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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,1–13 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11 nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 1 La Parola quotidiana del Signore Patriarcato Ecumenico- Sacra Arcidiocesi Ortodossa di Italia e Malta Vicariato arcivescovile della Campania TESTO MULTILINGUE Santo e Grande Sabato Vespro del Santo e Grande Sabato Lettura dalla Genesi (1, 1–13). n principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era invisibile e disordinata e c’era tenebra sopra l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sull’acqua. E Dio disse: Sia luce; e luce fu. E Dio vide la luce era cosa buona; e Dio separò a metà la luce e a metà la tenebra. E Dio chiamò la luce giorno e la tenebra notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. E Dio disse: Sia il firmamento in mezzo all’acqua e ci sia separazione tra acqua ed acqua. E così avvenne. E Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E Dio chiamò il firmamento cielo. E Dio vide che era buono. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. E Dio disse: Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto. E così avvenne. E Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era buono. E Dio disse: La terra produca germogli erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie. E così avvenne: la terra produsse germogli erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. E Dio vide che era buono. E fu sera e fu mattina: terzo giorno. Lettura dalla profezia di Giona (1-4). l verbo del Signore fu presso Giona figlio di Amittai dicendo: Levati, va a Ninive, la grande città e predica in essa: perché il clamore della sua malvagità è salito fino a me. Ma Giona si mosse per fuggirsene a Tarsis, lungi dalla faccia del Signore e scese a Joppe dove trovò una nave diretta a Tarsis e pagato il nolo del suo passaggio s’imbarcò per andare con altri a Tarsis, lungi dalla faccia del Signore. Ma il Signore scatenò un vento sul mare e si fece in mare una grave tempesta e la nave minacciava di sfasciarsi. I marinai ebbero paura, ognuno gridò al suo dio e gettarono a mare il carico della nave, per alleggerirla. Ora Giona era sceso nel fondo della nave, s’era coricato e dormiva profondamente. Il capitano gli si avvicinò e gli disse: Che fai tu che dormi? Alzati, invoca il tuo Dio affinché Dio ci salvi e non periamo. Poi dissero l’uno all'altro: Venite, tiriamo le sorti per sapere donde venga a noi questa sciagura. Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Allora essi gli dissero: Spiegaci chi è la causa di questa sciagura che ci è capitata: Che fai qui? Donde vieni? Qual è il tuo paese? E di che nazione sei?Egli rispose loro: Sono un adoratore del Signore e venero il Signore Iddio del cielo, che ha fatto il mare e la terraferma. Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli dissero: Che hai tu mai fatto? Poiché essi avevano saputo che I I

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 1

La Parola quotidiana del Signore Patriarcato Ecumenico- Sacra Arcidiocesi Ortodossa di Italia e Malta

Vicariato arcivescovile della Campania TESTO MULTILINGUE

Santo e Grande Sabato

Vespro del Santo e Grande Sabato

Lettura dalla Genesi (1, 113).

n principio Dio cre il cielo e la terra. La terra era invisibile e disordinata e cera tenebra sopra labisso e lo spirito di Dio aleggiava sullacqua. E Dio disse: Sia luce; e luce fu. E Dio vide la luce era cosa buona; e Dio separ a met la luce e a met la tenebra. E Dio

chiam la luce giorno e la tenebra notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno. E Dio disse: Sia il firmamento in mezzo allacqua e ci sia separazione tra acqua ed acqua. E cos avvenne. E Dio fece il firmamento e separ le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E Dio chiam il firmamento cielo. E Dio vide che era buono. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. E Dio disse: Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia lasciutto. E cos avvenne. E Dio chiam lasciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era buono. E Dio disse: La terra produca germogli erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie. E cos avvenne: la terra produsse germogli erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. E Dio vide che era buono. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

Lettura dalla profezia di Giona (1-4).

l verbo del Signore fu presso Giona figlio di Amittai dicendo: Levati, va a Ninive, la grande citt e predica in essa: perch il clamore della sua malvagit salito fino a me. Ma Giona si mosse per fuggirsene a Tarsis, lungi dalla faccia del Signore e scese a Joppe dove

trov una nave diretta a Tarsis e pagato il nolo del suo passaggio simbarc per andare con altri a Tarsis, lungi dalla faccia del Signore. Ma il Signore scaten un vento sul mare e si fece in mare una grave tempesta e la nave minacciava di sfasciarsi. I marinai ebbero paura, ognuno grid al suo dio e gettarono a mare il carico della nave, per alleggerirla. Ora Giona era sceso nel fondo della nave, sera coricato e dormiva profondamente. Il capitano gli si avvicin e gli disse: Che fai tu che dormi? Alzati, invoca il tuo Dio affinch Dio ci salvi e non periamo. Poi dissero luno all'altro: Venite, tiriamo le sorti per sapere donde venga a noi questa sciagura. Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Allora essi gli dissero: Spiegaci chi la causa di questa sciagura che ci capitata: Che fai qui? Donde vieni? Qual il tuo paese? E di che nazione sei?Egli rispose loro: Sono un adoratore del Signore e venero il Signore Iddio del cielo, che ha fatto il mare e la terraferma. Allora quegli uomini furono presi da grande spavento e gli dissero: Che hai tu mai fatto? Poich essi avevano saputo che

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

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egli fuggiva dalla faccia del Signore; glielaveva detto Giona. E quelli: Che ti dobbiamo fare perch il mare si calmi e ci dia tregua? Perch il mare ingrossava e si faceva pi tempestoso che mai. Egli rispose loro: Pigliatemi e gettatemi in mare e il mare si calmer e vi dar tregua, perch io so che questa forte tempesta vi ha assaliti per causa mia. Quegli uomini davano forte nei remi per ripigliar terra; ma non potevano, perch il mare ingrossava pi che mai ed era loro contrario. Allora gridarono al Signore e dissero: Signore, f che non abbiamo a perire a causa della vita di questuomo; e non riversare su noi un sangue innocente, poich tu stesso, o Signore, hai fatto cos che questo avvenisse. E presero Giona e lo gettarono in mare la furia del mare cess. E quelli furono presi da un gran timore del Signore; offrirono un sacrificio al Signore e fecero dei voti. E il Signore ordin a un gran pesce dinghiottire Giona; e cos Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. E Giona intanto pregava il Signore suo Dio, dal ventre del pesce e diceva: Nella mia tribolazione ho gridato al Signore mio Dio e mi ha ascoltato; dal ventre dellade ha udito il mio grido: hai ascoltato la mia voce. Mi hai gettato nelle profondit delcuore del mare e le correnti mi hanno avvolto. Tutti i tuoi alti flutti e le tue onde su di me sono passati. E ho detto: Sono stato rigettato dalla tua vista; potr dunque ancora vedere il tuo tempio santo? Lacqua penetr fino alla mia anima, labisso pi profondo mi circond: la mia testa precipit fino alle fenditure dei monti, sprofondai nella terra le cui sbarre sono serrami eterni.Risalga a te dalla corruzione la mia vita, Signore mio Dio. Quando veniva meno in me lanima mia, mi sono ricordato del Signore: giunga a te la mia preghiera, verso il tuo tempio santo. Quanti osservano vanit e menzogne, hanno abbandonato la misericordia che era per loro. Ma io sacrificher a te cantando inni e lodi: ti render secondo i voti fatti per la mia salvezza al Signore. E il Signore diede ordine al pesce e il pesce vomit Giona sullasciutto. E di nuovo il verbo del Signore fu presso Giona dicendo: Levati, va a Ninive, la grande citt e quivi predica quello che io sto per comandarti. E Giona si mosse e and a Ninive, secondo lordine del Signore. Ora Ninive era una citt enormemente grande, ci volevano tre giornate di cammino a traversarla. Giona cominci a inoltrarsi nella citt per il cammino dun giorno e predicava e diceva: Ancora tre giorni e Ninive sar distrutta. E i Niniviti credettero a Dio, bandirono un digiuno e si cinsero di cilici, dal pi grande di loro al pi piccolo. Ed essendo la notizia giunta al re di Ninive, questi balz dal suo trono, si tolse di dosso il manto, si cinse di cilicio e si mise a sedere sulla cenere. Volle che fosse pubblicato e detto in tutta Ninive: Per decreto del re e dei suoi nobili; uomini e bestie, armenti e greggi, non assaggino nulla, non vadano al pascolo, non bevano acqua; uomini e bestie si coprano di cilici e gridino con forza a Dio e ognuno si converta della sua vita cattiva e degli atti di violenza che commette con le sue mani e dica: Chi sa che Dio non si penta e non receda dallardore della sua ira, sicch noi non periamo. Ora, quando Dio vide quel che facevano e come si convertivano dalla loro cattiva vita, si pent del male che aveva parlato di far loro e non lo fece pi. Ma Giona ne prov gran dispiacere e ne ebbe dispetto: Preg il Signore e disse: O Signore, non lo dicevo io, mentrero ancora nel mio paese? Per questo io mi affrettai a fuggire a Tarsis, perch sapevo che tu sei un Dio misericordioso, pietoso, lento allira, ricco di benignit che ti penti delle minacce che fai. Ora dunque, o Signore, ripigliati la mia vita; che, proprio alla vita, preferisco la morte. E il Signore gli disse: Perch ti affliggi cos tanto? Ora Giona era uscito dalla citt e sera messo a sedere a levante della citt; quivi sera fatto una capanna, sotto la quale sera posto a sedere allombra, per vedere quel che succederebbe nella citt. E il Signore Iddio fece crescere una zucca che salz fin sopra la testa di Giona per ristorarlo con la sua ombra dai suoi mali. Quella zucca fece immenso piacere a Giona. Ma il giorno dopo,

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allo spuntar dellalba, fece venire un verme, che attacc la zucca, la quale si secc. E come il sole fu levato, Iddio comand che soffiasse un vento doriente che abbruciava e il sole picchi sul capo di Giona, sicch egli venne meno e bram di morire, dicendo: Meglio per me la morte che la vita. Ma Dio disse a Giona: Troppo ti affliggi per via della zucca?. Egli rispose: Io sono afflitto tanto da morirne. E il Signore gli disse: Tu hai piet della zucca, per la quale non hai faticato e che non hai fatto crescere, che nata in una notte e in una notte perita; e io non dovrei aver piet di Ninive, la gran citt nella quale si trovano pi di centoventimila esseri umani che non sanno distinguere la mano destra dalla sinistra e tanta quantit di bestiame?

Lettura dalla profezia di Daniele (3, 1-23 e linno dei tre fanciulli 1-33).

ellanno diciottesimo di Nabucodnosor, il re aveva fatto costruire una statua doro, alta sessanta cubiti e larga sei e laveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia. Quindi il re Nabucodnosor aveva convocato i strapi, i

prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorit delle province, perch presenziassero all'inaugurazione della statua che il re Nabucodnosor aveva fatto erigere. I strapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorit delle province vennero allinaugurazione della statua. Essi si disposero davanti alla statua fatta erigere dal re. Un banditore grid ad alta voce: Popoli, nazioni e lingue, a voi rivolto questo proclama: Quando voi udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dellarpicordo, del salterio, della zampogna e dogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete e adorerete la statua doro, che il re Nabucodnosor ha fatto innalzare. Chiunque non si prostrer alla statua, in quel medesimo istante sar gettato in mezzo ad una fornace di fuoco ardente. Perci tutti i popoli, nazioni e lingue, in quellistante che ebbero udito il suono del corno, del flauto, dellarpicordo, del salterio e di ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua doro, che il re Nabucodnosor aveva fatto innalzare. Per in quel momento alcuni Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei e andarono a dire al re Nabucodnosor: Re, vivi per sempre. Tu hai decretato, o re, che chiunque avr udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dellarpicordo, del salterio, della zampogna e dogni specie di strumenti musicali, si deve prostrare e adorare la statua doro: chiunque non si prostrer per adorarla, sia gettato in mezzo ad una fornace con il fuoco acceso. Ora, ci sono alcuni Giudei, ai quali hai affidato gli affari della provincia di Babilonia, cio Sadrch, Mesch e Abdnego, che non ti obbediscono, re: non servono i tuoi di e non adorano la statua doro che tu hai fatto innalzare. Allora Nabucodnosor, sdegnato, comand che gli si conducessero Sadrch, Mesch e Abdnego e questi comparvero alla presenza del re. Nabucodnosor disse loro: vero, Sadrch, Mesch e Abdnego, che voi non servite i miei di e non adorate la statua doro che io ho fatto innalzare? Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono del corno, del flauto, della cetra, dellarpicordo, del salterio, della zampogna e dogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete gettati in mezzo ad una fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potr liberare dalla mia mano? Ma Sadrch, Mesch e Abdnego risposero al re Nabucodnosor: Re, noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi per che il nostro Dio, che serviamo, pu liberarci dalla fornace con il fuoco acceso e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi di e non adoreremo la statua

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doro che tu hai eretto. Allora Nabucodnosor, acceso dira e con aspetto minaccioso contro Sadrch, Mesch e Abdnego, ordin che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte pi del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i pi forti del suo esercito, comand di legare Sadrch, Mesch e Abdnego e gettarli nella fornace con il fuoco acceso. Furono infatti legati, vestiti come erano, con i mantelli, calzari, turbanti e tutti i loro abiti e gettati in mezzo alla fornace con il fuoco acceso. Ma quegli uomini, che dietro il severo comando del re avevano acceso al massimo la fornace per gettarvi Sadrch, Mesch e Abdnego, rimasero uccisi dalle fiamme, nel momento stesso che i tre giovani Sadrch, Mesch e Abdnego cadevano legati nella fornace con il fuoco acceso. Essi passeggiavano in mezzo alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il Signore.

Azaria, alzatosi, fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:

Benedetto tu sei, Signore, Dio dei padri nostri, degno di lode e glorificato il tuo nome nei

secoli. Poich tu sei giusto in tutto ci che ci hai fatto, tutte le tue opere sono veraci e rette le

tue vie e tutti i tuoi giudizi sono veri. Hai giudicato secondo verit in tutto ci che hai fatto

venire su di noi e sulla citt santa dei nostri padri, Gerusalemme: con verit e giudizio hai

fatto venire su di noi tutte queste cose per i nostri peccati. Perch abbiamo peccato e

commesso iniquit allontanandoci da te e in tutto abbiamo peccato; non abbiamo ascoltato

i tuoi comandamenti, n li abbiamo osservati, n abbiamo fatto come ci avevi comandato

perch ce ne venisse bene. Tutto ci che ci hai fatto e tutto ci che hai fatto venire su di noi,

lo hai fatto con giudizio verace; ci hai consegnato nelle mani dei nostri iniqui nemici, i

peggiori degli empi e a un re iniquo, il pi malvagio della terra. Non possiamo dunque aprir

bocca: vergogna e vituperio siamo divenuti per i tuoi servi e per quanti ti rendono culto.

Non consegnarci del tutto alla sventura, per amore del tuo santo nome; non sciogliere la tua

alleanza e non distogliere da noi la tua misericordia, per Abramo tuo diletto, per Isacco tuo

servo e per Israele tuo santo. Avevi detto loro che avresti moltiplicato la loro discendenza

come le stelle del cielo e come la sabbia che sulla riva del mare. Noi, o Sovrano, siamo

diventati meno numerosi di qualsiasi popolo e siamo umiliati oggi in tutta la terra per i

nostri peccati. E non abbiamo ora n principe, n profeta, n capo; n olocausto, n sacrificio,

n offerta, n incenso, n un luogo dove sacrificare davanti a te e trovare misericordia.

Possiamo dunque essere accolti da te con unanima contrita ed uno spirito umiliato. Come

con olocausti di montoni e tori e come con miriadi di agnelli pingui, cos sia oggi davanti a

te il nostro sacrificio e possiamo compierlo seguendoti: poich non c vergogna per quanti

in te confidano. Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto: fa

che non restiamo confusi. Agisci invece con noi secondo la tua clemenza e secondo la

ricchezza della tua misericordia. Liberaci, con le meraviglie che tu fai e da gloria al tuo

nome, Signore. Restino confusi tutti coloro che fanno del male ai tuoi servi, abbiano

vergogna per ogni atto di oppressione e sia infranta la loro forza. Sappiano che tu sei il

Signore, il solo Dio, glorioso su tutta la terra. Intanto i servi del re che li avevano gettati nella

fornace, non cessavano di far fuoco con nafta, pece, stoppia e sarmenti. Il fuoco si alzava

quarantanove cubiti al di sopra della fornace e la fiamma si spinse fino a bruciare quanti

trov intorno alla fornace dei caldei. Ma langelo del Signore scese nella fornace con Azaria

e i suoi compagni e scosse via la fiamma del fuoco dalla fornace. E fece s che in mezzo alla

fornace soffiasse un vento rugiadoso: il fuoco non tocc affatto i giovani, non li fece soffrire

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in alcun modo, n diede loro fastidio. Allora i tre, a una sola voce, presero a inneggiare,

benedire e glorificare Dio nella fornace, dicendo: Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri

nostri, celebratissimo ed esaltato nei secoli. E benedetto il nome santo della tua gloria,

celebratissimo ed esaltato nei secoli. Benedetto sei tu nel tempio della tua santa gloria,

celebratissimo ed esaltato nei secoli. Benedetto sei tu che guardi gli abissi e siedi sui cherubini,

celebratissimo ed esaltato nei secoli. Benedetto sei tu sul trono di gloria del tuo regno,

celebratissimo ed esaltato nei secoli. Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, celebratissimo

ed esaltato nei secoli.

INNO DEI TRE FANCIULLI

enedite, opere tutte del Signore, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Inneggiate al Signore ed esaltatelo per tutti i secoli.

Benedite, angeli del Signore, cieli del Signore, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, acque tutte che siete sopra i cieli, potenze tutte del Signore, il Signore: celebratelo

ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, sole e luna, stelle del cielo, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, piogge e rugiade e venti tutti, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, luce e tenebra, notti e giorni, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, fuoco e calore, freddo e calura, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, rugiade e nevi, ghiaccio e freddo, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, brine e acque gelate, fulmini e nubi, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, terra, monti e colli e tutto ci che dalla terra nasce il Signore: celebratelo ed

esaltatelo nei secoli.

Benedite, sorgenti, mare e fiumi, cetacei e tutto ci che si muove nelle acque, il Signore:

celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, uccelli tutti del cielo, fiere e tutto il bestiame, il Signore: celebratelo ed esaltatelo

nei secoli.

Benedite, figli delluomo, benedica Israele il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, sacerdoti del Signore, servi del Signore, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei

secoli.

Benedite, spiriti e anime dei giusti, pii e umili di cuore, il Signore: celebratelo ed esaltatelo

nei secoli.

Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

Benedite, apostoli, profeti e martiri del Signore, il Signore: celebratelo ed esaltatelo nei secoli.

B

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 6

Benediciamo il Padre, il Figlio e il santo Spirito, il Signore.

Cantiamo, benediciamo e adoriamo il Signore, celebrandolo ed esaltandolo nei secoli.

Lettura dellepistola di Paolo ai Romani (6, 3-11)

ratelli, noi tutti che siamo stati battezzati in Cristo Ges, siamo stati battezzati nella sua

morte. Con il battesimo siamo dunque stati sepolti con lui nella morte, perch come

Cristo Ges fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, cos anche noi

possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati innestati a lui con una morte

simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo

vecchio stato crocifisso con lui, perch fosse reso inerte il corpo del peccato e noi non

fossimo pi schiavi del peccato: chi morto, stato liberato dal peccato. Ma se siamo morti

con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti

non muore pi; la morte non ha pi potere su di lui. Colui che infatti mor, mor al peccato

una volta per tutte; colui che vive, vive per Dio. Cos anche voi consideratevi davvero morti

al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Ges nostro Signore.

Vangelo secondo Matteo (28, 1-20)

assato il sabato, mentre albeggiava il giorno uno della settimana, venne Maria

Maddalena e laltra Maria per vedere il sepolcro. Ed ecco che ci fu un grande terremoto

e un angelo del Signore scese dal cielo, si accost, rotol la pietra dallingresso e si pose

a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve.

Per lo spavento che ne ebbero, le guardie tremarono e furono come morti. Langelo si rivolse

alle donne e disse: Non abbiate paura, voi! Vedo che cercate Ges il crocefisso. Non qui.

E risorto, come ha detto; venite a vedere il luogo dove era deposto il Signore. Presto, andate

a dire ai suoi discepoli: E risuscitato dai morti e ora vi precede in Galilea, l lo vedrete. Ecco,

io ve lho detto. Uscite in fretta dal sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a

dare lannunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Ges venne loro incontro dicendo: Rallegratevi!

Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e lo adorarono. Allora Ges disse loro: Non temete,

andate ad annunziare ai miei fratelli che partano per la Galilea e l mi vedranno. Mentre

esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in citt e annunziarono ai sommi sacerdoti

quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli anziani e tennero Consiglio per dare

molte monete dargento ai soldati, dicendo: Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte

e lhanno rubato mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verr allorecchio del governatore

noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni fastidio. Quelli, preso il denaro, fecero secondo

le istruzioni ricevute. Cos questa diceria si diffusa tra i Giudei fino ad oggi. Intanto gli

undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Ges aveva loro indicato. Quando lo

videro, lo adorarono, alcuni per dubitavano. Avvicinatosi, Ges parl loro dicendo: Mi

stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepole tutte le nazioni,

immergendole nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, insegnando loro a

osservare tutto ci che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del

tempo. Amin.

F

P

Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 8

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 9

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 13

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 14

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 15

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 16

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 17

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 18

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 19

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 20

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 21

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Limba romn

1. La nceput a fcut Dumnezeu cerul i pmntul. i pmntul era netocmit i gol. ntuneric era

deasupra adncului i Duhul lui Dumnezeu Se purta pe deasupra apelor. i a zis Dumnezeu: S fie

lumin! i a fost lumin. i a vzut Dumnezeu c este bun lumina, i a desprit Dumnezeu lumina

de ntuneric. Lumina a numit-o Dumnezeu ziu, iar ntunericul l-a numit noapte. i a fost sear i a

fost diminea: ziua nti. i a zis Dumnezeu: S fie o trie prin mijlocul apelor i s despart ape de

ape! i a fost aa. A fcut Dumnezeu tria i a desprit Dumnezeu apele cele de sub trie de apele

cele de deasupra triei. Tria a numit-o Dumnezeu cer. i a vzut Dumnezeu c este bine. i a fost

sear i a fost diminea: ziua a doua. i a zis Dumnezeu: S se adune apele cele de sub cer la un loc

i s se arate uscatul! i a fost aa. i s-au adunat apele cele de sub cer la locurile lor i s-a artat

uscatul. Uscatul l-a numit Dumnezeu pmnt, iar adunarea apelor a numit-o mri. i a vzut

Dumnezeu c este bine. Apoi a zis Dumnezeu: S dea pmntul din sine verdea: iarb, cu smn

ntr-nsa, dup felul i asemnarea ei, i pomi roditori, care s dea rod cu smn n sine, dup fel,

pe pmnt! i a fost aa. Pmntul a dat din sine verdea: iarb, care face smn, dup felul i

dup asemnarea ei, i pomi roditori, cu smn, dup fel, pe pmnt. i a vzut Dumnezeu c este

bine. i a fost sear i a fost diminea: ziua a treia.

2. i a fost cuvntul Domnului ctre Iona, fiul lui Amitai, zicnd: Scoal-te i du-te n cetatea cea

mare a Ninivei i propovduiete acolo, cci frdelegile lor au ajuns pn n fata Mea! i s-a sculat

Iona s fug la Tarsis, departe de Domnul. i s-a cobort la Iope, unde a gsit o corabie, care mergea

la Tarsis, i, pltind preul cltoriei, s-a cobort n ea ca s mearg la Tarsis mpreun cu toi cei de

acolo, el fugind din faa Domnului. Dar Domnul a ridicat un vnt npraznic pe mare i o furtun

puternic s-a strnit, nct corabia era gata s se sfrme. Corbierii s-au nfricoat i au strigat fiecare

ctre dumnezeul su i au aruncat n mare ncrctura corbiei ca s se uureze. Dar Iona se coborse

n fundul corbiei, se culcase i adormise. Atunci s-a apropiat de el crmaciul corbiei, i i-a zis:

"Pentru ce dormi? Scoal-te i strig ctre Dumnezeul tu, poate El i va aduce aminte de noi, ca s

Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 22

nu pierim!" i au zis unul ctre altul: "Haidem s aruncm sori, ca s tim din pricina cui a venit

peste noi nenorocirea aceasta!" i au aruncat sori, i sorul a czut pe Iona. i l-au ntrebat pe el:

"Spune-ne nou din pricina cui s-a abtut nenorocirea aceasta asupra noastr? Care este meteugul

tu, de unde i din ce ar vii i din ce popor eti?" Atunci el le-a rspuns: "Sunt evreu i Domnului

Dumnezeului cerului m nchin - Cel care a fcut marea i uscatul". i toi oamenii s-au temut cu

fric mare i i-au zis lui: "Pentru ce ai svrit una ca aceasta?" Cci ei tiau c el fuge din faa lui

Dumnezeu, fiindc el le spusese. i i-au zis lui: "Ce s-i facem ca s se potoleasc marea?" Cci

marea se ridica din ce n ce mai mult. Atunci el a rspuns: "Luai-m i m aruncai n mare i ea se

va potoli, cci tiu bine c din pricina mea s-a pornit peste voi aceast vijelie". i marinarii vsleau

ca s ajung la rm, dar n zadar, cci marea se ridica din ce n ce mai mult mpotriva lor. Atunci au

strigat ctre Domnul i au zis: "O, Doamne, de-am putea s nu pierim din pricina vieii acestui om i

s nu ne mpovrezi pe noi cu un snge nevinovat! C Tu, Doamne, precum ai voit ai fcut!" i l

ridicar pe Iona i l aruncar n mare i s-a potolit urgia ei. i oamenii s-au temut cu team mare de

Domnul i au adus jertf lui Dumnezeu i I-au fcut Lui fgduine. i Dumnezeu a dat porunc unui

pete mare s nghit pe Iona. i a stat Iona n pntecele petelui trei zile i trei nopi. Atunci s-a rugat

Iona din pntecele petelui ctre Domnul Dumnezeul lui, zicnd: "Strigat-am ctre Domnul n

strmtorarea mea, i El m-a auzit; din pntecele locuinei morilor ctre El am strigat, i El a luat

aminte la glasul meu! Tu m-ai aruncat n adnc, n snul mrii i undele m-au nconjurat; toate

talazurile i valurile Tale au trecut peste mine. i gndeam: Aruncat sunt dinaintea ochilor Ti! Dar

voi vedea din nou templul cel sfnt al Tu! Apele m-au nvluit pe de-a ntregul, adncul m-a

mpresurat, iarba mrii s-a ncolcit n jurul capului meu; m coborsem pn la temeliile munilor,

zvoarele pmntului erau trase asupra mea pentru totdeauna, dar Tu ai scos din stricciune viaa

mea, Doamne Dumnezeul meu! Cnd se sfrea n mine duhul meu, de Domnul mi-am adus aminte,

i la Tine a ajuns rugciunea mea, n templul Tu cel sfnt! Cei ce slujesc idolilor deeri dispreuiesc

harul Tu; dar eu i voi aduce ie jertfe cu glas de laud i toate fgduinele mele le voi mplini,

cci mntuirea vine de la Domnul!" i Domnul a dat porunc petelui i petele a aruncat pe Iona la

rm! i a fost cuvntul Domnului ctre Iona, pentru a doua oar, zicnd: Scoal i pornete ctre

cetatea cea mare a Ninivei i vestete-le ceea ce i voi spune! i s-a sculat Iona i a mers n Ninive,

dup cuvntul Domnului. i Ninive era cetate mare naintea lui Dumnezeu; i trebuia trei zile ca s-o

strbai. i a ptruns Iona n cetate, zicnd: "Patruzeci de zile mai sunt, i Ninive va fi distrus!"

Atunci Ninivitenii au crezut n Dumnezeu, au inut post i s-au mbrcat cu sac, de la cei mai mari i

pn la cei mai mici. i a ajuns vestea pn la regele Ninivei. Acesta s-a sculat de pe tronul su, i-a

lepdat vemntul lui cel scump, s-a acoperit cu sac i s-a culcat n cenu. Apoi, din porunca regelui

i a dregtorilor si, s-au strigat i s-au zis acestea: Oamenii i animalele, vitele mari i mici s nu

mnnce nimic, s nu pasc i nici s bea ap; iar oamenii s se mbrace cu sac i ctre Dumnezeu s

strige din toat puterea i fiecare s se ntoarc de pe calea lui cea rea i de la nedreptatea pe care o

svresc minile lui; poate c Dumnezeu Se va ntoarce i Se va milostivi i va ine n loc iuimea

mniei Lui ca s nu pierim!" Atunci Dumnezeu a vzut faptele lor cele de pocin, c s-au ntors din

cile lor cele rele. i i-a prut ru Domnului de prezicerile de ru pe care li le fcuse i nu le-a mplinit.

i Iona a fost cuprins de mare suprare i s-a aprins de mnie. i a rugat pe Domnul, zicnd: "O,

Doamne, iat tocmai ceea ce cugetam eu cnd eram n tara mea! Pentru aceasta eu am ncercat s fug

n Tarsis, c tiam c Tu eti Dumnezeu ndurat i milostiv, ndelung-rbdtor i mult-milosrd i i

pare ru de frdelegi. i acum, Doamne, ia-mi sufletul meu, cci este mai bine s mor dect s fiu

viu!" i a zis Domnul: "Faci tu oare bine c i-ai aprins mnia?" i Domnul Dumnezeu a fcut s

creasc un vrej care s-a ridicat deasupra capului lui Iona, ca s-i in umbr i s-i mai potoleasc

mnia. i s-a bucurat Iona cu bucurie mare pentru vrej. Dar Dumnezeu, a doua zi, la revrsatul zorilor,

a poruncit unui vierme s reteze vrejul. Iar el s-a uscat. i la rsritul soarelui a pornit Dumnezeu un

vnt arztor de la rsrit i soarele a dogorit capul lui Iona, nct el se prpdea de cldur. i i-a

rugat moartea zicnd: "Mai bine este s mor dect s triesc!" i a grit Domnul ctre Iona: "Ai tu

dreptate s te mnii pentru vrej?" i el a rspuns: "Da, am dreptate s fiu suprat de moarte!" i a zis

Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 23

Domnul: "Tu i-ai fcut necaz pentru acest vrej pentru care nu te-ai trudit i nici nu l-ai crescut, care

i-a luat fiin ntr-o noapte i ntr-alta a pierit! Dar Mie cum s nu-Mi fie mil de cetatea cea mare a

Ninivei cu mai mult de o sut douzeci de mii de oameni, care nu tiu s deosebeasc dreapta de

stnga lor, i cu un mare numr de dobitoace?"

3. Regele Nabucodonosor a fcut un chip de aur nalt de aizeci de coi, lat de ase coi i 1-a aezat

n cmpia Dura (Deir) din inutul Babilonului. i regele Nabucodonosor a trimis s adune pe satrapi,

pe mai-marii dregtori, pe crmuitori, pe conductorii otirilor, pe vistiernici, pe cunosctorii de legi,

pe judectori i pe toi ceilali dregtori ai inuturilor, ca s vin la sfinirea chipului pe care l ridicase

regele Nabucodonosor. Atunci s-au adunat satrapii, dregtorii cei mari, crmuitorii, conductorii

otirilor, vistiernicii, legiuitorii, judectorii i toi ceilali dregtori ai inuturilor la sfinirea chipului

pe care l ridicase Nabucodonosor i au stat naintea chipului ridicat de Nabucodonosor. i ndat un

crainic a strigat cu glas tare: "Iat ce vi se poruncete vou, popoarelor, neamurilor i limbilor: De

ndat ce vei auzi glasul trmbiei, flautului, chitarei, harpei, psalterionului, cimpoiului i al tuturor

instrumentelor muzicale, vei cdea la pmnt i v vei nchina chipului de aur pe care 1-a ridicat

regele Nabucodonosor; iar cine nu va cdea la pmnt i nu se va nchina, chiar n acea clip va fi

aruncat n mijlocul unui cuptor cu foc arztor!" De aceea, cnd toate popoarele au auzit glasul

trmbiei, al flautului, al chitarei, al harpei, al psalterionului i al tuturor instrumentelor muzicale,

toate popoarele, neamurile i limbile au czut la pmnt i s-au nchinat chipului de aur pe care l

ridicase regele Nabucodonosor. n acelai timp s-au apropiat civa brbai caldei, care au prt pe

iudei. Ei au nceput s spun regelui Nabucodonosor: "O, rege, s trieti n veac! Tu porunc ai dat,

ca oricine va auzi glasul trmbiei, al flautului, al chitarei, al harpei, al psalterionului, al cimpoiului

i al altor instrumente muzicale, s cad la pmnt i s se nchine chipului de aur. Iar cine nu va

cdea la pmnt, nici se va nchina, s fie aruncat n mijlocul unui cuptor cu foc arztor. Dar sunt

nite iudei, pe care i-ai pus crmuitori peste inutul Babilonului: adrac, Meac i Abed-Nego. Aceti

brbai, nici c au luat n seam porunca ta, o, rege; dumnezeului tu nu-i slujesc i chipului de aur

pe care tu l-ai nlat nu-i aduc nchinare!" Acum, fii gata i atunci cnd vei auzi glasul trmbiei, al

flautului, al chitarei, al harpei, al psalterionului, al cimpoiului i al altor instrumente muzicale, s

cdei la pmnt i s v nchinai chipului pe care eu l-am fcut; iar dac nu vrei s v nchinai,

ntr-o clip vei fi aruncai n mijlocul unui cuptor cu foc arztor. i care dumnezeu v va scpa din

mna mea?" Atunci regele Nabucodonosor, plin de mnie i de zbucium, a poruncit s i se aduc

nainte adrac, Meac i Abed-Nego. ndat au adus pe aceti brbai naintea regelui. Nabucodonosor

le-a zis: "Este, oare, adevrat, adrac, Meac i Abed-Nego, c voi nu slujii dumnezeului meu i

chipului de aur pe care eu l-am aezat i nu-i cdei la pmnt cu rugciuni? Rspuns-au adrac,

Meac i Abed-Nego i au zis regelui: O, Nabucodonosor, noi n-avem nevoie ca la aceasta s-i dm

un rspuns! Dac, ntr-adevr, Dumnezeul nostru Cruia i slujim poate s ne scape, El ne va scpa

din cuptorul cel cu foc arztor i din mna ta, o, rege! i chiar dac nu ne va scpa, tiut s fie de tine,

o, rege, c noi nu vom sluji dumnezeilor ti i naintea chipului de aur pe care tu l-ai aezat nu vom

cdea la pmnt!" Atunci Nabucodonosor s-a umplut de mnie i i-a schimbat nfiarea feei sale

fa de adrac, Meac i Abed-Nego. i ncepnd iari a gri, a poruncit s nclzeasc cuptorul de

apte ori mai mult dect era de obicei. i a poruncit celor mai puternici oameni din otirea lui s lege

pe adrac, Meac i Abed-Nego i s-i arunce n cuptorul cel cu foc arztor. Atunci aceti oameni,

mbrcai cum erau, cu mantie, nclminte, plrie i cu toat mbrcmintea lor, au fost legai i

aruncai n mijlocul cuptorului cu foc arztor. Fiindc porunca regelui era grabnic i cuptorul foarte

nfierbntat, acei oameni care au aruncat pe adrac, Meac i Abed-Nego au fost mistuii de vpaia

focului. i aceti trei brbai, adrac, Meac i Abed-Nego au czut legai n mijlocul cuptorului cu

foc arztor. ()

Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 24

4. Frailor, toi ci n Hristos Iisus ne-am botezat, ntru moartea Lui ne-am botezat? Deci ne-am

ngropat cu El, n moarte, prin botez, pentru ca, precum Hristos a nviat din mori, prin slava Tatlui,

aa s umblm i noi ntru nnoirea vieii; cci dac am fost altoii pe El prin asemnarea morii Lui,

atunci vom fi prtai i ai nvierii Lui, cunoscnd aceasta, c omul nostru cel vechi a fost rstignit

mpreun cu El, ca s se nimiceasc trupul pcatului, pentru a nu mai fi robi ai pcatului. Cci Cel

care a murit a fost curit de pcat. Iar dac am murit mpreun cu Hristos, credem c vom i vieui

mpreun cu El, tiind c Hristos, nviat din mori, nu mai moare. Moarta nu mai are stpnire asupra

Lui. Cci ce a murit, a murit pcatului o dat pentru totdeauna, iar ce triete, triete lui Dumnezeu.

Aa i voi, socotii-v c suntei mori pcatului, dar vii pentru Dumnezeu, n Hristos Iisus, Domnul

nostru.

5. Dup ce a trecut smbta, cnd se lumina de ziua nti a sptmnii (Duminic), au venit Maria

Magdalena i cealalt Marie, ca s vad mormntul. i iat s-a fcut cutremur mare, c ngerul

Domnului, cobornd din cer i venind, a prvlit piatra i edea deasupra ei. i nfiarea lui era ca

fulgerul i mbrcmintea lui alb ca zpada. i de frica lui s-au cutremurat cei ce pzeau i s-au fcut

ca mori. Iar ngerul, rspunznd, a zis femeilor: Nu v temei, c tiu c pe Iisus cel rstignit l cutai.

Nu este aici; cci S-a sculat precum a zis; venii de vedei locul unde a zcut. i degrab mergnd,

spunei ucenicilor Lui c S-a sculat din mori i iat va merge naintea voastr n Galileea; acolo l

vei vedea. Iat v-am spus vou. Iar plecnd ele n grab de la mormnt, cu fric i cu bucurie mare

au alergat s vesteasc ucenicilor Lui. Dar cnd mergeau ele s vesteasc ucenicilor, iat Iisus le-a

ntmpinat, zicnd: Bucurai-v! Iar ele, apropiindu-se, au cuprins picioarele Lui i I s-au nchinat.

Atunci Iisus le-a zis: Nu v temei. Ducei-v i vestii frailor Mei, ca s mearg n Galileea, i acolo

M vor vedea. i plecnd ele, iat unii din straj, venind n cetate, au vestit arhiereilor toate cele

ntmplate. i, adunndu-se ei mpreun cu btrnii i innd sfat, au dat bani muli ostailor, zicnd:

Spunei c ucenicii Lui, venind noaptea, L-au furat, pe cnd noi dormeam; i de se va auzi aceasta la

dregtorul, noi l vom ndupleca i pe voi fr grij v vom face. Iar ei, lund arginii, au fcut precum

au fost nvai. i s-a rspndit cuvntul acesta ntre Iudei, pn n ziua de azi. Iar cei unsprezece

ucenici au mers n Galileea, la muntele unde le poruncise lor Iisus. i vzndu-L, I s-au nchinat, ei

care se ndoiser. i apropiindu-Se Iisus, le-a vorbit lor, zicnd: Datu-Mi-s-a toat puterea, n cer i

pe pmnt. Drept aceea, mergnd, nvai toate neamurile, botezndu-le n numele Tatlui i al Fiului

i al Sfntului Duh, nvndu-le s pzeasc toate cte v-am poruncit vou, i iat Eu cu voi sunt n

toate zilele, pn la sfritul veacului. Amin.

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 25

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 26

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 27

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 29

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 30

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nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 31

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

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Vespro del Santo e Grande Sabato. 1. Genesi 1,113 2. Giona 1-4 3. Daniele 3,1-(90) 4. Romani 6,3-11

nnnnnnnn5. Matteo 28,1-20 48

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