la radio della liberazione

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  Comune di Gorla Maggiore Comune di Olgiate Olona Comune di Gorla Minore  

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La notizia che l’Italia del Nord era insorta fu data per prima dalla ribattezzata Radio Alto Milanese, la ex stazione fascista di Radio Tevere, non dall’EIAR di Milano. Già nella serata del 25 aprile Radio Alto Milanese aveva ‘affidato al mondo il suo impeto di libertà e di amor patrio’ sulle onde di metri 35 di Olgiate OlonaMario Colombo – Paolo PaolettiAll Rights ReservedNo part of this book may be used or reproduced in any manner whatsoever without written permission except in the case of brief quotations embodied in critical articles and reviews. For information address – [email protected]

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Prefazione

Secondo Moni Ovada, la memoria è l'identità stessa dell'individuo. Occorre

quindi coltivare la memoria, ma non quella dell’episodio in sé bensì anche il

suo significato. Con questo opuscolo ci proponiamo di ricordare la brevevita di Radio Busto Arsizio, la nostra radio autonoma, che seguì la nascita di

Radio Alto Milanese: un episodio della liberazione dell’aprile 1945 nella

nostra area. Il significato generale consiste in questo: dopo il 24 aprile 1945,

quando si seppe che gli Alleati avevano attraversato il Po e Genova era

insorta, la lotta di liberazione era diventata spontanea, almeno in provincia.

Per insorgere non erano più necessarie le direttive segrete del CLN locale,

come scrisse un protagonista e un osservatore di quei giorni, l’agente

dell’OSS americano Aldo Icardi. I partigiani si adeguarono alle varie

situazioni locali, magari si lasciarono prendere dall’entusiasmo e pretesero

il disarmo da parte di colonne tedesche in movimento, più forti in uomini e

mezzi. Ma alla fine il buon senso prevalse, senza arrivare a inutilispargimenti di sangue.

Questo opuscolo anche per riportare la verità sulla radio che per prima dette

l’annuncio della liberazione. La notizia che l’Italia del Nord era insorta fu

data per prima dalla ribattezzata Radio Alto Milanese, la stazione fascista diRadio Tevere, non dall’EIAR di Milano. Già nella serata del 25 aprile Radio

Alto Milanese aveva ‘affidato al mondo il suo impeto di libertà e di amor 

 patrio’ sulle onde di metri 35. Le radio milanesi vennero liberate solo la

mattina del 26 aprile. Gli stessi alleati appresero dell’insurrezione da Radio

Alto Milanese. Lo dicono le date e gli orari, lo dicono i giornali del 26 aprile

dell’Italia liberata. Questo per la verità e per la storia.

Mario Colombo – Paolo Paoletti

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RADIO TEVERE10 – 06 – 1944 / 25 – 04 - 1945

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Sabato 18 settembre 1943 Mussolini faceva risentire la sua voce daimicrofoni di Radio Monaco, dalla Baviera. Erano passati 6 giorni da quando

una compagnia della 2a divisione paracadutisti germanica lo aveva liberato

da Campo Imperatore e un aereo lo aveva trasportato a Vienna.

Già dal 26 luglio Hitler aveva pensato di far liberare Mussolini e di

metterlo a capo di un governo fantoccio. Dopo l’annuncio

dell’armistizio Hitler, allora presso il suo Quartier Generale a

Rastenburg nella Prussia orientale,

ordinò di installare una stazione radio

di emergenza. Questa fu costruita in

gran fretta all’interno del vagone

ristorante del treno personale delFührer. La stazione radio fu messa in

contatto diretto con Berlino e da

Berlino le registrazioni erano inviate a

Monaco per la diffusione in etere.

Radio Monaco divenne così la prima

emittente di quel gruppo di gerarchi

rifugiatisi in Germania subito dopo la

firma dell’armistizio. Quel 18

settembre Mussolini scioglieva le

truppe dal giuramento al re, rivolgeva

un appello alle camicie nere e annunciava di aver ripreso la direzione del

fascismo in Italia. Successivamente annunciava di aver ricostituito la

struttura del Partito Fascista Repubblicano, di cui nomina segretario

Alessandro Pavolini1)

, già ministro della Cultura Popolare e direttore del

Messaggero. Il Duce ordina anche che dalla Germania trasmetta un’emittente

radiofonica fascista e affida questo compito allo stesso Pavolini, il quale si

1) Alessandro Pavolini (Firenze 1903 – Dongo 1945) si trova nel giorno fatale del 28 ottobre 1922 a Roma

per ragioni di studio. Si accoda alle colonne fiorentine di camicie nere per la parata finale, quando Mussolini

ha già ricevuto la carica di Primo Ministro. Nel 1929, a soli ventisei anni, Pavolini diviene federale di

Firenze. Nel 1935 parte volontario per la guerra d’Africa, col suo amico Galeazzo Ciano, e comanderà unasquadriglia aerea, cui viene dato il nome di una squadraccia fiorentina ai tempi della marcia su Roma: la

famigerata “Disperata”. Nel 1939 diventa Ministro della Cultura Popolare. Dopo la caduta del fascismoriesce a riparare in Germania. Aderisce alla Repubblica Sociale Italiana e come segretario del PFR tiene lefila del congresso di Verona, ottiene il processo e la condanna a morte dei “traditori” del 25 luglio. Nella

primavera del 1945 la RSI si avvia all’atto finale. Pavolini si illude di poter raccogliere ventimila fedelissimi

per costituire l’ultima resistenza in Valtellina: là progetta di far trasportare anche le ossa di Dante, simbolodell’italianità. Il 25 aprile 1945 si avvia con il Duce per l’ultimo viaggio, dalla Prefettura di Como al

lungolago di Dongo, dove viene fucilato il 28 dai partigiani della 52° Brigata Garibaldi, dopo un coraggioso

ma inutile tentativo di fuga. 

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avvarrà della collaborazione di Giovanni Preziosi, noto antisemita, giàdirettore de “La Vita Italiana”, e di Vittorio Mussolini, già direttore della

rivista “Cinema”. Per la stesura dei notiziari furono chiamati due giornalisti

che si trovavano già a Berlino: Cesare Rivelli, corrispondente del Giornale

Radio, e Felice Bellotti, già inviato de “La Stampa” sul fronte russo. Come

annunciatore dei programmi fu chiamato Orio Ruberti, fratello della vedova

di Bruno Mussolini, e Angelo Vecchio Verderame con le funzioni

d’interprete.

La Radio, assumerà la denominazione di “ Radio Fascista Repubblicana” e fu

da quest’emittente che Mussolini il 18 settembre 1943 pronunciò il discorso

diffuso in Italia. Dopo il rientro in Italia del Duce avvenuto il 23 settembre, a

Monaco rimasero Rivelli e Bellotti sotto la direzione di Giovanni Preziosi.

Una volta in Italia Mussolini esaminò la situazione dell’E.I.A.R. (Ente

Italiano Audizioni Radiofoniche) e constatò che una parte delle stazioni radio

erano cadute in mano agli angloamericani. La stazione di Bari, dotata del più

potente impianto radio italiano, che poteva trasmettere sia su onde corte sia

su onde medie, coprendo tutto il territorio nazionale e quello estero, Oriente e

Africa compreso, fu presa ancora intatta dagli alleati e subito riattivata per

iniziativa di giovani intellettuali badogliani. La redazione mandò in onda il

primo notiziario dell’Italia libera e trasmise le prime parole di Vittorio

Emanuele III agli italiani dopo la fuga da Roma.

Per circa una settimana quest’emittente della parte liberata del territorio

nazionale operò in modo autonomo, successivamente affluirono a Bari

personalità della cultura come Anton Giulio Majano, Antonio Piccone Stalla,Alba De Cespedes, Ubaldo Lay, Pio Ambrogetti, Gabriele Baldini e Giorgio

Spini.

Radio Bari diventò anche la voce ufficiale del quartier generale alleato. La

sua potenza di 20 Kw consentiva di trasmettere oltre la linea di

combattimento e svolgeva preziosa funzione trasmettendo anche

informazioni per la Resistenza. Radio Bari diffondeva ogni giorno quattro

edizioni del Giornale Radio che veniva ascoltato anche in Germania,

provocando le reazioni di Radio Berlino. La rubrica più ascoltata era

“L’Italia che Combatte”, in quanto propagandava la resistenza ma soprattutto

trasmetteva i messaggi speciali per gli aviolanci nell’Italia occupata.

Mussolini si trovava così a disposizione solo tre stazioni radio, due a Roma e

una a Torino. Ma erano praticamente fuori uso in quanto erano statebombardate o saccheggiate e i dirigenti erano scomparsi: era rimasto solo il

presidente dell’ente, Giancarlo Vallauri.

Nel novembre 1943 Mussolini con una serie di decreti riorganizzava tutto il

settore della cultura popolare e della radiofonia e incaricava il Ministro per

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la Cultura Popolare Fernando Mezzasoma di trasferire Radio Monaco inpatria. Questi requisì i locali di una scuola elementare di Milano in Via

Morivione e qui risorse tutto l’apparato della nuova EIAR. Direttore generale

fu nominato Ezio Maria Gray2)

, già direttore della Gazzetta del Popolo di

Torino, mentre come responsabile della redazione del giornale radio fu

chiamato Camillo Pennino.

Questa fu l’unica radio ad onde medie che il

Governo della Repubblica Sociale Italiana

possedeva, ma riusciva a copriva a malapena il

centro nord del territorio nazionale. Furono

allestite orchestre di musica sinfonica e

leggera sotto la

direzione del

maestro Cinico

Angelini, con

un quartetto

d’archi e ben

tre compagnie

di prosa, una a

Milano, una a

Torino e una a Firenze. Le letture di poesia

erano affidate a Ruggero Ruggeri e fu anche

indetto un concorso per canzoni tipicamente

italiane. Insomma fu fatto ogni sforzo percontrastare Radio Londra, sempre più

ascoltata in segreto dalla popolazione.

Nella primavera del 1944 Mussolini pensò di creare anche una radio che

coprisse l’Italia ‘invasa’. Chiamò alla direzione di “Radio Falco” un

trentottenne vercellese, Paolo Fabbri, già inviato della Gazzetta del Popolo.

2) – Ezio Maria Gray (1885 – 1969) partecipò alla marcia su Roma nel 1922 e fu il primo ad

abbracciare Mussolini al suo arrivo nella capitale il giorno 30 ottobre 1922, prima che si

presentasse a Vittorio Emanuele III per ricevere l’incarico di formare il nuovo governo. Con

l’affermazione del fascismo Gray diresse varie federazioni, come commissario straordinario.

Poi fu vice presidente della Camera e commentatore politico ufficiale delle “Cronache del

Regime” dai microfoni dell’EIAR. Nel 1943 aderì alla R.S.I. impegnandosi nella stampa epropaganda, sia come direttore della Gazzetta del Popolo, sia come presidente dell’ente

radiofonico. Il 27 aprile 1945 si presentò spontaneamente alle autorità della Prefettura di

Como. Messo in carcere, fu processato e condannato a vent’anni di detenzione ma nel 1946

ritornò libero grazie all’amnistia Togliatti. Aderì al Movimento Sociale Italiano, di cui divenne

primo deputato e poi senatore della Repubblica. Fu anche consigliere comunale di Novara e

Roma.

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Fabbri però sottopose al Duce un altro progetto, quello di creare una radioche doveva fingere di trasmettere dalle terre invase e per questo fu

denominata “Radio Tevere”. Il progetto fu approvato ma nel frattempo era

caduta la linea di difesa tedesca imperniata su Cassino, per cui Fernando

Mezzasoma, per non far cadere in mano al nemico la più potente stazione

italiana ad onde corte, ordinò il trasferimento del centro radiofonico di

“Roma Prato Smeraldo” al Nord. Fu scelto di istallare l’impianto nella

campagna tra Busto Arsizio e Olgiate Olona, in “Strà Olgià” (oggi Via Diaz),

come si trova scritto sui documenti. Trasportato tutto il materiale ad Olgiate

Olona, riparate le parti sabotate, la radio fu rimessa in piena efficienza e il 10

giugno del 1944, sei giorni dopo la presa di Roma da parte degli Alleati,

“Radio Tevere” iniziò le sue trasmissioni dagli impianti posti sul territorio di

Olgiate Olona.

Lo scopo del Duce era quello di far credere che Radio Tevere trasmettesse

come Radio clandestina

dalle terre occupate dagli

alleati. I programmi

andavano in onda dalle ore

20,30 fino alle 24,00;

iniziavano con l’Inno a

Roma e terminavano con la

canzone “Tornerai”. Gli

annunciatori erano Carlo

Baccarella e Guido Oddo,mentre Gino Bo Della Rocca

fingeva di essere il cronista

americano Joe Parker, che

trasmetteva in diretta dal

fronte. Alla parte musicale

collaborava Gorni Kramer e

il Quartetto Cetra. A Radio

Tevere le rubriche di

propaganda nazista in lingua

inglese furono affidate a John Amery3) –

, figlio del Ministro delle Colonie del

Governo Churchill, mentre il prof. Ezra Pound4, poeta ed economista, fu

3) – John Amery (1912–1945), nato in Gran Bretagna, figlio di Leopoldo Amery, conservatore,

membro del Parlamento e Ministro delle Colonie Inglesi. John Amery fondò il partito

filofascista in Gran Bretagna e lavorò per diffondere la propaganda nazista in Europa. Durante

la guerra civile spagnola collaborò con il generale Franco, nel 1936 Mussolini gli conferì una

medaglia per la collaborazione data ai servizi segreti fascisti; nel 1944 collaborò con la

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impegnato contemporaneamente in rubriche su problematiche economiche esull’approfondimento del confucianesimo.

Il trucco della radio in territorio nemico ebbe vita breve: gli alleati si

accorsero subito, che gli impianti erano al Nord. La sala di registrazione era

situata in un’altra scuola di Milano in Via Ripamonti. Lì venivano prodotti e

registrati tutti i programmi, che poi erano inviati via cavo direttamente alla

stazione radio trasmittente, che si trovava, come abbiamo visto, a Strà Olgià,

oggi Via Diaz, che con il suo impianto via etere le diffondeva al mondo

Repubblica Sociale Italiana, trasmettendo da Radio Tevere programmi di propaganda

nazifascista per le truppe alleate. Verrà arrestato dai partigiani il 28 aprile 1945 a Saronno,

mentre su una FIAT 500 tentava di fuggire. Consegnato agli alleati, fu trasferito in Gran

Bretagna, dove verrà processato e condannato a morte. Fu impiccato nel carcere di Wandswort

il 19 dicembre 1945.4 Erza Pound, nato nel 1885 ad Hailey nell’Idaho, da una famiglia discendente dai puritani del

New England e dai quaccheri della Pennsylvania, si laurea in economia all’Università della

Pennsylvenia. Nel 1903 è all’Hamilton College (Clinton, New York) per studiare lingue

romanze. Dopo un breve periodo di insegnamento al Wabash College, si imbarca per l’Europa.

A Venezia pubblica a proprie spese la sua prima raccolta di versi. Nel 1908 si trasferisce a

Londra, dove conosce William Butler Yeats. Il periodo londinese è ricco di incontri e

frequentazioni. Nel 1921 si trasferisce a Parigi ma dopo pochi anni di permanenza decide di

tornare in Italia, prima a Merano e poi si stabilisce definitivamente a Rapallo, dove incontra

amici scrittori. Traduce Confucio e si dedica alla stesura del grande poema epico dei Cantos; 

contemporaneamente porta avanti i suoi studi di economia. Elabora nuove teorie in aperta

polemica con il sistema economico finanziario degli Stati Uniti. Nel 1931 viene invitato a

tenere una serie di lezioni all’Università Bocconi di Milano su Thomas Jefferson, che egli inun saggio metterà a confronto con la figura di Benito Mussolini. Ed è proprio al fascismo che

Pound guarda con simpatia ed interesse: una scelta che durante la guerra pagherà a caro

prezzo. Durante il conflitto collabora con Radio Roma e durante la Repubblica Sociale

trasmetterà da Radio Tevere. Il 3 maggio del 1945 viene arrestato dai partigiani e consegnato

alle autorità americane, che lo manderanno nel campo di concentramento di Coltano, nei

pressi di Pisa. Trasferito a Washington, viene processato per la sua collaborazione con Radio

Tevere. L’accusa è di tradimento per aver trasmesso da una radio nemica e per aver incitato i

militari alleati a non combattere contro le forze dell’Asse. Pound si difenderà con queste

parole “Sono stato accusato di tradimento […] ma non ho parlato in riferimento a questa

guerra, bensì per protesta contro un sistema che crea le guerre a catena, una dopo l’altra,

sistematicamente. Non mi sono rivolto alle truppe, né tanto meno ho suggerito ai militari di

ammutinarsi o ribellarsi, ma mi sono rivolto a quell’apparato di banchieri, finanzieri e

 politici che destabilizzano a proprio vantaggio il naturale sviluppo economico dei popoli.”

Pound al processo verrà dichiarato infermo di mente per evitargli la sedia elettrica. Trascorredodici anni della sua vita in un manicomio criminale. Nel 1958, ritirata l’accusa di tradimento,

tornerà in Italia. In questi anni incontrerà esponenti della beat generation come Allen Ginsberg

e intellettuali come Pier Paolo Pasolini. Morirà a Venezia nel 1972.

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PANORAMICA ATTUALE DELLA ZONA IN CUI ERA ISTALLATA NEL 1944/5 RADIO TEVERE

 # 1 –Busto Arsizio Via per Fagnano - # 2- Olgiate Olona Via A. Diaz (all’epoca Strà Olgià) - # 3 – Punto in cui si trovava la Trasmittente (Via Diaz – angolo Via San. Marco) –  # 4 –

 Antenne della Trasmittente -  # 5 – Via San Marco -  # 6  – Cabina elettrica della stazioneradio, unico reperto ancora visibile –  # 7  ex Castello De Dionigi -  # 8 – Autostrada Milano

Varese - # 9 – Campo d’aviazione della Cicogna del Comando Tedesco - # La riga in ROSSO 

indica il tracciato della linea via cavo, che collegava direttamente Milano Via Ripamonti con

 Radio Tevere in Strà Olgià.

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Olgiate Olona – “Strà Olgià” ora via Diaz – le due antenne di RadioTevere da una foto ripresa nel

1945 (Collezione M. Colombo)

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 Due interni della Stazione di Radio Tevere (foto del 1945 collezione M. Colombo)

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Olgiate Olona – (Foto fatta il 6 maggio 1945) -Ponte sull’autostrada (di via Gonzaga) Come si nota ai due lati vi

sono gli isolanti in ceramica che supportano la linea di collegamento tra la sala trasmittente di Milano con

l’emittente di Radio Tevere che si trovava a Olgiate Olona in via Diaz – confinante con la stessa autostrada

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Schema tratto da una mappa militare del 1944

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Plastico di Radio Tevere – realizzato nel 1990 – si nota Strà Olgià come era negli anni

1944/45, oggi Via A. Diaz – angolo via San Marco; sulla destra si nota la Cabina elettrica,

unico cimelio ancora visibile.

(Plastico realizzato da Mario Colombo, conservato presso la Fondazione Anna Kuliscioff – Milano)

Come si presenta oggi la cabina di Radio Tevere, vista da Via Diaz ad Olgiate Olona

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Ricapitolando, radio Tevere aveva la seguente struttura: a Milano, presso la scuola

elementare di Via Ripamonti vi era la direzione generale, la regia con la struttura per la

produzione dei programmi. Da qui questi venivano inviati direttamente via cavo

all’impianto di Olgiate Olona, che, con i suoi potenti trasmettitori, li inviava al mondo via

etere. I cavi per le trasmissioni erano adagiati a terra, a lato dell’autostrada Milano-

Varese. A Busto Arsizio, invece, in via Mentana 7, presso la ditta De Dionigi, vi erano

solo gli uffici amministrativi per la direzione del personale impiegato presso il complesso

di Radio Tevere insediato nella zona Olgiate - Busto. Inoltre vi erano anche alcuni

alloggi, una mensa, una sala ricreazioni, sia per i tecnici addetti all’impianto radio che per

il personale militare tedesco addetto alla protezione della struttura. Tutti questi alloggi

erano stati ricavati nella residenza di campagna dei De Dionigi, all’epoca chiamata

Castello De Dionigi, che si trova appunto in Via Diaz.

Il Quartetto CETRA, (foto del 1950)

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RADIO TEVERE CADE IN MANI PARTIGIANE25 – 04 - 1945 

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 La mattina di mercoledì 25 aprile 1945, Busto Arsizio insorse spontaneamente contro

l’invasore nazifascista. Busto fu la prima città della Lombardia ad insorgere, seguita nella

stessa mattinata da tutta la Valle Olona. Milano ed altre città del Nord insorsero nel

pomeriggio (nel capoluogo lombardo i tram circolarono fino alle 14) o il giorno seguente.

Quella di Busto fu una vera e spontanea insurrezione popolare. Le formazioni partigiane,

pronte da mesi ad entrare in azione, assunsero subito il pieno controllo della situazione. Si

istituirono prontamente i vari posti di blocco, si circondarono le caserme dei fascisti e

delle forze armate tedesche, che furono attaccate, costringendole alla resa. Ma l’obiettivo

primario era quello di impossessarsi della stazione EIAR, ovvero di occupare Radio

Tevere. I Patrioti progettarono l’attacco, dividendosi i compiti: gli Azzurri della

Divisione Alto Milanese attaccarono e occuparono la sede degli uffici in Busto Arsizio

presso la Ditta De Dionigi in Via Mentana 7. Così si legge nel rapporto partigiano:

“ Minima fu la resistenza, l’azione dei Patrioti fu così veloce ed improvvisa che i difensori

 furono sconcertati e disorganizzati, non pensarono altro che a lasciare ogni cosa e

ritirarsi, o meglio fuggire”. Gli impianti tecnici di Olgiate Olona situati in via Diaz

furono invece attaccati dalla 102° Brigata Garibaldi “Stefano Ghioldi”, proveniente da

Fagnano, che si trovava già dalle 9,30 del mattino impegnata nell’attacco della caserma di

Solbiate Olona, sulla via per Fagnano. Anche in questo caso vinse l’effetto sorpresa. Una

volta circondata e attaccata la caserma, i partigiani trovarono i militari impreparati ad una

reazione; bastarono due colpi di mortaio e qualche raffica di mitragliatrice sparata dai

nostri Garibaldini, che gli avversari immediatamente sventolarono bandiera bianca e

trattarono la resa del presidio. Alcuni di loro aderirono al movimento insurrezionale e si

unirono nei combattimenti a fianco dei nostri Garibaldini.Sistemato il presidio di Solbiate Olona5, parte della 102° Brigata Garibaldi si diresse

presso Strà Olgià (oggi via Diaz) e s’impossessò degli impianti di Radio Tevere. In

questo caso non ci fu nessun combattimento, poiché i tedeschi di guardia alla stazione

radio, forse udendo il conflitto a fuoco che avveniva presso la vicina caserma di Solbiate

Olona. o forse per un ordine ricevuto, abbandonarono l’emittente, fuggendo con un

automezzo. Raggiunsero il comando tedesco di Olgiate Olona, sito in Valle, presso la

Ditta Tognella. Questo comando, a sua volta, venne attaccato dai Patrioti della Valle

Olona, composti dalla Brigata Costanzia di Costigliole e dalla stessa 102° appoggiata

anche dalla 182° Brigata Garibaldi, e lo costrinsero, dopo due giorni di aspri

combattimenti, alla resa.

5 Alle ore 16,00 del 25 aprile i Garibaldini affidarono il presidio di Solbiate Olona (oggi Caserma Ugo Mara)

alla responsabilità della Brigata “Raimondi” del Raggruppamento Patrioti A. Di Dio, mentre i Garibaldini

insediarono il loro Comando di Zona a Olgiate Olona. L’area di pertinenza del Comando comprendeva anche

i Comuni di Gorla Minore, Gorla Maggiore, Solbiate Olona, Fagnano Olona e Marnate.

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“RADIO ALTO MILANESE”

25 –04 - 1945 / 04 – 05 -1945 

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Nella stessa mattinata del 25 aprile il comandante della 102° Brig. Garibaldi Antonio

Lago, dopo aver preso possesso della stazione di Radio Tevere, la consegnò al Ten. Aldo

Icardi, comandante della missione americana Chrysler : L’agente del servizio segreto OSS

era da mesi presente sul nostro territorio per dirigere e aiutare la resistenza nell’Italia

settentrionale. Quel 25 aprile Icardi incaricò il Ten. Col. Gino Oggioni, comandante dei

Patrioti della Divisione Alto Milanese6, di ordinare ai tecnici rimasti presso la stazione

radio, di rimettere immediatamente in piena efficienza l’impianto, per iniziare le

trasmissioni. La copia dell’ordine scritto di Oggioni è qui riprodotta. Per i tecnici non fu

un lavoro facile, in quanto l’impianto di Radio Tevere sul territorio di Olgiate era privo di

apparecchiature assolutamente necessarie per le riproduzione sonore, come microfoni,

amplificatori, giradischi, miscelatori, cuffie, misuratori di livello di modulazione, ecc..

Questo perché, come abbiamo già detto, le trasmissioni venivano registrate e trasmesse

direttamente da Milano, giungendo via cavo a Olgiate, da dove venivano immediatamente

irradiate. Occorre tener conto delle

difficoltà di reperire in loco quel

materiale indispensabile alle

trasmissioni. Nonostante questo

serio problema i tecnici rimasti

riuscirono a recuperare il materiale

mancante, ad adattarlo

all’impianto ed a portare a termine

il lavoro nella stessa giornata. Fuun vero miracolo di tecnica e di

caparbietà. Verso le 19,00 del 25

aprile gli stessi tecnici

comunicarono al Comando Piazza

Partigiano di Busto Arsizio che la

stazione era in grado di

trasmettere. A questo punto il Ten.

Aldo Icardi formò un’improvvisata redazione, che fu affidata al prof. Nino Miglierina, già

collaboratore del giornale clandestino “L’Idea”, il quale la riunì presso il Comando della

Divisione Alto Milanese, insediato nella scuola Manzoni di Busto Arsizio. In questo

modo ordini, disposizioni e altro potevano essere immediatamente passati alla redazione

della rubrica Radio-Stampa. Da quel momento “Radio Tevere”assumeva il nome di“Radio Alto Milanese”.

6 La Divisione Alto Milanese era composta dal Raggruppamento Patrioti Alfredo Di Dio e dalla 102^ Brigata Garibaldi

Maurizio Macciantelli, incorporata con la 12^ Divisione S.A.P.

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Copia dell’ordine inviato dal Comandante Gino Oggioni alla direzione di Radio Tevere

(Archivio Aldo Icardi USA)

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Le forze patriottiche milanesi occuparono gli edifici pubblici nella notte tra il 25 e il 26aprile. Secondo una pubblicazione ufficiale del C.L.N.A.I. del novembre 1945, “alle 8

del 26 aprile si udiva per l’ultima volta la radio fascista; a mezzogiorno una voce nuova

annunciava che Milano era libera”  7

. Oggi, sappiamo che la radio milanese passò di

mano verso le nove del mattino e che cominciò a trasmettere verso le 12. Dunque 

Radio Tevere con la sua potente stazione a onde corte fu la prima emittente dell’Italia

settentrionale a lanciare al mondo la notizia che l’Italia del Nord era insorta contro

l’invasore nazifascista. Gli stessi alleati appresero dell’insurrezione dalla nostra stazione

di Radio Alto Milanese. Nessun’altra emittente può vantare questo merito. E se oggi

celebriamo il 25 aprile come festa nazionale dedicata alla liberazione, è anchedovuto a questa notizia, che captata nel mondo assunse effettivamenteun’importanza decisiva e un valore ufficiale.Busto Arsizio con la valle Olona fu la prima zona della Lombardia ad insorgere contro

l’invasore la mattina del 25 aprile. Non ci fu un ordine specifico dato dai comandi

partigiani, o dal C.L.N.A.I. come molti dicono e scrivono, ma fu una sollevazione

popolare spontanea. L’agente dell’O.S.S. presente in zona, Aldo Icardi8, ricorda quel

giorno del 25 aprile a Busto Arsizio: “ Il giorno seguente che era il 25 aprile, venni

svegliato alle sei del mattino da un eccitato “Albertino” (Giovanni Marcora - divenuto

 poi Ministro D.C.). Aveva ascoltato la radio che aveva annunciato il passaggio della

quinta armata sul Po, a Ferrara, durante la notte. Io frenai l’entusiasmo di Albertino.

‘Gli Alleati – dissi – hanno passato il Po, ma non si sa quale direzione possano prendere,

se Nord o Est’. Quel mattino, quando Albertino andò via, salii in camera e mi preparai

7 In “Argomenti” n. 18 del 20.11.1945, “ La radio del Nord Italia e il CLNAI”, p. 5 Si legge nel

sito http://www.associazioni.milano.it/isec/ita/cronologia/crono26apr.htm: “verso le ore 9,00, squadre

della 40ª brigata Matteotti, guidate dal colonnello Umberto Ricca, occupano la stazione

radiofonica. Corrado Bonfantini, comandante generale delle brigate Matteotti, annuncia la

liberazione di Milano”. 8

Aldo Lorenzo Icardi, nato a Pittsburg, Pennsylvania nel 1917, da genitori italiani, laureato in legge, nel 1941

entrò a far parte come sottotenente della Compagnia D del 2677th. Regiment dell’Office of Strategic

Services. Paracadutato nella notte del 26 settembre 1944 dietro le linee nemiche in località Monte Mottarone,

nei pressi di Stresa, al comando della Missione Chrysler, fissò la sua base logistica, prima sul Lago d’Orta poi

a Busto Arsizio, protetto dai sacerdoti locali presso l’Istituto la Provvidenza. Il suo compito era quello di

aiutare la resistenza contro i nazifascisti nella zona di Novara, Torino,Valle d’Ossola, Milano, Mantova e

Verona. Organizzò vari aviolanci per centinaia di tonnellate di materiale: viveri, armi, vestiario, ecc.. Ebbe

anche l’incarico dal suo comando di catturare Mussolini vivo, compito che non portò a termine in quanto il 27

aprile, mentre si recava a Como, fu fermato ad un posto di blocco partigiano, nei pressi di Abbiate Guazzanee fu scambiato per un fascista in fuga. Venne trattenuto e malmenato per tutta la notte. Liberato su intervento

del C.L.N. il giorno seguente, apprese che Mussolini era già stato fucilato. Partecipò alle trattative di resa di

oltre trentamila tedeschi nel Nord Italia, consegnandoli alle truppe alleate, senza nessun spargimento di

sangue. Rientrato negli Stati Uniti l’8 maggio 1945, il Governo Americano lo insignì con la Legion of Merit;

il Governo Italiano a sua volta gli conferì la Medaglia d’Argento al Valor Militare, la Città di Busto Arsizio la

Cittadinanza Onoraria. Vive in Florida dove svolge la professione di avvocato.

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 per l’incontro che avevo alle otto e quarantacinque con il comandante delle Guardie diFinanza nel retro della merceria di Pierino Solbiati. Erano le otto e trenta, stavo facendo

colazione, quando sentii salire Pierino, eccitato anche lui. Mi parlò del passaggio del Po

da parte degli Alleati e mi raccontò anche un fatto che gli era capitato quella mattina,

verso le otto. Un aviere era entrato nel negozio per comprare delle mostrine per il suo

comandante. Pierino gli aveva detto tra il serio e il faceto: ‘Cosa fai? Vai in giro a

comprare mostrine per il tuo ufficiale fascista? Hai sentito il comunicato radio questa

mattina? La guerra è finita! E’ meglio che pensi a te stesso e che togli quell’uniforme

 prima che arrivino gli Alleati’.[…]Era un quarto alle nove, lasciai la cucina e scesi con

Pierino nel suo ufficio. Egli andò sulla porta del retro del magazzino ad attendere il

Comandante delle Guardie di Finanza. Arrivato fissammo tutti gli accordi in cinque

minuti. Pierino con il finanziere ritornò nel magazzino, io presi la bicicletta, attraversai

il cortile e uscii su via Milano passai davanti alla merceria per recarmi in Piazza

Garibaldi.[…] Pedalavo per via Milano, quando sentii chiamare. Era il figlio di Pierino

(Peppino Solbiati) che, tutto eccitato ed ansioso, mi disse: ‘Aldo, va subito al comando

PAI ! (Polizia Africa Italiana). Luciano Vignati è già là che ti aspetta. Il Colonnello che

comanda le guardie vuole arrendersi con tutto il suo battaglione’. Quello era realmente

un messaggio elettrizzante. Ero già contento per le Guardie di Finanza, che erano 25

uomini, ma qui si trattava di un numero molto superiore. […] Questo incontro durò solo

quindici minuti. Andai alla finestra per vedere cosa accadesse in piazza: ora era gremita

di gente e la sentinella portava anch’essa un fazzoletto azzurro. La gente oltrepassava il

cancello e chiedeva armi. Questa presenza di gente mi fece felice e nello stesso tempo mi

 preoccupò’.. Ed ancora: “ Molti hanno scritto che l’ordine di insorgere era stato dato ai

 partigiani dal comando centrale del C.L.N.A.I. di Milano , ma io posso confermare chequesto non aveva dato nessun ordine per l’insurrezione, anche perché non potevano

emanare un ordine così in breve tempo, su tutto il territorio dell’Alta Italia, in quanto il

C.L.N.A.I. non aveva mezzi veloci di comunicazione; il telefono non si poteva usare, non

aveva una radio con la quale comunicare. Io penso che tutti i partigiani attesero, come

segnale per insorgere, il passaggio del Po, a Ferrara, degli Angloamericani il 25 aprile

1945, come fece il mio amico Albertino quella mattina”9. Come si vede da questo scritto

di Icardi, a Busto Arsizio e nella Valle Olona, la scintilla dell’insurrezione partì per

volontà popolare la mattina del 25 aprile. Un’insurrezione che voleva essere prima di

tutto liberazione dell’occupante germanico. Mentre quel giorno a Milano si susseguivano

trattative segrete tra il C.L.N.A.I. e i diversi comandi germanici e fascisti per un

9Aldo Icardi “American Master Spy. A true story by Aldo Icardi”, Stalwart Enterprises, Inc. Pittsburgh,

1954, p. 160 e p. 168. - Troviamo la conferma alle parole di Icardi nel libro di Valiani “Tutte le strade

conducono a Roma” Il Mulino, Bologna, 1983, p. 252, dove riferisce sulle decisioni prese dopo la fine dei

colloqui in Arcivescovado, nella serata del 25 aprile: “ L’ordine dell’insurrezione, già in atto per Milano sin 

 dal mattino del 25 aprile, è esteso a tutta l’Alta Italia. Lo facciamo sapere a tutti attraverso le staffette che

 ci attendono davanti all’Arcivescovado. Sono le nove di sera”. 

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passaggio indolore dei poteri 10, in provincia si combatteva. Basti ricordare il tragico edoloroso incidente di ‘fuoco amico’ accaduto quel 25 aprile, a Gorla Minore, in via

Garibaldi, dove verso le 13,00 erano già caduti 13 Garibaldini. Appartenevano alla 182°

Brig. Garibaldi di Gorla Maggiore.

10Il 25 aprile i tram a Milano circolarono regolarmente fino alle ore 14, quando scattò lo sciopero generale.

La sera del 25 aprile la situazione era ancora generalmente tranquilla, visto che all’imbrunire il corteo

composto da una trentina d’auto con Mussolini e molti gerarchi lasciò la città senza incidenti. Per quanto

riguarda l’ora dell’insurrezione si veda inoltre la relazione di Leo Valiani, tenuta a Milano nell’aprile 1964,

pubblicata in “La Resistenza in Lombardia”, Edizioni Labor, Milano 1965, p. 198: ” Nell’ultima riunione del

C.L.N., che Pertini, Sereni, Valiani tennero la sera tardi del 25 aprile in casa del segretario del C.L.N.A.I.

 Balzarotti in via Cadore, io misi per iscritto l’ordine di insurrezione rivolto alla Guardia di Finanzachiedendo di impossessarsi entro la notte della Prefettura di Milano [….] la Guardia di Finanza eseguì il

nostro ordine all’alba del 26 aprile […] Poco prima anche il comando generale del C.V.L. aveva diramato

l’ordine di insurrezione nazionale rivolto a tutte le formazioni partigiane dell’Alta Italia”. Non bisogna

lasciarsi ingannare da quanto si trova su

http://www.antoniogramsci.com/angelamolteni/politica_resistenza.htm. Qui si legge: “ Alle 21,30 del 25 aprile

«Radio Milano Libertà» trasmette il messaggio dell’insurrezione che il C.L.N.A.I. aveva diramato sin dal mattino”.

“Radio Milano Libertà” era il nome della radio in lingua italiana che trasmetteva da Mosca e faceva

riferimento alla proclamazione dell’insurrezione approvata dal CLNAI la mattina del 25 aprile e

distribuita alle staffette. Evidentemente la notizia da Milano fu trasmessa a Mosca e da lì messa in

onda. Si trova conferma che la stazione radio milanese sia stata occupata dalla Guardia di Finanza nelle

prime ore del 26 aprile in queste parole: “ Alle ore 6 del 26 il col. Malgeri della CdF fa occupare dai propri

reparti il palazzo della Provincia, il Municipio, il Comando Militare repubblicano, la sede dell’EIAR, la

Stiptel ed altri obiettivi” (Giuliano Oliva “La Guardia di Finanza nella Resistenza e per la Liberazione”,

Roma, s.n., 1985, p. 238). A Milano il segnale dell’insurrezione fu dato col suono delle sirene alle 8 del 26aprile. Per quanto riguarda l’accordo del 26 aprile tra partigiani ed SS, questo prevedeva che i comandanti tedeschi,

che avevano firmato la resa nelle mani dell’arcivescovo Schuster per non riconoscere formalmente l’autorità

del Governo della Resistenza,  sarebbero rimasti sulla difensiva fino all’arrivo delle truppe alleate. Il gen.

Raffaele Cadorna, comandante del Corpo Volontari della Libertà, nel suo libro di memorie (“La riscossa”,

Bietti ed., Torino, 1977, p. 313) scriveva : “ Nel pomeriggio del 27 aprile ricevetti una delegazione

germanica, capeggiata dal colonnello Goldbeck, già comandante del presidio, il quale si lamentava di alcune

aggressioni da parte di elementi partigiani”. Se partigiani e tedeschi fossero stati belligeranti, perché il

comandante tedesco della piazza sarebbe dovuto andare a far visita al nemico per ‘lamentarsi di  alcune

aggressioni da parte di elementi partigiani’ ?

A garantire l’intangibilità delle enclaves tedesche nel centro di Milano c’erano i partigiani.. Questa pagina di

storia è rimasta poco nota. perché tra chi non si oppose all’accordo vi fu il futuro Primo Ministro Ferruccio

Parri.

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Ribadiamo quindi che fu l’annuncio dato da Radio Alto Milanese, la sera del 25 aprile, adare la scintilla insurrezionale in tutto il territorio del Nord Italia, dal Piemonte al Veneto.

Ecco che Milano, Torino, Padova, Verona ecc. insorsero praticamente tra il 26 e il 27

aprile, ovvero dopo l’annuncio dato da Radio Alto Milanese. In virtù del fatto che la

vecchia Radio Tevere trasmetteva su onde corte e quindi copriva un territorio più ampio

della radio EIAR che trasmetteva da Milano su onde medie, Radio Alto Milanese fu la

prima ad essere ascoltata in Italia e forse anche all’estero. Il suo annuncio fu ripreso

anche da Radio Londra, che nella sua trasmissione del 26 aprile riferiva di aver appreso

da Radio Alto Milanese che l’Italia era insorta. Anche il Giornale di Sicilia No.108 di

giovedì 26 aprile 1945 scriveva: ” Ieri sera alle ore 22,00, sulla lunghezza d’onda dell’ex

trasmittente fascista “Radio Tevere”, la Radio dell’Alto Milanese liberato dai patrioti,

ha improvvisamente dato la notizia dell’occupazione di numerosi grandi centri della

 Lombardia, da parte di brigate Garibaldine”. Anche l’Avanti edizione romana del 26

aprile pubblicava in prima pagina, stampato in grassetto, al centro: 

 Ieri sera alle 22,05, sulla lunghezza d’onda della Radio repubblichina di Milano è stata

intercettata una trasmissione diramata dall’Alto Milanese occupato dai Patrioti

italiani, che ha diramato sensazionali notizie di vittorie Partigiane in vaste zone della

 Lombardia.

 Busto Arsizio

 Il CLN ed il Comando Militare della Piazza hanno assunto tutti i poteri civili e militari,

una volta sgominata la resistenza nazifascista. In un proclama del ten. Col. Gino

Oggioni, Capo delle formazioni partigiane, vengono tra l’altro date le necessarie

 disposizioni per la resistenza ad eventuali ritorni offensivi di truppe nazifasciste, e

 diramate le prime ordinanze legislative di carattere democratico popolare. Difendere le macchine, le fabbriche e le centrali, assicurare con ogni mezzo il potere assoluto alle

 forze partigiane, sono le parole d’ordine. 

Anche sul sito http://www.radiomarconi.com/marconi/cronologia.html si legge:

“25 aprile, ore 22.00 La radio già della Repubblica Sociale Italiana trasmette,

invece del solito notiziario del governo di Salò, un messaggio improvviso: tutta la

Val d'Ossola, la Val Sesia e la zona del lago Maggiore sono in mano ai

 partigiani. Il giorno dopo, con l'insurrezione di Milano, tutta l'Italia

settentrionale è praticamente liberata”. La coincidenza degli orari (22,00-22,05) e

i riferimenti alle valli a nord di Milano assicurano che l’ordine del ten col.

Oggioni di rendere operativa la radio entro le ore 19 erano stati eseguiti.

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 La prima pagina dell’edizione romana dell’Avanti del 26 aprile 1945

con l’articolo su Radio Alto Milanese (Archivio Fondazione Turati – Pertini via Bonarroti 13 Firenze)

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(L’edizione romana dell’Avanti - Particolare dell’articolo)

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Al mattino del 26 aprile, il C.L.N. di Busto Arsizio comunicava alla popolazionel’avvenuto ripristino dell’emittente patriottica a mezzo volantino.

 Il volantino distribuito dal C.L.N. alla cittadinanza il 26 aprile 1945 (Archivio Mario Colombo) 

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 Il Ten. Col.Giovanni (Gino) Oggioni.(Busto Arsizio 1892 – 1963) Comandante Supremo di

tutte le forze Partigiane della Piazza di Busto Arsizio & Valle Olona

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Sempre il giorno 26 il Ten. Col. Oggioni fece trasmettere da Radio Alto Milanese ilprimo proclama ufficiale del Comando Piazza.

(vedi copia del documento qui di seguito)

(Copia del testo originale emanato da Radio Alto Milanese il 26 aprile 1945) (Collezione Mario Colombo)

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Al 30 aprile il Comando Piazza di Busto Arsizio, comunicava a tutti icomandi partigiani della zona, l’avvenuta costituzione di un Ufficio Radio

Stampa Informazioni, vedi lettera allegata:

 Lettera inviata dal Comando Piazza di Busto a tutti i Comando di Piazza della zona, Legnano

e Valle Olona. Ha firmato per Oggioni il dott. Raffaele Bovienzo. (Archivio M. Colombo)

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 Le trasmissioni si susseguirono con regolarità e professionalità sotto la

direzione dell’ufficio Radio-Stampa affidato al prof. Nino Miglierina e ad

Ercole Faroni. Il 27 aprile, per evitare abbinamenti di orari con altre emittenti

ormai anch’esse libere, veniva subito stabilito un orario ufficiale per i

bollettini.

Dalle ore 10,00 alle 10,30

Dalle ore 11,00 alle 11,30

Dalle ore 15,00 alle 15,30

Dalle ore 17,00 alle 17,30

Dalle ore 21,00 alle 21,30

Con tale orario e con il nome di Radio Alto Milanese, questa emittente

funzionò fino al 4 maggio 1945.

Dopo questa data, l’emittente divenne una Radio a gestione autonoma

denominata “Radio Busto Arsizio”

Prof. Nino Miglierina nato a Brebbia nel1911 morto a Brebbia nel 1989

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NASCE “RADIO BUSTO ARSIZIO”“LA RADIO AUTONOMA”04 – 05- 1945 / 23 –05 -1945 

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Dopo accordi intercorsi con i rappresentanti dell’E.I.A.R. (Ente ItalianoAudizioni Radiofoniche) di Milano e con il

benestare del Comando Alleato di Busto

Arsizio, rappresentato dal Col. Astley e dal

dott. Enrico Tosi membro del C.L.N. di Busto

Arsizio, cui era demandato l’incarico di vigilare

sul funzionamento della emittente, il 4 maggio

1945 il Governo Militare Alleato ordinò al

direttore dell’ufficio Radio-Stampa del C.L.N.,

prof. Migliarina, che Radio Alto Milanese

prendesse il nome di Radio Busto Arsizio.

Poteva trasmettere autonomamente con il

seguente orario:

Dalle 12,15 alle 14,00 – dalle 14,15 alle 15,00 e

dalle 21,30 alle 22,00 usando l’onda corta di

metri 35 e metri 47.

Fu esteso un programma per le trasmissioni

cosi concepito:

# 1 – Notiziari riguardanti la zona di Busto Arsizio, con corrispondenti propri

in detta zona.

# 2 – Problemi di politica interna – commenti bisettimanali.

# 3 – Problemi di politica esterna – commento settimanale.

( i numeri 2 e 3 devono essere emessi sotto responsabilità del C.L.N. di

Busto Arsizio con preventiva revisione da parte del ten. Col. Astley) # 4 – Problemi sociali – commento bisettimanale

# 5 – Problemi giuridico-sociali – commento settimanale.

# 6 – Problemi italiani – commento quindicinale.

# 7 – Problemi di letteratura estera – commenti quindicinali.

# 8 – Problemi filosofici – commento settimanale

# 9 – Problemi scientifici – commento settimanale.

# 10 – Problemi religiosi – commento settimanale.

# 11 – Programma musicale – musica vocale, strumentale, classica, leggera.

# 12 – Arte drammatica locale.

# 13 – Propaganda per la conoscenza nel mondo dei progetti locali.

# 14 – Pubblicità cittadina.

Tale programma ebbe un vivo interesse tra i radioascoltatori, che sempre più si

affezionavano al programma di Radio Busto Arsizio. Purtroppo la sua vita fu

breve. 

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LA CHIUSURA DI RADIO BUSTO ARSIZIO23 – 05 - 1945 

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 Il giorno 23 maggio 1945 verso le ore

17,00 il prof. Migliarina veniva

avvertito, a mezzo telefono, dal dott.

Enrico Tosi11

, che per ordine

superiore Radio Busto Arsizio doveva

sospendere le sue emissioni alle ore

21,30 di quello stesso giorno. Pur

sorpreso il prof. Migliarina provvedeva

immediatamente a sospendere

l’annuncio del programma per il

giorno 24, già affidato al redattorebustese Ercole Faroni del Corriere

Prealpino. Alle 21,30 il prof.

Migliarina parlava ai microfoni

annunciando la dolorosa notizia della

chiusura, salutando i radioascoltatori e

augurandosi che venisse riconcesso a

Radio Busto l’onore di continuare le sue trasmissioni.

Purtroppo, poco tempo dopo la stazione venne smantellata e Busto perse per

sempre la sua radio. Questo opuscolo per mantenere viva la memoria di quei

giorni e di quegli uomini.

11 L’On. Prof. Dott. Enrico Tosi (1906-1962) fu uno dei più attivi animatori del movimento della Resistenza e della

liberazione. Membro del C.L.N.A.I. come rappresentante della Democrazia Cristiana, per la provincia di Varese, fu

consigliere comunale a Busto Arsizio dal 1946 al 1951. Eletto deputato nella 1^ e 2^ legislatura, fu deputato all’Assemblea

Costituente per il Collegio di Como, Sondrio, Varese. Presidente della Sottocommissione Finanze e Tesoro per l’interno,presso la Camera dei Deputati, fu rappresentante del Parlamento Italiano all’Assemblea consultiva del “Conseil de

l’Europe” a Strasburgo. E’ deceduto il 6 febbraio 1962 a seguito di un incidente automobilistico sull’autostrada

Milano/Varese. 

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FONTI CONSULTATE

American Master Spy - A true story by Aldo Icardi – Stalwart, Pittsburgh 1954

Busto è Insorta 1945 - 25 Aprile -1946 – Edizione “L’Idea”

Archivio - Mario Colombo

Archivio – Aldo Icardi

Raffaele Cadorna “La riscossa”, Bietti ed., Torino, 1977

La Resistenza in Lombardia – a cura dell’Istituto per la Storia del Movimento di

Liberazione in Italia -Edizione Labor – Milano 1965Fondazione di Studi Storici F. Turati – S. Pertini, Via Bonarroti 13 –

50122 - Firenze

Giuliano Oliva “La Guardia di Finanza nella Resistenza e per la Liberazione”,

Roma, s.n., 1985

www.istitutostoricorsi.com

Spartacus Educational microsoft internet explorer

www.radiomarconi.com

www.antoniogramsci.com/angelamolteni/politica_resistenza.htm

www.aim.milano.it

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INDICE DEI NOMI

Ambrogetti Pio 7

Amery John 9

Amery Leopoldo 9

Angelini Cinico 8

Astley colonnello 35

Baccarella Carlo 7

Baldini Gabriele 7

Bellotti Felice 7

Bo Della Rocca Gino 9

Bonfantini Corrado 23

Bovienzo Raffaele 32

Brigata Garibaldi 102° 19

Brigata Garibaldi 182° 19

Brigata Garibaldi 52° 6

Brigata Costanzia 19

Brigata Raimondi 19

Cadorna Raffaele 25, 38

Cetra Quartetto 9, 12

Chrysler missione 21, 23

Churchill Winston 9

Ciano Galeazzo 6

Costanzia Brigata 19

Daddario Emilio 25

De Cespedes Alba 7De Dionigi 12, 17, 19

Fabbri Paolo 8

Faroni Enrico 33, 37

Ghioldi Stefano 19

Ginsberg Allen 10

Goldbeck col. 25

Gray Ezio Maria 8

Icardi Aldo 4 – 20 – 21 -22 – 23 - 37

Jefferson Thomas 10Kramer Gorni 9, 17

Lay Ubaldo 7

Macciantelli Maurizio 21

Majano Anton Giulio 7Malgeri Alfredo col. 25

Marcora Giovanni (Albertino) 23–24Mezzasoma Fernando 8- 9

Migliarina Nino 33 – 35 - 37

Mussolini Benito 7–10, 23, 25

Mussolini Bruno 7

Mussolini Vittorio 7

Oddo Guido 10Oggioni Gino 9 - 20 – 21 – 25 -29 - 31

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Oliva Giuliano 39Parker Joe - 9

Parri Ferruccio 25

Pasolini Pier Paolo 10

Pavolini Alessandro 7

Pennino Camillo 8

Pertini Sandro 25

Picone Stalla Antonio 7

Pound Ezra 9 - 16

Preziosi Giovanni 7

Rivelli Cesare 7

Ruberti Orio 7

Ruggeri Ruggero 8

Schuster Ildefonso 25Sereni Emilio 25

Solbiati Peppino 24Solbiati Pierino 24

Spini Giorgio 7

Togliatti Palmiro 8

Tognella - 19

Tosi Enrico 35 - 37

Valiani Leo 24 - 25Verderame Vecchio Angelo 7

Vignati Luciano 24

Vittorio Emanuele III 7- 8

Yeats William Butler 10

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INDICEPrefazione pag. 4

Radio Tevere 10 – 06 – 1944 / 25 – 04 – 1945 pag. 5

Radio Tevere Cade in mani Partigiane 25 –04 – 1945 pag. 18

Radio Alto Milanese 25 – 04 – 1945 / 04 – 05 – 1945 pag. 20

Nasce Radio Busto Arsizio – la Radio Autonoma

04 – 05 – 1945 / 23 – 05 – 1945 pag. 35

La Chiusura di Radio Busto Arsizio 23 – 05 – 1945 pag. 37

Fonti consultate pag. 38Indice dei nomi pag. 39