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La Pop des més rêves “Mio carissimo amico, hai ragione in tutto. Tutte le immagini a me care sono state create e viste in reminescenze del passato”. (Andy)

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La Pop des més rêves

“Mio carissimo amico, hai ragione in tutto. Tutte le immagini a me care sono statecreate e viste in reminescenze del passato”.

(Andy)

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Art directorGuido PedriniOmar Lamera

TestiIvan Quaroni

Progetto grafico copertina:Fabrizio Grigolo & Andywww.fluon.it

ImpaginazioneLuciana PerniconeValeria Novali

ManagementThim Veraldi

Le fotografie di Andysono di Paolo Regis

Associato a:

artecontemporanea

studiodartefioretti

IKONOS SrlVia Carlo Alberto Dalla Chiesa, 1024048 Treviolo, BergamoTel. 035 200515 - Fax 035 [email protected] - www.ikonos.tv

© Studio d’Arte Marco Fioretti© IKONOS SrlNessuna parte di questo libro può essereriprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o conqualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altrosenza autorizzazione scritta dei proprietari deidiritti e dell’editore. Tutti i diritti riservati. L’editoreè a disposizione degli aventi diritto per tuttoquanto riguarda le fonti iconografiche nonindividuate.

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La Pop des més rêves

Ivan Quaroni

artecontemporanea

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Fin dalla sua comparsa negli anni Sessanta, fu chiaro che l’Arte Pop, con il suopotenziale comunicativo, sarebbe stata qualcosa di più di un semplice movi-mento artistico. Il suo codice immediato, la sua capacità di riproporre alla co-scienza collettiva immagini prelevate dalla cultura di massa avrebbe fatto scuo-la. Mentre la Pop Art tradizionale, quella di Andy Warhol, Claes Oldenburg,Tom Wesselmann, James Rosenquist e Roy Lichtenstein, veniva archiviata co-me espressione artistica degli anni del boom economico e dell’ascesa di unanuova cultura consumistica, la sua attitudine a mescolare immagini colte e po-polari diventava, invece, un comune denominatore per molti artisti successivi,da Jean Michel Basquiat a Keith Haring, da Ronnie Cutrone ai graffitisti deglianni Ottanta. Senza la Pop Art, mi chiedo se avremmo mai conosciuto le espressioni artisti-che legate alla street culture, se avremmo mai assistito alla nascita dell’under-ground e della lowbrow art, influenzate dai fumetti, dalle subculture dello ska-te e del surf. La Pop ha squarciato il velo omertoso dell’arte “colta”, ha scardi-nato il dominio ideologico dei minimalismi e dei concettualismi, aprendo lastrada a tutte le espressioni dell’arte popolare. Grazie ad essa, sono arrivati sul-la tela i prodotti di consumo, le star di Hollywood, gli idoli del rock, i perso-naggi dei cartoon, i supereroi dei fumetti, le pin up e le playmate, le automo-bili e le marche di sigarette, gli uomini politici e i capi di stato. Insomma, gra-zie ad essa, l’universo intero si è riversato dentro i sacri confini dell’arte, inne-scando un liberatorio processo d’imbastardimento dei codici e dei linguaggiche prosegue anche oggi. La Pop Art ha fatto capire agli artisti che, da quel mo-mento in avanti, avrebbero potuto mettere nelle loro opere qualsiasi cosa glifosse passata per la testa: le loro passioni, i loro miti, le loro muse, perfino i lo-ro cantanti preferiti. La Pop ebbe tutti questi meriti, ma fu l’esplosione del Punka dare la spallata definitiva allo snobismo del sistema dell’arte, consentendo atanti giovani di esprimere liberamente la propria creatività attraverso la magiacombinatoria del Do It Yourself (fattelo da te), che inaugurava sulle fanzine, suivolantini, sui poster e sulle copertine dei dischi un nuovo tipo di arte, basata sucollage di immagini fotocopiate e proclami perentori, in un mesh up assoluta-mente unico di Dadaismo, Situazionismo, Esistenzialismo, Futurismo,Costruttivismo e Bauhaus. L’arte Punk, ammesso che se ne possa parlare in que-sti termini, ha estremizzato il messaggio della Pop, liberando le energie distrut-tive che venivano dal basso, dai giovani della working class inglese che fre-quentavano gli istituti d’arte (The Clash) e si davano appuntamento nei negozidi Malcom McLaren e Vivienne Westwood (Sex Pistols). I semi della graficapunk di Jamie Reid e del Combat Style di Strummer e compagni hanno indele-bilmente marcato le generazioni future, gettando le basi per quanto sarebbesuccesso poi nella scena hardcore californiana, ad esempio con il sodalizio traRaymond Pettibon e i Black Flag. Eppure, come sostiene il critico musicaleSimon Reynolds, a ben vedere quella punk fu una rivoluzione incompleta. Fuinvece il movimento post-punk, e segnatamente la cosiddetta New Wave, aproporsi come una vera e propria avanguardia modernista, con un immagina-rio che “si ricollegava alle avanguardie dell’arte figurativa, all’architettura delNovecento e alla scrittura futuribile di Ballard, Burroghs e Dick”1.

La Pop des més rêves

1 Rossano Lo Mele, Simon Reynolds. Il signor Post, in Rumore # 177, Ottobre 2006.

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L’intreccio e l’interscambio tra arte contemporanea e musica pop negli anniOttanta fu la conseguenza di un’attitudine eclettica, ma anche profondamentepop, a mescolare suggestioni e stili di diversa estrazione. Nei primi anni di quelmeraviglioso decennio, forse l’ultimo veramente creativo, le frange più avan-guardiste del rock si distinguevano per la loro capacità di innestare sulle notedi un inedito sound elettrico un apparato visivo altrettanto originale. L’arte tra-boccava dalle copertine dei dischi e dai manifesti dei concerti. Era già succes-so nei decenni precedenti, con gli artwork di Andy Warhol per VelvetUnderground, Rolling Stones, Paul Anka, con i beatlesiani White Album diRichard Hamilton e Sgt. Pepper’s di Peter Blake, ma questa volta il fenomenonon era isolato. Preannunciate, già nella seconda metà degli anni Settanta, daii ritratti di Robert Mapplethorpe per le copertine dei dischi di Patty Smith, dailavori di Robert Frank per i Kraftwerk o di Bruce Weber per Marianne Faithfull,le collaborazioni tra artisti e musicisti negli anni Ottanta sono diventate fre-quentissime. Ecco allora i dipinti di Don van Vliet per Captain Beefheart, i di-segni di Raymond Pettibon per i Black Flag, le foto di Anton Corbijn per gli U2e per Morrisey, gli scatti di Richard Kern per i Sonic Youth e i graffiti di KeithHaring per Malcom McLaren. E poi, ancora, Robert Rauschenberg per Speaking in Tongues dei Talking Heads(1983), Kenny Sharf per Bouncing Off The Satellite dei B-52’s (1986), H. R.Giger per Koo Koo di Debbie Harry (1981), Gerhard Richter per DaydreamNation dei Sonic Youth (1988), Pierre et Gilles per Disco Rough deiMatematique Modernes (1980), ma anche Herb Ritts per True Blue di Madonna(1986), Irving Penn per Tutu di Miles Davis (1986) e Annie Leibowitz per Bornin the USA di Bruce Springsteen (1984). Nello stesso periodo anche in Italia crescevano fruttuose collaborazioni, comequella tra Occhiomagico (alias Giancarlo Maiocchi) e i Matia Bazar, per i qua-li l’artista realizzò le copertine degli album Parigi, Berlino, Londra (1981) eAristocratica (1984), il videoclip di Aristocratica e gli allestimenti scenograficidei concerti. Con le postmoderne scenografie del tour Parigi, Berlino, Londrainizia anche la collaborazione tra i Matia Bazar e Alessandro Mendini, che sfo-cierà poi nel curioso episodio di Architettura sussurrante (1983), una compila-tion pubblicata su etichetta Ariston su testi dell’illustre architetto. L’ensembleteatrale dei fiorentini Krypton è invece l’artefice dell’incontro tra Alfredo Pirri ei Litfiba per lo spettacolo Eneide (1983-84), mentre nel 1986 ancoraOcchiomagico cura la copertina dell’album Il Fiume del waver comascoGarbo. Ecco, questo è il clima culturale, il background da cui prende le mosse,almeno idealmente, l’arte pop di Andy, che procede parallelamente alla sua at-tività di musicista e compositore, sia come tastierista dei Bluvertigo che comesolista. Se si vuole trovare un origine al pop fluorescente e levigato di Andy, senza in-sistere troppo sulle evidenti ascendenze warholiane (quale artista neopop nonne è stato influenzato?), bisogna risalire proprio a quei formidabili anni. Anniin cui, come scrisse Pier Vittorio Tondelli nel suo Un weekend postmoderno(1990), “la giovanile ed eclettica fauna del ‘postmoderno di mezzo mischia econfonde immagini, atteggiamenti e toni con la prerogativa non già di sconfes-sarsi ciclicamente nel passaggio da un look all’altro, quanto piuttosto di trova-

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re un’inedita vitalità espressiva proprio nel fluttuare delle combinazioni e nel-l’attraversamento dei detriti vestimentali”2. Già, perché, dimenticavo di dire,negli Ottanta l’arte non stava solo sulle copertine dei dischi e sui manifesti, macontaminava anche l’abbigliamento, il make up, insomma il look. Una bruttaparola inglese, per fortuna passata di moda, che indicava il modo di vestire edi truccarsi, ma soprattutto di “sentire” e di vivere la contemporaneità. Il merito di quel decennio fu di portare l’arte nella vita quotidiana di molti gio-vani. E così, tramite le suggestioni visive dei gruppi pop e new wave, l’arte con-quistava nuovi spazi nella vita quotidiana attraverso l’abbigliamento, il maquil-lage e persino il modo di comportarsi. Qui nasce la sensibilità di Andy, qui si formano i suoi gusti musicali, ma ancheartistici. Il Pop di Andy, infatti, non ha niente a che vedere con le tendenze con-temporanee del New Pop. È lontanissimo sia dal Pop Surrealism di Mark Ryden e Marion Peck, sia dallosnobismo intellettuale del New Folk di Marcel Dzama e Jules De Balincourt.Non ha nulla a che vedere nemmeno con l’immaginario Superflat di TakashiMurakami e Yoshitomo Nara, in bilico tra tradizione figurativa giapponese ecultura manga. Andy ha mutuato da Warhol il gusto di ritrarre musicisti e personaggi dello starsystem, icone sacre ed eroi dei cartoon, stilisti e top model, ma il suo stile èpiuttosto il risultato diretto degli influssi della grafica glamour targata eighties.Diplomatosi proprio in illustrazione e grafica pubblicitaria all’Accademia diArti Applicate di Milano, Andy non ignora di certo le splendide tavole di PatrickNagel, autore, tra l’altro, dell’indimenticabile copertina di Rio dei Duran Duran(1982). I suoi toni piatti, quasi illustrativi, le pose dei suoi soggetti, certi primipiani di modelle o di personaggi della tv vengono da quel tipo d’impostazio-ne, mentre i colori sparati, quegli acrilici fluorescenti che sembrano illuminarela tela come fosse un light box, quelli sono il segno inconfondibile della sua si-gla stilistica, nata da un perfetto incrocio tra le cromie di Keith Haring e i tonipastello di Fiorucci.La luminosità elettrica dei quadri di Andy, giocata sul contrasto tra colori pri-mari, è forse alla base anche del rapporto d’elezione, poi sfociato in moltepli-ci collaborazioni, con l’ex neofuturista Marco Lodola, che proprio sulla luce hafondato la sua fortuna d’artista.Nei lavori di Andy c’è tutto il suo mondo, tutto il suo immaginario, un distilla-to purissimo di arte, musica e spettacolo. Come ha scritto Red Ronnie, i suoi quadri “sono storie sintetizzate in uno scat-to fotografico”. Ma le sue “istantanee” sono distanti mille miglia dalla realtà,immerse in un universo di teatralità e trasformismo, in cui si addensano grumidi fiabe futuribili, sprazzi malinconici e decadenti rêverie in salsa acida. Ecco allora i ritratti saturi della new wave e dell’avant-pop, dai Joy Divsion aiKraftwerk, da Robert Smith ai Devo e poi Nico senza Velvet Underground, SidVicious senza Sex Pistols e, ancora, i Kiss, Madonna, Diamanda Galas, KurtCobain, Michael Jackson e David Bowie, quest’ultimo dipinto in tutte le versio-ni, da quella glam di Aladdin Sane a quella berlinese di Low. Ma non c’è solola mitologia rock nei dipinti di Andy. C’è anche la nostalgia per i cartoni ani-

2 Pier Vittorio Tondelli, Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni ottanta, pag 196, 1996, Bompiani, Milano.

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mati dell’infanzia, quelli made in Japan come Capitain Harlock e Goldrake equelli francesi come Asterix e i Barbapapà; ci sono divi dell’arte come Dalì eWarhol e del cinema come Marilyn e la Bardot; ci sono top model come KateMoss e Linda Evangelista e Vip come Lady D e Condolezza Rice. E poi, tra iGesù psichedelici e le Madonne pop, spuntano i tributi alla femminilità giap-ponese, alle Geishe che sembrano uscite dalle pagine dei romanzi di YukioMishima e Yasunari Kawabata. Anche se, in realtà, viene il sospetto che questeMadame Butterfly siano il frutto di un Japonisme di maniera, di una fascinazio-ne culturale che proprio negli anni Ottanta attraversava non solo la musica (pri-ma i Japan, poi David Sylvian con la complicità di Ryuichi Sakamoto), ma per-fino il cinema. Basti pensare all’ambiguo lirismo di Furyo. Merry Christmas Mr.Lawrence (in verità girato dal giapponese Nagisa Oshima, ma con una produ-zione anglo-nippo-neozelandese) o al bellissimo thriller di Ridley Scott, BlackRain - Pioggia sporca.Insomma l’universo pittorico di Andy è affollato di suggestioni e citazioni benprecise, come i dati di una carta d’identità, anzi come la mappatura di unDNA, capace di rivelare i tratti genetici dell’artista. Per questo, qualunque co-sa faccia, si tratti di quadri o di complementi d’arredo, di parati ornamentali odi manichini da sartoria, di pianoforti o di pannelli pubblicitari, la sua opera hasempre il merito di rivelare nient’altro che la sua personalità. Una personalità,si dirà, un po’ teatrale, troppo sofisticata, quasi snaturata, in una parola artefat-ta, cioè “fatta ad arte”. Ma d’altronde, scriveva Oscar Wilde, "Essere naturali èsolo una posa, e la più irritante che io conosca”.

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Foto: Paolo Regis

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lady mix, 2006Acrilico fluo su tela, cm 140 x 140

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psichegenius, 2006Acrilico fluo su tela, cm 140 x 140

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ride on a trip, 2006Acrilico fluo su tela, cm 140 x 200

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trifase, 2006Acrilico fluo su tela, cm 100 x 300

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retroletto, 2006Acrilico fluo su tela, cm 70 x 140

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sidvicious, 2006Acrilico fluo su tela, cm 100 x 100

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pet shop boys, 2006Acrilico fluo su tela, cm 50 x 40

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low, 2006Acrilico fluo su tela, cm 100 x 70

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marylink, 2006Acrilico fluo su tela, cm 120 x 120

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“80”, 2006Acrilico fluo su tela, cm 100 x 100

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ava, 2006Acrilico fluo su tela, cm 70 x 50

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heidi lemar, 2006Acrilico fluo su tela, cm 140 x 100

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love in a mirror, 2006Acrilico fluo su tela, cm 140 x 140

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geisha gold, 2006Acrilico fluo e foglia d’oro su tela, cm ø 100

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avril, 2006Acrilico fluo su tela, cm 50 x 40

mini loren, 2006Acrilico fluo su tela, cm 40 x 30

minilolita, 2006Acrilico fluo su tela, cm 40 x 40

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intimità, 2006Acrilico fluo su tela, cm 70 x 50

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addicted, 2006Acrilico fluo su tela, cm 100 x 100

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royalfamily, 2006Acrilico fluo su tela, cm 100 x 100

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gold-rake, 2006Acrilico fluo e foglia d’oro su tela, cm 50 x 50

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the best pirat, 2006Acrilico fluo su tela, cm 100 x 100

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rosaspinata gold, 2006(tratta da un immagine di Fabrizio Grigolo)Acrilico fluo e foglia d’oro su tela, cm 80 x 40

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memories, 2006Acrilico fluo su tela, cm 100 x 100

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videogame, 2006Acrilico fluo

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popguitar, 2006Acrilico fluo

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chaiselongue, 2006Acrilico fluo

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Andy nasce a Monza nel 1971.Dopo le scuole dell'obbligo si diploma all'Istituto d'arte di Monza.Si specializza nel ramo della grafica pubblicitaria e dell'illustrazione pressol'Accademia delle Arti Applicate a Milano.Contemporaneamente sviluppa la sua attenzione nei confronti della musica,studia il saxofono, i sintetizzatori (tastiere) collaborando a un progetto musica-le chiamato Bluvertigo, una band capitanata da Morgan (voce, basso e piano),supportata da Sergio Carnevale (batteria) e Livio Magnini (chitarra), che propo-ne al mercato italiano un suono anglofilo basato sulla commistione tra elettro-nico e suonato, applicato a diversi "generi musicali".Dopo anni di tournee, apparizioni televisive e implicazioni discografiche Andysi propone oggi in diversi ruoli, cercando di unire diverse forme di espressionedipinge grandi quadri fluorescenti su tela, compone colonne sonore per la dan-za contemporanea e il teatro, mixa la musica new wave degli anni ‘80 nei clubo le piazze come dj. s'inventa copresentatore di due programmi di MTV. Il tut-to sotto lo stesso punto di vista "il reset (spegnersi e riaccendersi)", ovvero il suoconcetto ideale, grado zero della creatività posto ad esplorare contesti diversida contaminare.Oltre alle mostre personali, collettive e nei club, oggi la sua pittura viene ap-plicata e commissionata in ambiti aziendali, come il settore della moda o quel-lo pubblicitario.

Biografia

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COLLETTIVE

1997 OPEN ART CAFE, Lissone (MI)

COMPAGNIA SOGNATORI E VIAGGIATORI, Milano

1999 BRESCIA MUSIC ART - Palazzo Bonoris, Brescia

MUSICHE SENZA SUONO - Museo Revoltella, Trieste

2000 BRESCIA MUSIC ART - Palazzo Bonoris, Brescia

CONTAMINANDOSI - Galleria Bembo Asolo, Treviso

COLLETTIVA - Galleria Cesare Manzo, Pescara

2001 SINESTESIE - Fondazione Maimeri Palazzo Durini, Milano(ospite di marco lodola)

2002 LODOLANDY - Palazzo Ducale, Sassuolo (MO)

LODOLANDY - Galleria Costa Rino, Casalemonferrato (NO)

COLLETTIVA - Galleria Barbavara, Milano

2003 “poesis” - Galleria Civica, Monza

“young-art” - Asta presso Cartiere Vannucci, Milano

2004 “riparte” presso Starhotel, Genova

2005 “artour-o” presso Starhotel, Firenze

“lodolandy 100%”, Finalmarina

2006 “lodolandy 100%”, Pietrasanta

“artverona2006” presso MyOwnGallery

“Arte Padova2006” presso MissArtGallery

“sahngai art fair2006”, Shangai (Cina)

PERSONALI

2001 “galleria marconi”, Cupra Marittima (AP)

2002 “tubes music station”, Legnano

2003 “villa ormond“, Sanremo

“galleria nuovo segno”, Forlì

2004 “galleria ellequadro documenti”, Genova

“galleria san bartolomeo”, Salsomaggiore Terme

2005 “borsa caffè“, Mantova

“east west gallery”, Milano

“worldwideartistsgallery”, Roma

2006 “Galleria del Palazzo”, Firenze

“excalibur Gallery”, Solcio di Lesa (Stresa)

“hotel meridien”, Principato di Monaco

MOSTRE NEI CLUB 2002/2005

MODENA MUSIC CENTER, Modena

VINILE, Bassano del Grappa

CAFFE MIRO’, Reggio Emilia

GOLF CLUB, Parma

VILLA DAL POZZO, Grisignano (VI)

MOTION, Zingonia (BG)

BLACKOUT, Roma

CASANOVA, Venezia

ZENZERO, Bari

MAISON D’ESPANA, Milano

ROCCA SI SAN FELICE, S. Felice sul Panaro MO)

ZOO BIZARRE, Sanremo

JABARI CAFE, Sesto Calende (VA)

ROCCA DI MONTEFIORE, Montefiore (CE)

FRIDA CAFE, Milano

CAFE 900, Modena

PLASTIC, Milano

VOX, Nonantola (MO)

LA MOSCA BIANCA, Ventimiglia

CIRCUS BEAT, Brescia

LE MIRAGE, Arezzo

CAFFE’ DALI, Pavia

IL COLLE, Alseno (PC)

GASOLINE, Milano

FIORIOSCURI, Milano

IL CALICANTO, Arona (VA)

ANOMALIA CLUB, Prato

CENTRARTI, San Marino

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Indice

lady mix pag. 11

psichegenius pag. 13

Ride on a trip pag. 15

trifase pag. 17

retroletto pag. 19

sidvicious pag. 21

pet shop boys pag. 23

low pag. 25

marylink pag. 26

“80“ pag. 29

Ava pag. 31

Heidi lemar pag. 33

Love in a mirror pag. 35

Geisha gold pag. 37

avril pag. 39

mini loren pag. 39

minilolita pag. 39

intimità pag. 41

Addicted pag. 43

royalfamily pag. 45

Gold-rake pag. 47

The best pirat pag. 49

memories pag. 51

Rosaspinata gold pag. 53 (tratta da un immaginedi Fabrizio Grigolo)

Videogame pag. 55

popguitar pag. 57

chaiselongue pag. 59

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artecontemporanea

studiodartefioretti

SEDE ESPOSITIVA

c/o “IKONOS - CENTRO LE FONTANE”Via Carlo Alberto Dalla Chiesa, 10 - 24048 Treviolo (BG)

SEDE GALLERIA

Via S. Giovanni, 14 - 24121 BergamoTel. 035 22 45 93email: [email protected]

www.studiodartefioretti.it

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