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La preistoria, della musica e degli uomini Ogni attività umana produce suoni. Tra le attività primarie dell’uomo se ne riscontrano molte affini a quelle degli animali, come le danze ed i richiami di corteggiamento, aggregazione, gioco, difesa e conquista del territorio; anche nella caccia di gruppo era necessaria la comunicazione sonora, ed ecco i richiami per attirare o spaventare gli animali. Fabbricando utensili o impiegandoli nei lavori quotidiani sperimentavano una produzione sonora generata dai movimenti naturali e ritmici sulla materia: ad esempio, producevano il fuoco frizionando, raschiando e soffiando, vogavano percuotendo il remo sul bordo della canoa, macinavano bacche e frutti pestandoli sulla pietra. L’uomo preistorico creava suoni anche quando dipingeva o scolpiva: nel triturare e impastare i colori naturali, nell’incidere la roccia. Altri suoni venivano creati intenzionalmente, come quelli delle sonagliere, disposte sul corpo per segnalarlo, amplificarlo e proteggerlo durante i movimenti e le danze. Il suono veniva anche impiegato nelle attività di cura: gli sciamani, attraverso il potere di suoni misteriosi e ritmi ipnotici provavano a curare ed alleviare il male.

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Page 1: La preistoria, della musica e degli uomini · La preistoria, della musica e degli uomini Ogni attività umana produce suoni. Tra le attività primarie dell’uomo se ne riscontrano

La preistoria, della musica e degli uomini

Ogni attività umana produce suoni. Tra le attività primarie dell’uomo se ne riscontrano

molte affini a quelle degli animali, come le danze ed i richiami di corteggiamento,

aggregazione, gioco, difesa e conquista del territorio; anche nella caccia di gruppo era

necessaria la comunicazione sonora, ed ecco i richiami per attirare o spaventare gli

animali.

Fabbricando utensili o impiegandoli nei lavori quotidiani sperimentavano una

produzione sonora generata dai movimenti naturali e ritmici sulla materia: ad esempio,

producevano il fuoco frizionando, raschiando e soffiando, vogavano percuotendo il

remo sul bordo della canoa, macinavano bacche e frutti pestandoli sulla pietra. L’uomo

preistorico creava suoni anche quando dipingeva o scolpiva: nel triturare e impastare i

colori naturali, nell’incidere la roccia.

Altri suoni venivano creati intenzionalmente, come quelli delle sonagliere, disposte sul

corpo per segnalarlo, amplificarlo e proteggerlo durante i movimenti e le danze. Il suono

veniva anche impiegato nelle attività di cura: gli sciamani, attraverso il potere di suoni

misteriosi e ritmi ipnotici provavano a curare ed alleviare il male.

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I primi strumenti. Non è difficile rintracciare le origini degli strumenti musicali. Dalle

grosse conchiglie marine, dalle corna degli animali uccisi, dalle canne vuote nacquero i

primi strumenti a fiato. I primi strumenti a corda furono invece gli stessi archi con i quali

i cacciatori e i guerrieri scagliavano le loro frecce. Servendosi di tronchi cavi di alberi

l'uomo imparò a costruirsi i primi strumenti a percussione. Più tardi l'uomo perfezionò la

canna del proprio flauto, rendendola capace di produrre suoni diversi, aggiunse altre

corde al proprio arco, creando così le prime arpe e quando imparò a lavorare i metalli si

fabbricò le prime trombe. Non più allora gridi gutturali e colpi sordi e indistinti, ma la

possibilità di creare vere e proprie melodie e di accompagnarle con suoni sempre più

complessi. Questo processo si svolse nel corso di migliaia di anni poiché lungo e

faticoso fu il cammino dell'Uomo attraverso le varie epoche che segnarono il suo

cammino nella storia delle civiltà..

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La musica nelle civiltà del passato

Presso i popoli più antichi la musica veniva utilizzata prevalentemente nell'ambito di

cerimonie religiose.

In Egitto, per esempio, i sacerdoti si tramandavano musiche sacre per accompagnare riti

magici o propiziatori. Gli Egizi cantavano e danzavano accompagnandosi con arpe,

flauti, cimbali durante le processioni destinate al culto pubblico. La musica era

considerata un dono prezioso degli dei, fonte magica di letizia e di serenità.

In Mesopotamia avvenne lo stesso, pur essendosi sviluppato un sistema di scrittura

avanzato.

La musica ebraica è particolarmente

importante; gli Ebrei attribuivano al canto un'enorme importanza spirituale. Sotto il

regno di Davide le cerimonie erano imponenti e ad esse prendevano parte migliaia di

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coristi che accompagnavano il loro canto con gli strumenti musicali che Davide stesso

aveva fatto costruire. L'esperienza musicale ebraica, attraverso la produzione di salmi,

crea di fatto le basi di quello che diventerà il canto gregoriano.

Alcuni documenti dell'antica musica cinese giunti fino a noi permettono di stabilire che,

fin dall'antichità più remota, questo popolo impiegò per la sua musica una caratteristica

scala di cinque suoni (corrispondenti agli attuali fa sol la do re = scala pentafonica): tali

suoni corrispondevano rispettivamente all'imperatore, ai ministri, al popolo, ai servizi

pubblici e ai prodotti della terra e del lavoro. I Cinesi costruirono diversi tipi di

strumenti: timpani, tamburi, campane, flauti, liuti. Caratteristico è il king formato da

pietre sonore fissate a un telaio di legno, percosse mediante martelletti.

Gli Indiani coltivarono la musica fin dai tempi più antichi. Ebbero una musica religiosa e

una profana destinata ad allietare i banchetti, per accompagnare le danze o le

rappresentazioni teatrali. Tra i vari strumenti indiani (tam-tam, flauti, oboi, trombe)

tipici sono la vina, caratteristico strumento a corde munito di due casse armoniche

formate da zucche vuote e inoltre la ravanastra, il sarangi, il sitar, strumenti ad arco che

si possono considerare i progenitori del violino.

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La musica al tempo dei Greci e dei Romani

Sull'esperienza delle altre civiltà, soprattutto quella egizia e quella indiana, la viva

genialità del popolo greco seppe creare le basi teoriche e pratiche da cui si sviluppò in

seguito tutta la musica dei paesi occidentali.

In Grecia la musica era considerata uno dei mezzi più efficaci per l'educazione morale e

intellettuale dei cittadini e faceva parte perciò dell'insegnamento scolastico.

Gli strumenti nazionali con i quali si accompagnavano il canto dei poeti e i cori delle

tragedie greche furono: la lyra, formata da un guscio di testuggine che recava alcune

corde di budello tese sulla sua cavità, e l'aulòs, una sorta di flauto a doppia canna.

Della musica su cui venivano cantate le diverse composizioni ci è giunto pochissimo: fra

gli esempi più belli due inni di Delfi risalenti al II secolo a. C.

Anche nell'antica Roma la musica ebbe una importante funzione, soprattutto quale

accompagnamento nelle feste religiose. I Romani non ebbero uno stile musicale proprio,

ma seppero piuttosto adattare, fondere e sviluppare gli stili delle diverse civiltà con le

quali venivano a contatto. La musica fu però utilizzata dai Romani per rallegrare

riunioni e intrattenimenti familiari, oppure per accompagnare le evoluzioni dei

commedianti o per allietare i sontuosi festini dei patrizi. Tipici strumenti romani furono

la tuba e la buccina, usati esclusivamente a scopi militari per dare segnali alle truppe,

incitarle al combattimento o accompagnare imponenti marce trionfali.

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Il Medioevo

Il cristianesimo primitivo, privo di una forte autorità centrale, ispirandosi a elementi

musicali di aree diverse (Oriente, Africa, Europa) diede vita a liturgie differenti

Al Papa Gregorio Magno (590 d.C. – 604 d.C.) viene tradizionalmente dato il merito di

aver riformato, ordinato e sistemato tutto il repertorio dei canti liturgici, costruendo

quello che viene chiamato CANTO GREGORIANO

Il CANTO GREGORIANO, una delle prime e più importanti forme di canto religioso,

deriva quindi da quella unificazione liturgica portata a termine dalla Chiesa di Roma

dopo il pontificato di Papa Gregorio Magno.

Nell'intento di arricchire la struttura melodica del canto gregoriano, verso il X secolo, in

particolare a Parigi (Scuola di Notre Dame, cosiddetta perché sorta presso la Schola

cantorum della cattedrale di Notre Dame, allora in costruzione) e a Limoges (Abbazia di

Saint-Martial), si compiono i primi esperimenti che consentiranno di gettare le

fondamenta teoriche dalle quali poté svilupparsi la polifonia successiva. È l'inizio di una

nuova era musicale caratterizzata da un tipo di canto in cui si sovrappongono più linee

melodiche (due o più voci eseguono contemporaneamente differenti melodie formanti

un insieme armonico).

Per circa un millennio il canto gregoriano costituì comunque l'unica espressione

musicale degna di rilievo; dopo l'anno Mille venne acquistando importanza anche la

musica profana.

In Francia, I TROVATORI al sud e I TROVIERI al nord, allietano le corti con

melodie celebranti l'amor cortese. Lo stesso faranno un po' più tardi in Germania i

Minnesänger. Mentre a Parigi nascono le prime forme polifoniche, in Italia il canto

monodico raggiunge una delle sue espressioni più elevate con LA LAUDA, canzone

popolare di ispirazione

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IL 1500 e 1600

Mossi dal desiderio di far rivivere musicalmente l'antica tragedia greca, verso la fine del

1500 d.C., a Firenze, un gruppo di letterati e musicisti si riunisce dando vita alla

cosiddetta Camerata fiorentina.

La CAMERATA, partendo dallo sviluppo degli intermedi (intermezzi), momenti

scenici e coreografici posti all'interno di una rappresentazione teatrale, porta a termine

una vera e propria rivoluzione dando vita al "recitar cantando", linguaggio melodico di

chiara e semplice comprensione.

Il centro di attrazione dei musicisti si sposta, nel Cinquecento, dalla Francia all'Italia.

Le forme della polifonia sacra (messe, mottetti..) toccano in questo secolo un'alta

perfezione, ma accanto a esse maturano anche quelle della polifonia profana.

Nasce infatti una nuova forma di MADRIGALE, dovuto alla fusione della frottola

(canzone d'amore) con la polifonia dei maestri francesi. Il testo, sotto l'influenza dei

grandi poeti del Quattrocento e Cinquecento, diventa elegante e raffinato.

Il più grande polifonista del Cinquecento fu Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-

1594); egli scrisse esclusivamente musica sacra e per sole voci, senza accompagnamento

strumentale (cori a cappella).

Nel Cinquecento, l'organo è il protagonista della nascita della musica strumentale, che

ebbe nel compositore Girolamo Frescobaldi (1583-1643), uno dei più insigni

capiscuola.

LA NOTAZIONE MUSICALE

La prima notazione di cui si hanno documenti sicuri è quella greca, suddivisa in due

sistemi, uno strumentale ed uno vocale: entrambi usavano le lettere dell’alfabeto

situandole in posizioni diverse per guidate l’espressione.

La notazione medievale nel canto gregoriano era costituita da una serie di segni che

indicavano con approssimazione il percorso di una linea melodica, in modo da aiutare i

cantori che già la conoscevano a memoria, a ricordarla meglio.

Nel 1500 d.C. Guido d’Arezzo propose l’uso sistematico di un vero e proprio rigo

musicale di 4 linee; in questo modo era possibile rappresentare con precisione l’altezza

delle note, con lo stesso criterio oggi in uso.

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IL 1600 e 1700

Il violino, il flauto, l'organo e il clavicembalo sono gli strumenti che dominano la

scena musicale del Seicento italiano ed europeo attirando l'attenzione dei maggiori

musicisti dell'epoca.

Di grande importanza sono le capacità tecnico-artistiche dei maestri liutai: Stradivari,

Amati e Guarneri

In questi anni la musica viene considerata “disciplina eccelsa” e posta al centro di

numerosi studi e trasformazioni, come lo sviluppo del MELODRAMMA ad opera di

CLAUDIO MONTEVERDI (Cremona 1567- Venezia 1643) il quale, concentrandosi

su una sempre maggiore aderenza della musica al senso del testo, adatta i drammi fino

ad allora sostenuti da uno scarso accompagnamento musicale e costruiti sul recitar-

cantando, dando così il via alla costruzione di un nuovo genere musicale, le OPERE.

Nel Seicento, dominano la scena Arcangelo Corelli (Fusignano 1653- Roma 1713),

ritenuto il grande fondatore della moderna tecnica violinistica e Giacomo Carissimi

(Roma 1605-1674), provetto organista e compositore.

AntonioVivaldi

Tra Seicento e Settecento ANTONIO VIVALDI (Venezia 1678- Vienna 1741), oltre a

perfezionare la tecnica violinistica, compose più di cinquecento opere strumentali: le più

significative sono i concerti, che hanno il merito di aver posto le basi strutturali del

concerto moderno, dando rilievo alla parte solistica e stabilendo la classica divisione in

tre tempi (Allegro-Adagio-Allegro).

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La vita musicale europea tra Seicento e prima metà del Settecento gravita attorno alle

grandi figure di Bach e di Händel, che incarnano splendidamente, sia nel carattere sia

nella produzione, l'ideale barocco a cui tutti i compositori del tempo fanno riferimento.

JOHANN SEBASTIAN BACH (Eisenach 1685-

Lipsia 1750), tedesco, organista e clavicembalista di raro valore, è uno dei più grandi

compositori di tutti i tempi. Tra le sue opere più significative: la Messa in si minore, la

Passione secondo Matteo, la Passione secondo Giovanni, i Concerti brandeburghesi e,

inoltre, Corali, Cantate, interi cicli organistici e clavicembalistici. Nell'arte perfetta di

Bach confluiscono tutte le esperienze precedenti, fondendosi in modo mirabile: la

tradizione polifonica, la monodia, l'armonia, la moderna tonalità.

GEORG FRIEDRICH HANDEL (Halle 1685- Londra 1759), autore di musica da

camera e per organo e di melodrammi, è noto soprattutto per uno dei suoi 23 oratori

(oratorio= composizione per voci soliste, coro e orchestra in cui viene narrata

musicalmente una azione, per lo più di carattere religioso, senza fare ricorso alle scene,

ai costumi, a qualsiasi elemento di rappresentazione teatrale) il celebre Messia.

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WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756-

1791) è considerato il rappresentante più geniale della seconda metà del Settecento e

certo una delle maggiori personalità della musica occidentale. Egli ha saputo unificare le

esperienze più diverse, dimostrandosi sensibile soprattutto all'influenza della scuola

italiana. Pronto ad accogliere i più diversi contributi, Mozart sa assimilarli e rinnovarli in

uno stile in cui domina una squisita perfezione, unita a una segreta malinconia che si

farà, col tempo, sempre più struggente e drammatica. Mozart ha scritto, nella sua breve

vita, moltissime composizioni, dalle opere teatrali (come Nozze di Figaro, Don

Giovanni, Flauto magico) alle sinfonie, dalle musiche per danza ai quartetti, dalla

musica sacra alle sonate e concerti per pianoforte e per violino..

L’ OPERA BUFFA è un nuovo genere musicale, destinato a irrompere violentemente

nel panorama musicale di fine Settecento. Caratterizzata da storie intricate e personaggi

schietti, troverà i suoi più alti rappresentanti in Pergolesi, Paisiello, Cimarosa e più

tardi in GIOACCHINO ROSSINI (Pesaro 1792- Parigi 1868).

Tra i capolavori di Gioacchino Rossigni ricordiamo: Il Barbiere di Siviglia, Guglielmo

Tell, La gazza ladra, Cenerentola, L'Italiana in Algeri, Mosè, Il viaggio a Reims.

GIOACCHINO ROSSINI

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La musica nell'Ottocento

Dal 1800 la musica diviene patrimonio di tutti coloro che per cultura e condizioni

economiche sono in grado di accoglierne il messaggio artistico. Il musicista, a sua volta,

si libera della sudditanza nei confronti dei munifici signori, e conquista quella libertà che

è uno dei segni distintivi dell'arte moderna.

Se la musica sinfonica e da camera rimangono patrimonio dei ceti elevati, la musica

operistica attira a sé grandi masse popolari; il melodramma diviene, specie in Italia, la

forma di spettacolo più diffusa e più amata.

Nell'Ottocento si moltiplicano inoltre i luoghi di divertimento (sale da ballo, café

chantant) in cui la musica interviene con le funzioni meno impegnative di divertire e di

accompagnare la danza.

LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770-

Vienna 1827) è l'interprete appassionato di un'epoca di cambiamenti e di tensioni.

I due motivi fondamentali che Beethoven esprime nella sua musica sono il dolore della

vita e la tensione eroica intesa a superarlo. Di qui l'aspetto drammatico che si riscontra in

tante sue composizioni. Fra le opere principali di Ludwig van Beethoven vanno

ricordate le nove sinfonie, le sonate per pianoforte, i concerti per pianoforte e orchestra, i

quartetti, la Missa Solemnis, l'opera lirica Fidelio.

Con Beethoven termina l'età classica, e si apre un nuovo periodo dell'arte musicale, che

partecipa agli ideali e allo spirito del Romanticismo.

Molti ed importanti sono i compositori, e musicisti, di questo periodo:

FRANZ SCHUBERT (Vienna 1797-1828), autore di bellissimi Lieder, di sonate

e brani per pianoforte (Improvvisi, Momenti musicali), di nove sinfonie, tra cui

spiccano la Quarta (Tragica) e la Nona (Incompiuta)

FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY ( Amburgo 1809- Lipsia 1847); tra le

sue composizioni più celebri, le poetiche Romanze senza parole per pianoforte, il

Sogno di una notte di mezza estate, il Concerto in mi minore per violino e

orchestra

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ROBERT SCHUMANN (Zwickau 1810- Bonn 1856); tra le sue opere, molti

pezzi pianistici, quattro sinfonie, il Concerto in la minore per pianoforte e

orchestra

NICCOLO’ PAGANINI (Genova 1782- Nizza 1840), considerato il più grande

violinista di tutti i tempi. Tra le sue composizioni: i Capricci e il Concerto n. 1 in

re maggiore per violino e orchestra

FRYERYK CHOPIN (Varsavia 1810- Parigi 1849); la sua musica ricca di

fantasia ha dato un contributo essenziale all'affermazione del pianoforte quale

strumento di espressione poetica

JOHANNES BRAHMS (Amburgo 1833- Vienna 1897) fu per alcuni anni allievo

di Schumann; scrisse prevalentemente musica sinfonica e da camera, tra cui

quattro sinfonie, l'Ouverture tragica, le Danze ungheresi, i due Concerti per

pianoforte e orchestra, il Concerto per violino e orchestra, lo splendido Requiem

PETR ILIC CAJKOVSKIJ (Vjatka 1840- San Pietroburgo1893), russo, fu uno

dei più grandi compositori di musica strumentale dell'Ottocento. È celebre la sua

Sesta sinfonia (Patetica) ma lasciò anche numerose composizioni: concerti per

pianoforte e orchestra, balletti (Lo Schiaccianoci, Il lago dei cigni, Giulietta e

Romeo) e opere (La dama di picche)

PETR ILIC CAJKOVSKIJ

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In Italia, paese privo di una propria tradizione sinfonica, i compositori trovano

nell'opera il genere a loro più confacente per dar sfogo alla passione, nota caratteristica

del Romanticismo.

La drammaticità della musica e l'immediatezza del testo, attraverso il racconto di

vicende sempre più esasperate, determinano la fortuna del melodramma italiano che

troverà in GAETANO DONIZETTI (Bergamo 1797-1848), VINCENZO BELLINI

(Catania 1801- Parigi 1835) e soprattutto GIUSEPPE VERDI (Roncole di Busseto,

Parma 1813- Milano 1901) i suoi massimi esponenti.

Giuseppe Verdi affida alla musica il compito di

evidenziare i sentimenti dei protagonisti delle sue opere, ispirate a soggetti diversi per

epoca e ambiente. Tra le sue opere più famose troviamo AIDA, NABUCCO

(Nabucodoonosor), RIGOLETTO, IL TROVATORE, FALSTAFF, DON CARLOS,

OTELLO, MACBETH, LA TRAVIATA, LA FORZA DEL DESTINO....

Contemporaneo a Giuseppe Verdi (sono nati lo stesso anno) è il tedesco RICHARD

WAGNER ( Lipsia 1813 - Venezia 1883) il quale, nella duplice veste di compositore e

librettista, procede a un completo rinnovamento dell'opera ispirandosi a soggetti del

Medioevo tedesco, letti in chiave nazionalista.

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La musica nel 1900... fino ad oggi

Il 1900 è caratterizzato dall'esplosione del jazz, della musica pop, del rock.. che sono

divenuti il sottofondo costante della nostra esistenza quotidiana.

Importantissimo per la storia della musica è l'avvento del cinema, della radio e della

televisione, che determinano nuovi usi del linguaggio sonoro, nella fusione di

immagini-parlato-suoni che promuovono modi diversi di percepire e ascoltare la musica.

Per quanto riguarda in particolare la musica, con la diffusione dei dischi (e poi Lp,

musicassette, CD, Mp3...) si crea una nuova situazione d'uso: quella che pone di fatto

l'ascoltatore in una dimensione di isolamento.

La musica classica: alcuni compositori del Novecento

IGOR STRAVINSKIJ (San Pietroburgo 1882- New York 1971), compositore

statunitense di origine russa, è probabilmente il musicista più noto del XX secolo. Egli

volle bandire dalla musica qualsiasi significato espressivo, sostenendo che essa altro non

è che il prodotto di una pura azione costruttiva, del tutto simile a quella di un artigiano.

Nelle proprie composizioni, Stravinskij ha valorizzato soprattutto l'elemento ritmico; la

melodia è spezzata, contorta, spesso grottesca e beffarda. Tra le sue opere: i balletti

l'Uccello di fuoco e Petroucka; la Sagra della Primavera.

SERGEJ PROKOF’EV (Ekaterinoslav 1891- Mosca 1953), compositore e pianista

russo, riteneva che la musica dovesse avere un'autentica funzione sociale. Tra le sue

composizioni più popolari: Sinfonia classica, L'amore delle tre melarance, Pierino e il

lupo, il poema sinfonico Aleksandr Nevskij, Romeo e Giulietta (balletto).

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Il jazz

Le origini del jazz vanno ricercate nel cuore dell'Africa, nei villaggi delle foreste

equatoriali. Le tribù si ritrovavano intorno al fuoco dopo una caccia, una battaglia o un

qualsiasi altro evento, e davano libero sfogo alle loro sensazioni con danze e canti al

ritmo frenetico dei tamburi. Quando, nel Settecento e nell'Ottocento, dilagò il

commercio dei neri, le popolazioni africane vennero trasferite con viaggi disumani negli

Stati americani del Sud e impiegati come schiavi nelle piantagioni di cotone e nella

costruzione di strade ferrate. Coloro che sopravvissero al trauma del viaggio e del

distacco dalla loro terra si ritrovarono in luoghi sconosciuti, sfruttati, analfabeti, privi di

ogni mezzo di sostentamento. Fu in questa condizione di profonda sofferenza umana che

la nostalgia della perduta libertà si riversò nei canti e nei ritmi della loro terra natìa.

Il jazz divenne popolare all'inizio del Novecento a New Orleans, città della Louisiana sul

fiume Mississippi, e si ispirò appunto ai canti di lavoro (work songs) delle piantagioni

di cotone, agli spirituals (canti religiosi), ai blues (canti accorati e nostalgici) e al

ragtime (una vivace musica popolare).

Le prime bands, formate da una sezione melodica (cornetta, clarinetto, trombone) e da

una sezione ritmica (banjo, chitarra, bassotuba), improvvisavano a orecchio e si

esibivano in parate stradali in occasione di matrimoni e funerali.

Questo era lo stile hot, ossia il jazz improvvisato.

La musica jazz andò progressivamente affermandosi; risalgono al 1913 le prime

incisioni di dischi. Verso il 1920 il jazz si "trasferì" a Chicago: qui nacquero le grandi

orchestre jazz nelle quali si distinguevano per la sezione ritmica il pianoforte, il banjo, la

chitarra, il contrabbasso e la batteria; per quella melodica i sassofoni, le trombe, i

tromboni, i clarinetti. Emersero i maggiori solisti jazz: Bessie Smith, grande interprete

di blues, Louis Armstrong, cornettista-trombettista, Sidney Bechet, clarinettista-

sassofonista, il pianista Duke Ellington.

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La musica folk

Con il termine Musica folk si intende generalmente la musica tradizionale, per la quale

in inglese si usa la definizione di Traditional folk music.

La Traditional folk music, che coincide con la nostra musica tradizionale, è stata definita

in vari modi: come "musica trasmessa oralmente" e suonata abitualmente da tempo

immemorabile, come "musica delle classi più povere" o ancora come musica creata da

"compositori sconosciuti". Ciò che è certo è che la musica folk viene distinta

dalla musica popolare e dalla musica colta.

La musica folk tradizionale è riconoscibile da alcune caratteristiche:

- La trasmissione orale: prima del XX secolo, la maggior parte della popolazione era

analfabeta e imparava le canzoni a memoria, senza la mediazione di libri, registrazioni o

altri mezzi di trasmissione; non era importante sapere chi l’aveva inventata, si passava

da generazioni

- Una forte relazione con la cultura dei luoghi: La musica folk tradizionale è spesso

legata ad una particolare cultura, in una precisa regione o luogo. I contesti potevano

essere i più diversi e, spesso, il valore identitario diveniva centrale nei gruppi di

immigrati, per i quali la musica folk assumeva la funzione di aggregante sociale. Questa

è una musica corale e viene spesso eseguita da cantanti non professionisti; il trasporto

emozionale non sempre è legato alla qualità estetica raggiunta, non c’è una funzione

commerciale.

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La musica rock

La musica rock (conosciuta, spesso, anche solo come il rock) è un genere di musica

popolare, nato negli Stati Uniti e in Inghilterra nel 1950 - 1960. Trae le sue origini da

numerose forme di musica precedenti, in particolare dal rock and roll, dal rhythm and

blues e dal country, con eventuali richiami anche alla musica folk. Le sonorità del rock

si improntano prevalentemente sulla chitarra elettrica, che in genere viene

accompagnata da una sezione ritmica costituita da basso e batteria. Dal 1970 hanno

iniziato a fare la loro comparsa anche gli strumenti a tastiera, come l'organo, il

pianoforte, ed il sintetizzatore; altri strumenti di contorno, ad esempio il sassofono o

l'armonica a bocca, possono essere usati per lo più in qualità di solisti.

La maggior parte delle formazioni rock sono composte da quattro elementi, e formano

pertanto un quartetto: un chitarrista, un cantante, un bassista ed un batterista. Esistono

comunque anche formazioni più articolate, di cinque o più elementi, così come il

cantante può suonare anch'egli uno strumento ed il suo ruolo può essere assegnato a più

persone diverse che in questo modo alternano differenti parti vocali e differenti

timbriche.

The Beatles

(in italiano I Beatles), soprannominati The Fab Four (I favolosi quattro), sono stati

un gruppo musicale rock britannico, originario di Liverpool e attivo dal 1960 al 1970.

La formazione, composta da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo

Starr, ha segnato un'epoca nella musica, nel costume, nella moda e nella pop art. Ritenuti

un fenomeno di comunicazione di massa di proporzioni mondiali e considerati tra le

maggiori espressioni della musica contemporanea, a distanza di vari decenni dal loro

scioglimento ufficiale – e dopo la morte di alcuni di loro – i Beatles contano ancora un

enorme seguito e numerosi sono i loro fan club esistenti in ogni parte del mondo.

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I Rolling Stones sono

un gruppo musicale rock britannico, composto da Mick Jagger (voce, armonica), Keith

Richards (chitarre, voce), Ronnie Wood (chitarre, cori) e Charlie Watts (batteria,

percussioni).

Per il loro essere trasgressivi furono chiamati i "brutti, sporchi e cattivi" e contrapposti ai

più rassicuranti Beatles, anche se tale contrapposizione fu spesso creata dagli stessi

Rolling Stones che si comportavano in modo volutamente antitetico rispetto ai Beatles

(con i quali ebbero peraltro sempre un ottimo rapporto di stima e amicizia), proponendo

così un modello alternativo. I Rolling Stones sono stati, e sono tuttora, un'autentica

pietra miliare nell'evoluzione della musica rock del XX secolo, portando sotto i riflettori

il malcontento e la protesta di intere generazioni.

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La musica pop, la musica leggera italiana

La musica pop, deriva il suo nome dal termine inglese popular music, che in italiano

diventa musica popolare e poi, per meglio distinguerla dalla musica folk, viene definita

musica leggera.

Con musica leggera si intende un genere musicale che trova le proprie origini fin dai

primi anni del 1900, con la nascita dell'industria musicale.

Varie invenzioni contribuirono al diffondersi del consumo domestico della musica:

- in primo luogo quella del fonografo di Thomas Edison (1877); quando comparvero i

primi fonografi a gettone (precursori dei futuri jukebox) e molti musicisti iniziarono ad

incidere i propri lavori su dischi (diffondendo così i primi dischi in vinile);

- l'invenzione della radio e della televisione fecero sì che nelle abitazioni private

arrivasse la musica dal vivo e registrata;

- le prime pellicole cinematografiche con audio resero famosi molti cantanti.

Ancor più oggi, la musica leggera è strettamente inserita nel circuito di diffusione

commerciale mondiale con incisioni discografiche, video, festival, concerti-spettacolo,

trasmissioni e reti televisive e radiofoniche.

L'espressione italiana "musica leggera" definisce quindi, un tipo di musica caratterizzata

da un linguaggio relativamente semplice, di facile ascolto, poco elaborata e spesso

destinata all’ intrattenimento (il Festival di Sanremo è lo spettacolo di musica leggera

più antico e duraturo)

Le caratteristiche principali della musica leggera sono:

utilizzo del cosiddetto formato canzone (strofe alternate al ritornello);

testi di facile comprensione, che raccontano storie o emozioni

spiccata orecchiabilità (canzoni facili da ricordare)

utilizzo abbondante della melodia;

breve durata dei brani.

I cantautori Con il termine cantautore (da cantante + autore) si indica colui che

interpreta canzoni da lui stesso composte.

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La musica rap

La storia del rap prende il via all'inizio del 1970 a New York, considerato che il genere

è tuttora presente ed anzi è attualmente in espansione, la sua storia è un continuo

divenire di eventi che si susseguono anche ai giorni nostri.

Il rap italiano è la trasposizione del rap americano, legato anch'esso alla cultura hip

hop. Nella penisola si sviluppa nei primi anni del 1980, passando da testi in inglese a

quelli in lingua italiana ma è negli anni novanta che i gruppi appartenenti alla scena hip

hop incidono i loro primi lavori significativi.

Negli anni 2000 il rap italiano ha riscontrato una notevole crescita commerciale con il

lancio mediatico di numerosi rapper (cantautori di musica rap), la nascita di molte

competizioni di freestyle e la diffusione tramite internet.

L'impatto del parlato e delle relative rime spesso si coniuga con la cultura popolare e

viene filtrato dai diversi dialetti della penisola, favorendo la divulgazione di realtà

regionali e l'evoluzione complessiva dello stile italiano.

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