la porta del cuore: “emozioni in gioco” · scuola primaria a.locatelli,via veglia 80, 20159...
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IO MI RACCONTO . TU MI CONOSCI .
Data 26.05.2015 Numero 3 /4
www. ics locate l l i -quas imodo.gov. i t
Scuo la Pr imar ia A.Loca te l l i , v ia Veg l ia 80, 20159 M i lano
Prodotto ciclostilato in proprio
Letizia B. 4a C
La porta del cuore: “emozioni in gioco”
Io mi racconto. Tu mi conosci.
2 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Sommario
CARA MAESTRA, TI SCRIVO.... 3
----------------------------------------------SPAZIO APERTO----------
“Le mamme bibliotecarie della Locatelli !” 4
“Come un filo d’erba.” 6
La Libertà 8
Amicizia 8
Conflitto genitori figli 10
Allegria 10
Evviva il cortile 10
La Gioia 11
L’Amore 13
--------------------------------------------------------PROGETTI----------
Amico Libro “Locatelli” 17
English “Tommaseo” 20
Rugby “Locatelli” 21
“Cantanti si nasce” 22
Coltiva il tuo sogno 24
-------------------USCITE DIDATTICHE “TOMMASEO”----------
In giro per la città: pensieri ed emozioni… 25
Viaggio d’istruzione a Trieste 27
Il PIME e l’EXPO 30
Tutti alla biblioteca Cassina Anna 32
Accoglienza stranieri “Tommaseo” 34
-------------------USCITE DIDATTICHE “LOCATELLI” ----------
Il PALEOLAB: tutti al museo 35
---------------------------------------------------LABORATORI----------
Storia del fumetto 36
Un lavoretto per la Pasqua 41
EXPO in 4 aB 42
------------------------------------------------------------EVENTI----------
SIMULTANEA CORSO SCACCHI “LOCATELLI TOMMASEO” 43
PROGETTO CINEMA SCUOLA 44
INVITO Al NOSTRO FILM “ESAMI DI KOSCIENZA 45
PROGRAMMA CONCERTO IN PALESTRA 46
Io mi racconto. Tu mi conosci.
3 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
CARA MAESTRA, TI
SCRIVO...
Cara maestra,
ci hai chiesto di riflettere insieme sulla
paura e noi l’abbiamo fatto, raccogliendo i
tuoi suggerimenti. Ti offriamo le nostre
idee e ti chiediamo di rispondere su
quest’argomento, dicendoci la tua.
Abbiamo imparato che la paura è spesso
definita un’emozione negativa, ma non è
del tutto vero, perché può aiutarci a
proteggerci. Rintanandoci in un luogo che
ci fa sentire bene, possiamo
distanziarcene, mettendoci al sicuro.
Quando poi si è sconfitta bisogna
ricordare come si è fatto, perché potrebbe
servire in futuro a riconoscerla. Dunque
dobbiamo conservarla nel ricordo.
Quando sta per finire il giorno, il tramonto
appare all’orizzonte come la fine della
stanchezza quotidiana. La paura è simile
a quel buio: l’attesa del giorno è la
speranza che l’alba arrivi. E’ un segreto:
la notte cancella la fatica del giorno
precedente. E’ la capacità di restare soli,
la forza per affrontare il domani, perché la
solitudine è compagna di chi sa resistere
al buio . Ma come si fa a trovare la forza
per uscire da quel buio?
Elisa C. e Ikram B.
Carissime Elisa ed IKram,
vi ringrazio per il vostro prodotto e la
sintesi efficace del nostro lavoro. Dal
buio, in ogni momento della nostra vita se
ne esce con la sicurezza di essere capaci
di farcela, perché “ Nessuna notte è così
lunga da impedire al sole di risorgere”.
Di cosa io veramente ho paura? Di
morire, prima di aver lasciato ai miei figli il
calore e l’amore per le cose semplici.
Ecco per me sarebbe valso poco il mio
percorso senza aver donato.
Maestra Gessica
Cara maestra,
dal laboratorio sulle emozioni ho capito
che da una piccola cosa può nascere una
grande scoperta.
La vita è fatta di ostacoli che danno
tristezza e rabbia, ma anche da
esperienze profonde come l’amore, la
libertà e la gioia. L’amore mi fa pensare a
delle farfalle che volano e portano alla
Io mi racconto. Tu mi conosci.
4 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
gente biglietti contenenti messaggi
straordinari.
Cosa fa pensare a te l’amore?
Andrea F. 4aC
Caro Andrea,
per me l’amore è la Vita. Amare è godere
della presenza della persona che si ama.
Significa impegnarsi a non darla per
scontata, offrendole l’ascolto attento,
senza pretese. Amare è intesa. E’ la
certezza di raggiungere l’altro sulla riva
opposta, attraversando il mare in un
gheriglio di noce: l’impossibile che
diventa realtà. L’amore mi fa pensare all’
apprendimento: “viviamo per imparare ad
amare”.
Maestra Gessica
SPAZIO APERTO
“Le mamme
bibliotecarie della
Locatelli”
Per molti dei nostri bambini e, di
conseguenza per molte famiglie, la realtà
del prestito bibliotecario è diventata
un'abitudine, oseremmo dire piacevole e
divertente. Non crediamo sia necessario
spiegare in che cosa consista il
servizio,invece crediamo sia bello
raccontare quello che percepiamo negli
sguardi dei nostri ragazzi quando ci
vengono incontro. Nostri perché siamo
sei mamme con i rispettivi figli in Locatelli
o che hanno da poco lasciato questa
scuola. Si, una mamma ha voluto
continuare a regalare due ore del suo
tempo,una volta al mese, ai possibili
amanti della lettura di domani. Qualcuno
di loro ha già le idee chiare sul genere di
libro da leggere e si muove tra gli scaffali
della biblioteca in modo autonomo,come
fosse in camera sua, altri invece sono
indecisi e si fanno aiutare dai compagni
più esperti, dalle maestre e da noi
bibliotecarie. La ricerca del "compagno"
mensile avviene in modo allegro,
spensierato, per sentito dire, generoso
Io mi racconto. Tu mi conosci.
5 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
coinvolgente e anche spiritoso.
Fortunatamente riusciamo sempre a farli
uscire con un libro in mano. Le loro facce,
dopo la scelta del libro mensile, a volte
sono entusiaste e a volte perplesse,ma
la certezza che nessuno li giudicherà per
la scelta o li obbligherà a farsi piacere il
libro, permette loro di salutarci con un
sorriso, un ciao corale e a chiederci
quando torneranno a trovarci. Già…
quando dovranno venire in biblioteca....
Venire un verbo di movimento e
sappiamo tutti che ai bambini piace il
movimento. La biblioteca è una grande
aula in fondo al corridoio rimasta chiusa
per tanti anni e invece, adesso, permette
di uscire dalla classe di tutti i giorni, dal
banco che spesso è pesante. Permette di
scambiare qualche parola in più, vedere
facce diverse e stranamente nella nostra
biblioteca non vige l'obbligo dell'assoluto
silenzio. Per entrare in biblioteca bisogna
essere persone positive, spensierate,
felici, disponibili. Per apprezzare la lettura
prima di tutto bisogna essere possessori
di una vivace curiosità, avere entusiasmo
e trasmetterlo, essere allegri, sognatori,
coinvolgenti . Si può fare tutto questo nel
rispetto dei gusti dei nostri ragazzi che da
noi e dalle loro insegnanti lo stanno
imparando...molto bene! Ecco questa è'
la nostra e la biblioteca della scuola
primaria “Locatelli”!
Bisogna sempre ricordare che a fronte
dei tanti problemi,anche economici ,della
scuola si può porre rimedio con un po' di
tempo e di buona volontà. Ed è bellissimo
la sera pensare di non aver sprecato la
giornata in lamentele per quello che non
va, ma aver provato a cambiare le cose. Il
mondo potrà cambiare con il nostro
impegno e soprattutto con il sapere
accresciuto dei nostri figli e con l'esempio
che gli diamo .
Amani Ali, Paola Branca, Paola Ghessi,
Francesca Millin, Cristina Montefusco,
Daria Priori.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
6 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
“Come un filo
d’erba.” A cura dell’ ins. Gigliotti
Ci sono persone belle come fiori variopinti
nel prato della nostra vita. Altre sono
soltanto sottili fili d’erba. Ma un prato non
è forse un insieme d’infiniti fili d’erba,
inutili per chi ha lo sguardo attratto solo
dai suoi colori? Ed è per questo che non
dovremmo dimenticare di salutarli,
regalando loro, ogni tanto, un goccia della
nostra acqua, una fugace attenzione, un
docile pensiero. Serve per ricordarsi, tra i
tanti impegni, che siamo grati alla vita per
la semplicità delle piccole emozioni,
limitate ed intense. Ecco io sono uno di
quei fili d’erba: uno di quelli che
conservano la genuinità del pacato e
monotono verde, tra i soffioni e le
margherite in primavera …
Da quando il bambino inizia la scuola
primaria, appare l’esigenza di confrontarsi
con gli altri in merito alle sue capacità ed
è da questo momento che gli educatori e i
docenti devono insegnargli a riconoscere
le sue emozioni, per viverne le
conflittualità e sostenerne il suo processo
adattivo al cambiamento. In fase
adolescenziale, un lavoro mirato allo
sviluppo delle competenze emozionali è
un’ottima prevenzione alla violenza,
perché guida alla scoperta del Sé e al
sano controllo degli impulsi distruttivi ed
autolesionisti. Quest’obiettivo richiede un
impegno che esula dalla specifica materia
e sia capace di sfruttare la crisi personale
dello studente, per offrirgli l’opportunità di
riflettere sulla giostra di emozioni che lo
prendono di soprassalto. La famiglia, le
agenzie educative del territorio hanno un
ruolo collaborativo, perché l’esperienza
scolastica non rimanga ristretta, ma
possa essere messa alla prova dalle sfide
reali. Così una comunità, che insegna la
collaborazione, conduce i più giovani a
porsi le domande senza offrire loro la
soluzione immediata. Solo in questa
maniera svolge una funzione pregnante
nella maturazione personale, fondendo
disciplina ed empatia, ingredienti
indispensabili per la difesa dei valori
morali. Ma quanto vale la pena insegnare
a mettersi nei panni dell’altro e a dare
spazio alla sensibilità?
Io mi racconto. Tu mi conosci.
7 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Non è rischioso lasciare che i nostri figli
sentano le emozioni, in una società che le
calpesta?
Forse le calpesta perché non è capace di
riconoscerle. Dovremmo pensare ai nostri
figli in una dimensione olistica, più
inclusiva. Non possiamo costruirli per la
società che lasciamo loro, ma renderli
forti per non consentire il risucchio
nell’etica dell’intolleranza e del disgusto
per le fragilità.
Ognuno ha il diritto di usare gli strumenti
che conosce per difendersi, per pensare
e agire. Ma non è necessario mettere in
discussione il senso del nostro cammino,
ogni volta in cui l’altro non risponde alle
nostre attese. Se l’uomo non fosse stato
capace di trovare nuove prospettive, non
sarebbe sopravvissuto.
Oggi, in alcune parti del mondo, in cui i
bisogni primari sono stati soddisfatti, la
sopravvivenza si gioca sulla capacità di
riconoscere le differenze,
ridimensionando la centralità del Sé.
La malinconia dilagante, la difficoltà a
stabilire un rapporto duraturo, nasce
dall’urgenza di contatti forti ma provvisori.
L’immediato toglie la magia dell’attesa. Il
mediatico toglie il contatto. Sebbene
accorci le distanze, non lascia il tempo
alla rielaborazione.
D’un tratto decidiamo che l’altro,
chiunque esso sia, in ogni situazione
debba rispondere con decisione e
correttezza. Non gli concediamo margine
d’errore, tipico di ogni essere umano, che
si misura con la sua dimensione reale.
Se vogliamo sopravvivere allo stile
comunicativo che ci stiamo costruendo,
dobbiamo recuperare la genuinità delle
relazioni. Non si tratta di un gioco in cui
si vince o si perde, quello in cui si
guadagna un trofeo. Penso ad un gioco in
cui ci si diverte, per il gusto di stare
insieme, come in una partita amichevole.
In quel caso le regole si conoscono
perfettamente e non è necessaria la
presenza dell’arbitro: ci si accorda!
Amare la vita è difficile, perché non si può
disporre di tutto, in modo disordinato o
accondiscendente. Non è facile tenere
socchiusa la porta del cuore e lasciare
agli altri la possibilità di recuperare,
dunque di capire ciò che non si è riusciti
ad apprendere prima. Occorre fare i conti
con le difficoltà e serve coraggio per
compiacersi soprattutto di quello di cui
“ora” non si è capaci, senza lasciarsi
trascinare dalla nostalgia di quello che
sarebbe potuto essere e non è stato.
Accettare il lutto di una perdita è il modo
migliore per non abbandonare la
Io mi racconto. Tu mi conosci.
8 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
possibilità di ritrovare quello che non c’è
più.
E dunque insegnare a leggersi dentro, a
lasciarsi andare al pianto , cercando di
viversi e offrendo agli altri le proprie
piccole virtù, significa insegnare che la
vita è ricca e dietro ogni impegno c’è una
passione.
Non è necessario chiedersi come fare.
Basta essere naturali e distaccati dal
sentire comune che ci vorrebbe freddi e
cerebrali. Basta suggerire ai nostri figli
che la forza a volte nasce dal profondo
dolore e non devono avere paura di
sentirlo, perché solo così possono
crescere.
La Liberta’ A cura dell’ins. Motta Enrico e degli alunni della 5a
A.
SPECCHIO
Ed ecco sul tronco
si rompono gemme
Un verde più nuovo dell'erba
Che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto
piegato sul botro.
E tutto mi sa dì miracolo,
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.
Salvatore Quasimodo
Parafrasi
Il poeta vuole intendere che l'acqua delle
nuvole scendeva delicatamente , poi
vedeva il tronco e gli sembrava che fosse
morto e l'azzurro del cielo e poi un verde
acceso più dell'erba solo che il poeta dice
che alla notte non si vedeva più e alla fine
il tronco era già morto sul fossato cioè il
botro.
Commento
Questa poesia mi piace ed è molto bella
perché parla della primavera .
Amicizia
TEMA: SCRIVI UNA LETTERA a..
Cara Regina,
Ti voglio un mondo di bene.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
9 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Quando sei arrivata in questa classe, ho
subito pensato che potevi essere
un'amica bravissima. Con te ho condiviso
i miei momenti più brutti e quelli più belli.
Per me sei un'amica speciale, non mi
sarei aspettata di trovare un'amica così
gentile, brava e sincera. A te ho confidato
alcuni segreti che non avrei detto alla mia
famiglia. In questo ultimo anno mi sono
affezionata molto a te. Quando penso che
l'anno prossimo non ci potremo vedere
più come adesso divento triste. Regina, ti
voglio molto bene, tu per me sei come
una sorella, spero che non ci lasceremo
mai.
Rachele.
Cara Roberta,
sei un'amica fantastica e sei molto
simpatica. Ti voglio un sacco di bene.
Quando vado a scuola o in un altro posto
io penso sempre a te. Desidero tanto che
quando saremo maggiorenni vivessimo
con te in montagna con gli animali. Mi
diverto un sacco quando siamo insieme.
Sei la migliore amica che abbia avuto in
vita mia, sei davvero come un fiore che
sboccia e non voglio mai più separarmi
da te. Tu mi aiuti in ogni momento
quando mi sento triste e infatti ti ringrazio
per quello che fai per me. Ti scrivo questa
lettera con tutto il mio cuore.
Con affetto. Maribel
Cara Ahlam tu sei la mia migliore amica ,
da quando sono entrata in classe mi sono
resa conto che te saresti stata la mia
migliore del cuore .Quando sono entrata
in classe il maestro mi ha chiesto di dargli
il diario per scrivere il materiale
occorrente si come il maestro non se lo
ricordava e allora tu Ahlam ti sei offerta di
darmi il foglio del materiale e io ho
pensato subito 'come è gentile questa
bambina. lo e Ahlam ci aiutiamo a
vicenda , addirittura quando litighiamo noi
facciamo pace subito.Un giorno di questi
vorrei invitarti a casa mia. Ahlam per me
sei una grande amica. Ti voglio bene
Ahlam Katerine Juliett
Cara Simona
io ti scrivo questa lettera perché tu sei
una vera amica ci sei sempre quando ne
ho bisogno, tu sei una persona
bravissima che c'è sempre, che mi fa
sorridere tutte le volte che sono triste. Tu
sei la mia migliore amica io ti voglio un
sacco di bene anzi un mondo di bene , tu
sei molto speciale , tu sei una vera amica.
Alcune volte io mi innervosisco però non
vuol dire che non ti voglio bene anzi, io so
che a volte litighiamo , però poi facciamo
subito pace. Quando sto vicino a te ,
sento che posso confidarti tutto senza
problemi. lo ti voglio e te ne vorrò sempre
, tu sei la miglior persona del mondo
La tua amica Alessandra.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
10 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Caro Lorenzo,
spero che tu stia bene, volevo solo dirti
che mi manchi. Da quando sei andato via
da questa zona non ti ho più visto,
qualche giorno spero di rincontrarti. Ti
ricordi tutte quelle volte che giocavamo
quando frequentavamo la scuola
materna? spero di rivederti e giocare
come una volta.
Ciao Alessio
Conflitto
genitori-figli
TEMA: Le discussioni con i tuoi
genitori.
Le mie discussioni famigliari, le ho
spesso con mia mamma e per svariati
motivi. Ad esempio quando io voglio
andare da qualche mia amica da sola e
lei non vuole. Mia mamma alcune volte
decide le cose che voglio e spesso
sceglie il contrario. Con mio papà le
discussioni vanno alla grande , ma alla
fine soddisfano ogni mio desiderio. Mia
mamma e mio papà quando ceniamo mi
chiedono come ho trascorso la giornata .
I miei genitori comunque per me sono i
migliori di tutto il mondo.
Allegria A cura dell’ins. Gessica Gigliotti e degli alunni
della 4a C.
Letizia B.
IL LAMA AL CINEMA
Un lama va al cinema per vedere un film
in 3D sulle creature marine. Però non gli
piace e ogni secondo sputa dalla noia,
fino a formare un mare. All'uscita una
signora gli chiede: <<Le è piaciuto il film
in 3D sul mare ? >>. E lui risponde:<< E'
stato noioso, ma l'effetto 3D non
mancava!>>.
Micol M.
Evviva il cortile! A cura dell’ins. Fiumefreddo e degli alunni della 1a
B.
Oggi siamo andati a giocare nel cortile
della scuola.
Abbiamo corso tantissimo e con la palla,
abbiamo giocato a basket e a pallavolo.
Con noi c`erano i bambini di prima A e
insieme abbiamo giocato con gli aerei di
carta.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
11 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Eravamo felici di stare insieme ai nostri
amici,di goderci il sole ed osservare i fiori.
E` stato un intervallo bellissimo e
speriamo di tornarci ancora.
La Gioia ! A cura dell’ins. Gabrieli e degli alunni della 4a A.
Finalmente il cortile!
Finalmente quest’anno abbiamo
l’occasione di andare in cortile; l’anno
scorso hanno iniziato a fare dei lavori di
ristrutturazione ed è per questo motivo
che, per tutta la terza e metà della quarta,
non ci siamo andati: per me la possibilità
di andare in cortile è una cosa bellissima,
perché non mi piaceva stare tutte le ore
di scuola al chiuso, invece adesso
possiamo fare l’intervallo all’aperto e
divertirci di più. In cortile si possono fare
molti più giochi di quelli che si possono
fare in classe., come palla prigioniera che
è la cosa che mi piace di più. Dato che a
volte non gioco a palla mi metto a fare le
ghirlande con alcune mie amiche e
insieme ci divertiamo per conto nostro. In
cortile si può anche giocare con l’elastico
e con la corda. I petali che cadono
sembrano coriandoli e mi danno una
sensazione di allegria. Per me andare in
cortile è una cosa molto bella, che rende
la scuola molto più divertente perché si
può passare un po’ di tempo all’aperto e
in questo modo possiamo sentire anche
la primavera. Insomma l’occasione di
andare in cortile è una cosa fantastica!
Nairi A.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
12 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Per me avere la possibilità di andare in
cortile è una grande cosa, perché è
decisamente meglio il cortile. La classe è
sempre la stessa, stessi compagni,
stesse maestre, stessi cartelloni … Il
cortile invece mi dà una grande
soddisfazione perché magari ci sono fuori
nuovi colori diversi dai giorni precedenti;
si può fare amicizia con bambini di altre
classi oppure salutare conoscenti che
tornano a casa dalle medie. In cortile poi
si può prendere una palla ed iniziare a
giocare a calcio, palla prigioniera, basket
ball …
Le maestre invece guardano i bambini
giocare per assicurarsi che non si
mettano a litigare. Insomma, mi piace
perché si può giocare, abbronzarsi e fare
amicizia. Questa è la vera vita, piena di
allegria e felicità. Io preferisco il cortile
perché mi fa sentire libera. C’è una sola
cosa che non mi piace del cortile: il
polline!
Nicole C.
E’ da due anni che non andiamo in
cortile, ma finalmente adesso si può
andare ed andarci dà una sensazione di
libertà e gioia. La prima volta aspettammo
“attaccati” al portone del cortile,
ovviamente molto eccitati e non solo noi
eravamo contenti, ma anche la maestra
Anna era contenta per due motivi: il primo
perché eravamo stranamente silenziosi e
secondo perché anche a lei piace andare
in cortile.
Ci incamminammo per il cortile e
Riccardo andò a prendere il pallone di
spugna a giocammo a palla prigioniera.
Alcune femmine fecero delle ghirlande di
fiori, mentre maschi e altre femmine
giocavano con la palla. Io, Abgail,
Sharon, Viola, Emma e Nairi ci
sdraiammo sulle nostre giacche ad
abbronzarci. Io feci uno scherzo ad
Abgail: le misi un po’ d’erba sulla felpa e
lei ritornò a sdraiarsi e le entrò un po’
d’erba nella maglietta e quando si rialzò
le cadde tutta l’erba e io e le mie amiche
ridemmo a crepapelle. E’ stato un giorno
indimenticabile!
Giulia M
.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
13 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
L’ Amore ! A cura dell’ins. Gigliotti e degli alunni della 4a C.
TRE FAVOLE PER SOGNARE
- - - - - - - - - - - - - -
C'era una volta una ragazza che abitava
con la madre il padre in una casetta, poco
distante da un villaggio. La fanciulla si
chiamava Annalisa. Aveva grandi occhi
azzurri e luminosi capelli rossi come il
fuoco. Le sue gote erano vellutate e
rosee e le sue labbra erano sottili. Fin da
piccola Annalisa visse con gli animali. Lei
amava danzare e cantare lungo i prati
attorno a casa, accompagnata da
uccellini, gatti, cani... Ogni mattina,
appena sveglia, andava nella stalla,
mungeva le mucche, e dava da mangiare
ai vitellini. Quando usciva dalla stalla
correva dritta nel pollaio e dopo aver
aperto la porta di legno scavalcava il
gradino, apriva il rubinetto, riempiva la
ciotolina dell'acqua, poi quella del cibo
con il granoturco. A quel punto tutti i
pulcini del pollaio si addossavano su di
lei. In quel momento Annalisa si sentiva
la bambina più fortunata del mondo.
Un'estate Annalisa andò a lavorare nei
campi di un agricoltore amico del padre.
Alla fine del raccolto la fanciulla aveva
guadagnato un bel gruzzoletto con cui
avrebbe voluto comprare una spilla che
desiderava da molto tempo. Così quella
sera tornata a casa, Annalisa era
impaziente che arrivasse il mattino, per
andare a prendere la spilla. La mattina
dopo, Annalisa, si vesti e subito si
incamminò per il paesino. Lungo la strada
incontrò una vecchina che le chiese di
accompagnarla al villaggio poiché non
era sicura di riuscire ad arrivarci da sola.
Giunte nella piazza del paesino la
fanciulla si diresse verso la gioielleria
dove comprò la spilla tanto desiderata.
Quando uscite al negozio, la vecchina le
chiese del pane, la ragazza desolata,
rimasta senza denaro, rispose che aveva
Io mi racconto. Tu mi conosci.
14 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
speso i suoi ultimi risparmi per comprare
la spilla. A quel punto la vecchina si
trasformò in una fata e le fece un
incantesimo: di giorno la fanciulla al posto
delle braccia avrebbe avuto le ali e il
corpo si sarebbe trasformato in quello di
un uccello. Di notte invece, al posto delle
gambe, avrebbe avuto una coda da
sirena. Fu così che in quell'istante
Annalisa si trasformò in un pettirosso e,
incapace di volare, zampettato qua e là.
Poco distante si trovava una rondine
intrappolata in una gabbia da un uomo,
così Annalisa mentre l'uomo che aveva
intrappolato la rondine si era allontanato,
iniziò a scuotere la gabbia fino a quando
cadde a terra e si aprì. Così la rondine
venne liberata, e volò via insieme ad
Annalisa. La rondine aveva appena avuto
una nidiata così, intenerita, deciso di
prenderla come figlia adottiva. Arrivata la
notte Annalisa si stava per addormentare
accanto ai suoi nuovi fratellini quando si
ritrovo nel mare. Si sentiva strana, al
posto delle gambe aveva una lunga
penna argentata e sul collo delle branchie
per poter respirare. Iniziò a nuotare tra i
pesci colorati e le alghe e variopinte,
quando vide qualcosa agitarsi dentro ad
una rete. Si avvicinò per vedere di che
cosa si trattasse: un Tritone si stava
dimenando in una rete da pescatore.
Annalisa notò un pesce spada e gli
chiese di poter usare il suo lungo naso
con cui inizio a tagliare la rete per liberare
il Tritone. Appena Annalisa lo vide se ne
innamorò e lo stesso accade a lui. Il
Tritone si chiamava Marino. Passarono le
settimane e Annalisa di giorno era
un'ottima volatile e di notte un'eccellente
sirena. Durante il giorno era sempre più
felice di stare con la famiglia di rondini
che si prendeva cura di lei. E, invece di
notte era sempre più innamorata del
Tritone. La fata che aveva sempre tenuto
d'occhio Annalisa riconobbe il suo amore
per gli altri e decise di premiarla
facendola tornare umana. Annalisa disse
che avrebbe accettato soltanto se il
Tritone Marino l'avesse potuta
accompagnare. La fata le disse che
poteva scegliere solo per lei. Fu così che
la fanciulla rinunciò a tornare sulla terra e
scelse di rimanere con Marino nel mare.
di Letizia Busi
- - - - - - - - - - - - - -
C’era una volta una fata che si chiamava
Malefica. Malefica viveva in un mondo
fatato, circondata da piante meravigliose,
fiori dai mille colori e animali di ogni
specie. Le creature del suo regno erano
incantate, vivevano libere e in pace tra di
loro. Nonostante il suo nome la fata
aveva un animo buono e gentile con tutti,
Io mi racconto. Tu mi conosci.
15 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
adorava volare libera nel cielo. Era una
donna bellissima con enormi ali bianche e
le sue vesti erano lavorate con foglie e
fiori. Spesso s’intratteneva nel bosco con
i suoi amici animali. Con loro cantava,
ballava e giocava. Malefica non aveva
mai incontrato un umano in vita sua
perché il suo regno non era mai stato
scoperto dall’uomo. Un giorno però
accadde un fatto straordinario. Tomas, un
giovane ragazzo che si era perso, riuscì
ad entrare nel suo reame. Appena videro
lo straniero, le creature del bosco,
spaventate andarono a chiamare
Malefica. La fata, incuriosita e spaventata
allo stesso tempo, volle conoscere subito
l’intruso che a sua volta, non capendo
dove si trovava, era il più spaventato di
tutti. Inizialmente la fata, non fidandosi
del giovane, lo imprigionò e gli fece tante
domande. Quando fu certa che egli era
giunto per caso e non per fare del male a
lei e al suo regno, lo liberò e cominciò a
trattarlo come un ospite. Gli fece
conoscere tutti gli abitanti del bosco, lo
portò a visitare posti incantati e magici e
lo rimpinzò di cibo. Tomas si trattenne a
lungo nel regno di Malefica e tra i due
nacque una bellissima amicizia che pian
piano si trasformò in amore. Tra i due non
poteva funzionare perché nel regno
incantato non era concesso sposare un
umano. Malefica, al pensiero di dover
rinunciare a Tomas quasi impazzì dal
dolore. Doveva trovare una soluzione. Fu
così che decise di recarsi dal vecchio
saggio del paese, che aveva più di 4.000
anni e sicuramente l’avrebbe potuta
aiutare. Il vecchio saggio ascoltò con
molta attenzione il racconto di Malefica
che, con le lacrime agli occhi, gli
chiedeva di trovare per lei una soluzione,
altrimenti sarebbe morta di dolore. Il
vecchio, impietosito e colpito dal forte
amore di Malefica nei confronti del
ragazzo, disse che una soluzione c’era,
ma Tomas avrebbe dovuto superare una
prova molto difficile. Nel sottobosco
viveva un drago. La prova consisteva nel
far commuovere il drago, (che mai nella
sua vita aveva pianto) solo così avrebbe
dimostrato di avere un pizzico di magia e
quindi di essere degno di sposare
Malefica. Tomas accettò e si recò dal
drago. Stette lì tre giorni e tre notti,
Malefica era disperata ma quando ormai
dava il suo innamorato per morto, lo vide
ritornare accompagnato dal drago. Il
drago nell’ascoltare il racconto di Tomas
non solo si era commosso fino a piangere
ma era diventato anche suo grande
amico. La prova venne superata, Malefica
e Tomas si sposarono. Il regno fece una
grande festa che durò sette giorni e dal
Io mi racconto. Tu mi conosci.
16 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
loro amore nacque Aurora, una bellissima
bambina metà fata e metà umana, con il
coraggio del padre e con i poteri magici e
la bellezza della madre.
Di Alessia P.
- - - - - - - - - - - - - -
C'era una volta una tartaruga di nome
Lusi che abitava con la mamma. Lusi
aveva un migliore amico che si chiamava
Giacomo. Lusi e Giacomo erano
inseparabili, perché si volevano tanto
bene, ma le loro mamme non volevano
che loro due si frequentassero. Lusi era
una tartaruga molto felice e amorosa e
voleva sempre bene agli altri. La mamma
di Lusi non voleva che frequentasse
Giacomo perché non le era simpatico. Un
giorno Lusi scappo' di casa e in segreto
incontro' Giacomo. Le mamme, invece,
erano preoccupate, perché non li
trovavano più. Cercarono in giro per tutto
il mare in cui abitavano. Poi Lusi e
Giacomo ritornarono dalle loro mamme
che, felici di averli ritrovati, andarono loro
incontro. Ritornarono a casa e Lusi disse
alla mamma che, anche se Giacomo era
brutto e non le risultava simpatico, lei lo
amava perché sapeva ascoltarla e si
comportava bene con gli altri. I suoi amici
sentirono tutto e organizzarono una cena
per le due mamme, per Lusi e Giacomo.
Mangiarono e le due mamme alla fine
della cena incominciarono a litigare. Lusi
e Giacomo scapparono. I loro amici poi
andarono a cercarli, mentre le due
mamme li aspettavano nel posto dove
avevano cenato. Li ritrovarono e decisero
di non vedersi più. Successivamente le
mamme si parlarono e decisero di farli
sposare. Finalmente felici coronarono il
loro sogno. Si sposarono sopra una
conchiglia a forma di cuore e si suggello'
l'amore tra Lusi e Giacomo, due
tartarughe innamorate.
Di Matteo A.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
17 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
PROGETTI
Amico Libro
“Locatelli”
La maestra Tiziana Gelmi consiglia:
Aspettando l'incontro con la scrittrice:
che emozione......!
( a cura dell'ins. Carmen De Petra e degli alunni
della classe 4aD)
Giovedì 23 aprile è stata la GIORNATA
INTERNAZIONALE DEL LIBRO e noi
l'abbiamo festeggiata andando in Aula
Video dove abbiamo incontrato e
conosciuto Mathilde Bonetti, scrittrice del
libro "La gatta magica.". Ma , andiamo
con ordine... Tutto è cominciato il giorno
prima, quando la maestra Carmen ci ha
letto un capitolo di un libro senza dirci né
titolo, né autore. Era un testo di fantasia
che ci ha molto incuriositi e appassionati,
la protagonista era una gatta di colore
blu. Più tardi la maestra ci ha invitati a
preparare una serie di domande da porre
a uno scrittore, qualora avessimo avuto la
fortuna di incontrarlo! Ma veramente
avremmo potuto incontrare un autore di
libri? Abbiamo pensato subito che fosse
una richiesta un po' singolare, qualcuno
di noi ha creduto che la maestra ci stesse
preparando una sorpresa, che "bollisse
qualcosa in pentola", alcuni ritenevano di
non poter avere una fortuna così grande,
qualcun altro ha pensato che la maestra
volesse farci uno scherzo..., tante
perplessità ci frullavano per la testa...ma
la maestra Carmen, un po' sorniona, ci ha
parlato di un vecchio programma
radiofonico dal titolo "Le interviste
Io mi racconto. Tu mi conosci.
18 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
impossibili" dove il giornalista intervistava
personaggi della storia o della preistoria
già morti da tempo,come Picasso,
Napoleone, Mozart o l'uomo di
Neanderthal... e quindi abbiamo pensato
di trasformarci anche noi in intervistatori e
... ci siamo tranquillizzati. Così arrivò il 23
aprile, la GIORNATA INTERNAZIONALE
DEL LIBRO, che per noi è cominciata con
la seguente rivelazione: avremmo
veramente incontrato una scrittrice,
proprio l'autrice del libro che la maestra
aveva incominciato a leggerci il giorno
prima! Per noi è stata una gradevole
sorpresa, così con un certo impegno
abbiamo raccolto le domande in un unico
questionario con tutte le nostre curiosità e
ci siamo avviati verso l'Aula Video,
eravamo eccitati e smaniosi di conoscere
questo personaggio; alcuni si
immaginavano la scrittrice ancor prima di
vederla, altri si vedevano già con
l'autografo in mano e gli occhi lucidi, però
tutti sapevano che sarebbe stata
un'emozione irripetibile. Entrammo e
vedemmo una persona che ci aspettava
con un bel sorriso stampato sul volto, era
alta, bella, vestita in rosa e nero con
scarpe dai tacchi vertiginosi veramente
speciali... All'inizio non abbiamo
nemmeno dovuto porle delle domande
perché Mathilde ha cominciato a parlare
a ruota libera. Sentivamo battere forte
forte nel nostro petto e mentre la scrittrice
parlava di se stessa avevamo il cuore in
gola dall'emozione. Ci ha raccontato tante
cose sui suoi libri, che il suo primo libro
l'ha scritto in 5a elementare, ci ha
mostrato i suoi libri "Stella Bianca" e "I
diari di Martina", ora diventati delle serie,
ci ha spiegato come si pubblica un libro,
ci ha parlato del suo amore per gli animali
e per lo sport. Più tardi abbiamo iniziato a
porle qualche domanda, dapprima un po'
timidi, poi preso coraggio più sicuri di noi
stessi, anche perché Mathilde ci ha
messo a nostro agio, dimostrandosi
disponibile, gentile e immediata, molto
vicina a noi bambini. Siamo rimasti
sorpresi dalla sua proprietà di linguaggio
e dalla sua capacità di rendere semplici
anche le spiegazioni più complicate, dal
suo essere così comunicativa! La cosa
che ha colpito di più molti di noi é stato
sapere che del libro "La gatta magica" ha
venduto più di 50000 copie e nella nostra
mente abbiamo immaginato questi 50000
bambini come noi che leggevano curiosi
e affascinati la storia che ora stava
meravigliando anche noi! Al ritorno in
classe, abbiamo pregato la maestra
Carmen di completare la lettura del libro
che aveva incominciato il giorno prima,
era proprio "La gatta magica". Beh,
Io mi racconto. Tu mi conosci.
19 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
bisogna dire che é veramente inconsueto
leggere un libro di cui si è appena
conosciuto di persona l'autore, si
capiscono più cose e ci si può persino
immaginare la scrittrice all'opera...
un'esperienza veramente unica!
L'incontro con la scrittrice é stato molto
interessante, emozionante e veramente
inaspettato, la sorpresa ha aumentato il
nostro interesse e le nostre aspettative.
Alcuni di noi hanno deciso di provare a
scrivere un libro. Chissà, forse anche noi
potremmo diventare scrittori un giorno...!
Nel frattempo, crediamo che lo slogan
con il quale ci vogliamo congedare possa
essere questo, in tempo di EXPO:
LEGGERE E' CIBO PER LA MENTE!
Mathilde Bonetti e gli alunni di 2aD
Io leggo perchè
Il 23 Aprile è venuta a scuola la scrittrice
Mathilde Bonetti. L'abbiamo incontrata in
aula video, dove ci ha presentato alcuni
libri che ha scritto. Ero molto emozionata
e mentre Mathilde raccontava come è
nata la sua passione per la scrittura
sentivo che nella sua storia c'era
qualcosa che mi somigliava; per quel
breve istante in cui parlava di sé mi sono
sentita come lei. A me piace tantissimo
scrivere e questo incontro mi ha aiutato a
capire quanto sia importante la lettura,
per scrivere. E' come se avessi aperto un
altro scrigno, contenente un nuovo
consiglio per scrivere: leggere. Molte
volte quando scrivo prendo l'ispirazione
dai libri che leggo e da un pensiero già
usato ne ricavo uno mio e unico. Invece
quando devo inventarmi ciò che scrivo,
chiedo al cuore un po' di fantasia, che
regalo ad ogni persona che legge.
Questo incontro mi ha fatto viaggiare
nella speranza del desiderio di diventare
come Mathilde Bonetti una scrittrice, e di
far sognare qualcuno con i miei libri.
Micol M. 4 C
Io mi racconto. Tu mi conosci.
20 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
English
“Tommaseo”
My most exciting school experience
A cura della prof.ssa De Cillis e dagli alunni della
2aC
On December 3 2015 an orchestra came
to our school. The name of the orchestra
was "Giovani Musicisti Ossolani" (G.M.O:
young musicians from Ossola, Piemonte).
In the orchestra there were 40 students
whose age was from 13 to 30. This
orchestra was in perfect harmony thanks
to his conductor Alberto Lanza. During
this show the orchestra played a lot of
famous soundtracks about films and
cartoons and we had to guess them. It
was a very exciting and funny experience.
I hope we will have the chance to listen to
another concert of them soon!
Erika S., Sara A.
We have started to play hockey at school
this year. Our teacher of physical
education divided us into teams. Hockey
is a game that can seem appealing, but at
the same time dangerous, because the
players are driven to become aggressive.
To play hockey you must respect the
rules: - use your feet only to stop the disk;
- you can not play on your knees or on
the ground ( except the goalkeeper ); -
you cannot hit the opponent with the bat –
Can not lift the bat over his knees
Carlotta C., Luna Z., Santome Hilary
Library Cassina Anna,
Milan: a recommended tour!
We enjoyed this tour very much because
it was very interesting and it helped us
think. Here are two representative poems
that we read at the library in Italian and
that we read in their original language
with our English teacher:
HOW TO EAT A POEM
by Eve Merriam
Don't be polite.
Bite in.
Pick it up with your fingers and lick the
juice that
may run down your chin.
It is ready and ripe now, whenever you
are.
You do not need a knife or fork or spoon
or plate or napkin or tablecloth.
For there is no core
or stem
or rind
or pit
or seed
or skin
to throw away.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
21 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Non essere educato.
Mordila bene.
Usa le mani e lecca il succo che
scorrerà sul mento.
È pronta e matura, sempre quando lo sei
tu.
Niente cucchiaio, coltello o forchetta.
Né piatto, tovaglia o tovagliolo.
Perché non ha torsolo
né gambo
né scorza
non picciolo
né seme
né buccia
da buttar via.
WATER, IS TAUGHT BY THIRST
By Emily Dickinson
Water, is taught by thirst.
Land - by the oceans passed.
Transport - by throe -
Peace - by it's battles told -
Love, by memorial mold -
Birds, by the snow
.
L'acqua è insegnata dalla sete.
La terra, dagli oceani traversati.
La gioia, dal travaglio.
La pace, dai racconti di battaglia.
L'amore dà un'impronta di memoria.
Gli uccelli, dalla neve.
Traduzione dei ragazzi della 1a C
Rugby
“Locatelli”
a cura dell'ins. Cattaneo Nella e degli alunni della classe 2aB
Durante il mese di marzo e aprile gli
alunni della scuola Locatelli hanno
partecipato ad alcune lezioni tenute nella
palestra della scuola. Lo sport del rugby
ha un'alta valenza educativa e
pedagogica. In questo sport il rispetto
delle regole e dell'avversario sono un
valore fondamentale: si gioca "CON" e
non "CONTRO" l'avversario. Le lezioni a
scuola hanno permesso ai bambini di
conoscere questo sport e hanno
permesso di imparare ad "andare avanti"
per raggiungere la meta , ad accettare il
contatto con l'avversario e a sostenere il
compagno in difficoltà. In questo sport
ognuno è chiamato a dare il meglio di se
stesso, che sommato al meglio degli altri,
prima di tutto fa divertire ed
eventualmente vincere. Le insegnanti
hanno apprezzato molto l'intervento degli
istruttori del CUS rugby e i bambini hanno
così espresso il loro gradimento: "Mi è
piaciuto molto il gioco in cui ci tenevamo
per mano...." (Alice) " Mi sono divertita
quando loro correvano e noi andavamo
sotto le loro braccia...! (Maima) " E’ stato
Io mi racconto. Tu mi conosci.
22 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
bello quando abbiamo camminato con un
piede , con la palla ovale in mano...)
(Romayesse) " La lezione mi è piaciuta
perché ho giocato con i miei amici.." (Iris)
"E’ stato bello aiutare i compagni e
abbracciarli" (Luigi) "Mi sono piaciuti tutti i
giochi che abbiamo fatto"( John Lloyd)
"La prima volta pensavo fosse noioso ,
ho visto che la palla era ovale e che
invece era molto divertente" ( Azel) "... I
bambini correvano e poi si
abbracciavano..." (Gaia)
“Cantanti si nasce”
Lo scriverò nel vento
A cura dell’ins. Licata e degli alunni della 5aB
Per me la canzone “Lo scriverò nel vento”
imparata con la maestra Daorsa, è l’unica
fra tutte le altre che esprime
maggiormente i sentimenti di amicizia ed
amore. Nel messaggio la canzone
desidera l’uguaglianza, l’amicizia e la
pace tra le persone del mondo e vorrebbe
che questo messaggio viaggiasse con il
vento.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
23 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
I sentimenti
A cura dell’ins. Licata e degli alunni della 5aB
I sentimenti sono speciali
e ti fanno tanti regali
Loro son belli
anche senza cappelli
L'amore
ha un unico colore
La paura non
è del tutto oscura
La tristezza è
anche piena di bellezza
La felicità e la bontà
sono amiche per la pelle
e chiacchierano come paperelle
Luna V.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
24 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
COLTIVA IL TUO
SOGNO A cura dell’ins. Fiumefreddo e degli alunni della
1aB
Ieri,con gli esperti del laboratorio,abbiamo
seminato i semi di zucca, che dobbiamo
coltivare a casa. Il mio vaso l'ho chiamato
Titti. Abbiamo parlato degli oggetti a noi
preziosi, dei nostri sogni futuri e del
rispetto verso gli altri. Alla fine, in gruppo,
abbiamo giocato a scrivere frasi con
disegni adesivi. L'incontro ci è piaciuto
tanto.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
25 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
USCITE
DIDATTICHE
“TOMMASEO”
In giro per la città:
pensieri ed
emozioni…
Mi sono divertita molto, specialmente al
Duomo. La cosa che mi ha colpita di più è
stata la meridiana con i segni zodiacali…
da un foro nella parete entra la luce del
sole che, a mezzogiorno, colpisce la linea
della meridiana in corrispondenza del
segno zodiacale che c’è in quel momento
dell’anno… che forza!!
Aira
Che belle le vetrate!!!
Alessia
Ieri siamo saliti in cima al Duomo di
Milano, dove non ero mai salito. Era
altissimo e c’erano tanti scalini…
sembrava un rifugio…
Fabio
Sui Navigli è stato emozionante,
divertente e interessante. Emozionante
perché in alcuni punti le sponde erano
strette e io avevo paura che il battello si
incastrasse… Divertente perchè eravamo
tutti insieme, noi di 1B e 1C…
Interessante perché mentre navigavamo
la guida ci mostrava i monumenti e ci
raccontava molti aneddoti… come quello
di san Cristoforo, protettore dei pellegrini
e dei naviganti
Francesca
I momenti più emozionanti sono stati due:
salire fino a vedere da vicino le guglie e
quasi toccare la Madonnina e trovarci tutti
insieme nel prato a giocare.
Francesco D.
Ho imparato cosa vuol dire l'espressione
"a ufo" e da dove deriva: le barche che
trasportavano il marmo di Candoglia per
la costruzione della cattedrale non
pagavano la tassa di navigazione. Per
essere riconosciute recavano la scritta A
UFO (Ad usum fabricae)... ecco perchè
oggi chi fa qualcosa senza pagare si dice
che lo fa "ad ufo"!
Francesco M.
Il santo chiodo: tra il III e il IV secolo d.C.
la regina Elena, madre dell’imperatore
Costantino, guidò una spedizione
archeologica in Galilea. Durante gli scavi
Elena trovò due chiodi della croce di
Gesù. Tornata a Roma fece fondere uno
dei chiodi trasformandolo in un morso per
il cavallo del figlio, affinché avesse la
protezione da parte di Dio. Mentre l’altro
Io mi racconto. Tu mi conosci.
26 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
chiodo lo incastonò nel suo elmo. Il
morso del cavallo di Costantino è
conservato nel nostro Duomo (Domus
Dei = casa di Dio).
Il rito della Nivola: una volta all’anno il
chiodo viene tolto da dove è conservato e
viene trasportato dal vescovo su un
balconcino situato sopra l’altare e da lì
viene celebrata la Santa Messa.
Gabriel
Dopo avere visitato l'interno del Duomo,
siamo scesi al battistero di San Giovanni
alle fonti. Là sotto faceva caldo e
mancava un po' l'aria, ma è stato
interessante osservare uno dei primi
battisteri della cristianità, ed emozionante
pensare che lì sant' Ambrogio battezzò
sant'Agostino. Il battistero ha una forma
ottagonale, e al centro c'era una piscina
dove gli adulti che venivano battezzati si
immergevano per "rinascere" a nuova
vita. Quando siamo risaliti sul sagrato del
Duomo la guida ci ha mostrato che per
terra si vedono degli strani segni: è il
perimetro del battistero sottostante.
Kevin
Ieri, dopo avere visitato il Duomo, siamo
andati in Porta Genova. Durante la
navigazione sul barcone, abbiamo visto il
vicolo delle Lavandaie, dove le donne
andavano a lavare i panni… ma su quei
ruvidi massi i panni non si bucavano?
Leonardo
La mia parte preferita è stata al Naviglio,
dove c’era il vicolo delle Lavandaie.
Anche in Cina c’è un vicolo dove,
nell’antichità, le donne andavano a lavare
i vestiti, come in Italia.
Anche la visita al Duomo mi è piaciuta
molto! Anche se faceva tanto caldo, era
bellissimo guardare giù: si vedeva tutta
Milano e la gente era minuscola. La parte
meno bella è stata salire le scale…
Linda
La parte che ho preferito di più della gita
di ieri è stato quando ci siamo incontrati
con l’altra classe e siamo andati a
mangiare in un parco vicino alla basilica
di Sant’Eustorgio. Ci siamo seduti sul
prato all’ombra e mentre mangiavamo
giocavamo a “Obbligo o verità”
La parte più divertente è stata quando
alcuni alunni e alcune prof sono rimasti
chiusi nella metro lilla e sono dovuti
scendere alla fermata successiva. E’
stato troppo divertente!
Matteo
Ieri, quando siamo saliti sulle terrazze del
Duomo, è stato bellissimo: si vedevano
molte cose di sotto. E’ stato faticoso
salire tutti quei gradini, ma la discesa è
stata divertente. Poi siamo andati al
parco tutti insieme.
Rachel
Io mi racconto. Tu mi conosci.
27 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
La cosa che mi è piaciuta di più è stato
salire in cima al Duomo perchè non ci ero
mai stata, invece
La cosa che mi ha colpita di più è stato
salire in cima al Duomo perché non ci ero
mai stata, invece sul Naviglio ero già
stata, quindi non mi sono emozionata più
di tanto.
Rania
Della gita mi è piaciuto tutto, ma
soprattutto è stato bello salire in cima al
Duomo... dalla terrazza volevo
assolutamente vedere lo stadio di San
Siro...
Steven
Viaggio
d’istruzione a
Trieste
classi 3aB, 3aC,3aD
I giorni 27-28-29 aprile, la mia classe, con
altre due sezioni, si è recata a fare un
viaggio d'istruzione a Trieste, Grado e
dintorni. Mi ha indotto a effettuare
quest'esperienza la voglia di approfondire
il programma di storia di terza e la
ricorrenza del centenario della Prima
Guerra Mondiale. Con la professoressa di
lettere abbiamo effettuato letture,
approfondimenti, poesie e studi storici
prima della gita. Questa gita aveva quindi
lo scopo di approfondire un periodo
storico e di vedere dal vero quanto
conosciuto sui testi scritti. Siamo partiti da
scuola, con altre due classi terze, B e D,
accompagnati dai professori Governi, De
Giorgi, De Rosa, Bisanti, Carlucci e
Rimoldi, e attraverso un pullman privato,
dopo 6/7 h di viaggio siamo arrivati a
Trieste dove ci ha accolto una guida.
Il primo giorno abbiamo visitato la Risiera
di San Sabba, unico campo di sterminio
italiano, utilizzato precedentemente per la
raffinazione del riso. Siamo stati introdotti
in una corte attraverso uno stretto
corridoio delimitato da due pareti
altissime che trasmettevano un forte
senso di soffocamento, oppressione e
angoscia. La guida ci ha poi presentato
uno stanzone immenso diviso da travi,
dove vi erano piccolissime celle nelle
quali dovevano alloggiare sei persone. Al
loro interno vi erano due assi di legno,
che simulavano dei letti, questi uomini
dovevano condurre qui la loro vita, il cibo
era loro razionato, si mangiava pane,
acqua calda e caffè. Questo è l'unico
campo di sterminio al mondo dove la vita
e la morte erano divise da poco più di
dieci metri, infatti nella corte adiacente vi
Io mi racconto. Tu mi conosci.
28 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
era un forno crematorio. Se un prigioniero
si avvicinava ad una finestra, nella
mezz'ora di "libera uscita dalle celle"
veniva ucciso poiché se fosse stato
destinato ad essere deportato in un altro
campo avrebbe potuto raccontare gli
orrori di cui era testimone.
Successivamente la guida ci ha fatto
entrare nella cosiddetta "stanza della
morte" ove venivano torturati i deportati.
Mentre si svolgevano tali crudeltà veniva
diffusa musica ad alto volume, trasmessa
nella corte per mezzo di altoparlanti,
inoltre venivano fatti abbaiare i cani e
venivano accesi i motori dei camion, per
sovrastare le urla delle vittime.
Personalmente la visione di questa
stanza è stata di forte impatto; non mi
sembrava vero di calpestare le stesse
pietre dove 70/80 anni fa alcune persone
ridussero allo stato di animali degli
uomini. Mi ha colpito la visione del
nazista, che senza umanità tratta l'uomo
come se fosse un oggetto di poco valore.
La guida, prima di lasciare questo luogo,
ci ha parlato di una storia bella e
toccante. Un ragazzo stava aspettando la
sua fidanzata, la quale era di poco in
ritardo all'appuntamento, egli, ansioso e
agitato, cominciò a muoversi in modo
irrequieto. Ma proprio a causa di tale
strana agitazione fu ritenuto possibile
attentatore, perciò venne catturato e
rinchiuso in cella e condannato a morte.
Egli morì lasciando una lettera alla
fidanzata dove le spiegava la sua
situazione. Questa storia è stata una
testimonianza commuovente di amore
profondo in tempo di guerra.
La visione della Risiera mi ha
maggiormente colpito rispetto a quella
della foiba di Basoviza. Essa è una
voragine del terreno che si ramifica poi in
più cunicoli, infatti noi non abbiamo visto
la cavità ma il monumento costruito a
ricordo in prossimità di essa.
Tuttavia sono rimasta colpita dal racconto
delle atrocità commesse dal dittatore Tito
verso gli italiani. Questi ultimi venivano
legati gli uni agli altri per mezzo di fil di
ferro ed i soldati di Tito sparavano al
primo della fila che cadendo avrebbe
trascinato con sé gli altri corpi ancora vivi
all'interno della buca. Essi sarebbero
morti per annegamento, vista la natura
carsica del territorio, l'acqua penetra nel
terreno poroso fino a formare falde
acquifere. Negli anni successivi allo
sterminio, queste cavità vennero utilizzate
come discariche e col passare del tempo
le persone si accorsero che pian piano il
terreno si abbassava e ipotizzavano che
quindi al di sotto vi fosse qualcosa di
Io mi racconto. Tu mi conosci.
29 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
cedevole, dopo alcuni scavi furono
trovate armi belliche e corpi.
Il giorno successivo abbiamo visitato
Redipuglia, sacrario militare, della I
guerra mondiale. Ci ha accolto una
giovane guida, la quale ci ha portato nel
museo adiacente alla zona, dove
abbiamo potuto osservare vari reperti
bellici, tra i quali le maschere anti-gas che
difendevano da un gas micidiale, che
portava alla morte numerosi soldati in
brevissimo tempo, i loro polmoni infatti si
riempivano di una schiuma giallastra che
causava la morte per soffocamento.
Abbiamo poi visto la riproduzione di una
trincea, vi era del filo spinato, per
proteggerne l'ingresso, al quale erano
appesi pentolini e barattoli che
all'avvicinarsi dei soldati nemici,
oscillando, svegliavano i soldati. Inoltre al
museo abbiamo guardato un filmato dove
era rappresentato l'attacco sul Piave e la
successiva controffensiva austriaca.
Abbiamo così appreso che gli italiani
erano in svantaggio poiché essendo ai
piedi dell'altura erano i bersagli più
vulnerabili. Il sacrario è costituito da
gradoni immensi dove sono disposti i
nomi dei caduti in ordine alfabetico dalla
"A", alla base, alla "Z", alla sommità. Ai
lati di questi scaloni vi sono 60000 soldati
ignoti. Su ogni gradinata vi è scritto
"presente", poiché tutti i caduti sono
ancora presenti nonostante la morte, essi
infatti hanno combattuto al fine di
difendere la loro patria. Nella piazza
antistante la scalinata vi è la bara del
Duca d'Aosta, con ai lati le bare dei due
generali, entrambi componenti della terza
compagnia del duce, contraddistintisi per
particolare valore militare. Redipuglia
vuole infatti rappresentare lo
schieramento dell'esercito italiano.
I corpi prima di essere deposti nel
sacrario da Mussolini, al fine di dare
maggiore importanza alla storia italiana,
erano disposti in modo concentrico sul
monte Sant'Elia, di fronte a Redipuglia. Mi
ha colpito la visione della gradinate
poiché hanno suscitato in me uno spirito
patriottico. Mi sono resa conto di quante
persone siano morte e abbiano
combattuto per difendere la nostra patria.
Commuovente è stato il cercare, con gli
amici, i nostri cognomi tra le gradinate.
Successivamente abbiamo visitato le
trincee. Quella fortificata, da noi
attraversata, era più simile a come me
l'aspettavo, le altre, invece, mi hanno
leggermente deluso. Infatti erano solo dei
resti poiché la natura ha preso il
sopravvento e le ha di conseguenza, in
parte, inghiottite la vegetazione. In
particolare ci siamo soffermati nella
Io mi racconto. Tu mi conosci.
30 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
dolina dei bersaglieri o dei cinquecento,
chiamata così poiché alle nostre spalle
furono trovati corpi di 500 caduti. Questa
dolina era un ospedale da campo infatti
abbiamo potuto osservare due lastre di
cemento incise, recanti, la prima il
simbolo dei bersaglieri, una tromba ed
una piuma, la seconda i nomi di alcuni
dottori che vi lavorarono.
Nel pomeriggio abbiamo proseguito la
nostra gita ammirando in tutta la sua
bellezza, il Castello di Miramare.
Il terzo ed ultimo giorno, passando dalla
storia alle scienze, abbiamo visitato la
"Grotta Gigante" dove ci ha accolto una
guida dai modi piuttosto decisi. In questa
grotta è presente una sofisticata stazione
sismica. Grazie a questa visita ho potuto
imparare la differenza tra stallatite,
formazione pendente dalla sommità della
grotta, e stalagmite, formazione che
invece risale dal pavimento di una grotta.
Questa gita é stata nel complesso
interessante, anche se a tratti
leggermente noiosa, poiché mi ha
permesso di consolidare le mie
conoscenze storiche. Grazie a
quest'esperienza ho potuto approfondire
le mie nozioni apprese sui testi scolastici
e apprenderne ulteriori. Infine credo che
la visita guidata abbia destato in noi
ragazzi un maggiore interesse per la
storia. Svolgendo queste gite, sono
convinta che tutti i ragazzi
apprenderebbero meglio i contenuti
rispetto ad una classica lezione frontale
sicuramente meno coinvolgente.
Laura G., 3aC
Il PIME e l’EXPO
In occasione dell’imminente visita
all’Expo è venuto a scuola un educatore
del PIME (PIME è un acrostico e
significa: Pontificio Istituto Missioni
Estere) per spiegarci che cosa andremo a
vedere e perché saranno scelti alcuni
padiglioni anziché altri e che cosa hanno
in comune il Pime e l’Expo. Il Pime si
occupa di mondialità, di mettere in
contatto i vari popoli e il tema di Expo
2015 è “Nutrire il pianeta”... quindi
l’esposizione universale diventa un’
occasione importante per riflettere su
alcune tematiche che stanno molto a
cuore al Pime, come la distribuzione delle
risorse o l’ecosostenibilità. All’Expo 2015
parteciperanno 145 paesi. Si parlerà della
fame del mondo, cioè di come in certi
paesi si spreca il cibo, mentre in altri non
ce ne è a sufficienza per tutti... si è detto
che in futuro l’uomo arriverà a nutrirsi di
insetti, che sono ricchi di sostanze
Io mi racconto. Tu mi conosci.
31 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
nutritive, sono più numerosi sul pianeta e
più “economici”...si parlerà di sviluppo
eco-sostenibile, cioè del fatto che si può
coltivare comunque, ma rispettando i
limiti della natura, si tratteranno
argomenti sulle malattie derivanti da
un’alimentazione sbagliata, tipo l’obesità,
infatti in tutto il mondo, su 7 miliardi di
persone, 2 miliardi sono obese! Si parlerà
di come la scienza cercherà di fermare la
fame nel mondo, si potrà conoscere
l’alimentazione di altri popoli e la
cooperazione con tutti i popoli, perché se
145 paesi collaborano abbiamo più
speranze che il mondo diventi migliore.
L’Expo è chiamato la “Casa del mondo”
perché ospita tanti paesi di tutto il mondo
e le loro usanze. L’Expo 2015 occupa
un’area di 1.100.000 mq e si prevede un
afflusso di 20 milioni di persone. E’
suddiviso in “cluster”, gruppi di padiglioni
dedicati a tipi diversi di filiere alimentari:
Cacao e Cioccolato, Riso Caffè, Frutta E
Legumi, Spezie, Cereali e Tuberi. Qui si
trova il “cluster” del “Bio-Mediteraneo”
che serve a far conoscere tutti i prodotti
naturali che si producono nella zona
Mediterranea. Gran parte dei padiglioni,
però, non sono ancora stati finiti. Lo
spazio dell’esposizione è costruito attorno
a due vie principali: il cardo e il decumano
secondo i criteri con cui venivano costruiti
gli accampamenti e i villaggi romani,
perché è un modo per collegarsi alla
cultura antica italiana. Il cardo e il
decumano s’incrociano
perpendicolarmente nella piazza centrale,
ove sorge Piazza Italia, il luogo in cui il
paese ospitante incontra il mondo. Ora
elencherò alcune zone dell’Expo:
PADIGLIONE ZERO
Il padiglione zero è dedicato alla storia
dell’uomo, alla sua vita e alla sua
alimentazione. E’ il padiglione principale
ed introduce tutti gli altri padiglioni.
FUTURE FOOD DISTRICT
Il Future Food District parla di come
mangeremo nel futuro e di come potrà
cambiare la filiera alimentare, che è il
processo che porta dalla produzione al
consumo degli alimenti. Il Future Food
District è stato realizzato dalla Coop ed è
un supermercato virtuale in cui i prodotti
sono esposti su ampi tavoli intrattivi.
BIODIVERSITY PARK
Nel biodiversity park, che non è ancora
stato completato, si ricostruiscono cinque
ambienti naturali della nostra Penisola:
Alpi, Appennini, Pianura Padana,
Tavolieri e Altipiani e Isole.
LAKE ARENA
E’ il più grande spazio dell’Expo aperto ai
visitatori e qui si trova il famoso Albero
Io mi racconto. Tu mi conosci.
32 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
della Vita. Qui si realizzano spettacoli
d’acqua , concerti e altri eventi.
COLLINA MEDITERRANEA
La Collina Mediterranea è un ambiente
naturale ed è stato rifatto diverse volte. E’
un punto suggestivo da cui si può godere
la vista sul sito espositivo.
PADIGLIONE DI SLOWFOOD
Il padiglione di slowfood s’impegna nella
sostenibilità ambientale ed in particolare
alimentare. Il padiglione di slowfood si
trova di fianco alla collina mediterranea.
CASCINA TRIULZA
La Cascina Triulza è un’antica
costruzione rurale, ristrutturata e che al
termine di Expo, rimarrà un dono per
Milano. Qui sono state riunite quasi tutte
le associazioni che hanno partecipato a
EXPO 2015. In conclusione ci è stato
detto che per avere un’alimentazione
sana bisogna conoscere gli alimenti, per
poterli scegliere... e sicuramente, dopo
una visita fra i cibi del mondo, saremo
piu’ consapevoli di ciò che troveremo nei
nostri piatti. Forse impareremo anche ad
avere un rispetto migliore nel consumo
degli alimenti, perché mentre noi buttiamo
un piatto di pasta, dall’altra parte del
mondo un bambino muore di fame. A
questo proposito aspetto con curiosità di
visitare il padiglione dell’Austria, allestito
anche per educare all’uso responsabile
delle risorse. Per quanto mi è stato detto
e mostrato ... non vedo l’ora di andare
con i miei compagni a visitare Expo!
Alessia B., 1aB
Tutti alla biblioteca
Cassina Anna
A cura della prof.ssa Luciana Bisanti e degli
alunni della Classe 1aC
Il cinguettio degli uccelli ci guida lungo il
percorso verso la Biblioteca. Poesia,
discorsi, canzoni: è tutta una poesia.
E ancora libri e libri che servono alla
cultura e per farci appassionare alla
lettura. Prendete un libro e troverete un
amico. Poesia vuol dire divertirsi, giocare
con le emozioni, tutte le emozioni: la
felicità, l’allegria, la rabbia e la gelosia.
Le poesie raccontano quello che hai
dentro e che può essere rappresentato in
tanti modi diversi. Ogni persona traduce
le proprie emozioni in modo diverso.
Fatelo anche voi, scrivete una poesia.
Attraverso la poesia potete esprimere i
vostri sentimenti, anche se pensate di
non esserne capaci.
di Lara T.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
33 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
LA 1 aC IN VERSIONE POETICA
di Cristiano C.
Nello stesso giorno, in cui nel 1945
l’esercito tedesco, durante la seconda
guerra mondiale, si arrendeva, appunto il
13 aprile, la classe 1c della scuola
Tommaseo, si è recata alla bellissima
Biblioteca Cassina Anna, vicino a
Bruzzano per partecipare ad un Progetto
sulla poesia “Parole matte”. Le due
bibliotecarie, Katia e Barbara, ci hanno
illustrato questa iniziativa, ci hanno
insegnato a giocare con la poesia e noi
abbiamo potuto prendere in prestito un
libro dalla Biblioteca. È stata
un’incredibile esperienza che consigliamo
a tutti!
13 APRILE: la 1C E LA POESIA
di Ginevra C.
Un incontro memorabile alla Biblioteca
Cassina Anna, un evento speciale,
nonostante il lungo tragitto in autobus.
Poesie, canzoni e filmati ci hanno avvolto
in un’atmosfera festosa e spensierata: a
guidarci in questa nuova esperienza,
c’erano due bibliotecarie che ci hanno
regalato tante emozioni, facendoci
imparare tante nuove cose. Alla fine la
scelta di un libro della Biblioteca. Un
consiglio per tutti. Se avete un minuto in
più leggete il vostro libro sui gradini
dell’anfiteatro davanti alla Biblioteca,
rilassandovi al sole.
NON PENSAVO POTESSE ESSERE
COSI’ DIVERTENTE
di Roheljo P.
Lunedì 13 Aprile. Cassina Anna ci ha
accolto con un bel sole. Appena entrati,
Barbara e Katia ci hanno letto delle belle
poesie e abbiamo ascoltato tre canzoni
stupende. Abbiamo apprezzato lo stile
metropolitano di un artista di strada, un
poeta che ha seminato le sue parole in
versi per la città di Milano: Ivan Tresoldi.
Tra i suoi versi più famosi. “Una pagina
bianca è una poesia nascosta”. “Ora il
miglior passo da compiere è non
muoversi”.È stata proprio una bella
esperienza, consigliabile a tutti!
Io mi racconto. Tu mi conosci.
34 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Accoglienza
stranieri
“Tommaseo”
Students from Intercultura
A cura della prof.ssa Rita De Cillis
Thursday, April 16 2015 the students of
the third classes became journalists and
had the chance to interview some foreign
students from U.S.A, China, Denmark
and Thailand that came to our school
thanks to a proposal from the association
'Intercultura'. Our English teacher divided
us into different groups and we asked the
students questions about sports, music,
school, social network, films and cooking.
They answered to our questions so that
we could know their habits. At the
beginning we had a little snack all
together, then one of us told them about
EXPO. We were Amazed by hearing that
one of them, an American student,
practices eighteen sports at school! It is
wierd, isn'it? The activity took just an
hour, we wished it were longer!
We enjoyed it very much and we ate a lot,
too!
Io mi racconto. Tu mi conosci.
35 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
USCITE
DIDATTICHE
“LOCATELLI”
Il PALEOLAB :
tutti al museo
A cura delle insegnanti e degli alunni
delle classi terze.
Lunedì 20 aprile le classi 3A, 3B e 3C
hanno partecipato ad un’uscita didattica
presso il museo di Storia Naturale e il
Paleolab. Nel laboratorio del Paleolab
abbiamo osservato alcuni fossili e
abbiamo creato un calco di una
conchiglia e di un artiglio.
Successivamente, all’interno del museo,
abbiamo osservato gli scheletri di alcuni
dinosauri e la guida ci ha spiegato molte
delle loro caratteristiche. Questa visita è
stata meravigliosa!
Io mi racconto. Tu mi conosci.
36 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
LABORATORI
Storia del fumetto
A cura degli ins: Gigliotti G.,Sustovich N. e degli
alunni della Classe 4aC
BREVE STORIA DEL FUMETTO
Nel1895 nacque il fumetto grazie allo
statunitense Richard Felton Outcault,
che inventò il personaggio di Yellow Kid.
Si trattava di un bambino con la testa da
cinese, pelato e con le orecchie a
sventola che aveva scritto sulla sua
camiciola gialla tutto ciò che pronunciava.
Da qui nacquero diversi filoni di fumetto,
a sfondo umoristico, come: i monelli
terribili che ne combinano sempre di tutti i
colori; i coniugi in crisi sempre in perenne
litigio; gli animali umanizzati. Grazie
anche all’avvento di Walt Disney, che nel
1928 irruppe sul mercato con Mickey
Mouse (da noi conosciuto come
Topolino), si passò da un genere comico
ad uno più avventuroso. Tali fumetti
venivano stampati su pagine di quotidiani.
Durante il periodo della Seconda Guerra
mondiale e del post guerra i personaggi
divennero eroi, impegnati anche loro in
battaglie. Ben presto gli eroi furono
sostituiti da Supereroi, giustizieri che
combattono al fianco del più debole,
capaci con azioni sovraumane di riportare
la pace e la calma in tutto il mondo. I
personaggi dovevano infondere
sicurezza, far vincere le frustrazioni di un
periodo difficile, essere da esempio per
tutti i cittadini. In qualche modo
delineavano una condotta morale che
tendeva alla retta via. I Supereroi vennero
serializzati su albi appositi chiamati
comics books, dove vi erano solo le storie
a fumetti. Da qui nacque la Marvel,
storica casa editrice americana. Una
seconda ondata di Supereroi si fece largo
nel panorama fumettistico negli anni
Settanta. Gli autori decisero di rendere
problematiche le esistenze dei
protagonisti. I Supereroi vivono vicende
difficili, sono tormentati da problemi
esistenziali proprio come gli stessi
uomini. Il carattere umano di questi super
uomini piace al lettore che si può
immedesimare maggiormente nella
Io mi racconto. Tu mi conosci.
37 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
storia. Negli anni Ottanta con la guerra
fredda tra Stati Uniti e Russia anche i
fumetti vennero usati per promuovere
temi ed ideologie anticomuniste. Molti
autori si rifiutarono di aderire a tali
stampe e portarono alla luce un nuovo
stile di fare fumetto. Nacque il fumetto
underground, libero da censura,
provocatore e ironico nei confronti del
perbenismo del fumetto tradizionale. In
Italia i fumetti arrivarono negli anni Trenta
con Il corriere dei Piccoli. Se oltre-oceano
i fumetti erano stati pensati dai grandi per
i grandi, in Italia iniziarono ad esserci
degli albi pensati per i piccoli. In essi si
potevano leggere non veri e propri fumetti
ma vignette commentate in rima.
Nonostante la sequenzialità delle scene il
testo rimane separato dal disegno. A
partire dal 1934 si assistette ad un
inversione di tendenza. Con l’uscita
dell’Avventuroso le tematiche diventarono
più adulte in quanto venne riproposto il
materiale americano tradotto in italiano.
Dato l’enorme successo di tale
pubblicazione, il materiale a disposizione
si esaurì velocemente tanto che
proseguire le uscite nacquero storie
originali interamente disegnati da
disegnatori italiani. Merita una menzione
Diabolik, negli anni Sessanta, delle
sorelle Giussani, perché farà nascere il
filone degli eroi neri del fumetto in Italia.
Oltre ai fumetti americani e allo sviluppo
di quelli italiani, molto più vicino ai giorni
nostri, arrivarono sul nostro mercato i
manga, fumetti giapponesi, complici le
serializzazioni dei cartoni animati
giapponesi negli anni Settanta e Ottanta
sulle reti televisive locali. Il termine
manga venne “inventato” dal pittore
giapponese Hokusai. I tratti dei
protagonisti dei manga sono molto più
somiglianti a quelli europei rispetto a
quellil asiatici. I primi disegnatori
giapponesi studiarono e “copiarono” lo
stile dei fumetti americani, facendo
proprie vignette, nuvolette e
caratterizzazione dei personaggi.
LE ONOMATOPEE
Si tratta di vocaboli che imitano il suono o
il rumore prodotto dall’azione
rappresentata. Con le onomatopee il
fumetto si arricchisce di un linguaggio
convenzionale che permette di tradurre
con facilità in codice visivo quello che
riempie lo spazio sonoro. Molte
onomatopee prendono il nome dal verbo
inglese a cui fanno riferimento. Ad
esempio to boom, in inglese; significa
scoppiare e per l’appunto in un fumetto
l’onomatopea boom la si usa accanto a
qualcosa che è scoppiato. Menzione a
Io mi racconto. Tu mi conosci.
38 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
parte viene fatta per i versi degli animali, i
quali differiscono a seconda del paese di
riferimento. Ad esempio:
I BALOONS E LE DIDASCALIE
Nei fumetti i baloons rappresentano il
discorso diretto, mentre le didascalie
quello indiretto. Esistono diversi baloons,
in base al modo di parlare dei
personaggi:
Guglielmo e la moneta d’oro a
FUMETTI!
Io mi racconto. Tu mi conosci.
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Io mi racconto. Tu mi conosci.
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Io mi racconto. Tu mi conosci.
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Un lavoretto per la
Pasqua
A cura delle ins:Di Rienzo.,Palazzi e degli alunni
della Classe 1aC
I lavoretti realizzati in occasione della
festività pasquale dai bambini della 1a C
nella loro voluta semplicità esprimono il
concetto di vita nuova legato alla
ricorrenza; frutto delle abilità maturate in
pochi mesi di lavoro e del recupero di
materiale "povero" sono un segno
tangibile di un messaggio gioioso.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
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EXPO in 4aB
A cura delle ins. Cattaneo Francesca, Neri e degli
alunni della Classe 4aB
Io mi racconto. Tu mi conosci.
43 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Simultanea corso scacchi “Locatelli-
Tommaseo”
Con l’istruttore F. Fox Gariani FSI
“Locatelli” Classe 3aA
“Locatelli” Classe 4aA “Tommaseo” Rebecca X., Endaya Karl Z,
Riccardo B. e Massimiliano Z.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
44 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Progetto cinema scuola
Il giorno 5 giugno ore 18.00 in Tommaseo verrà proiettato il cortometraggio "Esami di
Koscienza" prodotto nella scuola Tommaseo con il prof.Roberto Carlucci e la regista
Cinzia Masòtina che tratta della scoperta e smascheramento di un insegnante "razzista",
interpretato dall'attore Sergio Palladino, da parte di un gruppo di alunni volenterosi...
Sabato 23 maggio , presso l'auditorium di Niguarda, i ragazzi e le ragazze della classe II
A hanno ritirato un premio per una raccolta di poesie destinata ad un concorso promosso
dall'associazione Centro culturale della Cooperativa della Cooperativa ,premiata per una
raccolta e in particolare per la poesia dell'alunno Hugo Feliciano, segnalato per il suo testo
"Le Mani".Abbiamo inoltre da poco ricevuto ricevuto l'invito per una proiezione di un
cortometraggio girato dai ragazzi di IIID e IIA, diretto dal prof. Roberto Carlucci, dal titolo
"LA CONFRATERNITA GAMMA", al MIC (Museo del Cinema di viale Fulvio Testi) il
giorno 8 giugno ore 18,30 a cui seguirà quello girato con Cinzia Masòtina e promosso
dal CDz 9 e dal Centro culturale della Cooperativa di cui alleghiamo locandina e a cui
siete tutti invitati. Di questi momenti significativi usciranno delle nostre interviste e un
articolo sul giornale zonaNove.Giulia Bevini e Cristian Marzari (alunni della scuola
Tommaseo, ple Istria 11)
Io mi racconto. Tu mi conosci.
45 Aprile/Maggio 2015 Numero 3/4
Vi aspettiamo alla prima del nostro Film
“ESAMI DI KOSCIENZA” !
Io mi racconto. Tu mi conosci.
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