la regione di al jufrah

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1 Ministero Affari Esteri ISTITUTO AGRONOMICO PER L’OLTREMARE LIBIA MIGLIORAMENTO E VALORIZZAZIONE DELLA PALMA DA DATTERO NELLE OASI DI AL JUFRALa Regione di Al Jufra

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Fino a poco tempo fa parlare di Al Jufrah era come parlare di una lontana località sperduta nel deserto. Il nome di Jufrah viene dato ad un complesso di 5 oasi distanti fra loro fino a 200 km. Sokna, Hun, Waddan, Al Fugha e Zellah.

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Ministero Affari Esteri

ISTITUTO AGRONOMICO PER L’OLTREMARE

LIBIA

“ M IGLIORAMENTO E VALORIZZAZIONE

DELLA PALMA DA DATTERO NELLE OASI DI AL JUFRA”

La Regione di Al Jufra

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LA REGIONE DI AL JUFRA Fino a poco tempo fa parlare di Al Jufrah era come parlare di una lontana località sperduta nel deserto. Nel passato infatti molti studiosi visitarono la Libia interna, ma tutti ebbero di mira il Fezzan, nessuno di loro si preoccupò di questa Regione, che pur dovettero quasi sempre attraversare, tralasciando di descriverla.

Al Jufrah comprende un territorio della Libia, sul 29 parallelo N., fra il 15 ed il 18 meridiano Greenw, comprendendo due gruppi di oasi distinte, lontane l’una dall’altra 150 Km, ma con caratteristiche antropologiche e geografiche simili. GEOGRAFIA Il nome di Al Jufrah viene dato non solamente al complesso delle tre oasi principali di Socna, Hun e Waddan, ma anche a tutta la vasta depressione a forma di conca, situata fra il Gebel Uaddan ed il Gebel es-Soda, nel cui fondo sono collocati palmeti e villaggi. Da questa Regione dipendono direttamente anche le oasi di Zella e di el-Fogha, questa ultima spostata verso sud a circa 160 Km da Hun. Il Gebel Uaddan, limita a N-E la conca di Al Jufrah, raggiungendo una altezza massima di 650 metri sul livello del mare, il Gebel es-Soda a S-O raggiunge nella parte centrale la massima quota di 803 metri s.l.m.

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Verso Sud il maestoso ed inquietante el-Harug el Asued, raggiunge i 1.200 metri di altezza.

Fonte: A. Dardano Istituto Geografico De Agostini – Novara Italia – 1936

Le cinque oasi, facilmente accessibili attraverso la rete viaria asfaltata, percorribile tutto l’anno, hanno mantenuto i caratteri ecologici tipici di questi ecosistemi autocatalitici grazie alla consociazione delle palme da dattero con altre specie destinate all’alimentazione umana ed animale (ortaggi, foraggiere, frutta, cereali) e al mantenimento di sistemi d’irrigazione, di conservazione e di distribuzione idrica funzionali all’economia rurale e zootecnica di zone sub-desertiche.

Fonte: U.C.I.P.I. – Tripoli 1936

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Fonte: Istituto Geografico Militare, Carta Dimostrativa, Firenze – Italia 1911

MORFOLOGIA, IDROLOGIA, CLIMA, POPOLAZIONE, Il Gebel Uaddan divide Al Jufra dalla Sirtica, della quale rappresenta l’estremo lembo meridionale permettendo la formazione della falda freatica necessaria alla vita delle oasi.Il Gebel es-Soda (la montagna nera) chiude verso Sud e verso Ovest la conca con il suo aspetto nerastro, costituito da lave basaltiche. La superficie della parte più centrale dell’altopiano è leggermente ondulata, con una serie di bassi rilievi basaltici, che terminano ben presto in una zona calcarea con arenarie quarzose rossastre e giallastre. La conca di Al Jufrah e quella di Zella, con le piccole depressioni intermedie, rappresentano la continuazione dell’ampia fossa del 29 parallelo della Cirenaica e dell’Egitto: in Al Jufrah termina il predeserto ed inizia il vero deserto (mare di sabbia). L’idrografia (o perlomeno quello che ricorda i vecchi corsi dei fiumi) è limitata da una rete di uidian, più o meno profondamente incisi, con corsi lunghi e tortuosi, che scendono dai rilievi sopra ricordati.

Fonte: A. Fantoli, Carta Pluviometrica della Libia Occidentale – Ministero dell’Africa Italiana - 1939

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Fonte: A. Desio, Carta Geologica della Libia, Studio Cartografico G. Giardi – Firenze – Italia 1936

Nel suo complesso tutta la Regione è prevalentemente calcarea, vi sono però anche arenarie e qualche piccolo tratto con ciottoli di selce. Il fondo delle conche è sabbioso, con stratificazioni calcaree (soprattutto nell’area di Waddan). CLIMA Dal punto di vista climatico la Regione appartiene al clima desertico. Nella parte più settentrionale la direzione dei venti è ancora quella dei quadranti settentrionali, mentre più a Sud I venti cambiano frequentemente la direzione con predominanza del II e III quadrante, senza un comportamento stagionale costante. Le temperature delle aree desertiche e predesertiche presentano una considerevole escursione diurna, mentre la differenza delle medie stagionali non è molto forte. L’umidità atmosferica risulta limitata, ma non manca neppure nelle aree desertiche dove si riscontra una rugiada notturna.

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POPOLAZIONE E CENTRI ABITATI La popolazione della Regione è costituita nel suo complesso da una maggioranza araba e da minoranze berbere, fezzanesi e sudanesi ed in ambito agricolo, nel suo complesso è in assoluta maggioranza sedentaria e dedita all’agricoltura ed in piccolo parte alla pastorizia. La popolazione sedentaria vive accentrata nei villaggi a poca distanza con i palmeti ed gli orti coltivati: non è necessario che gli abitanti vivano nei fondi coltivati, è infatti necessaria la loro presenza nei momenti della raccolta dei datteri, per evitare spiacevoli furti. Scarsa risulta la popolazione che vive per tutto l’anno sparsa nell’oasi; si tratta in genere di guardiani di origine saheliana.

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Gli abitati si trovano in mezzo ai palmeti oppure esternamente ad essi, in dipendenza delle cause contingenti storiche della loro formazione, ma anche approfittando di una determinata posizione di un piccolo rilievo del terreno da cui si possono dominare dominare tutti i palmeti dell’oasi. Generalmente l’abitato si viene a costruire sulla sommità e sui fianchi del rilevo stesso intorno ad un castello edificato nella sua parte più alta. Di questo tipo sono gli abitati di Waddan e Zella, ed in parte anche Socna, che rappresentano i tre abitati più antichi della Regione, presentando caratteristiche costruttive molto similari fra loro. Il villaggio molto compatto presentava molti vantaggi per la popolazione in passato perché consentiva maggior possibilità di difesa contro le scorribande dei predoni.

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Oasi di el-Fogha – Particolare della città vecchia

Oasi di Zella – Particolare castello

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Oasi di Sokna – Particolare del castello

Oasi di Hun – Particolare della città vecchia

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Oasi di Hun – Particolare del castello e delle nuove aree istituzionali

Fonte: Google Hearth

Oasi di Waddan – Particolare dell’entrata al castello

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Oasi di Waddan – Particolare delle mura del castello

AGRICOLTURA Da un punto di vista agricolo l’agricoltura e l’allevamento sono le occupazioni della popolazione attuale della regione, la prima limitata alla coltura della palma da dattero esistenti soprattutto nelle aree maggiormente depresse ed agli orti ove vengono coltivati foraggi e cereali e fruttiferi di diversa natura, la seconda limitata ad ovini e caprini di cui il commercio della carne è abbastanza redditizio. L’abbondanza dell’acqua nel sottosuolo ha permesso la coltivazione della palma, che in tutta l’area è presente con una grande biodiversità e con varietà di qualità ottima e che trovano in questa conca le condizioni agrologiche favorevoli di coltivazione e di produzione.

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Il Rolhlfs stimava nelle oasi di Sokna, Hun e Waddan, la presenza di 15.000 palme, sebbene le dichiarazioni degli abitanti, per tema di imposte, le facessero ascendere a solamente 5.000. L’autore poi enumera le varietà delle altre piante da frutta coltivate nei giardini, cintati da muretti a secco molto alti e dotati di pozzo per l’irrigazione. Sorprendentemente indica in Zella la parte della regione con un maggiore numero di palme circa 100.000, comprensive delle piantagioni più o meno lontane. Questo valore comunque si può considerare sovrstimato e dovuto a informazioni non corrette ricevute. Durante l’occupazione italiana della Libia il solo Professor Ardito Desio, dopo aver attraversato i monti Harugi a sud soggiorna a Zella e ne da scarse notizie. Il Professor Emilio Scarin nella sua pubblicazione La Giofra e Zella – Le Oasi del 29 parallelo della Libia Occidentale del 1938, indica in circa 110.500 il numero delle palme presenti, di cui 7.000 improduttive:

Oasi N palme N palme improduttive Sokna 20.000 1.000 Hun 39.000 4.000 Waddan 29.000 2.000 Al Fugha 2.500 - Zella1 20.000 -

1 Il Rohlfs aveva calcolato in 100.000 le piante di Zella. Questo probabilmente perché gli abitanti ne aveavano magnificato la prosperità dei palmeti, non avendo la preoccupazione della decima (Zella godeva a quei tempi di una propria autonomia) aumentandone di circa tre volte. Il vero valore di Rohlfs doveva essere di circa 30.000 palme poi diventate 20.000 ai tempi dello Scarin a seguito della fase di decadenza)

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A seguito delle ultime analisi del programma nel 2010 il numero di palme presenti nelle oasi di Al Jufra supera i 3 milioni.

Oasi N palme Sokna 20.000 Hun 39.000 Waddan 29.000 Al Fugha 2.500 Zella2 20.000

CAROVANIERE Nel passato tutta la Regione era di grande importanza strategica per la presenza di numerose carovaniere di transito fra il Fezzan e la costa, che si appoggiavano alle oasi per rifocillarsi e riposare, dando vita alle popolazioni locali e un notevole impulso al movimento commerciale che veniva realizzata lungo i lunghi tragitti.

Fonte: A. Dardano Istituto Geografico De Agostini – Novara Italia – 1936

La più grande carovaniera era quella che dalla costa. da Misurata passando da Bu Ngem, raggiungeva Al Jufrah per poi proseguire valicando gli Harugi neri per raggiungere i primi villaggi fezzanesi nell’area di Sebha. Questa carovaniera collegava Tripoli attraverso Tarhuna, Ben Ulid, Bu Ngem, Socna, Bir Cataifa, el Gaff, Umm el Abid, Semnu, Sebha per arrivare alla città santa di Murzuk.

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Questa sistema di collegamento antichissimo, forse seguito dagli stessi romani come normale mezzo di comunicazione per il Fezzan, ebbe periodi di grande splendore specialmente al tempo della tratta degli schiavi fra il Sudan e la Costa del Mediterraneo. La carovaniera faceva capo a Socna, tradizionale capoluogo della Regione nei tempi passati, attualmente sostituito da Hun, attuale capoluogo della Regione sede del Governo e dei principali uffici locali. Hun quindi solo successivamente, è diventato il centro logistico di grande importanza, sia da un punto di vista amministrativo che militare. Altra carovaniera di grande importanza era quella che collegava trasversalmente le oasi di Al Jufrah con Zella e costituiva solo un breve tratto di quella lunghissima che univa tutte le oasi del 29 parallelo e partendo dall’Egitto settentrionale passando da Siwa, Giarabub, Gialo, Marada, Zella, entrava nell’Uadi El Agial, e proseguiva poi per le Regioni del Sudan Centrale. Si trattava della famosa carovaniera che collegava Timbuctù al Mar Rosso e che soprattutto nei secoli di grande splendore degli Imperi Sudanesi occidentali era servita sia per i grandi pellegrinaggi alla Mecca sia per i traffici commerciali e soprattutto di schiavi. Dopo la penetrazione francese a Timbuctù e l’abolizione della schiavitù la carovaniera aveva perduto di importanza. Per un certo periodo ancora nel primo novecento aveva continuato ad essere usata dai pellegrini che si recavano alle località sante dall’Africa centro occidentale. La perdita di importanza delle carovaniere ha portato come conseguenza una rapida decadenza delle oasi. ASPETTI STORICI Da un punto di vista storico Al Jofra e Zella costituivano con molta probabilità una zona di transizione fra i paesi abitati dai Maci, dagli Psilli e dai Nasamoni e quelli abitati dai Garamanti. Fra i molti nomi di località conquistate da Cornelio Balbo, ricordate nella Historia Naturalis da Plinio il Vecchio, nessuna corrisponde a quelle di questa area geografica, anche se il naturalista fa riferimento al Mons Ater, che si trovava nella Fasania (oggi Fezzan) e che non può riferirsi altro che al Gebel es Soda. A Waddan sono sttae trovate in passato monili e monete d’oro antichissime, precedenti l’occupazione araba. Questo fatto fa pensare che questa parte della Regione abbia avuto l’influenza di civiltà precedenti quella romana, come la fenicia ed anche egiziana. Del resto antica era anche la carovaniera Est Ovest, che univa tutte le oasi del 29 parallelo, e che tagliava a metà la regione di Al Jufra, e che rappresentò un asse di penetrazione araba importantissima dall’oriente all’occidente.

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Al tempo dei romani dunque i villaggi di questa zona e specialmente dell’oasi di Waddan, la più antica, dovevano avere una popolazione mista fra Garamanti e Maci (cioè berberi). I Garamanti dovettero successivamente ritirasi verso sud, sotto la pressione degli arabi invasori da oriente. Anche nel periodo arabo, fino al secolo XIX, scarsissime furono le notizie su questa area, le uniche esistenti si trovano nei più autorevoli scriiti degli storici e geografi arabi, (Edrisi e Leone Africano), in essi vengono spesso ricordate località con il nome attuale, come Waddan e Socna. Con il secolo XIX si iniziarono le esplorazioni da parte degli europei del Sahara Centrale e del Sudan, Poiché la Regione di Al Jufra era situata sulla carovaniera d’accesso al Sahara più facile e percorribile di tutte le altre, gran parte degli esploratori e dei viaggiatori vi si fermarono, facendo tappa e talvolta soggiornandovi a lungo. All’infuori di Rohlfs, gli altri viaggiatori diedero nel complesso ben pochi ragguagli sull’area, probabilmente per lo scarso intresse presente. Il primo europeo che attraversò la Regione fu l’Hornemann alla fine del secolo XVIII (1799), che riporta i nomi delle tre oasi principali, mentre Moritz von Beurmann visita Zella nel 1863. Gerhard Rohlfs da invece un ampia e interessante descrizione di tutta l’area di Al Jufra nella sua pubblicazione Kufra Reise von Tripolis nach der Oase Kufra ecc.. Leizig 1881, interessandosi di tutte le 5 oasi e del retroterra Sahariano della Cirenaica, analizzandone le caratteristiche dei suoli, delle popolazioni, dei villaggi e delle stesse oasi.

Fonte: Fototeca IAO

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L’autore ricorda nei suoi scritti l’abbondante acqua di falda di origine superficiale, che si trovava fra i tre ed i cinque metri di profondità, dipendente dalle frequenti pioggie portate dai venti settentrionali ed anche dovute a precipitazioni nevose.

Fonte: Fototeca IAO

Oasi di Sokna – Particolare del cortile interno del castello – collezione di giare