la piazza di adria - 2012ott n136

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continua a pag. 9 L’Intervento I n Italia, ed in particolar modo nel Veneto, si pagano tante e troppe tasse. Nel corso degli anni la pressione fiscale, è costantemente cresciuta. Nel 2012 dovrebbe attestarsi al 45,1% del Pil: in altre parole, per ogni 100 euro cha la “fami- glia” Italia percepisce, 45,1 vanno allo Stato e solo 54,9 rimangono in tasca per vivere. Non toccate l’Imu *Segretario CGIA di Mestre di Giuseppe Bortolussi* 575 € endosseo 70 € Otturazione semplice estetica 45 € Igiene dentale 35 € OPT (panoramica) 395 € Corona ceramica Grazie alla forza della Cooperazione e di un grande gruppo, Dentalcoop è in grado di offrirti la grande qualità italiana, con il massimo del risparmio . Con Dentalcoop, sorride anche la convenienza. 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Per rendere possibi- le l’iniziativa, infatti, la società potrebbe ap- poggiarsi al disegno di legge Crimi che age- vola appunto il restauro o alla costruzione ex novo di stadi, su modelli all’avanguardia di altri stadi già esistenti in Europa. Il progetto esiste già ed è stato presentato al Presidente dell’Adriese Luciano Scantamburlo da parte dello Studio “Spazi Aperti”, rappresentato dall’Architetto Barasciutti e il Geometra Mu- nari, accompagnati dal Ingegner Enrico Berti della Socotherm, l’Ingengner Francesco Bo- nin, il geometra Renzo Sarti e il Sindaco di Adria Massimo Barbujani. Sia Barbujani che Scantamburlo hanno dimostrato entusiasmo per tale iniziativa che porterebbe la città di Adria all’avanguardia nel panorama veneto visto che con la realizzazione della nuova uscita della Nogara – Mare il Delta risulterà essere collegato con il resto delle grandi arte- rie nazionali ed europee. Il progetto, come si evince dal blog interamente dedicato, e dal quale sono tratte le immagini, è ambizioso ma allo stesso tempo rispettoso dello skyline deltizio in quanto avrà un impatto ambien- tale limitato. EDITORIALE Nuovo Veneto firmato Monti di Nicola Stievano P oche righe del Consiglio dei Ministri, il giorno di Halloween, hanno azzerato mesi di discussioni e polemiche, deci- ne di interventi più o meno appassionati, mozioni, dichiarazioni d’intenti, appelli e via di questo passo. Anche gli ultimi, con- citati, giorni che hanno preceduto il decre- to sono stati spazzati via con un colpo di penna. Il governo Monti ha tirato dritto per la strada della riorganizzazione delle province passando sopra ad ogni proposta arrivata dal territorio. Umiliata soprattutto la Regione che si è arrovellata per mesi e mesi sul riordino delle province per arrivare alla proposta un po’ naif di mantenere le sette province così com’erano. Tutte da salvare, tutte degne di essere trasformare in “enti di secondo livello” e di mantenere intatti i confini. Messa, almeno per ora, in stand-by anche l’iniziativa Za- nonato - Orsoni sulla città metropolitana Venezia - Padova che per una settimana ha scompaginato lo scacchiere veneto metten- do in subbuglio decine di sindaci e costrin- gendo all’angolo anche Zaia. Con buona pace di Rovigo che non voleva saperne di Padova e ora dovrà andare a braccetto con Verona. continua a pag. 3 Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 136 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD www.lapiazzaweb.it di Adria POLITICA, PRIMARIE 25 NOVEMBRE IL VOTO Il consiglio comunale ha bocciato la proposta, presentata dal consiglie- re comunale Matteo Stoppa, sulla cittadinanza onoraria ai bambini stranieri italiani. “E’ stato respinto un piccolo gesto di civiltà verso i piccoli e futuri uomini “stranieri”, tematica largamente condivisa anche dalla popolazione” IMMIGRATI, NIENTE CITTADINAZA ONORARIA Uno dei prossimi appuntamenti politici che interesserà la città di Adria sono le primarie per l’individuazione del candidato da far scendere in campo nelle votazioni politiche della prossima primavera. Il voto del Centrosinistra il prossimo 25 novembre LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010 pag. 12 pag. 13 Imu, il 17 dicembre il saldo. Ovunque rincari Imposte pag. 4-5 Rovigo con Verona aspettando la Vi-Ve-Ro Province pag. 24 e 34 CAVARZERE (VE) Via Maestri del Lavoro, 13 Tel. 0426 311783 Fax 0426 311741 www.tirakkina.it Istituto di Estetica “SIMONA” ADRIA (RO) Via carducci, 58 - Tel. 0426 41154 Pedicure Manicure Ricostruzione unghie Trucco Sposa Massaggio Corpo Solarium Viso - Corpo

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La Piazza di Adria - 2012ott n136

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Page 1: La Piazza di Adria - 2012ott n136

continua a pag. 9

L’Intervento

In Italia, ed in particolar modo nel Veneto, si pagano tante e troppe tasse. Nel corso degli anni la pressione fiscale, è costantemente cresciuta. Nel 2012 dovrebbe attestarsi al 45,1% del Pil: in

altre parole, per ogni 100 euro cha la “fami-glia” Italia percepisce, 45,1 vanno allo Stato e solo 54,9 rimangono in tasca per vivere.

Non toccate l’Imu

*Segretario CGIA di Mestre

di Giuseppe Bortolussi*di Giuseppe Bortolussi*

corso degli anni la pressione fiscale, è costantemente cresciuta. Nel 2012 dovrebbe attestarsi al 45,1% del Pil: in

575 €Impianto endosseo

70 €

Otturazione semplice estetica

45 €Igiene dentale

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Maltarello disponibile alle dimissioni

Giunta comunale

pag. 8

pagg. 8

Adriastadium, progetto che fa discutere in cittàPiace al sindaco Barbujani e al presidente dell’Adriese, Luciano Scantamburlo

Uno stadio e molto di più di un campo da calcio, è infatti un luogo di ritrovo un centro per attività sportive e un

importante simbolo cittadino di rinascita e interesse per lo sport. Questo è quanto si dice a sostegno di AdriaStadium, il nuovo progetto per lo stadio di cittadino che potreb-be realmente diventare realtà, senza che il Comune scucia un soldo. Per rendere possibi-le l’iniziativa, infatti, la società potrebbe ap-poggiarsi al disegno di legge Crimi che age-vola appunto il restauro o alla costruzione ex

novo di stadi, su modelli all’avanguardia di altri stadi già esistenti in Europa. Il progetto esiste già ed è stato presentato al Presidente dell’Adriese Luciano Scantamburlo da parte dello Studio “Spazi Aperti”, rappresentato dall’Architetto Barasciutti e il Geometra Mu-nari, accompagnati dal Ingegner Enrico Berti della Socotherm, l’Ingengner Francesco Bo-nin, il geometra Renzo Sarti e il Sindaco di Adria Massimo Barbujani. Sia Barbujani che Scantamburlo hanno dimostrato entusiasmo per tale iniziativa che porterebbe la città di

Adria all’avanguardia nel panorama veneto visto che con la realizzazione della nuova uscita della Nogara – Mare il Delta risulterà essere collegato con il resto delle grandi arte-rie nazionali ed europee. Il progetto, come si evince dal blog interamente dedicato, e dal quale sono tratte le immagini, è ambizioso ma allo stesso tempo rispettoso dello skyline deltizio in quanto avrà un impatto ambien-tale limitato.

EDITORIALE

Nuovo Veneto fi rmato Monti di Nicola Stievano

Poche righe del Consiglio dei Ministri, il giorno di Halloween, hanno azzerato mesi di discussioni e polemiche, deci-

ne di interventi più o meno appassionati, mozioni, dichiarazioni d’intenti, appelli e via di questo passo. Anche gli ultimi, con-citati, giorni che hanno preceduto il decre-to sono stati spazzati via con un colpo di penna.

Il governo Monti ha tirato dritto per la strada della riorganizzazione delle province passando sopra ad ogni proposta arrivata dal territorio.

Umiliata soprattutto la Regione che si è arrovellata per mesi e mesi sul riordino delle province per arrivare alla proposta un po’ naif di mantenere le sette province così com’erano.

Tutte da salvare, tutte degne di essere trasformare in “enti di secondo livello” e di mantenere intatti i confi ni. Messa, almeno per ora, in stand-by anche l’iniziativa Za-nonato - Orsoni sulla città metropolitana Venezia - Padova che per una settimana ha scompaginato lo scacchiere veneto metten-do in subbuglio decine di sindaci e costrin-gendo all’angolo anche Zaia. Con buona pace di Rovigo che non voleva saperne di Padova e ora dovrà andare a braccetto con Verona.

continua a pag. 3

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 136 - Poste Italiane spa – Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) – Art. 1 comma 1 – PD www.lapiazzaweb.it

di Adria

Politica, Primarie 25 novembre il voto

Il consiglio comunale ha bocciato la proposta, presentata dal consiglie-

re comunale Matteo Stoppa, sulla cittadinanza onoraria ai bambini stranieri

italiani. “E’ stato respinto un piccolo gesto di civiltà verso i piccoli e futuri

uomini “stranieri”, tematica largamente condivisa anche dalla popolazione”

immigrati, niente cittadinaza onoraria

Uno dei prossimi appuntamenti politici che interesserà la città di Adria sono le primarie per l’individuazione

del candidato da far scendere in campo nelle votazioni politiche della prossima

primavera. Il voto del Centrosinistrail prossimo 25 novembre

LO NAZ/19/2010/CT01 04 2010

pag. 12

pag. 13

Imu, il 17 dicembre il saldo.Ovunque rincari

Imposte

pag. 4-5

Rovigo con Verona aspettando la Vi-Ve-Ro

Province

pag. 24 e 34

CAVARZERE (VE) Via Maestri del Lavoro, 13

Tel. 0426 311783 Fax 0426 311741www.tirakkina.it

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È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

Questa edizione raggiunge le zone di Adria, Petorazza e Papozze per un numero complessivo di 8.177 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS SrlEdito da: Give Emotions Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMauro GaMbin [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 29 ottobre 2012Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Clicca su Scarica giornali, scegli l’edizione che ti interessa e sfogliala conLa Piazza la leggi anche sul web aggiornata con le ultime news!

www.lapiazzaweb.it

VeneziaPadovaRovigo Treviso

Ulss 19riorganizzata

l’unità di chirurgia

L’unità di Chirurgia generale

dell’ospeda-le Santa Ma-

ria Regina degli Angeli di Adria, per garantire anche in “periferia” operazioni in condizioni di

urgenza, deve avere disponibili competen-ze chirurgiche addominali, endoscopiche

e toraciche. Sulla base di questo principio tale servizio è stato riorganizzato con l’arri-vo del nuovo direttore: il dottor Ferdinando

Agresta. Una delle novità introdotte dal dottor Agresta che ha notevolmente de-

terminato la riorganizzazione del reparto di Chirurgia è l’applicazione della tecnica mini-invasiva, toracoscopia e laparosco-

pica, che è ormai considerata l’approccio chirurgico di eccellenza nella maggioranza

delle patologie addominali per le sue capacità diagnostico-terapeutiche e per il

minor impatto invasivo sul paziente

Cinema rassegna“ruggiti dalla laguna”

Ha preso il via lo scorso 5 novembre, al Circolo del Cinema di Adria, la rassegna “Ruggiti dalla Laguna” con il seguente programma: lunedì 12 “Monsieur Lazhar” di Philippe Farladerau,Drammatico- Candidato” Oscar” 2012; lunedì 19 “Amour” di Michael Aneche, Drammatico- Cannes 2012; lunedì 26 “Un giorno speciale” di Cristina Comencini.Commedia- Venezia 2012; lunedì 3 dicembre “Tutti i nostri desideri” di Filippe Lioret ,Drammatico- Venezia 2011; lunedì 10 “Un sapore di ruggine e ossa” di Jac-ques Audiard,Romantico-Cannes 2012; lunedì 17 “Sposa Promessa” di Rama Bursthtein,Commedia-Venezia 2012; luned’ 7 gennaio “Il rosso e il blu” di Giuseppe Piccioni , Commedia - Venezia 2012. In data da definirsi è inoltre previsto un evento speciale dal titolo “Un filosofo speciale” e la proiezione del film “Pietà” di Kim Ki-duk con con-ferenza del filosofo Prof. Umberto Curi. Ogni lunedì le proiezioni saranno 2 alle ore 20 e alle 22. Prezzo abbonamento a 40 euro per i 9 film.

Adria Provincia RegioneAdria Provincia RegioneAdria Provincia RegioneAdria Provincia RegioneAdria Provincia RegioneAdria Provincia RegioneAdria Provincia RegioneAdria Provincia RegioneAdria Provincia RegioneAdria Provincia RegionemuniciPio

pag. 6

Le accuse del Nuovo Polo all’Amministrazione

giustizia

pag. 10

Giudice di Pace, un costo per i bilanci dei comuni

sociale

pag. 14

Cresce il numero di chi chiede aiuto alla Caritas

Scuole superioriesPerienze in banca

Partirà da gennaio e si potrà fino ad aprile la possibilità per le classi quinte delle scuole superiori polesane di unire alla didattica alcune esperienze prati-che in materia finanziaria. Infatti grazie ad un accordo siglato tra l’assessore alla Pubblica istruzione Leonardo Raito, Giovanni Pontara dell’Ufficio scolastico ed il vice presidente della Cassa di Risparmio del Veneto Fabio Ortolan i “maturandi” polesani avranno la possibilità di visitare le filiali dell’istitu-to di credito per unire una parte pratica a quella teorica sviluppata in aula entrando in contatto con la tipologia delle operazioni e la gestione degli strumenti finanziari.

mondo scuola

pag. 26

“Concorsone”, precari sul piede di guerra

Personaggio

pag. 28

Ubertone, un talento scoperto da Mogol

cultura

pag. 29

Rassegna “Aperture”, appuntamenti fino a dicembre

EDITORIALE

Nuovo Veneto fi rmato Monti In questa fi ne del 2012, dunque, il nuovo Veneto porta la fi rma del governo Monti e non certo degli amministratori del territorio, che

del resto quanto a potere decisionale e forza di incidere sulle scelte per il prossimo futuro sono in buona compagnia con gli altri colleghi di tutta l’Italia.

Tutti impegnati a recintare il proprio orticello, i nostri rappresentanti non si sono resi conto che le decisioni ormai passano sopra le loro teste lasciando a loro, però, il compito di mettere in pratica il nuovo assetto, piaccia o non piaccia. Il giorno dopo il decreto di riordino delle Province è tutto un levare di scudi: dai presidenti e assessori “a scadenza” a fi ne anno ai sindaci, di questo o quello schieramento, che mal digeriscono accorpamenti ed esclusioni.

C’è chi annuncia ricorsi alla Corte Costituzionale e chi è prova a mettere insieme un fronte politico che permetta di modifi care lo scenario ma alla maggioranza dei cittadini tutte queste manovre interessano fi no ad un certo punto e, anzi, possono apparire come l’ennesimo tentativo della politica di salvare se stessa. Un padovano continuerà a sentirsi tale anche se dal punto di vista amministrativo dividerà la provincia con Treviso, che manterrà le sue specifi cità e la sua identità. E lo stesso sarà per Rovigo. Quanto alla città metropolitana Padova - Venezia, che adesso potrebbe allargarsi anche a Treviso, l’argomento è stato affrontato all’ultimo minuto senza avere il tempo necessario per approfondirne i dettagli e valutarne le opportunità. Se ci saranno i presupposti potrebbe nascere qualcosa di interessante, in caso con-trario ognuno proseguirà per la sua strada. Ora la parola passa agli amministratori e ai politici locali, hanno l’ultima occasione per riportare in primo piano gli interessi le autentiche necessità del territorio.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

Primaria “G. Pascoliuna giornata con

genitori e insegnanti

Il Comitato Genitori

della scuola

primaria “G.

Pascoli” di Adria, in collaborazione con le

insegnanti del plesso, ha organizzato, domenica 7 ottobre, la manifestazione “Ricominciamo bene”. I bambini sono stati coinvolti in diverse iniziative: dal

mercatino dei giochi “Femo cambio?” ai “giochi di una volta”: tiro alla fune, corsa dei sacchi e bandierina, ai quali hanno partecipato bambini, genitori e

maestre. Alla giornata hanno partecipato tre musicisti dell’Associazione “Altrinoi”:

Marco Putinato, Gildo Turolla e Paola Bellettato che hanno coinvolto i bambini

in una lezione-concerto

Politica

pagg. 30-31

Il Veneto laboratorio delle prossime elezioni

cultura

pag. 36

Raffaello verso Picasso tra contestazioni e grandi opere

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28 Argomento del mese

Imu, Imposta Municipale Unica, sostanzialmente la vec-chia Ici mascherata, sta facendo piangere lacrime amare a chi è già vessato dalla mancanza di lavoro e dal peso

della crisi. La prima rata a giugno, la seconda a settembre, ora ci si prepara al conguaglio fi nale, previsto per dicembre. Come si calcola l’Imu? In effetti i conti non sembrano es-sere così semplici.

Come tutti ormai sanno, i comuni hanno la possibilità di decidere l’aliquota da applicare all’interno di un intervallo, che varia in base all’immobile considerato: dallo 0,2% allo 0,6% per le prime case, da 0 a 0,4% per i fabbricati rurali, dallo 4,6% al 10,6% per le seconde case e altri tipologie di beni. L’imposta interessa tutti gli immobili e si calcola, come avveniva per l’Ici, moltiplicando la rendita catastale per cen-tocinque aggiungendo però per l’Imu, il 60% (moltiplicando dunque il tutto per 1,6). Sono previste alcune detrazioni: per la prima casa abituale (ovvero dove il proprietario di-mora abitualmente e risiede anagrafi camente) è possibile chiedere la riduzione di duecento euro, più cinquanta euro per ogni fi glio a carico che abbia meno di ventisei anni. Una

deroga ai pagamenti dell’Imu è stata prevista nei comuni oggetto del terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna (e qualche comune del Polesine) nello scorso maggio; il pa-gamento della prima e seconda rata è stato infatti sospeso fi no al 30 novembre. Per quanto riguarda i Comuni capo-luogo di Provincia della regione Veneto, la scelta è stata quella di applicare (per il pagamento dell’Imu sulla prima casa) l’aliquota dello 0,4% ad eccezione di Belluno e Rovi-go che hanno applicato, rispettivamente, quella dell 0,5% e quella dello 0,6%. Tra questi, il comune in cui mediamente il cittadino sembra dover pagare di più è quello di Verona, seguito a ruota da Padova; entrambi sembrano essere tra i dieci comuni d’Italia dove l’Imu incide maggiormente nelle tasche dei contribuenti (seconde solo a città come Roma, Milano, Torino, Bologna, Rimini). Questa imposta è stata pensata dai legislatori come una fonte di introiti per i Co-muni, costantemente oggetto di tagli ai fi nanziamenti da parte dello Stato centrale ma, in effetti, non moltissimo rimane nelle casse comunali. Allo Stato è riservata la metà delle entrate calcolate applicando l’aliquota base (ovvero

lo 0,76%), a tutti gli immobili al di là dell’abitazione prin-cipale. I comuni avevano tempo fi no al termine di ottobre per variare le aliquote di riferimento: quasi tutti i Comuni le hanno mantenute o addirittura alzate.

Diversi primi cittadini infatti, temono di non riuscire a soddisfare le aspettative ministeriali e non rispettare le previsioni. Non aiuta la Corte dei Conti che ha stabilito la diretta responsabilità del primo cittadino per eventuali danni erariali causati dall’errato calcolo delle tasse comunali. Così, onde evitare di sbagliare, i sindaci sono portati a tenere alte le aliquote. In Veneto, tuttavia, solo Rovigo (tra i capoluo-ghi di Provincia) ha posto dall’inizio le aliquote al massi-mo anche per l’abitazione principale. A dicembre, entro il giorno 16, il contribuente dovrà versare il saldo sulla base delle aliquote defi nitive come deliberate dal comune. In al-tre parole, sarà necessario ricalcolare il debito Imu annuo sulla base delle aliquota decise dall’ente locale, sottrarre gli acconti pagati a giugno e a settembre (per i contribuenti che hanno scelto di suddividere i versamenti in tre rate) e versare a saldo la differenza.

di Francesca De luca

I sindaci temono di non riuscire

a soddisfare le aspettative

ministeriali

Solo Rovigo, tra i capoluoghi di Provincia,

ha posto dall’inizio aliquote al massimo

PRESSIONE FISCALE La tanto contestata Imposta municipale

unica torna di attualità in quanto entro

il 16 dicembre si dovrà pagare il conguaglio.

I comuni hanno avuto tempo fi no al termine di ottobre per modifi care le aliquote

ma quasi nessuno le ha abbassate Imu: tra acconto e saldo nessuno sconto

beni della chiesa

Imu dal 2013

Beni della chiesa, l’Imu ci sarà dal 2013. Con la tassa dovranno farci conto le diocesi e le parrocchie della nostra regione, il Ve-

neto, da sempre ricche di patrimonio immobiliare utilizzato a fi ni sociali e commerciali. A certifi carlo è il Governo intervenuto nelle scorse settimane con delle correzioni normative, dopo la boccia-tura, da parte del Consiglio di Stato, del decreto

del Tesoro che attuava la legge. Bocciatura arrivata per il fatto che il Consiglio di Stato ravvisava che il decreto andava oltre i poteri regolamentari previsti dalla legge. La Chiesa, come tutti gli enti non commerciali, verserà l’Imu sugli immobili che ospitano le attività che danno profi tto. Pagherà a partire dal 2013, anche quando le attività redditizie sono svolte in immobili in cui l’utilizzazione è mista, ovvero sia non commerciale che com-merciale. “Il quadro regolatorio, sia primario che secondario, è stato spiegato in ambito governativo sarà defi nito in tempo per il periodo annuale di imposta, che decorre dal primo gennaio 2013, con l’effetto di pieno adeguamento al diritto comunitario e con la determinazione delle situazioni assoggettabili alla imposta in questione”. Si defi niranno i requisiti, sia generali che di settore, per qualifi care come svolte con modalità non com-merciali, le attività di vario tipo (assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative, sportive).

4 Argomento del mese44 Argomento del mese

Page 7: La Piazza di Adria - 2012ott n136

29Argomento del mese

di Francesca De luca

Solo sei comuni in tutta Italia hanno abbassato l’aliquotaLa Cgia di Mestre ha preso in esame 81 capoluoghi di Provincia

I dati della Cgia di Mestre parlano chiaro: all’interno di un campione d’esame corrispondene ad 81 capoluoghi di Provincia, nelle grandi città un Sindaco su due (precisamente il 49,4% del campione preso in esame) ha deciso di non aumentare l’aliquota base dell’Imu sulla prima casa. Altri 35 primi cittadini (pari al 43,2%), invece, hanno deciso di alzarne l’aliquota, mentre ci

sono 6 realtà comunali (pari al 7,4% del totale) che faranno sicuramente felici i proprietari che vivono in quelle città, dal momento che hanno deciso di abbassare l’aliquota. Le delibere prese in esame dalla Cgia sono state recuperate nel sito internet del Mini-stero delle fi nanze. Per una abitazione di tipo civile A2 (vale a dire una tipologia abitativa media che si interpone tra gli immobili economici e quelli signorili) i più “colpiti” dall’Imu sulla prima casa saranno i torinesi: la seconda rata costerà mediamente 718 euro che farà salire l’imposta complessiva annua a 1.055 euro. Segue Genova, con una seconda rata pari a 561 euro che porterà l’imposta complessiva annua a toccare i 902 euro.

Sul terzo gradino dei più tartassati dall’introduzione dell’Imu troviamo i proprietari di prima casa di Bologna: pur versando una seconda rata di 440 euro, il versamento complessivo raggiungerà gli 879 euro. Al di là degli aumenti di aliquota apportati da queste Amministrazioni comunali, sull’importo da pagare incide molto la rendita catastale media presente in queste città. Quest’ultima, strettamente legata al valore economico dell’immobile, è quel parametro che determina la base imponibile sulla quale si applica l’Imu. Non è però ancora detta l’ultima parola: il Governo si è riservato la facoltà di variare l’aliquota base addi-rittura entro il 10 dicembre 2012.

Imu: tra acconto e saldo nessuno sconto

Chi cala e chi cresce l’imposta

Aliquote nei comuni Adria fa spendere meno per le seconde case E nel Polesine come si comportano i Comuni? Portoviro, ad esempio, mantiene le

medesime aliquote, confermando quanto stabilito con la delibera di giugno: lo 0,5% sulla prima casa, lo 0,8% su tutti gli altri tipi di fabbricati al di là di quelli

rurali, per i quali vale l’aliquota dello 0,2%. L’incasso, calcolato con l’aliquota base è stato, ad ora, di un 1 milione e 270 mila euro, di cui 188 mila e cinquecento circa dal pagamento della tassa sulle abitazioni principali; 111 mila e seicento circa dal pagamento sui terreni agricoli; 134 mila e quattrocento circa dalla aree edifi cabili e quasi seicento mila per quanto riguarda la tassazione sui beni di altro genere (ad esempio le seconde case). Novità ad Adria, invece, che, con una delibera di giunta datata 30 ottobre, ha stabilito un abbassamento dell’aliquota (dall’ 1,6% allo 0,96%) per i proprietari di seconde case nel caso in cui in queste vi risiedano stabilmente ed anagrafi camente un genitore o un fi glio (un parente in linea diretta). “Tutti noi avremmo preferito non pagare l’Imu e non farlo pagare ai cittadini - sostie-ne l’assessore Federico Simoni - ma dobbiamo essere realisti e credibili. Il governo continua a tagliare i fondi agli enti locali e per gli amministratori è veramente diffi cile riuscire a garantire i servizi. Solo nel 2012 - continua Simoni - lo Stato ha tagliato

un milione e trecentomila euro, ma noi vogliamo continuare a mantenere aper-te le delegazioni frazionarie e tutto ciò che ci consente di esser vicini ai citta-dini, nostri datori di lavoro e clienti al tempo stesso; dobbiamo continuare a ri-spondere ai loro bisogni”. Se Adria ride,

Rovigo piange, nel capoluogo, infatti, monta la polemica in seguito ad uno studio pubblicato dal Sole 24 Ore, in cui si evidenzia una differenza del + 500% tra quanto versato dai cittadini a giugno come acconto, e quanto dovranno pagare invece con il saldo di dicembre. Se, ad esempio, un cittadino rodigino ha versato 25 euro come prima rata, a dicembre dovrà pagarne 150. La causa è facilmente individuabile: se la prima rata è calcolata tenendo conto dell’aliquota base stabilita dal Ministero (lo 0,4% per le prime case e lo 0,76% per gli altri immobili), a dicembre sarà invece effettuato un ricalcolo in base alle aliquote stabilite a livello comunale (nel caso di Rovigo lo 0,6% per le prime case e l’ 1,6% per le altre proprietà). “Questa è una polemica inutile, e fuorviante - sostiene l’assessore Stefano Bellinazzi - posta in questi termini sembra vi siano stati enormi rincari e che i cittadini di Rovigo siano tra i più tartassati di Italia. Così non è per capire quali sono i cittadini che spendono di più non si devono guardare le aliquote ma le rendite catastali sulle quali si basano i calcoli per il pagamento”. Le rendite catastali di Rovigo, in effetti, sono basse. Così, anche se a Rovigo l’aliquota è al massimo a differenza, per esempio, di Venezia (in cui è allo 0,4% con ulteriori detrazioni per nuclei familiari con componenti disabili), un rodigino proprietario di un appartamento di 100 metri quadrati a Rovigo pagherà molto meno. In ogni caso chiudere l’anno con l’ennesimo sacrifi cio, è un peso per moltissime famiglie, continuo oggetto di una crisi che non accenna ad arrestarsi.

F.D.L.

Chiudere l’anno con l’ennesimo sacrifi cio, è un peso per moltissime famiglie

555Argomento del mese

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6 Adria - in Municipio66 Adria - in Municipio

Con un paragone biblico il gruppo del Nuovo Polo per Adria ha affibbiato all’Amministra-zione sette colpe, definendole “7 piaghe”.

Nella lista il gruppo, formato da Renzo Marangon, (responsabile provinciale economia Udc) Stefania Tescaroli, (capogruppo in consiglio comunale) Daniele Ceccarello (Fli), Giovanni Lucianò coordina-tore del Nuovo Polo, Renato Fincato e Fabio Pez-zolato (coordinatore della lista civica Insieme per il buon governo per Adria), ha inserito l’antenna di Via Guarnieri, il caso di Adria.com associazione che, con l’appoggio dell’amministrazione sembrerebbe voler andare a sostituire le attività da sempre riser-vate alla Pro Loco. Ancor più polemiche ha suscitato il fatto che alla guida dell’associazione ci fosse proprio Roberto Barbujani, fratello del primo citta-dino. Altro flagello secondo il Nuovo Polo sarebbe il modo in cui è stata condotta la difesa della sezione staccata del tribunale, che prossimamente verrà accorpata al capoluogo, anche se va detto che nes-sun risultato è stato ottenuto nemmeno nelle altre città finite nella lista del ministro Paola Severino. Il quarto capo d’accusa è stato individuato nell’ambi-todella chiusura delle scuole di Bottrighe. “E’ stata

disattesa una decisione del consiglio comunale – ha commentato Stefania Tescaroli - e l’amministra-zione non sembra tutelare in alcun modo il plesso”. Anche le frazioni non sarebbero in nessun modo tutelete. E’ stato Daniele Ceccarello in questo caso a sottolineare come “Le strade cadono sempre più a pezzi. A Bottrighe, Fasana e Ca’ Emo ci sono pa-recchie questioni irrisolte”. E da risolvere rimangono ancora le ultime due piaghe indicate, ossia l’appal-to del calore e il Ponte Canareggio “sul quale grava un esposto alla Corte dei Conti”. Stefania Tescaroli, contattata telefonicamente per commentare le ac-cuse diffuse attraverso un comunicato stampa, alla lista ha aggiunto anche la votazione del piano pae-saggistico discusso nella seduta di consiglio del 16 ottobre nella quale dopo aver ottenuto il rinvio del voto dall’assessore competente Lorenzo Maltarello, ha assistito al voto favorevole, “de imperio”, della maggioranza. “Il punto - secondo la Tescaroli – era di straordinaria importanza” visto che si trattava non di una presa d’atto ma di una votazione con la quale assegnare al comune di Adria il ruolo di capofila nel progetto della Regione Veneto “Piano paesaggistico d’ambito dell’arco costiero adriatico

dal Po al Piave”. “Progetto al quale la maggioranza lavora da diversi mesi – ha concluso il consigliere -mentre noi della minoranza ne eravamo venuti a conoscenza solo di recente. Da qui la nostra propo-sta di avere più tempo. Ma le regole in consiglio non vengono rispettate, le decisioni vengono prese in modo autoritario e di questo ritengo responsabile il Presidente del Consiglio, Marco Santarato, visto che non tutela affatto le prerogative di tutti i con-siglieri”.

di Martina Celegato

Il gruppo, al quale appartiene il consigliere Tescaroli, ha diffuso una nota nella quale sono indicate le “7 piaghe della città”

Amministrazione Le accuse del Nuovo Polo all’Amministrazione

“In municipio scelte sbagliate e prese “de imperio”

Il capo-gruppo del Nuovo Polo, Stefania Tescaroli

Alla seduta consiliare del 16 ottobre scorso una nuova frattura è andata a compromettere ancor di più i già tesi

rapporti tra amministrazione e minoranza consiliare. Non solo, le dinamiche narrate tra le pagine dei quotidiani locali sembrano mostrare anche una rottura all’interno del gruppo di maggioranza che mai come ora sembrava essere stato così diviso in un’oc-casione pubblica. Motivo scatenante è stata l’adesione del Comune di Adria al piano paesaggistico d’ambito dell’arco costiero adriatico dal Po al Piave, cui portavoce in seduta è stato l’assessore Lorenzo Maltarel-lo. In sostanza il punto all’ordine del giorno trattava l’adesione o meno del Comune al Piano regionale che suddivide il territorio in ambiti ben precisi che si distinguono per caratteristiche morfologiche, idrogeologiche e storiche. Ad Adria, in nome dell’antica storia che ancor oggi contraddistingue la città etrusca, è stata data l’opportunità di diventare comune capofila per l’intera area.

Per la città, tuttavia, non si trattava di un semplice riconoscimento dovuto al suo im-portante passato ma più che altro ad uno strumento importante per il suo futuro. Infatti, l’esito favorevole della votazione ha permesso di gestire a livello locale le autorizzazioni o la necessità di fa rispettare ivincoli ambientali ai quali sono soggette le aree di pregio paesaggistico finora gestite dalla Soprintendenza di Verona.

Al momento del voto, invece, Stefania Tescaroli, portavoce del Nuovo Polo per Adria, ha chiesto il rinvio per poter con-sultare meglio la documentazione che era stata recapitata solo pochi giorni prima a consiglieri e capigruppo. Un rinvio peraltro accettato dall’assessore Maltarello che ha anche precisato come non vi fosse urgenza. Alcuni consiglieri della maggioranza hanno però richiesto e ottenuto la messa ai voti provocando la protesta della minoranza che si è vista “privata di tutela” e pronta a rivol-gersi al prefetto di Rovigo.

DISCORDIA IN CONSIGlIO TENSIONI NEllA GIUNTA

Ma.Ce.

In merito alle questioni sollevate del Nuovo Polo la replica dell’assessore Federico Simoni non si è fatta attendere. “Sull’antenna Telecom di via

Guarnieri – spiega l’assessore - sbugiardo la Tescaroli che afferma che io fossi a conoscenza del tutto, na-scondendolo al Sindaco. Affermazioni false che invito a provare o a ritirare, facendo pubbliche scuse. La richiesta è arrivata via e-mail il 21/12/2011 all’ufficio patrimonio, che ha av-viato l’istruttoria e la verifica di tutte le autorizzazioni edilizie e ambientali, sulla quale l’Arpav ha emesso parere positivo. Un eventuale ricorso al Tar porterebbe il Comune a pagare i danni senza comunque impedirne l’installazione.” In meri-to alle scuole di Bottrighe. “L’intervento sui bagni è programmato per le vacanze natalizie, perché non vogliamo avere un cantiere aperto durante l’anno scola-stico. Sul fatto che le classi delle scuole medie siano chiuse, rimando a quanto già detto dall’assessore Provinciale Raito, spiegando che la competenza sulla composizione delle classi è ministeriale e non del Comune come erroneamente si dice. E poi sulle scuole, proprio la Tescaroli parla? Nel 1998-99 era assessore alla Pubblica Istruzione e ha fatto chiudere le scuole materne ed elementari a Ca’ Emo.” L’ultimo passaggio dell’assessore riguarda lo stato del bilancio comunale. “Nel previsionale 2012, nonostante dal 2008 ad oggi siano stati tagliati 4.200.000 euro, abbiamo stanziato 85.000 euro per le scuole materne paritarie, contributo più alto di sempre di questo Comune, e 1.850.000 euro nel sociale. Purtroppo è stato approvato con i soli voti favorevoli della maggioranza perché l’opposizione ha abbandonato l’aula rifiutando il confronto nella sede deputata allo scambio di idee e opinioni, ossia il Consiglio Comunale”.

la replica di Simoni“semPre le solite affermazioni false”

Ma.Ce.

“Santarato non tutela affatto le prerogative di tutti i consiglieri”

Federico Simoni

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8 Adria - in Municipio88 Adria - in Municipio

La votazione del 16 ottobre ha scompigliato non poco le carte anche all’interno della stessa Giunta. Infatti con una certa insisten-

za nei corridoi di Palazzo Tassoni è circolata la voce delle annunciate dimissioni dell’assessore Lorenzo Maltarello. Un bel botto, visto che l’assessore con delega all’Urbanistica, Patrimo-nio ed Edilizia Popolare è stato il più votato per il Pdl nelle amministrative di due anni fa ed è una delle personalità politiche senza dubbio più amate e apprezzate dai concittadini. Contattato

telefonicamente l’assessore ha risposto solo in parte alle nostre domande, dicendosi tuttavia disponibile anche all’ipotesi di porre fine al suo mandato. “Non intendo rispondere alle parole dette da alcuni referenti politici locali. Parlano

i fatti e tutti questi contrasti fanno male alla politica”. Commentando le notizie uscite in seguito al Consiglio Comunale del 16 ottobre ha affermato invece come “Siano stati riportati i fatti in maniera sbagliata. Anzi oserei dire che è l’esatto contrario come confermano le registra-zioni della seduta. In tale occasione ho ascoltato la richiesta della minoranza di rimandare l’ap-provazione della delibera e ho espresso la mia opinione, ossia che poteva essere rimandata ma comunque approvata nella seduta seguente. Un

consigliere della maggioranza ha espresso la necessità di approvare per andare avanti con i lavori e avere nuovi argomenti da discutere nel Consiglio successivo. Ho accolto la richiesta e la delibera è andata ai voti. Dopo tutta la vicenda è arrivata la domanda del consigliere Tescaroli che ha scatenato tutte le polemiche. Sottolineo però che la documentazione era stata inviata via mail a capigruppo e consiglieri una settimana prima, non qualche giorno come è stato detto”. Nessun “silenzio” invece sulle sue eventuali dimissioni.

“Si, c’è stato il sentore da parte di qualcuno ma io personalmente non l’ho mai detto. Comun-que non ho problemi né a stare dentro né a stare fuori e sono disposto anche ad un incontro pubblico per approfondire la questione”.

di Martina Celegato

La votazione del 16 ottobre ha animato la giunta. Messo in discussione l’assessore all’Urbanistica, Patrimonio ed Edilizia Popolare

Consiglio comunale Nella giunta di Barbujani si è parlato di rimpasto

Maltarello “Disponibile anche alle dimissioni”Lorenzo Maltarello (foto tratta dal sito Blogolandia)

“Non rispondo. Parlano i fatti e tutti questi contrasti fanno male alla politica”

Prosegue ormai da diverse settimane la battaglia sulla viabilità di Adria, portata avanti del consigliere del Partito Democratico, Mat-teo Stoppa (nella foto). La sua “vis” polemica si è soffermata sulla

rotatoria di Ponte Beniamino Gigli, definita dallo stesso una “roulette russa per pedoni e ciclisti”. “La pericolosità per questi utenti, tra l’altro, si poteva prevedere facilmente già in fase di studio della nuova viabilità visti gli spazi ristretti, il traffico e la conformazione del ponte. Forse – spie-

gava qualche settimana fa il consigliere - bastava interpellare i cittadini, ma per la giunta Barbujani questo è troppo. Di fronte a queste soluzioni ritorna attuale la scelta sbagliata fatta dalla Giunta con il Ponte Canareg-gio. Invece di sperperare soldi per un opera eccessiva si poteva optare per opere più semplici ma efficaci che avrebbero potuto sistemare, per la sicurezza di pedoni e ciclisti, sia il nodo di Canareggio che quello di Carbonara”. Il consigliere è tornato sulla stessa questione recentemente, sostenendo che le sue lamentele sono state di fatto ignorate. Infatti, interpellato a riguardo Stoppa ha rincarato la dose. “La segnalazione che avevo fatto non era campata in aria visto che dall’apertura della rota-

toria sono già avvenuti alcuni incidenti soprattutto a discapito di ciclisti. A seguito del mio articolo l’amministrazione ha solamente disposto un po’ di ghiaia sullo stretto percorso pedonale che dovrebbe essere utilizzato da ciclisti e pedoni che provengono da Riviera Cengiaretto (ovvero da Baricetta). Rimane perciò la pericolosità già segnalata. Aggiungo che la rotatoria non è affatto ben illuminata soprattutto per quanto riguarda i percorsi pedonali-ciclabili. Poco sicure sono anche le strisce pedonali che si trovano dopo il Ponte Beniamino Gigli in zona Carbonara. Infatti manca L’illuminazione e una segnaletica adeguata visto che senza il semaforo le auto in quel punto non sono portate a rallentare”. Ma.Ce.

stoPPa: “Ponte gigli? una “roulette russa Per Pedoni e ciclisti”

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Page 11: La Piazza di Adria - 2012ott n136

999Adria - in Municipio

Uno stadio e molto di più di un campo da calcio, è infatti un luogo di ritrovo, un centro per atti-vità sportive e un importante simbolo cittadino

di rinascita e interesse per lo sport. Questo è quanto si dice a sostegno di AdriaStadium, il nuovo progetto per lo stadio cittadino che potrebbe realmente diven-tare realtà, senza che il Comune scucia un soldo. Per rendere possibile l’iniziativa, infatti, la società potrebbe appoggiarsi al disegno di legge Crimi che agevola, ap-punto, il restauro o la costruzione ex novo di stadi, su modelli all’avanguardia di altri stadi esistenti in Europa. Il progetto esiste già ed è stato presentato al Presidente dell’Adriese Luciano Scantamburlo da parte dello Studio “Spazi Aperti”, rappresentato dall’Architetto Barasciutti e il Geometra Munari, accompagnati dal Ingegner Enri-co Berti della Socotherm, l’Ingengner Francesco Bonin, il geometra Renzo Sarti e il Sindaco di Adria Massimo Barbujani. Sia Barbujani che Scantamburlo hanno di-mostrato entusiasmo per tale iniziativa che porterebbe la città di Adria all’avanguardia nel panorama veneto visto che con la realizzazione della nuova uscita della Nogara – Mare il Delta risulterà essere collegato con il resto delle grandi arterie nazionali ed europee. Il pro-getto, come si evince dal blog interamente dedicato, e dal quale sono tratte le immagini, è ambizioso ma allo stesso tempo rispettoso dello skyline deltizio in quanto avrà un impatto ambientale limitato. I progettisti, per la forma, infatti hanno optato per un filone architettonico che per molti anni ha accompagnato le grandi costru-zioni e che ora sta tornando alla ribalta come unica strategia per non compromette-re l’ecosistema e l’estetica dei luoghi. Del resto Adriastadium non sarà solo un tempio dello sport, tutt’altro: l’intera strut-tura verrà realizzata in modo polifunzionale per diventare, all’evenienza, un polo fieristico stagionale dove rilan-ciare i prodotti del Delta e la sua produttività ma anche

per valorizzare il territorio inserendolo all’interno della vasta rete ciclabile che sempre più si espande tra Vene-to ed Emilia.

Tutto il progetto ruota attorno ai “concept” più all’a-vanguardia nel campo della progettazione e dell’architet-tura facendo propri i principi di flessibilità, nel senso di una struttura senza barriere

architettoniche adatta a vari tipi di manifestazione, eco sostenibilità, cioè legata alla produzione di energia

attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici, eolici o la raccolta dell’acqua che porterebbe l’intera struttura ad essere autonoma. Tali obiettivi dovrebbero essere raggiunti inoltre in un arco temporale ristretto grazie alla standardizzazione dei tempi costruttivi e senza un impatto ambientale visibilmente ingombrante visto che tutte le aree esterne verranno gestite da esperti profes-sionisti del verde.

Un progetto senza dubbio ambizioso che è stato accolto positivamente sia dal Sindaco Barbujani che dalla presidenza dell’Adriese.

di Martina Celegato

Opere pubbliche Ipotesi di un campo da calcio che possa essere anche polo fieristico

Adriastadium, un progetto che fa discutere

La grafica tridimensionale dello stadio (tratto dal sito adriastadium.blogsport.it)

L’idea piace al Sindaco e al presidente dell’Adriese, Luciano Scantamburlo

Tutto il progetto ruota attorno ai “concept” più all’avanguardia nel campo della progettazione

Di un progetto così ambizioso, come quello di Adriastadium, è inevitabile chiedere alla mi-noranza che cosa ne pensa. “Adriastadium è

un qualcosa di sconosciuto – ha affermato l’avvo-cato Stefania Tescaroli, consigliere del Nuovo Polo – noi non l’abbiamo mai visto anche perché non è mai stato presentato. Quindi per noi è inesistente come lo è per gli uffici comunali dove non è stato depositato alcun progetto e non è stata destinata

una lira da mettere a finanziamento dell’intervento. Di per sè, un progetto tale, potrebbe essere interes-sante, però allo stato non è possibile esprimere un giudizio perché’ non c’è nulla di concreto”.

Il consigliere Tescaroli ha inoltre invitato il pri-mo cittadino ad abbandonare i facili entusiasmi, espressi con il suo assenso al progetto, per dedicarsi ad iniziative più concrete.

“L’Amministrazione comunale dovrebbe muo-

versi con i piedi per terra, perché’ già c’è il progetto della casa di riposo per la quale servono 28 milioni di euro e allo stato attuale non è assolutamente finanziata anche se già presentata. Molto spesso assistiamo a proclami da parte di questa giunta alla quale non seguono i fatti”.

neWs Il parere della minoranzail sindaco rimanga sul concreto

Ma.Ce.

Stefania Tescaroli

segue da pag. 1

Un record assoluto. I contri-buenti e le imprese italiane pagano di più dei loro omologhi europei per avere in cambio di meno.

Le manovre correttive che si sono succedute prima dell’estate del 2011 avevano un medesimo obbiettivo: portare in pareggio il bilancio dello Stato.

Per raggiungerlo si è agito pre-valentemente dal lato delle entrate, con maggiori tasse e con alcune riduzioni di spesa che hanno fatto sentire i loro effetti negativi sulle tasche dei cittadini (minori trasferimenti agli enti locali, tagli alla sanità, ai trasporti, etc.).

La stessa Imu, introdotta quest’anno, dal 2013 diventerà più pesante: il suo gettito complessivo passerà dai 21,4 miliardi di euro, ai 21,7 del 2013, per arrivare, nel 2014, a 22,1 miliardi di euro.

Nel 2013 l’aggravio lo subirà, il mondo produttivo che ve-drà crescere di 270 milioni di euro il prelievo a suo carico. A partire dal 2014, le famiglie non potranno più usufruire della ulteriore detrazione per ogni figlio convivente.

Se nel prossimo futuro il gettito dell’Imu è destinato a con-fluire interamente nelle casse dei Comuni, ciò farà sì che sarà destinato ad aumentare o a diminuire a seconda delle scelte di questi ultimi.

Se si continuano a tagliare i trasferimenti lo scenario è già scritto: più tasse locali per tutti.

L’Imu, è destinata a diventare a livello locale la cartina di tornasole della pressione. Diventerà sempre più importante am-ministrarne il gettito con attenzione, per non colpire le fasce sociali più deboli.

Ai Sindaci veneti va chiesto, in un momento così difficile, di continuare, come hanno sempre fatto, a gestire con oculatezza e parsimonia i soldi pubblici, risparmiandoci un inasprimento della tassazione locale che ci farebbe scivolare in una recessione senza via d’uscita.

*Segretario CGIA di Mestre

L’Intervento

di Giuseppe Bortolussi*

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Page 12: La Piazza di Adria - 2012ott n136

10 Adria - in Municipio101010 Adria - in Municipio

E’ iniziata la marcia di palazzo Tassoni per tentare di salvare almeno l’ufficio del Giudice di pace. Dissolte le speranze

di garantire un tribunale ad Adria che, secondo il piano disegnato dal governo, sarà accorpato con Rovigo, il Comune si gioca l’ultima carta per mantenere attivo almeno un ufficio del foro di corso Mazzini. Per fare ciò è necessario che i comuni di competenza, si facciano carico delle spese, quindi il sindaco Massimo Barbujani sta promuovendo con gli altri sindaci polesani, inte-ressati l’elaborazione di un accordo program-matico per la gestione dell’Ufficio del Giudice di Pace di Adria. L’appiglio sembra stare proprio nel Decreto Legislativo che ha dato attuazione alla riorganizzazione sul territorio degli uffici giudi-ziari al fine di realizzare risparmi di spesa all’in-segna della “spending review”. Rilevanti sono le disposizioni relative all’ufficio del giudice di pace, che prevedono la possibilità per gli Enti Lo-cali di chiedere il mantenimento degli uffici con

di Roberta Giacomella

Con il Decreto Legislativo è stata data attuazione alla riorganizzazione degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi

Giustizia Una lotta per mantenere attivo almeno un ufficio di corso Mazzini

Giudice di Pace, i comuni si accolleranno le spese?

Al via il piano asfaltature delle strade adriesi e numerosi tratti delle frazioni. Per gli interventi sono stati stanziati

120mila euro in bilancio. Sono lavori che vanno a rimuovere il degrado della viabilità, gli avvallamenti e i cedimenti delle sedi stra-dali trascurate da troppo tempo, sulla base di un elenco di strade il cui risanamento risulta più urgente. Dopo strada Traversagno, il cui progetto di sistemazione è già a buon punto, gli interventi partiranno da via Peschiera, via Ragazzi del ‘99 e strada San Giacomo a Bellombra, seguiranno poi le asfaltature su via Emanuele Filiberto e via Monsignor Poz-zato. “La logica di queste priorità – spiega Federico Simoni – poggia sulle richieste da tempo formulate dai cittadini e sulla densità del traffico con interventi che danno priorità assoluta alla sicurezza stradale. In particolare andiamo a privilegiare la messa in sicurezza delle arterie molto trafficate e particolarmente dissestate”. E’ il caso di via Peschiera, che a seguito dei lavori sulla con-dotta idrica è diventata quasi impraticabile, mentre Via Ragazzi del ’99, che consente l’accesso all’istituto comprensivo Adria due, verrà allargata di circa un metro. Una serie di azioni pianificate e coordinate continueranno successivamente in via Arzeron, via Marconi, Riviera Amolaretta, Borgo Dolomiti, rotatoria e ponte Chieppara, dove si interverrà per sistemare le “criticità più pericolose”. Ovvia-mente - spiega Simoni- si è trattato di fare una cernita sulla base dei fondi stanziati per-chè “se dovessimo asfaltare tutte le strade del territorio comunale servirebbero diversi milioni di euro”.

Viabilitàal via un Piano di asfaltature

Ro.Gi.

E’ entrata in funzione qualche giorno fa’ la fontanella in piazza Papa Giovanni XXIII che offre ai cittadini un servizio di

distribuzione dell’acqua potabile, sia naturale che gassata, a prezzi concorrenziali. Questa iniziativa fa riferimento alle direttive europee in merito che mirano ad incentivare l’utilizzo di acqua pubblica da parte dei cittadini. L’Ita-lia è ancora molto indietro in questo settore rispetto ad altri stati europei e in effetti l’ini-ziativa adriese non ne conta molte altre simili nelle zone limitrofe, sebbene la sensibilità verso questa tematica sia sempre più accesa e molte siano le amministrazioni pronte a se-guire quella della città etrusca. L’installazione del distributore è stata realizzata in un punto strategico, dove già era presente il distribu-tore di latte crudo e di passaggio affinché tutti i cittadini possano comodamente avere accesso a tale servizio. Per i primi 4 giorni l’acqua è stata distribuita gratuitamente in via promozionale e successivamente venduta al prezzo di 5 centesimi al litro senza diffe-renza per la tipologia attraverso un sistema di pagamento a scalare su apposite tessere acquistabili presso la Tabaccheria Erica e il Bar Caffetteria Ponte Castello, entrambi di Adria. La fontanella della città etrusca va a sommar-si a quella della vicina Castelmassa e alle altre che nelle statistiche piazzano il Veneto tra le prime regioni d’Italia per presenza di fontanelle di questo tipo. Un’encomiabile ini-ziativa, quindi, se si pensa che dai dati raccolti dall’Istat all’inizio di Gennaio la regione Vene-to si posizionava 12esima tra le sprecone in fatto di consumi di acqua con ben 89,8 metri cubi annui per abitante.

Fontanella in piazza Papa Giovanni XXIIIl’acqua del sindaco, sarà l Più buona?

Ma.Ce.

competenza nei rispettivi territori, facendosi in-tegralmente carico delle spese di funzionamen-to e di erogazione del servizio giustizia, incluso il fabbisogno del personale amministrativo che sarà messo a disposizione degli Enti medesimi”.

Presto fatta la proposta di Barbujani: “I co-muni interessati possono avvalersi della facoltà prevista entro un termine di 60 giorni, sotto-scrivendo un apposito accordo di programma per la gestione dell’Ufficio del Giudice di Pace mediante la ripartizione dei costi di gestione e l’assegnazione dell’unità di personale necessa-rie al funzionamento dell’ufficio stesso”.

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Page 13: La Piazza di Adria - 2012ott n136

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MUSICALE

discipline caratterizzanti:- indirizzo classico:latino, greco e filosofia- indirizzo linguistico:tre lingue straniere quinquennali (francese, inglese e tedesco) - indirizzo scientifico:matematica, fisica, disegno e storia dell'arte- indirizzo scientifico con opzione scienze applicate:informatica, matematica, fisica e scienze naturali

- indirizzo scienze umane:sociologia, psicologia, pedagogia e filosofia- indirizzo scienze umane con opzione economico sociale:diritto ed economia, sociologia, psicologia e antropologia culturale

- indirizzo musicale:linguaggi musicali, composizione ed esecuzione

Attivitˆ promosse dal Liceo di Adria

Il Laboratorio di attivitˆ teatrale, da ben diciotto anni, propone e cerca di realizzare un progetto di sperimentazione didattica che mira a cercare nuovi modi di imparare. Il percorso che gli studenti compiono, guidati da docenti preparati, ha come meta conoscere se stessi, le proprie capacitˆ espressive e sviluppare lÕ abitudine a lavorare insieme.

Scambi culturali e Progetti Europei (Iniziative di cooperazione europea, Progetti Comenius, Scambi di classi). Il Liceo di Adria fa parte di due reti di scuole che promuovono e coordinano diversi progetti e network nazionali ed europei: Polo Europeo della conoscenza (sede a Verona) e Eur.Adi.Po.Net (sede ad Adria).

NellÕ ambito del Progetto sullÕ educazione alla salute nel Liceo di Adria, il C.I.C. (Centro di Informazione e Consulenza) • il luogo di ascolto degli studenti che, anche per problemi diversi da quelli esplicitamente legati al rendimento, ne fanno richiesta.

I docenti del Liceo di Adria, per favorire il raggiungimento degli obiettivi educativi e didattici degli studenti, dedicano particolare attenzione alle strategie finalizzate al recupero e al sostegno.

Il Liceo promuove iniziative educative e didattiche sia curricolari che extracurriculari finalizzate allÕ approfondimento dei contenuti disciplinari ed alla valorizzazione delle potenzialitˆ individuali degli studenti.

Il Liceo prevede lÕ effettuazione annuale di viaggi di istruzione in Italia e allÕ estero, considerata la valenza formativa, culturale, linguistica e pedagogica di queste esperienze.

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12 Adria - Politica121212 Adria - Politica

Uno dei prossimi appuntamenti politici che interesserà la città di Adria sono le primarie per l’individuazione del candi-

dato da far scendere in campo nelle votazioni politiche della prossima primavera. Quelle del Centro Sinistra sono già entrate nel “vivo” da tempo, grazie alla forte contrapposizione del sindaco di Firenze Matteo Renzi e il segretario Pierluigi Bersani, mentre quelle del Popolo della Libertà sono state annunciate dall’ex premier Berlusconi e con ogni probabilità si terranno il mese prossimo. Vista l’incombenza del suffra-gio (si voterà il prossimo 25 novembre e nel caso nessuno dei candidati superasse il 50% dei voti, i seggi si riapriranno 2 novembre) che vedrà contrapposti oltre ai due candidati già citati, Laura Puppato sempre in quota Pd, Nichi Vendola per conto di Sinistra Ecologia e Libertà e l’assessore al Bilancio del comune di Milano Bruno Tabacci, in questo numero ci occupiamo

delle primarie del Centrosinistra con un’intervi-sta ad uno degli esponenti più rappresentativi del circolo adriese, Caterina Zanetti.

Le primarie, visto anche il can-can me-diatico provocato dalla forte contrapposizione tra Bersani e Renzi, hanno creato un po’ di disappunto. “Confronto troppo esacerbato”, “colpi bassi”, all’interno del mondo del Centro sinistra non manca chi le considera un’opera-zione rischiosa se non addirittura contropro-ducente. Voi come la Pensate?

“Il circolo accoglie questo momento con grande passione e grande interesse, come una occasione importante di partecipazione e di rilancio della politica del Pd e del centro-sinistra. Una occasione che non può essere sciupata, ma che deve essere colta con senso di responsabilità, senza caricarla di polemiche locali inutili e fuorvianti”.

Il circolo di Adria come si pone di fron-

te al forte confronto tra Matteo Renzi e il Segretario Bersani. Toni così accesi possono essere accettati in un confronto elettorale interno allo stesso partito?

“Ribadisco: spero prevalgano responsabili-tà e misura. Le primarie saranno “vincenti” per il Pd e per il centrosinistra nella misura in cui riusciremo a lasciare da parte i personalismi e a discutere di programmi, progetti, idee. Non dimentichiamo che le primarie sono importanti, ma fondamentale è attrezzarsi per vincere le... secondarie, come diceva qualcuno. Evitiamo l’autolesionismo e gli eccessi di tifo: è la pro-posta politica che deve prevalere”.

Non vi pare che il grosso della cam-pagna elettorale di Renzi sia incentrato su temi congressuali? Insomma, un politico che si candida alla guida dell’Italia del dopo Monti, dovrebbe avere tra i suoi argomenti forti temi che vanno ben oltre il rinnovo dei

Cinque i nomi in lizza: il “rottamatore” Renzi, il segretario Bersani, l’unica candidata donna Laura Puppato, Nichi Vendola per Sel e Bruno Tabacci

Politica Intervista a Caterina Zanetti, esponete del circolo adriese del Pd

Primarie del Centrosinistra, al voto il 25 novembre

Caterina Zanetti

di Mauro Gambin

Si attendeva da due anni. Le si aspettavano da quando, nell’estate del 2010, Vendola chiese al Partito Democratico di mettersi in gioco, di accettare le primarie, con la sua conseguente candidatura a Leader di una futura coalizione di centrosinistra. Come sono

andate le cose, è fatto noto. A novembre, tuttavia, ci si accingerà a votare alle primarie di coalizione di Pd e Sel. In questa occasione molti volti noti della politica rodigina si ritrovano “l’uno contro l’altro”. Diego Crivellari, segretario provinciale del partito, ha deciso di sostenere Bersani. “Il nostro segretario è la massima espressione del partito. E non dimentichiamo che è stato un apprezzato ministro anche per le sue scelte in ambito di liberalizzazioni. Competenza, esperienza e rappresentatività: queste sono le caratteristiche di Bersani che faranno propendere me, e molti altri, ad appoggiarlo”. Gabriele Frigato, ha invece deciso (in linea con la sua storia politica personale) di sostenere Tabacci. “Voterò Tabacci perché sono convinto che l’Italia abbia bisogno di un governo che sia in continuità con il lavoro, l’operato e la serietà di Mario Monti”, sottolinea “Bersani ha bisogno che qualcuno sostenga insieme a lui questa linea. Vendola, mi pare, dice cose estremamente diverse da noi”. Altro esponente locale, altro candidato: il voto di Federico Frigato andrà a Renzi. “Io seguo Renzi da quando sono entrato in consiglio comunale nel 2006 a Rovigo. Ho cominciato ad osservarlo e mi sono appassionato a ciò che diceva e a come lo faceva. Il legame con lui si è poi rafforzato un anno e mezzo fa, quando è venuto a sostenermi alle elezioni amministrative”. Votare Renzi, in questo caso, è una scelta naturale. In-fine c’è Sel, il cui segretario provinciale, Mirko Bolzoni, spiega che appoggiare Vendola significa “votare per l’unico candidato che ha un reale progetto di trasformazione della società, partendo da sinistra”. Le punte di diamante della candidatura di Vendola sono tre: “attenzione al lavoro con, ma non solo, la proposta del reddito minimo di cittadinanza; ambiente, visto come chiave di volta dei progetti economici; attenzione alle tematiche civili, che ci pongono nella modernità e in linea con gli altri paesi”.

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vertici del proprio partito.“Credo che ci sia del vero in questo. Le ele-

zioni politiche sono qualcosa di molto diverso da un congresso di partito. “Rottamazione” è un concetto ambiguo per me, che non racchiu-de un’idea di Paese e di governo per il futuro. Si sottovaluta poi che tra i partiti rimasti in piedi nello scenario attuale, il Pd è quello che più di altri ha rinnovato la propria classe dirigente lo-cale. E’ vero che molto resta da compiere, ma per me il vero rinnovamento passa attraverso il merito, la competenza, la qualità”.

Anche il programma di Bersani sembra essere ancora poco chiaro, non ci sono linee così precise da smarcarlo da quell’”ancien regime” verso la quale “l’antipolitica” pun-ta il dito e che pare la gran favorita delle prossime politiche.

“A dire la verità Bersani è l’unico ad ave-re già presentato una bozza di programma e soprattutto una proposta complessiva per il Paese, basata su alcuni concetti-chiave: lavo-ro, diritti, equità, rinnovamento della società e della politica, Europa. In questi giorni, per esempio, Bersani è stato a Parigi da Hollande: ciò testimonia la forza della sua proposta e una visione che guarda già oltre la crisi”.

Tra i due l’unica candidata donna, la veneta Laura Puppato, che possibilità ha di fare un buon risultato? Qualcuno la sostiene ad Adria?

“Non mi risulta ci siano sostenitori ufficiali

ad Adria per la Puppato. Non so fare pronostici a riguardo del consenso che potrà avere qui da noi, anche se vedendo i primi sondaggi nazio-nali non mi sembra possa insidiare i principali candidati impegnati nella competizione”.

Anche nel comune di Adria dovrebbe essere stata ultimata la raccolta firme per il sostegno delle tre candidature. Chi ne ha ottenute di più? Secondo voi sarebbe possi-bile usare questi numeri come primo dato statistico su come andranno le votazioni?

“Non ho in mano numeri definitivi, ma mi sembra che Bersani ne abbia raccolte più di tutti, poi Renzi. Altri non so. Difficile però che la raccolta delle firme possa essere un termome-tro attendibile”.

Come vi siete organizzati per questo evento? Quanti seggi ci saranno? Dove sa-ranno collocati?

“Numero e ubicazione dei seggi verranno decisi dal Coordinamento provinciale che, come da regolamento nazionale delle primarie, si in-sedierà nei prossimi giorni anche a Rovigo. Noi, com’è logico, cercheremo di favorire la parteci-pazione a tutti i livelli”.

Che risultato vi aspettate?“Ci aspettiamo una partecipazione alta

e soprattutto convinta, motivata, consapevole dell’importanza della posta in gioco. Nessuno spazio per provocazioni e infiltrazioni dalla destra.

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13131313Adria - Vita in città

Il consiglio comunale ha bocciato la pro-posta, presentata dal consigliere comu-nale Matteo Stoppa, sulla cittadinanza

onoraria ai bambini stranieri italiani.E’ stato respinto un piccolo gesto di ci-

viltà verso i piccoli e futuri uomini “stranie-ri”, tematica largamente condivisa anche dalla popolazione.

Le firme raccolte dal comitato cittadino Circolo Acli Carbonara formato da 11 asso-ciazioni, avevano infatti raggiunto le 450 unità, dimostrando la sensibilità e l’apertu-ra delle persone sul versante della media-zione culturale. Tuttavia non mancano anco-rai pregiudizi, come commenta Piergiorgio Braghin, che parla a nome del Circolo, amareggiato per questo rifiuto. “Tutto ciò è stato reso palese da chi ha affossato, in consiglio comunale, la proposta di offrire la cittadinanza onoraria ai figli degli extraco-munitari nati nel territorio comunale. Era un piccolo gesto simbolico, già adottato in altri comuni, ma un segnale importante per fa-vorire l’interazione con persone di cultura, religione, tradizioni diverse che sono sem-pre più presenti nel nostro territorio”.

Insomma, una nuova occasione persa, secondo il Circolo, dopo quella dello scorso dicembre che riguardava l’elezione di un rappresentante in consiglio comunale scelto dagli immigranti e con diritto di parola, boc-ciata senza nemmeno essere discussa. Il Circolo è comunque soddisfatto per il lavoro svolto, all’interno della campagna “L’Italia sono anch’io” promosso dalle Acli italiane, sfociato nella consegna alla Camera dei de-

putati di oltre 200mila firme per la riforma della legge sulla cittadinanza e il diritto di voto alle amministrative per gli immigrati stabilmente residenti. Tra gli altri, è delu-so anche lo staff di Impegno Comune, che commenta: “Non sono proposte ideologi-che, non hanno costi per l’amministrazio-ne, e sono estremamente importanti per la vita sociale di tutta la comunità adriese, che conta ormai più del 10 per cento di cittadini immigrati. Lo “jus soli” legato alla cittadi-nanza onoraria avrebbe potuto contribuire a rimuovere gli ostacoli che la legislazione at-tuale frappone al raggiungimento di questo obiettivo, sino al riconoscimento da parte dello Stato della cittadinanza Italiana per coloro che nascono in Italia e promuovere l’uguaglianza tra persone di origine stranie-ra e italiana che nascono, vivono, crescono, studiano e lavorano in Italia”.

di Melania Ruggini

In Consiglio è stata bocciata l’iniziativa rivolta ai figli degli stranieri nati in Italia

Mediazione culturale Le associazioni amareggiate sull’opportunità persa

Niente cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati

“Non sono proposte ideologiche, non comportano costi e sono estremamente importanti”

Lo “jus soli” avrebbe potuto essere di aiuto alle politiche per l’integrazione

Il 22 ottobre è stata inaugurata nell’u-nità di Pediatria dell’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli una stanza

dedicata al day hospital pediatrico, in particolare al ricovero e al trattamento di bambini affetti da patologie oncolo-giche, il cui allestimento si deve anche al generoso contributo dell’Ail di Rovigo. Presenti all’inaugurazione il direttore dell’unità di Pediatria Franca Scolaro, che ha fatto una breve disamina sull’in-cidenza dei tumori e il presidente dell’Ail Silvano Bellato, assieme alla moglie Marilena, che ha messo in rilievo come l’attivazione di tale stanza consenta ai bambini leucemici del Bassopolesine di non dover più recarsi in ospedali lontani per terapie o effetti legati ai trattamenti. Ha concluso la breve cerimonia il diretto-re generale Giuseppe Dal Ben che, nel ringraziare l’Ail e i coniugi Bellato, ha rimarcato l’importanza della collabora-zione tra Ulss 19 e il volontariato a fa-vore della comunità. “Con l’allestimento di questa stanza - conclude il direttore Dal Ben - offriamo un’ulteriore risposta ai cittadini del Bassopolesine, special-mente ai più fragili quali sono i bambini malati”.

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14 Adria - Sociale141414 Adria - Sociale

Il “Rapporto povertà 2012” della Caritas italiana evidenzia un incremento significativo negli ultimi tre anni delle richieste provenienti dai cittadini

italiani, che sono ormai oltre un terzo degli utenti. Nella Diocesi di Adria e Rovigo l’ultimo report detta-gliato risale al 2008 e si prevede la realizzazione di un nuovo resoconto nel 2013 ma, pure in assenza di dati ufficiali, sembra che il dato nazionale rispecchi la situazione locale: anche in Polesine, almeno in quei co-muni che rientrano nel territorio diocesano, gli italiani che si rivolgono alla Caritas sono in continuo aumento e si aggirano ormai intorno al 35 per cento di quanti usufruiscono dei servizi offerti. Alessandro Sovera, responsabile dei progetti di sostegno economi-co, dell’osservatorio sulle povertà e sull’immigrazione, spiega che ogni anno si rivolgono allo sportel-lo della Caritas diocesana rodigina circa mille nuovi utenti, oltre a quanti vi sono ricorsi in passato, e che sono in aumento i giovani e le persone ancora collocabili nel mondo del lavoro: circa il 60 per cento ha un’età inferiore a quarant’anni. “L’aspetto più impressionante - secondo Sovera - è la fragilità che si nasconde dietro situazioni di apparente normalità: allo sportello della Caritas si rivolgono sempre più frequen-temente persone insospettabili. I servizi maggiormen-

te richiesti ed erogati sono di carattere economico, dal microcredito alla prevenzione antiusura o al “prestito della speranza”, tutti realizzati in convenzione con isti-tuti bancari e vari altri enti, pubblici e privati”. Sovera precisa che nessun intervento è a fondo perduto e i rari casi, legati a contingenze particolari, si inseriscono in progetti più ampi. Il “fondo di solidarietà” è l’iniziativa che sta dando i risultati più interessanti: attivo dall’ini-zio di quest’anno, prevede la possibilità di effettuare tirocini in azienda con la speranza che il rapporto di lavoro venga in qualche modo prorogato. Nella Dio-cesi sono stati attivati oltre 430 tirocini e sembra che

molti otterranno una proroga: questo risultato è stato reso pos-sibile da una consolidata rete di collaborazioni ed è apprezzabile soprattutto se lo si confronta con la situazione relativa alla Dioce-si di Padova, dove nello stesso

periodo i tirocini attivati sono stati meno della metà. Oggi l’italiano si avvicina agli sportelli della Caritas con minori resistenze: è considerato meno degradante, meno umiliante in rapporto alle necessità e ai benefici. I fattori che fanno precipitare le persone sulla soglia della povertà sono molteplici, a cominciare dalla perdi-ta o dalla mancanza del lavoro e dalla frantumazione del nucleo familiare. Ma la situazione è spesso aggra-

vata dall’incapacità di adattamento a standard di vita inferiori rispetto a quelli abituali e a una percezione riduttiva del problema, considerato temporaneo anzi-ché strutturale: spesso i problemi nascono da forme di indebitamento che diventano insostenibili.

Sociale Ogni anno allo sportello della Caritas circa mille nuovi utenti

Cresce il numero di chi chiede aiutoI servizi maggiormente richiesti sono di carattere economico, dal microcredito alla prevenzione antiusura o al “prestito della speranza”

La crisi economi-ca mette in crisi anche i progetti

migratori ma gli immi-grati non tornano nella loro terra d’origine. Alessandro Sovera, operatore della Caritas della Diocesi di Adria e Rovigo, spiega che spesso tra i migranti, arrivati in Italia dopo il 1991, c’era l’intenzione di rientrare in patria dopo un cer-to periodo. Le difficoltà lavorative ed economiche odierne complicano le procedure legate al rilascio dei permessi di soggiorno e ai ricongiungimenti familiari ma il programma nazionale di rimpatrio assistito non sta dando i risultati at-tesi: “In questa situazione – osserva Sovera – il ritorno in patria è percepito come un fallimento completo di un progetto, nel quale erano state investite molte risorse”. Anche tra gli immigrati presenti in Polesine alcuni decidono di tornare nella terra d’origine ma considerano il loro rientro come una soluzione temporanea e non rinunciano alla resi-denza nella speranza che passi la crisi.

neWs

Immigratirientri, la crisi rende tutto Più difficile

Sono tre i percorsi formativi differenti rivolti ai volontari per affrontare vari aspetti

della vita contemporanea e delle situazioni particolarmente difficili. Le tre proposte della Caritas sono diverse per tipologia di volontario ma comunque vanno a sondare tut-ti gli aspetti con i quali si potrebbe venire a contatto, sia che si operi a livello parrocchiale sia che si operi all’interno del centro di ascolto dio-cesano. Un appuntamento importante che spinge inevitabilmente a posare lo sguardo sui nuovi poveri, come emerge dall’ultimo rapporto Caritas, non più solo coloro che vivono in condizione di marginalità, anzi tutt’altro, i nuovi poveri sono totalmente integrati nella società e possono essere identificati nei pensionati, nelle casalinghe, nei nuclei famigliari in cui i coniugi sono divisi. Insomma una condizione sempre più diffusa che però spinge a far riflettere su come queste problematiche inizialmente solo di natura economica possano riversarsi in un disagio sociale difficilmente individuabile.

“Il corso proposto dalla Caritas diocesana e organizzato in collaborazione con il Consultorio diocesano familiare è volto proprio a formare i volontari al dialogo con chi si trova nel disagio - afferma il portavoce della Caritas Davide Girotto contattato a riguardo - solo partendo dall’ascolto è possibile dare dignità e futuro a chi oggi è nel disagio e nella sofferenza. Certo non è sufficiente. Bisogna partire dall’ascolto e poi a piccoli passi rimettere sulla sua strada una persona. Ma da lì si deve ripartire”. E proprio alla formazione verso l’ascolto, maturata e coltivata nel tempo, si rivolge lo scopo di questa formazione così intensa per diventare un momento di “crescita umana, intellettuale e comunitaria”.

Nuove povertànon è solo una questione economica

focus

di Mattia De poli

Ma.Ce.

Il “fondo di solidarietà” è l’iniziativa che sta dando i risultati più interessanti

M.D.P.

Alessandro Sovera, responsabile dei progetti di sostegno economico, dell’osservatorio sulle povertà e sull’immigrazione

Sociale

Un aiuto per prevenire la voglia di farla finita: se ne è parlato al Centro Giovanile San Pie-tro di via Pignara, per informare e formare

i volontari della Caritas e delle associazioni locali, nonché gli operatori sociali del territorio, su un tema di scottante attualità che purtroppo colpi-sce pesantemente la popolazione della provincia di Rovigo. L’incontro di Adria è stato il primo di una serie, seguito il 24 ottobre da Rovigo e da un terzo, ancora da definirsi, a Badia Polesine. La Caritas diocesana in collaborazione con il Centro salute mentale dell’aziende Ulss18 e Ulss19 ha fortemente voluto queste serate per aiutare a capi-re come comportarsi nei confronti di depressione e comportamenti autolesivi. L’affluenza è stata pur-troppo scarsa, comunque al di sopra delle aspettative degli organizzatori, dati i tabu’ e le difficoltà delle comunità locali nell’affrontare un tema dif-ficile. Nata da un progetto di prevenzione al suicidio promosso dalle Ulss l’appuntamento si è indirizzato a volontari di parrocchie ed associazioni operanti nel territorio, che con il loro servizio incontrano quotidianamente persone che raccontano dei propri problemi e difficoltà. Molte di loro infatti confessano lo stato di impotenza o, peggio, la voglia di farla finita. Specie in tempi avversi, di profonda precarietà e di forte disoccupazione, ci si ritrova a dovere affrontare problematiche economiche e disagi sociali che sfociano, purtroppo di frequente, nel male oscuro o, peggio, nel ten-tativo di suicidio. Attualmente, il suicidio risulta fra le prime tre cause di morte nella popolazione fra i 15 e i 44 anni e in Europa: circa 58mila persone muoiono ogni anno per mano propria, una cifra superiore ai mor-ti per incidenti stradali o omicidi. La Provincia di Rovigo è tristemente nota per essere quella con il più alto numero di suicidi a livello nazionale, oltre

che regionale, al pari dei paesi del Nord Europa. Il progetto si basa sull’osservazione che, nono-stante siano stati proposti e attuati sia in Italia che in Europa molti programmi di prevenzione su ambiti di intervento differenziati e con interessanti implicazioni, rimane scarsa la conoscenza di ciò che effettivamente funziona. Come spiega Davi-de Girotto, psicologo e responsabile della Caritas: “Le prime persone che possono carpire i segnali

di crisi nella persona depressa sono i familiari, per cui il volontario può aiutarli e supportarli ad affron-tare il problema con i giusti supporti medici”. Il presupposto di partenza dell’idea del progetto si individua nella scarsa attenzione data ai temi della prevenzione del suicidio nel territorio Polesano

dove si registra una mortalità di 11,2 casi (dati dal 1995 al 2000) a fronte di un dato nazionale di 6 casi ogni 100.000 abitanti per anno. Il numero di tentativi di suicidio che giungono all’attenzione dei servizi sanitari è di 36,4 casi ogni 100.000 abitanti per anno (dati dal 2000 al 2005) nel territorio dell’Ulss 18 (alto e medio Polesine). L’analisi sui rischi del comportamento suicidario evidenzia anche nella realtà locale i principali fattori epidemiologici: l’età anziana, il genere (solitamente i maschi commettono un maggiore numero di suicidi delle donne), la presenza di problemi socio-economici, precedenti tentativi autolesivi, ma-lattie mentali e abuso di alcool o sostanze illecite. Inoltre, come emerge nella letteratura scientifica, si individua l’adolescenza e la giovane età come una fase della vita particolarmente delicata e con tassi in aumento negli anni recenti. Lo sviluppo del progetto nel territorio polesano si con-centra su situazioni di disagio psicologico e relazionale che comportano un maggior rischio.

Polesine tristemente noto per i suicidi

Me.Ru.

In provincia di Rovigo una mortalità di 11,2 casi ogni 100.000 abitanti

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15151515Adria - Sociale

“E dopo 30 anni si ripete il sogno che aveva vissuto la mia mamma…andare il Brasile a trovare Gabriele”.

Inizia così il racconto di Giuliana Fantinati, bottrighese, insegnante da poco in quiescenza, da sempre partecipe alle attività del paese, alle iniziative della parrocchia e attiva collaboratrice del coro femmile “Plinius”. Un’esperienza che arrichisce, vissuta nel corso della sua recente trasferta in Brasile dove opera missionario il fratello sacerdote, don Gabriele. Con lei si è uni-to frà Luca Santato, già vice-parroco della Tomba di Adria. Don Gabriele da quasi cinque anni si trova nella missione diocesana di Tremedal nella Bahia, la parte più povera del Brasile. E a pochi chilometri nella parrocchia di Condeuba si trova anche un al-tro sacerdote diocesano don Giuliano Zattarin. “Sono stati giorni ricchi di grandi emozioni- ci spiega Giuliana- soprattutto umane ma anche spirituali e sociali. Una grande lezione di vita

per noi, soprattutto quando andavamo in visita nei villaggi (don Gabriele ne segue 64 ndr) oltre la cittadina di Tremedal. La realtà di questi villaggi sparsi in un territorio grande quasi due volte il Polesine, è di assoluta povertà. Il clima non aiuta - continua nel suo racconto Fantinati - da circa dieci mesi non pioveva e le culture di caffè, canna da zucchero e altro erano tutte bruciate da una terribile siccità”.

Come si svolgeva-no le vostre giornate?

“Al mattino pre-sto con il nostro zaino partivamo con Gabriele per le celebrazioni della messa e incontri di for-

mazione, visite agli ammalati e si tornava a volte soltanto la sera - racconta Giuliana - la meraviglia era con noi ogni giorno, queste lun-ghe strade polverose che attraversano colline deserte sembravano non avere mai fine. Lun-go il cammino qualche asino o cavallo e a vol-te buoi che cercavano disperatamente l’ultima pozza d’acqua rimasta. La gente ci accoglieva

sempre con gioia e non mancava mai un po’ di succo o di caffè. Sorrisi, abbracci e serenità ci hanno accompagnato lungo il cammino di ogni giorno e Gabriele suonava ogni tanto il clacson della sua indistruttibile Uno bianca per salutare qualcuno che abita in posti quasi sperduti e che al suo passaggio, anche se non uscivano per-ché anziani e malati, erano felici che qualcuno non li dimenticasse”.

Quali sono stati i momenti più belli? “Quando, con almeno un’ora di anticipo,

si arrivava per celebrare la messa e la chieset-ta era già piena di gente che aspettava con devozione facendo le prove dei canti o raccon-tandosi le loro vicende. Erano lì dopo aver per-corso chilometri in sella ad un asino, ma spes-so a piedi per queste strade rosse e polverose pur di arrivare a questi incontri tanto attesi”. “La convivenza tra bambini, adulti, anziani è ammirevole - dice ancora Giuliana - spesso mi commuovevo per la semplicità di queste perso-ne che si avvicinavano a noi, non per curiosità, ma per invitarci a sedere insieme e condividere questi momenti”. “Nell’occasione è stato an-

che inaugurato il forno comunitario San Luca – spiega Giuliana - costruito con l’aiuto di fondi raccolti attraverso i concerti dei cori “Plinius” di Bottrighe, “Soldanella” di Adria, dal gruppo “Testimoni di Speranza” e dai bambini della scuola dell’infanzia “G. di Vittorio” di Adria. “Questi giorni sono letteralmente volati- rac-conta ancora Giulina- e avremo voluto restare là ancora per gustare questa serenità che noi

non abbiamo quasi più perché presi quotidiana-mente da mille impegni e magari a lamentarci di quello che ci manca non considerando tutto quello che invece abbiamo”. E’ stata una gran-de lezione di vita - conclude l’insegnante - che i nostri giovani non conoscono e che noi, con qualche anno in più, abbiamo dimenticato”.

di Roberto Marangoni

L’ex insegnante ha raggiunto il fratello Don Gabriele. “Una grande lezione di vita per noi”

Missioni Giuliana Fantinati racconta l’esperienza a Tremedal nella Bahia

La vita è gioia nella parte più povera del Brasile

Inaugurato un forno comunitario realizzato con gli aiuti dei polesani

Nelle foto a fianco, Giuliana Fantinati in Brasile con il fartello don Gabriele e frà Luca Santato

Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, Gino Strada, e oggi presidente dell’associazione, è stata

recentemente ospite del gruppo di Rovigo, nato nel 2001 e composto da una dozzina di volontari. L’occasione è stata proficua per incontrare i ragazzi delle scuole di Adria ma anche per partecipare ad un convegno tenu-tosi a palazzo Celio nel quale, alla presenza di più di 50 persone, è stata dta informazio-ne dell’attività che l’associane porta vanti ormai da diversi anni. Il convegno, dunque, ha toccato l’impegno che Emergency ha nel mondo promuovendo la cultura della pace, della solidarietà, del rispetto dei diritti uma-ni e della salute, visto che dal 1994 a oggi ha fornito cure ad oltre 4.794.000 persone in 16 Paesi, compresa l’Italia. L’incontro, infatti, ha messo in luce anche la realtà dell’ambulatorio di Marghera scoprendo così una realtà, per certi versi, disarmante. Nel 2011 gli utenti del poliambulatorio sono stati prevalentemente cittadini italia-ni, una parte di quei milioni di italiani che non possono permettersi di pagare il ticket e sono costretti a rivolgersi a strutture che rispondono a bisogni primari in maniera gratuita. Si è abituati a pensare agli ope-

ratori di Emergency impegnati nei fronti di guerra, in situazioni dove la povertà è una questione endemica, e stupisce immaginarli qui, a rispondere ad una povertà tutta ita-liana, che è diventata un fenomeno sempre più diffuso. Dato ancor più allarmante se correlato al piano socio sanitario regionale, da poco approvato, nei quali i tagli sembra-no esser consistenti e abbastanza diffusi. Si taglia sulla sanità pubblica, mentre i finan-ziamenti a quella privata, spesso non sono chiari e trasparenti come dovrebbero.

CECIlIA STRADA OSPITE DI EMERGENCy ROVIGO

F.D.L.

La presidente dell’associazione umanitaria ha parlato anche delle migliaia di persone italiane che si rivolgono all’ambulatorio di Marghera, confermando la crescita del numero di coloro che non possono permettersi di pagare il ticket e sono costretti a rivolgersi a strutture che rispondono a bisogni primari in maniera gratuita

Cecilia Strada

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16 Bottrighe161616 Bottrighe

Tornano operati-vi i nonni vigi-le. L’inizitaiva

dell’Auser di Adria, molto apprezzata nel corso dello sco-so anno, ha ripreso con l’inizio dell’an-no scolastico. I nonni-vigile sono tutte persone volontarie che prestano servizio davanti alle scuole della città e delle frazioni, garantendo sicurezza nei momenti di ingresso ed usci-ta degli alunni dalle scuole. La convenzione è stata firmata anche per l’anno scolastico in corso tra comune e associazione Auser ed avrà validità sino al 9 giugno 2013. I nonnno vigile impegnati sono Gianni Tiozzo per la scuoal primaria “De Amicis”, Mario Siviero per la “Pascoli”, Massimiliano Astolfi per la “Vittorino da Feltre”, Carlo Franzoso per la “Manzoni” e Graziano Albertin per la “Marino Marin”. Restano al momento scoperte le scuole di Baricetta e di Bottrighe. A tale proposito il vice sindaco Giorgio D’Angelo, lancia un appello “affinche altri volontari si facciano avanti per un servizio alla comunità, in particolare ai bambini”. Il vice presidente Auser, Gianni Tiozzo, ha colto l’oc-casione per ringraziare la pubblica amministrazione ed il comando della polizia locale per aver creduto in questa associaizione nel portare avanti un’iniziativa così preziosa.

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Scuole e Auserservono nonni vigile a baricetta e bottrighe

Con una emozionante celebrazione liturgia, alla presenza del notissimo compositore Bepi De Mar-zi, che ha accompagnato con l’organo la messa,

il coro femminile “Plinius” di Bottrighe ha festeggiato il suo venticinquesimo di attività sociale nella basilica di Santa Maria Assunta della Tomba di Adria. Nato come coro di voci bianche “Biribò” nel 1987, per iniziativa dell’attuale direttrice Antonella Pavan, il complesso si è fatto conoscere ed apprezzare ormai in tutta Italia ed all’estero, conquistando numerosissime competizioni nazionali ed internazionali. Un anno importante per le ragazze polesane che recentemente hanno orga-nizzato, nell’ambito dei festeggia-menti per il loro venticinquesimo, un grande concerto per la vita in favore della ricerca per la terribile Sindrome Laterale Amiotrofica. Ma prima del concerto, le ragazze del “Plinius” hanno pure organizzato, con la preziosa collaborazione del gruppo Alpini Adria, una suggestiva sfilata lungo il centro storico della città insieme alla banda “Giuseppe Verdi” di Taglio di Po e ai cori ospiti provenienti dal trentino e Latina (quest’ulti-mo arrivato al sera prima ha potuto gustarsi anche una

gita sul Delta del Po grazie al Plinius ndr) per giungere al monumento ai caduti per la deposizione della corona d’alloro e ricevere i saluti ufficilai delle autorità. In sera-

ta, sempre alla Tomba, il concerto è stato presentato da Patrizia Pozzan, consigliere regionale Asac Veneto. Nell’ordine si sono ottimamente esibiti il coro polifo-nico della Cattedrale di Adria di-retto da Antonella Cassetta con la

collaborazione di Graziano Nicolasi e Alberto Voltolina, il coro trentino “Cima Verde”” di Vigo Cavedine diretto da Gialuca Zanolli ed il coro “Associazione Nazionale Alpini” di Latina diretto da Roberto Stivali. Degna nota di questo coro che ha saputo commuovere il pubblico ri-

ferendosi al legame tra il Polesine e Latina dove vivono molti nostri emigrati, regalando quindi, in prima asso-luta, l’emoziannte brano “La mia Terra” di Morricone, tratto dal film “Mission” accompagnato da un clarino suonato dal direttore stesso. Ed infine Il Plinius con quattro brani del noto compositore Bepi De Marzi ha travolto la platea. Per tutti tanti applausi. Durante la se-rata sono stati raccolti 950 euro devoluti alla Asla. E qui altra commozione con l’intervento, anche audiovisivo, del concittadino Luigi Pezzolato. L’assessore Lorenzo Maltarello ed i consigliere regionale Asac Luca Sacchet-to hanno omaggiato i cori intervenuti. Al termine della serata il tradizionale “Signore delle cime” a suggello di un concerto che ha ragalato grandi emozioni.

di Roberto Marangoni

L’evento è stato anticipato da una sfilata degli altri cori intervenuti. Durante la serata sono stati raccolti 950 euro devoluti all’Asla

Eventi Un grande concerto per la ricorrenza del 25° anno di attività

Plinius, nozze d’argento

Il coro “Plinius” di Bottrighe durante il concerto

Ro.Ma.

Il primo gruppo era nato come coro di voci bianche “Biribò” nel 1987

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17171717Bottrighe

di Roberto Marangoni

Nuove affermazioni per il coro femminile “Eco del Fiume” di Bottrighe. I due recenti

successi hanno portato l’entusiasmo alle stelle per le coriste dirette da Chiara Casazza. Prima a Marana, nel vicentino, quali ospiti d’onore del coro “Maranina” di Valdagno, nella suggestiva cornice della bella chiesa dell’antico borgo, situato a 800 metri di altitudine nell’incantevole valle del Chiampo, nell’ambito della 15 ^ edizione della “Sagra del Tartufo nero”. Poi nel san-tuario di Basilicanova, nel parmense, ospite del coro “Voci di Parma”. I concerti presentati come sempre dalla corista Alessia Ventura han-no spaziato tra i canti popolari, sacri e della montagna tratti dal loro ricco repertorio sulle composizioni di Bepi De Marzi e Marco Maiero. Moltissimi gli applausi del pubblico che gremi-vano gli auditori dei due concerti. In entrambe le occasioni il coro bottrighese ha donato ai cori ospitanti, un artistico piatto in vetro, decorato con carta di riso, dalla corista Doris De Cia e mi-gnon del tipico “Esse adriese” realizzati dalla stessa presentatrice-corista Ventura. “Abbiamo nuovi impegni da onorare entro l’anno – ci spiega la direttrice Chiara Casazza- tra questi la nostra tradizionale rassegna corale “Autunno in Canto” che si terrà nella chiesa di Bottrighe

sabato 24 novembre con ospiti due illustri for-mazioni corali”.

Quale segreto di tanto successo? “Penso ai rapporti di amicizia. Tra le ragaz-

ze si è stretto un legame molto forte e quando si sta bene insieme si ottengono buoni risultati anche in campo artsitico”

Novità per il 2013?“Il prossimo anno- afferma Casazza- ricor-

rono i 35 anni di attività del coro da quando si chiama “Eco del Fiume”, anche se il coro, per amor di verità, sorse come formazione parroc-chiale di voci bianche nel 1968”.

Cosa organizzerete per l’avvenimen-to?

“Con un concerto festeggeremo il com-pleanno abbinando la presentazione del nuovo cd. Ma ci sarà anche una sorpresa- conclude la direttrice- che annunceremo in prossimità della ricorrenza”.

“ECO DEl FIUME” IMPORTANTI APPUNTAMENTI

Ro.Ma.

• Le mascàre le và sol in carnevale• Tut quel cò ghè stà el pol tornare• Chi gà schèi e tera nol vien mai picà

lE TRE S-CIOPTA’ di Roberto Marangoni

Torna in auge il progetto per la riqualificazio-ne di piazza della Libertà. Lo annuncia, in via ufficiosa, il sindaco Massimo Barbujani.

Del recupero del centro di Bottrighe, se ne parla dal 2009. Secondo il piano triennale dei lavori pubblici, avrebbe dovuto realizzarsi nel corso del 2011. Come si ricorderà, quel progetto, redatto dall’ex giunta del sindaco Lodo, era già stato ap-provato dall’intero consiglio comunale, poco prima delle elezioni amministrative che portarono poi Massimo Barbujani per la prima volta alla guida del Comune. L’allora giunta Lodo, tra i suoi ultimi atti, lo aveva messo a bilancio relativo ai lavori pub-blici del 2010. Successivamente, però, il progetto, legato a forme di finanziamento regionale, non entrò in graduatoria, la causa pare fosse stata attribuita ad alcune imperfezioni nella presentazione dello stesso. A tale scopo, sempre secondo quel progetto, un’area sarebbe stata adi-bita a mercato coperto con tensostruttura, utilizza-

bile anche per manifestazioni fieristico-espositive. Altresì, si prevedeva la demolizione della pavimen-tazione esistente, la posa in opera della nuova, una diversa circolazione viaria, ed un nuovo impianto di pubblica illuminazione. L’impegno previsto di spesa complessiva parlava di 300 mila euro, rispetto al precedente di 450 mila. Ora l’Amministrazione comunale è seriamente intenzionata a riprendere in mano il progetto, elimando la realizzazione del-

la tensostruttura, come dal precedente. Il nuovo intervento sarà in forma più sobria e quindi ancora meno costosa. Al momen-to non è stata quantifica-ta la spesa. Si prevede

la sistemazione dei marciapiedi, poi delle aiuole centrali, dalle quali verrebbero tolti gli attuali pini marittimi, che hanno fortemente danneggiato il manto stradale, dando spazio a siepi basse di rose, come un tempo, passando al restyling della pubbli-ca illuminazione. Altresì, ci sarà una verifica per

migliorare la circolazione viaria, in quanto l’attuale crea diversi problemi di circolazione, in particolare ai mezzi pesanti in manovra, nell’ottica di riconse-gnare nuova vita al centro del paese.

Era stato redatto dalla giunta Lodo, poi accantonato da Barbujani per mancanza di finaziamenti, ora sta per essere ripreso

Urbanistica Il primo cittadino ha annunciato

“Un nuovo progetto per piazza Libertà”

La tensostruttura, prevista in precedenza, non sarà realizzata

Se ne parla da molti anni ormai, ma sul museo al concittadino Umberto

Maddalena, sembra calato di nuovo il silenzio. L’idea era sca-turita anni fa dallo storico adriese Aldo Rondina, allora consigliere comunale. Sia le amministra-zioni precedenti, sia quelle degli ultimi anni, avevano dimostrato, almeno a parole, una certa sensibilità a tale progetto. Anche nell’incontro tra il sindaco Barbujani, giunta e cittadinanza, svoltosi oltre un anno fa, il progetto sembrava in dirittura d’arrivo, almeno per quanto riguardava i locali che il comune avrebbe pensato di predisporre. Nei primi mesi di quest’anno, nel corso della presentazione di un nuovo libro dedicato all’eroe, ancora Aldo Rondina, tra i collaboratori della pubblicazione, caldeggiava la nascita del museo quale riconoscimento all’intrepido aviatore che con le sue imprese portò onore all’Italia in tutto il mondo. Durante l’estate, la visita alla mostra pittorica, nell’ambito della sagra patronale, organizzata dalla pro loco Bottrighe, Fabio Ortolan, vice presidente di cassa di risparmio del Ve-neto, aveva espresso, secondo quanto annunciato dal presidente della pro loco Alberto Bergo, il desiderio di perseguire insieme l’obiettivo del museo con l’aiuto delle istituzioni bancarie. A tutt’oggi non si sente più nulla. Il raggiungimento di ciò, potrebbe portare al paese che gli ha dato i natali, un notevole impatto culturale. Non solo, l’arrivo poi di scolare-sche, studiosi e quanti interessati che qui giungerebbero, potrebbero rivelarsi un’opportunità anche dal punto di vista economico per le realtà commerciali del paese stesso.

question’s

Opportunità culturaliche fine ha fatto il museo u. maddalena?

Bottrighe, uno scorcio di piazza della Libertà

Ro.Ma.

Il monumento ad Umberto Maddalena a Bottrighe

Il coro femminile “Eco del Fiume” di Bottrighe

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Page 20: La Piazza di Adria - 2012ott n136

Giobbe Covatta, Gaia De Laurentis, Corrado Nuzzo, Maria Di Biase e Romina Mondello

Sono iniziati sotto il sigillo di Vasco Pratolini i “Lunedì della bibliote-ca”, una sorta di rituale letterario

per gli adriesi che da ben 10 anni, d’au-tunno e in primavera, apre alle 17,30, le porte del Circolo Unione alla cultura. Il ciclo dei “Lunedì” è dedicato ai grandi narratori del Novecento, di cui ai pre-senti viene consegnata la bibliografia relativa ai testi disponibili in biblioteca. Tocca al Calvino delle Lezioni Americane, presentato dal professore Antonio Lodo, proseguire la fortunata serie, lunedì 29 ottobre, mentre Carlo Emilio Gadda sarà trattato da Gabriella Vendemiati Bocchi il 5 novembre; Moravia e gli “Indifferenti” saranno scorciati il 12 novembre da Ma-rina Bovolenta.

Infine, ciliegina sulla torta, il celebre magistrato Tescaroli sarà gradito ospite del 17 novembre per presentare il suo libro “Obbiettivo Falcone” sempre alle ore 17,30.

Appuntamenti “lunedì della biblioteca”

Me.Ru.

Grazie allo sforzo congiunto di vari soggetti coinvolti, anche quest’anno il teatro Politeama ospiterà sei ap-

puntamenti di qualità. L’esordio è previsto per venerdì 16 novembre con una comme-dia intelligente: “Eva contro Eva” di Mary Orr, versione italiana di Maurizio Panici e Marzia G. Lea Pacella. Celebri i volti in scena: Pamela Villoresi, Romina Mondello, Luigi Diberti, principali interpreti del raccon-to sul mondo del teatro come rappresenta-zione della realtà.

In scena, una piccola e agguerrita co-munità che è specchio della società, con le piccolezze, le ossessioni, il desiderio di arrivare a conquistare una posizione sociale riconosciuta e rispettata.

Trattasi di classi sociali diverse, quali rappresentazione degli esseri umani in lotta per una posizione dominante nella società. Come scrive la critica, “ne deriva un at-tuale, acido e caustico affresco di uomini e donne che si affannano disperatamente alla ricerca di un attimo di celebrità”.

Venerdì 23 novembre toccherà all’o-riginale allestimento de“L’avaro in Blues” animare la serata del Politeama; liberamen-te tratto da “L’Avaro” di Molière, si ispira alla celebre Aulularia di Plauto, ricomposta su una partitura intonata alla Commedia dell’Arte.

In scena Marco Artusi, Evarossella Biolo, Matteo Cremon, Davide Dolores, Gianluigi (Igi) Meggiorin, Francesca Botti. L’avaro è calato nella realtà, focalizzando una complessa rete di relazioni familiari composta da conflitti senza speranza, al suono della musica suonata dal vecchio ca-pofamiglia, che procura il denaro dilapidato dai familiari.

Mercoledì 5 dicembre il divertimento fa da protagonista con le battute di “A piedi nudi nel parco”, commedia di Neil Simon che presenta una nitida analisi delle nevrosi dell’uomo contemporaneo.

Interpreti: Valeria Ciangottini, Gaia De Laurentiis, Stefano Artissunch, Libero San-savini. Protagonisti sono i novelli sposi Paul e Corie che, al rientro dalla lussuosa luna di miele, vengono messi a dura prova da un vicinato piuttosto difficile.

Mercoledì 12 dicembre spazio a Wil-liam Shakespeare e “Sogno di una notte di mezza estate”; interpreti i comici di Zelig Alessandro Betti, Gianni Cinelli, Maria Di Biase, Katia Follesa, Corrado Nuzzo, Marco

di Melania Ruggini

Tanti gli artisti famosi in scena Da Giobbe Covatta ai comici di Zelig, da Gaia De Laurentis a Romina Mondello

Spettacoli Il 16 novembre prenderà il via la rassegna con teatro, comicità e musica

Al Politeama, sei appuntamenti di qualità

Silvestri, Marta Zoboli, diretti da Gioele Dix. Il mix tra comici di successo e un duo

musicale è stato scelto dal regista secondo l’idea che il testo classico possa essere ter-reno fertile per la sperimentazione.

Mercoledì 23 gennaio si cambia regi-stro con un recital, “Volare – concerto a Domenico Modugno” assaporando i succes-si di quello che è stato definito “il padre dei cantautori italiani e come autore interprete tra i più grandi d’Europa”.

Gennaro Canavacciuolo sarà accom-pagnato dalle musiche dal vivo del Trio Bugatti: Marco Bucci al pianoforte, Claudia Della Gatta al violoncello e Andrea Tardioli al clarinetto e sax contralto.

Chiuderà in bellezza la stagione, mer-coledì 20 febbraio, il comico napoletano Giobbe Covatta con il suo nuovo spettacolo “6 gradi”.

Dopo “7” (i vizi capitali) e “30” (gli articoli della carta dei diritti dell’uomo), il numero 6 rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura della terra.

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Sono pronti a festeggiare il decennale di attività sportiva gli atleti del club Kanku Dai Karatè di Bottrighe. La società è

nata infatti nel dicembre 2002 a Cavanella Po, per iniziativa di alcuni amici, inzialmente in alcune palestre della zona, approdando in breve a Bottrighe presso la palestra delle scuole di via Don Minzoni. Sabato 15 dicem-bre sarà una data importante per l’associa-zione sportiva che radunerà all’ostello Amo-lara di Adria, non solo gli atleti, famigliari, autorità, amici e simpatizzanti, ma anche illustri personaggi di questa importante disci-plina. Verranno così ricordati i dieci anni di attività con una conferenza che inizierà alle 19 per poi proseguire con aperitivo e la cena sociale. Alla festa hanno già assicurato la loro presenza Claudio Pastore, maestro, nonché segretario della Fekda ed è attesa la confer-ma dello storico maestro Franco Garbero 7° dan, conosciuto per i suoi particolari metodi di allenamento, tra l’altro già insegnante del maestro Franchin, cintura nera 4° dan della

società bottrighese. Il club di Bottrighe vanta una trentina di iscritti. Una novantina sono le coppe in bacheca conquistate in gare re-gionali e nazionali dai suoi atleti che allena ogni lunedi, mercoledì e venerdì. Dopo tante conquiste ora c’è la preparazione ai campio-nati regionali di Chioggia. Scenderanno in campo i migliori atleti Davide Boscolo, Giulia Greguoldo, Jana Cendali, Stefano Stocco, Francesco Colla, Cristian Rossi, Carlotta Luca-damo e Ilaria Marangoni. “Sono solo alcuni nomi- spiega il maestro Franchin- ma tanti altri si stanno preparando in questa discipli-na. Il karatè schotokan, ovvero quello tra-dizionale, in tutta la sua completezza, vale a dire ginnastica, forma e combattimento, permette a tutti coloro che lo praticano, di migliorarsi fisicamente e costruirsi un fisico robusto. Sottolineo – conclude Franchin- che il nostro è un ambiente sano in cui si impara-no i valori della disciplina e del rispetto, oltre ad un forte senso di appartenenza”.

Arti marzialidieci anni di KanKu dai Karatè

Ro.Ma.

Gli atleti del Kanku- Dai – Karatè di Bottrighe

Lo SPoRT in PRIMo PIANoin PRIMo PIANo

Dopo l’esaltante finale del campionato di Promozione Triveneto, che ha visto Adria Nuoto concludere al pri-mo posto e conquistare la storica promozione in serie

C, un altro risultato importante nel nuoto di fondo ha chiuso la stagione 2011-12. Elena Lionello, infatti, ha concluso il circuito nazionale di gare previsto dalla “Fin” con una faticosa prova nel freddo e agitato mare di Cagliari: 20km nel tratto di mare tra Sant’Elia, la città di Cagliari e la spiaggia del Po-etto. La gara, complicata dalla bassa temperatura dell’acqua ma soprattutto dalle pessime condizioni del mare, ha visto parecchi ritiri e atleti anche di livello internazionale. Ma no-nostante alcuni problemi metabolici che hanno costretto la Lionello a nuotare più di 15km senza integrazione energetica e idrosalina, è riuscita a gestire al meglio le proprie forze ade-guandole alle difficili condizioni del mare e conquistando il primo gradino del podio in 5ore e 49minuti. “Quando siamo

partiti il mare non era piatto ma sicuramente gestibile – ha spiegato Elena - ma solo 2 km dopo le onde hanno iniziato a prendere il sopravvento. Confesso di aver avuto più volte paura quando in balia delle correnti le onde mi hanno spinta a ridosso delle scogliere dei promontori cagliaritani. Facevo fatica a gestire la bracciata e sapevo già dal quinto km di non poter più contare sull’integrazione energeti-ca per problemi di stomaco, avevo crisi di freddo ma non dovevo perdere la concentrazione perché volevo arrivare infondo. E’ stata durissima a livello fisico ma ancora di più a livello mentale”. Poche ore per riprendersi e alle 11 del giorno seguente gli atleti erano ancora in acqua per la gara di mazzofondo (4,2km) che si è svolta tra Ca-lamosca e Poetto. Le condizioni del mare erano purtroppo

analoghe e sulle spalle degli atleti che avevano gareggiato anche il giorno prima pesava ancora la gara di granfondo. Elena ha chiuso al secondo posto in 58minuti e 25secondi.

La giovane adriese ha commentato: “Sapevo che non era una gara a me congeniale perché basata più sulla velocità. In più io e il mio gruppetto abbiamo sbagliato leggermente la rotta, allungando un po’ il percorso, così non ho visto la ragazza davanti a

me. Ma va bene lo stesso, piccoli errori che servono per fare esperienza”. Il trittico sardo si è poi concluso con la gara di fondo (7,5km) con partenza da Sant’Elia e arrivo a Poetto. “Ero stanca continua la Lionello - ma era l’ultima gara della stagione, dovevo metterci tutta me stessa, e così ho fatto. Ho cercato di sfruttare al massimo la scia dei maschi del gruppo

di testa, sapevo che erano più forti di me ma la mia sfida era non mollarli, soprattutto quando per scremare il gruppo degli inseguitori hanno aumentato il ritmo di gara”. Elena è andata così a conquistarsi non solo il primo posto in 1ora e 31minuti, ma anche la vittoria nella combinata delle 3 gare aggiudicandosi il trofeo Ugo Goffi insieme ad Andrea Bonda-nini (terzo nella 7,5km). “Esperienza dura ma meravigliosa, volevo testare le mie condizioni fisiche e psicologiche in un contesto molto stressante come questo. Mi è servita per una conferma a livello mentale, per ritrovare quel pizzico in più di fiducia in me stessa che avevo perso nel corso della stagione, per poter dimostrare che anche nelle condizioni più estreme la mia testa c’è. Complessivamente sono soddisfatta della mia stagione ricca di emozioni ed esperienze nuove. Adesso un po’ di pausa dall’acqua per recuperare fisicamente per poi ricominciare al meglio una nuova ed agguerrita stagione”.

Prima nella 20 chilometri, seconda il giorno dopo nella mezzofondo e ancora prima nella 7,5 chilometri

Nuoto di fondo Nel freddo e agitato mare di Cagliari

Elena Lionello incoronata regina del trofeo Ugo Goffi

Elena esce dall’acqua dopo la sua prova e con il trofeo in compagnia di Andrea Bondanini

 

“Confesso di aver avuto paura quando le correnti mi hanno spinto a ridosso delle scogliere”

 

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16

VIAGGIo IN PRoVINCIARoVIGo

Il futuro del Polesine sarà con Verona. Il Consiglio dei ministri ha approvato nel decreto “Nuova Italia” l’accorpamento della Provincia di Rovigo con quella di Verona e la Provincia di Padova con quella di

Treviso, non tenedo in minimo conto la richiesta di autonomia espressa dal Consiglio provinciale e da diversi comuni del rodigino. Salva Bel-luno, per la quale è stata riconosciuta la peculiarità di area montana, salva Venezia che diventerà città metropolitana e salva per il momento Vicenza in previsione di un futuro riordino per aree metrolitane che dovrebbe mettere insieme Verona, Vicenza e Rovigo (Vi-Ve-Ro) e dall’altra parte del Veneto Padova, Treviso, Venezia (Pa-Tre-Ve). I pa-rametri per allargare gli ambiti provinciali erano già stati designati con il decreto Salva Italia, indicando alle provincie con popolazione inferiore ai 300 mila abitanti e con una superfi cie al di sotto di 2500 chilometri quadrati, la necessità di rivedere il proprio “as-setto istituzionale”. Un indirizzo sarebbe dovuto arrivare dai comuni, dalle stessa Provincia, dalla Conferenza autonomie locali e dalla Regione. Tutte le delibere tuttavia hanno indicato un sostanziale mantenimento dello “status quo” e quindi, senza un sostanziale orientamento da parte degli enti locali la scelta è spettata al Consiglio dei Ministri. Da parte sua il ministro competente Filippo Patroni Griffi ha dimostrato l’in-tenzione di procedere speditamente all’accorpamento delle Provincie, indicando nella data del giugno 2013 il commissariamento di tutte le Province. Addio presidenti, dunque, ancor prima che decorrano i ter-mini del mandato elettorale. Dal 2014 poi le province diventeranno enti di secondo grado e non ci saranno più elezioni ma nomine per comporre il consiglio e individuare il presidente. La giunta sparirà. “Per

il riordino – ha spiegato il ministro in un’intervista a La Stampa - non è che si potesse attendere la naturale scadenza della consiliatura pro-vinciale. Fatta la riforma bisogna partire con il nuovo assetto quanto prima”. Tanta speditezza secondo il ministro sarebbe autorizzata dalla decisione della I sezione del Tar del Lazio, di respingere le richieste di sospensione del riordino pretesa dalle Province di Lecco, Lodi, Treviso e Rovigo perché ritenuta incostituzionale. “Le provincie sono previste dalla Costituzione – è quanto sostenuto dagli enti locali ricorrenti – e la loro natura non può essere modifi cata per decreto”. Il Tar su questo non è intervenuto, la decisione presa è stata quella di non decidere. Anziché rimettere gli atti alla Corte Costituzionale, il Tar del Lazio si

è limitato a rilevare che, “impregiudicata ogni questione di carattere pregiudiziale”, non sono ravvisabili i paventati profi li di immediata lesività dell’atto impugnato. La delibera del Consiglio dei Ministri, secondo i giudici amministrativi costitu-isce infatti il primo segmento di una sequenza procedimentale destinata a concludersi con un

provvedimento di natura legislativa. Il Tar, dunque, non ha deciso al-cunché sui ricorsi; ha semplicemente negato la richiesta di sospensione cautelare dell’effi cacia della deliberazione del 20 luglio senza decidere nel merito. Comunque sia il ministro ha colto l’occasione per premere in profondità sul pedale dell’acceleratore del riordino delle province. “Sarà un’occasione per ridisegnare la presenza pubblica sul territorio e riordinare la presenza dello Stato – ha spiegato - perché quando an-dremo a ridisegnare le province rivedremo anche questure, Prefetture, uffi ci scolastici e via dicendo”. Accelerazione che non è piaciuta per niente alla presidente della Provincia, Tiziana Virgili.

di Fortunato Marinata

Il Consiglio dei Ministri con il voto di fi ne ottobre ha stravolto tutte le ipotesi fatte in precedenza

Riordino degli enti locali Approvato il decreto “Nuova Italia”

Il ministro per le riforme della Pubblica Amministra-zione, Filippo Patroni Griffi

Ancora ombre sulla sentenza del Tar. Avrebbe deciso di non decidere

Il ricorso al Tar ha rappresentato per la Provincia rodigina l’unica possibilità di sottrarsi dalla mannaia del Governo. Del resto, con Belluno, non centrava nessuno dei due pa-rametri indicati per mantenere l’autonomia, estensione territoriale e numero di abitan-

ti erano ben al di sotto della soglia da raggiungere e non è servito nemmeno giacare la carta della peculiarità dell’area deltizia visto che per il Governo non è paragonalbile alle Dolomiti. L’ombra dell’incostituzionalità del decreto “Salva Italia”, tuttavia non è ancora del tutto tramontata visto che per decreto, in via teorica, non si potrebbe procedere nei confronti di enti previsti dalla Costituzione. Servirebbe invece una legge costituzionale. Un punto sul quale la presidente, Tiziana Virgili, ha incentrato la sua battaglia e sul quale ha impostato la lettera che prima dell’accorpaneto delle provincie aveva inviato al ministro Patrini Griffi . “La prima applicazione dell’articolo 1 della Costituzione è proprio l’esercizio del diritto di voto col quale i cittadini scelgono chi li amministra mentre l’art. 133 prevede un riordino in netto contrasto con quello in corso”. “Date le premesse e quanto sta succedendo, credo che il commissariamento delle Province costituisca un’u-miliazione della Costituzione e una mina per l’assetto democratico del nostro paese”. Anche in merito al mancato pronuciamento del Tar nell’ambito costituzionele del decreto, la Presidente ha fatto sapere come la pensa. “Mi permetto di precisare – ha chiosato la presidente della Provincia rodigina - che sul ricorso presentato dalle Province di Treviso, Lodi, Lecco e Rovigo, il Tar del Lazio si è pronunciato esclusivamente sulla sospensiva dell’effi cacia della delibera del Consiglio dei Ministri del 20 luglio, pertanto, il ricorso non è per il momento partita chiusa, non essendo ancora entrato nel merito della costituzio-nalità o meno dell’atto governativo e della sua legittimità”.

Palazzo Celio

la rePlica della Presidente al ministro

Le associazioni di categoria in rappresentanza della piccola e media impresa polesana hanno avanzato l’idea di trasformare il Consvipo in un’agenzia per lo

sviluppo del Polesine, facendolo così diventare motore di traino per l’economia e garanzia di fi nanziamenti europei, anche dopo la stretta delle Province. Un progetto che è piaciuto agli otto presidenti e per questo hanno immedia-tamente siglato un documento volto a suggerire un piano per il riordino del Consorzio di Sviluppo modifi candone la missione e il modello di governance. A stringersi in sinergia

sono Confartigianato, Coldiretti, Confesercenti, Cna, Ascom, Confcooperative, Cia e Upa Casartigiani. Grandi assenti Unindustria, Legacoop e Confagicoltura. A fare il punto il presidente di Confartigianato Rovigo Marco Marcello: “Sia-mo molto preoccupati per quello che sta succedendo, alla luce delle modifi che degli assetti istituzionali della nostra provincia. E’ fondamentale, dunque, avere un’idea chiara di quale può essere l’elemento aggregante dello sviluppo economico del nostro territorio. Una soluzione è proprio il riordino del Consvipo. Troppo si è discusso dal punto di vista

politico. Non è questione di porsi pro o contro il Consorzio di sviluppo, ma decidere di innescare un dibattito virtuoso su quello che può rappresentare ora per il Polesine”. Biso-gna puntare, secondo Mauro Giuriolo di Coldiretti su “fi liere locali, turismo, agricoltura. Non perdere di vista il territorio. Siamo aperti a un confronto. Agire, ora, senza perdere al-tro tempo è quello che ci chiedono i nostri associati”. Allo stesso tavolo anche Alessia Zaninello presidente della Cna e Daniele Andreotti di Casartigianti: “E’ esemplare che tutte e tre le associazioni di categoria dell’artigianato siano unite in

questo percorso. Ciò vuol dire che le piccole medie imprese lanciano un grido d’aiuto. E’ ora di agire concretamente”. Sandro Lavezzo di Ascom è convinto che Consvipo sia “una struttura virtuosa, capace di attivare un volano importante per l’economia locale”.

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Il Polesine è una terra bellissima, peccato che in pochi lo sappiano. Forse potrebbe essere proprio questa sorta di forzato iso-

lamento a rendere alcuni suoi scorci così pieni di fascino, tuttavia il Turismo è uno dei settori ritenuto tra i trainanti per uscire dallo stato di crisi degli ultimi anni. Anche per questo il Consvipo, in accordo con la Provincia di Ro-vigo, la Cciaa, le Associazioni di categoria e i Consorzi Turistici, ha deciso di presentare il nostro territorio al più importante workshop che promuove l’offerta turistica italiana nel mondo. Il Consorzio per lo Sviluppo, infatti, ha avuto uno spazio espositivo alla 12° edi-zione del TTI –Travel Trade Italia- di Rimini, che si è svolto dal 18 al 20 ottobre scorso.

Un evento fondamentale e molto atte-so dall’industria turistica del nostro Paese che desidera presentare le nuove proposte ai 600 tour operator internazionali presenti al workshop e provenienti da 60 paesi con-siderati strategici per la vendita del prodotto Italia. Questo evento, perciò, è una sorta di piazza di incontro tra domanda e offerta di viaggi in tutte le possibili formule: week end, long week end o settimanali. Tutto questo per il nostro territorio si traduce nella possi-bilità di avviare nuove relazioni professionali e vendere il prodotto Polesine a tutti i buyers nazionali e internazionali mettendo in rilievo sia le peculiarità che la nostra zona possiede ma anche la forma di turismo è più adatta

per esperirle. Nella fattispecie, si prestano alla visita del Polesine sia i viaggi individuali che quelli di gruppo, è valido per il soggiorno sia il week-end quanto i periodi più lunghi e tra le offerte non mancano proposte culturali, balne-ari o naturalistiche.

“L’idea di partecipare a questo importan-te evento – ha spiegato Angelo Zanellato, presidente del Consvipo- è scaturita dalla necessità di trovare un accordo e un coordi-namento sulla commercializzazione delle offerte turistiche del Polesine, anche in base alle richieste che ne derivano dal mercato nazionale e internazionale”. Ma questo even-to è importante anche per un altro motivo: “Questa azione dà, anche, l’opportunità al nostro territorio di presentarsi ai buyers, ai tour operator e alle agenzie turistiche in ma-niera unitaria con proposte certe e concordate – continua Zanellato. Questo è l’unico modo per affrontare in maniera condivisa le sfi de che il mercato del turismo lancia”. Insomma, tutte le associazioni polesane si sono unite per far rivivere il territorio con un’azione di marketing territoriale preparata e studiata ad hoc per realizzare un pacchetto di offerte che veramente possa piacere a tutti i futuri turisti e sia in accordo con le nuove tendenze del mercato. Prepariamoci, allora, a un futuro ric-co di nuove offerte, nuovi turisti e, speriamo, nuova vita per quello che è un territorio tutto da scoprire.

Il Consvipo alla 12esima edizione del Tti –Travel Trade Italia - di Rimini per promozionare le bellezze del territorio

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Folklore e antiche leggende Una rassegna che toccherà 71 località con 185 eventi

Dal 21 ottobre al 2 dicembre prossimi torna in Veneto “Spettacoli di Mistero”, il Festival diffuso sul territorio promosso dalla Regione

e dalle Pro Loco del Veneto, ideato e diretto dallo scrittore Alberto Toso Fei, che di mistero si occupa da anni.

La manifestazione, che interesserà 71 diverse località e presenta un cartellone di ben 185 even-ti, ognuno degli eventi in cartellone riproporrà le leggende, le fi gure storiche avvolte nel mito e nel mistero, le storie di folletti e streghe che hanno attraversato secoli di storia e tradizione del Vene-to, con rappresentazioni teatrali, rievocazioni in costume, percorsi leggendari ambientati in luoghi dal signifi cato magico ed esoterico. “Tanti luoghi e località di pregio, tante rappresentazioni che riper-corrono una storia e una cultura che si perde nella notte dei tempi – ha detto Stival – costituiscono una straordinaria occasione di affermazione di un’identità alla quale il Veneto tiene molto. Defi ni-rei questa manifestazione una risposta identitaria veneta alla fi nzione e alle plastiche artifi ciali di Halloween.

E non è un caso che Spettacoli di Mistero si tenga da noi nello stesso periodo”. Molti degli

eventi di Spettacoli di Mistero saranno accompa-gnati anche dalla presenza di stand gastronomici e momenti di degustazione di prodotti tipici, che permetteranno di promuovere un altro spetto fondamentale del Veneto turistico, qual è l’eno-gastronomia.

Due gli eventi rimasti in cartellone che riguar-deranno il Polesine: a Trecenta il prossimo 24 no-vembre con la “Storia di Marinelle, la misteriosa fanciulla del Malopera”, un racconto che risale ai fi lò di fi ne Ottocento, una storia d’amore tra un pittore e patriota veneziano ed una affascinante

fanciulla, dalle particolari facoltà, che ha avuto come ambientazione una casa misteriosa sulla via di Canda e l’esile fi ume Malopera, che lambisce ad est il territorio di Pissatola, vicino a Trecenta. Una storia vissuta nella seconda metà dell’Otto-cento, che era stata dimenticata e che solo re-centemente, attraverso un piccolo quaderno dalla copertina consunta ha ritrovato lo splendore di una luce nuova. Il secondo e ultimo appuntamen-to invece si terrà a Canaro, con una serata dedi-cata a El Bombasin’, un personaggio del folklore mediopolesano.

Era una maschera paurosa le cui origini sono nate nel comune di Villadose e dintorni. Operava nei giorni tra Capodanno e Carnevale. La testa era ricavata da un teschio di toro o di maiale. Aveva la gobba fatta con un cuscino imbottito di piume: per questo si chiamava el Bonbasin. Portava al collo sonagli e in testa corna di toro.

Il vestito era fatto con un lenzuolo sbrindella-to. Passava per le vie con alcuni accompagnatori che lo frustavano nelle gambe. Uno suonava la tromba. Lo scopo era di ricavare l’elemosina di qualsiasi tipo. El.Ca.

Anche in Polesine gli “Spettacoli di Mistero”E’ stato recentemente rinnovato il

comitato tecnico scientifi co dell’Ente Parco Delta del Po presieduto da Ge-

remia Gennari. L’organismo, che si avvale tra i suoi membri di esperti delle discipline che caratterizzano il territorio deltizio e che mirano alla valorizzazione e alla tu-tela dell’ambiente, svolge un ruolo molto importante per quanto concerne le attività compiute sia dal direttivo sia dal consiglio dell’ente. Tra le azioni essenziali svolte dal Comitato vi è l’espressione del parere obbligatorio sul Piano ambientale, sul Piano pluriennale economico-sociale e sul regolamento. Il comitato, inoltre, può essere sentito a richiesta degli organi di gestione del Parco, in riferimento a qualsiasi altra questione che abbia particolare rilevanza nell’ambito di svolgimento dell’attività dell’ente. L’organico dell’ultimo comitato scientifi co, facendo riferimento ai dati diffusi dall’Ente Parco Veneto il 18 settembre 2012, è composto, tra gli altri, da Marco Gottardi, che attualmente ricopre la carica di direttore dell’ente. Tra i membri vi è il direttore del Consorzio Bonifi ca Delta Po – Adige Giancarlo Mantovani, l’esperto di discipline attinenti la cultura quali l’ecologia, l’eco-nomia e la sociologia Adriano Mazzetti, l’esperto in tutela del territorio e difesa e valorizzazione dell’ambiente con particolare riferimento all’urba-nistica Maurizio Callegari, l’esperto in discipline attinenti la pesca Remigio Rossi, l’esperto in tutela del territorio e difesa e valorizzazione dell’ambien-te Giovanni Battista Scarpari, l’esperto in discipline attinenti la difesa e la salvaguardia del territorio con particolare riferimento alla tutela della salute dell’uomo Marco Bondesan, l’esperto in discipline attinenti la cultura Gian Antonio Cibotto e l’ esperto in discipline attinenti la tutela, la difesa e la valorizzazione dell’ambiente Gustavo De Filippo.

La locandina dell’iniziativa

Il presidente del parco Marco

Gottardi

Due gli appuntamenti: a Trecenta con con la “Storia di Marinelle, la misteriosa fanciulla del Malopera”, e a Canaro con Bombasin

Ente Parcorinnovato il comitato tecnico scientifico

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19Mondo scuola

In tempo di crisi economica il posto di lavoro è un bene prezioso. E se i posti di-sponibili sono addirittura 11.542, allora

si potrebbe pensare di aver trovato il miti-co Eldorado. Solo in Veneto sono previste 509 nuove assunzioni, ripartite tra l’anno scolastico 2013-2014 e il successivo. Ep-pure di fronte al decreto dello scorso 25 settembre, che ha bandito così tanti posti a cattedra, i precari della scuola sono scesi sul piede di guerra. Un assurdità? Solo in

parte. Rimettere in movimento le procedu-re per l’arruolamento degli insegnanti non è un’impresa semplice: l’ultimo concorso risale al 1999 e le scuole di specializzazio-ne per l’insegnamento superiore sono state chiuse nel 2008. A fatica e tra mille incogni-te stanno ripartendo i corsi di formazione (il tirocinio formativo attivo), ed ora è la volta del nuovo concorso. Una questione partico-larmente controversa è legata al numero di posti banditi: sono tanti e la prospettiva do-

vrebbe essere allettante ma tra gli aspiranti concorrenti regna il malumore. Uno dei titoli di accesso al concorso è il diploma della Ssis ma gli ex “sissini” hanno già sostenuto un esame abilitante che li ha collocati in una graduatoria per l’immissione in ruolo. Quella graduatoria oggi è “ad esaurimento”, non prevede cioè nuovi inserimenti, ma in molte regioni e per molte discipline non è ancora esaurita: secondo l’Anief, un’associazione di categoria particolarmente attenta ai pro-

blemi dei precari, nell’ultimo decennio gli abilitati sfornati da tutte le Ssis d’Italia sono stati 100 mila e solo il 30 per cento è stato assunto. Perché bandire posti che potrebbe-ro essere coperti da queste persone, ritar-dando la loro stabilizzazione lavorativa? In effetti in Veneto per alcuni insegnamenti, ad esempio per francese nella scuola seconda-ria sia di prima che di secondo grado, non è stato bandito a concorso alcun posto, men-tre per altri, ad esempio per latino e greco

nei licei classici o matematica e fi sica nella scuola secondaria di secondo grado, il nu-mero è irrisorio, rispettivamente 1 e 7. Uno degli obiettivi dichiarati per questo concorso è lo svecchiamento del corpo docente ma chi è riuscito a fare la Ssis si è laureato al massimo entro giugno 2007 e il requisito al-ternativo al diploma abilitante per accedere al concorso è la laurea, solo se conseguita entro il 2002.

di Mattia De Poli

Gli abilitati sfornati da tutte le Ssis d’Italia sono stati 100 mila e solo il 30% è stato assunto. Perché bandire posti che potrebbero essere coperti da queste persone?

Posti e cattedre L’arruolamento degli insegnanti non è un’impresa semplice

“Concorsone”, precari sul piede di guerra

neWs Crisi scuola“un’iniziativa intemPestiva. la montagna ha Partorito un toPolino”

Durante un’assemblea organizzata dalla Cisl scuola di Rovigo lo scorso ottobre la segretaria provincia-le Stefania Botton ha manifestato perplessità e

riserve rispetto al “concorsone” degli insegnanti: “Siamo stati colti alla sprovvista. Le anticipazioni rilasciate ad agosto sono state smentite dal testo fi nale del decreto”.

Ma il concorso non è soggetto a contrattazione sindaca-le e, secondo Botton, è necessario fare il possibile per renderlo comunque un’opportunità. A sua volta Roberto Calderola della segreteria regionale ha bollato il concorso come un’iniziativa intempestiva: “Si basa su norme che risalgono al 1998, oggi superate. La montagna ha par-

torito un topolino”. In generale si ha l’impressione che il Ministero, pur di riavviare la macchina per l’arruolamento dei docenti, abbia agito in modo superfi ciale e frettoloso: l’esclusione dal concorso dei professori che sono già di ruolo è suscettibile di incostituzionalità.

M.D.P. Roberto Calderola e Stefania Botton

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28 Personaggio282828 Personaggio

Dire che il Polesine è una culla della musica e del bel canto potrebbe esse-re un’affermazione piuttosto audace

ma, invece, il nome di Katia Ricciarelli è lì a testimoniarlo. E se non bastasse la stella fulgente della celebre soprano, che ormai da diversi anni illumina il panorama musi-cale, va detto che nuove luci si accendono continuamente. Tra queste, la più promet-tente, è forse quella di Marcello Ubertone, trentenne cantautore rodigino che recente-mente si è imposto a “Senza Etichetta”. Un concorso ideato da Mogol che da quindici anni costituisce una grande opportunità per i musicisti privi di contratto discografico e audaci al punto da mettersi alla prova con-frontando le loro capacità con quelle di altri musicisti, al fine di ottenere i favori di un importante e ambito palcoscenico che da sempre è ritenuto un vero baluardo della promozione musicale nazionale dei nuovi talenti. Noi lo abbiamo intervistato per sapere da dove viene questo talento ma soprattutto da dove arriva la passione per la musica.

“Il mio amore per la musica è iniziato con Jovanotti, a sei anni – racconta Marcel-lo - ogni pomeriggio dopo la scuola, alzavo

lo stereo a palla e cantavo le sue canzoni a squarciagola saltando sui divani. L’album era “La mia moto” e i miei genitori per Natale mi regalarono una moto elettrica. Ricordo che mi misi una camicia hawaiana e degli occhiali da sole verde fosforescente solo per fare il giro dell’isolato e mettere in pratica i versi: “Mi guardo quando passo sui vetri dei negozi/ mi accorgo che con lei mi sento proprio Fonzie”. Ma a Jovanotti ben presto si aggiunsero altri cantanti e gruppi musicali: “Alle elementari mi infatuai dei Queen, degli 883, alle medie degli Oasis e degli Articolo 31, alle superiori dei Nirvana, degli Smashing Pumpkins, dei Verdena e di Eminem”.

Passioni condivise della maggior parte dei giovani, quand’è che invece sei passato alla tua musica...insomma allo scrivere canzoni e cantarle?

“Alle superiori, quando trascorsi l’an-

di Denise Formigaro

Tanta passione per la musica fin dalla più tenera età: Jovannotti, Queen ed Eminem tra gli idoli. Poi un anno di studi all’estero, la solitudine e la “vena” cantautorale

Marcello Ubertone Cantautore rodigino che recentemente si è imposto a “Senza Etichetta”

Un talento scoperto da Mogol

Marcello con la sua chitarra acustica

no scolastico negli Stati Uniti, e dovendo passare molto tempo da solo, iniziai a scrivere quelle che potremmo definire le prime canzoni. Al mio ritorno fondai con il mio compagno di banco un gruppo grunge, i Molto rumore per nulla. Forse per coeren-za col nostro nome, non suonammo mai nemmeno un concerto. Ma in quegli anni ci divertimmo un sacco. Le prove erano in una saletta ricavata dallo spogliatoio degli arbitri di un vecchio campo da calcio. Dato che in quel campo non si giocavano più par-tite ufficiali, uno spogliatoio per gli arbitri non serviva più. Era davvero figo. Dopo il nostro scioglimento ho continuato per con-to mio, per forza di cose, con la chitarra acustica”.

E come sei venuto a conoscenza del concorso di Mogol?

“È stata mia madre a convincermi. Io passo molto tempo a scrivere canzoni e poco a darmi da fare perché la gente le ascolti. Mia mamma mi sprona spesso in questa direzione e per fortuna l’ha fat-to anche in quella circostanza. Bisognava passare tre selezioni per arrivare tra i sedici finalisti che si sarebbero esibiti davanti a Mogol. Non mi aspettavo di vincere anche perché in finale il livello era molto alto: per me era già tanto essere arrivato lì, ricevere poi i complimenti direttamente da Mogol è stata una vera emozione. In quel momento mi sono detto “Se lui pensa che valgo qual-cosa come autore, di quello che possono dirmi gli altri mi interessa davvero poco”.

Grazie al premio ricevuto, ti è stata data la possibilità di trascorrere tutta l’estate al Cet, l’accademia musicale fon-data in Umbria da Mogol, dove ha potu-to non solo seguire le lezioni di grandi professionisti come Giuseppe Barbera, Giuseppe Anastasi, Carlotta Scarlatto e dello stesso Mogol, ma hai avuto anche la possibilità confrontarsi con musicisti professionisti e con autori molto capaci. Insomma un sogno a occhi aperti?

“Il mio progetto più importante per il futuro è quello di migliorare in quello che faccio e possibilmente farlo arrivare a più gente possibile”.

Come? “Non lo so ancora bene, ma chissà che

qualche lettore de La Piazza non si incurio-sisca e condivida sul suo profilo Facebook qualche mia canzone!”.

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29292929Cultura provinciale 23Cultura provinciale

Religione, storia, fi sica, fi losofi a, economia, lette-ratura: sono questi i temi che saranno presentati e dibattuti nell’ambito della rassegna “Aperture”

che attraverserà diversi centri del Polesine, da Porto Viro a Lendinara passando per Adria, Ceregnano e Rovigo, fi no al prossimo 18 dicembre, sempre con inizio alle ore 21.

Non un festival a tema, non un ciclo di lezioni, ma un percorso nel territorio alla scoperta di questioni di profonda attualità con lo scopo di aprire un dibattito sulla contemporaneità. Nei primi due incontri di ottobre a Rovigo si è discusso dell’essenza del Cristianesimo e del Dio “debole” che muore trafi tto in croce ed è stata presentata la “Antologia della resistenza dalla marcia su Roma al 25 aprile”. Novembre è il mese in cui si concentra il mag-gior numero di appuntamenti, sei dei dieci complessivi. Si comincia lunedì 5 a Porto Viro presso la sala Ex macello con l’intervento di Massimo Teodorani che, insieme a Giorgio Cosco, illustrerà i fenomeni fi sici che carat-terizzano il sole e i loro effetti sulla terra. Venerdì 29 presso l’Accademia dei concordi di Rovigo Paolo Zorzato discuterà con Diego Fusaro della crisi economica attuale e insieme proporranno una rifl essione sul capitalismo e sulle vie alternative ad esso. Storia ed attualità saranno protagoniste dell’incontro “Ieri e domani. Il socialismo umanitario all’inizio del ‘900”, che venerdì 16 a Lendi-nara presso la Sala del consiglio comunale coinvolgerà Andrea Tincani, Marcello Mazzo e Giulio Marcon in una

discussione sulle prospettive del welfare in tempo di crisi. Venerdì 23 Vera Negri Zamagni sarà ospite dell’in-contro condotto da Francesco Gennaro presso il circolo Unione di Adria sul tema “L’economia e la famiglia”, ovvero sul diffi cile rapporto tra vita lavorativa e vita fa-miliare. Martedì 27 Davide Dainese condurrà l’incontro con Silvano Petrosino in programma a Ceregnano presso la sala consiliare sul tema “Felicità denaro”: come uno strumento per raggiungere la felicità diventa oggetto del desiderio fi ne a se stesso.

L’Accademia dei concordi di Rovigo ospiterà infi ne, venerdì 30, Goffredo Fofi e Claudio Luciano che ricostru-iranno la fi gura e la “lezione di Aldo Capitani”, uno dei “maestri irregolari” del secondo dopoguerra italiano. Gli

ultimi due appuntamenti, dedicati alla letteratura, proseguiranno nel mese di dicembre, entrambi presso l’Accademia dei Concordi. Giovedì 13 è di scena la poesia di Pascoli: l’incontro condotto da Sergio Garbato prevede l’interven-

to di Silvio Ramat, docente universitario e a sua volta poeta, il quale analizzerà come lo scrittore romagnolo veniva letto nelle scuole di un tempo e di come la critica a partire dal 1955 ne abbia proposto un’immagine deci-samente diversa, pienamente novecentesca: la lettura di alcuni versi sarà affi data all’attore rodigino Paolo Rossi. La chiusura è affi data a Guido Santato, docente univer-sitario rodigino, che martedì 18 interverrà nell’incontro condotto da Paolo Zorzato su “Pier Paolo Pasolini oggi. Una nuova monografi a sulla sua opera”.

di Mattia De Poli

In diversi centri del Polesine si parlerà di religione, storia, fi sica, fi losofi a, economia, letteratura

Appuntamenti Al via una rassegna culturale itinerante

“Aperture” fi no a dicembre

La locandina dell’iniziativa

La chiusura è affi data a Guido Santato che 8 interverrà nell’incontro “Pier Paolo Pasolini oggi”

All’interno del Museo archeologico nazionale di Adria

dal 17 settembre 2011 si sono succedute diverse iniziative volte a celebrare il cinquantesimo anniversa-rio dalla sua istituzione. Per concludere non poteva mancare un riconoscimento al suo nucleo fondante: la collezione privata della famiglia Bocchi. Dal 29 settembre scorso fi no al 15 marzo 2013 è visitabile la mostra “Scripta manent. I documenti Bocchi per l’archeologia di Adria”. Vi sono esposti alcuni volumi manoscritti del catalogo del “domestico museo” di famiglia e dei registri dei visitatori e non mancano le curiosità: spiccano i nomi di Francesco Carlo d’Austria e del famoso epigrafi sta e storico Theodore Mommsen. Inoltre, sono presenti alcuni tomi della prima redazione dell’inventario, iniziata da Francesco Antonio Bocchi nel 1868, che l’elenco dei reperti talvolta corredati da schizzi e note. Accanto al disegno di una coppa a fi gure nere della prima metà del quinto secolo avanti Cristo, realizzato dal canonico Bocchi, si legge che essa fu do-nata nel 1809 all’imperatore Francesco I d’Austria. Nel corso dell’Ottocento gli oggetti “disotterrati in Adria”, soprattutto il vasellame di provenienza attica, iniziarono ad essere riprodotti e questa sorta di “fotocopia” o di “fotografi a” in bianco e nero era destinata a studiosi per cercare di raccogliere maggiori informazioni. La mostra propone in alcuni casi la possibilità di confrontare il re-perto archeologico con la sua riproduzione. I documenti, deteriorati da anni a causa delle ricerche effettuate da diversi ricercatori, sono stati ora recuperati grazie al lavo-ro svolto dal Laboratorio di restauro del libro dell’abazia di Praglia: essi testimoniano la fama internazionale raggiunta dalla collezione privata e la precoce tensione della famiglia Bocchi alla ricerca scientifi ca.

museo di adria

M.D.P.

“Scripta manent. I documenti Bocchi per l’archeologia di Adria”

Tra prosa, danza e musica, nel mese di novembre Lendinara si conferma all’altezza della sua

storia con numerose iniziative cultu-rali. Il teatro comunale Ballarin ha ospitato la terza rassegna di teatro amatoriale, mandando in scena la compagnia “Proposta teatro colletti-vo” di Arquà Polesine, con uno spet-tacolo liberamente ispirato a lavori di Carlo Goldoni, “Briciole d’arte” di Canaro, con “Il letto ovale” di John Chapman e Ray Cooney, mentre la chiusura è toccata ai padroni di casa de “La tartaruga” con lo spettacolo “Stella e fi rmamento”, liberamente tratto da un testo di Aldo De Benedetti. Lunedì 19 novembre, invece, in due orari, alle 18 e alle 21, il sipario si aprirà sulle note dello “Schiaccianoci” di Petr Ilic Tchaikovsky, eseguito da Anna Ivanova e dal suo “Balletto russo”. Ma a novembre nel centro altopolesano terminano anche gli appuntamenti con il festival “Il suono e gli strumenti di Domenico Montagnana”, dedicato al liutaio lendinarese e giunto all’ottava edizione. Due le date in calendario, entrambe presso il duomo di Santa Sofi a alle ore 21: l’Orchestra di Padova e del Veneto, dopo aver accompagnato il 12 ottobre scorso Enrico Bronzi nell’esecuzione di opere di Franz Joseph Haydn e di Franz Schubert, sarà diretta e accompagnata al violoncello da Alexander Rudin in un programma che prevede brani di Arcangelo Corelli, Giuseppe Tartini, Gioacchino Rossini e Luigi Boccherini.

Spettacoli

in breve

Dopo l’ottimo riscontro ottenuto a Rovigo nella sala della Gran Guardia,

in occasione della 530° Fiera d’ottobre, dal 15 al 25 novem-bre prossimi la mostra di illustra-zione per l’infanzia “Castelli per aria. Città di Rovigo” farà tap-pa a Badia Polesine, presso la “Antica rampa libreria caffè”. In un territorio provinciale ricco di professionalità artistiche, spesso sconosciute o sottovalutate, è nata l’idea di riunire attorno alle opere di Paolo Domeniconi le tavole di undici giovani illustratori. Giulia Antonello, Giulia Boari, Sofi a Boccato, Veronica Cestari, Laura Ferracioli, Silvia Fiocco, Sara Michieli, Marta Padovani, Ilario Sal-tarello, Angela Sbandelli e Carlotta Tognin, oltre a esporre i loro disegni, proporranno attività ludiche e laboratori destinati ai bambini. Negli eventi in calendario sono coinvolti anche Sandra Trambaioli, autrice del volume “Un sogno da Leoni” e l’attore Morris Furegato. Questa inedita iniziativa culturale, dedicata al mondo magico delle illustrazioni per bambini, è nata dalla collaborazione tra la casa editrice Alberto Brigo editore, impegnata a creare occasioni di incontro tra adulti e bambini, il Comune di Rovigo e lo studio Web graffi ti di Porto Viro ed è stata sostenuta dall’Accademia dei Concordi, dagli assessorati alla Cultura e alla Pubblica istruzione della Provincia di Rovigo e dall’Uffi cio scolastico territoriale. “Castelli per aria” si propone come mostra itinerante e chiunque volesse ospitarla nella propria città può scrivere a: [email protected].

Illustrazione per l’infanzia“castelli Per aria”

Dopo la musica lirica e sinfonica, ol-tre alla prosa e al balletto, il Teatro sociale di Rovigo completa il qua-

dro delle sue nuove proposte culturali con la stagione di musica jazz, realizza-ta grazie alla collaborazione con il Rovi-go jazz club. Dopo il concerto d’esordio che lo scorso 23 ottobre ha visto pro-tagonista Luma Heloisa Lourenço con il suo quartetto, tra novembre e dicembre sono in programma altre quattro date. Tutti gli appuntamenti sono ospitati nel Ridotto del teatro in orario serale: dalle 20.45 alle 21.10 l’accesso è riservato ai soci del Rovigo jazz club e per loro l’ingresso è gratuito, mentre dalle 21.10 alle 21.30 possono entrare fi no ad esaurimento dei posti i nuovi iscritti e chi acquista una tessera serale del costo di 8 euro. Nel mese di novembre, quindi, il calendario prevede per martedì 6 “Ivan Tribolla trio” che eseguirà “Bisconce”, “musica per trio e amico immaginario”, mentre martedì 27 sarà protagonista della serata l’apprezzato complesso rodigino “The ukulele lovers”, che suoneranno “My one and only uke”. Martedì 4 dicembre gli allievi del dipartimento Jazz del Conservatorio “Francesco Venezze” di Rovigo si succederanno nella “Jam session di fi ne anno”, aperta a tutti gli “amici” musicisti. In prossimità del Natale torna l’appuntamento con il “Delta gospel choir”, diretto dal maestro Luca Bertasi. Le collaborazioni con le realtà locali e la valorizzazione dei talenti polesani permettono di offrire proposte culturali nonostante le ristrettezze delle casse pubbliche.

Teatro Sociale di Rovigostagione di musica Jazz

M.D.P. M.D.P.M.D.P.

La chiesa di Santa Sofi a

lendinara osPita balletto e musica

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IL VENEToin PRIMo PIANo

Per le politiche 2013 scende in campo il Veneto, nel vero senso della parola. Sì perchè da qui parte addirittura una

candidatura alla premiership del Paese. Laura Puppato, Capogruppo Pd in con-

siglio regionale ed eletta con quasi 27mila voti, il 25 ottobre ha consegnato le 20mila fi rme necessarie a candidarsi alle primarie del centrosinistra. La sua è stata un’impre-sa alla Davide contro Golia, sì perchè il Pd che conta, in Italia come in Veneto, sosterrà Bersani e mal sopporta gli outsiders com’è la Puppato. In pochi credevano che ce l’a-vrebbe fatta a raccogliere in una settimana le 20mila fi rme necessarie, invece eccola lì, a ringraziare tutta la “gente di buona vo-lontà, che non smette mai di sperare che la politica possa essere anche altro rispetto a quello che vediamo oggi”.

“E’ un’onda lunga – racconta Lau-ra Puppato – che preme con la forza dei tantissimi che oggi in Italia credono ancora nella democrazia partecipativa, nella capa-cità di cambiare le cose partendo dal basso, dalla gente comune, da chi si prende una mattinata di ferie dal lavoro per fare un banchetto di raccolta fi rme al mercato, da

chi monta i gazebo del Pd la mattina presto della domenica e, nonostante la disaffezio-ne di molti e l’arrabbiatura di tanti, presenta la mia candidatura alle primarie, chiede una fi rma perchè anche io, sconosciuta ai più e ignorata completamente dalla stampa na-zionale, possa prendere parte alle primarie del centrosinistra. Contando le fi rme di tutti questi italiani volonterosi in questi giorni pensavo: “l’Italia ha bisogno di voi, io sono solo uno strumento, vorrei rappresentarvi, spero di farcela!”. E ce l’ha fatta.

Sarà insieme a Bersani, Rezi, Vendola e Tabacci uno dei protagonisti delle primarie di Centrosinistra che, in larga parte sono

state caratterizzate da partenze e passaggi importanti nella nostra regione.

Il giovane Renzi, sindaco di Firenze e rottamatore per eccel-

lenza, ha iniziato la sua campagna a metà settembre partendo da Verona, cuore della nuova Lega in Veneto. Una scelta forse sim-bolica per lanciare un messaggio a quanti, nell’ex compagine di centrodestra non sono più disposti a votare il Pdl e le forze padane. Il fi orentino è sicuro di far breccia sui delu-si dagli scandali e dalle ruberie del cerchio magico di Bossi e fi glio, dalle razzie laziali

di Germana Urbani

Dal Veneto verso la guida dell’ItaliaStop ai politici calati da Roma. ora è una delle regioni più operose del Nord-Est a presentare i propri candidati: amministratori in campo per la guida del Paese

Puppato, Galan, Tosi. Ma anche Renzi e Bersani partono da qui per raggiungere il Paese

Primarie Da sinistra a destra

di Batman e dalla nuova tangentopoli lom-barda. Lui, con una campagna tutta ameri-cana guidata mediaticamente dal padre del Grande Fratello, cercare i voti a destra e lo fa proprio partendo da qui, da una regione che da vent’anni vede il centrodestra al suo timone.

Va detto anche che questo territorio è particolarmente importante dal punto di vista economico. Anche se la locomotiva del Nord-Est in questi anni ha rallentato molto e nel Veneto ha rischiato di fermarsi del tutto, qui ancora le macchine girano e il la-voro resiste. Bersani, giustamente, ne tiene conto e anche per lui il Veneto, e Padova in particolare, è stato uno dei primi appunta-menti della sua campagna per le primarie. Per il suo arrivo il pubblico era numeroso

e attento, persino affettuoso. Il segretario qui è forte del consenso dello zoccolo duro del partito che verso gli altri protagonisti in campo non è per nulla morbido.

Ma la grande novità di fi ne ottobre arriva da destra. Dopo che Berlusconi ha annunciato che non si ricandiderà alle pros-sime elezioni è partito anche da questa parte il toto primarie. Immediata la disce-sa in campo dell’ex governatore Giancarlo Galan. “ Se siamo persone intelligenti si fanno le primarie come ha detto Berlusconi e io – ha affermato Galan - ci sarò; non per esibizionismo ma per rappresentare una storia di buona amministrazione di cui sono stato protagonista per 15 anni ed anche per rappresentare un’area, quella liberale che s’è stinta”. Galan, dunque, potrebbe essere

da destra uno dei competitor per la poltrona di Primo ministro, e non nasconde le sue idee sul Pdl in crisi quando afferma che “c’è bisogno di un intervento radicale”! Sempre veneto e in corsa alle politiche della pros-sima primavera potrebbe esserci un altro amministratore e politico stimato in molta parte del nord-Est: il sindaco Fabio Tosi, che i media non smettono di descrivere come il volto pulito ed effi ciente della Lega che sa amministrare. I suoi sono convinti che una sua discesa in campo saprebbe attrarre i delusi di Pdl, Pd e Udc, gente che non è più disposta a votare politici calati dall’alto ma che vuol votare facce che conosce, di cui si fi da e che incarnano davvero il cambiamen-to di cui la terza repubblica ha bisogno.

Da sinistra: Pierluigi Bersani e Matteo Renzi, Giancarlo Galan, Flavio Tosi e Laura Puppato

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7Il Veneto in primo piano

Anche le forze moderate di centro cercano nel Veneto la forza necessaria a garantire la rappresentanza politica di cui hanno bi-

sogno gli attuali leader. Casini e i suoi rilancia-no convinti che i moderati ex Dc tornino all’ovi-le dopo l’esperienza tragica del berlusconismo che loro, però, hanno appoggiato lungamente. Il programma che mettono in campo fotogra-fa il loro desiderio di rappresentare ancora il voto cattolico moderato con la benedizione, se possibile, della Conferenza Episcopale. L’im-pressione però è che all’Udc manchi qualcosa di fondamentale. Se il tema del rinnovamento è e sarà uno dei cardini principali delle prossi-me politiche allora dovranno presto correre ai

ripari: Casini, è in Parlamento da oltre 29 anni, Beppe Pisanu, 38 anni, Giorgio La Malfa, fi glio d’arte in politica dal 1972 per non parlare dei “giovani” Cirino Pomicino, De Mita e molti altri. Certo Antonio De Poli ci sarà ma non si può certo dire che lui sia l’uomo nuovo, il Renzi dell’Udc e anche il suo famoso radicamento sul territorio da quanto è parlamentare è venuto un po’ scemando.

Sempre al centro sta un nuovo soggetto politico come Italia Futura di Montezemolo che da noi è incarnato, però, da volti conosciuti e approdati al “futuro” da altre compagini politi-che. Tra loro Massimo Cacciari, Andrea Causin e Diego Bottacin, tutti ex Pd. “E’ tempo di

cambiare la classe dirigente – ha detto Jacopo Silva, imprenditore trentanovenne, uno dei tre coordinatori regionali – con una nuova e pre-parata, possibilmente senza partiti ma con un programma credibile”.

Una battaglia simile a quella che ha com-battuto con successo anche Grillo alle scorse amministrative in Veneto. E probabilmente anche per le politiche di primavera la vera no-vità sarà il Movimento cinque stelle, che oggi i sondaggi battezzano come il secondo partito in Italia. Grillo oggi sbarca in Sicilia ma non mancherà di risalire lo stivale e vedremo come reagiranno i veneti. Quanto al voto cattolico c’è da stupirsi. Da una recente indagine Ipsos,

commissionata dalle Acli, emerge che il 27% dei cattolici oggi non voterebbe, che solo uno su tre confermerebbe il suo voto al centrodestra e che il 14% voterebbe Grillo. “ Senza segnali visibili e credibili di cambiamento – ha com-mentato Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli - qualsiasi alleanza o proposta politi-ca si rivela inutile e velleitaria. La propensione all’astensionismo tra i cattolici praticanti è più alta rispetto al resto dei cittadini. Non serve un partito cattolico, ma un salto di qualità nella presenza dei cattolici in politica, a cui i cittadini chiedono più onestà e più attenzione a lavoro, famiglia e poveri”.

di Germana Urbani

Voto cattolico cercasi

Il centro si muove

Se si votasse oggi il 27% dei cattolici non voterebbe. Solo uno su tre confermerebbe il suo voto al centrodestra e il 14% voterebbe Grillo

la curiosita’

“Corre per le primarie del centrosinistra, è brava eppure quasi ignorata”. E’ Marco Pa-olini, tra le pagine del Corriere della Sera, a sostenere la candidatura alle primarie di Laura Puppato e ad incoraggiare la gente a sostenerla. “Conosco Laura Puppato – scrive

Paolini – da quando era un sindaco di provincia e dalla prima volta che l’ho incontrata ho pensato a Tina Anselmi: mi sembra che abbiano una cosa in comune, sono un’eccezione alla regola. Tina Anselmi è riuscita a farsi apprezzare anche da chi (come me) aveva un pregiudizio ideologico verso di lei. Oggi il pregiudizio si rivolge in blocco alla classe politica. Quel pregiudizio conterà moltissimo tenendo sempre più gente lontana dai seggi a meno che non si cominci a cambiare le regole. A questo servono le eccezioni, come dice Brecht aiutano a riconoscere che ciò che è diventato regola a

volte è sbagliato e va cambiato. La candidatura a presidente della Anselmi non venne presa sul serio dalle regole della politica. La proposta di candidarsi alle primarie Laura l’ha fatta da sola ed è una candidatura seria, capace di motivare anche chi sente oggi quel pregiudizio sulla politica. Scrivo per stimolare chi pensa a lei come suo candidato possibile alle primarie a fare una campagna dal basso per farla conoscere. Le primarie sono un’occasione per dare un po’ di sostanza e speranza alla democrazia. Una volta il Veneto, di regola, generava soprattutto emigranti e donne di servizio per la gente di città e una classe politica di scarso rilievo nazionale con poche eccezioni. Ogni tanto, in una di queste eccezioni, genera anche una donna di servizio pubblico tenace, senza soggezione verso chi è più potente di lei, capace di farsi apprezzare anche da elettori di campo avverso. “Brava!”

marco Paolini Per laura PuPPato

Pierferdinando Casini e Beppe Grillo. Sotto Marco Paolini

31313131Il Veneto in primo piano

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8 Il Veneto in primo piano

Mentre scrivo, la cronaca racconta la morte di una ragazza palermitana di 17 anni, pugnalata mentre difen-

deva la sorella dall’ira dal fi danzato che non accettava la fi ne della relazione. La settima-na prima moriva a Padova un’altra giovane donna: Erika Ferrazzi, 28 anni, pugnalata dell’ex compagno.

Tutto questo, anche se non ha nulla a che fare con noi, purtroppo ci riguarda da vicino perchè questi fatti atroci confermano dati allarmanti: dall’inizio dell’anno, secon-do Telefono Rosa, sono 100 le donne uccise. Si e’ passati da un omicidio ogni tre giorni, registrato l’anno scorso, a uno ogni due gior-ni. Numeri che fotografano una distorsione aberrante del rapporto uomo- donna e che emerge sempre più forte dalla nostra socie-tà: chi uccide non sono le mafi e, i delinquen-ti, ma nell’85% dei casi ad impugnare un’ar-ma mortale sono mariti ed ex fi danzati che non accettano la fi ne di una storia d’amore.

L’escalation del fenomeno è talmente forte che ormai si parla di femminicidio, cioè omicidio di genere, fatto per scelta, l’estre-ma conseguenza delle molteplici forme di violenza degli uomini contro le donne. Un atto che lancia un messaggio spaventoso: “se non vuoi essere mia, non sei libera di vivere senza di me”.

Ma le donne morte sono solo la punta di un iceberg che conta migliaia di vittime di violenze fi siche e psicologiche talmente dolorose da non venir neanche denunciate.

Lo sanno bene i centri antiviolenza spar-si in tutto il territorio nazionale e Veneto che ascoltano il loro grido di aiuto e sono in gra-do di intervenire. Nella nostra regione, se-

condo l’ultimo studio presentato dall’Osser-vatorio nazionale violenze domestiche, tra il 2009 e il 2011 ben 92 persone, soprattutto donne, sono state protagoniste questo triste fenomeno: 36 omicidi (con 39 vittime) e 48 tentati omicidi (con 53 vittime). Dati che hanno visto un’ impennata nel 2011, con 23 aggressioni e 10 omicidi. A questi delitti vanno affi ancati anche i 1224 episodi di violenza domestica denunciati nel solo primo semestre del 2011: tanti, ma anche pochi visto che pochissime donne arrivano a denunciare i propri “carnefi ci” visto che spesso coincidono con la persona che do-vrebbe amarle di più. Certo tutte le morti che il 2012 ha già fatto registrare la dico-no lunga sulla ‘’mattanza che non può più essere possibile in un Paese civile’’, come ha sottolineato Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente nazionale di Telefono Rosa, spesso il primo contatto per coloro che hanno il coraggio di parlare dell’incubo che

stanno vivendo. La presidente, non ha esita-to a defi nire ciò che sta avvenendo una e ha scritto al premier Monti chiedendogli “risorse economiche e una commissione straordina-ria” per fronteggiare il problema.

Ma per fermare tutto questo è necessa-rio educare giovani e adulti al rispetto dell’al-tro e sensibilizzare l’opinione pubblica. Con questo obiettivo il movimento nazionale Se-nonoraquando ha lanciato l’appello “Mai più complici” e ha chiesto anche agli “uomini di aprire gli occhi e di camminare e mobilitarsi con le donne per porre fi ne a questo orrore”. Cristina Comencini, tra le voci più autorevoli del movimento, ha sottolineato che “il fem-

minicidio non è solo un fatto criminologico ma ha una valenza simbolica del rapporto (arretrato) uomo-donna in Italia”. “Ecco per-ché – ha ribadito – riguarda la politica”. Sta infatti alla politica fare in modo che il nostro Paese garantisca il diritto delle donne a vive-re serene lontano da uomini violenti. Certo l’approvazione della legge anti-stalking ha avuto già dei risultati positivi, ma non ba-sta. Occorre disegnare un’insieme di leggi e strumenti per la prevenzione, l’azione giu-diziaria, il supporto alle vittime e l’apertura capillare su tutto il territorio nazionale di case di fuga.

di Germana Urbani

Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale contro la violenza sulle donne: non restare indifferenti è un obbligo morale per tutti

Solo un problema culturale?

Una donna uccisa ogni due giorni. Mai più complici!

Oggi in Veneto esistono diverse re-altà alloggio, “case segrete” per chi ha bisogno di allontanarsi da

casa e di mettersi al sicuro con i propri fi gli. Sono affi date ai Centri antiviolenza e gestite da cooperative sociali. Le donne che si presentano al Centri coprono tutte le fasce d’età con una prevalenza nella banda 35-45. La stragrande maggioranza ha fi gli (61%). Lavorano nel 57% dei casi anche se spesso il lavoro è part-time e di livello remunerativo medio-basso. A Vene-zia ci sono ben due case protette, per un totale di circa 20 posti. Presto una casa di fuga sarà aperta anche dal comune di

Padova, con 7 posti e un fi nanziamento anche dalla Cassa di Risparmio di Pa-dova e Rovigo. Sempre nel padovano è già partito il progetto per la costruzione di un’altra struttura in comune di Este. E ancora ce n’è una in provincia di Verona che ospita fi no a 12 donne con bambini, sostenuta dal Comune di Verona, gestita dalla cooperativa Azalea e coordinata dal Centro antiviolenza Petra. A Belluno, inve-ce, la “casa segreta” è stata chiusa da po-chi mesi per mancanza di fondi. Purtroppo in Veneto manca una legge regionale per fi nanziare regolarmente i Centri Violenza, come c’è invece in altre regioni.

Contro la violenzacase segrete Per donne in Pericolo

A ottobre moriva a Padova Erika, 28 anni, pugnalata dall’ex compagno

32 Il Veneto in primo piano323232 Il Veneto in primo piano

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11Voci da palazzo

Il riordino delle Province così come uscito dal Consiglio dei ministri pone, per il Veneto, l’urgenza di procedere quanto prima alla costruzione della vera città metropolitana. Ne è convinto il capogruppo di Verso Nord in Consiglio regionale, Diego Bottacin, che in una nota sollecita la Regione “a rimediare al clamoroso autogol delle scorse settimane,

favorendo la defi nizione dei confi ni seri della città metropolitana veneta. Poiché il governo ha salvato Belluno, ha dovuto accorpare Rovigo con Verona e Padova con Treviso. Quest’ultima aggregazione come provincia è una specie di monstrum e pone con forza il tema di creare un unico ente, la città metropolitana veneta tra Padova, Treviso e Venezia, cioè nelle aree più densamente popolate del nostro territorio. La Regione - conclude Bottacin - si faccia immediatamente parte attiva di questo processo che ormai è irreversibile”..

Diego Bottacin, Verso Nord“la regione rimedi al clamoroso autogol delle scorse settimane

L’opinioneL’opinione

“Dal governo arriva un segnale inequivocabile di semplifi cazione degli enti locali per una maggiore effi cienza e maggiori risparmi nella spesa pubblica. Dunque la decisione del Consiglio dei Ministri ci soddisfa nel suo complesso”. I consigliere regionale del PD, Lucio Tiozzo, si è dichiarato soddisfatto

delle decisioni assunte dal Consiglio dei ministri, in particolare per la scelta di mantenere la Provincia di Belluno. Ma il giudizio è positivo anche per l’accorpamento Padova-Treviso, proposta già avanzata dal gruppo consiliare dei democratici nella conferenza Regione-Autonomie locali e in Consiglio regionale: “In questo modo - sottolinea - si apre la strada per dare un riconoscimento istituzionale ad una realtà già di fatto esistente, la PaTreVe”. “Analogamente ci attendevamo maggiore coraggio nel riordino per l’area occidentale - aggiungono i due esponenti democratici - dove ci appare forzata l’aggregazione Verona-Rovigo. Tuttavia - osservano - rimangono aperte le possibilità di operare una maggiore semplifi cazione ed aggregazioni forti, secondo la nostra proposta originaria di accorpare di Verona e Vicenza in un’unica ‘Provincia metropolitana’. Tiozzo infi ne riserva una nota critica al presidente Zaia: “Il suo ribadire che il Veneto deve essere considerato come un’unica vera area metropolitana appare come un gioco a spingere più in là la palla dopo non aver mosso un dito nel momento in cui la sua maggioranza doveva assumere una posizione netta a favore delle aggregazioni tra territori e non di chiusura conservatrice che ha impedito alla Regione di essere protagonista del suo destino. Insomma Zaia continua ad inseguire un lontanissimo e improbabile futuro senza cambiare concretamente il presente. E’ un presidente che resta sempre fuori dalla partita mentre altri decidono sulla nostra testa”.

lucio Tiozzo, Partito Democratico“la scelta del governo ci soddisfa ma serviva Più coraggio”

Parole, parole-parole, parole, parole-parole-parole, parole soltanto parole, parole tra noi... Parole indimenticate, quelle di Mina e Alberto Lupo nella

celebre canzone del ’72, del tutto inutili invece quel-le che hanno preceduto e accompagnato il voto nel Consiglio regionale del Veneto lo scorso 19 ottobre. Il dibattito per il riordino delle provincie, infatti, si era pro-tratto per settimane in Conferenza Regione-Autonomie locali, per ben tre giorni nelle commissioni Statuto e Affari istituzionali e per altri due giorni in aula ma il risul-tato è stato quello di partenza. La Regione del Veneto non ha trasmesso alcuna indicazione al Governo per il processo di riordino delle Province secondo le norme contenute nella “Spending review”. Ha invece indica-to, senza che questo fosse necessario, di “procedere alla soppressione delle Regioni a Statuto speciale, in quanto non hanno più le caratteristiche per giustifi care norme speciali ed enormi stanziamenti che determi-nano sprechi di risorse pubbliche”. Chi può, provi ad immaginare la faccia del ministro Patroni Griffi quando, tenendo in mano il documento arrivato dal Veneto, ha cercato indicazioni sulle quattro provincie (che erano già state indicate come “da unifi care”, da “accorpare” o da “fondere”) e ha trovato invece l’inutile appun-to e l’altrettanto superfl ua precisazione di mantenere tutte e sette le province venete. “Al limite – riporta la delibera - un loro riordino sarebbe stato possibile nel caso fosse stato concesso un ulteriore termine di sei mesi alla Regione” che tuttavia non avrebbe intra-preso la riorganizzazione della loro natura visto che, secondo la maggioranza in Consiglio regionale, le province dovrebbero rimanere enti di primo grado con i consigli eletti a suffragio univer-sale. Insomma carta straccia che ha lasciato al Governo Monti la massima libertà di riordinare il Veneto a proprio piacimento. Del resto da Roma avevano chiesto di indicare in quale senso opera-re gli accorpamenti ed invece, come risposta, hanno avuto l’autorizzazione a creare un ente in più: la città metropolitana. Eppure le proposte in consiglio non erano mancate, il Pd ad esempio aveva proposto la creazione di due province “metropolitane” composte da Verona e Vicenza ad ovest e da Padova e Treviso al centro della regione, il mantenimento della provincia di Belluno, (in virtù di quanto disposto dallo Statuto) e Rovigo (in ragione della peculiarità territoriale del Polesine) mentre alla provincia Venezia il ruolo di città metropolitana. Neanche l’emendamento di alcuni con-siglieri del Pdl (Laroni, Conta, Bendinelli e Padrin) ha avuto successo, in quanto la loro proposta di abolire tutte le Province venete tranne quella di Belluno, in previsione della futura creazione di due aree metropo-litane, non ha trovato consensi. Cosi in mancanza di indicazioni precise il consiglio dei Ministri ha proceduto con l’accorpamento di Padova a Treviso e di Rovigo con Verona. Salva la provincia di Belluno alla quale è stata riconosciuta la peculiarità montana, salva la provincia di Venezia che diventerà città metropolitana e salva per il momento anche la provincia di Vicenza ma con la prospettiva di rientrare con Verona e Rovigo nell’area

metropolitana Vi-Ve-Ro per contro bilanciare la “Grande Venezia” che andrà creandosi con l’unione di Padova e Treviso alla città lagunare, Pa-Tre.Ve. A scompigliare le carte di un accorpamento annunciato solo su base numerica (Belluno a Treviso e Padova a Rovigo) pare sia stata la città di Padova che con la sua cintura e l’a-rea termale aveva espresso la volontà di far parte della città metropolitana di Venezia. Tale iniziativa ha richie-sto una sterzata per rimettere in asse un Veneto che con questa unione avrebbe avuto una grande provincia da 1.800.000 abitanti. Quindi la scelta del Consiglio dei ministri è stata quella di dare luogo ad una azione

“in fi eri” che troverà perfezio-namento in futuro. I comuni, infatti, avranno altri 60 giorni di tempo per decidere del loro destino e anche la Regione ver-rà chiamata nuovamente ad esprimersi. Intanto i parametri

della spending review sono salvi con 86 province scese a 51, mentre per quelle delle regioni a stato speciale si deciderà visto che ci sono altri sei mesi di tempo. Da giugno 2013 è previsto il commissariamento di tutte le Province. Tutti i presidenti, dunque, verranno sostituiti dai commissari, mentre i dipendenti in esubero, si parla di circa 3000 persone, verranno assorbiti in altri enti. Non ci saranno più elezioni per il consiglio provinciale in quanto dal 2014 le province diventeranno enti di secondo grado formati da 12 componenti scelti fra i sindaci e votati solo dai consiglieri comunali dei Comuni compresi in una determinata provincia. Come anticipa-to dal ministro, durante le elezioni non varrà il principio dell’una testa un voto, dato che le preferenze espresse verranno pesante in base all’importanza del Comune di riferimento. Al vertice della futura organizzazione ci sarà un presidente, anch’esso per essere eletto dovrà essere un sindaco, mentre scomparirà la Giunta, l’orga-no politico di ogni amministrazione. Anche le funzioni delle province sono dimagrite, rimarranno solo tre gli ambiti che ricadranno sotto la loro responsabilità: il co-ordinamento e la pianifi cazione territoriale, la viabilità e le scuole di secondo grado.

di Mauro Gambin

Enti locali La Regione non ha dato nessuna indicazione al Governo per il riordino delle Province

Padova con Treviso e Rovigo con VeronaAspettando le aree metropolitane Vi-Ve-Ro e Pa-Tre-Ve il Governo ha applicato la spending review

“La decisione del Consiglio dei Ministri di escludere la Provincia di Belluno dal piano nazionale di accorpamento rappresenta sicuramen-te una notizia positiva, anche in considerazione del fatto che altrove si è proceduto con accorpamenti illogici che fanno accapponare la pelle”. E’ il primo commento del vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto Matteo Toscani al decreto-legge sul riordino

delle Province e all’istituzione delle città metropolitane. “A mio avviso - prosegue il consigliere della Lega Nord - è importante tenere distinte le due questioni cruciali di questo provvedimento. La prima riguarda l’Ente Provincia, che viene salvato ma diventa di secondo grado e, al momento, è privo di competenze e soprattutto di risorse. Da questo punto di vista, la Regione Veneto potrà dar seguito a quanto previsto nello Statuto, ma solo a condizione che a livello statale non si prosegua con politiche e tagli di chiara impostazione centralista. La seconda questione è meno evidenziata, anche se è forse ancora più rilevante per i cittadini: insieme all’Ente vengono salvaguardati anche tutti i servizi, le organizzazioni e le associazioni organizzate su base provinciale. Il Governo già preannuncia che “il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione anche degli uffi ci territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffi ci su base provinciale saranno di fatto accorpati”. Si può immaginare benissimo quali e quanti sarebbero stati i disagi per i cittadini se questo fosse accaduto anche a Belluno”.

“belluno, salvato l’ente ma soPrattutto i servizi”

Questa è la situazione attuale per quanto riguarda il Veneto: Insieme Padova e Treviso come pure Verona e Rovigo ma la previsione è quella di creare due aree metropolitane

Marco Toscani

Matteo Toscani, lega Nord

Diego Bottacin

Lucio Tiozzo

“La provincia di Vicenza rimane così com’è, ma in realtà le cose cambiano”. Lo afferma dopo aver appre-so i contenuti del Decreto legge del Consiglio dei Ministri sul riordino delle province, Costantino Toniolo, presidente della commissione Bilancio e Affari Istituzionali in Consiglio regionale del Veneto. “Per quanto

riguarda la provincia berica - informa il rappresentante del PdL - viene mantenuta l’integrità territoriale, i confi ni, ma il ruolo dell’ammini-strazione cambia, perché dovrebbe diventare un ente di secondo grado dove avranno la loro rappresentanza i comuni. Personalmente - precisa - la vedo come una sorta di conferenza delle Unioni dei comuni. Sono proprio i comuni che in questa fase acquisiscono maggior potere. Il fi ne è quello di offrire ai nostri cittadini e alle attività economiche sul territorio migliori servizi e a meno soldi. Grazie anche alle norme approvate in Regione in materia di funzioni e servizi dei comuni - spiega Toniolo - i municipi hanno l’opportunità di dare impulso all’innovazione in materia di gestione degli enti locali, di evolvere e migliorare la loro macchina con le Unioni, sia quelle ordinarie sia quelle montane, queste ultime occasione per esaltare la specifi cità di territori ad esempio come l’Altopiano di Asiago e dei paesi ai piedi delle Piccole Dolomiti”. A noi amministratori regionali resta il ruolo di programmazione, indirizzo e controllo su tutto il territorio veneto. Ora tutti assieme - conclude Toniolo - dobbiamo rimboccarci le maniche per superare al meglio il momento di crisi che si fa sentire a tutti i livelli. Il nostro fi ne è sempre il bene comune e lo snellimento della macchina burocratica è sempre stato uno dei punti del nostro programma!”

Costantino Toniolo, Popolo della libertà“meno burocrazia e’ un Punto del nostro Programma”

Avevano chiesto accorpamenti, è stato dato l’assenso per un ente in più

Costantino Toniolo

34 Voci da palazzo343434 Voci da palazzo

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Bagno romano nel “ Mio Schaffelbad”

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novità

messaggio pubbliredazionale

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12 Cultura veneta

La mostra ha acceso vivaci polemiche verso il curatore Godin, ritenuto da parte della critica ideatore di mostre in formato Blockbuster o McDonald’s

Dopo cinque anni di sapienti restauri la Ba-silica Palladiana è pronta a diventare un centro museale di livello internazionale.

Interventi sistematici, che hanno ripensato molte delle variazioni create nel dopoguerra, sono stati voluti dal Comune e fi nanziati dalla Fondazione Cariverona per un costo comples-sivo di 15 milioni di euro. In quest’ambito non poteva farsi scappare l’occasione la società trevigiana Linea d’Ombra di Marco Goldin, che per prima inizia il percorso espositivo della Basilica con “Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e fi gure”. Quando si parla degli eventi culturali marchiati Goldin c’è la dicitura, da parte di una frangia della critica, di mostre in formato Blockbuster o McDonald’s, ossia esposizioni per una marea senza fi ne di visitatori, sia per contenuti “facili”, sia per un buon marketing alla base. Se prendiamo per esempio la separazione tra Fondazione Cassa Marca e Linea d’Ombra anni fa a Treviso, Casa dei Carraresi, si nota come il dibattito spesso

torni vivace con rimpianti da un lato e conten-tezza dall’altro. La cosa certa è che tali mostre portano un indotto non indifferente alla città ospitante, soprattutto per aree non così bat-tute dai fl ussi turistici tradizionali. L’originalità di questa esposizione è l’assenza di un catalogo normalmente concepito, in quanto Goldin ha scritto un vero e proprio libro che traccia linee guida e approfondimenti espositivi: il volto e lo sguardo dal Rinascimen-to al contemporaneo. “In circa 100 opere ho

voluto rintracciare le radici del ritratto psicolo-gico tipico del Novecento tra i capolavori del passato” afferma il curatore Goldin. Quindi Be-

ato Angelico, che apre la mostra, con Freud e Bacon, su cui ideal-mente si chiude, hanno qualcosa che li unisce. Quattro sono le sezioni: il sentimento religioso,

la nobiltà del ritratto, il ritratto quotidiano e il Novecento lo sguardo inquieto. La chiave di lettura è il confronto, l’assonanza e il rimando tra pittori e relativi soggetti nelle loro opere in

diversi periodi storici. I nomi sono altisonan-ti e in una carrellata si passa da Mantegna, Veronese, Tiziano, Raffaello, Giorgione, Dürer, Caravaggio, Rembrandt, Rubens, Tiepolo, Goya, Velasquez, Van Gogh, Manet, Gaugin, Renoir, Monet e Cézanne, a Bonnard, Munch, Picasso, Matisse, Modigliani e Giacometti. Un percorso che dalla soavità e plasticità dei volti, secolo dopo secolo, si arriva all’inquietudine contemporanea. Il percorso è molto vario e ritmato e per farlo comprendere meglio il curatore mette a paragone, per esempio, il Cristo risorto di Botticelli con il Cristo porta croce di Bellini. Quindi un accostamento, di

due opere della fi ne del Quattrocento, utile a far capire come il tema riguardante la distanza fra l’ambito toscano/fi orentino legato al dise-gno e quello veneziano unito al colore, possa talvolta avere un punto di contatto molto inte-ressante. La mostra chiude il 20 gennaio ma il corpo centrale riaprirà a Verona, Palazzo della Gran Guardia, con il nuovo titolo “Da Botticelli a Matisse. Volti e fi gure”. L’apertura sarà dal 2 febbraio fi no al 1 di aprile con nuove opere che sostituiranno quelle rientranti nei musei d’appartenenza. Come anticipazione ci saran-no anche Antonello da Messina, Van Eyck e Memling.

di Alain Chivilò

Mostre a Vicenza Nella neo-restaurata Basilica Palladiana quattro secoli di pittura

Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e fi gure

Incontri con gli artisti Intervista ad Antonio Nunziante

Il Maestro Antonio Nunziante è uno dei più importanti ambasciatori dell’Arte Italiana nel mondo. Lo dimostra l’importante futuro

appuntamento presso il museo Orsay e Louvre ma non solo. I richiami alla metafi sica e al sur-realismo della prima fase sono stati assimilati e personalizzati in una pennellata grassa e matu-ra. La libertà e la gioia nel dipingere propongo-no tematiche con differente spessore, come il volo dei fenicotteri o la parete di una stanza che irradia ulteriori luoghi, portando l’osservatore in un’altra dimensione. Il paesaggio è oramai in-teriore e metabolizzato da una lunga rifl essione originale, che parte dall’Ottocento ma giunge a noi con freschezza e contemporaneità. Oli, tempere all’uovo e maioliche sono i mezzi delle sue costanti creazioni innovative. Dunque, una testimonianza diretta è ora indispensabile e tra gli innumerevoli impegni, Antonio Nunziante, all’interno degli spazi della Galleria Orler di Me-stre, ha scambiato alcune battute in un periodo felice della sua carriera pittorica.

Surrealismo, metafi sica. Un mix “intri-gante”?

“A volte c’è una commistione tra le due possibilità espressive. Mediamente la metafi si-ca mi da più apertura, nel senso che è una realtà possibile e più vicina a noi. Il surrealismo invece è qualcosa di estremo, oltre una realtà. Rara-mente vado oltre la realtà delle cose, infatti nel contesto della mia espressione apparentemen-te tutto sembra ben proporzionato e normale, ma non è proprio così. Ci sono volutamente del-le esaltazioni del soggetto primario, dell’attore

principale dell’opera e del concetto che elaboro, in cui voglio focalizzare l’attenzione dell’osser-vatore, risaltando con il colore e le proporzioni il punto focale del quadro. Raramente esco trop-po fuori da un concetto di iper-realtà. Quello che cerco di trasmettere è il sentimento e lo spirito che ho dentro nel momento in cui dipingo. Que-sto è quello che m’interessa di più rispetto alla superfi cie delle cose, perché la mia pittura porta ad essere guardata prima che pensata”.

Dal 2010 una nuova “atmosfera”. Me ne può parlare?

“Quell’emotività interiore, che ho cercato di trasmettere fi no ad oggi attraverso il detta-glio del disegno e della pittura, adesso cerco di esprimerla attraverso la gestione nuova della materia e degli elementi. A volte anche in modo impulsivo, come per esempio il colpo del pen-nello od una sfumatura lasciata abbandonata volutamente. E’ un’apertura ancora ulteriore, sempre nell’ambito della fi gurazione, perché è il mio mondo in cui continuerò ad esprimermi, ma con una libertà e sicurezza date dal con-frontarmi con i grandi maestri. Tutto questo

mi ha dato più sicurezza. Quando un’artista diventa conscio delle proprie possibilità, vuol dire che sta raggiungendo la maturità giusta per cominciare a sintetizzare un po’ tutto quel-lo che ha fatto. Questo momento della sintesi è quello che affascina molto il pubblico colto, perché capisce quando un’artista è felice dentro e sicuro di se”.

Cinque versioni dipinte da Böcklin per l’Isola dei Morti. Questo è un soggetto, ovviamente interpretato, caratterizzante in molti suoi quadri. Me ne può parlare?

“Non ha condizionato solo me, ma grandi artisti come De Chirico, Dalì, Clerici. E’ un’icona, un simbolo che ha ispirato gli artisti ossia un’i-sola che galleggia in mezzo all’acqua, l’isola di Peter Pan, l’isola che non c’è, quindi è il luogo ideale, è l’arcadia. Per esempio, spesso una persona, carica di tensioni, dice che vorrebbe scappare su un’isola. In quest’ambito è un rifu-gio della mente, un luogo ideale dove vorresti essere. Non è un luogo esistente, è un luogo mentale. In sintesi mi ha colpito proprio questo: l’essere un luogo della mente”.

L’interiorità della pennellata che rende ulteriore il paesaggio

“Aldo Rossi. Teatri” presso il Ma-gazzino del Sale ed “Emilio Vedova. Lacerazione. Plurimi/

Binari ‘77/’78” presso l’ex squero delle Zattere, laboratorio del Maestro: sono le due mostre organizzate dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova fi no al 25 novembre. Dell’architetto designer Rossi (Milano 1931) sono esposti per la prima volta 15 progetti at-traverso 120 tra studi, schizzi architettonici, di-segni, modelli di concorsi, oggetti di scena tutti riguardanti il tema teatrale. Si pone dunque l’accento sulle scenografi e per opera e balletto e sulle architetture progettate e costruite. “Par-ma, Padova, Pavia, Piacenza, Reggio e anco-ra Venezia, Milano e tutte le capitali padane dove il teatro accende le sue luci nella nebbia persistente”, frase che testimonia l’amore di Rossi per quei teatri progettati fi no al Teatro del Mondo, ricostruito in grande scala per l’oc-casione. Invece la seconda mostra allo Spazio Vedova presenta per la prima volta i cicli II, III e IV di Lacerazione, che esprime l’intensità e la passione del disagio esistenziale dell’artista verso una vita umanamente autentica. A que-

sti alcuni Plurimi/Binari singoli, che tecnica-mente furono dipinti su pannelli asimmetrici in legno, scorrevoli in parallelo su binari, creando così una composizione in movimento. A Palaz-zo Fortuny fi no al 19 novembre è di scena il consueto appuntamento autunnale con 4 ar-tisti. Annamaria Zanella (Padova 1966), de-signer di gioielli, propone esemplari unici che superano l’orefi ceria grazie allo studio e ricerca di metalli. Béatrice Helg (Ginevra 1956) con le sue fotografi e atemporali nello spazio, luce e materia. Maurizio Donzelli (Brescia 1958) con gli acquerelli, gli specchi, i tappeti in lana e seta del Nepal, gli arazzi Jacquard tutti appo-sitamente in sintonia con la storia del luogo. I suoi specchi sono intesi “come un oggetto in se stesso reinventato nell’immagine da lenti prismatiche, che rendono l’idea di un ipotetico miraggio nell’osservatore”. Franco Vimercati (Milano 1940 – 2011) con le sue fotogra-fi e d’oggetti comuni e seriali per esempio le bottiglie, le sveglie, le zuppiere. La fotografi a per lui è tutto, perché l’oggetto parla con la fotografi a e essa stessa parla con l’oggetto.

Autunno d’Arte veneziano

TRE MOSTRE E IN TRE SITI PRESTIGIOSI

Nella foto il curatore Marco Goldin e due delle opere in mo-stra

La chiave di lettura è il confronto, l’assonanza e il rimando tra pittori e soggetti

Al.Ch. Al.Ch.

36 Cultura veneta363636 Cultura veneta

Page 39: La Piazza di Adria - 2012ott n136

13Cultura veneta

Vesna Maria Brocca

Sul fi lo conduttore della scoperta della tradizione e dell’immaginario collettivo veneto, popolato di leggende arcaiche e

fi gure storiche ammantate dal mito, è partita la quarta edizione della rassegna “Veneto: Spetta-coli di Mistero” che anche quest’anno affi da la direzione artistica allo scrittore Alberto Toso Fei. La kermesse di eventi, che negli ultimi tre anni ha coinvolto oltre 250mila spettatori, prevede un cartellone di 185 appuntamenti in programma fi no al prossimo 2 dicembre, realizzati in 71 borghi e città del Veneto. Ognuno degli eventi in cartellone riproporrà le leggende, le fi gure sto-riche avvolte nel mito e nel mistero, le storie di folletti e streghe che hanno attraversato secoli di storia e tradizione del Veneto, con rappresenta-zioni teatrali, rievocazioni in costume, percorsi leggendari ambientati in luoghi dal signifi cato magico ed esoterico. Molti degli eventi saranno inoltre accompagnati dalla presenza di stand ga-stronomici e momenti di degustazione di prodotti tipici. Tra i molti appuntamenti, si segnala il 25 novembre dalle 14.30 a Montecchio Maggiore (VI) lo spettacolo ambientato tra i castelli di

Giulietta e Romeo che da secoli evocano il loro immortale amore; il mistero di una serie di lun-ghe gallerie sotterranee che passano proprio sot-to alle rocche; l’aroma ed il profumo di un vino lasciato riposare in grotte scavate nella fredda roccia; il fascino silenzioso di una piccola chiesa costruita per voto dagli alpini reduci dal fronte russo... Tutto questo sullo stesso colle, dove gli emozionanti racconti popolari e le suggestive voci dei secoli passati si confondono tra le trame ordinate dei fi lari delle viti e i colori del bosco, rifugio sicuro per anguane ammaliatrici e dispet-tosi salbanei. E poi ancora a Trecenta (RO) sarà possibile scoprire la “Storia di Marielle, la miste-riosa fanciulla del Malopera” grazie allo spetta-colo teatrale in scena al “Ferruccio Martini”. Gli antichi fi lò di fi ne Ottocento, che ravvivavano le sere delle famiglie polesane, erano ricchi di storie e di oscuri canovacci che raccontavano fatti e si-tuazioni nelle quali l’immaginario si miscelava a fatti reali creando le suggestioni dell’inspiegabile e del fantastico. La storia di Marielle e Matteo è una di queste. Tutte le informazioni su: www.spettacolidimistero.it

185 appuntamenti in programma fi no al prossimo 2 dicembre, realizzati in 71 borghi e città del Veneto

Tra storia e leggenda Al via la rassegna che ha coinvolto 250mila spettatori

“Veneto: Spettacoli di Mistero”A Padova una

mostra che si confi gura come

una grande galleria cartacea in cui il libro illustrato del Settecento la fa da padrone. Nelle sedi del Museo Civico agli Eremitani e di Pa-lazzo Zuckermann, dal 24 novembre al 7 apri-le 2013 si potranno ammirare oltre 115 vo-lumi prodotti in Veneto, grazie ad editori come Giambattista Albrizzi e Antonio Zatta, o che hanno visto la collabo-razione d’importanti artisti veneziani del Settecento come Tiepolo, Piazzetta, Novelli, Fontebasso o Balestra. I maggiori capolavori dell’editoria illustrata saranno esposti accanto a quasi 120 tra stampe sciolte tratte dagli stessi volumi e incisioni autonome, in modo da favorire un’ampia documentazione della ricchezza illustrativa di questi volumi e dell’attività degli artisti ai quali si deve l’invenzione grafi ca delle opere. L’editoria illustrata esisteva anche nel Seicento, ma solo nel XVIII secolo raggiunge nel Veneto vertici assoluti d’eleganza e raffi natezza, ammi-rati a livello internazionale. Questo universo culturale sarà esplorato in questa mostra che si sviluppa in 9 sezioni, adottando punti di vista diversifi cati e privi-legiando, di volta in volta, un approccio cronologico, monografi co e tematico.

mostra

agli eremitani e a Palazzo zucKermann 115 libri illustrato del settecento

Riproposte le leggende, le fi gure storiche avvolte nel mito e nel mistero V.M.B.

Il Gran Teatro Geox di Padova sarà la location per un anno ricco di intense emozioni dal

vivo, tra grandi spettacoli ed in-novazione. Sabato 13 ottobre è stata presentata al pubblico la nuova stagione teatrale 2012-2013 del Gran Teatro Geox, organizzata dalla Zed!, azienda leader del settore nel Nord-est, con la presenza di un ricco parterre di ospiti, tra cui l’imprenditore Mario Moretti Polegato, il sindaco Flavio Zanonato, la presidente della provincia Barbara Degani, il rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria, e gli artisti Umberto Tozzi, Michi dei Rossi, Michele Bon de Le Orme e Baz.

Il Gran Teatro Geox festeggia l’apertura della nuova stagione artistica dopo essersi imposto nel mondo dello spettacolo con la forza dei numeri: gli oltre 650.000 spettatori in tre stagioni ne hanno fatto uno dei primi 5 teatri in Italia, il primo per numero di spettacoli e per media di pubblico per data.

Ad inaugurare la stagione 2012-13, anche il Presidente Geox Mario Moretti Po-legato: “Per noi, essere parte integrante di un progetto come questo ha un signifi cato particolare: Geox è oggi una multinazionale che opera a livello globale ma è consape-vole dell’importanza del radicamento locale e della necessità di sostenere la cultura. Il Gran Teatro Geox, con la programmazione artistica internazionale che attrae un pubblico trasversale rappresenta una sintesi perfetta di quella che è oggi la fi losofi a del Gruppo”.

La nuova stagione del Gran Teatro Geox offre un calendario all’insegna dell’eccellen-za, proponendo un cartellone in cui spiccano il meglio della musica italiana e straniera, della danza, del cabaret e dei musical più acclamati quali Titanic, Grease, Frankestein Jr, Il Vizietto, Full Monty, Shrek e La Sirenetta.

Il Gran Teatro Geox è realmente un teatro a 5 stelle, dove è lo spettatore il vero pro-tagonista della serata. Per venire incontro al pubblico da quest’anno sono stati attivati nuovi servizi per raggiungere la struttura: una navetta gratuita da e per il centro città, e un servizio taxi, collegato direttamente con il teatro.

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24 Sì, viaggiare

C’è una piccola regione della Germania che sembra uscita da un racconto dei fratelli Grimm, dove dietro l’angolo di

ogni casa ti aspetteresti di veder spuntare il Pifferaio Magico o Hansel e Gretel con il cesti-no della merenda. E’ la valle della Mosella, il piccolo fi ume che nasce nei Vosgi, attraversa l’Alsazia e la Lorena, entra in Lussemburgo e poi, dopo un ghirigori di spettacolari anse, si getta nel Reno a Coblenza. La Mosella tedesca, un territorio che sembra fermo nel tempo con i suoi borghi dalle pittoresche case a graticcio, i suoi castelli e i suoi vigneti, che a perdita d’occhio coprono i pendii aggettanti sul fi ume, deve la sua celebrità ai suoi straor-dinari paesaggi e all’eccellenza dei suoi vini, il Riesling su tutti. Un viaggio nella Mosella tedesca è anche un viaggio nella storia, per-chè il territorio custodisce gelosamente testi-monianze di ogni epoca. Romane soprattutto, perchè qui gli imperatori di Roma e i loro go-vernatori hanno lasciato grandi segni di civiltà, compresa la stessa coltivazione della vite che tutt’oggi rappresenta una delle prinicipali atti-vità economiche della valle.

L’ideale itinerario alla scoperta della Mosella parte da Trier, la romana Treviri (Augusta Treverorum), la più antica città della Germania che sottomessa da Cesara nel 50 a.C., divenne colonia sotto Augusto nel 15 d.C. Ma fu con l’imperatore Costantino, quello che nel 313 dopo tante persecuzioni sdoganò il Cristianesimo rendendolo la religio-ne dell’impero, che Treviri divenne il massimo centro romano oltre le Alpi. Di quel periodo aureo rimangono sommi monumenti, a parti-re dalla Porta Nigra, la più grande porta del mondo romano. E poi l’attuale Basilica prote-stante che un tempo fu l’antica Aula Palatina costantiniana: la sua solennità e i suoi volumi lasciano a bocca aperta. Bombardata durante

Va dove ti porta il Riesling

GERMANIA

NELLA FOTO GRANDE GRUPPO DI AMICI BRINDANO IN UNA DELLE PIAZZETTE DI BACHARACH. A DESTRA IN ALTO VIGNETI

SULLE RIVE DELLA MOSELLA IN AUTUNNO. PIÙ SOTTO: LA PORTA NIGRA DI TRIER-TREVIRI, TRE GIOVANI MISS DEL VINO

AL CASTELLO DI JOHANNISBERG, MIMMO E IMMACOLATA CALABRESE, IL TITOLARE DELL’ENOTECA PHILIPPS-MUHLE.

A DESTRA: PAESAGGI SUL RENO E SULLA MOSELLA.

al seconda guerra mondiale, oggi ospita anche un interessante museo. Poco lontano sorgono il duomo e la Liebfrauenkirche. Il primo è uno scrigno di tesori, fra cui l’Heiliger Rock, ovvero la Tunica di Cristo che secondo la pia tradizione fu raccolta dai soldati romani ai pie-di della croce. Viene esposta assai di rado, due volte nell’ultimo secolo. La Liebenkirche, capo-lavoro del gotico è famosa per la sua pianta a forma di rosa (Rosa Mystica) e per il portale ricamato di pietra. Appena fuori dalla città sorgono l’anfi teatro, uno dei dieci più grandie della romanità, e le terme imperiali di Barbara. A Treviri è nato Karl Marx e la sua casa-museo oggi è meta di visite da tutto il mondo, molte comitive arrivano persino dalla Cina. Il barbone bianco del padre del Comunismo campeggia anche nei bus rossi del City Tour: è diventato icona turistica.

La valle della Mosella, lungo la strada che conduce a Coblenza, è un susseguirsi di piccoli paesi dalla caratteristica architettura medieva-le. A Krov la cantina Staffelter Hof è attrez-zata per le visite e offre anche qualche tipica pietanza.I paesi di Losnich e Bernkastel-Kues sono uniti da una bella pista ciclabile, costanta-mente affacciata sul fi ume. A Urzig imperdibile il vigneto-museo di Oster: la famiglia gestisce pure una Gastehaus in posizione panoramica.

Pochi chilometri e si passa nella valle del Reno, il grande fi ume che nasce sul San Got-tardo in Svizzera e sfocia sul mare del Nord in Olanda: un’autostrada d’acqua, percorsa a tut-te le ore da battelli turistici e grandi chiatte da trasporto dirette al porto di Rotterdam. Anche vigneti sospesi fra cielo e terra, anche qui Rie-sling preziosi e keller da visitare. A Loreley c’è il famoso sperone dove, secondo la legganda,

una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi ammaliava i naviganti distraendoli fatalmente e in quel punto le correnti del fi ume sono par-ticolarmente pericolose. A Oberwesel il paese sembra fermo nel tempo. Rocche a castelli accompagnano la vista dei naviganti. A St. Goar c’è la modernissima enoteca di Philipps Muhle. Bacharach è la sosta più romantica: case a graticcio, osterie, rovine di un castello e di una cattedrale gotica. Per conoscere ogni segreto di questo fi abesco borgo renano basta rivolgersi alla Gelateria Italia 76, famosa per il suo gelato al Riesling: Mimmo Calabrese, che vive nel borgo da tanti anni con la moglie Immacolata, è un appassionato della storia locale. Suo fi glio Vincenzo due anni fa vinse il concorso “Il bello d’Italia” nella trasmissione di Frizzi. Fra le enoteche da segnalare quella di Fritz Bastian. Il castello di Johannisberg

con le sue cantine ricorda come i fasti del vino qui affondino le radici nella storia. Ad Heltiville-Hattenheim Balthasar Ress sotto il suo storico palazzo ha creato la Wine Bank dove molti collezionisti da tutto il mondo conservano i loro tesori enologici. Un’ultima tappa la merita Magonza, capoluogo del Palatinato, la città che ha dato i natali a Johann Gutenberg, colui che inventò la stampa con i caratteri mo-bili e cambiò la storia della cultura e dell’infor-mazione. Un museo ripercorre la sua vicenda umana e le sue creazioni, fra cui una copia della famosa BIbbia riprodotta in 180 pezzi, 48 dei quali sono stati conservati fi no ad oggi. Nella chiesa di Santo Stefano si resta amma-liati dalla bellezza delle vetrate di Chagall. Nei pressi della città c’è Nierstein, altro borgo vinicolo dove opera Kai Schatzel, una delle cantine emergenti.

VIAGGIO LUNGO LE ROMANTICHE RIVEDELLA MOSELLA E DEL RENOTRAPUNTATE DI VIGNETI DORATICHE REGALANO UNO DEI VINIPIÙ FAMOSI AL MONDOL’OCCASIONE PER CONOSCEREPITTORESCHI BORGHI MEDIEVALIDALLE CARATTERISTICHE CASE A GRATICCIOCASTELLI E CITTÀ D’ARTECOME LA TREVIRI DI COSTANTINOE KARL MARX E LA MAGONZADOVE NACQUE JOHANN GUTENBERG

LE STELLE DI BECKER E ALTRE SORPRESE

Con i voli lowcost di Germanwings su Colonia-Bonn arrivare nel-la Mosella è facile e veloce. Alcune soste gourmet sono imper-dibili. A Treviri (Trier) c’è il ristorante Becker’s, 2 stelle Michelin. Wolfgang Becker è un creativo dallo spiccato gusto artistico, i cui piatti (nella foto) coniugano sapientemente un’estetica raffi -nata ad un equilibrio di sapori. Molto bello anche il locale di stile minimal sui toni naturali dell’ardesia. A Oberwesel vale una sosta il Restaurant Wienhaus Weiler con la sua gustosa cucina regionale. A Bacharach una piacevole sorpresa si è rivelato Andrea Stuber del Rhein Hotel (non rinunciate alla Weinsuppe al Riesling). Cena in mezzo ai vigneti al ristorante Baiken di Etville am Rhein, ricorda certe vecchie locande sempre affollate e vocianti. A Nierstein in centro c’è il piccolo ma grazioso Weinrestaurant Civitas di Martina Herzog. Prosit!

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informazione sociale

Conoscere i servizi alla personaDott. Laura Traversi

Assistente Sociale Laura Traversi www.percorsi.pd.it

Gent.li lettori,con questo primo articolo inizia la mia collaborazione con il periodico di informazione “La Piazza”, inaugurando questa nuova rubrica di approfondimento di tematiche in ambito sociale e sociosanitario.Vi è già capitato di entrare nell’ufficio di un Assistente Sociale? Ricordate di cosa avevate bisogno? Probabilmente sapete che l’Assistente Sociale è una figura professionale che lavora in un Comune all’interno di un settore generalmente denominato “servizi sociali” o “servizi alla persona”; per la maggior parte dei cittadini non è chiaro di che cosa si occupi e spesso lo si scopre solo nel momento in cui c’è un bisogno che riguarda la nostra vita molto da vicino: il nostro genitore anziano non riesce più a prepararsi da mangiare da solo; abbiamo saputo dai giornali che potremmo aver diritto ad una agevolazione per la nostra famiglia numerosa; abbiamo trovato un lavoro e non abbiamo più tempo di accompagnare

a scuola nostro figlio disabile...L’elenco sarebbe lungo e questo dà il senso della complessità del sistema dei servizi sociali italiani. Ciò che è complesso innanzitutto è che esso si compone di tanti snodi : dal 2000 esiste una legge quadro (la legge 328, da non leggersi “trecentoventotto” ma bensì “tredueotto”, un piccolo suggerimento per sembrare non del tutto estranei al settore) che indica i principi entro cui deve muoversi la materia e diverse altre leggi nazionali che si occupano di bisogni specifici (per esempio per la disabilità la legge 104 – qui invece dite “centoquattro” - così apprenderete da subito che nel nostro settore una volta imparata una strada, non è mai per sempre..); in materia di servizi sociali poi dicono la loro tutte le istituzioni locali: le Regioni, che principalmente stanziano denaro per contributi di varia natura (per anziani non autosufficienti, per le famiglie in affitto e con basso reddito, per l’abbattimento di barriere architettoniche); le Province, che per esempio erogano

contributi ai bambini riconosciuti da un solo genitore o promuovono iniziative per la terza età; infine i Comuni, che nel settore dei Servizi Sociali sono responsabili - in quanto titolati per legge ad esserlo - della maggior parte degli interventi in materia, investendo risorse proprie per la loro costruzione e gestione (servizi di tutela, servizi domiciliari, asili nido, in alcuni ambiti con il supporto economico statale o regionale); cosa più importante i Comuni rappresentano l’istituzione più vicina al cittadino e al suo bisogno, dunque con un compito di promozione di altri servizi e di sostegno alle risorse locali che possono essere utili a ciascuno di noi per affrontare i cambiamenti della vita che “inceppano” lo scorrere ordinario delle nostre giornate, cambiamenti che sopraggiungono per ordine naturale ma che sono pronti a trasformarsi in “difficoltà” o “disagio” se non adeguatamente accompagnati nella loro dinamica.Di Servizi Sociali si occupa sempre più anche il Terzo Settore, ovvero il

corpo di quei soggetti privati come le cooperative, le associazioni, le fondazioni che raccolgono i bisogni di un territorio e rispondono secondo il loro mandato sociale.… e anche qui l’elenco sarebbe lungo. Se questi soggetti e questi servizi funzionano e si intrecciano in alcune aree, possiamo dire che rappresentano le basi di una città sociale, nella quale i cittadini possono trovare un sicuro sostegno in qualsiasi momento critico della loro vita.In questa rubrica mi propongo di fornirvi maggiori informazioni su alcuni di questi temi, con l’intento di approcciarli dal vostro punto di vista, come se già domani aveste bisogno di capire come funzionano le cose o come potreste meglio farle funzionare. Se avete domande specifiche, richieste o temi di vostro interesse, suggeritele scrivendo a [email protected]: potrebbero diventare oggetto di questa rubrica. A presto.

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A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Care lettrici e lettori, facendo seguito alla rubrica del mese scorso che aveva per oggetto il mancato versamento dell’assegno di mantenimento in favore del figlio minore e/o maggiorenne non economicamente autosufficiente, questa volta tratterò del delicatissimo problema inerente il mancato rispetto del diritto/dovere di visita del figlio minore da parte del genitore non collocatario prevalente coincidente, per lo più, con la figura del padre. Senza preamboli si può certamente dire che il diritto di visita da parte del genitore non convivente con il minore risponda al preminente interesse di quest’ultimo a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con lo stesso. E’ in sintesi il diritto del figlio a ricevere anche dall’altro genitore cura, educazione ed istruzione oltre che assistenza morale e materiale, così come sancito anche dall’art. 155 c.c. e riconosciuto a livello costituzionale nell’art. 30 I comma, laddove si prevede il diritto-dovere di entrambi i genitori.A detto diritto del figlio corrisponde il dovere del genitore all’adempimento del

diritto di visita – da intendersi anche quale espressione della solidarietà di entrambi i genitori degli oneri verso i figli-, cui può conseguire, nell’ipotesi di inadempimento, la decadenza della potestà genitoriale ai sensi dell’art. 330 c.c. e l’integrazione della fattispecie di reato prevista e punita dall’art. 570 c.p. (violazione degli obblighi di assistenza familiare).Dunque, il diritto di visita deve essere inteso quale diritto indisponibile ovvero come un diritto di cui il soggetto non può disporre e dunque neppure rinunciare in modo unilaterale.Il mancato esercizio del diritto di visita da parte del genitore non convivente dà diritto al risarcimento dei danni? E se si, chi può validamente ottenere lo stesso?Va preliminarmente precisato che nessun rimedio al mancato rispetto del diritto di visita da parte del genitore non affidatario viene previsto come concretamente attuabile da parte del nostro ordinamento.NON esiste dunque la possibilità giuridica di imporre al genitore inadempiente di esercitare il suo diritto di visita.

A fronte di detta ingiustificata violazione dei doveri genitoriali, consegue tuttavia la magra consolazione del figlio, e secondariamente anche dell’altro genitore, ad ottenere il ristoro dei danni subiti e subendi per la lesione dei loro diritti fondamentali.Occorre, tuttavia, dimostrare la rilevanza dei danni causati dall’assenza del genitore non affidatario. Danni che in linea generale ben possono consistere nel mancato corretto sviluppo della personalità del minore, nella perdita della serenità e sicurezza personale, nella compromissione della crescita sana ed equilibrata, nella sussistenza di psicopatologie legate a detta privazione. Del resto, per essere genitori non basta avere avuto la capacità di procreare, attitudine che appartiene anche al mondo animale, ma occorre, altresì, assumersi gli oneri derivanti da questa splendida, ancorché gravosa, scelta di vita contribuendo in via solidale con l’altro genitore a mantenere, educare, istruire i propri figli.Lieta di ricevere le Vs osservazioni e/o richieste su casi e/o questioni che Vi sono

capitate e sulle quali, magari, necessitate di ottenere delucidazioni, autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

affari di famigliaMancato rispetto del diritto di visita da parte del genitore non convivente con il figlio minore.

Diritto di visita = Diritto del figlio. Ecco cosa fare per tutelare il diritto leso

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

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shangai.• Non sarai mai solo con la schizofrenia.• I giapponesi ci chia-mano pigri, ma alme-no noi cuciniamo il pesce.• La fine del giorno è vicina quando uomini bassi fanno lunghe ombre.• Tutti hanno una me-moria fotografica. E’ che parecchi non hanno il rullino.

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• Qual è il colmo per una radi-ce? Essere quadrata.• Qual è il colmo per una regi-na? Essere bassa e farsi chiama-re altezza.• Qual è il colmo per uno scul-tore? Lavorare sotto il sole che spacca le pietre.• Qual è il colmo per un paio di scarpe? Levarsi dai piedi.• Qual è il colmo per un vegeta-riano? Mangiarsi il fegato.

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22/07ASCINO LE STELLE METTER-

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LEONE 23/07

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PIÙ PRESTO · SALUTE GLI ACCIACCHI NON MANCANO A CAUSA DELL’UMIDITÀ STAGIONALE: PER LA SCHI-ENA NON DISDEGNATE DI METTERE LA PANCERINA

VERGINE 24/08 22/09

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AFFITTASI In pieno centro appartamento al Piano 2° com-

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AFFITTASI In pieno centro Appartamento al piano terra com-posto da entrata, sala con angolo cottura, 2 letti,

ripostiglio, bagno e cortile interno esclusivo. Classe energetica non definita “G”.

Euro 450 mensili Rif. 40188856

AFFITTASI In zona centralissima Appartamento bilocale di recente costruzione, disposto su due livelli, con

soggiorno-angolo cottura, 1 camera da letto e 2 bagni. Classe energetica “E”.

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soggiorno, vetrata, 2 camere da letto e bagno. Classe energetica non definita “G”.

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VENDESI In Località Villadose Appartamenti al piano terra e primo composti da ingresso, soggiorno-pranzo, 2 letti, disimpegno, terrazzi, bagno e garage di am-

pie dimensioni. Classe energetica non definita “G”.Euro 85.000 tratt. Rif.A0816

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cucina, salone, taverna, 3 letti, 2 bagni, lavanderia, garage ed ampio giardino ben curato ed in parte

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camera da letto, riposti-glio, bagno, con cortile interno condominiale con posto esclusivo

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ventilato, riscaldamento nel locale garage, etc. Classe energetica “C”. Info in agenzia Rif.A0800

VENDESI Zona centralissima, Bilocale al piano 1° di recente costruzione, dotato di aria condizionata, composto da soggiorno con angolo cottura, 1 camera da letto

matrimoniale, bagno e terrazzo. Classe energetica non definita “F”. Euro 95.000 tratt. Rif.A0411

 

 

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terrazzo, posto auto coperto ed ampia cantina finestrata di proprietà al piano terra. Classe energetica “F”.

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energetica non definita “G”. Euro 40.000 Rif.A0178

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VENDESI In zona Carbonara Appartamento al 2° ed ultimo piano, composto da ingresso, cucina abitabile, ampio soggior-no, 2 camere da letto, bagno, due terrazzi e garage.

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Zona centrale Appartamento al piano 1° composto da ingresso, cucina, soggiorno, 1 camera da letto

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