la piazza di adria - 2012mag n66

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di Adria Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 66 www.lapiazzaweb.it www.gabetti.it PRESENZA CAPILLARE E SERVIZI ESCLUSIVI. Con Gabetti Franchising Agency trovare casa è più facile. APERTURA NUOVA SEDE Giugno 2012 ad Adria in Via Chieppara, 59 (di fronte attuale sede).

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La Piazza di Adria - 2012mag n66

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Page 1: La Piazza di Adria - 2012mag n66

di Adria

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 66 www.lapiazzaweb.it

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Page 2: La Piazza di Adria - 2012mag n66

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VENDESILocalità Bellombra Porzione di bifamiliare di

ampia metratura, disposta su tre livelli con ampio garage, cantina e giardino di proprietà. Classe

energetica non definita “G”. Euro 170.000 Rif.A0553

Page 3: La Piazza di Adria - 2012mag n66

Chieste le dimissioni di Panetto

Municipio

pag. 6

E’ ancorapossibile evitare la chiusura

Tribunale

pag. 9

VERDE E ARREDO URBANO TRASCURATI

Il processo produttivo darà vita a bioplastiche per applicazioni specifi che

a basso impatto ambientale. Tra queste la denominata Mater-bi, bioplastica proveniente da lavorazioni vegetali,

utile per realizzare prodotti con le stesse proprietà d’uso dei materiali tradizionali,

ma completamente biodegradabili,

pag. 10

MATER-BIOTECH NEL 2014 LA PRODUZIONE

I residenti lungo viale Malfatti la-mentano della mancata pulizia a terra di fogliame e potatura odinaria dei tigli che

ombreggiano tale viale. I tigli, ormai di grandi dimensioni, estendono i loro rami

dentro le proprietà private.”Abbiamo esposto la situazione all’uffi cio Ambiente

ma nulla è stato ancora fatto”

pag. 16

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 66 www.lapiazzaweb.it

di Adria

pagg. 4-5

La cooperazione come risposta alla crisiLa rifl essione è nata in seno decima giornata dell’economia

La decima giornata dell’economia, si è aperta a Rovigo, con un minuto di silen-zio. Un silenzio che ricorda la disperazio-

ne, il dolore, la fatica di chi, tra imprenditori e lavoratori, non ha sopportato il peso di una crisi che sta dilaniando il nostro paese e non è riuscito a vedere altra soluzione che toglier-si la vita. L’edizione che si è appena conclusa è stata dedicata al mondo delle cooperative ed intitolata: “Cooperazione: reti di impresa, fi liere produttive e sistemi territoriali per rilan-ciare l’economia”. Un tema adeguato, visto

che la cooperazione è una concreta realtà in Polesine, ma si è trattato anche di una profonda rifl essione sul modo di fare impresa perché, come è stato più volte ribadito duran-te il convegno, la sana cooperazione potreb-be davvero risanare la situazione e salvare gli stati. Se oggi è evidente che il modello economico votato all’egoismo e all’arrivismo ha tragicamente fallito, allora un sistema che ponga al centro della propria attività l’essere umano e i suoi bisogni potrebbe essere la soluzione. In Polesine la cooperazione una

realtà già importante che può contare su signifi cativi numeri che incidono su alcuni settori strategici come la Sanità e l’assisten-za sociale, con il 36,4% sul totale delle im-prese (28 su 77); 8,7% per quanto riguarda le attività artistiche (19 su 218), l’8% su fornitura di energia elettrica, gas ecc, mentre le persone impiegate presso cooperative (di vario genere e settore) sono state, 7.850 nel 2011, oltre 2000 nel solo settore della Pesca.

EDITORIALE

Il tempo dei terremoti di Mauro Gambin

Pochi istanti da quando il letto ha iniziato a ballare, la mano a strisciare sul muro per cercare l’interruttore della luce e

nella testa a coagularsi la certezza che in camera da letto c’era il terremoto. Uno, due, tre, quattro...arriverà a venti, secondi, sembrava non passare mai. Nel suo rombo di cingoli e squassi, incupito dal sinistro tintinnio di vetrerie fragili e dal bussare di sportelli, è parso a tutti inverosimile: “uno scrollone così...ma neanche ai tempi del Friuli!”. Giù in strada, dopo la breve sosta in un qualsiasi riparo scambiato per tale, la prima certezza condivisa è stata quella che: “se qui da noi si è sentito così forte, nell’epicentro - che di solito a botta sicura è nell’Appenino o nel Carso - è venuto giù tutto”. Tutto! E del resto chi l’avrebbe detto alle quattro di mattina, in mutande e ciabatte, intirizzito dal freddo e dallo spavento, che invece l’epicentro era al centro di una piana alluvionale nella quale a memoria d’uomo il terremoto non s’era fatto vivo mai. A Finale Emilia, a San Felice sul Pa-naro, a Bondeno i rischi sono sempre arrivati dall’acqua, mai dal sisma. E invece: chiese alto medioevali, palazzi, torri, bastioni capa-ci di resistere alla furia dei secoli sono stati atterrati da pochi secondi concitati, insieme a capannoni costruiti meno di dieci anni fa.

[email protected] a pag. 3

LO NAZ/19/2010/CT01 04 2010

continua a pag. 9

L’Intervento

La clamorosa sconfi tta della Lega e del Pdl rischia di lasciare in secon-do piano altre due indicazioni che emergono dal recente voto amministrativo: l’ulte-

riore incremento dell’astensionismo e il successo del Movimento Cinque Stelle.

Oltre l’antipolitica

*Docente di Scienza politica presso l’Università di Padova

di Marco Almagisti *

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Falcone eBorsellino,vent’annirimastiattualità

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PROGRAMMAZIONE DI LUGLIO

• Venerdi 06 Luglio - Inaugurazione

• Sabato 07 Luglio - Movimento e Musica in P.zza Garibaldi

• Venerdì 13 Luglio - Festa delle Forze dell’Ordine

• Venerdì 20 Luglio - Adria in Tango...

• Venerdì 27 Luglio - Serata Motori...

Vi aspettiamo tutti Venerdì 03 Agosto per la NOTTE BIANCA!!!

Programma Pro Loco• 9 Giugno – Mercatino dell’hobbistica e dell’antiquariato - Piazze Bocchi e Grotto

• 11 Luglio – Mercoledì d’Estate: teatro in giro - Compagnia Teatrale “Proposta Teatro Collettivo” di Arquà Polesine “La Badante di Costante” (Luogo da definire)

• 14 Luglio – Mercatino dell’hobbistica e dell’antiquariato - Piazze Bocchi e Grotto

• 18 Luglio – Mercoledì d’Estate: teatro in giro - Commedia da definire - Ostello Amolara

• 25 Luglio - Mercoledì d’Estate: teatro in giro - Commedia e luogo da definire

• 1 Agosto - Mercoledì d’Estate: teatro in giro - Compagnia teatrale “I Lusiani” di Lusia “La fortuna con la effe maiuscola” (Luogo da definire)

• 16 Agosto - Mercoledì d’Estate: teatro in giro. Compagnia teatrale “La Tartaruga” di Lendinara “Stella e firmamento” - Piazza della Libertà, Bottrighe

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Page 7: La Piazza di Adria - 2012mag n66

Controlli fi scaliAGRITURISMO

IN REGOLA

Il Polesine non è Cortina. L’affermazione, detta in questo modo, potrebbe lasciar

pensare ad un poco apprezzabile raffronto turistico ma invece è da intepretare in

chiave positiva perché stiamo parlando di controlli della Guardia di fi nanza. Tra il 28 aprile e il 1° maggio, infatti, i reparti

della Guardia di fi nanza del Veneto hanno eseguito 700 controlli nelle strutture

ricettive, impegnando circa 200 pattuglie in un rastrellamento che ha riguardato

ristoranti, agriturismo, centri benessere e altri centri deputati all’ospitalità. Nei 18 agriturismo ispezionati in Polesine non è risultata alcuna irregolarità. A Rovigo, a

Polesella, a Lendinara, a Badia Polesine, a Trecenta, a Melara, a Bagnolo di Po,

ad Ariano, ad Adria, a Porto Tolle, a Occhiobello e Stienta tutti sono risultati in regola sia con la normativa tributaria e di

diritto del lavoro.Valliera

PRIMA COMUNIONE PER 4 BAMBINI

Il 13 maggio nella chiesa Santuario “Madonna dell’Autista” il parroco

Don Maurizio Savella ha celebrato il Sacramento della prima Comunione per

quattro Ragazzi che frequentano la Scuo-la Elementare della classe terza e quarta. La piccola comunità della frazione Adrie-se in una chiesa gremita, si è ritrovata a festeggiare con grande partecipazione:

Arianna Suzzi, Giulia Guzzon, Laura Benetti, Francesco Spinello

Urbanistica IL BAR ABBATTUTO

Il piccolo bar appoggiato alla cinta del di-partimento di salute mentale dell’Ulss 19 di Adria non è un capolavoro dell’architet-tura contemporanea, non lo è mai stato. Oggi, in aggiunta, versa in uno stato di totale abbandono e se fi no a ieri era un pugno in un occhio ora la fi tta arriva al basso ventre. “Sono stati molti quelli che ci hanno chiesto di abbatterlo – ha spiegato l’assessore Lorenzo Maltarello- ed esiste tutta la nostra disponibilità ad essecondare questa richiesta”. Ciò è possibile perché la struttura di 70 metri quadrati è tornata tra le disponibilità comunali. In passato il Comune affi dava a privati la concessione dello spazio che veniva gestito come bar ma ormai è da di-versi mesi che l’ultimo gestore ha cessato l’attività e dunque per il vecchio chiosco è venuta meno qualsiasi funzionalità. “Con l’abbattimento di quest’immobile – ha continuato l’Assessore – recupereremo l’estetica della facciata del dipartimento di salute mentale dell’Ulss 19”. Un inter-vento che potrebbe rendersi utile anche in altri parti della città. “In questo modo – ha concluso – potremmo valorizzare il valore estetico della città”.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS SrlEdito da: Give Emotions Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEE CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ LOCALE

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMAURO GAMBIN [email protected] JOVANE [email protected]

Chiuso in redazione il 24 maggio CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONALLORETO, VIA BRECCIA (AN)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Clicca su Scarica giornali, scegli l’edizione che ti interessa e sfogliala conLa Piazza la leggi anche sul web aggiornata con le ultime news!

www.lapiazzaweb.it

VeneziaPadovaRovigo Treviso

Adria Provincia RegioneRegioneRIFIUTI

pag. 6

Asm ed Ecogest prossime alla fusione

AMMINISTRAZIONE

pag. 8

Tensioni tra amministratori e dipemdenti

PARCO

pag. 12

Anche Adria ne farà parte

Diocesi PROSSIMI DIACONI

Il vescovo di Adria e Rovigo, monsignor Lucio Soravito de Franceschi, ha procla-mato che a breve si terrà l’ordinazione a diacono di Alberto Rimbano e di tre giovani dei frati minori Cappuccini: fra Davide Campesan, fra Giovanni Fontolan e fra Luigi Carlea. Il diacono – ha spiegato il vescovo - nella Chiesa è colui che serve, è il servo del Signore; egli è chiamato a rivolgere il suo servizio alla comunità cristiana, ai fratelli, al mondo. Il diacono è un dono grande per tutti; la sua presenza fa rivivere l’esperienza dell’amore del Signore Gesù per l’intera umanità in diffi coltà spirituale e mate-riale, bisognosa di verità, di amore, di giustizia e di pace. Il primo compito del diacono è quello di annunciare, o meglio proclamare il Vangelo”.

EDITORIALE

Il tempo dei terremoti “Ci sono i morti – hanno spiegato i primi commentatori – in futuro anche nella pianura Padana serviranno nuovi parametri per costruire le case, le

scuole, i palazzi, gli immobili affi nché rimangano tali. Oggi esiste la consapevolezza di un nuovo rischio che arriva dal profondo della terra”. Di impre-vedibilità e della necessità di una nuova consapevolezza si è parlato anche a proposito del secondo terremoto, quello politico. La vittoria del Movimento cinque stelle a Parma, a Mira, a Sarego, un tempo rocche forti del Centrodestra, del Centrosinistra, della Lega, ha avuto lo stesso effetto, con i partiti nel ruolo dei calcinacci. “Sintomo dello scollamento dei cittadini alla politica” – è stato, in questo caso, il commento – ed è vero lo scollamento c’è ma più che altro lo si è visto dall’elevato astensionismo. Poco più della metà, il 51%, degli aventi diritto è andata a votare al secondo turno, appena superiore la percentuale al primo, 65%, mentre in passato l’affl uenza al voto per le “comunali” è sempre stata massiccia superando non di rado e a volte abbondantemente l’80%. Questo signifi ca che nemmeno il volto noto del paesano è più rassicurante per l’elettore, altro che sfi ducia nei partiti e nella politica. “Tanto, sono tutti uguali” è il commento di chi fa di tutta l’erba un fascio perché, come è stato giustamente diagnosticato, stressato dal “magna-magna” e diventato elettoralmente apatico. E dunque pare obiettivo il commento del presidente Napolitano, rilasciato già al primo turno: non è stato il movimento di Beppe Grillo a fare “boom” o il terremoto. Infatti, chi si è dichiarato più nuovo degli altri, meno imparentato ai partiti degli altri, meno attaccato alla poltrona degli altri in questo Paese, in passato, ha già ottenuto in passato entusiasmo e consenso. Il vero terremoto è l’altissimo astensionismo, il partito che ha vinto queste amministrative è quello di coloro che sono rimasti a casa, quelli che non partecipano mai alle riunioni del circolo e non si riuniscono sotto ad un palco, quelli che non hanno tessere, non hanno un leader, un guru, un bel niente di niente, nemmeno la voglia di protestare. Ormai impermeabili a qualsiasi proposta che possa essere scritta su un programma elettorale hanno perso quella fi ducia che è fondamentale per la democrazia. Sono un terremoto silenzioso ma non per questo meno pericoloso.

segue da pag. 1

Mauro Gambin

Ulss 19BAVAGLINO PER LE NEO

MAMME

Per tutto il mese di maggio l’Azienda Ulss 19, per celebrare la “Giornata

mondiale senza tabacco” che ricorre il 31 maggio, ha regalato a tutti i neonati dell’ospedale Santa Maria Regina degli

Angeli un bavaglino con la scritta “Mam-me libere dal fumo” per sensibilizzare

i neogenitori sull’importanza di non fumare, soprattutto in presenza di bimbi.

de

javu.it

Non dimenticare questo numero quando andrai a � rmare per il 5x1000. È il numero che ogni anno ci aiuta a � nanziare la ricerca contro la sclerosi multipla. Scegli anche tu di donare il 5x1000 alla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, � rmando sulla dichiarazione dei redditi nel riquadro “� nanziamento della ricerca scienti� ca e della università” e inserendo il codice � scale 95051730109.

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VITA VENETA

pagg. 30-31

Aumenta la criminalità

ECONOMIA

pag. 34

Il “Patto del Veneto”promette la ripresa

CULTURA

pag. 36

A Palazzo Grassi il mondo di Fischer

PROVINCIA

pag. 24

Vinti e vincitori alle amministrative

SPAZI APERTI

pag. 25

L’eternit minaccia anche il Polesine

SCUOLA

pag. 26

Dopo la Ssis arrivail Tfa

Page 8: La Piazza di Adria - 2012mag n66

4 Argomento del mese44 Argomento del mese

DINAMICHE ECONOMICHE

Popoli uniti in cooperativa

I numeri del settore cooperativo nel mondo sono altamente signifi cativi. Questo, infatti, è lungi dall’essere

un fenomeno provinciale “all’italiana”; contrariamente è proprio nei paesi più “avanzati” che la cooperazione è più diffusa. In Giappone, per esempio, le co-operative agroalimentari rappresentano il 91% della produzione del paese: in Norvegia quelle agricole costituiscono il 96% della produzione di latte, il 55%

del settore caesario. Ci sono tre paesi in cui oltre metà della popolazione è socia di una cooperativa: Irlanda, Finlandia ed Austria. Il mondo cooperativo garanti-sce lavoro per oltre 100 milioni di persone nel mondo, 5,4 milioni di persone in Europa, 1,3 milioni in Italia. Anche in Polesine questa realtà è viva e presente: sono 300 le imprese cooperative attive nella provincia di Rovigo con un tasso di crescita del 3,9% e danno occupazione a quasi ottomila addetti. Le imprese polesane che aderiscono a Legacoop e Confcooperative, contano quasi ottomila soci e sviluppano un valore della produzione superiore ai 400 milioni di euro.

F.D.L.

La decima giornata dell’economia, si è aperta a Rovigo, con un minuto di silenzio. Un silenzio che ricorda la disperazione, il dolore, la fatica di chi, tra imprenditori

e lavoratori, non ha sopportato il peso di una crisi che sta dilaniando il nostro paese e non è riuscito a vedere altra soluzione che togliersi la vita.

L’edizione che si è appena conclusa è stata dedicata al mondo delle cooperative ed è intitolata: “Cooperazione: reti di impresa, fi liere produttive e sistemi territoriali per rilanciare l’economia”; un convegno di risposta alla deci-sione dell’Onu che ha dichiarato il 2012 “Anno interna-zionale delle cooperative”, per premiarne la funzione di valorizzazione socio economica. Promosso dalla camera di commercio, alla realizzazione dell’evento hanno collabora-to Legacoop, Confcooperative e l’alleanza delle cooperative italiane. L’onore dell’apertura è stato affi dato a Lorenzo Belloni, presidente della Camera di commercio di Rovigo, seguito da Enrico Finzi, esperto di marketing. Dopo gli interventi preliminari si è entrati nel vivo dell’argomento, grazie a relatori competenti e chiari, quali Vincenzo Mari-

no (direttore di Elabora - confcooperative) e Adriano Rizzi (vicepresidente vicario di Legacoop Veneto); a moderare il tutto la giornalista Daniela Melle. Per riuscire a seguire le considerazioni dei relatori era necessario aver ben chiaro che cosa sia una cooperativa e quali siano i suoi principali obiettivi: cosa scontata per gli “addetti ai lavori”, meno per chi comunemente sente parlare di cooperative ma non ha mai approfondito le proprie conoscenze in merito. Il mondo cooperativo ha origini remote; la prima, infatti, è la “So-cietà dei probi pionieri” costituita da un gruppo di tessitori inglesi guidati da Charles Howart, nel lontano 1844. Ma che cos’è una cooperativa? Anche se non si può dire sia sempre stata fatta in questi termini la copperativa dovreb-be essere un gruppo di persone che hanno come proprio obiettivo la soddisfazione dei propri, coincidenti, bisogni. È una sorta di impresa, ma con una differenza sostanzia-le: l’obiettivo primario non è il profi tto ma la persona, con le proprie necessità. La persona è l’elemento preminente rispetto a qualunque logica di ricerca di massimizzare gli utili. Come si è evinto durante il convegno “la cooperativa

non si fa da soli, ma con altre persone con le quali si con-divide un bisogno, un’esigenza, un obiettivo. È un’impresa a proprietà comune, controllata democraticamente. È una precisa scelta di campo: i bisogni dell’uomo e la solidarietà al centro dell’interesse”.

Alcuni degli elementi valoriali che caratterizzano il mon-do cooperativo, tracciando un confi ne netto e marcato da quello che potremmo defi nire mondo “imprenditoriale clas-sico, sono: il principio mutualistico, l’uguaglianza dei soci nella società, l’etica della solidarietà intercooperativa, la libertà incondizionata della struttura e soprattutto la natura non speculativa. Così dovrebbe essere anche se, purtroppo, questi valori talvolta vengono meno, sacrifi cati sull’altare del dio denaro. Un verso della Commedia dantesca racchiu-de in sé, a detta di Cooperatives Europe (l’associazione di rappresentanza europea delle cooperative), il comune sen-tire cooperativo ed è stato scelto come claim per il 2012: “ché, per quanti si dice più li nostro, tanto possiede più di ben ciascuno”, ovvero tanto più cresce il senso del noi, tanto più è ricco ciascuno di noi.

di Francesca De Luca

Un minuto di silenzio per ricordare

gli imprenditori che hanno lasciato

la vita

L’obiettivo primario non è il profi tto ma la persona con le proprie

necessità

CRISI E RISPOSTESe oggi è evidente

che il modello economico votato all’egoismo

e all’arrivismo ha tragicamente fallito,

allora un sistema che ponga al centro della propria attività

l’essere umano e i suoi bisogni potrebbe essere

la soluzione La decima giornata dell’economia dedicata alla cooperazione

"piscine scoperte aperte"

Page 9: La Piazza di Adria - 2012mag n66

555Argomento del mese

di Francesca De Luca

Il rilancio dovrebbe partire dall’imprenditoria giovanileNel corso del 2011 hanno chiuso i battenti 34 imprese

Come sottolinea il presidente Lorenzo Belloni, in un contesto sfavorevole e diffi cile “non sono mancati segnali positivi”. “Al buon incremento della produzione manifatturiera si è accompagnato un incremento signifi cativo delle esportazioni; il numero delle imprese attive non ha subito variazioni signifi cative rispetto al 2010: a fi ne anno erano 26.304 (34 in meno)”. Il

ricorso alla cassa integrazione guadagni si è dimezzato; il turismo sembra essersi ripreso anche se molte continuano ad essere le potenzialità del territorio non adeguatamente sfruttate.

A risentire maggiormente della crisi sono sicuramente le imprese artigiane che hanno, infatti, registrato un risultato negativo del – 0,3%. Nonostante i segnali positivi la situazione non è certo delle migliori. Nel 2012 è aumentato il ricorso alla Cig e “le previsioni dell’indagine Excelsior, condotto da Unioncamere e dal ministero del lavoro, stimano per la provincia di Rovigo una riduzione della domanda di lavoro e un peggioramento del saldo occupazionale”.

Tre i punti cardine sui quali la camera di commercio intende puntare per lo sviluppo del territorio polesano: Accesso al credito (ripristinando un circolo virtuoso tra banche e imprese), Internazionalizzazione (ampliando la platea di imprese polesane che operano con l’estero visto che la provincia di Rovigo è poco sviluppata in questo senso, rispetto ad altre realtà venete, come ad esempio Padova), e nuova imprenditorialità. Per quanto riguarda l’ultimo punto la Camera di commercio tramite Polesine Innova-zione e con il sostegno della cassa di risparmio di Padova e Rovigo, ha dato avvio al progetto “Start up” per favorire la nascita di nuove, innovative imprese. Puntare anche sull’imprenditoria giovanile, sembra poter essere la soluzione per un territorio che ha la necessità di rinnovarsi.

In Polesine

Società e soci 8000 persone impiegate, 2000 solo nella pesca Anche a Rovigo la cooperazione è una realtà. A parlare sono in numeri, i quali

testimoniano un settore attivo ed importante per l’economia polesana, soprat-tutto per quanto riguarda il numero degli addetti. Le imprese cooperative pre-

senti nel territorio nel 2011 sono 289 (con una leggera diminuzione rispetto alle 304 del 2010, nel rispetto di un trend nazionale e veneto).

Le forme giuridiche e le attività di queste cooperative sono le più diverse: agri-coltura, silvicoltura e pesca (74) trasporto e magazzinaggio (37); costruzioni (31); attività manifatturiere (20), fornitura di energia elettrica, sanità ecc… Di queste il 75,1% sono società cooperative, il 13,5% sono cooperative sociali, il 10% sono società cooperative a responsabilità limitata e l’1,4% sono tipologie diverse di co-operative.

Le imprese cooperative incidono percentualmente in particolare su alcuni settori strategici: per quanto riguarda la sanità e l’assistenza sociale, per esempio, il settore cooperativo risulta essere il 36,4% sul totale delle imprese (28 su 77); 8,7% per quanto riguarda le attività artistiche (19 su 218), l’8% su fornitura di energia elettri-ca, gas ecc… Un dato molto interessante, che vale la pena di analizzare con atten-zione, è quello relativo agli addetti del settore. Quando si parla di cooperative, infatti, talvolta si ha la sottesa idea del gruppo di persone che svolge attività volontaria, senza remunerazione.

Ovviamente non è così. Le coopera-tive non perseguono fi ne di lucro e spe-culazione, questo è un dato necessario e basilare, ma si comportano come imprese a tutti gli effetti e come questi dispongono di personale.

Nel territorio polesano le persone impiegate presso cooperative (di vario genere e settore) sono state nel 2011, 7.850 (oltre 2000 nel solo settore della pesca). Il 64,0% è impiegato nelle società cooperative (numericamente più consistenti), il 18,5% nelle società cooperative a responsabilità limitata e il 17% nelle cooperative sociali. Ma è confrontando i dati delle cooperative con quelli delle imprese “ordi-narie” che si comprende l’importanza del settore: nel sanitario e nell’assistenza sociale gli addetti impiegati nelle cooperative sono il 59,5% del totale, nelle attività artistiche e sportive oltre il 38%, nell’agricoltura e pesca (campi strategici per l’e-conomia polesana) il 23,2%. Nel basso polesine gli addetti delle cooperative sono il 15,2% del totale (l’8,2% nell’alto polesine e il 6% nel medio polesine). Certo, i dati pur essendo positivi, sottendono una necessità di espansione del settore che fatica a decollare in un momento di crisi economica globale. Eppure, come più volte al convegno è stato ribadito, la sana cooperazione potrebbe davvero risanare la situazione e salvare gli stati.

Se oggi è evidente che il modello economico votato all’egoismo e all’arrivismo ha tragicamente fallito, allora un sistema che ponga al centro della propria attività l’essere umano e i suoi bisogni potrebbe essere la soluzione.

Nell’assistenza sociale gli addetti impiegati nelle cooperative sono il 59,5% del totale

F.D.L.

La decima giornata dell’economia dedicata alla cooperazione

"piscine scoperte aperte"

Page 10: La Piazza di Adria - 2012mag n66

6 Adria - in Municipio66 Adria - in Municipio

I rappresentanti del Nuovo Polo di Adria si lanciano in un’analisi impietosa dello “stato di salute” dell’attuale maggioranza defi nen-

dola inconcludente. Secondo il coordinatore locale di Fli, Daniele Ceccarello: “Sino ad ora il Sindaco e la Giunta non sono riusciti a dare alcuna risposta ai cittadini né a risolvere gli innumerevoli problemi della comunità adriese, come le questioni delle frazioni abbandonate, dell’Ulss, del Tribunale, delle scuole ed assistia-mo ad una continua soppressione dei servizi”. Il capogruppo del Nuovo Polo, invece, accusa la maggioranza di improvvisare. “Il nuovo modo di far politica di Barbujani è quello di fare promesse e non mantenerle, - incalza il consigliere Stefania Tescaroli -, senza tener in alcun conto le istanze dei cittadini se non di facciata come il caso di Bottrighe, (quando una raccolta di 1300 fi rme lo costringe a cor-rere in fretta ai ripari). Guarda solo al passato per distogliere l’attenzione dai veri problemi della città, della giunta e dei suoi assessori

per i quali la cittadinanza attende risposte”. E qui l’allusione è diretta al recente “caso Panet-to” che ha visto l’avvocato Tescaroli chiedere le dimissioni dell’assessore di Lega Nord, dopo che questo era stato sanzionato quattro volte per non aver fatto la denuncia di inizio attivi-tà (Dia) con la propria azienda. Caso di una gravità estrema ed eticamente poco corretto secondo Tescaroli, proprio perché l’ha coin-volto in qualità di assessore. Fabio Panetto ha spiegato l’incidente che ha portato alla sanzione amministrativa e al tanto clamore ha suscitato nei giorni scorsi. “Non è vero – ha dichiarato – che io abbia omesso di fare la dichiarazione di inizio lavori, l’avevo fatta incompleta omettendo una parte che ritenevo

non mi riguardasse. Quando invece ho dovuto presentare la documentazione per la richiesta di contributi legati agli impianti fotovoltaici, si è constatato che mancava una parte di dichia-razione. Così ho dovuto ripresentare la doman-da e automaticamente è scattata la sanzione come se non l’avessi mai presentata”. Calato il sipario sulla questione, Panetto per ora con-tinua a restare in sella grazie anche all’inter-vento del segretario locale della Lega nonché vicesindaco, Giorgio D’Angelo, che ha voluto ribadire “piena fi ducia nell’operato del suo assessore”, dichiarando di aver accertato che non c’è stato “da parte di Panetto alcun atto illegale o comportamento in contrasto con le sue funzioni di assessore”.

di Roberta Giacomella

L’assessore leghista è stato sanzionato quattro volte per non aver presentato la Dia. “Non è verò – si giustifi ca - l’ho presentata incompleta”

Consiglio comunale Il terzo polo critica la maggioranza per il suo operato

Chieste le dimissioni dell’assessore Panetto

L’assessore Fabio Panetto e il vicesindaco Giorgio D’Angelo, en-trambi espo-nenti della Lega

Ha avuto come protagoniste le zanzare il convegno che lo scorso 11 maggio si è tenuto al museo regionale della bonifi ca

di Ca’ Vendramin. Con il ritorno della stagione calda, infatti, la fastidiosa presenza tornerà in tutta la sua pericolosità sia in termini di salu-te fi sica che di forte limitatore allo sviluppo. Un’emergenza che le istituzioni non hanno trascurato, tanto che esiste un “progetto pilota di lotta alle zanzare”, iniziato nella provincia di Rovigo nell’anno 2009 grazie alla Regione Veneto unitamente alle Conferenze dei sin-daci e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dell’ente parco Delta del Po, attivato principalmente in considerazione del disagio che appunto oltre a colpire la popolazione residente allontana i turisti infastiditi dall’estenuante tedio, compro-mettendo lo sviluppo turistico di un’area con importante potenzialità sul versante balneare, ricca di risorse naturalistiche e paesaggistiche caratterizzate da considerevole biodiversità di fl ora e di fauna ittica e avicola. Le numerose specie di zanzare presenti nella provincia di Rovigo possono, verosimilmente, essere an-che vettori di patologie infettive di grande rilie-vo per la salute umana e animale. Il progetto provinciale di lotta alle zanzare si è basato sull’individuazione delle specie di zanzare nel territorio e la realizzazione di una cartografi a dettagliata del territorio, sulla valutazione dei più opportuni metodi di lotta sulle diverse aree ed attività di difesa, sulla formazione e l’infor-mazione alla cittadinanza e agli altri soggetti

interessati, e sull’analisi delle ricadute. Il con-vegno di Ca’ Vendramin è servito a ribadire ancora una volta l’attività svolta e le misure da adottare in futuro per un effi cace contrasto alle zanzare. Agli amministratori locali è stata fornita una mappa delle criticità territoriali che consentirà ai Comuni e alla Provincia di di-sporre di un decalogo di “buone pratiche” per contrastare le cause della proliferazione dei fo-colai di sviluppo delle zanzare: il messaggio di prevenzione fondamentale è basato, quindi, sul corretto uso del territorio. “Questo proget-to di lotta alle zanzare- commenta il direttore generale Ulss 19 Giuseppe Dal Ben - ha per-messo la sperimentazione in un’area vasta di uno studio fi nalizzato a defi nire e contenere il fenomeno di diffusione delle zanzare, che speriamo possa essere un ottimo esempio per altre realtà con l’identico problema”.

CONVEGNO A CA VENDRAMINZANZARE, TORNA IL FASTIDIOSO TEDIO

Ma.Ce.

La maggioranza ha dato il suo via libera alla fusione delle due società pubbliche Asm Ambiente Srl e Ecogest Spa. Due delibere che fanno fare un passo avanti all’iter per la nascita della società unica per la gestione del ciclo integrato dei rifi uti in tutto il

Polesine. “Siamo soddisfatti – ha detto il sindaco di Rovigo, Bruno Piva - per questa importante tappa raggiunta nel lungo cammino intrapreso. Un percorso che tutti hanno espresso di voler condividere, ma che in realtà il centrosinistra ha tentato di appesantire e rallentare”. Gli obiettivi sono importanti tra cui, conseguire la massima riduzione dei costi e mantenere il servizio in capo alla pubblica amministrazione. Infatti la normati-va prevede che entro il 31/12/2012 i servizi vengano privatizzati, l’alternativa è la costituzione di una società pubblico-privata, dove la parte privata avrà compiti operativi. Questo sembra essere l’unico modo affi nché i servizi riguardanti l’acqua e i rifi uti restino in capo al pubblico. E’ in gioco la sopravvi-venza delle nostre aziende.– ha spiegato l’assessore rodigino alle Partecipate Matteo Zangirolami – ciò signifi ca anche tutelare i posti di lavoro delle due aziende e tutelare i cittadini garantendo standard qualitativi attuali con l’obiettivo di aumentarli e mantenere la stessa tariffa con l’obiettivo di ridurla nel tempo. Auspico che prevalga il senso di responsabilità da parte di tutti”. E aggiunge: “Nonostante il centro sinistra fosse a capo di Provincia, Comune, Asm, Ecogest, Consorzio Rsu, ha fallito il progetto di fusione delle due società, ciò ha portato all’attuale piena emergenza rifi uti”.

NEWS

Asporto rifi utiASM ED ECOGEST, PROSSIME ALLA FUSIONE

Ro.Gi.

Un pericolo sia in termini di salute fi sica che di forte limitatore allo sviluppo

Questo è l’unico modo affi nché i servizio resti in capo al pubblico

La Perla Nera Tel 0426 908120Via Borgo Forzato, 1 Adria (RO)di Lara Guarnieri

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8 Adria - In Municipio88 Adria - In Municipio

E’ ancora molto movimentata l’aria a Palazzo Tassoni. I dipendenti comunali si sono riuniti in assemblea per tirare le fi la a riguardo del

contratto collettivo decentrato, non una discussio-ne facile visti gli ultimi anni di screzi con l’Amministrazione che rendono accordi e comprensione reciproca sempre più diffi cili.

Le tensioni tra la giunta Barbujani e i dipendenti comu-nali negli ultimi mesi si sono ancor più lacerati. Nell’assemblea in questione si sono prese in esame le richieste della giunta che sostanzialmente ponevano come punto d’incontro il mantenimento di alcuni servizi essenziali ai cittadi-ni, anagrafe, centralino e stato civile, anche durante le assemblee. Una richiesta che pare inaccettabile ai dipendenti che ribadiscono come il diritto di assem-

blea sia sancito dallo statuto dei lavoratori e quindi un diritto inappellabile.

Ma non è solo questo il punto che genera disac-cordo. L’amministrazione ha infatti dichiarato la sua

intenzione ad elargire un’in-dennità di disagio inferiore a quella di rischio, indennità che quindi sarebbe nettamen-te inferiore a quella dell’anno scorso. Questa discussione sembra però stia arrivando ad

un accordo fra entrambe le parti grazie anche all’in-tervento dell’Anci. Rimangono ancora in sospeso i malumori creati dallo spostamento di dipendenti e dall’organizzazione generale del lavoro, questioni che sembra stiano esasperando sempre più i già diffi cili rapporti dell’amministrazione in carica con i lavoratori di Palazzo Tassoni.

Pomo della discordia: la proposta di mantenere il servizio anche durante le assemblee e il taglio alle indennità. Malumori anche a causa degli spostamenti del personale

Palazzo Tassoni Tra amministratori e funzionari non corre buon sangue

Continua la lotta dei dipendenti comunali

Palazzo Tassoni, municipio del comune di Adria

Richiesta inaccettabile, l’assemblea e un diritto inappellabile

di Martina Celegato

La giunta barbujani ha deliberato la riorganizzazione delle funzioni comunali e della pianta organica creando più di qualche malumore tra il personale di palazzo Tassoni. La

delibera in questione, infatti, stabilisce che i settori del Comu-ne “Nel perseguimento di obiettivi di effi cienza, effi cacia ed economicità” siano divisi in: primo settore (fi nanziario, servizi demografi ci e socio assistenziali), secondo settore (lavori pub-blici, territorio, scolastico e cultura), terzo settore (impianti tec-nologici, manutenzione, protezione civile e vigilanza). I settori, in pratica, diventano tre, dopo che è stato soppresso il settore affari generali e servizi alla persona. La novità sta nel settore dei lavori pubblici, accorpato all’urbanistica durante il periodo di commissariamento del Comune, e che oggi è stato diviso in due aree: una relativa ai lavori pubblici e al territorio (secon-do settore), l’altra relativa alle manutenzioni (terzo settore). Purtroppo la divisione appare alquanto sbilanciata e caotica. E’

evidente che nel secondo settore sono concentrate una serie di competenze che lo rendono più ampio degli altri mentre il ter-zo settore, che si dovrebbe occupare di manutenzioni, ma non quelle relative agli edifi ci pubblici ché sono affi date al secondo, si limita agli interventi sul verde pubblico e sui porfi di. “Siamo in una fase di studio – si difende Barbujani - possiamo anche sbagliare ma la riorganizzazione era necessaria”. Intanto tra i lavoratori monta la protesta e il sindaco spiega che l’ope-razione non aveva intenti punitivi, bensì era necessaria per una “ripesatura del carico di lavoro” del personale comunale, partendo dalla logica che ogni dipendente dovrebbe essere in grado di svolgere più di una mansione. In effetti il Comune di Adria conta ben 132 dipendenti e per funzionare, a detta del sindaco, ha bisogno di fi gure “duttili”. “E’ vero che i dipendenti sono in subbuglio, ammette Barbujani, abbiamo fatto alcuni spostamenti. Del resto, l’uffi cio non è una casa”.

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Page 13: La Piazza di Adria - 2012mag n66

Una sequenza di fatti si è susseguita nelle scorse settimane, offrendo nuova speranza a chi cerca di evitare la chiusura del Tribunale

di Adria. Una minaccia pendente sul palazzo di giu-stizia locale già da diversi mesi cioè dall’annuncio della riorganizzazione territoriale voluta dal ministro per Giustizia che di fatto punta al taglio delle sedi distaccate dei Tribunali e dei Giudici di Pace. Le nuo-ve speranze sono dovute al fatto che la prevista, e tanto attesa, audizione in Senato è saltata e ciò per-mette una proroga di tempo spendibile per perorare la causa e trovare nuove vie da percorrere per evitare la chiusura. La notizia, per esempio, è stata ben ac-colta da Stefania Tescaroli, avvocato e capogruppo del Nuovo Polo per Adria, nonché responsabile pro-vinciale del settore Giustizia e Riforme Istituzionali dell’Udc, convinta che qualcosa ancora si possa fare. “Intanto – ha spiegato – esiste la dichiarazione del Presidente del Tribunale di Rovigo a riguardo dell’im-possibilità di prendere in carico la mole di lavoro proveniente dalla sede distaccata di Adria”. Un bel punto, dunque, che va sostegno dell’indispensabilità del tribunale, riferimento di un territorio assai vasto. “Il fatto che l’audizione sia saltata – spiega in un comunicato -può far guadagnare tempo prezioso consentendoci di portare le nostre buone ragioni a Roma e nelle sedi più opportune e riuscire così a farci ascoltare. Ulteriore spiraglio è rappresenta-to poi dal fatto che i rappresentanti sindacali sulla geografi a giudiziaria abbiano espresso al Ministero parere positivo al mantenimento della sede distac-cata di Adria. Pare, quindi, vi sia ancora margine di manovra per mantenere aperto il nostro Tribunale. Però, - continua il capogruppo del Nuovo Polo -, non bisogna perdere tempo ma unire le forze e affondare il colpo attraverso un incisiva azione politica congiun-

ta bipartisan con unità di intenti, da portare avanti in modo sinergico a partire dal Sindaco, capigruppo e rappresentanti delle forze politiche locali, regionali e nazionali. Già era stato presentato in ordine del gior-no approvato all’unanimità nel Consiglio Comunale di Adria e in tutti i consigli comunali dei Comuni del Basso Polesine a cui era seguita la formazione di un dossier sulla questione.

Quindi vi è necessità di far capire al Ministero che l’esistenza dei requisiti richiesti (di elevata mole di lavoro, da un punto di vista quantitativo e qualita-

tivo, delle cause pendenti e la particolare estensione del territorio) giustifi cano ampiamente il manteni-mento della Tribunale di Adria”.

Senza dubbio per salvaguardare un tale servizio relativo alla giustizia, collocato in una posizione così strategica nel territorio che lo ha portato ad ospitare al suo interno importati e prestigiosi processi signifi -ca salvaguardare un servizio per tutti e quindi neces-sita l’intervento e l’impegno da parte della totalità delle forze politiche in campo.

di Martina Celegato

Tagli e riorganizzazioni E’ saltata l’audizione in Senato, ciò permette una proroga di tempo

Tribunale di Adria esiste ancora una speranza

Il tribunale di Adria e nella foto piccola il consigliere di minoranza Stefania Tescaroli

La Tescaroli è convinta che ci sia ancora margine di manovra. “Lelevata mole di lavoro e l’estensione del territorio giustifi cano il mantenimento della Tribunale”

Un ruolo che non le spetta. Così ha defi nito il consiglie-re regionale Pdl, Mauro Mainardi, la Presidenza della Conferenza dei Sindaci assunta da Marina Bovolenta,

Sindaco di Corbola. Secondo il consigliere regionale questo ruolo dovrebbe essere assunto dal sindaco adriese, che però a suo tempo aveva rifi utato la carica. Il rifi uto di Adria aveva per l’appunto portato all’elezione alla presidenza della Bovolenta e alla vicepresidenza di Silvana Mantovani, assessore di Porto Tolle, scelte condivise anche dal centrodestra.

Più che uno scontro relativo alle cariche la reazione che si è scatenata ha assunto appieno le vesti di uno scontro politi-co visto che Marina Bovolenta, ex Pd e ora indipendente, ha deciso di dimettersi. L’accusa più pesante da parte del centro-sinistra polesano è quella relativa alla considerazione da parte dell’apparato regionale dei comuni che sembrano suddivisi in serie A e serie B, non solo in base a dati oggettivi come popo-lazione o superfi cie ma soprattutto in base alla fazione politica dell’amministrazione in carica.

Dura è stata la reazione alle accuse di Mainardi da parte di tutti gli organi amministrativi coinvolti che hanno apertamente ammesso come non sia stato criticato l’operato del sindaco di Corbola, bensì la sua presenza pur legittimata da regolare assunzione del ruolo. Un attacco, quello di Mainardi, che ha creato tensioni e polemiche in un panorama politico già teso e problematico.

NEWS CaricheMARINA BOVOLENTA SI DIMETTE DALLA CONFERENZA DEI SINDACI DELLA ULSS 19

Ma.Ce. Marina Bovolenta

segue da pag. 1Avendo implicazioni ulteriori rispetto alla sin-

gola scadenza elettorale, queste indicazioni meri-tano di essere analizzate nel dettaglio. Una rispet-tabile corrente di pensiero ha sostenuto a lungo la

tesi dell’astensione come appagamento, identifi cando nell’astensione un comportamento di cittadini “soddisfatti di come vanno le cose”. Nell’Italia del 2012 di appagamento se ne trova ben poco. Si vedono accumulati gli effetti di due diverse crisi: oltre alla crisi economica che funesta l’intero Occidente, nel nostro paese si aggiunge l’effetto della crisi politica. I dati dei sondaggi evidenziano una fi ducia dei cittadini italiani verso il sistema dei partiti inferiore al 4% e alle ultime ammini-strative l’astensione è cresciuta di ben sette punti percentuali. In tale contesto, anziché alimentare un serio dibattito su come riformare il sistema partitico e riconquistare la fi ducia dei cittadini, i partiti maggiori preferiscono imboccare quella scorciatoia cognitiva che consiste nel defi nire quale “antipolitica” qualsiasi forma di soggettività germogliata al di fuori dei loro confi ni. Questa è l’etichetta sovente attribuita al Movimento Cinque Stelle. Eppure, le prime ricerche dedicate a tale movimento mostrano una realtà vivace e sfaccettata: dietro a Beppe Grillo, fi gura che garantisce un collante nazionale e occasioni di visibi-lità mediatica, vi sono in molti contesti candidati scelti su base locale legati a profi li specifi ci. Alcuni di essi provengono dalle mobilitazioni referendarie vittoriose della scorsa primavera che hanno rappresentato una svolta nella politica italiana ed accelerato il declino del berlusconi-smo. Sovente tali candidati sono sorretti da una fi tta rete di relazioni con gli attori sociali e da un livello di fi ducia diffi cile da conseguire per i politici dei partiti tradizionali. È il caso del primo sindaco ottenuto dal Movimento Cinque Stelle: Roberto Castiglion, ingegnere informatico trentunenne, che ha ottenuto il 35,2% nel comune di Sarego (in pro-vincia di Vicenza), proprio laddove la Lega aveva deciso di collocare il c.d. “Parlamento padano”. Anziché rinchiudere tali esperienze nell’eti-chetta di “antipolitica” sarà interessante analizzare il comportamento degli esponenti del Movimento Cinque Stelle cui saranno attribuire responsabilità istituzionali, ossia comprendere quali scelte di politica pubblica compieranno, quali rapporti istituiranno con i cittadini e gli altri soggetti politici e, non va dimenticato, con il vulcanico mattatore genovese, fi nora indiscussa forza centripeta dell’intero Movimento. Soprattutto, sarà interessante studiare quale struttura saprà darsi il Movimento per consolidare tali risultati, dal momento che, al fi ne di dare continuità alla propria presenza politica, alcuni gradi di istituziona-lizzazione si riveleranno indispensabili.

Oltre l’antipolitica

*Docente di Scienza politica presso l’Università di Padova

L’Intervento

di Marco Almagisti *

999Adria - Politica

Page 14: La Piazza di Adria - 2012mag n66

L’ordinanza sindacale N 22 dell’otto maggio ha fatto insorgere un clima di scontentezza condito da toni polemici

verso l’Amministrazione da parte dei cittadi-ni adriesi. L’obbligo imposto dall’ordinanza, è di tagliare alberi o rami lungo la ferrovia che in caso di caduta possano interferire con l’infrastruttura creando possibile pericolo al servizio e alle persone. Quindi se l’Ammini-strazione con l’ordinanza ha recepito così

celermente una nota del Responsabile dell’U-nità territoriale Sud-Padova della Ferroviaria giunta i primi di maggio, allora i cittadini si chiedono il motivo della mancata risposta/

soluzione ad alcune delle problematiche presentate ormai da tempo. I residenti lun-go viale Malfatti, per esempio, lamentano della mancata pulizia a terra di fogliame e potatura odinaria dei tigli che ombreggiano tale viale. I tigli, ormai di grandi dimensio-ni, estendono i loro rami dentro le proprietà private. Un cittadino afferma: “Molti rami secchi, ora nascosti dalle foglie, staccandosi potrebbero colpire i miei nipotini che gioca-

no nel giardino. In più occasioni abbiamo esposto la situazione all’uffi cio Ambiente ma nulla è stato ancora fatto. Altrettanto urgente è la manutenzione del marciapiede adiacen-te, che presenta avvallamenti pericolosi per tutti: le persone in procinto di attraversare la strada perdono l’equilibrio e la situazione si fa davvero pericolosa quando, passano cor-riere e camion spesso superando il limite di velocità”. “La democrazia stessa si pone per

statuto il problema di come servire al bene comune nell’interesse generale - sbotta Edo-ardo Braghin, cittadino adriese - risiedo da cinque anni in prossimità di il parco Baden Powel, dove si riversano a giocare molti bambini anche dei vicini quartieri. Da allora, mancano ancora i seggiolini per i dondoli, le altalene perdono i pezzi, al legno delle strut-ture non è mai stata fatta manutenzione e l’unico scivolo in legno è pericolante”.

di Elisabetta Griso

In via Malfatti i rami e le foglie dei tigli intasano le caditoie, al parco Baden Powel i giochi per i bambini sono fatiscenti

Lamentele dei cittadini Malgrado le segnalazioni, nessun intervento

Verde e arredo urbano trascurati

Foglie e rami intasano le caditoie

“Mancano i seggiolini per i dondoli, le altalene. Lo scivolo è pericolante”

Dal primo di maggio 2012 i piatti e i bicchieri di plastica dovranno essere gettati fra i prodotti che è possibile inserire nella raccolta differenziata degli imballaggi in plastica per intraprendere la stra-

da del riciclo. I “nuovi arrivati” nella famiglia della plastica dovranno però essere accuratamente ripuliti, proprio per non danneggiare la qualità della raccolta. Questa novità dovrebbe permettere di imple-mentare nelle scuole, negli uffi ci, nelle mense la raccolta differenziata

degli imballaggi. “Questa decisione - spiega Roberto De Sanctis - è stata resa operativa dal Comitato di coordinamento Anci/Conai e si inquadra tra le politiche di incentivo per una raccolta differenziata urba-na, secondo elevati standard qualitativi”. Da questa estensione, attesa da molti come un passaggio importante per allargare le opportunità di recupero (si tratta di circa 140.000 tonnellate all’anno) ne potrà derivare non solo un benefi cio ambientale ma anche l’opportunità per i Comuni di veder potenzialmente aumentare in misura considerevole i corrispettivi ricevuti a fronte del materiale correttamente conferito. Tuttavia presso le scuole del nostro territorio dove sono attive delle

mense, ad eccezione della Circolare che annuncia la novità introdotta, non si hanno approfondimenti in merito. “E’ un’importante novità – spiega Beatrice Girotto, presidente della Cooperativa Peter Pan - che va nella direzione di facilitare ai cittadini il conferimento dei materiali nella raccolta differenziata. Sopratutto, per un bambino è più natu-rale introdurre bicchieri e piatti di plastica nella plastica. Per quanto concerne le modalità operative, occorre maggiore diffusione, anche nel dettaglio, attraverso incontri e approfondimenti, a partire da noi coordinatori”. Questi organismi sono molto attenti alle istituzioni ma noi, come Coopertative sociali, non veniamo mai coinvolti. El.Gr.

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12 Adria - Vita in città1212 Adria - Vita in città

Bilancio altamente positivo per la prima edizione della Notte Verde. La città ha risposto molto bene all’evento, tanto

che ora si pensa alla prossima iniziativa. L’assessore Federico Simoni è entusiasta per gli ottimi riscontri, evidenziando lo straordi-nario interesse che si è polarizzato verso la città etrusca. Adria è stata infatti scelta come città di riferimento all’interno del circuito regionale, assieme ad altre importanti città come Padova e Venezia. L’iniziativa ha fat-to uscire allo scoperto la cittadina rodigina, attraverso un forte messaggio, indirizzato agli abitanti ma anche agli operatori di tutti i settori, ai professionisti, insomma a tutte le categorie. Dai bambini delle elementari agli studenti delle superiori, Simoni crede si possa dunque uscire da un certo isolamento cultu-rale, come è stato dichiarato da più relatori. L’amministrazione guarda a questo evento come esempio per dirigersi verso un’apertura culturale verso l’esterno, per fare di Adria un nuovo faro, anche dal punto di vista della green economy. Molto soddisfatto anche il primo cittadino Massimo Barbujani che si è detto molto colpito per la grande e attiva partecipazione dei giovani. Barbujani è stato accolto molto calorosamente già a partire dal convegno svoltosi nell’auditorium Saccenti, dinnanzi agli studenti delle superiori, dal titolo “I giovani: energia per uno sviluppo sostenibile”. Al convegno sono intervenuti il presidente della Camera di commercio Lorenzo Belloni, Laura Aglio del progetto En, Nicola Bardelle di Jacob Cohen, Alessandro Carlesino responsabile relazioni esterne di

Adriatic Lng, per terminare con l’assessore re-gionale Isi Coppola, che si è rivolta ai giovani invitandoli ad essere protagonisti del proprio futuro. La lunga maratona adriese dedicata alla Notte verde. Il sindaco ha sottolineato il suo impegno verso i giovani “non come slogan, ma come strategia concreta avendo scelto tanti giovani in giunta e nella maggio-ranza. Scommetto tutto sui giovani – ha spiegato - perché ho fi ducia in loro e a loro dico che con la Notte verde abbiamo messo Adria al fi anco di altre grandi città, anzi gra-zie all’ordine alfabetico siamo stati i primi. E’ un segnale forte di cultura, di scuola, di formazione e di chi vuole credere, di chi non si piange addosso”. Così ora ci si dovrà mettere all’opera, attraverso iniziative simili, che mettano al centro proprio I giovani e la loro vitalità. Un altro importante momento di rifl essione sul valore della green economy è stato condotto presso l’albergo Stella d’Ita-

di Melania Ruggini

Barbujani e Simoni soddisfatti. “Questa è la strada verso il nuovo”

Iniziative Nella diffusione della green-economy Adria al pari delle grandi città

Notte Verde, si pensa già al prossimo appuntamento

Due momenti della manifestazione

lia; temi il fare impresa tra sviluppo sosteni-bile, energia e paesaggio. Ancora una volta protagonisti gli alunni di quarta e quinta della scuola primaria Madre Teresa di Calcutta di Baricetta, che hanno creato “La goccia”, una cooperativa in cui ogni socio dona 50 centesimi all’anno e in cui i bimbi possono diventare piccoli agricoltori coltivando ortaggi in una serra costruita a scuola con l’aiuto di un contadino del paese. La Notte verde è sta-ta vivacizzata inoltre dalle Vetrine in strada, lo sbaracco organizzato da Adriashopping, molto apprezzato dai cittadini.

Il Sindaco: “Scommetto tutto sui giovani. Non è uno slogan ma una strategia”

“La goccia”, una cooperativa dove i bimbi coltivano ortaggi in una serra a scuola

Anche Adria, Loreo e Papozze fa-ranno parte del Parco. Questo è l’unico punto che può essere dato

come acquisito dal Piano del parco che a quanto sembra pare aver ripreso il suo iter verso l’approvazione. Lo stop risale al 2010, quando i comuni erano stati chiamati ad intervenire per defi nire in modo preciso quali aree dovessero rica-dere sotto l’ambito del parco e la scelta di Porto Tolle, di sottrarne 1.400 ettari, aveva fatto saltare il banco. Al tempo esisteva per il comune basso polesano la possibilità della realizzazione di un villaggio turistico da 2000 posti da qui la scelta di non vincolare buona parte degli scanni. Oggi la situazione in parte è cambiata e pare ci siano buone proba-bilità che il Piano venga messo al voto. Dopo 15 anni di attesa si tratterebbe di un grande risultato.

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14 Adria - Vita in città1414 Adria - Vita in città

Ogni anno il Centro Studi “Agnese Baggio” organizza, come da tradizione alcuni incon-tri, aperti a tutta la cittadinanza, mettendo

a tema le istanze più urgenti del nostro tempo. Il titolo di una nota canzone di Lucio Dalla “Com’e’ profondo il mare” ha fatto da guida, lo scorso 4 maggio in sala Cordella, alla riscoperta di questo antico, e mai estinto, bisogno di spiritualità anche nell’uomo d’oggi. Il pubblico ha risposto numeroso al dibattito, a conferma del bisogno di affrontare certe tematiche interiori. Dopo la presentazione fatta da Giulia Bellan, padre Giancarlo Bruni, della Comunità di Bose, ha guidato la rifl essione con quella capa-cità di leggere la realtà che si alimenta nel silenzio e nella contemplazione. Alcuni passi della sua rifl essione sono importanti per comprendere il “dove” siamo e il “chi” siamo, al fi ne di recu-perare il primato dell’interiorità e la memoria della profondità, dimensioni imprescindibili dall’uomo, nel tempo della superfi cialità e dello spaesamento. La crisi del mondo occidentale (ha sottolineato il relatore), si impernia in quattro categorie che defi -niscono la crisi economica e l’individualismo in cui ci dibattiamo: la potenza; l’identità culturale, eco-

nomica, religiosa, di genere, di razza, un’identità che esclude; la proprietà che ha come centro solo il proprio “io”; il sacrifi cio inteso come “ritualità sacrifi cale” in nome della difesa dei propri beni e confi ni (ad esempio il sacrifi cio dei caduti in ogni guerra). Il soggetto storico è dunque, oggi, l’indi-viduo con tutti i suoi desideri, trasformati in diritti; un individuo che si pone contro il bene comune e il diritto di tutti gli altri con cui condividiamo la soli-darietà in virtù della comune umanità. Allora anche l’economia è a servizio dei desideri dell’individuo; ma ogni tempo di crisi, ha aggiunto con forza

padre Bruni, può diventare un’opportunità poiché, molto spesso, il disorientamento, e la ricerca conseguente di sen-so, ci possono far riscoprire il tempo della contemplazione, che non è una fuga dalla re-

altà, bensì riappropriazione di un metro di misura per saper leggere, con sapienza e senso, la realtà. Leggere il senso di istituzioni, cultura, politica, giustizia, economia, per il cristiano, signifi cherà applicare il discorso di Gesù’ su quel sabato della parabola, quel sabato che deve essere per l’uomo. La spiritualità cristiana è, allora, cammino di libertà verso la capacità di riconoscersi nel tu, diverso da

noi, in un noi comunitario. “L’atteggiamento per ogni crisi - ha infi ne suggerito Bruni - perché diven-ti nuova opportunità di cambiamento, deve porre l’uomo in atteggiamento di domanda, ricerca e attesa. Occorre ritornare a pensare perché fi nché ci si pone domande e dubbi ci può essere salvezza”. In questo incontro si sono ricordati infi ne maestri interiori come Agnese Baggio nel centesimo an-niversario della nascita, padre Ernesto Balducci e padre Davide Turoldo nel ventesimo anniversario della morte.

Spiritualità al tempo della crisi La rifl essione di padre Giancarlo Bruni

Com’e’ profondo il mare dell’uomoIn sala cordella lo scorso 4 maggio si è tenuto un incontro organizzato dal Centro Studi “Agnese Baggio” Dopo la nascita del Comitato per la

salute del Delta, dall’iniziativa di cittadini privati, il primo cruciale

appuntamento è stato fi ssato per vener-dì 11 maggio in sala Caponnetto per la prima assemblea pubblica. L’incontro ha avuto lo scopo di spiegare ai cittadini la situazione attuale della sanità deltizia e divulgare le prospettive legate al piano socio sanitario regionale. Il comitato ha invitato tutti i sindaci dell’Ulss 19, per il ruolo strategico rispetto a tutto il Delta, e l’Ulss 19, dispensa-trice di servizi socio sanitari vitali per il tessuto sociale-imprenditoriale. La recente storia di Trecenta, Cavarzere, Comacchio insegna che la perdita dell’Ulss ha signifi cato nell’arco di pochi anni il depauperamento del re-lativo ospedale in termini di servizi e qualità, aumentando i disagi per i cittadini. Il possibile declassamento dell’ospedale adriese, oltre a rendere drammatica la vita di tutti i cittadini del Delta, affosserebbe ad esempio il lavoro del direttore generale Dal Ben, che in questi anni ha portato nel territorio investimenti sia per potenziare le strutture che per innalzare il livello qualitativo delle varie specialità. Il comitato, nella persona di Omar Barbierato, commenta: “Dobbiamo lottare tutti insieme perché sia ri-spettato il nostro diritto alla salute, cittadini, associazioni, movimenti e partiti. Questa è l’idea lanciata affi nchè i servizi socio sanitari previsti per un cittadino del Delta siano uguali a quelli di uno di Treviso, Verona e del resto del Veneto, secondo un principio di pari dignità. In questi giorni tanti cittadini si stanno impegnando affi nchè l’azione informativa del Comita-to possa crescere attraverso volantinaggio, passaparola, blog, e social network. Le richieste del nostro territorio non devono essere considerate come fi glie di uno spirito campanilistico ma sono da ricondurre a quella specifi cità del territorio riconosciuta dall’ art. 15 dello Statuto del Veneto. Questo è solo il primo passo del comitato”.

NEWS

Associazioni PRIMI PASSI DEL COMITATO PER LA SALUTE DEL DELTA

Riconfermato quale presidente del consorzio delle

Pro loco del Delta del Po l’uscente Nicola Bertaggia; l’elezione è avvenuta durante l’as-semblea del 19 aprile scorso. Le Pro loco associate al consor-zio, che comprendono Adria, Ariano nel Po-lesine, Contarina, Cor-bola, Donada, Loreo, Porto Tolle, Rosolina e Taglio di Po, hanno riconfermato all’unanimità il presidente Bertaggia, quale rappresentante della Pro loco di Porto Tolle, con la partecipazione anche del presidente del comitato provinciale Unpli di Rovigo, Giovanni Ghisellini. Tra le riconferme, anche la vicepresidente Letizia Guerra della Pro loco di Adria mentre è di Donada il nuovo volto del segretario tesoriere, Antonella Ferro. Tra le novità, il nuovo sito internet dedicato il consorzio (www.consorzioprolocodeltadelpo.it) che conterrà le informazioni utili. “I consorzi di Pro loco sono dei gruppi che per affi nità di territorio, dialetto, area geografi ca, di vicinato ed altro hanno un denomi-natore comune che li identifi ca in maniera evidente - commenta il direttivo. Per questa ragione le nove Pro loco aderenti al consorzio del Delta del Po individueranno fi n da subito alcune iniziative comuni in grado di valorizza-re il potenziale di ogni singola Pro loco, la cui azione si basa proprio sul volontariato.

Consorzio delle Pro locoCONFERMATO NICOLA BERTAGGIA

IN BREVE

Dal 1 maggio due Vigili del Fuoco

adriesi sono an-dati in pensione: loro sono Renzo Guarnieri e Mau-rizio Cavazzini, in servizio dal 1976. Il traguardo è sta-to meritatamente raggiunto, dopo anni di lavoro e sacrifi ci, ed ora i due neo pensionati sono consapevoli di aver svolto la loro missione con lealtà e altruismo. Il capo reparto esperto Guarnieri Renzo è nato ad Adria il 30 aprile del 1955 ed è stato assunto il 1 luglio del 1976 a Rovigo; nominato capo squadra il 01 gennaio del 1991 e a capo reparto 01 gennaio del 1999. Ha svolto mansioni di capo servizio nel Comando Provinciale di Venezia e successivamente dal 2006 a Rovigo. Ha partecipato alle operazioni di soccorso di tutte le grandi calamità nazionali dal Friuli del 1976 all’ultima in Abruzzo. E’ stato infi -ne nominato cavaliere della Repubblica Italiana. Il capo squadra esperto Maurizio Cavazzini è nato ad Adria il 06 dicembre del 1954, assunto il 01 luglio del 1976 a Treviso, nominato capo squadra il 01 gennaio del 1992 a Padova. Rientrato dopo alcuni anni nella provincia di Rovigo, è stato nominato capo sede nel locale distaccamento di Adria, dove con alto grado di competenza e professionalità ha saputo farsi notare, anche in occasione di eventi di calamità fuori provincia per la sua disponibilità verso la cittadinanza.

PensionamentiMERITATO RIPOSO PER GUARNIERI E CAVAZZINI

Si è concluso il 28 aprile il progetto “Strade diver-

se”, promosso dall’AI-DO locale, coinvol-gendo l’azienda Ulss 19, il Comune, ACAT, con l’adesione della Consulta per il Volon-tariato, Croce verde, AVIS Adria, FIDAS Po-lesana, Arteinstrada, Provincia di Rovigo, Scout Adria 1, Dottor clown Rovigo, Akademia, circolo Legambiente delta Po Adria, AIDO provinciale. Nato due anni fa con l’intento di promuovere stili di vita sani con lo scopo di prevenire le stragi del sabato sera, il progetto ha esordito con la prima edizione di “Polesine’s got talent”, coinvolgendo nella seconda fase le classi terze delle scuole medie inferiori del territorio bassopolesano con l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi sui rischi collegati all’uso degli alcoli-ci, attraverso la promozione di attività formative, sfocianti in un concorso. Gli studenti sono stati invitati a produrre slogan, fotografi e, spot, video, vignette, disegni e altre forme di comunicazione per trasmettere il rischio collegato all’uso degli alcolici. Molti i lavori elaborati sia a livello singolo che di gruppo e di classe, mentre una specifi ca commissione ha condotto un complesso lavoro di selezione. Oltre alle autorità presenti, sono in-tervenuti alla cerimonia di premiazione il Gruppo Artinstrada, promotore di “Polesine’s got talent”e Tiziano Trombetta, pluricampione mondiale di motonautica. Il progetto complessivo è stato fi nanziato dal CSV, con i contributi di Bancadria, Croce verde, AVIS Adria.

Sensibilizzazione all’uso di alcol “STRADE DIVERSE”, ALTA LA PARTECIPAZIONE

di Melania Ruggini

Me.Ru. Me.Ru.

“Il disorientamento porta alla ricerca di senso, è necessaria la contemplazione”

Me.Ru.

Me.Ru.

Nella foto Giulia Bellan e padre Giancarlo Bruni, della Comunità di Bose

La protesta di un comitato per la

salute

(foto tratta dal sito Edicola 5)

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151515Frazioni

“La nostra gente vive già con apprensione una crisi economica che mette molte famiglie in fi brillazione per ogni piccola

avvisaglia di nuove spese o per la soppressione di un altro servizio. Non serve, quindi, che i politici locali aggiungano del loro per aggravare la situazio-ne”. Inizia così il comunicato stampa con il quale il gruppo Idv di Baricetta ha inteso riportare la calma attorno al caso scoppiato alla scuola materna della frazione adriese. Ma per comprenderne il contenuto è prima necessario fare un riepilogo di quanto è ac-caduto. Nelle scorse settimane, infatti, il presidente dell’asilo Maria ausiliatrice, Fabio Trombini, aveva inviato ai genitori una comunicazione nella quale anticipava l’innalzamento della tariffa mensile di cin-que euro portandola a 130. Un rincaro approssimativo, veniva spiegato nella lettera, in quanto soggetto ad un’ul-teriore elevazione nel caso la scuola si fosse trovata ad operare in circostanze più gravi rispetto a quelle preventivate. Va detto che la materna vive soprattutto grazie all’impegno del

volontariato, circa 15 persone (che si occupano del trasporto, delle pulizie e di altre attività legate al funzionamento della struttura) che permettono di depennare dal bilancio spese che già ora sono co-perte solo in parte dalle entrate derivanti dalle rette dell’utenza e dai contributi degli enti locali. Infatti il bilancio dell’asilo è in rosso per 10mila euro. Dun-que il presidente ha inteso mettere le mani avanti, rispetto ad una situazione che presenta diverse incognite. Incognite che nell’intervento in consiglio

comunale dell’esponete del Pd, residente a Baricetta, Giorgio Zanellato, sono diven-tate quasi certa chiusura della scuola, malgrado il prossimo anno siano previsti 7 bambini in più rispetto all’attuale uten-

za. “La notizia riportata dal consigliere – continua-no nel comunicato gli esponeti dell’Idv locale - ha generato solo confusione e falsi allarmismi fra gli

abitanti della frazione di Baricetta. Ribadiamo che il presidente della scuola materna di Baricetta non è a fi ne mandato, perché scade nel 2013; il presidente non deve contrarre nessun mutuo personale per pa-gare i debiti dell’asilo; non sono mai state inviate lettere ai genitori dei bambini per avvisarli dell’im-minente chiusura della materna. Alle famiglie sono state invece recapitate solamente le comunicazioni della Fism che informava sui probabili ritocchi alle rette per il prossimo anno. Nonostante le diffi coltà in cui versa la scuola, come del resto tutte le scuole dell’infanzia paritarie del territorio, la parrocchia di Baricetta si sta facendo carico di una serie di ini-ziative, sostenute anche dai gruppi presenti nella frazione, per garantirle adeguato sostegno. Questo non deve far desistere l’azione presso amministra-zione comunale per sensibilizzare il valore del man-tenimento di questo prezioso servizio che non può essere tenuto in vita grazie al volontariato locale. Ma la ferma volontà di mantenere attivo il servi-zio della materna è testimoniata dall’apertura del doposcuola per i bambini delle elementari, iniziato l’autunno scorso, proprio per allargare l’offerta dei servizi alle famiglie”.

di Fortunato Marinata

La situazione non è così grave. Il presidente aveva comunicato solo un rincaro approssimativo di 5 euro

Scuola L’asilo Maria ausiliatrice non chiuderà. Smentita dell’Idv

Materna di Baricetta, falso allarme

Nel giorno della festa dei lavo-ratori nella chiesa di ” Cristo Divin Lavoratore, presso loca-

lità Carbonara di Adria, in occasione dei festeggiamenti del patrono, è stata celebrata una messa accompa-gnata dai canti della “Società Corale Adriese”. La nota tradizione lirica di questa illustre corale, ancora una volta non si è limitata a dare il suo contributo alla sacralità dell’evento ma ha bensì dato prova di alta prova musicale anche nel repertorio sacro. L’inizio è stato trionfale con “ Creation’s Hymn” di L.W. Beethoven, per poi adagiarsi nel classico Gloria. Bellissima è stata l’esecuzione a canone dell’ “Alleluia” di Gabrieli, ha lasciato con il fi ato sospeso il celebre “Ave verum” di Mozart ed il fastoso “Sanctus” di Gounod. A concludere il “Panis angelicus” di C. Franck interpretato dal de-licato fraseggio del soprano Patrizia Mazzucato, accompagnata dal coro con toni soavi, l’“Ave Maria” di Arcadelt dove la corale ha unito la timbrica lirica al misticismo religioso fondendoli in una sacralità angelica, il “ Salve Regina” di Proni, cantato con bravura dal soprano Giovanna Manzato che si alternava con l’intensità del coro. E come ad incorniciare tutto ciò il fi nale con il “ Cantico-rum Jubilo” di Handel. La straordinaria prova della corale è stata guidata dalla professionalità e bravura della bacchetta del M° Massimo Siviero e l’accom-pagnamento musicale del M° Chiara Tivelli è stato egregio. Accogliente è stata l’ospitalità del parroco Don Giuseppe Mazzocco.

CARBONARAPrimo maggio sacro con la “Società Corale Adriese”

Gi.Ma.

Per il prossimo anno, previsti sette bambini in più rispetto all’attuale utenza

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16 Bottrighe1616 Bottrighe

Grande successo per il 9° “Concerto Cora-le di Primavera” svoltosi nella chiesa di San Francesco a Bottrighe. Il locale coro

femminile “Plinius”, diretto da Antonella Pa-van, organizzatore dell’evento, ha dato inizio alla piacevole rassegna. La serata è stata bene condotta da Patrizia Pozzan, neo consigliere regionale Asac. Succeduti nell’ordine il coro polifonico della Cattedrale di Adria diretto da

vent’anni anni da Antonella Cassetta con la col-laborazione ed accompagnamento di Graziano Nicolasi e Alberto Voltolina. Poi il coro maschile “La Cordata” di Verona diretto da Francesco Peruch, ed infi ne il coro “Minimo Bellunese” di Belluno diretto da Gemo Bianchi. Un pubblico attento e soddisfatto ha largamente espresso notevoli consensi per tutte le formazioni con prolungati applausi. Durante la serata, come

ogni anno, il coro Plinius si è fatto portavoce delle esigenze della missione diocesana in Bra-sile rappresentata dal concittadino Don Gabriele Fantinati, raccogliendo fra tutti i presenti 530 euro. Il divertimento è poi proseguito presso la sala polivalente per il buffet fi nale, consoli-dando rapporti di amicizia tra i cori che hanno continuato nei canti unendosi gli uni agli altri.

CONCERTO DI PRIMAVERA CORO “PLINIUS”, ESECUZIONE MAGISTRALE E BENEFICIENZA PER LA MISSIONE DIOCESANA IN BRASILE

Novamont investe su Bottrighe. La nuova proprietà dello stabilimento Mater-Biotech, già Bioitalia ex Ajinomoto, è bene intenzionata a creare in loco un

autentico polo della chimica pulita. In attesa del rilancio e a seguito dei test che si sono svolti in questi mesi atti a ricavare i dati necessari al nuovo processo industriale, i ventisette dipendenti di quella che era Bioitalia, passati in carico a Mater-Biotech, potranno contare sulla cassa integrazione straordinaria per due anni, il tempo utile per permettere all’azienda di procedere, con un note-vole investimento, nei lavori necessari alla riconversione dello stabilimento. L’intesa per la cassa di integrazione

è stata fi rmata in Provincia alla presenza delle organiz-zazioni sindacali e della presidente Tiziana Virgili. Avrà durata due anni, sino al 5 maggio 2014. Il primo anno sarà anticipato da Novamont che sta investondo molto sull’azienda di Bottrighe. Soddisfazione per il sindacato che vede una cassa di integrazione per un’azienda che investe e riparte, nonché per il paese che vede rinascere una fabbrica importante per il suo tessuto economico. Novamont, che controlla interamente Mater-Biotech, è società leader nel campo della cosiddetta “chimica vivente per la qualità della vita”. Il processo produtti-vo darà vita a bioplastiche per applicazioni specifi che

a basso impatto ambientale. Tra queste la denominata Mater-bi, bioplastica proveniente da lavorazioni vege-tali, utile per realizzare prodotti con le stesse proprietà d’uso dei materiali tradizionali, ma completamente bio-degradabili, attraverso lo sviluppo di produzioni derivanti da materie prime rinnovabili di origine agricola. Nello stabilimento di via Gramsci si stanno avviando le attività di riconversione e nei primi mesi del 2014 si inizierà la produzione del butandiolo, componente tra i principali per la produzione delle bioplastiche come shopper, bot-tiglie, eccetera. Mater-biotech sarà il primo stabilimento italiano di butandiolo. In tutto ciò avrà come partner

la californiana Genomatica che fornirà il ceppo madre per la fermentazione. Direttore dello stabilimento è l’in-gegnere Antonino Maltese, che in un recente incontro uffi ciale con l’amministrazione comunale, ha illustrato i progetti della multinazionale riguardante l’impianto di Bottrighe.

di Roberto Marangoni

Nel 2014 si inizierà la produzione, fi no a quella data ai 27 dipendenti è stata accordata la integrazione straordinaria

Impresa Dopo i test necessari al nuovo processo industriale ora si parla di investimenti

Mater-biotech sarà il primo stabilimento italiano di butandiolo

Lo stabilimento

Il coro “Plinius” di Bottrighe durante la rassegnaRo.Ma.

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171717Bottrighe

di Roberto Marangoni

Esaurito in ogni ordine di posti l’audito-rium delle scuole medie di Bottrighe per la 21^ edizione di “Serata d’O-

nore”, l’annuale appuntamento del gruppo folkloristico “Bontemponi & Simpatica Compagnia”. Applauditissimo il sodalizio che ha presentato recenti canti e balli raccol-ti nel Delta. Nel corso dello spettacolo, che ha avuto in qualità di madrina l’assessore provinciale Laura Negri, che ha sottolineato l’attività culturale e sociale del gruppo verso le tante situazioni di solidarietà, si è svolta la tradizionale cerimonia, alternata da tanti momenti di emozione e commozione, ad iniziare dall’audiovisivo sulla quinta missione in Kenya con le immagini dell’avvio di un’or-fanatrofi o, per poi procedere alla consegna dei fondi raccolti durante le ultime festività natalizie e da altre inziative durante l’anno alla Lega Italiana Lotta al Tumore di Rovigo, alla scuola materna “U.Maddalena” di Bottri-ghe, all’Associazione Progetto Endometriosi di Reggio Emilia, all’Associazione Nazionale genitori lotta alla droga di Padova e alla Fon-dazione Città della Speranza alla quale era altresì dedicata l’odierna edizione con altri 839 euro raccolti durante la stessa. Oltre ai tanti altri medici, erano presenti l’assessore

provinciale Oscar Tosini, i sindaci di Adria Mas-simo Barbujani, di Loreo Bartolomeo Amidei, di Rosolina Franco Vitale, il vice sindaco di Ga-vello Giuseppina Mantovani, il sovrintendente della Polizia di Stato Fausto Durante, il sotto-tenente dei carabinieri Michelangelo Fasciano e rappresentanze associative corali e sociali polesane, dell’Asac Veneto con il consigliere regionale Patrizia Pozzan, delle gemellate pro loco di Correzzola e della banda “Città di Porto Viro”. L’attività del gruppo prosegue poi con tanti impegni e vanno sottolineati anche i recenti successi a Badia Polesine per il 60° dell’Avis, a Jesolo per la manifestazione sulle tradizioni venete e all’8° raduno regionale del folklore Venetnia a Villafranca, seconda città della provincia di Verona.

XI EDIZIONE DE “SERATA D’ONORE” IMPEGNO E SOLIDARIETÀ

Ro.Ma.

• El gòbo, el sòto e l’òrbo, i gà el diàvlo in tel corpo• Chi fa la festa, no l’ha gode• I schèi i fa schèi

LE TRE S-CIOPTA’ di Roberto Marangoni

Bottrighe non si arrende e continua senza sosta la petizione per la sal-vaguardia della sua scuola media.

Sono arrivate a circa milleduecento le fi rme raccolte, ciò fi nalizzato al mantenimento del polo scolastico del paese. Considerato che la scuola rappresenta uno dei piu im-portanti riferimenti del luogo, in particolare per la crescita e la formazione delle nuove generazioni, strumento importante per il mantenimento dell’identità del paese, la questione è approdata in consiglio comunale. Si ricorederà che già era stata pronunciata la chiusura del plesso causa l’esiguo numero degli iscritti alla classe prima del prossimo anno, solo nove. Una chiusura che il paese non ha accettato, chie-dendo una deroga, poichè il numero degli iscritti per gli anni futuri sarebbe in crescita, tale da garantire la funzionalità dell’istituto. Dopo ampio e vivace dibattito, è stato vo-

tato all’unanimità da tutto il consiglio, un documento nel quale si chiede l’investitura dell’amministrazione ad un incontro con l’assessore regionale Elena Donazzan per cercare di ottenere una possibile deroga per il prossimo anno, permettendo così alla scuola di sopravvivere. Non solo, nel docu-mento si chiede altresì a sindaco e giunta di “impegnarsi a porre in essere tutte le azioni necessarie per il mantenimento del polo scolastico del luogo, a sensibilizzare,

coinvolgere e responsa-bilizzare tutti i rappre-sentanti delle istituzio-ni scolastiche a livello comunale, provinciale e regionale, unitamen-te al comitato uffi cial-

mente costituitosi, affi nchè, lavorando in modo sinergico, si possa ottenere l’auspica-to obiettivo. Ad istituire infi ne una task for-ce dell’amministrazione comunale con tutti i portatori locali di interesse, relativamente alla scuola stessa, al fi ne di concertare im-

pegni comuni e soluzioni condivise”. Occor-re però maggiore sensibilità dei genitori che in diversi casi iscrivono i loro fi gli ad Adria anziché a Bottrighe, nonostante la qualità dell’insegnamento sia medesima, non solo, inqunato è costatato, in classi con minore numero di alunni, l’apprendimento risulta addirittura superiore.

Il numero degli iscritti per gli anni futuri sarebbe in crescita, tale da garantire la funzionalità dell’istituto

Istruzione I cittadini raccolgono 1200 fi rme, il caso dibattuto in Consiglio comunale

“L’amministrazione chieda una deroga in Regione”

Appello ai genitori bottrighesi affi nchè non iscrivano i loro fi gli ad Adria

La pittrice Roberta Crepaldi, da sempre sensibile al mondo dell’arte, espone le sue opere sino al 26 giugno presso la

galleria Athesis dell’hotel Petrarca a Boara Pi-sani, nel padovano. L’artista, nata nel 1969, è da sempre legata alla sua Bottrighe. Le atmosfere nebbiose, lo scorrere immutabile delle acque, i colori tipici, le terre, l’ocra tra l’acqua fangosa e le sfumature dei verdi, il coronamento della vegetazione spontanea, sono una presenza antica da cui è diffi cile staccarsi, è un segno dell’anima. Così nasce il desiderio della Crepaldi di esprimere su tela le emozioni, il sentire tramuntato in colore, per trovare una personale forma di libertà. “Colori forti e segni decisivi- dice di lei Silvio Zago - caratterizzano le sue opere, a signifi care una sicurezza acquisita nel tempo e una forte volontà espressiva. Un risultato signifi cativo di un percorso iniziato alcuni anni addietro in assoluta timidezza ma che ha dimostrato da subito una sensibilità non indifferente, una passione per la pittura ed un uso particolare del colore. Una interpretazione del paesaggio fantasiosa e fantastica. Una composizione onorica, nella quale i cromatismi si susseguono e si contrappongono, quasi a sfi darsi, in un perfetto equilibrio dell’opera”. Dal 2006 e per due anni ha frequentato un laboratorio di pittura ad olio, nel 2007 e nel 2008 ha esposto in collettive presso la sala Cordella di Adria e nel 2009 presso la Pescheria Nuova di Rovigo. Appassionata anche di musica è stata corista del locale coro femminile “Eco del Fiume” e fondò, assumendone la direzione, l’insieme vocale “Le Eliadi”.

NEWS

ArteCREPALDI ESPONE A BOARA PISANI

Bottrighe, l’edifi cio che ospita la scuola media del luogo

Ro.Ma.

Una delle opere della pittrice Roberta Crepaldi

Un momento della “Serata d’Onore”

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18 Cultura1818 Cultura

Segno di rispetto e di ossequio per gli uomini era, fi no a qualche decennio fa, l’abitudine di salutare a capo scoper-

to, così come quando si entrava in chiesa, usanza attuale anche ai giorni nostri. Ma stavolta è rispetto alla città di Adria e alle sue bellezze che Romano Beltramini ha sentito l’esigenza di levarsi il cappello. Terza fatica letteraria, “Siora Adria me cavo el capelo” (uscito alla fi ne del 2011) ne completa la trilogia dedicata alla sua città d’adozione, dopo “Adrioti” e “In sicutera no prinsipio”. Il nuovo libro di Romano Beltramini, le cui foto di copertina sono di Sabrina Degrandis, pro-pone venti inediti ritratti di personaggi minori adriesi, oltre a una carrellata di dieci momen-ti di vita quotidiana, esperita direttamente o ascoltata da bambino nei racconti della gente del paese. Nel capitolo fi nale la descrizione si concentra infi ne sugli oltre cento mestieri e arti adriesi, alcuni scomparsi, altri ancora presenti in minima parte nel territorio, in una gustosa carrellata che partendo dagli anni ’30 arriva alla fi ne del Novecento. Grazie alla consultazione di un vecchio annuario del 1934, oltre ai “Numeri Unici” (dal 1923 ad oggi) e allo studio di altro materiale locale, Beltramini ha deciso di dedicare un singolo momento di ricordo ad oltre 100 professio-ni tra artigianato, commercio e agricoltura, arricchite dai numerosi disegni a colori di Carlo Tumiatti (caricaturista collaboratore di testate nazionali), e da detti locali. Il libro, alla stregua di “Adrìoti” e “Sicutèra”, è scrit-to nel dialetto locale, con traduzione italiana a fronte. Il quadro fi nale risulta completo e

veritiero, descrivendo una città in fermento, operosa, costellata di personaggi virtuosi e leggendari, che rivivono in queste pagine per non essere fagocitati dall’oblio collettivo. I ricordi giungono dall’infanzia, dai racconti della madre, che di mestiere faceva la sarta, e dal nonno, che era un pesatore di grana-glie, un mestiere molto richiesto allora, in un passato ormai remoto in cui Adria contava 40.000 abitanti. “Quando si parla di Adria non basterebbe una stesura enciclopedica a disegnarla, così grande è il suo passato e tanto vivace, ancora, il suo presente - scrive Beltramini nella prefazione - così il mio ap-pare il modesto contributo di un “adrioto” che si leva il copricapo in segno di omaggio e di rispetto davanti alla sua città e ai suoi cittadini e la osserva, incantato dalle tante meraviglie che quotidianamente, come un caleidoscopio di colori, si formano e si ricom-pongono”. La gente locale è paragonata ad

di Melania Ruggini

Un ritratto alla città, al suo fermento e ai suoi personaggi, impreziosito anche dai numerosi disegni a colori di Carlo Tumiatti

LibriL’ultima fatica di Beltramini dopo Adrioti” e “In sicutera no prinsipio”

“Siora Adria me cavo el capelo”

Nella foto l’autore del libro Romano Beltramini

operose formiche, in grado di raccogliere, conservare, trasformare, nel tempo i loro tesori. Adria appare allora nell’immaginario di Beltramini una giovane e bella donna, “la nobile signora”, con un passato millenario alle spalle, che oggi guarda davanti a sé (rivolta verso l’avvenire) con entusiasmo e sicurezza, come appare nelle immagini scat-tate da Sabrina Degrandis.

I ricordi giungono dall’infanzia, dai racconti della madre e dal nonno

Natalino Balasso è ormai di casa ad Adria: dopo aver inaugurato la sta-gione di prosa 2011/2012 con

“L’idiota di Galilea”, il 24 maggio l’ama-to artista di origini polesane è tornato al teatro Politeama con uno spettacolo da “stand up comedian” americano anni settanta, che raccoglie pezzi, monologhi e tirate comiche dei suoi ultimi 10 anni calcati sui palcoscenici italiani. Nessun fi lo conduttore o trama, perchè è stata la guizzante comicità di Balasso a far da pa-drona nel palcoscenico adriese, attraverso i tipici giochi di parole, frecciate agrodolci alla società contemporanea e interpreta-zione dei comuni tic umani. “Stand Up Balasso” raccoglie gli espedienti dell’arte della commedia delegati alla parola pura. Oltre a questo spettacolo sta concludendo con grande successo la tournèe dello spet-tacolo “Rusteghi – i nemici della civiltà” per la regia di Gabriele Vacis, mentre per la prossima stagione 2012/2013 lo si potrà gustare nei teatri italiani con lo spettacolo “Aspettando Godot” di Samuel Beckett insieme all’attore Jurij Ferrini, a cui si ag-giungono i monologhi “L’Idiota di Galilea” e “Stand Up Balasso”.

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Page 24: La Piazza di Adria - 2012mag n66

UNA BRANCA DELL’ODONTOIATRIA È RAPPRESENTATA DALL’ESTETICA, CHE HA ACQUISITO NEL TEMPO SEMPRE MAGGIORE IMPORTANZA, UNITA ALLA DISPONIBILITÀ DI METODICHE SEMPRE MENO INVASI-VE E DOLOROSE. UN’OTTIMA ESTETICA DENTALE, DUNQUE, NON DIPENDE PIÙ ESCLUSIVAMENTE DALL’ARCATA DENTARIA, MA RISULTA ESSERE PIENAMENTE SOD-DISFACENTE SOLO SE CORRELATA AD UN MIGLIORAMENTO DEL VISO. IN RISPOSTA A TALI NUOVE ESIGENZE, DA QUALCHE DECEN-NIO, IN AMBITO ODONTOIATRICO VENGONO UTILIZZATI I FILLER.

COS’ÉIl termine “Filler” (dal verbo inglese “to fill” che in italiano significa ”riempire”), viene, pertanto, utilizzato per indicare quelle sostan-ze (gel trasparenti, viscosi ed elastici) che vengono iniettate con un ago molto sottile nel derma o nel tessuto sottocutaneo con lo sco-po di correggere gli inestetismi del viso e quei difetti che possono insorgere con l’avanzare

dell’età. In particolare, i filler vengono utiliz-zati per il riempimento di rughe, pieghe, solchi nasogenieni pronunciati, cicatrici, depressio-ni, o per l’aumento del volume di labbra, men-to e zigomi.

La struttura di Occhiobello, prima tra le strut-ture Dentalcoop ad effettuare tale presta-zione grazie anche alla collaborazione con medici chirurghi maxillo - facciali di chiara esperienza, garantisce la serietà, la compe-tenza e la professionalità necessarie per un risultato ottimale, duraturo e soprattutto sicu-ro per il paziente. Prima del trattamento chi-rurgico viene effettuato un test intradermico, che si esegue inoculando una piccola dose di prodotto nell’avambraccio, per valutare eventuali forme di allergia (ad esempio per il collagene e per tutti i filler semisintetici). Inol-tre, viene eseguita una completa indagine anamnestica riguardo eventuali malattie del paziente in modo da poter scartare l’utilizzo di alcuni filler o meno; assume particolare ri-levanza anche la valutazione delle aspettative del paziente sul piano sia fisico-estetico che psicologico.

Le iniezioni di filler avvengono in regime di day surgery, senza ricovero e in anestesia locale. L’intervento chirurgico comporta la presenza di piccoli segni, quali ematomi, riassorbibili in

3-4 giorni a seguito dell’impianto stesso. In ogni caso, la ripresa di tutte le normali attività ha effetto immediato.

Nello specifico ambito odontoiatrico, i filler, inoltre, devono essere considerati solo come un completamento successivo alle cure di denti e gengive e vanno effettuati in modo graduale e ragionevole, con il consiglio e la professionalità del proprio medico dentista.

odontoiatrico dove i punti fermi sono qualità delle terapie e masLa nuova sede Dentalcoop di Occhiobello è un moderno centro

-sima attenzione verso le esigenze dei Pazienti. La nostra filosofia vuole conciliare un’alta qualità odontoiatrica con un contenimento delle tariffe. La filosofia Dentalcoop è quella di contenere i costi di gestione attraverso acquisti di gruppo ed efficienza organizzativa.

Le tariffe non sono ridotte per i risparmi sulla qualità dei materiali e delle attrezzature, anzi! I risparmi nascono da un’attenta gestione della struttura e dall’acquisto in gruppo di ottimi materiali. L’accesso alle cure odontoiatriche è ancora ridotto: meno del 40% degli italiani si reca dal dentista nel corso dell’anno. Uno dei nostri obiettivi è quello di favorire le cure odontoiatriche e soprattutto di aumentare la prevenzione in odontoiatria, unica vera fonte di risparmio biolo-gico ed economico. Per questo il messaggio di Dentalcoop Occhio-bello vuole essere la divulgazione della prevenzione. È essenziale effettuare regolarmente visite di controllo dal proprio dentista per mantenere in salute ed efficienza denti e gengive. In un periodo dove siamo subissati di messaggi informativi, anche in campo odon-toiatrico, ricordiamo che solo un Professionista qualificato, l’Odon-toiatra, è in grado dopo un’accurata visita, di fornirvi tutte le infor-mazioni circa le scelte terapeutiche percorribili. Il nostro benvenuto non è quindi solo rivolto a chi vorrà usufruire della nostra struttura e ai Professionisti che vi operano, ma anche a tutte quelle Persone che vorranno prendersi cura della propria salute, con una regolare igiene quotidiana e periodiche visite di controllo dal Dentista.

Dott. Marco CalzavaraDirettore sanitario - Unità locale di Occhiobello

Il nostro impegno e la serietà per una migliore salute dentale

Da oggi anche le famiglie della provincia di Ferrara e Rovigo avranno la possibilità di af-fidarsi ad un centro Dentalcoop e provare la stessa affidabilità, convenienza e servizio offerti nel resto d’Italia. La nuova Unità Loca-le di Occhiobello è facilmente raggiungibile con i propri mezzi: arrivando dall’autostrada PD-BO, all’uscita Occhiobello, la nostra sede si trova nelle vicinanze del nuovo centro per lo shopping Occhiobello Outlet Village, im-mersa nella caratteristica cornice del Delta del Po. A disposizione troverete un ampio e comodo pargheggio.

Dentalcoop a Occhiobello

Il nostro Benvenuto

FILLER PER LABBRA

Fin dal principio, l’idea che ha mosso il progetto Dentalcoop era molto semplice, ma anche molto ambiziosa: ridurre il più possibile le tariffe, grazie agli acquisti di gruppo e all’efficienza organizzativa, senza intaccare in alcun modo la qualità dei servizi odon-toiatrici offerti. Oggi, con 16 unità locali operanti su tutto il territorio nazionale, pos-siamo affermare che Dentalcoop ha centrato il suo obiettivo, diventando un punto di riferimento chiaro e affidabile per oltre 50.000 pazienti, che oltre alla convenienza ne apprezzano soprattutto la qualità. Perché Dentalcoop, oltre a porre la massima atten-zione sull’aggiornamento professionale di medici e formazione di paramedici, è in grado di offrire sempre materiali e tecnologie di ultima generazione e di alto livello qualitativo.

Grazie alla forza di un grande gruppoe alle vantaggiose condizioni sugliacquisti, le cliniche odontoiatriche Dentalcoop si sono affermate intutta Italia offrendo servizi di elevataqualità alle migliori condizioni.

Sbiancamentodenti totale

A partire da

€. 250,00 durata 6 mesi

€. 230,00

SBIANCAMENTO

TOTALE

Sempre più persone decidono ogni anno di sottoporsi a questo tipo di trattamento che consente di ottenere denti più bianchi nel giro di poche sedute. Il desiderio, sempre più diffuso, di apparire in una forma perfetta, si è esteso negli ultimi anni al settore dell’odontoiatria.Lo sbiancamento denti del resto ha origini antichissime. Già dai tempi degli antichi romani esisteva l’usanza di sbiancare i denti con prodotti naturali, anche se non sempre con risultati apprezzabili. L’utilizzo di prodotti per ottenere uno sbianca-mento dentale risale alla fine dell’Ottocento, quando si cominciò ad utilizzare l’acido ossa-lico per rendere i denti più bianchi. Negli anni Trenta si usavano processi con l’acqua ossigenata, mentre a partire dal 1989 si cominciò ad utilizzare il perossido di carbam-mide. Lo sbiancamento dei denti eseguito dal professionista è in grado di raggiungere livelli davvero soddisfacenti senza arrecare alcun

danno ai denti. Si stima che siano finora stati effettuati all’incirca 30 milioni di sbiancamenti professionali in tutta sicurezza. Il grande beneficio dello sbiancamento dentale è quello di restituire ai denti il loro bianco naturale, eliminando le eventuali macchie che si sono formate.La dentina e lo smalto dentale, infatti, assor-bono e scambiano sostanze con la saliva. Attraverso questi processi il fluoro contenuto nei dentifrici riesce a penetrare all'interno del dente, remineralizzandone lo smalto e proteg-gendolo dalla carie. La nuova sede Dentalcoop di Occhiobello garantisce tutto ciò tramite la professionalità dei suoi medici e collaboratori ad un costo decisamente contenuto.

Implantologiaa caricoimmediatoIn passato il posizionamento degli impianti era associato a lunghe procedure chirurgiche. Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato questa situazione, permettendo ai pazienti che abbiano parametri anatomici e fisiologici adeguati, di ottenere una riabilitazione funzionale ed estetica, con denti fissi, nell’arco di 24/48 ore. Tale inter-vento è indicato per quelle per-sone che vivono la eventualità di usare una protesi mobile, (anche provvisoria) come un vero dramma personale.

Page 25: La Piazza di Adria - 2012mag n66

UNA BRANCA DELL’ODONTOIATRIA È RAPPRESENTATA DALL’ESTETICA, CHE HA ACQUISITO NEL TEMPO SEMPRE MAGGIORE IMPORTANZA, UNITA ALLA DISPONIBILITÀ DI METODICHE SEMPRE MENO INVASI-VE E DOLOROSE. UN’OTTIMA ESTETICA DENTALE, DUNQUE, NON DIPENDE PIÙ ESCLUSIVAMENTE DALL’ARCATA DENTARIA, MA RISULTA ESSERE PIENAMENTE SOD-DISFACENTE SOLO SE CORRELATA AD UN MIGLIORAMENTO DEL VISO. IN RISPOSTA A TALI NUOVE ESIGENZE, DA QUALCHE DECEN-NIO, IN AMBITO ODONTOIATRICO VENGONO UTILIZZATI I FILLER.

COS’ÉIl termine “Filler” (dal verbo inglese “to fill” che in italiano significa ”riempire”), viene, pertanto, utilizzato per indicare quelle sostan-ze (gel trasparenti, viscosi ed elastici) che vengono iniettate con un ago molto sottile nel derma o nel tessuto sottocutaneo con lo sco-po di correggere gli inestetismi del viso e quei difetti che possono insorgere con l’avanzare

dell’età. In particolare, i filler vengono utiliz-zati per il riempimento di rughe, pieghe, solchi nasogenieni pronunciati, cicatrici, depressio-ni, o per l’aumento del volume di labbra, men-to e zigomi.

La struttura di Occhiobello, prima tra le strut-ture Dentalcoop ad effettuare tale presta-zione grazie anche alla collaborazione con medici chirurghi maxillo - facciali di chiara esperienza, garantisce la serietà, la compe-tenza e la professionalità necessarie per un risultato ottimale, duraturo e soprattutto sicu-ro per il paziente. Prima del trattamento chi-rurgico viene effettuato un test intradermico, che si esegue inoculando una piccola dose di prodotto nell’avambraccio, per valutare eventuali forme di allergia (ad esempio per il collagene e per tutti i filler semisintetici). Inol-tre, viene eseguita una completa indagine anamnestica riguardo eventuali malattie del paziente in modo da poter scartare l’utilizzo di alcuni filler o meno; assume particolare ri-levanza anche la valutazione delle aspettative del paziente sul piano sia fisico-estetico che psicologico.

Le iniezioni di filler avvengono in regime di day surgery, senza ricovero e in anestesia locale. L’intervento chirurgico comporta la presenza di piccoli segni, quali ematomi, riassorbibili in

3-4 giorni a seguito dell’impianto stesso. In ogni caso, la ripresa di tutte le normali attività ha effetto immediato.

Nello specifico ambito odontoiatrico, i filler, inoltre, devono essere considerati solo come un completamento successivo alle cure di denti e gengive e vanno effettuati in modo graduale e ragionevole, con il consiglio e la professionalità del proprio medico dentista.

odontoiatrico dove i punti fermi sono qualità delle terapie e masLa nuova sede Dentalcoop di Occhiobello è un moderno centro

-sima attenzione verso le esigenze dei Pazienti. La nostra filosofia vuole conciliare un’alta qualità odontoiatrica con un contenimento delle tariffe. La filosofia Dentalcoop è quella di contenere i costi di gestione attraverso acquisti di gruppo ed efficienza organizzativa.

Le tariffe non sono ridotte per i risparmi sulla qualità dei materiali e delle attrezzature, anzi! I risparmi nascono da un’attenta gestione della struttura e dall’acquisto in gruppo di ottimi materiali. L’accesso alle cure odontoiatriche è ancora ridotto: meno del 40% degli italiani si reca dal dentista nel corso dell’anno. Uno dei nostri obiettivi è quello di favorire le cure odontoiatriche e soprattutto di aumentare la prevenzione in odontoiatria, unica vera fonte di risparmio biolo-gico ed economico. Per questo il messaggio di Dentalcoop Occhio-bello vuole essere la divulgazione della prevenzione. È essenziale effettuare regolarmente visite di controllo dal proprio dentista per mantenere in salute ed efficienza denti e gengive. In un periodo dove siamo subissati di messaggi informativi, anche in campo odon-toiatrico, ricordiamo che solo un Professionista qualificato, l’Odon-toiatra, è in grado dopo un’accurata visita, di fornirvi tutte le infor-mazioni circa le scelte terapeutiche percorribili. Il nostro benvenuto non è quindi solo rivolto a chi vorrà usufruire della nostra struttura e ai Professionisti che vi operano, ma anche a tutte quelle Persone che vorranno prendersi cura della propria salute, con una regolare igiene quotidiana e periodiche visite di controllo dal Dentista.

Dott. Marco CalzavaraDirettore sanitario - Unità locale di Occhiobello

Il nostro impegno e la serietà per una migliore salute dentale

Da oggi anche le famiglie della provincia di Ferrara e Rovigo avranno la possibilità di af-fidarsi ad un centro Dentalcoop e provare la stessa affidabilità, convenienza e servizio offerti nel resto d’Italia. La nuova Unità Loca-le di Occhiobello è facilmente raggiungibile con i propri mezzi: arrivando dall’autostrada PD-BO, all’uscita Occhiobello, la nostra sede si trova nelle vicinanze del nuovo centro per lo shopping Occhiobello Outlet Village, im-mersa nella caratteristica cornice del Delta del Po. A disposizione troverete un ampio e comodo pargheggio.

Dentalcoop a Occhiobello

Il nostro Benvenuto

FILLER PER LABBRA

Fin dal principio, l’idea che ha mosso il progetto Dentalcoop era molto semplice, ma anche molto ambiziosa: ridurre il più possibile le tariffe, grazie agli acquisti di gruppo e all’efficienza organizzativa, senza intaccare in alcun modo la qualità dei servizi odon-toiatrici offerti. Oggi, con 16 unità locali operanti su tutto il territorio nazionale, pos-siamo affermare che Dentalcoop ha centrato il suo obiettivo, diventando un punto di riferimento chiaro e affidabile per oltre 50.000 pazienti, che oltre alla convenienza ne apprezzano soprattutto la qualità. Perché Dentalcoop, oltre a porre la massima atten-zione sull’aggiornamento professionale di medici e formazione di paramedici, è in grado di offrire sempre materiali e tecnologie di ultima generazione e di alto livello qualitativo.

Grazie alla forza di un grande gruppoe alle vantaggiose condizioni sugliacquisti, le cliniche odontoiatriche Dentalcoop si sono affermate intutta Italia offrendo servizi di elevataqualità alle migliori condizioni.

Sbiancamentodenti totale

A partire da

€. 250,00 durata 6 mesi

€. 230,00

SBIANCAMENTO

TOTALE

Sempre più persone decidono ogni anno di sottoporsi a questo tipo di trattamento che consente di ottenere denti più bianchi nel giro di poche sedute. Il desiderio, sempre più diffuso, di apparire in una forma perfetta, si è esteso negli ultimi anni al settore dell’odontoiatria.Lo sbiancamento denti del resto ha origini antichissime. Già dai tempi degli antichi romani esisteva l’usanza di sbiancare i denti con prodotti naturali, anche se non sempre con risultati apprezzabili. L’utilizzo di prodotti per ottenere uno sbianca-mento dentale risale alla fine dell’Ottocento, quando si cominciò ad utilizzare l’acido ossa-lico per rendere i denti più bianchi. Negli anni Trenta si usavano processi con l’acqua ossigenata, mentre a partire dal 1989 si cominciò ad utilizzare il perossido di carbam-mide. Lo sbiancamento dei denti eseguito dal professionista è in grado di raggiungere livelli davvero soddisfacenti senza arrecare alcun

danno ai denti. Si stima che siano finora stati effettuati all’incirca 30 milioni di sbiancamenti professionali in tutta sicurezza. Il grande beneficio dello sbiancamento dentale è quello di restituire ai denti il loro bianco naturale, eliminando le eventuali macchie che si sono formate.La dentina e lo smalto dentale, infatti, assor-bono e scambiano sostanze con la saliva. Attraverso questi processi il fluoro contenuto nei dentifrici riesce a penetrare all'interno del dente, remineralizzandone lo smalto e proteg-gendolo dalla carie. La nuova sede Dentalcoop di Occhiobello garantisce tutto ciò tramite la professionalità dei suoi medici e collaboratori ad un costo decisamente contenuto.

Implantologiaa caricoimmediatoIn passato il posizionamento degli impianti era associato a lunghe procedure chirurgiche. Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato questa situazione, permettendo ai pazienti che abbiano parametri anatomici e fisiologici adeguati, di ottenere una riabilitazione funzionale ed estetica, con denti fissi, nell’arco di 24/48 ore. Tale inter-vento è indicato per quelle per-sone che vivono la eventualità di usare una protesi mobile, (anche provvisoria) come un vero dramma personale.

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L’attenzione per i nostri pazienti si manifesta anche con le convenzioni che danno diritto a particolari vantaggi.

Poiché le convenzioni possono variare con frequen-za, vi invitiamo a informarvi nella sezione apposita sul nostro sito internet www.dentalcoop.it o chiamando i nostri numeri.

OCCHIOBELLO Via Germania, 145030 Occhiobello (RO)tel. 0425 750481fax 0425 1662019

PRENOTA SUBITO LA TUA VISITAAperti anche il sabatowww.dentalcoop.it

Le nostre convenzioni, per una maggiore convenienza

Dott. Marco CalzavaraIscrizione Ord. Medici Odontoiatri di Padova n.1367Iscrizione Ord. Medici di Padova n.2429

OCCHIOBELLO

Via Eridania

Via Eridania

Via dell’Artigianato

Via dell’Industria

Mercatone Uno

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AUTOSTRADA

BOLOGNA-PA

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OCCHIOBELLOOUTLETVILLAGE

Uscita Occhiobello

Periodico di informazione pubblicitaria - n° 01 - anno 2012

OCCHIOBELLO Via Germania, 145030 Occhiobello (RO)tel. 0425 750481fax 0425 1662019

È EVI_DENTE che convieneOtturazione semplice estetica € 70Detartrasi (pulizia) € 45Corona ceramica € 395

Impianti in titanio € 575Moncone su impianto in titanio € 175OPT (panoramica) € 35

Nuova Apertura

Professionisti italiani,

qualità italiana

Il Consorzio di Laboratori Italiani Odontocoop®, garantisce, sotto rigidi protocolli di produzione, uniformità di qualità nella realizzazione di dispositivi medico-dentali, dove per ogni manufatto viene rilasciata apposita dichiarazione di conformità recante l’in-dicazione dei materiali utilizzati, delle fasi di realizzazione e delle avvertenze per il paziente. La garanzia del made in Italy, la totale rintracciabilità dei materiali e l’ap-porto delle più recenti tecnologie offrono la massima sicurezza sui prodotti applicati sul paziente. La sinergia fra odontotecnici italiani qualificati, l’applicazione di elevate tecnologie dentali quali Cad-Cam, Laser sinterizzazione, ceramica integrale (solo per citarne alcune) sono alla base del progetto Odontocoop®, un marchio di garanzia nato con l’obiettivo della totale soddisfazione del cliente e la garanzia del made in Italy.

Autorizzazione Sanitaria n° 86/12

Page 27: La Piazza di Adria - 2012mag n66

232323

LO SPORT in PRIMO PIANOin PRIMO PIANO

Il ciclismo è da sempre una delle bandiere sportive italiane e anche Adria sta dando, attraverso i suoi atleti, un grande contribu-

to all’autorevolezza del Bel paese in questo campo. Stefano Albertin, 36 anni adriese da sempre, si sta senza dubbio dimostrato l’astro nascente dell’ultra cycling, specialità del cicli-smo che prevede percorsi di grandi distanze, irti di ostacoli e di imprevisti. Non solo una competizione sportiva quindi ma anche una prova di resistenza non indifferente e di auto-nomia estrema visto che chi partecipa a queste gare solitamente le svolge in solitaria potendo contare esclusivamente sulle proprie forze.

Stefano Albertin, dopo numerose vittorie nel panorama italiano, ha partecipato alla più dura di queste competizioni a livello europeo la Race Around Slovenia che si è tenuta dal 10 al 13 maggio. 1188 chilometri suddivisi in 12 tappe nel selvaggio territorio sloveno, meta per molti appassionati di bici che qui pos-sono affrontare percorsi davvero mozzafi ato. La competizione è partita da Postumia il 12

maggio e si è conclusa il 13 maggio, dopo 48 ore di fatica e imprevisti visto che nel percorso i ciclisti hanno dovuto affrontare dislivelli fi no a 1600 metri da percorrere in 72 ore, per ri-manere in gara. Una competizione del genere non può però essere affrontata con strumenti qualsiasi, Stefano ha percorso il tragitto a bor-do della sua bicicletta altamente tecnologica. In fi bra di carbonio e realizzata su misura per lui. La bici è anche dotata si una sella in lega di argento per non dissipare calore e di navi-gatore gps per orientarsi durante il percorso. Ad assisterlo per tutta la gara c’è stato l’Akela Team, 9 persone con camper e auto che gli hanno garantito sicurezza, cibo e bevande e

soprattutto la forza e l’incitamento per arrivare al termine della gara. 80 pedalate al minuto per 48 ore fi late era l’obiettivo di Stefano che aveva previsto di affrontare la competizione concedendosi due brevi soste di 15 minuti l’una per dormire e alimentandosi in corsa. Ma come ben sa chi pratica sport estremi, gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Duarn-te la notte, infatti, probabilmente a causa dei forti sbalzi termici, Stefano ha dovuto abban-donare con grande rammarico la competizio-ne su consiglio dei medici che lo seguivano. Un duro colpo al quale però Stefano non si è arreso promettendo di tornare al nastro di partenza anche l’anno prossimo.

Albertin costretto al ritiro. “Ci riproverò”ADRIA NUOTO

Tra i numerosi atleti che popolano le piscine di Adria Nuoto nell’ultimo anno molti sono stati quelli che si sono distinti portando al meda-

gliere della società numerosi premi di prestigio e mettendo in luce l’impegno e la costanza la socie-tà stessa porta avanti da anni. Tra le atlete non si possono non citare le esordienti di AdriaNuoto che quest’anno hanno ottenuto importanti riconosci-menti grazie alle partecipazioni e alle classifi cazioni ottenute a livello regionale e nazionale. Tra queste spicca Claudia Braggion, classe 1999 e talentuosa nuotatrice, che fi n da piccola si è dimostrata una promessa in vasca, vincendo gare e macinando suc-cessi che quest’inverno l’hanno portata ai Campio-nati Invernali a Riccione. Serietà e temperamento sembrano essere le sue carte vincenti che le hanno permesso di farsi notare dai fi n dai primi anni di scuola nuoto durante i quali viene inserita negli esordienti B accompagnata dal tecnico Nicola Girardello, sempre della scuderia adriese. Grazie alle oggettive doti fi siche, alla predisposizione per questo sport e agli intensi allenamenti in 2 anni di duro lavoro la sua crescita è stata esponenziale in tutti gli stili ma in particolare nel classico stile libero e nelle distanze corte che sembrano essere i punti di forza di Claudia. Dal 2012 Claudia è passata alla categoria giovanile che l’ha riportata anche al suo primo tecnico Massimo Bottaro ac-compagnando la sua crescita fi sica naturale al mantenimento dello scivolamento in acqua ed altre peculiarità che la avevano contraddistinta nelle competizioni fi n da piccola. Proprio la sua predisposizione ha permesso di ottenere ottimi risultati riducendo le tempistiche crono di ben alcuni secondi conquistando così l’ingresso ai Campionati Italiani Invernali.

CLAUDIA BRAGGIONPROMESSA DEL NUOTO DI ADRIA

Ma.Ce.

La convincente vittoria del Gordige per 2-1 contro il Villanova, nella terzultima di campionato di serie A2 di calcio femmini-

le, è stata rovinata dalla lettura del comunica-to uffi ciale n° 79 in cui la società di Cavarze-re è stata sanzionata con 500 euro di multa e la squalifi ca di 4 turni all’allenatore Giannino Babetto, visto che l’arbitro nel sanzionare il Gordige ha scritto nel referto: “Perchè propri sostenitori dal 10° del primo tempo sino alla fi ne della gara profferivano frasi offensive e ingiuriose nei confronti dell’arbitro, incitati in questo comportamento anche dall’allenato-re”. E cosa avrà mai fatto mister Babetto per “beccarsi” 4 giornate di squalifi ca? “Perchè espulso per proteste alla notifi ca del provvedi-mento profferiva frasi offensive e ingiuriose, ritardando per circa due minuti l’uscita dal ter-reno di gioco. Avvicinatosi alla tribuna aizzava il pubblico nei confronti dell’arbitro e reiterava il comportamento offensivo. Entrato negli spogliatoi ne riusciva per rientrare sul terreno di gioco, solo a seguito di ulteriore intervento dell’arbitro ne usciva defi nitivamente rivol-gendo ulteriori frasi ingiuriose nei confronti del direttore di gara.” Babetto è stato espulso quando mancavano 10’ dalla fi ne della parti-ta con la sua squadra in vantaggio per 2-1 e appare quantomeno strano il fatto di questa esplosione di rabbia che ha portato l’arbitro Gosetto a calcare la mano sul referto quando sul suo taccuino gli ammoniti erano stati due e per di più entrambe dell’Union Villanova.

“Mancavano 10’ dalla fi ne, dice il tecnico di Pettorazza, quando c’è stato un fallo di mano dell’Union che il guardalinee ha segnalato, ma l’arbitro dopo averlo consultato ha inverti-to la punizione: ho solo detto loro di mettersi d’accordo. Non ho offeso nessuno, lo giuro sui miei fi gli. Le ragazze hanno preso botte dall’inizio alla fi ne, ho dovuto togliere Longa-to al 70’ perché era il terzo pesante fallo che subiva. La partita la abbiamo avuto sempre in pugno noi, solo che l’arbitro non fi schiava falli evidenti e i genitori e le persone dalla tribuna ovviamente protestavano. Mi spiace per la multa alla società, ma troppo spesso siamo arbitrati da giovani incompetenti”.

Il Gordige è terzo in classifi ca, dietro alle quotate Pordenone e Vint, un campionato straordinario per una realtà come quella del Gordige. “Purtroppo l’arbitro ha rovinato tutto, dice Chiara Fabian, dirigente della so-cietà: non è successo niente di particolare e ci troviamo una pesante sanzione a società e allenatore, cose da pazzi. Purtroppo non c’è verso di opporsi alla sue parole e questo è ve-ramente frustrante per chi fa sport e impegna capitali sul lavoro volontario”.

Gordige. Società multata e allenatore squalifi catoDOPO LA VITTORIA CON IL VILLANOVA IL REFERTO DELL’ARBITRO. TROPPE OFFESE NEI CONFRONTI DEL GIUDICE DI GARA

Cr.Ag.

Ciclismo estremo Race Around Slovenia, 1188 chilometri in 72 ore

Claudia Braggion

Stefano Albertin, 36 anni, durante gli allenamenti

Giannino Babetto con Silvia Cerato

di Martina Celegato

Page 28: La Piazza di Adria - 2012mag n66

17Spazi aperti

Il 13 febbraio scorso, una sentenza record, condannò a 16 anni di carcere i proprietari degli stabilimenti dell’Eternit di Casale Monferrato e di Cavagnolo, in Pie-

monte. Per i giudici, i due imputati, avrebbero cercato di minimizzare e addirittura di nascondere gli effetti nocivi della sostanza provocando così un disastro ambientale doloso e una omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. Insomma hanno provocato una strage. Perché l’amianto è una sostanza che fi nora, in Italia, ha provocato migliaia di morti! Visto questa premessa non rassicurante è importante sapere quale rischio corre il Polesine andando a sentire l’opi-nione di persone esperte. Come l’ingegner Luigi Lovo, referente per l’amianto dello Spisal (Prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’Ulss 18. “In-nanzitutto è doveroso fare una precisazione: l’amianto friabile – ovvero in polvere - e l’eternit sono due cose diverse. Il primo è una sostanza molta pericolosa che,

se inalata, può provocare, anche a distanza di 20 anni, il mesotelioma, il tumore ai polmoni provocato da questa materia prima. La seconda, invece, contiene solo il 13%

di amianto, mentre tutto il resto è cemento. Perciò l’eternit diventa pericoloso solo quando si rompe e libera le polveri d’amianto”. Una diversa pericolosità, quindi, che non è da sottovalutare. “L’amianto, grazie alla sua caratteristica di iso-

lante termico, veniva usato nelle fabbriche per rivestire i macchinari che producevano calore e soprattutto nei forni dei panifi ci. Durante le mie indagini e i miei sopralluoghi ho scoperto, infatti, che il 50% dei forni della Provincia di Rovigo sono ricoperti con questo materiale”. L’ingegnere, però, non si occupa soltanto di scovare l’amianto, ma anche di registrare coloro che vogliono rimuovere l’eternit dai propri tetti. “Di eternit ce n’è molto, anche se non si sa quanto di preciso. E va rimosso in modo corretto, per non recare danno alla salute. Mi raccomando: non ricopri-

di Denise Formigaro

Troppo spesso lungo le scarpate dei fi umi si possono trovare vere e proprie discariche abusive e assolutamente dannose

Materiali pericolosi Lo smaltimento dell’amianto, operazione da affi dare ad esperti

Eternit una minaccia anche in Polesine

Non c’è nessun obbligo di rimozione dell’eternit che ancora giace sui tetti di molti edifi ci

Il rispetto per gli animali e la natura sono un tema che sta a cuore a molte persone e che è necessario imparare fi n da picco-

li. In Polesine esiste anche un’associazione che si occupa di insegnare, soprattutto ai bambini, questi due principi fondamentali: le Giacche Verdi, un gruppo ambientalista e di tutela ambientale composto da volontari. L’associazione è stata fondata nel 1992 da un gruppo di amici che condividevano la passione per i cavalli e che, insieme, è riuscito a offrire molteplici attività e sevizi. Come quello di formazione ed educazione ambientale, tenuta da una guida ambienta-lista dotata di patentino o da un volontario veterano delle Giacche Verdi, dove vengono spiegate le caratteristiche fi siche e compor-tamentali del cavallo. Inoltre, è possibile partecipare al cosiddetto “Battesimo della Sella”. In queste occasioni vengono allesti-ti paddok e recinzioni provvisorie a basso impatto ambientale dove i cavalli vengono sellati e i bambini possono sperimentare la guida degli animali. Di solito questa attività

si svolge durante manifestazioni particolari come Sagre e Feste paesane. Se qualcuno vuole partecipare, le prossime date saranno il 29 e il 30 Giugno alla Fiera di Fratta Po-lesine e a luglio durante la Festa del Grano di Villamarzana. Ma le attività dell’asso-ciazione non si fermano qui: sono molto bravi anche ad allestire campi base per cavalli e cavalieri in particolari posti come la Golena di Occhiobello, a Panarella e ai Raduni Primaverili ed Autunnali di Rosolina Mare. Insomma, se volete che i vostri fi gli imparino non solo a cavalcare, ma anche a rispettare e conoscere il cavallo e l’ambien-te, questa associazione è un ottimo alleato che è in grado anche di aiutare bambini diversamente abili con corsi di ippoterapia che insegnano come stare a cavallo e come rapportarsi con l’animale. Per maggiori in-formazioni potete contattare la Presidente Regionale: Frida Spoto [email protected] o il Referente Provinciale Sergio Leonardi [email protected].

GIACCHE VERDI IL RISPETTO PER GLI ANIMALI

De.Fo.

telo con nessun materiale perché è fragile e se si rompe sprigiona le polveri di amianto! Io consiglio di rivolgersi a una ditta specializzata per rimuovere l’eternit dai tetti degli edifi ci. Per le superfi ci inferiori ai 10 metri quadrati, esiste anche l’autorimozione a proprio rischio e pericolo. E comunque si deve chiamare un’azienda qualifi cata che smaltisca in modo corretto l’eternit”. Perciò è illegale gettare questo materiale in discariche abusive o lungo le rive di un fi ume, perché si può essere accusati di disastro ambientale.

Anche Legambiente è molto sensibile al tema dell’e-ternit, tanto da aver aderito alla campagna Eternit free: “Dal 1992 l’amianto è divenuto illegale, perciò non si

può più ne produrre eternit ne venderlo – afferma Fede-rico Gianesello, referente provinciale del progetto - però non c’è nessun obbligo di rimozione dell’eternit che anco-ra giace sui tetti di molti edifi ci. Almeno che questo non sia deteriorato o i vicini non facciano una segnalazione”.

“Il nostro progetto – continua Gianesello - permette di smaltire in modo corretto l’eternit e di sostituirlo con pannelli fotovoltaici. Grazie all’incentivo sulle energie rin-novabili il costo dell’operazione – per altro molto elevato - viene ammortizzato dopo qualche anno. Si capisce che a causa della dispendiosità sono poche le aziende che aderiscono al programma; servirebbero politiche adegua-te per un tema così importante come la salute umana”.

16

VIAGGIO IN PROVINCIAROVIGO

Elezioni amministrative in Polesine: in termini asso-luti si sono rivelate un pareggio tra forze di destra e forze di sinistra, tuttavia stavolta il vero vincitore

morale sembra essere il centrosinistra, specie con le vit-torie a Badia e Taglio di Po, due dei maggiori comuni al voto, e con la riconferma a Fratta, grazie a Tiziana Virgi-li. Per quanto riguarda il centrodestra, i risultati parlano di una riconferma a Trecenta, di una riconquista a Lusia e vincendo anche a Giacciano dove correva da solo. Il Carroccio invece, in corsa solo soletto tranne che a Ba-dia, non ha tenuto ed è crollato in maniera evidente, a fronte di disgregazioni e scosse telluriche sia nazionali che locali. A Taglio di Po è uscito vittorioso il centrosinistra, nella persona del ventinovenne candidato sindaco, Francesco Siviero, laureato in sto-ria e politica internazionale all’uni-versità di Padova e attualmente laureando in Politica internazionale e diplomazia. Come libero professionista è consulente nell’ambito della progettazione comuni-taria, con le mansioni di gestione, sia fi nanziaria che operativa, di progetti sostenuti e fi nanziati dalla Comu-nità europea. L’ha spuntata rispetto all’uscente sindaco Marco Ferro, con 91 voti di differenza. Siviero ha rac-colto consensi specie nelle frazioni: a Mazzorno Destro

ha avuto 72 voti contro i 27 di Ferro, 8 per Moro e 4 per la lista della Lega di Isabella Ghinello; a Oca 380 per Siviero, 77 per Ferro, 44 per Moro e 6 per Ghinello; a Gorino Sullam 63 per Siviero, 34 per Ferro, 28 per Moro e 4 per Ghinello. Nel centro, invece, il neo sindaco ha vinto soltanto in tre seggi, mentre negli altri cinque la vittoria è stata per Ferro, ma alla fi ne l’esponente del centrosinistra ha conseguito complessivamente 1.962 voti, Ferro 1.871, Moro 647 e Ghinello 206. A Badia, invece, Gastone Fantato ha vinto nettamente le elezioni comunali ed è stato rieletto sindaco, con il 45,67% con-

tro il 24,35% della lista guidata da Canzio Bonazzi, il 21,60% di Barbara Tomì e l’8,38% della lista di Adino Rossi. Dopo circa un anno di commissariamento, il secondo dopo quello della fi ne di marzo del 2009, è stato riconfermato chi si

era presentato per risanare il bilancio, mettere mano alla macchina comunale e preparare una successione che portasse alla guida del Comune nuovi soggetti. Fan-tato ritrova in consiglio comunale quasi tutti i consiglieri e assessori che gli erano rimasti fedeli. A Lusia, invece, Luca Prando è il nuovo sindaco, che con la lista “Lusia unita” si è aggiudicato il 40% dei voti staccando con 288 preferenze la rivale Paola Seno di “Lusia nel cuo-

re”, mentre a 194 voti di distanza si è attestato Mirko Massaro con “Energia per Lusia” e ultima la Lega Nord con Manuela Pasqualini. “Visto il dato relativo all’asten-sione - ha commentato a caldo il nuovo sindaco - voglia-mo lavorare innanzitutto per ricostruire un dialogo tra i cittadini e i loro rappresentanti”.

A Trecenta la lunga e nervosa campagna elettorale, coronata da alcuni volantini anonimi, riconferma sinda-co Antonio Laruccia, 63 anni, originario della provincia di Bari e uffi ciale di artiglieria nella riserva, ragioniere, direttore amministrativo in una casa di riposo. Lui si è detto molto soddisfatto, anche alla luce delle alleanze trasversali, per cui la vittoria era quasi inaspettata. Rin-novato invece il consiglio comunale: alcuni nomi nuovi si affi ancano infatti a volti noti che siederanno a Villa Trebbi per i prossimi cinque anni. A Fratta Polesine dopo 10 anni di distanza, ritorna la presidente della Provincia Tiziana Virgili, premiata nonostante la frattura interna del centrosinistra (e Giancarlo Olivieri), con più di 200 preferenze.

“Alla fi ne ha pagato l’onestà intellettuale e il rispet-to verso gli altri. Sono felicissima di essere stata eletta sindaco, mi metterò subito al lavoro” ha commentato Tiziana Virgili. A Giacciano con Baruchella il sindaco è Mariella Sperandio, unico candidato presentatosi alle elezioni, anche se la vittoria non era scontata, dato che

la sua lista ha dovuto affrontare due quorum, secondo il testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali.

Ma la Lega è davvero stata inabissata? Massimo Bergamin, braccio destro di Antonello Contiero, ha commentato “Non facciamo drammi, né cerchiamo ali-bi. Prendiamo atto dei risultati e li valutiamo sia per il momento di burrasca sulla Lega, sia per il fatto che ci siamo presentati da soli in comuni dove mai eravamo stati con nostre liste. Da quattro anni stiamo lavorando sul territorio per crescere e radicarci, come nel resto del Veneto. Dobbiamo continuare, grazie anche alle perso-ne che si sono spese candidandosi e che ringraziamo. Vorrei sottolineare anche che avevamo quattro donne su cinque candidate sindaco e che siamo l’unico partito che ha messo il proprio simbolo in gioco”.

di Melania Ruggini

Il vincitore morale di questa tornata elettorale è il Pd che se non altro si è imposto nei comuni più grandi

Elezioni Amministrative Comuni polesani dopo il voto

A Fratta, la Virgili torna a sedersi sulla poltrona del primo cittadino

Bergamin: “Siamo l’unico partito che ha messo il proprio simbolo in gioco”

Nelle segreterie di partito polesane il giorno dopo le elezioni è amaro un po’ per tutti. Amarissimo lo è di certo per la Lega che

da questa tornata elettorale esce con le ossa rotte, non avendo racimolato alcun risultato utile e vedendo fortemente ridimensionata la sua forza nel territorio. Il partito del Carroccio raccoglie solo il modesto 21%, raggiunto da Barbara Tomì, a Badia Polesine, che vale due poltrone in consiglio, ma altrove è buio pesto. A Trecenta, Cinzia Tomasini ha raccolto il 5,45%, Isabella Ghinello a Taglio di Po il 4,39%, a

Fratta Polesine Damiano Cuccolo fa il 2,74%. A Lusia Manuela Pasqualini ha fatto il 13%, due terzi in meno del 37% di due anni fa. Ma un risultato così cocente ha offerto il destro alla lunga lista di persone che nel corso dell’anno si sono autosospese per divergenze con il se-gretario Antonello Contiero, verso il quale oggi additano la responsabilità intera della sconfi tta, invocando pure le sue dimissioni. Il consigliere comunale di Rovigo, Simone Bedendo si è già espresso in tale senso. Ma se la Lega piange, il Pdl non ride e anche la consigliera regionale Isi

Coppola è alle prese con delle lotte intestine. Infatti malgrado la larga vittoria di Antonio La-ruccia a Trecenta, l’affermazione di Luca Prando a Lusia e la vittoria di Mariella Sperandio a Baru-chella, ma correva da sola, altrove il partito non ha brillato e secondo la Coppola in questo caso la colpa sarebbe da addebitare all’ex Renzo Ma-rangon e all’onorevole Luca Bellotti. Entrambi hanno rispedito al mittente le accuse, conver-gendo altrettanto unitariamente nell’imputare lo scarso appeal riscontrato alle urne dal Pdl alle minori risorse regionali oggi disposizione della

Coppola, come ha esplicitato lo stesso Bellotti in un suo comunicato. Timida invece la soddisfa-zione per il Pd che anche senza fare man bassa di comuni e preferenze vince con i suoi candidati nei paesi più importanti del territorio. Vince a Badia grazie a Gastone Fantato (45,67%), an-che se in questo caso il partito si era limitato a dare appoggio esterno, vince a Taglio di Po con il giovanissimo Francesco Siviero (41,86%) e vince soprattutto a Fratta con la presidente della Provincia Tiziana Virgili capace di raccogliere il 42,51% delle preferenze. Fo.Ma.

PIANGE LA LEGA, NON RIDE IL PDFL, SALVO IN EXTREMIS IL PD

Vinti e vincitori, della corsa al municipio

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Page 29: La Piazza di Adria - 2012mag n66

17Spazi aperti

Il 13 febbraio scorso, una sentenza record, condannò a 16 anni di carcere i proprietari degli stabilimenti dell’Eternit di Casale Monferrato e di Cavagnolo, in Pie-

monte. Per i giudici, i due imputati, avrebbero cercato di minimizzare e addirittura di nascondere gli effetti nocivi della sostanza provocando così un disastro ambientale doloso e una omissione volontaria di cautele antinfortunistiche. Insomma hanno provocato una strage. Perché l’amianto è una sostanza che fi nora, in Italia, ha provocato migliaia di morti! Visto questa premessa non rassicurante è importante sapere quale rischio corre il Polesine andando a sentire l’opi-nione di persone esperte. Come l’ingegner Luigi Lovo, referente per l’amianto dello Spisal (Prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’Ulss 18. “In-nanzitutto è doveroso fare una precisazione: l’amianto friabile – ovvero in polvere - e l’eternit sono due cose diverse. Il primo è una sostanza molta pericolosa che,

se inalata, può provocare, anche a distanza di 20 anni, il mesotelioma, il tumore ai polmoni provocato da questa materia prima. La seconda, invece, contiene solo il 13%

di amianto, mentre tutto il resto è cemento. Perciò l’eternit diventa pericoloso solo quando si rompe e libera le polveri d’amianto”. Una diversa pericolosità, quindi, che non è da sottovalutare. “L’amianto, grazie alla sua caratteristica di iso-

lante termico, veniva usato nelle fabbriche per rivestire i macchinari che producevano calore e soprattutto nei forni dei panifi ci. Durante le mie indagini e i miei sopralluoghi ho scoperto, infatti, che il 50% dei forni della Provincia di Rovigo sono ricoperti con questo materiale”. L’ingegnere, però, non si occupa soltanto di scovare l’amianto, ma anche di registrare coloro che vogliono rimuovere l’eternit dai propri tetti. “Di eternit ce n’è molto, anche se non si sa quanto di preciso. E va rimosso in modo corretto, per non recare danno alla salute. Mi raccomando: non ricopri-

di Denise Formigaro

Troppo spesso lungo le scarpate dei fi umi si possono trovare vere e proprie discariche abusive e assolutamente dannose

Materiali pericolosi Lo smaltimento dell’amianto, operazione da affi dare ad esperti

Eternit una minaccia anche in Polesine

Non c’è nessun obbligo di rimozione dell’eternit che ancora giace sui tetti di molti edifi ci

Il rispetto per gli animali e la natura sono un tema che sta a cuore a molte persone e che è necessario imparare fi n da picco-

li. In Polesine esiste anche un’associazione che si occupa di insegnare, soprattutto ai bambini, questi due principi fondamentali: le Giacche Verdi, un gruppo ambientalista e di tutela ambientale composto da volontari. L’associazione è stata fondata nel 1992 da un gruppo di amici che condividevano la passione per i cavalli e che, insieme, è riuscito a offrire molteplici attività e sevizi. Come quello di formazione ed educazione ambientale, tenuta da una guida ambienta-lista dotata di patentino o da un volontario veterano delle Giacche Verdi, dove vengono spiegate le caratteristiche fi siche e compor-tamentali del cavallo. Inoltre, è possibile partecipare al cosiddetto “Battesimo della Sella”. In queste occasioni vengono allesti-ti paddok e recinzioni provvisorie a basso impatto ambientale dove i cavalli vengono sellati e i bambini possono sperimentare la guida degli animali. Di solito questa attività

si svolge durante manifestazioni particolari come Sagre e Feste paesane. Se qualcuno vuole partecipare, le prossime date saranno il 29 e il 30 Giugno alla Fiera di Fratta Po-lesine e a luglio durante la Festa del Grano di Villamarzana. Ma le attività dell’asso-ciazione non si fermano qui: sono molto bravi anche ad allestire campi base per cavalli e cavalieri in particolari posti come la Golena di Occhiobello, a Panarella e ai Raduni Primaverili ed Autunnali di Rosolina Mare. Insomma, se volete che i vostri fi gli imparino non solo a cavalcare, ma anche a rispettare e conoscere il cavallo e l’ambien-te, questa associazione è un ottimo alleato che è in grado anche di aiutare bambini diversamente abili con corsi di ippoterapia che insegnano come stare a cavallo e come rapportarsi con l’animale. Per maggiori in-formazioni potete contattare la Presidente Regionale: Frida Spoto [email protected] o il Referente Provinciale Sergio Leonardi [email protected].

GIACCHE VERDI IL RISPETTO PER GLI ANIMALI

De.Fo.

telo con nessun materiale perché è fragile e se si rompe sprigiona le polveri di amianto! Io consiglio di rivolgersi a una ditta specializzata per rimuovere l’eternit dai tetti degli edifi ci. Per le superfi ci inferiori ai 10 metri quadrati, esiste anche l’autorimozione a proprio rischio e pericolo. E comunque si deve chiamare un’azienda qualifi cata che smaltisca in modo corretto l’eternit”. Perciò è illegale gettare questo materiale in discariche abusive o lungo le rive di un fi ume, perché si può essere accusati di disastro ambientale.

Anche Legambiente è molto sensibile al tema dell’e-ternit, tanto da aver aderito alla campagna Eternit free: “Dal 1992 l’amianto è divenuto illegale, perciò non si

può più ne produrre eternit ne venderlo – afferma Fede-rico Gianesello, referente provinciale del progetto - però non c’è nessun obbligo di rimozione dell’eternit che anco-ra giace sui tetti di molti edifi ci. Almeno che questo non sia deteriorato o i vicini non facciano una segnalazione”.

“Il nostro progetto – continua Gianesello - permette di smaltire in modo corretto l’eternit e di sostituirlo con pannelli fotovoltaici. Grazie all’incentivo sulle energie rin-novabili il costo dell’operazione – per altro molto elevato - viene ammortizzato dopo qualche anno. Si capisce che a causa della dispendiosità sono poche le aziende che aderiscono al programma; servirebbero politiche adegua-te per un tema così importante come la salute umana”.

252525Spazi aperti16

VIAGGIO IN PROVINCIAROVIGO

Elezioni amministrative in Polesine: in termini asso-luti si sono rivelate un pareggio tra forze di destra e forze di sinistra, tuttavia stavolta il vero vincitore

morale sembra essere il centrosinistra, specie con le vit-torie a Badia e Taglio di Po, due dei maggiori comuni al voto, e con la riconferma a Fratta, grazie a Tiziana Virgi-li. Per quanto riguarda il centrodestra, i risultati parlano di una riconferma a Trecenta, di una riconquista a Lusia e vincendo anche a Giacciano dove correva da solo. Il Carroccio invece, in corsa solo soletto tranne che a Ba-dia, non ha tenuto ed è crollato in maniera evidente, a fronte di disgregazioni e scosse telluriche sia nazionali che locali. A Taglio di Po è uscito vittorioso il centrosinistra, nella persona del ventinovenne candidato sindaco, Francesco Siviero, laureato in sto-ria e politica internazionale all’uni-versità di Padova e attualmente laureando in Politica internazionale e diplomazia. Come libero professionista è consulente nell’ambito della progettazione comuni-taria, con le mansioni di gestione, sia fi nanziaria che operativa, di progetti sostenuti e fi nanziati dalla Comu-nità europea. L’ha spuntata rispetto all’uscente sindaco Marco Ferro, con 91 voti di differenza. Siviero ha rac-colto consensi specie nelle frazioni: a Mazzorno Destro

ha avuto 72 voti contro i 27 di Ferro, 8 per Moro e 4 per la lista della Lega di Isabella Ghinello; a Oca 380 per Siviero, 77 per Ferro, 44 per Moro e 6 per Ghinello; a Gorino Sullam 63 per Siviero, 34 per Ferro, 28 per Moro e 4 per Ghinello. Nel centro, invece, il neo sindaco ha vinto soltanto in tre seggi, mentre negli altri cinque la vittoria è stata per Ferro, ma alla fi ne l’esponente del centrosinistra ha conseguito complessivamente 1.962 voti, Ferro 1.871, Moro 647 e Ghinello 206. A Badia, invece, Gastone Fantato ha vinto nettamente le elezioni comunali ed è stato rieletto sindaco, con il 45,67% con-

tro il 24,35% della lista guidata da Canzio Bonazzi, il 21,60% di Barbara Tomì e l’8,38% della lista di Adino Rossi. Dopo circa un anno di commissariamento, il secondo dopo quello della fi ne di marzo del 2009, è stato riconfermato chi si

era presentato per risanare il bilancio, mettere mano alla macchina comunale e preparare una successione che portasse alla guida del Comune nuovi soggetti. Fan-tato ritrova in consiglio comunale quasi tutti i consiglieri e assessori che gli erano rimasti fedeli. A Lusia, invece, Luca Prando è il nuovo sindaco, che con la lista “Lusia unita” si è aggiudicato il 40% dei voti staccando con 288 preferenze la rivale Paola Seno di “Lusia nel cuo-

re”, mentre a 194 voti di distanza si è attestato Mirko Massaro con “Energia per Lusia” e ultima la Lega Nord con Manuela Pasqualini. “Visto il dato relativo all’asten-sione - ha commentato a caldo il nuovo sindaco - voglia-mo lavorare innanzitutto per ricostruire un dialogo tra i cittadini e i loro rappresentanti”.

A Trecenta la lunga e nervosa campagna elettorale, coronata da alcuni volantini anonimi, riconferma sinda-co Antonio Laruccia, 63 anni, originario della provincia di Bari e uffi ciale di artiglieria nella riserva, ragioniere, direttore amministrativo in una casa di riposo. Lui si è detto molto soddisfatto, anche alla luce delle alleanze trasversali, per cui la vittoria era quasi inaspettata. Rin-novato invece il consiglio comunale: alcuni nomi nuovi si affi ancano infatti a volti noti che siederanno a Villa Trebbi per i prossimi cinque anni. A Fratta Polesine dopo 10 anni di distanza, ritorna la presidente della Provincia Tiziana Virgili, premiata nonostante la frattura interna del centrosinistra (e Giancarlo Olivieri), con più di 200 preferenze.

“Alla fi ne ha pagato l’onestà intellettuale e il rispet-to verso gli altri. Sono felicissima di essere stata eletta sindaco, mi metterò subito al lavoro” ha commentato Tiziana Virgili. A Giacciano con Baruchella il sindaco è Mariella Sperandio, unico candidato presentatosi alle elezioni, anche se la vittoria non era scontata, dato che

la sua lista ha dovuto affrontare due quorum, secondo il testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali.

Ma la Lega è davvero stata inabissata? Massimo Bergamin, braccio destro di Antonello Contiero, ha commentato “Non facciamo drammi, né cerchiamo ali-bi. Prendiamo atto dei risultati e li valutiamo sia per il momento di burrasca sulla Lega, sia per il fatto che ci siamo presentati da soli in comuni dove mai eravamo stati con nostre liste. Da quattro anni stiamo lavorando sul territorio per crescere e radicarci, come nel resto del Veneto. Dobbiamo continuare, grazie anche alle perso-ne che si sono spese candidandosi e che ringraziamo. Vorrei sottolineare anche che avevamo quattro donne su cinque candidate sindaco e che siamo l’unico partito che ha messo il proprio simbolo in gioco”.

di Melania Ruggini

Il vincitore morale di questa tornata elettorale è il Pd che se non altro si è imposto nei comuni più grandi

Elezioni Amministrative Comuni polesani dopo il voto

A Fratta, la Virgili torna a sedersi sulla poltrona del primo cittadino

Bergamin: “Siamo l’unico partito che ha messo il proprio simbolo in gioco”

Nelle segreterie di partito polesane il giorno dopo le elezioni è amaro un po’ per tutti. Amarissimo lo è di certo per la Lega che

da questa tornata elettorale esce con le ossa rotte, non avendo racimolato alcun risultato utile e vedendo fortemente ridimensionata la sua forza nel territorio. Il partito del Carroccio raccoglie solo il modesto 21%, raggiunto da Barbara Tomì, a Badia Polesine, che vale due poltrone in consiglio, ma altrove è buio pesto. A Trecenta, Cinzia Tomasini ha raccolto il 5,45%, Isabella Ghinello a Taglio di Po il 4,39%, a

Fratta Polesine Damiano Cuccolo fa il 2,74%. A Lusia Manuela Pasqualini ha fatto il 13%, due terzi in meno del 37% di due anni fa. Ma un risultato così cocente ha offerto il destro alla lunga lista di persone che nel corso dell’anno si sono autosospese per divergenze con il se-gretario Antonello Contiero, verso il quale oggi additano la responsabilità intera della sconfi tta, invocando pure le sue dimissioni. Il consigliere comunale di Rovigo, Simone Bedendo si è già espresso in tale senso. Ma se la Lega piange, il Pdl non ride e anche la consigliera regionale Isi

Coppola è alle prese con delle lotte intestine. Infatti malgrado la larga vittoria di Antonio La-ruccia a Trecenta, l’affermazione di Luca Prando a Lusia e la vittoria di Mariella Sperandio a Baru-chella, ma correva da sola, altrove il partito non ha brillato e secondo la Coppola in questo caso la colpa sarebbe da addebitare all’ex Renzo Ma-rangon e all’onorevole Luca Bellotti. Entrambi hanno rispedito al mittente le accuse, conver-gendo altrettanto unitariamente nell’imputare lo scarso appeal riscontrato alle urne dal Pdl alle minori risorse regionali oggi disposizione della

Coppola, come ha esplicitato lo stesso Bellotti in un suo comunicato. Timida invece la soddisfa-zione per il Pd che anche senza fare man bassa di comuni e preferenze vince con i suoi candidati nei paesi più importanti del territorio. Vince a Badia grazie a Gastone Fantato (45,67%), an-che se in questo caso il partito si era limitato a dare appoggio esterno, vince a Taglio di Po con il giovanissimo Francesco Siviero (41,86%) e vince soprattutto a Fratta con la presidente della Provincia Tiziana Virgili capace di raccogliere il 42,51% delle preferenze. Fo.Ma.

PIANGE LA LEGA, NON RIDE IL PDFL, SALVO IN EXTREMIS IL PD

Vinti e vincitori, della corsa al municipio

Page 30: La Piazza di Adria - 2012mag n66

19Mondo scuola

Riparte la macchina della formazione dei docenti scolastici e, forse, anche quella del loro arruolamento. Nel 2008 le

Scuole di specializzazione per l’istruzione secondaria furono chiuse e le graduatorie permanenti furono trasformate in graduatorie ad esaurimento con l’obiettivo di eliminare gli insegnanti precari. A partire dal 2010 era stata prevista la riattivazione dei concor-si ordinari ma, anche in seguito al cambio di governo, il meccanismo si è inceppato. Negli ultimi cinque anni non è stato previsto alcun

percorso di formazione per nuovi docenti e per gli arruolamenti si è attinto alle gradua-torie ad esaurimento e ai vincitori del concorso del 1999. Con un recente decreto il ministro dell’istruzione Francesco Profumo ha attivato il Tirocinio formativo attivo, di durata annuale.

Rispetto alla vecchia Ssis è stato “scontato” un anno ma i costi rimangono alti, tra 2500 e 3000 euro, e soprattutto il risultato fi nale è di-verso. Dopo una complessa selezione iniziale, la frequenza del tirocinio e il superamento del-la prova fi nale, il Tfa abilita all’insegnamento e dà accesso alle graduatorie di seconda fascia. Solo per le supplenze assegnate dai dirigenti scolastici. Teresa Bradiani, segretario provincia-le della Flc Cgil, denuncia la mancanza di un aggancio effi cace fra il sistema di formazione e l’arruolamento: alcune dichiarazioni del

ministro lasciano intravedere l’intenzione di ripristinare i concorsi ordinari ma nel decreto relativo al Tfa non se ne parla. In un contesto già complicato dalla presenza di precari che lavorano da anni senza avere l’abilitazione, si sta attivando un percorso lungo e farragino-so, che grava anche su istituzioni scolastiche già provate da tagli economici: ad esempio, i tirocinanti dovrebbero essere affi ancati da tutor interni alle scuole ma mancano i fondi per la formazione di queste fi gure guida. C’è

malumore per la mancata attivazione del Tfa per le materie di ambito artistico-musicale e, soprattutto, l’innalzamento dell’età pensiona-bile limiterà notevolmente le nuove assunzioni almeno per i prossimi 4 o 5 anni. Il segreta-rio della Flc Cgil conclude che forse sarebbe stato meglio ripristinare da subito i concorsi e destinare i fondi disponibili alla formazione permanente degli insegnanti, che attualmente devono provvedervi a proprie spese, senza alcuna agevolazione.

di Mattia De Poli

I corsi durano un anno in meno ma i costi rimangono alti, tra 2500 e 3000 euro, e soprattutto il risultato fi nale è diverso

Istruzione Insegnati schiacciati tra formazione e arruolamento

Dopo la Ssis arriva il Tfa ma è polemica

NEWS Graziella Priulla ha presentato“L’ITALIA DELL’IGNORANZA. CRISI DELLA SCUOLA E DECLINO DEL PAESE”

In un incontro disertato da politici, amministratori e scarsamente partecipato anche da membri del mondo della scuola, l’Accademia dei Concordi di

Rovigo ha ospitato lo scorso maggio Graziella Priul-la, docente di sociologia della comunicazione all’U-niversità di Catania e autrice del libro “L’Italia dell’i-

gnoranza. Crisi della scuola e declino del Paese”. La professoressa ha denunciato la perdita di credibilità della scuola nella società italiana: lo “spread cultu-rale” nazionale. Se una volta la scuola era noiosa, oggi pone soprattutto un problema di senso: perché i giovani dovrebbero essere stimolati a studiare? An-

che grazie alle affermazioni di certi politici l’ignoran-za è stata “sdoganata”, è divenuta motivo di vanto. La familiarità con i nuovi mezzi di comunicazione ha indebolito la capacità di guardare in prospettiva: si pretende tutto subito. Antonio Lodo, dirigente sco-lastico adriese, nel suo intervento ha espresso co-

munque fi ducia nel futuro della scuola, intesa come servizio e qualità, e ha individuato come priorità la formazione e la valutazione dei docenti: solo così si potrà realizzare una scuola inclusiva e allo stesso tempo rigorosa, capace di contrastare dispersione e abbandono scolastico. M.D.P.

Nella foto piccola Teresa Bradiani, segretario provinciale della Flc CgilI tirocinanti

dovrebbero essere affi ancati da tutor interni alle scuole ma mancano i fondi

Graziella Priulla

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Page 31: La Piazza di Adria - 2012mag n66

19Mondo scuola

Riparte la macchina della formazione dei docenti scolastici e, forse, anche quella del loro arruolamento. Nel 2008 le

Scuole di specializzazione per l’istruzione secondaria furono chiuse e le graduatorie permanenti furono trasformate in graduatorie ad esaurimento con l’obiettivo di eliminare gli insegnanti precari. A partire dal 2010 era stata prevista la riattivazione dei concor-si ordinari ma, anche in seguito al cambio di governo, il meccanismo si è inceppato. Negli ultimi cinque anni non è stato previsto alcun

percorso di formazione per nuovi docenti e per gli arruolamenti si è attinto alle gradua-torie ad esaurimento e ai vincitori del concorso del 1999. Con un recente decreto il ministro dell’istruzione Francesco Profumo ha attivato il Tirocinio formativo attivo, di durata annuale.

Rispetto alla vecchia Ssis è stato “scontato” un anno ma i costi rimangono alti, tra 2500 e 3000 euro, e soprattutto il risultato fi nale è di-verso. Dopo una complessa selezione iniziale, la frequenza del tirocinio e il superamento del-la prova fi nale, il Tfa abilita all’insegnamento e dà accesso alle graduatorie di seconda fascia. Solo per le supplenze assegnate dai dirigenti scolastici. Teresa Bradiani, segretario provincia-le della Flc Cgil, denuncia la mancanza di un aggancio effi cace fra il sistema di formazione e l’arruolamento: alcune dichiarazioni del

ministro lasciano intravedere l’intenzione di ripristinare i concorsi ordinari ma nel decreto relativo al Tfa non se ne parla. In un contesto già complicato dalla presenza di precari che lavorano da anni senza avere l’abilitazione, si sta attivando un percorso lungo e farragino-so, che grava anche su istituzioni scolastiche già provate da tagli economici: ad esempio, i tirocinanti dovrebbero essere affi ancati da tutor interni alle scuole ma mancano i fondi per la formazione di queste fi gure guida. C’è

malumore per la mancata attivazione del Tfa per le materie di ambito artistico-musicale e, soprattutto, l’innalzamento dell’età pensiona-bile limiterà notevolmente le nuove assunzioni almeno per i prossimi 4 o 5 anni. Il segreta-rio della Flc Cgil conclude che forse sarebbe stato meglio ripristinare da subito i concorsi e destinare i fondi disponibili alla formazione permanente degli insegnanti, che attualmente devono provvedervi a proprie spese, senza alcuna agevolazione.

di Mattia De Poli

I corsi durano un anno in meno ma i costi rimangono alti, tra 2500 e 3000 euro, e soprattutto il risultato fi nale è diverso

Istruzione Insegnati schiacciati tra formazione e arruolamento

Dopo la Ssis arriva il Tfa ma è polemica

NEWS Graziella Priulla ha presentato“L’ITALIA DELL’IGNORANZA. CRISI DELLA SCUOLA E DECLINO DEL PAESE”

In un incontro disertato da politici, amministratori e scarsamente partecipato anche da membri del mondo della scuola, l’Accademia dei Concordi di

Rovigo ha ospitato lo scorso maggio Graziella Priul-la, docente di sociologia della comunicazione all’U-niversità di Catania e autrice del libro “L’Italia dell’i-

gnoranza. Crisi della scuola e declino del Paese”. La professoressa ha denunciato la perdita di credibilità della scuola nella società italiana: lo “spread cultu-rale” nazionale. Se una volta la scuola era noiosa, oggi pone soprattutto un problema di senso: perché i giovani dovrebbero essere stimolati a studiare? An-

che grazie alle affermazioni di certi politici l’ignoran-za è stata “sdoganata”, è divenuta motivo di vanto. La familiarità con i nuovi mezzi di comunicazione ha indebolito la capacità di guardare in prospettiva: si pretende tutto subito. Antonio Lodo, dirigente sco-lastico adriese, nel suo intervento ha espresso co-

munque fi ducia nel futuro della scuola, intesa come servizio e qualità, e ha individuato come priorità la formazione e la valutazione dei docenti: solo così si potrà realizzare una scuola inclusiva e allo stesso tempo rigorosa, capace di contrastare dispersione e abbandono scolastico. M.D.P.

Nella foto piccola Teresa Bradiani, segretario provinciale della Flc CgilI tirocinanti

dovrebbero essere affi ancati da tutor interni alle scuole ma mancano i fondi

Graziella Priulla

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20 Personaggio

Il Polesine è un insieme unico di bellezze naturalistiche e di fauna spettacolare. E a rendere giustizia a questo scenario

pieno di meraviglie ci sono pittori, scultori, scrittori e artisti di tutti i generi. Un esempio illustre di tutto ciò è Alberto Cristini, pit-tore e scultore di 52 anni nato a Rovigo. “Ho iniziato molto presto ad appassionarmi al mondo dell’arte – racconta Cristini - già all’età di otto anni, infatti, comincia a dipin-gere. Il merito fu di mia madre che, per il mio compleanno, mi regalò una scatola di colori a olio. Poi, però, non ho più avuto il tempo di dedicarmi alla mia passione, perché sono stato costretto a dedicarmi completamente allo studio”. Ma una volta terminata la scuola, Alberto sentì ancora il bisogno di esprimere la sua creatività: “Nel 1989, ripresi a dipingere e frequentai anche alcuni corsi artistici, ma nulla di accademico. Perciò io sono un autodidatta, che grazie alla mia costanza e al mio impegno sono

riuscito a realizzare le mie opere. Però non amo defi nirmi un grande artista: sono una persona che si è applicata e dopo ore e ore di fatica ha ottenuto il risultato voluto”. Nel-la vita perciò non ci vuole solo talento, ma anche forza di volontà per realizzare i so-gni. “Durante la mia carriera ho partecipato a tante mostre e ho esposto sia i miei quadri sia le mie sculture. Ho girato praticamente tutto il mondo. Da Rovigo sono andato a Roma, Ferrara, Bologna. Per poi approda-re anche all’estero: New York, Monaco di Baviera, Vienna, San Francisco”. Ma quali sono i soggetti di questi sue opere? “Di solito, per quanto riguarda le sculture amo realizzare fi gure umane in movimento per riuscire a trasmettere il peso della materia e contrastare la forza di gravità. Io utilizzo come materiale da costruzione il bronzo. Queste mie sculture si possono ammirare il 28 giugno al museo celtico di Monteren-zio, un paese vicino a Bologna. Sarà una

mostra particolare dove verranno messe a confronto le opere di 3mila anni fa, con quelle che realizzo io ora. Illustrerò anche le diverse tecniche di lavorazione e le so-miglianze che le sculture di epoche diverse possono avere”. Insomma un confronto tra antico e moderno. “Per quanto riguarda, in-vece, i miei dipinti, farò una mostra a San Francisco i primi di agosto, dove esporrò i miei quadri ad acquerello. I soggetti sono di solito paesaggi perché è da loro che riesco a trarre maggiore ispirazione. E devo dire che ho dipinto tantissimo la natura presente nel Delta del Po. Amo molto questa terra e voglio che anche gli altri possano scoprire i territori bellissimi in cui viviamo”.

Ma Cristini non ama solo dipingere; è anche un bravissimo nuotatore: “Da piccolo ho iniziato praticando nuoto tradizionale e agonistico. Poi mi sono dedicato al nuoto come avventura, ovvero facevo le attraver-sate. Infi ne, ho deciso di coniugare la mia

passione della pittura a quella del nuoto e ho inventato la nuoto pittura, che io amo chiamare il nuoto come emozione. Perciò mentre faccio le traversate dipingo e ascol-to musica. Accanto a me, infatti, c’è una piattaforma, la water boat, con dei musi-

cisti che suonano la mia musica preferita, ovvero la musica americana tipo Whitney Houston. Questa riesce a creare delle vi-brazioni nell’acqua che aumentano la mia ispirazione”.

di Denise Formigaro

“Facevo le attraversate a nuoto, oggi ci ho aggiunto anche l’arte quindi: nuoto dipingo e ascolto musica, tutto contemporaneamente”

Alberto Cristini Le sue opere presto in mostra a Monterenzio e San Francisco

L’ideatore della nuoto pittura

Nella foto piccola Alberto Cristini e una delle sue opere

Appassionato d’arte fi n da giovane ha dedicato diverse tele alla sua terra, il Polesine

21Cultura provinciale

I fumetti hanno diritto di cittadinanza nel mondo della cultura? Di sicuro faticano ancora a trovare uno spazio proprio, magari accanto alla letteratura e alla pittura,

ma grazie alla pressione graduale e costante esercitata da un numero sempre crescente di persone di tutte le età anche vignette, strisce e tavole stanno iniziando a godere di una sempre maggiore considerazione. I primi effetti si sono manifestati ormai quasi dieci anni fa’: nel 2004, infatti, un quotidiano nazionale ha pro-posto ai suoi lettori una collana di “classici del fumetto”, non diversamente dalle collane dei classici della letteratura o dei ma-estri dell’arte. I “comics”, per dirla con un termine tecnico mutuato dall’inglese, si presentano oggi come una realtà multiforme: basta confrontare i disegni e le storie di Tex, Diabolik o Corto Maltese con quelle dei “manga” giappo-nesi per rendersi conto delle differenze ma anche della diffusione planetaria del fenomeno. Si stanno diffonden-do le scuole di “comics”, specifi che per fumettisti, e sono

in continua crescita le fumetterie, i negozi specializzati nella vendita di fumetti di ogni genere, capaci di rispon-dere alle richieste di una clientela sempre più esigente. Andrea Visentin, titolare della fumetteria Deltacomics di Rovigo, spiega che la passione per il fumetto è trasversa-le, accomuna adolescenti, giovani, adulti e anziani. Se nei decenni passati era una prerogativa quasi esclusivamente

maschile, oggi sta emergendo un crescente interesse per i “co-mics” anche tra le ragazze e le donne, sia come lettrici che come disegnatrici: secondo Visentin, questo aspetto è rilevabile anche nella scelta delle storie e nel pun-

to di vista adottato. Il fenomeno di massa più evidente è rappresentato dagli appuntamenti che gli appassionati organizzano in diverse città d’Italia: la manifestazione in-ternazionale “Lucca comics & games”, che si svolge ogni anno a novembre, ha fornito da apripista per tante analo-ghe iniziative proposte a Roma, a Milano, a Pordenone. E quest’anno per la prima volta anche a Rovigo. Delta

comics e l’associazione rodigina “Comics trip” dal 2009 organizzano a Villanova del Ghebbo il primo weekend di novembre il “Comics day”, una 24 ore del fumetto. Forti di questa esperienza, a fi ne maggio hanno promosso la prima edizione di “Rovigo comics”: il centro commerciale “Le Torri” ha ospitato diversi disegnatori, quali Giuseppe De Luca e Ketty Formaggio, autori dell’illustrazione origi-nale utilizzata come locandina della manifestazione, e ha destinato un’apposita area espositiva per una mostra di tavole originali. Grazie alla collaborazione della Bhc (Best horror cos play), l’iniziativa ha ospitato anche un gran nu-mero di appassionati di cosplay: circa trecento persone si sono presentate nei panni dei loro beniamini del fumetto o delle serie televisive, imitandoli non sono nell’aspetto ma anche nell’atteggiamento e nel modo di esprimersi. L’associazione “Le due torri”, infi ne, ha curato l’area “ga-mes”: tornei di Pathfi nder, giochi di ruolo e da tavolo.

di Mattia De Poli

Tra gli organizzatori oltre alle associazioni, Delta comics e “Comics trip”, il centro commerciale “Le Torri” che ha ospitato Giuseppe De Luca e Ketty Formaggio

Fumetti Un fenomeno sempre più di massa, aumenta il numero delle manifestazioni

Anche a Rovigo sbarca il “Comics day”

La locandina dell’iniziativa con i principali eroi dei fumetti

L’iniziativa ha ospitato anche un gran numero di appassionati di cosplay: circa trecento persone

Secondo l’intenzione dell’autore, “Le pèche dell’orco” è

il viaggio in un mondo parallelo “sulle tracce della realtà e del mito nella tradizione contadina polesana”. Adriano Romagnolo, originario di Ceregnano, insegnante di materie letterarie e dirigente scolastico, volontario dell’Auser, coltiva da anni un particolare interesse per la storia e le tradizioni locali. La sua ultima fatica letteraria è “nata per caso”: l’autore racconta che inizialmente gli era stata richiesta una ricerca sul “fi lò” e che poi gli era stato commissionato un saggio sul culto dei morti in Polesine, ed è nata così questa sorta di enciclopedia dei personaggi e dei luoghi caratteristici della provincia di Rovigo. Terra di “misteri” e di “orrori”, popolata da spiriti folletti, da fate buone e da fate cattive, dal “bonbasin”, dal “cuntafole” e dal Torototela. Vi si trovano storie e fi gure conosciute da tutti fi no a cinquant’anni fa, quando il legame con la terra e la na-tura era molto stretto e in ogni cosa si scorgeva una scintilla di vita e divina, quando le relazioni tra le persone e con il mondo erano fondate su usanze secolari, credenze e superstizioni. Romagnolo ha cercato notizie negli articoli di giornale, negli studi di etnografi a, ed è riuscito a ricostruire, almeno nell’archi-tettura essenziale, il mondo contadino polesano, radicato nella famiglia di tipo patriarcale e intriso di spiritualità. E’ la cultura di una realtà che oggi non esiste più e che rischia di andare irrimediabilmente perduta. Di una terra segnata dall’acqua, dal corso dell’Adige, del Po e del Canalbianco e dalle loro rotte e inondazioni. Di una terra paludosa e mutevole, di bonifi che e di isolamento, dove i soprannomi e l’infl essione dialettale garantivano il legame con un territorio e servivano da difesa rispetto al “foresto”.

Il libro di Adriano Romagnolo

M.D.P.

“Le pèche dell’orco”

E’ nata solo da pochi mesi ma sta già dimostrando una

straordinaria vitalità. L’associazione rodigina “Le due torri”, nata dalla volontà di quattro giova-ni e grazie al supporto di altre associazioni lu-diche, è stata costituita legalmente lo scorso febbraio e conta oggi dodici iscritti. All’inizio di maggio il Comune di Rovigo ha concesso loro come sede una stanza a Sant’Apollinare, in via don Aser Porta 49, disponibile il lunedì sera e il sabato pomeriggio. Uno degli ideatori, il vicepresidente Matteo Chiarion, racconta che i membri di questa associazione sono accomunati dalla passione per i giochi di ruolo: “Il gioco ha un profondo valore sociale, rappresentando un’opportunità per conoscere altre persone e per divertirsi insieme, e siamo convinti che a Rovigo molte persone condividano la nostra passione o siano curiose di provare questa esperienza: per questo ci proponiamo come punto di riferimento”. Le attività dell’associazione spaziano dai giochi da tavolo ai giochi di ruolo, da giochi di carte ai lego per i più piccoli. La prima uscita pubblica risale al 21 e 22 aprile, con la partecipazione a “Este in gioco”, mentre il 26 e 27 maggio hanno collaborato a “Rovigo comics”, curando l’area “games”. A giugno l’associazione “Le due torri” parteciperà alle attività di gioco di “Ferrara comics”, ma l’appuntamento più importante è la “Festa dello sport” nel quartiere cittadino di San Pio X: dal 10 al 18 giugno, infatti, gli associati promuoveranno e organizzeranno eventi ludici di vario genere.

Associazioni

IN BREVE

Promuovere e va-lorizzare i rodigini che si dedicano

con successo alla scrit-tura o che coltivano vari talenti artisti, offrendo loro il meritato risalto e uno spazio che di solito non trovano facilmente: con questo obiettivo Loredana Capellazzo e Roberta Fava curano su “Veneto oggi, il canale 632 del digitale terrestre, la trasmissione “Terra che scorre”. La trasmissione è andata in onda la prima volta il 20 marzo scorso, in coincidenza con la giornata mondiale della poesia, e da allora ha continuato a destare un sempre maggiore interesse. Le puntate sono state inserite stabilmente nel palinsesto della rete e vengono trasmesse tutti i lunedì alle 10, alle 18 e alle 22.30 circa, con repliche il sabato e in altri momenti della settimana. L’iniziativa, che ha visto anche la valida colla-borazione di Ludovica Mazzucato, proseguirà fi no alla fi ne di giugno ma è già stata confermata nella programmazione a partire dal prossimo settembre. La maggior parte degli ospiti proviene dall’esperienza del laboratorio di scrittura creativa, un’attività dell’associazione culturale “Renzo Barbujani” curata da Loredana Capellazzo per la prosa e da Roberta Fava per la poesia. Questa iniziativa, avviata dalla stessa Capellazzo insieme a Paola Trivellato, è giunta all’ottava edizione, prevede incontri a cadenza quindicinale nei mesi da otto-bre a maggio e si conclude con la realizzazione di una raccolta antologica. I risultati sono incoraggianti: molti dei corsisti hanno ottenuto premi in diversi concorsi nazionali.

La trasmissione “Terra che scorre”UNA FINESTRA PER GLI ARTISTI

“Parole in forma di po-esia”: così Arnaldo Pavarin presenta le

sue liriche, espressione di uno spirito umile ma molto generoso e dotato di profonda sensibilità, come ben rivela già il titolo della raccolta: “Un cuore spazioso”. E come testimonia il suo attivo im-pegno sia sul fronte sociale che sul fronte culturale. Nel 1996 è stato tra i fondatori della cooperativa sociale “Aliante” e per anni ne ha rivestito la carica di vicepresidente. Dopo una particolare esperienza a Roma in occasione del Giubileo, nel 2000 è stato tra i fondatori dell’associazione “Renzo Barbujani”, un’associazione culturale ma che presta grande attenzione alla solidarietà e alla socialità. Ma già dall’età di diciotto anni Pavarin ha iniziato anche a scrivere, in dialetto e in italiano, nel 1978 entra nell’Antologia dei poeti polesani con la poesia “Polesine”, e dal 2004 segue il laboratorio di scrittura creativa, tenuto da Loredana Capellazzo e Roberta Fava: le segnalazioni e i premi conseguiti in diversi premi nazionali e internazionali sono la prova tan-gibile del suo talento. Poeta delicato e ironico, mai sopra le righe ma fermo e coerente, dai suoi versi fa emergere un mondo personale ricco di relazioni umane e pervaso di spiritualità. I ricordi e il confronto, spesso deludente, tra un passato perduto e il presente non cancellano la speranza di un futuro migliore, anzi danno la forza e la spinta per un sempre maggiore impegno, perché “la speranza l’è tuta qua: / pensare ‘na società più giusta / mantegnendo par intiero / radise e valori”.

Il poeta ARNALDO PAVARIN

M.D.P. M.D.P.M.D.P.

È NATA LA “LE DUE TORRI”

28 Personaggio2828 Personaggio

Page 33: La Piazza di Adria - 2012mag n66

20 Personaggio

Il Polesine è un insieme unico di bellezze naturalistiche e di fauna spettacolare. E a rendere giustizia a questo scenario

pieno di meraviglie ci sono pittori, scultori, scrittori e artisti di tutti i generi. Un esempio illustre di tutto ciò è Alberto Cristini, pit-tore e scultore di 52 anni nato a Rovigo. “Ho iniziato molto presto ad appassionarmi al mondo dell’arte – racconta Cristini - già all’età di otto anni, infatti, comincia a dipin-gere. Il merito fu di mia madre che, per il mio compleanno, mi regalò una scatola di colori a olio. Poi, però, non ho più avuto il tempo di dedicarmi alla mia passione, perché sono stato costretto a dedicarmi completamente allo studio”. Ma una volta terminata la scuola, Alberto sentì ancora il bisogno di esprimere la sua creatività: “Nel 1989, ripresi a dipingere e frequentai anche alcuni corsi artistici, ma nulla di accademico. Perciò io sono un autodidatta, che grazie alla mia costanza e al mio impegno sono

riuscito a realizzare le mie opere. Però non amo defi nirmi un grande artista: sono una persona che si è applicata e dopo ore e ore di fatica ha ottenuto il risultato voluto”. Nel-la vita perciò non ci vuole solo talento, ma anche forza di volontà per realizzare i so-gni. “Durante la mia carriera ho partecipato a tante mostre e ho esposto sia i miei quadri sia le mie sculture. Ho girato praticamente tutto il mondo. Da Rovigo sono andato a Roma, Ferrara, Bologna. Per poi approda-re anche all’estero: New York, Monaco di Baviera, Vienna, San Francisco”. Ma quali sono i soggetti di questi sue opere? “Di solito, per quanto riguarda le sculture amo realizzare fi gure umane in movimento per riuscire a trasmettere il peso della materia e contrastare la forza di gravità. Io utilizzo come materiale da costruzione il bronzo. Queste mie sculture si possono ammirare il 28 giugno al museo celtico di Monteren-zio, un paese vicino a Bologna. Sarà una

mostra particolare dove verranno messe a confronto le opere di 3mila anni fa, con quelle che realizzo io ora. Illustrerò anche le diverse tecniche di lavorazione e le so-miglianze che le sculture di epoche diverse possono avere”. Insomma un confronto tra antico e moderno. “Per quanto riguarda, in-vece, i miei dipinti, farò una mostra a San Francisco i primi di agosto, dove esporrò i miei quadri ad acquerello. I soggetti sono di solito paesaggi perché è da loro che riesco a trarre maggiore ispirazione. E devo dire che ho dipinto tantissimo la natura presente nel Delta del Po. Amo molto questa terra e voglio che anche gli altri possano scoprire i territori bellissimi in cui viviamo”.

Ma Cristini non ama solo dipingere; è anche un bravissimo nuotatore: “Da piccolo ho iniziato praticando nuoto tradizionale e agonistico. Poi mi sono dedicato al nuoto come avventura, ovvero facevo le attraver-sate. Infi ne, ho deciso di coniugare la mia

passione della pittura a quella del nuoto e ho inventato la nuoto pittura, che io amo chiamare il nuoto come emozione. Perciò mentre faccio le traversate dipingo e ascol-to musica. Accanto a me, infatti, c’è una piattaforma, la water boat, con dei musi-

cisti che suonano la mia musica preferita, ovvero la musica americana tipo Whitney Houston. Questa riesce a creare delle vi-brazioni nell’acqua che aumentano la mia ispirazione”.

di Denise Formigaro

“Facevo le attraversate a nuoto, oggi ci ho aggiunto anche l’arte quindi: nuoto dipingo e ascolto musica, tutto contemporaneamente”

Alberto Cristini Le sue opere presto in mostra a Monterenzio e San Francisco

L’ideatore della nuoto pittura

Nella foto piccola Alberto Cristini e una delle sue opere

Appassionato d’arte fi n da giovane ha dedicato diverse tele alla sua terra, il Polesine

21Cultura provinciale

I fumetti hanno diritto di cittadinanza nel mondo della cultura? Di sicuro faticano ancora a trovare uno spazio proprio, magari accanto alla letteratura e alla pittura,

ma grazie alla pressione graduale e costante esercitata da un numero sempre crescente di persone di tutte le età anche vignette, strisce e tavole stanno iniziando a godere di una sempre maggiore considerazione. I primi effetti si sono manifestati ormai quasi dieci anni fa’: nel 2004, infatti, un quotidiano nazionale ha pro-posto ai suoi lettori una collana di “classici del fumetto”, non diversamente dalle collane dei classici della letteratura o dei ma-estri dell’arte. I “comics”, per dirla con un termine tecnico mutuato dall’inglese, si presentano oggi come una realtà multiforme: basta confrontare i disegni e le storie di Tex, Diabolik o Corto Maltese con quelle dei “manga” giappo-nesi per rendersi conto delle differenze ma anche della diffusione planetaria del fenomeno. Si stanno diffonden-do le scuole di “comics”, specifi che per fumettisti, e sono

in continua crescita le fumetterie, i negozi specializzati nella vendita di fumetti di ogni genere, capaci di rispon-dere alle richieste di una clientela sempre più esigente. Andrea Visentin, titolare della fumetteria Deltacomics di Rovigo, spiega che la passione per il fumetto è trasversa-le, accomuna adolescenti, giovani, adulti e anziani. Se nei decenni passati era una prerogativa quasi esclusivamente

maschile, oggi sta emergendo un crescente interesse per i “co-mics” anche tra le ragazze e le donne, sia come lettrici che come disegnatrici: secondo Visentin, questo aspetto è rilevabile anche nella scelta delle storie e nel pun-

to di vista adottato. Il fenomeno di massa più evidente è rappresentato dagli appuntamenti che gli appassionati organizzano in diverse città d’Italia: la manifestazione in-ternazionale “Lucca comics & games”, che si svolge ogni anno a novembre, ha fornito da apripista per tante analo-ghe iniziative proposte a Roma, a Milano, a Pordenone. E quest’anno per la prima volta anche a Rovigo. Delta

comics e l’associazione rodigina “Comics trip” dal 2009 organizzano a Villanova del Ghebbo il primo weekend di novembre il “Comics day”, una 24 ore del fumetto. Forti di questa esperienza, a fi ne maggio hanno promosso la prima edizione di “Rovigo comics”: il centro commerciale “Le Torri” ha ospitato diversi disegnatori, quali Giuseppe De Luca e Ketty Formaggio, autori dell’illustrazione origi-nale utilizzata come locandina della manifestazione, e ha destinato un’apposita area espositiva per una mostra di tavole originali. Grazie alla collaborazione della Bhc (Best horror cos play), l’iniziativa ha ospitato anche un gran nu-mero di appassionati di cosplay: circa trecento persone si sono presentate nei panni dei loro beniamini del fumetto o delle serie televisive, imitandoli non sono nell’aspetto ma anche nell’atteggiamento e nel modo di esprimersi. L’associazione “Le due torri”, infi ne, ha curato l’area “ga-mes”: tornei di Pathfi nder, giochi di ruolo e da tavolo.

di Mattia De Poli

Tra gli organizzatori oltre alle associazioni, Delta comics e “Comics trip”, il centro commerciale “Le Torri” che ha ospitato Giuseppe De Luca e Ketty Formaggio

Fumetti Un fenomeno sempre più di massa, aumenta il numero delle manifestazioni

Anche a Rovigo sbarca il “Comics day”

La locandina dell’iniziativa con i principali eroi dei fumetti

L’iniziativa ha ospitato anche un gran numero di appassionati di cosplay: circa trecento persone

Secondo l’intenzione dell’autore, “Le pèche dell’orco” è

il viaggio in un mondo parallelo “sulle tracce della realtà e del mito nella tradizione contadina polesana”. Adriano Romagnolo, originario di Ceregnano, insegnante di materie letterarie e dirigente scolastico, volontario dell’Auser, coltiva da anni un particolare interesse per la storia e le tradizioni locali. La sua ultima fatica letteraria è “nata per caso”: l’autore racconta che inizialmente gli era stata richiesta una ricerca sul “fi lò” e che poi gli era stato commissionato un saggio sul culto dei morti in Polesine, ed è nata così questa sorta di enciclopedia dei personaggi e dei luoghi caratteristici della provincia di Rovigo. Terra di “misteri” e di “orrori”, popolata da spiriti folletti, da fate buone e da fate cattive, dal “bonbasin”, dal “cuntafole” e dal Torototela. Vi si trovano storie e fi gure conosciute da tutti fi no a cinquant’anni fa, quando il legame con la terra e la na-tura era molto stretto e in ogni cosa si scorgeva una scintilla di vita e divina, quando le relazioni tra le persone e con il mondo erano fondate su usanze secolari, credenze e superstizioni. Romagnolo ha cercato notizie negli articoli di giornale, negli studi di etnografi a, ed è riuscito a ricostruire, almeno nell’archi-tettura essenziale, il mondo contadino polesano, radicato nella famiglia di tipo patriarcale e intriso di spiritualità. E’ la cultura di una realtà che oggi non esiste più e che rischia di andare irrimediabilmente perduta. Di una terra segnata dall’acqua, dal corso dell’Adige, del Po e del Canalbianco e dalle loro rotte e inondazioni. Di una terra paludosa e mutevole, di bonifi che e di isolamento, dove i soprannomi e l’infl essione dialettale garantivano il legame con un territorio e servivano da difesa rispetto al “foresto”.

Il libro di Adriano Romagnolo

M.D.P.

“Le pèche dell’orco”

E’ nata solo da pochi mesi ma sta già dimostrando una

straordinaria vitalità. L’associazione rodigina “Le due torri”, nata dalla volontà di quattro giova-ni e grazie al supporto di altre associazioni lu-diche, è stata costituita legalmente lo scorso febbraio e conta oggi dodici iscritti. All’inizio di maggio il Comune di Rovigo ha concesso loro come sede una stanza a Sant’Apollinare, in via don Aser Porta 49, disponibile il lunedì sera e il sabato pomeriggio. Uno degli ideatori, il vicepresidente Matteo Chiarion, racconta che i membri di questa associazione sono accomunati dalla passione per i giochi di ruolo: “Il gioco ha un profondo valore sociale, rappresentando un’opportunità per conoscere altre persone e per divertirsi insieme, e siamo convinti che a Rovigo molte persone condividano la nostra passione o siano curiose di provare questa esperienza: per questo ci proponiamo come punto di riferimento”. Le attività dell’associazione spaziano dai giochi da tavolo ai giochi di ruolo, da giochi di carte ai lego per i più piccoli. La prima uscita pubblica risale al 21 e 22 aprile, con la partecipazione a “Este in gioco”, mentre il 26 e 27 maggio hanno collaborato a “Rovigo comics”, curando l’area “games”. A giugno l’associazione “Le due torri” parteciperà alle attività di gioco di “Ferrara comics”, ma l’appuntamento più importante è la “Festa dello sport” nel quartiere cittadino di San Pio X: dal 10 al 18 giugno, infatti, gli associati promuoveranno e organizzeranno eventi ludici di vario genere.

Associazioni

IN BREVE

Promuovere e va-lorizzare i rodigini che si dedicano

con successo alla scrit-tura o che coltivano vari talenti artisti, offrendo loro il meritato risalto e uno spazio che di solito non trovano facilmente: con questo obiettivo Loredana Capellazzo e Roberta Fava curano su “Veneto oggi, il canale 632 del digitale terrestre, la trasmissione “Terra che scorre”. La trasmissione è andata in onda la prima volta il 20 marzo scorso, in coincidenza con la giornata mondiale della poesia, e da allora ha continuato a destare un sempre maggiore interesse. Le puntate sono state inserite stabilmente nel palinsesto della rete e vengono trasmesse tutti i lunedì alle 10, alle 18 e alle 22.30 circa, con repliche il sabato e in altri momenti della settimana. L’iniziativa, che ha visto anche la valida colla-borazione di Ludovica Mazzucato, proseguirà fi no alla fi ne di giugno ma è già stata confermata nella programmazione a partire dal prossimo settembre. La maggior parte degli ospiti proviene dall’esperienza del laboratorio di scrittura creativa, un’attività dell’associazione culturale “Renzo Barbujani” curata da Loredana Capellazzo per la prosa e da Roberta Fava per la poesia. Questa iniziativa, avviata dalla stessa Capellazzo insieme a Paola Trivellato, è giunta all’ottava edizione, prevede incontri a cadenza quindicinale nei mesi da otto-bre a maggio e si conclude con la realizzazione di una raccolta antologica. I risultati sono incoraggianti: molti dei corsisti hanno ottenuto premi in diversi concorsi nazionali.

La trasmissione “Terra che scorre”UNA FINESTRA PER GLI ARTISTI

“Parole in forma di po-esia”: così Arnaldo Pavarin presenta le

sue liriche, espressione di uno spirito umile ma molto generoso e dotato di profonda sensibilità, come ben rivela già il titolo della raccolta: “Un cuore spazioso”. E come testimonia il suo attivo im-pegno sia sul fronte sociale che sul fronte culturale. Nel 1996 è stato tra i fondatori della cooperativa sociale “Aliante” e per anni ne ha rivestito la carica di vicepresidente. Dopo una particolare esperienza a Roma in occasione del Giubileo, nel 2000 è stato tra i fondatori dell’associazione “Renzo Barbujani”, un’associazione culturale ma che presta grande attenzione alla solidarietà e alla socialità. Ma già dall’età di diciotto anni Pavarin ha iniziato anche a scrivere, in dialetto e in italiano, nel 1978 entra nell’Antologia dei poeti polesani con la poesia “Polesine”, e dal 2004 segue il laboratorio di scrittura creativa, tenuto da Loredana Capellazzo e Roberta Fava: le segnalazioni e i premi conseguiti in diversi premi nazionali e internazionali sono la prova tan-gibile del suo talento. Poeta delicato e ironico, mai sopra le righe ma fermo e coerente, dai suoi versi fa emergere un mondo personale ricco di relazioni umane e pervaso di spiritualità. I ricordi e il confronto, spesso deludente, tra un passato perduto e il presente non cancellano la speranza di un futuro migliore, anzi danno la forza e la spinta per un sempre maggiore impegno, perché “la speranza l’è tuta qua: / pensare ‘na società più giusta / mantegnendo par intiero / radise e valori”.

Il poeta ARNALDO PAVARIN

M.D.P. M.D.P.M.D.P.

È NATA LA “LE DUE TORRI”

292929Cultura provinciale

Page 34: La Piazza di Adria - 2012mag n66

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Furti in abitazione, rapine nei supermercati, nelle banche, borseggi, truffe porta a porta. Ma anche allarme mafi a. Con la crisi la criminalità spicciola

aumenta insieme con le infi ltrazioni di quella organiz-zata Partiamo dalla prima, che i cittadini vedono più da vicino. Si tratta di una criminalità spesso alimentata da quel sottobosco composto da immigrati arrivati alla ricerca di un lavoro che oggi non c’è più. Allora c’è chi si arrangia con lavori in nero ma anche chi si organizza per delinquere. Dalle prime stime delle questure e dei comandi Compagnia dei carabinieri in tutto il Veneto, sono in aumento rilevante (anche del 40 % in alcune aree) dagli inizi del 2012, ad esempio, i furti di gasolio e benzina, da mezzi in sosta.

Un materiale considerato prezioso visto il prezzo dei carburanti alla pompa. Ora i ladri che un tempo col-pivano villette di benestanti, fanno razzia in semplici garage, portando via attrezzi da giardino, biciclette, materiale da poche decine di euro. Razzie di sono re-gistrate nel veneziano, ma anche nel padovano e nel rodigino, per non parlare delle provincie “più ricche” come Vicenza, Verona e Treviso dove gli assalti sono spessissimo anche ai capannoni delle aree industriali.

La crisi però sembra aver provocato anche un altro fe-nomeno, che è quello della reazione anche armata dei proprietari derubati.

Tabaccherie e negozi di abbigliamento sono i primi obiettivi di una criminalità che con la crisi però diven-ta sempre meno sopportabile. Un caso limite è stato quello che ha riguardato un tabaccaio di Correzzola nel padovano che a fi ne aprile ad un furto al suo negozio ha reagito bloccando i ladri e uccidendone uno a colpi di pistola.

Autore dei fatti è stato Franco Birolo 47 anni, che gestisce la sua tabaccheria con rivendita di giorna-li nel centro del paese. Quando ha sentito che è scat-tato l’allarme Birolo ha urlato alla moglie di chiamare il 112 e poi si è precipitato giù, nel suo negozio, per cercare di salvarlo dalla razzia. Sotto c’erano quattro giovani malviventi stranieri che non si aspettavano una reazione così decisa. Il tabaccaio ha preso la sua pistola che detiene regolarmente, una Glock semiautomatica calibro 9 e raggiunti i ladri in negozio ha sparato ad uno di loro uccidendolo, un altro lo ha catturato.

Le reazioni a questo fatto in tutto il Veneto sono state amplissime e spesso di condivisione della reazione del tabaccaio.

Resta il fatto che sempre più persone difendono con denti quello che hanno costruito a prezzo di tanti sacrifi ci e che la crisi, sta già colpendo duramente. Se poi arrivano anche i ladri...

Ma accanto alla criminalità ordinaria fatta di bande di predoni più o meno organizzate, ma spes-so improvvisate, le forze dell’ordi-ne stanno registrando in Veneto un inquietante fenomeno: quello della pesante infi ltrazione della crimi-

nalità organizzata (mafi a camorra e n’drangheta) nei gangli economici della regione.

A fare il punto della situazione è stato il presidente della Commissione parlamentare antimafi a Giuseppe Pisanu, dopo la due giorni di audizioni di prefetti e magistrati veneziani e padovani che si è tenuta nelle scorse settimane.

Da quanto verifi cato dai responsabili delle forze dell’ordine e dalla Commissione Antimafi a “La regione

è considerata dalle consorterie criminali come un luogo nel quale poter operare, soprattutto nel settore econo-mico, senza dover rispettare vincoli gerarchici dovuti ad una presenza egemone sul territorio di un’organizzazio-ne capace di imporre i propri voleri”.

E gli esempi delle infi ltrazioni mafi ose ci sono già stati. Con l’operazione “Serpe”, sono fi niti in manette 27 mafi osi, tutti legati ai clan dei casalesi: prestavano denaro a imprenditori in crisi e così hanno strozzato una sessantina di piccole imprese tra Padova e Treviso. Di queste solo due hanno avuto il coraggio di denunciare i fatti.

Poi c’è stata l’operazione “Adria docks”: di fatto il tentativo di uno dei difensori palermitani dei Lo Piccolo di riciclare il denaro della famiglia investendolo in un complesso industriale ai Saloni di Sottomarina per otto milioni di euro. Oltre al legale palermitano sono rimasti coinvolti un noto imprenditore edile padovano, un ma-resciallo della Guardia di fi nanza in servizio a Chioggia e un giocatore della squadra di calcio di Piove di Sacco. Per non parlare dell’ultimo caso del calcio San Donà, in cui è stata coinvolta la camorra.

di Alessandro Abbadir

Crisi, la criminalità aumenta

Dopo il gravissimo episodio di Correzzo-la, interviene il governatore del Veneto Luca Zaia. Per Zaia “l’episodio conferma

l’esistenza di un’emergenza sicurezza nei nostri territori.

La situazione non è certamente più dram-matica di quella di altre Regioni d’Italia, ma è evidente che le forze dell’ordine hanno bisogno di essere messe nelle condizioni di far fronte con maggior effi cacia all’espandersi della criminalità, che mina le nostre comunità, indifferentemente

nei grandi come nei piccoli centri urbani”. Per Zaia insomma è diffi cile non collegare questi tra-gici fatti con l’incancrenirsi della crisi economica che sta travolgendo giorno dopo giorno un nume-ro sempre maggiore di cittadini e famiglie venete. “Lo dico, sia ben chiaro - chiarisce Zaia - non per giustifi care le azioni esecrabili dei delinquenti, bensì per interpretare la crescente angoscia e fru-strazione di chi difende il proprio lavoro, i propri risparmi, le proprie risorse che, mai come in que-sto periodo, risultano preziose per condurre una

vita dignitosa se non addirittura per sopravvivere. E’ evidente che questi stati d’animo, a cui si deve aggiungere l’esasperazione nel sentirsi costante-mente minacciati, induca a una reazione come quella del commerciante di Correzzola, che a mio avviso è a tutti gli effetti legittima difesa”. Per Zaia insomma ora più che mai c’è la necessità di impedire l’accesso in Italia a quelle persone che arrivano qui senza alcuna prospettiva e solo per delinquere e che poi generano tensioni sociali.

IL GOVERNATORE ZAIA “L’ITALIA SIA INACESSIBILE PER CHI VIENE A DELINQUERE”

Allarme sicurezza. Assalti a negozi e abitazioni, pericolo infi ltrazioni mafi ose

A.A.

“Aumenti del 40 % per furti di carburante, nei garage,nei supermercati”

Luca Zaia

7Il Veneto in primo piano

La crisi per il mercato della droga in Ve-neto non c’è. Anzi gli affari sembrano andare a gonfi e vele per i mercanti di

morte e gli spacciatori al dettaglio, che sem-pre più numerosi infestano città e paesi di provincia. E sempre più numerosi vengono arrestati. La diffusione del fenomeno crea ansia soprattutto nei genitori di ragazzi che sono i principali consumatori, e che a volte hanno come unica possibilità di risalita l’en-trata in qualche comunità di recupero. Ma vediamo i dati per capire il fenomeno. Nei primi quattro mesi del 2012.

Rispetto al 2011 in Veneto si assiste c’è un aumento del 20 % (il più alto fra le droghe) del commercio per la cannabis se confrontato con lo stesso periodo. Vedia-

mo ora nel dettaglio le province di Padova, Venezia e Treviso di fatto le più coinvolte dal fenomeno dai dati forniti dalle forze di polizia. A Padova sono state sequestrati oltre 70 kg. di stupefacenti (poco più di 25 kg nello stesso pe-riodo del 2011), con il “picco” di oltre 12 kg di eroina (circa 7 kg nel 2011) e oltre 38 kg di cocaina (4,2 kg nell’analogo periodo del 2011). Sono stati sequestrati anche 18 kg di hashish. Molti di più dei 4,7 kg del 2011. Tanti sono fi niti in galera o avranno dei seri guai con la giustizia: 267 le persone segnalate all’autorità giudiziaria per traffi co

e spaccio (285 nel 2011), di cui 189 in stato di arresto, 65 in stato di libertà e 13 di irreperibilità. Passiamo a Venezia e pro-vincia.

Nel capoluogo Veneto si è registrato il boom dei sequestri di hashish. Di questa sostanza ne sono stati sequestrati 100 kg contro gli 11,7 kg dello stesso periodo del 2011. E poi la

marjiuana: 233,8 kg contri 90 del 2011. Di eroina però se ne è trovata meno, solo pochi grammi mentre erano 2,6 kg nel 2011 e poco più di un chilogrammo cocaina rispetto ai 6,3 kg del 2011. Le persone segnalate

per spaccio sono 94 di cui 75 in stato di arresto e 19 “a piede libero”.

Cinquantadue gli stranieri coinvolti nel-lo spaccio, sei i minorenni. Dati meno con-sistenti infi ne per la provincia di Treviso, in controtendenza per dire la verità riaspetto a Padova e Venezia.

Qui è stato sequestrato un etto di eroina mente erano 19,7 kg nell’analogo periodo del 2011, otto etti di cocaina, 7 kg di hashish (13 kg nel 2011). A Treviso au-menta il sequestro di marjuana con 2,1 kg In questa provincia sono 57 persone denun-ciate per spaccio, di cui 45 arrestate e 12 in stato di libertà. Venticinque gli stranieri coinvolti e due i minorenni.

Sicurezza sociale Centinaia gli spacciatori arrestati nei primi mesi del 2012

Il mercato della droga va a gonfi e vele

A Padova nel 2012 sono stati già sequestrati 70kg di stupefacenti

CONVEGNO

Ecomafi e è allarme in Veneto orientale sul litorale turistico e per questo al Centro Culturale Leonardo Da Vinci di San Donà di Piave, si è svolto il convegno su “Cemento - Corru-zione –Ecomafi e: concreti strumenti per cambiare rotta” organizzato da Legambiente,

con il patrocinio della Provincia di Venezia. Sono intervenuti, Giampietro Pizzo, economista, Lorenzo Segato direttore dell’associazione no profi t Risscc, Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità, Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto. Gianni Belloni, coordinatore Osservatorio Ambiente e Legalità –Venezia. ”La Provincia di Venezia - ha spiegato l’assessore provinciale Paolo Dalla Vecchia - è molto attenta al fenomeno delle infi ltrazioni della crimi-

nalità organizzata nel settore delle politiche ambientali e quindi nel ciclo integrato dei rifi uti e nella cosiddetta partita del cemento anche nel Veneto orientale. Abbiamo avviato tavoli tecnici con la sottoscrizione di protocolli con Polizia, Nucleo operativo ecologico dei Carabinie-ri, Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto, Polizia ferroviaria e Guardia di Finanza, per consentire uno scambio di dati per il monitoraggio costante e puntuale del fenomeno. Stiamo lavorando per fare in modo che non ci siano più alibi per il mancato rispetto delle regole, dovuto alle obiezioni sulla farraginosità delle normative. Allo stesso tempo i controlli effettuati devono essere rigorosi”.

A SAN DONÀ. ECOMAFIE È ALLARME REGIONALE

A.A.

Sabato 19 Maggio 2012 ore 10.00Centro Culturale Leonardo Da Vinci Piazza Indipendenza, San Donà di Piave

Cemento - Corruzione - Ecoma�eVeneto Orientale: concreti strumenti per cambiare rotta

Che cosa signi�ca l'in�ltrazione delle ma�e nell'economia?Quali strumenti abbiamo, oltre all'azione giudiziaria di magistratura e polizia,

per governare in modo e�cace e giusto l'economia dei nostri territori?

Legambiente Veneto, in collaborazione con l'Osservatorio "Ambiente e Legalità" di Venezia,promuove un momento pubblico di ri�essione su questi problemi con particolare riguardo alla

questione dei circuiti �nanziari e dello sviluppo urbanistico ed edilizio.

Programma:Introduce Giulia Baldissera, Presidente Legambiente Veneto Orientale

Saluti e ri�essioni di:Francesca Zaccariotto, Presidente Provincia di Venezia

Gianfranco Bettin, Assessore all'Ambiente e alla città sostenibiledel Comune di Venezia

interventi di:

Giampietro Pizzo, Economista esperto in micro�nanzaSerena Righini, Urbanista

Luigi Lazzaro, Presidente Legambiente Veneto

Modera:Gianni Belloni, coordinatore Osservatorio Ambiente e Legalità – Venezia

con il patrocinio dellaProvincia di Venezia

con il patrocinio del comunedi San Donà di Piave

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Page 35: La Piazza di Adria - 2012mag n66

6

IL VENETOin PRIMO PIANO

Furti in abitazione, rapine nei supermercati, nelle banche, borseggi, truffe porta a porta. Ma anche allarme mafi a. Con la crisi la criminalità spicciola

aumenta insieme con le infi ltrazioni di quella organiz-zata Partiamo dalla prima, che i cittadini vedono più da vicino. Si tratta di una criminalità spesso alimentata da quel sottobosco composto da immigrati arrivati alla ricerca di un lavoro che oggi non c’è più. Allora c’è chi si arrangia con lavori in nero ma anche chi si organizza per delinquere. Dalle prime stime delle questure e dei comandi Compagnia dei carabinieri in tutto il Veneto, sono in aumento rilevante (anche del 40 % in alcune aree) dagli inizi del 2012, ad esempio, i furti di gasolio e benzina, da mezzi in sosta.

Un materiale considerato prezioso visto il prezzo dei carburanti alla pompa. Ora i ladri che un tempo col-pivano villette di benestanti, fanno razzia in semplici garage, portando via attrezzi da giardino, biciclette, materiale da poche decine di euro. Razzie di sono re-gistrate nel veneziano, ma anche nel padovano e nel rodigino, per non parlare delle provincie “più ricche” come Vicenza, Verona e Treviso dove gli assalti sono spessissimo anche ai capannoni delle aree industriali.

La crisi però sembra aver provocato anche un altro fe-nomeno, che è quello della reazione anche armata dei proprietari derubati.

Tabaccherie e negozi di abbigliamento sono i primi obiettivi di una criminalità che con la crisi però diven-ta sempre meno sopportabile. Un caso limite è stato quello che ha riguardato un tabaccaio di Correzzola nel padovano che a fi ne aprile ad un furto al suo negozio ha reagito bloccando i ladri e uccidendone uno a colpi di pistola.

Autore dei fatti è stato Franco Birolo 47 anni, che gestisce la sua tabaccheria con rivendita di giorna-li nel centro del paese. Quando ha sentito che è scat-tato l’allarme Birolo ha urlato alla moglie di chiamare il 112 e poi si è precipitato giù, nel suo negozio, per cercare di salvarlo dalla razzia. Sotto c’erano quattro giovani malviventi stranieri che non si aspettavano una reazione così decisa. Il tabaccaio ha preso la sua pistola che detiene regolarmente, una Glock semiautomatica calibro 9 e raggiunti i ladri in negozio ha sparato ad uno di loro uccidendolo, un altro lo ha catturato.

Le reazioni a questo fatto in tutto il Veneto sono state amplissime e spesso di condivisione della reazione del tabaccaio.

Resta il fatto che sempre più persone difendono con denti quello che hanno costruito a prezzo di tanti sacrifi ci e che la crisi, sta già colpendo duramente. Se poi arrivano anche i ladri...

Ma accanto alla criminalità ordinaria fatta di bande di predoni più o meno organizzate, ma spes-so improvvisate, le forze dell’ordi-ne stanno registrando in Veneto un inquietante fenomeno: quello della pesante infi ltrazione della crimi-

nalità organizzata (mafi a camorra e n’drangheta) nei gangli economici della regione.

A fare il punto della situazione è stato il presidente della Commissione parlamentare antimafi a Giuseppe Pisanu, dopo la due giorni di audizioni di prefetti e magistrati veneziani e padovani che si è tenuta nelle scorse settimane.

Da quanto verifi cato dai responsabili delle forze dell’ordine e dalla Commissione Antimafi a “La regione

è considerata dalle consorterie criminali come un luogo nel quale poter operare, soprattutto nel settore econo-mico, senza dover rispettare vincoli gerarchici dovuti ad una presenza egemone sul territorio di un’organizzazio-ne capace di imporre i propri voleri”.

E gli esempi delle infi ltrazioni mafi ose ci sono già stati. Con l’operazione “Serpe”, sono fi niti in manette 27 mafi osi, tutti legati ai clan dei casalesi: prestavano denaro a imprenditori in crisi e così hanno strozzato una sessantina di piccole imprese tra Padova e Treviso. Di queste solo due hanno avuto il coraggio di denunciare i fatti.

Poi c’è stata l’operazione “Adria docks”: di fatto il tentativo di uno dei difensori palermitani dei Lo Piccolo di riciclare il denaro della famiglia investendolo in un complesso industriale ai Saloni di Sottomarina per otto milioni di euro. Oltre al legale palermitano sono rimasti coinvolti un noto imprenditore edile padovano, un ma-resciallo della Guardia di fi nanza in servizio a Chioggia e un giocatore della squadra di calcio di Piove di Sacco. Per non parlare dell’ultimo caso del calcio San Donà, in cui è stata coinvolta la camorra.

di Alessandro Abbadir

Crisi, la criminalità aumenta

Dopo il gravissimo episodio di Correzzo-la, interviene il governatore del Veneto Luca Zaia. Per Zaia “l’episodio conferma

l’esistenza di un’emergenza sicurezza nei nostri territori.

La situazione non è certamente più dram-matica di quella di altre Regioni d’Italia, ma è evidente che le forze dell’ordine hanno bisogno di essere messe nelle condizioni di far fronte con maggior effi cacia all’espandersi della criminalità, che mina le nostre comunità, indifferentemente

nei grandi come nei piccoli centri urbani”. Per Zaia insomma è diffi cile non collegare questi tra-gici fatti con l’incancrenirsi della crisi economica che sta travolgendo giorno dopo giorno un nume-ro sempre maggiore di cittadini e famiglie venete. “Lo dico, sia ben chiaro - chiarisce Zaia - non per giustifi care le azioni esecrabili dei delinquenti, bensì per interpretare la crescente angoscia e fru-strazione di chi difende il proprio lavoro, i propri risparmi, le proprie risorse che, mai come in que-sto periodo, risultano preziose per condurre una

vita dignitosa se non addirittura per sopravvivere. E’ evidente che questi stati d’animo, a cui si deve aggiungere l’esasperazione nel sentirsi costante-mente minacciati, induca a una reazione come quella del commerciante di Correzzola, che a mio avviso è a tutti gli effetti legittima difesa”. Per Zaia insomma ora più che mai c’è la necessità di impedire l’accesso in Italia a quelle persone che arrivano qui senza alcuna prospettiva e solo per delinquere e che poi generano tensioni sociali.

IL GOVERNATORE ZAIA “L’ITALIA SIA INACESSIBILE PER CHI VIENE A DELINQUERE”

Allarme sicurezza. Assalti a negozi e abitazioni, pericolo infi ltrazioni mafi ose

A.A.

“Aumenti del 40 % per furti di carburante, nei garage,nei supermercati”

Luca Zaia

7Il Veneto in primo piano

La crisi per il mercato della droga in Ve-neto non c’è. Anzi gli affari sembrano andare a gonfi e vele per i mercanti di

morte e gli spacciatori al dettaglio, che sem-pre più numerosi infestano città e paesi di provincia. E sempre più numerosi vengono arrestati. La diffusione del fenomeno crea ansia soprattutto nei genitori di ragazzi che sono i principali consumatori, e che a volte hanno come unica possibilità di risalita l’en-trata in qualche comunità di recupero. Ma vediamo i dati per capire il fenomeno. Nei primi quattro mesi del 2012.

Rispetto al 2011 in Veneto si assiste c’è un aumento del 20 % (il più alto fra le droghe) del commercio per la cannabis se confrontato con lo stesso periodo. Vedia-

mo ora nel dettaglio le province di Padova, Venezia e Treviso di fatto le più coinvolte dal fenomeno dai dati forniti dalle forze di polizia. A Padova sono state sequestrati oltre 70 kg. di stupefacenti (poco più di 25 kg nello stesso pe-riodo del 2011), con il “picco” di oltre 12 kg di eroina (circa 7 kg nel 2011) e oltre 38 kg di cocaina (4,2 kg nell’analogo periodo del 2011). Sono stati sequestrati anche 18 kg di hashish. Molti di più dei 4,7 kg del 2011. Tanti sono fi niti in galera o avranno dei seri guai con la giustizia: 267 le persone segnalate all’autorità giudiziaria per traffi co

e spaccio (285 nel 2011), di cui 189 in stato di arresto, 65 in stato di libertà e 13 di irreperibilità. Passiamo a Venezia e pro-vincia.

Nel capoluogo Veneto si è registrato il boom dei sequestri di hashish. Di questa sostanza ne sono stati sequestrati 100 kg contro gli 11,7 kg dello stesso periodo del 2011. E poi la

marjiuana: 233,8 kg contri 90 del 2011. Di eroina però se ne è trovata meno, solo pochi grammi mentre erano 2,6 kg nel 2011 e poco più di un chilogrammo cocaina rispetto ai 6,3 kg del 2011. Le persone segnalate

per spaccio sono 94 di cui 75 in stato di arresto e 19 “a piede libero”.

Cinquantadue gli stranieri coinvolti nel-lo spaccio, sei i minorenni. Dati meno con-sistenti infi ne per la provincia di Treviso, in controtendenza per dire la verità riaspetto a Padova e Venezia.

Qui è stato sequestrato un etto di eroina mente erano 19,7 kg nell’analogo periodo del 2011, otto etti di cocaina, 7 kg di hashish (13 kg nel 2011). A Treviso au-menta il sequestro di marjuana con 2,1 kg In questa provincia sono 57 persone denun-ciate per spaccio, di cui 45 arrestate e 12 in stato di libertà. Venticinque gli stranieri coinvolti e due i minorenni.

Sicurezza sociale Centinaia gli spacciatori arrestati nei primi mesi del 2012

Il mercato della droga va a gonfi e vele

A Padova nel 2012 sono stati già sequestrati 70kg di stupefacenti

CONVEGNO

Ecomafi e è allarme in Veneto orientale sul litorale turistico e per questo al Centro Culturale Leonardo Da Vinci di San Donà di Piave, si è svolto il convegno su “Cemento - Corru-zione –Ecomafi e: concreti strumenti per cambiare rotta” organizzato da Legambiente,

con il patrocinio della Provincia di Venezia. Sono intervenuti, Giampietro Pizzo, economista, Lorenzo Segato direttore dell’associazione no profi t Risscc, Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità, Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto. Gianni Belloni, coordinatore Osservatorio Ambiente e Legalità –Venezia. ”La Provincia di Venezia - ha spiegato l’assessore provinciale Paolo Dalla Vecchia - è molto attenta al fenomeno delle infi ltrazioni della crimi-

nalità organizzata nel settore delle politiche ambientali e quindi nel ciclo integrato dei rifi uti e nella cosiddetta partita del cemento anche nel Veneto orientale. Abbiamo avviato tavoli tecnici con la sottoscrizione di protocolli con Polizia, Nucleo operativo ecologico dei Carabinie-ri, Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto, Polizia ferroviaria e Guardia di Finanza, per consentire uno scambio di dati per il monitoraggio costante e puntuale del fenomeno. Stiamo lavorando per fare in modo che non ci siano più alibi per il mancato rispetto delle regole, dovuto alle obiezioni sulla farraginosità delle normative. Allo stesso tempo i controlli effettuati devono essere rigorosi”.

A SAN DONÀ. ECOMAFIE È ALLARME REGIONALE

A.A.

Sabato 19 Maggio 2012 ore 10.00Centro Culturale Leonardo Da Vinci Piazza Indipendenza, San Donà di Piave

Cemento - Corruzione - Ecoma�eVeneto Orientale: concreti strumenti per cambiare rotta

Che cosa signi�ca l'in�ltrazione delle ma�e nell'economia?Quali strumenti abbiamo, oltre all'azione giudiziaria di magistratura e polizia,

per governare in modo e�cace e giusto l'economia dei nostri territori?

Legambiente Veneto, in collaborazione con l'Osservatorio "Ambiente e Legalità" di Venezia,promuove un momento pubblico di ri�essione su questi problemi con particolare riguardo alla

questione dei circuiti �nanziari e dello sviluppo urbanistico ed edilizio.

Programma:Introduce Giulia Baldissera, Presidente Legambiente Veneto Orientale

Saluti e ri�essioni di:Francesca Zaccariotto, Presidente Provincia di Venezia

Gianfranco Bettin, Assessore all'Ambiente e alla città sostenibiledel Comune di Venezia

interventi di:

Giampietro Pizzo, Economista esperto in micro�nanzaSerena Righini, Urbanista

Luigi Lazzaro, Presidente Legambiente Veneto

Modera:Gianni Belloni, coordinatore Osservatorio Ambiente e Legalità – Venezia

con il patrocinio dellaProvincia di Venezia

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313131Il Veneto in primo piano

Page 36: La Piazza di Adria - 2012mag n66

8 Il Veneto in primo piano

Un “pessimo biglietto di visita” per le spiagge di Sottomarina e Isola Verde alla vigilia dell’apertura della

stagione balneare: i lavori di risistema-zione degli arenili devono ancora comin-ciare. La denuncia arriva dal consigliere regionale Lucio Tiozzo (Pd) che, a metà maggio, critica il governo regionale per il mancato rispetto dei tempi previsti per i lavori di ripascimento fi nanziati per il 2012.

“Nel bilancio regionale per l’anno in corso sono stati stanziati, su nostra richiesta - ricorda Tiozzo - 2 milioni di euro aggiuntivi alle risorse ordinarie per i ripascimenti degli arenili, di cui 500 mila euro per Isola Verde e Sottomarina. Un risultato fortemente atteso dalle ammini-strazioni locali e dalle categorie economi-che”. Invece, osserva amareggiato Tioz-zo, a maggio inoltrato le spiagge della costa sud veneziana mostrano ancora i segni evidenti di mareggiate ed erosioni. Diffi cile per gli stabilimenti predisporre chioschi, ombrelloni e i servizi vari di ac-

coglienza ai turisti. “Il dovere del governo regionale non

è solo di stanziare adeguati fondi - incal-za - ma anche di vigilare sulla corretta tempistica sulle modalità di realizzazione dei lavori”. Il consigliere regionale del Pd chiede quindi che la Giunta Zaia “faccia pressing” in primo luogo sul Magistrato alle Acque, che in base ad un accordo di programma ha la responsabilità di effet-tuare i lavori, per non affossare l’ormai imminente stagione balneare, che in Veneto vale il 50 per cento dei fl ussi turistici.

Lo avevano preannunciato i risultati delle analisi dell’Arpav consacrando il mare veneto - ma anche i laghi e tutte

le acque di balneazione - fra le eccellenze dell’offerta turistica regionale anche per il 2012. Più del 91% infatti risultava di qua-lità superiore.

Lo confermano da metà maggio le 6 bandiere blu che sventolano lungo il nostro litorale, un riconoscimento della Foudation for Environmental Education che premia ol-tre 100 chilometri di spiagge del Veneto, che del resto già lo scorso anno avevano ottenuto lo stesso brillante risultato.

Le punte di diamante del litorale no-strano sono ancora Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti e Lido di Venezia. Riname a bocca asciutta ancora una volta Chioggia-Sottomarina che, pur nutrendo no-tevoli aspettative quest’anno, non è riuscita ad ottenere l’ambito riconoscimento.

La città lagunare del resto continua a

pagare lo scotto della vicinanza della sua spiaggia alla foce dei fi umi.

Bibione invece conferma in Veneto il proprio primato, quanto a numero di bandie-re blu, con 21 vessilli conquistati dal 1987, anno dell’istituzione del riconoscimento internazionale che certifi ca la qualità delle acque di balneazione.

A livello nazionale le bandiere assegna-te a Roma dalla Fondazione per l’educazio-ne ambientale sono ben 246, in crescita rispetto allo scorso anno con 13 spiagge in più.

Si valuta la qualità delle acque, ma anche la depurazione delle acque refl ue, le

attività di informazione ed educazione am-bientale, la raccolta differenziata dei rifi uti in spiaggia, la cura e il decoro dell’arredo urbano.

“L’incremento delle bandiere Blu - ha osservato il presidente Fee Italia Claudio Mazza - indica l’effi cacia di un percorso virtuoso delle località rivierasche. Si tratta di piccoli passi che insieme costituiscono la prova di un grande impegno. La situazione economica internazionale euna domanda turistica sempre più attenta all’ambiente impongono senza più ritardi alle ammini-strazioni locali delle scelte concrete in fatto di sostenibilità e qualità”.

Il primato nazionale spetta alla Liguria che ha ottenuto 18 bandiere blu, a seguire Marche e Toscana con 16. Cresce il numero di vessilli assegnati al sud (alla Campania 13, alla Puglia 10 e 6 alla Calabria.

Fra le spiagge escluse fa scalpore quest’anno Rimini.

di Ornella Jovane

Premiate Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti e Lido di Venezia.Chioggia-Sottomarina rimane ancora a bocca asciutta

Assegnato ametà maggio il prestigioso riconoscimento Il Veneto conferma le sue punte di diamante

Sventolano sei bandiere blu nelle spiagge venete

Il consigliere regionaleLucio Tiozzo

O.J.

Nel bilancio di previsione per l’eserci-zio fi nanziario 2012 era disponibile un milione di euro per gli interventi

di tutela e difesa dei litorali e delle aree limitrofe alla fascia costiera regionale. Ma l’importo non avrebbe consentito l’avvio dei normali interventi di manutenzione dei litorali in erosione. E così la Giunta regio-nale ha incrementato l’importo.

“La lunghezza del litorale veneto - spiega l’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte - è di circa 210 km, dei quali quasi 120 interessati da strutture turistiche di particolare importanza e va-lenza per l’economia regionale. Al fi ne di poter dar corso a una serie di interventi di manutenzione e ripascimento annuale dei litorali che maggiormente presentano problematiche di erosione, si è ritenuto quindi di integrare le risorse con una parte (un milione e 500mila euro) delle risorse disponibili nel bilancio regionale per inter-venti di riduzione del rischio idrogeologi-

co”.Il riparto approvato dalla giunta ve-

neta prevede l’assegnazione di 800mila euro all’Uffi cio del Genio Civile di Venezia per interventi di manutenzione e ripristino della linea di costa nel tratto di litorale compreso tra la foce del fi ume Tagliamen-to e la foce del fi ume Piave. All’Uffi cio del Genio Civile di Rovigo vanno 700mila euro per interventi nel tratto di litorale compre-so tra la foce del fi ume Adige e la foce del fi ume Po di Goro. Un milione di euro è stato assegnato al Magistrato alle Acque di Venezia che, sulla base di un accordo di programma con la Regione del Veneto, utilizzerà 500mila euro per interventi di manutenzione e ripristino della linea di costa del litorale nei Comuni di Jesolo e Cavallino-Treporti e altrettanti per il litora-le nel Comune di Chioggia. Il Magistrato alle Acque comparteciperà alla spesa per la realzzazione degli interventi anche con risorse proprie.

L’assessore Maurizio Conte

Interventi a tutela e difesa dei litorali

LA GIUNTA REGIONALE INCREMENTA L’IMPORTO: 2 MILIONI E 500MILA EURO

Sottomarina e Isola VerdeTIOZZO ALLA REGIONE: “I LAVORI PER IL RIPASCIENTO DEGLI ARENILI DEVONO ANCORA COMINCIARE

32 Il Veneto in primo piano3232 Il Veneto in primo piano 9Il Veneto in primo piano

di Nicola Stievano

Il turismo Veneto cresce ma le risorse si fanno sempre più esigue. Mentre si ingrossano le fi la di viaggiatori, sia italiani che stranieri, che scel-

gono la nostra regione per le città d’arte o il mare, le terme o la montagna, la vacanza fuori porta o la settimana al lago, nonostante la crisi continui a picchiare duro, gli stanziamenti per il settore ormai sono ridotti al lumicino. Nella regione che conta ol-tre 62 milioni e mezzo di pernottamenti l’anno, di cui il 62 per cento da parte di ospiti stranieri, i fondi destinati al settore sono ormai ridotti al lumicino. Ormai gli stanziamenti della Regione sono ridotti all’osso: il bilancio destina le briciole e tutti prote-stano. Non solo le opposizioni ma anche gli stessi amministratori regionali che puntano il dito contro lo stato centrale sempre più avaro nei confronti di una regione come il Veneto, dove l’industria turistica continua ad essere un formidabile traino del terziario nazionale. Claudio Sinigaglia, consi-gliere regionale del Partito Democratico, ha fatto quattro conti e il quadro che ne ricava è desolante. “Per quest’anno la Regione preventiva una riduzione di risorse del 94% nell’arco di due anni. Tutto scaricato allegramente su Comuni e Province. Ai primi si dice: ar-rangiatevi con gli introiti della tassa di soggiorno. Alle seconde si “restituisce” il personale: peccato che l’ipotetica riassunzione dei dipendenti Iat equivale a rompere il patto di stabi-lità”. Critico anche Lucio Tiozzo, vicecapogruppo del Partito Democratico in Regione. “Negli ultimi due anni, i bilanci regionali sono i migliori testimoni del precipizio nel quale sono sprofondati i fi nan-ziamenti a favore del turismo e della cultura. Per

quanto riguarda il primo settore siamo passati dai 41,6 milioni, registrati con il rendiconto 2010, ai 9,5 milioni che la Giunta ha proposto per il bilancio

di previsione 2012. Un crollo verticale dunque, pari al -77%. Non meno impressionante l’andamento della cultura: nel 2010 al comparto sono stati assegnati 40,5 milioni, nel 2012 la previsione è di 16,1,

con una diminuzione del 60,2%”. Dal canto suo l’assessore regionale al turismo Marino Finozzi re-plica che, nonostante le ristrettezze e le imposizioni da Roma, la Regione cercherà di fare del suo me-glio. Lo ha ribadito commentando l’approvazione unanime da parte del Consiglio veneto del Piano esecutivo annuale 2012 di promozione turistica. “E’ paradossale che la Regione che ha la miglio-

re economia turistica d’Italia e il maggior numero di ospiti e di pernottamenti, abbia a disposizione risorse sempre più ridotte nonostante il settore ge-neri un fatturato annuo che si aggira sui 15 miliardi di euro e benché questo comparto economico crei lavoro, non sia delocalizzabile ed è anzi elemento di valorizzazione complessiva del territorio. Questa è però la situazione in cui si trova una Regione a statuto ordinario come la nostra, nonostante i nostri cittadini siano tra i primi contribuenti del Paese e benché non sia mai stato prodotto alcun ‘buco’ nel bilancio regionale. Vorrà dire che opereremo con an-cora maggiore concretezza e oculatezza possibile”. Il Piano Esecutivo Annuale prevede per il 2012 di proseguire le iniziative, rivolte alla promozione e all’informazione turistica, che coinvolgono tutte le principali fi liere promozionali regionali, esaltandone la complementarietà d’intenti e di fi nalità.

Proteste da opposizione e maggioranza, intanto gli uffi ci di accoglienza locali rischiano di scomparire

Tagli al bilancio Nella nostra regione 63 milioni e mezzo di pernottamenti per il 62 per cento da parte di ospiti stranieri

Solo le briciole al turismo, “industria” da 15 miliardi

C’è un settore che va in Veneto a dispetto della crisi, ed è quello dell’agriturismo. Questo è emerso convegno dal titolo chiarissimo “L’agriturismo con

la A maiuscola”. Un evento organizzato da Coldiretti Veneto in villa Foscarini Rossi a Stra (Venezia) nelle scorse settimane a cui hanno partecipato 600 aziende di agriturismo da tutta la regione iscritte alla rete Terra-nostra su un totale di 1200. E’ così emerso che il 2011 è stato caratterizzato dal successo dell’eco vacanza in Veneto, risultato della vasta offerta di una campagna

curata e attrezzata, con percorsi alternativi, organizzati in pacchetti ma anche bellezze artistiche sconosciute ma preservate dagli agricoltori. Con l’11 per cento in più de-gli arrivi e oltre l’otto per cento delle presenze registrate negli alloggi, l’agriturismo dimostra percentuali raddop-piate rispetto alla media. Al tavolo dei relatori Roberto Weber direttore del centro studi Swg di Trieste ha inco-raggiato gli operatori a codifi care le numerose attività svolte spontaneamente in azienda affi nchè il turista le interpreti come possibilità di svago, Sabrina Meneghello

ricercatore Ciset (centro internazionale studi del turismo) ha elencato gli sforzi del settore turistico che in Veneto traina l’economia con un contributo sul Pil che sfi ora il 5%. Vediamo altri dati nel dettaglio. Secondo la ricerca di Swg-Coldiretti, la presenza di attrazioni naturalisti-che e paesaggistiche incide per il 55% nella scelta di una meta turistica, a seguire la storia (49%), il relax e tranquillita’ (33%) e divertimento (22%).L’agriturismo piace ad un pubblico giovane anche se il “core business” rimane la famiglia. Non ci sono solo le tipicità da degu-

stare ma anche attività sportive. Le novità proposte dagli imprenditori agricoli interessano la sfera sociale: lezioni di cucina per non vedenti, la cura e benessere del corpo, i centri estivi, ma anche quel quid che nella ristorazione di città non si trova. Da non sottovalutare che in una fattoria trovano ospitalità anche gli amici a quattro zam-pe: quasi un terzo degli operatori accoglie con simpatia l’amico “fi do” a volte anche in appositi spazi per non creare disagi agli ospiti a tavola.

Convegno Coldiretti-Swg L’agriturismo in crescita esponenziale

Nei primi due mesi del 2012 la crescita sia degli arrivi sia delle presenze è determi-

nata principalmente dagli ospiti provenienti da Paesi esteri. Questi sono infatti aumentati dell’11,3 per cento quanto ad arrivi rispetto ai primi due mesi dell’anno passato e del 13,1 per cento per numero dei pernottamenti, mentre i turisti italiani hanno fatto diminuire gli arrivi del 3,5 per cento e le presenze del 3,3 per cento. In testa alle presenze straniere si collocano in questi due primi mesi i francesi, cresciuti del 25,2 per cento, seguiti da tedeschi, aumentati del 7,2 per cento, inglesi e statunitensi, mentre i russi guadagnano il quinto posto con un aumento dei pernottamenti del 37 per cento. Il segmento di offerta che ha registrato i risultati migliori è risultato, paradossalmente, quello balneare, con una crescita del 37,8 per cento degli arrivi e del 42 per cento delle presenze, seguito dalla città d’arte che pro-seguono nella loro crescita con + 5,3 per cento di arrivi e + 7,4 per cento di presenze. La montagna ha invece pagato piuttosto cara la mancanza di neve, con un – 5,4 per cento di presenze e un – 3,6 di arrivi. “Sono numeri certamente signifi cativi, specie se si tiene conto dell’attuale momento di crisi – ha commentato l’assessore Finozzi – anche se ritengo non corretto fare pro-nostici certi per la stagione ormai iniziata. Gli esperti hanno in ogni caso ricavato buoni auspici, sia per il 2012 sia per l’anno prossimo. Io mi limito a dire che siamo in controtendenza rispet-to al resto d’Italia e che il Veneto conferma il suo straordinario appeal, fattore che riguarda soprattutto i turisti stranieri”. I dati confermano tra l’altro l’attenzione per la qualità dei turisti che scelgono il Veneto, dove la frequentazione di alberghi a quattro stelle aumenta del 6,7 per cento in termini di arrivi e del 7,7 per cento in termini di pernottamenti.

I DATI

Nel territorioIL VENETO PIACE IN EUROPA E ASIA

Oltre due terzidelle risorse in meno, a Veneziase la prendonocon il Governo

A.A.

Page 37: La Piazza di Adria - 2012mag n66

8 Il Veneto in primo piano

Un “pessimo biglietto di visita” per le spiagge di Sottomarina e Isola Verde alla vigilia dell’apertura della

stagione balneare: i lavori di risistema-zione degli arenili devono ancora comin-ciare. La denuncia arriva dal consigliere regionale Lucio Tiozzo (Pd) che, a metà maggio, critica il governo regionale per il mancato rispetto dei tempi previsti per i lavori di ripascimento fi nanziati per il 2012.

“Nel bilancio regionale per l’anno in corso sono stati stanziati, su nostra richiesta - ricorda Tiozzo - 2 milioni di euro aggiuntivi alle risorse ordinarie per i ripascimenti degli arenili, di cui 500 mila euro per Isola Verde e Sottomarina. Un risultato fortemente atteso dalle ammini-strazioni locali e dalle categorie economi-che”. Invece, osserva amareggiato Tioz-zo, a maggio inoltrato le spiagge della costa sud veneziana mostrano ancora i segni evidenti di mareggiate ed erosioni. Diffi cile per gli stabilimenti predisporre chioschi, ombrelloni e i servizi vari di ac-

coglienza ai turisti. “Il dovere del governo regionale non

è solo di stanziare adeguati fondi - incal-za - ma anche di vigilare sulla corretta tempistica sulle modalità di realizzazione dei lavori”. Il consigliere regionale del Pd chiede quindi che la Giunta Zaia “faccia pressing” in primo luogo sul Magistrato alle Acque, che in base ad un accordo di programma ha la responsabilità di effet-tuare i lavori, per non affossare l’ormai imminente stagione balneare, che in Veneto vale il 50 per cento dei fl ussi turistici.

Lo avevano preannunciato i risultati delle analisi dell’Arpav consacrando il mare veneto - ma anche i laghi e tutte

le acque di balneazione - fra le eccellenze dell’offerta turistica regionale anche per il 2012. Più del 91% infatti risultava di qua-lità superiore.

Lo confermano da metà maggio le 6 bandiere blu che sventolano lungo il nostro litorale, un riconoscimento della Foudation for Environmental Education che premia ol-tre 100 chilometri di spiagge del Veneto, che del resto già lo scorso anno avevano ottenuto lo stesso brillante risultato.

Le punte di diamante del litorale no-strano sono ancora Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti e Lido di Venezia. Riname a bocca asciutta ancora una volta Chioggia-Sottomarina che, pur nutrendo no-tevoli aspettative quest’anno, non è riuscita ad ottenere l’ambito riconoscimento.

La città lagunare del resto continua a

pagare lo scotto della vicinanza della sua spiaggia alla foce dei fi umi.

Bibione invece conferma in Veneto il proprio primato, quanto a numero di bandie-re blu, con 21 vessilli conquistati dal 1987, anno dell’istituzione del riconoscimento internazionale che certifi ca la qualità delle acque di balneazione.

A livello nazionale le bandiere assegna-te a Roma dalla Fondazione per l’educazio-ne ambientale sono ben 246, in crescita rispetto allo scorso anno con 13 spiagge in più.

Si valuta la qualità delle acque, ma anche la depurazione delle acque refl ue, le

attività di informazione ed educazione am-bientale, la raccolta differenziata dei rifi uti in spiaggia, la cura e il decoro dell’arredo urbano.

“L’incremento delle bandiere Blu - ha osservato il presidente Fee Italia Claudio Mazza - indica l’effi cacia di un percorso virtuoso delle località rivierasche. Si tratta di piccoli passi che insieme costituiscono la prova di un grande impegno. La situazione economica internazionale euna domanda turistica sempre più attenta all’ambiente impongono senza più ritardi alle ammini-strazioni locali delle scelte concrete in fatto di sostenibilità e qualità”.

Il primato nazionale spetta alla Liguria che ha ottenuto 18 bandiere blu, a seguire Marche e Toscana con 16. Cresce il numero di vessilli assegnati al sud (alla Campania 13, alla Puglia 10 e 6 alla Calabria.

Fra le spiagge escluse fa scalpore quest’anno Rimini.

di Ornella Jovane

Premiate Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti e Lido di Venezia.Chioggia-Sottomarina rimane ancora a bocca asciutta

Assegnato ametà maggio il prestigioso riconoscimento Il Veneto conferma le sue punte di diamante

Sventolano sei bandiere blu nelle spiagge venete

Il consigliere regionaleLucio Tiozzo

O.J.

Nel bilancio di previsione per l’eserci-zio fi nanziario 2012 era disponibile un milione di euro per gli interventi

di tutela e difesa dei litorali e delle aree limitrofe alla fascia costiera regionale. Ma l’importo non avrebbe consentito l’avvio dei normali interventi di manutenzione dei litorali in erosione. E così la Giunta regio-nale ha incrementato l’importo.

“La lunghezza del litorale veneto - spiega l’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte - è di circa 210 km, dei quali quasi 120 interessati da strutture turistiche di particolare importanza e va-lenza per l’economia regionale. Al fi ne di poter dar corso a una serie di interventi di manutenzione e ripascimento annuale dei litorali che maggiormente presentano problematiche di erosione, si è ritenuto quindi di integrare le risorse con una parte (un milione e 500mila euro) delle risorse disponibili nel bilancio regionale per inter-venti di riduzione del rischio idrogeologi-

co”.Il riparto approvato dalla giunta ve-

neta prevede l’assegnazione di 800mila euro all’Uffi cio del Genio Civile di Venezia per interventi di manutenzione e ripristino della linea di costa nel tratto di litorale compreso tra la foce del fi ume Tagliamen-to e la foce del fi ume Piave. All’Uffi cio del Genio Civile di Rovigo vanno 700mila euro per interventi nel tratto di litorale compre-so tra la foce del fi ume Adige e la foce del fi ume Po di Goro. Un milione di euro è stato assegnato al Magistrato alle Acque di Venezia che, sulla base di un accordo di programma con la Regione del Veneto, utilizzerà 500mila euro per interventi di manutenzione e ripristino della linea di costa del litorale nei Comuni di Jesolo e Cavallino-Treporti e altrettanti per il litora-le nel Comune di Chioggia. Il Magistrato alle Acque comparteciperà alla spesa per la realzzazione degli interventi anche con risorse proprie.

L’assessore Maurizio Conte

Interventi a tutela e difesa dei litorali

LA GIUNTA REGIONALE INCREMENTA L’IMPORTO: 2 MILIONI E 500MILA EURO

Sottomarina e Isola VerdeTIOZZO ALLA REGIONE: “I LAVORI PER IL RIPASCIENTO DEGLI ARENILI DEVONO ANCORA COMINCIARE

333333Il Veneto in primo piano 9Il Veneto in primo piano

di Nicola Stievano

Il turismo Veneto cresce ma le risorse si fanno sempre più esigue. Mentre si ingrossano le fi la di viaggiatori, sia italiani che stranieri, che scel-

gono la nostra regione per le città d’arte o il mare, le terme o la montagna, la vacanza fuori porta o la settimana al lago, nonostante la crisi continui a picchiare duro, gli stanziamenti per il settore ormai sono ridotti al lumicino. Nella regione che conta ol-tre 62 milioni e mezzo di pernottamenti l’anno, di cui il 62 per cento da parte di ospiti stranieri, i fondi destinati al settore sono ormai ridotti al lumicino. Ormai gli stanziamenti della Regione sono ridotti all’osso: il bilancio destina le briciole e tutti prote-stano. Non solo le opposizioni ma anche gli stessi amministratori regionali che puntano il dito contro lo stato centrale sempre più avaro nei confronti di una regione come il Veneto, dove l’industria turistica continua ad essere un formidabile traino del terziario nazionale. Claudio Sinigaglia, consi-gliere regionale del Partito Democratico, ha fatto quattro conti e il quadro che ne ricava è desolante. “Per quest’anno la Regione preventiva una riduzione di risorse del 94% nell’arco di due anni. Tutto scaricato allegramente su Comuni e Province. Ai primi si dice: ar-rangiatevi con gli introiti della tassa di soggiorno. Alle seconde si “restituisce” il personale: peccato che l’ipotetica riassunzione dei dipendenti Iat equivale a rompere il patto di stabi-lità”. Critico anche Lucio Tiozzo, vicecapogruppo del Partito Democratico in Regione. “Negli ultimi due anni, i bilanci regionali sono i migliori testimoni del precipizio nel quale sono sprofondati i fi nan-ziamenti a favore del turismo e della cultura. Per

quanto riguarda il primo settore siamo passati dai 41,6 milioni, registrati con il rendiconto 2010, ai 9,5 milioni che la Giunta ha proposto per il bilancio

di previsione 2012. Un crollo verticale dunque, pari al -77%. Non meno impressionante l’andamento della cultura: nel 2010 al comparto sono stati assegnati 40,5 milioni, nel 2012 la previsione è di 16,1,

con una diminuzione del 60,2%”. Dal canto suo l’assessore regionale al turismo Marino Finozzi re-plica che, nonostante le ristrettezze e le imposizioni da Roma, la Regione cercherà di fare del suo me-glio. Lo ha ribadito commentando l’approvazione unanime da parte del Consiglio veneto del Piano esecutivo annuale 2012 di promozione turistica. “E’ paradossale che la Regione che ha la miglio-

re economia turistica d’Italia e il maggior numero di ospiti e di pernottamenti, abbia a disposizione risorse sempre più ridotte nonostante il settore ge-neri un fatturato annuo che si aggira sui 15 miliardi di euro e benché questo comparto economico crei lavoro, non sia delocalizzabile ed è anzi elemento di valorizzazione complessiva del territorio. Questa è però la situazione in cui si trova una Regione a statuto ordinario come la nostra, nonostante i nostri cittadini siano tra i primi contribuenti del Paese e benché non sia mai stato prodotto alcun ‘buco’ nel bilancio regionale. Vorrà dire che opereremo con an-cora maggiore concretezza e oculatezza possibile”. Il Piano Esecutivo Annuale prevede per il 2012 di proseguire le iniziative, rivolte alla promozione e all’informazione turistica, che coinvolgono tutte le principali fi liere promozionali regionali, esaltandone la complementarietà d’intenti e di fi nalità.

Proteste da opposizione e maggioranza, intanto gli uffi ci di accoglienza locali rischiano di scomparire

Tagli al bilancio Nella nostra regione 63 milioni e mezzo di pernottamenti per il 62 per cento da parte di ospiti stranieri

Solo le briciole al turismo, “industria” da 15 miliardi

C’è un settore che va in Veneto a dispetto della crisi, ed è quello dell’agriturismo. Questo è emerso convegno dal titolo chiarissimo “L’agriturismo con

la A maiuscola”. Un evento organizzato da Coldiretti Veneto in villa Foscarini Rossi a Stra (Venezia) nelle scorse settimane a cui hanno partecipato 600 aziende di agriturismo da tutta la regione iscritte alla rete Terra-nostra su un totale di 1200. E’ così emerso che il 2011 è stato caratterizzato dal successo dell’eco vacanza in Veneto, risultato della vasta offerta di una campagna

curata e attrezzata, con percorsi alternativi, organizzati in pacchetti ma anche bellezze artistiche sconosciute ma preservate dagli agricoltori. Con l’11 per cento in più de-gli arrivi e oltre l’otto per cento delle presenze registrate negli alloggi, l’agriturismo dimostra percentuali raddop-piate rispetto alla media. Al tavolo dei relatori Roberto Weber direttore del centro studi Swg di Trieste ha inco-raggiato gli operatori a codifi care le numerose attività svolte spontaneamente in azienda affi nchè il turista le interpreti come possibilità di svago, Sabrina Meneghello

ricercatore Ciset (centro internazionale studi del turismo) ha elencato gli sforzi del settore turistico che in Veneto traina l’economia con un contributo sul Pil che sfi ora il 5%. Vediamo altri dati nel dettaglio. Secondo la ricerca di Swg-Coldiretti, la presenza di attrazioni naturalisti-che e paesaggistiche incide per il 55% nella scelta di una meta turistica, a seguire la storia (49%), il relax e tranquillita’ (33%) e divertimento (22%).L’agriturismo piace ad un pubblico giovane anche se il “core business” rimane la famiglia. Non ci sono solo le tipicità da degu-

stare ma anche attività sportive. Le novità proposte dagli imprenditori agricoli interessano la sfera sociale: lezioni di cucina per non vedenti, la cura e benessere del corpo, i centri estivi, ma anche quel quid che nella ristorazione di città non si trova. Da non sottovalutare che in una fattoria trovano ospitalità anche gli amici a quattro zam-pe: quasi un terzo degli operatori accoglie con simpatia l’amico “fi do” a volte anche in appositi spazi per non creare disagi agli ospiti a tavola.

Convegno Coldiretti-Swg L’agriturismo in crescita esponenziale

Nei primi due mesi del 2012 la crescita sia degli arrivi sia delle presenze è determi-

nata principalmente dagli ospiti provenienti da Paesi esteri. Questi sono infatti aumentati dell’11,3 per cento quanto ad arrivi rispetto ai primi due mesi dell’anno passato e del 13,1 per cento per numero dei pernottamenti, mentre i turisti italiani hanno fatto diminuire gli arrivi del 3,5 per cento e le presenze del 3,3 per cento. In testa alle presenze straniere si collocano in questi due primi mesi i francesi, cresciuti del 25,2 per cento, seguiti da tedeschi, aumentati del 7,2 per cento, inglesi e statunitensi, mentre i russi guadagnano il quinto posto con un aumento dei pernottamenti del 37 per cento. Il segmento di offerta che ha registrato i risultati migliori è risultato, paradossalmente, quello balneare, con una crescita del 37,8 per cento degli arrivi e del 42 per cento delle presenze, seguito dalla città d’arte che pro-seguono nella loro crescita con + 5,3 per cento di arrivi e + 7,4 per cento di presenze. La montagna ha invece pagato piuttosto cara la mancanza di neve, con un – 5,4 per cento di presenze e un – 3,6 di arrivi. “Sono numeri certamente signifi cativi, specie se si tiene conto dell’attuale momento di crisi – ha commentato l’assessore Finozzi – anche se ritengo non corretto fare pro-nostici certi per la stagione ormai iniziata. Gli esperti hanno in ogni caso ricavato buoni auspici, sia per il 2012 sia per l’anno prossimo. Io mi limito a dire che siamo in controtendenza rispet-to al resto d’Italia e che il Veneto conferma il suo straordinario appeal, fattore che riguarda soprattutto i turisti stranieri”. I dati confermano tra l’altro l’attenzione per la qualità dei turisti che scelgono il Veneto, dove la frequentazione di alberghi a quattro stelle aumenta del 6,7 per cento in termini di arrivi e del 7,7 per cento in termini di pernottamenti.

I DATI

Nel territorioIL VENETO PIACE IN EUROPA E ASIA

Oltre due terzidelle risorse in meno, a Veneziase la prendonocon il Governo

A.A.

Page 38: La Piazza di Adria - 2012mag n66

11Voci da palazzo

“Con il patto per lo svi-luppo del

Veneto, fi nalmente si potrà passare dalla fase difensiva fi n qui tenuta per parare i colpi della crisi, soprattutto con gli ammortizzatori sociali, ad una fase attiva met-tendo in campo politiche concrete (si calcola 1,2 miliardi di euro fi no al primo trimestre del 2013) e, soprattutto, non episodiche per cercare di dare risposte ai problemi strutturali arrivando all’origine delle diffi coltà che colpiscono aziende, lavoratori, famiglie, insomma tuta la società veneta, con du-rezza fi nora mai vista dall’ultimo dopoguerra”. Lo ha affermato, il presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato il quale sottolinean-do soprattutto l’importanza del nuovo ruolo che il patto affi da ad importanti enti regionali come “Veneto sviluppo” e Veneto promozione” e del-la radicale riforma, all’insegna di “più sinergie e meno sprechi”, nel campo della ricerca tecnologi-ca fi nalizzata all’innovazione che verrà concentra-ta su pochi centri specializzati al posto degli attuali 88. “Veneto Sviluppo in particolare - aggiunge Ruffato - potrà affrontare uno dei nodi centrali della crisi, la stretta creditizia, selezionando i suoi interventi puntando in modo particolare sulla gre-en economy e alle imprese in fase di avviamento (start up)”. “Non meno importante - afferma ancora il presidente dell’assemblea regionale - la riforma delle politiche del lavoro e del welfare sta-bilita dal patto trasferite dalle Province a “Veneto lavoro” creando, tra l’altro, le premesse alla regio-nalizzazione dell’ispettorato del lavoro”. “Quanto all’adesione fi nora parziale delle organizzazioni sindacali - conclude Ruffato - mi auguro che, quan-do le politiche previste dal patto cominceranno ad essere applicate, essa possa estendersi a tutte le componenti in modo da rappresentare nella sua interezza il mondo del lavoro veneto”.

Clodovaldo Ruffato, Popolo della Libertà“FINALMENTE RISPOSTE

STRUTTURALI ANTI CRISI”

Ipse dixitIpse dixit

Un pacco povero di contenuti, lo defi niscono così i consiglieri regionali del Pd Graziano Azzalin e Lucio Tiozzo, il Patto dello svi-

luppo presentato dal presidente Luca Zaia. I due esponenti democratici sostengono che in realtà i contenuti sono molto poveri. “Visto anche che dal punto di vista dei fondi a disposizione - pre-cisano - non si aggiunge nulla di nuovo rispetto ai fi nanziamenti europei ed a quanto stanziato in Bilancio. Certo, le intenzioni sono buone e da condividere, un po’ meno l’uso strumentale e il dare più importanza al contenitore che al contenu-to che, tanto per aggiungere un dettaglio, dribbla molte delle questioni concrete sul tappeto, come sottolineato anche dalla segretaria della Cgil Su-sanna Camusso”.

Azzalin e Tiozzo, Partito DemocraticoUN PACCO VUOTO DI CONTENUTI

La crisi in Veneto ha toccato livelli drammatici. La situa-zione economica, infatti, non è delle più rassicuranti, la disoccupazione colpisce un giovane su quattro e

la lista con i nomi di coloro che si sono tolta la vita, a causa della perdita del lavoro, continua ad allungarsi di settimana in settimana. Iniziano a mancare i soldi ma più di tutto si avverte la carenza di prospettive. Non ci sono “ricette” per uscire dalla crisi e il solo “resistere” potrebbe non essere suffi ciente per vedere la fi ne di questo lungo periodo di “empasse”. Il “Patto del Veneto”: annunciato, sottoscritto da Regione forze economiche e sindacali (sen-za Cgil e Uil) ma fortemente contestato dalle opposizioni è stato presentato come lo strumento adatto a colmare buona parte di questo vuoto. Infatti si tratta di un do-cumento programmatico sottoscritto dall’Anci, dall’Urpv, dagli industriali, dalle associazioni agricole, da quelle del commercio, dagli artigiani, e dai sindacati che impegna, da qui alla prima metà del 2013, circa 1,2 miliardi di euro per il rilancio e la crescita economica del Veneto. Secondo le opposizioni di Palazzo Ferro Fini, si tratterebbe di puro fumo negli occhi perché le somme stanziate sarebbero sempre quelle del bilancio di previsione ma secondo il governatore Luca Zaia il risultato importante è quello di essere riusciti a mettere attorno ad un progetto parti sociali ed economiche dell’intera regione.

“E’ la grande occasione per dire che in Veneto, per la prima volta, tutti si stringono attorno a un Patto il che signifi ca aver individuato i problemi, le risorse e le soluzioni – ha infatti spiegato il governatore, lamentando che non altrettanto sta facendo il Governo – il tavolo tra Regione Veneto e parti sociali ha avuto il coraggio di riorganizzare tutte le linee di investimento: migliorando la sinergia, limi-tando gli sprechi e facendo economia di scala. E’ un modo

per individuare degli obiettivi e perseguirli congiuntamente. Se per tutti l’emergenza è nell’occupazione giovanile al-lora per tutti deve essere prioritario l’investimento rivolto al sostegno del lavoro per le nuove generazioni”. Zaia ha ricordato che questo atto è il terzo grande provvedimento dell’Amministrazione regionale per lo sviluppo del Veneto. “Dopo l’insediamento della Giunta – ha detto - abbiamo subito parlato della necessità dell’accesso al credito e ab-biamo messo in piedi il fondo di 1,9 miliardi di euro che dopo gli opportuni aggiustamenti di spread, di procedure e anche dopo l’intesa con Confi di, oggi è operativo; sono già arrivate decine di richieste alla fi nanziaria regionale. C’è stata poi la proroga dei fondi di rotazione, nuovo carbu-rante per l’occupazione, per le imprese, per la crescita. E ora c’è la fi rma del Patto”. Ma che cosa prevede nello specifi co? Nel protocollo esiste una prima fase nella quele verranno stanziati fi nanziamenti a sostegno di progetti per la creazione di nuovi posti di lavoro. Si tratta di 400 mi-lioni dei quali 160 milioni saranno destinati a favore delle imprese (un plafond ancora da quantifi cato sarà specifi co per pmi e confi di), 40 milioni saranno destinati al lavoro, 140 per favorire l’occupazione giovanile e 60 milioni per

interventi sul territorio. Altre voci del documento riguarda-no il Turismo con un impegno di 10 milioni di euro, altri 16 andranno a ricerca e innovazione, al reinserimento dei lavoratori in cassa integrazione invece sono stati destinati 30 milioni di euro e al sostegno dell’imprenditoria giovani-le e femminile sono preventivati 11 milioni di euro. Altre somme sono state destinate alle infrastrutture compreso il sistema ferroviario metropolitano, con capitoli di spesa che parlano di 50 milioni di euro nel primo caso e 14,5 milioni per la Sfmr. Tra i benefi ciari manca l’area di Porto Maghera e proprio questa omissione è la causa che ha fatto rimanere lontana dal tavolo della fi rma la Cgil. “Se uno pensa di parlare di industrializzazione in una regione come il Veneto – ha speigato il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso – e salta Porto Marghera, sta parlando di farfalle. Non sta parlando di cosa fare concretamente”. Pronta la risposta del presidente Zaia rivolta proprio a chi non ha fi rmato il patto: “La porta è sempre aperta come la nostra disponibilità a fare questo percorso assieme; si fa per fasi: questa è stata la prima, la seconda è pronta per essere scritta”.

di Fortunato Marinata

Economia La risposta alla crisi nell’intesa tra Regione e associazioni di categoria

Il “Patto del Veneto” promette la ripresaDa qui alla prima metà del 2013 la Regione metterà a disposizione 1,2 miliardi di euro. Per l’opposizione: “E’ fumo negli occhi”

Solo “vuota propaganda”. Pagine di “poesia” che non trovano tradu-zione in “misure concrete e in risorse fi nanziarie determinate”. Ma, soprattutto, un piano partorito senza coinvolgere il Consiglio regionale

e le maggiori organizzazioni sindacali del Veneto. Così Pietrangelo Pette-nò, consigliere della Sinistra veneta nell’assemblea legislativa regionale, defi nisce il piano di sviluppo per il Veneto fi rmato dal presidente Zaia con i rappresentanti di categoria e di una parte del sindacato. Pettenò intende impegnare la giunta Zaia - attraverso la mozione depositata in Consiglio - a riaprire il confronto con le organizzazioni sindacali che non hanno sottoscrit-to il piano (Cgil e Uil) e a ridiscuterne contenuti e indirizzi con il Consiglio regionale. “Il Piano per lo Sviluppo presentato da Zaia - spiega Pettenò nella mozione - risulta essere un documento propagandistico, che all’inconsistenza delle misure indicate, alla esiguità e indetermi-natezza delle risorse fi nanziarie destinate, somma una procedura nella sua defi nizione che determina la rottura con le organizzazioni sindacali che rappresentano la grande maggioranza dei lavoratori del Veneto”. Per Pettenò il piano è privo di un disegno strategico per il rilancio dell’occupazione e di proposte per sostenere la green economy, l’edilizia rivolta al recupero del territorio, il rilancio dell’area strategica di Porto Marghera, il reddito dei lavoratori precari, in cassa integrazione e in mobilità. Inol-tre non contiene alcuna misura per favorire il rispetto della legalità, il contrasto dell’evasione fi scale, della contraffazione e dell’economia criminale e per scoraggiare fenomeni come la delocalizzazione. Né contiene indicazioni su tempi e contenuti per l’approvazione del piano energetico regionale. “Ri-tengo grave e inaccettabile - conclude Pettenò - che il Presidente della Giunta regionale abbia ritenuto di non dover esporre il piano in Consiglio regionale, rifi utandosi di aprire una doverosa discussione e un serio confronto politico nel merito delle scelte e degli indirizzi assunti”.

“SOLO PROPAGANDA, ESTROMESSO IL CONSIGLIO”Pietrangelo Pettenò, Federazione della Sinistra

Nella foto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia

“Prima di vendere come grande ri-sultato questo patto per il Veneto, Zaia faccia luce su una serie di

questioni ancora tutte da chiarire”. Ad affer-marlo, è stata la capogruppo del Pd in Consi-glio regionale, Laura Puppato e la segretaria regionale democratica, Rosanna Filippin.

“Fino a prova contraria, diciamo intanto, che quelle snocciolate sono cifre già messe a bilancio o che fanno riferimento a stanzia-menti europei (Fers, Fas) e dunque non si vedono all’orizzonte novità di rilievo. Ci chiediamo poi dove sono e come sono stati investiti questi miliardi a favore del mondo del lavoro citati da Zaia. Ma soprattutto qual-cuno dovrebbe informare il presidente che i bilanci si fanno a dicembre, nel caso del Veneto purtroppo a marzo inoltrato, ed è lì che si determinano le somme disponibili ed i vari capitoli. Tutto il resto appartiene alla categoria degli squilli di tromba.

“Dal punto di vista della concertazione - concludono le due esponenti del Pd - questo patto esclude di fatto il Consiglio regionale e due dei tre maggiori sindacati, ovvero Cgil e Uil che non hanno messo la loro fi rma all’accordo. Può considerarsi un successo questa divergenza tra le organiz-zazioni sindacali? C’è il dubbio che si tratti dell’ennesima operazione di marketing politico ma senza nuovi soldi veri”.

Laura Puppato, Partito DemocraticoGRANDE RISULTATO O SQUILLO DI TROMBA?

Laura PuppatoPietrangelo

Pettenò

Clodovaldo Ruffato

34 Voci da palazzo3434 Voci da palazzo 10 Intorno a noi

Ci si sposa di meno, le convivenze si fanno più lunghe e continuano a crescere i matrimoni civili. Nel giro

di pochi anni il Veneto ha cambiato pelle e i “fi ori d’arancio” diventano merce rara, soprattutto nel bel mezzo di una crisi di cui nessuno riesce ancora a cogliere la portata. In Veneto il numero di matrimoni scende, ormai siamo sotto quota 16 mila l’anno, mentre appena tre anni fa sfi oravano i 19 mila. Nella nostra regione si contano 3,4 matrimoni ogni mille abitanti, al di sotto della media nazionale del 3,8 per mille e le motivazioni sono le stesse degli anni precedenti: allungamento delle convivenze, molte delle quali si consolidano come tali, incertezza sul lavoro, diffi coltà economiche hanno il loro peso.

Eppure, nonostante tutto, chi arriva al matrimonio è più convinto e determinato che mai, ed è anche disposto a mettere in preventivo un bel po’ di sacrifi ci e rinunce affi nché il giorno più bello sia effettivamen-te ricordato come tale. In fondo oggi le co-siddette “convenzioni sociali”, osservano gli addetti ai lavori, sono meno stringenti del passato e ci si può sposare anche con un budget ridotto all’osso, tagliando su lista degli invitati, ristorante, partecipazio-ni, bomboniere, allestimenti e viaggio di nozze.

Se i matrimoni “low cost” sono in cre-scita, soprattutto fra le coppie più giovani e anticonformiste, chi sceglie la formula “classica” è ancora più determinato e sem-pre più spesso si fa aiutare da esperti del settore, i “wedding planner”, una profes-sione che è cresciuta in maniera inversa-mente proporzionale rispetto al numero dei matrimoni. “Si rivolgono a noi soprattutto

giovani e professionisti che non hanno molto tempo a disposizione oppure chi ha intenzione di sposarsi a breve. - spiega Antonia Macrì, wedding planner padovana di “Chicchi d’arancio” - E non si tratta so-lamente di coppie che vogliono spendere cifre importanti, perché ci sono soluzioni per tutte le tasche e il nostro compito è pro-prio quello di trovare la formula migliore, in tutti i sensi, compreso quello economico. Negli ultimi tempi abbiamo notato un calo di richieste, a causa della crisi. Personal-mente mi sono trovata con futuri sposi che hanno perso il lavoro prima delle nozze. A quel punto abbiamo rivisto il budget senza compromettere l’eleganza e l’unicità di un giorno così importante”. Ma quanto costa, in media, sposarsi in Veneto oggi? Diffi cile ottenere una risposta precisa, ma la fascia di prezzo più frequente va dai 18 ai 25 mila euro, a seconda delle richieste della

di Nicola Stievano

Coniugare budget ed eleganza è ancora possibile, anche chi perde il lavoro non rinuncia a salire all’altare

Fiori d’arancio In Veneto le nozze sono in calo, ma crescono le cerimonie low cost

Sposarsi in tempo di crisi purché, sia il giorno più bello

Sopra Antonia Macrì, wedding planner, e una sua creazione

coppia. “Riusciamo ad organizzare eventi anche con budget ridotti, senza per questo incidere sulla qualità. - continua Antonia - Anzi è qui che si vede il nostro lavoro perché in breve tempo riusciamo a dare i consigli giusti e trovare le soluzioni ideali affi nché tutto funzioni per il meglio. Chi poi vuole un matrimonio sfarzoso arriva a spendere anche 50 mila euro. Chi invece vuole risparmiare sceglie di ridurre il nume-ro degli invitati, ad esempio, e risparmiare su altri costi”. Fa parte del lavoro anche tranquillizzare le coppie spaventate da costi e incombenze, perché il matrimonio sia il loro giorno più bello, al di là del budget.

La wedding planner “Cerchiamo insieme la formula ideale, ottimizzando costi e calendario”

In Veneto i matrimoni civili quasi più numerosi di quelli religiosi. A Nordest ormai una persona su due sceglie di

sposarsi in Comune. Un cambiamento forte, questo, che

ha investito il Veneto negli ultimi anni (si è passati dal 37.9% dei matrimoni civili nel 2004 al 45,4% nel 2009) e che ha visto il superamento del 50% in Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giu-lia (55,4% in Trentino, 54,5% in Friuli), mentre in Italia il dato rimane fermo al 37,2%. Ancora più rilevante, poi, il ri-ferimento al tasso di nuzialità (annuo).

“Le tre regioni del Nordest antici-pano l’andamento calante di tutta Ita-lia posizionandosi tutte al di sotto del valore medio nazionale”, ha spiegato Daniele Marin, direttore scientifi co del-la Fondazione Nordest.

I dati sono stati presentati al conve-gno ecclesiale del Nordest di Aquileia: “Ci sono stati grandi cambiamenti di stili di vita in questi anni – spiega monsignor Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova – quelli che vediamo intorno a noi sono cittadini smarriti, senza speranze per il futuro, a volte anche da giovanissimi. Vogliamo contribuire a ridare un’anima al Nordest, a sostenerne gli abitanti, che in questo momento diffi cile sembrano persi e senza appigli concreti”.

NEWS

I dati della Fondazione NordestCHIESA E COMUNE ALLA PARI

Page 39: La Piazza di Adria - 2012mag n66

11Voci da palazzo

“Con il patto per lo svi-luppo del

Veneto, fi nalmente si potrà passare dalla fase difensiva fi n qui tenuta per parare i colpi della crisi, soprattutto con gli ammortizzatori sociali, ad una fase attiva met-tendo in campo politiche concrete (si calcola 1,2 miliardi di euro fi no al primo trimestre del 2013) e, soprattutto, non episodiche per cercare di dare risposte ai problemi strutturali arrivando all’origine delle diffi coltà che colpiscono aziende, lavoratori, famiglie, insomma tuta la società veneta, con du-rezza fi nora mai vista dall’ultimo dopoguerra”. Lo ha affermato, il presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato il quale sottolinean-do soprattutto l’importanza del nuovo ruolo che il patto affi da ad importanti enti regionali come “Veneto sviluppo” e Veneto promozione” e del-la radicale riforma, all’insegna di “più sinergie e meno sprechi”, nel campo della ricerca tecnologi-ca fi nalizzata all’innovazione che verrà concentra-ta su pochi centri specializzati al posto degli attuali 88. “Veneto Sviluppo in particolare - aggiunge Ruffato - potrà affrontare uno dei nodi centrali della crisi, la stretta creditizia, selezionando i suoi interventi puntando in modo particolare sulla gre-en economy e alle imprese in fase di avviamento (start up)”. “Non meno importante - afferma ancora il presidente dell’assemblea regionale - la riforma delle politiche del lavoro e del welfare sta-bilita dal patto trasferite dalle Province a “Veneto lavoro” creando, tra l’altro, le premesse alla regio-nalizzazione dell’ispettorato del lavoro”. “Quanto all’adesione fi nora parziale delle organizzazioni sindacali - conclude Ruffato - mi auguro che, quan-do le politiche previste dal patto cominceranno ad essere applicate, essa possa estendersi a tutte le componenti in modo da rappresentare nella sua interezza il mondo del lavoro veneto”.

Clodovaldo Ruffato, Popolo della Libertà“FINALMENTE RISPOSTE

STRUTTURALI ANTI CRISI”

Ipse dixit

Un pacco povero di contenuti, lo defi niscono così i consiglieri regionali del Pd Graziano Azzalin e Lucio Tiozzo, il Patto dello svi-

luppo presentato dal presidente Luca Zaia. I due esponenti democratici sostengono che in realtà i contenuti sono molto poveri. “Visto anche che dal punto di vista dei fondi a disposizione - pre-cisano - non si aggiunge nulla di nuovo rispetto ai fi nanziamenti europei ed a quanto stanziato in Bilancio. Certo, le intenzioni sono buone e da condividere, un po’ meno l’uso strumentale e il dare più importanza al contenitore che al contenu-to che, tanto per aggiungere un dettaglio, dribbla molte delle questioni concrete sul tappeto, come sottolineato anche dalla segretaria della Cgil Su-sanna Camusso”.

Azzalin e Tiozzo, Partito DemocraticoUN PACCO VUOTO DI CONTENUTI

La crisi in Veneto ha toccato livelli drammatici. La situa-zione economica, infatti, non è delle più rassicuranti, la disoccupazione colpisce un giovane su quattro e

la lista con i nomi di coloro che si sono tolta la vita, a causa della perdita del lavoro, continua ad allungarsi di settimana in settimana. Iniziano a mancare i soldi ma più di tutto si avverte la carenza di prospettive. Non ci sono “ricette” per uscire dalla crisi e il solo “resistere” potrebbe non essere suffi ciente per vedere la fi ne di questo lungo periodo di “empasse”. Il “Patto del Veneto”: annunciato, sottoscritto da Regione forze economiche e sindacali (sen-za Cgil e Uil) ma fortemente contestato dalle opposizioni è stato presentato come lo strumento adatto a colmare buona parte di questo vuoto. Infatti si tratta di un do-cumento programmatico sottoscritto dall’Anci, dall’Urpv, dagli industriali, dalle associazioni agricole, da quelle del commercio, dagli artigiani, e dai sindacati che impegna, da qui alla prima metà del 2013, circa 1,2 miliardi di euro per il rilancio e la crescita economica del Veneto. Secondo le opposizioni di Palazzo Ferro Fini, si tratterebbe di puro fumo negli occhi perché le somme stanziate sarebbero sempre quelle del bilancio di previsione ma secondo il governatore Luca Zaia il risultato importante è quello di essere riusciti a mettere attorno ad un progetto parti sociali ed economiche dell’intera regione.

“E’ la grande occasione per dire che in Veneto, per la prima volta, tutti si stringono attorno a un Patto il che signifi ca aver individuato i problemi, le risorse e le soluzioni – ha infatti spiegato il governatore, lamentando che non altrettanto sta facendo il Governo – il tavolo tra Regione Veneto e parti sociali ha avuto il coraggio di riorganizzare tutte le linee di investimento: migliorando la sinergia, limi-tando gli sprechi e facendo economia di scala. E’ un modo

per individuare degli obiettivi e perseguirli congiuntamente. Se per tutti l’emergenza è nell’occupazione giovanile al-lora per tutti deve essere prioritario l’investimento rivolto al sostegno del lavoro per le nuove generazioni”. Zaia ha ricordato che questo atto è il terzo grande provvedimento dell’Amministrazione regionale per lo sviluppo del Veneto. “Dopo l’insediamento della Giunta – ha detto - abbiamo subito parlato della necessità dell’accesso al credito e ab-biamo messo in piedi il fondo di 1,9 miliardi di euro che dopo gli opportuni aggiustamenti di spread, di procedure e anche dopo l’intesa con Confi di, oggi è operativo; sono già arrivate decine di richieste alla fi nanziaria regionale. C’è stata poi la proroga dei fondi di rotazione, nuovo carbu-rante per l’occupazione, per le imprese, per la crescita. E ora c’è la fi rma del Patto”. Ma che cosa prevede nello specifi co? Nel protocollo esiste una prima fase nella quele verranno stanziati fi nanziamenti a sostegno di progetti per la creazione di nuovi posti di lavoro. Si tratta di 400 mi-lioni dei quali 160 milioni saranno destinati a favore delle imprese (un plafond ancora da quantifi cato sarà specifi co per pmi e confi di), 40 milioni saranno destinati al lavoro, 140 per favorire l’occupazione giovanile e 60 milioni per

interventi sul territorio. Altre voci del documento riguarda-no il Turismo con un impegno di 10 milioni di euro, altri 16 andranno a ricerca e innovazione, al reinserimento dei lavoratori in cassa integrazione invece sono stati destinati 30 milioni di euro e al sostegno dell’imprenditoria giovani-le e femminile sono preventivati 11 milioni di euro. Altre somme sono state destinate alle infrastrutture compreso il sistema ferroviario metropolitano, con capitoli di spesa che parlano di 50 milioni di euro nel primo caso e 14,5 milioni per la Sfmr. Tra i benefi ciari manca l’area di Porto Maghera e proprio questa omissione è la causa che ha fatto rimanere lontana dal tavolo della fi rma la Cgil. “Se uno pensa di parlare di industrializzazione in una regione come il Veneto – ha speigato il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso – e salta Porto Marghera, sta parlando di farfalle. Non sta parlando di cosa fare concretamente”. Pronta la risposta del presidente Zaia rivolta proprio a chi non ha fi rmato il patto: “La porta è sempre aperta come la nostra disponibilità a fare questo percorso assieme; si fa per fasi: questa è stata la prima, la seconda è pronta per essere scritta”.

di Fortunato Marinata

Economia La risposta alla crisi nell’intesa tra Regione e associazioni di categoria

Il “Patto del Veneto” promette la ripresaDa qui alla prima metà del 2013 la Regione metterà a disposizione 1,2 miliardi di euro. Per l’opposizione: “E’ fumo negli occhi”

Solo “vuota propaganda”. Pagine di “poesia” che non trovano tradu-zione in “misure concrete e in risorse fi nanziarie determinate”. Ma, soprattutto, un piano partorito senza coinvolgere il Consiglio regionale

e le maggiori organizzazioni sindacali del Veneto. Così Pietrangelo Pette-nò, consigliere della Sinistra veneta nell’assemblea legislativa regionale, defi nisce il piano di sviluppo per il Veneto fi rmato dal presidente Zaia con i rappresentanti di categoria e di una parte del sindacato. Pettenò intende impegnare la giunta Zaia - attraverso la mozione depositata in Consiglio - a riaprire il confronto con le organizzazioni sindacali che non hanno sottoscrit-to il piano (Cgil e Uil) e a ridiscuterne contenuti e indirizzi con il Consiglio regionale. “Il Piano per lo Sviluppo presentato da Zaia - spiega Pettenò nella mozione - risulta essere un documento propagandistico, che all’inconsistenza delle misure indicate, alla esiguità e indetermi-natezza delle risorse fi nanziarie destinate, somma una procedura nella sua defi nizione che determina la rottura con le organizzazioni sindacali che rappresentano la grande maggioranza dei lavoratori del Veneto”. Per Pettenò il piano è privo di un disegno strategico per il rilancio dell’occupazione e di proposte per sostenere la green economy, l’edilizia rivolta al recupero del territorio, il rilancio dell’area strategica di Porto Marghera, il reddito dei lavoratori precari, in cassa integrazione e in mobilità. Inol-tre non contiene alcuna misura per favorire il rispetto della legalità, il contrasto dell’evasione fi scale, della contraffazione e dell’economia criminale e per scoraggiare fenomeni come la delocalizzazione. Né contiene indicazioni su tempi e contenuti per l’approvazione del piano energetico regionale. “Ri-tengo grave e inaccettabile - conclude Pettenò - che il Presidente della Giunta regionale abbia ritenuto di non dover esporre il piano in Consiglio regionale, rifi utandosi di aprire una doverosa discussione e un serio confronto politico nel merito delle scelte e degli indirizzi assunti”.

“SOLO PROPAGANDA, ESTROMESSO IL CONSIGLIO”Pietrangelo Pettenò, Federazione della Sinistra

Nella foto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia

“Prima di vendere come grande ri-sultato questo patto per il Veneto, Zaia faccia luce su una serie di

questioni ancora tutte da chiarire”. Ad affer-marlo, è stata la capogruppo del Pd in Consi-glio regionale, Laura Puppato e la segretaria regionale democratica, Rosanna Filippin.

“Fino a prova contraria, diciamo intanto, che quelle snocciolate sono cifre già messe a bilancio o che fanno riferimento a stanzia-menti europei (Fers, Fas) e dunque non si vedono all’orizzonte novità di rilievo. Ci chiediamo poi dove sono e come sono stati investiti questi miliardi a favore del mondo del lavoro citati da Zaia. Ma soprattutto qual-cuno dovrebbe informare il presidente che i bilanci si fanno a dicembre, nel caso del Veneto purtroppo a marzo inoltrato, ed è lì che si determinano le somme disponibili ed i vari capitoli. Tutto il resto appartiene alla categoria degli squilli di tromba.

“Dal punto di vista della concertazione - concludono le due esponenti del Pd - questo patto esclude di fatto il Consiglio regionale e due dei tre maggiori sindacati, ovvero Cgil e Uil che non hanno messo la loro fi rma all’accordo. Può considerarsi un successo questa divergenza tra le organiz-zazioni sindacali? C’è il dubbio che si tratti dell’ennesima operazione di marketing politico ma senza nuovi soldi veri”.

Laura Puppato, Partito DemocraticoGRANDE RISULTATO O SQUILLO DI TROMBA?

Laura PuppatoPietrangelo

Pettenò

Clodovaldo Ruffato

10 Intorno a noi

Ci si sposa di meno, le convivenze si fanno più lunghe e continuano a crescere i matrimoni civili. Nel giro

di pochi anni il Veneto ha cambiato pelle e i “fi ori d’arancio” diventano merce rara, soprattutto nel bel mezzo di una crisi di cui nessuno riesce ancora a cogliere la portata. In Veneto il numero di matrimoni scende, ormai siamo sotto quota 16 mila l’anno, mentre appena tre anni fa sfi oravano i 19 mila. Nella nostra regione si contano 3,4 matrimoni ogni mille abitanti, al di sotto della media nazionale del 3,8 per mille e le motivazioni sono le stesse degli anni precedenti: allungamento delle convivenze, molte delle quali si consolidano come tali, incertezza sul lavoro, diffi coltà economiche hanno il loro peso.

Eppure, nonostante tutto, chi arriva al matrimonio è più convinto e determinato che mai, ed è anche disposto a mettere in preventivo un bel po’ di sacrifi ci e rinunce affi nché il giorno più bello sia effettivamen-te ricordato come tale. In fondo oggi le co-siddette “convenzioni sociali”, osservano gli addetti ai lavori, sono meno stringenti del passato e ci si può sposare anche con un budget ridotto all’osso, tagliando su lista degli invitati, ristorante, partecipazio-ni, bomboniere, allestimenti e viaggio di nozze.

Se i matrimoni “low cost” sono in cre-scita, soprattutto fra le coppie più giovani e anticonformiste, chi sceglie la formula “classica” è ancora più determinato e sem-pre più spesso si fa aiutare da esperti del settore, i “wedding planner”, una profes-sione che è cresciuta in maniera inversa-mente proporzionale rispetto al numero dei matrimoni. “Si rivolgono a noi soprattutto

giovani e professionisti che non hanno molto tempo a disposizione oppure chi ha intenzione di sposarsi a breve. - spiega Antonia Macrì, wedding planner padovana di “Chicchi d’arancio” - E non si tratta so-lamente di coppie che vogliono spendere cifre importanti, perché ci sono soluzioni per tutte le tasche e il nostro compito è pro-prio quello di trovare la formula migliore, in tutti i sensi, compreso quello economico. Negli ultimi tempi abbiamo notato un calo di richieste, a causa della crisi. Personal-mente mi sono trovata con futuri sposi che hanno perso il lavoro prima delle nozze. A quel punto abbiamo rivisto il budget senza compromettere l’eleganza e l’unicità di un giorno così importante”. Ma quanto costa, in media, sposarsi in Veneto oggi? Diffi cile ottenere una risposta precisa, ma la fascia di prezzo più frequente va dai 18 ai 25 mila euro, a seconda delle richieste della

di Nicola Stievano

Coniugare budget ed eleganza è ancora possibile, anche chi perde il lavoro non rinuncia a salire all’altare

Fiori d’arancio In Veneto le nozze sono in calo, ma crescono le cerimonie low cost

Sposarsi in tempo di crisi purché, sia il giorno più bello

Sopra Antonia Macrì, wedding planner, e una sua creazione

coppia. “Riusciamo ad organizzare eventi anche con budget ridotti, senza per questo incidere sulla qualità. - continua Antonia - Anzi è qui che si vede il nostro lavoro perché in breve tempo riusciamo a dare i consigli giusti e trovare le soluzioni ideali affi nché tutto funzioni per il meglio. Chi poi vuole un matrimonio sfarzoso arriva a spendere anche 50 mila euro. Chi invece vuole risparmiare sceglie di ridurre il nume-ro degli invitati, ad esempio, e risparmiare su altri costi”. Fa parte del lavoro anche tranquillizzare le coppie spaventate da costi e incombenze, perché il matrimonio sia il loro giorno più bello, al di là del budget.

La wedding planner “Cerchiamo insieme la formula ideale, ottimizzando costi e calendario”

In Veneto i matrimoni civili quasi più numerosi di quelli religiosi. A Nordest ormai una persona su due sceglie di

sposarsi in Comune. Un cambiamento forte, questo, che

ha investito il Veneto negli ultimi anni (si è passati dal 37.9% dei matrimoni civili nel 2004 al 45,4% nel 2009) e che ha visto il superamento del 50% in Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giu-lia (55,4% in Trentino, 54,5% in Friuli), mentre in Italia il dato rimane fermo al 37,2%. Ancora più rilevante, poi, il ri-ferimento al tasso di nuzialità (annuo).

“Le tre regioni del Nordest antici-pano l’andamento calante di tutta Ita-lia posizionandosi tutte al di sotto del valore medio nazionale”, ha spiegato Daniele Marin, direttore scientifi co del-la Fondazione Nordest.

I dati sono stati presentati al conve-gno ecclesiale del Nordest di Aquileia: “Ci sono stati grandi cambiamenti di stili di vita in questi anni – spiega monsignor Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova – quelli che vediamo intorno a noi sono cittadini smarriti, senza speranze per il futuro, a volte anche da giovanissimi. Vogliamo contribuire a ridare un’anima al Nordest, a sostenerne gli abitanti, che in questo momento diffi cile sembrano persi e senza appigli concreti”.

NEWS

I dati della Fondazione NordestCHIESA E COMUNE ALLA PARI

353535Intorno a noi

60 giorni

SOTTOMARINA (VE) Via S. Marco 1933/C - Tel. 041 4968055Dal lunedì al sabato dalle 09,00 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,00

CHIOGGIA (VE) Borgo S.Giovanni, 7/Z (vicino distributore Q8) - Tel. 041 4968379Dal lunedì al sabato dalle 09,00 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30

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Page 40: La Piazza di Adria - 2012mag n66

12 Cultura veneta

Nell’alternanza tra artisti contempo-ranei e collettive che partono dalla ricca Collezione Francois Pinault, è di

scena a Palazzo Grassi a Venezia fi no al 15 luglio Urs Fischer (Zurigo 1973) con la mostra “Madame Fisscher”. Già dalla data di nascita si evince che è il primo artista vivente ad essere esposto in una personale a Palazzo Grassi, in una delle sue più impor-tanti esposizioni tra quelle fatte in Europa. L’atrio centrale e il primo piano c’introduco-no nel mondo dell’artista, che vive a New York, con più di trenta opere. Una sapiente guida gratuita aiuta il visitatore a capire la logica e la chimica dei lavori di Fischer non sempre di facile e immediata compren-sione. Scultura, pittura e installazione sono le tecniche espressive, mentre i materiali vanno dal bronzo e cera ad apparecchi meccanici e specchi. Una creatività dell’artista logica e assurda, in un equilibrio di diversi elementi quali l’humour, la realtà, l’eternità, l’illusione, la violenza e

la fugacità. Si parte proprio dall’opera “Ma-dame Fisscher” che riproduce il suo studio nei minimi particolari facendo rivivere il processo creativo del Maestro, per passare a “untitled” del 2012 con un ritratto in cera di se stesso e dell’amico artista Rudolf Stingel in cui i lumini consumano le stesse evidenziando la trasformazione e i limiti del corpo e dell’opera d’arte, arrivando a “Ne-

crophonia” del 2011 con la ricostruzione di un atelier dove una modella vivente professionista, dell’Ac-cademia di Belle Arti, posa tra le opere in un

passaggio tra vivente e artifi ciale. Altri temi sono la banalità del quotidiano, il gioco dell’oggetto con la sua ombra, l’idea del movimento, la messa in ridicolo di vizi e dipendenze e il teatro dell’assurdo.

di Alain Chivilò

Scultura, pittura, installazione e il suo studio, riprodotto nei minimi particolari per far rivivere il suo processo creativo

Palazzo Grassi fi no al 15 luglio Più di trenta opere dell’artista newyorkese

Il mondo interpretato da Urs Fischer

Palazzo Franchetti a Venezia

Negli spazi dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Palazzo Franchetti a Venezia fi no all’8 luglio, “Pi-casso e Vollard. Il genio e il mercante” è la mostra che

per la prima volta in Italia disamina il rapporto tra il mercante d’arte Ambroise Vollard e Pablo Picasso. Un’intersezione tra il gallerista scopritore di artisti sconosciuti o “secondari”, d’in-tuito sopraffi no e forti doti commerciali, con il pittore invento-re del Cubismo che con la sua tecnica ha stregato future ge-nerazioni d’artisti, critici e amanti dell’arte. Ambroise Vollard (1866 – 1939) oltre a organizzare la prima monografi a su Paul Cezanne nel 1895, offrì al giovane Picasso (1881 – 1973) la possibilità di esporre nel 1901 all’interno della sua galleria. Da qui fi no alla morte di Vollard tra i due si

sviluppa una relazione d’amicizia, d’affari e di stima recipro-ca. Il critico Félicien Fagus scrive “ecco: ho appena visto da Vollard la mostra del giovane pittore (spagnolo si capisce) con un temperamento meraviglioso”. Tecniche incisorie quali l’acquaforte, la puntasecca e l’acquatinta sono rappresentate da oltre 150 opere, con la serie completa delle 100 incisio-ni della “Suite Vollard”, a cui Picasso lavorò dal 1927 al 1937, la “Minotauromachia” una delle sue principali opere grafi che, “l’Histoire Naturelle” con gli animali di Buffon e i “Saltimbanchi” con la celebre acquaforte “Le repas frugal al chefs d’oeuvre inconnue” di Balzac. Una tecnica incisoria ric-ca e di classe per un Picasso intramontabile nelle sue decadi artistiche d’oro.

L’abilità incisoria di Picasso

A Treviso, fi no al primo luglio, nelle tre princi-

pali sale espositive di Palazzo Bomben, sede della Fondazione Benetton Studi e Ricer-che, è di scena la XXIII edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2012. Nelle fi nalità del Premio c’è il focus di con-tribuire a elevare e diffondere la cultura di “governo del paesaggio”, proponendosi come occasione e strumento per fare conoscere il lavoro intellettuale e manuale, al fi ne di governare le modifi cazioni dei luoghi per salvaguardare e valorizzare i patrimoni autentici di natura e memoria. Una giuria sceglie annualmente un luogo e per l’edizio-ne del 2012 il premio è andato, con voto unanime, al Bosco di Sant’Antonio situato nelle montagne d’Abruzzo e precisamente nel comune di Pescocostanzo. L’area ha una dimensione di circa 500 ettari ed è situata nel Parco della Maiella. La composizione boschiva consta di alcu-ne migliaia di grandi alberi, tra i quali cinquecento sono rappresentati da faggi secolari. Questo bosco è defi nito da Elena Croce come “un santuario della natura e della civiltà pastorale”. In quest’ambito, l’interessante percorso espositivo testimonia il luogo prescelto in tre sezioni: la prima illustra materiali fotografi ci e cartografi ci per inqua-drare il luogo, la seconda tratta aspetti naturalistici del bosco e del patrimonio vegetale all’interno dei paesaggi abruzzesi, l’ultima invece è video con il fi lm documentario del 1994 di Ermanno Olmi “Mille anni”, che inquadra il Bosco di Sant’Antonio tra natura e civiltà.

Palazzo Bomben, TrevisoIL PREMIO INTERNAZIONALE CARLO SCARPA

E’ il primo artista vivente al quale il centro espositivo dedica una personale

Al.Ch. “Le repas frugal al chefs d’oeuvre inconnue” Al.Ch.

“Venezia è così esageratamente raffi nata. Le perce-zioni degli altri e di lei stessa non ti lasciano mai in pace. Persino la luce, proiettata dal campanile

sulla piazza, acquista una qualità architettonica e il pesante campanile vi diventa leggero”. Così Venezia è pensata dal pittore William Congdon (Providence 1912 – Milano 1998) che tra il ’48 e ’60 vi soggiorna. Nel centenario della nasci-ta, fi no al 8 luglio nel piano nobile dell’università Cà Foscari Esposizioni, “William Congdon a Venezia. Uno sguardo ame-ricano” è la prima mostra del Maestro a Venezia con opere riguardanti la città Serenissima. Una quarantina di opere unite a lettere, schizzi, video e gigantografi e di opere non disponibili per l’esibizione. Con New York la città lagunare ha un ruolo fondamentale per la sua ricerca e l’agire pittorico. Partendo dalla scuola dell’action painting americana e dalle opere di Dubuffet viste a Parigi durante la guerra, interpreta soggetti tradizionali quali Piazza San Marco, palazzo Dario, i tetti e Canal Grande incidendo nell’olio e nell’acrilico con un punteruolo. Con questa tecnica rende una Venezia fug-gente, in movimento che appare magicamente da una sorta di foschia tendente a colori scuri e nel contempo spaziale all’interno di contrasti di luce. L’oro, che proviene dalla tra-dizione bizantina, è utilizzato da Congdom per dare vivacità e risalto all’edifi cio come un’illuminazione artifi ciale. Una mostra dunque da visitare per comprendere un punto di vista di Venezia non consueto, perché fi glio di una pittura d’azione che si presentava al mondo.

CÀ FOSCARILe Venezie di Congdom

I pittori vedutisti avevano la caratteristica di possedere schizzi, studi di luoghi che visitavano o vivevano per riprodurli in opere anche a distanza di anni. I riferi-menti presi permettevano di lavorare in studio proponendo soggetti di un luogo

anche trovandosi altrove. In quest’ambito a Venezia, presso Palazzo Grimani, fi no al 1 luglio la mostra “Canaletto. Il Quaderno veneziano” permette di apprezzare il taccuino, raramente visibile al pubblico, di schizzi del pittore vedutista che come pochi ha saputo dare un taglio internazionale al Vedutismo. Un volume non di grandi dimensioni (mm 175 X 235), composto da sette fascicoli sciolti rilegati successivamente nell’Ottocento, che riporta commenti e schizzi dai materiali ai luoghi ritratti, dalle annotazioni sui colori, dalle correzioni e abrasioni, all’impiego della punta metallica, ai cambi d’inchiostro.

Ulteriori fogli sono proposti come i sette dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Trieste, i sette dalla collezione Corniani-Algarotti, lo “scarabotto” con il Canal Grande di fronte alla Salute e il Traghetto di San Moisè e i due fogli rispettiva-

mente dalla Fondazione Cini e dal Museo Correr. A completamento dipinti a olio provenienti da collezioni pubbliche e private segnano il passaggio dallo schizzo alla vera realizzazione. Supporti audiovisivi e digitali, uniti a un modello funzionante di camera ottica che fa vedere le vedute come le osservava Canaletto, permettono al visitatore di conoscere quest’aspetto fondamentale del Maestro poco approfondito nelle grandi esibizioni.

IN BREVE Canaletto a Palazzo Grimani“SCHIZZI D’AUTORE”

L’opera “Necrophonia” del 2011 con la ricostruzione di un atelier dove una modella vivente professionista, dell’Accademia di Belle Arti, posa tra le opere in un passaggio tra vivente e artifi ciale

36 Cultura veneta3636 Cultura veneta

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12 Cultura veneta

Nell’alternanza tra artisti contempo-ranei e collettive che partono dalla ricca Collezione Francois Pinault, è di

scena a Palazzo Grassi a Venezia fi no al 15 luglio Urs Fischer (Zurigo 1973) con la mostra “Madame Fisscher”. Già dalla data di nascita si evince che è il primo artista vivente ad essere esposto in una personale a Palazzo Grassi, in una delle sue più impor-tanti esposizioni tra quelle fatte in Europa. L’atrio centrale e il primo piano c’introduco-no nel mondo dell’artista, che vive a New York, con più di trenta opere. Una sapiente guida gratuita aiuta il visitatore a capire la logica e la chimica dei lavori di Fischer non sempre di facile e immediata compren-sione. Scultura, pittura e installazione sono le tecniche espressive, mentre i materiali vanno dal bronzo e cera ad apparecchi meccanici e specchi. Una creatività dell’artista logica e assurda, in un equilibrio di diversi elementi quali l’humour, la realtà, l’eternità, l’illusione, la violenza e

la fugacità. Si parte proprio dall’opera “Ma-dame Fisscher” che riproduce il suo studio nei minimi particolari facendo rivivere il processo creativo del Maestro, per passare a “untitled” del 2012 con un ritratto in cera di se stesso e dell’amico artista Rudolf Stingel in cui i lumini consumano le stesse evidenziando la trasformazione e i limiti del corpo e dell’opera d’arte, arrivando a “Ne-

crophonia” del 2011 con la ricostruzione di un atelier dove una modella vivente professionista, dell’Ac-cademia di Belle Arti, posa tra le opere in un

passaggio tra vivente e artifi ciale. Altri temi sono la banalità del quotidiano, il gioco dell’oggetto con la sua ombra, l’idea del movimento, la messa in ridicolo di vizi e dipendenze e il teatro dell’assurdo.

di Alain Chivilò

Scultura, pittura, installazione e il suo studio, riprodotto nei minimi particolari per far rivivere il suo processo creativo

Palazzo Grassi fi no al 15 luglio Più di trenta opere dell’artista newyorkese

Il mondo interpretato da Urs Fischer

Palazzo Franchetti a Venezia

Negli spazi dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Palazzo Franchetti a Venezia fi no all’8 luglio, “Pi-casso e Vollard. Il genio e il mercante” è la mostra che

per la prima volta in Italia disamina il rapporto tra il mercante d’arte Ambroise Vollard e Pablo Picasso. Un’intersezione tra il gallerista scopritore di artisti sconosciuti o “secondari”, d’in-tuito sopraffi no e forti doti commerciali, con il pittore invento-re del Cubismo che con la sua tecnica ha stregato future ge-nerazioni d’artisti, critici e amanti dell’arte. Ambroise Vollard (1866 – 1939) oltre a organizzare la prima monografi a su Paul Cezanne nel 1895, offrì al giovane Picasso (1881 – 1973) la possibilità di esporre nel 1901 all’interno della sua galleria. Da qui fi no alla morte di Vollard tra i due si

sviluppa una relazione d’amicizia, d’affari e di stima recipro-ca. Il critico Félicien Fagus scrive “ecco: ho appena visto da Vollard la mostra del giovane pittore (spagnolo si capisce) con un temperamento meraviglioso”. Tecniche incisorie quali l’acquaforte, la puntasecca e l’acquatinta sono rappresentate da oltre 150 opere, con la serie completa delle 100 incisio-ni della “Suite Vollard”, a cui Picasso lavorò dal 1927 al 1937, la “Minotauromachia” una delle sue principali opere grafi che, “l’Histoire Naturelle” con gli animali di Buffon e i “Saltimbanchi” con la celebre acquaforte “Le repas frugal al chefs d’oeuvre inconnue” di Balzac. Una tecnica incisoria ric-ca e di classe per un Picasso intramontabile nelle sue decadi artistiche d’oro.

L’abilità incisoria di Picasso

A Treviso, fi no al primo luglio, nelle tre princi-

pali sale espositive di Palazzo Bomben, sede della Fondazione Benetton Studi e Ricer-che, è di scena la XXIII edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2012. Nelle fi nalità del Premio c’è il focus di con-tribuire a elevare e diffondere la cultura di “governo del paesaggio”, proponendosi come occasione e strumento per fare conoscere il lavoro intellettuale e manuale, al fi ne di governare le modifi cazioni dei luoghi per salvaguardare e valorizzare i patrimoni autentici di natura e memoria. Una giuria sceglie annualmente un luogo e per l’edizio-ne del 2012 il premio è andato, con voto unanime, al Bosco di Sant’Antonio situato nelle montagne d’Abruzzo e precisamente nel comune di Pescocostanzo. L’area ha una dimensione di circa 500 ettari ed è situata nel Parco della Maiella. La composizione boschiva consta di alcu-ne migliaia di grandi alberi, tra i quali cinquecento sono rappresentati da faggi secolari. Questo bosco è defi nito da Elena Croce come “un santuario della natura e della civiltà pastorale”. In quest’ambito, l’interessante percorso espositivo testimonia il luogo prescelto in tre sezioni: la prima illustra materiali fotografi ci e cartografi ci per inqua-drare il luogo, la seconda tratta aspetti naturalistici del bosco e del patrimonio vegetale all’interno dei paesaggi abruzzesi, l’ultima invece è video con il fi lm documentario del 1994 di Ermanno Olmi “Mille anni”, che inquadra il Bosco di Sant’Antonio tra natura e civiltà.

Palazzo Bomben, TrevisoIL PREMIO INTERNAZIONALE CARLO SCARPA

E’ il primo artista vivente al quale il centro espositivo dedica una personale

Al.Ch. “Le repas frugal al chefs d’oeuvre inconnue” Al.Ch.

“Venezia è così esageratamente raffi nata. Le perce-zioni degli altri e di lei stessa non ti lasciano mai in pace. Persino la luce, proiettata dal campanile

sulla piazza, acquista una qualità architettonica e il pesante campanile vi diventa leggero”. Così Venezia è pensata dal pittore William Congdon (Providence 1912 – Milano 1998) che tra il ’48 e ’60 vi soggiorna. Nel centenario della nasci-ta, fi no al 8 luglio nel piano nobile dell’università Cà Foscari Esposizioni, “William Congdon a Venezia. Uno sguardo ame-ricano” è la prima mostra del Maestro a Venezia con opere riguardanti la città Serenissima. Una quarantina di opere unite a lettere, schizzi, video e gigantografi e di opere non disponibili per l’esibizione. Con New York la città lagunare ha un ruolo fondamentale per la sua ricerca e l’agire pittorico. Partendo dalla scuola dell’action painting americana e dalle opere di Dubuffet viste a Parigi durante la guerra, interpreta soggetti tradizionali quali Piazza San Marco, palazzo Dario, i tetti e Canal Grande incidendo nell’olio e nell’acrilico con un punteruolo. Con questa tecnica rende una Venezia fug-gente, in movimento che appare magicamente da una sorta di foschia tendente a colori scuri e nel contempo spaziale all’interno di contrasti di luce. L’oro, che proviene dalla tra-dizione bizantina, è utilizzato da Congdom per dare vivacità e risalto all’edifi cio come un’illuminazione artifi ciale. Una mostra dunque da visitare per comprendere un punto di vista di Venezia non consueto, perché fi glio di una pittura d’azione che si presentava al mondo.

CÀ FOSCARILe Venezie di Congdom

I pittori vedutisti avevano la caratteristica di possedere schizzi, studi di luoghi che visitavano o vivevano per riprodurli in opere anche a distanza di anni. I riferi-menti presi permettevano di lavorare in studio proponendo soggetti di un luogo

anche trovandosi altrove. In quest’ambito a Venezia, presso Palazzo Grimani, fi no al 1 luglio la mostra “Canaletto. Il Quaderno veneziano” permette di apprezzare il taccuino, raramente visibile al pubblico, di schizzi del pittore vedutista che come pochi ha saputo dare un taglio internazionale al Vedutismo. Un volume non di grandi dimensioni (mm 175 X 235), composto da sette fascicoli sciolti rilegati successivamente nell’Ottocento, che riporta commenti e schizzi dai materiali ai luoghi ritratti, dalle annotazioni sui colori, dalle correzioni e abrasioni, all’impiego della punta metallica, ai cambi d’inchiostro.

Ulteriori fogli sono proposti come i sette dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Trieste, i sette dalla collezione Corniani-Algarotti, lo “scarabotto” con il Canal Grande di fronte alla Salute e il Traghetto di San Moisè e i due fogli rispettiva-

mente dalla Fondazione Cini e dal Museo Correr. A completamento dipinti a olio provenienti da collezioni pubbliche e private segnano il passaggio dallo schizzo alla vera realizzazione. Supporti audiovisivi e digitali, uniti a un modello funzionante di camera ottica che fa vedere le vedute come le osservava Canaletto, permettono al visitatore di conoscere quest’aspetto fondamentale del Maestro poco approfondito nelle grandi esibizioni.

IN BREVE Canaletto a Palazzo Grimani“SCHIZZI D’AUTORE”

L’opera “Necrophonia” del 2011 con la ricostruzione di un atelier dove una modella vivente professionista, dell’Accademia di Belle Arti, posa tra le opere in un passaggio tra vivente e artifi ciale

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• Un vecchio dice ad una pa-pera: “Dove abiti?” E la papera: “Qua!”• Due topi vanno davanti ad un cinema: “Entriamo?” Dice uno. “No, ci sono solo quattro gatti.”• Che cosa fa un maiale che cade dal quinto piano? Speck.• Una funga dice a un fungo: “Non fare il porcino!”• Un signore che deve andare a lavorare esce di fretta da casa e si avvia verso la macchina. Dopo qualche metro si rende conto di un uccellino che svolazzando è finito contro il vetro davanti dell’auto. Allora scende, lo rac-coglie e lo porta a casa. Lo met-te in una gabbietta con pane, acqua e una copertina e poi va a lavorare. Dopo un’ora l’uccelli-no si sveglia. Vede le sbarre e le guarda sorpreso. Vede il pane e lo guarda sorpreso. Vede l’acqua e la guarda sorpreso. Vede la co-perta e la guarda sorpreso. Poi dice: “Cavolo, devo averlo man-dato proprio fuori strada per es-ser stato mandato in prigione.”• Che cosa è una zebra? Un ca-vallo evaso dal carcere.• Cosa fa un cane del deserto? Bobby solo.• Perché gli elefanti non vanno mai in bicicletta? Perché non hanno il pollice per suonare il

campanello.• Perché i gatti hanno imparato a vedere al buio? Perché non arri-vano all’interruttore.• Che cosa fa un pesce in un contenitore per farina? La setti-mana bianca.• Cosa fanno due squali in una gara? Vengono squalificati.• “Noi quando usciamo, affidia-mo i bambini al nostro cucciolo.” “Ma è sicuro?” “Certo! E’ un baby-setter.”• E’ la vigilia di Natale e Bab-bo Natale entra nella stalla per vedere come stanno le renne. Quando apre la porta vede tutte le renne con le zampe per aria. Babbo Natale, preoccupatissimo, chiama il veterinario: “Pronto, pronto veterinario!” E il veteri-nario: “Mi dica!” “Sono Babbo Natale e ho un grave problema: entrando nella stalla mi sono ac-corto che le mie renne avevano tutte le zampe per aria, mi aiu-ti la prego!” “Non si preoccupi, arrivo subito!” Poco dopo il ve-terinario arriva nella stalla delle renne di Babbo Natale, tira fuori dalla tasca delle compresse e ne da una a ciascuna renna. Dopo 5 secondi le renne tornano in pie-di come fossero pronte a partire, allora Babbo Natale, sbalordito, chiede al veterinario: “Ma come ha fatto?” “Semplice! Ho dato loro il Voltaren.”

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Aforismi divertenti• Non sono vegetariano perché amo gli animali. Il fatto è che odio le piante.• Mia moglie ed io siamo stati felici per vent’anni. Poi ci siamo incontrati.• Cercare il pelo nell’uovo è come dire che i polli si fanno la barba.

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Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333

“Casa passiva” e risparmio energeticoL’ARCHITETTO

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: [email protected]

Ormai per qualsiasi intervento edilizio si richiede la rispondenza ai requisiti minimi di risparmio energetico previsti dalla D.P.R. 59 del 2009, (ex L. 10/91). Ciò si ottiene con l’installazione del cosiddetto “cappotto termico” e con l’installazione di serramenti ad alta tenuta termica. Sempre più italiani preferiscono investire i propri risparmi nella costruzione di una casa volta al risparmio energetico e che dia un risparmio economico dei consumi, invece di vedere i propri guadagni sparire in bollette salate. In base alla qualità degli interventi la casa potrà essere classifi cata con una lettera dalla “A” alla “G”, dove A rappresenta il livello migliore, ossia il fabbricato che necessita di meno energia, e “G” quello peggiore. In classe “A” i consumi sono inferiori a 35 kWh/mq annuo (3,5 litri di gasolio/mq annuo) mentre in classe “G” sono maggiori a 175 kWh/mq annuo (17,5 di gasolio /mq annuo). Una appartamento di 100 mq in classe “A” consuma 3.400 kWh all’anno mentre in classe “G” consuma 18.000 kWh all’anno. Ora per ottenere la spesa energetica annua basta moltiplicare il consumo per il costo di un kilowattora. Così per l’appartamento in classe “A” si ottiene kWh 3.400 x 0,20 euro/kWh = 680 euro di spesa, contro i 3.600 euro dell’appartamento in classe “G”! In Italia sta prendendo piede anche la così detta “Casa passiva”:

nata in Svezia e diffusa nei paesi nord-europei. “Passiva” perché si riscalda quasi senza consumi ma con la somma degli apporti passivi di calore. Molti ritengono che debba per forza essere costruita in legno, invece sono realizzate anche in mattone o in cemento armato! Ma come funziona? Durante la stagione invernale, sfrutta il calore passivo interno prodotto da elettrodomestici, irraggiamento solare, illuminazione interna e dagli stessi abitanti. Il calore è conservato all’interno grazie all’isolamento termico dell’involucro edilizio. Nel periodo estivo invece il confort è raggiunto grazie all’inerzia termica dell’involucro ed alla schermatura delle vetrate. Si può dire che una casa passiva è economicamente vantaggiosa dato che il risparmio di energia può arrivare al 90%. La restante parte dell’ energia necessaria a pareggiare il bilancio termico è fornita da sistemi non convenzionali, quali: pannelli solari, caldaia pellet con collettore d’acqua, pompa di calore per il riscaldamento dell’aria dell’impianto di ventilazione controllata a recupero energetico, ecc. Il fabbisogno energetico massimo per il riscaldamento ed il raffrescamento annuo così non supera i 15 kWh/mq annuo. La distribuzione del calore può avvenire invece attraverso un sistema di ventilazione controllata che recupera l’ 80% del calore dell’aria in uscita. Ossia L’aria

calda in uscita entra in uno scambiatore dove l’aria fredda in ingresso ricaverà dall’ 80% del calore, per rientrare all’interno della casa. L’impianto di ventilazione è indispensabile perché se si utilizzasse l’areazione attraverso le fi nestre il risparmio energetico insieme con la qualità dell’aria non sarebbe possibile. Quindi è indispensabile che tutte le parti della costruzione siano anche ermetiche a tutti i livelli. Il costo? Dipende dai sistemi di costruzione e dalla zona climatica in cui si trova la casa, può variare dal 10% al 30% in più, ma in pochi anni è ammortizzabile grazie ai risparmi energetici ottenuti. In proposito si segnala un interessante incontro di tenuto dal “LIONS CLUB DI CONSELVE” dal titolo “CASACLIMA - EDIFICI PER IL RISPARMIO ENERGETICO ED ENERGIE RINNOVABILI”, che si terrà venerdì 15 giugno alle ore 20,45 presso la “Sala Dante” di Conselve (PD). Aprirà l’incontro il sottoscritto Arch. Massimo Cavazzana ed interverranno l’Arch. Carlo Dario (Vice Presidente Network CasaClima Padova e Rovigo) e l’Arch. Renzo Carturan (Consulente CasaClima) e con la partecipazione del geom. Leonardo Ragazzo (Presidente Network CasaClima Padova e Rovigo). Una interessante occasione per saperne di più sul tema del risparmio energetico, ormai caro a tutti.

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS del Foro di Rovigo

Gent.li Lettrici e Lettori, è stata sottoposta alla mia attenzione la richiesta, avanzata da parte di alcuni di Voi, circa la possibilità, da parte del coniuge, di adottare il fi glio/fi glia dell’altro coniuge.Questa esigenza, trae la propria origine dal fatto che negli ultimi anni vi è stato un netto aumento di nuove famiglie, cosi dette allargate, in cui ai fi gli avuti dalla precedente relazione-unione familiare si sono aggiunti i fi gli nati dalla nuova coppia di coniugi.Quindi una nuova realtà familiare in cui interviene, così come logico che sia, la necessità di disciplinare giuridicamente il rapporto affettivo intercorrente tra il coniuge ed il fi glio/a dell’altro coniuge.A questo proposito corre in aiuto l’istituto dell’adozione del fi glio del coniuge (caso particolare di adozione) che viene disciplinato dall’art. 44 comma I lett. B) della legge 184/1983, successivamente modifi cata dalla l. 149/2001. Ma quali sono le condizioni necessarie per l’adozione?

Innanzitutto che vi sia, al momento dell’instaurazione del procedimento, il rapporto di coniugio fra chi deve adottare e il genitore del minore, nonché un forte legame affettivo e uno stabile rapporto di convivenza tra il minore e il genitore presso cui è collocato e il coniuge di questi. L’art. 45 della L. 184/1983, prevede inoltre, anche a seguito della modifi ca di cui alla legge 149/2001, l’ascolto del minore che abbia compiuto i dodici anni o se di età inferiore purché in grado di comprendere, e il consenso da parte dell’adottando, manifestato direttamente ed esclusivamente al Giudice, che abbia compiuto i quattordici anni.E’ inoltre necessario il consenso da parte del genitore dell’adottando.

Ma quali sono gli effetti dell’adozione?Questo tipo di adozione non ha effetti legittimanti, ciò essenzialmente vuol dire che il minore adottato non acquista lo status di fi glio legittimo, ma solo di fi glio adottivo, non acquista legami di parentela

con la famiglia dell’adottante e mantiene lo status di fi glio legittimo o naturale rispetto ai genitori biologici nei confronti dei quali permangono reciprocamente diritti e doveri.L’adottante, però assume su di sé la titolarità e l’esercizio della potestà sul minore adottato nonché l’obbligo di mantenerlo, istruirlo ed educarlo.

Quale cognome assume l’adottato?Il minore adottato avrà il diritto ad anteporre al proprio cognome di origine, che viene mantenuto quale tratto essenziale della sua personalità, quello del coniuge del genitore che l’ha adottato.

Qual’è l’Autorità che deve essere adita?La competenza spetta al Tribunale per i Minorenni del distretto in cui si trova il minore.Il Tribunale, previa verifi ca della sussistenza delle circostanze di cui all’art. 44 L. 184/1983 ed ascolto dei genitori del minore dispone a che vengano effettuate, tramite i servizi sociali e gli organi di P.S., sul

coniuge adottante, sulla di lui famiglia e sul minore onde accertare in concreto sussista quel preminente interesse di quest’ultimo all’adozione richiesta. Verrà dunque eseguita un’indagine tesa verifi care:1) idoneità effettiva all’adozione intesa anche come capacità di istruire, educare e mantenere il minore;2) l’ambiente familiare;3) la situazione economica;4) la salute;5) le motivazioni concrete che hanno spinto a presentare la domanda di adozione.Il Tribunale deciderà poi in Camera di Consiglio, sentito il Pubblico Ministero, pronunciando sentenza di far luogo o non far luogo all’adozione. Contro detta sentenza può essere proposta impugnazione avanti la Corte di Appello.

AFFARI DI FAMIGLIA

Adozione del fi glio minore da parte del coniuge del genitore biologico

convivenza tra il minore e il genitore presso convivenza tra il minore e il genitore presso

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

Page 43: La Piazza di Adria - 2012mag n66

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con la famiglia dell’adottante e mantiene lo status di fi glio legittimo o naturale rispetto ai genitori biologici nei confronti dei quali permangono reciprocamente diritti e doveri.L’adottante, però assume su di sé la titolarità e l’esercizio della potestà sul minore adottato nonché l’obbligo di mantenerlo, istruirlo ed educarlo.

Quale cognome assume l’adottato?Il minore adottato avrà il diritto ad anteporre al proprio cognome di origine, che viene mantenuto quale tratto essenziale della sua personalità, quello del coniuge del genitore che l’ha adottato.

Qual’è l’Autorità che deve essere adita?La competenza spetta al Tribunale per i Minorenni del distretto in cui si trova il minore.Il Tribunale, previa verifi ca della sussistenza delle circostanze di cui all’art. 44 L. 184/1983 ed ascolto dei genitori del minore dispone a che vengano effettuate, tramite i servizi sociali e gli organi di P.S., sul

coniuge adottante, sulla di lui famiglia e sul minore onde accertare in concreto sussista quel preminente interesse di quest’ultimo all’adozione richiesta. Verrà dunque eseguita un’indagine tesa verifi care:1) idoneità effettiva all’adozione intesa anche come capacità di istruire, educare e mantenere il minore;2) l’ambiente familiare;3) la situazione economica;4) la salute;5) le motivazioni concrete che hanno spinto a presentare la domanda di adozione.Il Tribunale deciderà poi in Camera di Consiglio, sentito il Pubblico Ministero, pronunciando sentenza di far luogo o non far luogo all’adozione. Contro detta sentenza può essere proposta impugnazione avanti la Corte di Appello.

AFFARI DI FAMIGLIA

Adozione del fi glio minore da parte del coniuge del genitore biologico

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

Page 44: La Piazza di Adria - 2012mag n66

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ERENZIALE, CONQUISTERETE CHI AM-ATE CON SEDUZIONI DI TIPO MENTALE · SALUTE E’ IL PERIODO GIUSTO PER EVENTUALI SCREENING O ESAMI APPRO-FONDITI. ATTENZIONE AI PICCOLI SEG-NALI TRASCURATI IN PRECEDENZA

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FASCINO IN VISTA MO-MENTI DI INCERTEZZA, INTOPPI O MALINTESI. AT-

TENTI: IL PARTNER SENTE IL BISOGNO DI MAGGIORE LEGGEREZZA · SALUTE DEDICATEVI UN PERIODO DI RI-POSO, QUALCHE COCCOLA RIGENERANTE IN UNA SPA, O UN RITIRO IN UN LUOGO DI ATMOSFERE CONTEMPLATIVE

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO SIATE

PRESENTI E ABBIATE ATTENZIONE ALLA COSTRUZIONE DI UN RAPPORTO AMOROSO CHE SI BASI SU FONDAMENTA SOLIDE · SALUTE LA FORMA FISICA SI ATTESTA SU UN BUON LIVELLO GENERALE, CONTINUATE AD IM-PEGNARVI CON LO SPORT E TUTTO AN-DRÀ BENE

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DELL’EROS E DELLA SE-DUZIONE PIÙ DIVERTENTE, A TRATTI QUASI ADOLES-CENZIALE, VI TRAVOLGERÀ.

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FASCINO RAGIONE E SENTIMENTO QUESTO MESE DOVRANNO VIAGGIARE ALL’UNISONO. FATEVI GUIDARE DALLE AFFINITÀ ELETTIVE · SALUTE RITAGLIAT-EVI UNA PICCOLA OASI QUOTIDIANA DI PACE PER FUGGIRE LA SVOGLIATEZZA, O, AL CONTRARIO, L’IPERATTIVITÀ IM-PRODUTTIVA

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AL 20/04FASCINO APPROFON-DITE UN HOBBY O UN

INTERESSE, LÌ POTRESTE INCONTRARE IL GRANDE AMORE. SERENITÀ E PIACEV-OLEZZA GARANTITE · SALUTE VI SEN-TIRETE SCATTANTI, IL CORPO REAGISCE CON ELASTICITÀ E LEGGEREZZA, PERCIÒ PREFERIRETE SPORT ALL’ARIA APERTA

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AL 20/05FASCINO E’

OPPORTUNO FRE-QUENTARE AMBIENTI

DOVE POSSANO CIRCOLARE NUOVE IDEE, CERCANDO DI MOSTRARVI MENO DIF-FIDENTI · SALUTE INSERITE NELLE AT-TIVITÀ QUOTIDIANE IL TEMPO PER FARE LE SCALE A PIEDI O FARE DEGLI ESERCIZI DI STRETCHING, VI FARÀ BENE

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ANCHE AL FATTO CHE SIETE VIVACIS-SIMI. AVETE SOLO L’IMBARAZZO DELLA SCELTA. GODETEVELA · SALUTE SIETE IN GRANDE FORMA MA FATE ATTENZI-ONE ALL’ALIMENTAZIONE ED EVITATE DI SOVRACCARICARVI DI PESI IN PALESTRA O ALTRO

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AL 22/07FASCINO SFODERATE UN NOTE-

VOLE SENSO DELL’UMORISMO E UNA DECISA ATTITUDINE A UNA SCAN-ZONATA LEGGEREZZA, SORPRENDERETE! · SALUTE IL BENESSERE VI ARRIVA DA TERAPIE CHE SFRUTTANO E UTILIZZINO L’ACQUA COME PRINCIPIO BASE, PER-FETTE LE CURE TERMALI

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UN’AMICIZIA POTREBBE TRASFORMARSI IN AMORE · SALUTE CHI COMBATTE CON QUALCHE CRONICITÀ AVRÀ CORPO E MENTE CHE RISPONDERANNO IN MANIERA PERFETTA A EVENTUALI TERAPIE

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E CIÒ PROVOCA CONFLITTI IN AMORE. CERCATE LA SERENITÀ NEL VOLTO DI CHI AMATE· SALUTE L’APPARATO DIGESTIVO POTREBBE ES-SERE IL BERSAGLIO DI QUALCHE CON-FLITTO INTERIORE: CURATE LO SPIRITO E CURERETE IL CORPO

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VERGINEVERGINEDAL 24/08DAL 24/08AL 22/09AL 22/09

E CIÒ PROVOCA CONFLITTI

LEONELEONEDAL 23/07DAL 23/07

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RIOSE E STRAVAGANTI. UN’AMICIZIA POTREBBE TRASFORMARSI UN’AMICIZIA POTREBBE TRASFORMARSI UN’AMICIZIA POTREBBE TRASFORMARSI UN’AMICIZIA POTREBBE TRASFORMARSI UN’AMICIZIA POTREBBE TRASFORMARSI

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ADRIA AFFITTI