la leggenda della centuria

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  • 8/3/2019 La Leggenda Della Centuria

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    Franco Napoletano

    Paolo Uccello, San Giorgio e il Drago; Londra, National Gallery

    La LeggendaDella Centuria d'Oro

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    Dedicato in Amore

    ad Angela.

    Ogni cosa che respiralodi lEterno. Alleluia.

    Salmo 150

    Non tutto l'oro luccicaLe Mani del Re guariscono

    Ruel Tolkjen

    Non sei sciocco a dareuna vita, che non puoi tenere,

    per un Amore che non perderai mai.

    David Berg dei Bambini di Dio

    La Storia di Antares scritta nel Vento:I Credenti del Buthan affidano le loro preghierea stendardi colorati, che il Vento legge,

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    per portarle ai piedi del sacro Trono.Franco Napoletano

    1. LA CENTURIA E IL NOMADE.

    I cantori al chiarore della luna erano soliti narrare, attorno aigrandi fuochi primaverili, una storia avvincente accaduta neigiorni dei tempi immemorabili.Gli uomini di quellera erano ancora degni di questo nome,essendo consapevoli delperch fosse naturale parlare con glianimali, piante e pietre.Ci fu un uomo, che possedeva integralmente la conoscenzadel potere del fuoco.Da quel momento un bagliore, ricco di speranze, rischiar lanotte senza nome, che ancora vagava alla deriva; comeunimbarcazione che non retta dal nocchiero.In mezzo a tanti, dunque si distinse lUno, che poteva tenerein mano, senza alcun rischio, la favilla primordiale, scaturitadi getto dalla sorgente della vita.Esteriormente non si distingueva dagli altri, per una luceparticolare brillava nei suoi occhi; un bagliore di autorit nonusuale in un semplice pastore.

    Pascolava il suo gregge su zone di media montagna; locurava con responsabilit e dedizione; pi volte aveva lottatosia con il lupo che con lorso, per proteggerlo.Il giovane, dal volto fiero e col petto abbronzato dal soleprimaverile, era solito cingere i fianchi pronti e le robustespalle con una pelle dorso.Lanimale dalla folta pelliccia era stato ucciso dopo unafuribonda lotta, quando un gruppo di orsi, spinto dalla fame,

    giunse fin presso il rifugio dei suoi animali.Lo scontro, cominciato con una furia inimmaginabile e senza

    precedenti per quei luoghi, termin solo con luccisione delcapo branco.

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    Labitazione del pastore-guerriero consisteva di alcune grossecaverne, tra loro in comunicazione tramite piccoli cunicoli,che permettevano il passaggio di una persona alla volta.Questi brevi varchi sotterranei potevano essere chiusi, in

    modo ermetico, sia con robusti battenti di quercia sia congrosse pietre.Le grotte erano dotate di una piccola sorgente e di alcuneuscite secondarie, che in pi garantivano una buonaventilazione di aria; esse si perdevano in un dedalo di galleriesotterranee, scavate nel corso dei secoli da correnti di acquegelide. Nel loro complesso venivano a formare una sorta difortezza sotterranea imprendibile.

    In passato nei pressi di quel luogo, cera stato uno scontrofuribondo fra Uomini e Giganti, ma il ricordo di quei prodigiosigiorni, era rimasto solo nella Memoria galattica. Chi tra gliuomini era ancora capace di avere un simile ricordo?I cani del Giovane erano fedeli e infaticabili, come lo sonoquelli da pastore.Egli era esperto sia nel tiro con larco, che con la fionda; adifferenza per dei normali pastori, il padre lo aveva istruito

    nellarte di usare la lancia, la spada, la scure bipenne e larco.Antares, questo era il nome del giovane, ben presto super indestrezza, nelluso delle armi, il proprio Insegnante.Amava la caccia; se uccideva, ci avveniva o per difendersi oper nutrirsi; non voleva privare alcuno del diritto alla vita peril solo gusto di fare del male, come invece erano soliti faremolti suoi coetanei.Preferiva catturare le sue prede, che, poi normalmentelasciava libere, dopo avere ricevuto in dono la loro amicizia.Prima di lanciare i suoi proiettili, freccia o sasso, laconcentrazione era tale che il bersaglio, per quanto lontanopotesse essere, era visto davanti a lui con le dimensioni diuna grande quercia.

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    Si sentiva esploratore e voleva conoscere le foreste, levallate e le montagne, che circondavano i suoi luoghi natii;per tale motivo intraprendeva delle vere spedizioni, che intaluni casi lo tenevano fuori casa anche per alcune

    settimane.Sapeva di lasciare la guida del gregge nelle mani sicure didue giovani, entrambi liberi e non schiavi.Essi gli volevano bene per il suo coraggio e per la bont delcarattere.Se ne prendeva uno con s, ci significava, che sarebbe statofuori per poche giornate.Avvertiva dentro una smania ardente, che, come fuoco vivo,

    lo spingeva sempre pi verso Est, dove le montagnedivenivano impervie e per giungervi, era necessarioattraversare dei boschi molto fitti e pieni di pericoli.Quelle montagne selvagge ed aspre in effetti erano abitateda bestie straordinarie, e in quei luoghi - si diceva -avvenivano fatti fuori del comune.Molti vi si erano recati, ma i pochi tornati, vaneggiavano;dalle loro labbra uscivano solo articolazioni senza senso.

    Era impressionante il vedere giovani Guerrieri tornare a casa,con la mente completamente sconvolta, ricondotti dal fedelecavallo.I partiti, per, erano veri Guerrieri, il cui proverbiale coraggioin battaglia cantato con orgoglio dai bardi, era temuto daglistessi Giganti.Un giorno Antares sarebbe andato lass per svelare quelmistero.Era gioviale e di buona compagnia; dalla battuta semprepronta, non era facile annoiarsi con lui.A volte, per, si chiudeva in un silenzio profondo, chesembrava allontanarlo da tutti; nessuno ardiva distoglierlodai suoi pensieri, tanta era lautorit, che egli emanava inquel momento.

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    Lespressione dei suoi occhi era indecifrabile.Si levava nel cuore della notte, per ispezionare lafortificazione, di cui controllava anche i robusti battenti diquercia, che chiudevano lingresso delle caverne, nella quali

    di notte riposavano le pecore.Quando tutto era in ordine, si stendeva ai piedi di una grandealbero, sempre la stessa quercia, colla quale contemplava lestelle per delle ore e da quelle si sentiva compreso.Attirato dal loro baluginare, e dai disegni armonici, che esseintessono nella mappa celeste, cercava nella loro Valenza,indicazioni preziose, capaci di indicargli la Via comune.Aveva intuito, fin dalla prima fanciullezza, che tutto ci che lo

    circondava, possedeva un suosenso profondo che lo univa alresto.La Natura ha le sue leggi, che vanno amate, comprese eseguite.Era attratto, in modo spontaneo e luminoso, dalla maestositdella Creazione, di cui sentiva il certo abbraccio materno.I genitori non li aveva mai conosciuti, avendoli perdutimentre era ancora in fasce.

    Un gruppo di Giganti aveva assalito la casa paterna, che,essendo lontana dal villaggio, era difesa come una piccolaroccaforte.Il padre da solo aveva resistito eroicamente; ma i troppiavversari ben presto ebbero la meglio sul Guerriero. Prima digettarsi sulla sua spada, per non cadere vivo nelle mani deinemici, riusc per a far prendere il largo ad una piccolabarca, sulla quale cera lui in fasce e la madre.I Giganti, pieni di rabbia feroce per il suicidio del Guerriero,prontamente si erano gettati a nuoto nel tentativo di fareprigioniera almeno la donna.Dallaltra sponda del fiume cominciarono a saettare frecce. Itiri erano precisi; ad ogni dardo scagliato faceva eco lurlo dimorte di un Gigante.

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    Pieni di paura, e per non essere massacrati, gli assalitori sidettero ad una precipitosa fuga, mentre nel frattempo ladonna faceva toccare alla barca laltra sponda.Vi giunse gravemente ferita e pot, solo con occhi imploranti,

    raccomandare allUomo, che cercava di aiutarla, il propriofiglioletto.La madre di Antares spir cos, senza un lamento.LUomo era giunto tardi per salvare il padre e la madre delpiccolo. Lui apparteneva al Gruppo degli Anziani. Andrion, ilvecchio Sciamano, era ancora solido sulle gambe, robustocome una quercia.Dette una casa al piccolo, che sotto la sua guida piena

    damore e d'attenzione crebbe felice e spensierato.Forgiato sotto il suo vigile controllo, il ragazzo divenne unottimo pastore e un valente cacciatore.Il tempo passava ed il ragazzo cresceva.Giunto il momento opportuno, Andrion comunic al giovanele tecniche dellArte della Guerra, necessarie per la suaelevazione al rango di Guerriero.Dallo Sciamano, Antares aveva imparato il rispetto per la

    Vita; perci non solo proteggeva i suoi animali, ma tutti gliesseri viventi in genere, appartenessero o no al suo branco.Gli animali hanno il loro spirito, Antares, e se tu li rispetteraie proteggerai, essi risponderanno, accordandoti fiducia esimpatia; questo ti permetter di comunicare chiaramentecon loro.Gli animali, come le piante, sono un aiuto prezioso, figlio mio,e un giorno, forse fra le lacrime, capirai meglio quello chevoglio dirti.

    Tu sai che non sei mio figlio naturale, ma ti ho amato comese tu lo fossi... la casa, gli animali, i due garzoni, la terraintorno tutta tua: difendila, incrementala; questo ci cheti lascio, ma ho qualche cosa di pi importante da dirti, daGuerriero Indomito, guarda il Cielo.

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    Molti adorano gli animali, le piante, le pietre: ascolta figliomio, loro sbagliano, esiste Dio, Uno; non ha volto, cercaLocon tutto il tuo cuore e Lo vedrai. Ascolta il Battito semprepresente e Lo troverai.

    Adesso, anche se sei ancora molto giovane, giunto ilmomento dessere Uomo.Dio veglia su te, e anche la mia benedizione: ricorda, vegliersu di te oltre la durata del tempo fisico.Un giorno capirai appieno anche questo.Difendi i deboli, proteggi gli orfani, ospita gli stranieri; finchsta in tuo potere, vivi in pace con chi ti accanto: ma nonchiudere gli occhi di fronte allingiustizia.

    Far questo, significa trovare Dio; in tal modo non morirai mai.Avrai trovato Dio e la tua Radice sar stabile per sempre.La realt vera dellessere umano, la comprenderai nellostesso momento, in cui troverai lEnergia di Dio vibrante inte.Sii forte Antares: non sei solo.Il vecchio Andrion se nand cos; con la serenit scolpita nelviso.

    Antares pianse a lungo la morte dellUomo, che avevasempre chiamato padre e che, come tale, aveva sempreonorato.Con la vita dogni giorno, gli aveva insegnato cosasignificasse essere un Guerriero e come vivere da tale ilcodice della Vita, scritto nell'aria, nel vento, nella terra,nell'acqua e nell'etere.Forse non aveva capito tutte le cose dette dal morente, per,di certo, non avrebbe mai dimenticato quella sensazione dibrivido, che aveva pervaso tutto il suo essere, nellascoltarequelle parole.Luniverso un organismo vivente, devo trovare in lui il mioposto, si diceva Antares, guardando fiducioso le Stelle.

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    Una notte, mentre era sdraiato sotto la solita quercia,successe qualche cosa dinaspettato.La foresta allimprovviso tacque; gli animali notturni, assiemeal vento, non fecero pi udire i loro respiri, lasciando cos la

    possibilit di manifestazione ad un silenzio profondo, strano,magico.La luna, insolitamente brillante, illuminava quasi a giorno lapiccola vallata sottostante la quercia; si potevano vederechiaramente tutte le sporgenze rocciose.Quella notte, come tante altre volte, accanto al cacciatorecera il fido Bardon, linseparabile compagno.Bardon lottava contro il lupo e lo vinceva facilmente; non

    aveva paura nemmeno dellorso.Il Giovane lo aveva avuto in dono, come cucciolo, da unNomade, nei cui occhi scintillava il Fuoco perenne.Lanimale, che ti do, ti sar pi fidato di un Uomo, ti ameranche se non lo dovessi amare e veglier su di te. Ti guiderquando andrai verso Est.Due mani si strinsero saldamente a suggello ulteriore delleparole pronunciate dal Nomade.

    Un ultimo, profondo sguardo, poi lentamente il Viandante,con la bisaccia e larco, sincammin verso la MontagnaSelvaggia.Non si volt pi.Antares lo segu con lo sguardo, finch non scomparve allasua vista.Bardon annusava laria e guaiva in modo soffuso; sentivaqualche cosa di diverso nellaria; scodinzolava tutto intorno alGiovane, che alla solita ora si alz, per fare un girodispezione.Quella sera la luna era veramente meravigliosa; non lavevamai vista cos luminosa.Ritorn a sdraiarsi sotto lalbero, gettandosi sulle spalle unapesante pelliccia. Voleva aspettare lalba. La stanchezza si

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    era dileguata, come la neve, che si scioglie sotto la dolcecarezza del sole.Avvertiva chiaramente un profumo indefinito di magianellaria: nera certo; una magica atmosfera si stava

    spandendo intorno, avvolgendo ogni cosa.Luna piena! Pu succedere di tutto, in un momento comequesto, mentre guardava, con una certa apprensione, lemontagne alla sua sinistra.Per la distanza di quattro giorni di cammino, a piedi, la zonaera piuttosto sicura - cos dicevano le testimonianze deiGuerrieri - ma poi cominciava il territorio impervio, checonduceva al Fiume Vorticoso.

    Solo i pi arditi potevano avventurarsi a caccia nel limitare diquelle selve cupe; ma solamente i pazzi, dicevano gli Anziani,osavano addentrarvisi in profondit.Nessuno torna di l! Agapon partito da pi di quindicigiorni - si diceva Antares con tristezza - e il suo cane erastato trovato, pochi giorni dopo, da uno dei suoi due garzoni:la povera bestia aveva scavata negli occhi la disperazionedella follia. Non aveva neppure la forza di guaire; inoltre

    presentava delle ustioni molto profonde, come se fossepassato attraverso una foresta in fiamme.Nessuno, per, aveva avuto notizia di un qualche incendio,n di una minima traccia di bagliori, o segnali di fumo; nonerano stati avvistati animali in fuga.Quelle orribili ustioni, da chi o da che, potevano essere stateprodotte?Alcuni giorni addietro, la madre dAgapon aveva avuto unsogno sconvolgente sul destino del figlio.Lo aveva visto rinchiuso in una specie di cristallo sferico, chesi muoveva molto velocemente, lasciando una striscia difuoco.Era stata proprio questa scia, ad ustionare il povero cane,subito accorso in difesa del giovane padrone.

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    La donna si era svegliata di soprassalto, a quel punto delsogno, in preda ad una violenta agitazione; la suapreoccupazione non conosceva limite.

    Altri due figli e il marito erano morti, alcuni anni prima, in unatragica spedizione di caccia, sempre nelle MontagneSelvagge. Erano stati assaliti da una torma di lupi, resiparticolarmente pericolosi dalla fame, poich linverno erastato di una rigidit senza precedenti, cos si diceva.La verit, per, doveva essere unaltra e pi tremenda.

    Tre valenti Cacciatori-Guerrieri, come era noto, potevanotenere testa ad un intero esercito di lupi affamati!

    Qualcuno doveva avere gettato dei malefici contro queiGuerrieri indomabili.Nei pressi della piccola radura, nella quale erano stateritrovate solo alcune delle loro armi, cerano diverse querceschiantate al suolo, come se fossero state sollevate di peso!La quercia non fuscello, che una bufera di vento possascardinare facilmente; poi, ammettendo pure che si fossetrattato di una tempesta, come mai gli alberi erano stati

    schiantati solo l?Chi o cosa poteva aver prodotto quellopera di distruzionecos tremenda? Certamente non i Giganti, che nonpossedevano una forza simile...Era da un po di tempo che attorno alla Terra degli Uominiavvenivano fatti portentosi, di difficile interpretazione.

    Tutto lasciava pensare allesistenza di una forza, che daqualche parte, stava gettando scompiglio nella terra degliUomini.Forse qualcuno stava ordendo qualche perfida trama a dannodel Popolo della Montagna, ma chi e perch?Molti Guerrieri erano scomparsi in modo strano, comerasuccesso ai fratelli e al padre di Agapon.

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    Dopo la sparizione di questi ultimi, per molti mesi non erasuccesso niente di particolare, che potesse turbare la vitadegli Uomini del Villaggio.Allimprovviso, per, ricominciarono a scomparire, uno dopo

    laltro, una decina di cacciatori: lultimo era stato proprioAgapon.La madre del Guerriero, rimasta irrimediabilmente sola,senza alcuna posterit, secondo lUso recente, ma non quello

    Antico, avrebbe dovuto lasciarsi morire di fame.Se Agapon fosse veramente morto, la sua famiglia si sarebbeestinta con lui; per tale motivo Antares, abbracciandola comese fosse sua madre, le aveva offerto, in umilt totale, il

    proprio tetto e affetto filiale.Questa speciale Adozione, che solo i Capi potevano fare,avrebbe evitato alla donna un destino ferreo.In ogni caso - ripeteva il giovane allanziana - era ancorapresto per preoccuparsi e non aveva senso pensare alpeggio. Gli dei mandano avvertimenti, vero, ma i sognibisogna anche saperli interpretare diceva Antares alla donnaper sollevarla; dentro di s, per, non poteva nascondersi una

    viva preoccupazione.E vero che i sogni vanno bene interpretati, ma se lascianopaure o sgomento, non promettono nulla di buono e forseprovengono dalloscuro Signore del Male; in questo caso ilpresagio malefico non va sottovalutato.Gli occhi daquila del Guerriero continuavano a scrutare, apalmo a palmo, tutto ci che era intorno a lui; non udivaalcun rumore, la chiara luce della luna illuminava tutto, comese fosse giorno; per pur non scorgendo nessuno, si sentivaosservato.I suoi sensi erano ben esercitati ed egli poteva avvertire lapresenza minacciosa dellorso, ancor prima di avvertirnelodore. Cera qualche cosa nellaria, che pur non turbandolo,tuttavia lo lasciava perplesso.

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    Interiormente avvertiva qualche cosa muoversi attorno a lui;restando perfettamente padrone di s, percepiva unfortissimo senso di pacepenetrare in lui dallesterno.Scomparvero anche quei disordinati pensieri, che aveva

    avuto su Agapon. Bardon, del resto, era tranquillamenteaccovacciato ai suoi piedi.Antares guardava ancora le stelle, quasi ne volesse decifrarei disegni, per intendere meglio il loro messaggio.Oh ! Poterle chiamare per nome e trovare il mio nomestesso impresso nel loro segreto millenario, cheapparentemente impenetrabili, custodiscono. LUniverso silascia leggere - come un libro aperto - da chi ha vista ed

    udito attenti! Tendi la mano! A volte sembrerebbe proprioche sia possibile coglierle, come se fossero fiori e...Allimprovviso, davanti a lui, si stagli unOmbra.Non si trattava di un Gigante, ma di un Essere dalle fattezzeumane.Con una specie di sorriso Costui gli pose tra le mani una cintadi cuoio finemente lavorato. Il giovane Guerriero sent unfremito nel cuore, riconoscendo immediatamente la cintura

    da lui fatta e donata ad Agapon in segno di amicizia.Guard il Venuto con occhi accesi, pronto alla lotta; ma latensione si trasform in gioia, come riconobbe il Nomade,apparsogli qualche anno prima.Il Possente con autorit pose una mano sulle sue labbra:Non parlare ed ascolta bene. Una di queste notti tu marceraiverso Est. Il tuo amico vive: tu lo devi raggiungere. Avrai ache fare con il Paese dei Giganti. Dovrai lottare contro di loro.Sii forte, Mani preziose saranno intorno a te. Il Fuoco ama isuoi figli. Lascia gli usi di coloro che non sanno: i vecchi Deisono ormai morti, perch superati.Il Dio unico Amore.Osa il non osato e capirai.

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    Segui la striscia sottile di luce e contempla le vette sideree esolitarie. Salirai molto in alto: attento alla vertigine. Il sentiero quello, guardalo bene; non dire niente a nessuno.Antares si volt e vide una stretta striscia luminosa, che si

    distendeva lungo le dolci colline, fino a prendere la via per laMontagna Selvaggia; vide contrade e boschi popolati dastrani animali.La striscia luminosa sincamminava per la MontagnaSelvaggia, per fermarsi davanti ad una Capanna di Faggio.La direzione indicata era la stessa che aveva visto prendereal Nomade, quando questo se ne era andato, lasciandogliBardon cucciolo.

    Quando si volt, con lintenzione di parlare al Nomade dalloSguardo di Fuoco, si accorse che quello era scomparso.Vicino alle zampe del cane cera una spada brunitadallimpugnatura doro, che rifulgeva la luce della luna.Allimprovviso, proprio come si era allontanato, un sonnoportentoso simpossess del Giovane, che, reclinato il caposu di una roccia si addorment profondamente.Bardon gironzolava un po attorno, ma poi fin per acquattarsi

    silenzioso accanto al Padrone.Antares procede velocemente. Ha fiutato il cervo. Correveloce contro vento; nemmeno il minimo rumore esce dasotto i piedi nudi, che, con destrezza volano su foglie earbusti secchi.Rallenta la corsa; giunto vicino ad un ruscello. Ora si ferma;incocca il dardo. Si guarda attentamente intorno; ode,improvviso, un calpestio quasi impercettibile.

    Tutti i muscoli e i nervi dAntares sono tesi come la corda delsuo arco; ed ecco sbucare da dietro un cespuglio un cervodalle maestose corna.

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    La freccia, fulminea, trapassa il cuore dellanimale, che siaccascia al suolo senza un gemito. Con pochi balzi la preda raggiunta.Sta per caricarla sulle spalle, quando istintivamente fiutato il

    pericolo, si getta sulla sua destra, lasciando cadere lanimale.Rotolando sul terreno, avverte il sibilo di unenorme lancia,che, passandogli accanto, sinfilza per terra.Balzato in piedi, come una furia, si scaglia sullavversario,che un enorme Gigante della vallata.Il Colosso, roteando minaccioso la spada mastodontica, calaun fulmineo fendente contro Antares, che lo evita conunagile schivata; passato al contrattacco, egli conficca la

    spada aurea nella gola del Gigante, che colpito a mortestramazza al suolo con un rantolo soffocato.Recuperata rapidamente larma, decapita il mostro e in modoveloce abbandona il posto.Sa bene che i Giganti non si spostano mai da soli. Affannatoper la corsa, giudicando di essere ormai in salvo, si fermapresso un ruscello per rinfrescarsi.Antares, aperti gli occhi, si guarda intorno vigile,

    mormorando Il Gigante...Bardon, il fedele cane, lecca la faccia al suo padronesvegliandolo: gi lalba.Era stato solo un sogno!

    2. LA CENTURIA, IL NOMADE E I GIGANTI.

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    I suoi Avi avevano lottato contro la Razza dei Giganti,compiendo grandi imprese; nelle nottate di festa, questeerano rievocate di focolare in focolare dai Trovatori.Cera sempre stata guerra fra i Giganti della Montagna e gli

    Uomini della Valle.I primi erano creature enormi, dotate di una forza mostruosala cui origine era avvolta da unprofondo mistero.Alcuni Uomini, fra i pi saggi, conoscevano la verit sullanascita e i destini dei loro nemici; Andrion era stato uno diquesti.Sullargomento, infatti, aveva raccontato molte cose adAntares, che, per, non sempre riusciva a capire quello che

    lAnziano voleva realmente dirgli.Ci che sconcertava il giovane, era il solito ritornello col qualeAndrion finiva i suoi racconti: Un giorno capirai tuttoquesto.I Giganti erano noti per i loro riti sanguinari ed erano solitiimmolare esseri viventi alle loro divinit; non solo Uomini oUmanoidi, ma anche Giganti stessi. Credevano che i loro deipreferissero in sacrificio i piccoli.

    La loro femmina non era tenuta in alcun conto; nonconoscendo il valore dellOspitalit, consideravano lostraniero come il pi vile degli schiavi, privo di qualunquediritto alla vita; inoltre non si prendevano cura degli orfani,n dei pi deboli.Credevano solo nella violenza; e la Guerra, intesa come forzadistruttiva, era considerata come lunico modo per trattare glialtri; belve che vivevano solo per incutere terrore.Non facevano misericordia, n tanto meno ne chiedevano.Amavano il possesso delloro e della terra altrui pi ancoradella loro vita; pur essendo grossi, e quindi avvantaggiatidalla mole, preferivano ordire inganni.Erano combattenti molto pericolosi, da non sottovalutare.Non tenevano in nessun conto la parola data.

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    La guerra tra Uomini e Giganti procedeva senza sosta e convicende alterne; finch una volta questi ultimi sommersero gliUomini, infliggendo loro una gravissima disfatta militare.Fu proprio in quel tragico frangente, che fece la sua prima

    apparizione la sfolgorante Centuria della Spada dOro.Essa era composta da valorosi Guerrieri dalla pelleabbronzata e dallo sguardo di fuoco.Con pochi scontri frontali inflissero ingenti perdite ai Giganti,rendendo fiducia agli Uomini, che riorganizzarono dai lororesti scomposti un ultimo e disperato esercito.Non cera pi niente da perdere, se non lultima cosa rimasta:la vita.

    Gli stessi Giganti, raccolte tutte le loro forze, allestirono unesercito formidabile; dovevano annientare in modo definitivogli irriducibili avversari.Il morale degli Uomini era molto alto per la continua presenzadella Centuria del Fuoco; il nemico sub, in un memorabilescontro durato due giorni e due notti, una disfatta totale.La potenza proverbiale dei Giganti, annullata in quellaoccasione, fu resa inoffensiva per lunghissimo tempo.

    Dei Cavalieri della Centuria non si seppe pi nulla, e comemisteriosamente erano apparsi, altrettantoimprevedibilmente scomparvero.Unantica leggenda affermava che la Centuria vegliava dasempre sugli Uomini, e che lass, sulla Montagna Selvaggia,cera la risposta a questo enigma.Antares stiracchi un po le braccia allungandole; avevaproprio dormito bene.Fece per alzarsi, quando allimprovviso scorse per terra, fra lezampe di Bardon, la spada dallimpugnatura doro.Non credeva ai propri occhi; ma allora non avevacompletamente sognato!

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    Sulla larga lama cerano incisi alcuni segni, per Antarescompletamente sconosciuti; sicuramente dovevano avere un

    potere e un significato magico.Come poteva essere finita l?

    Improvvisamente si ricord della apparizione del Nomade edelle cose che aveva udito.Il suo sguardo gli cadde lungo i fianchi e si accorse che stavaindossando la cinta di cuoio dAgapon.Doveva mantenere il silenzio; non parlare con nessuno,neppure con la madre. Quello era lordine ricevuto, e anchese poteva sembrare strano, dentro di s gi sapeva cheavrebbe mantenuto il pi rigoroso silenzio, tanta era stata

    lAutorit con cui il Nomade gli aveva parlato.Per tutta la mattina non pot concludere nulla, poich nonfaceva che pensare allavventura notturna.Gli dei parlano sovente allUomo durante il sogno. In quelmomento il Libro della Vita si apre e lUomo pu gettarviampi sguardi. LEssere apparsogli chi o cosa poteva essere?Un Uomo, un Super-Uomo o un Angelo?Sicuramente non una forma negativa; altrimenti avrebbe

    avuto paura o avrebbe provato emozioni sgradevoliaccompagnate da angoscia, nausea... Invece, lui era rimastoperfettamente calmo e nel pieno possesso delle propriefacolt intellettive.Credeva che gli dei rispondessero alle preghiere degli Uomini,ma il Nomade gli aveva detto di abbandonare il culto deglidei falsi e bugiardi.Lo stesso Andrion, sovente aveva affermato, che gli Uominisbagliavano nel seguire lidolatria, perch Iddio Uno; Spirito, e non pu essere rappresentato da nessunaimmagine falsa, perch Lui vivo dentro ogni essere.Antares sent che lunica cosa certa che in quel momentopoteva fare, era quella di aspettare lo svolgersi degli

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    avvenimenti, e nel frattempo custodire gelosamente la spadadalla impugnatura doro.Ben presto ritorn a prendere le normali occupazioniquotidiane.

    Un giorno, improvvisamente, sent un imperioso desiderio diandare a caccia.Si fece preparare dai due giovani delle focacce e della carnesotto sale.And nella foresta alla ricerca di erbe particolari, dalle qualiera possibile ricavare delle misture dai poteri rinfrescanti erivitalizzanti; erbe che poi pose nella sua bisaccia da caccia.Controll una ad una le sue frecce; prov le fionde e scelse

    alcune pietre; riacutizz le punte delle lance.Il giorno dopo, svegliando lalba, sarebbe partito col fedeleBardon.Si rec dalla anziana e in nome del comune amore chenutrivano per Agapon, preg la donna di fermarsi nella suacasa, dove avrebbe potuto contare sullassistenza totale deisuoi due garzoni.La donna vinta dalla sincerit del giovane accett la

    proposta. Cenarono insieme e lo preg dessere prudente inci che aveva deciso di intraprendere.Ribad ancora una volta la certezza che suo figlio fosse vivo.Antares non profer parola, come se non avesse udito.La donna non si ripet, sapendo davere ragione;comprendeva che Antares sapeva qualche cosa attorno alfiglio, ma se non voleva dirle nulla, sicuramente dovevaavere dei buoni motivi per farlo.Era certa di poter contare sullamore del giovane, perchAntares ed Agapon erano stati uniti fin da piccoli, come sefossero dei veri fratelli.

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    3. LA SELVA.

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    La mattina seguente, poco prima dellalba, sellato Nerocrino,il cavallo preferito, Antares prese la via della Montagna,scortato dal fedele cane.Saccorse subito che, suo malgrado, qualche cosa lo spingeva

    decisamente verso Est, mentre le morbide colline venivanorapidamente superate.Ben presto si trov davanti una foresta, che si mostr subitotroppo intricata, per cui invece di entrare direttamente nelfolto della boscaglia, prefer dirigersi verso un fiume nonmolto grosso; ma anche quello, di l a poco, sarebbe andato aperdersi in quella cupa foresta, comprese dunque che nonpoteva fare altro, che percorre quella via.

    Tra gli alberi maestosi che si snodavano lungo il fiume, si apruno stretto sentiero. Decise di lasciare alle sue spalle ilpiccolo fiume. Man mano che andava avanti, tanto pi lariasi faceva pesante ed un manto doscurit si stendeva su diogni cosa. Solo a piccoli intervalli era possibile vedere la lucedel cielo.Sembrava che le mani scheletriche degli alberi volessero faredi tutto per aggredire lAlto.

    Qui si respira unaria malsana; devo essere entrato nellafamigerata Selva Nera. Si sa poco di questo posto; la cosacerta che si presenta in modo orribile: anche il respiro deisassi ti avverso pensava tra se Antares, che nel frattempo,a causa dellasprezza del suolo, aveva portato landatura delcavallo al passo.Guardava la forma della vegetazione; quei tipi dalberi glierano completamente sconosciuti; non aveva mai vistoniente del genere. Se i rami sembravano degli artigli, le fogliericordavano le spine:Non mi meraviglierei se quelle fossero aculei velenosi, sidisse il Giovane preoccupato.La strana vegetazione, ora, cominciava a farsi meno fitta e lostesso sentiero diveniva mano a mano pi agevole; il peggio

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    sembrava passato, ma Antares preferiva tenere Nerocrinoancora al passo.Da quando era entrato nella Selva Nera, le sue nariciavevano avvertito dei forti odori di selvatico a lui sconosciuti.

    Non sapeva quale animale potesse lasciare una scia cosaspra; non doveva trattarsi di bestie particolarmentepericolose, altrimenti sarebbe gi stato attaccato.La sua curiosit di cacciatore era stimolata da questasituazione che non capiva appieno; per cui, fermatoNerocrino, balz a terra, procedendo lentamente.Bardon, intuito il pensiero del padrone - che intanto avevaincoccato una freccia - part a gran carriera senza abbaiare

    verso un grosso cespuglio; vistosi scoperti due imponentiuccelli dalle lunghe penne spiccarono velocissimi il volo.Antares fu ancora pi veloce nel tendere larco e a scagliaredue frecce; per una sola raggiunse il bersaglio e uno deivolatili, con grandi strepiti, pot scappare via, portandosifuori della vista del cacciatore.Nel frattempo Bardon cercava di fare del suo meglio perportare la preda colpita al padrone, ma tanta era la mole

    delluccello, che lintelligente cane poteva solo trascinarlo.Antares, tutto eccitato, corse incontro al cane, per vederequella portentosa bestia un po pi da vicino.Sembrava una specie di fagiano, ma solo nellaspettoimmediato, perch, per dimensioni, era pi grosso almenodieci volte; mentre le sue penne avevano il coloredellargento; presentava, poi, una fitta dentatura.Probabilmente erano uccelli carnivori molto pericolosi: il lorostridio faceva accapponare la pelle; potevano essereavversari temibili, ma se era cos, perch non lo avevanoaggredito?E perch laltro uccellaccio era fuggito cos terrorizzato?Forse non erano cos terribili come sembravano, o forse

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    erano stati atterriti da qualche altra minaccia, che lui nonaveva avvertito?Comunque fosse, sent che sarebbe stata necessaria unamaggiore prudenza e attenzione: ormai era entrato in una

    terra non solo ignota, ma sempre pi avversa e pericolosa.Sentiva distintamente che quella Selva lo stava odiando.

    Tutto ci che viveva l, sembrava emanare un respirovelenoso: piante, animali, vegetazioni stranissime, pietre;tutto ci che era l, sembrava volerlo annientare. Questosentore aumentava in lui man mano che si inoltrava nel fittodella boscaglia.Antares si strinse ancor pi nelle spalle, richiamando nei suoi

    sensi il flusso energetico interiore.Fu in quella occasione, che per la prima volta si accorse dellapresenza di unEnergia, che lo circondava come se fosse unoscudo.Una Forza lo stava proteggendo, impedendo allaggressivitdella Selva di stritolarlo.La minaccia, seppure invisibile, era sentita.Aveva la sensazione che dalle piante strisciasse fuori un

    gelido respiro, che voleva immettere in lui sensazioni discoraggiamento, di dubbio, di paura. Questo alitoammorbante cercava di entrare in lui, per impossessarsi delsuo cuore, nel tentativo di farlo vacillare, per condurlo nelburrone dello sconforto, per precipitarlo poi dalla rupe dellafollia.Era chiarissimo! Lalito velenoso, che usciva da tutto ci cherespirava in quella Selva maledetta, voleva instillare in lui ildubbio letale del velenoso serpente, per il cui morso non siconosceva antidoto: cio che Agapon fosse ormai morto eche tra poco anche lui sarebbe morto; che il Nomade che gliera apparso altro non era che una forza negativa, che, dalarva del nemico, laveva ingannato per mandarlo a morire l,lontano dalla Terra che avrebbe dovuto difendere.

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    Antares cominci ad avvertire dei brividi di paura, perch nonriusciva a localizzare il nemico.Che ci fosse questo era certo, ma contro che, contro chidoveva scagliare i propri dardi? Contro cosa doveva sollevare

    la sua spada? Almeno che si facesse vedere, che mostrasse ilsuo volto, per quanto orribile potesse essere.Si guardava intorno pieno di sgomento con la spadasguainata.Poi, in modo inaspettato cominci a calmarsi. Bardonstrusciava il muso sulla sua gamba, guardandolo come perincoraggiarlo.Fu un attimo, ma Antares sent qualche cosa, come se una

    Forza nuova fosse entrata in lui; fu cos che gli parve di udirela voce di Andrion: Forza figlio, fatti animo, non temere gli inganni della SelvaNera: tu hai in te una Virt pi forte.Appartieni al Fuoco Vivo e stai marciando verso la Montagna;niente e nessuno potr fermarti, solo, stringi i denti, non tiarrendere. Delle mani preziose sono tutto intorno a te. Leforze della luce mettono in fuga quelle delle tenebre. Cerca la

    Tua Divinit con tutto il tuo cuore.Antares dopo quelle parole sent il bisogno di concentrarsi,per entrare in modo equilibrato in se stesso, con la tecnicadello svuotamento interiore.Pens alla Divinit con tutto il suo cuore, abolendo le barrierecon lAltro. Lentamente sent crescere in lui una fiduciarinnovata. Era ormai chiaro, che non sarebbe mai pi statoquello che era prima. Col cuore sollevato si guard intorno,ed ebbe la sensazione che qualche cosa fosse scappatadavanti a lui. Si accorse che le cose che lo circondavano, nonemanavano pi quel gelido fetore mortale.Guard nuovamente quelluccellaccio che aveva ucciso. Fucontento di averne colpito uno solo; non era mai piaciutouccidere senza necessit.

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    Conosceva bene le regole della vita della foresta, che vannocredute, accettate e rispettate.Perch dover uccidere tanti animali, delle cui carni nonpotresti nemmeno cibarti? Ammazzare per difesa puoi farlo,

    se proprio necessario; come pure se ti devi sfamare; mauccidere per uccidere proprio contro natura: questa era laprima cosa che Andrion gli aveva raccomandato, quando fuiniziato ai Misteri della Caccia.Quelle Leggi di Natura se le era incise nella tavola del cuoree, rispettandole, si era sempre trovato bene.A volte, nella foresta, Antares trovava animali feriti; allora liteneva con s per curarli, ed una volta guariti li lasciava

    liberi.In questo modo nacque una forte amicizia fra lui e Dan.Dan era un giovane cervo dalle folte corna, che egli trovtrafitto da pi frecce. Nessuna delle ferite era mortale, percera stata una forte perdita di sangue, perci o sitamponavano le ferite o il cervo ben presto sarebbe mortodissanguato.Antares, impietositosi per la grande sofferenza dellanimale,

    savvicin, procedendo coi movimenti lenti e dondolanti delCacciatore.Il forte senso di pace, che la Persona del Guerriero danzanteemanava, ebbe il benefico influsso di calmare la sofferenzadellagonizzante cervo, il cui terrore cominci a diminuire, perlasciare il campo ad una certo tranquillo torpore.Antares, inginocchiato ai piedi dellanimale, cominci adaccarezzarlo dolcemente dalla testa lungo il collo, giungendoallaltezza del cuore, mentre pronunciava una serie di parolemagiche, che lo sciamano Andrion gli aveva insegnato.Nel giro di pochi attimi, Dan cadde in una specie di sonnoprofondo; Antares pot approfittarne per estrarre dal corpodellanimale le frecce; su ciascuna ferita applic, dopo averle

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    masticate un p, delle foglie di piante particolari, che portavasempre nella sua sacca da caccia.Grazie a quei medicamenti le ferite smisero quasi subito disanguinare.

    Quando Dan riapr gli occhi, Antares, osservando ladiminuzione della dilatazione della pupilla, pot notare comela sofferenza del cervo fosse grandemente diminuita.Il giovane, con molta delicatezza, rigir Dan su unarudimentale barella, fatta con rami intrecciati e cos lo portfino al recinto dove teneva Nerocrino; nellacqua che Dandoveva bere, il cacciatore aveva disciolto un certo liquidovegetale, che nel giro di poco tempo avrebbe permesso al

    cervo di rialzarsi sulle sue zampe.Alcuni giorni dopo pot aprire il recinto, dando la libertallanimale, ormai in condizione di poter badare a se stesso.Se conosci la foresta, puoi trovarvi tutto ci che ti occorre. Acolui che rispetta la vita, la Vita regala i suoi pi preziosisegreti.Dan usc immediatamente allaperto; annus laria, fiut ilvento, si guard intorno; trotterell verso Antares, che gli

    sorrideva, mentre Bardon, scodinzolando, lo annusava eleccava.LUomo e il Cervo stettero immobili uno davanti all'altro, poiDan, dopo aver piegato e alzato il collo, in segno dultimoringraziamento, prese la via della foresta.In pi occasioni Dan ed Antares si erano ritrovati nellaForesta e degli animali di varie specie avevano aiutatoAntares ad uscire fuori da situazioni ingarbugliate, per voleredi Dan.

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    4. GLI UMANOIDI.

    Le prime ombre cominciarono a calare nella Selva Odiosa, e

    lui cominci a cercare un posto dove passare la notte. Scelseun grosso albero, il cui aspetto gli sembrava meno selvaggiodegli altri.Per prudenza non accese il fuoco, non fidandosi di quellaterra per lui cos portentosa. Non potendo cuocersi un po dicarne, si cib con una focaccia e di alcune erbe dal fortepotere nutritivo.Ripens a quelluccellaccio !

    Il verso del volatile, seppure assordante, era per lui unastrana novit; infatti, il suo, grido era sembrato al cacciatore,una specie dincrocio fra il cra - cra del corvo e il bramito rocodellorso.La vegetazione, costituita prevalentemente da arbustispinosi, si era rivelata come una novit completa. Non avevaneppure un metro di paragone per confrontare quelle stranepiante con un qualsiasi tipo di quelle da lui conosciute.Linfittirsi della selva lo aveva portato ad avvicinarsi al FiumeVorticoso.La mattina dopo, con le primi luci dellalba, avrebbe cercatoun punto favorevole per guadare. Sapeva che avrebbedovuto attraversare quel Fiume, e che poi si sarebbe trovato

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    davanti una Selva ancora pi intricata di quella appenasuperata.Il giovane comunque non era pi preoccupato, da quando eracerto di aver udito la voce d Andrion. Ora sapeva con

    sicurezza che su quella misteriosa Montagna avrebbe trovatola risposta.Avvertiva adesso in pieno il benefico influsso delle foglie, cheaveva appena masticato.Si era da poco posto a sedere sullalbero, quando un rumoreproveniente da lontano, gli fece drizzare tutti i muscoli e inervi. Tese lorecchio, mentre il cavallo dava dei piccoli segnidimpaziente nervosismo.

    Silenziosamente Antares scese gi dellalbero e savvicin aNerocrino per tranquillizzarlo; sotto le carezze del padrone,lanimale si plac, mentre Bardon mostrava le lunghe zanne,emettendo brontolii sordi. Sentiva la presenza di qualchecosa di minaccioso.Antares tese ancora pi ludito, e cred di percepire un vocioroco; strisciando lentamente e silenziosamente si avvicin alluogo da cui provenivano quei rumori, che via via

    divenivaano sempre pi distinti; alla fine ud distintamentedelle urla disumane tra risatacce sgangherate.Antares scorse confusamente il chiarore di un fuoco. Siavvicin ancora un po; finch, appiattitosi dietro ad alcunerocce, coperte da sterpaglia, pot vedere, senza esserescorto, quello che avveniva attorno al fal.Il giovane osservava attentamente quegli esseri, chefacevano tutta quella confusione; certamente dovevanoavere bevuto qualche cosa, che li aveva eccitati oltre modo.La luce non era molta, ma pot vedere che laltezza media diognuno di quegli esseri era maggiore di quella di un Uomoalto.Erano pi bassi dei Giganti, ma sembravano dotati diunagilit superiore.

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    Devono essere dei combattenti molto pericolosi e feroci, siscopr a pensare Antares.Avevano capelli molto folti e delle barbe irsute ed ispide; lalunghezza di quelle gli impediva di vedere bene i loro

    contorni, sembravano molto pelosi e brutti a vedersi.Chi potevano mai essere? Ma soprattutto, che cosa stavanofacendo?Gli occhi dAntares, abituatisi maggiormente alloscurit,poterono scorgere ai piedi di un albero, ad una decina dipassi alla destra del fuoco, una specie di gabbia, dentro laquale qualche cosa si stava movendo.Non riusciva a distinguere cosa potesse essere. La distanza e

    soprattutto loscurit erano troppe, anche per gli acuti occhidel Guerriero.Uno di quegli orribili esseri, forse il capo, dopo aver dato perun qualche motivo, un forte sganascione ad uno dei suoiseduto vicino a lui, si alz di scatto; avvicinatosi alla gabbia,tir fuori, urlando come un ossesso, qualche cosa checercava di svincolarsi dalla stretta ferrea di quello.Come il capo torn ad avvicinarsi al fuoco, Antares, con

    raccapriccio, scopr che il selvaggio stava trascinando per icapelli un giovane Uomo, che cercava inutilmente di liberarsi.Il bruto assest un violento cazzotto al malcapitato, cherotol a terra per diversi passi. Gli altri, con la foga deipredatori, si alzarono in piedi; uno di loro sollev linfelice -che cercava disperatamente di stracciare coi denti le cordeche gli tenevano i polsi legati - percotendolo con un violentoceffone, che, lo gett di nuovo a terra; un altro deglienergumeni gli fu addosso, dandogli un forte calcio.

    Tutti imprecavano contro il giovane. Antares non capiva illoro linguaggio, ma comprendendone il senso, aveva giincoccata una freccia.Due di quegli esseri, afferrato per le braccia il ragazzo, cheera a terra tutto dolorante, lo tenevano bloccato, con le mani

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    incrociate dietro la schiena; mentre un terzo afferratolo per icapelli, lo costringeva a stare in ginocchio, con la testa quasirannicchiata sul petto.Alla luce di quel fuoco vivo la scena apparve agli occhi

    dAntares ancora pi raccapricciante.Le facce diaboliche di quegli esseri esprimevano innaturaleavidit nei confronti del Giovane. Uno di quelli gli indic uncumulo dossa spolpate, e nel fare questo sghignazzorridamente; rigirandosi estrasse un enorme spada dalfodero e si avvicin, tenendo larma sollevata col chiarointento di voler decapitare il ragazzo...Antares rientrato in s dalla violenza di quella visione, come

    svegliato da un terribile incubo, realizz con orrore, che sistava trovando davanti ad uninfamia: e tutto si mosse nellasua mente con la velocit del fulmine.Un violento furore scoppi nel suo petto: Quelli sonospregevoli cannibali che stanno mangiando degli Uomini.Un sibilo percosse laria e la gola di quello che dovevadecapitare il ragazzo, fu trapassata dalla prima frecciadAntares.

    Con un tonfo sordo il brigante cadde bocconi; una seconda,una terza freccia e ancora una quarta, colpirono a mortealtrettanti banditi. I superstiti, altri quattro, ancora non eranoriusciti a comprendere quello che stava succedendo.Un ringhio, spaventosamente tremendo, fece gelare il sanguenelle vene a quegli esseri infernali.Bardon, con un balzo furioso, azzann alla gola il capo,mentre una quinta freccia trapass unaltro che lo volevacolpire; una sesta invece si conficc fra le scapole di unribaldo che cercava di spegnere il fuoco per eliminare lavisibilit. Lultimo selvaggio fu bloccato da tre ragazzi, cheerano balzati fuori della gabbia: questo per si liberfacilmente dei tre giovani, che erano ancora legati; ma non

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    altrettanto pot fare nei confronti di Bardon, che vanific ilsuo tentativo di fuga, addentandolo ad una coscia.Uno dei tre giovani gli pot dare addosso, trafiggendolo conla sua stessa lancia. Allora Antares usc allo scoperto e i

    ragazzi si stupirono che a liberarli fosse stato solo lui colcane.Antares non rispose alle loro domande, ma guardandosiintorno, scopr unaltra gabbia, dove erano rinchiuse quattrogiovani donne. Fu immediatamente aperta.I presenti savvicinarono ad Antares per baciarlo, perringraziarlo; anche il Guerriero, molto emozionato,nellabbracciarli pianse.

    Erano tutti molto tesi; gli uni per il pericolo tremendo cheavevano corso; laltro per limprovvisa violenza inaudita chesi era trovato davanti.Gli occhi puri dellEroe si erano quasi rifiutati di credere chesotto il sole potesse esistere una realt talmente allucinante.Aveva sentito parlare datti di cannibalismo, ma in modoconfuso, perci pensava che si trattasse solo desagerazioni.Nella Foresta non aveva mai visto un animale sbranare per

    mangiare un altro essere di simile specie.Quegli esseri infernali non lo facevano perch spinti da unafame irresistibile, ma per perversione, per crudelt, perbestialit.Da quella sera Antares comprese, come mai prima, ladifferenza fra bestialit e animalit; la prima,vergognosamente negativa, propria dellessere, che perde,in modo irrecuperabile, la dignit che propria della creaturaanimale.Grazie allinsegnamento dello Sciamano, sapeva che LUomo molto affine allanimale, anche se diversa la gloria degliUomini, rispetto a quella degli Animali.

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    In lui si diffuse sempre pi netta la sensazione, che si fosseaperta una nuova porta dell'esistenza, che avrebbe dovutovarcare per rispondere al: Ma io, chi sono ?Il pi delle volte, non afferri la totalit di unazione, poich

    non riesci a vivere nello stesso istante la causa e leffetto.Ci dipende dalla confusione che fa la logica descrittiva, cheignora il potere dellintuizione. La logica capisce solo quelloche rientra nel suo campo dazione limitato; non in grado dicomprendere lIllimitato, come il finito non pu navigarenellInfinito; in questo modo il particolare viene a perdersi;eppure il piccolo tassello porta dentro di s la definizionedellintero mosaico e questo non lo dimostri con la logica, ma

    lintuisci in modo immediato.Una cosa almeno cominciava ad essere chiara per il Giovane,e cio, che da quando era entrato in quella misteriosa Selva,era iniziato per lui un Viaggio speciale, nel quale il Dio Unoaveva un posto importante.Non il dio o gli dei delle credenze passive, che ponevanolaccento sui fattori esteriori e sentimentalistici, quindi, unacosa si fa solo perch la fanno tutti, tramandata dal nonno

    del nonno, e poco contava se non si capiva pi il vero perch,per il quale la si faceva. Allora, avendo abdicato alla propriacapacit intellettiva, si era finito per adorare le pietre o lepiante o i fiumi senza cercare invece, Chi tutto ha creato...No, invece lui adesso stava cercando il Dio Uno, che si fatrovare da chi lo cerca con tutto il suo cuore.Il Giovane non capiva tutto questo con sicurezza, eppuresentiva che le parole di Andrion e del Nomade lo stavanospingendo sempre pi in quella direzione.Si era accorto, che nel momento del combattimento contro inemici, il suo cuore era stato inondato da una calmaprofonda, che non aveva mai provato nel passato; era certodi avere sentito - nel momento in cui aveva incoccato laprima freccia - la mano dAndrion poggiarsi sulla sua spalla.

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    Strana davvero la Vita, ti sembra tutto chiaro, poiall'improvviso lImponderabile ti spiazza, e scopri cheesistono svariati mondi e dimensioni diverse che agiscono, inqualche modo assieme a te, e tu ti senti come una pedina,

    che cerca in qualche modo di comprendere quale sia il suoruolo.Dopo che quei giovani ebbero superato quel grave momentodi confusione mentale, Antares li riun intorno a s perconoscere la loro dolorosa storia, e per saperne un p di pisu quei misteriosi esseri.Uno dei ragazzi, quello che sembrava essere il pi grande,infusosi coraggio, cominci a narrare la triste vicenda.

    Una quarantina di quei tremendi Umanoidi - questo era ilnome dei cannibali- erano piombati nel loro piccolo villaggio,che si trovava ad alcuni giorni di cammino, al di fuori dellatremenda Selva Nera, scendendo verso Virton, la capitaledegli Uomini della Montagna.Gli Uomini validi presenti al villaggio erano solo sei, mentregli altri erano o al lavoro nei campi o caccia nei boschi; gliUmanoidi, forti per la consistenza del loro numero, vinsero,

    ma solo dopo un combattimento molto duro.Impararono a loro spese, cosa comporti lattaccare i villaggidi frontiera, difesi da gente coraggiosa, abituata alla lotta.Alcune donne, con dei ragazzi, erano riuscite a fuggire verso iboschi dai loro Uomini; le altre rimaste avevano preferitouccidersi, piuttosto che cadere vive nelle mani di quei mostri.Gli Umanoidi sfogarono sui prigionieri tutta la loro rabbia, nonpotendo accettare il fatto di avere subito perdite cos ingenti,da parte di un avversario, che avevano creduto di poterbattere facilmente.Diversi dei loro sfortunati compagni erano stati mangiati, magrazie agli dei, lui era giunto in tempo per liberarli;comunque, anche loro sapevano poco su chi fosse quellagente.

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    5. LE ARMI.

    Antares fece riunire il bottino che quei briganti avevanoaccumulato nelle loro scorrerie e si accorse ben presto che sitrattava di un vero tesoro, degno di un re.

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    Prese per s un pugnale dal fodero doro; gli era piaciutalimpugnatura davorio, il cui pomello portava una corona,sormontante un cuore di rosa, trafitto da una freccia.Il Guerriero, dopo aver guardato meglio si irrigid,

    riconoscendo, che nel pugnale vi era lo stesso Simboloimpresso sullimpugnatura cesellata in oro della sua spada,datagli dal Nomade.Molti erano gli interrogativi, che affollavano la mente delgiovane; intu che essi presto avrebbero avuto una risposta.Meglio allontanarsi da questo posto, cerchiamone uno pisicuro disse.Dopo aver caricato il tesoro e le provviste dei briganti sui loro

    stessi cavalli, luno dietro laltro, seguirono Antares.La luna, intanto, si nascondeva sempre pi fra le nubi.Il vento, col suo sussurrio, diceva al Guerriero che domaniavrebbe piovuto.Istituiti i turni di guardia, si decise di accendere un fuoco,poich nessuno aveva voglia di riposare.Bardon sonnecchiava, accovacciato ai piedi del padrone, chenon poteva fare a meno di rivivere nella sua mente i grandi

    portenti di quella giornata.Certo che ho molto da imparare ancora!Tra le tante cose portentose, che in quella giornata l'avevanoscosso, era rimasto colpito dal furore col quale Bardon avevaassalito il capo degli Umanoidi.Non aveva visto il proprio animale cos furiosamenteaggressivo: mai, in nessuna occasione, eppure si eranotrovati in situazioni oggettivamente molto pi pericolose econ minori possibilit di salvezza... forse sia lui, che Bardon,fino a quel momento non erano stati protagonisti davventurecos orribili.Unazione turpe, come quella del cannibalismo, erapressoch sconosciuta nella foresta degli Uomini!

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    Chi saranno mai questi Umanoidi, che in fondo, anche sedeviato, un rapporto con la razza degli Uomini devono puravercelo, date le fattezze, anche se deturpate?Lindomani mattina Antares, decise con risoluzione maggiore,

    di riprendere il cammino interrotto verso la MontagnaSelvaggia.La Forza misteriosa lo attirava l.In quei luoghi, forte lo sentiva, si sarebbe compiuto il suodestino, qualunque esso fosse.Verr finalmente a conoscenza della sorte reale dAgapon. Epoi cos quella spada? Potrebbe avere un legame collaCenturia? E quel Nomade chi ? In fondo tutto era cominciato

    dopo la sua apparizione.Decise comunque di accompagnare quei poveri profughi, finoal limitare della Selva Nera; da l, poi, sarebbero potutiarrivare facilmente fino alla sua casa, senza paura di bruttiincontri.Consegn, al pi grande, una coppa doro lavorata concesellature fini, che rappresentavano il Sole, che illuminavacon la sua Gioia la Luna; era da consegnare alla madre

    dAgapon, come suo regalo.Nel momento del commiato, la pi anziana fra le giovanidonne, bened Antares con una profezia desortazione: Vaisulla Montagna; l sosterrai molte lotte, ma ne varr la pena,perch troverai la risposta a ci che fa vibrare il tuo cuore.Dovrai sostenere molte prove, ma se guardi a Lui ce la farai;tu non sei come noi; tu hai qualche cosa dentro, che ti rendediverso da tutti noi. Sii forte.La donna, nel benedirlo, aveva detto delle cose del cui verosignificato non si era resa conto.Antares guard il piccolo gruppo partire; lo salut ancora unavolta con un cenno della mano, poi rigirato il cavallo, ripresefinalmente il suo cammino, lanciando Nerocrino al galoppo.Ben presto ripass sul luogo dove avevano pernottato.

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    Qualche cosa lo spinse, nonostante la fretta, a fermarsi doveaveva ucciso i briganti.Balzato gi da cavallo per la prima volta, alla luce del giorno,guard bene in faccia i cadaveri degli Umanoidi.

    Erano davvero bruttissimi, il pelo poi li faceva sembrare pibestie, che Uomini.Vagamente ricordavano la stirpe umana; avevano duebraccia, due gambe ed una testa, ma in realt possedevanouna struttura somatica assai diversa da quella degli Uomini.Sicuramente dovevano derivare da un diabolico incrocio.Erano tutti piuttosto grossi: sembravano un rivoltantecombinazione fra Giganti e Uomini.

    Non aveva mai visto esseri simili, n ne aveva mai sentitoparlare.Bardon stava annusando qualche cosa sul terreno.Antares incuriosito, si avvicin per vedere meglio.Con stupore si accorse, che si trattava di un bellissimo anellod'oro, finemente cesellato, che portava, incastonata, unagrossa pietra nera.Chiss comera caduto nelle grinfie di quegli esseri diabolici.

    Antares lo infil allanulare della mano destra, dopo averlostrofinato per ripulirlo dalla polvere.Guardando ancora quei brutti ceffi, si sedette pensieroso.Istintivamente la mano destra strinse l'impugnatura doro delpugnale. Lo estrasse dal fodero e lo studi attentamente.Rimase profondamente colpito dal Simbolo cesellato sulpomello dellimpugnatura: una Corona che cingeva un Cuore,sormontato da una Rosa e trafitto da una Freccia.Che potr significare questo misterioso simbolo? La lama piuttosto spessa; vi sono su essa delle strane incisioni, ugualia quelle, che si trovano sulla lama della spada datami dalNomade.

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    Pose le due armi, una accanto allaltra: certamente eranostate forgiate dal medesimo Artefice; erano identiche perfattezza e potenza.Non aveva mai visto armi cos perfette; eppure pi volte era

    stato con Andrion alle fiere di Virton.Armi veramente magnifiche - pens il giovane - ti infondonovigore e voglia di combattere solo a guardarle!Improvvisamente un raggio di sole, rotta la barriera dellenuvole, illumin le due lame, poste, casualmente da Antaresluna sullaltra, in modo da formare una croce.Il raggio solare, riflesso dal punto di congiunzione delle duearmi, fu come assorbito dalla pietra nera dellanello del

    Guerriero; sotto i suoi occhi stupiti, la pietra cambi colore,divenendo una splendida Rosa Bianca, sbocciata su un CuoreIncoronato e Trafitto da una Freccia.Il raggio di sole scomparve e immediatamente, la rosa sidissolse e la pietra dellanello riprese il suo abituale colorenero.Pieno di stupore Antares guard su in alto le nuvole, chedivenivano sempre pi scure; poi riport lo sguardo prima

    sulle due lame, poi sul nero anello.Non sapeva che pensare. Dei portentosi! Certo non era uncaso.Peccato che quei mostruosi individui fossero tutti morti! Forsesapevano qualche cosa che lui non conosceva a propositodellanello e del pugnale.Forse erano alla ricerca proprio della sua spada, il cui poteremagico doveva per forza essere aumentato per la presenzadel pugnale e dellanello.Forse anche qualcun altro, allora, poteva essere alla ricercadi ci che egli aveva trovato.Per precauzione pens di togliersi dal dito lanello nero, che siassicur al petto, proprio sopra il suo cuore, tramite un lacciodi cuoio, posto attorno al collo.

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    Ricopr, poi, sia lelsa della spada, che quella del pugnale condue sottili strisce di pelle dorso, per sottrarli alla vistadeventuali sguardi indiscreti.Era giunto il momento di riprendere il viaggio.

    Si port celermente sulle sponde del Fiume Vorticoso, allaricerca del miglior punto dove poter guadare.Nel posto, nel quale si trovava, il fiume era troppo largo;decise allora di continuare la marcia movendosi lungo lasponda.La vegetazione cominci ad infittirsi, e Antares sguain laspada per aprirsi un varco: stranamente il groviglio spinoso siritrasse indietro allavvicinarsi dellarma, per man mano che

    il cavaliere, il cavallo e il cane procedevano in avanti, lavegetazione si richiudeva minacciosa alle loro spalle.Decisamente le sorprese non finiscono mai!- pensAntares, che rivide cogli occhi del cuore la sua casa, le sueverdi colline, le pecore, gli amici, i lavori che avrebbe dovutocompletare...Mentre era assorto in questi pensieri, era giunto al postoideale per il guado; in quel punto la corrente sembrava meno

    forte ed il letto del fiume non molto largo.Avrebbe subito costruito una zattera.Preso dalla foga del lavoro, si dimentic anche dei suoi dubbi;del resto ormai era gi entrato abbastanza dentro a quellastoria, da esserne letteralmente avvinto.Non avrebbe lasciato incompiuto per nulla al mondo il viaggioche aveva intrapreso.Con lascia abbatt degli alberelli e ben presto la zattera fuallestita, sufficientemente grande per contenere sia il cavallo,sia il cane.Prima di iniziare la traversata, Antares sent il bisogno dipregare e di ringraziare il Dio unico per il dono della vita.

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    Fu in quel momento di pace profonda, che si ricord, cheprima di dare inizio alla battaglia contro gli Umanoidi, avevachiesto al Dio Uno, la Sua protezione.Si ricord allora, che ancora non Lo aveva ringraziato, per

    laiuto ricevuto; comprese per, che non era ancora tardi perfarlo,e lo fece in quel momento.

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    6. ADAR: VINCI IL MALE COL BENE.

    La traversata avvenne rapidamente e senza pericolo!Giunto al di l dalla riva, il Guerriero si guard attornoguardingo; respir profondamente per sintonizzarsi collinguaggio del vento; anche qui il verde delle piante avevauna sfumatura di marcio.

    Anche in questo posto avverranno degli incantesimistraordinari - si disse Antares, accarezzando il collodellinquieto Nerocrino - eccomi allora nella Selva Odiosa; ledescrizioni date dagli Anziani sono davvero precise; sembradi trovarsi in un mondo soprannaturale.Nel frattempo era giunta una lieve nebbia leggera, cheammantando ogni cosa, nascondeva le cose alla vista.Guard a lungo la riva che dava inizio alla Selva Odiosa; la

    nebbia da molto rada, man mano che si allontanava dal postodove aveva lasciato la zattera, divenne sempre pi fitto,avvolgendo le cose, con una stretta possente, tale da togliereil respiro.La vegetazione, inizialmente, era costituita solo da piccolicespugli mobili, o almeno a causa della nebbia, sembravanotali.Sapeva che poteva andare solo in avanti. I suoi due animaligli si stringevano attorno; mentre Nerocrino gli si accostavaquasi per cercare protezione, Bardon invece, gli si eraaffiancato per proteggerlo dalle insidie certe.Una leggera brezza, molto appiccicosa, cominci a sibilaresulla nebbia, che si alz diradandosi.

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    Il gruppo si ferm, mentre gli occhi dellUomo scrutavanometicolosamente quel luogo; col dissolversi della nebbia orasi potevano vedere i veri colori delle cose.Il terreno era poco erboso, ma la poca erba che cera, era di

    un verde molto carico, che quasi strideva col colore giallomarcio dei cespugli, che Antares aveva notato findallinizio, mentre colla zattera si stava avvicinando alla riva.Ora il vento aveva portato via quegli arbusti e la stessa ariaadesso era divenuta pi respirabile. Il Giovane non pot farea meno, nel guardare il Cielo, di sorridere con un cuore pienodi gratitudine.Superarono rapidamente il prato, che divideva la riva dalla

    Selva vera e propria.La Selva Odiosa si rivel ben pi intricata di qualunque suaimmaginazione. Davanti agli occhi dAntares si presentsubito un vero e proprio muro dalberi, alti, secolari mascheletrici; essendo queste piante molto fitte, i loro ramivenivano ad incrociarsi formando una barrierainsormontabile; fittissimi roveti, come rampicanti, andavanoda un albero allaltro. Anche un serpente - pens Antares- si

    sarebbe trovato in difficolt.Non cera altro da fare, che compiere un vasto giro collasperanza di trovare un passaggio pi agevole.Come procedeva verso Est, la Selva si mostrava menointricata perch gli alberi erano pi diradati.Antares era divenuto pi ottimista. Sapeva che sarebbearrivato sulle Montagne selvagge a qualunque costo, pertrovare la risposta a quegli interrogativi, che premevano sulsuo cuore.Il passaggio cera sicuramente da qualche parte, andava solocercato e quindi trovato!Non aveva fatto a tempo a chiarirsi questo pensiero, che,davanti a lui, come per incanto, si apr un sentiero. Fatti

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    pochi passi, smont da cavallo, per studiare il terreno pi davicino.

    Tenendo Nerocrino per le redini, si muoveva concircospezione.

    Stava cominciando una nuova fase dellavventura.Antares aveva sempre amato cacciare in posti che nonconosceva.La vegetazione era divenuta pi alta. Gli alberi, in basso,erano come rivestiti da una specie dedera rampicante, cheportava dei fiori grandi, a forma di campana, maleodoranti edi elemento cromatico verdognolo.Quei rampicanti erano molto strani, le loro foglie grigie,

    ricordavano delle piccole ventose, mentre i viticci tentacolarisembravano tante mani, che lentamente si snodavano lungo itronchi nero-terra degli alberi; da l, poi, partivano allaconquista dei rami e dogni spazio, nel quale fosse possibileintrodursi.La vegetazione cominci a muoversi in direzione deglianimali e dellUomo; essi sentivano su di s i mille occhi diquesti rampicanti; le orecchie avvertivano i loro sibili

    minacciosi.Forse stavano concertando un piano comune daggressione.Antares avvert, in modo inconfondibile e senza possibilitderrore, che quelle piantacce stavano tramando contro diloro.Allimprovviso tacquero i brusii, i fischi e qualunque altro tipodi rumore stridente.Nellaria rimase solo un silenzio carico dodio e di tensionevelenosa; e ci per qualche attimo.Allimprovviso apparve sulle piccole foglie un liquidobiancastro, filamentoso, bavoso, che a poco a poco sitrasform in una nebbiolina pestilenziale.Senza esitare, Antares si gett con la spada sguainata su unaspecie di roveto, che pi degli altri, si stava avvicinando.

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    Tir un fendente poderoso, ma con suo raccapriccio, dovetteconstatare, che le piante velenose non solo non si ritrasseroindietro, ma addirittura non erano state neppure scalfite dallalama.

    Lincantesimo della spada doro con loro, con questi esserimalvagi, non aveva funzionato; possedevano una magiasuperiore?Quelle piantacce si presentavano come inattaccabili; Antaresinfatti, sferrava fendente su fendente, ma riusciva solo asgraffiare quelle piante granitiche.Con un muro impenetrabile per la spada dAntares, esseavevano circondato Bardon, che intrappolato guaiva in modo

    disperato.I rampicanti si erano mossi con una velocit insospettata,mentre quella maledetta nebbia sembrava intorpidire lemembra e la mente, instillando, in chi respirava quei veneficivapori, un sentore di stanchezza e di paura.Antares, consapevole della gravit del momento, ricercandotutta la lucidit possibile, pieno di salutare rabbia, si tolse lacasacca, rimanendo a petto nudo.

    Ogni suo muscolo era mobilitato e, mentre con lenta danzaavanzava, entrambe le mani stringevano con forza la spada.Sembrava che le sue scapole, con uno scricchiolioimprovviso, dovessero schizzare via dalle spalle da unmomento allaltro. Ricerc, trattenendo il respiro interiore,tutta la sua consapevolezza ed energia.Non sar mai che quelle energie demoniache faccianoscempio del mio cane, senza che io abbia fatto tutto ci che in mio potere per salvarlo.Stava per scagliarsi contro quel muro vegetale, quando unraggio di sole spezz la tenebra, potentemente attratto dallapietra nera, che pendeva al collo dAntares.La pietra assorb il raggio e la metamorfosi si comp; il monilecambi il suo colore, ed apparve la Rosa Bianca; da Quella

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    usc un raggio, che disintegr la sterpaglia, che stava persoffocare Bardon.Il cane sentendosi finalmente libero, si port subito accantoal padrone, assumendo la posizione di combattimento.

    Gli esseri maligni, che non si aspettavano un contrattaccosimile, cominciarono a scappare.Grazie alla pietra, Antares pot aprirsi agevolmente un valicoovunque, mentre quelle orribili creature non potevano farealtro, che schiumare rabbia e fuggire.La luce del sole illuminava ora in modo aperto il luogo doveera Antares.Accadde, davanti agli occhi estasiati del Guerriero, qualche

    cosa per lui imprevedibile.Il colore della terra da nero cinereo divenne marrone chiaro;laria si fece pi leggera, fresca, ricca dossigeno, profumata;lo stesso tronco degli alberi assunse un colore marrone vivo,mentre i rami lasciarono cadere a terra i loro spaventosiartigli, i quali, nel raggiungere il suolo, si trasformarono, perincanto, in orchidee profumatissime; sul tronco degli alberisecolari, come manto regale, apparve il profumato muschio!

    Unerba verde e soffice apparve in mezzo agli alberi, mentreovunque si diffondeva gradevolmente unAria di pienasoddisfazione.Antares era certo di avere udito un Canto melodiosoaccompagnato dal Suono armonico dellArpa.Per uno spazio, di una ventina di metri, lorribile Selva Odiosaera divenuta come un Giardino incantato.Si sent anche il Cinguettio di approvazione degli Uccelli.Un coniglio fece la sua timida apparizione; poi preso tutto ilsuo coraggio, pose la sua zampetta nella mano dAntares,che gli si era avvicinato.La Luce solare diffondeva la sua Luminosit vivificante.

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    LEroe, se non si era mai imbattuto in un posto atterrentecome la Selva Odiosa, non aveva mai visto un postomeraviglioso, come quel Giardino di Primavera.Una voce sussurr allorecchio estasiato dAntares:

    Vedi, ammira e adora, questo un piccolo esempio dellaVittoria del Bene sul male.LAmore pi forte dellodio. Continua il tuo cammino senzaindugio.Sulla Montagna c bisogno di te. Qui vigiler io al tuo posto,io sono Adar, una forza nouminosa.Alcune vostre Tradizioni ci chiamano Le Nouminose.Pregher per te; oggi, ho concepito un Figlio, nato dal Nostro

    Valore, questo Giardino.Mio compito, in questo momento, custodirlo ed ampliarlo.Ti bacio sulla bocca. Vai, amato... pensa anche tu alla tuaAdar.Il giovane, visibilmente commosso, si guard intorno, e purnon vedendo esteriormente nulla, dentro di se avvertemozioni dolcissime, che facevano fremere di gioia la suapelle.

    Inebriato da quei profumi soavi, abbracciava col cuore tuttoquello che vedeva e sentiva, stringendo cos a s in modoeffettivo Adar, la Nouminosa.Adar dolcissima, spero di tornare qui, per ritrovarti, perabbracciarti; grazie, caro Angelo, per aver vegliato su me.Antares sent come se un dito si fosse posato sulle suelabbra; ud nella voce lieve dAdar, la melodia delle mille arpeche incrociavano le loro armonie formando delle cascateargentee, che si riversavano nel lago del suo cuore.E dolcemente ud:Sempre sar in te, perch le tue battaglie sono le miebattaglie; Andrion ha interceduto per te e Colui, che tuttomuove, mi ha inviata a te.

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    Sentirai la mia presenza nel tuo cuore, non temere. Seientrato in una nuova Dimensione. Non preoccuparti pi pernulla, vai ora dolce amore, affretta il tuo passo.Col cuore immerso in contemplazione profonda, Antares

    sentiva vivere nel suo corpo ogni angolo del Giardino;unitamente a profumi dambrosia, percepiva nettamentearmonie non avvertibili da orecchie solamente umane.Sentiva che ogni piccola fibra derba, di fiore, dalbero, ditutto ci che cera l, era come se fosse carne della sua carne.Sembrava che lui e il giardino fossero uniti come partiinscindibili di un Tutto vivente.Un senso dangoscia si accompagn alla sua uscita da quel

    lembo di Paradiso.Il velo di tristezza, per, si dissolse immediatamente nelricordare le parole dAdar.Cera la sua missione, che lo attendeva; anche se ne sapevapoco, cominciava a rendersi conto che doveva trattarsi diqualche cosa veramente importante, riguardante non solo luima tanti altri.Sentiva crescergli dentro una determinazione, una volont di

    perseveranza nellazione, che in passato non aveva maiposseduto; era come se fossero cadute delle scaglie dai suoiocchi, che offuscavano la sua vista.Antares con una nuova pace interiore continu il suo viaggio.In seguito a quellevento miracoloso, per molte miglia,laspetto della natura era cambiato completamente;dominavano i colori caldi e i profumi del bosco; il sensodoppressione, che, precedentemente dominava, era oracompletamente svanito.La via divenne pi agevole e come conseguenza anchelandatura divenne pi spedita.Delle tracce scorte sul sentiero lo indussero a fermarsi; lestudi con attenzione, ed ebbe la certezza che da pocotempo da l era passato un carro piuttosto grosso.

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    Antares ud dei rumori molto deboli e tese lorecchio persentire meglio, ma Bardon allimprovviso scatt versosinistra, perdendosi nella Selva.Chiss cosa avr fiutato, - si disse - balzando gi da cavallo

    con una freccia gi incoccata; lasci Nerocrino in una piccolaradura, poi cautamente si addentr in una selva piuttostofitta.Una serie di ruggiti furiosi, cupi, atterrenti, gli ricordarono ilrombo di mille cascate.Il sangue gli trasal nelle vene. Riusc a riconoscere anchelabbaiare di Bardon, che allimprovviso sbuc fuori da unasiepe dortiche; abbaiava forte e pi volte fece latto di

    correre indietro, verso Nerocrino, come se volesse portare viail padrone da quel luogo.Antares chiaramente cap quello che Bardon gli voleva dire,ma la curiosit del cacciatore ebbe il sopravvento e con unpasso veloce e deciso, si diresse verso la direzione da cui erasbucato Bardon.Man mano che avanzava, il rumore orrendo aumentava perintensit e avvertiva anche fischi e sibili minacciosi, seguiti

    da grida gutturali.Cautamente spost una frasca e allimprovviso una scenadincredibile crudezza si mostr ai suoi occhi: un animale diproporzioni enormi stava fronteggiando una quarantinadUmanoidi, che si stavano spostando col carro, del qualeaveva seguito le tracce.Lanimale avrebbe potuto ricordare un orso, solo che eraalmeno dieci volte pi alto e pi grosso.Nonostante la vasta mole, si spostava con una rapiditinsospettata. Nel momento in cui Antares stava guardando, ilmostro sferr una zampata poderosa contro quattroUmanoidi, riducendoli a mal partito.Gli altri, urlando come ossessi, forse anche col tentativo dispaventare lanimale, tempestavano la belva con sassi e

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    frecce, che, per, rimbalzavano sulla sua folta pelliccia, senzaprodurre alcun danno.La ferocia di quellessere fu tanto cieca e violenta, che, nelgiro di pochi attimi, tutti gli Umanoidi furono massacrati; gli

    ultimi, che avevano cercato scampo nel carro, furonosopraffatti da un poderoso colpo di zampa; il resto fu fattodalle zampe posteriori.Mai Antares aveva visto tanta violenza da parte di unanimale: nel giro di pochi attimi il mostro aveva gicompletato la carneficina.Combatterlo? Non era nemmeno il caso; poi a toglierlo, daogni eventuale dubbio, fu la voce dAdar, che gli ricord che il

    suo compito esigeva la partenza immediata per la MontagnaSelvaggia.Antares, chiamato il cavallo, gli corse velocemente incontro ebalzato in sella, tenendo stretto a se Bardon, incit Nerocrinoa volare e non a galoppare.Allontanandosi da quellinfausto luogo, la sua mente lavoravafreneticamente: Come mai non aveva avvertito - conlodorato o in qualunque altro modo - la presenza sia del

    mostro, che quella degli Umanoidi?Bardon, invece prima di lui, aveva percepito entrambe lepresenze negative.Anzi! Ripensandoci bene, anche la sera precedente, lui nonaveva avvertito la minaccia degli Umanoidi; quando alla finesi era accorto della loro presenza, non aveva compiuto nulladi straordinario, poich anche un qualunque novellinoavrebbe avvertito quei rumori: ma lui non era un garzone distalla, bens un giovane Guerriero.La presenza degli Umanoidi era stata tradita dal tropporumore da loro fatto, non dalla sua vigilanza!Antares ben ricordava come Bardon non facesse altro chemostrare le zanne; anzi, era stato proprio latteggiamentoguardingo e nervoso dellanimale, ad indurlo a prestare

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    maggiore attenzione, perch una qualche minaccia eraallopera.Una coppia di daini sfrecci veloce davanti allEroetagliandogli la strada, interrompendo cos il corso dei suoi

    pensieri.Correvano veloci; la loro statura era normale rispetto altipo di daino, che lui era solito vedere nelle sue foreste, soloche questi animali avevano in pi la dentatura dellorso.Quegli strani animali - ai cui occhi senza dubbio sarannoapparsi strani Antares, Bardon e Nerocrino - si limitarono amostrare i loro denti, senza per altro interrompere la loroveloce andatura.

    Qui occorre stare allerta! Non si sa mai cosa puoi trovartidietro, davanti o di fianco. Antares si sentiva eccitatodallidea del pericolo, anche se lelemento del fantastico lometteva a disagio.

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    7. LA TRADIZIONE E GLI ESULI.

    Strana anche la storia con Adar; quando pensava a lei,provava una profonda gioia nel cuore, la cui origine gliriusciva difficile da decifrare.Sapeva di essere stato, fino a quel momento, in un qualchemodo, assistito dallo spirito dAndrion; ma da quando erapenetrato nella Selva Odiosa aveva la Certezza, che lo spiritoguida dello Sciamano fosse stato rilevato da quello dAdar.

    Adar si era presentata come una Semi-Dea.Le antiche Gesta degli Uomini della Montagna parlavano diGuerrieri mortali, che si erano uniti a Donne Immortali, dotatedi Saggezza e Bont; quando ci accadeva una nuova Razzaportava Benedizioni e Prosperit agli Abitanti della Terra.Antares aveva sentito parlare, anche se molto vagamente dicerte leggende, secondo le quali da sempre ci sarebbe statoun intervento sul mondo degli Uomini, da parte degli Dei, peraiutarli se benigni, per annientarli se maligni.Il giovane Eroe aveva sempre accettato ci che la Leggendadiceva; eppure delle volte, ascoltando la voce seriadAndrion, gli sembrava di aver capito, che, in Quella, ci fossequalche cosa di non chiaro, che non esprimesse la Verit.

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    La Leggenda afferma, che gli Dei che vanno onorati; questisono spesso capricciosi, se non peggio, degli Uomini; masono gli Dei che detengono ogni virt.Loro hanno fatto tutto e presiedono a tutto; sanno dove

    volgono le Sfere e, con loro, i Destini delle anime umane; seQuesti, poi, siano Immortali o semplicemente Longevi non sisa con certezza.Alcuni Sacerdoti del Rito antico lo affermano, altri lo negano.Certi affermano che possibile comunicare cogli Dei; altridicono, invece, che la loro volont inconoscibile. C moltaconfusione.Pochi parlano degli insegnamenti dellAmore. Esiste un

    gruppo di Guerrieri, chiamati Esuli, o anche Viandanti, chesegue un culto molto diverso da quello dei restanti Uomini.I Viandanti accettano la Tradizione del Fuoco e a quella sirifanno.Andrion faceva parte degli Esuli.Solo amando la Natura, e quindi anche gli Uomini - allora iGiganti ancora non cerano - possibile conoscere Dio.Antares non capiva, cosa volesse veramente dirgli Andrion,

    quando parlava cos; probabilmente non si era maipreoccupato molto di approfondire il discorso intorno a Dio.Nella Natura trovava il perfetto Equilibrio; anzi Quella loaiutava a riscoprirsi, in ogni momento, con occhi nuovi.Aveva ricevuto il Dono di riconoscersi nel vento, nellacqua,negli animali; in tutto ci in cui egli riusciva a scorgere la

    Traccia vivente della Vita.Non credeva a ci che affermavano alcuni sacerdoti, quandoquesti ritenevano, insegnando, che le guerre e i sacrificiumani alle Potenze celesti fossero legittimi.Questo insegnamento cozzava con quello ricevuto daAndrion, secondo il quale gli Uomini erano nati per vivere inArmonia ed Equilibrio con la Natura e le Forze divine, perchaventi Tutti la stessa Origine e Dignit, e tutti, chi pi chi

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    meno, cooperavano, col proprio operato, al conseguimentodella Gioia nella Creazione.Che cosa dire, poi, dellInsegnamento del Nomade e di Adar?Cos questo Culto del Dio Uno, il cui solo Ricordo fa vibrare

    lEroe come corda tesa?Perch sente di essere cos attratto da Un Principio Primo, ditutti Padre, che, da niente mosso, tutto muove?Allora gli Dei, altro non sarebbero, che suoi ministri, conpoteri reali, come per il Re di Virton, la cui parola Legge peri suoi ministri, che la fanno mettere in pratica?Ma se questo vero, perch i sacerdoti non ne parlano?Forse perch alcuni non lo sanno pi, mentre altri hanno

    paura di parlarne?Questi pensieri si muovevano con una certa inquietudinedentro Antares.Fu bruscamente distolto da queste confuse riflessioni da ciche si trov davanti. La strada era ora ostruita da una seriedalberi, che erano stati sradicati e schiantati.Osserv con costernazione una serie dimpronte sul terreno;erano lunghe circa due volte e mezzo il suo braccio e larghe

    circa un braccio e mezzo. Una qualche belva di dimensionienormi era passata da l da poco tempo.Queste visioni sconcertanti lo indussero a riprendere con fogail cammino interrotto.Cera un tempo per ogni cosa, ma ora era certo il tempo peruscire una volta per tutte da quella maledetta Selva. TenendoBardon stretto contro il proprio petto incit al galoppoNerocrino; il cavallo, desideroso forse pi del padrone diuscire quanto prima da quel posto, prese subito una andaturavelocissima, mentre perch il sentiero era divenuto ancor pipercorribile.Grazie al potere dellanello, in quel momento, niente potevaostacolare il suo cammino; altre forze benigne, oltre a Adar,

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    impedivano a qualsiasi essere di avvicinarsi con minacce allastrada che Antares stava percorrendo.Finalmente lestensione di quella oppressiva Selva termin,ed Antares pot tornare a respirare liberamente.

    E bello, si disse, tornare a vedere il Sole, come SignoreCielo, anzi bello tornare a rivedere il Cielo stesso, e poterrespirare Aria pulita!

    8. BARDON.

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    Attraversarono rapidamente una piccola vallata dai fortiprofumi inebrianti. Sembrava il trionfo della vita; dopo esserestato nella Selva Odiosa si era quasi dimenticato del profumodelle viole!

    Lerba era tornata ad essere di un colore verde intenso, altaed incoronata da fiori variopinti. Il sole lentamente declinava.Gli erano occorsi solo due giorni per attraversare le dueSelve; credeva che ci gli avrebbe richiesto pi tempo.Antares decise di fermarsi in prossimit di un boschetto dicastagni. Smontato da cavallo, come prima cosa dette dellefoglie particolari a Nerocrino, che aveva bisogno direcuperare le energie.

    Lo sforzo sostenuto era stato ai limiti reali delle suepossibilit; il fidato animale aveva dato limpressione divolare, non solo di correre.Dette della carne secca a Bardon; poi accese un piccolo fuocoe si prepar un giaciglio per la notte.Parl un p coi fedeli animali, per ringraziarli della lorocollaborazione preziosa: Senza di voi, amici miei, non sapreiproprio come sarebbe andata.

    Bardon e Nerocrino si accostarono ad Antares con veraSimpatia.Amava moltissimo le due bestie, e parl loro con voce dolce,proprio per farle rilassare, in modo che potessero avere unriposo tranquillo.Se vivi cogli animali e sei disposto ad imparare da loro, puoiconoscere davvero molte cose.La notte vol veloce e i tre, sul fare dellalba, si svegliaronoriposati. Antares fece un rapido bagno, in un piccolo stagno lvicino. Adesso era tempo per mangiare; si guard intorno. Unfrullio dali si ud nellaria, ma il cacciatore fu pi veloce, e unfagiano dalle penne accese fu trafitto da una freccia.Quella terra gli piaceva; era come se la conoscesse dasempre, eppure era la prima volta che aveva varcato il Fiume

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    Vorticoso. Forse lo attraeva, perch gli ricordava le dolcicolline di casa sua.Eccola l, maestosa davanti ai suoi occhi, ora finalmenteAntares poteva vedere la Montagna! Nelle ore precedenti, pi

    volte aveva trepidato, temendo di non potervi mai arrivare.Era davvero immensa e si stagliava verso il cielo conpotenza; adesso comprendeva perch era stata chiamatadagli Uomini Selvaggia.Come la guardi, capisci che non potrai mai resistere aldesiderio di scalarla; sai gi che ci andrai, anche se dovessecostarti la vita; sembra proprio la Porta del Cielo.Queste erano le emozioni che quel Monte, coi suoi picchi

    nevosi suscitava nel cuore del giovane. Laveva sognata,quella Montagna; aveva desiderato scalarla, con unaintensit che lo aveva stupito; fino a quel momento nonaveva mai desiderato niente con una fede cos viva; adessosapeva che su quei picchi cera inciso il suo destino.Che cosa gli avrebbe sussurrato la Montagna in mezzo ai suoighiacciai?Che cosa gli avrebbe raccontato di cos affascinante, mentre

    il vento accarezzava le sue brune chiome? Niente e nessunolo avrebbero separato da lei, dalla Montagna.A volte tutto cos strano! LUomo crede di essere ilpadrone del suo destino; pensa sempre di sapere come sarla sua vita, cosa far domani; poi, succede qualche cosadinaspettato, che travolge la sua esistenza, rivoluzionandolacon accadimenti da lui non previsti e i suoi Orizzonti dipensiero, divengono, da sistemi chiusi, oceani sconfinati dinuove possibilit! Senza indugio allora!Le pianure, ricoperte di fiori, si susseguivano alle collineubertose.Nerocrino galoppava felice; Antares teneva stretto a seBardon.

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    Una piccola striscia di fumo, che si innalzava verso il cielo,indicava chiaramente la presenza di qualcuno.Antares si diresse verso il luogo da cui proveniva quelpennacchio vaporoso.

    Si trattava di una abitazione, forse di una osteria; stava difatto che fuori, legativi erano molti cavalli di grossa mole, chedovevano appartenere a degli Umanoidi, e non agli Uomini.Forse l dentro avrebbe potuto saperne di pi circa questarazza, che a lui fino a poco prima, era completamente ignota.Sembrava gente feroce; del resto chi entrava nella terra deglialtri per fare delle scorrerie non poteva certo far parte di unpopolo di buona indole.

    Gli Umanoidi, per forse non erano tutti cos, probabilmente ilgruppo col quale si era scontrato era composto da fuorilegge.In ogni caso sarebbe stato molto guardingo.Entr nel locale. Gli occhi dei presenti si appuntarono tutti sulnuovo venuto, guardandolo con curiosit ostile. Non si erasbagliato erano tutti Umanoidi.Parlottarono fra di loro per un po, poi ignorarono del tutto ilnuovo venuto. Antares aveva per notato i loro cenni

    dintesa.Per avere sotto controllo tutto il movimento, che avvenivadentro la stanza, scelse di sedere su un tavolaccio dangolo,da l poteva vedere sia chi entrava e chi usciva dalla portacentrale e da quella della cucina. Ordin del vino e unaciotola di carne.Osserv un attimo da uno spicchio di finestra il sole, chescendeva. Offr un bicchiere di vino alloste, anche luibruttissimo, che per aveva uno sguardo stranamente dolce.Non ti fidi, straniero, certo che bevo, il mio vino buono; mafai bene a non fidarti, qui gli stranieri sono mal visti, fai moltaattenzione, gli disse amichevolmente sottovoce.

  • 8/3/2019 La Leggenda Della Centuria

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    Un Umanoide seduto davanti ad Antares controllava tutti imovimenti sia del giovane, che delloste; il Giovane fecelindifferente.Dette da mangiare a Bardon, tagliando col suo coltello la

    carne; Antares aveva camuffato il manico del pugnale conuna pelle dorso, ma nellestrarlo dal fodero, si eradimenticato delle incisioni scolpite sulla lama.Furono subito notate dallUmanoide, che a quella vistatrasal; immediatamente fece un cenno dintesa, e quattrobestioni si alzarono avanzando minacciosamente versoAntares, poi sguainata la spada, fecero per gettarsi contro dilui.

    Il giovane, che aveva gi previsto la mossa, balzato in piedi,rovesci il tavolo addosso ai due al centro, che ruzzolarono aterra con fragore; il terzo fu colpito da una pugnalata alventre, mentre il quarto, simultaneamente, si ritrov il craniofracassato da un colpo di sgabello.Antares gett lo sgabello contro lUmanoide che gli avevaaizzato contro gli altri; ma questo, agilmente evit il colpo.Il Guerriero, in posizione di difesa, sguain la spada, che

    incroci col pugnale, in modo che questo fosse verso i nemici,mentre la spada si trovava tra la lama del pugnale e il pettodi Antares: la punta della spada, per, era rivolta verso lalto!I presenti, una quindicina, tutti armati fino ai denti, eranopronti a balzare sullEroe, per alla vista del modo col qualelavversario impugnava le armi si fermarono ed uno di loro,pieno di sgomento, grid : Un Cavaliere della Centuria dellaspada doro. La Centuria tornata. E il loro modo tipico dicombattere, come raccontano le nostre saghe... non cscampo per noi...

    Tutti erano visibilmente atterriti, tranne il loro capo Harak,figlio del re Udrum, che si gett furioso contro Antares.LUomo calmo, schivato il colpo, lasci partire un velocefendente, che decapit lavversario.

  • 8/3/2019 La Leggenda Della Centuria

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    A quella vista, i mostri pur essendo terrorizzati dal Cavaliere,vollero vendicare il loro capo, ed urlando si gettarono tuttiassieme addosso ad Antares; ma uno dopo laltro bagnaronocol loro sangue il pavimento della stanza. Solo due, feriti,

    scapparono gridando come folli: E tornata la Centuria, tornata la Centuria.L