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COME AFFRONTARE LA POTATURA DEL NOCE ( Juglans regia L.) Provincia di Arezzo

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COME AFFRONTARE LA POTATURA DEL NOCE

( Juglans regia L.)

Provincia di Arezzo

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Caratteristiche

del terreno

Allagamenti

Siccità

Gelate

tardive o precoci

Altezza

della falda

Lavorazioni

del terreno

Concimazioni

Danni da

selvagginaDanni da

Insetti

Danni da

funghiPatologie

virali

Irrigazioni

Micorrize

Qualità della

piantina

Tecniche

d’impianto

Interazione con

gli altri alberi

della piantagione

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PotaturaNocePatrimonio genetico della pianta

Con la potatura si interviene in un sistema complesso di interazioni tra pianta,ambiente, cure colturali e altri alberi dell’impianto

per ottenere legname di pregio

Danni da lavora-

zioni o da palo

tutore

Andamento

climatico

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fusto da lavoro: dritto, cilindrico

di lunghezza maggiore o uguale a

250 cm

1. SENZA POTATURA NON SI RAGGIUNGE L’OBIETTIVO COLTURALE

La potatura permette di orientare lo sviluppo della pianta verso una delle strutturearchitettoniche che consentono di produrre fusti di pregio

Obiettivo colturale Ottenere Fusti dielevato pregiocommerciale

Diametro in punta maggiore o

uguale a 30 cm

Accrescimenti in diametro regolari (si ottengono consentendo alla pianta di

occupare spazi progressivamente maggiori)

Nodi o alterazioni di colore sono raccolti in un cilindro centrale

(che rappresenta il fusto della pianta da giovane). Più piccolo è il

diametro della porzione di fusto con nodi , cicatrici o alterazioni e

maggiore è il valore commerciale del legname.

Potatura ad astone(scacchio)

Potatura replicativa Potatura progressiva Struttura architettonica con chiomaslanciata determinata dalla potaturaprogressiva e da quella replicativa

Struttura architettonica con chiomaallargata determinata dalla potatu-

ra ad astone (scacchio)

Potatura progressiva ereplicativa possono con-sentire di ottenere fustipiù lunghi di quella ad

astone (scacchio) 250

cm

Con la potatura ad asto-ne si producono fustisenza nodi o cicatricinel cilindro centrale

Potatura

Altri interventi colturali(lavorazioni, concimazioni, diradamenti... ecc.)

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Il noce reagisce sempre ai condizionamenti che subisce, sia naturali che artificiali. La reazione varia in funzione della vigoria della pianta, del periodo d’intervento,

del tipo e dell’intensità della potatura.

Obiettivi colturali daottenere nel minor

tempo possibile

Un fusto più lungo

possibile (compatibil-

mente con la potenzialità

della pianta)Un diametro maggiore

possibile (compatibilmen-

te con la potenzialità della

pianta)Nodi ed altri difetti collo-

cati in un cilindro centra-

le più piccolo possibile.

2. LA GIUSTA INTENSITA’ DI POTATURA E’ UN EQUILIBRIOTRA ESIGENZE CONTRASTANTI

Una potatura troppo debole se daun lato consente di avere piantevigorose, meccanicamente stabili econ accrescimenti diametrali delfusto più consistenti, dall’altro nonpermette di produrre fusti lunghi econ nodi racchiusi in un cilindrocentrale piccolo.

Una potatura troppo forte può provocareun rapido allungamento del fusto, maanche molti problemi, tra cui:1. instabilità meccanica della pianta, che può

piegarsi o addirittura stroncarsi con il vento;2. forte riduzione dell’apparato fogliareche può portare a:

a) tempi più lunghi per la cicatrizzazionedelle potature;b) emissione di ricacci indesiderati;c) stress nella pianta e, di conseguenza, piùfacile ingresso di patogeni;d) tempi più lunghi per ottenere il diametrominimo nel fusto.

conto del vigore cheognuno presenta ecercando un compro-messo tra l’esigenzadi ottenere rapida-mente un fusto lungoe quella di non sotto-porre a stress ecces-sivi la pianta

La giusta intensità dellapotatura deveessere sceltaalbero peralbero tenendo

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Nel noce il periodo dell’anno e il punto del ramo in cui viene effettuato il taglio determinano reazioni differenti

Attenzione! Quando si intendeeliminare un ramo in manieracompleta è importante che iltaglio venga effettuato rasente alcercine, ma senza intaccarlo.Così facendo la ferita si rimargi-na prima.

Taglio

Cercine

In certi casi si può scegliere di asportare solo parzial-

mente uno o più rami con un taglio di ritorno per non

ridurre eccessivamente la chioma della pianta.

Attenzione! Iltaglio di ritornodeve essere effettua-to in prossimità diuna grossa gemmasituata nella parteinferiore del ramo.

Se da questa pianta, in cui siè intervenuti in ritardo, fosse-ro stati asportati contempora-neamente tutti i rami grossi sisarebbe provocato un fortestress. Con i tagli di ritorno siè attenuato lo stress dellapotatura e si è ridotta la pos-sibilità che i grossi rami sot-traessero troppa energia allacacciata apicale.

un anno dopo il taglio con pianta

in vegetazione (giugno - luglio)

un anno dopo il taglio con pianta in

riposo vegetativo (marzo - aprile)

un anno dopo il taglio di ritorno

3. COME E QUANDO EFFETTUARE IL TAGLIO DI POTATURA

Attenzione! E’importante non lascia-re “moncherini”, poi-ché deprezzano ilfusto!

Il noce reagisce in maniera diversa a

seconda del periodo dell’anno in cui

si effettua la potatura.

Se si pota a marzo, quando lapianta è in riposo vegetativo,è più facile che in prossimitàdel taglio vengano emessiricacci.

Se si pota in giugno-luglio,quando la pianta è in vegeta-zione, è generalmente più diffi-cile che l’intervento induca l’e-missione di ricacci.

Taglio di ritorno

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4. LA SCELTA DEGLI STRUMENTI PER LA POTATURA DEL NOCE

Non ci sono strumenti per la potatura che posso-

no essere impegati in ogni occasione. Ognuno di

loro esplica il massimo delle sue potenzialità

soltanto in determinate condizioni.

Le forbici da potare (cesoie) consentonodi tagliare rami fino ad un massimo di25-30 mm di diametro e fino ad un’al-tezza di circa 50-60 cm superiore aquella del potatore.

I seghetti con denti a scalpello nonhanno limitazioni per quanto riguar-da il diametro dei rami da tagliare,ma, come le forbici da potare, nonconsentono di intervenire ad altezzesuperiori ai 50-60 cm rispetto aquella del potatore.

Il potatore deve scegliere lo strumento adatto a seconda delle dimensioni e dell’altezza dal suolo del ramo da tagliare

I troncarami, grazie ai lunghi manici ea sistemi di leve più o meno comples-si, consentono di tagliare rami condiametri di 45-50 mm fino ad un’al-tezza di 60-80 cm superiore a quelladel potatore.

Gli svettatoi consentono di tagliare rami di40-50 mm di diametro ad altezze variabili da2 a 5 m senza l’ausilio di scale. Ciò facilitagli spostamenti da una pianta all’altra, riduceil rischio di incidenti e accelera i tempi di ese-cuzione della potatura.

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5. LE TECNICHE DI POTATURA DEL NOCE

Come si interagisce con la pianta

Condizioni minime per

la realizzazione

Principali vantaggi

Principali svantaggi

Potatura Progressiva Potatura Replicativa Potatura ad Astone (o a Scacchio)

L’arboricoltore prima lascia svilupparela pianta e poi interviene eliminando i

rami che ne limitano il potenziale produttivo

Stazioni da mediocri a buone

La pianta non viene stressata è più sta-bile e non necessita di tutori

• potatori con notevole professionalità• tempi di esecuzione più lunghi • più anni per raggiungere la lunghezzadel toppo desiderata• cilindro centrale con difetti più sviluppatorispetto agli altri tipi di potatura

L’arboricoltore condiziona la struttura architettnonica della pianta per

raggiungere l’obiettivo prefissato

L’arboricoltore condiziona fortementela struttura architettonica della pianta

per raggiungere l’obiettivo

Stazioni ottime o buoneNotevoli o buoni getti apicali

Stazioni ottime Notevoli getti apicali (superiori ai 100 cm)

La pianta non viene stressata.Difetti concentrati in un cilindro centra-le ridotto rispetto alla progressiva.Abbastanza facile da eseguire.Tempi abbastanza brevi per raggiun-gere la lunghezza del fusto potenziale.

Assenza di un cilindro centrale condifetti. Facile da eseguire

Tempi brevi per raggiungere la lunghezza del toppo

Potatori con un minimo di professionalità.

Talvolta necessita di una canna per indirizzare la freccia apicale

Provoca notevoli stress alla piantaNecessita di tutori robusti

Nei primi anni la pianta reagisce conincrementi diametrici limitati.

Il vigore della pianta condiziona la tecnica e l’intensità della potatura

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6. APPROCCIO ALLA POTATURA PROGRESSIVA

Con la potatura progressiva è il noce che guida l’arboricoltore nella scelta dei ramida tagliare per valorizzare al massimo le potenzialità della pianta

Con la potatuta progressiva i rami vengono eliminati se:• hanno un angolo d’inserzione sulfusto molto acuto, tendono ad assu-mere un andamento quasi verticalee/o ad entrare in competizione con lacacciata apicale;• sono sul punto di raggiungeredimensioni diametriche eccessive;

Osservazioni :

Primoanno

Secondo anno Terzo anno Quarto anno

• la loro potatura consente di conferireuna miglior simmetria alla chioma;• la loro potatura non provoca eccessi-vi stress alla pianta e consente contem-poraneamente di alzare la chioma eridurre le dimensioni del cilindro cen-trale del fusto che presenterà nodi ecicatrici.

Prima della

potatura

Dopo la

potaturaPrima della

potaturaDopo la

potatura

• Se si eliminano grossi rami o rami assur-genti in competizione con la cacciata api-cale, questa continuerà ad allungarsi for-mando gradualmente un fusto dritto, lungoe meccanicamente stabile.

• I rami rilasciati contribuiranno a produr-re linfa elaborata per la pianta fino a che leloro dimensioni non saranno tali (diametro3-4 cm) da suggerirne l’eliminazione pernon deprezzare troppo il legname

Prima della

potaturaDopo la

potatura

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7. APPROCCIO ALLA POTATURA REPLICATIVACon la potatura replicativa irami vengono eliminati quando:

Quando e comeeffettuare una

replicativa di mediaintensità?

• Per effettuare una potaturareplicativa di media intensità ènecessario che il noce presentiuna cacciata apicale di almeno70-100 cm• Nel giugno-luglio di ognianno è necessario effettuare la“scoronatura” che consiste nel-l’eliminare i rami che hanno la

Primoanno

Secondo anno Terzo anno

Quarto anno

Prima della

potatura

Dopo la

potatura

Prima della

potatura

Dopo la

potatura

Prima della

potatura

Dopo la

potatura

• alla ripresa vegetativa saranno in grado diostacolare la formazione e il normale sviluppo dinuovi rami nella cacciata apicale;• la loro eliminazione permette di contenere ledimensioni del cilindro centrale con nodi e cica-trici senza correre il rischio di sottoporre la pian-ta a stress eccessivi

Con la potatura replicativa si stimola la pianta a replicare più volte la stessa struttura architettonica fino al raggiungimento della lunghezza di fusto desiderata

gemma apicale posta al di sopradell’inizio della cacciata stessa(C) • L’eliminazione dei rami puòavvenire nel periodo di giugno-luglio (contemporaneamentealla scoronatura) oppure nelmarzo successivo. Nel primocaso verranno eliminati tutti irami che hanno circa 1,5 anni,nel secondo caso gli stessi ramiche però avranno raggiunto i 2anni (2 stagioni vegetative).• la struttura architettonica acui si punta può essere scompo-

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Lunghezza commerciale minima

I rami di questa porzione di fusto ven-gono eliminati tutti assieme in giugno-luglio o nel marzo successivo.

sta in quattro parti:1) una cacciata apicale (C)lunga e libera dalla competizio-ne altri rami;2) la parte di fusto di due annicaratterizzata da molti rami dipiccole dimensioni in grado diirrobustire il tronco e di produr-re un’elevata superficie fotosin-tetizzante (R1);3) la parte di fusto caratterizzatada rami di un 1,5 o 2 anni (R2).4) un fusto robusto con tantipiccoli nodi facilmente cicatriz-zabili (F).

Nel secondo anno di vita le cacciate apica-li che si sono sviluppate libere dalla compe-tizione per la luce con i rami sottostanti,tendono a produrre numerosi rami di picco-le dimensioni. Questi saranno facili dapotare, produrranno piccoli nodi che lapianta cicatrizzerà rapidamente, irrobusti-ranno il fusto e produrranno linfa elaboratache favorirà il vigore e la resistenza dellapianta agli stress.

Reazione della cacciata apicale del noce

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Sui rami di circa 3 mesi si interviene,in giugno-luglio, solo per eliminarequelli la cui gemma apicale supera l’al-tezza a cui si trova l’inizio dell’ultimacacciata del fusto (scoronatura) .

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8. REPLICATIVA A BASSA INTENSITA’

L’intensità della potatura replicativa deve essere calibrata in relazione al tipo di reazione e al vigore che manifesta la pianta

Primoanno

Secondo anno Terzo anno Quarto anno

Quando convieneeffettuare una

replicativa a bassaintensità?

• Una replicativa a bassa inten-sità si può rendere necessaria instazioni non ottimali per ilnoce o in piante che hannosubito traumi (es. gelate, sic-cità... ecc.). In tali piante

un’intensità di potatura mediao, peggio, elevata, potrebbeprovocare ulteriori gravi stress.• Per effettuare una potaturareplicativa, anche se di bassaintensità, è necessario che ilnoce presenti una cacciata api-cale di almeno 50-70 cm. Concacciate inferiori convieneattendere un anno o effettuareuna potatura progressiva moltodebole.

Come cambia lareplicativa?

• Per non provocare eccessivistress alla pianta e consentirledi acquistare maggior vigore, sieliminano i rami di 2,5 (giu-gno-luglio) o 3 anni (marzosuccessivo), anziché di 1,5 o 2anni, come invece si fa nellareplicativa a media intensità.Ciò non dovrebbe provocare la

produzione di nodi troppo gros-si sul fusto poiché, se la pianta èeffettivamente in condizioni discarso vigore, l’incremento dia-metrico dei rami sarà limitato.• Il periodo d’intervento otti-male è generalmente compresotra la fine della primavera e l’i-nizio dell’estate (giugno-luglio)per limitare l’emissione di ricac-ci, oppure nel marzo successivo.

piccole dimensioni (R1);3) la parte di fusto caratteriz-zata da rami di 1,5 o 2 anni(R2);4) la parte di fusto caratteriz-zata da rami di 2,5 o 3 anni(R3);5) un fusto robusto con piccolinodi facilmente cicatrizzabili(F).

• con questa intensità di pota-tura replicativa si ottiene unastruttura architettonica dellapianta che, prima dell’interven-to, può essere scomposta incinque parti:1) una cacciata apicale lunga elibera dalla competizione conaltri rami (C);2) la parte di fusto di due annicaratterizzata da molti rami di

Come cambia la struttura architettonica?

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9. REPLICATIVA AD ELEVATA INTENSITA’

L’intensità della potatura replicativa deve essere calibrata in relazione al tipo di reazione e al vigore che manifesta la pianta

Secondo anno Terzo anno

Quarto anno

Quando è possibileeffettuare una replicativa ad

elevata intensità?

• Una replicativa ad elevataintensità può essere effettuatasolo in stazioni ottimali e inimpianti condotti in manieraintensiva.• Per effettuare una potatura

replicativa ad elevata intensitàè necessario che il noce presen-ti una cacciata apicale di alme-no 100-150 cm.

Come cambia lareplicativa?

• In questo caso si può interve-nire potando in anticipo tutti irami di 1 anno durante la fasedi riposo vegetativo (marzo),

anziché di 1,5 anni (giugno-luglio) o 2 (marzo successivo)come invece si fa con la repli-cativa di media e bassa inten-sità.• Con la potatura durante ilriposo vegetativo aumenta ilrischio di emissione di ricacci.Per questo motivo è importanteeffettuare uno o più interventiper eliminarli precocemente.• Nel periodo compreso tra

giugno e luglio, come per gliinterventi a media e bassaintensità, è necessario interve-nire per eliminare i rami incompetizione con la cacciataapicale (scoronatura). Taleintervento, in questo caso, con-sente inoltre di evitare perico-losi restringimenti del fusto(collo di bottiglia) fra la partedi 2 anni e quella di 1 anno.• Anticipando a marzo una fase

to, può essere scomposta in treparti:1) una cacciata apicale lunga elibera dalla competizione conaltri rami (C);2) la parte di fusto di due annicaratterizzata da molti rami dipiccole dimensioni (R1);3) un fusto robusto con tantipiccoli nodi facilmente cicatriz-zabili (F).

della potatura replicativa si rio-rienta il vigore della piantasulla cacciata apicale e sui ramidi nuova emissione. Il risultatoè un accrescimento longitudi-nale maggiore e un cilindrocentrale, con nodi e cicatrici, diminori dimensioni.• con questa intensità di pota-tura replicativa si ottiene unastruttura architettonica dellapianta che, prima dell’interven-

Attenzionealla stabilitàmeccanica

della pianta!Quando si effet-tuano potature aelevata intensitàla pianta tende afilare (allungan-dosi molto inaltezza). Ciò puòdeterminare pro-blemi di stabilità edi verticalità delfusto. Se questo sidovesse verificarepotrebbe essereutile l’installazio-ne di un tutoreadeguato alledimensioni dellapianta per indiriz-zarla e/o sorreg-gerla.

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10. APPROCCIO ALLA POTATURA AD ASTONE (SCACCHIO)

La pianta reagisce con vigorose cacciateSe la pianta reagisce allo scacchio con cacciate deboli è necessario

passare ad una replicativa

Condizionare la pianta a concentrare il proprio vigore sulla cacciata apicale per raggiungereprima possibile la lunghezza minima per il fusto da trancia

Primoanno

Secondoanno

Quarto anno Quinto annoTerzoanno

Primoanno

Quarto annoSecondoanno

Terzoanno

Quando e come èpossibile effettuare

la potatura ad astone?

• Una potatura ad astone puòessere effettuata solo in stazioniottimali e in impianti condotti inmaniera intensiva.• Per effettuare una potatura adastone è necessario che il noce

presenti una cacciata apicale dialmeno 100-150 cm. • La potatura ad astone consistenell’eliminazione sistematica eripetuta dei germogli lungo il fustofino almeno al raggiungimentodella lughezza minima per la tran-cia (250 cm). Tale intervento sisvolge generalmente dall’iniziodella stagione vegetativa fino agiugno-luglio. E’ tuttavia impor-tante controllare le piante poiché

talvolta possono emettere nuoviricacci anche successivamente.• Con questa potatura è assoluta-mente indispensabile l’adozionedi un palo tutore di dimensioniadeguate.• La potatura ad astone, durantela sua esecuzione, determina unastruttura architettonica compostada due parti:1) una lunga cacciata apicale (A);2) un fusto libero da rami (D).

Cosa fare se la piantanon ha reagito positi-vamente alla potatura

ad astone?• la potatura ad astone può pro-vocare uno stress molto forte allapianta. Soltanto soggetti estre-mamente vigorosi riescono a rea-gire come auspicato con lunghee robuste cacciate apicali.

duabile.• Nell’esempio sottostante sipassa da una potatura ad astonead una replicativa di bassaintensità per consentire allapianta di recuperare vigore.• La replicativa, in questi casi, èla tecnica più indicata poichéconsente di calibrare l’intensitàin funzione del vigore dellapianta.

• Quando la pianta producecacciate apicali deboli ocomunque nettamente inferioririspetto a quelle degli anni pre-cedenti, significa che non èstata in grado di reagire con suf-ficiente vigore allo stress causa-to dalla potatura. In questi casiè importante non perseverarecon la potatura ad astone e pas-sare a tecniche che consentanoun’intensità d’intervento gra-

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11. COME INTERVENIRE SUPIANTE MAL IMPOSTATE

12. IN CERTI CASI CONVIENE ASPETTARE!

La struttura architet-tonica è mal impo-stata quando nonconsente di valoriz-zare al massimo ilpotenziale dellapianta, cioè...

Prima di intervenire su piante mal impostate è importantericonoscere le cause che hanno ostacolato

il potenziale produttivo della pianta

...quando si sarebbe potuto ottenere un

fusto più lungo, ma la chioma è inseri-

ta, con grossi rami , troppo in basso.

...quando si sarebbe potuto ottenere

un fusto più dritto e cilindrico.

...quando le dimensioni dei rami

presenti sul fusto commerciale sono

tali da ridurne il valore.

Con ogni pianta si possono raggiungereobiettivi diversi a seconda di come que-sta reagisce alle condizioni ambietali e

agli interventi dell’arboricoltore

La lunga cacciata di questo noce potrebbe suggeri-re un notevole vigore da parte della pianta ed invi-tare a proseguire con una potatura molto intensa.

Alla fine della stagione vegetativa,

vista la risposta non vigorosa della

cacciata apicale della pianta, sarà

auspicabile prevedere per l’anno suc-

cessivo l’impostazione di una potatu-

ra replicativa a bassa intensità.

La lunga cacciata libera dallacompetizione con altri rami haprodotto numerosi rametti chepur non essendo molto vigorosidovrebbero aver consentito allapianta di recuperare vigore estabilità meccanica.

Per non indebolire troppo la pianta, forzandola ad accrescersi in lunghez-za con un ridotto apparato fogliare, e non accrescerne l’instabilità mecca-nica si è scelto di passare da una condizione di astone ad una strutturaarchitettonica più vicina a quella indotta dalla potatura replicativa.

L’esiguo diametro della cacciata e dell’intera pian-ta, suggeriscono tuttavia che il soggetto è al limitedi una condizione di stress e ad elevato rischio diinstabilità meccanica.

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13. PREVEDERE LA REAZIONE DELLA PIANTA PER SCEGLIERE I RAMI GIUSTI DA POTARE

La pianta presenta un mar-cato restringimento delfusto nel punto di inserzio-ne dei due grossi rami.Rami che potrebbero limi-tare la lunghezza del fustose non venissero eliminati.

Rami che possono ostacolare l’e-missione o lo sviluppo di nuovirametti lungo la cacciata apica-le.

Dopo una stagione vegetativa dal-l’intervento di potatura la pianta hariorientato le proprie risorse produ-cendo una struttura architettonicache consentirà di produrre un fustopiù lungo, qualitativamente miglioree una pianta più stabile

Ramo assurgente che potreb-be ostacolare lo sviluppo deirami soprastanti ed ingrossa-re producendo un nodo dinotevoli dimensioni

Stessa pianta, in marzo, dopo

l’intervento di potatura

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14. ACCRESCERE LA POSSIBILITA’ DI SCELTA CON LA POTATURA

La pianta ha una cacciatalunga, ma non robusta. La chioma presenta pochi ramidi cui uno di grosse dimensioniche, se non eliminato, potrebbe-ro costituire il primo palco dellachioma definitiva.

Questo ramo assurgente(con tendenza ad assumereun portamento verticale)copre una parte della cac-ciata e, se non eliminato,ostacolerà l’emissione e losviluppo dei rami su di essa.

Per questa piantal’obiettivo è quellodi ricreare una chioma più foltaper consentirle di rinvigorirsi.

Dopo una stagione vegetativa lapianta ha ricostituito una chiomapiù equilibrata e la lunghezzapotenziale del fusto è stata porta-ta da 160 cm a 300 cm.

La potatura “dal basso”, come si faceva per molte conifere, non è

adatta a controllare la struttura architettonica del noce. Con la

potatura “dal basso” infatti è stata alzata eccessivamente la chio-

ma, la pianta si è indebolita ed ha reagito ingrossando alcuni

rami per costituire i primi palchi della chioma definitiva.

Con la nuova struttura

architettonica della pianta

è l’arboricoltore a scegliere

dove “impalcare” la chioma.

Pianta subito

dopo la potatura

Pianta in

settembre

Ricacci di unaprecedentepotatura daeliminare.

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15. A MALI ESTREMI... LA CEDUAZIONE

La pianta ha cacciate lunghe chedenotano una buona vigoria.

Il fusto della pianta ha unacurvatura causata da untrauma (probabilmente unagelata) che ha ridotto forte-mente il potenziale troncoda lavoro.

La mancanza di un adeguato tutore e ilforte allungamento iniziale di questapianta hanno provocato l’incurvamentodell’intero fusto.

La pianta presenta numerose caccia-te lungo il fusto che denotano unasufficiente vigoria.

Quando la pianta è sufficientemente giovane evigorosa e quando il fusto non è recuperabilecon interventi di potatura conviene ceduare ilnoce a marzo e sucessivamente, a giugno-

Attenzione!!! Quando

il ricaccio è molto vigorosoè importante affiancare alpollone scelto un sostegnoper non incorrere in piega-menti indesiderati del fusto.

Prima diceduareattenzione!!!Per gli impian-ti realizzaticon finanzia-menti pubbliciè necessarioacquisire lapreventivaautorizzazio-ne dell’entecompetente.

luglio, scegliere uno o due polloni dautilizzare per produrre un nuovo fusto.

Pollone della

stessa pianta

il novembre

successivo alla

ceduazione

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Editore: Compagnia delle Foreste ©sede operativa: Via P. Aretino 8, 52100 Arezzo - tel./fax 0575.370846

e-mail [email protected] Sito Internet: www.compagniadelleforeste.it

2002 © Tutti i diritti sono riservati

Questo opuscolo è stato pubblicato nell’ambito delprogetto “Potature e valorizzazione degli impianti dinoce in provincia di Arezzo” finanziatodall’Assessorato Agricoltura e Foreste, Caccia, Pesca,Sport, Trasporti della Provincia di Arezzo.

Coordinamento ScientificoEnrico Buresti (Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo)

Progetto Grafico e impaginazionePaolo Mori (Compagnia delle Foreste)

Impaginazione copertina e fotoritoccoElena Palazzini

AutoriENRICO BURESTI

(Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo)CLAUDIO BIDINI

PAOLO MORI (Compagnia delle Foreste - Arezzo)

StampaTipolitografia Petruzzi Corrado & C. (PG)

Si RingrazianoSi ringraziano per la preziosa lettura critica STEFANO

BONCOMPAGNI e NICOLA VISI dell’Assessorato Agricoltura eForeste, Caccia, Pesca, Sport, Trasporti della Provincia diArezzo e ANTONIO FAINI dell’Agenzia Regionale per loSviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestale(ARSIA).

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