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La metodologia La metodologia dell’orientamento dell’orientamento narrativo narrativo VENEZIA - 22 APRILE 2013 VENEZIA - 22 APRILE 2013 Federico Batini Federico Batini (Università di Perugia, Pratika) (Università di Perugia, Pratika) [email protected] [email protected] PROSSIMO CONVEGNO BIENNALE 6 E 7 PROSSIMO CONVEGNO BIENNALE 6 E 7 SETTEMBRE 2013 SETTEMBRE 2013

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La metodologia La metodologia dell’orientamento dell’orientamento

narrativonarrativoVENEZIA - 22 APRILE 2013VENEZIA - 22 APRILE 2013

Federico Batini Federico Batini

(Università di Perugia, Pratika)(Università di Perugia, Pratika)

[email protected] [email protected]

PROSSIMO CONVEGNO BIENNALE 6 E PROSSIMO CONVEGNO BIENNALE 6 E 7 SETTEMBRE 20137 SETTEMBRE 2013

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Sommario• riferimenti teorici (i pilastri)

• le competenze obiettivo (cosa riusciamo a sviluppare e potenziare)

• l'antropologia (le convinzioni che ci guidano circa gli uomini e le donne che incontriamo)

• la metodologia (come si usa)

• i punti di forza rispetto alla società odierna (perché questo orientamento oggi)

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I riferimenti teorici ( i pilastri)

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Riferimenti teorici (1/5)

Le neuroscienze

• Le narrazioni profonde modificano fisicamente le sinapsi nel nostro cervello

• I frame narrativi intervengono sui nostri processi di pensiero e ci consentono di comprendere gli altri e noi stessi (chi siamo, chi siamo stati e dove vogliamo andare).

• Le narrazioni delle quali fruiamo, inconsapevolmente o consapevolmente, modificano le nostre convinzioni sul reale.

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Riferimenti teorici (2/5)

Il costruzionismo sociale e il carattere linguistico della realtà

• Il significato si costruisce in modo consensuale (negoziale), attraverso l’uso del linguaggio.

• Il Sé è un testo, una costruzione frutto di interazioni linguistiche

• Il reale è il prodotto dell’attribuzione di significati individuale e collettiva

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Riferimenti teorici (3/5)

Il pensiero narrativo

• Esistono due modi di pensare: pensiero narrativo vs. pensiero paradigmatico (Bruner, 1986).

• Il pensiero narrativo presenta caratteri e finalità propri ed è alle fondamenta di specifiche competenze cognitive (intenzionalità, immaginazione...).

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Riferimenti teorici (4/5)

La psicologia culturale: le storie come strumenti cognitivi

• Le storie sono strumenti culturali attraverso i quali l’individuo, nel corso del suo sviluppo, cerca di padroneggiare la realtà e di scambiare significati. (Smorti, 2003) Le storie prima ancora che prodotti culturali sono repertori di significati, di comportamenti, di emozioni.

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Riferimenti teorici (5/5)

La pedagogia narrativa

• Il narratore-educatore è un animatore-facilitatore in grado di stimolare le narrazioni e il loro ascolto (non è colui che ha l’accesso ai veri significati).

• Costruzione di una cassetta degli attrezzi per la gestione dei messaggi e per l’attribuzione di significati, proposta di storie plurali.

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le competenze obiettivo

(cosa riusciamo a sviluppare e potenziare)

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Orientamento come palestra delle

competenze.Le competenze obiettivo

EMPOWERMENT - Rendere le persone capaci di individuare propri obiettivi e di reperire le risorse interne ed esterne per raggiungerli. Aumentare il controllo (e la percezione di esso) di un soggetto sulla propria vita e sulle proprie scelte.

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Le competenze obiettivo (1/6)

• essere capaci di dare una struttura all’esperienza (mettere ordine nel caos) anche se in modo provvisorio ed aperto...

“Beato colui che può dire «allorché», «prima che» e «dopo che»! Avrà magari avuto tristi vicende, si sarà contorto dai dolori, ma appena gli riesce a riferire gli avvenimenti nel loro ordine di successione si sente così bene come se il sole gli riscaldasse lo stomaco”.

Robert Musil, L’uomo senza qualità

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Le competenze obiettivo (2/6)

• essere capaci di selezionare e organizzare le informazioni (e le narrazioni di riferimento) esercitando scelte consapevoli“Le storie aiutano coloro che cercano comprensione separando la trama dallo sfondo, e gli eroi o i cattivi che stanno al centro della trama dalla schiera delle comparse e dei manichini”.

Z. Bauman, Vite di scarto, 2004

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Le competenze obiettivo (3/6)

• essere capaci di attribuire senso e significato a ciò che ci accade e a ciò che facciamo

Attraverso le storie costruiamo i nostri “quadri di valori” attraverso i quali diamo un senso alle azioni. “Una regola di esperienza non è la vita. E', come tutte le regole di esperienza, un modo di interpretare i fatti della vita, nel tentativo di dare loro senso... Noi […] costruiamo storie per dare senso a fatti che in sé non ne hanno nessuno.”

G. Carofiglio, Ragionevoli dubbi

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Le competenze obiettivo (4/6)

• essere capaci di socializzare le interpretazioni, le emozioni, i progetti

• “Verso la fine degli anni Sessanta, quando ero studente universitario, passai tre mesi di vacanze estive in Europa. Feci un'ampia gamma di esperienze nuove ed eccitanti e, quando tornai a casa, ne parlai agli amici, alla mia famiglia e ad altri conoscenti. Ma non a tutti riferii esattamente la stessa versione del mio viaggio. […] Le storie del mio viaggio erano diverse tanto nel contenuto quanto nello stile.”

• J. Meyrowitz, Oltre il senso del luogo

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Le competenze obiettivo (5/6)

• Essere in grado di costruire e ricostruire la propria identità.

L’identità come somma dei racconti, delle storie, delle narrazioni ascoltate, giocate, esperite. L'identità, oggi è un compito individuale, le storie sono necessarie per tenere insieme i racconti rendendoli disponibili per ulteriori costruzioni.

“Io non sono arabo, Momo. Sono musulmano”“Allora perché tutti dicono che lei è l'arabo della via, se non è

arabo?”“Arabo, Momo, vuol dire bottega aperta dalle otto del mattino a

mezzogiorno, anche la domenica.”Eric Emmanuel Schmitt, Monsieur Ibrahim e i fiori del corano

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Le competenze obiettivo (6/6)

• essere capaci di immaginare e di progettare azioni future

• “Datemi una barca, disse l'uomo.• E voi, a che scopo volete una barca, si può

sapere?• Per andare alla ricerca dell'isola sconosciuta.• Sciocchezze, isole sconosciute non ce ne sono

più. Sono tutte sulle carte.• Sulle carte geografiche ci sono soltanto le isole

conosciute.”• Josè Saramago, Il racconto dell'isola sconosciuta

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L'antropologia

(le convinzioni che ci guidano circa gli uomini e le donne che

incontriamo)

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Le convinzioni che ci guidano (1/4)

L’essere umano è un organismo fondamentalmente degno di fiducia, capace di valutare la situazione interna e esterna, di comprendere se stesso, di fare scelte essenziali riguardo ai successivi passi nella vita e di agire in base a queste scelte.

(C. Rogers, Potere personale, 1978)

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Le convinzioni che ci guidano (2/4)

L’autonomia, la capacità decisionale, il controllo e il potere di ogni soggetto sulla propria vita e sulle proprie scelte sono dei valori fondamentali per la costruzione di società democratiche

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Le convinzioni che ci guidano (3/4)

La mente non è una macchina, la mente è un “discorso” che si costruisce attraverso l’interazione tra le persone in determinati contesti

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Le convinzioni che ci guidano (4/4)

Siamo una specie narrante. La narrazione è lo strumento attraverso il quale gli uomini comprendono le loro azioni. La letteratura è uno strumento cognitivo prima che un insieme di prodotti linguistici.

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La metodologia

(come si usa)

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La metodologia (1/3)

• Il lavoro di gruppo finalizzato alla produzione di testi e alla loro interpretazione.

i fotolinguaggila lettura ad alta voce e l’ascolto

il racconto oralela scrittura creativa

la scrittura cinematografica e l’utilizzo di audiovisivi

la canzone e il cantoLe narrazioni-guida

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La metodologia (2/3)

• Il colloquio centrato sulle soluzioni: costruire narrazioni “progressive”, ancorate al traguardo da raggiungere e capaci di mettere a frutto le risorse delle persone.

Stimoli narrativiAscolto e osservazioneNegoziazione dei ruoli

e definizione di percorsi brevi

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La metodologia (3/3)

• Il monitoraggio e la valutazione con strumenti qualitativi, finalizzati all’autoconsapevolezza e allo sviluppo e alla rilevazione della percezione di autoefficacia e dell’agentività

role play

diari di bordo cartacei e multimediali

interpretazione dei testi prodotti

Verifica delle competenze narrative ex ante ed ex post

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I punti di forza rispetto alla

società odierna

(Perché questo orientamento oggi)

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RiferimentiFederico Batini, Storie, futuro e controllo, LiguoriSimone Giusti, Insegnare con la letteratura, ZanichelliFederico Batini, Simone Giusti, L’orientamento narrativo a

scuola, EricksonFederico Batini, Simone Giusti (a cura di), Imparare dalle

narrazioni, UnicopliFederico Batini, Simone Giusti (a cura di), Le storie siamo

noi, LiguoriFederico Batini, Simone Cini, Leonardo Lambruschini,

Andrea Paolini, Storie e orientamento. Percorsi per l’orientamento narrativo di gruppo, Pensa

Federico Batini (a cura di), Manuale per orientatori, Erickson

Blog con materiali: federicobatini.wordpress.com Sito di Pratika: www.pratika.net Sito di Nausika e LaAV:

www.narrazioni.it Sito di Thélème: www.theleme.it

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I punti di forzaL’orientamento narrativo risponde a:

1. Frantumazione identitaria (fine delle grandi narrazioni)

2. Fine dei periodi di transizione e moltiplicazione delle possibilità di scelta: necessità di ri-orientamento continuo o di una metodologia che potenzi e stimoli la competenza decisionale e di controllo attivo.

3. Invasione di messaggi e di informazioni: necessità di filtri critici e di capacità di attribuire significato e valore

4. Crisi di partecipazione nelle democrazie: necessità di conferire potere alle persone e di dare significato alle loro azioni

5. Crisi dei sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro centrati sulle discipline e sulle competenze tecnico-professionali: necessità di lavorare sulle competenze trasversali