la settimana n. 19 del 11 maggio 2014

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EDITORIALE La croce ed il messaggio La croce di Lampedusa è passata anche per Rovigo. Qui ha sostato - accolta dalla preghiera - in alcune comunità parrocchiali; qui è stata posta di fronte allo sguardo addolorato di Ma- ria su Calvario; qui è stata portata in un luogo di lavo- ro, in un capannone dove vescovo e lavoratori hanno pregato perché alla persona oggi non sia sottratto il bene essenziale della speranza. Di speranza vera, auten- tica abbiamo bisogno tutti. Non di illusorie e faci- li promesse, non di vaghe prospettive di benessere. Tutti cerchiamo una speranza sicura, ed ancor più la invoca la massa dei disperati che quasi quoti- dianamente arrivano alle coste del nostro mare per cercare un approdo di sal- vezza che tanto spesso - come sappiamo tutti - non avviene e così a tragedia si aggiunge tragedia. Povere cose rimangono in fondo ai relitti a testimonianza di una speranza negata. E poi - per chi arriva - l’affollamento nei centri di accoglienza, la dispersio- ne sulle strade, nelle città e paesi alla ricerca di una vita immaginata nel calore normale della vita familiare e sostenuta da un onesto la- voro; senza pretese. E così il fiume prosegue il suo cammino innescando processi di accoglienza e di rifiuto, di collaborazione e di conflitto. Giorno per giorno il problema suscita appren- sione e desta interrogativi. Molte realtà si sono mosse per realizzare progetti di integrazione vera, a partire soprattutto dalla considera- zione che noi italiani siamo un popolo che ha una storia dolorosa di emigrazione alle spalle. L’integrazione arriva in tanti casi anche ad ottenere degli ottimi risulta- ti, ma il flusso continuo por- ta alla esasperazione in chi cerca accoglienza e in chi accoglie. Come far fronte ad una realtà così vasta? Già il nostro governo ha mostrato un impegno di grande responsabilità met- tendo in azione mezzi dello stato per recuperare i dispe- rati sui barconi; una forma di solidarietà che si prende cura spessissimo di bam- bini, di madri e di donne incinte. Molti volontari poi si occupano di accogliere con meravigliosa disponi- bilità queste persone e Papa Francesco con il suo gesto di andare a Lampedusa, ha posto in rilievo netto il sen- so dell’accoglienza e della vera compassione. Ora que- sto sforzo da una parte, e la drammatica e tragica realtà degli immigrati dall’altra, tutto è simbolicamente rac- chiuso nella croce di Lam- pedusa. Questa croce scolorita ha camminato attraverso l’Italia portando il suo mes- saggio ed il suo invito alla pietà e alla solidarietà, ma come è stato detto da più parti, il fenomeno dell’im- migrazione di gente che sfugge a fame, persecuzio- ni e guerre, non può essere solo nostro, dell’Italia. Sarà solo un’impressione, ma in realtà non risulta una vera acquisizione del problema da parte dell’Europa. Sì, ci sono dei sussidi, dei contri- buti che vanno a contribuire alle spese, ma una program- mazione nella quale tutti i paesi dell’Europa siano dichiaratamente coinvolti e responsabili non l’abbiamo ancora vista. Eppure - nel nome dello spread e dei bi- lanci - si richiama continua- mente tutti alla responsabi- lità di far parte dell’Europa. Ripetiamo cose che hanno già detto tutti, certo, ma è anche giusto ed opportuno ribadirlo provocati dal le- gno della croce che incarna il bisogno di speranza al quale anche noi non voglia- mo rinunciare. BRUNO CAPPATO Preghiera in fabbrica con il Vescovo Lucio Veglia diocesana dei lavoratori I giovani pregano con il vescovo Lucio per le Vocazioni “ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto” At 27, 25 “quel Dio al quale appartengo e che servo” C R I S T O , L U C E C H E I N D I C A L A R O T T A Ufficio Diocesano Per la Pastorale delle Vocazioni Diocesi di Adria Rovigo Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIV - N. 19 - Una copia 1,10 - Domenica 11 maggio 2014 - (Esce il giovedì) SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO L’invito è per tutti. Tre giorni di festa e cultura e società attorno al fuoco della Parola, mostrandosi Rovigo come sempre con quel sorriso accogliente e disponibile che ogni polesano porta con sé. Il Festival Biblico si farà esperienza in città attraverso parole e silenzi, testimonianze e musica, meditazioni e giochi, aperitivi e mercato, visite guidate e mostre, incontri e dibattiti. Scegliendo, ognuno potrà trovare un po’ di se stesso nei giorni del Festival. Dal 23 al 25 maggio il Festival è anche a Rovigo Liberi di crederci A VICENZA, VERONA, PADOVA, ROVIGO 200 EVENTI E TANTI PROTAGONISTI Provincia di Rovigo DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO Comune di Rovigo Accademia dei Concordi 22 maggio - 2 giugno Rovigo città del Festival Biblico. Le proposte in calendario I.R.

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Page 1: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

EDITORIALE

La croce ed il messaggio La croce di Lampedusa

è passata anche per Rovigo.Qui ha sostato - accolta

dalla preghiera - in alcune comunità parrocchiali; qui è stata posta di fronte allo sguardo addolorato di Ma-ria su Calvario; qui è stata portata in un luogo di lavo-ro, in un capannone dove vescovo e lavoratori hanno pregato perché alla persona oggi non sia sottratto il bene essenziale della speranza.

Di speranza vera, auten-tica abbiamo bisogno tutti.

Non di illusorie e faci-li promesse, non di vaghe prospettive di benessere.

Tutti cerchiamo una speranza sicura, ed ancor più la invoca la massa dei disperati che quasi quoti-dianamente arrivano alle coste del nostro mare per cercare un approdo di sal-vezza che tanto spesso - come sappiamo tutti - non avviene e così a tragedia si aggiunge tragedia. Povere cose rimangono in fondo ai relitti a testimonianza di una speranza negata.

E poi - per chi arriva - l’affollamento nei centri di accoglienza, la dispersio-ne sulle strade, nelle città e paesi alla ricerca di una vita immaginata nel calore normale della vita familiare e sostenuta da un onesto la-voro; senza pretese.

E così il fiume prosegue il suo cammino innescando processi di accoglienza e di rifiuto, di collaborazione e di conflitto.

Giorno per giorno il problema suscita appren-sione e desta interrogativi. Molte realtà si sono mosse per realizzare progetti di integrazione vera, a partire soprattutto dalla considera-zione che noi italiani siamo un popolo che ha una storia dolorosa di emigrazione alle spalle. L’integrazione arriva in tanti casi anche ad ottenere degli ottimi risulta-ti, ma il flusso continuo por-ta alla esasperazione in chi

cerca accoglienza e in chi accoglie. Come far fronte ad una realtà così vasta?

Già il nostro governo ha mostrato un impegno di grande responsabilità met-tendo in azione mezzi dello stato per recuperare i dispe-rati sui barconi; una forma di solidarietà che si prende cura spessissimo di bam-bini, di madri e di donne incinte. Molti volontari poi si occupano di accogliere con meravigliosa disponi-bilità queste persone e Papa Francesco con il suo gesto di andare a Lampedusa, ha posto in rilievo netto il sen-so dell’accoglienza e della vera compassione. Ora que-sto sforzo da una parte, e la drammatica e tragica realtà degli immigrati dall’altra, tutto è simbolicamente rac-chiuso nella croce di Lam-pedusa.

Questa croce scolorita ha camminato attraverso l’Italia portando il suo mes-saggio ed il suo invito alla pietà e alla solidarietà, ma come è stato detto da più parti, il fenomeno dell’im-migrazione di gente che sfugge a fame, persecuzio-ni e guerre, non può essere solo nostro, dell’Italia. Sarà solo un’impressione, ma in realtà non risulta una vera acquisizione del problema da parte dell’Europa. Sì, ci sono dei sussidi, dei contri-buti che vanno a contribuire alle spese, ma una program-mazione nella quale tutti i paesi dell’Europa siano dichiaratamente coinvolti e responsabili non l’abbiamo ancora vista. Eppure - nel nome dello spread e dei bi-lanci - si richiama continua-mente tutti alla responsabi-lità di far parte dell’Europa. Ripetiamo cose che hanno già detto tutti, certo, ma è anche giusto ed opportuno ribadirlo provocati dal le-gno della croce che incarna il bisogno di speranza al quale anche noi non voglia-mo rinunciare.

Bruno Cappato

Preghiera in fabbrica con il Vescovo Lucio

Veglia diocesana dei lavoratori

51° GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

I giovani pregano con il vescovo Lucio per le Vocazioni

“ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto”

At 27, 25

“quel Dio al quale appartengo e che servo” At 27, 23

VENERDÌ 9 MAGGIO 2014 DUOMO DI ROVIGO – ORE 21.00

CRISTO, LUCE CHE INDICA LA ROTTA

Ufficio Diocesano Per la Pastorale delle Vocazioni

Diocesi di Adria

Rovigo

CON LA TESTIMONIANZA DI DON STEFANO CERTOSSI NICOLA RENESTO

DOM BENEDETTO TOGLIA

51° GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

I giovani pregano con il vescovo Lucio per le Vocazioni

“ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto”

At 27, 25

“quel Dio al quale appartengo e che servo” At 27, 23

VENERDÌ 9 MAGGIO 2014 DUOMO DI ROVIGO – ORE 21.00

CRISTO, LUCE CHE INDICA LA ROTTA

Ufficio Diocesano Per la Pastorale delle Vocazioni

Diocesi di Adria

Rovigo

CON LA TESTIMONIANZA DI DON STEFANO CERTOSSI NICOLA RENESTO

DOM BENEDETTO TOGLIA

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/ROAnno CXIV - N. 19 - Una copia € 1,10 - Domenica 11 maggio 2014 - (Esce il giovedì)

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

11la Settimanadomenica 11 maggio 2014

1. Le Lectio Magistralis, idee in movimento Tre saranno le conferenze (Lectio Magistralis), fiore

all’occhiello del Festival a Rovi-go, presso la splendida cornice del Salone del Grano della Ca-mera di Commercio: «Il raccon-to, senso della vita», con Gianni Riotta, già direttore del TG1, e frére Franco Mosconi, già prio-re di Camaldoli; un percorso che dall’uomo biblico, Abramo, ap-proderà all’uomo contempora-neo e il suo desiderio di raccon-to. «Genesi e Big Bang, parallele convergenti», con Piero Benve-nuti, astrofisico dell’Universi-tà di Padova, e Tomasz Trafny, segretario di mons. Ravasi pres-so il Pontificio Consiglio per la Cultura: un dibattito tra la spie-gazione e il racconto, tra scienza e fede, tra inizio e origine del mondo. Ultima conferenza sarà data dallo spirito ecumenico che ha animato l’evento: «Un ebreo e un cristiano raccontano la Bibbia»; Lidia Maggi, pasto-ra evangelica, Piero Stefani, bi-blista cattolico, Vittorio Robiati Bendaud, ebreo, Claudiu Savin, prete ortodosso, saranno quattro voci che indicheranno il senso del racconto biblico secondo le diverse prospettive cristiana ed ebraica.

2. La musica e il Teatro, sug-gestioni ed emozioni bibliche

Le serate del Festival saranno intessute di emozioni e sugge-stioni: nel Tempio della Rotonda uno spettacolo sul vangelo di Marco, «Il racconto della not-te in una notte», con interventi corali, musicali e visivi da parte di Teatro Insieme Sarzano, Or-chestra Giovanile Venezze, coro polifonico Melos. «Il racconto dell’anima, concerto Gospel», sarà il canto di festa del sabato sera presso piazza Matteotti, con i cori Santa Rita Gospel Sin-gers, Different Gospel, Gospel Up. Nella suggestiva piazzetta Annonaria, già chiostro dome-nicano, un concerto su «Il Padre Nostro in aramaico», nella sua lingua originale, dove suono e meditazione si fondono, tenuto dai monaci Ricostruttori nella preghiera. Ma anche nel corso del-le giornate la musica sarà da protagonista al racconto biblico: domenica 25 alle ore 11.30 vi sarà un concerto di musica classica, «Parola e Musica: divino raccon-to», presso il Tempio della Rotonda, che unisce i con-servatori Venezze di Rovigo e Buzzolla di Adria. E inoltre, «Il bibliodramma, tra Bibbia e vita», in cui si invita a scoprire una nuova modalità espressiva per la catechesi e l’annuncio.

3. Spazio dedicato al silenzio, alla meditazione e alla riflessione

Ci sarà anche uno spazio dedicato alle meditazioni e alle conversazioni per una dimen-sione spirituale del Festival: si converserà con Carlo Molari su «Custodia o abuso del c r e a t o ? » ; con Valeria

Tomasi su «Il ghetto di Rovigo, tra architettura ed urbanistica», in Accademia dei Concordi; con Adriano Mazzetti, Bruno Cap-pato e i curatori del catalogo del-

le Bibbie del Cinquecento nella Biblioteca del Seminario, «Tesori del Cinquecento su carta». Attra-versano temi sociali le conversa-zioni con Livio Ferrari, «In car-cere, assieme a Gesù», e Dante Bellinati, «Il grido dei poveri nel racconto di Dio». In un confine tra scienza e fede si pone la con-versazione con Giulio Fanti, «La sindone tra scienza e fede», di cui è possibile anche visitare una mostra presso lo spazio espositivo Lombardi in piazza Vitto-rio Emanuele.

Più di carattere spirituale le meditazioni proposte da Cristina Caracciolo e E. M. Letizia Piva, «Guarda-te alla cava da cui siete stati estratti»; Emanuele Ca-salino, «Dio e l’uomo, dialogo per la vita»; Claudio Savin, «Finestra d’infinito, la preghiera ortodossa», e Lidia Maggi con il Conservatorio Venezze, «Nostro Padre… nella musica e nei popoli».

4. I per-corsi artistici, per la via del-la bellezza

I percorsi artistici sono dati dalla vi-sita guidata ai capolavori della nostra città: «La città degli ebrei», visita guidata al quartiere che fu ghetto ebraico, as-sieme a Vale-ria Tomasi, e «Il magnifico ottagono, tra arte e fede», con Paola Bordin Milan. A condurci saranno le guide turistiche di Flu-mina, mentre il C.T.G. CEDI turismo & cultura sarà da guida ai ragaz-zi con un laboratorio durante la festa del sa-bato.

5. Le Biblioteche aperte, per riscoprire tesori biblici

L’Accademia dei Concordi inaugurerà il festival biblico con «Vi-sibile parlare, la Bibbia istoriata padovana tra parola e immagine»: Mariagrazia Migliorini presenterà un capola-voro conservato nella nostra città, la Bibbia del 1300 detta pado-vana; una mostra sulle Bibbie conservate nella Biblioteca del Semi-nario vescovile, «Libri che parlano tra loro», stupirà per la bellezza e lo splendore conservato nei libri dal Cinquecen-to ad oggi. Infine aprirà le sue porte anche la bi-blioteca del Centro Ma-riano, che sarà possibile visitare con visite gui-date: «Donna della Pa-rola, la cultura mariana a servizio dell’evange-lizzazione».

6. Fare festa per costruire società

Si farà ani-mazione con i ragazzi e le fa-miglie presso i giardini di Piaz-za Matteotti, per dipingere in-sieme la Bibbia, «Il racconto più bello lo dipingo io!»; mentre il Corso del Popo-lo e Piazza Ga-ribaldi saranno rese vive da un mercato dal sa-pore di «Pane e Parola», con stands di libre-rie e di prodotti tipici del nostro territorio pole-sano.

La Bibbia è l’alfabeto del-la nostra città, anche quando s o n n e c c h i a . Perché l’alfabe-to della Bibbia è di tutti, è il codice con cui parliamo, sof-friamo, lavoria-mo, imprechia-mo e speriamo. Parole con cui raccontare e raccontarsi. An-che a Rovigo.

L’invito è per tutti. Tre giorni di festa e cultura e società attorno al fuoco della Parola, mostrandosi Rovigo

come sempre con quel sorriso accogliente e disponibile che ogni polesano porta con sé.

Il Festival Biblico si farà esperienza in città attraverso parole e silenzi, testimonianze e musica, meditazioni e giochi, aperitivi e mercato, visite guidate e mostre, incontri e dibattiti. Scegliendo, ognuno potrà trovare

un po’ di se stesso nei giorni del Festival.

Dal 23 al 25 maggioil Festival è anche a Rovigo

Liberi di crederciA VICENZA, VERONA, PADOVA, ROVIGO200 EVENTI E TANTI PROTAGONISTI

Provincia di RovigoDIOCESI DI

ADRIA-ROVIGO Comune di RovigoAccademia dei Concordi

22 maggio - 2 giugno

Rovigo città del Festival Biblico. Le proposte in calendario

G. Riotta

F. Mosconi

L. Maggi

P. Benvenuti

P. Stefani

V. Robiati Bendaud

C. Molari

V. Tomasi

Suor Cristina

Bibbia Istoriata Padovana

Biblioteca del SeminarioGhetto di Rovigo

Accademia dei Concordi

attualità

I.R.

Page 2: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

Mai come quest’anno vorrei che in tutto il mondo la gioia per la “Mamma”, per tutte le Mamme, fosse la nota dominante di que-sta giornata!

La gioia per la “Mam-ma”, è la più facile e la più spontanea. Va bene che si sia placata tutta la gran cassa commerciale, resta e deve restare più spazio e più tempo per andare all’essenza della festa e della “festeggiata”.

Ogni figlio ha il diritto della mamma e del babbo! Il figlio è il perpetuarsi del loro amore, della loro bon-tà, del loro impegno, del loro lavoro e del loro sacri-ficio.

Festeggiare la “Mam-ma” la seconda domenica di maggio, è l’occasione per

riflettere sul progetto del Creatore per questa donna e per la sua missione.

Dalla natura la mam-ma riceve la capacità di intendere e capire il figlio. E dalla natura il figlio vie-ne fornito della capacità di percepire quel che sente e vive la sua mamma.

Festeggiare oggi è in-nanzitutto prendere atto di questa realtà. Prendere atto, gioire e favorire tale rapporto, è nostro impe-gno.

Las mamma possiede un tesoro di intuizioni che facilitano l’intesa con la sua creatura, ne percepisce non solo i bisogni, ma pure i desideri.

Intende le capacità, le doti, le tensioni del figlio e a lui da serenità.

Serenità che contribu-isce a formare il suo ca-rattere e a sviluppare le sue qualità, a realizzarsi, a iniziare a conoscere e ad amare.

Non mettere la mamma in condizione di realizzare il suo ministero è perdere una ricchezza incommen-surabile

Credo che bisognerà rivedere ed allungare i tempi del convivere della mamma con il figlio. Non sarà un dispendio di ener-gia, ma ricchezza riversata sul figlio che a sua volta ripagherà la comunità per avergli lasciato la mamma accanto, che lo ha arricchi-to formandolo ai valori più preziosi.

E’ ministero della Mam-ma anche l’avviare la sua

creatura al sopranaturale. Esso passa più facilmente per la strada dell’amore e facilita la realizzazione di un rapporto con le creatu-re, al loro rispetto e al loro apprezzamento.

Il silenzio sulla missio-ne della mamma rischia di celare non solo disinte-resse, ma pure un proget-to non legato alla natura e alla realtà concreta.

Vorrei che tutti fossi-mo felici di questa realtà che è pienezza d’amore. Vorrei che tutti fossimo im-pegnati a colmare i vuoti d’amore, per non impove-rire il mondo e nel mondo nessun figlio.

Abbiamo oggi il bi-sogno di festeggiare per dire alla nostra e a tutte le mamme del mondo, che le amiamo e che sono l’icona più bella e reale che possia-mo avere dell’amore.

Gianni AzziDomenica 11 maggio: Ore 11.00 - Arquà Polesine: celebra la S. Mes-sa e incorona la statua della B.V. Maria. Ore 18.00 - Canaro: celebra la S. Messa e amministra il sacra-mento della Cresima.Lunedì 12 maggio: Ore 21.00 - Lendinara: presiede il primo incontro di studio degli evange-lizzatori e degli animatori del “Popolo di Dio in missione” nel vicariato di Lendina-ra-S.Bellino.Martedì 13 maggio: Ore 9.00 - Zelarino: partecipa alla riunione della Conferenza Episcopale Triveneta.Mercoledì 14 maggio: Ore 9.00 - Rovigo, Vescovado: riceve in udienza. Ore 21.00 - Castelmassa: presiede il primo incontro di studio degli evangelizzatori e degli animatori del “Popolo di Dio in missio-ne” nel vicariato di Castelmassa.Giovedì 15 maggio: Ore 9.15 - Rovigo, Se-minario: presiede l’incontro teologico-pa-storale dei presbiteri sul tema: “Le nostre relazioni con il mondo del lavoro”. Re-latore: mons. Fabio Longoni, dell’Ufficio

Pastorale per il mondo del lavo-ro della CEI. Ore 16.00 - Rovigo, Seminario: tiene l’incontro teolo-gico-pastorale con i seminaristi. Ore 20.30 - Occhiobello: partecipa all’incontro del Lions Club di S. Maria Maddalena - Alto Polesine.Venerdì 16 maggio: Ore 9.00 - Ro-vigo, Vescovado: riceve in udien-

za. Ore 19.00 - Fienil del Turco: celebra la S. Messa in onore del patrono della par-rocchia, S. Giovanni Nepomuceno. Ore 21.00 - Lendinara, N.S. del Pilastrello: pre-siede la celebrazione della S. Messa.Sabato 17 maggio: Ore 15.00 - Borsea: in-contra i ragazzi della parrocchia. Ore 16.30 - Rovigo, S.Bortolo: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima. Ore 18.30 - Rovigo, S.Bortolo: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Cresima.Domenica 18 maggio: Ore 11.00 - Costa: celebra la S. Messa e amministra il sacra-mento della Cresima. Ore 17.00 - Lusia: celebra la S. Messa e amministra il sacra-mento della Cresima.

Attività del Vescovo

Tuona forte la parola di Pietro nel giorno di Penteco-ste; c’è una c e r t e z z a assoluta a cui riferirsi; una verità per tutti, vicini e lontani: “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi ave-te crocifisso”.

Lo ripete nella sua lettera: “Dalle sue piaghe siete stati guariti”.

Il Vangelo traduce in una parabola, che l’esperienza quotidiana “pastorale” del popolo può capire (recinto, pecore, porta, ladro, brigante, pastore, guardia-no), la sicurezza che offre il Risorto: “Io sono la porta”.

Più chiaro di così!...La risposta al sermone di Pietro è

… una domanda: ”Che cosa dobbiamo fare?”. La risposta a Gesù, che parla il linguaggio popolare dell’esperienza diretta, è di rassegnazione vuota: “Essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro”.

Il “fare” consiste nell’affidarsi a Gesù e seguirlo. Da “capire” c’è che, per seguire Gesù, è lui la porta che apre all’accoglienza, alla sequela, alla sicu-rezza: “Io sono venuto perché abbiate la vita e l’abbiate in abbondanza”.

Gli Atti permettono una interpre-tazione meno severa dell’apparente indifferenza con cui la comunità ac-coglie le parole di Pietro. Alla procla-mazione dell’annunzio cristiano gli uditori reagiscono con una domanda che, per alcuni, faceva parte dell’antico rituale battesimale: “Che cosa dobbia-mo fare?”. Si ha, così, il passaggio alla risposta morale del credente, che Pietro

formalizza in due elementi capitali: la conversione e il battesimo. È per que-sta via che l’uomo viene radicalmente rinnovato e riceve il dono dello Spirito Santo, riservato non solo agli Ebrei, ma anche ai “lontani”, scelti dalla libera chiamata divina. Il numero di tremila, storicamente eccessivo, vuole descrive-re la diffusione straordinaria degli inizi, quando il cristianesimo si è affacciato alla storia.

Pietro, nella sua lettera, allerta sull’impegno faticoso della conversio-ne e del battesimo, ma introduce un inno che celebra la passione di Cristo, tenendo come riferimento il celebre quarto canto del Servo del Signore (Isa-ia 53). Le sofferenze del cristiano hanno come esempio quelle di Cristo, del qua-le egli deve imitare la mitezza e la totale fiducia in Dio, anche nel giorno oscuro della prova. Il suo dolore diventa così sorgente di salvezza per noi. Egli è il pastore che raccoglie in unità il popo-lo di Dio disperso e lo fa attraverso la sua donazione libera e totale: “Eravate erranti come pecore, ma ora siete tor-nati al pastore e guardiano delle vostre anime”.

Nel Vangelo è Gesù stesso che si qualifica come il buon pastore. Duran-te la festa delle Capanne in un discorso segnato da una serie di parabole, pro-verbi, similitudini. La prima è quella dell’ovile a cui il pastore conduce le pecore, mentre il ladro non ha cura del

gregge, ma lo vuole depreda-re. Il testo biblico che s e m b r a dominare il pensiero

di Gesù in questa pagina è Ezechiele (34). La seconda immagine, correlata alla precedente, è quella della porta dell’ovile, che è una parte per il tutto e che potrebbe, perciò, rimandare alla porta delle Pecore che conduceva al tempio. Gesù si presenterebbe come il nuovo tempio, entro il quale è offerta la salvezza.

La parabola del pastore autentico vuole dirci chi è il Cristo e che cosa vuol essere per gli uomini. Questa domenica è è dominata dalle idee di vita e di uni-tà. L’ansia di Gesù e di Pietro è che gli uomini accedano alla piena realtà della vita. Egli è la vita. E per dare la vita, of-fre la propria. Un altra preoccupazione lo spinge: riunire in unità tutti coloro che credono in lui. Così l’opera di Dio consiste nel vincere le forze di morte, di distruzione, di dispersione che sfigura-no il mondo e la nostra esistenza.

In definitiva, Dio solo è il pastore a cui appartiene il gregge e che può vera-mente guidarlo e nutrirlo: all’infuori di Dio, l’uomo non è il possesso di nessu-no, e nessuno può colmare il suo biso-gno di sicurezza e di certezza. Dio per-ciò annuncia un intervento finale in cui prenderà egli stesso in mano il destino dei suoi. Si pensa a un pastore perfetto, che agirà pienamente in suo nome. Ora Gesù ha l’audacia di presentarsi come questo Messia-pastore che viene a libe-rare gli uomini .

d. Dante

La vocazionePOPOLO DI DIO IN MISSIONE

2 la Settimana domenica 11 maggio 2014comunità

Scriveva don Tonino Bello: “Vocazione. E’ la parola che dovresti amare di più. Perché è il segno di quanto sei impor-tante agli occhi di Dio. Gli stai a cuore, non c’è dubbio. In una turba sterminata di gente risuona un nome: il tuo. Stupore generale. A te non aveva pensato nessuno. Lui sì. Puoi dire a tutti: Lui si è ricordato di me. E davanti ai microfoni della storia (a te sembra nel segreto del tuo cuore) Egli ti affida un compito che solo tu puoi svolgere. Tu e non altri. Un compi-to su misura... per Lui. Sì, per Lui e non per te. Più che una missione, sembra una scommessa. Ha scritto “T’amo” sulla roccia e accanto ci ha messo il tuo nome. Puoi dire a tutti: non si è vergognato di me”.

Di questa parola tutti - “popolo di Dio in missione” - do-vremmo prenderne coscienza. E’ parola che Papa Francesco vuole offrire con particolare attenzione alle donne (EG nn. 103-104): “La Chiesa riconosce l’indispensabile apporto della donna nella società, con una sensibilità, un’intuizione e cer-te capacità peculiari che sono solitamente più proprie delle donne che degli uomini... Il sacerdozio riservato agli uomini, come segno di Cristo Sposo che si consegna nell’Eucaristia, è una questione che non si pone in discussione, ma può di-ventare motivo di particolare conflitto se si identifica troppo la potestà sacramentale con il potere. Non bisogna dimenti-care che quando parliamo di potestà sacerdotale «ci trovia-mo nell’ambito della funzione, non della dignità e della san-tità» (Christifideles laici, 51). Il sacerdozio ministeriale è uno dei mezzi che Gesù utilizza al servizio del suo popolo, ma la grande dignità viene dal Battesimo, che è accessibile a tut-ti. La configurazione del sacerdozio con Cristo Capo – vale a dire, come fonte principale della grazia - non implica un’esal-tazione che lo collochi in cima a tutto il resto. Nella Chiesa le funzioni «non danno luogo alla superiorità degli uni sugli altri». Di fatto, una donna, Maria, è più importante dei vesco-vi. Anche quando la funzione del sacerdozio ministeriale si considera “gerarchica”, occorre tenere ben presente che «è or-dinata totalmente alla santità delle membra di Cristo» (Mulieris dignitatem, 27). Sua chiave e suo fulcro non è il potere inteso come dominio, ma la potenza di amministrare il sacramen-to dell’Eucaristia; da qui deriva la sua autorità, che è sempre un servizio al popolo. Qui si presenta una grande sfida per i pastori e per i teologi, che potrebbero aiutare a meglio ricono-scere ciò che questo implica rispetto al possibile ruolo della donna lì dove si prendono decisioni importanti, nei diversi ambiti della Chiesa”.

Ma le vocazioni rispondono anche a tanti carismi diversi che la Chiesa ha accolto ai fini dell’evangelizzazione. Come complemento dell’evangelizzazione della parrocchia, don Alberione, per esempio, pone, in pari dignità e autonomia, l’evangelizzazione con la stampa elaborando un progetto completo di “nuova evangelizzazione”: “Il mondo ha bisogno di una nuova, lunga e profonda evangelizzazione... Occorrono mezzi proporzionati ed anime accese di fede. Il mezzo adatto non può essere che la stampa e gli apostoli ardenti non può darli che la gioventù”.

L’esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii gau-dium ci illumina a questo riguardo in maniera provvidenziale. Il primo è il bisogno di una spiritualità missionaria, capace di unificare sia la persona sia la comunità sia l’azione evan-gelizzatrice. Oggi si può riscontrare in molti evangelizzatori un’accentuazione dell’individualismo, che porta a vivere i propri compiti come una mera appendice della vita, come se non facessero parte della propria identità... Per rispondere a queste sfide dobbiamo coltivare le relazioni nuove generate da Gesù Cristo. “Tutto l’uomo in Cristo per un totale amo-re a Dio... Tutto: natura, grazia, vocazione, per l’apostolato” (AD 100). In questo modo, le maggiori possibilità di comu-nicazione si tradurranno in maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti: “Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inau-diti, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fra-ternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio... Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza! Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene. Chiu-dersi in sé stessi significa assaggiare l’amaro veleno dell’im-manenza, e l’umanità avrà la peggio in ogni scelta egoistica che facciamo” (EG, 87).

d. Dante Bellinati

Carmelo di RovigoLa Catechesi con p. Gallian

Si ricorda che i pros-simi incontri di cate-chesi con padre Mario Gallian riprenderanno mercoledì 14 maggio 2014, alle ore 21, nella Cappella del Carmelo di Rovigo,e seguiranno poi nei martedì seguen-ti, cinque catechesi che si concluderanno il 10 giugno. Saranno “in-contri di formazione sull’amore umano per coloro che cercano la Fonte dell’amore” (Gv 4,7-26).

Io sono la porta Atti 2,14a.36-41; 1Pietro, 2, 20b-25; Giovanni 10, 1-10

IV Domenica di Pasqua - A

11 maggio 2014

Festa della MammaGiornata anche di riflessione

Avviso ai rev.di Sacerdoti

Scadenze Fiscali del 2014 • MODELLO 730: Presentazione al CAF: entro il 3 Giu-

gno 2014; •UNICO Persone Fisiche: Versamento saldo ed even-

tuale acconto: entro 16 Giugno 2014. Presentazione modello: per via telematica entro 30 Settembre 2014.

•UNICO Persone Giuridiche (Parrocchie): Versamen-to saldo ed eventuale acconto entro 16 Giugno 2014. Presentazione Modello: per via telematica entro 30 Set-tembre 2014

•Modello 770 (per chi nel 2013 si è avvalso di professio-nisti ed ha versato ritenuta d’acconto). Presentazione del Modello: per via telematica entro il 31 Luglio 2014

•IRAP versamento: entro 16 Giugno 2014. Presentazio-ne del Modello: per via telematica entro il 30 Settembre 2014

•TASI per prima e seconda casa: versamento acconto entro il 16 Giugno 2014 .

L’Ufficio Economato è a Vs. disposizione.

Page 3: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

3la Settimanadomenica 11 maggio 2014 attualità

L’Apostolato della Pre-ghiera con le tre intenzioni secondo cui elevare la no-stra supplica al Signore per ogni giorno di un mese, suggerisce un’invocazione al Cuore di Gesù per i sa-

cerdoti. Diventa doveroso sottolinearlo oggi in cui si celebra la cinquantesi-ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Questa saggia e provvida iniziativa del Ven. Paolo VI, che entro l’anno vene-reremo beato, nacque nel clima di crisi che aveva in-vestito la vita sacerdotale e religiosa e dalla consta-tazione evidente del calo vistoso di preti, frati e suo-re. Pregare il Padrone della messe perché mandi tanti operai degni è un dovere evangelico, come possia-mo leggere in Mt. 9,35 ss. Non fosse per altro, il fatto che sia Gesù stesso a dirci di pregare per questo sco-po santissimo, è più che sufficiente per farci piega-

re le ginocchia e congiun-gere le mani per chiedere al padrone della messe numerosi e santi sacerdoti e religiosi. Alla domanda sul perché del calo eviden-te di sacerdoti e religiosi si possono offrire risposte diverse. Una prima ovvia constatazione è che è dimi-nuita la “materia prima”, sono calate vistosissima-mente le nascite. I bambi-ni, fanciulli,, ragazzi sono sempre meno e quindi di-viene assai difficile trovare giovani coraggiosi che, in numero adeguato, accol-gano l’invito della consa-crazione sacerdotale e/o religiosa. Un’altra osser-vazione che viene subito è che il clima e la menta-lità assai secolarizzati non

favoriscono certamente l’accoglienza d’una pro-spettiva di vita che, oggi, non è tra le più fruttuo-se in termini di successo d’immagine e di vantaggi economici. Questa rarefa-zione del clima di fede che si coglie anche da molti altri segni abbastanza evi-denti, non è ideale perché il germe della vocazione alla vita consacrata possa essere accolto, attecchire, crescere e produrre frutto. Bisogna allora chiederci se le nostre comunità, e anco-ra prima le nostre famiglie, siano il terreno desiderato perché questo germe pos-sa essere accolto. E’ quindi doverosamente condivisi-bile quanto scrive il santo Padre Francesco nel mes-

saggio per questa gior-nata. “La vocazione- egli dice - è frutto che matura nel campo ben coltivato dell’amore reciproco che si fa servizio vicendevole, nel contesto di un’autenti-ca vita ecclesiale. Nessuna vocazione nasce da sé o vive per se stessa. La voca-zione scaturisce dal cuore di Dio e germoglia nella terra buona del popolo fe-dele”. E’ facile concludere, perciò. Che la chiamata alla vita sacerdotale e re-ligiosa trova ascolto se è diffusa una mentalità vo-cazionale. La vita non è un gioco per pochi e soltanto una croce per i più; per tut-ti è una chiamata ad incon-trare Dio amore secondo le mansioni e, meglio, il servi-

zio che Egli ha pensato per ognuno da sempre. Prega-re per le vocazioni, allora, è chiedere innanzitutto che maturi e cresca uno spirito vocazionale nelle nostre comunità. Chiedere la gra-zia di parrocchie permeate di spirito evangelico, che si sentono chiamate ad essere segno della bontà miseri-cordiosa del Padre. Prega-re perché le famiglie non vedano una tragedia nel figlio/a chiamati alla vita consacrata; sappiano inve-ce che è un segno di predi-lezione da parte di Dio. E pregare per, infine, perché ogni chiamato o chiamata non abbiano paura, perché confidi in Chi lo/la invita ad essere segno vivo della sua infinita bontà.

Venerdì 9 Maggio alle ore 21 presso il Duomo di Rovigo si terrà la veglia in preparazione alla 51° Gior-nata mondiale di preghiera per le Vocazioni. In questa occasione ci incontreremo per pregare come Chiesa Diocesana, giovani e adul-ti insieme con il Vescovo accogliendo quanto papa Francesco ci chiede nel suo messaggio per la giorna-ta delle Vocazioni: “A voi Vescovi, sacerdoti, religiosi, comunità e famiglie cristiane chiedo di orientare la pastorale vocazionale in questa direzio-ne, accompagnando i giovani su percorsi di santità che, es-sendo personali, «esigono una vera e propria pedagogia della santità, che sia capace di adat-tarsi ai ritmi delle singole per-sone. Essa dovrà integrare le ricchezze della proposta rivolta a tutti con le forme tradizionali di aiuto personale e di gruppo e con forme più recenti offerte nelle associazioni e nei movi-menti riconosciuti dalla Chie-sa» (Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte, 31)”.

Sarà un momento im-portante per la nostra Chie-sa Diocesana anche perché accompagneremo con la

preghiera quattro giovani che verranno ordinati il gior-no successivo. Pregheremo con loro e per loro, ascolte-remo la loro testimonianza per comprendere che cosa significa “giocare” tutta la vita sull’appello d’Amore che nasce dall’incontro con il Risorto.

Come i discepoli di Em-maus ci lasceremo incon-trare da Gesù Eucarestia perché la nostra vita, il no-stro cuore, i nostri progetti, insieme a quelli di tanti altri giovani possano essere illu-minati dalla Sua Luce pa-squale; quella Luce autenti-ca che indica la rotta per la via della felicità. Seguiremo l’invito di papa Francesco: “Disponiamo dunque il nostro cuore ad essere “terreno buo-no” per ascoltare, accogliere e vivere la Parola e portare così frutto”, perché possiamo sempre di più comprendere che il viaggio della nostra vita non può essere con-dotto in solitaria, ma per sbocciare alla pienezza deve essere condiviso con Gesù, Guida e Compagno di viag-gio. Solo insieme a Lui pos-siamo raggiungere una vita piena, autentica… in altre parole “Santa”.

51° GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

I giovani pregano con il vescovo Lucio per le Vocazioni

“ho fiducia in Dio che avverrà come mi è stato detto”

At 27, 25

“quel Dio al quale appartengo e che servo” At 27, 23

VENERDÌ 9 MAGGIO 2014 DUOMO DI ROVIGO – ORE 21.00

CRISTO, LUCE CHE INDICA LA ROTTA

Ufficio Diocesano Per la Pastorale delle Vocazioni

Diocesi di Adria

Rovigo

CON LA TESTIMONIANZA DI DON STEFANO CERTOSSI NICOLA RENESTO

DOM BENEDETTO TOGLIA

Un sacerdote e due diaconi per la Chiesa di Adria-Rovigo, per la comunità cristiana che vive nella terra del Polesine, vengono ordinati sabato 10 maggio 2014, alle ore 16,00 nel Duomo concat-tedrale di Rovigo per l’imposizio-ne delle mani e la preghiera del Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi.

E’ questo un tempo straordi-nario, di grande gioia, di ricono-scenza, di preghiera e di festa, come è sempre motivo di gioia per tutta la Chiesa, ogni qualvol-ta viene ordinato un sacerdote o un diacono, perché è tutta la co-munità cristiana e civile insieme che si arricchisce di una presenza insostituibile, unica. Tutto questo è ancor più vero per la Chiesa che vive in Adria-Rovigo, una comu-nità cristiana “piccola” rispetto ad altre Chiese sorelle, ma non per questo meno vivace, meno impegnata nella evangelizzazio-ne.

Basti pensare che solo alcuni anni fa il Seminario Vescovile san Pio X di Rovigo stava attraver-

sando un tempo assai difficile, segnato da una profonda crisi di vocazioni, la comunità del Semi-nario era ridotta ad una minu-scola e insignificante presenza , una esile fiammella che però nonostante tutto non si è mai spenta, perché al centro del cam-mino pastorale della Diocesi di Adria-Rovigo, attraverso l’opera evangelizzatrice dei suoi Vescovi e sacerdoti, il problema vocazioni è sempre stato al centro di ogni iniziativa ecclesiale.

Oggi quella piccola esile fiam-ma che è il Seminario Vescovile piano piano è divenuta un faro, una luce che illumina la Chiesa del Polesine. Un cammino che vede oggi il Seminario san Pio X di Rovigo una realtà viva, presen-te, una comunità di giovani, ma-turi e responsabili, persone che provengono da realtà ed espe-rienze diverse, che vive in una struttura nuova, bella, accoglien-te, pensata proprio per essere un luogo di preghiera, di formazio-ne , di crescita ecclesiale adatto alla formazione umana, culturale

e spirituale di coloro che deside-rano incamminarsi sulla via del sacerdozio.

Una comunità guidata da un gruppo di sacerdoti, gli educa-tori che, attraverso la preghiera, il dialogo e lo studio, aiutano queste persone a scoprire e com-prendere la loro vera vocazione. Lo studio che gli alunni del Semi-nario affrontano presso la Facoltà Teologica di Padova è assai impe-gnativo e importante, aspetto da non sottovalutare, perché attra-verso lo studio avviene l’incontro con altre realtà vocazionali.

E’ in questa realtà che Stefano, si è preparato a diventare sacer-dote, così Nicola, futuro diacono in vista del sacerdozio, mentre dom Benedetto deve la sua for-mazione alla realtà monastica dei Monaci Olivetani, e in parti-colare alla comunità Olivetana di Lendinara, custodi del santuario della Madonna del Pilastrello. Anche la presenza di questa co-munità monastica è un faro, una luce nella terra del Polesine.

Settimio Rigolin

Ordinazione sacerdotale e diaconale in Duomo a Rovigo

Un dono meraviglioso per il Popolo di DioIl cammino di formazione

L’Apostolato della

Preghiera di

Don Vittorio De Stefani

51a Giornata mondiale di preghiera per le VocazioniCon il Vescovo per le Vocazioni

Page 4: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

Nuove fragilità, ritmi di vita diversi, esigenze mutate: cambia la società e cambiano le famiglie. Di conseguenza anche la sfe-ra dei servizi e del welfare deve adeguarsi, con nuove modalità di approccio ai diversi bisogni. E’ questo l’obiettivo della nuova Leg-ge sulla famiglia elaborata dalla Regione Veneto, ora in discussione presso la quinta Commissione e che presto approderà in Consiglio re-gionale. Il testo, approvato dalla Giunta un anno fa su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Remo Sernagiotto, ribalta il tra-dizionale punto di vista e considera le politiche sociali come politiche familiari. Questo perché all’interno dei diversi nuclei vi si può individuare tutta la gamma di problematiche ed esigen-ze, che però in questo modo vengono messe a sistema secondo un nuovo approc-cio: non più settori (anziani, minori, donne, disagio) che portano con sé modalità di tipo assistenziale che pun-tano a soddisfare il bisogno del singolo, ma un’ottica familiare, in cui l’individuo è inserito in un gruppo di riferimento, con il quale è in relazione.

«Negli ultimi anni nell’area sociale sono nati bisogni inediti – spiega Mario Modolo, direttore del Dipartimento Servizio Socio-sanitari della Regio-ne Veneto – nella realtà di questa Regione, la famiglia ha dovuto far fronte ad una crescita delle attese dei sog-getti che la compongono, delle sollecitazioni derivan-ti dal crescente impegno lavorativo della coppia, delle esigenze di cura e di assistenza derivanti dall’in-vecchiamento della po-polazione, delle attrazioni provenienti dalla sfera del tempo libero e del consu-mo, delle situazioni di crisi. Soprattutto presenti nell’età giovanile e nelle circostanze di disgregazione dell’unità familiare, delle difficoltà economiche ed in parallelo al calo delle nascite». Uno scenario mutato, che richie-de un nuovo approccio, orientato al “welfare di co-munità”, che attribuisce alla comunità locale la respon-sabilità e la competenza nel-la gestione delle dinamiche comunitarie «dove si inseri-sce il soggetto famiglia con un proprio ruolo ben preci-so». Un ruolo che non è più solo passivo, cioè fruitore

dei servizi di welfare e di assistenza, ma che è attivo, «attore di cambiamento, capace di definire i biso-gni propri o della comuni-tà, nonché – spiega il dott. Modolo – di individuare le possibili modalità di rispo-sta degli stessi; come sog-getto competente, appunto, delle reti di relazione della comunità e capace di atti-varle». La politica familiare diventa così un luogo di decisioni assunte da inter-preti pubblici, privati e del privato sociale impegnati nell’obiettivo di promuove-re il benessere delle famiglie nei termini di migliorare la qualità della vita nella nor-malità del quotidiano. E’ questa la filosofia del nuovo disegno di legge sulla fami-glia che risponde alla neces-sità di mettere assieme tutte le offerte di servizi, rispetto

alle esigenze della famiglia, secondo i criteri di qualità, efficienza, produttività. Il disegno di legge è dunque un testo di riferimento, una sorta di contenitore, in cui mettere a sistema tutto l’esi-stente, riordinando e riorga-nizzando in base alle nuove esigenze: «Si valorizza quel che c’è spiega il dott. Mo-dolo – dalle risorse degli enti locali fino ai servizi del privato sociale, secondo il principio della sussidiarie-tà». Ciò significa attribuire un riconoscimento all’auto organizzazione delle fami-glie, delle associazioni, del-le reti di famiglie, mettendo a sistema quel che muo-ve dal basso. Mentre per quanto riguarda il principio dell’efficienza, il disegno di legge consente di rivedere l’impiego di risorse, oggi suddivise per settori, un domani riviste secondo una migliore ripartizione.

In questo modo, con-clude il direttore regionale, le politiche sociali, concor-rono con le altre politiche «alla crescita sociale, econo-mica e culturale del territo-rio veneto, attraverso il raf-forzamento della coesione sociale e del capitale sociale relazionale».

(S.S.L.)

Rovigo - Camera di Commercio

Internazionalizzazionedelle imprese con il seminario

“Globalizzazione,diritto, Impresa”

Presentazione del presidente della Camera di CommercioUn appuntamento importante per Rovigo, che

suggella la sinergia tra la Camera di Commercio e l’Università degli studi di Padova e permetterà alle imprese di conoscere le regole del gioco degli scambi internazionali” ha detto il presidente dell’ICC Loren-zo Belloni nel presentare l’evento, la settimana scorsa. Rivolto alle aziende polesane, il seminario sulla inter-nazionalizzazione delle imprese, di venerdì 9 maggio, si svolgerà nel Palazzo pretorio della Camera di com-mercio e porta il titolo ”Globalisation, Law, Business” diviso in due sessioni inizierà alle 15 e terminerà alle 19. A discutere dell’argomento interverranno esperti del diritto societario, come Franco Silvano Toni di Ci-goli e Riccardo Crestani dell’Università di Padova.

Il convegno ha inoltre riunito per l’occasione oltre all’Università patavina, l’Università di Pula, la School of Advanced Studies University of London, il Cur, la Regione Veneto e l’International Chamber of Commer-ce di Parigi. Il seminario del 9 maggio è una delle prime tappe di un percorso tracciato tra il Laboratorio di Di-ritto dell’Economia e la Camera di Commercio. s.f.

4 la Settimana domenica 11 maggio 2014società

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

Direzione e reDazione: Rovigo, via Sichirollo, 74 - tel. 0425.34534fax 0425.30608 - e-mail: [email protected]@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.itTipografia: SIT Società Industrie Tipolitografiche srl - Via L. Einaudi n. 2 - 31030 Dosson di Casier (TV) - Tel. 0422 634161 - E-mail: [email protected] al Tribunale di Rovigo, decreto del 28 maggio 1948 al n. 6 del registro periodici.Abbonamenti 2014: Annuale ordinario E 47, semestrale E 28; per l’este-ro E 150; Amico E 100 - c.c.p. n. 6253430 - via Sichirollo, 74 - 45100 Rovigo - N. ROC 7848CoDiCi iban:• CassadiRisparmiodiFerraraSedediRovigo: IT65H0615512200000000009277• Uff.PostaleRovigo:IT07R0760112200000006253430

amminisTrazione e pubbliCiTà: via Sichirollo, 74, 45100 Rovigo; conto corren-tepostalen.6253430-tel.0425.34534-Tariffe:Pubblicitàcommercialeamodulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E 0,16 a parola. Finanziari,legali,sentenze,ecceteraE 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima pagina E 35 cadauna.speDizione: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale-D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo.La Testata La Settimana fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.

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Direzione e reDazione: Rovigo, via Sichirollo, 74 - tel. 0425.34534fax 0425.30608 - e-mail: [email protected]@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.itTipografia: Think Adv srl - via Levà,32 - 35026 Conselve (Pd)Registrazione al Tribunale di Rovigo, decreto del 28 maggio 1948 al n. 6 del registro periodici.Abbonamenti 2012: Annuale ordinario per il 2012 E 47, semestrale E 28; per l’estero E 150; Amico E 100 - c.c.p. n. 6253430 - via Si-chirollo, 74 - 45100 Rovigo - N. ROC 7848CoDiCi iban:• CassadiRisparmiodiFerraraSedediRovigo: IT65H0615512200000000009277• Uff.PostaleRovigo:IT07R0760112200000006253430

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ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Coldiretti Rovigo

Approvato il bilancio consuntivoGiuriolo “Allarghiamo la nostra rappresentanza

per avere ancora maggiori risultati, per l’agricoltura e per il Paese”“Allarghiamo la

nostra rappresentan-za. Spieghiamo a tutti i nostri vicini che appar-tenere a Coldiretti o ad un’altra organizzazione agricola non è la stessa cosa, perché non si han-no gli stessi obiettivi. Più riusciremo a fare siste-ma, più saremo ancora più incisivi ed otterrem-mo grandi risultati per le nostre imprese, la nostra agricoltura e per l’intero paese Italia. Sia-mo stanchi che le altre organizzazioni vengano a rimorchio delle nostre battaglie, dopo che ci hanno lasciato in solitaria o ci hanno denigrato. E sare-mo chiari anche coi politici ed i candidati alle elezioni del 25 maggio: abbiamo preparato un documento programmatico e ci aspet-tiamo segnali forti”.

Così il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo, ha incitato l’as-semblea dei presidenti convenuta in via Alberto Mario, nella serata del 30 aprile, per l’approvazione del bilancio consuntivo 2013 di Coldiretti Rovigo ed Impresa verde.

L’appuntamento an-nuale è sempre l’occasio-ne per fare il punto sulle problematiche di settore ed i traguardi raggiunti. E di risultati positivi la Col-diretti ne ha veramente portati a casa parecchi, lo scorso anno: il migliora-mento definitivo dei rego-lamenti sulla nuova Pac, il Psr dedicato al Polesine, la difesa della biodiversità contro gli Ogm (il Tar La-zio ha sancito la validità del decreto interministe-riale che vieta le colture geneticamente modificate in Italia), l’esenzione Imu

sui fabbricati rurali e per i terreni la differenziazione tra proprietari ed impren-ditori agricoli che usano la terra come strumento d’impresa; lo sviluppo di Uecoop (dal Polesine, in pochi mesi, hanno aderito già una quarantina di coo-perative); la mobilitazione coi consorzi di bonifica per ottenere le risorse contro la subsidenza e per la sicurez-za idraulica del Polesine.

“Quest’anno ricorrono i 70 anni di storia di Col-diretti (fu fondata da Pa-olo Bonomi il 31 ottobre 1944) e per noi in Polesine l’avventura è comincia-ta anche prima, nel 1919 – ha segnalato Giuriolo. – Ricordiamoci che quella voglia di cambiamento, di migliorare le condizio-ni economico-sociali che diedero il riscatto sociale ai nostri nonni, è la stessa che ci accompagna oggi e che ci ha fatti diventare fautori di riscatto per l’in-tero Paese, grazie a questo nostro progetto economico che viene prima denigrato e poi, scimmiottato dalle altre organizzazioni agri-cole, citato nelle interviste

dei politici di turno, uti-lizzato nel linguaggio comune (v. km zero). Non passa giorno che dell’agricoltura italiana si parli in termini di eti-chettatura, qualità, sta-gionalità, mercati agri-coli, multifunzionalità, sostenibilità e rispetto per l’ambiente… e tutto grazie solo a Coldiretti”.

I presidenti in sala hanno applaudito la re-lazione del presidente, tutti consapevoli che ci sono ancora tante pro-blematiche irrisolte da affrontare, prima fra tut-te, le altalene dei prezzi e

le speculazioni dei mercati sui prodotti agricoli.

Il bilancio è stato appro-vato all’unanimità. “Oltre sei milioni di fatturato – ha spiegato il direttore di Col-diretti Rovigo, Silvio Pariz-zi – in un anno di attività frenetica, fra un susseguirsi di norme ed adempimenti tecnico-fiscali in continuo cambiamento, ma il risul-tato lo abbiamo ottenuto grazie ai servizi tradizio-nali per le aziende ed una specifica programmazione di servizi innovativi indi-spensabili all’agricoltura moderna”. “Manteniamo sempre l’equilibrio tra la qualità dei servizi e l’as-sistenza sindacale – ha concluso Parizzi – E’ un binomio che non si può scindere”.

Da rimarcare l’eroga-zione di un contributo di 1500 euro cadauno, ai due consorzi di tutela dell’aglio polesano Dop e dell’insa-lata di Lusia Igp. “Siamo l’unica organizzazione agricola che aiuta concreta-mente i due consorzi. – ha ricordato Giuriolo – Per noi è un vanto, ald i là delle chiacchiere”.

Lendinara

Incontri per futuri imprenditoriCon il con-

tributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e del-la Camera di Commercio di Rovigo e con il patro-cinio del Co-mune di Len-dinara, t²i – trasferimento tecnologico e innovazione, organizza un corso per fu-turi imprenditori rivolto a coloro che desiderano av-viare un’impresa.

L’iniziativa si articola in una serie di 8 serate di 2 ore ciascuna con ora-rio dalle 20.00 alle 22.00 a partire dal 6 Maggio 2014 presso la Sala Consiliare del Comune di Lendinara, in Piazza Risorgimento 1.

Requisito essenziale per partecipare è avere un’idea imprenditoriale.

L’obiettivo è di intro-durre azioni innovative per favorire l’ingresso nel mondo imprenditoriale

polesano di nuovi giovani. Al primo incontro apri-

rà i lavori Alessandro Fer-lin – Sindaco del Comune di Lendinara e interverrà l’ex Dirigente camerale Paolo Bordin che illustre-rà gli adempimenti per avviare un’impresa. Negli incontri successivi si parle-rà del business model e del business plan, strumen-to necessario per l’avvio d’impresa. Seguiranno gli argomenti della gestione fiscale d’impresa e del rap-porto con gli istituti banca-ri; si presenterà la tematica della comunicazione con il cliente, delle strategie di marketing e di web

marketing. Interverranno inoltre le Associazioni di Categoria provinciali che presenteranno la propia attività ed alcuni casi di imprese di successo.

Tra tutti i partecipanti che consegneranno il busi-ness plan o la scheda “Idea d’impresa” debitamen-te compilata, sarà scelta l’idea imprenditoriale più innovativa che si propone di realizzare e, all’avvio dell’impresa, al titolare sarà consegnato un pre-mio in servizi del valore di Euro 2.000,00.

Per informazioni ed iscrizioni www.t2i.it/svi-luppo-dimpresa

Venezia

Un’ottica familiare per le politiche socialiLa Legge sulla famiglia presto approderà in Consiglio regionale. Il testo approvato

in Giunta, un anno fa, considera le politiche sociali come politiche familiari

Page 5: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

Sabato 3 maggio 2014, presso l’auditorium dell’ospedale civile di Ro-vigo, è iniziato il Corso formativo-culturale per volontari ospedalieri, sul tema “Volontariato per dare senso alla vita”, orga-nizzato dalla San Vincenzo de Paoli, con la collabora-zione del CSV, di altre As-sociazioni di settore ed il patrocinio delle Aziende ULS 18 e 19, della Provin-cia e di diverse Case di Ri-poso.

I lavori sono stati in-trodotti dal presidente provinciale della San Vin-cenzo, Giuseppe Amato, il quale ha ringraziato i nu-merosi partecipanti, tra cui diversi giovani dell’IPC “Marco Polo”, Indirizzo Servizi Socio-Sanitari ed in particolare ha elogiato una decina di loro che dopo aver frequentato il corso dello scorso anno si sono inseriti attivamente nel gruppo. Amato ha quin-di brevemente illustrato il tema del corso eviden-ziando l’importanza della formazione dei volontari, non soltanto per offrire un servizio migliore ma per-ché farsi dono dia un sen-so alla propria vita.

La prima relazione, sul tema “L’uomo tra bisogni e desideri” è stata tenuta dal dott. Michele Visentin, pedagogista e dirigente

scolastico, il qua-le ha avviato la trattazione evi-denziando come bisogni e deside-ri caratterizzano la vita di ognuno ed a questi ter-mini vengono attribuiti signifi-cati diversi, po-sitivi o negativi, in funzione del contesto in cui vengo usati, per cui esistono bi-sogni necessari al nostro sviluppo e bisogni indot-ti, effimeri, a volte anche dannosi. Così come esiste una connotazione positiva del desiderio, ma anche una collegata ad una man-canza, ad un vuoto.

Il desiderio infatti si configura come qualcosa di patologico quando è determinato da una feri-ta inflitta da un’esclusio-ne. L’invidia nasce infatti proprio dal “desiderio dell’oggetto del deside-rio” e questo è all’origine dell’aggressività umana e dei processi di idealizza-zione. Attraverso il deside-rio, infatti, vorrei prendere il posto dell’altro ed essere la sua immagine ideale. Lo invidio appunto, perché ha più di me, ha quello che io non ho pur essendo come me. Si può uscire da questa catena se dal desi-derio dell’oggetto posse-duto dall’altro si passa al desiderio dell’altro. E ciò si può fare dando al proprio desiderare una regola, una direzione, uno scopo…perché il desiderio infinito è desiderio di niente, godi-mento mortifero.

Questa dinamica del desi-derio può riguardare anche il volontario se anche il volon-tario non desidera tanto l’in-contro con l’altro, ma trasfor-ma il Volontariato in oggetto desiderabile e lo ricerca per approssimarsi ad una idealità che non soddisferà mai.

Oltre al desiderio infi-nito, un altro tipo di desi-derio che indica un disagio è il desiderio di riconosci-mento, infatti se ci manca il riconoscimento rispetto ad alcuni bisogni fondamen-tali ci sentiamo inferiori, ci difendiamo e proviamo a contrarre l’espansione degli altri, per salvaguar-dare la nostra identità. E’ sul confronto che si regge l’impalcatura sociale e chi non sa valorizzare se stes-so a partire dai suoi limiti nell’impossibilità di eli-minarli, svaluta gli altri. Incapaci ad espandere noi stessi, limitiamo gli altri,

bloccando l’espansione della vita, anche la nostra stessa vita.

Questa dinamica patolo-gica del desiderio si potrebbe esprimere nel volontario come ricerca da parte del soggetto bisognoso di quel riconosci-mento che non si è avuto in altri momenti della vita.

Visentin ha quindi cercato di far cogliere quanto sia fondamentale il passaggio dal bisogno al desiderio autentico in un’epoca in cui c’è oggi una sorta di imposizione a rinunciare agli oggetti che possediamo per desiderar-ne altri, nonostante questi oggetti siano ancora utiliz-zabili. Ne risente la possi-bilità di ancorare l’identità a qualcosa di solido, fer-mo, rassicurante: oggetti e sentimenti durevoli si trasformano in immagini evanescenti e se gli oggetti finiscono così rapidamen-te diventano un riflesso dei miei desideri ma anche delle mie paure. La realtà non è più stabile, solida.

Seguire i propri biso-gni/desideri patologici sfi-nisce. Alla stanchezza da esaurimento sembrerebbe necessario opporre una stanchezza fondamentale come capacità di non-fare, di fermarsi e di interrom-pere il flusso del bisogno. Per fare questo dobbiamo recuperare il valore dell’at-tenzione.

Forse anche per il vo-lontario è necessario ral-lentare per dominare il “bisogno di volontariato”.

Pertanto il movimento da attivare per passare dai bisogni ai desideri può es-sere così sintetizzato: dalla frenetica rincorsa a colma-re ciò che ci manca, alla di-sponibilità di concentrarci sull’essenziale, per essere capaci di generare prossi-mità, attraverso l’azione volontaria, a partire da una pienezza.

È seguito un parteci-pato momento di appro-fondimento e scambio di esperienze.

G.A.

5la Settimanadomenica 11 maggio 2014 polesine

Ha vissuto il suo mini-stero di sacerdote e la sua vita di uomo incarnando fino all’ultimo lo spirito e il carisma di San Luigi Guanella, il santo Fonda-tore dell’Opera di Carità per i poveri più poveri, e di due Congregazioni religio-se, i Servi della Carità e le Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Parliamo di don Livio Checchinato, sacerdote dell’Opera don Guanella, originario di Ba-dia Polesine, che, il matti-no del 16 aprile, nella Casa guanelliana di Caidate di Sumirago, è ritornato alla Casa del Padre.

La sua famiglia, origi-naria di Badia Polesine, per problemi di lavoro si è tra-sferita in Lombardia, dove Livio è nato nel 1935.

Giovanissimo entra nel Seminario Vescovile di Ro-vigo; dopo un periodo di riflessione e di verifica della sua vocazione all’età di 17 anni entra nell’opera don Guanella, dove percorre tutto il cammino di forma-zione, ad Anzano del Parco come Aspirante, a 19 anni inizia il periodo del Novi-ziato nella Casa di Barza d’Ispra.

A 21 anni il giovane Li-vio fa la prima professione religiosa, seguita dalla pro-fessione perpetua secondo lo spirito e la regola del Fondatore.

A 29 anni viene ordi-nato sacerdote, i superiori lo destinano a Como come educatore nella Casa Di-vina Provvidenza e poi a Cassago Brianza, all’Istituto S. Antonio, come assisten-te per quattro anni. Don Checchinato ha trascorso la sua vita di prete guanel-liano, come autentico Ser-vo della Carità, accanto ai poveri più poveri, in modo particolare come educatore di tanti ragazzi e giovani in difficoltà accolti nelle Case dell’Opera guanelliana,

così di Casa in Casa dove don Livio ha offerto il suo ministero.

A 34 anni è destinato alla Casa di A l b i z z a t e ancora come e d u c a t o r e all’Istituto S. Luigi, qual-che anno dopo don Livio è nella Casa di Duno/Valcuvia all’Istituto S. Luca. Don Li-vio ha saputo esprimersi non solo come educatore ma pure in altri importan-ti servizi, come nella Casa di Cerano, all’Istituto Be-ato Pacifico, con l’incarico di economo. Nel 1994, a 59 anni, viene chiamato a Roma a svolgere il servi-zio di direttore della Casa Generalizia dell’Opera don Guanella, archivista e responsabile delle attività nella Provincia Romana S. Giuseppe. Nel 2005, passa alla Casa di Castano Primo, con il ruolo di direttore del-le attività , come superiore ed economo. Nel 2008 vie-ne trasferito nella Casa di Caidate e le viene affidato il ministero di “confessore straordinario” nella Comu-nità Pastorale S. Benedetto.

Nel settembre 2012 , la sua salute si manifesta mol-

to precaria, ma nonostante ciò in questi anni don Livio non ha mai perso la spe-ranza, la fiducia, e quella particolare carica interiore di essere sacerdote guanel-liano sempre in prima linea accanto agli ultimi, per do-nare amore, serenità e dol-cezza ad ogni persona che incontrava.

Tutta l’Opera guanellia-na, unitamente a tanti amici e conoscenti piange questo suo figlio spirituale, piange questo prete polesano, au-tentico Servo della Carità

e dell’amore verso ogni fratello e so-rella.

Don Livio non ha mai dimenticato la sua terra di origine, il Polesine, ha conservato l ’ a m i c i z i a con diversi sacerdoti del-la Diocesi di Adria-Rovi-

go, tra questi mons. Bruno Cappato, direttore del Set-timanale diocesano la Set-timana, che puntualmente don Livio leggeva e con don Daniele Peretto.

Insieme al carissimo confratello e amico guanel-liano don Giancarlo Pra-vettoni, con don Bruno ed altri amici, don Livio è stato l’animatore di momenti gioiosi e belli, partecipando insieme a esperienze for-ti ed importanti per tutta l’Opera don Guanella.

Il suo carattere sempre gioviale, allegro, gioioso, accompagnato da sincero entusiasmo e da un solo obiettivo, far conoscere sempre più lo spirito, il ca-risma, la figura e la vita di san Luigi Guanella, e a sua volta aiutare le persone a scoprire la persona di Gesù e il suo Vangelo.

Settimio Rigolin

«Il Signore ci perdona sempre e ci dà la possi-bilità di riprovare. Se il figliol prodigo non avesse ripensato alle sue scelte, se si fosse adagiato, sa-rebbe rimasto in mezzo ai maiali» questo il com-mento del parroco di Fiesso Umbertiano Don Giorgio Zanforlin alla pa-rabola del figliol prodigo, letta durante la cerimonia

che si è svolta domenica 4 maggio in cui i 27 bambini della terza elementare si sono avvici-nati al sacra-mento della riconciliazio-ne.

I giovani Letizia Bel-

lucco, L e -t i z i a Previati, Giulio Prando, Gessica Borin, Ilaria Pa-setto, Mosè Chie-regato Francisco Laggetta, Niccolò Veronese, Danie-le Sessa, Gabriele Ferrari, Matteo Ferrari, Nicolas Paviato, Federico Ranzani, Andrea Albertin, Asia Re-ami, Diego Volpe,

Sara Blè, Angela Bellini, Giuseppe Bruno, Manuel Spalletta, Giuseppe Pir-ruccio, Edoardo Gavioli, Cristiano Romanin, Giu-lia Bombarda, Gabriella Cazzola, Thomas Foga-gnolo, Elena Dupi, insie-me alle catechiste e ani-matrici Sofia, Angelina, Simona, Arianna, Virna, Carla e Giorgia, hanno seguito un percorso che li ha portati a ricevere con

consapevolezza il sacra-mento della confessione, che li ha resi persone nuo-ve agli occhi di Dio.

«Avete una vita da in-ventare: perché non im-boccare da subito la stra-da giusta?» è l’augurio del sacerdote che subito dopo aver confessato i bambini ha bruciato le loro “lette-rine” dove avevano scrit-to i loro peccati.

Lucia Bianchini

Fiesso Umbertiano

Prima confessione Per ventisette bambini

Corso per Volontari Ospedalieri

“L’uomo tra bisogni e desideri” Relatore il dott. Michele Visentin

Don Livio Checchinato sacerdote guanelliano

Una vita spesa per i poveri e per i sofferenti Secondo lo spirito di don Guanella. Don Livio era originario di Badia Polesine

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6 la Settimana domenica 11 maggio 2014polesineCosta di Rovigo - Parrocchia di San Giovanni Battista e Rocco Confessore

Festa del PerdonoOtto amici, che

condividono nume-rose esperienze di scuola e del tempo libero, domenica 27 aprile 2014 han-no condiviso una ulteriore bellissima esperienza con il loro grande Amico Gesù a cui hanno chiesto il dono del Perdono.

Una tappa mol-to importante per il loro cammino di Fede, a cui sono giunti con l’atten-zione del Parroco don Daniele Bra-gante, dei loro geni-tori e delle catechiste con la catechesi a 4 tempi.

Nei tre anni precedenti, bambini e genitori hanno riscoperto gradualmente il senso del loro Battesimo vissuto nella quotidianità: hanno provato emozioni e stupore per il Creato da rispettare e conservare in-tegro, innanzitutto perché è dono di Dio; hanno scoperto il grande dono dell’amicizia da difendere e valorizzare; hanno imparato il valore ed il senso della gratuità e del tempo che, in quanto dono di Dio, non va sprecato in cose banali ma investito in azioni che diano lode al Si-gnore.

Per i genitori, che hanno affiancato i bambini susci-tando le loro riflessioni e in-troducendoli alla preghiera quotidiana ed alla Santa

Messa domenicale, è stato un modo per evidenziare la loro dimensione di educato-ri alla Fede e comprendere in modo ancor più profon-do quale sia il valore della vita cristiana personale e di quella dei bambini che Dio ha loro donato.

Una cerimonia gioio-sa in un clima di festa ha creato la cornice giusta per ricevere il Sacramento del-la Riconciliazione; dopo la lettura del brano evangelico del Padre Misericordioso, ogni bambino, dopo essersi segnato con l’acqua bene-detta nella notte di Pasqua, ha acceso una candela al cero pasquale simbolo di Gesù Risorto, per testimo-niare la Fede ricevuta con il Battesimo; tutti insieme hanno confermato le pro-messe battesimali circonda-

ti dall’attenzione delle loro famiglie.

Si sono quindi alternati all’inginocchiatoio vicino all’altare per ricevere il Per-dono di Gesù. I loro occhi sorridenti esprimevano gioia e serenità dopo questo incontro-dono in cui hanno ricevuto un grande simbolo che rimarrà come ricordo: una piccola croce di metal-lo proveniente dall’Africa. A ricordo di questo giorno importante in cui sono stati proclamati santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, ai bambini è stata donata una piccola immagine da con-servare insieme a quella di Gesù Misericordioso.

Alcuni canti animati da don Daniele e un grande applauso hanno reso festo-so questo incontro con la Grazia Divina.

Parrocchia “S.Sofia” di Canaro

La Canonizzazione di San Giovanni Paolo IIe di San Giovanni XXIIIUn’esperienza indimenticabile

Il 27 Aprile, giornata memorabile: canonizzazio-ne dei Papi, san Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II. Eravamo lì, carichi di en-tusiasmo, di tanta emozione e di una gioia immensa che attraverso la nostra umile testimonianza vorremmo condividere e raccontare.

“Nell’anno giubilare 2000 ero presente in Piaz-za San Pietro a R o m a alla ca-nonizza-zione dei 100 mar-tiri della Cina, fra i quali la n o s t r a conterranea Santa Maria Chiara Nanetti. A distan-za di 14 anni ritengo per me una grande grazia aver partecipare anche alla ca-nonizzazione dei due Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. È stata certamen-te un’emozione ancora più grande: avere le immagini dei due Papi Santi campeg-giare sulla facciata e dei due Papi, l’emerito Benedetto XVI e Francesco, davanti all’altare allestito di fronte ad una folla immensa, che “nessuno poteva contare”, se possiamo parafrasare il libro dell’Apocalisse. È stata certamente un’esperienza

faticosa, ma che mi ha riempito di gio-

ia grande. Alzata alle 4, poi via a piedi a San Giovanni in Laterano per prendere il Bus riservato ai sacerdoti e agli accoliti per la comunio-ne Eucaristica. Alle cinque in punto si parte e alle 5.30 si è già a piazza Cavalle-geri, in fianco al colonnato del Bernini. Qui, però, la sosta è lunga e impegnati-va. Finalmente verso le 8 la marea di sacerdoti, venuti da ogni parte del mondo, si muove e tutti, in veste nera e cotta, passiamo attraverso il metal detector. Ognuno poi di corsa con in mano il biglietto azzurro del settore dei presbiteri prende po-sto. Io mi trovo a distanza di circa 50 metri dall’altare papale. L’attesa è lunga, c’è tempo per pregare, per fare foto, per veder passare i numerosi capi di Stato, che prendono posto a fianco dell’altare in alto sul sagrato. Saluto anche don Luca Ma-rabese, che deve correre al posto riservato ai sacerdoti della diplomazia. Mi si sie-de accanto strettamente un giovane prete polacco con un piede ingessato, che mi manifesta tutta la sua gioia di poter partecipare alla ca-nonizzazione del suo Papa Giovanni Paolo II. Comincio con lui una conversazione: gli chiedo timidamente se conosce il paese di Polonia che è gemellato con Canaro, che si chiama Pszczew; non riesco a pronunciarlo bene, ma lui mi dice: “Voi italiani avete delle parole lunghe con le sole vocali, come ‘ai-uola’, mentre noi polacchi abbiamo dei nomi con le sole consonanti”. Continua la conversazione con lui e mi confida di essere stato nella settimana santa di quest’an-no a Lendinara, al Santuario della Vergine del Piastrello,

dove è stato impegnato in numerose Confessioni. In un solo giorno ne ha cele-brate più di 100. Finalmente alle 9.45 entra sul sagrato di San Pietro Papa Francesco, che saluta con un abbraccio Papa Benedetto. Un’imma-gine commovente, accom-pagnata da un applauso corale della piazza. Inizia la cerimonia per la canonizza-zione dei due Papi e senti che nella Piazza il silenzio diventa rivelatore di una presenza particolare dello Spirito Santo “nella brezza mattutina”. Poi un applau-so scrosciante e liberatore, che si ode da tutte le parti della città. Abbiamo ora due grandi Santi, che abbiamo conosciuto e amato. In par-ticolare penso a Giovanni XXIII, che 50 anni fa dal cielo ha benedetto la mia ordina-zione presbiterale avvenuta appena 20 giorni dopo la sua morte. Un brava Madre Superiora di Polesella mi aveva fatto arrivare una per-gamena con la benedizione del Papa 4 giorni prima del-la sua morte. Non posso, poi dimenticare la grande emo-zione di “concelebrare” la S. Messa con Papa Francesco, con i numerosi Cardinali e numerosissimi Vescovi e sacerdoti presenti. In quel momento mi sembrava che Piazza San Pietro fosse ve-ramente la capitale del mon-do, “caput mundi”.

Un’ultima annotazione: Papa Francesco, dopo aver incensato l’altare e le reliquie due nuovi Santi ha incensato di persona tutto il popolo di Dio presente nella piazza e disteso per tutta la via della Conciliazione fino al Teve-re. Tutti siamo chiamati alla santità, tutti siamo invitati non solo ad invocare i due Papi Santi, ma a seguirne gli insegnamenti e la disponibi-lità ai disegni del Signore”.

Don Mario Turatti Nel prossimo numero pro-

porremo alcune testimonianze.

«È stata una sfida: in que-sto pellegrinaggio verso Gesù attraverso Maria abbiamo vo-luto creare una comunità senza confini unendo più parrocchie. Volevamo “Emozionare Ma-ria” giungendo ai suoi piedi in massa, portando ognuno le no-stre miserie, le nostre povertà. Ed è questo il motivo del titolo “a piedi nudi”» hanno affer-mato gli organizzatori del pellegrinaggio promosso dalla parrocchia di Fiesso Umbertiano che si è svolto giovedì 1 maggio in occa-sione dell’inizio del mese dedicato a Maria.

Meta del pellegrinaggio, a piedi, in bicicletta e con l’ausilio di un bus navet-ta, è stato il Santuario della Madonna del Pilastrello di Lendinara.

L’iniziativa ha riscosso un grande interesse nelle parrocchie limitrofe a livello diocesano: tanti erano i gio-vani e giovanissimi e le fa-miglie che si sono messe in cammino. Il tutto si è svolto in un clima di vera fraternità con varie soste di accoglien-za: presso il comune di Pin-cara da Mantovani Liquori, nella parrocchia di Paolino con Don Francesco che alle 6.30 del mattino attendeva il gruppo a piedi, nel comune di Fratta Polesine, dove Don Gastone e il sindaco Tiziana Virgili hanno accolto sia i pellegrini a piedi sia quelli in bicicletta offrendo ciò che di buono aveva preparato il gruppo famiglie del paese per l’occasione, e a Villa-nova del Ghebbo con Don Giuliano che di lì a poco è partito con il suo grup-

po di ragazzi delle medie. Il tutto è stato supportato dalla collaborazione con le Amministrazioni locali fra cui Fiesso Umbertiano nella persona del sindaco Luigia Modenese che si è fatta so-stenitrice dell’organizzazio-ne con i suoi collaboratori, il sindaco di Pincara e Fratta Polesine che hanno messo a disposizione i loro mezzi e presenti anch’essi alla ce-lebrazione al Santuario e la protezione Civile di Fiesso e Fratta Polesine che ha ac-compagnato i pellegrini in tutto il percorso.

Durante il tragitto un gruppo dei ciclisti ha depo-sto un mazzo di fiori a Pa-olino di Fratta Polesine, al capitello con immagine di Maria dedicato a Don Lino Guerzoni, parroco di Fiesso Umbertiano scomparso lo scorso anno. È in sua me-moria che si è portata avanti l’iniziativa del pellegrinag-gio, da lui ideata e realizzata

per la prima volta quattro anni fa.

La S. Messa concele-brata dall’Abate Christofer M. Zielinski e dai sacerdoti delle varie parrocchie ha vo-luto essere preghiera forte per le vocazioni. I pellegri-ni hanno successivamente deposto una corona di fio-ri davanti alla statua della Madonna posta nell’abside della chiesa.

L’iniziativa è terminata con pranzo a sacco ed in-trattenimenti comunitari.

«Nell’organizzare il tutto ho incontrato persone vera-mente “speciali” che hanno reso così bello questo andare avanti a più non posso: quei sacerdoti che, pur non cono-scendomi, hanno spalancato la porta della loro chiesa e si sono fatti promotori e sostenitori di questa iniziativa, gli amici dell’Oratorio, sempre pronti a fare ed appoggiare i vari pro-getti; quei ragazzi che si sono fidati, si sono buttati e hanno

organizzato le testimonianze dell’ “essere pellegrini” alla fe-stagiovani, le amministrazioni comunali che ci hanno sostenu-to, i volontari della Protezione Civile sempre a disposizione, Don Giorgio che ci ha “soppor-tato” in tutta l’organizzazione e ci ha dato fiducia.» afferma Paola Zambello, che per pri-ma ha proposto di portare avanti l’idea di Don Lino anche quest’anno. «Ci ten-go a ringraziare tutti coloro che hanno creduto in questo “mettersi in cammino” , chi ha voluto dare un significato “particolare” alla gita fuori porta, e tutte quelle persone che da sole o in gruppo si sono volute unire al nostro partire. Maria sia la compagna perfetta di ogni cristiano. Un ringra-ziamento e una preghiera tutta speciale va ai responsabili della pastorale giovanile che ho sen-tito veramente vicino. A tutti buon cammino per Mariam ad Jesum!»

Lucia Bianchini

Fiesso Umbertiano - Parrocchie in cammino

A Piedi NudiPellegrinaggio del 1 maggio per le vocazioni

Fiesso Umbertiano festeggia le mamme

Asta-lotteria delle torteI fondi alla scuola materna

Di mamma ce n’è una sola ed in concomitanza con l’annuale festa la parrocchia di Fiesso Umbertiano fe-steggia le mamme e le famiglie domenica 11 maggio.

La giornata prevede una S. Messa unica alle ore 10 in cui saranno celebrati tre battesimi. Alla celebrazione sono invitate tutte le famiglie della comunità.

La festa proseguirà in oratorio dove previa preno-tazione si potrà condividere il pranzo. Alle ore 16.30 si terrà al Teatro Parrocchiale un omaggio di canzoni alla mamma e l’asta- lotteria delle torte; chi volesse è quindi invitato a partecipare portando un dolce. Il ricavato dalla lotteria sarà devoluto alla scuola materna.

Lucia Bianchini

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7la Settimanadomenica 11 maggio 2014 polesine

Dalla Scuola di TeologiaLa teologia tra fede e culturaOggi proponiamo

una sintesi dell’interven-to che il vescovo, Mons. Lucio Soravito, ha tenuto in occasione della quinta edizione della giornata di studio promossa dalla nostra SDFT, svoltasi l’11 aprile scorso.

In quanto responsabile primo di questo strumen-to di formazione teologi-ca che la Chiesa diocesa-na mette a disposizione dei nostri cristiani laici, al vescovo è stata posta la questione: Ha senso che un laico studi teologia?

«La Chiesa ha ricevuto la parola di Dio per custodirla nella sua integrità ed annun-ciarla in tutta la sua autenticità nelle comu-nità dei credenti e in ogni luogo della terra. Questo annuncio ha come scopo la com-prensione sempre più profonda del mistero che nella Parola è contenuto e comunicato. «La comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, cresce sia con la ri-flessione e lo studio dei credenti…, sia con la profonda “intelligenza” che essi provano delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma certo di verità» (DV 8).

In questa prospettiva la riflessione teo-logica si configura come una funzione spe-cifica all’interno del cammino dell’intera comunità ecclesiale verso la comprensione più piena della Parola ad essa affidata (Cf. Commissioni episcopali per la dottrina della fede, la catechesi e la cultura e per l’educazione cattolica, La formazione teolo-gica nella Chiesa particolare, Roma 1985, nn. 2391-2392).

Ogni comunità ecclesiale, nel suo dialo-go con gli uomini e nel suo progetto pasto-

rale non può fare a meno del riferimento ad un “pensare cristiano”, in cui i dati della fede costitui-scono la sorgente di luce e di orientamento.

Compito della teologia è quello di « un uso critico della ragione, tendente a illustrare la coerenza, la struttura intelligibile, la giustificazione delle connessioni, il significato perenne dell’asserto di fede nel confronto con il mutamento delle culture … E in questo incontro

tra fede e cultura, la teologia si pone sul pia-no della riflessione teoretica rigorosa, senza certo dimenticare la sua finalità di servizio alla vita spirituale e pastorale della comuni-tà cristiana» (n. 2393).

In questo compito della riflessione teo-logica si trovano coinvolte tutte le compo-nenti del popolo di Dio, presbiteri, diaconi, religiosi e laici. Ed è da sottolineare come l’accesso dei laici allo studio della teologia è un fattore essenziale di un suo pieno rinno-vamento, perché rimanga capace di capire le domande dell’uomo e di offrire ad esse risposte adeguate (n. 2395)

A tal proposito il Codice di Diritto Canoni-co afferma: «I laici, per essere in grado di vi-vere la dottrina cristiana, per poterla annun-ciare essi stessi e, se necessario, difenderla, e per poter inoltre partecipare all’esercizio dell’apostolato, sono tenuti all’obbligo e hanno diritto di acquisire la conoscenza di tale dottrina, in modo adeguato alla capacità e alla condi-zione di ciascuno» (CD can. 229 § 1).

Per rispondere a queste esigenze è stata istituita anche nella diocesi di Adria-Rovigo la Scuola diocesana di formazione teologi-ca».

(1-continua)

La scuola italiana incontra Papa Francesco nel pomerig-gio di sabato 10 maggio in Piazza S. Pietro a Roma e il Tri-veneto, da pa-recchi mesi, si è mobilitato per essere presente in modo signifi-cativo. Saranno infatti almeno 10.000 i parteci-panti - tra alun-ni, insegnanti, genitori ed educatori - che si muoveranno nelle prossime ore dalle diocesi e dalle associa-zioni scolastiche del Nordest in direzione Roma. L’appuntamen-to è denominato “La Chiesa per la Scuola”, l’iniziativa è promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana e porterà l’intero mondo della scuola - paritaria e non - da Papa Francesco per una manife-stazione finale che dovrebbe coinvolgere almeno 200.000 persone.

«La Chiesa - scrive mons. Nunzio Ga-lantino, segretario generale della Cei, nel messaggio dedicato all’evento - storica-mente ha sempre avvertito l’urgenza di star dentro a questo mondo perché sa per esperienza che solo persone libere e cri-tiche possono dar seguito ad una società giusta e aperta. Sarà Papa Francesco ad accogliere il mondo della scuola in piaz-za San Pietro. Non c’è testimone migliore per assicurare a tutti che la Chiesa intende

promuovere la scuola per il bene di tutti, a favore di ciascu-no».

A Roma sa-ranno presenti anche mons. Francesco Mo-raglia, Patriar-ca di Venezia e presidente della Conferenza Epi-scopale Trivene-to (Cet), e mons. Adriano Tessa-rollo, vescovo di Chioggia e de-legato della Cet per la scuola.

« D a v v e r o una bella ri-sposta da par-te di famiglie, gruppi e scuole del Triveneto», commenta don Edmondo Lan-ciarotta, coor-dinatore della

Commissione Scuola Educazione Univer-sità della Cet. «L’evento è unico - aggiun-ge - perché non è mai successo che tutto il mondo dell’educazione si incontrasse con il Papa. Ci aspettiamo che la scuola sia posta al centro dell’attenzione ecclesia-le, sociale e politica, riconoscendo in essa un bene comune. Le problematiche e le urgenze passano quasi in secondo piano rispetto alla valorizzazione della positività che il mondo della scuola esprime, con la molteplicità dei soggetti che in essa vivo-no e interagiscono, rendendola capace di essere un interlocutore fondamentale in-sieme alla famiglia, alla comunità cristiana e a tutti i soggetti impegnati a creare un’al-leanza educativa».

Mancano or-mai pochi giorni all’apertura del Festival Biblico che avrà luogo a Rovigo da venerdì 23 a domenica 25 maggio 2014, un evento sicuramen-te straordinario e unico per la città e il Polesine. Molti sono gli aspetti che contraddistinguo-no questa prima esperienza per Ro-vigo e per la sua Chiesa diocesana, infatti il Festival da vari anni si svolge a Vicenza, e solo in questi ultimi tempi l’evento si è esteso in altre realtà, fra queste ora anche Rovigo. Il Festival propone tra le altre esperienze anche un incontro ecu-menico fra credenti e fratelli della stes-sa fede, ed è questo un aspetto da non sottovalutare, in-fatti partecipano al Festival i fratelli cristiani della Chiesa Evangeli-ca Battista di Ro-vigo e la Chiesa sorella Cristiano Ortodossa pre-sente a Rovigo e nel territorio.

Padre Clau-diu Savin, è il parroco della Comunità Ortodossa romena di Rovi-go. Padre Claudiu sposato e papà di due bambine, ri-siede a Rovigo, l’esperien-za della comunità Orto-dossa in Polesine ha avuto inizio da circa cinque anni, ma già in precedenza era stata avviata una esperien-za di presenza ortodossa in Rovigo. In questi anni la comunità, per celebrare la Divina Liturgia, si è ritro-vata in diversi luoghi della città, fra questi la chiesa di san Leopoldo, la chiesa del Cimitero, ed ora la comu-nità si riunisce nel giorno del Signore, la Domenica, in via della Scienza n. 33 in Rovigo, zona industriale, dove, in una costruzione precedentemente destina-ta ad altri servizi, è stato ricavato lo spazio liturgi-co. Una comunità vivace e impegnata a testimonia-re la fede in Gesù Risorto, composta da oltre ottocen-to fedeli, tra questi oltre un centinaio si incontrano la domenica per celebra-re con il parroco Padre Claudiu la divina Liturgia. Abbiamo rivolto alcune domande a Padre Claudio riguardo al Festival Biblico che vedrà protagonista an-che la comunità Ortodossa di Rovigo.

D - Padre Claudiu, la Comunità Cristiano Ortodossa presente a Rovigo partecipa al Festival Biblico che si svolge in città dal 23 al 25 maggio. Cosa può dirci di questa vostra presenza?R - E’ per noi doveroso,

partecipare al Festival Bi-blico. Da oltre cinque anni

la Chiesa Ortodossa rome-na è presente nella città di Rovigo in modo stabile e organizzato, è una realtà viva e presente nel territo-rio. Ecco perché vogliamo partecipare al Festival e of-frire il nostro contributo.

D - Perché avete accol-to l’invito a partecipa-re?R - Da tempo siamo

impegnati in un cammi-no esperienziale di ecu-menismo, di fraternità, di collaborazione reciproca, attraverso incontri di pre-ghiera e in certi momenti anche di carattere pasto-rale, come ad esempio la Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani, a questo momento fanno se-guito diversi altri incontri dei quali mi piace ricor-dare l’ultima esperienza vissuta con gli insegnanti di Religione della Dioce-si di Adria-Rovigo. Così nel tempo si è creata una bella amicizia e fraternità con tanti fratelli cristiani cattolici, e non, come pure con fratelli credenti e non credenti, inoltre con diver-si sacerdoti, religiosi, reli-giose, e naturalmente con il Vescovo Lucio.

D - Il Festival Biblico si propone come un grande e ricco evento ecclesiale, teologico, culturale, sociale, lei Padre Claudiu cosa ne pensa di tutto questo?R - Il Festival Biblico

è certamente un evento grande, forte, coraggioso, e ricco, così nelle giornate del festival si potranno vi-vere e a livello personale e come comunità tante espe-rienze forti e uniche. Ci si

potrà incontrare nell’amicizia e nella preghiera, con i fratelli delle altre Chiese cri-stiane, pure con i fratelli di altre religioni e anche con persone non credenti o che sono in ricerca.

Sarà una vera festa della fede, della Parola, della Bibbia.

D - Concretamente, come si esprimerà la vostra presenza? In altre parole il Festival Biblico cosa chiede alla Comunità Cristia-no Ortodossa?R - Sarà una presenza

di persone, di tanti fratelli e sorelle del mondo Orto-dosso, ci sarà pure anche un momento liturgico di preghiera, e questo do-menica 25 maggio alle ore 16,30 la meditazione nella chiesa di san Domenico, in Rovigo, il tema sarà: “Fi-nestra d’infinito. La pre-ghiera ortodossa, i vespri secondo il rito ortodosso”.

D - Il Festival Biblico può essere anche una esperienza ecumeni-ca?R - Certamente sì, a

Rovigo il nostro cammino ecumenico è già iniziato da tempo ed è una esperien-za bella, vivace e ricca. In questo senso sicuramente il Festival rappresenta una occasione importante di incontro e confronto.

D - Pensando al dopo Festival, quali sono le vostre attese?R - Essere riconosciu-

ti non come una setta ma come fratelli cristiani che condividono l’unica fede nel Signore Gesù morto e risorto. In tutto questo desideriamo essere con i fratelli cattolici come con i fratelli Evangelici Bat-tisti testimoni autentici dell’unico nostro Signore Gesù Cristo, Salvatore e redentore.

Settimio Rigolin

Festival Biblico a Rovigo

Incontro ecumenicoIntervista a P. Claudiu Savin parroco della Comunità Ortodossa romena di Rovigo

Oltre 10.000 dal Triveneto

“La Chiesa per la Scuola”A Roma per l’incontro con Papa Francesco

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8 la Settimana domenica 11 maggio 2014polesine

Rovigo S. Maria delle RoseAnniversari di MatrimonioDomenica 4 u.s. alla celebrazione dell’Eucaristia delle ore 10.30, numerose coppie di sposi hanno celebrato l’anni-versario di Matrimonio, rinnovando la “Professione di Fede” e le “promesse matrimoniali”. A presiedere la cele-brazione è stato il parroco don Mario Ferrari. La festa si è poi spostata al Don Bosco ove i festeggiati hanno consu-mato il pranzo. A tutte le coppie il Parroco ha rilasciato un grazioso ricordo.Villadose - Progetto educativoSabato 10 maggio dalle 17 alle 19, nella sala congressi del Centro Ricreativo Giovanile di Villadose, la comunità dei capi del Gruppo AGESCI Villadose 1° presenta alla comu-nità cittadina il Progetto educativo per gli anni 2014-2017. L’invito è particolarmente rivolto ai genitori, alla comu-nità MASCI, al direttivo del CRG, agli animatori, ai cate-chisti, al Gruppo famiglie e a quanti operano nel mondo della educazione e formazione giovanile. La Comunità Capi Agesci vuole così render pubblico il piano educativo che si è proposta nel triennio e chiedere a tutti la collabo-razione.Borsea - Festa di San ZenoneL’antica chiesa parrocchiale di Borsea è dedicata a San Ze-none vescovo di Verona. Sabato 10 maggio, la comunità parrocchiale di Borsea fa festa e si ritrova alle ore 19.00 in piazza, per la celebrazione dell’Eucaristia e per trascorre-re assieme … la notte magica, tra preghiere, amicizia ed allegria e continuare a costruire assieme la comunità pa-esana.Torreglia Casa S. CuoreL’USMI Triveneto a convegnoLunedì 12 maggio con inizio alle ore 8.45 le Consacrate – Religiose e Laiche – si troveranno a Casa S. Cuore di Torreglia (PD), per l’annuale Assemblea. Presiederanno l’incontro S.E. mons. A.G. Gardin incaricato C.E.T. per la vita consacrata, Suor M. Francesca Lorenzet Presidente dell’USMI Triveneto e il relatore mons. Giuseppe Laiti di Verona, che tratterà il tema “L’anno 2015: novità di dono e di impegno. Come disporci ad accoglierlo e viverlo”. A questo incontro tutto al femminile, sono attese anche le nostre Suore e Laiche consacrate.Rovigo Centro MarianoRitiro spirituale delle ReligioseSabato 10 maggio con il ritiro spirituale al Centro Mariano di Rovigo si concluderanno gli incontri. Il prossimo ap-puntamento è per la domenica 1° giugno, alle ore 16.00, per la chiusura dell’Anno pastorale, al Santuario di N.S. del Pilastrello, di Lendinara.Trecenta Casa S. AntonioRitiro spirituale della ReligioseSabato 17 c.m. con inizio alle ore 9.00, a Casa S. Antonio di Trecenta, vi sarà l’ultimo dei Ritiri spirituali delle Reli-giose per quel settore della Diocesi. Sarà presente anche il Delegato per la Vita Consacrata. La chiusura dell’Anno pastorale delle Religiose è fissata per la domenica 1° giu-gno al Santuario di N.S. del Pilastrello, di Lendinara, alle ore 16.00.Rovigo Seminario VescovileIncontro per Sacerdoti e ReligiosiCon inizio alle ore 9.15 giovedì 15 c.m., in Seminario Ve-scovile, avrà luogo l’incontro teologico pastorale per i Sacerdoti ed i Religiosi della Diocesi. Parlerà Mons. F. Longoni sul tema “Le nostre relazioni con il mondo del lavoro”.Bari - Convegno nazionale SovvenireNei giorni 13, 14 e 15 maggio a Bari, presso l’Hotel Parco dei Principi, avrà luogo l’annuale convegno dei delegati diocesani. Tema del convegno organizzato dalla Conferen-za Episcopale Italiana è “Chiesa povera e solidale per evange-lizzare”. Saranno tre giornate di impegno e di studio. Esse affronteranno le nuove situazioni venutesi a creare con il rinnovamento delle comunicazioni per via telematica.

Pellegrinaggio

L’esperienza di Lourdes giova allo spirito e al corpoIl gruppo era accompagnato da don Daniele Donegà parroco di MelaraDal 22 al 26 Aprile si è

svolto il pellegrinaggio al Santuario di N.S. di Lou-rdes, organizzato dal Sig. Gino Furini, responsabile del Gruppo Turistico San Pio X. Il gruppo era forma-to da un piccolo numero di persone della parrocchia di San Pio X. La maggior parte dei partecipanti proveniva dalla Parrocchia di San Ma-terno di Melara. Ha fatto da guida spirituale Don Da-niele Donegà, parroco della Parrocchia di San Materno. Durante tutto il pellegri-naggio Don Daniele ci ha sempre accompagnato nelle preghiere e nelle riflessio-ni con molta competenza e spiritualità.

Il pellegrinaggio è ini-ziato con la S. Messa pres-so il santuario del Bambin Gesù di Praga ad Arenzano (GE). Il viaggio è poi prose-guito per Lourdes, dove sia-mo arrivati in serata. Dopo cena abbiamo partecipato alla processione con le fiac-cole. E’ stato un momento di grande commozione du-rante il quale ognuno di noi

ha portato davanti alla Ma-donna i propri pensieri e si è sentito confortato dalla sua vicinanza. Il giorno dopo

abbiamo partecipa-to alla S. Messa da-vanti alla Grotta di Massabielle, conce-lebrata dalla nostra guida spirituale. Al termine il gruppo ha donato alla Ma-donna un cero vo-tivo. Nel pomerig-gio, accompagnati dalla guida, abbia-mo visitato i luo-ghi dell’infanzia di Bernadette. Anche questa visita ha toccato il cuore di ognuno di noi.

Venerdì, a cau-sa della pioggia, Don Daniele ci ha guidato nella Via Crucis all’interno della chiesa sot-terranea dedicata

a San Pio X. Alle 11 abbia-mo assistito alla S. Messa, sempre concelebrata da Don Daniele, nella Basilica dell’Immacolata Conce-zione. Nel pomeriggio ab-biamo iniziato il viaggio di ritorno, portando con noi il ricordo di questo bellissimo pellegrinaggio che ci ha fat-to sentire tutti più ricchi di Amore per Dio e per la San-ta Vergine.

Il pellegrinaggio si è concluso con la visita al San-tuario della Madonna della Guardia di Tortona (AL). Non è mancato l’aspetto tu-ristico-culturale con la visita guidata alla bella città di Ni-mes, con i suoi resti romani e al castello di Carcassonne, che ci ha tutti molto colpiti.

Ognuno di noi nel suo cuore ha certamente rin-graziato la Madonna per aver permesso di poterLa pregare nei luoghi delle sue apparizioni e di aver potu-

to portare a Lei le proprie pene sentendosi confortati dalla Sua grande miseri-cordia. Per alcuni pellegrini era la prima volta che si re-cavano a Lourdes e hanno manifestato il desiderio di ritornarci, così come alcuni presenti ritornavano per la seconda volta. I luoghi di Lourdes infondono all’ani-mo un pace profonda, che è stato confermato da coloro che sono venuti per la pri-ma volta, spinti da chi già c’era stato, così che i dubbi iniziali che avevano sono stati ben dissipati dall’espe-rienza spirituale che in pri-ma persona hanno potuto fare.

L’esperienza di Lourdes giova allo spirito e al corpo accogliendo per le vie mi-steriose dell’animo umano l’invito di Maria di affidarsi completamente al Figlio Suo Gesù, e di fare come in gior-no Maria disse ai servi alle nozze di Cana: “Fate quello che Egli vi dirà”. Nel corso del pellegrinaggio non sono mancati momenti di rifles-sione e spiritualità con la recita di preghiere e poesie scritte dai partecipanti, in particolare di Don Daniele e del sig. Lino de Eccher.

Preghiera

Madonna del cielo / pro-teggici col Tuo velo / nelle Tue mani metto i miei figli e nipoti / che son come fiori / aumenta a lor la fede, dai pace ai loro cuori.

Alla moglie dona salute e serenità.

Grazie Madonna della Tua bontà, / di ascoltare me pec-catore cristiano, / ma anche a me allunga la Tua mano / per giungere uniti alla meta del Paradiso / non col pianto ma con il sorriso.

Poesia scritta dal sig. Lino de Eccher

Popolo di Dio in Missione

Riflessione di un ex chierichettoIn visita a Sotto il Monte per la canonizzazione del Beato Giovanni XXIIIScorrendo il nostro settima-

nale diocesano La Settimana, di quindici giorni orsono e precisa-mente del 27 aprile 2014, mi ha colpito una foto storica che non avevo mai visto: la consacrazio-ne della Chiesa del Cuore Imma-colato di Maria del lontano 1957, nella quale mi sono riconosciuto, vestito da chierichetto a regge-re la Croce a fianco di un Santo, l’allora Patriarca di Venezia Car-dinale Giovanni Roncalli.

Un fatto emozionante in quanto, la mia mente è corsa im-mediatamente ai bei ricordi ado-lescenziali, passati in Canonica a Stienta, a fianco di un Arciprete educa-tore alquanto attivo, aperto e generoso con i giovani in quei tempi. Una festa memorabile e indimenticabile per me. Il fatto di rivivere oggi, ricordi bellis-simi vissuti in prima persona, toccanti sotto l’aspetto socio culturale, perché erano cose che lasciavano un segno formativo indimenticabile. Allora, non avrei mai pensato aver avuto l’onore di partecipare ad una Santa Messa e ad una Cerimonia Religiosa guidata da un Santo.

Il 27 aprile u.s. neanche a farlo a posta, con un Gruppo di Pellegrini della mia Parrocchia di San Pio X di Rovigo e altri Amici impegnati nel volontariato, pensando proprio alla Canonizzazione di del Beato Giovanni XXIII, ci siamo recati a Sotto il Monte,

paese natale dell’imminente Santo. Ad accoglierci nella Casa Museo di Cà Mantino è stata una Suor Teresina, vi-gile custode del Card. Loris Capovilla, collaboratore indimenticabile di Papa Giovanni, oggi 98/enne , attivo più che mai con la mente, un po’ meno con il fisico. All’annuncio che era arrivato un ex chierichetto del Beato Giovanni XXIII, non ha esitato di accogliermi nel suo studio per un saluto e una Be-nedizione. Quando gli ho raccontato del mio paese di origine e della mia presenza come chierichetto alla Ceri-monia di inaugurazione del Santuario della Madonna Pellegrina di Rovigo, con una mente lucida e una voce al-quanto sonante mi disse: “ … allora.. eri venuto con Don Tarcisio Cappato Arciprete di Stienta… eravamo amici

dal Seminario. Lui era in po’ più vecchio di me…”. A questo punto l’emozione è stata talmente forte, che mi sono messo piangere.

Pensando poi alla Festa dei Giovani 2014 svoltasi la settima-na scorsa in Piazza Vittorio Ema-nuele a Rovigo, ad opera dell’Uf-ficio della Pastorale Giovanile, Ufficio Scuola e del nostro Vesco-vo Lucio con i Suoi collaborato-ri , sotto l’effetto di 2 Papi Santi; Santi del nostro tempo, dove almeno tre generazioni viventi hanno avuto la Grazia Divina di vederli non solo all’opera ma anche ascoltarli, toccarli, sentire

una parola di conforto, qualcuno an-che a convertirsi; è una grazia da non dimenticare, ogni buon Cristiano, pen-sando alle parole di Mons. Lucio Sora-vito con le quali ha percorso i fatti più salienti della vita di questi due “nostri santi” per quello che hanno dato come esempio di vita sacramentale e missio-naria, dovrebbe riservare un angolo del proprio “io” per meditare alla luce del proprio vissuto, quella giusta forza di fede missionaria che necessita una comune persona per poter mantenere sempre pieno il proprio “serbatoio” di cristianità che necessita nella vita so-ciale e in un vivere civile.

Gino Furini già chierichetto

Nella foto: Gino Furini con Mons. Loris Capovilla

Santuario del Pilastrello

Camminare è già pregare…Pellegrinaggio a piedi da Rovigo a LendinaraDomenica 18 maggio 2014 pellegrinaggio a piedi al Santuario Nostra Signora del Pilastrello da Rovigo.Programma: ore 6.30 Chiesa dei Frati Cappuc-cini di Rovigo, ritrovo e benedizione; ore 9.30-10.. breve sosta a Lusia; ore 11.30 arrivo al Santuario di Lendinara; ore 12.00 S. Messa al Santuario di Lendinara; (ritorno con mezzi propri).Per informazioni tel. Fran-cesco 3470504405 – Loren-zo 3476633954.

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9la Settimanadomenica 11 maggio 2014 polesineRoma 30 Aprile - 3 Maggio 2014

“Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere”XV assemblea nazionale di Azione Cattolica ItalianaDal 30 Aprile al 3 Mag-

gio 2014 si è svolta, presso la “Domus Pacis” di Roma, la XV Assemblea nazionale di Azione Cattolica Italiana a cui hanno partecipato anche i delegati dell’AC della diocesi di Adria-Rovigo. Il tema scel-to “Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere” attinge la sua essenza direttamente al cuore del messaggio di papa Francesco espresso nella Esortazione apostolica Evan-gelii Gaudium (E.G.). Il San-to Padre, infatti, consapevole del contenuto storico e socia-le in cui i fedeli oggi vivono, spesso caratterizzato da una “tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata” (E.G.n°2) ha voluto indicare a tutti noi l’importanza della riscoperta dell’incontro con Cristo, invi-tandoci ad una nuova tappa evangelizzatrice che deve riempire il cuore e la vita di tutti coloro che incontrano Gesù. Nella sua relazione fi-nale il Presidente Nazionale uscente il prof. Franco Miano ha sottolineato che questo periodo che stiamo vivendo è un tempo unico, un tempo improvviso, un tempo pieno di cose da fare che ci impe-gna di più. C’è la crisi econo-mica, la crisi del mondo del lavoro, siamo diventati tutti più poveri, incredibilmente precari, il tempo delle analisi e delle posizioni ideologiche è finito. “Crediamo che sia ora di agire, per noi, per il

futuro dell’Italia. Come AC abbiamo il dovere di indica-re i disastri di questo Paese, come anche il dovere di esse-re strumento propositivo per una nuova rinascita italia-na”. Ecco perché –continua il prof. Miano- “ accogliamo l’invito di Papa Francesco a uscire e ad andare incontro alle persone che chiedono qualcosa, un aiuto, un sor-riso, una dolce carezza. Il centro dell’Azione Cattolica è ora la relazione con gli al-tri, siamo legati gli uni con gli altri, responsabili con gli altri del bene che possiamo costruire. Essere insieme, in una gioia affidata alle nostre mani che si sostengono e si portano in alto”. Respon-sabilità è la parola chiave

enunciata dal prof. Miano, o meglio: corresponsabilità, nei diversi campi della vita, ce lo chiede la Chiesa, ce lo chiede il Paese. Una corre-sponsabilità che diventa va-lore paradigmatico perché sperimentato sul campo, perché popolare, e proprio per questo utile per la Chiesa e per il Paese. Questo l’AC lo sa fare. Il popolo di AC sa che cosa sia la corresponsabilità come pratica di democrazia ed esercizio di bene comune. Indimenticabile poi l’incon-tro con papa Francesco del 3 maggio avvenuto in aula Nervi. Settemila i presidenti ed assistenti giunti da tutte le diocesi italiane, una rap-presentanza di presidenti parrocchiali anche della no-stra diocesi, giunta a Roma con gli amici delle diocesi di Padova e Chioggia, a questi e ai delegati all’Assemblea nazionale, quindi a tutta l’Azione cattolica Papa Fran-cesco ha pensato di conse-gnare tre verbi che possono costituire per tutti gli asso-ciati una traccia di cammino per il prossimo triennio, essi sono:

RIMANERE: ma non ri-manere chiusi, rimanere con Gesù, rimanere in sua com-pagnia per rimanere in Gesù, per rimanere con Gesù.

ANDARE: Mai un’Azio-ne Cattolica ferma. Andare per le strade delle città, dei paesi. Far correre la parola di Dio fino ai confini, incon-trare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre, lì dove spera, lì dove ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore. Qui ci aspetta Gesù. Questo significa :andare fuori. Que-sto significa : uscire,andare uscendo.

GIOIRE: gioire ed esulta-re nel Signore. Essere persone che cantano la vita, che canta-no la fede. Dire la fede, vive-re la fede con gioia e questo si chiama “cantare la fede” come ha detto sant’Agostino 1600 anni fa! Persone capaci di conoscere i propri talenti e propri limiti, che sanno ve-dere anche nelle giornate più buie i segni della presenza del Signore. Gioire perché in questo cammino non siamo mai soli, c’è il Signore che ci accompagna, ci sono i nostri vescovi e sacerdoti che ci so-stengono, le nostre comunità parrocchiali, diocesane con cui condividere il cammino. Non siamo mai soli.

La Presidenza Diocesana

Anno 2014 - Sette anni di preghiera incessante con il Roveto ArdenteDomenica 25 maggio, alle ore 16,00, nella

Chiesa della Beata Vergine Addolorata di RovigoIl Rinnovamento nello Spirito Santo vive la fede

anche con il Roveto Ardente, raccomandato da Papa S. Giovanni Paolo II° al Rinnovamento nello Spirito Santo italiano.

Dal 1997, in molti paesi del mondo - in special modo d’Europa - la “visione” del Roveto Ardente si è fatta strada e rappresenta un’autentica opportunità per mol-te comunità ecclesiali spente, fiacche nella preghiera, poco docili nell’abbandono allo Spirito Santo. “Si tratta dì un’adorazione incessante” ha detto S. Giovanni Pao-lo II: “un invito ai fedeli a ritornare al Cenacolo perché, uniti nella contemplazione del Mistero Eucaristico, inter-cedano per la piena unità dei cristiani, per tutti i fratelli perseguitati nelle tante nazioni del mondo, per la con-versione dei peccatori e per la Chiesa Cattolica diffusa nel mondo”.

Questa pratica di fede il Rinnovamento palesano l’ha iniziata l’ultima domenica di gennaio 2007 e si è impe-gnato di continuarla con la periodicità mensile, ogni ul-tima domenica di ogni mese: domenica 25 maggio p.v. sarà il prossimo appuntamento per il Roveto Ardente.

La preghiera di Adorazione si svolge secondo un progetto del Rinnovamento italiano, approvato dal Papa, dalle ore 16,00 alle ore 17,00 circa.

L’invito a partecipare è aperto a tutti.Il R.n.S. diocesano

Fratta Polesine

Due capitelli per i nuovi SantiLa comunità cristiana

e civile di Fratta Polesine ha voluto fare memoria e ricordare i due santi Papi, canonizzati da Papa Fran-cesco domenica 2 maggio 2014, san Giovanni XXIII e san Giovanni Paolo II, un ricordo che è destinato a perdurare nel tempo, come esempio e testimonianza di amore verso Papa Ron-calli e Papa Wojtyla. Si trat-ta di un nuovo capitello e di una edicola. E’ un bel gesto carico di significati, spirituali, religiosi e uma-ni, l’iniziativa è nata così dal Comune di Fratta Po-lesine, dal sindaco Tiziana Virgili, dalla parrocchia di Fratta Polesine, dal parro-co don Gastone Gasperini e dalla disponibilità di un gruppo di amici che ope-rano nel volontariato, e tra questi l’artista Antonello Ferrari.

Il nuovo capitello dedi-cato a san Giovanni Paolo II, Carol Wojtyla è situa-to all’ingresso del nuovo quartiere già intitolato al Papa Polacco. Si tratta di una piccola struttura costruita in pietra a vista con una mensa dove è collocata una bella e lumi-nosa immagine del santo, opera lignea costruita da Antonello Ferrari, il Papa della famiglia e dei giova-ni è ritratto con lo sguardo assorto in preghiera. Il ca-pitello sorge in un piccolo giardinetto adornato da spazi verdi e piante, con giochi riservati ai bambini. Il quartiere situato vicino alla chiesa parrocchiale, si presenta come una bella realtà abitativa cresciuta in questi anni, dove trovano spazio abitazioni nuove di vario genere, occupate da diverse famiglie giovani con bambini.

L’immagine di Angelo Roncalli, san Giovanni XXII è accolta su un’edi-cola lignea situata nell’area verde in via Ferruccio Ga-sparetto, una realtà sorta fuori dal cen-tro storico di Fratta.

Il momento dell’inau-gurazione, domenica 27 aprile, ha visto la presen-za del sindaco Tiziana Vir-gili, della G i u n t a comunale e del par-roco don G a s t o n e e di un g r u p p o di fedeli, il parroco ha osser-vato che q u e s t i due luo-ghi saran-no sicu-r a m e n t e

spazi di incontro e di pre-ghiera per bambini, giova-ni e famiglie. Il sindaco nel rivolgere il saluto ai fedeli ha avuto parole di ringra-ziamento per quanti han-no contribuito alla realiz-zazione delle due opere, in particolare l’architetto Zanca, l’artista Lionello Ferrari, Giulio Bertelle, Maurizio Mariotti, Ales-sandro Trevisan e Hand Graphic e l’Avis-Aido.

S.R.

Arquà Polesine

Il Vescovo incorona la statua della MadonnaCelebrazione eucaristica su Rai 1 domenica 11 maggio alle ore 11.00

Sarà trasmessa da RAI 1 domenica 11 maggio, la celebrazione dell’Eucaristia pre-sieduta da S.E. mons Lucio Soravito dalla chiesa del Paese. RAI 1 sarà ad Arquà per la solenne incoronazione della statua lignea della Madonna che è custodita nella bella chiesa arcipretale, venerata come Madonna del Rosario

La statua opera di un artista …“L’altare della Madonna del Rosario, scrive

mons. Aniceto Montacciani autore di una storia della parrocchia, per la varietà dei mar-mi, è di grande risalto. Fu acquistato dalla fami-glia Periotto nel 1811, ma era stato costruito nel 1763 e apparteneva ad una antica chiesa vene-ziana. L’altare custodisce nella elegante nicchia l’attuale statua donata dalla maestra e poetessa arquatese Giustina Periotto tra il 1936 -37. E’ opera di un artista della Val Gardena e sostitui-sce le precedente di cui si sono perdute le tracce. Il manufatto ritrae la Vergine che porta in brac-cio il divin Bambino ed è di grande delicatezza sia nelle linee del volto che nella espressione di tenerezza con cui sorregge il Figlio …”.

Le coroneLe preziose corone del Bambino e del-

la Vergine sono state donate da un arqua-tese, il signor Luigi Barion, ora residente a Cavirate, che ha voluto così concretizzare il suo amore, mai venuto meno, verso il pae-se d’origine. Irradiando attraverso RAI 1 la celebrazione viene offerto ai numerosi citta-dini di Arquà Polesine che dopo la grande alluvione del 1951, sono emigrati nel trian-golo industriale dell’Italia settentrionale e che non hanno dimenticato quest’angolo di Polesine, l’occasione di rivivere i ricordi della fanciullezza.

Arquà paese mariano Diviso in sestrieri, Arquà ha innalza-

to alla Madre del Signore piccole e antiche

chiese a Cà Marchese che festeggia l’8 set-tembre la Natività di Maria; a Capo Bosco che festeggia l’Addolorata il 15 settembre; sulla destra del Canal Bianco, nella profon-da campagna, ha festeggiato fino agli anni ’60 del secolo scorso, la Madonna di Pom-pei, l’8 ottobre.

Nella antica chiesa parrocchiale festeg-gia con solennità le grandi festività dell’Im-macolata la Visitazione di Maria il 31 mag-gio. Viene onorata la Madonna pure negli oratori di S. Lucia a Cornè e nella chiesetta di San Marco nell’omonimo sestriere, nel mese di maggio con i fioretti e di ottobre con il Rosario. Nell’antica chiesa parrocchiale si festeggiano con solennità le grandi festività mariane dell’Immacolata, della Madre di Dio, dell’Annunciazione, della Visitazione e dell’Assunta. Viene onorata la Madre di Dio negli oratori di S. Antonio in centro paese, di S. Lucia a Cornè e nella chiesetta di San Mar-co nell’omonimo sestriere, nel mese di mag-gio con i fioretti e di ottobre con il Rosario.

L’altare della chiesa parrocchiale è meta quotidiana di tanti fedeli che alla Vergine innalzano preghiere e accendono ceri e por-tano fiori.

Questa domenica …La celebrazione di domenica 11 sarà

pure occasione per restaurare la nicchia, sede della statua della Madonna del Rosa-rio, ad opera di una restauratrice concittadi-na. Per la ricorrenza l’arciprete don Angelo Gianesella, ha fatto pervenire a tutte le fa-miglie la foto della statua incoronata con la preghiera della “Salve Regina” legata alla preghiera del Rosario.

Domenica 11 si ritroveranno molti dei Gruppi “Polesani nel mondo” e l’Assistente ecclesiastico, mons. Valentino Tonin.

A.G.

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In Veneto due bambini su tre frequentano lescuole dell’infanzia paritarie. È una peculia-rità che contraddistingue la nostra regione

e la differenzia rispetto a tutte le altre: se il 66%degli alunni veneti frequentano una scuoladell’infanzia paritaria e il 33% una scuola sta-tale, nelle altre regioni la proporzione è rove-

sciata (a livello nazionale 60,88% dei bambinifrequentano le statali, il 39,12% le paritarie).Questi, nello specifico, i numeri in Veneto se-condo i dati del Miur riferiti all’anno scolastico2011-2012: nelle 1.181 scuole dell’infanzia pa-ritarie si contano 93.627 bambini, mentrenelle 574 scuole dell’infanzia statali se ne con-tano la metà, ovvero 47.043. In ragione diquesti numeri le scuole paritarie garantiscono,di fatto, il sistema scolastico per la fascia d’età3-6 anni, rappresentando un’importante re-altà sociale anche per il ruolo che molte diqueste svolgono nelle comunità in cui sono in-serite. È risaputo infatti che in molti comuni lascuola paritaria è l’unica realtà presente esvolge un servizio indispensabile per le fami-glie. Inoltre molte scuole paritarie svolgonoattività sociali in senso più ampio, diventandocentri di aggregazione per le famiglie o punto

messaggio redazionale

Scuole dell’infanzia paritarie, una specificità tutta veneta

Le frequentano due bambini su tre. Il sostegno della Regione del Veneto

di riferimento per attività di altre fasce d’etàdell’infanzia. In virtù di questi numeri e della peculiarità ve-neta, si rende necessario sostenere a livello re-gionale le scuole paritarie. E per garantirne lapresenza continuativa, la Regione del Veneto

N. Scuole Importod’infanzia complessivo

2000 1.210 € 10.845.594,882001 1.202 € 10.845.362,48

2002 1.209 € 10.329.137,982003 1.216 € 10.329.137,98

2004 1.217 € 10.329.137,982005 1.216 € 11.329.137,98

2006 1.214 € 14.029.137,982007 1.208 € 11.042.810,28

2008 1.195 € 12.500.000,002009 1.196 € 11.980.000,00

2010 1.192 € 14.500.000,002011 1.189 € 15.000.000,00

2012 1.185 € 21.000.000,002013 1.169 € 21.000.000,00

In Veneto due bambini su tre frequentano una scuola

dell’infanzia paritaria, una peculiarità regionale che

non ha eguali in Italia e che la Regione Veneto sostiene

Contributi della Regione del Veneto, Assessorato ai Servizi Sociali, per le scuole dell’infanzia paritarie dall’anno 2000 all’anno 2013

negli ultimi anni ha sempre incremen-tato il fondo disponibile per le scuoledell’infanzia paritarie. Dal 2000 al2013 il contributo stanziato dall’Asses-sorato regionale ai Servizi Sociali è piùche raddoppiato, peraltro a fronte di

una diminuzione del numero delle scuole. Al-cuni dati: dall’anno 2000 ad oggi si è verificatauna significativa diminuzione del numero discuole paritarie nella nostra Regione (nell’anno2000 erano presenti 1.210 scuole dell’infanziaparitarie, aumentate fino a 1.217, numeromassimo, nell’anno 2004, per poi calare gra-dualmente fino a 1.169 del 2013. A fronte delladiminuzione del numero di scuole dell’infaziaparitarie (vedi tabella) i fondi sono stati costan-temente incrementati, passando dai10.845.594,88 euro stanziati dalla Regione nel2000, ai 21 milioni stanziati per ogni annualitàdel biennio 2012-2013.

10 la Settimana domenica 11 maggio 2014attualità

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11la Settimanadomenica 11 maggio 2014

1. Le Lectio Magistralis, idee in movimento Tre saranno le conferenze (Lectio Magistralis), fiore

all’occhiello del Festival a Rovi-go, presso la splendida cornice del Salone del Grano della Ca-mera di Commercio: «Il raccon-to, senso della vita», con Gianni Riotta, già direttore del TG1, e frére Franco Mosconi, già prio-re di Camaldoli; un percorso che dall’uomo biblico, Abramo, ap-proderà all’uomo contempora-neo e il suo desiderio di raccon-to. «Genesi e Big Bang, parallele convergenti», con Piero Benve-nuti, astrofisico dell’Universi-tà di Padova, e Tomasz Trafny, segretario di mons. Ravasi pres-so il Pontificio Consiglio per la Cultura: un dibattito tra la spie-gazione e il racconto, tra scienza e fede, tra inizio e origine del mondo. Ultima conferenza sarà data dallo spirito ecumenico che ha animato l’evento: «Un ebreo e un cristiano raccontano la Bibbia»; Lidia Maggi, pasto-ra evangelica, Piero Stefani, bi-blista cattolico, Vittorio Robiati Bendaud, ebreo, Claudiu Savin, prete ortodosso, saranno quattro voci che indicheranno il senso del racconto biblico secondo le diverse prospettive cristiana ed ebraica.

2. La musica e il Teatro, sug-gestioni ed emozioni bibliche

Le serate del Festival saranno intessute di emozioni e sugge-stioni: nel Tempio della Rotonda uno spettacolo sul vangelo di Marco, «Il racconto della not-te in una notte», con interventi corali, musicali e visivi da parte di Teatro Insieme Sarzano, Or-chestra Giovanile Venezze, coro polifonico Melos. «Il racconto dell’anima, concerto Gospel», sarà il canto di festa del sabato sera presso piazza Matteotti, con i cori Santa Rita Gospel Sin-gers, Different Gospel, Gospel Up. Nella suggestiva piazzetta Annonaria, già chiostro dome-nicano, un concerto su «Il Padre Nostro in aramaico», nella sua lingua originale, dove suono e meditazione si fondono, tenuto dai monaci Ricostruttori nella preghiera. Ma anche nel corso del-le giornate la musica sarà da protagonista al racconto biblico: domenica 25 alle ore 11.30 vi sarà un concerto di musica classica, «Parola e Musica: divino raccon-to», presso il Tempio della Rotonda, che unisce i con-servatori Venezze di Rovigo e Buzzolla di Adria. E inoltre, «Il bibliodramma, tra Bibbia e vita», in cui si invita a scoprire una nuova modalità espressiva per la catechesi e l’annuncio.

3. Spazio dedicato al silenzio, alla meditazione e alla riflessione

Ci sarà anche uno spazio dedicato alle meditazioni e alle conversazioni per una dimen-sione spirituale del Festival: si converserà con Carlo Molari su «Custodia o abuso del c r e a t o ? » ; con Valeria

Tomasi su «Il ghetto di Rovigo, tra architettura ed urbanistica», in Accademia dei Concordi; con Adriano Mazzetti, Bruno Cap-pato e i curatori del catalogo del-

le Bibbie del Cinquecento nella Biblioteca del Seminario, «Tesori del Cinquecento su carta». Attra-versano temi sociali le conversa-zioni con Livio Ferrari, «In car-cere, assieme a Gesù», e Dante Bellinati, «Il grido dei poveri nel racconto di Dio». In un confine tra scienza e fede si pone la con-versazione con Giulio Fanti, «La sindone tra scienza e fede», di cui è possibile anche visitare una mostra presso lo spazio espositivo Lombardi in piazza Vitto-rio Emanuele.

Più di carattere spirituale le meditazioni proposte da Cristina Caracciolo e E. M. Letizia Piva, «Guarda-te alla cava da cui siete stati estratti»; Emanuele Ca-salino, «Dio e l’uomo, dialogo per la vita»; Claudio Savin, «Finestra d’infinito, la preghiera ortodossa», e Lidia Maggi con il Conservatorio Venezze, «Nostro Padre… nella musica e nei popoli».

4. I per-corsi artistici, per la via del-la bellezza

I percorsi artistici sono dati dalla vi-sita guidata ai capolavori della nostra città: «La città degli ebrei», visita guidata al quartiere che fu ghetto ebraico, as-sieme a Vale-ria Tomasi, e «Il magnifico ottagono, tra arte e fede», con Paola Bordin Milan. A condurci saranno le guide turistiche di Flu-mina, mentre il C.T.G. CEDI turismo & cultura sarà da guida ai ragaz-zi con un laboratorio durante la festa del sa-bato.

5. Le Biblioteche aperte, per riscoprire tesori biblici

L’Accademia dei Concordi inaugurerà il festival biblico con «Vi-sibile parlare, la Bibbia istoriata padovana tra parola e immagine»: Mariagrazia Migliorini presenterà un capola-voro conservato nella nostra città, la Bibbia del 1300 detta pado-vana; una mostra sulle Bibbie conservate nella Biblioteca del Semi-nario vescovile, «Libri che parlano tra loro», stupirà per la bellezza e lo splendore conservato nei libri dal Cinquecen-to ad oggi. Infine aprirà le sue porte anche la bi-blioteca del Centro Ma-riano, che sarà possibile visitare con visite gui-date: «Donna della Pa-rola, la cultura mariana a servizio dell’evange-lizzazione».

6. Fare festa per costruire società

Si farà ani-mazione con i ragazzi e le fa-miglie presso i giardini di Piaz-za Matteotti, per dipingere in-sieme la Bibbia, «Il racconto più bello lo dipingo io!»; mentre il Corso del Popo-lo e Piazza Ga-ribaldi saranno rese vive da un mercato dal sa-pore di «Pane e Parola», con stands di libre-rie e di prodotti tipici del nostro territorio pole-sano.

La Bibbia è l’alfabeto del-la nostra città, anche quando s o n n e c c h i a . Perché l’alfabe-to della Bibbia è di tutti, è il codice con cui parliamo, sof-friamo, lavoria-mo, imprechia-mo e speriamo. Parole con cui raccontare e raccontarsi. An-che a Rovigo.

L’invito è per tutti. Tre giorni di festa e cultura e società attorno al fuoco della Parola, mostrandosi Rovigo

come sempre con quel sorriso accogliente e disponibile che ogni polesano porta con sé.

Il Festival Biblico si farà esperienza in città attraverso parole e silenzi, testimonianze e musica, meditazioni e giochi, aperitivi e mercato, visite guidate e mostre, incontri e dibattiti. Scegliendo, ognuno potrà trovare

un po’ di se stesso nei giorni del Festival.

Dal 23 al 25 maggioil Festival è anche a Rovigo

Liberi di crederciA VICENZA, VERONA, PADOVA, ROVIGO200 EVENTI E TANTI PROTAGONISTI

Provincia di RovigoDIOCESI DI

ADRIA-ROVIGO Comune di RovigoAccademia dei Concordi

22 maggio - 2 giugno

Rovigo città del Festival Biblico. Le proposte in calendario

G. Riotta

F. Mosconi

L. Maggi

P. Benvenuti

P. Stefani

V. Robiati Bendaud

C. Molari

V. Tomasi

Suor Cristina

Bibbia Istoriata Padovana

Biblioteca del SeminarioGhetto di Rovigo

Accademia dei Concordi

attualità

Page 12: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

12 la Settimana domenica 11 maggio 2014attualità

E dopo tanta attesa e spe-ranza, ringraziamo e faccia-mo festa. La nostra mamma, Zampollo Sidonia, è arrivata al traguardo dei cento anni di vita (... sarà quello che Lui vorrà). E’ venuta al mondo agli albori della prima guerra mondiale, il 17 maggio 1914, in una famiglia povera ma molto unita e in compagnia di altre tre sorelle. Ha perso la sua mamma molto presto, all’età di tre anni, a causa della “spagnola” nel 1917: il papà e una zia si sono sempre occupati delle quattro sorelle. Molto giovane (19 anni), si è sposata con il papà, Veronese

Aldo (20 anni) e hanno avu-to cinque figli: Maria, Ettore (Don Ettore Veronese), Vale-ria, Vanna e Paolo.

In famiglia abbiamo sempre vissuto in un clima di amore e serenità cristiana:

la vita e la fede sono sempre state vissute unite e nella semplicità delle cose della vita quotidiana. Questo per noi figli è stata una bella te-stimonianza, per la quale abbiamo una profonda grati-tudine nei loro confronti. An-che per questo siamo molto contenti di festeggiare e con-dividere questo traguardo.

Grazie. Valeria, Vanna e Paolo.

Nella S. Messa tutta la comunità di Costa farà gli auguri alla Sig.ra Sidonia, insieme a quelli di Papa Francesco.

Costa di Rovigo - Parrocchia SS Giovanni Battista e Rocco Confessore

Mamma Sidonia compie 100 anni

Rovigo Tempio La Rotonda

Il cenacolo del 13 maggioMartedì, 13 maggio, presso il tempio della Rotonda,

alle ore 20,30, aspettiamo tutti i fedeli innamorati di Ma-ria, a ricordare l’apparizione della Madonna del 13 mag-gio del 1917, a Cova D’Iria, ai tre pastorelli di Fatima. In questa grande occasione sarà presente Dom Cristoforo Zielinky, il nuovo superiore del Santuario della Madon-na del Pilastrello di Lendinara, che concelebrerà il cena-colo con il nostro amato Mons. Girolamo Toffanin.

Sarà grande festa per tutti i fedeli, con la processione aux flambeaux, attorno alla piazza antistante il Tempio, seguirà il Santo Rosario, la Santa Messa ed adorazione, tutto sotto il manto protettivo della nostra Madre Cele-ste, che da sempre accoglie ed ama i suoi figli, spronan-doli ad affidarsi con fiducia ed amore nelle mani di suo figlio Gesù.

Questo 13 maggio il Tempio della Rotonda sarà inon-dato da canti di gioia, da fede, e da speranza che aprirà i cuori all’amore in Cristo e nella Madonna con l’animo innocente di chi ancora crede in un mondo migliore.

(m.p.)

Borsea

Pellegrinaggio del Coro “Maranathà” ad AssisiIl 25-26 arile 2014 il coro

parrocchiale di Borsea Mara-nathà ha vissuto un pellegri-naggio nel segno del ringra-ziamento e della fraternità. Questa esperienza è stata ben preparata per dire grazie del 1° anno di vita del Coro rin-novato e rafforzato, grazie alla direzione del caro mae-stro Pino Motton.

Il 25 coristi accompagnati dai familiari e da don Silvio hanno potuto animare con il canto le celebrazioni euca-ristiche di venerdì 25 aprile nella chiesa di S. Chiara e soprattutto sabato 26 aprile nella basilica di S. Francesco. Cantare con la gioia e la spe-ranza nel cuore ha dato a tutta la bella “comitiva di Borsea” che si trova ancora “orfana” della propria chiesa parroc-chiale inagibile da quasi due anni. La forza del Signore e dei santi di ieri e di oggi ci ac-compagna ovunque!

Fratta Polesine

“Polesine fotografia”La manifestazione ha riunito 22 fotoamatori

Tanto entusiasmo e pas-sione tra i partecipanti alla prima edizione della mara-tona fotografica “4 temi in 5 ore” organizzata giovedì a Fratta Polesine, nell’ambito della manifestazione “Polesi-ne fotografia”. In tutto sono stati 22 i fotoamatori che si sono confrontati a colpi di click e di inquadrature, age-volati anche dalla bella gior-nata di sole.

La manifestazione che si è conclusa domenica, è stata organizzata dalla Provincia di Rovigo in collaborazione con il Comune di Fratta Po-lesine e la Fiaf provinciale. In particolare, l’aspetto or-ganizzativo della maratona di giovedì è stato curato dal Forum di Fotografia Click and Flash di Costa di Rovi-go. Quattro i temi assegnati, di cui due alla mattina, vale a dire “Fratta Nascosta” e “Today I work” e due nel po-meriggio, che sono stati: “Ri-flessi” e “E’ primavera”. Alle 18.30 la Giuria ha emesso il verdetto. Giuria che era for-mata da Vittorino Zambello, presidente del Fotoclub ‘85 di Villanova del Ghebbo, Chia-ra Chiodi Fotografa Profes-sionista, Adriano Baccaglini, architetto e artista, ed i foto-grafi Umberto Bindi e Dario Barin che hanno partecipato alla manifestazione fotogra-fica con mostre personali.

Questi i vincitori dei vari temi: 1° Tema: Fratta Nascosta. Primo classificato Nazzareno Previato, 2° clas-sificato: Andrea Brancalion. Segnalazione Speciale per il piccolo Tommaso Tadiello. 2° Tema: Today I work, 1° Classificato: Paolo Gilioli, 2° Classificato: Giorgio Baldan;

Segnalazione Speciale per Andrea Ghirotto. 3° Tema: Riflessi, 1° Classificato Fa-bio Finotti, 2° classificato Ildo Biolcati, segnalazione speciale per Dino Angeli. 4° Tema: E’ primavera. 1° clas-sificato Andrea Brancalion. 2° Classificato Ildo Biolcati. Segnalazione speciale per Giacomo Baldan. La miglior interpretazione complessiva dei quattro temi assegnati è stata giudicata dalla giuria quella di Ildo Biolcati. Alla

premiazione sono intervenu-ti il sindaco di Fratta Polesine e presidente della Provincia, Tiziana Virgili ed il vice-sindaco di Fratta, Edgardo Massari e Roberto Giannese del Forum Click and Flash. I premi sono stati offerti da Fotoemporio di Gianni Toso, Gruppo Comet di Rovigo e da Fotochiara di Chiara Chiodi.

Le foto sono pubblicate sul sito della manifestazione www.polesinefotografia.too.it

Unitalsi - Sottosezione di Adria

Ad Assisi con l’Unitalsi TrivenetaNel tempo di Quaresi-

ma la Sottosezione Unitalsi di Adria ha organizzato un pellegrinaggio ad Assisi – Gubbio – Spello nei giorni 5/6 aprile u.s. per visitare i luoghi di S. Francesco. 64 i partecipanti, tra cui alcuni amici in carrozzina, ospite il Presidente della Sezione Triveneta, il Dott. Armando Donello. Il viaggio si è svol-to sotto una pioggia battente che fortunatamente andava attenuandosi man mano che ci si avvicinava a Gubbio (pri-ma tappa del nostro viaggio). Ad attenderci le due guide che ci hanno fatto visitare la città umbra posta ai piedi del monte Igino, sul quale a Natale è illuminato un ma-estoso albero, la visita alla chiesa dove un muro a faccia vista e una lapide riportano al commercio all’ospitalità dell’amico Spadalonga e al commento del monumento dedicato a S. Francesco e al famoso “Lupo di Gubbio” abbiamo potuto ammirare la chiesa si S. Maria dei Laici, il quartiere degli artigiani si S. Giovanni Battista, via delle Conce e Battilana, osservan-do le grandi arcate abbiamo apprezzato il battistero della chiesa ora denominata di “Don Matteo”. Raggiunto la piazza grande (artificiale) ab-biamo ammirato il palazzo dei Consoli e ammirare le ce-ramiche chiamate “a lustro”, la visita poi alla cattedrale dal tetto a botte contenente una serie di cappelle e opere pittoriche straordinarie.

Il 16 maggio è celebrata la festa dei Ceri con la cerimo-nia dell’alzata dei tre prismi di legno dedicati a S. Ubaldo, S. Antonio e S. Giorgio, festa molto sentita nel territorio legato ad Urbino. Dopo il pranzo partenza per Assisi, la città natale di S. Francesco figlio di un ricco mercante di stoffe convertitosi dopo un’esperienza di armi e pri-gionia abbandonò le ricchez-ze del padre e dedicarsi total-mente a Cristo e alla povertà unita all’umiltà e alla carità rinnovando profondamente la spiritualità cristiana che ebbe vasta risonanza anche nel campo politico, sociale e artistico. Ci lasciò in eredità il Cantico delle Creature e il Testamento considerate tra i testi più antichi della lettera-tura italiana.

S. Francesco nato nel 1182 morì il 3 ottobre 1226 fu ca-nonizzato da Gregorio IX nel 1228 e fu eletto patrono D’Ita-lia da Pio XII nel 1939. Com-movente la visita alla Basilica e alla tomba del Santo, l’urna di pietra povera che ne custo-disce i resti mortali è colloca-

ta sopra il piccolo altare della Cripta. Lì ci si sente spogliati di tutte le nostre miserie e af-fidiamo a Lui le nostre pre-ghiere e suppliche affinchè possa intercedere presso il Signore. La visita prosegue nella romanica basilica for-mata da due chiese sovrap-poste, la chiesa superiore di stile Gotico, che si prolunga a sinistra con la mole quadra-ta del campanile, la chiesa inferiore a un ricco portale Gotico. L’interno è a una navata, con transetto, abside e cappelle laterali, le pareti sono ricoperte da dipinti del Cimabue e Giotto unici per il loro straordinario contenuto. La visita è proseguita al San-tuario di Santa Chiara fedele discepola di S. Francesco, fondatrice delle Clarisse. La chiesa edificata per opera di Filippo da Campello ha una facciata semplice, all’interno l’altare maggiore è racchiuso da un colonnato quattrocen-tesco. Numerosi gli affreschi sulla vita di Santa Chiara.

Nella cappella del Croce-fisso o delle Reliquie si trova il Crocefisso che secondo la

tradizione parlò a S. France-sco nella chiesa di S. Damia-no, dalla navata due scalette portano alla cripta con l’urna di S. Chiara. Al centro della Cripta un tempietto racchiu-de l’altare in cui si può vede-re il sarcofago in pietra dove fu posto il corpo della Santa.

All’indomani in forma privata la visita s Santa Ma-ria degli Angeli e nella picco-la chiesetta della Porziuncola ognuno di noi si è raccolto in preghiera. Alle 10.30 la Santa messa nella Basilica ad Assi-si, pochi minuti per riammi-rarne la bellezza, con il canto “ Il Signore è la mia salvez-za” è iniziata la celebrazione Eucaristica con l’incenzione dell’altare e dei fedeli. Ogni rito, ogni preghiera ci ha coinvolto tutti in modo parti-colare un’esperienza viva di fede. Dopo il pranzo ultima tappa del nostro pellegrinag-gio una visita a Spello città Romana medievale, ricca e potente nella colleggiata di S. Maria Maggiore e del Pre-sepe ci sorprende la cappel-la Baglioni dell’importante famiglia umbra dipinta da Pinturicchio il nome con cui è nato il pittore Bernardino di Botto.

Sono passati in fretta que-sti due giorni in cui abbiamo condiviso la bellezza del cre-ato, le opere di tanti artisti, ma tutti insieme abbiamo vissuto e assorbito tanta spi-ritualità in questi luoghi che serberemo sempre nel nostro animo.

Violetta Paramatti Furini

Unitalsi Sottosezione di Adria

Ciao Gianluca “L’amore non cambia con la

morte, e nulla sarà perduto e tut-to farà parte del raccolto finale”

Nella preghiera la fa-miglia Unitalsiana è vicina ai famigliari di Gianluca Casellato (nipote di Egidio Bononi che fu Presidente dell’Associazione Unitalsi di Adria) scomparso pre-maturamente a soli 22 anni lunedì 21 aprile u.s.

Unitalsi Adria

Page 13: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

13la Settimanadomenica 11 maggio 2014 lavoro

Il lavoro inteso come bene prezioso necessario alla vita dell’uomo, per la sua dignità umana, per-sonale e sociale, per la sua realizzazione, per il sosten-tamento della propria fa-miglia. Il lavoro che deve essere creato e ricercato dal sindacato, dalla politica, dall’imprenditoria, e come cristiani, dalla preghiera incessante e convinta. At-torno a queste considera-zioni, a questa realtà, si è svolta la Veglia diocesana di preghiera dei lavorato-ri del Polesine. L’incontro, che si è svolto mercoledì 29 aprile 2014, giunto al sesto appuntamento, è stato or-ganizzato dalla Diocesi di Adria-Rovigo, Ufficio Dio-cesano per la Pastorale del Lavoro unitamente l’Azio-ne Cattolica Diocesana , ad altre realtà ecclesiali, civili e di volontariato, quale le ACLI, il MLAC, l’UCSI, l’UCID; le categorie sinda-cali (CGL, CISL, UIL, UGL), le categorie agricole (Coldi-retti, Confagricoltura, CIA), le categorie industriali (Unindustria) e artigianali (Confartigianato, CNA As-sociazione Artigiani, UPA, Confcooperative); le cate-gorie commerciali (Lega Cooperative, ASCOM, Confesercenti).

Una Veglia speciale, nuova, anzitutto perché non si è svolta tra le mura di una chiesa ma in un luogo di la-voro, presso l’Azienda Pa-vanello Serramenti di Rovi-go. L’incontro e la preghie-ra si sono svolti attorno alla Croce di Lampedusa che in quel momento ha concluso il suo cammino in Polesine.

Altro aspetto nuovo della Veglia è che il Vescovo di Adria-Rovigo mons. Lucio Soravito de Franceschi ha celebrato l’eucaristia tra le mura dell’Azienda. Ac-canto al Vescovo don Car-lo Marcello, responsabile diocesano della Pastorale sociale e del lavoro. La cro-ce è stata realizzata con un

legno povero, chiazzato di vernice scolorita, due assi ricavate dalle barche che trasportano a migliaia il carico tragico di poveri fra-telli e sorelle verso l’Italia in cerca di lavoro e che molto spesso incontrano la morte.

Attorno alla croce ab-biamo visto riuniti in segno di amicizia, di condivisio-

ne, di fratellanza, di amore, gli operai, i volontari, ma anche gli artigiani, gli indu-striali, i sindacati, i lavora-tori del Polesine, tutti insie-me a manifestare la propria vicinanza e speranza verso tutti coloro che in questo temo di forte crisi sono ab-bandonati e soffrono per la perdita del lavoro, per il

disagio economico, per la grave situazione che stanno attraversando. La Veglia, che viene organizzata come momento di preparazione alla festa del lavoro che si celebra il primo di mag-gio, ha avuto inizio con la fiaccolata snodata lungo le strade della zona artigia-nale e industriale di Rovi-go. Accanto ai lavoratori le organizzazioni sindacali, il mondo della politica, delle istituzioni, del volontariato, gli imprenditori, gli indu-striali, i giovani, le famiglie. La Veglia è un segno che la Chiesa diocesana vuole of-frire a tutti color che soffro-no per la perdita del lavo-ro, ed così che la comunità cristiana con il suo Vescovo cerca di fare quanto le è possibile per ridare speran-za a tutti coloro che si sen-tono soli e abbandonati, la Chiesa vuole assicurare che mai si dimenticata dei lavo-ratori, i poveri più poveri di oggi, cioè tutti coloro che cercano un lavoro.

«Non lasciamoci ruba-re la speranza», attorno a questa espressione molto significativa, presa dalla Esortazione apostolica di Papa Francesco, “Evangelii Gaudium”, il Vescovo Lucio ha sviluppato la sua omelia.

Settimio Rigolin

Dopo il saluto alle realtà presenti il Vescovo Lucio si è così espresso durante l’omelia:

1. Siamo riuniti insieme in questa Azienda per mani-festare e intensificare l’amicizia, l’unione e la solidarietà tra tutte le componenti del mondo del lavoro: impren-ditori, sindacati, lavoratori di tutti gli ambiti del lavoro: agricolo, industriale, artigianale e commerciale.

Oggi i problemi del mondo del lavoro, soprattutto nell’attuale crisi economica, non si risolvono con la con-correnza, ma solo con la “convergenza”, cioè con tutte le forme di solidarietà, di collaborazione, di fiducia e di aiuto reciproco, che favoriscono il “bene comune”.

Ce l’ha detto il papa Benedetto XVI nell’enciclica “Caritas in veritate”: “Per uscire dalla crisi economica in cui ci troviamo a vivere, occorre rivedere il modo di concepire l’economia e il suo rapporto con la promo-zione del bene comune. L’attività economica non può risolvere tutti i problemi sociali mediante la semplice estensione della logica mercantile. Essa va finalizzata al perseguimento del bene comune, di cui deve farsi carico anche e soprattutto la comunità politica.

2. In secondo luogo, è necessario che guardiamo al futuro con fiducia e che ci carichiamo di speranza. Per questo abbiamo dato a questa veglia un’espressione si-gnificativa, presa dalla Esortazione apostolica di Papa Francesco, “Evangelii Gaudium”: «Non lasciamoci ruba-re la speranza» (EG 86).

Scrive il Papa Francesco in questo documento: «Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’au-dacia è il senso della sconfitta, che ci trasforma in pes-simisti scontenti e disincantati. Nessuno può intrapren-dere una battaglia, se in anticipo non confida pienamen-te nel trionfo… Bisogna andare avanti senza darsi per vinti» (EG 85). Che cosa dobbiamo fare per caricarci di speranza e andare avanti senza darci per sconfitti? E’ ne-cessario che tutti i lavoratori e i datori di lavoro rendano l’ ambiente di lavoro un luogo di rapporti improntati al rispetto, alla stima vicendevole, alla collaborazione,

alla solidarietà, alla salvaguardia dei valori morali della propria professione.

3. In questo incontro desidero riservare un’atten-zione particolare ai giovani. L’attuale crisi economica ha investito in modo particolare il mondo giovanile. In Italia il 42% dei giovani sotto i 25 anni non ha trovato ancora lavoro e la maggior parte di coloro che stanno lavorando, sono occupati a tempo determinato.

I giovani vivono in una condizione contraddittoria, sospesa fra il bisogno di sognare un avvenire professio-nale, che li realizzi come persone umane, e la necessità di ripiegare su mete puramente strumentali e provvisorie. Da un lato cercano disperatamente un lavoro, dall’altro il lavoro appare come un bene sempre più scarso e pre-cario. Oggi si impone in modo sempre più urgente la necessità di difendere il diritto dei giovani al lavoro e di salvarli dalla dilagante piaga della disoccupazione.

Per questo è necessario che quanti hanno responsa-bilità politiche, economiche, finanziarie, sindacali e ca-pacità imprenditoriali collaborino insieme per salvare i posti di lavoro, per creare nuove forme di occupazione anche per i giovani, per attivare nuovi modelli di svi-luppo, per adeguare i sistemi organizzativi, finanziari, formativi e di protezione sociale alle nuove condizioni del lavoro e per fornire adeguati supporti alle crescenti esigenze di mobilità.

4. Questa veglia la stiamo facendo per la prima volta in un’azienda di lavoro e la stiamo facendo con la ce-lebrazione della Messa. Perché? Per invocare insieme l’aiuto di Dio e per dare così fondamento solido alle nostre speranze. Sappiamo che non siamo soli. Dio ci è vicino.

All’inizio del suo pontificato il papa Giovanni Paolo II - che domenica è stato proclamato santo - ha rivolto al mondo intero questo grido accorato: “Non abbiate pau-

ra. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Vi prego, vi imploro con umiltà e fiducia: permettete a Cristo di parlarvi. Solo lui ha parole di vita, sì, di vita eterna… Con lui avete tutto da guadagnare; senza di lui rischiate di perdere tutto”.

Noi siamo qui a celebrare la Messa per dare fonda-mento alle nostre speranze, ma anche per avere una visione evangelica del lavoro, come ha scritto il papa Benedetto XVI nella sua enciclica, Caritas in veritate: «La crisi economica ci obbliga a riprogettare il nostro cam-mino, a darci nuove regole, a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigetta-re quelle negative» (n. 21).

E più avanti ha scritto: «La vita economica ha senz’al-tro bisogno del contratto, per regolare i rapporti di scam-bio tra valori equivalenti. Ha bisogno anche di leggi giuste e di forme di ridistribuzione guidate dalla politica. Ma ha bisogno anche di opere che rechino impresso lo spirito del dono.

Nell’epoca della globalizzazione, l’attività economi-ca non può prescindere dalla gratuità, che dissemina e alimenta la solidarietà, la reciprocità fraterna, la re-sponsabilità per la giustizia e il bene comune nei suoi vari soggetti e attori. Si tratta, in definitiva, di una forma concreta e profonda di democrazia economica» (n. 37).

Chiediamo al Signore che ci aiuti a lavorare insieme per superare la situazione di crisi economica in cui ci troviamo e che ci insegni a praticare la solidarietà verso coloro che versano in un particolare stato di necessità. Chiediamolo questa sera per intercessione di Santa Ca-terina da Siena, dottore della Chiesa e patrona dell’Eu-ropa, che oggi festeggiamo: una giovane donna che ha lottato con forza e senza sosta per la pace e si è messa al servizio generoso dei poveri, dei malati e dei carcerati.

Guardiamo il futuro con fiducia: segnali di ripresa non mancano. Moltiplichiamo questi segnali positivi collaborando insieme. Ce la possiamo fare. Ce la dob-biamo fare. Il Signore non ci lascia soli.

Lavoratori in preghiera nell’Azienda Pavanello per la Veglia diocesana

“Non lasciamoci rubare la speranza”Fiaccolata dall’area Tosi ed eucaristia in azienda presieduta dal Vescovo Lucio

L’omelia del Vescovo

Page 14: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

La festa è un avveni-mento importante da ce-lebrare con un contorno di fatti piacevoli e gioiosi, destinati a sottolinearne l’importanza, in modo da renderla una tappa signi-ficativa della vita, che ri-manga nel profondo della memoria, così che anche a distanza di tempo sia pia-cevole ricordarla. Affinché la festa sia vera è necessario che il contorno per rendere importante e indimenti-cabile l’avvenimento non contraddica e non rovini il suo significato autenti-co. Esempio. Se si vuole far festa per il ritorno di un amico da un paese lon-tano, è necessario che egli sia accolto in un ambiente bello e festoso, da persone

che gli vogliono bene, da doni di suo gradimento, e soprattutto dall’interesse e dall’attenzione centrati su di lui. Se dopo pochi mi-nuti che l’amico è arrivato, tutti se ne vanno in un’al-tra stanza per vedere la televisione; se i regali sono delle sciocchezze inutili; se

addirittura qualcuno dei presenti gli fa capire che si stava meglio quando lui era lontano, addio festa. Se si vuole fare una festa dello sport allo stadio e i presenti si mettono a fare a botte e a insultarsi, addio festa. La festa della Prima Comunione non sfugge a

queste regole. Se i bambini sono stati talmente lusin-gati da promesse di regali da aspettare quel giorno soprattutto per poterli finalmente ottenere; se i commenti che sentono in casa sono lamentele per il pranzo e le foto che costa-no un occhio della testa, e per il parroco che fa perde-re tempo con gli incontri di preparazione; se durante la celebrazione i fotografi ufficiali e quelli improvvi-sati (i parenti) gironzolano continuamente distraendo i bambini e innervosendo il sacerdote; se durante il pranzo i parenti si mettono a litigare perché le bombo-niere non sono belle come quelle che loro avevano offerte, e non sono basta-te per tutti…, addio festa! Affinché la Prima Comu-nione sia una festa vera è necessario che al centro dell’attesa, della prepara-zione, della celebrazione ci sia sempre il motivo della festa: la partecipazione piena alla Cena di Gesù. Il contorno, cioè gli elemen-ti necessari per la festa: abito, regali, foto, bombo-niere, pranzo… dovranno essere finalizzati a valoriz-zarlo, non a sostituirlo o a danneggiarlo. I bambini, proprio perché bambini, sono portati a scambiare il fine con i mezzi. Gli adul-ti, senza essere laureati in pedagogia, con un po’ di buon senso sono in grado di aiutarli a crescere. A meno che non siano rima-sti bambini. Quando que-sto succede è un guaio. E purtroppo può succedere.

Tonino Lasconi(da Avvenire del

06/05/2014)

14 la Settimana domenica 11 maggio 2014missioni

I nostri missionari ci scrivono da...

Il nuovo ha sempre causato timoreHo tra-

scorso la mia quinta quare-sima asiatica in Cina, pres-so il Semina-rio Maggiore Nazionale di Pechino, per condividere con i teologi la mia esperien-za missionaria. E’ stata una sfida che ho accettato volentieri, grazie anche al supporto dei miei confratelli in Thailandia, nonostante le numerose incognite: il mio inglese dimenti-cato, il visto non facile da ottenere, il contesto ‘speciale’ del Seminario, il clima invernale, la materia di insegnamento (missiologia) di cui non sono esperto… Mi è sembrato co-erente col mio essere missionario in Asia accogliere l’invito del Rettore di Pechino proprio per rinfrescarmi il respiro cattolico della fede. Mi sembrava che questa ‘novità’ fos-se anzitutto per me portatrice di un messaggio pasquale, di sfide ulteriori, di contatti e inviti al rinnovamento. L’ho sentita come un ulteriore ‘passaggio’ attraverso il deserto dell’imprevisto verso un nuovo volto del Vivente. E ne sono sinceramente grato a Dio, nella speranza di essere stato uti-le anche ai giovani teologi delle 48 diocesi che fanno riferi-mento a quel Seminario.

Condivido ora con voi una rilettura di questa esperien-za alla luce dei testi biblici che hanno accompagnato le mie lezioni, la mia preghiera e tutto il clima quaresimale.

1. L’allargamento progressivo dello sguardo e del cuo-re nei primi apostoli a partire dalla resurrezione di Gesù (Atti degli apostoli).

La comprensione della portata universale del messag-gio evangelico e della salvezza è avvenuta negli apostoli gradualmente e non senza fatica, resistenza o sofferenza. Lo Spirito Santo li ha spinti e condotti sulla strada del nuovo. Hanno atteso in Gerusalemme la seconda venuta di Gesù, ricostituendosi addirittura come ‘gruppo dei Dodici’, il nuovo Israele. Tale venuta non si è realizzata nel modo che aspettavano: è arrivato invece lo Spirito Santo di cui non avevano precisa consapevolezza. Improvvisamente hanno iniziato a predicare ai giudei provenienti dai paesi limitrofi, ma sempre ebrei. Con l’elezione dei sette diaconi hanno sco-perto che esiste un altro modo di intendere la legge giudaica (sensibilità ellenistica) e Stefano col suo discorso indicò che Dio ha sempre chiamato il popolo di Israele ad andare ol-tre: Abramo verso una condizione nuova, Giuseppe verso l’Egitto, Mosè verso la terra promessa, Davide/Salomone verso una esperienza di Dio che non può essere contenuto nel Tempio. Anche Filippo allargò il cerchio ulteriormente predicando ai Samaritani, ebrei ibridi di razza e religione, e battezzando l’eunuco, funzionario etiope simpatizzante la religione giudaica ma impedito dalla sua menomazio-ne fisica a farne realmente parte. È Pietro che nell’incontro con Cornelio, il centurione, si convertì e convertì il primo ‘pagano’ anche se a titolo familiare. Ma sarà Paolo a mo-strare la conseguenza dell’apertura ai pagani, iniziando ad Antiochia la prima comunità mista, inculturata (con l’uso del termine greco ‘Kyrios-Signore’), riconosciuta come re-altà nuova (furono chiamati ‘cristiani’) e in comunione con Gerusalemme tramite Barnaba. In questa storia lo Spirito ha chiesto costantemente agli apostoli discernimento, audacia e fiducia. E la loro docilità ha fatto emergere la chiesa. Quasi a dire che è la missione a generare la chiesa, non viceversa.

2. La liturgia delle Ore ha proposto il cammino del po-polo di Israele nel deserto fino alla terra ‘dove scorre latte e miele’ (Esodo).

Una volta terminata la traversata del deserto e giunti alla vista della fertile terra di Canaan, Mosè inviò dei rappresen-tanti del popolo ad esplorare il territorio, i suoi frutti, le sue città, i suoi abitanti... Alloro ritorno gli stessi esploratori del-la terra promessa, assieme ai doni e alle meraviglie in essa constatate, espressero timore e dubbi. ‘Screditarono presso gli israeliti il paese che avevano esplorato’ (Numeri 13,32). Ancora una volta il nuovo sconvolge, intimorisce e genera sfiducia. Un lungo esodo, un sogno coltivato, una esperien-za di potente presenza di Dio, un progetto quasi realizzato si blocca di fronte all’ignoto. Ma soprattutto tentenna la fi-ducia nel nuovo. Anche una pluriennale storia missionaria potrebbe essere messa in questione dalla preoccupazione per il futuro. Potremmo essere addirittura noi, missionari o credenti, a dubitare della grazia affidataci, suscitando negli altri pessimismo o eccessiva prudenza.

Non mi stupisce quindi che la Pasqua sia una novità che lacera e scuote non solo le rocce ma le stesse consolidate cer-tezze.

Gesù, il Risorto, apre orizzonti inesplorati, spinge a contesti nuovi, innesca un sentire missionario. Vorrei che ci facessimo tutti l’augurio di lasciarci condurre, con estrema fiducia, con generosa disponibilità, senza timore alcuno sul-le strade del nuovo. Il Signore saprà generare ancora la sua chiesa dalla missione, dal testimoniare il suo Regno oltre il confine tracciato dalla nostra insicurezza.

Siano queste le parole che risuonano ancora una volta potentemente nelle nostre giornate: ‘Non abbiate timore!’

Buona Pasqua a tutti voi.d. Attilio

Festa della Prima Comunione

I nostri bambini della Prima Comunione e i bambini del mondoPer non rovinare la festa

Missione e poveri

La Missione a partire dai poveriPapa Francesco li ha riportati al centro della vita della chiesa

Parliamo spesso e vo-lentieri dei poveri, soprat-tutto, a quando papa Fran-cesco li ha riportati al cen-tro della vita della chiesa, non solo come oggetto di compassione, ma come fi-gura evangelica. Ma quan-ta retorica in quello che diciamo e scriviamo! Non mi entusiasmano i raccon-ti di quelle affrettate visite alle missioni in cui chi le ha fatte si compiace di rac-contare la povertà e trasu-di un: “quanto bravo sono io” Non è corretto dire che siamo andati in questo o quel paese: “per stare con gli ultimi”. Certamente chi è andato ha incontrato situazioni di grande indi-genza, ha provato com-passione, ha lasciato un aiuto, ma non dica che è “stato coi poveri”. Sono andato anch’io, spesso, in squallidi quartieri in visi-ta a missionari amici. Ho visto, mi sono inorridito, ho compatito, ho ammi-rato quei missionari che ci vivevano, ho pregato nelle loro misere cappelle fatte di canne di bambù e coperte di frasche ma, non ci sono restato. “Stare coi

poveri” significa vivere con loro, condividere le loro precarietà, le loro insi-curezze, le loro lotte. Nelle mie visite sono scappato sempre prima che potevo, nauseato delle acque pu-tride su cui erano costruite quelle misere abitazioni, timoroso di qualche brutto incontro. Molti missiona-ri, con gli ultimi, ci sono rimasti per evangelizzare ed essere evangelizzati. Clarita, a Cartago, in Co-lombia, dove ho vissuto per una decina di anni, è una volontaria americana. La gente di Cartago la con-sidera una santa. Arrivò coi preti della sua diocesi una cinquantina di anni fa. Cominciò con una casetta, poco a poco ne ha aggiun-to altre. Ora è un dedalo in cui in ogni angolo incontri vecchi, bambini, donne. Una volta in una saletta c’era un morto nella sua cassa e sotto un bambino che giocava tranquillamen-te. Clarita accoglie tutti. La sua è una grande serena famiglia. Lei è presenza, speranza, segno visibile di un amore che, nonostan-te tutto, non manca mai,

l’amore di Gesù. Una suo-ra amica a Lima, in Perù, mi portò nel callejon dove era andata a vivere. In quel callejon convivevano tante famiglie, le abitazioni di stuoie non permettevano nessuna intimità, per tutte un solo rubinetto e un solo bagno. Ho visitato, in Ken-ya e in Brasile, le comunità di don Gasparino, inserite serenamente in quartieri miserabili di Nairobi e di Rio. Tra i miei amici preti Fidei Donum hanno un posto speciale i preti di Camerino che erano al Yerbatero a Lima e i preti di Imola, che avevano scel-to di vivere nella “favela” sorta nel territorio della loro parrocchia. In quella “favela” don Leo Comis-sari, uno dei tre, ha incon-trato una morte violenta. Lo affermano i missionari: i poveri, spesso, sono scuo-la di vita. Tra loro trovano fede, certezza dell’amore di Dio, pazienza, solidarie-tà. L’amore al povero, nel discepolo di Gesù, non è solo frutto di compassione o di solidarietà. Misterio-samente “condotti dallo Spirito”, tanti missionari

vanno tra gli ultimi per “essere loro amici, ascoltarli, comprenderli ed accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicare attraver-so loro” (EV.1 98). Era cer-tamente sapienza di Dio quella che mi comunicava la donna in lacrime, ab-bracciata al grande Croce-fisso della sua chiesa. Era certezza dell’amore di Dio la gioia di quei poveri nelle Eucarestie delle loro chiese disadorne. Erano intrisi di spirito evangelico i pento-loni preparati e consumati insieme dalle comunità ci-lene o peruviane in tempi di grande ristrettezza. La nuova evangelizzazione non può prescindere dal-la scuola dei poveri. Lo afferma papa Francesco nell’esortazione Evangelii gaudium: “Senza l’opzione preferenziale per i più poveri l’annuncio del Vangelo, che pur è la prima carità, rischia di essere incompreso o di affo-gare in quel mare di parole a cui l’odierna società della co-municazione quotidianamen-te ci espone” (EG 199).

Crescenzio Moretti(da Noticum Maggio

2014)

BrasileLa necessità di aiutare i bam-

bini più poveri, ci vede impegnati nelle attività del Prodec (Progetto di sviluppo del bambino 3-1 anni), del Proevi (Progetto speranza e vita 12-17 anni) e della Scuola agricola.

Adozioni € 155,00

BurundiMigliaia di bambini a causa

della guerra, delle malattie e della povertà hanno bisogno di essere aiutati per continuare a crescere, frequentare la scuola, e realizzare progetti di agricoltura.

Adozioni € 310,00 - scolariz-zazione € 155,00.Per informazioni: Famiglia Mis-sionaria della redenzione Onlus, Via A. Speroni, 14/C – 45100 Rovi-go – Tel. 0425 24004 – 0425 23806.

Una “bomboniera missionaria”

Con progetti di adozione in Brasile, Burundi e Thailandia

Page 15: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

15la Settimanaradio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Polesine Coast to Coast

I “Tanto par ridare” subito in sintonia con la radio

Aspettando il Festival Biblico

Libri preziosi che spiegano la Bibbia

Simpaticissimi e cono-sciutissimi ormai in tutto “il mondo del Polesine” come loro amano dire. Sono i Tanto par Rida-re gruppo cabarettistico made in Polesine.

Due componenti della squadra sono ospiti que-sta settimana a Polesine Coast to Coast , la rubrica più indisciplinata e intra-prendente della nostra radio.

In particolare sono in-tervenuti Massimo Bran-calion e Beppe Canto che con la loro ironia si sono prestati ai microfoni per rispondere alle domande dei conduttori Alberto, Thomas e Chiara e ci han-no regalato alcuni loro sketch. Oltre che da loro il gruppo è composto da Luca Lazzarini e da Mar-co Cervati. A dire il vero però in questi anni si sono aggiunti tanti componenti che li supportano dietro le quinte, in tutto lo staff è composto da una quindi-cina di persone tra tecnici audio, luci, grafica, costu-mi. I personaggi da loro inventati, come la signora Agnese Pilon, o l’orga-nizzatore di gite, Ernesto Ventolan, sono ormai co-nosciuti da tutti i fans che li seguono nei loro tour estivi. Quello di quest’an-no si intitola “Muratour 2014” e inizierà a Baone (Pd) domenica 1 giugno, alla “Festa dei bisi”. Come hanno spiegato ai microfo-ni di Radio Kolbe, il Tour che prende il nome da un nuovo personaggio inven-tato da Massimo, «Abbia-

mo iniziato nel 1990 – ha detto Massimo – per gio-co, e come dice il nostro nome “tanto per ridere” poi la cosa è proseguita, finché ci siamo trovati im-mersi in una situazione a volte anche più grande di noi ma abbiamo sempre continuato ed il prossimo anno festeggeremo i 25 anni di attività». Durante la puntata Beppe ha anche eseguito dal vivo una sua imitazione di Adriano Ce-lentano. Le date del loro Tour sono già visibili sul loro sito www.tantoprari-dare.it

r. g.

Nelle foto alcuni momenti della regi-strazione in

radio

Durante il Festival Biblico sarà possibile vi-sitare la Biblioteca del Se-minario ed inoltre verrà allestita una mostra dal titolo: “La Bibbia nelle stampe e nei libri della biblioteca del seminario”. Nazzareno Lucchin e Lu-ciana di Radio Voce nel Deserto, a questo propo-sito intervistano questa settimana, Adriano Maz-zetti, consulente tecnico della Biblioteca del Semi-nario. «E’ una mostra che ci coinvolge molto - ha detto Mazzetti – perché ci siamo accorti che abbia-mo una enorme quantità di libri che parlano della Bibbia: commenti, stu-di, che risalgono al ‘500 – ‘600. La mostra sarà su pannelli che poi potranno dare vita ad un itinera-rio e saranno a disposi-zione delle parrocchie». Durante l’intervista si è ripercorsa la storia della Biblioteca.

«La biblioteca del Se-minario ha una lunga sto-ria – ha detto Mazzetti – è sempre stata nel cuore del-la città, accanto e dentro al seminario. A partire da quando c’è stato l’allon-tanamento del Seminario però, dal centro cittadino, con la nuova sede in viale Tre Martiri, questo rap-porto tre la biblioteca e la città è diminuito. Fino ad allora era stato un punto di riferimento non solo per i preti ma anche per gli studiosi. Si è trovata ancora più isolata nel mo-mento in cui il seminario è tornato nel centro della città, mentre la biblioteca è rimasta nell’attuale sede della Cittadella Sociosa-nitaria (che era diventata caserma della Guardia di Finanza n.d.r). Fino a quando con don Bernar-dino Merlo, la biblioteca ritornò in centro, alcuni anni fa, nella sede dell’ex scuola Angelo Custode. Ora la stiamo sistemando. E’ una biblioteca consi-stente con le sue 130 mila opere, alcune delle quali di grande valore storico e bibliografico perché i sa-cerdoti che hanno seguito la biblioteca in passato,

hanno sempre curato la raccolta di opere valide soprattutto dal punto di vista ecclesiastico, teolo-gico e quindi oggi ci tro-viamo con una consisten-te raccolta libraria che deve servire ai sacerdoti, ai seminaristi ma anche alla città, soprattutto a chi studia in quest’epoca in cui l’approccio con il libro e con le biblioteche sta cambiando. Siamo at-tenti a svolgere un ruolo complementare alle altre biblioteche della città, sia-mo legati in modo parti-colare all’Accademia dei Concordi che svolge un ruolo importante però la biblioteca del Seminario è da sempre specializza-ta su alcuni temi come la Storia della Chiesa, la Bibbia, la storia locale. Quindi è inutile che l’Ac-cademia investa dei soldi per questi settori perché la Biblioteca del Semina-rio è qualificata.

Ed ancora ci sono molte opere che riguarda-no il dibattito filosofico di fine ‘800 sul positivismo, sulla questione sociale, sul mondo del lavoro che ha visto la città di Rovigo con il seminario e mons. Sichirollo in prima linea in un dibattito con testi-monianze valide. Non ci sono solo opere religiose ma anche di letteratura, e poi bisogna pensare che il seminario nell’800 aveva un gabinetto scientifico e quindi ci sono opere che riguardano la scienza e la tecnica ma diciamo che la prevalenza è di tipo teolo-gico filosofico».

r. g.

Nella foto sopra un momen-to dell’intervista ad Adriano

Mazzetti

Quando?

Quando?

Ponte Radio - Ospite Giorgio Del Panta

L’egoismo dell’uomo distrugge il pianeta

domenica 11 maggio 2014

La rubrica è in onda su Radio Kolbe il mar-tedì alle 17.05, il merco-ledì alle 10.00, il sabato alle 17.15, la domenica alle 22. Su Radio Voce nel Deserto (87.700 e 87.800 mhz) al mercole-dì alle 16 e alle 19.00

Nella scorsa puntata di Ponte Radio, Giorgio Del Panta, da professio-nista ci aveva parlato dell’importanza dell’igie-ne dentale. Questa volta, è tornato per parlarci da appassionato, di una te-matica che gli sta a cuore, ovvero la salvaguardia ambientale. Incalzato dalle domande di Salva-tore Filella e Nazzareno Pellegrini ha affrontato varie tematiche legate alla situazione ambienta-

le. «Prevenire le malattie ai denti attraverso l’igie-ne orale – ha detto Del Panta – è molto impor-tante ma prevenire i disa-stri ambientali attraverso l’amore per la natura è molto più importante». E’ poi entrato nel merito della problematica: «L’at-tività dell’uomo con il suo egoismo individualista, il desiderio di potere, di de-naro, tutto questo sta por-tando il pianeta vicino al baratro - ha aggiunto Del

Panta - e se non si pren-deranno misure urgenti in tutti i campi della vita sociale ed economica sa-remo spacciati! Non sarà la fine del mondo perchè il pianeta chiamato an-che Gaia, si riprenderà nel tempo, ma noi siamo germi patogeni per esso e quindi dobbiamo spa-rire. Il cammino attuale dell’uomo è sbagliato. Queste parole catastro-fiche non sono mie, da più di vent’anni sui gior-

nali e riviste si riportano dati di agenzie come l’Ipcc (organismo per l’ambiente dell’Onu) o del-la Nasa o ancora di associazioni impegnate sul campo come Greenpeace. Un innalzamento di un solo metro del livello dei mari comporte-

rà una emigrazione delle popolazioni di centinaia di milioni di persone. La mancanza di acqua pota-bile sarà motivo di nuove guerre. Dobbiamo agire in fretta!

Quando?

Ogni martedì alle 10.00, il mercoledì alle 21.15, il giovedì alle 17.05 e il venerdì alle 22.30

In onda ogni lunedì e venerdì alle 18.20 ed il martedì alle 21.30

Page 16: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

San Francesco d’Assisi: “...nacque al mondo un sole”

San Francesco D’Assisi sapeva che il centro della Chiesa è l’Eucarestia, dove il Corpo di Cristo e il Suo Sangue diven-tano presenti. Tramite il Sacerdozio l’Eucarestia è la Chiesa. Dove Sacerdozio e Cristo e comunione della Chiesa vanno insieme, e solo qui abi-ta anche la Parola di Dio. Il vero Francesco storico è il Francesco della Chiesa e proprio in questo modo parla anche ai non creden-ti, ai credenti di altre confessioni e religioni. Il poverello e i suoi frati, sempre più numerosi, si stabilirono alla Porziuncola, o Chiesa di Santa Maria degli Angeli, luo-go sacro per eccellenza della spiritualità francescana. Anche Chiara, una giovane donna di Assisi, di nobile famiglia, si mise alla scuola di Francesco. Ebbe così origine il Secondo Or-dine francescano, quello delle Clarisse, un’altra straordinaria esperienza destinata a produrre frutti insigni di santità nella Chiesa. Anche il successore di Innocenzo III, il Papa Onorio III, con la sua bolla Cum dilecti del 1218 sostenne il singolare sviluppo dei primi frati minori, che andavano aprendo le loro missioni in diversi paesi dell’Europa, e persino in Marocco. Il nostro Serafico Padre ottenne il permesso di recarsi a par-lare in Egitto con il sultano musulmano Melek-el-Kamel per predicare anche lì il Vangelo di Gesù. Questo episodio della vita del nostro “grande fratello”, secondo me è di grande at-tualità. In un’epoca in cui era in atto uno scontro tra il cristia-nesimo e l’Islam Francesco, armato volutamente solo della sua fede e della sua mitezza, percorse con efficacia la via del dialogo. Le cronache ci parlano di un’accoglienza benevola e cordiale ricevuta dal Sultano. È un modello al quale anche oggi dovrebbero ispirarsi i rapporti tra cristiani e musulmani: promuovere un dialogo nella verità, nel rispetto reciproco e nella mutua comprensione. Quando Francesco raggiunse la Terra Santa vi gettò un seme che avrebbe portato molto frutto. I suoi figli spirituali, infatti, fecero dei luoghi in cui visse Gesù un ambito privilegiato della loro missione. Con gratitudine pensiamo oggi ai grandi meriti della Custodia Francescana in Terra Santa. Rientrato in Italia, Francesco consegnò il governo dell’ordine al suo vicario, fra Pietro Cattani, mentre il Papa affidò alla protezione del cardinale Ugolino, il futuro Sommo Pontefice Gregorio IX, l’Ordine, che raccoglieva sempre più

aderenti. Da parte sua il Fondatore, tutto dedito alla predica-zione che svolgeva con grande successo, redasse una Rego-la, poi approvata dal Papa. Nel 1224, nell’eremo della Verna, Francesco a Francesco apparve un Crocefisso nella forma di un Serafino e dall’incontro del Serafino Crocefisso, il Santo ricevette le Sacre Stimmate. Così egli diventa “Uno col Cristo Crocifisso”, un dono soprannaturale che esprime la sua intima identificazione col Signore vissuta durante tutta la sua vita. La morte del Serafico Padre - il suo Transito da questo mondo - avvenne la sera del 4 ottobre 1226 alla Porziuncola. Dopo aver benedetto i suoi figli spirituali, Santo Francesco morì, di-steso sulla nuda terra. Due anni più tardi, Papa Gregorio IX lo iscrisse nell’albo dei Santi. Poco tempo dopo, una grande Basilica in suo onore veniva innalzata ad Assisi, meta ancor oggi di uno stuolo incessante di pellegrini, che possono vene-rare la Tomba del Santo e godere la visione degli affreschi di Giotto, pittore che ha illustrato in modo straordinario la vita di Francesco. È stato detto che il Poverello rappresenta un al-ter Christus, ed era veramente un’icona di viva di Cristo. Egli fu chiamato anche” il fratello di Gesù”. In effetti questo era il suo ideale: essere come Gesù; contemplare il Cristo del Van-gelo, amarlo intensamente, imitarne integralmente le virtù. In particolare, egli ha voluto dare un valore fondamentale alla povertà interiore ed esteriore, anche per noi francescani che viviamo nel mondo, ma non siamo del “mondo”. La prima beatitudine del “Discorso della montagna”: “Beati i poveri in Spirito perché di essi è il regno dei cieli” ha trovato una luminosa realizzazione nella vita e nelle parole di San Francesco. Dav-vero, cari fratelli, i Santi sono i migliori interpreti della Bibbia, essi incarnano nella loro vita la Parola di Dio, la rendono più che mai attraente, così che possiamo sentirla concretamente in noi e per noi. La testimonianza del nostro “Caro maestro”, che ha amato la povertà per seguire Cristo con dedizione e libertà totali, continua ad essere anche per noi un invito a coltivare la povertà interiore per crescere nella fiducia in Dio, unendo anche uno stile di vita sobrio e un distacco dai beni materiali. Concludo, desiderando condurre i lettori al segreto più intimo della Santità del ostro fratello Francesco: l’Amore per Cristo espresso in modo speciale nell’Adorazione del Santissimo Sacramento dell’Eucaristia. Le Fonti Francesca-ne, al riguardo, riportano espressioni del Santo di commoven-te intensità: “Tutta l’umanità tema, l’universo tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, vi è Cristo, il Figlio di Dio, così si umili da nascondersi per la nostra salvezza, sotto modica forma di pane”. Cari amici, Francesco è stato un grandissimo Santo e un uomo gioioso. La sua semplicità, la sua umiltà, la sua fede, il suo amore per Cristo, il suo coraggio, la sua bontà verso ogni uomo e ogni donna, sia la nostra forma di vita. (fine) Oriana

16 la Settimana domenica 11 maggio 2014rubriche

In campagna

In balia del maltempo e delle “bombe d’acqua”Consigli sul fronte del mais, dei cereali, delle frutticole e delle orticole “...per i Beati Paoli”

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a

causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

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S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigonella settimana dall’11 al 17 maggio 2014

Domenica 11 - Comunale n. 1 Via Badaloni, 47 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano.Lunedì 12 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Gio-vanni - Grignano Polesine.Martedì 13 - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 RovigoMercoledì 14 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo.Giovedì 15 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo.Venerdì 16 - Sant’Ilario, Viale Gramsci, 34 Rovigo.Sabato 17 - S. Pio X Via Amendola,15 Rovigo; pomeriggio: S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grigna-no Polesine.

Farmacie di turno

Siamo in balia dell’andamento meteo, disordinato – ammesso che ci sia un ordine nelle sue manife-stazioni che potremmo intendere come “normalità”. Nelle aree mag-giormente colpite è caduta un quan-tità di pioggia fra 230 – 250 mm in poche ore in aggiunta all’altra che cade ormai da giorni- a fronte di una media annuale di circa 700 mm. (Dati ARPAV, Consorzi di Bonifica, ecc). I meteorologi hanno coniato un nuovo termine: “bombe d’acqua”, paragonandole per gli affetti calamitosi all’ordigno bellico.

Nei campi scoppia, così, la guerra fra l’agricoltore e le avversità che insi-diano le coltivazioni avviate e alimenta-te dall’andamento meteo caldo-umido. Il fronte è a trecentosessanta gradi, cioè tutto quanto è esposto è soggetto all’at-tacco di funghi e insetti in sorte, bacteri, virus, fitoplasmi, acari e altri acciden-ti che formano un apparato “bellico” formidabile nell’attaccare e distruggere quanto coltivato per le loro necessità vitali in contrapposizione con gli inte-ressi dell’ agricoltore. Questi, per for-

tuna, dispone di mezzi di difesa idonei impensabili nei tempi andati ma la loro efficacia non può non fare i conti con i fenomeni meteo per cui la strategia d’ intervento dovrà essere continuamente rivista e adattata alle contingenze.

Andiamo per ordine. Fronte del mais. Ora la coltura con le prime cin-que-sei foglie è in piena attività vege-tativa, in crescita esponenziale. Deve temere il ristagno d’acqua che, se pro-lungato, provocherà moria delle pianti-ne. Se limitato, l’energia intrinseca, pur notevole, della graminacea potrà essere aiutata, dopo opportuna valutazione,

con somministrazioni di azoto sotto forma ureica o ammoniacale o altri fertilizzanti complessi. Queste sono avversità di ordine abiotico con le quali s’intersecano quelle di ordine biotico. Da tenere sotto controllo le infestanti e la presenza delle nottue, le larve che si nutrono del colletto delle piantine decretandone la mor-te. I pratici le intendono come il “bis-so moro” per la loro forma e colore ma per gli agronomi ed entomologi sono l’Agrotis ipsilon e l’Agrotis se-

getum, insetti appartenenti all’ordine dei Lepidotteri, quello delle farfalle. In-tervenire con appositi insetticidi solo se la soglia della loro presenza supererà il 5 % delle piantine attaccate. Fronte dei cerali a paglia autunno-vernini in spi-gatura-fioritura. Condizioni ideali per l’attacco delle ruggini, oidio, septoria e, soprattutto, delle temibili fusariosi. Fronte delle frutticole e viticole. In ag-guato ticchiolatura, oidio, peronospora e altri accidenti. Fronte delle orticole: di tutto. L’amico coltivatore conclude: “…ce n’è per i Beati Paoli”. Alla prossima.

Orazio Cappellari

Con questo motto l’Unione Polesana Artigiani di Rovigo ha promosso la seconda lotteria, a cadenza biennale, a favore dei frati cappuccini di Rovigo. Dobbiamo ringraziare i mol-ti associati che si sono prodigati per la vendita dei biglietti e per sensibilizzare le persone ad aderire a questa iniziativa umanitaria atta a sostenere i frati nella quotidiana assistenza ed aiuto alimentare dei molti poveri, provvedendo con circa cinquanta pasti giornalieri al sostentamento dei nuovi poveri che sempre più, a causa della crisi, bussano alla loro porta. L’estrazione dei premi è avvenuta il 19 marzo, festa di San Giuseppe, patrono degli artigiani, alla presenza dei respon-sabili e di un rappresentante dei frati. Dopo lo scorporo delle spese, l’assegnazione dei premi, sono rimasti in cassa esatta-mente € 4.000, che sono stati consegnati nelle mani dei frati cappuccini che certamente sapranno farne buon uso. Iniziati-ve simili dovrebbero essere più frequenti per stimolare la gen-te alla solidarietà e condivisione con i più sfortunati in comu-nione con il pensiero del nostro Papa Francesco, che sempre nelle sue apparizioni della domenica, abbraccia tutti i poveri e gli ultimi del mondo. (m.p.)

U.P.A. di Rovigo

Giuseppe incontra FrancescoLotteria a favore dei Frati Cappuccini di Rovigo

AdriaAdria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 - 19.00; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 17.00.Divin Lavoratore: Fe-stive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feria-le: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30.

RovigoDuomo Concattedrale: Festive: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00.SS. Francesco e Giusti-na: Festive: 10.00 - Per i cattolici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato).Rovigo Commenda: Fe-stive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00.Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00.

S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa sog-giorno sabato ore 16.45).S. Pio X: Festive: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefe-stiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Festiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30.S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefe-stiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Feriale: 18.00 (solo al Sa-bato)Carmelo della Trasfigu-razione: Festiva: 8.00 - Feriale: 7.30.Ancelle della SS.ma Tri-nità: Festiva 8.30 - Feria-le: 7.30.

Comune di Rovigo - Servizio Pari Opportunità

“Pronto Donna”N. verde 800.391.609

e-mail: [email protected]

“Servizio di ascolto telefonico del Comune di Rovi-go rivolto alle donne, italiane e straniere, che desiderano ascolto informazioni e aiuto”. Cerchi aiuto? Need help? Besoin d’aide? Cerchi informazioni? Need information? Cherchez informations? Siamo reperibili… il martedì, mercoledì, venerdì dalle ore 13.30 alle 15.30.

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17la Settimanadomenica 11 maggio 2014 culturaMelara - Chiesa arcipretale di San Materno

Il Battesimo del Cristo: nuove scoperte sul quadro della chiesaUna possibile attribuzione. Lo stato attuale del dipinto è inguardabileProseguendo il percorso

di conoscenza del patrimo-nio artistico della bella chie-sa arcipretale di san Mater-no, e spronati dalla recente sensibilizzazione dei due restauri quasi terminati, in quest’occasione si vuole sottoporre all’attenzione un quadro mai studiato pri-ma, nell’intento che possa divenire oggetto di un re-cupero conservativo. Non appena entrati sulla navata di destra, sopra il quattro-centesco fonte battesimale (restaurato poi nel 1626) c’è infatti un quadro che non è stato mai analizzato, oggi in uno stato di evidente de-grado. Trattasi del battesi-mo di Gesù da parte di san Giovanni Battista e questo vuole divenire un primo se-rio contributo alla sua cono-scenza nelle trame storiche ed artistiche.

Era collocato sopra un altare a lui dedicato nella vecchia chiesa, la secon-da dedicata a san Materno in ordine di costruzione (1586-1732), consacrata dal vescovo Giovanni Fontana nell’agosto 1593. La chiesa melarese era la più dotata di altari al tempo della Tran-spadana ferrarese avendone ben sette. L’altare, il quadro e le relative competenze (do-tazioni, messe ecc.) furono sostenute dai fratelli messe-ri Zuan Battista ed Alessan-dro Marangoni, figli del fu Stefano. Dalla vecchia chie-sa venne spostato nel 1727 nell’attuale, nella sagrestia vecchia a sinistra, infine nel maggio 1914 messo dov’è oggi, appeso sopra il fonte battesimale, nell’entrata a destra. E questo è quanto si sapeva sinora.

I committenti Maran-goni. Antica famiglia locale. Si erano distinti per avere eretto e sostenuto nei primi decenni del Quattrocento un hospitale dedicato a San-ta Maria (come anche allora era intitolata la parrocchiale) che prestava servizio ai bi-sognosi per un massimo di

tre giorni. Av e v a n o un proprio stemma ca-ratteristico. Sempre fi-guranti fra i maggiori possessori del paese, a metà Cin-quecento i Marangoni a v e v a n o raggiunto un certo benessere tanto che i tre fratelli Ercole (nato nel 1544), Zuan Bat-tista (1545) ed Alessan-dro (1546) possedeva-no terreni ed animali con perso-nale addet-to (bovai, vaccari, pegorari ecc.) ma anche massari della casa, ca-staldi e loro figlioli. L’occa-sione della costruzione della seconda san Materno propi-ziò certo la volontà di legare il proprio casato al paese di Melara. Messer Zuan Batti-sta che viveva con la mam-ma Bortolamia (1510-1591), la persona più anziana del paese coi suoi 81 anni, non aveva figli legittimi. Messer Alessandro con la giovane moglie Veronica aveva solo la figlia Impolita, mentre messer Ercole aveva tre figli che continuarono il ramo

dei Ma-r a n g o n i di Melara ( F e l i p o , Impolito e Maddale-na). Nella visita pa-storale del vescovo Giovanni B a t t i s t a M a r a -monti del s e t t e m -bre 1574 l ’ a l t a r e non c’era, m e n t r e c o m p a -re nella s u c c e s -siva del settembre 1591 del v e s c o -

vo Giovanni Fontana. A conferma della “scalata” sociale-religiosa troviamo sindaco della Compagnia del Santissimo Corpo di Cristo nell’aprile 1593 Gio-vanni Battista Marangoni. I fratelli benefattori Maran-goni muoiono fra il 1614 ed il 1616, anni dei loro testa-menti. Fra l’altro la vedova di Alessandro farà erigere un altro altare dedicato a san Francesco d’Assisi, ma que-sta è un’altra questione, che però denota la devozione e pure le sostanze disponibili di questa casata. Nel 1624 continuarono dagli eredi le sante messe da celebrarsi presso l’altare nei giorni di mercoledì e venerdì. Nei secoli successivi rimase il legato di messe ma il qua-dro fu spostato nella nuova san Materno nel 1727, come detto.

Il dipinto e l’autore. Il dipinto su tela misura cm. 96 per 131, più la cornice di 10 cm. La tela è di fattezze e composizioni risalibili al tardo manierismo, come dichiara anche l’esperto car-pigiano Alfonso Garuti, ed a tutt’oggi nessuno ne ha azzardato un’attribuzione, solo nella visita pastorale del 1987 un generico “tizia-nesco”. Lo scrivente ritiene appartenga della scuola del fiammingo Calvaert che operava in Italia da di-versi decenni. Lo deduco

da osservazioni oggettive e da ricerche d’archivio. Oltre al periodo che viene evidenziato dalle visite pa-storali, quindi dal 1574 al 1591, altre piste indicano che l’esecutore appartenne all’area emiliana, ferrarese-modenese nel particolare. La committenza potrebbe essere stata influenzata dal sacerdote del tempo, tale Giulio Coccapani, nato a Carpi nel 1541 ed ordinato arciprete a guida di Melara nel giugno 1571. Forse avrà dimorato poco in paese, questo non lo sappiamo, ma che fosse persona in vista ed influente questo è certi-ficato dall’essere vicario del vescovo di Ferrara, apparte-nente ad una delle famiglie più notabili di Carpi, i conti Coccapani pure, dottore in utroque iure, e che avesse pertanto le dovute cono-scenze nella corte estense del tempo. È un dato di fat-to che in Carpi lasciò dipinti Denijs Calvaert, detto Dio-nisio fiammingo (Anversa 1540- Bologna 1619). La sua scuola era attiva in Bologna dal 1574 e fu molto prolifica. Certo per il quadro di Mela-ra si ipotizza un allievo de-cisamente minore in tutto e per tutto, non certo un Gui-do Reni, un Francesco Al-bani, un Dominichino, ma che si rifà al suo stile, quali i corpi massicci del Battista e del Cristo, il viso di Gesù e lo sfondo del fiume, che sono similari al battesimo del Cristo (1602 ca.), oggi al museo civico di Carpi del caposcuola Calvaert appun-to. Quindi perché scartare a priori questa ipotesi? Perché non fantasticare sui rapporti fra i Marangoni e l’arcipre-te Coccapani che potrebbe avere indirizzato i melaresi a qualche pittore di bottega del fiammingo? Fra l’altro il Coccapani era vivente nel 1574 e nulla sappiamo dopo negli ani a venire di lui, ma potrebbe avere retto la par-rocchia anche più tardi o, tutt’al più essere vivente all’epoca della sua chiesa quando venne rifatta.

Lo stato attuale del dipinto. Oggi il quadro si presenta decisamente in-guardabile. Sono scomparsi i sei angioletti e la colomba in alto, introdotti da un al-trettanto invisibile Creatore a fianco (posizione alquanto anomala in verità), riman-gono ben visibili invece le due figure principali di san Giovanni Battista e di Gesù, ma quasi assenti i particola-ri dell’acqua del Giordano sul suo capo (che da vicino è molto dettagliata), e tutti gli sfondi, dal fiume a de-stra del Battista alla natura a destra del Cristo. Veden-dolo da molto vicino inoltre, un occhio attento potrebbe notare in basso a destra due lettere forse una P ed una M che potrebbero essere delle iniziali, ed un anno (1586?). Confidiamo nel buon cuore dei melaresi che potrebbero adottare questo bel qua-dro facendolo restaurare e così riportarlo al suo antico splendore. RIPRODUZIO-NE RISERVATA

Raffaele Ridolfi

Nelle foto: (Dall’alto in basso)Quadro del Battesimo del Cristo nel 1995; Particola-re degli angeli; Particolari del battesimo.

Grignano Auditorium S. Rocco

“Cante e ciacoè” ospiteai “Concerti di primavera”

Sabato 10 maggio

Secondo appuntamen-to con i “Concerti di prima-vera al S.Rocco”, sabato 10 maggio prossimo, ore 21, a Grignano, nella sede-au-ditorium del coro “Monte Pasubio Ro-vigo Banca”. La serata, che si inserisce nell’annuale rassegna mu-sicale giunta ormai alla XIV Edizio-ne, avrà per protagonisti, oltre al coro promotore, il gruppo musicale popolare “Cante e ciàcoe” di Rovigo, diretto da Vaifro Zanforlin e il poeta polesano Gianni Sparapan, che, per l’occa-sione, presenterà l’ultima sua raccolta dal titolo “El nievegar de la luna”.

Avviato ormai verso il cinquantesimo anniversa-rio di fondazione, il “Mon-te Pasubio”, diretto da Pie-rangelo Tempesta, dedica una parte significativa dei suoi programmi alla divul-gazione musicale e alla va-lorizzazione del suo patri-monio di cultura popolare. In questa direzione, si regi-strano le due rassegne di autunno e primavera, che, da una parte, presentano al vasto seguito di appas-sionati i maggiori gruppi a quattro voci in ambito na-zionale, dall’altra, danno spazio ai cori e ai musicisti del territorio polesano nel-le più diverse forme di ca-rattere musicale: strumen-tale, polifonico, popolare etc. L’intervento di Gianni Sparapan costituisce un prezioso arricchimento del programma. Sparapan, il poeta di Villadose, vive da sempre in Polesine. Qui ha studiato, laureandosi in Lettere a Padova. Alle spalle, una lunga attività di insegnante di Italiano negli istituti medi superiori e, a partire dai primi anni ot-tanta, una feconda produ-zione letteraria, che dalle prime prose liriche si al-larga successivamente alla narrativa, agli studi storici, al teatro, al dramma storico e alla composizione di un dizionario polesano. L’ul-tima opera, “El nievegar de la luna”, sarà il pretesto per dar voce alle storie di

vita e ai personaggi che il poeta ritrova nella propria radice umana e polesana, un affresco sempre vivo e intenso.

L’articolazione della serata, che al-ternerà versi e musica, pre-vede, dopo la consueta selezione di canti del coro “Monte Pa-subio”, l’esi-bizione del coro “Cante e ciàcoe”. Fondato nel

2002 da un gruppo di ap-passionati del canto popo-lare polesano, il gruppo, diretto da sempre da Vai-fro Zanforlin, interpreta il suo repertorio a due voci, con l’ausilio di alcuni stru-menti musicali (fisarmo-nica, mandolino, chitarra, violino, flauto, armonica a bocca e percussione). Ogni spettacolo comprende, ol-tre all’esecuzione dei canti, la lettura di alcune poesie in dialetto e il racconto di storielle intonate alla realtà polesana. Nei suoi dodici anni di vita, il gruppo ha suscitato un crescente in-teresse, ritagliandosi, nel variegato panorama musi-cale polesano, un proprio distinto ruolo. I canti in programma, tutti riela-borati dal maestro Vaifro Zanforlin, sono i seguenti: “Sonador sonè pì forte”, “Ti prego amor”, “A tocchi a tocchi la campana sona”, Chi t’ha fatto quei bei oce-ti”, “La mula de Parenzo”, “Sì è vero”, “La Madonni-na”, “Il biondo pastore”, “Il sogno”, “Barcarola Of-fembach”, “Non posso ri-posare”, “L’uva Fogarina”. L’ingresso è libero.

rovigo 91.2 e 94.5

KOLBE

Jacopo Mercuriati 3°D

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18 la Settimana domenica 11 maggio 2014caritas

!! PRIMO PIANO - Oltre un milione e mezzo di rifugiati siriani sono scappati in Giordania!

Famiglie Siriane distrutte dalla guerra

Povertà Secondo i l r appor to Car i t a s g l i s t r a n i e r i , p u r s o f f r e n d o L a disoccupazione più degli italiani (49,5% contro il 43,8% degli italiani) e pur incontrando molto più problemi nella soluzione della questione abitativa, sentono in modo meno pronunciato l'incidenza della povertà economica (55,3% contro il 65,4% degli italiani) e hanno meno problemi familiari (5,7% rispetto al 13,1% degli ital iani):un maggior sostegno della comunità di ri ferimento, un orientamento della tradizione che per molti ancora tiene, un saper fare soprattutto femminile c h e r e n d e m e n o d i p e n d e n t i dall'acquisto di beni di consumo sono elementi che per ora giocano ancora un ruolo (a fronte di un individualismo e secolar ismo estremo di cui g l i italiani più vulnerabili sono vittime), anche se la via della proletarizzazione è facilmente disponibile per le seconde e t e r ze gener a z ion i , c he v i vono i n i z i a l m e n t e c o m e f o r m a d i modernizzazione. Colpisce del rapporto il dato che vede come, a seguito della crisi che ormai perdura dal 2008, il ceto medio e g r u p p i s o c i a l i t r a d i z i o n a l m e n t e estranei al disagio sociale sono sempre p i ù c o i n vo l t i d a l l a v u l n e r a b i l i t à economica. La fascia di popolazione in difficoltà si va allargando. E il divario tra i ricchi e i poveri cresce.

Chiara Giaccardi

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Oltre un milione e mezzo di rifugiati siriani sono scappati in Giordania per fuggire dalla guerra. Caritas Giordania ha aiutato oltre 217.000 persone, stanziando 20milioni di euro per fornire rifugi, assistenza sanitaria, educazione e servizi di consulenza. Monica Matarazzo di Caritas Svizzera e Dana Shahin di Caritas Giordania riportano le storie di due famiglie aiutate dalla Caritas. Yahia Khaled viveva in un villaggio vicino ad Aleppo. Ha cinque bambini, da uno a 15 anni. “Mia moglie è stata uccisa in seguito al bombardamento del nostro villaggio,” racconta, sta ancora soffrendo per lo shock. “Stava lavorando lì vicino. Sono fuggito in Giordania coi miei figli.” Anche se i bambini rimangono in silenzio, i loro occhi raccontano molto della tragica morte della loro mamma. Ovviamente avrebbero bisogno di una terapia. Yahia non solo deve affrontare la perdita di sua moglie. E’ affetto da un cancro per il quale avrebbe bisogno di trattamenti medici. In Siria, non sarebbe possibile per lui ricevere cure mediche perché il sistema sanitario è stato distrutto. Anche in Giordania è difficile trovare gli antidolorifici di cui Yahia ha bisogno. Era impossibile per lui trovare il supporto di cui aveva bisogno quando era in Zaatari, nel campo profughi realizzato dal UN dove vivono 130,000 siriani. Con l’aiuto dei suoi amici, Yahia ha trovato un posto con due stanze a Zarka, una città a nord-est di Ammam. Deve pagare circa 160euro per l’affitto, l’elettricità e l’acqua. Caritas lo aiuta pagando le sue bollette e dandogli le medicine di cui ha bisogno. A cause della sua malattia, Yahia non riesce a prendersi cura di se stesso. Lotta per la sua sopravvivenza e per quella della sua famiglia. Ha bisogno di cibo, medicine,

vestiti, biancheria e sapone. Fawaxz, sua moglie Heba e i l o ro q u a t t r o f i g l i vivevano una vita t r a n q u i l l a e b e n e s t a n t e i n D a m a s c u s . Possedevano un ristorante. Il loro business andava bene e non gli mancava nulla. “Avevamo una casa e una vita stabile. I nostri figli, Khaled, Muhammed, Amal e Lana andavano a scuola ogni giorno”, racconta Fawaz. “Ora non abbiamo più niente”, dice. Quando la loro zona di Damascus ha iniziato ad essere colpita da continui bombardamenti per la guerra civile scoppiata in Siria, lui con la sua famiglia hanno cercato un altro posto nel loro Paese dove poter vivere. Alla fine non hanno avuto nessuna scelta se non quella di fuggire. Grazie al supporto dei loro amici, sono riusciti a scappare attraversando la capitale libanese Beirut. Il 1 gennaio sono arrivati in Giordania. Hanno lasciato tutto a Damasco. Sono fuggiti solamente con i vestiti che indossavano. Durante la fuga dalla Siria, sono stati fermati molte volte dai servizi di sicurezza. Hanno temuto che Fawaz fosse portato via e reclutato nell’esercito. I soldati presero tutto il loro cibo. Arrivarono esausti e affamati al confine. Per attraversarlo hanno dovuto pagare i contrabbandieri. Grazie all’aiuto di altri siriani, hanno trovato un posto modesto vicino alla capitale.

Devono pagare 80 euro al mese, esclusi elettricità, acqua e riscaldamento. Siccome non possiedono nulla, Caritas li aiuta pagando per loro. Questa famiglia sta soffrendo. Hanno perso tutto. Fawaz non riesce a trovare un lavoro e i suoi figli non possono andare a scuola. I loro genitori non sanno come provvedere ai loro bisogni. Tutto è costoso in Giordania: cibo, biancheria, oggetti per la casa e carburante. Fawaz è un imprenditore. E’ difficile per lui vivere in questo limbo d’incertezza “Passiamo intere giornate con le braccia conserte. Non mi è permesso lavorare in Giordana. E’ contro la legge”, racconta. “Accetterei qualsiasi lavoro, ma ho paura di essere scoperto e rimandato in Siria”. Se il presente è incerto, il futuro lo è ancora di più. La famiglia spera in tempi migliori. Vorrebbero solo vivere in sicurezza e poter mandare i loro bambini a scuola.

Caritas Internazionale

“Le condizioni nel centro di Pozzallo sono in questo momento ordinarie e agli ospiti è garantita la massima libertà di scelta rispetto all'identificazione”: sono rassicuranti le dichiarazioni appena rilasciate a Redattore sociale da Khalid Chaouki, che in qualità di coordinatore d e l l ' i n t e r g r u p p o p a r l a m e n t a r e sull'immigrazione è in visita, presso i centri di Pozzallo, Augusta e Mineo. “Abbiamo deciso di effettuare questa visita – dichiara – per via dell'incremento di flussi che si è verificato in questi giorni: obiettivo principale è verificare le condizioni di accoglienza di migliaia di profughi portati qui grazie all'operazione Mare nostrum, che sta garantendo la sicurezza delle persone che cercano di arrivare in Europa”. A Pozzallo “situazione ordinaria”. E' quanto ha rilevato Chauki visitando il centro, “che in questo momento ospita circa 400 persone. Il governo infatti ha accolto la nostra richiesta di non concentrare tutti gli sbarchi in questa zona: le condizioni quindi sono, in questo momento, piuttosto tranquille, gli ospiti sono qui da pochi giorni, minori e donne sono af f idat i a s t rut ture temporanee: tutto ciò non era possibile solo pochi giorni fa, quando i grandi numeri non consentivano un'accoglienza

specifica per i diversi bisogni”. Per quanto riguarda gli episodi di violenza che si sono verificati recentemente a Pozzallo, “ho interpellato le autorità di Polizia e sono in attesa di risposte formali, ma ho verificato che oggi c'è libertà. Mi è stato a s s i cu ra to che non s i impone l'identificazione forzata, ma viene lasciata la massima libertà a chi (la maggior parte) non voglia sottoporsi a ident i f icazione, perché in tende continuare il suo viaggio. Piano europeo di accoglienza. Altro obiettivo della visita è “raccogliere la richiesta di aiuto che arriva dalle comunità locali, dai sindaci e dalle associazioni e chiedere a da qui con forza un Piano europeo di accoglienza: non si può lasciare solo all'Italia quest'onere, soprattutto alla luce del fatto che la maggior parte di queste persone chiede di arrivare in altri Paesi”. La richiesta va rivolta però “anche alle altre regioni e a tutti i sindaci d'Italia, perché condividano le difficoltà che la Sicilia, da sola, non può sopportare. L'appello è che tutte le regioni solidarizzino, anche con piccoli numeri: non possiamo pretendere solidarietà da Bruxelles o Berlino, quando troppi comuni italiani ancora non si fanno car ico del la miss ione di accoglienza”.

Previsioni per il futuro. “In Libia ci sono migliaia di persone che aspettano il loro tu rno : è que l lo che mi hanno testimoniato molti ospiti che ho intervistato qui a Pozzallo: non si tratta solo di centrafricani, ma anche di pakistani e siriani. Tutti sono molto preoccupati per le persone lasciate in Libia, dove ci sono condizioni durissime, violenze e continue minacce. Mancando infat t i uno Stato in Libia e un interlocutore ufficiale, i flussi sono alla mercé di bande criminali e gruppi armati, che sfruttano la disperazione in un clima di grande paura”. Orgogliosi di Mare nostrum. “Penso che dobbiamo andare orgogliosi di Mare nostrum – afferma Chaouki – e trovo vergognoso che alcuni partiti ancora neghino questo diritto fondamentale alla vita dei rifugiati. Critichiamo quindi con forza chi ancora cerca di strumentalizzare la situazione in campagna elettorale e continua, nonostante le sanzioni della Corte europea, a fare propaganda contro ques ta operaz ione : uno s fo rzo straordinario per l'Italia, che ci dà la credibilità giusta in vista del semestre europeo”.

Redattore Sociale

Libia, "migliaia di migranti aspettano di partire, in mano a bande criminali"

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Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS

Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.

In BachecaServizio di consulenza per l’immigrazione in collaborazione con la Prefettura

Organizzazione del servizio

✓ Il servizio è gestito dall’associazione Sant’Andrea Apostolo della Carità in collaborazione con la Caritas diocesana mediante volontari. ✓ Centro di ascolto per le esigenze specifiche della popolazione immigrata. ✓ Sportello Badanti, incrocio domanda e offerta.

Ubicazione: Giorni e orari di apertura:

Via Oberdan n.22 - 45100 Rovigo (RO) Lunedì, Mercoledì, Venerdì ore 09:00 - 12:00

Diario • 12 maggio, Lusia (RO) scuola per incontro si immigrazione. • 12 maggio, Adria (RO), corso animatori terzo livello “Nel buio

della povertà”. • 12 maggio, Lendinara (RO) scuola per incontro si immigrazione. • 13 maggio, Rovigo, corso animatori terzo livello “Nel buio della povertà”.

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19la Settimanadomenica 11 maggio 2014 rubriche

Cartoline di viaggiodi Donato Sinigaglia

La primavera è ar-rivata ma le vette più alte delle Alpi Tirolesi sono ancora imbianca-te, rendendo l’aria tersa e pulita anche se intie-pidita dai primi raggi del sole. Maggio è uno dei periodi migliori per visitare la Capitale del-le Alpi. Il centro storico con i suoi meravigliosi palazzi in stile asbur-gico, invita a rilassanti passeggiate all’aperto lungo le stradine della città vecchia, magari con qualche sosta nel-le famose pasticcerie, o sedersi ai tavolini all’aperto, dove, avvol-ti in una morbida coperta si può sorseggiare qual-cosa di caldo, assaporare uno dei tanti dolci della tradizione tirolese e pro-grammare un’escursione in montagna. Che le notti a disposizione siano 1, 2 o 3 i pacchetti City break di Innsbruck Tourismus sono l’occasione giusta per un “weekend cool” alla sco-perta della città, ma anche della montagna più vera.

Innsbruck è città e montagna e , anche se può sembrare strano, basta un giorno per scoprire que-sto insolito connubio. Una passeggiata nel centro della città, da Maria-The-resien-Straße verso la città vecchia e la Capitale delle Alpi si mostra già nel suo splendore: gli edifici me-dievali, il Tettuccio d’oro e sullo sfondo le cime di oltre 2.000 metri della Nordkette. Se la giornata è piovosa si può tranquil-lamente approfittare dei portici, un riparo perfetto oltre che accesso a tanti negozi. Il tempo è bello e avete voglia di muovervi un po’? Non può man-care una visita alla torre della città: da qui la vista è grandiosa. Ci si trova pro-

prio davanti al Tettuccio d’oro e contemporanea-mente si ammira la ma-gnifica Helblinghaus che, con la sua facciata in stile rococò, spicca dalla fila di edifici medievali. Tappa al Duomo e poi una passeg-giata per vedere almeno gli esterni dello splendido palazzo imperiale l’Hof-burg. Rimane comunque il tempo per visitare la Hof-kirche, chiesa di corte, che sorge lì accanto e ospita il cenotafio dell’imperatore Massimiliano I e le gigan-tesche figure in bronzo chiamate “Schwarze Man-der” (uomini neri).

Dopo un caffè e una fetta di torta in un bar all’aperto lungo le strade della città vecchia si può partire per una nuova av-ventura. Dal centro della città parte la funicolare progettata da Zaha Hadid, che in soli 20 minuti porta prima a Hungerburg e poi a Seegrube. Qui, a quasi 2.000 m di altitudine ci si può concedere una pausa all’Alpen Lounge Seegru-be.

Di ritorno in città la meta è Maria-Theresien-Straße e la Rathausgale-rien: non si può resistere

al richiamo dei negozi cult nell’architettura accatti-vante di Dominique Per-rault. Proseguendo si pas-sa davanti al Landhaus, il palazzo della regione in stile barocco. La fine della Maria-Theresien-Straße è segnata dal Triumphp-forte, il particolare arco di trionfo con una facciata “allegra” e una “triste”. Fu fatto erigere dall’impe-ratrice Maria Teresa in oc-casione del matrimonio di Leopoldo, uno dei suoi fi-gli, durante il quale il con-sorte Francesco Stefano di Lorena morì.

Se avete a disposizio-ne qualche giorno in più per conoscere il fascino della Capitale delle Alpi l’itinerario è davvero ric-co di sorprese. Il punto di partenza ideale è la città vecchia. Qui si trova il Tet-tuccio d’Oro, emblema di Innsbruck voluto da Mas-similiano I e fatto costruire con 2.657 tegole di rame placcate d’oro. Dopo aver visitato il Duomo della città con la nota raffigura-zione della Madonna rea-lizzata da Lukas Cranach il Vecchio. Chi vuole ap-profondire la cultura tiro-lese può visitare il Museo

d’Arte Popolare Tiro-lese, recentemente rin-novato, con esemplari unici d’arte popolare alpina e una partico-lare mostra di presepi, mentre chi preferisce la magia dello sfarzo imperiale può visitare le ricche sale della Hof-burg, il Palazzo Impe-riale di Innsbruck.

Una giornata intera deve essere riservata alle meraviglie che Inn-sbruck offre fuori dal centro città. A bordo del bus turistico Sightseer (gratuito con Innsbruck Card) si raggiunge Ca-stello di Ambras, che do-

mina l’intera città dall’alto di una collina. In netto con-trasto con la magnificenza rinascimentale del castello la visita ai luoghi intrisi di storia del Bergisel. Il nuovo museo Tirol Panorama pro-pone un viaggio nella storia tirolese, ma anche una delle pochissime rappresentazio-ni panoramiche integre del XIX secolo: su una superfi-cie di 1.000 metri quadri, un gigantesco dipinto circolare con diorama narra le vicen-de della battaglia del Bergi-sel del 1809. Qui sul Bergi-sel, però, si trova anche uno dei simboli architettonici di Innsbruck. Il trampolino olimpico, firmato da Zaha Hadid, dove ogni anno si sfidano i campioni mondia-li di salto con gli sci.

Se si ha a disposizione un giorno in più non può mancare una visita ai ce-lebri Mondi di Cristallo Swarovski, a Hall Wattens, a soli 15 km da Innsbruck, raggiungibili con un bus navetta. Qui, in questo pa-ese delle meraviglie sotter-raneo, tutto ruota attorno a magia e fantasia: un mon-do di cristalli che conqui-sta grandi e piccoli.

Info: www.innsbruck.info

Innsbruk, week end tra storia design e naturaA pochi chilometri dal confine nel cuore delle Alpi del Tirolo

Della croce di Lam-pedusa è già stato detto e scritto molto, anche nel-la nostra diocesi e terri-torio. In questo articolo diamo voce ad alcuni testimoni che davanti a questa croce ci sono stati – in preghiera - e, maga-ri, se la sono anche cari-cati sulle spalle. Condi-vidiamo con loro alcuni frammenti di viaggio: da Verona a Rovigo e da Rovigo a Padova. Per non dimenticare...

27 Aprile 2014, po-meriggio: viaggio della Croce di Lampedusa da Soave (Vr) a Rovigo

Silenzio espanso, la Croce si fa sentire con tutta la sua presenza in un viaggio pieno di signi-ficato e di voci. Una Cro-ce che si appoggia sulle spalle degli uomini. Pio-ve e le voci si incontrano, nessuno sa nulla dell’al-tro: la Croce unisce. Lei, appoggiata dietro ad un altare, un mazzo di rose bianche la riceve, rose che parlano unite più di qualsiasi parola, come la pioggia, il vento, il silen-zio. L’arrivo della Croce: il viaggio che fa compiere ad ognuno di Noi, come essere umani, è un viag-gio abitato dal Silenzio, fatto di incontri, di rela-zioni. Con l’arrivo della Croce per il mio cuore ar-rivano tutte le religioni, tutti si presentano al suo fianco; dobbiamo saper vedere che è una croce che appartiene a Tutti. Dal nostro punto di vista non dovrebbe essere vista e vissuta come la croce dei cattolici, ma come la croce degli esseri umani, che muove le coscienze addormentate, che tro-va imbarazzante parla-re, che svuota le bocche, che porta nuove parole; è una croce che sanguina del più grande dei delitti umani. (Dal Diario di Di-ritto a Rinascere)

Elisabetta Garilli, Serena Abagnato,

Gianluca Gozzi ,Giulia Carli, Spazio Culturale

La Foglia e il Vento di Soave (Vr)

27 aprile, ore 18.00 - Carmelo di Rovigo: ac-coglienza della croce di Lampedusa

Un’altra croce fora-ta di chiodi, violenza, disprezzo, indifferenza: la croce di Lampedusa. Un’altra croce da pensa-re, da tenere, da volere, da tenere tra le braccia: la croce di Lampedusa. Un’altra croce costruita dall’uomo... un’altra cro-ce che uccide ma anche redime, che è deserto ma anche frutto. Segno tra i segni. Ancora una volta ci siamo incontrati nel Tuo disegno.

Piva Letizia, Rovigo

29 aprile, ore 17.30 - santuario Beata Vergine Addolorata di Rovigo: preghiera mariana

In rappresentanza del-la comunità delle Serve di Maria Riparatrici del Centro mariano, alle ore 12,00 mi sono recata in Duomo per seguire il tra-gitto che la Croce avreb-be percorso fino alla no-stra chiesa-santuario. La Croce è stata collocata al

centro. Sul-lo sfondo, l’immagine della Madre addolorata, s e m b r a v a rievocare e rendere viva e attuale la scena del C a l v a r i o . L’asse oriz-zontale della croce, ros-so, rimanda all’umanità fragile e sof-ferente che il Figlio di Dio ha assunto in sé e piena-mente con-diviso. L’as-se verticale, azzurro, è invece segno della sua divinità, capace di tra-sfigurare anche la notte più oscura - come quel-la tragica del 3 ottobre 2013, nella quale hanno perso la loro vita più di 300 migranti - in alba di risurrezione e di speran-za. Cosa mi porto dentro di questa giornata? Il silenzio di fronte a quello che può sembrare l’assurdo silenzio di Dio e gli echi delle voci dei naufraghi, risuonate nel sottofondo musicale di Ennio Morricone, che sus-surrava il suono delle onde e dei flutti.

Sr. Cristina Caracciolo, smr, Rovigo

29 aprile, ore 19.00 – santa messa a Borsea con la presenza di alcuni profughi del territorio

È stato un momento forte, intenso. Sotto la croce di Lampedusa ci siamo sentiti uniti: un solo popolo sotto la luce di Dio. Nessuna differen-za di etnia, di colore, di razza, di origine può di-videre l’amore che Dio ha per noi. Siamo una sola famiglia, unita nel Pa-dre nostro che è nei cieli, il quale da lì ci guarda, pregando perché l’unità che abbiamo vissuto in quel pomeriggio sia solo l’inizio di una vita senza divisioni, di una vita uni-ta nell’Amore.Matteo Previato, Borsea

30 Aprile, ore 21.00 Sala adiacente alla chie-sa di Santa croce: incon-tro interreligioso

Guardando la croce – e quella croce - possiamo capire in che modo Dio ci riunisce in una sola fami-glia: più nulla ci separa da Lui, né gli uni, dagli altri; allora anche il mi-grante, il rifugiato è un fratello, una sorella più sfortunati di noi con il di-ritto a salvare la propria vita e quella dei propri cari o anche solo a una vita migliore, come anni fa hanno cercato di fare tanti italiani, emigrando. L’incontro interreligioso si è articolato alternando canti meditativi a rifles-sioni di vari autori, oltre a brani della Bibbia e del Corano, questi ultimi let-ti anche in arabo, men-tre il momento centrale è consistito in un lungo tempo di silenzio e in una libera processione per deporre le proprie preghiere ai piedi della croce di Lampedusa, illu-minata da vari ceri. Sono

stati questi gli ingredien-ti che hanno reso speciale l’incontro, trasformando-lo in momento insostitu-ibile di incontro con Dio e tra di noi. Tutto è stato confermato dalla concen-trazione e dalla parte-cipazione delle persone

presenti e dall’entusia-smo finale per l’esperien-za di preghiera del cuore, cosa non certo scontata. Infine, molto toccante è stato il passaggio di con-segne della croce: dalla comunità di Rovigo, con don Andrea, sr. Michela

e altri ami-ci, a quella di Padova, sopra t tu t -to con don Moreno e Alvise di Popoli Insie-me Onlus. Che Dio be-nedica chi ci ha permes-so di vivere u n ’ e s p e -rienza così bella... E domani si riparte: que-sta volta per G h e m m e , provincia di Novara.Paolo Zanfi,

volontario dell’As-

sociazione Popoli Insieme Onlus,

Padova

Vorrei concludere con un infinito grazie a Dio che ha suscitato in cuo-re alla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti di

Milano la “staffetta “spi-rituale” croce di Lampe-dusa; agli amici di “La Foglia e il Vento” di Soave (Vr) che ce l’hanno por-tata e a quelli di Padova (chiesa di Santa Croce e Associazione Popoli insie-me), a cui l’abbiamo con-segnata; ancora, alle due comunità cristiane del Duomo e di Borsea, alle Serve di Maria Riparatici del Centro Mariano, alle monache Carmelitane e alle Ancelle della Trinità, ma soprattutto a don An-drea Varliero e al Masci di Villadose, che da buon “cireneo” ha accompa-gnato e trasportato la croce nei vari luoghi.

Croce di Lampedusa, sei passata tra noi in silen-zio e senza grandi clamori, lasciando un segno che ri-marrà nei nostri cuori. In tutte le persone che ancora avvicinerai, continua a se-minare la tua luce e la tua speranza.

a cura di sr. Michela Marinello, smr

Costa di Rovigo

Croce di Lampedusa

Frammenti di viaggio e testimonianze

Page 20: La Settimana n. 19 del 11 maggio 2014

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Rovigo - Palazzo CelioIl cronometro nella storia dello sport

Si tiene dal 9 al 15 maggio, in Sala Celio, una mostra di cronometri sportivi e manuali usati nel tempo dalla Federazione italiana cronometristi, provenienti dalla collezione del Museo del Tempo della FICr, composta da apparecchiature di cronometraggio antiche e moderne, libri, manuali, fotografie, video, di proprietà federale, o donati dalle Associazioni territoriali. A presentare l’evento, in Provincia, il presidente dell’associazione operativa rodigina Bruno Nissotti e il delegato provinciale Coni Marco Bonvento. Fra le apparecchiature la FICr annovera: il traguardo di “filo di lana” utilizzato alle Olimpiadi del 1960, durante le quali fu rilevato il record di Livio Berruti; il cronometro da tavolo utilizzato sempre alle Olimpiadi del ‘60, per il riscontro delle competizioni di pugilato, fra le quali il match di Nino Benvenuti; le fotocellule utilizzate nelle gare della VII Olimpiade Invernale di Cortina d’Ampezzo nel 1956 e tante apparecchiature

di cronometraggio antiche e moderne che hanno caratterizzato l’evoluzione della tecnologia e la storia del rilevamento del tempo e del cronometraggio sportivo della Federazione Italiana Cronometristi sin dalle sue origini nel novembre del 1921, quando un gruppo di appassionati costituì il Sindacato Italiano Cronometristi Ufficiali (SICU), che fu poi riconosciuto nel 1924 come Associazione Italiana Cronometristi (AICr) e l'11 dicembre 1935, sotto l'azione dell'allora presidente Giovanni Romagna e su autorizzazione del Coni, mutò la sua dizione in Federazione Italiana Cronometristi (FICr). La Mostra sarà inaugurata alle ore 10,00 di venerdì 9 maggio e resterà aperta sino a giovedì 15 con il seguente orario: mattino 10-12 e pomeriggio 17-19. Per l’occasione, all’iniziativa, si collega la riunione nel nostro capoluogo del Consiglio Federale, venerdì all’hotel Cristallo e sabato alla Camera di Commercio.

domenica 11 maggio 2014 - pagina 20

la Settimana

Radio Kolbe91.2 e 94.5