la storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. metodi e percorsi

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La storia dell‘arte tra scienza e dilettantis- mo. Metodi e percorsi / Giornata di studi a cura del Rome Art Hi- story Network / Acca- demia Nazionale di San Luca / Istituto Svizzero di Roma / 24 aprile 2012, ore 9.3018.00 In collaborazione con la cattedra di Storia dell’Architettura del Dipartimento di Ingegneria Civile, Università di Roma “Tor Vergata“ e l'Accademia Nazio- nale di San Luca

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Giornata di studi a cura di Ariane Varela Braga (Université de Neuchâtel, membro ISR 2009/11) e Marcel Henry (Universität Zürich, membro ISR 2010/12) Accademia Nazionale di San Luca Istituto Svizzero di Roma 24 aprile 2012, ore 9.30—18.00

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La storia dell‘arte tra scienza e dilettantis-mo. Metodi e percorsi / Giornata di studi a cura del Rome Art Hi-story Network / Acca-demia Nazionale di San Luca / Istituto Svizzero di Roma / 24 aprile 2012, ore 9.30—18.00 In collaborazione con la cattedra di Storia dell’Architettura del Dipartimento di Ingegneria Civile, Università di Roma “Tor Vergata“ e l'Accademia Nazio-nale di San Luca

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Indice Introduzione 1 Programma 3 Valentina Locatelli 5 Eric Pagliano 7 Sara Catenacci 9 Tamara Battisti 11 Virginia Bonicatto 13 Carina Bauriegel 15 Francesco Guidoboni 17 Anna Vyazemtseva 19 Relatori 21 Moderazione 23 La giornata di studio è a cura di 25 Correnti 27 Annotazioni 29

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1 Scienza transdisciplinare e multidisciplinare per natura, la storia dell’arte si avvale di numerosi metodi e prospettive che affondano le proprie radici nei più svariati contesti: dall’antropologia alla storia culturale, dal femminismo al post-colonialismo, dall’iconografia alla connoisseurship, dalla psicanalisi alla semiologia, dallo strutturalismo al postmodernismo, dal gender ai visual studies. La prima giornata di studi del Rome Art History Network (RAHN) intende stimolare una riflessione sulle correnti metodologiche della nuova generazio-ne di storici dell’arte. L’incontro mette in discussione la rilevanza dei diversi approcci al giorno d’oggi, e si interroga sul ruolo e l’impatto delle nuove tec-nologie nella ricerca delle discipline umanistiche. La giornata è un’iniziativa del RAHN, ed è organizzata in collaborazione con l’Istituto Svizzero di Roma, l’Accademia Nazionale di San Luca e la cattedra di Storia dell’Architettura della prof. Claudia Conforti, Dipartimento di Inge-gneria Civile, Università di Roma “Tor Vergata”.

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Programma

24 aprile 2012 Accademia Nazionale di San Luca, Salone d‘onore 9.30 Inaugurazione del convegno Francesco Moschini (Accademia Nazionale di San Luca) Henri de Riedmatten (Istituto Svizzero di Roma) Claudia Conforti (Università di Roma “Tor Vergata”) 9.45 Introduzione Ariane Varela Braga (Université de Neuchâtel, coordinatrice RAHN, membro ISR 2009/11) Rome Art History Network – una rete per la storia dell’arte a Roma Marcel Henry (Universität Zürich, membro ISR 2010/12) L’imbarazzo della scelta I. Trovare un senso. Dall’archivio alla mostra Modera: Ludovico Geymonat (Bibliotheca Hertziana, Istituto Max-Planck per la Storia dell’Arte, Roma) 10.10 Valentina Locatelli (Università di Bergamo) L’arte di vedere l’arte: esempi pratici e riflessioni sull’evoluzione metodologica della connoisseurship 10.40 Eric Pagliano (Académie de France/Villa Medici, Roma) Il disegno poligenetico – Disegni a usi molteplici. L’esempio di Daniele da Volterra 11.30 Pausa

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11.50 Sara Catenacci (Sapienza Università di Roma) Le grandi esposizioni periodiche tra singolarità e sistema: le ‘storie’ della Biennale di Venezia 12.20 Tamara Battisti (Università di Roma “Tor Vergata”) L’Hotel Hilton a Monte Mario: un’architettura moderna per una metropoli moderna 12.50 Discussione Istituto Svizzero di Roma, Sala Conferenze II. Scrivere la storia. Dall’oggetto al testo Modera: Giuseppe Bonaccorso (Università di Roma “Tor Vergata”) 15.00 Virginia Bonicatto (Universidad Nacional de La Plata) Scrivere/descrivere. La trasformazione delle fonti in argomentazione 15.30 Carina Bauriegel (Bibliotheca Hertziana, Istituto Max-Planck per la Storia dell’Arte, Roma) Come si organizza una monografia artistica nel XXI secolo? Massimiliano Soldani Benzi (1656–1740) 16.20 Pausa 16.40 Francesco Guidoboni (Sapienza Università di Roma) La ricostruzione di una biografia d’artista: Il caso di Giovanni Nicolo’ Servandoni 17.10 Anna Vyazemtseva (Università di Roma “Tor Vergata”) Estrarre le testimonianze transculturali: ricostruire l’ambito architettonico tra Roma e Mosca degli anni 1920–1930 17.30 Discussione conclusiva

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Ricerca su Google Image “Morelli Connoisseurship”

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L’arte di vedere l’arte: esempi pratici e riflessioni sull’evoluzione metodologica della connoisseurship 10.10 Valentina Locatelli (Università di Bergamo)

Fissato il principio fondamentale secondo cui la connoisseurship è innanzi-tutto un’arte dello sguardo, l’intervento mira a ricostruirne l’evoluzione me-todologica dalla seconda metà del XIX secolo a oggi. Sulla base di alcuni casi esemplari, si esamineranno i cambiamenti e le interferenze apportati alla pra-tica della connoisseurship dall’utilizzo di strumenti di ricerca ausiliari alla visione (in particolare dal disegno, p.es. per Cavalcaselle e Morelli, e dalla fotografia, p.es. per Morelli, Berenson, Friedländer, ecc.). Si solleveranno quindi alcune riflessioni sul ruolo rivestito oggi dalla connoisseurship al mu-seo, ma soprattutto su quella che si delinea come la sua crisi in un’epoca che all’incontro diretto con l’opera sembra prediligere il “museo virtuale”. Infine, sulla scorta di un’esperienza personale di catalogazione, si esemplificherà l’applicazione dilettantistica della connoisseurship al museo. Sarà questa l’occasione di dimostrare i limiti offerti dai moderni strumenti di ricerca (banche dati, meta-cataloghi ecc.) e confermare il carattere primariamente visivo e istintuale della connoisseurship.

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Ricerca su Google Image “Disegni Michele Alberti Daniele da Volterra”

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Il disegno poligenetico. Disegni a usi molteplici. L’esempio di Daniele da Volterra 10.40

Eric Pagliano (Académie de France/Villa Medici, Roma)

La comunicazione si propone di prendere in considerazione la totalità di un dossier genetico preparatorio di una pittura di Michele Alberti, assistente di Daniele da Volterra, che rappresenta il Battesimo di Cristo (Roma, chiesa di San Pietro in Montorio) e che contiene disegni di quest’ultimo e di Michelan-gelo. L’obiettivo di questa presentazione è di mostrare in quale misura, uno o più disegni preparatori, non possano essere rinchiusi in un’unica destinazio-ne o almeno, se sono destinati a priori a una precisa commissione, questi pos-sano a partire dalla loro concezione presupporre commissioni parallele, con-giunte, e in fine divergenti. Si tratterà, dunque, di mostrare che l’atto di rin-chiudere in un dossier genetico non è che una visione dello spirito. Lo sposta-mento e la condensazione ne sono il motore. L’obiettivo connesso è anche di metodo: non solo oltrepassare il modello canonico e anti-euristico della noti-zia di catalogo come viene praticato principalmente nel mondo dei musei e delle mostre temporanee, modello strutturale per eccellenza della chiusura del disegno su se stesso a danno dell’analisi dei processi, ma anche e soprat-tutto mostrare che un metodo adattato al campo del disegno, la critica geneti-ca, utilizzata nell’analisi dei manoscritti di lavoro precedenti i testi definitivi è in grado di operare questa rivoluzione copernicana: ricollocare i disegni nelle catena operativa, instaurare cronologie di esecuzione e di utilizzazione e spogliarli (temporaneamente) del loro statuto di opere d’arte, istanza corol-laria della loro chiusura ermeneutica davanti alla quale generazioni di cono-scitori e di amatori si sono inchinati.

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Ricerca su Google Image “Biennale di Venezia”

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Le grandi esposizioni periodiche tra singolarità e sistema: le ’storie’ della Bi-ennale di Venezia

11.50 Sara Catenacci (Sapienza Università di Roma)

Nell’ambito della storia delle esposizioni, il caso Biennale di Venezia pone non pochi problemi di metodo. La sua particolare struttura per partecipazio-ni nazionali, il lungo corso, il carattere politico ed economico, oltre che cultu-rale, ne fanno un soggetto estremamente interessante e sfuggente al tempo stesso. Anche gli approcci applicati allo studio della Biennale sono mutati nel tempo, in seguito al modificarsi del sistema artistico e della disciplina storica stessa. A partire dal superamento della forma cronachistica, attuato dall’analisi di Lawrence Alloway (The Venice Biennale 1895—1968, 1968), si sono sviluppate una serie di ricerche che affrontano aspetti politici, sociali e di promozione culturale. Più recentemente, l’interrogarsi sulle possibilità a-nalitiche offerte dallo studio della Biennale ha portato a definirla un’ “entità nel tempo”, un sistema comunicativo legato a doppio filo sia con la storia che con l’interpretazione del presente (Martini, Just Another Exhibition, 2011), piuttosto che un parco tematico di “storia spazializzata”, ideale per l’impostazione di studi comparati (Wyss, in 54 Biennale d’arte, 2011). La diversità e complessità di temi e approcci, applicati a casi particolari o al sistema Biennale in toto, mostra come parlare di un’unica “storia” sia presso-ché impossibile. Considerare la rassegna veneziana all’interno del sistema artistico come soggetto produttore di una o più storie dell’arte diviene quindi utile punto di partenza per sviluppare nuove prospettive e strumenti meto-dologici. Anche alla luce del dibattito globale sulle sempre più numerose e-sposizioni periodiche, l’istituzione veneziana, sia la si ritenga un modello unico, a sé stante, o un “archetipo” anticipatore di numerose criticità, rimane infatti un territorio ancora in gran parte ine-splorato, proprio nelle sue dinamiche interne. Dinamiche spe-cifiche ai contesti storici, singolarità essenziali per ampliare poi il discorso a una più vasta rete di relazioni. 9

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Ricerca su Google Image “Hotel Hilton Monte Mario”

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L’Hotel Hilton a Monte Mario: un’ architettura moderna per una metropoli moderna

12.20 Tamara Battisti (Università di Roma “Tor Vergata”) Anello romano di una catena di alberghi intercontinentali, l’Hotel Cavalieri Hilton a Monte Mario può essere considerato, per le complesse vicende lega-te alla sua realizzazione, come una chiave di lettura di una parte significativa degli episodi urbanistici, sociali, politici ed economici della Roma degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, nonché strumento conoscitivo di una nuova tipologia edilizia e architettonica legata alle strutture ricettive. Intrecciando un’analisi comparata tra l’architettura e la struttura dell’edificio in relazione agli Hotel Hilton costruiti nel mondo, si ridefinisce il contesto storico romano in cui ha inizio l’iter progettuale e costruttivo dell’albergo. Sulla base della consultazione di documenti di archivio, di pubblicazioni quotidiane e periodiche, si approfondiscono le vicende burocratiche dell’iter di approvazione del progetto e delle varianti al Piano Regolatore del 1931, ridefinito per costruire l’albergo in una zona inizialmente destinata a parco pubblico e a un’edilizia di tipo estensivo. Fondamentale è il confronto con le altre tipologie di alberghi e con gli esiti progettuali degli altri Hotel Hilton nel mondo: si ricostruiscono così, per in-duzione, le caratteristiche architettoniche comuni e l’ideologia politica, eco-nomica e sociale che si trova dietro il posizionamento dell’edificio nella città, dietro la formula del finanziamento delle costruzioni e dietro l’immagine complessiva ricercata. La marginalità urbana dell’hotel a Monte Mario rispetto al centro storico e gli strascichi polemici che ne hanno commentato l’esordio hanno penalizzato questo albergo rispetto agli altri Hilton e ne hanno fatto un’architettura tra-scurata, chiacchierata, ma di fatto (e sorprendente-mente) quasi invisibile.

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Ricerca su Google Image “La trasformazione delle fonti in argomentazione”

Page 15: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Scrivere / descrivere. La trasformazione delle fonti in argomentazione 15.00 Virginia Bonicatto (Universidad Nacional de La Plata) La ricerca in storia dell‘architettura, secondo la storiografia recente, richiede una prospettiva che permetta la contestualizzazione dell‘oggetto di studio nel suo determinato momento storico. La relazione parte dalla ricerca compiuta per una tesi di master, e ne vuole esporre i procedimenti storiografici usati, che mettono insieme una grande varietà di materiali e di diverse metodologie, al fine di valutare l’oggetto ar-chitettonico come elemento di un più vasto processo di tipo ideologico, poli-tico, economico, culturale ed urbanistico. Coerentemente a questa prospetti-va, è stato necessario combinare diversi strumenti di studio: interviste, corri-spondenza, documenti privati ed ufficiali, disegni ed edifici. Per affrontare il tema della tesi, i primi grattacieli costruiti a Buenos Aires tra il 1907 ed il 1929, si è dovuto ricostruire la biografia degli architetti progetti-sti, i quali sono al presente pressoché sconosciuti alla storiografia: in partico-lar modo si è dovuto studiare i percorsi di Mario Palanti e di Francesco Gia-notti, immigrati italiani, e più in generale ricomporre il quadro degli studi di architettura di Buenos Aires in quegli anni. Il problema successivo è stato quello della conversione dei risultati della ri-cerca in un testo scritto, di natura coerente e narrativa, che rendesse com-prensibili al lettore le ipotesi e le idee proposte, al fine di renderle utilmente disponibili al dibattito architettonico contemporaneo. Per compilare la disser-tazione, passando dalla raccolta dei dati alla loro esposizione critica per iscritto, si è infine rivelato essenziale il workshop di scrittura.

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Page 16: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Ricerca su Google Image “Massimiliano Soldani Benzi”

Page 17: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Come si organizza una monografia artisti-ca nel XXI secolo? Massimiliano Soldani Benzi (1656—1740 ) 15.30 Carina Bauriegel (Bibliotheca Hertziana, Istituto Max-Planck per la Storia dell’Arte, Roma) Massimiliano Soldani Benzi (1656—1740), Mastro dei Coni e Custode della Zecca presso la corte degli ultimi Medici, veniva annoverato, tra la fine del XVII e l’esordio del XVIII secolo, tra i più eccelsi scultori in bronzo in Europa. Tuttavia, i suoi lavori sopravanzavano di molto le tradizionali competenze di un mastro coniatore: corredi liturgici e immagini sacre per Cosimo III, bron-zetti allegorico-mitologici per la cerchia libertina di Francesco Maria e Ferdi-nando de’ Medici e copie dall’antico per gli esponenti della nobiltà europea — tra i quali il principe Johann Adam Andreas I del Lichtenstein — e colle-zionisti inglesi come il duca di Marlborough o Lord Burlington. Tra le sue opere scultoree note si possono annoverare quaranta rilievi, venti-nove gruppi bronzei e cinque vasi, nonchè quindici busti, sei copie bronzee a dimensioni reali di sculture antiche e trentuno bronzetti a dimensioni ridotte. Tutti questi bronzi vennero replicati in numerose copie; di singole statuette sono note fino ad undici repliche, senza considerare i modelli in cera e terra-cotta e le più tarde in porcellana. Ancora non c’è una monografia che tratti della produzione artistica di Soldani nella sua totalità. Gli studi sino ad oggi compiuti su singole opere e collezionisti, come contributi in cataloghi di mo-stre e di collezioni, riflettono solo un quadro frammentario di questo polie-drico artista. D’altronde come si può cogliere tale profluvio di opere nella sua completezza, senza abbandonarsi alla conflittualità dei materiali o perdersi nello studio dei dettagli? Quali metodi sono utilmente applicabili nella ricerca delle arti plastiche dell’età moderna — oltre a critica stilistica, analisi iconografica e studio delle ori-gini e della provenienza? Come si superano le diver-genze tra ricerca tecnica e ricerca socioculturale, tra conoscenza e storia delle funzioni? In breve, come si struttura una monografia artistica nel XXI secolo? 15

Page 18: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Ricerca su Google Image “Giovanni Nicolo’ Servandoni”

Page 19: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

La ricostruzione di una biografia d‘artista: Il caso di Giovanni Nicolo‘ Ser-vandoni 16.40 Francesco Guidoboni (Sapienza Università di Roma) Il caso di studio presentato affronta la tematica della redazione della biografi-a di un artista, nello specifico quella dell’architetto e scenografo Giovanni

Nicolo’ Servandoni (Firenze 1695—Parigi 1766). Rimasto famoso per il gran

numero di scenografie realizzate per l’Opéra e per aver vinto il concorso per la realizzazione della facciata della chiesa parigina di Saint-Sulpice, Servan-doni durante il corso della sua vita lavorò presso le principali corti europee, da Parigi a Londra, da Lisbona a Bruxelles, Vienna e Dresda. Una delle pro-blematiche maggiori che il lavoro ha manifestato è stata la verifica della cor-rettezza delle notizie riportate dalle fonti a stampa. Le biografie esistenti dell’architetto riportavano una serie di notizie inesatte o completamente in-fondate, che si erano “incrostate” nei secoli sulla vita di Servandoni. Si è resa quindi necessaria un’operazione di “pulizia” delle fonti che ha permesso di risalire ad alcune notizie certe e verificabili nei documenti d’archivio, che sono state la base su cui “ricostruire” la biografia dell’architetto. Questa pri-ma fase di vaglio critico delle fonti ha portato alla redazione di una cronolo-gia esatta della vita e delle opere di Servandoni, che ha permesso di costruire così la struttura dell'intero lavoro e di indirizzare e strutturare la ricerca all'interno dei fondi archivistici. Data la natura fortemente internazionale dello studio, per far fronte alle diffi-coltà riscontrate nel reperire documentazione inerente l’attività di Servando-ni, si è reso indispensabile affiancare alle tradizionali metodologie di ricerca l’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione, in particolar modo archivi e biblioteche digitali, regesti e spogli di fondi d’archivio online. L’utilizzo di tali mezzi ha facilitato non poco la ricerca, permettendo di individuare do-cumenti che altrimenti, probabilmente, non sarebbe-ro mai emersi. Si è resa però indispensabile, anche in questo caso, la verifica del livello di attendibilità dei documenti reperiti online, tramite una serie di ricer-che “incrociate” all'interno dei fondi archivistici. 17

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Ricerca su Google Image “Roma Mosca 1920—1930”

Page 21: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Estrarre le testimonianze transculturali: ricostruire l‘ambito architettonico tra Ro-ma e Mosca degli anni 1920—1930

17.10 Anna Vyazemtseva (Università di Roma “Tor Vergata”) Il tema delle relazioni internazionali presuppone la ricostruzione del clima storico, delle motivazioni dei contatti e delle loro conseguenze. Le relazioni che toccano la storia dell’arte richiedono l’analisi formale, iconografica, tecni-ca, simbolica, semiotica ecc., vale a dire delle componenti del vocabolario storico-artistico. Si apre la strada alla ricostruzione dei metodi e degli approc-ci in uso nell’epoca studiata. Gli studi dell’architettura pongono, in termini ancora più stringenti delle arti visive, la necessità di ricerche sulla tecnica e toccano significativamente l’economia e la politica. Il Regno d’Italia fu tra i primi a riconoscere il nuovo stato fondato dalla Rivoluzione di Ottobre, de-nominato URSS. E questo non è casuale. Nell’atmosfera di modernizzazione che permeava l’Italia fascista, era forte l’interesse per le sperimentazioni in atto all’estero di diverso genere. In particolare per la Russia sovietica, come testimoniano i numerosi viaggi di italiani in Unione Sovietica e gli studi com-piuti in Italia in quel periodo, di cui rimangono numerose tracce letterarie. L’interesse italiano era corrisposto nell’URSS, ma con forme diverse: dall’impiego di specialisti della costruzione e simpatizzanti della nuova poli-tica, agli studi del patrimonio del passato, sempre usufruiti dall’attualità. Questo percorso dell’interesse “italiano” risulta uno degli specchi più efficaci dell’evoluzione artistica e anche politica nell’Unione Sovietica dell’epoca. Il confronto tra gli avvenimenti politici e le idee artistiche, le preferenze delle scelte, i modi di organizzare i processi costruttivi, ma anche lo stesso parlare dell’architettura, richiede un’attenta ricerca sul “metodo” specifico dell’epoca, così che l’idea metodologica si pone alla base del presente studio. Il caso studiato, l’epoca tra le due guerre, e soprattutto le relazioni tra l’Italia e la Russia sovieti-ca, sia per la diversità delle culture che per la partico-larità delle situazioni politiche, costituiscono un ma-teriale particolarmente fecondo per un approccio specifico interdisciplinare di cui sarà possibile verifi-care l’efficacia scientifica e conoscitiva.

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Relatori Tamara Battisti è ingegnere edile. Laureata nella Facoltà di Ingegneria Edile presso l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” con una tesi sulla chie-sa dei SS. Pietro e Paolo all’E42. Dal 2010 è iscritta alla scuola di Dottorato di ricerca in Architettura e Costruzione presso la stessa Università. Le sue ricer-che si concentrano sulla storia degli Hotel Hilton, a Roma e nel mondo. Carina Bauriegel ha studiato storia dell’arte e letteratura, cultura e linguisti-ca italiana presso l’Università di Lipsia, dove si laurea nel 2008 con una tesi su Andrea Sansovino curata da Prof. Dr. Frank Zöllner. Nel 2010 inizio dei studi di dottorato presso l’Università di Vienna curata da Prof. Dr. Sebastian Schütze. Da 2009 collaboratrice independente del KHI a Firenze e da 2011 borsista della Bibliotheca Hertziana MPI a Roma. Virginia Bonicatto è architetto. Insegna alla Facoltà di Architettura e Urbani-stica dell’Universidad Nacional de La Plata (FAU-UNLP) nei corsi di Storia e Teoria dell’Architettura. Ha ottenuto il Master in Storia e Cultura dell’Architettura e della Città all’Universidad Torcuato Di Tella. Svolge un dottorato di ricerca in Storia all’Universidad Nacional de La Plata. Sara Catenacci è dottoranda presso Sapienza Università di Roma. Nel 2009 ha partecipato alla giornata di studi sulla storia della Biennale Starting from Venice, tenuta presso lo IUAV di Venezia. S’interessa al sistema artistico e al ruolo dell’artista in età contemporanea. In corso, una ricerca sullo sviluppo di pratiche creative e progettualità partecipata nello spazio urbano in Italia ne-gli anni Settanta. Francesco Guidoboni si laurea in Architettura presso l’Università degli Studi di Ferrara nel 2006 e in seguito consegue il diploma del Master Europeo di II livello in Storia dell’architettura (Università Roma Tre"). Dal 2009 è iscritto al dottorato in Storia e Restauro dell’architettura della Sapienza Università di Roma in co-tutela con l’École Doctorale en Histoire de l’Art dell’Università di Paris-I “Panthéon-Sorbonne”, con un progetto di ricerca intitolato “Giovanni Niccolò Servandoni (1695–1766) architetto”, seguito dal prof. Aloisio Antinori (Università del Molise) e dal prof. Etienne Jollet (Université Paris-I).

Page 23: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Valentina Locatelli ha studiato germanistica, anglistica e storia dell’arte alle Università di Bergamo e Monaco (Ludwig-Maximilians-Universität). Nel 2009 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Teoria e Analisi del Testo con una tesi sul connoisseur Giovanni Morelli (Metamorfosi romantiche. Le teo-rie del primo Romanticismo tedesco nel pensiero sull’arte di Giovanni Morelli, Cam-panotto editore: Pasian di Prato 2011). Il suo interesse scientifico si concentra sulla relazione tra testo e immagine e sulla storia e le metodologie della con-noisseurship. Tra le esperienze di lavoro più rilevanti si segnalano qui le col-laborazioni con la Gemäldegalerie di Dresda (2007), la Fondation Beyeler di Riehen/Basilea (2009–2011) e il Kunstmuseum di Berna (2012). Eric Pagliano è conoscitore-genetico. La sua attività principale consiste nel fare uscire dall’anonimato disegni italiani ma anche francesi o nordici risalen-ti all’epoca moderna (XVI°—XVIII° secolo) generalmente preparatori di ope-re d’arte. Questo lavoro di denominazione si accompagna a un interrogativo sui fondamenti stessi dell’attribuzione (come si perviene a un nome?) e a uno studio sulla genesi delle opere (come si costruisce nel e con il disegno?), dop-pia linea d’interesse che alimenta il suo approccio a ogni disegno. Ha orga-nizzato numerose mostre e ha scritto diversi cataloghi (De Venise à Palerme : dessins italiens du musée des beaux-arts d’Orléans, 2003; Plis et drapés dans les des-sins français des XVIIe et XVIIIe siècles du musée des beaux-arts d’Orléans, 2005; Le plaisir au dessin : carte blanche à Jean-Luc Nancy, 2007; Dess(e)ins italiens : collection du musée des beaux-arts de Lyon, 2008; De chair et d’esprit : dessins italiens du musée de Grenoble, 2010). Anna Vyazemtseva si è laureata nel 2007 in storia e teoria dell’arte presso Istituto Accademico di Belle Arti V. Surikov dell’Accademia Russa di Belle Arti a Mosca, 2008 ricercatrice presso la Galleria Tretyakov, dipartimento di pittura della prima metà del Novecento. Nel 2010 discute la tesi di dottorato del 1° grado presso l’Istituto di Ricerca di Accademia Russa di Belle Arti con la tesi Ricostruzione di Roma negli anni 1920–1930 e l’architettura del razionali-smo. Dal 2010 segue il corso di dottorato all’Università di Roma “Tor Verga-ta” con una tesi sui contatti italo-russi tra le due guerre. 21

Page 24: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Moderazione Giuseppe Bonaccorso, ricercatore e docente universitario di Storia dell’architettura presso la Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Ha svolto attività di ricerca presso l’Università IUAV e la Bibliothe-ca Hertziana. Studia in particolare la storia dell’architettura dell’età barocca e del Novecento, temi sui quali ha pubblicato numerosi contributi. Ha curato tra l’altro i volumi Dossier Gaudí: ricerche, proposte, riletture, Pisa 2003; Studi sui Fontana. Una dinastia di architetti ticinesi a Roma tra Manierismo e barocco, Roma 2008 (con M. Fagiolo). Ludovico Geymonat si è laureato in storia dell’arte medievale presso l’Università di Torino con una tesi sugli affreschi dei primi del Trecento nella chiesa di San Zan Degolà a Venezia. Nel 2006 ha discusso presso l’Università di Princeton una tesi di dottorato dedicata ai dipinti duecenteschi del Batti-stero di Parma. Dopo una borsa di ricerca al Metropolitan Museum, ha inse-gnato presso la Columbia University, l’Università dell’Iowa e l’Università della California, Davis. L’iconografia, ed in particolare il rapporto tra parole e immagini nella visualizzazione di messaggi religiosi e politici, è il suo princi-pale campo di ricerca. Alla Bibliotheca Hertziana studia la relazione tra dise-gno e progettazione iconografica nei cicli monumentali del Duecento a Roma e nel Lazio. Da aprile 2010 fino a dicembre 2011 Ludovico Geymonat è stato borsista postdoc; dal 2012 è Marie Curie Fellow.

Page 25: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

La giornata a cura di

Ariane Varela Braga ha svolto studi in storia dell’arte, inglese e sociologia presso l’Università di Ginevra. Sta portando a termine presso l’Università di Neuchâtel una tesi di dottorato sulla teoria dell’ornamento nell’ottocento con il titolo: L’ornement universel – Owen Jones et la Grammar of Ornament. Le sue ricerche vertono sulla letteratura delle arti decorative, la teoria del colore e la policromia in architettura e scultura nei secoli XVIII–XIX. Marcel Henry ha studiato storia dell’arte, comunicazione ed economia alle Università di Berna e Sapienza Università di Roma. Dal 2007 al 2009 è stato direttore del Berry Museum St. Moritz e project manager di Porta Engadina. È curatore dell’evento door-2-door.ch e fondatore di ADB | Amici Di Borgo (www.amicidiborgo.com), un collettivo di curatori che propone nuove for-mule di comunicazione nell’ arte contemporanea, fuori dallo spazio museale. Attualmente, lavora alla sua tesi di dottorato sul cosmografo Egnazio Danti (1536–1586) presso l’Istituto Svizzero di Roma.

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Page 26: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Semiotica

Iconologia

Storia dello stile

Iconografia

Connoisseurship

Estetica della ricezione

Storiografia

Correnti

Page 27: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Antropologia dell’immagine

Connoisseurship

Estetica della ricezione

Ermeneutica

Gender Studies Storiografia

Geografia dell’arte

Bildwissenschaft Visual Studies

Correnti

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Page 28: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Annotazioni

Page 29: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

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Page 30: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Annotazioni

Page 31: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

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Page 32: La storia dell‘arte tra scienza e dilettantismo. Metodi e percorsi

Il Rome Art History Network è una rete internazionale di storici dell’arte, con sede a Roma. Lo scopo del Network è di favorire e sviluppare i contatti e lo scambio di idee tra i borsisti delle accademie e degli istituti stranieri di Roma, così come di promuovere un maggior avvicinamento tra i giovani storici dell’arte stranieri ed italiani. Il RAHN è stato creato nell’ottobre del 2010, da Ariane Varela Braga e Valérie Kobi, entrambe dottorande in storia dell’arte all’Università di Neuchâtel e membre dell’Istituto Svizzero di Roma nel 2010/2011. Il RAHN organizza diverse visite in luoghi di Roma solitamente non accessi-bili, seminari e conferenze. La partecipazione alle attività del Network è aper-ta a tutti gli studiosi interessati. Per informazione e suggerimenti: www.romearthistnet.com [email protected]