la stampa nazionale - 15 ottobre

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LA STAMPA LUNEDÌ 15 OTTOBRE 2012 . 25 EGLE SANTOLINI U ndici romanzi scritti in inglese e tradotti in 23 lingue, più di un milione di copie vendute in tutto il mondo di cui un buon quarto solo in Italia: e sono poi quei libri genere chicklit con Tiffany nel ti- tolo e una quasi Audrey Hepburn in copertina che, prima della valanga Cinquanta sfumature, dall’estate 2011 hanno occupato le classifiche. Dietro questo successo c’è una giovane si- gnora irlandese con un nome che pare uno pseudonimo, Melissa Hill. Dopo i primi hit pubblicati da Newton Comp- ton, Un regalo da Tiffany eInnamorar- si a New York, ha cambiato editore ita- liano ed è ora nel nostro Paese per presentare l’ultimo libro, targato Riz- zoli. Titolo Il braccialetto della felicità, ambientazione a Manhattan, una pro- tagonista che si chiama Holly (guarda caso come la Holly Golightly di Cola- zione da Tiffany), commessa in un ne- gozio di abiti vintage che vuole rin- tracciare la proprietaria di un brac- cialetto con i ciondoli ritrovato per ca- so. Stasera alle 21 Melissa è a Torino, al Circolo dei lettori, dove inaugura la rassegna «Voce del verbo moda». Signora Hill, a proposito di moda: la sua Holly è bravissima a raccontare alle clienti una storia per ciascuno dei capi che vuole vendere. C’entrano una certa borsa che potrebbe essere stata di Mia Farrow, una giacca plau- sibile per Faye Dunaway…Dove ha pescato questi riferimenti? «Nella mia immaginazione: io credo davvero che gli oggetti, e i vestiti so- prattutto, raccontino molto di una persona. Ne portano l’impronta, la personalità». Non è che si sappia molto di lei, a par- te che vive a Dublino, che ha un mari- to e una figlia piccola e che scrive libri da una decina d’anni. Ma nella vita precedente? «Lavoravo in banca. Però ho scritto volentieri fin dagli anni di scuola, an- che se lì non mi hanno mai dato un grande incoraggiamento. Agli inse- gnanti, quello dello scrittore sembra un mestiere un po’ troppo di lusso. Il giornalismo invece non mi ha mai at- tratto: volevo comporre storie imma- ginarie più che occuparmi della real- tà. Storie che mi sarebbe piaciuto leg- gere». E ha dovuto affrontare i soliti rifiuti umilianti da parte delle case editrici? «No: sono una ragazza fortunata. Ma visto che ero anche una ragazza insi- cura, non ho mandato in giro nulla fin- ché non ho avuto in mano il mano- scritto completo di quello che sarebbe diventato Something You Should Know. E’ piaciuto subito, in sei setti- mane ho firmato un contratto». Una sezione del suo sito web è dedi- cata ai consigli di scrittura. La regola aurea per ottenere un best-seller? «Procurati un buon personaggio e sa- rà lui a condurti al traguardo. Seguilo e basta». E qual è il personaggio letterario che lei ama di più? «Hannibal Lecter. L’incarnazione del male, impossibile non esserne soggio- gati». Holly legge Margaret Atwood. E lei? «Un sacco di thriller americani, soprat- tutto Michael Connelly e Jeffery Dea- ver. Ma i thriller li scrivo anche, del ge- nere forense, in coppia con mio marito e sotto lo pseudonimo Casey Hill. La Bbc ne ha ricavato una serie tivù. Uno, Tabù, è stato pubblicato in Italia da Mondadori». I suoi libri vanno fortissimo sul mercato italiano. Si è fatta un’idea del perché? «Forse voi italiane somigliate a noi ir- landesi, vi piacciono le storie incentrate sui valori familiari e i sentimenti auten- tici». Ma le italiane leggono moltissimo an- che le «Cinquanta sfumature». È pro- babile che lei abbia in comune una bel- la fetta di pubblico con E.L. James. «Oh sì, me ne rendo conto». L’ha letto? «Diciamo che gli ho dato un’occhiata, non è precisamente la mia tazza di tè. E’ uno di quei fenomeni inspiegabili che spuntano fuori ogni tanto. Ma sono con- tenta che venda in quel modo, tutto ser- ve ad avvicinare alla lettura. Il mercato ha bisogno di Harry Potter e pure di E.L. James». I suoi libri sembrano fatti apposta per diventare film. C’è qualche progetto in merito? «Sì, Un regalo da Tiffany è stato opzio- nato da una major hollywoodiana ». E chi le piacerebbe vedere nel cast? «Mi vengono in mente attori un po’ troppo vecchi per la parte: Jennifer Aniston o Kate Hudson, e Patrick Dem- psey». Nel «Braccialetto» ci sono ancora New York, ancora Tiffany. E poi Macy, il New York Times, la pista di pattinaggio del Central Park. Di certo ha un rapporto speciale con la città. Per caso ci è anche vissuta? «No, ma ci vado appena posso perché fa un gran bene all’ispirazione. Mi basta una camminata per strada e la testa co- mincia a intrecciare storie. Nessun po- sto al mondo ti dà altrettanto bene la sensazione che tutto sia possibile e che devi lasciar fare al destino». La sua Holly è una mamma single di un ragazzino di dieci anni. Lei ha una figlia che ne ha due e mezzo. Il fatto di diven- tare madre ha cambiato il suo modo di scrivere? «Enormemente. Sono rimasta incinta a metà della stesura di Un regalo da Tif- fany. La seconda parte del libro è diver- sa dalla prima, se non altro perché non riuscivo più a dormire la notte. C’è del- l’altro, naturalmente. Da quando c’è Carrie il legame madre-figlia ha tutto un altro significato per me». Un momento, la bambina si chiama Carrie? Come Sarah Jessica Parker in «Sex and the City». «E non è un caso. Amo quel telefilm. Non ho ancora visto “Girls”, la serie con le altre quattro ragazze ai tempi della crisi. Ma è ambientato anche quello a New York, so già che ne andrò matta». CULTURA & SPETTACOLI 60 anni di Made in Italy a Roma Gli ambienti della Centrale Montemartini di Roma fanno da scenario alla retrospettiva «60 anni di made in Italy», una mostra curata da Fiorella Galgano ed Alessia Tota, che fino al 28 ottobre, renderà omaggio alla genialità e al sapere sartoriale di alcune figure di spicco della moda e del design. Personaggi (da Armani a Miuccia Prada) che, oltre a contribuire alla nascita del made in Italy, sono riusciti nel tempo ad imporre in tutto il mondo il proprio stile e gusto. estetico. Perché piace in Italia Forse voi italiane somigliate a noi irlandesi, vi piacciono le storie incentrate sui valori familiari e i sentimenti autentici “Un braccialetto può dire tutto di una persona” Melissa Hill parla del suo nuovo romanzo. Oggi a Torino apre la rassegna “Voce del verbo moda” La scrittrice irlandese Melissa Hill Al Circolo dei Lettori n Melissa Hill sarà al Circolo dei Lettori di Torino questa sera alle 21 con Luca Bianchini in un incontro sul tema «L’amore è di moda» . La serata fa parte della rassegna «Voce del ver- bo Moda» che da oggi a domenica prossima proporrà oltre 70 appunta- menti - tra dialoghi, lezioni di stile, reading a teatro, storie di impresa, la- boratori, mostre, aperitivi d’autore e itinerari culturali tra le vetrine. 20 spazi della città coinvolti ; dalle sale di via Bogino a negozi e boutique, musei, teatri, vie e piazze. Un’illustrazione di René Gruau, autore di celebri manifesti per case di moda

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LA STAMPALUNEDÌ 15 OTTOBRE 2012 .25

EGLE SANTOLINI

Undici romanzi scritti ininglese e tradotti in 23lingue, più di un milionedi copie vendute in tuttoil mondo di cui un buon

quarto solo in Italia: e sono poi queilibri genere chicklit con Tiffany nel ti-tolo e una quasi Audrey Hepburn incopertina che, prima della valangaCinquanta sfumature, dall’estate 2011hanno occupato le classifiche. Dietroquesto successo c’è una giovane si-gnora irlandese con un nome che pareuno pseudonimo, Melissa Hill. Dopo iprimi hit pubblicati daNewtonComp-ton,Un regalo da Tiffany e Innamorar-si a NewYork, ha cambiato editore ita-liano ed è ora nel nostro Paese perpresentare l’ultimo libro, targato Riz-zoli. Titolo Il braccialetto della felicità,ambientazione aManhattan, una pro-tagonista che si chiamaHolly (guardacaso come la Holly Golightly di Cola-zione da Tiffany), commessa in un ne-gozio di abiti vintage che vuole rin-tracciare la proprietaria di un brac-cialetto con i ciondoli ritrovato per ca-so. Stasera alle 21 Melissa è a Torino,al Circolo dei lettori, dove inaugura larassegna «Voce del verbo moda».

Signora Hill, a proposito di moda: lasua Holly è bravissima a raccontarealleclientiunastoriaperciascunodeicapi che vuole vendere. C’entranouna certa borsa che potrebbe esserestata di Mia Farrow, una giacca plau­sibile per Faye Dunaway…Dove hapescatoquesti riferimenti?

«Nella mia immaginazione: io credodavvero che gli oggetti, e i vestiti so-prattutto, raccontino molto di unapersona. Ne portano l’impronta, lapersonalità».

Nonèchesi sappiamoltodi lei,apar­te che vivea Dublino, cheha un mari­toeunafigliapiccolaechescrive librida una decina d’anni. Ma nella vitaprecedente?

«Lavoravo in banca. Però ho scrittovolentieri fin dagli anni di scuola, an-che se lì non mi hanno mai dato ungrande incoraggiamento. Agli inse-gnanti, quello dello scrittore sembraun mestiere un po’ troppo di lusso. Ilgiornalismo invece non mi ha mai at-tratto: volevo comporre storie imma-ginarie più che occuparmi della real-tà. Storie chemi sarebbe piaciuto leg-gere».

E ha dovuto affrontare i soliti rifiutiumiliantidapartedellecaseeditrici?

«No: sono una ragazza fortunata. Mavisto che ero anche una ragazza insi-cura, non homandato in giro nulla fin-ché non ho avuto in mano il mano-scritto completo di quello che sarebbediventato Something You ShouldKnow. E’ piaciuto subito, in sei setti-mane ho firmato un contratto».

Una sezione del suo sito web è dedi­cata ai consigli di scrittura. La regolaaureaperottenereunbest­seller?

«Procurati un buon personaggio e sa-rà lui a condurti al traguardo. Seguiloe basta».

E qual è il personaggio letterario cheleiamadipiù?

«Hannibal Lecter. L’incarnazione delmale, impossibile non esserne soggio-gati».

Holly leggeMargaretAtwood.E lei?«Un sacco di thriller americani, soprat-tutto Michael Connelly e Jeffery Dea-ver. Ma i thriller li scrivo anche, del ge-nere forense, in coppia con mio maritoe sotto lo pseudonimo Casey Hill. LaBbc ne ha ricavato una serie tivù. Uno,Tabù, è stato pubblicato in Italia daMondadori».

I suoi librivannofortissimosulmercatoitaliano.Siè fattaun’ideadelperché?

«Forse voi italiane somigliate a noi ir-landesi, vi piacciono le storie incentratesui valori familiari e i sentimenti auten-tici».

Ma le italiane leggono moltissimo an­

che le «Cinquanta sfumature». È pro­babile che lei abbia in comune una bel­la fettadipubblicoconE.L. James.

«Oh sì, me ne rendo conto».L’ha letto?

«Diciamo che gli ho dato un’occhiata,non èprecisamente lamia tazzadi tè. E’uno di quei fenomeni inspiegabili chespuntano fuori ogni tanto.Ma sono con-tenta che venda in quelmodo, tutto ser-ve ad avvicinare alla lettura. Il mercatoha bisogno di Harry Potter e pure diE.L. James».

I suoi libri sembrano fatti apposta perdiventare film. C’è qualche progetto inmerito?

«Sì, Un regalo da Tiffany è stato opzio-nato da una major hollywoodiana ».

Echi lepiacerebbevederenel cast?

«Mi vengono in mente attori un po’troppo vecchi per la parte: JenniferAniston o Kate Hudson, e Patrick Dem-psey».

Nel «Braccialetto» ci sono ancora NewYork, ancora Tiffany. E poi Macy, il NewYork Times, la pista di pattinaggio delCentral Park. Di certo ha un rapportospeciale con la città. Per caso ci è anchevissuta?

«No,ma ci vado appena posso perché faun gran bene all’ispirazione. Mi bastauna camminata per strada e la testa co-mincia a intrecciare storie. Nessun po-sto al mondo ti dà altrettanto bene lasensazione che tutto sia possibile e chedevi lasciar fare al destino».

La sua Holly è una mamma single di unragazzinodidiecianni. Leihaunafiglia

chenehadueemezzo. Il fattodidiven­tare madre ha cambiato il suo modo discrivere?

«Enormemente. Sono rimasta incinta ametà della stesura di Un regalo da Tif-fany. La seconda parte del libro è diver-sa dalla prima, se non altro perché nonriuscivo più a dormire la notte. C’è del-l’altro, naturalmente. Da quando c’èCarrie il legame madre-figlia ha tuttoun altro significato per me».

Un momento, la bambina si chiamaCarrie? Come Sarah Jessica Parker in«SexandtheCity».

«E non è un caso. Amo quel telefilm.Non ho ancora visto “Girls”, la serie conle altre quattro ragazze ai tempi dellacrisi. Ma è ambientato anche quello aNew York, so già che ne andrò matta».

CULTURA&SPETTACOLI

60annidiMadein ItalyaRomaGli ambienti della Centrale Montemartini di Roma fanno dascenario alla retrospettiva «60 anni di made in Italy», unamostra curata da Fiorella Galgano ed Alessia Tota, che fino al 28ottobre, renderà omaggio alla genialità e al sapere sartoriale dialcune figure di spicco della moda e del design. Personaggi (daArmani a Miuccia Prada) che, oltre a contribuire alla nascita delmade in Italy, sono riusciti nel tempo ad imporre in tutto ilmondo il proprio stile e gusto. estetico.

Perché piace in ItaliaForsevoi italianesomigliateanoi irlandesi, vipiaccionolestorie incentratesui valori familiarie i sentimentiautentici

“Un braccialettopuò dire tuttodi una persona”Melissa Hill parla del suo nuovo romanzo. Oggia Torino apre la rassegna “Voce del verbo moda”

La scrittrice irlandese Melissa Hill

AlCircolodeiLettorinMelissa Hill sarà al Circolo deiLettori di Torino questa sera alle 21con Luca Bianchini in un incontro sultema «L’amore è di moda» . La seratafa parte della rassegna «Voce del ver­bo Moda» che da oggi a domenicaprossima proporrà oltre 70 appunta­menti ­ tra dialoghi, lezioni di stile,readingateatro,storiedi impresa, la­boratori, mostre, aperitivi d’autore eitinerari culturali tra le vetrine. 20spazi della città coinvolti ; dalle saledi via Bogino a negozi e boutique,musei, teatri, vie e piazze.

Un’illustrazione di RenéGruau, autore di celebri

manifesti per case dimoda