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Abstract - The vegetation of «Bandite di Scarlino» Regional Forest (southern Tuscany). The results of a vegetation survey carried out with the Braun-Blanquet method on the Regional Forest named «Bandite di Scarlino», located in southern Tuscany (Grosseto Pro- vince), are here presented. Vegetation has been described by litera- ture information and by statistical analysis of 234 original phytosoci- ological relevés, which have allowed several vegetation types to be singled out (associations belonging to Crithmo-Limonietea, Cisto- Lavanduletea, Quercetea ilicis, Querco-Fagetea and Salici purpureae- Populetea nigrae classes). Then, the study briefly considers the dis- tribution of plants and habitats deserving conservation treatment ac- cording to European Habitat Directives and Tuscan laws. Key words - vegetation, phytosociology, conservation, habitat, south- ern Tuscany. Riassunto - La vegetazione del Complesso Forestale regionale «Bandi- te di Scarlino» (Grosseto, Toscana meridionale). La vegetazione del Complesso Forestale regionale «Bandite di Scarlino» (Toscana me- ridionale) è stata indagata dal punto di vista fitosociologico in base a 234 rilievi originali ed osservazioni dirette. Le cenosi rilevate sono state analizzate con l’ausilio di pacchetti statistici e dati di letteratura disponibili e attribuite a syntaxa già noti appartenenti alle classi Crithmo-Limonietea, Cisto-Lavanduletea, Quercetea ilicis, Querco- Fagetea e Salici purpureae-Populetea nigrae. È stata inoltre messa in evidenza l’importanza del sito dal punto di vista degli habitat e delle specie vegetali di interesse conservazionistico. Parole chiave - vegetazione, fitosociologia, conservazione, habitat, Toscana meridionale. INTRODUZIONE Il complesso forestale regionale «Bandite di Scarlino» è localizzato sulla costa grossetana tra Follonica e Casti- glione della Pescaia (Fig. 1) e si estende su una superfi- cie di 5.771,3 ha. L’area ricade nei Comuni di Scarlino (3.940,50 ha), Gavorrano (378,20 ha), Castiglion della Pescaia (1.452,60 ha) e si compone di due corpi separa- ti. Il più esteso gravita tra il mar Tirreno e gli abitati di Scarlino e Tirli, ricade nel Sito di Importanza Comuni- taria IT51A0008 «Monte d’Alma» (ha 5.845) ed in gran parte è interessato dal territorio dell’Anpil delle Costiere di Scarlino (ha 752). Il secondo è localizzato a nord di Castiglion della Pescaia. L’indagine è stata rea- lizzata in occasione della stesura del Piano di Gestione Forestale della proprietà (D.R.E. Am., 1997; 2003), al fine di ampliare ed integrare le conoscenze disponibili in letteratura per l’area considerata e le zone limitrofe, per le quali erano noti solo lavori floristico-vegetaziona- li limitati a zone particolari (Pignatti E. & S., 1968; De Dominicis, 1993) o di carattere generale (Arrigoni et al., 1999; Selvi & Stefanini, 2006). METODOLOGIA Lo studio delle caratteristiche vegetazionali della Fore- sta Regionale Bandite di Sarlino è stato effettuato sulla scorta di 234 rilievi eseguiti nel corso di diversi anni nei mesi di maggio e giugno, secondo il metodo della scuola sigmatista di Zurigo-Montpellier (Braun-Blan- quet 1932; 1964). I rilievi hanno interessato le tipologie vegetazionali a dominanza di specie legnose più significative pianifi- candone il numero e la distribuzione a seguito di ap- posita fotointerpretazione fisionomica. La nomencla- tura adottata ha seguito principalmente Selvi (2010), Conti et al. (2005; 2007) e Pignatti (1982). Per l’inqua- dramento sintassonomico a livelli superiori si è fatto riferimento principalmente alle revisioni sintassonomi- che dell’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae (Blasi et al., 2004), dei boschi di leccio (Biondi et al., 2003), dei boschi mesofili (Biondi et al., 2002), alla monogra- fia edita dalla Regione Toscana (Arrigoni, 1998) con- frontandoli con i recenti lavori di Di Pietro et al. (2010) e di Gianguzzi et al. (2012). Riferimenti più specifici sono riportati nei vari paragrafi. La suddivisione dei rilievi in tabelle strutturate e l’in- dividuazione delle associazioni o comunque dei synta- xa di riferimento è stata determinata con l’ausilio del software statistico PAST (Hammer et al., 2001), sotto- ponendo ad analisi una matrice specie x rilievi, con i valori di abbondanza-dominanza modificati in accor- do con Van Der Maarel (1979) e Noest et al. (1989), usando come indice di similarità la distanza sulla cor- da e come algoritmo il legame medio (UPGMA). Per le associazioni, vista l’attribuzione a syntaxa cono- sciuti, vengono presentate tabelle sintetiche, con l’in- dicazione della classe percentuale di frequenza, prive delle specie con bassa frequenza a meno che non siano ANTONIO GABELLINI (*), DANIELE VICIANI (**), PATRIZIO BIAGINI (***) LA VEGETAZIONE DEL COMPLESSO FORESTALE REGIONALE «BANDITE DI SCARLINO» (GROSSETO, TOSCANA MERIDIONALE) (*) Libero professionista, Via Grocco 20, 50139 Firenze, Italy. (**) Dipartimento di Biologia, Laboratorio di Biologia Vegetale, Università di Firenze, Via La Pira 4, 50121 Firenze, Italy. (***) Responsabile dell’Ufficio Agricoltura e Foreste del Comune di Scarlino, Via Martiri d’Istria, 58020 Scarlino (GR), Italy. Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Serie B, 120 (2013) pagg. 45-58, fig. 1, tabb. 9; doi: 10.2424/ASTSN.M.2013.04 CORE Metadata, citation and similar papers at core.ac.uk Provided by Florence Research

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  • Abstract - The vegetation of «Bandite di Scarlino» Regional Forest(southern Tuscany). The results of a vegetation survey carried outwith the Braun-Blanquet method on the Regional Forest named«Bandite di Scarlino», located in southern Tuscany (Grosseto Pro-vince), are here presented. Vegetation has been described by litera-ture information and by statistical analysis of 234 original phytosoci-ological relevés, which have allowed several vegetation types to besingled out (associations belonging to Crithmo-Limonietea, Cisto-Lavanduletea, Quercetea ilicis, Querco-Fagetea and Salici purpureae-Populetea nigrae classes). Then, the study briefly considers the dis-tribution of plants and habitats deserving conservation treatment ac-cording to European Habitat Directives and Tuscan laws.

    Key words - vegetation, phytosociology, conservation, habitat, south-ern Tuscany.

    Riassunto - La vegetazione del Complesso Forestale regionale «Bandi-te di Scarlino» (Grosseto, Toscana meridionale). La vegetazione delComplesso Forestale regionale «Bandite di Scarlino» (Toscana me-ridionale) è stata indagata dal punto di vista fitosociologico in base a234 rilievi originali ed osservazioni dirette. Le cenosi rilevate sonostate analizzate con l’ausilio di pacchetti statistici e dati di letteraturadisponibili e attribuite a syntaxa già noti appartenenti alle classiCrithmo-Limonietea, Cisto-Lavanduletea, Quercetea ilicis, Querco-Fagetea e Salici purpureae-Populetea nigrae. È stata inoltre messa inevidenza l’importanza del sito dal punto di vista degli habitat e dellespecie vegetali di interesse conservazionistico.

    Parole chiave - vegetazione, fitosociologia, conservazione, habitat,Toscana meridionale.

    INTRODUZIONE

    Il complesso forestale regionale «Bandite di Scarlino» èlocalizzato sulla costa grossetana tra Follonica e Casti-glione della Pescaia (Fig. 1) e si estende su una superfi-cie di 5.771,3 ha. L’area ricade nei Comuni di Scarlino(3.940,50 ha), Gavorrano (378,20 ha), Castiglion dellaPescaia (1.452,60 ha) e si compone di due corpi separa-ti. Il più esteso gravita tra il mar Tirreno e gli abitati diScarlino e Tirli, ricade nel Sito di Importanza Comuni-taria IT51A0008 «Monte d’Alma» (ha 5.845) ed ingran parte è interessato dal territorio dell’Anpil delleCostiere di Scarlino (ha 752). Il secondo è localizzato anord di Castiglion della Pescaia. L’indagine è stata rea-lizzata in occasione della stesura del Piano di GestioneForestale della proprietà (D.R.E. Am., 1997; 2003), alfine di ampliare ed integrare le conoscenze disponibili

    in letteratura per l’area considerata e le zone limitrofe,per le quali erano noti solo lavori floristico-vegetaziona-li limitati a zone particolari (Pignatti E. & S., 1968; DeDominicis, 1993) o di carattere generale (Arrigoni etal., 1999; Selvi & Stefanini, 2006).

    METODOLOGIA

    Lo studio delle caratteristiche vegetazionali della Fore-sta Regionale Bandite di Sarlino è stato effettuato sullascorta di 234 rilievi eseguiti nel corso di diversi anninei mesi di maggio e giugno, secondo il metodo dellascuola sigmatista di Zurigo-Montpellier (Braun-Blan-quet 1932; 1964).I rilievi hanno interessato le tipologie vegetazionali adominanza di specie legnose più significative pianifi-candone il numero e la distribuzione a seguito di ap-posita fotointerpretazione fisionomica. La nomencla-tura adottata ha seguito principalmente Selvi (2010),Conti et al. (2005; 2007) e Pignatti (1982). Per l’inqua-dramento sintassonomico a livelli superiori si è fattoriferimento principalmente alle revisioni sintassonomi-che dell’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae (Blasiet al., 2004), dei boschi di leccio (Biondi et al., 2003),dei boschi mesofili (Biondi et al., 2002), alla monogra-fia edita dalla Regione Toscana (Arrigoni, 1998) con-frontandoli con i recenti lavori di Di Pietro et al.(2010) e di Gianguzzi et al. (2012). Riferimenti piùspecifici sono riportati nei vari paragrafi.La suddivisione dei rilievi in tabelle strutturate e l’in-dividuazione delle associazioni o comunque dei synta-xa di riferimento è stata determinata con l’ausilio delsoftware statistico PAST (Hammer et al., 2001), sotto-ponendo ad analisi una matrice specie x rilievi, con ivalori di abbondanza-dominanza modificati in accor-do con Van Der Maarel (1979) e Noest et al. (1989),usando come indice di similarità la distanza sulla cor-da e come algoritmo il legame medio (UPGMA).Per le associazioni, vista l’attribuzione a syntaxa cono-sciuti, vengono presentate tabelle sintetiche, con l’in-dicazione della classe percentuale di frequenza, privedelle specie con bassa frequenza a meno che non siano

    ANTONIO GABELLINI (*), DANIELE VICIANI (**), PATRIZIO BIAGINI (***)

    LA VEGETAZIONE DEL COMPLESSO FORESTALE REGIONALE«BANDITE DI SCARLINO» (GROSSETO, TOSCANA MERIDIONALE)

    (*) Libero professionista, Via Grocco 20, 50139 Firenze, Italy.(**) Dipartimento di Biologia, Laboratorio di Biologia Vegetale, Università di Firenze, Via La Pira 4, 50121 Firenze, Italy.(***) Responsabile dell’Ufficio Agricoltura e Foreste del Comune di Scarlino, Via Martiri d’Istria, 58020 Scarlino (GR), Italy.

    Atti Soc. Tosc. Sci. Nat., Mem., Serie B, 120 (2013)pagg. 45-58, fig. 1, tabb. 9; doi: 10.2424/ASTSN.M.2013.04

    CORE Metadata, citation and similar papers at core.ac.uk

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  • di significato diagnostico. Per le cenosi censite sullabase di un singolo rilievo, questo è stato indicato neltesto. In alcuni casi (vegetazione costiera aeroalina evegetazione erbacea annuale), pur non avendo esegui-to rilievi, le osservazioni hanno permesso comunque diproporre una caratterizzazione sintassonomica. Perogni formazione vegetale censita sono stati individuatigli habitat d’interesse comunitario e prioritari (Biondi& Blasi, 2009; European Commission, 2013) compresinell’All. I della Dir. 43/92/CEE, citati secondo la no-menclatura prevista dal D.M. del 10.01.1999.

    LA STORIA DELLA FORESTA

    L’esteso mantello vegetale presente lungo la costa enel retroterra del golfo di Follonica è stato oggetto di

    intenso sfruttamento fin dall’epoca etrusca a seguitodella nascita di alcuni centri di lavorazione dei mine-rali provenienti dall’Elba (Barberini, 1985; CeccarelliLemut et al., 1984). L’importanza del bosco si è con-cretizzata soprattutto nel XVI secolo con l’emanazionedello Statuto di Scarlino (1531), che stabiliva una seriedi norme che ne disciplinavano le attività produttive.Fino all’inizio dell’Ottocento la gran parte delle risorseterritoriali era, infatti, costituita da beni collettivi dipertinenza delle locale Comunità, e qui gli abitantiesercitavano i loro tradizionali diritti di pascolo, semi-na e legnatico secondo le indicazioni degli «Statuti».Con l’occupazione francese e il passaggio del Principa-to di Piombino a Elisa Bonaparte ed a suo marito Feli-ce Baciocchi, i beni della Comunità furono uniti al De-manio statale. Alla smobilitazione fondiaria napoleoni-ca seguì l’allivellamento lorenese. La legge eversiva del

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    Fig. 1 - Localizzazione dell’area di studio, suddivisa in due complessi separati.

  • 1833 prevedeva, infatti, la possibilità per i proprietaridi affrancare i tradizionali diritti di pascolo e di legna-tico goduti nel territorio. Le Bandite di Scarlino furo-no affrancate dai diritti d’uso nel 1876 con la cessionealla popolazione di parte dei terreni.Nel 1871 il corpo originario dell’attuale proprietà in-sieme ad altri territori limitrofi era già stato conse-gnato all’Amministrazione forestale come bene inalie-nabile. La superficie complessiva assommava ad ettari11.675,34 (Foreste di Follonica) (A.S.F.D., 1939). Cen-to anni dopo (Regione Toscana, 1972), a seguito di nu-merosi acquisti, la superficie sarà più che raddoppiataraggiungendo i 26.971,68 ettari.Con la nascita delle Reali Fonderie di Follonica lemacchie furono governate a ceduo semplice e a capi-tozza, ricavando in questo modo sia carbone necessa-rio al loro funzionamento, mediamente 40.000 quintalil’anno, che sostentamento per il pascolo. Pratiche col-turali consolidate riguardavano anche l’estrazione delsughero e del ciocco d’erica per la produzione di sboz-zi da pipa. Il termine «Bandite» nacque proprio dal-l’utilizzo quasi esclusivo di questi boschi per le ferrieredi Follonica.

    GENERALITÀ SULL’AREA DI STUDIO

    Il clima

    Secondo Bigi & Rustici (1984), che hanno applicato laclassificazione di Thortnwaite & Mather (1957) allaToscana, le zone più elevate della foresta rientrano neltipo climatico C2 (subumido) e, la restante parte, al ti-po C1 (subumido asciutto).Per una più completa rappresentazione della situazio-ne riscontrabile nella Foresta Bandite di Scarlino si ri-portano i principali parametri termopluviometrici cal-colati nelle stazioni di Follonica (5 m s.l. m.), Casonedi Scarlino (4 m) e Tirli (440 m) elaborando i dati delventennio 1955-1974. A Casone di Scarlino la tempe-ratura media annua è di 14,7°C, a Follonica e a Tirli èuguale e pari a 15,5°C. Tali differenze sono motivate,probabilmente, dall’assenza, nella stazione più alta edin quella marina, dell’inversione termica caratteristicadella prima in particolare nel periodo invernale. Leprecipitazioni medie annue sono di 637 mm a Casonedi Scarlino, 633 mm a Follonica e di 828 mm a Tirli. Ildeficit idrico medio annuo è per tutti elevato: media-mente 260 e 280 mm distribuiti in 120-130 giorni. Ivalori riportati vengono confermati da Barazzuoli et al.(1993) per le stazioni di Scarlino e Follonica elaboran-do i dati del trentennio 1951-1980.L’elaborazione di dati recenti (http://www.sir.toscana.it),registrati nelle stazioni di Follonica e Tirli, evidenzia,invece, una contrazione dei valori medi annui delleprecipitazioni compresa tra l’8,5 e il 10%.

    La geologia

    Dal punto di vista geologico il territorio delle Banditeè interessato (Servizio Geologico d’Italia 1971) da uni-tà geotettoniche autoctone depositatesi tra il Triassicosuperiore ed il Pleistocene Inferiore con la presenza ditre formazioni.I depositi continentali che si compongono di litotipidiversi per origine e composizione sono presenti prin-cipalmente nella parte basale. La serie dei flysch ècomposta da calcari, calcari marnosi, calcareniti, brec-ciole, marne, argilloscisti varicolori, e forma con que-sta successione le alture di Poggio Palone e delle zonecircostanti.La serie toscana, rappresentata dalla potente Forma-zione del Macigno, che è la formazione geologica piùdiffusa interessando quasi l’85% della foresta (DreamItalia, 1997-2003), è costituita da una alternanza diarenarie quarzoso-micaceo-feldspatiche a cemento ar-gilloso-marnoso associate ad argille siltose con rari in-terstrati calcarenitici (Servizio Geologico d’Italia, 1971).

    La geomorfologia

    Le caratteristiche geomorfologiche generali dell’areasono direttamente influenzate dalla litologia, dall’as-setto strutturale, dalla intensità e dalla dinamica degliagenti esogeni. I sedimenti costituenti la serie deiflysch hanno morfologia diversa a seconda della loronatura litologica. I calcari marnosi di Poggio Palonehanno pendii più acclivi, mentre i sedimenti prevalen-temente pelitici presentano superfici solcate in ogni di-rezione dalle acque di scorrimento. Tuttavia nel com-plesso i profili, complici i movimenti franosi di crolloche si verificano presso i versanti più acclivi, si man-tengono morbidi. I sedimenti arenacei del Macignopresentano profili variabili in funzione dell’altitudine,della protezione vegetale e della giacitura degli strati.Generalmente tali profili sono più aspri nelle parti piùelevate; più morbidi laddove si ha accumulo di detritoo gli strati hanno giacitura a franapoggio. La morfologiasi addolcisce in corrispondenza dei sedimenti alluvio-nali più recenti fatta eccezione laddove agisce attiva-mente l’erosione ad opera di corsi a prevalente regimetorrentizio.Le quote maggiori, in riferimento alle aree in indagine,si rilevano presso le cime dei rilievi Monte d’Alma,Monte di Stella e Poggio Palone, e sono comprese fra480 e 560 metri sul livello medio del mare.

    La pedologia

    Relativamente alla profondità dei suoli, tra quelli deri-vanti dal Macigno è nettamente predominante la classecompresa tra 25 e 50 cm. Suoli con profondità mag-giore, tra 50 e 75 cm, occupano buona parte dei ver-santi settentrionali del complesso. Presentano, spesso,

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  • modesta illuviazione dell’orizzonte B e sono ricchi insostanza organica. Suoli ancora più profondi sono pre-senti, sempre su Macigno, in condizioni di alto mor-fologico, su ripiani residuali, o a macchia su pendicipoco erose.I suoli degradati per eccessivo sfruttamento o incen-dio, si presentano a profilo A-C-R, hanno scarso spes-sore e sono poveri in sostanza organica.La formazione dei calcari occupa una superficie arealemolto limitata, localizzata nella zona di Poggio Palone.I suoli hanno pietrosità e rocciosità elevate e sonosempre calcarei in profondità, ma spesso desaturati oscarsamente saturati in superficie, anche in presenza dipietrosità costituita da elementi calcarei.

    Il paesaggio vegetale

    Le Bandite di Scarlino sono caratterizzate dalla mar-cata prevalenza delle formazioni forestali che, con il92,7% della superficie, risultano le tipologie di uso delsuolo più diffuse nella proprietà. Le aree agricole inte-ressano il 5,5% dell’area indagata e sono ubicate pre-valentemente in Pian d’Alma, in destra e sinistra dellaStrada Provinciale delle Collacchie.A conferma di quanto già riportato a scala di non gran-de dettaglio in bibliografia (Arrigoni et al., 1999), l’areadi studio è caratterizzata dalla dominanza delle sclero-fille, che costituiscono l’83,5% della copertura foresta-le. Le latifoglie decidue occupano le aree d’impluvio,quelle pedecollinari delle Collacchie, di Val del Sara-gio, di Piana di Val Lupaia, con suoli profondi e menosoggetti a stress idrici, oppure le aree più elevate, piùfresche per ragioni climatiche. La presenza di conifereè assai contenuta (3,5%) e dispersa sul territorio.Molto densa è la rete dei viali parafuoco, in particolarenella porzione occidentale, da Monte di Muro verso ilMare. Si tratta di aree prive di vegetazione forestalelarghe mediamente 20 metri, distribuite lungo i crinaliprincipali.La quasi totalità dei boschi di questo complesso è diorigine agamica in quanto, storicamente, la foresta è sta-ta governata a ceduo con turni e matricinatura variabili.Fanno eccezione gli impianti artificiali di conifere, i ca-stagneti da frutto e le sugherete che, complessivamente,costituiscono circa l’8% della porzione forestale.Attualmente circa l’88% dei boschi è ancora trattato aceduo, sia invecchiato che a regime. I soprassuoli con fi-sionomia del bosco d’alto fusto occupano, quindi, unasuperficie contenuta e sono costituiti, oltre alle tipologieprecedenti, anche dai recenti avviamenti all’alto fusto.

    RISULTATI E DISCUSSIONE

    La cluster analysis dei dati ha restituito un dendro-gramma (non mostrato) che ha permesso di raggrup-pare i rilievi in base alle loro somiglianze floristiche, sia

    di presenza-assenza che di copertura. Nel dendrogram-ma vengono separate le comunità sempreverdi da quelledecidue e, dal punto di vista ecologico, i rilievi tendo-no in generale a distribuirsi secondo un gradiente cre-scente di umidità, con all’estremo xerico i ginepreti aJuniperus phoenicea subsp. turbinata ed all’altro, igro-filo, i frassineti palustri a Fraxinus oxycarpa. I gruppirisultanti sono stati poi verificati in base al significatosociologico ed ecologico delle specie caratterizzanti econfrontati con la letteratura fitosociologica, arrivandonella totalità dei casi a poter riferire ciascun insieme dirilievi ad un syntaxon già noto. Come già anticipato,nel caso della vegetazione costiera aeroalina e della ve-getazione erbacea annuale, pur non avendo eseguitorilievi, le osservazioni hanno permesso comunque diproporre una caratterizzazione sintassonomica.

    DESCRIZIONE DELLE TIPOLOGIE

    La vegetazione aeroalina delle coste rocciose a Limo-nium multiforme

    Sulle falesie costiere tra Cala Civette, Cala Violina, Ca-la Martina e Cala di Terra Rossa, subito al di sopradella zona interessata dall’azione battente del mare,sono presenti cenosi formate da specie stress-tollerantiaeroaline fortemente dipendenti dall’apporto quasi co-stante di aerosol marino. Si tratta di stazioni rupestripressoché verticali dove il suolo, assai scarso, è presen-te nelle fenditure o su strette e corte cenge della roc-cia, altrimenti nuda. Tali cenosi, a bassa copertura efloristicamente ed ecologicamente assai caratterizzate,risultano dominate da poche specie. Le più diffuse erappresentative sono Limonium multiforme, Crithmummaritimum, Daucus gingidium e Senecio cineraria. Fito-sociologicamente (Arrigoni et al., 1985; De Dominicis,1993; De Dominicis et al., 1988) rientrano nell’associa-zione Crithmo-Limonietum multiformis e sono riferibi-li all’habitat d’interesse comunitario cod. Natura20001240 «Scogliere con vegetazione delle coste mediterra-nee con Limonium sp.pl. endemici».

    La vegetazione erbacea annuale delle radure dellamacchia

    Nelle frequenti chiarie e radure di macchie e leccetedominano entità erbacee a ciclo invernale e primaveri-le costituite prevalentemente da terofite. Le fitocenosidi questi ambienti aperti sono ascrivibili in generale al-la classe Tuberarietea guttatae e all’habitat comunitarioprioritario cod. Natura 2000 6220 «Percorsi substep-pici di graminacee e piante annuali dei Thero-Brachy-podietea», ritenuto di interesse prioritario. Tra le spe-cie più frequenti meritano menzione Aira elegantissi-ma, Briza maxima, Cynosurus echinatus, Centauriumerythraea, Blackstonia perfoliata.

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  • La macchia mediterranea a sclerofille (Tab. 1)

    Queste cenosi hanno sviluppo, densità e fisionomiamolto variabili, ma sono caratterizzate sempre da unalimitata presenza di specie arboree.

    Macchie basse a Cistus sp. pl. e Ampelodesmos mau-ritanicus

    Sono costituite da una netta prevalenza di cisti (Cistusmonspeliensis, C. salvifolius), con, talvolta abbondanti,Erica arborea e Ampelodesmos mauritanicus.Un esempio è dato dal rilievo 227 eseguito a 50 metridi quota nella porzione prossima a Castiglione dellaPescaia in esposizione Sud, su matrice arenacea e mo-desta inclinazione (5°) presenta: Cistus monspeliensis3, Ampelodesmos mauritanicus 2, Dorycnium hirsutum+, Lavandula stoechas +, Rosmarinus officinalis 1, Brizamaxima 1, Helianthemum nummularium +, Pistacialentiscus 1, Calicotome villosa +, Phillyrea angustifolia1, Brachypodium retusum +.Sono cenosi aperte, di estensione contenuta, che si svi-luppano su suolo siliceo, poco evoluto, con rocciositàaffiorante, di bassa fertilità, capace di scarsa ritenzioneidrica e soggetto ad elevatissimo inaridimento estivo.Costituiscono uno degli aspetti di maggiore degrada-zione della lecceta o uno dei primi stadi di rinaturaliz-zazione delle aree agricole abbandonate. Fitosociologi-camente sono ascrivibili all’alleanza Cistion ladaniferi(De Dominicis et al., 1985). Nei casi in cui le forma-zioni siano caratterizzate da abbondanza di Ampelode-smos mauritanicus, esse sono riferibili (De Dominiciset al. 1988) all’habitat d’interesse comunitario 5330«Arbusteti termo-mediterranei e predesertici».

    Macchie a Myrtus communis, Pistacia lentiscus e Cali-cotome villosa (Tab. 1, col. 1)

    Sono cenosi aperte poco sviluppate e poco estese. So-no caratterizzate da Myrtus communis, Pistacia lenti-scus, Calicotome villosa, con Brachypodium retusum nelpiano erbaceo. Sono presenti principalmente sulle Co-stiere di Scarlino, non lontano dal mare, dove occupa-no, per superfici contenute, le aree di crinale, caratte-rizzate da condizioni ecologiche più difficili di quelleoccupate dalle macchie di Erica arborea e Arbutus une-do, con cui hanno in comune diverse specie. Fitosocio-logicamente sono ascrivibili a Pistacio lentisci-Calycoto-metum villosae cistetosum monspeliensis, riportata an-che per la vicina Isola d’Elba (Foggi et al., 2006).

    Macchie a Erica arborea e Arbutus unedo (Tab. 1, col.2 e 3)

    Fisionomicamente si tratta di macchie generalmentechiuse, con sviluppo contenuto ma variabile in relazio-ne all’età. Nel piano superiore dominano Arbutus unedoe Erica arborea. Quercus ilex, Viburnum tinus e Phil-lyrea latifolia sono presenti specialmente nelle cenosipiù mature e sviluppate (Tab. 1, col. 3).Le cenosi meno evolute (Tab. 1, col. 2) hanno svilup-po e densità minori, derivano, spesso, da incendi re-centi, sono caratterizzate da presenza e, talvolta, ab-bondanza di Cistus sp.pl, Lavandula stoechas, Calicoto-

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    Tab. 1 - Macchie di sclerofille (tabelle sintetiche)

    Col. 1: Macchie a Myrtus communis, Pistacia lentiscus e Calycotome villosaCol. 2: Macchie a Erica arborea e Arbutus unedo di minor sviluppoCol. 3: Macchie a Erica arborea e Arbutus unedo più mature e sviluppateCol. 4: Macchie a Juniperus phoenicea subsp. turbinata e Pistacia lentiscus

    colonna 1 2 3 4

    rilievi n. 5 6 20 4Quota media (m s.l.m.) 74 180 143 8Esposizione prevalente S S W WInclinazione media (°) 10 13 11 41Substrato litologico prevalente (Ar: arenarie) Ar Ar Ar ArNumero di specie 15 12 12 14

    Pistacio lentisci-Calycotometum villosaecistetosum monspeliensisPistacia lentiscus L. V III II VCalicotome villosa (Poiret) Link V III I IMyrtus communis L. V II V .Spartium junceum L. I I I .Erico arboreae-Arbutetum unedonisErica arborea L. V V V IArbutus unedo L. V V V IPulicaria odora (L.) Rchb. II I II .

    Erico-Arbutetum cistetosum monspeliensisCistus monspeliensis L. V IV I IAmpelodesmos mauritanicus (Poir.) D. et Sc. . V . ICistus incanus L. . IV . VDorycnium hirsutum (L.) Ser. I V . ILavandula stoechas L. I I . .Rosmarinus officinalis L. . II . .

    Anthyllydo barbae-jovis-Juniperutum turbinatae eJuniperion turbinataePhillyrea angustifolia L. V V III VJuniperus phoenicea L. subsp. turbinata (Guss.) Nyman I . I VAnthyllis barba-jovis L. I . I IVTeucrium flavum L. I . . IVPrasium majus L. . . . IV

    Caratteristiche syntaxa superioriQuercus ilex L. II V V VRubia peregrina L. III IV V IBrachypodium retusum (Pers.) Beauv. V II II IIILonicera implexa Aiton II I III IVAsparagus acutifolius L. II I II IPhillyrea latifolia L. II III III .Smilax aspera L. II . IV IArisarum vulgare Targ.-Tozz. II IV III .Rhamnus alaternus L. III . II VViburnum tinus L. I . III IIIFraxinus ornus L. II . V .Cyclamen repandum S. et S. I . II .Quercus suber L. . . I .Asplenium onopteris L. . . I .

    AltreCarex distachya Desf. III . I ICistus salvifolius L. I I . .Juniperus oxycedrus L. macrocarpa S. I . . ITamus communis L. . . II .Centauriun erythraea Rafn II . . .Helichrysum italicum (Roth) Don . . . IIISenecio cineraria DC . . . III

  • me sp.pl. e Ampelodesmos mauritanicus e sono di tran-sizione con i cisteti o gli ericeti con Ampelodesmos.Gli erico-arbuteti vegetano in ambienti degradati consuolo superficiale, poco evoluto, povero di elementinutritivi e di sostanza organica, a reazione sub-acida.Tali soprassuoli occupano, generalmente, la porzionemedio bassa dei versanti, in esposizioni prevalente-mente meridionali, spesso su pendici fortemente incli-nate o in corrispondenza dei crinali. Dal punto di vistafitosociologico queste cenosi sono in generale ascrivi-bili all’associazione Erico-Arbutetum, quelle meno evo-lute possono essere assimilate alla subass. cistetosummonspeliensis (Allier & Lacoste, 1980; Foggi & Gri-gioni, 1999).

    Macchie a Juniperus phoenicea subsp. turbinata e Pista-cia lentiscus (Tab. 1, col. 4)

    Queste cenosi si presentano aperte con sviluppo inaltezza modesto e sono formate principalmente daJuniperus phoenicea subsp. turbinata, Pistacia lentiscus,Phillyrea angustifolia, Rhamnus alaternus, Anthyllisbarba-jovis, Prasium majus, Lonicera implexa, Teucriumflavum. Sono presenti sulla parte sommitale delle pare-ti rocciose prossime al mare a Punta Le Canne, PuntaMartina, Punta Francese, dove sono di contatto tra lasottostante vegetazione rupicola aeroalina e la sovra-stante macchia a Erica arborea e Arbutus unedo.La posizione prossima al mare e l’esposizione sud-oc-cidentale comportano forte surriscaldamento diurno ecostante ventilazione. Significativi sono anche la rica-duta costante di sale marino, il suolo roccioso, pocosviluppato, con bassa fertilità e scarsa ritenzione idri-ca. Queste cenosi risentono, infatti, di condizioni dispiccata aridità, nonostante le precipitazioni occultenotturne. Fitosociologicamente possono essere attri-buiti all’associazione Anthyllido barbae-jovis-Junipere-tum turbinatae descritta recentemente per la vicinaIsola d’Elba (Foggi et al., 2006) e sono riferibili all’ha-bitat di interesse comunitario 5210 «Matorral arbore-scenti di Juniperus sp.pl.».

    I boschi di Quercus ilex (Tab. 2)

    I boschi di leccio sono presenti con tre tipologie (Arri-goni et al., 1985; 1998; De Dominicis, 1993; De Domi-nicis et al., 1988), ascrivibili in accordo con Biondi et al.(2003) ad altrettante associazioni e riferibili, complessi-vamente, all’habitat d’interesse comunitario cod. Natura2000 9340 «Foreste di Quercus ilex e Q. rotundifolia»:• leccete a dominanza di sclerofille sempreverdi (Cycla-

    mino repandi-Quercetum ilicis);• leccete di transizione alle formazioni decidue (Cycla-

    mino hederifolii-Quercetum ilicis);• leccete montane con latifoglie decidue (Roso sem-

    pervirentis-Quercetum ilicis).

    50

    Tab. 2 - Boschi di Quercus ilex (tabelle sintetiche)Col. 1: Leccete termofile a dominanza di sclerofille sempreverdi Col. 2: Leccete di transizione alle formazioni decidue Col. 3: Leccete mesofile di quota con latifoglie decidue

    colonna 1 2 3

    rilievi n. 18 67 17Quota media (m s.l.m.) 196 245 335Esposizione prevalente W tutte NInclinazione media (°) 10 15 15Substrato litologico prevalente (Ar: arenarie) Ar Ar ArNumero di specie 12 13 16

    Cyclamino repandi-Quercetum ilicisMyrtus communis L. V II IIArisarum vulgare Targ.-Tozz. III I .Phillyrea angustifolia L. III I IIPistacia lentiscus L. III I .Lonicera implexa Aiton II I .Rhamnus alaternus L. II I .Ampelodesmos mauritanicus (Poir.) D. et Sc. I . .Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicisAsplenium onopteris L. II IV IVTamus communis L. II III IIIViburnum tinus L. I III IIAsparagus acutifolius L. II II IIMoehringia pentandra Gay . I IICarex distachya Desf. . I IRoso sempervirentis-Quercetum ilicisMelica uniflora Retz. . I IVRuscus aculeatus L. I II IVHedera helix L. . II IVQuercus cerris L. I I IIIQuercus pubescens Will. I II IIOstrya carpinifolia Scop. . . IIIDaphne laureola L. . I IIViola alba Bess. dehnhardtii (Ten.) Beker . I IIRosa sempervirens L. . I ICephalanthera longifolia (Huds.) Fritsch . I IIlex aquifolium L. . . IAnemone apennina L. . . ICarex sylvatica Huds. . . ICrataegus monogyna Jacq. . . ICaratteristiche syntaxa superioriQuercus ilex L. V V VRubia peregrina L. V V VFraxinus ornus L. IV V VArbutus unedo L. V V VPhillyrea latifolia L. IV V IIISmilax aspera L. IV IV IVCyclamen repandum S. et S. IV IV VErica arborea L. V IV IIQuercus suber L. II II IIClematis flammula L. . I .AltreMelica arrecta O. Kuntze I I IGeranium purpureum Vill. I I IBrachypodium sylvaticum (Huds.) Beauv. . I IIBrachypodium retusum (Pers.) Beauv. II I .Rubus ulmifolius Scott. . I IISorbus domestica L. I I .Cytisus villosus Pourret I I .Luzula forsteri (Sm) DC . I ICastanea sativa Mill. . I IPolystichum setiferum (Fors.) Moore ex Woyn. . I IEmerus major Mill. . I IPrunus spinosa L. I I .Brachypodium rupestre (Host.) R. et S. . I IAristolochia pallida Will. I I .Asplenium trichomanes L. . I ICalamintha sylvatica Bromf. . I IFumaria parviflora Lam. I I .Loncomelos pyrenaicum (L.) Hrouda ex Holub . I ICruciata glabra (L.) Ehrend. . I ILathyrus clymenum L. I I .Ligustrum vulgare L. . I ICarex olbiensis Jord. . I .Hieracium murorum L. . . I

  • Le leccete termofile a dominanza di sclerofille sem-preverdi (Tab. 2, col. 1)

    Nel piano superiore domina Quercus ilex, al quale lo-calmente si accompagna Q. suber; possono raggiunge-re un buon sviluppo. Nel piano intermedio sono abbondanti gli arbusti sclerofillici. All’abbondanza diErica arborea spesso corrisponde una minore copertu-ra del leccio, che presenta anche sviluppo e portamen-to più contenuti. Nel piano inferiore le specie più rap-presentate sono Rubia peregrina, Smilax aspera, Cycla-men repandum. Sono assenti, eccettuato Fraxinus or-nus, gli alberi e gli arbusti caducifogli.Queste cenosi sono presenti prevalentemente nellaporzione bassa dei versanti con esposizioni meridiona-le di Pian d’Alma e nella porzione delle Costiere adOvest della strada provinciale delle Collacchie. Local-mente possono vegetare su morfologia molto ripida,anche in esposizioni meno calde. Queste cenosi rap-presentano, in Toscana, l’aspetto più termofilo dellalecceta (Arrigoni, 1998).

    Le leccete di transizione alle formazioni decidue (Tab.2, col. 2)

    Nel piano superiore al leccio, sempre dominante, siaccompagnano entità caducifoglie quali: Quercus pu-bescens, Fraxinus ornus, Sorbus domestica, Ostrya carpi-nifolia. Q. suber può essere ancora frequente e abbon-dante grazie alla presenza di un substrato pedologicotendenzialmente acido. Il piano intermedio e quelloinferiore hanno composizione simile alla lecceta prece-dente, rispetto alla quale sono assenti o sporadici glielementi sclerofillici più termofili. Sono frequenti e,localmente, abbondanti Asplenium onopteris, Ruscusaculeatus, Tamus communis.Questa è la lecceta più diffusa nelle Bandite di Scarli-no ed è caratteristica di condizioni ambientali nelcomplesso più fresche rispetto alla precedente.

    Le leccete mesofile di quota con latifoglie decidue(Tab. 2, col. 3)

    Il piano superiore è ben sviluppato e misto di Quercusilex, Q. cerris, Q. pubescens, Ostrya carpinifolia, Sorbusdomestica, Acer campestre e, sporadico, Castanea sati-va. Nel piano intermedio compare Crataegus monogy-na e, talvolta, Ilex aquifolium. Nel piano inferiore sonocaratterizzanti e frequenti Hedera helix, Melica uniflo-ra, Brachypodium sylvaticum, Daphne laureola, Anemo-ne apennina e Luzula forsteri. Questa lecceta vegetanelle porzione sommitale dei rilievi più alti o gli im-pluvi incassati, sempre in esposizione settentrionale.In questi ultimi habitat sono stati ritrovati Ficus carica,Vitis sp., Phyllitis scolopendrium, Carex grioleti, Hype-ricum androsaemum, Polysticum setiferum, che unite aIlex aquifolium indicano la presenza di aree di rifugioper una parte degli elementi della flora del terziario.

    Questo tipo vegetazionale è caratterizzato, rispetto aipredenti, da una minore termofilia e da una maggioreumidità.

    I boschi di Quercus suber (Tab. 3)

    Questi soprassuoli sono caratterizzati dalla prevalenzadella sughera nel piano superiore e da un denso pianoarbustivo. Complessivamente sono riferibili all’habitatd’interesse comunitario cod. Natura 2000 9330 «Fore-ste di Quercus suber». In accordo con Selvi & Viciani(1999) abbiamo riscontrato la presenza di due tipolo-gie, ascrivibili (Biondi et al., 2003) alle sub-associazio-ni di due delle leccete già descritte:

    51

    Tab. 3 - Boschi di Quercus suber (tabelle sintetiche)

    Col. 1: sugherete a codominanza di leccio e sughera Col. 2: sugherete con leccio e latifoglie decidue

    colonna 1 2

    rilievi n. 11 11Quota media (m s.l.m.) 196 267Esposizione prevalente S SInclinazione media (°) 7 9Substrato litologico prevalente (Ar: arenarie) Ar ArNumero di specie 11 15

    Cyclamino repandi-Quercetum ilicis quercetosum suberisMyrtus communis L. V IVPhillyrea angustifolia L. III ILonicera implexa Aiton III IArisarum vulgare Targ.-Tozz. I IPistacia lentiscus L. I .Ampelodesmos mauritanicus (Poir.) D. et Sc. I .Quercus suber L. V V

    Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis quercetosum suberisAsplenium onopteris L. I VTamus communis L. I IVQuercus pubescens Will. I IIIViburnum tinus L. I IAsparagus acutifolius L. . IICarex distachya Desf. . IISorbus domestica L. . IIRosa sempervirens L. . IIViola alba Bess. dehnhardtii (Ten.) Beker . IMoehringia pentandra Gay . IAnemone apennina L. . I

    Caratteristiche syntaxa superioriQuercus ilex L. V VRubia peregrina L. V VArbutus unedo L. V VFraxinus ornus L. V VErica arborea L. V VPhillyrea latifolia L. V IVSmilax aspera L. V IVCyclamen repandum S. et S. II IIIRuscus aculeatus L. . II

    AltreHedera helix L. I IIICytisus villosus Pourret II IIBrachypodium retusum (Pers.) Beauv. I ICarex olbiensis Jord. I IBrachypodium sylvaticum (Huds.) Beauv. . II

  • • sugherete a codominanza di leccio e sughera (Cycla-mino repandi-Quercetum ilicis quercetosum suberis);

    • sugherete con latifoglie decidue a codominanza dileccio e sughera (Cyclamino hederifolii-Quercetumilicis quercetosum suberis).

    Queste cenosi sono localizzate sul versante esposto ameridione delle valli alte del Rigo e dell’Alma a quotediverse, ma non in posizione di fondovalle o di implu-vio. L’area in questione è estremamente favorevole allasughera in quanto è riparata dai venti freddi setten-trionali, gode di elevato grado di umidità, la morfolo-gia è poco declive e i suoli sono profondi a tessiturasciolta con reazione subacida.Le sugherete a codominanza di leccio e sughera (Tab.3, col. 1), costituiscono gli aspetti più termofili. Nelpiano superiore la presenza di caducifoglie è sporadicae in quello intermedio prevalgono le entità più termo-file della macchia.Le sugherete con latifoglie decidue a codominanza dileccio e sughera (Tab. 3, col. 2) sono poste mediamentea quote più elevate; sono caratterizzate dalla presenzadelle caducifoglie e dall’assenza delle entità più termo-file della macchia.

    I boschi di Castanea sativa (Tab. 4)

    In questi soprassuoli vi è una netta dominanza del ca-stagno nel piano superiore, mentre in quello interme-dio sono diffusi Ilex aquifolium e Crataegus monogyna.Nei castagneti cedui e nelle fustaie da frutto abbando-nate (Tab. 4, col. 1) nel piano inferiore prevalgono lespecie mesofile: Melica uniflora, Lathyrus venetus, Bra-chypodium sylvaticum, Poa sylvicola, Anemone apennina,Ranunculus lanuginosus, Daphne laureola. Risultano,inoltre, ben rappresentate sia quelle acidofile, quali

    52

    Stachys officinalis (L.) Trevisan III VPteridium aquilinum (L.) Kuhn III VSolidago virga-aurea L. III ITeucrium scorodonia L. III IFestuca heterophylla Lam. I .Poa nemoralis L. I IVeronica officinalis L. . IV

    Specie dei pratiVicia ochroleuca Ten. . VAnthoxanthum odoratum L. I IVHolcus lanatus L. . VHypericum montanum L. . IVAira elegantissima Schur . IVCrepis leontodontoides All. . IVDactylorhiza maculata (L.) Soò ssp. fuchsii (Druce) Hyl. . IVDactylorhiza romana Soò . IVLotus corniculatus L. . IVMedicago lupulina L. . IVPoa pratensis L. . IVSilene italica (L.) Pers. . IVTrifolium ocrholeucum Huds. . IVTrifolium pratense L. . IVTrifolium repens L. . IV

    Caratteristiche syntaxa superioriMelica uniflora Retz. V IAnemone apennina L. V ILathyrus venetus (Mill.) Wohif. V IFraxinus ornus L. V ITamus communis L. IV IVCruciata glabra (L.) Ehrend. IV IVPoa sylvicola Guss. V .Ostrya carpinifolia Scop. IV IIBrachypodium sylvaticum (Huds.) Beauv. II IVRanunculus lanuginosus L. III IIDaphne laureola L. III IIClinopodium vulgare L. II IVViola reichembachiana Jordan II IVLoncomelos pyrenaicum (L.) Hrouda ex Holub II IIOenanthe pimpinelloides L. I IVAnemone nemorosa L. II .Cephalanthera longifolia (Huds.) Fritsch II IIIlex aquifolium L. II IIRubus hirtus W. et K. II .Viola alba Bess. dehnhardtii (Ten.) Beker II IILactuca muralis (L.) Gaertn. II .Acer campestre L. II .Scutellaria columnae All. II .Euphorbia amygdaloides L. I IISanicula europaea L. I .Quercus pubescens Will. I .Carex olbiensis Jord. I IIClematis vitalba L. I .

    Quercetea ilicisCytisus villosus Pourret IV VQuercus ilex L. IV .Asplenium onopteris L. III .Moehringia pentandra Gay III .Melica arrecta O. Kuntze I .Quercus suber L. I II

    AltreHedera helix L. V .Dactylis glomerata L. III VRubus ulmifolius Scott. III IIBrachypodium rupestre (Host.) R. et S. II IVCampanula rapunculus L. I VPolypodium vulgare L. II .Polystichum setiferum (Fors.) Moore ex Woyn. I .Prunella vulgaris L. . IV

    Tab. 4 - Boschi di Castanea sativa (tabelle sintetiche)

    Col. 1: castagneti cedui e abbandonatiCol. 2: castagneti coltivati

    colonna 1 2

    rilievi n. 11 3Quota media (m s.l.m.) 417 353Esposizione prevalente NE NInclinazione media (°) 15 8Substrato litologico prevalente (Ar: arenarie) Ar ArNumero di specie 27 36

    Arbuto unedonis-Castanetum sativaeCastanea sativa Mill. V VRubia peregrina L. V ICyclamen repandum S. et S. V IRuscus aculeatus L. IV .Arbutus unedo L. III .Erica arborea L. I IV

    Acidofile e caratteristiche dei castagnetiLuzula forsteri (Sm) DC V VHieracium murorum L. V V

  • Pteridium aquilinum, Hieracium murorum, Luzula for-steri, Teucrium scorodonia, Solidago virga-aurea, chequelle termofile, in particolare Cyclamen repandum,Rubia peregrina, Ruscus aculeatus.Nei castagneti coltivati del M. Alma (Tab. 4, col. 2) èpresente Dactylorrhiza romana, un endemismo dell’Ita-lia centrale, e molte specie prative, concorrendo a de-terminare una cenosi con un corteggio floristico estre-mamente ricco.I castagneti si sviluppano su suoli subacidi, originatisida arenarie, di buona fertilità e profondi. Sono presen-ti infatti sempre in esposizione settentrionale in valle-cole incise o in pianori di accumulo.Fitosociologicamente (Arrigoni, 1998; Arrrigoni & Vi-ciani, 2001) rientrano nell’associazione Arbuto unedo-nis-Castanetum sativae che tipizza i castagneti termofilie sono riferibili all’habitat di interesse comunitariocod. Natura 2000 9260 «Foreste di Castanea sativa».

    I boschi di Quercus cerris (Tab. 5)

    I boschi di cerro di questo complesso sono ascrivibili(De Dominicis et al., 1980; Arrigoni et. al. 1990; Foggiet al., 2000; Arrigoni, 1998; Di Pietro et al., 2010; Vi-ciani & Gabellini, 2013) a due associazioni, riferibili(almeno secondo l’interpretazione di Biondi & Blasi,2009) all’habitat d’interesse comunitario cod. Natura2000 91M0 «Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro erovere»:1. cerrete termo-igrofile (Melico uniflorae-Quercetum

    cerridis),2. cerrete termo-neutrofile (Rubio peregrinae-Quercetum

    cerridis).

    Le cerrete termo-igrofile (Tab. 5, col. 1)

    Queste cerrete sono caratterizzate dalla presenza dispecie igrofile, meso-igrofile e termofile, nonché di nu-merose mesofile, e dalla forte contrazione di entità xe-rofile. Nel piano superiore ed intermedio sono fre-quenti ed abbondanti Carpinus betulus, Acer campe-stre, Cornus mas, Ulmus minor, Ligustrum vulgare, Ilexaquifolium e in quello inferiore Melica uniflora, Bra-chypodium sylvaticum, Symphytum tuberosum, Allium

    53

    Tab. 5 - Boschi di Quercus cerris (tabelle sintetiche)

    Col. 1: cerrete termo-igrofileCol. 2: cerrete termo-neutrofile

    colonna 1 2

    rilievi n. 20 25Quota media (m s.l.m.) 113 247Esposizione prevalente tutte WInclinazione media (°) 1 8Substrato litologico prevalente (All: alluvioni, Ar-Calc: arenarie e calcari) All Ar-CalcNumero di specie 27 19

    Melico uniflorae-Quercetum cerridisMelica uniflora Retz. V IIAnemone apennina L. III IAllium pendulinum Ten. III IAjuga reptans L. III IViola reichembachiana Jordan II IRanunculus lanuginosus L. IV .Carpinus betulus L. III .Symphytum tuberosum L. II .Corylus avellana L. I .

    Rubio peregrinae-Quercetum cerridisRubia peregrina L. V VHedera helix L. V VSmilax aspera L. I IVAsparagus acutifolius L. I IIILonicera etrusca Santi . I

    Caratteristiche syntaxa superioriQuercus cerris L. V VFraxinus ornus L. V VBrachypodium sylvaticum (Huds.) Beauv. V IIITamus communis L. III IVQuercus pubescens Will. II IVLuzula forsteri (Sm) DC IV ICruciata glabra (L.) Ehrend. IV IIViola alba Bess. dehnhardtii (Ten.) Beker III IILigustrum vulgare L. IV IAcer campestre L. IV IPoa sylvicola Guss. IV IStachys officinalis (L.) Trevisan III ISorbus domestica L. II ICornus mas L. II ILoncomelos pyrenaicum (L.) Hrouda ex Holub I ICarex olbiensis Jord. I ILathyrus venetus (Mill.) Wohif. II IUlmus minor Mill. I IGeranium robertianum L. I IScutellaria columnae All. I IOstrya carpinifolia Scop. I IIlex aquifolium L. I IBuglossoides purpurocaerulea (L.) Johnston I ICarex sylvatica Huds. I IFraxinus oxycarpa Bieb. I IClinopodium vulgare L. I .Quercus petraea (Mattuschka) Liebl. I .

    Quercetea ilicisQuercus ilex L. V VCyclamen repandum S. et S. V IVRuscus aculeatus L. V IVPhillyrea latifolia L. III IVAsplenium onopteris L. III IIIViburnum tinus L. III IIMoehringia pentandra Gay III IArbutus unedo L. II IIRosa sempervirens L. I IIMelica arrecta O. Kuntze I IIErica arborea L. I IIRhamnus alaternus L. I IMyrtus communis L. I IICarex distachya Desf. . IIQuercus suber L. I IPhillyrea angustifolia L. I IClematis flammula L. I ILonicera implexa Aiton I I

    AltreCrataegus monogyna Jacq. IV IIIRubus ulmifolius Scott. III IIPrunus spinosa L. II IEuonymus europaeus L. I IICornus sanguinea L. I I

  • pendulinum, Ajuga reptans, Ranunculus lanuginosus;localmente sono abbondanti Poa sylvicola, Anemoneapennina, Cardamine impatiens, Luzula forsteri. Le en-tità termofile ad ampia valenza ecologica quali Rubiaperegrina, Ruscus aculeatus, Cyclamen repandum sonoancora ben diffuse.Questi soprassuoli occupano le aree di fondovalle, congiacitura pianeggiante, di Pian d’Alma, Val Soraggio, elungo il Torrente Rigo, dove si sviluppano su suoloevoluto, a reazione neutra, ricco di sostanza organicaben umificata, con elevata capacità idrica o con faldapoco profonda anche nel periodo estivo.

    Le cerrete termo-neutrofile (Tab. 5, col. 2)

    Queste cerrete presentano una percentuale elevata dientità termofile e sclerofilliche.Sono presenti prevalentemente a Nord di Poggio Palo-ne, localmente nelle porzioni più elevate del comples-so o nella porzione medio bassa dei versanti in posizio-ne intermedia tra la cerreta mesoigrofila e la lecceta. Sisviluppano, prevalentemente, su versanti esposti aNord-Ovest, caratterizzati da morfologia dolce e pen-denza poco accentuata. Si tratta di stazioni che risen-tono del freddo e della maggiore umidità invernale ri-spetto a quelle occupate dalla lecceta. A Poggio Palo-ne si sviluppano su suoli con reazione da sub-basica aneutra, altrove la reazione varia da neutra a sub-acida.

    I boschi di Quercus pubescens (Tab. 6)

    Nel piano dominante è formato da Quercus pubescensed in quello intermedio prevalgono le entità della mac-chia e Paliurus spina-christi, una decidua marcatamen-te eliofila e xerofila. Sono, invece, meno frequenti leentità mesotermofile: Cornus sanguinea, Crataegus mo-nogyna e Prunus spinosa. Nel piano inferiore sono ca-ratterizzanti le specie della lecceta. Questi soprassuolisono presenti in esposizione meridionale della porzio-ne sommitale di Poggio Palone, su matrice calcareo-marnosa. I suoli hanno reazione sub-basica con fertili-tà e profondità variabili.

    Fitosociologicamente (Arrigoni, 1998) sono ascrivibiliall’associazione Roso sempervirentis-Quercetum pube-scentis e sono riferibili, almeno secondo l’interpreta-zione di Biondi & Blasi (2009), all’habitat d’interes-se comunitario e prioritario cod. Natura 2000 91AA«Boschi orientali di quercia bianca».

    I boschi di Ostrya carpinifolia (Tab. 7)

    Nel piano superiore prevale Ostrya carpinifolia, conQuercus ilex, Q. cerris, Fraxinus ornus, Acer campestree, negli impluvi, Carpinus betulus. Il piano intermedioè povero di specie ed in quello inferiore sono caratte-rizzanti le specie caratteristiche della lecceta e alcunemesofile: Melica uniflora, Polystichum setiferum; nor-malmente è abbondante Hedera helix.Questi soprassuoli sono presenti principalmente allequote più alte del complesso nelle esposizioni setten-trionali dove interessano superfici accorpate contenute,spesso interrotte o inglobate nelle più estese leccete. So-no presenti su matrice arenacea con morfologia ripida. Isuoli hanno reazione da neutra a sub-acida, sono pro-fondi nonostante la presenza di rocciosità affiorante e diuna frazione consistente di pietrosità. Fitosociologica-mente sono di difficile attribuzione poiché si compon-gono di specie sia termofile che mesofile. Nei pochi ri-lievi disponibili la componente termofila è predominan-te, per cui li abbiamo riferiti all’associazione Asparago

    54

    Tab. 6 - Boschi di Quercus pubescens (tabella sintetica)

    rilievi n. 6Quota media (m s.l.m.) 400Esposizione prevalente SInclinazione media (°) 12Substrato litologico prevalente (Calc: calcari) CalcNumero di specie 25

    Roso sempervirentis-Quercetum pubescentisAsparagus acutifolius L. VRosa sempervirens L. VRubia peregrina L. VLonicera etrusca Santi VClematis flammula L. IVSmilax aspera L. II

    Caratteristiche syntaxa superioriQuercus pubescens Will. VFraxinus ornus L. VTamus communis L. VAcer campestre L. IIIQuercus cerris L. IIICruciata glabra (L.) Ehrend. IIIViola alba Bess. dehnhardtii (Ten.) Beker IIISorbus domestica L. IIIPaliurus spina-christi Mill. IIIBrachypodium sylvaticum (Huds.) Beauv. IIStachys officinalis (L.) Trevisan IICornus mas L. II

    Quercetea ilicisQuercus ilex L. VRuscus aculeatus L. VPhillyrea latifolia L. IVErica arborea L. IIIAsplenium onopteris L. IIQuercus suber L. II

    AltreHedera helix L. VBrachypodium rupestre (Host.) R. et S. VCrataegus monogyna Jacq. VPrunus spinosa L. IVCarex flacca Schr. IVRubus ulmifolius Scott. IIIVicia ochroleuca Ten. IIILathyrus sylvestris L. IIILathyrus clymenum L. IITeucrium chamaedrys L. IIBromus erectus Huds. II

  • acutifolii-Ostryetum carpinifoliae, anche se occorre nota-re che sono presenti alcune entità proprie dell’associa-zione relativamente mesofila Daphno laureolae-Ostrye-tum carpinifoliae (cfr. Arrigoni, 1998).

    I boschi di frassino meridionale (Fraxinus oxycarpa)(Tab. 8)

    Questi consorzi sono presenti in Val Soraggio, comegià riportato da Pignatti E. & S. (1968), dove hannocarattere residuale ed estensione limitata; vegetano sudepositi alluvionali con suolo profondo e falda super-ficiale, affiorante nel periodo piovoso. Nel piano supe-riore domina Fraxinus oxycarpa, con modesta presenzadi Quercus cerris, Carpinus betulus, Populus canescense Acer campestre. Il piano intermedio è modesto pervarietà e densità. Nettamente igrofila la composizionedi quello inferiore: Ranunculus ficaria, R. lanuginosus,Carex pendula, C. remota, Vinca minor.Fitosociologicamente (Pedrotti & Gafta, 1995; Arrigo-ni, 1998) sono ascrivibili all’associazione Carici remo-tae-Fraxinetum oxycarpae e sono riferibili all’habitatcod. Natura 2000 91F0 «Foreste miste riparie di gran-di fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor,Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenionminoris)».

    Formazioni miste a Corylus avellana e Carpinus betulus(Tab. 9)

    Tali comunità a carattere prevalentemente lineare so-no poste lungo gli impluvi più importanti. Si tratta diformazioni in equilibrio dinamico dove il piano supe-riore e quello intermedio sono difficilmente distingui-bili. Domina tendenzialmente Corylus avellana, talvol-ta, Carpinus betulus, con Acer campestre, Ostrya carpi-nifolia e altre. Nettamente mesoigrofila la composizio-ne del piano inferiore con Melica uniflora, Polystichumsetiferum, Geranium robertianum, sebbene non man-chino le entità termofile delle Quercetea ilicis. Questiconsorzi sono presenti negli impluvi incassati in posi-zione generalmente pedecollinare, molto riparata e pe-rennemente in ombra, con roccia arenacea affiorante,suolo profondo e assenza di stress idrico estivo. Fito-sociologicamente tali formazioni hanno una certa affi-nità con l’associazione Carpino betuli-Coryletum avel-lanae (Biondi et al., 2002) ma hanno una componentetermofila molto più rilevante; dato anche lo scarso nu-mero di rilievi disponibili, preferiamo trattarli comeaggruppamento.

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    Tab. 7 - Boschi di Ostrya carpinifolia (tabella sintetica)

    rilievi n. 3Quota media (m s.l.m.) 270Esposizione prevalente NInclinazione media (°) 32Substrato litologico prevalente (Ar: arenarie) ArNumero di specie 16

    Asparago acutifolii-Ostryetum carpinifoliaeRubia peregrina L. VAsplenium onopteris L. VRuscus aculeatus L. IVSmilax aspera L. II

    Caratteristiche syntaxa superioriFraxinus ornus L. VOstrya carpinifolia Scop. VMelica uniflora Retz. IVPolystichum setiferum (Fors.) Moore ex Woyn. IVCarex olbiensis Jord. IVAnemone apennina L. IIViola reichembachiana Jordan IICarpinus betulus L. IIDaphne laureola L. IIAcer campestre L. IIQuercus cerris L. II

    Quercetea ilicisQuercus ilex L. VCyclamen repandum S. et S. VPhillyrea latifolia L. IIMoehringia pentandra Gay IIViburnum tinus L. II

    AltreHedera helix L. VRubus ulmifolius Scott. IV

    Tab. 8 - Boschi di Fraxinus oxycarpa (tabella sintetica)

    rilievi n. 2Quota media (m s.l.m.) 90Esposizione prevalente tutteInclinazione media (°) 0Substrato litologico prevalente (All: alluvioni) AllNumero di specie 20

    Carici remotae-Fraxinetum oxycarpae e syntaxa superioriFraxinus oxycarpa Bieb. VUlmus minor Mill. VBrachypodium sylvaticum (Huds.) Beauv. VRanunculus lanuginosus L. VAllium pendulinum Ten. VCrataegus monogyna Jacq. VCarex pendula Huds. IIICarex remota L. IIIVinca minor L. IIIPopulus canescens (Ait.) Sm IIIRanunculus ficaria L. IIIRubus caesius L. IIIAjuga reptans L. IIIViola reichembachiana Jordan IIICarpinus betulus L. IIIQuercus cerris L. IIITamus communis L. IIIAcer campestre L. IIIPoa sylvicola Guss. IIICornus mas L. III

    AltreHedera helix L. VPrunella vulgaris L. VFumaria parviflora Lam. VMuscari comosum L. VPrunus spinosa L. IIIEuonymus europaeus L: IIIQuercus ilex L. IIIMelica arrecta O. Kuntze III

  • ASPETTI D’INTERESSE CONSERVAZIONISTICO

    La flora

    Sebbene non siano state osservate direttamente né sia-no note in letteratura per l’area di studio specie di in-teresse europeo comprese negli allegati delle Dir. 92/43/CEE - 97/62/CEE, dai rilevamenti e dalle osserva-zioni eseguiti risultano presenti 15 entità d’interesseconservazionistico a livello regionale (all.A e all.C dellaL.R. Toscana 56/2000). Di queste, 3 (all.C) sono pro-tette, 3 sono da ritenersi rare o endemiche (inserite nelprogetto Re.Na.To., Repertorio Naturalistico Tosca-no) e 2 sono specie delle liste rosse regionali (Conti etal., 1997; Scoppola et al., 2005; Rossi et al., 2008). Perqueste entità è riportato, accanto al nome, lo status dirischio secondo la terminologia IUCN, di cui è presen-te solo la categoria LR (a minor rischio).Specie d’interesse conservazionistico: Allium penduli-num All.A, Anemone apennina All.A, Anthyllis barba-jovis All.A, Asparagus acutifolius All.A, Carex grioletiAll.A, Cressa cretica Re.Na.To. (Selvi & Cecchi 2007),

    Crocus etruscus All.A-C (Selvi & Cecchi 2007),Re.Na.To., LR, Dactylorhiza romana All.A, Juniperusoxycedrus subsp. macrocarpa All.A, Juniperus phoeni-cea subsp. turbinata All.A, Lilium bulbiferum subsp.croceum All.A-C, Limonium multiforme All.A-C,Re.Na.To., LR; Quercus crenata All.A, Ruscus aculea-tus All.A, Vinca minor All.A.

    Gli habitat

    Come già riportato, in base alla Legge Regionale56/2000, alle Direttive comunitarie (92/43/CEE - 97/62/CEE) ed al recente Manuale Italiano di interpreta-zione degli habitat (Biondi & Blasi, 2009), ai tipi di ve-getazione presenti nell’area di studio corrispondono10 habitat d’interesse conservazionistico, che copronogran parte del territorio delle Bandite di Scarlino.L’area riveste quindi una grande importanza per laconservazione della biodiversità a livello sia locale cheregionale.

    CONCLUSIONI

    La vegetazione del Complesso Forestale «Bandite diScarlino» per l’ubicazione geografica, la morfologiae l’intervallo altitudinale in cui si sviluppa risente,nella sua distribuzione territoriale, sia del gradienteclimatico altimetrico che dell’inversione termica. Leformazioni vegetali più esigenti di umidità sono ge-neralmente presenti nei fondovalle o nella porzionemedio-bassa dei versanti, salvo che nell’area sommi-tale dei rilievi Monte d’Alma, Monte di Stella e Pog-gio Palone, dove occupano la porzione alta o medio-alta dei versanti esposti a settentrione. Lo studio hamesso in evidenza la presenza di tipi di vegetazionegià conosciuti e descritti in aree prossime a quellad’indagine.Riguardo agli aspetti conservazionistici pur non evi-denziando particolarità si può affermare che, grazie,alla grande diffusione della lecceta e dei boschi a quer-ce caducifoglie, alla presenza di vegetazione costierarocciosa, sugherete, castagneti e boschi palustri difrassino meridionale, tutta la proprietà ha grande valo-re naturalistico. La gestione deve quindi essere indiriz-zata ad una conservazione delle cenosi esistenti e allatutela di quelle più sensibili, come quelle prossime almare e di estensione più limitata.

    QUADRO SINTASSONOMICO

    Tuberarietea guttatae Br.-Bl. 1952

    Crithmo-Limonietea Br.-Bl. 1947Crithmo-Limonietalia Molinier 1934

    Crithmo-Limonion Molinier 1934Crithmo-Limonietum multiformis Arrigoni, Nardi, Raffaelli 1985

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    Tab. 9 - Formazioni miste a Corylus avellana e Carpinus betulus(tabella sintetica)

    rilievi n. 3Quota media (m s.l.m.) 127Esposizione prevalente nessInclinazione media (°) 8Substrato litologico prevalente (Ar: arenarie) ArNumero di specie 21

    Querco-Fagetea e syntaxa subordinatiMelica uniflora Retz. VCorylus avellana L. IVAcer campestre L. IVOstrya carpinifolia Scop. IVIlex aquifolium L. IVBrachypodium sylvaticum (Huds.) Beauv. IVPolystichum setiferum (Fors.) Moore ex Woyn. IVGeranium robertianum L. IVViola reichembachiana Jordan IIAllium pendulinum Ten. IICarpinus betulus L. IISymphytum tuberosum L. IICarex pendula Huds. IILigustrum vulgare L. IILilium bulbiferum L. ssp. croceum (Chaix) Baker IICornus mas L. IIQuercus cerris L. II

    Quercetea ilicis e altre termofileRubia peregrina L. VRuscus aculeatus L. VCyclamen repandum S. et S. VQuercus ilex L. IVAsplenium onopteris L. IVMoehringia pentandra Gay IVSmilax aspera L. II

    AltreHedera helix L. VFraxinus ornus L. V

  • Cisto-Lavanduletea Br.Bl. 1940Lavanduletalia stoechadis Br.Bl. (1931) 1940

    Cistion ladaniferi Br.Bl. (1931) 1940Aggr. a Cistus sp.pl. e Ampelodesmos mauritanicus

    Quercetea ilicis Br. Bl. ex A. & O. de Bolòs 1950Quercetalia ilicis Br. Bl. ex Molinier 1934

    Fraxino orni-Quercion ilicis Biondi, Casavecchia, Gigante 2003Cyclamino repandi-Quercetum ilicis Riv.-Mart. et al., 1995

    quercetosum suberis Selvi & Viciani 1999Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis Biondi et al., 2003

    quercetosum suberis Selvi & Viciani 1999Roso sempervirentis-Quercetum ilicis Biondi et al., 2003

    Pistacio-Rhamnetalia alaterni Riv.-Mart. 1995Ericion arboreae (Riv.-Mart. ex Riv.-Mart., Costa & Izco 1986) Riv-Mart. 1987

    Erico arboreae-Arbutetum unedonis Allier & Lacoste 1980Erico -Arbutetum cistetosum monspeliensis Foggi in Foggi &Grigioni 1999Pistacio lentisci-Calicotometum villosae Biondi, Filigheddu &Farris 2001

    cistetosum monspeliensis Foggi, Cartei, Pignotti, Signo-rini, Viciani, Dell’Olmo, Menicagli 2006

    Juniperion turbinatae Riv.-Mart. (1975) 1987Anthyllido barbae-jovis-Juniperetum turbinatae Foggi, Cartei,Pignotti, Signorini, Viciani, Dell’Olmo, Menicagli 2006

    Querco-Fagetea Br.Bl. et Vlieger 1937Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933

    Crataego laevigatae-Quercion cerridis Arrigoni1997*Crataego laevigatae-Quercenion cerridis Blasi,Di Pietro & Filesi 2010

    Melico uniflorae-Quercetum cerridis Arrigoni in Arrigoni et al.,1990Rubio peregrinae-Quercetum cerridis Di Pietro, Azzella, Fa-cioni 2010Arbuto unedonis-Castanetum sativae Arrigoni & Viciani 2001Aggr. a Corylus avellana, Acer campestre e Carpinus betulus

    Carpinion orientalis Horvat 1958Lauro nobilis-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995**

    Roso sempervirentis-Quercetum pubescentis Biondi 1985Asparago acutifolii-Ostryetum carpinifoliae Biondi ex Ubaldi1995

    Salici purpureae-Populetea nigrae Riv.-Mart. 2001Populetalia albae Br.-Bl. & Tchou 1948

    Populion albae Br.-Bl. & Tchou 1948Carici remotae-Fraxinetum oxycarpae Pedrotti 1972

    * secondo l’interpretazione di Di Pietro et al. (2010) l’alleanzaTeucrio siculi-Quercion cerridis Ubaldi 1988, solitamente utiliz-zata per l’inquadramento di questo tipo di boschi da vari autoriitaliani, per ragioni nomenclaturali è invalida e va sostituita conCrataego laevigatae-Quercion cerridis Arrigoni 1997.

    ** secondo l’interpretazione di Biondi et al. (2010) il tipo dellasuballeanza è dominato da Quercus virgiliana e non da Q. pube-scens, per cui il nome da applicare sarebbe Lauro nobilis-Querce-nion virgilianae Ubaldi 1995 corr. Biondi, Casavecchia & Pesa-resi 2010.

    RINGRAZIAMENTI

    Gli autori ringraziano: Alessandra Bichi, Gloria Bonfiglioli, EnricoBorghi, Francesco Fontanive, Andrea Perugi, Federico Selvi e PaoloToccafondi che hanno partecipato ai rilievi e alla stesura del Piano diGestione Forestale e Lorella dell’Olmo per la realizzazione della Fig. 1.

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    (ms. pres. il 29 aprile 2013; ult. bozze il 15 maggio 2014)

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