la rivista tecnica ospedaliera

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IN TOSCANA L’OSPEDALE DEL MESE TO NUMERO DIECI - NOVEMBRE DUEMILA13 46 N el luglio scorso l’Asl 3 di Pistoia ha trasferi- to le proprie attività nel nuovo edificio, pri- mo tra i quattro nuovi ospedali toscani rea- lizzati nell’ambito della principale operazione di project finan- cing sanitario finora realizzata in Italia. Dopo seicento anni l’ospedale di Pistoia ha lasciato lo storico complesso del Ceppo per trasferirsi nella nuova struttura intitolata a San Jacopo che - assieme agli ospedali tutt’ora in costruzione di Prato, Lucca e delle Apuane - prefigura un modello operativo di estremo interesse per la sanità italiana. I quattro nuovi ospedali toscani nascono infatti grazie a un unico appalto e a un progetto ottimizzato, sviluppati mediante una procedura di project financing avviata nel 2003 e gestita dal Sior (Sistema Integrato Ospedali Regionali), che riunisce le aziende ospedaliere interessate. Concessionario per l’intera operazione è Sat, società composta da Astaldi, Impresa Pizzarotti & C. e Techint, che sta realizzando tutti gli interventi, progettati sulla base delle linee guida espresse dalla Regione Toscana da un team composto da Studio Altieri, MCArchitects, Studio Ing. Sani e Studio Del Bino. Sebbene ciascuno dei nuovi ospedali presenti proprie peculiarità in ordine alle differenti condizioni insediative, alla capienza, alle attività ospitate e San Jacopo, Pistoia. Il nuovo ospedale GIUSEPPE LA FRANCA architetto

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La rivista Tecnica Ospedaliera sull'ospedale San Jacopo

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In ToscanaL’ospedaLe deL mese

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Nel luglio scorso l’Asl 3 di Pistoia ha trasferi-to le proprie attività nel nuovo edificio, pri-mo tra i quattro nuovi ospedali toscani rea-lizzati nell’ambito della

principale operazione di project finan-cing sanitario finora realizzata in Italia.Dopo seicento anni l’ospedale di Pistoia ha lasciato lo storico complesso del Ceppo per trasferirsi nella nuova struttura intitolata a San Jacopo che - assieme agli ospedali tutt’ora in costruzione di Prato, Lucca e delle Apuane - prefigura un modello operativo di estremo

interesse per la sanità italiana. I quattro nuovi ospedali toscani nascono infatti grazie a un unico appalto e a un progetto ottimizzato, sviluppati mediante una procedura di project financing avviata nel 2003 e gestita dal Sior (Sistema Integrato Ospedali Regionali), che riunisce le aziende ospedaliere interessate. Concessionario per l’intera operazione è Sat, società composta da Astaldi, Impresa Pizzarotti & C. e Techint, che sta realizzando tutti gli interventi, progettati sulla base delle linee guida espresse dalla Regione Toscana da un team composto da Studio Altieri, MCArchitects, Studio Ing. Sani e Studio Del Bino. Sebbene ciascuno dei nuovi ospedali presenti proprie peculiarità in ordine alle differenti condizioni insediative, alla capienza, alle attività ospitate e

San Jacopo, Pistoia.Il nuovo ospedale

GiuseppeLa Franca

architetto

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all’immagine architettonica, quest’ultima studiata in rapporto alle peculiarità dei territori, i progetti risultano simili dal punto di vista organizzativo e funzionale.

L’ospedale di pistoiaL’ospedale San Jacopo sorge in un’ampia area verde (ex Campo di Volo) situata nel quadrante sud-ovest della città, in prossimità del raccordo autostradale e della tangenziale urbana, facilmente accessibile da tutto il territorio cittadino e dai comuni limitrofi , anche grazie alle linee

di trasporto pubblico dedicate. Un’ampia fascia a verde protegge il complesso dalle strade a scorrimento veloce. Rispetto all’assetto viabilistico locale i percorsi sono separati: per l’accesso di pazienti e visitatori, attestati sui fronti nord (parcheggi di pertinenza, emodialisi) ed est (pazienti non deambulanti); per il personale (parcheggi di pertinenza), i mezzi di soccorso (ambulanze, elisuperfi cie) e le merci (edifi cio economale) lungo fronte sud. L’edifi cio ospedaliero è formato da due corpi principali collegati tra loro ai piani interrato (mediante funzioni e connettivo di

oSpedaLe San Jacopo

Committente/concedenteRegione Toscana, Sior Sistema Integrato Ospedali RegionaliConcessionarioSat Sanità Toscana SpaSociAstaldi, Impresa Pizzarotti & C., Techint - Compagnia Tecnica InternazionaleConsorzio di costruzioneCosat (Astaldi, Impresa Pizzarotti & C.)Progettazione opere edili e strutturaliStudio Altieri SpaProgettazione facciate e sistemazioni esterneMca Mario Cucinella ArchitectsProgettazione ImpiantiStudio Ing. Sani

Gestione rapporti con enti amministrativiStudio Del BinoDirezione lavoriArch. Maria Cristina Del BinoSicurezzaArch. Enrico BaldiTCGeneral Electric, SiemensMocSSI Healthcare SolutionsApparecchiatureMaquet, TrumpfArredi sanitariLinetGas medicaliAir Liquide

all’immagine architettonica, quest’ultima studiata in

saniTÀ e TerriTOriOI nuovi ospedali toscani sono concepiti per

rispondere a una forte integrazione tra ospedale e territorio, da attuare mediante:

il decentramento delle attività assistenziali e il notevole potenziamento delle capacità ricettive territoriali (assistenza domiciliare, Rsa, servizi per le cure intermedie, ospedali di comunità, case della salute, hospice ecc.);

una stretta collaborazione con gli istituti privati accreditati fi nalizzata alla migliore

gestione dei percorsi assistenziali.A seguito dell’istituzione delle Aree Vaste

e dei relativi consorzi (Estav), i nuovi ospedali sono stati progettati tenendo

conto della gestione centralizzata degli acquisti e della giacenze per quanto

riguarda l’approvvigionamento del materiale economale e dei farmaci, con conseguente

ridimensionamento dei locali destinati a magazzino e deposito farmaci.

La corte interna(immagine: Stefano Cantini)

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IN TOSCANAL’OSPEDALE DEL MESE

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multiconfessionali;• secondo piano: Day surgery, Emodinamica, Sterilizzazione, Terapia intensiva/sub-intensiva, degenze chirurgiche, Blocco operatorio;• terzo piano: degenze, degenze protette, area direzionale e studi medici.Centrale termica, morgue, magazzini, cucina, farmacia, archivi e Diagnostica di laboratorio sono ospitati nell’edifi cio economale.L’ospedale è stato realizzato e attivato in soli 38 mesi, a fronte di un investimento complessivo di 151 milioni di euro di cui: 59.320.945 erogati dall’Ausl di Pistoia; 43.958.000 provenienti da finanziamento statale e 47.721.054 messi a disposizione dai fi nanziatori privati.

innovazione, accessibilità, sicurezzaRoberto Abati, direttore generale dell’Asl 3 di Pistoia, ci spiega quali sono le caratteristiche più innovative del nuovo ospedale. «Sicuramente la flessibilità e la funzionalità della struttura, accompagnate da una grande luminosità degli ambienti. La modularità dei singoli blocchi è costante per tutto l’edifi cio ed è quindi in grado di consentire successive variazioni di destinazione d’uso

servizio), terreno (attraverso la hall a doppia altezza) e, a tutti i piani, da due maniche connettive trasversali. La rete dei percorsi è incentrata sulla hall, che permette l’accesso preferenziale ai settori a maggiore affl uenza di pazienti esterni anche attraverso i nodi della circolazione verticale e le scale mobili. Ciascuna delle maniche connettive è articolata con due corridoi paralleli, separati da elevatori e vani scala, che permettono lo spostamento dei pazienti esterni come del personale e dei pazienti interni senza interferenze o sovrapposizioni. Livello per livello, ecco le principali funzioni presenti nell’ospedale San Jacopo:• piano interrato: spogliatoi, depositi materiali ospedale e pulizie, sistema per il trasporto meccanizzato, vasche e centrale antincendio;• piano terreno: centro per i servizi al pubblico (accoglienza, consegna farmaci), ambulatori con chirurgia ambulatoriale e preospedalizzazione, Emodialisi, Immunoematologia, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, Radiologia, Radioterapia, Polo Endoscopico, Immunoematologia, Pronto Soccorso con Obi;• primo piano: Day hospital, Cord, area materno-infantile con Blocco parto, nido, Ostetricia e Pediatria, degenza post-acuti, ambulatori, spazi commerciali, spazi

attivitÀ aL San JacopoIl nuovo ospedale di Pistoia (42 mila metri quadrati complessivi) comprende attività ambulatoriali e di day service, emergenza-urgenza, ricovero ordinario (differenziato nei livelli: intensivo/subintensivo, intermedio, post acuzie), day hospital e day surgery. Complessivamente sono presenti 400 posti letto di cui: 12 intensivi e 16 subintensivi; 98 ordinari più 10 degenze protette e 9 psichiatrici (area medica); 96 ordinari (area chirurgica); 23 di week surgery, 22 ostetrici e 22 culle,

17 pediatrici e 6 pediatrici subintensivi (area materno infantile); 48 ordinari (post-acuti); 16 day hospital; 10 day surgery; 20 osservazione breve intensiva; 12 postazioni dialisi. Sono attive 12 sale operatorie, 5 sale travaglio/parto, 3 sale per endoscopia digestiva e 1 sala per broncoscopia. Oltre alla differenziazione delle degenze per intensità di cura, il modello organizzativo prevede: separazione tra percorsi in elezione e in regime di emergenza-urgenza;

polispecialità dei percorsi in ogni regime assistenziale (per le prestazioni di ricovero ordinario e diurno e per quelle ambulatoriali); assegnazione di posti letto funzionali ai moduli di degenza; centralizzazione e polivalenza dei servizi/spazi generali di supporto (archivi sanitari, sterilizzazione, spogliatoi, spazi direzionali, spazi ambulatoriali, servizi diagnostici ecc.); forte presidio e monitoraggio della continuità assistenziale in entrata/uscita nel/dal livello ospedaliero.

a prOVa Di TerreMOTOOltre al rispetto dei più aggiornati standard normativi in tema di prevenzione degli incendi e di esodo controllato in caso di

calamità, spicca la tecnologia strutturale antisismica utilizzata per realizzare lo scheletro portante. Quest’ultimo, realizzato in calcestruzzo armato, è suddiviso in quattro corpi dalle superfi ci simili, separati da giunti strutturali dotati di shock transmitter.

Questi ultimi sono dispositivi idraulici che consentono alla struttura di assorbire le deformazioni lente, causate ad esempio

dall’escursione termica, senza opporre resistenza, mentre in caso di sollecitazioni dinamiche rapide e di grande entità, come nel caso dei terremoti, attuano un irrigidimento dell’insieme che

facilita la risposta dell’edifi cio, riducendo i possibili danni.

Percorso ipovedenti

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Ritengo che l’Ospedale di Pistoia si collochi tra le strutture all’avanguardia in ambito nazionale per accessibilità e fruibilità, sicuramente in un contesto pur sempre migliorabile e per il quale stiamo già lavorando». Come è stato affrontato il problema della sicurezza in corso d’opera? «Anche in questo caso, per la sua delicatezza, il tema richiederebbe dettagli e spazi maggiori. La Regione Toscana ha approvato il piano mirato “Realizzazione dei quattro nuovi ospedali in Toscana: potenziamento attività di prevenzione nei cantieri edili”, per garantire il coordinamento delle attività di prevenzione e sicurezza sul lavoro correlate alla cantierizzazione e realizzazione

degli ambienti, senza vincoli strutturali o impiantistici. La funzionalità è garantita da un’elevata compattezza dell’edificio in termini dimensionali, con collegamenti brevi tra le varie aree, progettati in modo da consentire di raggiungere in tempi ridottissimi le zone con maggiore frequenza (Blocco operatorio e Terapie intensive; sala codici rossi e Tac; area infermieri e degenze ecc.), il tutto supportato da sistemi automatizzati di trasporto leggero e pesante. La luminosità è invece assicurata dalle ampie superfici vetrate in tutte le aree, affacciate su un parco urbano comunale in corso di completamento, correlata da colori degli arredi e delle pareti pensati per favorire il senso di accoglienza e di comfort. Questa caratteristica è particolarmente curata nelle terapie intensive». Quali iniziative avete intrapreso per garantire l’accessibilità da parte di tutti i cittadini? «L’ospedale è stato progettato ritenendo che quanto più è accessibile per le persone con disabilità quanto più è accessibile per tutti. A tal fine è stato sottoscritto un protocollo tra la Regione Toscana, le associazioni dei disabili e le aziende sanitarie interessate dal progetto per i quattro nuovi ospedali, che definisce i contenuti. Fin dalla fase di costruzione è stata posta attenzione alla realizzazione di un ospedale che faciliti l’accesso anche agli utenti più svantaggiati con l’assenza di barriere architettoniche, sensoriali e di comunicazione.

Linee guida unificateAll’inizio della procedura di project financing la Regione Toscana ha emanato linee guida allo scopo di omogenizzare alcuni dei criteri per la progettazione unitaria dei nuovi ospedali, in particolare:numero dei posti letto per presidio, suddivisi per aree a diversa intensità di cura;superficie degli interventi, pari a 100 metri quadrati per posto letto;altezza massima degli edifici, fissata in quattro piani fuori terra;specifiche indicazioni per assicurare flessibilità delle strutture edilizie e separazione dei percorsi;previsioni circa la tempistica nei collegamenti tra le varie aree, per razionalizzare l’allocazione delle attività;criteri per la ridondanza delle dotazioni impiantistiche;numero dei parcheggi (2,5 stalli) per posto letto.

Sala di Terapia Intensiva(immagine: Stefano Cantini)

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Sala dei codici rossi in Pronto Soccorso(immagine: Stefano Cantini)

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senza spostamenti, dei pazienti politraumatizzati) e alla Radiologia, un angiografo ad alta defi nizione, 16 ecografi, 20 elettrocardiografi e 7 rx tradizionali. Il Pronto Soccorso è equipaggiato anche con il sistema radiologico DR con tomosintesi, un’apparecchiatura a basso dosaggio in grado di diagnosticare fratture piccole o occulte, particolarmente indicata per le indagini preliminari in sostituzione della tomografi a computerizzata e della risonanza magnetica. L’ospedale si è anche dotato di un nuovo apparecchio Moc (densitometria ossea) di ultima generazione, che utilizza la tecnologia a raggi x a doppia energia pulsata, in grado di misurare la concentrazione di calcio nelle ossa erogando una bassa dose di radiazioni in tempi ridotti. Nelle sale del Blocco operatorio, collegate al sistema intra e interaziendale Ris-Pacs, tutte le attrezzature (anestesiologiche, lampade scialitiche a led, elettrobisturi e maxischermi ad alta defi nizione) sono di ultima generazione, mentre solo sei tavoli operatori sono di nuova fornitura. Tre sale sono inoltre dotate di un sistema di gestione per lo scambio, in tempo reale, delle informazioni e delle immagini. Sono poi disponibili apparecchi per artroscopia 3D e colonne per laparoscopia all’avanguardia. La Terapia Intensiva è allestita con attrezzature pensili per le attività sui pazienti che garantiscono una maggiore operatività e praticità agli operatori, tra cui nuovi ventilatori polmonari e nuovi letti dotati di sistema a binario per il sollevamento del paziente. Per quanto riguarda gli arredi, i nuovi armadi presenti nelle degenze sono dotati di vani per il materiale necessario e immediatamente disponibile alle cure del malato (dalle lenzuola pulite ai materiali per le medicazioni ecc.), allo scopo di razionalizzare l’attività del personale. Nelle degenze di Pediatria sono

dei quattro nuovi ospedali. La realizzazione di tale progetto è stata attuata mediante la costituzione di una task force della durata di tre anni (pari a circa il tempo di costruzione degli ospedali) costituita da otto tecnici, due ingegneri e un medico, dei Dipartimenti della Prevenzione, in modo da assicurare le attività di vigilanza in materia di prevenzione infortuni e malattie professionali, informazione, formazione e assistenza, raccolta ed elaborazione dati, oltre che di coordinamento e controllo nell’ambito degli accertamenti sanitari preventivi e periodici. Molto impegno è stato poi messo dal Concessionario nello studio dei procedimenti e delle tecniche costruttive che consentissero di ridurre e/o eliminare i principali rischi per i lavoratori. Tutte gli accorgimenti adottati e le procedure poste in essere hanno consentito di ultimare i lavori del nuovo ospedale di Pistoia registrando un numero molto contenuto di infortuni».

Dotazioni specialisticheIn previsione del trasferimento dell’attività al San Jacopo, sono stati effettuati investimenti pari a 14 milioni di euro per rinnovare radicalmente il parco tecnologico, del quale fanno parte apparecchiature già in dotazione all’azienda, e a 8 milioni di euro per i nuovi arredi. È il caso, per esempio, degli acceleratori lineari, uno dei quali era in funzione al Ceppo, mentre quello nuovo costituisce lo stato dell’arte nel settore. Tra le nuove acquisizioni si distinguono 2 TC di nuova generazione, di cui una destinata al Pronto Soccorso (per la rapida valutazione,

senza spostamenti, dei pazienti politraumatizzati) e

enerGia e aMBienTeComfort e risparmio energetico sono fattori determinanti

per l’ospedale contemporaneo. Le prestazioni termoisolanti dell’involucro sono il presupposto per il drastico contenimento dei consumi, coperti in larga parte da tecnologie basate sulle fonti rinnovabili. Un impianto di cogenerazione e un campo solare fotovoltaico, oltre all’impiego di apparecchiature a

basso consumo e alta effi cienza energetica, consentiranno una riduzione dei costi del 35% rispetto a un edifi cio equivalente, con importanti benefi ci anche sotto il profi lo ambientale. Un

impianto di raccolta e riuso delle acque piovane alimenta l’intera rete degli scarichi sanitari e le esigenze irrigue della

vegetazione dell’ospedale, contribuendo con circa 10 mila metri cubi di acqua ogni anno alla riduzione del prelievo d’acqua

potabile dall’acquedotto cittadino.

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Sala di Emodinamica(immagine: Stefano Cantini)

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dal punto di vista logistico e organizzativo, con i naturali risvolti richiesti dal progressivo adattamento e orientamento, le difficoltà sono state rapidamente superate. Per il passaggio al modello organizzativo per intensità di cure prosegue il confronto del mondo professionale sugli aspetti operativi, avviato da tempo. In fase di passaggio dall’analisi teorica dei nuovi assetti organizzativi all’applicazione pratica, sono in corso le prime valutazioni e in atto i primi monitoraggi per eventuali interventi di adattamento e di miglioramento. Sono anche in corso di definizione e introduzione alcuni strumenti di gestione operativa, fondamentali per la piena funzionalità di un modello di assistenza per processi». ■

http://www.tecnicaospedaliera.it/V9zjb

stati scelti mobili colorati e decorati. In tutte le camere sono presenti un fasciatoio e un lavabo, utili alle mamme per accudire i loro bambini in modo pratico e riservato. Per i genitori sono previste poltrone letto per l’assistenza in camera, mentre per i piccoli sono a disposizione televisori e dispositivi informatici nelle sale giochi.

L’attivazione dell’ospedaleL’entrata in piena attività del nuovo ospedale è stata accuratamente preparata: abbiamo chiesto a Lucia Turco, direttore sanitario dell’Asl 3, come è stata preparata l’operazione. «Lo start up di un intero ospedale è un momento di difficoltà che si può dire fisiologico, ma nel nostro caso questa fase, ovviamente non ancora terminata, non ha mostrato specifiche o gravi criticità. In generale, abbiamo dovuto fronteggiare alcune problematiche di “allineamento” tra l’attivazione dell’ospedale, sotto il profilo impiantisco e strutturale, e la sua piena operatività, valutando sul campo la realtà e la capacità operativa dei singoli servizi e del sistema nel suo intero. Le principali e nuove tematiche emerse si possono ricondurre a quelle di tipo gestionale, legate al rapporto con il concessionario, e organizzativo, inerenti l’attuazione di un diverso modello organizzativo assistenziale. Nel primo caso, in questi ultimi anni, l’azienda si è preparata con un’organizzazione che si è rapportata con il concessionario in vista dell’apertura: è stata approntata una nuova impostazione a livello della Direzione sanitaria di Presidio tramite la costituzione di una struttura e di competenze dedicate proprio alla gestione dei servizi forniti dal concessionario. L’ingresso nella nuova struttura è stato preparato attraverso adeguate iniziative di formazione e informazione del personale. Pur rappresentando un grosso impatto

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evacuazione programmataLa pianificazione e l’organizzazione del trasferimento - spiega Lucia Turco - sono state gestite da un Comitato Guida, da un Gruppo di Progetto e da numerosi gruppi di lavoro, sia contestualizzando indicazioni e linee guida presenti in letteratura sia sviluppando metodologie e strumenti di simulazione e gestione del rischio clinico. Sono state dapprima analizzate le relazioni funzionali tra strutture e attività, per ridurre i legami reciproci

e consentirne lo spostamento con modalità e tempistiche indipendenti, attuando soluzioni mirate come la sospensione dell’attività programmata. Le attività i cui legami non erano riducibili sono state centralizzate nel Presidio Ospedaliero di Pescia, oppure duplicate nei due presidi di Pistoia. Il protocollo operativo prevedeva l’identificazione delle aree operative, la definizione dei percorsi interni dei pazienti, l’individuazione del percorso

stradale, le procedure di classificazione e assegnazione dei pazienti ai nuovi setting di degenza e l’organizzazione del personale sanitario per l’assistenza durante il trasferimento. I tempi di movimentazione dei mezzi e i percorsi di emergenza/urgenza nel nuovo presidio per pazienti interni sono stati calcolati e verificati con simulazioni. Nelle settimane antecedenti il trasferimento sono stati monitorati ricoveri e dimissioni,

per contenere il numero dei degenti e il rischio clinico. Nei casi di criticità organizzativa e di gestione delle emergenze, il trasferimento dei degenti è avvenuto in un’unica soluzione, secondo le modalità previste dal protocollo maxiemergenze del 118. Il trasferimento dei 96 pazienti, effettuato in 8 ore, è stato coordinato dall’Unità di Crisi Aziendale senza criticità logistiche e organizzative, con il supporto fondamentale di circa 500 volontari.

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