadino).

Il nostro sistema reattivo viene attivato non solo quando ci sentiamo minacciati eduna causa scatenante innesta il nostro primordiale meccanismo di difesa, ma anchequando vi è in noi uno squilibrio energetico e, per qualche altro motivo quando cisentiamo stressati (e.g. information overload: accumulo di stimoli).

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Quando reagiamo, perdiamo il nostro potere personale, in quanto si tratta di reazioniautomatiche ed involontarie che sono dettate da condizionamenti che noi stessiabbiamo creato.

Quando reagiamo noi siamo l'effetto, non la causa.

Quando reagiamo non siamo in pieno controllo della situazione e non siamo noi ascegliere le nostre risposte. Qualcuno o qualcos'altro ha potere su di noi (ed è perquesto che perdiamo potere personale), in quanto è la circostanza a decidere lenostre reazioni.

Spiego ciò con un esempio, in quanto è davvero molto importante comprenderequesto punto.

Se qualcuno ci provoca nel traffico cittadino (stimolo) e noi reagiamo insultandoquesta persona o facendo dei gesti minacciosi con le mani (risposta), è questapersona (o questa circostanza) che ha avuto potere su di noi e noi glielo stiamoconcedendo, in quanto una parte della nostra personalità condizionata è impostatasu questa modalità reattiva.

Ogni volta che reagiamo ad una situazione (come può essere unaprovocazione, un evento, una esperienza) diventiamo l'effetto, e non la causa.

Non siamo noi al comando di noi stessi. Siamo delle vittime della realtà.

La buona notizia è che possiamo scegliere. Possiamo scegliere noi come preferiamorispondere agli stimoli.

A differenza dei cani, con qui si sperimentavano questo tipo di riflessi condizionati,noi abbiamo delle facoltà cognitive auto-riflessive molto più sviluppate e possiamoscegliere come rispondere. In quello spazio che esiste fra lo stimolo e la nostrareazione abbiamo totale libertà di scelta.

Siamo noi i responsabili delle nostre scelte.

Siamo noi a costruire la nostra realtà ed è nostra responsabilità diventare abili nelrispondere agli stimoli del mondo esterno se vogliamo davvero essere creatori diuna realtà confacente alla nostra volontà ed essere noi la causa dei nostri desideri.

Il principio basilare è che l'energia segue il pensiero.

La qualità dei nostri pensieri è dunque molto importante, e bisogna altresì prenderein seria considerazione che i nostri condizionamenti limitanti e limitati, come le nostrereazioni emotive e comportamenti negativi possono essere cambiati.

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Possiamo dunque iniziare ad utilizzare la nostra mente in un altro modo,iniziando a pensare in modo diverso e più luminoso, e scegliendo di scioglieretutti i condizionamenti limitanti che abbiamo costruito e che ci portano a dellereazioni inadeguate nel nostro presente.

La nostra scelta interiore è fondamentale.

Serve la nostra volontà per cambiare noi stessi e per trasformare il nostro mondo.

Prendiamo ad esempio il nostro sistema di credenze. Convinzioni e credenze diqualsiasi tipo si dimostrano sempre essere un grande impiccio, in quanto abbiamoimparato a credere ciecamente in una matrice concettuale che non mettiamopraticamente mai in dubbio o in discussione.

Siamo convinti di essere nel giusto (e che tutti gli altri siano in errore). Vi è però unpiccolo problema in tal senso: lo credono tutti.

Le credenze e gli ideali sono, infatti, la causa della guerra e del conflitto.

Ma come funziona?

Come abbiamo creato questo sistema di credenze che ci governa?

Semplicemente, lo abbiamo appreso. Abbiamo imparato. Abbiamo convalidato deipensieri, delle in-formazioni, ed abbiamo creato molte storie che raccontiamo a noistessi e crediamo fermamente.

Le stesse si trasformano in una realtà percepita che ci inganna e illude. In questomodo abbiamo il potere di creare delle vere e proprie profezie auto-realizzanti.

Siamo convinti di non riuscire a realizzare i nostri sogni?

Avremo ragione.

Siamo convinti di riuscire a realizzare i nostri sogni.

Avremo ragione.

Ciò, è quel che s'intende per l'abilità che noi tutti abbiamo di creare il nostro paradisooppure il nostro inferno personale.

Credenze e convinzioni possono essere malate, velenose, tossiche, corrotte,sbagliate, perverse, mal-sane, e neppure nostre.

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Possono essere delle energie che realmente non ci appartengono e che abbiamoereditato o costruito a causa di associazioni sbagliate o insegnamenti poco produttivie disfunzionali. Molti di questi condizionamenti che impicciano ed imbrigliano lanostra energia interiore risalgono alla nostra infanzia.

Tutto ciò in cui crediamo ciecamente lo abbiamo imparato.

Parallelamente, è la storia che scegliamo di raccontare a noi stessi che determina laqualità della nostra vita.

Però… possiamo scegliere.

Non possiamo cambiare il nostro vissuto, ma possiamo cambiare la nostraattitudine nei confronti del nostro passato.

Non possiamo cambiare gli altri ma certamente possiamo cambiare noi stessi,modificando le nostre reazioni emotive ed il nostro atteggiamento mentale.

Ogni evento è neutro e come lo viviamo dipende dai colori che utilizziamo perdipingerlo e dal significato che attribuiamo allo stesso.

Quel che ci rende felici o infelici e ci fa soffrire non è ciò che succede ma; bensì,come scegliamo di reagire alle circostanze.

La scelta interiore

Fra il dire e il fare, v'è di mezzo il mare recita un detto comune.

Effettivamente, scegliere non è evidente né facile. Come sappiamo, molto di ciò chefacciamo è di natura inconscia e molti dei nostri schemi mentali ed emotiviabitudinari vanno al di là della nostra consapevolezza.

Non ci rendiamo neppure conto di comportarci in un certo modo, in quanto siamofermamente convinti che si tratta del nostro modo di essere e, in fondo in fondo,talvolta ci fa comodo così.

Continuiamo dunque a vivere la solita routine dove non cambia mai nulla,lamentandoci di questo e di quello, e puntando il dito qui e là dando la colpa ad altriper la nostra situazione, o improvvisandoci vittime del mondo cattivo per farcicompiangere.

Ad alimentare ancor più questo circolo vizioso v'è il fatto che la nostra mentecondizionata cerca in tutti i modi di giustificare il nostro stato.

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In altre parole, giustifichiamo le nostre reazioni automatiche ed involontarie e lenostre emozioni negative, o il nostro pessimo comportamento con la ragione e con la"logica":

"Tutti al mio posto avrebbero reagito in questo modo!"

"Lo avresti fatto anche tu, se fossi nei miei panni!"

"Ormai, sono fatto così!"

Queste sono delle blande scuse della personalità condizionata, che non amagranché il cambiamento.

Si tratta di un meccanismo di sopravvivenza, in quanto se noi cambiassimo quellaparte di noi perirebbe, e questo la nostra parte condizionata non lo vuole.

Che cosa fare, dunque?

Oggigiorno, si sente molto parlare di riprogrammazione mentale, di attivazionequantica e di molte discipline e sedicenti guru che promettono miracoli, ed altrettantepersone sono alla ricerca di una scorciatoia, di una bacchetta magica per risolvere iloro crucci esistenziali.

Ebbene, purtroppo o per fortuna, non esiste alcuna bacchetta magica.

Molte delle tecniche che vengono proposte sul mercato sono certamente utili maagiscono in superficie, modificando i parametri della personalità condizionata,abbellendo forse un po' lo stambugio in cui è rinchiusa l'anima, ma certamente nonliberandola dalla galera concettuale in cui è stata rinchiusa.

Non si tratta dunque di stravolgere totalmente il proprio stile di vita andando a viverein un monastero, pregando o meditando tutto il giorno, oppure improvvisarsi inqualche strambo e stravagante modo di vivere.

Non si tratta di certo di velleitarismo o di cadere nella rete di qualche nuova illusione,bensì di uscire dall'ipnosi di massa e dalla realtà concettuale in cui viviamo eriprendere nelle nostre mani il nostro potere personale e decisionale, passando daun comportamento reattivo ad un comportamento proattivo nella nostra vita di tutti igiorni.

Scegliendo.

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Scegliendo di assumerci la più totale ed assoluta responsabilità delle nostre scelte edel nostro mondo interiore. Scegliendo il nostro scopo e la nostra missione nella vita,in quanto senza uno scopo e senza degli obiettivi non abbiamo una direzione daseguire e, come scrisse Seneca, "nessun vento è favorevole per il marinaio che nonsa dove andare."

Le persone che scelgono di ridare la leadership all'anima assumono il pienocontrollo delle loro reazioni emotive e sono mentalmente resilienti. Agiscono confiducia, competenza, sicurezza, dedizione, e determinazione senza lasciare chenegatività, dubbi, preoccupazioni, o insicurezze possano intaccare i loro livellienergetici ed il loro morale e distoglierli dai loro obiettivi e dalle loro priorità.

Imparare ad applicare degli strumenti per gestire in modo efficace ed ottimalele proprie reazioni emotive, i propri pensieri, il proprio atteggiamento mentaleè indispensabile per poter strutturare le proprie energie, focalizzandole sullavia della realizzazione di sé.

Sforzarsi di essere presenti nel presente è fondamentale. Ciò significa smetterla divivere nel passato o nel futuro, e già questo ci porta ad essere meno reattivi. Inoltre,è certamente vitale portare alla nostra consapevolezza tutti quei comportamenti edatteggiamenti che dobbiamo correggere. Ovvero, riconoscere quali sono le nostrereazioni automatiche ed inconsce. Quali sono i nostri bottoni caldi che, se pigiati, cifanno scattare come delle molle?

Per prima cosa, è dunque essenziale creare un osservatore.

Semplicemente, osservarci.

Questo può essere un esercizio alquanto divertente visto che ci improvvisiamoSherlock Holmes di noi stessi. Un po' come se una parte di noi guardasse un filmdove l'attore principale siamo noi, nelle varie fasi e momenti di una nostra giornata.

È assolutamente fondamentale che diventiamo consapevoli di noi stessi e dei nostrimovimenti interiori.

Prendiamo consapevolezza attraverso l'osservazione e creando una parte di noi checi osserva, senza alcun giudizio. Questo è il punto di partenza:

la presenza e l'osservazione.

In altri termini, potremmo dire che si tratta di cambiare il punto da cui osserviamo lanostra realtà, distaccarci dalla nostra personalità condizionata e indossare delle lentidifferenti per guardare alla vita di noi stessi. Delle lenti neutre, rispettose, imparziali,e che non-giudicano.

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Inizialmente, questo esercizio può risultare un po' difficoltoso in quanto non siamoabituati ad osservare noi stessi minuziosamente. Moltissime delle cose che facciamosono talmente automatiche che dobbiamo fare uno sforzo consapevole (appunto!)per renderci conto di cosa stiamo facendo. Solitamente, la maggior parte dellepersone non riescono a mantenere la concentrazione ed il focus e riportare la mente(che cerca di svolazzare qui e là) nel momento presente e su ciò che si stafacendo… Ci vuole uno sforzo cosciente e deliberato.

È altresì importante osservare i nostri schemi di pensiero, le nostre emozioni, i nostristati d'animo, il modo in cui reagiamo agli stimoli, e tutto quel che può esserci utileper comprendere il nostro funzionamento. Scrivere è una buona abitudine, in talsenso. Possiamo prendere nota, in un diario e quotidianamente, dei nostri stati diessere e intrappolare le nostre impressioni su carta.

Dall'osservazione (interna) è inevitabile che scaturiscano delle azioni e delle scelte.Quando diventiamo consapevoli delle nostre reazioni automatiche possiamodecidere se rinunciare a quelle parti artificiali e meccaniche che non siamo noi e che,in verità, null'altro fanno che ostacolare il nostro cammino.

Non si tratta però di rinnegare delle parti di noi stessi o non accettarle, oppure didare libero sfogo alle proprie emozioni reattive. Ciò equivale solo ad esacerbare laproblematica.

Si tratta invece di sacrificarle, dando sempre più forza alla parte di noi ch'è presented contrastare l'impulso di reagire.

Si tratta di individuare i nostri "difetti" e correggerli, annullando l'impulso reattivoattraverso le nostre scelte e l'uso della resistenza.

Resistere significa NON-REAGIRE.

Qui si tratta di alchimia, di una vera e propria trasformazione spirituale, in quantopassare da un comportamento reattivo a quello proattivo comporta un cambiamentoenorme nella propria esistenza.

Come scrive Yehuda Berg ne "Il potere della Kaballah":

"La nostra coscienza si fonda su desideri reattivi, impulsivi, istintivi. La veratrasformazione spirituale avviene nel momento in cui ci si eleva al di sopra di questa

coscienza."

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Noi certamente non possiamo controllare tutto il mondo che ci circonda mapossiamo assumerci la responsabilità delle nostre scelte e del nostro mondointeriore, e scegliere le nostre risposte agli eventi ed alle circostanze che troviamosul nostro percorso e che dobbiamo fronteggiare.

Non possiamo cambiare il mondo ma solo noi stessi. Come conseguenza, il mondo cambia.

Si tratta di trasformare la nostra natura inferiore e lottare contro il nostroautomatismo, (ri)prendendoci il controllo di noi stessi, dei nostri processi mentali,delle nostre energie, e di come reagiamo ad eventi e circostanze.

Ciò che risulta complesso è che solo una minuscola parte di noi lo vuole e serve unosforzo deliberato e molta forza di volontà per cambiare le proprie abitudini, nonessere vittima dei propri pensieri e delle proprie emozioni, e prevalere a quella forzache cerca di infrangere la nostra volontà di resistere e sviluppare la parte che rimanepresente.

Il distacco dalla propria personalità condizionata e ritrovare la propria unicitàed essenza, o riscoprire chi si é realmente in origine, per realizzare sé stessi èuna delle sfide emotive più intense.

Molte persone non ci pensano neppure e si dimenticano.

Si dimenticano di chi sono, posticipando la vita e trascorrendo tutta la loro esistenzasenza neanche chiedersi cosa è per loro importante. Forse, a un certo punto dellaloro vita, saranno pervasi dal rimpianto. Il rimpianto di aver sprecato una intera vita.Un torto assurdo da fare a sé stessi. Un alto tradimento di sé.

Dalla semplice osservazione (senza alcun giudizio) prendiamo consapevolezza.Portiamo la nostra attenzione su ciò che dobbiamo guardare interiormente, e da lì unmovimento interiore giunge.

Attraverso questo movimento giunge anche una scelta, ed è così che cambiamo lenostre energie interiori che poi si manifestano nella materia. Prevalere sulle forzeavverse richiede disciplina, fermezza, ed una costante forza mentale e spirituale.

È la storia che raccontiamo a noi stessi che determina la qualità della nostravita ed il nostro compito è di staccarci da ciò che non siamo, da una storia distorta edisfunzionale che ci limita e sabota per ritrovare la libertà di essere ciò che siamoveramente, nella più totale fiducia della libera espressione del sé.

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Si tratta di accettare noi stessi per quel che siamo e gli altri per quel che sono, senzavolerli modificare. Noi possiamo cambiare solo noi stessi e dobbiamo re-imparare avolerci bene. A rispettarci e ad amarci senza frivole condizioni o limiti di alcungenere.

Non sono necessari millenni per cambiare la nostra vita. Certo, magari non vedremodei miglioramenti dall'oggi al domani ma non bisogna mai disperare, e perseverarenel proprio intento ed essere disciplinati nel far fede alle proprie scelte. Così, comenel matrimonio, deve trattarsi di una scelta che si rinnova ogni giorno, con sé stessi.

Quando re-impariamo ad avere rispetto di noi stessi non permettiamo agli altri diavere potere su di noi, alle energie negative di (ab)usare delle nostre risorse e nonrivolgiamo più le nostre stesse energie psichiche contro noi stessi.

Non fuggiamo più dinnanzi alle sfide della vita e non siamo più vittime degli eventi edelle esperienze. Non siamo più l'effetto di cause esterne, ma iniziamo con faredelle scelte differenti e cominciamo a diventare noi stessi la causa dei nostridesideri.

Presenti nel presente siamo vigili e rispettosi di noi stessi e degli altri.

Scegliamo di elevare lo standard di qualità dei nostri filtri mentali e di utilizzare lenostre energie (e.g. pensieri, parole, et cetera) con la massima cura.

Gettiamo il dizionario del vittimismo e iniziamo ad usare quello della leadership.Diamo meno importanza a ciò che prendevamo sul personale, in quanto non siamopiù reattivi e non concediamo più il nostro potere personale alle circostanze. Ciò valeper tutti quei film mentali che proiettavamo inesorabilmente nel cinema della nostramente. Li aboliamo. Tassativamente, diciamo Basta! Diciamo No! alla negatività edall'auto-sabotaggio.

Le nostre energie ed il nostro focus sono le nostre risorse più preziose ed èuna nostra precisa responsabilità utilizzarle nel miglior modo possibile.

Il nostro focus migliora e, tenendo lontano negatività e distrazioni di vario genere,riusciamo a mantenere le nostre energie focalizzate sui nostri obiettivi e sulle nostreaspirazioni fondamentali.

Ricordiamoci sempre che la nostra energia segue il nostro pensiero.

Noi diamo potere a ciò su cui focalizziamo la nostra attenzione.

Perché dunque disgregare il nostro focus, dissipare le nostre energie, e concederela nostra preziosa attenzione alla bruttezza della mediocrità di massa?

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La nostra anima è come un contenitore.

Possiamo nutrirla del Vero e del Bello, le qualità del Divino, e renderla luminosa;oppure offuscare la nostra Luce con tutte le ombre possibili immaginabili. Perciò èimportante scegliere che cosa vogliamo, in quanto siamo noi stessi a creare il nostroParadiso, oppure il peggiore degli inferni.

Paradiso e inferno sono stati di coscienza. Non è necessario attendere la fine dellanostra vita per sperimentare ciò che vogliamo.

Possiamo farlo ora.

Tutto ha inizio da una scelta interiore.

Rendi cosciente l’inconscio,

altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita

e tu lo chiamerai destino.

Carl Gustav Jung

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Perché ho scelto di definire questo concetto Leadership dell'anima?

La scelta della terminologia, oltre a sposare alla perfezione il mio percorsoaccademico e professionale con la mia ricerca individuale e spirituale, è una filosofiadi vita. Personalmente, ritengo che la spiritualità e la vita quotidiana e professionalenon siano da separare.

Spiritualità non significa vivere in un monastero, pregare tutto il giorno, o fare chissàche esperienza mistica e crogiolarsi in uno stile di vita strambo e stravagante.Significa usare nel migliore dei modi le proprie energie e stare bene con sé stessi, inmodo olistico.

Noi siamo energia e l'anima è la nostra essenza vitale e spirituale. È ciò che siamoal di là del nostro corpo, dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, e delle maschereche indossiamo. È la nostra parte più intima e profonda. La nostra parte più vera.

Leadership non ha nulla a che vedere con lo status, i titoli, il conto in banca, laprofessione, e non è neppure una dote innata. Si tratta di una serie di abilità chepossono essere acquisite da chiunque.

Leadership è impegnarsi ad essere la miglior versione di sé stessi. Significa esseretotalmente responsabili del proprio potenziale, imparando a gestire in modo efficacee focalizzato le proprie risorse energetiche. È il miglior uso dei propri livelli di energiaverso le proprie vere aspirazioni fondamentali.

L'eccellenza in ogni campo della nostra vita risulta proprio dal potenziamento dellenostre risorse e nel loro utilizzo nelle migliori opportunità.

Ogni anima ha un suo preciso scopo, una sua precisa missione.

Non esistono persone extra sul pianeta ed oggi, in questo periodo di grandetransizione e cambiamenti, ognuno ha la meravigliosa opportunità di dimostrare dotidi leadership in qualsiasi area della propria vita.

A tal riguardo, a mio avviso è molto importante comprendere come siamo arrivati aquesto punto e perché è fondamentale e di vitale importanza uscire dall'ipnosi dimassa che soffoca la nostra anima. Pertanto, questo e-book è un primo scalino chevolge lo sguardo ad un panorama globale che racchiude in sé la storia e l'attualità diun essere umano che si è disconnesso da sé stesso.

Nel corso della storia, l'umanità ha fatto dei grandiosi progressi ma i problemi dibase sono sempre rimasti gli stessi. Una vita fondata sulla paura porta alla ricercadella potenza, dominio, controllo, manipolazione, e autoritarismo.

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A tal riguardo, sino a poche decine di anni fa abbiamo sempre creduto che la realtàfosse oggettiva e che non potevamo modificare il corso degli eventi. Oggi sappiamoche la nostra coscienza crea la realtà ma siamo ancora ingabbiati in una personalitàautomatica che abbiamo co-creato attraverso il panorama socio-culturale in cuisiamo cresciuti. Ci siamo identificati con i nostri sensi, con la nostra mente, con ilnostro intelletto, e con il nostro ego.

Dimenticando la nostra anima.

Storicamente, le rivoluzioni, la censura, la manipolazione, la sete di potere edominio, l'oscuramento delle conoscenze antiche, e l'addormentamento dellacoscienza di un essere umano la cui anima è relegata in uno stambugio concettualeha portato ad un forte condizionamento mentale.

L'essere umano non è infatti libero di esprimersi e di manifestare la sua brillantezza(che, anzi, teme). È uno schiavo inconsapevole delle illusioni, della paura, e delpotere.

In questa era, stiamo assistendo ad un vorticoso incremento a livello tecnologico eda una maestosa regressione a livello spirituale. Un tempo segnato dai conflitti, da unateo-materialismo, e dal fanatismo religioso.

Le conoscenze antiche e le nuove scoperte della fisica quantistica si fondono nelsuggerirci che ogni cosa ha origine da noi stessi. La realtà che sperimentiamoindividualmente è un riflesso della nostra interiorità e la realtà globale è un riflessodell'inconscio collettivo.

Lo scenario che ci si presenta davanti è apocalittico.

Inquinamento fisico e psichico, disastri naturali ed artificiali, consumismo sfrenato, ilcostante conflitto, e tutto ciò che si sta portando nell'esistere del pianeta sonoelementi che segnalano una rotta perversa. Una corsa verso l'auto-distruzionedettata dalla sete di potere e di dominio, da un ego spropositato di individuisenz'anima in cui è insito l'inseguir il proprio tornaconto personale nella più totaleassenza di una presa di coscienza del proprio agire e del proprio essere.

Non vi è reciprocità e non vi è rispetto. Manca la responsabilità individuale.

Abituati a volgere lo sguardo all'esterno, non ci rendiamo conto che siamo tuttiresponsabili di ciò che si sta manifestando sulla Terra. Siamo stati condizionati adare la responsabilità ad altri e non ci rendiamo conto delle varie sfaccettature cheriguardano la dimensione sottile o spirituale, che influenza in modo massiccio la vitadi ognuno di noi e che siamo noi gli unici responsabili di ciò che accade nellanostra vita.

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La massa, in qualità di attore sociale, è facilmente manipolabile e permette al poteredi gestire a piacimento la coscienza dell'individuo, che rimane sopita edingarbugliata all'interno di molte persone.

Tutto ciò deve essere giocoforza visto in una ottica olistica ed è necessario metterein discussione tutte le credenze e le convinzioni di ognuno per poter cambiare ladirezione evolutiva del mondo.

Molti chiedono il cambiamento, ma nessun cambiamento potrà mai giungere daipalazzi del potere, dalle masse, e neppure dal dogma. Ogni cambiamento ha origineda una trasformazione interiore all'individuo ed è dunque importante ripartire dalripristino del proprio potere personale.

Sostanzialmente, tutto ciò che si sta manifestando nel mondo ruota attornoall'illusorio gioco di potere di un illuminismo totalitario e di una imperantemassificazione. Una forma-pensiero di potere e dominio che è destinata ad auto-distruggersi.

È dunque fondamentale portare lo sguardo dietro le quinte di ciò che accade,svelando i meccanismi di una dimensione sottile che influisce in larga misura sullavita di ognuno di noi. È impensabile risolvere le problematiche con le quali siamoconfrontati se partiamo dal presupposto che non esiste alcunché al di fuori delmondo duale, delle forme e degli opposti.

È necessario avere una mente fluida e prendere in considerazione anche ciò chesembra impossibile, a causa di proprie credenze preconfezionate, ed essere dispostia cambiare percezione e prospettiva, per uscire dalle sabbie mobili involutive di unasituazione che non avrebbe un buon finale, altrimenti.

Per centinaia di anni siamo stati depredati della nostra spiritualità e del nostro poterepersonale. Il sistema industrial-speculativo che abbiamo creato è diventato unaentità che si auto-distruggerà da sé, in un cambio di vibrazione evolutivo cherichiede intuito, audacia, e creatività per crescere in essere e per ricreare l'armoniadi un Paradiso Terrestre che sembra quasi perduto.

Schiavi del sistema, abbiamo posto gli obiettivi di profitto di una entità mostruosa aldi sopra dell'umanità, della natura, e del benessere nel vero senso della parola.

Abbiamo dimenticato chi siamo, in una folle corsa verso la fine di ogni cosa.Dobbiamo dunque fare qualche passo indietro e sciogliere tutti quei condizionamentiche limitano il nostro essere ed il nostro esistere.

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Dobbiamo essere consapevoli e diventare spiritualmente intelligenti, per guarire leferite del passato, uscire dal limbo della sofferenza, e liberarci da tutte le nostrepaure e convinzioni limitanti, per poter finalmente fare delle scelte che supportino lanostra crescita personale ed evoluzione spirituale.

Per fare ciò e di fondamentale importanza ricordare chi siamo in origine, lasciarandare tutte le illusioni e oltrepassare il Velo di Maya calato sui nostri occhi,iniziando a fare delle scelte che ci aiutino a crescere in essere, personalmente espiritualmente.

Elevare la coscienza individuale per elevare la coscienza collettiva , questo è loscopo che rientra nei parametri del Disegno Divino e che corrisponde all'auto-realizzazione di ogni anima.

Come aveva scoperto lo psicologo statunitense Abraham Maslow, necessariamenteil cammino dell'essere umano va verso la sua auto-realizzazione. In questo caso, sitratta del naturale ed armonioso fluire delle cose. Non significa trasformarsi in unsuper eroe. La realizzazione del sé significa essere umani, senza limiti nécondizionamenti. Senza che nulla sia stato rimosso o portato via dalla nostranaturale essenza.

Auto-realizzazione significa dunque diventare tutto ciò che possiamo diventare e peril quale abbiamo già tutte le risorse interne ed interiori necessarie a nostradisposizione. Un potenziale latente che può far sì che le nostre passioni ed i nostritalenti si concretizzino e si realizzino. Ciò, senza dubbio, influisce in larga misura contutto ciò che si manifesta a livello globale. È dunque responsabilità di ogni singoloindividuo partecipare allo sviluppo evolutivo del pianeta.

Dobbiamo dunque essere aperti a riscoprire noi stessi ed al nostro potere personale.Vi è necessità di una sintesi psicologica e spirituale che prenda certamente inconsiderazione gli aspetti dell'apprendimento, della mente umana, e delle percezionima che includa sia l'anima che lo spirito.

Noi possiamo creare e modificare la realtà e possiamo scegliere a che forzeconformarci.

Per fare ciò è però fondamentale scoprire chi siamo veramente e ripristinare il nostropotere personale.

Il mio obiettivo di elevazione della coscienza collettiva mi ha portato ad integrarediverse discipline per creare un sistema pratico ed efficace volto a ripristinare ilpotere personale nella sua interezza ed integrità, così da permettere l'integrazione diqualità e virtù superiori e poter cambiare il mondo, partendo dall'individuo.

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Questo è il primo tassello di conoscenza che serve per iniziare a liberarci dallecatene che imprigionano l'anima in uno stambugio concettuale. Non è però possibileliberarsi, sinché non ci si rende conto di trovarsi in uno stato di prigionia.

«Ciò che un essere umano può essere, deve essere.»

Abraham Maslow

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Francesco Ferzini MBA, Dip fed MS, Ct Hyp

Leadership coach, Ricercatore indipendente, Autore

Francesco ha integrato tutte le sue conoscenze accademiche e professionalicon la mia ricerca individuale, creando dei sistemi per una migliorperformance e delle metodologie altamente trasformazionali per la crescita,l'evoluzione, e lo sviluppo della leadership nella persona, a livello individuale eorganizzativo.

È l'ideatore del Sistema Memoria evolutiva Sistema Memoria evolutiva e,attualmente svolge sessioni di consulenza individuale e per-corsi di formazione.Attraverso l'Associazione NoiUno, organizza e presenta workshop, conferenze, eseminari.

Ha seguito un percorso accademico ottenendo con successo il titolo MBApresso la Curtin University of Technology GSB, Australia, e lavorato a livellointernazionale nei settori turismo e alta moda, in qualità di area manager.

È autore del libro «Marketing PRopaganda: from Attention to the Meaningeconomy»

Segui il blog di Francesco: francescoferzini.typepad.com, o la sua paginaFacebook: Francesco Ferzini.

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Abbi Fede

Concludo chiedendoti di avere Fede, intesa come fiducia incondizionata nella libera espressione di sé.

Viviamo in un reame concettuale. Abbiamo imparato a vivere nel passato, oproiettarci nel futuro, e non siamo mai presenti nel presente.

La storia che raccontiamo a noi stessi è totalmente alterata dalla nostrainterpretazione, dai nostri filtri mentali, e dai nostri abituali schemi di pensiero.Queste componenti giocano un ruolo fondamentale nella vita della nostrapersonalità, in quanto un pensiero o una immagine, se ripetuti nel tempo, diventanoabitudini o dipendenze. Inconsapevolmente esperti di queste irreali strutture dellanostra realtà, viviamo in un castello concettuale fatto di preconcetti e pregiudizipreconfezionati, e di cui siamo prigionieri.

Viviamo di illusioni.

Noi però non siamo la storia che raccontiamo a noi stessi e, anche se perdersi (ditanto in tanto) in memorie del passato, o fantasticherie sul futuro non èestremamente grave, ciò che dobbiamo fare è essere presenti a noi stessi.

Un bel problema che ci troviamo dinnanzi è la totale mancanza di Fede.

Qui non c'entra nulla il Credo religioso, in quanto la Fede va intesa come fiduciaincondizionata in noi stessi e nella libera espressione di sé. Il problema è, appunto,che ne abbiamo molto poca. Abbiamo dato pieno potere a tutto ciò ch'è esterno,identificandoci con la nostra personalità fatta di maschere sociali e svendendo lanostra Fede e la nostra unicità.

In uno sconveniente baratto, abbiamo scambiato il guscio con l'essenza.

Ciò che dobbiamo fare è uscire dalle illusioni della mediocrità e dell'ipnosi di massa.

Non si tratta certo di imbarcarsi in stravaganti stili di vita o sfuggire alla stessamediante chissà quale espediente. Non si tratta di meditare tutto il giorno. Non sitratta di chiudersi in un convento o in un ashram. Non si tratta neanche diriprogrammare la mente, in quanto si tratterebbe solo di abbellire lo stambugio in cuici siamo auto-imprigionati (nel caso, saremmo sempre in balia di qualchecondizionamento). Non si tratta neppure di chiedere all'inconscio, ma bensì direnderlo cosciente, in quanto - come sottolineò Jung - se non lo facciamo saràl'inconscio a guidar le nostre vite e noi lo chiameremo destino...

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La mente è un prezioso e raffinato strumento che deve essere al servizio del Cuore.Non vi sono scorciatoie come elisir magici, bacchette magiche, discipline otrattamenti magici, o maghi che possono cambiare la vita degli altri. Il cambiamentoè una responsabilità di ognuno ed ha origine da una trasformazione interiore.

Le sfide della vita vanno certamente affrontate in maniera realistica e nel modo piùefficace. De-ipnotizzandoci dalle illusioni della nostra personalità, iniziamo ad esserepiù liberi nell'espressione di noi stessi e della nostra unicità. Le nostre reazioniemotive cambiano, così come il nostro atteggiamento mentale. Manteniamo lenostre energie focalizzate sui nostri obiettivi e sulle nostre aspirazioni fondamentali,non rivolgiamo più le nostre energie contro noi stessi.

Essere sempre più presenti nel presente significa imparare a gestire nel modo piùefficace le proprie risorse ed essere in grado di opporre resistenza e prevalere sututto ciò che cerca di intaccare la propria energia, la propria solidità morale, e lapropria fermezza di Spirito.

E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse:

"Uomo di poca fede, perché hai dubitato?"

Mt 14, 3

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Il potere che viene esercitato su di noi èsempre esattamente equipollente a quel chenoi stessi abbiamo concesso, e concediamo.

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La vita è una serie di scelte. Scegli con l'anima.

© 2015 Francesco Ferzini

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