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25 Ottobre 2013 Prof. Ing.Guido Cassella ed Arch. Andrea Tortorelli Slide 1 LA VALUTAZIONE E LA PREVENZIONE DEI RISCHI NEI LUOGHI DI LAVORO Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio. Prof. Ing. GUIDO CASSELLA

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25 Ottobre 2013 – Prof. Ing.Guido Cassella ed Arch. Andrea TortorelliSlide 1

LA VALUTAZIONE E LA PREVENZIONE DEI RISCHI NEI LUOGHI DI LAVORO

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio.

Prof. Ing. GUIDO CASSELLA

25 Ottobre 2013 – Prof. Ing.Guido Cassella ed Arch. Andrea TortorelliSlide 2

Temi trattati:

1. Attività portuali ed interportuali: modalità operative e adempimenti obbligatori in materia di sicurezza.

2. Principali sorgenti di rischio negli ambiti portuali ed interportuali.- trasferimenti interni, viabilità e circolazione - caduta dall’alto- movimentazione dei carichi - sostanze e preparati pericolosi- attività di servizio nei terminal.

3. Uso di macchine e attrezzature nei porti / interporti:- Principali mezzi di movimentazione delle merci- Requisiti del macchinario e regole d’uso- Formazione, informazione e l’addestramento del personale.

4. Requisiti delle aree interportuali: sorveglianza e gestione degli accessi, segnaletica, informazioni e norme comportamentali per chi accede alle aree.

5. Il rischio da stress lavoro-correlato: metodiche di analisi e stato dell’arte delle valutazioni; principali indicatori di rischio da stress-lavoro correlato.

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

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1. Attività portuali ed interportuali: modalità operative e adempimenti obbligatori in materia di sicurezza:

Gli ambiti portuali ed interportuali evidenziano alti livelli di rischio connessi alle molteplici attività svolte, tutte caratterizzate da significativa pericolosità,

rilevante frequenza infortunistica e/o impatto per la salute.

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

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1. Attività portuali ed interportuali: modalità operative e adempimenti obbligatori in materia di sicurezza:

Le principali attività svolte riguardano la gestione delle merci, trasportate in varie forme e contenitori (containers, cisterne, silos, casse mobili, rimorchi….) ma che si possono riassumere in:

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CIRCOLAZIONE, TRASFERIMENTO E MOVIMENTAZIONE DELLE MERCI

DEPOSITO E STOCCAGGIO DELLE MERCI

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1. Attività portuali ed interportuali: modalità operative e adempimenti obbligatori in materia di sicurezza:

Si possono individuare 3 distinte tipologie di attività da valutare:

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ATTIVITA’ SVOLTE DA DIPENDENTI DELLA

STRUTTURA INTERPORTUALE

(OPERATORI ABITUALI)

ATTIVITA’ SVOLTE DA DITTE ESTERNE /

LAVORATORI AUTONOMI (VISITATORI)

ATTIVITA’ DI SERVIZIO (MANUTENZIONI)

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1. Attività portuali ed interportuali: modalità operative e adempimenti obbligatori in materia di sicurezza:

Documenti obbligatori ai sensi della normativa di sicurezza vigente* dapredisporre in funzione degli ambiti di attività individuati:

DIPENDENTI (OPERATORI ABITUALI) D.V.R.

OPERATORI ESTERNI (VISITATORI) D.U.V.R.I. / INFORMATIVA RISCHI

cant.temp.mob. (Tit.IV) P.S.C. e P.O.SADDETTI AI SERVIZI (MANUTENZIONI)

luogo di lavoro (Tit.II) D.U.V.R.I.

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* D.Lgs. n.81/2008 e s.m.i.

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1. Attività portuali ed interportuali: modalità operative e adempimenti obbligatori in materia di sicurezza:

Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del Decreto Legge 21 giugno 2013, n. 69, dal23 Giugno 2013 c.d. «Decreto del fare», vengono introdotte una serie di semplificazioni inmateria di sicurezza sul lavoro:

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D.U.V.R.I.: Nelle attività a basso rischio infortunistico*, non sarà piùnecessario il DUVRI ma sarà sufficiente l’individuazione di unincaricato, in possesso di formazione, esperienza ecompetenza professionale, che sovrintenda alla cooperazionee al coordinamento. E’ prevista, inoltre, l’esenzione del DUVRIper i servizi di natura intellettuale, le mere forniture dimateriali o attrezzature, i lavori o i servizi la cui durata non èsuperiore ai 5 uomini-giorno.

* L’attuazione delle nuove norme è legata all’emanazione di appositi Decreti delMinistero del Lavoro che dovranno individuare le tipologie di attività a bassorischio e i modelli semplificati da adottare ma difficilmente le attività lavorativesvolte nei porti/interporti saranno considerate a «basso rischio infortunistico».

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2. Principali sorgenti di rischio :

• CIRCOLAZIONE DEI MEZZI

• MOVIMENTAZIONE AEREA DEI CARICHI

• TRASFERIMENTO MECCANICO DEI CARICHI

• MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

• CADUTE (a livello – dall’alto)

• VIBRAZIONI / RUMORE

• SOSTANZE e PREPARATI PERICOLOSI

• INCENDIO / ESPLOSIONE

• INTERVENTI IN AMBIENTI CONFINATI

• STRESS LAVORO CORRELATO

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2. Rischi: CIRCOLAZIONE DEI MEZZI

Problematica di difficile gestione, oltre che scarsamente considerata nelle valutazioni del rischio, a causa di molteplici fattori fra cui:- variabilità dei flussi e dei percorsi; - interferenze prodotte da ditte esterne (manutentori,

imprese di pulizie) o da terzi (visitatori ecc.).

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Possibili rischi:• Investimento• Danni alle cose / mezzi

Elementi critici di valutazione del rischio :• entrate e uscite del personale, fornitori esterni e dei visitatori;• stoccaggio, prelievo, trasferimento e trasbordo meccanizzato merci;• le condizioni di visibilità e di illuminazione;• caratteristiche dei percorsi in base al loro uso;• norme comportamentali e procedure con conseguente formazione ed informazione del

personale e delle ditte esterne.

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2. Rischi: MOVIMENTAZIONE AEREA DEI CARICHI

Riguarda tutte le attività effettuate con apparecchi «destinati ad effettuare sollevamenti di carichi sospesi tramite ganci o altri organo di presa quali in genere: gru a torre, a ponte, argani a cavalletto, ecc..»

Macchine condotte da personale appositamente informato, formato ed addestrato; l’attenzione del manovratore e la sua scrupolosa obbedienza alle norme e procedure operative sono la migliore prevenzione verso possibili infortuni.

Elementi per la corretta gestione di queste macchine:• Identificazione (targa, certificato di conformità della macchina e degli

accessori, libretto di omologazione, manuale d’uso e manutenzione);

• Corretto uso (manuale d’uso e manutenzione);

• Riparazione e manutenzione (manuale d’uso e manutenzione);

• Gestione e documentazione dei controlli periodici (verbali

di collaudo e installazione, manuale d’uso e manutenzione, libretto di omologazione, verbali allegati di verifica, libretto di circolazione, registro di controllo).

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2. Rischi: TRASFERIMENTO MECCANICO DEI CARICHI

Principali mezzi utilizzati:

• PEDANE e CARRELLI ELEVATORI (muletti)• TRATTORINI• TRANS-PALLET

L’alto livello infortunistico richiede grande attenzione alla gestione di queste attività, assicurando: aree operative e di transito di dimensioni adeguate alle caratteristiche dei mezzi, pilotati da conducenti informati, formati ed addestrati specificamente e mantenuti in efficienza.

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2. Rischi: MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

Operazioni di trasporto o sostegno di un carico (oggetto di peso > di 3 kg) effettuate da uno o più lavoratori, che per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari.

Riguarda le azioni di:portare - spostare - sollevare - deporre - spingere - tirare.

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Esempi di rischi associati alla movimentazione manuale dei carichi:

kg.

Maschi 25

Femmine 15

Carichi massimi sollevabili

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2. Rischi: CADUTE

Le tipologie di accadimento più frequenti rispecchiano la caratteristica tipica delcomparto che sovrappone il rischio da traffico stradale ai rischi tradizionali inambiente di lavoro e sono rappresentate da:• caduto dall’alto di mezzi di trasporto - 8%• messo un piede in fallo su mezzi di trasporto - 6%• caduto in piano su superfici di lavoro e transito - 4%

Le possibili situazioni di intervento possono presentare notevoli differenze ma iprincipi di base sempre utili per la riduzione del rischio possono essere riassunti in:

• privilegiare i sistemi di protezione collettiva (parapetti, andatoie, ev. retianticaduta);

• consentire operazioni in postazioni sopraelevate prevedendo un vincolo di«trattenuta» (caduta impedita);

• ove sia inevitabile il rischio di caduta fare uso di sistemi anti-caduta (DPI di 3a cat.)

verificando il tirante d’aria e controllando l’assenza di conseguenze in caso dicaduta scomposta (effetto pendolo).

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2. Rischi: CADUTE

Rischi ricorrenti nelle aree intermodali a causa della presenza di aree operative sopraelevate quali:• banchine di carico-scarico • rampe di carico - scarico • pedane e piattaforme mobili

Le banchine di carico sono alte circa 1.2 metri sul livello terra; vanno quindi considerati:• il rischio di caduta dei mezzi di movimentazione; • l’apertura di eventuali portoni che deve avvenire solo quando

il mezzo è accostato; • gli spazi operativi adeguati ai mezzi e alle merci.

E’ opportuno proteggere con parapetto o delimitare l’accesso alle parti di banchina non utilizzate per l’accostamento dei mezzi.La segnaletica orizzontale è indispensabile per individuare gli ambiti sicuri e le posizioni a «rischio» oltre che per evitare il posizionamento casuale dei mezzi in attesa.

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2. Rischi: VIBRAZIONI

In questi ambiti lavorativi molteplici sono le attività lavorative che richiedono laguida di mezzi di trasporto e/o di macchine semoventi che comportano rischi diesposizione a vibrazioni prevalentemente trasmesse a tutto il corpo.

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Assumono particolare significato sia la durata che l’intensitàdell’esposizione:

Requisiti per effettuare attività esposte a vibrazioni:• Sorveglianza sanitaria (controllo obbligatorio per livelli di

esposizione > a 0,5 m/s2 per vibrazioni corpo intero e 2,5 m/s2 per vibrazioni mano-braccio)

• Personale specificamente informato e formato sui rischi presenti ;

• Dotazione di DPI contro le vibrazioni mano-braccio;• Rispetto limiti temporali di esposizione.

Verifiche effettuate attraverso rilevi strumentali.

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2. Rischi: RUMORE

Meno rilevante in questi ambito rispetto alle problematiche indotte dalle vibrazioni,ma non trascurabile la possibile esposizione degli operatori a livelli acustici elevati,principalmente prodotti da:

• Motori (trattori, autoreni): 100-110 dB(A)• Grandi generatori: 110 dB(A)• Transiti viari: 80-90 dB(A)

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

In analogia con il rischio da vibrazioni, anche l’esposizione al rumore richiede i seguenti requisiti organizzativi:• Sorveglianza sanitaria (controllo facoltativo per livelli di

esposizione personale > a 80 dB(A) [135 dB(C) peak], obbligatorio per livelli > a 85 dB(A) [137 dB(C) peak]);

• Personale specificamente informato e formato sui rischi;• Dotazione di DPI otoprotettori;• Rispetto limiti temporali di esposizione.

Verifiche effettuate attraverso rilevi strumentali.

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2. Rischi: SOSTANZE / PREPARATI PERICOLOSI

Negli interporti la movimentazione di merci pericolose è una situazione lavorativa abituale, spesso con movimentazione di quantità rilevanti; ciò richiede misure di sicurezza dedicate:• alla tutela dei lavoratori;• alla tutela della popolazione e dell’ambiente (rischio di incidente rilevante);• alla sicurezza della circolazione (stradale, ferroviaria, marittima, aerea).

Assume particolare importanza la conoscenza (attraverso la formazione del personale) dei sistemi internazionali di classificazione ed identificazione:

Etichette ADR/RID: Codice Kemler - numero ONU:

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2. Rischi: INCENDIO - ESPLOSIONE

In questi ambiti il rischio di incendio ed esplosione è attribuibile principalmente alla presenza di gas/vapori infiammabili che può derivare dall'evaporazione di liquidi infiammabili, quale sottoprodotto di reazioni chimiche, dovuto ad atmosfere arricchite di ossigeno o a concentrati di polveri combustibili.

Pertanto i principali requisiti di questi ambiti operativi sono:

• aree di stoccaggio destinate a merci e/o sostanze pericolose dotate di sistemi di contenimento di eventuali spandimenti;

• predisposizione di apparecchiature di rilevazione di esplosività e di eventuali fughe di gas.

• aree di stoccaggio (depositi container) organizzate in modo da garantire uno spazio sufficiente per consentire l’azione dei mezzi di pronto intervento;

• presenza di un automezzo dotato di presidi antincendio (estintori ecc. ) previsti in base alla valutazione del rischio;

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2. Rischi: INTERVENTI IN AMBIENTI CONFINATI

Data la particolare criticità particolare attenzione deve essere data alla verifica di bassi livelli di ossigeno o alla presenza di atmosfere nocive negli spazi ristretti (cisterne, serbatoi, container, silos):

Si richiama quanto prescritto dal D.P.R. 14 settembre 2011, n. 177: Regolamento recante norme per la qualificazione

delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti, a norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.

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Requisiti per svolgere attività in un ambiente confinato :• personale specificamente formato e addestrato (corso teorico-pratico)

• verifica preventiva della salubrità dei luoghi;• uso di idoneo abbigliamento, equipaggiamento e DPI;• sorveglianza continua all’esterno;• autorizzazione all’ingresso.

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Requisiti del macchinario:

Il tema si presenta vasto e diversificato data la varietà di macchinari ed attrezzature usualmente impiegate in tali ambiti.

I principali riferimenti normativi applicabili sono:

D.Lgs. 81/2008: Capo I – Titolo 3 - Uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi

di protezione individualeAll. V - Requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro;All. VI - Disposizioni concernenti l'uso delle attrezzature di lavoroAll. VII - Verifiche di attrezzature

D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 17 [cd. «Nuova direttiva macchine»]

ACCORDI STATO/REGIONI SULLA FORMAZIONE DEI LAVORATORIFormazione dei lavoratori – G.U. del 11/01/2012Abilitazione uso attrezzature lavoro – G.U. 12/03/2012

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Requisiti del macchinario: GRU

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Principali tipologie di apparecchi di sollevamento:

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Requisiti del macchinario: GRU

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Documentazione a corredo:

1. Per gru non soggette a regime CE: libretto delle verifiche di cui al DM 12/09/1959

2. Per gru soggette a regime CE: comunicazione ISPESL (oggi INAIL)

3. Per gru soggette a regime CE: copia della dichiarazione di conformità del costruttore

4. Libretto d’uso e manutenzione del costruttore

5. Scheda tecnica riassuntiva delle caratteristiche della gru

6. Dichiarazione di corretta installazione della gru sottoscritta dalla ditta e/o personale incaricato (D.Lgs. 81/2008 art. 71 co. 4)

7. Attestati di idoneità statica delle vie di corsa a firma di tecnico abilitato iscritto al relativo ordine/collegio

8. Certificati fune e gancio installati

9. Registro delle verifiche trimestrali delle funi e catene

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Requisiti del macchinario: GRU

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Documentazione a corredo (continua):

10. Registro di controllo/schede di manutenzione conformemente alleprescrizioni del costruttore dell’apparecchio e normativa UNI (D.Lgs.81/2008 art.71 co.4: deve essere curata la tenuta e l’aggiornamento del registro dicontrollo dell’attrezzatura per cui è stato previsto)

11. Verbali verifiche periodiche eseguite dell’ASL;

12. In caso di successiva installazione di radiocomando: lettera dicomunicazione alla ASL competente e dichiarazione di installazione delradiocomando secondo le specifiche del costruttore della gru;

13. In rif. al D.Lgs. 81/2008 art. 71 co. 4 lett. a) ed alle norme tecniche UNIISO 9927-1, CNR UNI 10011-88, UNI ISO 4301, ISO 12482-1, per tutti gliapparecchi con oltre 10 anni dalla data di fabbricazione, documento divalutazione del periodo residuo di utilizzo di cui al punto 5.2.2 della UNIISO 9927-1.

NB: Per l’esecuzione della verifica dovrà essere garantita la disponibilità dei pesi necessari per l’effettuazione delle prove di carico, con riferimento alla portata massima nonché del

personale idoneo ai sensi dell’art. 71 co. 7 lett. a) del D.Lgs. 81/2008.

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Requisiti del macchinario: GRU

Le operazioni di carico e di scarico effettuate con i mezzi di sollevamento comportano obblighi per i dirigenti ed i preposti chenon si esauriscono con le istruzioni date ai dipendenti, ma si estendono all’attuazione delle misure di sicurezza prescritte dallalegge e alla loro puntuale osservanza da parte dei lavoratori.

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

Oggetto delle verifiche periodiche degli apparecchi di sollevamento:

• apparecchio di sollevamento appropriato alla natura, alla forma e al volume dei carichi a cui è destinato (ex art. 168 DPR n.547/55); nuova prescrizione punto 3.1.1 All. VI del D.Lgs.81/08;

• adozione di misure necessarie per assicurare la stabilità del mezzo e del suo carico (ex art.169 DPR n. 547/55 ); nuova prescrizione punto 3.1.1 All. V del D.Lgs.81/08;

• se su gomme: controllo dello stato degli pneumatici e il corretto valore della pressione di gonfiaggio

• se su martinetti stabilizzatori: verifica della resistenza del terreno interessata per la diffusione del carico tramite gli stabilizzatori;

• utilizzo nei limiti del diagramma di carico , indicazione delle portate massime in funzione dell’inclinazione e della lunghezza del braccio, dell’area di lavoro e delle condizioni di lavoro;

• presenza ed efficacia del dispositivo di frenatura atto ad assicurare il pronto arresto e la posizione di fermo del carico e del mezzo e/o per consentire la gradualità dell’arresto (ex artt. 173 e 174 DPR n.547/55 ); punto 3.1.5 e 3.1.6 All.V D.Lgs.81/08;

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Requisiti del macchinario: GRU

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

Oggetto delle verifiche periodiche degli apparecchi di sollevamento (continua):

• verifica dell’efficienza dei dispositivi di segnalazione e avvertimento acustici e luminosi, nonché d’illuminazione del campo di manovra (ex art.175 DPR n.547/55); punto 3.1.7 All.V D.Lgs.81/08;

• verifica dell’efficienza dei dispositivi che impediscano la fuoriuscita delle funi dalle sedi dei tamburi e delle pulegge (ex artt.176 , 177 e 178 DPR n.547/55); punto 3.1.8 All.VD.Lgs.81/08;

• perfetta visibilità del campo di azione dal posto di lavoro, raggiungibilità in sicurezza e protezione nell’esecuzione delle manovre (ex art.182 DPR n.547/55 ); punto 3.1.13 All.VD.Lgs.81/08;

• agevole azionamento degli organi di comando e chiara indicazione delle manovre, protezione contro la messa in moto accidentale (ex art.183 DPR n.547/55 ); punto 3.1.14 All.V D.Lgs.81/08;

• impiego dei segnali prestabiliti per l’esecuzione delle manovre richiamati mediante avvisi facilmente leggibili (ex art.185 DPR n.547/55) ; punto 3.1.15 All.V D.Lgs.81/08;

• manovre per il sollevamento/trasporto dei carichi disposte in modo da evitare il trasferimento di carichi sospesi sopra lavoratori e luoghi ove la eventuale caduta può costituire pericolo (ex art. 186 DPR n. 547/55); punto 3.1.5 All.V I D.Lgs.81/08;

• impianti elettrici provvisti di interruttore omnipolare di protezione (ex art.188 DPR n.547/55 )

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

Durata MINIMA della formazione specifica* in base alla classificazione dei settori di cuiall'Allegato 2 (individuazione macro-categorie di rischio e corrispondenze ATECO 2002-2007):

• rischio basso 4 ore• rischio medio 8 ore• rischio alto 12 ore

I lavoratori che non svolgano mansioni che comportano la loro presenza anche saltuaria nei reparti produttivi possono frequentare i corsi individuati per il rischio basso

Durata MINIMA complessiva dei corsi di formazione per i lavoratori:

• rischio basso 4 ore FG + 4 ore FS = 8 ore• rischio medio 4 ore FG + 8 ore FS = 12 ore• rischio alto 4 ore FG + 12 ore FS = 16 ore

* Es.: attrezzature, cadute dall’alto, rischi chimici, rischi cancerogeni, stress lavoro-correlato, videoterminali…

Es. Uffici e Servizi, Commercio, Artigianato

Es. Agricoltura, Pesca, Istruzione, Trasporti

Es. Industria, Tessile, Chimica, Legno, Sanità, Rifiuti, Energia, Raffinerie, Manifatturiero

FORMAZIONE DEI LAVORATORI

CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO in attuazione dell’art. 37 co. 2 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

Aggiornamento minimo di 6 ore ogni 5 anni per lavoratori, preposti e dirigenti.

Argomenti:1. Approfondimenti giuridico-normativi2. Aggiornamenti tecnici sui rischi ai quali sono esposti i lavoratori3. Aggiornamenti su organizzazione e gestione sicurezza in azienda4. Fonti di rischio e relative misure di prevenzione.

I corsi di aggiornamento non comprendono formazione di cambio mansione,introduzione di nuove attrezzature e tecnologie, di nuove sostanze e preparatipericolosi, e l’insorgenza o evoluzione di nuovi rischi.

FORMAZIONE DEI LAVORATORI

CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO in attuazione dell’art. 37 co. 2 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

FORMAZIONE UTILIZZATORI MACCHINE E ATTREZZATURE

CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO in attuazione dell’art. 73 comma 5 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.

Attrezzature per le quali è prevista una specifica abilitazione:

• PIATTAFORME DI LAVORO MOBILI ELEVABILI (PLE);• GRU A TORRE / GRU MOBILE / GRU PER AUTOCARRO;• CARRELLI ELEVATORI SEMOVENTI CON CONDUCENTE A BORDO;• CARRELLI INDUSTRIALI SEMOVENTI / CARRELLI SEMOVENTI A

BRACCIO TELESCOPICO;• CARRELLI/SOLLEVATORI/ELEVATORI SEMOVENTI TELESCOPICI

ROTATIVI;• TRATTORI AGRICOLI O FORESTALI;• MACCHINE MOVIMENTO TERRA quali ESCAVATORI IDRAULICI,

ESCAVATORI A FUNE, PALE CARICATRICI FRONTALI, TERNE, AUTORIBALTABILE A CINGOLI;

• POMPA PER CALCESTRUZZO.

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

FORMAZIONE UTILIZZATORI MACCHINE E ATTREZZATURE

Percorsi formativi e durata minima dei corsi:

TIPOLOGIA ATTREZZATURA

MOD.GIURICO

NORMATIVO

MOD. TECNICO

MOD. PRATICO

PIATTAFORME DI LAVORO ELEVABILI (PLE) 1h 3hPLE con stabilizzatori 4h 6h

(per entrambe)PLE senza stabilizzatori 4h

GRU SU AUTOCARRO 1h 3h 8h

GRU A TORRE 1h 7hGRU rotazione in alto 4h 6h

(per entrambe)GRU rotazione in basso 4h

GRU MOBILI 1h 6h 7h

GRU MOBILI braccio telescopico o brandeggiabile (in aggiunta al corso base per gru mobili)

4h 4h

CARRELLI SEMOVENTI 1h 7h

Carrelli industriali 4h8h

(per tutti)Carrelli a braccio telescopico 4h

Carrelli a braccio telescopico rotativo 4h

TRATTORI 1h 2hA ruote 5h

A cingoli 5h

MACCHINE MOVIMENTO TERRA 1h 3h

Escavatori idraulici 6h12h

(per tutti)Caricatrici frontali 6h

Terne 6h

Escavatori a fune 6h

Autoribaltabili a cingoli 6h

POMPE PER CALCESTRUZZO 1h 6h 7h

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3. Uso delle macchine e delle attrezzature nei porti / interporti:

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

FORMAZIONE UTILIZZATORI MACCHINE E ATTREZZATURE

CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO in attuazione dell’art. 73 comma 5 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.

AGGIORNAMENTO:

• per tutte le attrezzature ha durata minima di 4 ore di cui almeno 3 ore relative amoduli pratici;

• da svolgere ogni 5 anni dalla data di rilascio dell’attestato del corso base.

L’accordo è entrato in vigore 12 mesi dopo la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 12/03/2012.

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4. Requisiti di sicurezza delle aree portuali ed interportuali

Vanno presi in considerazione i seguenti aspetti organizzativi e logistici:

• Delimitazioni e segregazioni esterne ed interne• Viabilità - Segnaletica - Illuminazione• Gestione dell’emergenze e sistemi di allarme• Gestione degli accessi e sistemi di sorveglianza • Servizi generali (accoglienza e attesa, ristoro, servizi igienico-sanitari)

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

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4. Requisiti di sicurezza delle aree portuali ed interportuali

VIABILITÀ - SEGNALETICA - ILLUMINAZIONE:

NORME CORPONTAMENTALI DI ACCESSO E CIRCOLAZIONE:Oltre alle prescrizioni trasmesse in occasione dell’accreditamento delle ditte si consiglia di prevedere anche la distribuzione all’ingresso di informazioni sui percorsi interni ad es. consegnando una piantina dell’insediamento con note e spiegazioni.

SEPARAZIONE PERCORSI VEICOLI – MEZZI – PEDONI:La circolazione la sosta vanno regolamentati tramite segnaletica per la separazione dei flussi, individuando chiaramente i sensi, le zone di transito pedonale, le aree “sensibili”, i parcheggi, etc.Vanno preferiti i sensi unici con circolazione antioraria, riducendo gli incroci dei flussi veicolari e limitando le manovre in retromarcia o le sterzate a raggio stretto.

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

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4. Requisiti di sicurezza delle aree portuali ed interportuali

VIABILITÀ - SEGNALETICA - ILLUMINAZIONE:

SEGNALETICA (ORIZZONTALE e VERTICALE):La segnaletica deve essere conforme alle Norme del Nuovo Codice della Strada ed applicata alla realtà aziendale.

In particolare la segnaletica orizzontale va predisposta e mantenuta soprattutto per:- separare i sensi di marcia e dirigere i veicoli verso

determinate direzioni, - evidenziare gli attraversamenti pedonali, - segnalare uno STOP o una precedenza,- indicare pericoli particolari o segnalare ostacoli fissi,- delimitare i posti di parcheggio e sosta,- delimitare gli ingombri delle aree di stoccaggio.

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

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4. Requisiti di sicurezza delle aree portuali ed interportuali

VIABILITÀ - SEGNALETICA - ILLUMINAZIONE:

ILLUMINAZIONE:L’illuminazione riveste un aspetto molto importante nel garantire un sicuro svolgimento delle attività interportuali; i principali presupposti da considerare riguardano l’omogenea distribuzionedelle sorgenti luminose ed i requisiti minimi di illuminamento da raggiungere.

Valori di illuminamento artificiale consigliati negli ambiti lavorativi:

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

Aree esterne di circolazione (entrate, piazzali, vie di transito) 30 lux

Aree esterne di lavoro (carico scarico) 75 lux

Percorsi interni (corridoi, vani scale) min. 100 lux

Magazzini e depositi (con operatori) min. 150 lux

Illuminazione di emergenza almeno 45 lux

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4. Requisiti di sicurezza delle aree portuali ed interportuali

GESTIONE DEGLI ACCESSI E SISTEMI DI SORVEGLIANZA:

Controllo degli accessi:La gestione e la sorveglianza degli accessi è un elemento criticoper la salute e la sicurezza negli interporti.

Monitorare l’accesso autorizzato di mezzi e persone consente dievitare la presenza di persone inconsapevoli dei rischi e dellenorme di comportamento; inoltre una efficace sorveglianzaconsente di gestire i momenti di congestione del terminal conconseguente riduzione dei i rischi incidentali che da essapossono derivare.

Le soluzioni operative più efficaci combinano la preventivatrasmissione di una comunicazione (contenente il regolamentodi condotta da adottare presso la struttura ) da inviare a tutte leditte autorizzate all’accesso, alla consegna di un foglioinformativo al momento del passaggio del gate.

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4. Requisiti di sicurezza delle aree portuali ed interportuali

GESTIONE DEGLI ACCESSI E SISTEMI DI SORVEGLIANZA:

Verifiche di sicurezza:E’ buona prassi applicare alcune procedure alle attività di movimentazione e stoccaggio temporaneo delle merci per gestirne in sicurezza lo svolgimento:- ispezioni esterne giornaliere delle unità di carico per la verifica di

danni ai contenitori e per la presenza di perdite e gocciolamenti ; - verifiche periodiche ambientali per emissioni di rumori, fumi, odori - ricognizioni sullo stato di manutenzione dei mezzi e delle

attrezzature.

Si rammenta che la Comunità Europea con propria Direttiva ha richiesto per le attività ove sono effettuate operazioni di trasporto di mercipericolose sia designato un “Consulente per la sicurezza del trasporto”, in possesso di specifica abilitazione (rif. D.Lgs. 40/2000).

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5. Il rischio da stress lavoro-correlato:

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Cos’è lo STRESS LAVORO-CORRELATO ?

Secondo le indicazioni dell’Accordo Europeo del8 Ottobre 2004, lo stress lavoro-correlato èdescritto come:

« condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza

del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro »

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5. Il rischio da stress lavoro-correlato:

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Ricadute sulla salute

• Patologie psichiatriche: ansia, depressione

• Patologie cardiovascolari(ipertensione arteriosa, disturbi di circolo cardiaci e cerebrali)

• Malattie infiammatorie croniche intestinali

• Disturbi muscolo-scheletrici

• Immunodepressione (maggiore suscettibilità alle malattie infettive e neoplastiche)

• Dipendenze(fumo, alcol, droghe)

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5. Il rischio da stress lavoro-correlato:

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I fattori di rischio possono essere legati a:

CONTESTO DEL LAVORO

• Cultura organizzativa

• Ruolo nell’organizzazione

• Sviluppo di carriera

• Autonomia decisionale/controllo

• Relazioni interpersonali sul lavoro

• Interfaccia famiglia/lavoro

• Ambiente di lavoro e attrezzature

• Pianificazione dei compiti

• Carico/ritmi di lavoro

• Orari di lavoro

CONTENUTO DEL LAVORO

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5. Il rischio da stress lavoro-correlato:

Metodi di analisi e stato dell’arte delle valutazioni:

Individuazione delle sorgenti di rischio / pericolo, analisi e valutazione del rischio

La valutazione del rischio si articola in due fasi:• una necessaria (valutazione preliminare)• una eventuale (valutazione approfondita)

La valutazione preliminare consiste nella rilevazione di tre indicatori:1. eventi sentinella2. fattori di contenuto del lavoro3. fattori di contesto del lavoro

ed è effettuata:• mediante l’utilizzo di liste di controllo• dai soggetti aziendali della prevenzione (Datore di Lavoro, RSPP, RLS e Medico Competente).

La valutazione approfondita esamina la percezione soggettivadei lavoratori con strumenti differenti quali:• questionari• interviste semi-strutturate

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Grazie per l’attenzione

Prof.Ing. Guido Cassella

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Bibliografia:

• I.L.O. International Labour Organization - Codice di buone pratiche dell’ILOsulla sicurezza e salute nei porti - suppl. ai Fogli d’informazione numero 1anno 2007 - ISPESL - ISBN 978-88-89415-28-2

• Salute e Sicurezza nella movimentazione e nel trasporto delle merci - SpisalAULSS 12 e Spisal AULSS 16 - Regione Veneto

• Ing. Elvio Vitale - Apparecchi di sollevamento e mezzi di trasporto - RegioneCampania – atti del convegno «Il D.Lgs. 81/08 e la vigilanza negli ambienti dilavoro»

Esse Ti Esse S.r.l.via Armistizio 13535142 Padova [email protected]

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