la medicina nel medioevo -...
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La Medicina
nel Medioevo
I Trattati di Medicina Medievali
dell’Europa Occidentale,
presentano una mescolanza di
credenze frutto di:
• Idee preesistenti fin dalla
antichità (tratte dagli scritti
dei medici greci, Ippocrate e
Galeno).
• Profonda persuasione che
anima (immateriale) e corpo
(materiale e mortale) fossero
non trattabili in modo
separato.
• Rinuncia al godimento del
corpo.
Una lezione di medicina in un'università
medievale - Miniatura dalla Chirurgia di
Ruggiero da Frugardo.
In realtà, la medicina antica (soprattutto con Ippocrate) si era staccata dalla originaria medicina di Asclepio, negando il peso dell'anima nella causa della malattia.
Il Medioevo unifica nuovamente corpo ed anima: per l'uomo del medioevo, in occidente come nel mondo islamico, non era possibile scinderli, per cui la malattia era una perturbazione di questa unità corpo/anima.
Operazione di cataratta.
Le idee mediche
medievali circa le
origini e la cura
delle malattie
erano anche basate
su una visione
della vita in cui il
peccato, e le
influenze delle
stelle e dei pianeti
giocavano un
grande ruolo.
La chiesa Cattolica era
piuttosto restia a curare le
malattie perché riteneva che:
• Dio inviasse le malattie
come punizione.
• Solo il Pentimento e il
pellegrinaggio erano mezzi
di cura.
• Solo “Christus est
medicus” e la Sua terapia è
la redenzione.
• Per tali motivi alcuni non
consideravano la Medicina
una professione degna dei
cristiani.
Particolare della Crocifissione di
Pietro Lorenzetti 1320
Il “dolore” nel Medioevo
• Nell’Alto Medioevo il dolore è
vissuto con scarsa partecipazione
emotivo e con disprezzo.
• Esso è un castigo divino e ha valore
positivo solo come strumento di
redenzione.
• Nella Genesi è scritto: “Partorirai con dolore ...” ; “Guadagnerai il pane con il sudore ...”.
• Solo nel Basso Medioevo comincia a
svilupparsi pietà per i malati.
• Vengono fondati ospedali.
• Si inizia così a combattere il dolore.
Galeno di Pergamo (Pergamo, 129 d.C. –
Roma, 199 circa) è stato un medico greco.
Egli sosteneva che il cibo digerito
giungesse al fegato dove veniva trasformato
in sangue venoso e impregnato dello spirito
naturale che veniva portato all'interno di
tutto l'organismo per mezzo della
circolazione venosa.
Il sangue venoso, depurato dai polmoni,
giungeva alla parte destra del cuore e
continuava la sua circolazione venosa,
mentre una piccola parte passava,
attraverso fori invisibili, alla parte sinistra
dove incontrava il pneuma esterno e si
trasformava in spirito vitale. Lo spirito
vitale viene portato in tutto l'organismo
grazie alla circolazione arteriosa. Una parte
del sangue in uscita dalla parte sinistra del
cuore giunge al cervello, dove subisce un
ulteriore arricchimento grazie allo spirito
animale, che è lo spirito più alto e permette
la realizzazione delle funzioni cerebrali
indispensabili per la vita dell'individuo.
Per Galeno, lo spirito animale
nel cervello controlla
movimento, percezione e sensi,
lo spirito vitale nel cuore
controlla il sangue e la
temperatura corporea, mentre lo
spirito naturale nel fegato regola
alimentazione e metabolismo.
Va ricordato che le nozioni di
anatomia di Galeno, erano
basate sullo studio delle scimmie
e dei maiali, dai quali egli
trasferì le sue scoperte
all'anatomia umana. Inoltre
Galeno curò a Roma le ferite dei
Gladiatori.
I testi medici classici
(ad es. di Galeno ed
Ippocrate), erano
ancora ampiamente
usati, sulla base della
loro “auctoritas”,
piuttosto che su quello
della loro efficacia
sperimentale. Ippocrate (a destra) e Galeno in un affresco
appartenente ad una cappella dell'Ordine di
San Benedetto di Anagni (Lazio), a sud di
Roma. (Secolo XII)
• Secondo Ippocrate, medico
che visse nel V sec. a.C., il
corpo umano sarebbe formato
dall’unione dei quattro
elementi e dalla qualità di
ognuno di essi: il freddo, il
caldo, il secco e l’umido.
• Essi danno luogo ai
temperamenti.
• In “Della Natura dell’Uomo”
Ippocrate spiega “ll corpo
umano comprende in sé:
sangue, flemma, bile gialla,
bile nera. Questo è quello che
costituisce la natura del corpo
e che crea la salute e la
malattia. Vi è invero la salute
quando questi umori sono in
giusto rapporto di mescolanza,
di forza e di quantità e quindi
il miscuglio è perfetto”.
A questi quattro fluidi venivano associati i quattro temperamenti: sanguigno, legato al
fuoco, flemmatico, legato all’acqua, collerico o bilioso, legato all’aria, e melanconico o
ipocondriaco, legato alla terra, in cui, cioè, una delle qualità fondamentali, pur essendo
mischiata alle altre, risulta egemone.
L'uroscopia o urinoscopia, dal
greco οῦρον (ôuron, urina) e
σκοπέω (skopéō, osservare), è stata
un'arte divinatoria che, utilizzata
fino al XVIII secolo, pretendeva di
effettuare una diagnosi
dall'osservazione delle urine del
paziente tramite gli organi di
senso. È stata chiamata anche
uromanzia o urinomanzia, dal
greco μαντεία (mantéia,
divinazione).
Questa disciplina, che non ha
nessun riscontro scientifico, non va
confusa con l'esame delle urine
della medicina contemporanea.
Costantino l'Africano esamina le urine di alcuni pazienti.
L'urina del paziente veniva
raccolta in un recipiente a
forma di vescica e, per
effettuare la diagnosi, si
tenevano in considerazione
il calore, l'odore, il colore,
la densità, le sfumature, le
trasparenze e le cosiddette
nebulae (nebbie), ossia le
forme nebulose che
potevano apparire
nell'urina.
Le epidemie medioevali furono
principalmente:
• La peste bubbonica di Giustiniano
del 543. Essa fu un'infezione da
yersinia pestis
• La lebbra.
• La peste colica intorno al VII secolo.
• Verosimilmente la poliomielite.
• L'ergotismo del 590, del 857, di
Parigi nel 944. Dovuta ad
intossicazione da segale cornuta e
quindi non contagiosa, ma così
vissuta dalla popolazione locale.
• La peste nera del 1348 (anche questa,
come quella di Giustiniano, da
yersinia pestis), che uccise circa un
terzo della popolazione dell'Europa.
La lebbra è una malattia infettiva contagiosa a
decorso cronico con esito generalmente
mortale, detta anche morbo di Hansen, dal
nome del medico norvegese che per primo
isolo l’agente patogeno nel Mycobacterium
leprae. La trasmissione più comune è per
contagio diretto interpersonale oppure
mediato da insetti. A un periodo di
incubazione (da 1-2 a 30 anni) fanno seguito
sintomi generali (febbre, cefalea, epistassi,
dolori nevralgici). In un terzo tempo
compaiono le manifestazioni caratteristiche:
comparsa sulla cute e sui visceri di noduli di
volume vario, isolati o confluenti e che si
possono riassorbire, lasciando chiazze bianche
o pigmentate o ulcerate, eruzioni di bolle
(pemfigo leproso), macchie acromiche
anestetiche, cancrene, zone di anestesia a
striscia, a stivaletto, a manicotto. La morte
avviene, dopo un decorso di durata variabile,
per cachessia o per complicazioni renali,
polmonari, o a carico di altri organi.
• La Lebbra era curata con
l’isolamento sociale nei
lebbrosari o lazzareti. Va
scomparendo verso il XV°
secolo.
• L’immagine mostra un lebbroso
con campanella in un
manoscritto del XIV secolo. In
Francia dovevano avere con sé la
tartarelle che dovevano suonare
quando uscivano in strada per
farsi riconoscere e così la gente
si scostasse a debita distanza.
• La tartarelle è quella tavoletta di
legno a percussione metallica
detta tabella o tarabaccola che si
suonava negli ultimi 3 giorni
della Settimana Santa quando le
campane tacevano. Miniatura tratta dal codice Lansdowne 451 (inizi
XV secolo), British Library, Londra.
• La lebbra era una malattia che i
medievali consideravano
soprannaturale; per riconoscerla il
medico infilava uno spillone nelle
piaghe del malato e a seconda di
come reagiva poteva essere
riconosciuto sano o venire bandito
in un determinato luogo.
• Essendo che i lebbrosi venivano
considerati morti viventi, il loro
allontanamento dai villaggi e
cittadine veniva 'celebrato' con una
messa per i defunti e con il versare
sulla loro testa di un po' di terra
prelevata dal cimitero.
• I lebbrosi si organizzarono in
comunità vivendo esiliati ai margini
delle città; nacquero così i lebbrosari
numerosissimi alla fine del XIII
secolo in Europa.
I lebbrosi erano classificati al pari degli eretici, dei giudei,
degli omosessuali, delle prostitute, dei mezzani e di
chiunque altro fosse ai margini della società.
Gentile da
Fabriano,-
Adorazione
dei Magi-
particolare
con la
Presentazion
e al tempio,
Parigi
Louvre
Anche Baldovino IV, salito al trono di Gerusalemme nell’anno 1174, era lebbroso. A
scoprirlo era stato il suo maestro Gugliemo, arcivescovo di Tiro, quando, osservandolo
giocare con i suoi compagni, si era accorto della sua anomala resistenza al dolore.
• Il virus del vaiolo si localizza a
livello della piccola circolazione
della cute, del cavo orale e della
faringe.
• A livello cutaneo si manifesta con
un'eruzione maculo-papulare e,
successivamente, con vescicole
sollevate piene di liquido. E’
caratterizzata da una mortalità del
30-35%.
• Le complicanze a lungo termine
includono cicatrici caratteristiche,
soprattutto al volto, nel 65–85% di
coloro che riescono a sopravvivere;
possono inoltre manifestarsi,
seppure con una minore
prevalenza stimabile nel 2-5% dei
casi, cecità, come conseguenza di
ulcere corneali e successivi esiti
cicatriziali, e deformità degli arti, a
causa di episodi di artrite e
osteomielite.
• Il vaiolo sembra essere giunto in
Europa con le invasioni degli
Arabi.
• Si sviluppò con particolare
virulenza nel 1336 e la malattia
colpiva soprattutto i bambini, ma
procurava l’immunità ai
sopravvissuti.
• L' infezione deliberata di soggetti
sani fatta con pus del vaiolo di
soggetti ammalati allo scopo di
prevenire la malattia ebbe origine
in India e forse in Persia in
un'epoca anteriore all'anno 1000
d.C.
• L'infezione era in genere ottenuta
introducendo in una piccola ferita
praticata sulla cute un poco di pus
prelevato dalla pustola di un
vaioloso verso il decimo giorno di
malattia.
• La peste bubbonica si manifestava con
alcuni gonfiori all'inguine e sotto l'ascella,
accompagnati da vomito, cefalea, nausea,
dolore articolare e malessere; le vittime
sputavano sangue e in tre giorni
morivano. Dai rigonfiamenti usciva
sangue con pus maleodorante;
• La temperatura corporea (accompagnata
da brividi) saliva fino a 38,5°- 40,5° e il
polso e la respirazione del soggetto
colpito aumentavano.
• Nei casi fortunati la febbre scendeva in 5
giorni e si guariva nel giro di due
settimane; mentre nei casi più sfortunati
nel giro di 4 giorni si moriva. Per la peste
polmonare invece la morte avveniva 2-3
giorni dopo la prima comparsa dei
sintomi. La peste setticemica provocava la
morte nello stesso giorno in cui i sintomi
si presentavano.
• Generalmente la peste ha inizio
quando una persona è morsa da un
roditore che è portatore del batterio
della peste oppure dal maneggiare
un animale infetto.
• Si credeva che la malattia provenisse
dalla strana inclinazione dei pianeti
oppure dai cattivi odori che
provenivano dal sottosuolo.
• In verità la malattia era propagata
dalla pulce e si diffondeva per via
delle scarse condizioni igieniche.
• Per curare la peste si usavano erbe,
tabacco, mazzi di fiori ecc.
• È stato stimato che all'epoca vi fosse
almeno una famiglia di ratti per
abitazione, con almeno 3 pulci per
ratto. Ciò sarebbe stata una delle
concause che facilitarono la
diffusione dell'epidemia.
Miniatura tratta da La Franceschina, codice del XV secolo, Parigi, Biblioteca comunale
Augusta
La Peste si diffonde a
ondate successive. Già
presente nel VI° secolo.
Brevi epidemie fino al
XVIII° secolo. Si diffuse in
tutta Europa. Aveva una
mortalità molto elevata,
attorno al 25-30 %.
L'abbigliamento di un
medico medievale:
nel "becco" si ponevano
delle erbe profumate che
si riteneva potessero
preservare dai contagi.
• La prima volta che
comparve la peste in
Europa fu nel 1347.
• Per la medicina medievale
fu un grande problema
perché nessuno l’aveva mai
incontrata, anzi nessuno ne
aveva mai sentito parlare.
• Le scarse conoscenze
scientifiche non permisero
ai medici di trovare un
rimedio per poterla curare
fino al XIX° secolo.
In epoca medievale, chi era
colpito da malattie o
riportava traumi, poteva
rivolgersi:
alla medicina delle
campagne,
ai monaci
agli astrologi,
alle streghe,
a mistici ed eremiti,
a un medico.
I vasi sanguigni in un "atlante anatomico-
funzionale" del Medio Evo.
Illustrazione del XIII secolo che mostra le vene.
Quando il Cristianesimo
crebbe in influenza, si
sviluppò una tensione tra
la Chiesa e la Medicina
delle campagne, in
quanto molto della
Medicina delle
campagne era magico o
mistico, e possedeva
delle basi parzialmente
incompatibili con la fede
cristiana.
I muscoli in un "atlante anatomico-
funzionale" del Medio Evo.
• Quasi tutti i Monasteri
avevano un locale
adibito ad Infermeria;
• Molti Monasteri
possedevano orti di
piante medicinali;
• I Monasteri
mescolavano la
Medicina dei poveri e
la Medicina di
Ippocrate e Galeno
(cura del corpo e
dell’anima).
Una Farmacia
medievale dove si
vendeva anche la
triaca una pozione
che includeva ben
oltre 50 componenti e
si pensava che
potesse curare anche
la peste oltre ai
sintomi
dell'avvelenamento.
(dalla Rogerina).
Gli ospedali nel Medioevo
• In origine gli ospedali erano solo rifugi/alberghi per gli stranieri (hospites,
xenoi), i viaggiatori, i pellegrini e i poveri girovaghi.
• I malati venivano curati in genere a casa, secondo le parole di Gesù “Ero
malato e mi avete visitato”.
• Circa la metà erano affiliati con istituzioni religiose.
• Avevano precise regole di condotta.
• I malati indossavano un unico tipo di vestito.
• Vi era integrazione fra cura del corpo e cura dello spirito.
“Ecclesia abhorret a sanguine „
• Famosa frase per la quale è stato
attribuito alla Chiesa cattolica il
divieto di praticare la chirurgia e
la sezione dei cadaveri.
• Pare mai nominata durante il
medioevo.
• Citata per la prima volta da
François Quesnay, storico della
Facoltà di Chirurgia di Parigi
(tratta nel 1774 dalle Recherches de la France di Ètienne Pasquier:
“et comme l'eglise n'abhorre rien
tant que le sang” e tradotta in
latino).
• La Storiografia moderna
considera tale idea un falso.
• Gregorio IX (1170 – 1241) proibì la chirurgia solo agli ordini maggiori, mentre
gli ordini minori poterono continuare a praticarla.
• L’uso dei cadaveri, fu vietato con una bolla papale di Bonifacio VIII che nel
1299 emanò un documento ufficiale, De sepulturis.
• La bolla nacque con l’intento di vietare l’abuso dei cadaveri, soprattutto dei
cavalieri morti in Terrasanta durante le Crociate, che venivano smembrati in
diversi modi per essere inviati in Europa alle rispettive famiglie
• La chiesa non ha mai
impedito le dissezioni. Era
punita solo la sottrazione di
cadavere. Piuttosto forse il
rispetto nei confronti del
corpo ha impedito le
dissezioni.
• Solo a partire dal XIII secolo
furono compiute delle
dissezioni nelle principali
università. Ma
fondamentalmente si finiva
per leggere il corpo piuttosto
che vederlo. Ovvero si
continuava a confermare
Galeno Mondino dei Liuzzi (1270-1326) assiste ad una dissezione dalla
cattedra; incisione tratta da Fasciculus medicinae (1493)
La dissezione anatomica, viene effettuata soprattutto per il miglioramento delle tecniche
stesse che permettono l’incisione del corpo piuttosto che per un reale approfondimento
della composizione dello stesso in quanto rimane forte l’influenza di Galeno, noto medico
e chirurgo greco, con alcune errate concezioni anatomiche che saranno superate solo
diversi secoli più tardi.
La Scuola di Salerno
Gruppo promotore:
• un italiano (Salernus);
• un greco (Pontus);
• un ebreo (Helinus);
• un arabo (Abdela)
La leggenda narra che i quattro si rifugiarono, durante un temporale notturno, sotto gli archi dell'antico acquedotto dell'Arce e scoprirono il comune interesse per la Medicina.
Si diffonde l’importanza della Scuola dal XI° secolo e si recano a Salerno medici da tutta l’Europa.
Con la Scuola Medica Salernitana
la medicina fu la prima disciplina
ad uscire dalle abbazie per
confrontarsi col mondo e la pratica
sperimentale.
Gli Insegnamenti impartiti dalla
scuola furono:
Medicina
Filosofia
Teologia
Giurisprudenza
Alcuni la considerano la prima
università. Tuttavia, non fu mai
chiamata "università", giacché fu
proprio con la scuola che nacque
tale parola.
La "Chirurgia" di Ruggero.
• Nella Scuola Medica Salernitana si verifica una sintesi della tradizione greco-
latina completata da nozioni provenienti dalle culture araba ed ebraica
• Le sue Basi teoriche sono “Teoria dei 4 umori” e la “Cultura della
prevenzione”.
• Il testo di riferimento è il “Trattato di Igiene” che contiene regole di
alimentazione, stile di vita, attività sessuale ecc.
Le prime Università
• La Chiesa continua a
controllare docenti e il
metodo di insegnamento.
• Il reclutamento dei
docenti su base
meritocratica mette in
difficoltà la Chiesa.
• Conflitto fra la verità
scientifica e le verità
rivelate: tentativo di
conciliare scienza e
metafisica.
Una lezione di medicina in un'università medievale - Miniatura
dalla Chirurgia di Ruggiero da Frugardo.
Esempi di strumenti chirurgici - A = cauteri ad
"L"; B = cannula per salassi e scodellino; C =
cucchiaio medico; D = rimuovifrecce
• I Medici ebrei hanno esercitato un
ruolo notevole nella Scuola
Medica Salernitana.
• Secondo i medici ebrei la malattia
deriva dalla volontà divina:
• a) come punizione per un peccato
• b) per mettere alla prova l’uomo
Esempi di strumenti chirurgici. A = sega; B = set di aghi;
C = Pinza emostatica; D = Pinza estrattiva; E = Uncino;
F = Forcella a 2 ganci; G = Specillo ad ago; H = Bisturi; I
= Bisturi piccolo/cauterio
I Medici Arabi produssero voluminosi testi in lingua araba tra il VII e il XIV secolo. In essi sono presenti tradizioni che si riscontrano nei popoli semiti:
• invocazione delle divinita
,
• formule magiche,
• pellegrinaggi alla Mecca.
Si incontrano anche prescrizioni di origine Coranica:
• la circoncisione.
• Il divieto di mangiare carne di maiale.
• La moderazione nell’alimentazione e nell’uso di sostanze voluttuarie (vino, tabacco, hashish, marijuana).
Nel Medio Evo erano molto
importanti i Tacquina sanitatis,
piccole farmacopee popolari di uso
assai comune e pratico. Ecco alcuni
esempi di piante medicinali, in cui il
principio attivo era costituito da olii
essenziali: l’aneto, ad azione
antisettica, antispastica, digestiva; il
finocchio, ad azione antisettica,
antiinfiammatoria, antispastica,
stimolante dell’allattamento; i porri,
ad azione antielmintica, diuretica,
antisettica; le rose, ad azione
sedativa negli stati eccitatori; la ruta,
ad azione abortiva, diuretica,
vermifuga, emetica; la segale, ad
azione antispastica. A parte va
ricordata l’azione depurativa
attribuita all’uva.
Tavola tratta dal De materia medica di Dioscoride (40 - 90
d.C.), opera che testimonia l'antichità della fitoterapia.
È molto singolare il rituale della sua
raccolta: essendo una pianta le cui radici
talvolta ricordano la figura umana,
veniva quasi assimilata a un vivente. Per
questo motivo si credeva che, al
momento di estirparla dal terreno,
emettesse un urlo di dolore che poteva
fare impazzire, o addirittura uccidere, la
persona che la stava raccogliendo. Il
problema veniva aggirato usando un
cane affamato al cui collo veniva legata
una corda attorcigliata, al capo opposto,
attorno alla mandragora. A questo punto
la persona si doveva tappare le orecchie
prima di far vedere del cibo al cane, il
quale, balzando in avanti, estirpava la
pianta senza danni per gli esseri umani.